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Era una casa molto carina
senza soffitto senza cucina
Ma era bella, bella davvero
in Via dei Matti numero zero.
Sergio Endrigo, Vinicius de Moraes,
Sergio Bardotti
Come realizzare la casa dei sogni in quattro semplici mosse
I
Parti da un’idea: la libertà
deeds cannot dream what dreams can do
E. E. Cummings, as freedom is a breakfastfood
«Se la libertà si mangia a colazione, i sogni ci fanno venire i muscoli.
Sognare è un esercizio che bisogna continuare a praticare spudoratamente tutta
la vita.
Ci rende invincibili e capaci di tutto!
Possiamo sfidare la forza di gravità, il buon senso e la logica. Possiamo
cambiare i manuali e le regole.
Possiamo rinascere, ispirare e nutrire con dei sassi, con delle lampadine, con un
pezzo di plastica.
Tutto è possibile con un sogno.
Tutto si può inventare e tutto si può scoprire.
Noi facciamo gli esploratori dei materiali e degli spazi.
Vogliamo scoprire nuovi mondi e piantare fiori nell'anima della gente».
Così ci risponde Anna Galtarossa, chiamata a coordinare il laboratorio Via dei
matti numero 0. L'abitare ai bambini all’interno dell’azienda di mobili arredo e
design Lago.
L’artista guida i bambini nella creazione della casa dei sogni, secondo i loro gusti
e desideri: sono loro a mostrare all’adulto, all’addetto ai lavori, al fruitore come la
libertà possa portare a grandi scoperte. Il sogno non è solo una dimensione che
invade il reale stemperandosi nei ricordi e in visioni fiabesche o premonitrici, ma
diventa l’energia motrice che permette di modificare il reale. Utopia come punto
di riferimento su cui orientare azioni pragmatiche.
Da un punto di vista psicologico, sogno e creatività sono stati ampiamente e
variamente accostati e studiati. La creatività nell'ottica junghiana nasce dalla
pluralità di livelli di realtà e dalla loro complicata relazione. Esiste per Jung una
dottrina psicologica che descrive gli archetipi, l'articolazione delle funzioni dell'Io,
la complementarietà degli opposti. Accanto ad essa esiste tuttavia anche un
pensare psicologico che ha come oggetto la relazione tra psiche e intenzionalità.
Questo mondo soggettivo si realizza ad esempio nel sogno, che altro non è se
non "organo di informazione e di controllo" delle funzioni dell'Io. Tanti e tali sono
gli aspetti reticolari, stratificati o circolari di realtà da presupporre un’ampia libertà
di riferimento e di movimenti, che altro non sono se non l’espressione delle
potenzialità creative di un individuo.1
Il sogno quindi, e la fantasia, come una sorta di terreno di prova dove l’individuo
è libero di sperimentare le sue insite potenzialità creative con i propri vissuti, in
una situazione che è fittizia (il sogno stesso) ma che viene vissuta come se fosse
reale.
II
Raccogli materiali di riciclo quali scatole di cartone di diverse dimensioni,
carta e ritagli di giornali o riviste, scampoli di stoffa, cuoio, gomma, legno,
vecchi giocattoli e pupazzetti, cannucce colorate e qualsiasi altro materiale
la fantasia suggerisca.
Per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare tutto ci vuole un fiore
Gianni Rodari, Sergio Endrigo, Ci vuole un fiore
Il workshop si basa su materiali di riciclo a km 0, scarti di lavorazione provenienti
dalla Lago stessa e dalle aziende circostanti.
In contrasto con la filosofia vigente del “qui e ora”, che brucia esperienze,
relazioni e oggetti nel presente, il contatto con la materia, l’importanza di
riutilizzare gli oggetti non è solo nobile ecologia del riciclo, ma un modo di
reinventare e riscoprire quello che troppo spesso viene considerato scarto e
invece può essere risorsa.
Nel caso di Anna Galtarossa questo è vero nel privato quanto nei suoi lavori,
come emerge nel racconto che l’artista stessa fa della sua casa-studio in
Valpolicella in una recente intervista: «Ho rivestito le sedie con pezzi di stoffa che
portano memorie di casa; questa era la stoffa della mia camera da bambina,
quest’altra proviene dal letto di mio nonno, quest’altra ancora è una tovaglia
usata per la festa di compleanno a sorpresa di mia madre di qualche anno fa,
quella era la pelliccia proveniente dalla montagna che ho fatto l’anno scorso per
la Triennale, questa stoffa l’ha portata mia nonna dal Kenya, questo invece è il
rivestimento di un vecchio divano di mia madre».2
Esempio dell’ispirazione che l’artista trae dai materiali è Il mostro di
Castelvecchio, gigantesca scultura meccanica rivestita di stoffe, lane colorate,
pompon, frange e paillettes. Una folle e fantastica montagna di rimanenze e
scampoli rivisti e reinterpretati in un coloratissimo dispositivo semovente che
avanza lentamente nello spazio urbano, in mezzo ai cittadini sorpresi.
Materia sognante e al contempo materia come elemento di contatto del vissuto,
capace di trasformare l’interazione con le persone in partecipazione o, nelle
parole di Anna Galtarossa, «piantare fiori nell'anima della gente».
III
Incolla tutti gli snodi e le giunture fra loro usando nastro adesivo colorato,
colla, chiodi, o ancora incastrando le forme tra loro. Ogni cosa trova un
suo posto.
Libertà è partecipazione
Giorgio Gaber, La libertà
Attraverso la propria visione del mondo in rapporto alla concezione di sé, i
bambini, divisi in piccoli gruppi, progettano e costruiscono chi una torre, chi un
giardino, chi una stanza dei trampolini. Parti complementari che agglomerate,
saldate, unite si trasformano andando a costituire un’unica soluzione abitativa
visionaria.
Artista e professionista esperto in didattica, Mauro Biffaro ci racconta: “L’Arte è
espressione dell’individuo, che definisce se stesso in virtù di una continua
relazione con la collettività che lo integra e comprende. Nello stesso tempo, la
collettività trae forza dalla differenziazione dei propri individui, compiendo un
salto evolutivo e qualitativo. Come un tavolo, l’Arte è luogo di relazione e di
lavoro, allestito con gli strumenti che consentono di capire quale sia il proprio
posto a sedere».
IV
Personalizza. Aggiungi particolari distintivi e libera immaginazione.
We don’t need no education, we don’t need no thought control
Pink Floyd, Another brick in the wall
Nella contaminazione arte-impresa l’interazione individuo-collettività diventa un
punto focale in cui è importante che ciascuno trovi la sua giusta collocazione.
La chiusura, l’isolamento è ciò che non consente alcuna cultura; il lasciarsi
interrogare e mettersi in discussione dall’altro, al contrario, rappresenta un
fondamentale strumento di scambio e diventa fonte di una potenziale scintilla
creativa. Solo laddove l’apertura e disponibilità verso l’altro abbiano alla base
distinzione e personalizzazione, ovvero un rispetto dei propri e dei reciproci ruoli,
esigenze e peculiarità, risiede però la possibilità di creare una relazione che
possa veramente definirsi tale.
L’incontro con Lago, azienda attenta alla sostenibilità, ma soprattutto ad
esplorare il concetto dell’abitare e degli spazi domestici, non poteva che sfociare
in un vero e proprio laboratorio di ricerca sulle abitazioni del futuro.
Via dei matti numero 0. L'abitare ai bambini traduce un forte desiderio
dell’azienda di rompere gli schemi esistenti, di trovare un’iniezione di energia che
possa riportare freschezza a un mondo creativo che rischia a volte una lesiva
autoreferenzialità, per rimettere in moto estro e fantasia slegati da luoghi comuni
e norme sociali. Di ripensare il Made in Italy liberandolo dal format chiuso in cui è
caduto.
L’augurio è che il visitatore alla scoperta dell’immaginario fanciullesco
dell’abitare, così come il lettore, riscopra insieme la potenza e l'importanza dei
sogni in sé e come trasformazione del design attuale.
Chi meglio dei bambini può indicarci la via?
Giulia D'Amaro Valle
1
C. G. Jung, Opere. Gli Archetipi e l'inconscio Collettivo, Boringhieri, Torino, 1980 e C. G. Jung, Opere. Tipi psicologici,
Boringhieri, Torino, 1980
2
Intervista di Maria Rosa Sossai, Studio Visit, in Flash Art Online del 16 agosto 2009,
http://www.flashartonline.it/interno.php?pagina=studio_det&id_art=382&det=ok