Documento - Dipartimento di Economia e Diritto
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI ROMA "LA SAPIENZA" DIPARTIMENTO DI ECONOMIA PUBBLICA ------------------------------------------------------------------------------Working Paper No.51 Guido Citoni AMBIENTE, SALUTE E SVILUPPO: UN APPROCCIO DINAMICO Roma, luglio 2002 Abstract The paper addresses the issue of dynamic relationships between environment, health and growth. Its aim is to show that the dynamic of the three variables is very difficult to predict, and depends on the value of key parameters: nonetheless the paper tries to show that there is probably, at least in the long run, a cyclical relationship among the three variables . The hypothesis is that the state of the “natural” environment at first affects negatively health; later on its improvement, due to sanitation and health infrastructures, possible because of income growth, leads to a better health, followed, when pollution, generated by a growth too fast, becomes widespread by a worsening of health conditions, coming finally to pollution containment measures and to a new health improvement. The paper shows also that there is probably a complementarity between environment improvements and health care measures, as the first reduces resources for health care in the short run but foster health in the long run, while the second, stimulating productivity and growth makes more resources available for environment : the two strategies are then to be carefully blended so as to lead to a more stable and accelerated growth. JEL Classification: I10, I18, O40, Q20, Q28 Keywords: environment, growth, health, public policy AMBIENTE, SALUTE E SVILUPPO: UN APPROCCIO DINAMICO Guido Citoni* Introduzione Lo scopo di questo lavoro è evidenziare le interrelazioni esistenti tra stato dell'ambiente e condizioni di salute, nell'ambito del processo di sviluppo. In particolare si ritiene che lo stato di salute sia legato a quello dell'ambiente con una relazione non lineare e ciclica: dapprima l'ambiente cosiddetto "naturale" è generalmente aggressivo verso la salute (in modo differenziato a seconda di climi e latitudini), successivamente interviene una fase di umanizzazione, in cui l'ambiente diviene meno aggressivo e le condizioni di salute migliorano, cui fa seguito una fase che potremmo chiamare di "inquinamento" con peggioramento della salute, e poi una di miglioramento locale, con provvedimenti antinquinamento, per finire (allo stato attuale di conoscenze) con un ulteriore peggioramento dovuto ad effetti ambientali sfavorevoli "importati", che è plausibile ipotizzare in futuro ancora superati con politiche ambientali (e di sviluppo o distribuzione dei redditi) globali. Questa direzione di causazione ambiente-salute, ha * Ringrazio due anononimi referees per i commenti ad una precedente versione del lavoro. Ogni responsabilità è comunque mia. come effetto speculare quello della relazione salute-sviluppo-ambiente, in quanto una migliore salute influenza la produzione e questa a sua volta è uno dei fattori determinanti del miglioramento o deterioramento ambientale. Infine è anche da ricordare la relazione causale diretta tra crescita del reddito e stato di salute, in quanto è proprio la variabile livello del reddito pro capite1 , o equivalentemente ammontare dei consumi possibili, a spiegare la maggiore sopravvivenza e salute dei popoli più ricchi. L’interdipendenza tra ambiente, salute e sviluppo La coscienza che la triade ambiente, salute e sviluppo debba essere analizzata nelle relative interazioni per pervenire a spiegazioni intelligibili di ciascuna componente della stessa, ha cominciato, negli ultimi anni, ad affermarsi a livello di singoli ricercatori e di istituzioni di ricerca o internazionali (Labonte (1991), Crombie (1995) WHO (1997)). Precedentemente o in contemporanea, singoli “pezzi”, o se vogliamo relazioni binarie erano state affrontate in dettaglio. Ad esempio è nota la cosiddetta EKC o curva di Kuznets ad U rovesciata in campo ambientale (Grossman e Krueger (1995.), Barbier (1997), Zaim e Toskin (2000)), che postula l’esistenza di una relazione prima crescente e poi decrescente tra emissioni inquinanti e reddito, e cioè che il degrado ambientale dapprima aumenta a bassi livelli di reddito e successivamente, quando un livello 1 Nell’ipotesi del “reddito assoluto”, mentre l’ipotesi del “reddito relativo” postula che è la distribuzione del reddito stesso ad influenzare il livello di salute. 2 soglia di reddito pro-capite è stato raggiunto, inizia a decrescere2 . D’altra parte, estesamente analizzata è anche la relazione tra salute, rappresentata dalla attesa di vita alla nascita o dal tasso di mortalità infantile, e livello del reddito pro capite (WHO (1992, 1997)), in cui si evidenzia che l’attesa di vita alla nascita cresce, sebbene a tassi decrescenti e forse tendendo ad un asintoto al crescere del livello di reddito pro capite, mentre il tasso di mortalità infantile decresce, sempre però a tassi decrescenti, al crescere del reddito. Infine vi sono anche stime del globale impatto delle condizioni ambientali sullo stato di salute (WHO 1997): si ritiene che circa il 23% dell’impatto negativo sulla salute della popolazione espresso in DALY’s persi, cioè in anni di vita aggiustati per disabilità che sono stati perduti, sia dovuto a fattori ambientali. Gli studi sulle interrelazioni tra salute, reddito e sviluppo, soffrono però, a nostro avviso, di due limiti. Il primo è che tali relazioni vengono analizzate, generalmente, mediante confronti tra paesi, e non studiando l’evoluzione nel tempo all’interno di un singolo paese, e ciò comporta la difficoltà che gli “ambienti naturali” dei singoli paesi sono generalmente molto differenti tra loro quanto a salubrità e potenzialità. Il secondo è che ancora si risente della impostazione “binaria” degli studi, poiché si analizzano, uno alla volta, gli effetti dell’ambiente sulla salute, o le relazioni tra economia e salute, o, infine le interazioni tra sviluppo e ambiente. Nostro scopo, pertanto, in questo lavoro, è muovere un primo passo verso la costruzione di un modello integrato tra salute , ambiente e 2 Tale relazione è stata applicata anche alla relazione tra efficienza nell’uso delle risorse naturali e reddito pro-capite (Berustam (1991)), giungendo alla conclusione che la curva ad U rovesciata è valida solo per i paesi “capitalisti”, ma non per quelli socialisti. 3 sviluppo, ed accennare una analisi empirica delle interrelazioni a livello di un solo paese, e cioè l’Italia. Volendo analizzare più in dettaglio le suddette interazioni, si possono evidenziare, all’interno di un singolo paese, le seguenti fasi: 1. L’ambiente è ancora allo stato naturale, ed è aggressivo, generando alta mortalità e molte malattie, di tipo igienico (dissenterie), o infettivo. Vi è quindi poca capacità lavorativa, poco reddito, e poche opportunità di influenzare l’ambiente naturale (stato semi-stazionario). In questa situazione vi possono essere aiuti esterni, che costituiscono reddito non prodotto, il contrasto all’ambiente naturale aggressivo avviene prevalentemente con medicine, che, pur migliorando la salute e la capacità lavorativa , non incidono sull’ambiente aggressivo se non marginalmente e quindi si rivelano presto insostenibili; 2. Il miglioramento della salute o il decollo dello sviluppo portano alla modifica dell’ambiente naturale, che si umanizza (bonifiche, deforestazioni, ecc.) e diviene meno aggressivo, ciò porta ad ulteriori miglioramenti della salute e quindi maggiore sviluppo in un circolo virtuoso; 3. L’ambiente umanizzato inizia a diventare inquinato e quindi aumenta la sua aggressività, facendo peggiorare la salute (con tipologie epidemiologiche differenti rispetto al caso dell’ambiente naturale aggressivo: allergie, tumori, ecc.). D’altra parte non vi sono sufficienti risorse per combattere l’inquinamento ed i peggioramenti di salute, rallentando la dinamica del reddito, 4 peggiorano la situazione. Si tende allora a contrastare i peggioramenti di salute con antidoti medici, che hanno carattere palliativo, e il peggioramento delle capacità lavorative con uno sviluppo del welfare, che però, come nel caso degli aiuti con ambiente naturale aggressivo non rimuove la causa del lento sviluppo e diviene presto insostenibile. Per di più interviene un problema distributivo: laddove il welfare non riesca ad attenuare le disparità tra ricchi e poveri non si riesce nemmeno a pervenire al consenso necessario per miglioramenti ambientali, che generalmente favoriscono i ricchi più dei poveri. In questa fase, infine, inizia l’importazione/esportazione di inquinamenti, con relativi effetti esterni; 4. Il deterioramento dell’ambiente umanizzato comincia ad essere “curato” a livello locale e si contrasta l’inquinamento prima con atteggiamenti difensivi e poi sempre più propositivi, grazie a sufficienti risorse: Si verifica un rallentamento nel deterioramento della salute con miglioramenti della capacità produttiva e del reddito, e quindi si rendono disponibili più risorse per contrastare l’inquinamento. In questa fase si ipotizza che l’importazione di inquinamento dovuta alla globalizzazione ambientale sia minore dei miglioramenti interni ottenuti sullo stesso fronte; 5. Ci sarà probabilmente una fase ulteriore in cui l’inquinamento o gli effetti ambientali deleteri importati supereranno le capacità interne di contrasto e quindi lo stato 5 dell’ambiente peggiorerà di nuovo, con deterioramento della salute e dello sviluppo. Anche in questo caso c’è il rischio che si tenda ad impostare il problema concedendo aiuti agli esportatori netti di inquinamento, senza contrastare il loro problema interno, e che presto questa strategia si riveli insostenibile: solo una redistribuzione del reddito “prodotto” a livello internazionale potrà far sì che si raggiunga il sufficiente consenso mondiale alla riduzione dell’inquinamento. Sintetizzando possiamo dire che l’ambiente attraversa fasi in cui è più o meno aggressivo, con moto oscillatorio, e che la capacità di contrastare tale aggressività è nulla a bassissimi livelli di reddito prodotto o a bassi livelli di reddito non prodotto (aiuti), cresce al crescere del reddito prodotto, fino ad un certo livello di questo quando comincia a decrescere per inquinamento non contrastato, cresce di nuovo al crescere della ricchezza accumulata (inquinamento contrastabile) e decresce al crescere delle disparità nella ricchezza accumulata. Questo processo oscillatorio ha chiaramente diversa periodicità in differenti paesi e in differenti periodi storici. Nei paesi oggi avanzati, in cui l’allontanamento da condizioni di aggressività dell’ambiente naturale è iniziato almeno uno o due secoli fa, esso è stato più lento di quanto non avvenga nei paesi che oggi iniziano a svilupparsi. Inoltre, eventi traumatici, come le guerre, possono ricacciare indietro di decenni il processo, o, viceversa, improvvisi miglioramenti e scoperte, come quella degli antibiotici, possono far avanzare di botto una variabile, influenzando tutte le altre. 6 Infine, c’è da notare come tale processo sia anche differenziato geograficamente: vi è una notevole differenza tra l’aggressività dell’ambiente naturale di un paese temperato e quella di un paese tropicale, o quella ancora di una zona desertica. Pertanto lo sforzo necessario per allontanarsi dallo stato naturale sarà molto diverso nei vari casi. Il modello Un modello dettagliato, che volesse tenere conto di tutte le interrelazioni rilevanti tra le tre variabili ambiente, salute e sviluppo sarebbe ovviamente molto complicato. Poiché il nostro interesse, però, è rivolto proprio ad evidenziare la eventuale interazione ciclica tra le tre variabili salute, ambiente e reddito, sarà sufficiente soffermarsi su un modello semplificato di tipo dinamico. Espliciteremo, pertanto le seguenti tre equazioni, di cui due sono differenziali: ∂y = a ( R1 ) y − bE + cS + msen ( zt ) ∂t ∂S = d ( R2 ) S + eE − gy ∂t ∂y E = E0 − fy − h ( P ) − K ∂t La discussione sui segni delle variabili specificate fa proprio parte della storia che vogliamo raccontare, essendovi ben più di una possibilità di scelta; in altre parole lo scenario che andiamo a dipingere dipende crucialmente dalle ipotesi che noi poniamo sui segni delle relazioni, ipotesi che, in appendice, cercheremo di sottoporre ad una prima verifica. Abbiamo fatto dipendere, nella prima equazione, il tasso di crescita del reddito (chiamato y) dal reddito stesso, con un parametro a(R1 ) in cui R1 7 è uno shock esogeno di tipo casuale 3 , dall’aggressività dell’ambiente, chiamata E, con un parametro costante b, dallo stato di salute della popolazione S, sempre con un parametro costante c ed abbiamo assegnato una componente ciclica al tasso di crescita, individuata dal fattore m moltiplicato sen(zt). Se non vi sono dubbi sulla positività dei due parametri a ed m, difficoltà sorgono invece per quanto riguarda il parametro b e il coefficiente c. Se è infatti vero che una maggiore aggressività ambientale ha un influsso sul tasso di crescita dell’economia, non è affatto detto che tale influsso sia, come ci suggerisce l’intuizione, di segno negativo: vi possono essere infatti casi4 in cui l’inquinare costituisce fattore propulsivo dello sviluppo. Nonostante ciò, essendo pur vero che, nel breve periodo, c’è chi si può avvantaggiare inquinando5 , tale vantaggio può essere compensato da svantaggi sia nel breve (di altri operatori) che nel lungo periodo (dello stesso inquinatore); abbiamo ritenuto pertanto di attribuire il segno negativo al parametro e, ad indicare un affetto di decelerazione dello sviluppo dovuto ad una maggiore aggressività ambientale. Differente discorso merita invece il parametro c. Teoricamente, una maggiore salute, tramite l’incremento di 3 Si tratta di un’ipotesi di incremento percentuale costante, finché non interviene uno shock esogeno che spezza questa relazione di proporzionalità. Potremmo scrivere, ad esempio, a(R1 )= a1 +a 2 R1 , in cui R1 assume il valore 0 se assente ed il valore 1 se presente. D’ora in avanti, per comodità di notazione, sottintenderemo il termine R1 , esprimendo il parametro semplicemente come a. 4 Si confronti Marzano (1998) per un modello dinamico a due settori. 5 D’altra parte, a fronte di chi si avvantaggia c’è spesso chi subisce un danno; pertanto, essendo il nostro studio dedicato all’economia aggregata di un singolo paese, non è affatto detto che il vantaggio del settore inquinante non sia più che compensato dallo svantaggio del settore inquinato. 8 produttività dei lavoratori6 , dovrebbe essere associata a maggior reddito; l’effetto produttività sul tasso di sviluppo del reddito però, può essere contrastato da un fattore di ricchezza o dimensionale: maggiore salute, infatti, è associata a maggior livello dei redditi, ma le economie ad alto livello del reddito, o mature, sono anche quelle che spesso mostrano i minori tassi di crescita del reddito stesso. Noi abbiamo ritenuto che il fattore “produttività” sovrasti quello “ricchezza”, cosicché il segno del coefficiente appaia positivo. Nella seconda equazione, invece, il miglioramento nel tempo dello stato di salute è legato al livello della salute stessa da un parametro d(R2 ), dipendente da uno shock esogeno casuale analogo a quello visto per il reddito7 , con una relazione costante all’aggressività ambientale e infine, secondo un parametro g al livello del reddito. Anche in questo caso la discussione sui segni dei coefficienti è tutt’altro che scontata. In primo luogo qual è l’effetto dell’aggressività ambientale sul tasso di crescita della salute? Vi possono essere due alternative: quella intuitiva postula che peggiorando lo stato dell’ambiente peggiora la salute ed anche la sua crescita, ma è anche possibile il contrario, e cioè che ambienti degradati siano associati ad un più alto tasso di crescita della salute. La prima possibilità, in realtà è sempre vera, ma vi possono essere ritardi temporali anche consistenti; se cioè l’effetto sulla salute del degrado ambientale si fa sentire solo dopo molto tempo, l’associazione sarà positiva tra degrado 6 Equivalendo ad un miglioramento, quali-quantitalivo dell’input lavoro nella funzione di produzione aggregata. 7 Anche in questo caso, nel prosieguo, tralasceremo l’indicazione dello shock R2 , esprimendo il parametro semplicemente come d. 9 ambientale e tassi di sviluppo della salute ritardati. La seconda alternativa è invece probabilmente vera nel breve periodo; in tutti i paesi in fase di sviluppo, in cui c’è competizione tra usi alternativi delle risorse, e dove combattere il degrado ambientale è costoso almeno quanto combattere le malattie correnti, è possibile che risorse non destinate a combattere l’aggressività ambientale (e quindi una crescita della stessa), siano destinate alla sanità, con conseguente migliore tasso di crescita della salute. Inoltre, non bisogna dimenticare che, quando il livello di aggressività ambientale è alto (verosimilmente nella prima fase dello sviluppo di un paese, quando siamo in presenza di un ambiente ancora non umanizzato), abbiamo anche l’opportunità di ottenere grandi aumenti della stato di salute con poche lire di investimento. Si ritiene, pertanto, che, nello stesso periodo, l’associazione tra aggressività ambientale e crescita della salute sia piuttosto positiva che negativa8 . Questa osservazione ci conduce anche ad una migliore comprensione del segno del coefficiente della variabile reddito sul tasso di crescita della salute. L’idea è che tale segno sia negativo, per semplice estrapolazione a livello macro della “funzione di produzione della salute” ; tale relazione afferma che come a livello micro più un individuo si cura minore sarà l’impatto sulla sua salute dell’ultima cura effettuata, così, a livello macro le spese sanitarie contribuiscono a creare salute con una relazione positiva, però a tassi decrescenti: le prime lire spese in servizi sanitari, infatti sono le più efficaci, mentre quando si spende già molto in 8 In realtà la vera, sottostante relazione dovrebbe essere del tipo: ∂S = d ( R2 ) S + eE + e2 Et − k + gy . Si prega di tenere a mente ciò in fase di commento, ∂t anche se, nello svolgimento del modello il fattore e2 Et-k sarà tralasciato. 10 sanità la produttività marginale dei servizi sanitari in termini di maggiore salute sia ridotta. Basta sostituire a servizi sanitari la variabile reddito, associata con una relazione molto stabile al livello di servizi sanitari9 , per ottenere la postulata relazione negativa tra livello del reddito e tasso di crescita della salute. La terza equazione, infine, definisce il livello di aggressività ambientale come funzione dello stato iniziale di aggressività10 , come funzione del livello del reddito ma anche come funzione del divario tra tasso di crescita del reddito ed un livello K che, come vedremo, può assumere due significati diversi. Per comprendere l’andamento dei segni è necessario intendersi sul concetto di aggressività ambientale. Essa è influenzata non soltanto dal crescente livello di inquinamento, che è la dimensione a cui si presta maggiore attenzione, ma anche dal continuo miglioramento che si ha, nei paesi che si allontanano dallo stadio di ambiente naturale, nelle condizioni igienico-sanitarie, quali accessibilità ad acqua potabile, fognature, ecc. I due andamenti sono generalmente in contrasto tra loro; se è infatti innegabile che, più si produce, maggiore è il reddito e maggiori sono le emissioni inquinanti, è anche vero che tanto più un paese è ricco, tanto migliori sono le infrastrutture igienico-sanitarie di cui può disporre. Noi riteniamo, che in genere, quest’ultimo aspetto più che compensi il primo, almeno fino a gradi di sviluppo molto elevati: infatti le emissioni inquinanti impiegano molto tempo prima di arrivare ad uno stato 9 Studi tra paesi suggeriscono l’esistenza di una relazione lineare tra PIL e quota di spesa sanitaria rispetto a questo . 10 Variabile in tempi e zone diverse. 11 di “saturazione” dell’ambiente, mentre le infrastrutture agiscono molto prontamente sulla salubrità dell’ambiente. Pertanto il segno che vogliamo associare al livello del reddito è negativo, ad indicare che un paese ricco ha anche, in genere, un ambiente “meno aggressivo” di quello che fronteggiava quando era più povero. Sulla scorta di quanto detto è possibile comprendere ∂y anche il differente significato del termine − K : esso può indicare o ∂t una crescita del reddito troppo poco rispettosa delle compatibilità ambientali, fattore, quest’ultimo, espresso proprio dalla differenza tra tasso di crescita del reddito e capacità di “assorbimento” di inquinamento e sfruttamento di risorse da parte dell’ambiente, supposta costante e pari a K, oppure una semplice differenza tra tasso di crescita dell’economia corrente e “tasso di crescita normale”, indicato sempre da K. Nel primo caso il segno da associare al termine sarebbe positivo, poiché una crescita troppo rapida, non essendo assorbibile porta a maggiore aggressività ambientale, mentre nel secondo indicherebbe una semplice maggiore disponibilità di risorse rispetto al normale, e quindi una accresciuta opportunità per interventi infrastrutturali igienico-sanitari, con contrasto all’aggressività ambientale e quindi con associato segno negativo 11 . Quale dei due effetti prevalga, anche 11 Possiamo indicare i due effetti, considerando, per semplificare, un valore K unico, a rappresentare un tasso di crescita naturale o sostenibile, come: ∂y h1 ( P) − K − ∂t ∂y ∂y h 2 ( P) − K = (h1 − h2 ) − K . In esso abbiamo fatto dipendere sia il ∂t ∂t parametro h1 che h2 da una P che rappresenta la manovrabilità politica, cioè il possibile utilizzo come strumento di politica economica. 12 in questo caso deve essere assunto a priori, ma in realtà avrebbe bisogno di una attenta indagine empirica: noi supporremo che la disponibilità di risorse, in linea con quanto visto precedentemente, sia il fattore più importante, e che quindi prevalga il segno meno12 . Poiché però tale andamento è crucialmente dipendente da variabili “politiche”, riteniamo che la discussione debba tenere conto anche della possibilità che esso assuma valore positivo; in particolare l’incentivo all’adozione di tecniche di produzione “pulite”, porta ad una diminuzione del parametro h1 e quindi ad una maggiore probabilità del segno negativo per il parametro h o ad un aumento del suo valore negativo, mentre l’incentivazione di interventi strutturali portando ad un rialzo del parametro h2 ha gli stessi effetti sulla probabilità e sul valore di h visti per le tecniche pulite. Sostituendo ora l’ultima equazione nelle prime due, svolgendo i prodotti, facendo ulteriori passaggi, e definendo: α = (a + bf ) , β(t ) = (− bE0 − bhK + msen( zt ) ) , δ = (eE0 + ehK ) , γ = (− ef − g ) σ= c α β(t ) c , , ω(t ) = ,ψ= , ε = d − eh (1 − bh) (1 − bh ) (1 − bh ) (1 − bh ) β(t ) α , ϕ = γ − eh η( t ) = δ − eh (1 − bh ) (1 − bh ) otteniamo il sistema finale: 12 Nel prosieguo tralasceremo l’indicazione del termine P. 13 ∂y = σy + ψS + ω(t ) ∂t ∂S = ϕy + εS + η(t ) ∂t che ha come equazione caratteristica: (σ − λ)(ε − λ) − ψϕ = λ2 − (σ + ε)λ + (σε − ψϕ) = 0 con soluzioni: λ1 , λ2 = σ +ε 1 ± 2 2 (σ + ε )2 − 4(σε − ψϕ) . Le due radici possono essere reali e distinte o coincidenti, od ancora complesse coniugate. discriminante ∆ = Otterremo radici (σ + ε)2 − 4(σε −ψϕ) f 0 reali e distinte complesse se coniugate il se viceversa ∆ p 0 . Le radici reali richiedono che Det<0 oppure che Det>0 e valga Tr2 >4Det, e viceversa per quelle complesse coniugate13 . Se la natura delle radici determina il tipo di convergenza o divergenza dai valori (ciclici) dell’equilibrio, la stessa esistenza di una stabilità o equilibrio dipende sostanzialmente dal valore della sola traccia: si richiede, ai fini della stabilità, che Tr<0. Infatti ciò garantisce che le parti reali delle radici, siano esse appunto reali o siano complesse coniugate, sono minori di 0. In primo luogo, quindi, bisogna interrogarsi sulle condizioni di stabilità, ed in secondo luogo sulla natura dell’oscillante equilibrio verso cui si tende. Affinché vi sia stabilità si richiede che: 13 Definiamo come traccia (σ + ε) = Tr e come determinante (σε − ψϕ) =Det . 14 σ +ε = α c α − ehc a + bf − ehc + d (1 − bh) + d − eh = +d = p0 1 − bh 1 − bh 1 − bh 1 − bh in cui : • a=tasso percentuale costante di incremento del reddito; • bf=effetto tramite il livello del reddito di diminuzione dell’aggressività ambientale che stimola a sua volta il reddito stesso; • ehc= effetto “risorse”: lo sviluppo generato dall’effetto della salute sulla produttività retroagisce sulle risorse disponibili per investimenti ambientali, che vengono aumentati, generando una diminuzione dell’aggressività ambientale, che a sua volta influenza negativamente nel breve periodo la crescita della salute (anche qui sottraendo risorse alle spese sanitarie evidentemente meno stimolate dalla crescita del reddito)14 ; • d=tasso percentuale costante di miglioramento della salute; • bh=effetto sull’aggressività positivo della crescita sostenuta del reddito ambientale che diminuisce e poi retroagisce direttamente sul reddito stesso inducendone una maggiore crescita; Affinché vi sia un globale segno negativo sono sostanzialmente possibili due casi: • se il fattore bh>1 si richiede anche che − d (1 − bh ) + ehc < a + bf . Perché bh>1 si verifichi deve valere la 14 Ricordiamo che, però, il sacrificio in termini di sviluppo della salute corrente è compensato, almeno in parte, dallo sviluppo futuro generato con ritardo dalle migliori condizioni ambientali. Ciò significa che le risorse generate dalla migliore salute, agiranno sulla salute stessa solo in un secondo tempo. 15 disuguaglianza: ay + bfy + msen( zt ) + cS < bE0 + bhK che postula la minore importanza sia dell’effetto diretto della salute, sia dell’effetto diretto e indiretto tramite ambiente del reddito, più la componente ciclica sul tasso di crescita dello stesso rispetto agli effetti, sempre sul tasso di crescita del reddito, del livello iniziale di aggressività ambientale componente “normale” condizione e indiretto della crescita − d (1 − bh ) + ehc < a + bf , tramite del ambiente reddito. invece sarà della L’ulteriore tanto più probabile quanto minore è d, se h non è molto grande, e se l’”effetto risorse” non è accentuato; in buona sostanza si richiede che gli effetti produttivi diretti e indiretti tramite ambiente del livello del reddito siano maggiori dell’effetto diretto (ponderato per 1-bh) e indiretto tramite effetto risorse della salute sul proprio tasso di crescita, ovvero che il reddito produca reddito più efficientemente di quanto la salute non produca salute. • Se bh<1 deve anche valere ehc f a + bf + d (1 − bh) . Questa situazione è più improbabile, poiché postula un effetto risorse molto ampio, e superiore ai tre altri fattori indicati15 . Non possiamo, pertanto, dire a priori se l’economia convergerà verso un equilibrio o se ne divergerà. Si consideri, però, che il valore di h, derivando dal saldo di contrastanti effetti (emissioni vs. infrastrutture) sarà probabilmente basso, aumentando la probabilità di un andamento divergente (bh<1 e seconda condizione non verificata), ossia di crescita o decrescita 15 Inoltre esso ha anche spiacevoli implicazioni che saranno chiarite parlando dei livelli del reddito di equilibrio raggiungibili. 16 continuata16 . Infine, se avessimo tenuto conto anche degli effetti ritardati dell’aggressività ambientale sulla salute, ciò sarebbe equivalso a postulare un parametro e ridotto, con minor probabilità di pervenire ad una soluzione stazionaria17 di equilibrio. D’altra parte, quanto osservato per il parametro h comporta anche importanti implicazioni di politica economica: possiamo dire, infatti, che quanto più virtuosi si sarà nel contrastare l’aggressività ambientale, effettuando investimenti infrastrutturali ambientali e sottraendo risorse anche ad impieghi alternativi18 , oppure inducendo l’utilizzo di tecniche ecocompatibili, col risultato di alzare il valore del parametro h, tanto più probabile è una progressiva convergenza ad un livello stazionario del reddito (e della salute). Qualora tale livello fosse positivo e ragionevole,le suddette politiche sarebbero corrette, altrimenti potrebbero verificarsi situazioni spiacevoli. 16 Può essere interessante, a questo punto, analizzare come cambierebbe la situazione se il parametro h, anziché negativo fossa positivo. La condizione di stabilità diverrebbe: σ +ε = a + bf + ehc + d p 0 . Poiché tutti i parametri sono positivi, ciò significa che 1 + bh il sistema non potrà mai raggiungere una situazione di stabilità. 17 Sebbene oscillante. 18 Quali ad esempio le spese sanitarie dirette 17 Per quanto riguarda, invece, la soluzione particolare del sistema, e cioè il valore oscillante di equilibrio del reddito19 cui si converge, esso sarà20 : y (t ) = A B + (σ + ε) cz C − (σ + ε) cz + 2 sen zt − 2 cos zt . (σε − ϕψ) z + (ϕψ − σε) z + (ϕψ − σε) Il livello di equilibrio del tasso di crescita del reddito non dipendente da componenti cicliche, e cioè: opportune manipolazioni, come: A , può essere riscritto, dopo (σε − ϕψ) ( E0 + hK )( e + bε) , od anche: αd − γc bhec ) 1 − bh . ( a + bf ) d + c( ef + g ) ( E0 + hK )(e + bd − Essendo il denominatore sempre positivo il segno del rapporto dipenderà ( e + bd − da quello bhec )f0 1 − bh del numeratore. che può Esso risulterà essere positivo, se riscritta e(1 − bh) + bd (1 − bh) − bhec f 0 . Tale probabilità è remota se bh<1, perché 1 − bh il segno dipende solo dal numeratore e le condizioni di stabilità richiedono che ehc>d(1-bh)+a+bf: ciò implicherebbe che e(1-bh)>a+bf, cioè che l’effetto ponderato (con un fattore minore di 1) dell’ambiente sulla crescita della salute sia maggiore di quello autonomo ed indotto tramite ambiente 19 Tale esercizio non è stato condotto sulla salute essendo evidente che esso deve essere positivo. 20 Si veda in Appendice 18 sulla crescita del reddito; è pertanto possibile che il livello di equilibrio, in questo caso sia negativo, rendendo l’evenienza economicamente non rilevante. Quando invece bh>1, essendo il denominatore negativo, dovrà risultarlo anche il numeratore: ciò, come si può notare, è sempre verificato. E’ a questo punto possibile abbozzare un racconto della storia con cui abbiamo aperto il nostro lavoro. La situazione iniziale (periodo 1) è una situazione di stagnazione su bassi livelli e tassi di sviluppo di reddito e salute, dovuti a valori di d bassi ma soprattutto al fatto che l’aggressività ambientale naturale E è alta e probabilmente crescente: infatti, i bassi tassi di sviluppo del reddito21 non lasciano spazio per risorse da impiegare in azioni dirette di controllo di questa aggressività o per cure sanitarie. La stagnazione è possibile perché i tassi di sviluppo del reddito sono inferiori al valore normale K e, pur essendo h grande perché il desiderio di agire con infrastrutture è grande, l’effetto favorevole “ ridotte emissioni” non è sufficiente a compensare il fattore negativo “ridotte infrastrutture”, con conseguente ulteriore deterioramento ambientale. questa situazione la “trappola ambientale”. Potremmo chiamare Improvvisi shocks esogeni, dal lato della produzione e della salute (periodo 2), rialzando i parametri d e a, portano probabilmente o ad andamenti esplosivi del reddito o quantomeno a tassi di sviluppo positivi e costanti. Si noti che l’ andamento esplosivo potrebbe essere attribuito tanto a progressive diminuzioni della “priorità infrastrutturale”, con diminuzioni di h ed immediata crescita della salute, 21 Per quanto detto, quest’ultimo potrebbe anche risultare negativo. 19 quanto ad una crescita del parametro d maggiore di quella del parametro a22 , dovuta a miglioramenti “scientifici” non seguiti ancora da analoghi miglioramenti produttivi. In ogni caso il circolo virtuoso di tale crescita, dovuto dapprima ai miglioramenti ambientali, indotti sia dalla crescita che dal susseguente “livello” dei redditi, e poi a miglioramenti sanitari, ha in sé i germi della decadenza. Quando infatti la diminuita “priorità infrastrutturale” viene ad essere compensata dai “ritardati” effetti di tale scelta sulla salute e a ciò si somma l’effetto negativo del livello del reddito, il tasso di crescita della salute comincia a flettere, influenzando anche, tramite il livello di salute il tasso di crescita del reddito, quando gli shocks rientrano e quando, soprattutto si abbassa la guardia sulle compatibilità ambientali, permettendo che tecniche “sporche” vengano adottate abitualmente , foriere di peggioramenti futuri della salute stessa (periodo 3), il circolo virtuoso si spezza e si può pervenire o ad una continua involuzione23 o ad una nuova stagnazione dello sviluppo24 , questa volta indotta dagli effetti sanitari negativi. Chiamiamo tale situazione “trappola sanitaria”, perché dovuta alla falsa convinzione che sia più produttivo per l’economia che si spenda in salute, alzandone subito il livello, anziché in prevenzione ambientale, che ha effetti solo ritardati. Solo quando gli effetti ambientali negativi del passato, 22 In genere, inoltre, il parametro d tende a rimanere alto anche al cessare dello shock, mentre non altrettanto può dirsi del parametro a. 23 Dovuta ad un fattore h molto piccolo (bh<1) e fattori a e d ancora sufficientemente grandi da non soddisfare la relazione di equilibrio, oppure dovuta ad un fattore h addirittura positivo. 24 Questa condizione potrebbe verificarsi se il parametro h restasse negativo e piccolo, in presenza di a e d piccoli, così da soddisfare la relazione di stabilità ma tali da portare a valori di equilibrio negativi. 20 ormai evidenti nei loro effetti sulla salute, vengono compensati da opportune “cure”, sia a livello tecnologico (tecniche più ecocompatibili), che della salute (ritorno della priorità infrastrutturale), “cure” che si configurano come dei veri e propri nuovi shocks, sia dal lato del reddito che da quello della salute, si assiste ad una nuova fase dello sviluppo (periodo 4), che ancora una volta può essere o esplosiva o stabile ma con sostanziali tassi positivi. Si predice, infine, che in un futuro periodo 5, in assenza di una concertazione internazionale, le cure valide all’interno di un singolo ambito geografico non saranno più bastevoli, e ciò potrà condurre ad un nuovo riflusso verso stagnazioni dello sviluppo. Conclusioni In questo lavoro abbiamo raccontato una storia che lega tra loro tre variabili che non possono essere considerate separatamente. Nella storia abbiamo sostenuto che esiste una ciclicità nel modo in cui si guarda all’ambiente e alla salute: esisterebbe una alternanza tra priorità infrastrutturali-ambientali e priorità sanitarie, o, se si vuole una sorta di alternativa tra “prevenzione” e “cura”. Poiché sia i miglioramenti ambientali che quelli della salute influenzano lo sviluppo25 , li si può considerare come succedanei. Invece sono probabilmente complementari, sia perché l’ambiente influenza la stessa salute, sebbene in due modi differenti, sottraendole risorse nel breve ma stimolandola nel lungo periodo, sia perché i miglioramenti della salute sono un fattore che, stimolando la crescita, 25 Volendo utilizzare la consueta funzione di produzione aggregata y l’ambiente agisce sul fattore di atmosfera A, e la salute sulla qualità del lavoro L. 21 = AK α Lβ , rende disponibili risorse da dedicare all’ambiente. Un equilibrato dosaggio delle due strategie sembra quindi la via maestra da consigliare a chi tali priorità può fissare, sia predisponendo adeguate infrastrutture igienicosanitarie, sia controllando l’intensità di emissioni atmosferiche, utilizzando le risorse residue nella fornitura di veri e propri servizi sanitari. Appendici: Soluzione particolare: Può essere ottenuta, riscrivendo il sistema finale in termini di una sola equazione: ∂2 y ∂y ∂ω( t ) − (σ + ε) − (ϕψ − σε) y = − εω(t ) + η(t ) 2 ∂t ∂t ∂t che può essere ridotta a: ∂2 y ∂y − (σ + ε) − (ϕψ − σε) y = A − B sen zt + C cos zt 2 ∂t ∂t in cui: A = δ + ( eh + ε) B= (eh + ε) m 1 − bh C= zm . 1 − bh bE0 bhK + ( eh + ε) 1 − bh 1 − bh Provando la soluzione particolare: y (t ) = a − bsenzt + c cos zt si ottiene che dovrà essere verificata per ogni t la relazione: a′ + b′ sen zt + c′ cos zt = 0 in cui: 22 sia a ′ = −ϕψa + σεa − A b′ = bz 2 + (σ + ε)cz + (ϕψ − σε) b + B c′ = cz 2 + (σ + ε) cz − (ϕψ − σε)c − C e dunque la soluzione cercata sarà26 : y (t ) = A B + (σ + ε) cz C − (σ + ε) cz + 2 sen zt − 2 cos zt (σε − ϕψ) z + (ϕψ − σε) z + (ϕψ − σε) Un primo tentativo di analisi empirica Il periodo oggetto di studio è quello che va dal 1900 al 1990, suddiviso in nove decenni. Definizione delle variabili: 1. Aggressività o degrado ambientale; si è proceduto su due linee: la prima tende a quantificare gli impatti negativi sull’ambiente delle aumentate emissioni atmosferiche, dovute alla crescita della produzione nel corso del tempo, la seconda mira invece ad evidenziare gli effetti positivi sull’ambiente dovuti alle spese di “umanizzazione” dell’ambiente naturale. 2. La variabile scelta per misurare il miglioramento dello stato di salute nel corso del tempo è l’aspettativa di vita alla nascita. 3. La variabile utilizzata per quanto riguarda il reddito è il valore aggiunto al costo dei fattori, espresso a prezzi costanti mediante il fattore di conversione riferito all’indice del costo della vita. Si è preferito considerare tale variabile, anziché il reddito pro-capite, che forse rappresenta meglio il benessere della popolazione, perché in primo luogo viene eliminata la possibilità di attribuire determinati andamenti all’azione della popolazione, la cui dinamica non era stata esplicitamente modellata, ed in secondo luogo perché, trattandosi di una analisi storica e non tra paesi, l’effetto di una variabile e lento movimento non influenza molto i risultati27 . Dettagli di misurazione: 1. La misurazione dell’impatto negativo delle emissioni è articolata. Utilizzando la elaborazione compiuta da D’Antonio (2000) sulla prima matrice NAMEA (National Accounts Matrix including Environmental Accounts) diffusa 26 Ponendo a sistema ed imponendo la condizione che le tre costanti suscritte siano eguali a zero 27 A riprova di ciò sono state condotte analisi anche con il reddito pro-capite, pervenendo ad una sostanziale omogeneità qualitativa dei risultati. 23 recentemente dall’ ISTAT (2000), si è stati in grado di misurare 28 la quantità di emissioni inquinanti per unità ( pari ad 1 miliardo di lire) di prodotto netto nel 1990. Successivamente, sulla base delle conseguenze negative sulla salute riportate in letteratura, si è effettuata una ponderazione di “pericolosità” di ciascun tipo di emissione inquinante29 , pervenendo alle totali emissioni ponderate dei vari settori, e dell’economia. Si è poi, al fine di stimare le emissioni in passato, posta l’ipotesi, in accordo con quanto previsto dalla letteratura sulla EKC, che l’efficienza “ambientale”, cioè le emissioni per unità di prodotto siano dapprima aumentate nel corso del tempo, per poi decrescere negli ultimi due decenni. Si è così ottenuto il totale delle emissioni in passato moltiplicando il valore unitario delle emissioni al 1990, corretto per il parametro di efficienza ambientale 30 per la produzione degli anni passati. Il passo successivo è consistito nell’attribuire un valore monetario al danno per la salute dovuto alle emissioni: utilizzando le stime, riferite al settore energetico, ed in particolare all’ENEL, riportate in Agostini e Bianchi (1994), pari ad 8 miliardi del 199231 , e calcolando quindi per tale settore un danno per tonnellata di emissione ponderata, si è successivamente estrapolato agli altri settori ed al passato tale danno, pervenendo al totale valore monetario derivante dalla componente “emissioni” dell’aggressività ambientale. 2. 28 Si è successivamente computato l’effetto positivo di riduzione dell’aggressività ambientale, dovuto alle infrastrutture ambientali. L’ipotesi fatta è che tali infrastrutture possano essere correttamente rappresentate dalle voci “opere pubbliche igienico-sanitarie” ed “opere pubbliche per bonifiche”, i cui valori sono disponibili fino ad inizio secolo. Non è però lecito ipotizzare che ogni lira spesa in queste opere 32 apporti un beneficio alla salute in misura pari a se stessa: si è quindi adottato un coefficiente di abbattimento, calcolato per gli anni prima della guerra, Si veda la Tab. 3 di D’Antonio op. cit. 29 In particolare si sono attributi i seguenti fattori di impatto ad ogni tonnellata di inquinante immesso nell’atmosfera o nelle acque: Sox Nox Ch4 Co2 N2o Nh3 1,5 2 0,5 0,001 0,5 1 30 Tale parametro assume i valori: 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 0,9 0,925 0,95 0,975 1 1,05 1,1 1,1 1,05 1 31 Riportati al 1990 mediante il consueto aggiustamento con i prezzi al consumo. 32 I cui valori a prezzi correnti sono stati chiaramente riportati al 1990 mediante i coefficienti di conversione suddetti. 24 in modo che la spesa per bonifiche, rapportata alla successiva diminuzione di mortalità per malaria, fornisse un valore implicito ragionevole della vita umana33 . In base a tale calcolo si è potuto stimare che il coefficiente di abbattimento medio sia per quegli anni pari a circa 0,5, cosicché ogni lira spesa aveva benefici in misura pari al 50%. Si è inoltre posta un’altra ipotesi, e cioè che la produttività, in termini di correzione dell’aggressività ambientale, delle opere infrastrutturali fosse maggiore quando si era agli inizi dello sviluppo, rispetto alle opere effettuate in fasi più elevate dello sviluppo: tale ipotesi si basa sulla solida relazione valida in campo sanitario, e cioè che aggiunte alla spesa sanitaria hanno una produttività via via decrescente in termini di salute quanto maggiore è il livello del reddito34 . Si sono infine messe insieme la componente ambientale negativa esprimente il degrado dovuto alle emissioni e quella positiva che rappresenta gli interventi strutturali; facendo pari a 100 il valore dell’ambiente corrispondente al valore della produzione dell’anno 190035 e computando i miglioramenti o peggioramenti ambientali come indici rispetto a tale valore iniziale 36 . Specificazione: Si sono condotte semplici regressioni lineari, basate sulle equazioni del modello presentato, per pervenire ad una prima idea sia dei segni che eventualmente dei valori dei coefficienti. Tale indagine ha valore prevalentemente esplorativo, sia per il ridotto numero di dati a disposizione37 , sia perché condotta su equazioni singole, sia perché di tipo lineare anziché non lineare. 33 Il calcolo, complesso, ha fornito un valore della vita umana residua all’incirca pari a 150 milioni. 34 I coefficienti decrescenti utilizzati sono riportati in nota: 1900 0,7 1910 1920 0,65 0,6 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 0,55 0,5 0,45 0,4 0,35 0,3 0,25 35 Ne emerge un coefficiente pari a 0,001736 che esprime appunto il rapporto tra 100 e il valore della produzione in milioni.. 36 Si tratta, in pratica di moltiplicare il beneficio netto ambientale per il coefficiente visto sopra ed aggiungerlo al valore dell’indice del periodo precedente. Il valore dell’indice così ottenuto è sempre decrescente, a rappresentare continui miglioramenti della situazione ambientale-infrastrutturale. 37 Il campione è costituito da soli nove valori. 25 La metodologia è consistita nel calcolare i tassi istantanei di crescita38 nei nove decenni compresi tra il 1900 e il 199039 per le variabili vita media e valore aggiunto. Si sono così stimate le equazioni: ∂y ∂t = a + b E + c S + m sen(t ) y y y y ∂S ∂t = d + e E + g y S S S E = p + fy + h ∂y ∂t Risultati40 : ∂y ∂t = 0,0366[1,74] − 214769[− 1,51] E + 361664[1,22] S + 4709962[2,13] sen( t ) ; y y y y R 2 = 0,459; D.W = 3,4 ∂S ∂t = 0,00249[0, 45] + 0,00324[1,15] E − 0,00000000028[− 1, 2] y ; S S S R 2 = 0,52; DW = 1,62 log 38 Mediante la formula: yt +1 yt in cui y è la variabile valore aggiunto o salute misurata n agli estremi del periodo decennale (ad esempio 1910 e 1900), mentre n è pari a 10, cioè il numero di anni compreso nel periodo. 39 In alcuni casi si sono rese necessarie delle stime, non disponendo dei valori, ad esempio delle opere pubbliche, nei singoli anni 1900, 1910 e 1920, ma solo delle medie di periodo; si è generalmente proceduto per interpolazione lineare. 40 Vengono riportati i valori dei coefficienti ed il valore della t di student in parentesi quadre; il coefficiente con asterisco è significativo al 5% di probabilità. 26 E = 100,15∗ [307] − 0,0000000057∗ [− 9,7] y − 13,8[− 1,58] ∂y ; ∂t R 2 = 0,943; DW = 1,07 L’unica relazione sufficientemente esplicativa è quella riguardante l’aggressività ambientale, che, sebbene confermi i segni postulati teoricamente, lascia ancora dubbi sulla significatività del coefficiente h41 , e su eventuale presenza di autocorrelazione, mentre non sembra presente multicollinearità rilevante. Per quanto riguarda l’equazione che spiega il tasso di crescita del reddito, essa è chiaramente sofferente di problemi di multicollinearità ed autocorrelazione. Nessun parametro è significativo, ma i segni dei coefficienti sono quelli attesi. L’equazione esprimente il tasso di crescita della vita media, infine, pur presentando una ridotta significatività dei parametri per la presenza di multicollinearità, non sembra soffrire di fenomeni di autocorrelazione, e presenta anch’essa i segni attesi. I risultati esposti, il cui valore è quello di evidenzia indiziaria, sembrano pertanto confermare la possibilità che la storia da noi raccontata, almeno in Italia, sia sufficientemente attendibile. 41 Sarebbe stato molto interessante lo studio in distinti sottoperiodi, proprio per quanto argomentato sulla manovrabilità politica del coefficiente; alternativa peraltro esclusa dalla carenza di dati. 27 Bibliografia Agostini, M. e Bianchi, A. 1994. Costi sociali nella produzione di energia elettrica. Nomisma-Ises. Barbier, E. 1997. “Introduction to the Environmental Kuznets Curve: Special Issue”. Environmental and Development Economics. 2(4): 369-382 Berustam, M. 1991. The wealth of nations and the environment. London: Institute of Economic Affairs (IEA). Crombie, H. 1995. Sustainable development and health. Birmingham :Public Health Alliance. D’Antonio, M. 2000. L’interdipendenza tra economia e ambiente: un’analisi applicata all’Italia. Working Paper del Dipartimento di Economia, Università di Roma 3. Grossman, G. e Krueger, A. 1995. “Economic Growth and Environment”. Quarterly Journal of Economics. 110(2): 353-377 Istat 2000. “La prima matrice NAMEA (National Accounting Matrix including Environmental Accounts) per l’Italia”. A cura di Battellini F., Femia A., Tudini A. testo diffuso via Internet sul sito www.istat.it. Labonte, R. 1991. “Econology: integrating health and sustainable development”. International Journal of Health Promotion and Education. Part I 6(1):49-65, Part II 6(2):147-156. Marzano, F. 1998. “L’inquinamento ambientale inteso come “prodotto” e come “fattore della produzione”: 28 aspetti dinamici e un’illustrazione empirica con dati per l’economia italiana nel periodo 1963-94”, in Marzano, F. (a cura di) Tre saggi di economia dell’ambiente: problemi teorici ed applicazioni empiriche all’economia italiana, Roma: La Sapienza Editrice World Health Organization (WHO) 1992. Our Planet, our Health: Report of the WHO Commission on Health and Environment, Ginevra World Health Organization (WHO) 1997. Health and Environment in Sustainable Development: Five Years after the Earth Summit, Ginevra World Health Organization (WHO) 1999. World Health Report, Ginevra Zaim, O. e Toskin F. 2000. “A Kuznets Curve in Environmental Efficiency: An Application on OECD Countries”. Environmental and Resource Economics, 17: 21-36 29