Nuove vie nel management delle prestazioni sociali
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Nuove vie nel management delle prestazioni sociali
Nuove vie nel management delle prestazioni sociali Kurt Promberger Josef Bernhart Reinhard Gunsch Quaderno n° 16/99 Nuove vie nel management delle prestazioni sociali Risultati del secondo corso di formazione – intervento per i dirigenti del sistema servizi sociali della Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige Kurt Promberger Josef Bernhart Reinhard Gunsch In collaborazione con 1999 Europäische Akademie Bozen Drususallee 1 39100 Bozen - Italien Tel. +39 0471 055055 Fax +39 0471 055099 E-mail: [email protected] Nachdruck und fotomechanische Wiedergabe – auch auszugsweise – nur unter Angabe der Quelle (Herausgeber und Titel) gestattet. Verantwortlicher Direktor: Stephan Ortner Redaktion: Josef Bernhart Graphik: Annelie Bortolotti, Rainer Niederkofler Accademia Europea Bolzano Viale Druso 1 39100 Bolzano - Italia Tel. +39 0471 055055 Fax +39 0471 055099 E-mail: [email protected] Riproduzione parziale o totale del contenuto autorizzata soltanto con la citazione della fonte (titolo ed edizione). Direttore responsabile: Stephan Ortner Redazione: Josef Bernhart Grafica: Annelie Bortolotti, Niederkofler ISSN 1125 - 3827 Rainer Indice A. Riordino dei servizi sociali................................................................................ 125 1. Quadro giuridico ...................................................................................... 125 2. Organizzazione dei servizi sociali............................................................ 126 3. Dati sui servizi sociali .............................................................................. 129 4. Problemi ................................................................................................... 132 5. Linee di sviluppo...................................................................................... 134 6. Piano sociale ............................................................................................ 135 B. Descrizione del corso di formazione-intervento .............................................. 137 1. Obiettivi ................................................................................................... 137 2. Articolazione dell’iniziativa..................................................................... 138 3. Motivazioni .............................................................................................. 141 4. Metodi ...................................................................................................... 141 5. Contenuti.................................................................................................. 143 6. Organizzazione......................................................................................... 146 C. Nuova gestione dei servizi sociali ..................................................................... 147 1. New Public Management ......................................................................... 147 1.1 Principi................................................................................................. 147 1.2 Discussione .......................................................................................... 148 1.3 Elementi della nuova gestione ............................................................. 149 1.4 Elementi della nuova gestione dei servizi sociali – Esperienze pratiche ............................................................................................................. 152 1.5 Risultati dei lavori di gruppo ............................................................... 157 2. Calcolo dei costi delle prestazioni (controllo di gestione) ....................... 161 2.1 Fondamenti del calcolo dei costi delle prestazioni .............................. 161 2.2 Calcolo dei costi delle prestazioni nell’amministrazione provinciale di Bolzano-Alto Adige .............................................................................................. 163 2.3 Considerazioni del Consorzio dei Comuni dell’Alto Adige ................ 167 2.4 Studio ”Gestione product-oriented dell’assistenza giovanile“ ............ 167 2.5 Risultati del lavoro di gruppo .............................................................. 170 3. Quality Management................................................................................ 172 4. Controlling ............................................................................................... 181 Indice 4.1 4.2 5. 5.1 5.2 5.3 5.4 6. Principi ................................................................................................ 181 Controlling nelle Gemeinnützige Werkstätten Köln GmbH (GWK) .. 184 Viaggio di studio...................................................................................... 187 Il modello di Tilburg – Stato delle riforme ed esperienze ................... 187 Organizzazione e riforma dei servizi sociali nel Comune di Tilburg .. 192 Recenti sviluppi nel settore socioassistenziale ad Alkmaar................. 193 Verso nuove forme di integrazione sociale.......................................... 196 Change Management................................................................................ 198 D. Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente........................ 202 E. Classificazione delle prestazioni....................................................................... 215 F. Proposte sulle iniziative da adottare ................................................................ 225 G. Allegato (elenco dei partecipanti) .................................................................... 230 A. Riordino dei servizi sociali 1. Quadro giuridico La legge provinciale 30 aprile 1991, n. 13, sul ”Riordino dei servizi sociali nella Provincia di Bolzano“, ha modificato in termini durevoli i servizi sociali in Alto Adige. Con questa legge, l’Alto Adige1 delega ai comuni la gestione dei servizi sociali (assistenza e beneficenza pubblica). ”Concorrono all’attuazione dei servizi sociali, la Provincia, i comuni e loro consorzi, le istituzioni pubbliche e private di assistenza e beneficenza e le comunità comprensoriali. Sono denominati enti gestori dei servizi sociali i comuni, i consorzi tra comuni e le comunità comprensoriali, che gestiscono servizi sociali ai sensi della presente legge.“ (Art. 1 c. 2 della l.p. 13/1991) Prima del riordino, esisteva un sistema nel quale svariati enti pubblici offrivano servizi sociali in forma spesso abbastanza scoordinata e confusa. Con la riforma il comune è stato designato ente titolare della responsabilità del benessere della comunità locale e quindi delegato a gestire i servizi sociali. Il numero abbastanza consistente di comuni di piccole dimensioni ha evidenziato l’esigenza di non affidare la gestione dei servizi ai singoli comuni, ma di delegarla piuttosto a strutture sovracomunali, aventi un bacino di utenza di almeno 25.000 abitanti, quali ad esempio le comunità comprensoriali2 (già comunità di valle), cosicché i servizi sociali sono oggi in gran parte gestiti dalle 8 comunità comprensoriali (Burgraviato, Valle Isarco, Val Pusteria, Salto-Sciliar, Oltradige-Bassa Atesina, Val Venosta, Alta Valle Isarco e Bolzano). 1 2 La Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige ha competenza primaria in materia di assistenza e beneficenza pubblica, cioè può legiferare in questo campo con proprie leggi e regolamenti, pur nel rispetto dei principi costituzionali e dell’ordinamento dello Stato, come pure degli impegni internazionali e delle principali direttive attinenti le riforme economicosociali dello Stato italiano. Le comunità comprensoriali sono state istituite quali enti di diritto pubblico con la l.p. 20/3/1991 n. 7. 125 Riordino dei servizi sociali A tal fine, queste possono gestire direttamente i servizi ovvero esternalizzare a enti pubblici e privati convenzionati operanti nel settore dell’assistenza-sociale. ”I comuni esercitano le funzioni proprie o delegate in forma singola, consorziata o mediante delega o subdelega alle comunità comprensoriali istituite ai sensi della legge provinciale 20 marzo 1991, n. 7. (omissis) ... La gestione avviene attraverso propri uffici, mediante istituzioni di cui agli articoli 22, comma 3, lettera d) e 23 della legge 8 giugno 1990, n. 142, oppure ricorrendo al convenzionamento con enti pubblici o privati, associazioni o cooperative che siano in possesso dell’autorizzazione ai sensi dell’articolo 20.“ (Art. 12 l.p. 13/1991) Nel settore sociale operano, accanto agli enti pubblici, numerose associazioni, fondazioni e cooperative private di varie dimensioni che in parte gestiscono servizi e in parte svolgono attività nel campo della socializzazione, del tempo libero, dell’autoaiuto, del dibattito culturale su temi sociali e dell’informazione agli interessati. La l.p. 13/1991 prevede che queste associazioni ed altre entità sviluppino un collegamento sia con gli enti locali deputati alla gestione dei servizi sociali (comuni o comunità comprensoriali) che con la Provincia. 2. Organizzazione dei servizi sociali Per l’erogazione delle prestazioni sociali le comunità comprensoriali sono state suddivise in distretti. Questi sono a loro volta tipicamente organizzati nelle seguenti unità organizzative: • Servizio sociale di base • Servizio educativo3 • Servizio di assistenza domiciliare • Servizio di assistenza economica-sociale Una struttura organizzativa tipica è quella riportata nel diagramma che segue: 3 Nelle comunità comprensoriali Burgraviato, Valle Isarco, Val Pusteria, Bassa Atesina e SaltoSciliar. 126 Riordino dei servizi sociali Segretario generale Segreteria Ufficio personale Servizi ambientali Ufficio protocollo Contabilità Direzione dei servizi sociali Segreteria Servizi sovradistrettuali Servizi distrettuali Distretto 1 Servizio sociale di base Distretto 2 Servizio di assistenza economica sociale Distretto N Laboratorio Servizio educativo Comunità protetta ... Servizio di assistenza domiciliare Figura 1: Strutturazione e integrazione dei servizi sociali Accanto a queste unità di base, nei distretti sociali esistono numerose strutture sovradistrettuali, come per esempio gli istituti, le comunità alloggio, i centri di formazione professionale, i laboratori ecc.4 A differenza delle altre comunità comprensoriali, per quello di Bolzano5 i servizi sociali sono gestiti - come previsto dalla l.p. 11 novembre 1997 n. 16 – da un’azienda, i cui organi sono i seguenti: “Sono organi dell’azienda il direttore ed il collegio dei revisori dei conti, cui competono rispettivamente le funzioni di direzione gestionale e di controllo. ... Al direttore spettano 4 5 L’art. 14, c. 1, lett. a - d della l.p. 13/1991, suddivide le unità organizzative dei servizi sociali in forme aperte con carattere domiciliare, centri diurni, laboratori integrati, forme sostitutive della famiglia, forme residenziali e strutture di lunga degenza o protratta assistenza. Gli organi della comunità comprensoriale di Bolzano sono quelli del comune. La fondazione ufficiale di tale azienda va fatta risalire ad una delibera adottata dal Consiglio comunale di Bolzano del 17 settembre 1998. La nomina del Direttore e del Vicedirettore è operata dalla Giunta comunale. Il rimanente personale dirigente è selezionato, mediante una procedura di tipo assessment center, dal Direttore d’intesa con l’Assessore comunale ai servizi sociali. Si persegue qui una separazione tra le decisioni politiche (ambito di indirizzo) e l’esecuzione dei programmi (ambito gestionale). 127 Riordino dei servizi sociali tutti i poteri di gestione e di rappresentanza dell’azienda cui è preposto secondo le modalità previste dallo statuto. In particolare il direttore verifica i risultati della gestione dell’azienda e dispone le assunzioni del personale.“ (Art 8, cc. 2 e 3 l.p. 16/1997) Mentre col riordino la titolarità esecutiva nel settore sociale spetta ora alle comunità comprensoriali, la funzione legislativa compete ancora alla Provincia. La Ripartizione 24 – servizio sociale dell’amministrazione provinciale, competente in materia di assistenza e beneficenza pubblica, è suddivisa in quattro uffici (Ufficio famiglia, donna e gioventù, Ufficio anziani e distretti sociali, Ufficio invalidi e soggetti portatori di handicap e Ufficio previdenza sociale integrativa). In base all’art. 8 l.p. 13/1991, a questa Ripartizione sono affidati i seguenti compiti e le seguenti competenze: • Approvazione del Piano sociale • Individuazione di direttive e criteri per la gestione dei servizi • Individuazione degli ambiti territoriali • Individuazione dei servizi multizonali • Elaborazione del rapporto annuale e suo inoltro al Consiglio provinciale per l’approvazione • Ripartizione del Fondo sociale provinciale • Finanziamento delle attività delegate, compresa la concessione di contributi • Istituzione e gestione dei servizi non delegati ai comuni • Predisposizione e attuazione dei piani di formazione e aggiornamento • Individuazione dei criteri per la predisposizione delle piante organiche • Proprietà degli immobili a destinazione sociale e conseguente responsabilità sull’acquisizione, sulla manutenzione e arredamento degli immobili, sull’acquisizione e sulla manutenzione delle attrezzature e degli impianti • Creazione e gestione del sistema informativo • Supporto per l’attuazione dell’assistenza e la consulenza tecnica • Supporto nella sperimentazione di nuove modalità assistenziali • Promozione ed effettuazione di studi ed indagini • Promozione ed attuazione di attività di informazione ed educazione sociale • Approvazione di accordi contrattuali • Approvazione dell’istituzione e della gestione di nuovi servizi sociali • Controllo sulla gestione dei servizi sociali 128 Riordino dei servizi sociali • Arbitrato su ricoveri e degenze residenziali in casi controversi 3. Dati sui servizi sociali Al fine di rilevare e valutare i dati sui servizi sociali, all’interno della Ripartizione servizio sociale è stato istituito il Sistema informativo ”SIPSA/LISYS“ che persegue in particolare i seguenti obiettivi: • Supporto legislativo • Supporto alla programmazione • Supporto alla predisposizione di programmi formativi • Supporto alle attività migliorative e alle decisioni di tipo finanziario • Supporto per una gestione trasparente • Informazione affidabile a favore degli organi politici, delle organizzazioni di categoria, dei media e della popolazione Per perseguire questi obiettivi si sono finora condotte innanzitutto le indagini schematizzate nel diagramma che segue, i cui risultati vengono pubblicati nella Relazione sociale6 e in altri specifici rapporti di studio. SIPSA Analisi dei bisogni sociali Analisi organizzative Analisi della soddisfazione dei clienti e degli operatori Figura 2: Indagini alla base del SIPSA 6 Finora la Ripartizione servizio sociale della Provincia autonoma di Bolzano ha pubblicato le Relazioni sociali 1994, 1995 e 1996/97. 129 Riordino dei servizi sociali Se si considerano innanzitutto i dati relativi allo sviluppo sociodemografico, si evidenziano, per i servizi sociali, i seguenti principali elementi di riflessione:7 (1) La riduzione dei tassi di natalità e mortalità altera in misura crescente la struttura per età della popolazione. Così, ad esempio, la percentuale degli ultrasessantacinquenni rispetto alla popolazione complessiva della Provincia è salita negli ultimi 25 anni dal 9,2% a quasi il 15%, mentre quella degli ultrasettantacinquenni raggiunge il 6,2%. Nel contempo si osserva un incremento delle famiglie a nuclei monopersonali. Così, il 27,5% degli ultrasessantacinquenni e il 37,3% degli ultrasettantacinquenni vive da solo. (2) Le famiglie estese vengono sostituite sempre di più dai nuclei monopersonali e dalle famiglie monogenitoriali. La percentuale dei nuclei di famiglie monopersonali raggiunge il 29%, mentre quella delle famiglie monogenitore è cresciuta negli ultimi 25 anni dal 9,5% al 12,4%. (3) Il numero delle persone portatrici di handicap, e che quindi vedono ridursi - per una perdita parziale o totale di determinate capacità fisiche - la possibilità di soddisfare i propri bisogni, si aggira attualmente sulle 20.000 unità nel territorio provinciale. (4) La percentuale di disoccupati, in Alto Adige, è assai bassa (2,7%), per cui si può parlare di una situazione di piena occupazione. Oltre il 70% della popolazione possiede una propria abitazione. Per contro, aumenta il numero di lavoratori stranieri che hanno trovato un’occupazione regolare in Provincia, ma al contempo essi lamentano un acuto problema abitativo. Nella tabella che segue è riportata una selezione di dati sull’organizzazione e la struttura dell’utenza dei servizi sociali, tratta dalla Relazione sociale 1997. Organizzazioni o Unità organizzative (numero) 7 Numero e caratteristiche dei clienti al 31/12/1997 Personale Servizio sociale di base (in 20 distretti) 2.353 persone (di cui 1936 minori) 56 Servizio di assistenza economica-sociale (22) 3.879 famiglie 65 Servizio di assistenza domiciliare (25) con 63 centri diurni 1.421 persone (senza centri diurni) 327 (64,5% assistenti geriatrici) Servizi educativi (9) 301 persone hanno ricevuto 17 Cfr. Provincia autonoma di Bolzano, Ripartizione servizio sociale, Relazione sociale provinciale 1996 -97, Bolzano. 130 Riordino dei servizi sociali Centri diurni e strutture residenziali Organizzazioni o Unità organizzative (numero) informazioni, 219 persone una consulenza personale 10 minori in un centro diurno (Laives), 92 in 3 convitti, 33 in 4 comunità alloggio, 41 in 3 istituti educativo-assistenziali e 7 in 2 case-famiglia Numero e caratteristiche dei clienti al 31/12/1997 130 (di cui 81 educatori d’istituto) Personale Comunità alloggio per portatori di handicap (11) 73 handicappati 144 Comunità protette (10) 133 231 Laboratori protetti (laboratori riabilitativi e produttivi e laboratori semiproduttivi, complessivamente 22) 468 310 Strutture socioassistenziali diurne (17) 151 198 Alloggi di addestramento 7 3 Corsi di socializzazione (2) 13 Comunità alloggio per malati psichici (10), centri addestramento professionale (5), laboratori protetti per malati psichici (4), punti d’incontro 82 Case della donna (2) 12 Case di riposo (60) e centri di degenza (5) 2.897, di cui il 65,1% tra 65 e 74 anni 1.716 Asili nido 449 bambini iscritti (0-3 anni), di cui un terzo con meno di 1 anno 131 Istituto provinciale assistenza infanzia 8 madri e 12 bambini Consultori familiari (6 con 9 sedi distaccate) 6.794 utenti (86% donne) 129 Altre 48 persone sono occupate presso le direzioni dei servizi sociali. Nel 1997, le spese per il settore sociale sono state pari a 227 miliardi di Lire, di cui 202,5 miliardi per 131 Riordino dei servizi sociali spese correnti e 24,5 miliardi per investimenti. Nel 1996 la spesa media pro capite riguardo all’anno precedente è cresciuta del 15%. 4. Problemi Alla luce delle sempre più scarse risorse finanziarie, ci si pone con crescente frequenza la domanda di quali siano le prestazioni sociali effettivamente necessarie nella nostra società e della misura in cui queste debbano essere erogate dalla mano pubblica. E’ una domanda di non facile risposta, in quanto le prestazioni pubbliche da garantirsi non sono di norma definite in modo trasparente. Particolare attenzione richiamano, al contempo, le crescenti spese sociali. Nell’opinione pubblica vi è un largo consenso sull’esigenza di rivedere le prestazioni sociali, per non compromettere nel lungo periodo i bilanci pubblici. L’aspetto paradossale di questa discussione è che essa torna regolarmente alla ribalta proprio nei momenti in cui la situazione generale dell’economia in molti settori richiederebbe un maggior impegno sociale. Nei tempi di benessere economico, le spese sociali vengono etichettate come articoli di lusso, mentre in quelli di crisi, a queste viene riconosciuta limitata efficacia. Inoltre il settore sociale – come del resto tutti i settori pubblici – soffre per la generale “sensibilità critica” dei cittadini nei confronti dell’erogazione delle prestazioni organizzata dalla mano pubblica e dell’esplosione dei costi che li caratterizza. Certe riserve vanno senz’altro ricondotte al fatto che, in presenza di tagli finanziari, alcuni responsabili agitano regolarmente lo spauracchio del peggioramento della qualità dell’assistenza, non dovendo peraltro affatto dimostrare un cambiamento qualitativo, in quanto manca quasi del tutto una verifica dell’efficacia (grado di raggiungimento della finalità) e dell’efficienza (costo per output) delle prestazioni sociali. E più di tutto non esistono di norma informazioni sugli effetti prodotti dai vari interventi. Le prestazioni tecnicamente scadenti in campo sociale non vengono quindi quasi mai identificate con precisione, né tantomeno sanzionate. In futuro, per poter far fronte con efficacia ai crescenti tagli finanziari forfettari in materia di prestazioni sociali, occorre trovare nuove vie nel management delle strutture sociali pubbliche, così come di quelle private. Ciò è possibile solo se funziona il rapporto interattivo tra organi politici, tecnostruttura delle amministrazioni pubbliche e cittadini. 132 Riordino dei servizi sociali ORGANI POLITICI MANAGEMENT SOCIALE TECNOSTRUTTURA P.A. CITTADINI Figura 3: Rapporto tra cittadini, organi politici e tecnostruttura delle amministrazioni pubbliche Il cittadino formula delle richieste per l’erogazione delle prestazioni pubbliche, gli organi politici creano i presupposti istituzionali per soddisfare queste richieste e la tecnostruttura delle amministrazioni pubbliche gestisce l’erogazione delle prestazioni. (1) Problema degli organi politici Gli interessi dei cittadini non sono univoci. Con la crescente individualizzazione e segmentazione della società, gli organi politici si trovano a dover fare i conti con interessi sempre più divergenti che rendono sempre più difficile individuare ciò che la gente vuole. Inoltre, si presenta il tipico processo di sviluppo della volontà politica e di adozione delle decisioni che, spesso, impedisce la formulazione di progetti globali integrati. Il risultato finisce per essere insoddisfacente per tutti. Gli interventi di breve respiro prevalgono sulle decisioni strategiche. (2) Problema della tecnostruttura delle amministrazioni pubbliche Invece di offrire alla tecnostruttura dell’amministrazione pubblica quelle condizioni quadro che le consentirebbero di agire in maniera competente e responsabile, gli organi politici, talora, la intralciano con indicazioni complicate e confuse, costringendola ad eseguire i propri compiti in modo inefficiente, purché in omaggio alle regole imposte dall’alto. La tecnostruttura dell’amministrazione pubblica deve istituzionalmente trasformare leggi e regolamenti in azioni concrete, cioè organizzare l’erogazione delle prestazioni, e attuare le politiche ed a queste 133 Riordino dei servizi sociali condizioni generali si trova necessariamente a mal partito. Fatale è infine la circostanza che né gli organi politici né la tecnostruttura dell’amministrazione pubblica dispongono di un sistema di reporting che dica loro se gli obiettivi sono stati raggiunti o se sono stati mancati e di quanto. (3) Conseguenze per gli organi politici, i cittadini e la tecnostruttura delle pubbliche amministrazioni La mancanza di un feedback tra cittadini e tecnostruttura delle amministrazioni pubbliche, rispettivamente tra le tecnostrutture e il loro organo politico, come pure i carenti processi gestionali, fanno sì che gli organi politici non siano in grado di valutare l’efficienza delle prestazioni e di illustrare in modo trasparente al cittadino quanto è stato raggiunto. La conseguenza di questo difetto sistemico è che gli organi politici non conoscono le conseguenze delle loro decisioni, la tecnostruttura della pubblica amministrazione non fornisce ciò che dovrebbe fornire e il cittadino riceve qualcosa di diverso rispetto a ciò che si era aspettato. Il rigetto dei cittadini nei confronti degli organi politici e il rigetto degli organi politici nei confronti delle tecnostrutture delle pubbliche amministrazioni sono in ultima analisi un’espressione di rassegnazione. In molti settori di intervento, sia gli organi politici che la tecnostruttura delle amministrazioni pubbliche trascurano troppo spesso la correlazione tra le finalità delle prestazioni e i loro effetti. Tuttavia, solo una pianificazione qualitativamente vincolante dei risultati attesi dall’operato della pubblica amministrazione consente un reale governo politico della tecnostruttura dell’amministrazione pubblica. L’unico modo di porre rimedio a questa situazione è individuare un’altra forma di collaborazione tra organi politici e tecnostruttura dell’amministrazione pubblica (dirigenti). Gli organi politici devono concentrarsi maggiormente sull’ambito di indirizzo, concordare gli obiettivi con la tecnostruttura delle amministrazioni pubbliche e verificarne il raggiungimento sul piano economico e tecnico. Da parte sua, la tecnostruttura deve perseguire quegli obiettivi in autonomia. 5. Linee di sviluppo Alla luce di questa situazione è evidente che occorre un nuovo modello di gestione per chi eroga le prestazioni sociali (amministrazione pubblica ed enti privati). Ma questo 134 Riordino dei servizi sociali modello di gestione può funzionare solo se il sistema che vincola sia la tecnostruttura dell’amministrazione pubblica che gli organi politici garantisca che ad ogni livello ci si concentri sul risultato. Ciò comporta necessariamente che il sistema di gestione dei servizi sociali si serva di strumenti gestionali di tipo manageriale. Più in particolare occorre creare trasparenza in relazione a: • le prestazioni sociali (output), definendole e descrivendole • i costi delle prestazioni sociali, introducendo il calcolo dei costi delle prestazioni (controllo di gestione) nonché il Controlling • la qualità, grazie ad un Quality Management globale • gli effetti (outcome), individuando e verificando costantemente gli indicatori relativi al raggiungimento degli obiettivi nella società (Controlling strategico). Le cosiddette ”finestre di riforma“, come ad esempio il Decreto legislativo 25 febbraio 1995, n. 77, che prevede l’introduzione di un ”nuovo tipo di contabilità“, possono essere occasioni per l’introduzione di una nuova gestione. Altri presupposti favorevoli possono crearsi con la struttura di bilancio comune, con l’omogeneità del surveying e delle indicazioni nel SIPSA e con l’introduzione dell’informatica nei servizi (quadro di riferimento unitario per la ripartizione dei servizi). 6. Piano sociale Spunti per lo sviluppo di un nuovo progetto di gestione dei servizi sociali si possono trovare anche nell’attuale Piano sociale della Provincia autonoma di Bolzano. Questo rappresenta una visione, cerca cioè di rispondere alla questione della direzione in cui si deve muovere la gestione dei servizi sociali. Al capitolo ”Obiettivi dello sviluppo organizzativo nel settore sociale“8 troviamo, tra l’altro, le seguenti componenti e gli strumenti di un modello di gestione: • • • • 8 Management by objectives Decentralizzazione delle responsabilità gestionali e tecniche Gestione output-oriented grazie alla descrizione dei prodotti Quality Management Provincia autonoma di Bolzano, Piano sociale 1998-2000, Bolzano, 1998, pag. 88 segg. 135 Riordino dei servizi sociali Inoltre – come illustra il diagramma che segue – il Piano sociale presenta altri contenuti in termini di riforme, strettamente legati al dibattutissimo progetto di New Public Management: Classificazione e descrizione dei prodotti Gestione dell’output Management by objectives Piano sociale Decentralizzazione delle responsabilità gestionali e tecniche Sviluppo del personale Partecipazione dei cittadini e degli interessati Quality Management Controlling Figura 4: New Public Management e Piano sociale 136 B. Descrizione del corso di formazione-intervento 1. Obiettivi L’idea ispiratrice del secondo corso è scaturita dalla fase d’aggiornamento del personale dirigente del sistema “Servizi sociali“ attuata nel 1996, ed è stata sviluppata al fine di approfondire i contenuti, presentati nel modulo ”Controlling nelle organizzazioni sociali“, già affrontati dai partecipanti negli aspetti fondamentali. Più in dettaglio, questa prosecuzione dell’aggiornamento del personale dirigente del sistema “Servizi sociali” prevede il raggiungimento dei seguenti obiettivi: (1) Divulgazione approfondita di progetti per una nuova gestione die servizi sociali. (2) Analisi congiunta dell’attuale gestione e della gestione dei servizi sociali in Alto Adige e definizione dell’eventuale fabbisogno di cambiamenti. (3) Predisposizione congiunta di un progetto complessivo per la gestione dei servizi sociali in Provincia, basato sulle attuali condizioni quadro dei servizi sociali. (4) Pianificazione congiunta della gestione del cambiamento per introdurre concretamente tale progetto di gestione nei servizi sociali. I risultati perseguiti con il corso di formazione-intervento per i dirigenti dei servizi sociali sono i seguenti: (1) conoscenza delle componenti e degli strumenti della nuova gestione dei servizi sociali, (2) analisi della situazione attuale con riferimento alla gestione dei servizi sociali e descrizione di un’eventuale esigenza di cambiamento, (3) elaborazione congiunta e stesura - col coordinamento dei trainer - di un progetto di gestione dei servizi sociali coerente alle condizioni di partenza dei servizi sociali, (4) valutazione per l’attuazione del progetto di cambiamento della gestione dei servizi sociali ed esposizione delle idee formulate all’interno di un piano concretamente realizzabile. 137 Descrizione del corso di formazione-intervento 2. Articolazione dell’iniziativa Per consentire il raggiungimento degli obiettivi citati al punto precedente, l’iniziativa si è articolata in 6 moduli didattici (comprensivi di un viaggio di studio in Olanda), della durata di due giorni ciascuno, fatto salvo per il 6° modulo, articolato su tre giornate. Si è avuto cura di inserire, tra un modulo e l’altro, una pausa di almeno un mese, in modo da lasciare ai partecipanti tempo sufficiente per l’attuazione dei compiti di progetto (previsti come ”compiti per casa“). Ciascun modulo era suddiviso in una parte teorica ed una parte pratica. Nella parte teorica sono stati presentati e discussi, con i partecipanti, le componenti e gli strumenti della nuova gestione dei servizi sociali, mentre nella parte pratica si è verificata l’applicabilità alle concrete condizioni esistenti nei servizi sociali dei contenuti presentati nella parte teorica. L’aggiornamento pratico è stato integrato da relazioni di esperti internazionali del settore che hanno riferito sulle loro esperienze. I singoli moduli si sono svolti, nelle giornate qui di seguito riportate, con la partecipazione degli esperti indicati:9 (1) Modulo 1: New Public Management, 7 e 8 maggio 1998 (Relatore: Prof. Dr. Christian Pracher della Fachhochschule für Verwaltung und Rechtspflege in Berlin) (2) Modulo 2: Calcolo dei costi delle prestazioni, 4 e 5 giugno 1998 (Relatore: Dr. Alfred Aberer und Dr. Alessandra Fasoli, Ripartizione statistica della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige10) (3) Modulo 3: Quality Management, 14 e 15 settembre 1998 (Relatori: Dott. Monfredini e Dott. Lazzarotto del CONSIS, Dott. Laffi di SYNERGIA Milano) (4) Modulo 4: Controlling, 15 e 16 ottobre 1998 (Relatrice: Dipl. BW (FH) Ursula Rockstroh delle Gemeinnützige Werkstätten Köln GmbH11) (5) Modulo 5: Viaggio di studio e Benchmarking a Tilburg e ad Alkmaar (Olanda), 26 e 27 novembre 1998 9 10 11 Salvo per il modulo 3, tenuto presso l’Hotel Colle (presso Bolzano), il corso si è tenuto interamente presso l’Istituto professionale provinciale di Pianizza di Sopra (Caldaro). Inoltre il Sig. Cologna dell’Accademia Europea di Bolzano ha relazionato in merito agli obiettivi concordati in seno alla Giunta provinciale. Le esposizioni sono state integrate da illustrazioni di esperienze pratiche fatte in relazione agli obiettivi presso la Ripartizione 24 (Sig. Tragust) e presso l’Ufficio anziani e distretti sociali (Sig. Tschager). Nell’ambito del 4° modulo ha avuto inoltre luogo, a cura del Sig. Fontana, una breve presentazione dell’azienda servizi sociali di Bolzano. 138 Descrizione del corso di formazione-intervento (6) Modulo 6: Change Management, dal 20 al 22 gennaio 1999 (Relatore: Prof. Dr. Michael Blume della PROSOZ di Herten) Nelle pause tra un modulo e l’altro, i partecipanti hanno svolto i cosiddetti compiti di progetto, finalizzati a consentire, da parte del personale dirigente, una riflessione dei contenuti trasmessi alla luce delle caratteristiche dell’organizzazione di appartenenza ed una prima applicazione dei risultati. Nell’immagine che segue è rappresentata, in forma grafica, l’articolazione attuativa del secondo corso di formazione-intervento. 139 Descrizione del corso di formazione-intervento PREPARAZIONE Modulo didattico 1 New Public Management 2 giornate Compito di progetto Modulo didattico 2 Calcolo dei costi delle prestazioni 2 giornate Compito di progetto Modulo didattico 3 Quality Management 2 giornate Compito di progetto Modulo didattico 4 Controlling 2 giornate Compito di progetto Modulo didattico 5 Viaggio di studio e Benchmarking 2 giornate Compito di progetto Modulo didattico 6 Change Management 3 giornate ELABORAZIONE SUCCESSIVA Figura 5: Articolazione attuativa del corso di formazione-intervento 140 Descrizione del corso di formazione-intervento 3. Motivazioni L’idea del corso di formazione-intervento nasce dalla valutazione dell’iniziativa di aggiornamento professionale, realizzata nel 1996, in considerazione degli input sviluppati dai partecipanti al corso e dal gruppo di coordinamento, e si può considerare un concreto stimolo all’attuazione dei seguenti concetti base formulati dal Piano sociale provinciale:12 ”Il punto di partenza per le linee guida formulate è la profonda convinzione che il radicale riordino dei servizi sociali, intrapreso con la legge provinciale 13/1991, non può portare ad una semplice differenziazione delle strutture operative; infatti il riassetto dei servizi sociali deve diventare un’occasione per l’introduzione di nuove strutture e procedure gestionali nel settore sociale. Solo se nei prossimi anni saremo in grado di riformare in tal senso le tradizionali strutture delle pubbliche amministrazioni (non più all’altezza dei tempi), orientandole maggiormente alla clientela e rendendole più rispettose dei principi di economia aziendale, saremo in grado di far fronte alle sfide del 21° secolo (maggiori sperequazioni sociali nella ripartizione di lavoro, formazione, povertà e ricchezza, salute e sicurezza sociale).“ Le diverse opinioni, espresse sui contenuti concreti di una riforma dei servizi sociali in seno ai vari gruppi dirigenti (Ripartizione 24, Segretari generali delle comunità comprensoriali e Direttori dei servizi sociali), hanno evidenziato l’opportunità di coinvolgere queste componenti in questo corso di formazione-intervento. 4. Metodi Per fornire una fotografia sull’attuale situazione gestionale dei servizi sociali, nel corso dei lavori preliminari si sono effettuate, accanto ad un’analisi della documentazione, le seguenti interviste a dirigenti opportunamente selezionati: (1) Intervista col Segretario generale della comunità comprensoriale dell’Alta Valle Isarco, Vipiteno, 7 aprile 1998 (2) Intervista col Direttore dei servizi sociali della comunità comprensoriale dell’Alta Valle Isarco, Vipiteno, 7 aprile 1998 (3) Intervista col Direttore della Ripartizione servizio sociale della Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige, Bolzano, 9 aprile 1998 (4) Intervista col Direttore dell’Ufficio anziani e distretti sociali, Bolzano, 9 aprile 1998 12 Provincia autonoma di Bolzano, Piano sociale 1998-2000, Bolzano, 1998, pag. 88. 141 Descrizione del corso di formazione-intervento (5) Intervista col Direttore del consorzio dei comuni della Provincia di Bolzano, Bolzano, 20 aprile 1998 La filosofia di fondo del corso di formazione-intervento supera la logica classica della formazione e dell’aggiornamento professionale per il personale dirigente, per aderire essenzialmente al principio dello sviluppo organizzativo. Qui si è tentato di coniugare gli aspetti teorico-dottrinali e quelli dell’attuazione pratica delle conoscenze acquisite, in base ai principi della ricerca-azione. Lo studio e l’analisi dei problemi nei servizi sociali è stato effettuato mediante la consulenza scientifica dell’Istituto di management pubblico dell’Università di Innsbruck, congiuntamente con il supporto del personale dirigente interessato. Le modalità operative erano improntate all’impiego di diverse tecniche sia a livello organizzativo (survey feedback) che a livello di gruppo (lavori di gruppo e workshop). (1) Alla conclusione del primo modulo, i partecipanti sono stati invitati – nell’ambito del compito di progetto – a descrivere la situazione attuale della gestione dei servizi sociali della Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige ed a valutare la criticità delle tematiche dal proprio punto di vista. I risultati di questa indagine empirica (survey) sono stati poi sintetizzati per i partecipanti al corso nell’ambito del modulo conclusivo (feedback). (2) Accanto all’elaborazione di tematiche concrete sul nuovo modello di gestione nell’ambito dei lavori di gruppo, ha avuto luogo – al fine di predisporre una classificazione delle prestazioni dei servizi sociali e di applicare una nuova contabilità – una serie di workshop con la partecipazione dei membri dei gruppi di lavoro istituiti (gruppo di lavoro “classificazione delle prestazioni” e gruppo di lavoro “contabilità”), i cui risultati sono stati presentati in riunione plenaria per la discussione generale e per l’elaborazione di linee guida sui successivi passi operativi.13 Nel lavoro di elaborazione dei contenuti essi sono stati supportati da un trainer, che ha assunto anche le funzioni di moderatore degli incontri (coaching). Inoltre, parallelamente al corso di formazione-intervento sono state organizzate numerose interviste con personale dirigente e con altri esponenti privilegiati del settore 13 Il Gruppo di lavoro „Classificazione delle prestazioni“ si è riunito nelle giornate del 24 giugno e del 6 agosto 1998 a Pianizza di Sopra, ed il 20 novembre e il 3 dicembre in un workshop a Bolzano. Obiettivo principale era quello di predisporre una classificazione delle prestazioni per i servizi sociali e di elaborare proposte sulla procedura da seguire nella compilazione delle schede. I membri del Gruppo di lavoro „Contabilità“ si sono invece riuniti per mezza giornata il 13 novembre, il 4 e il 18 dicembre 1998 a Bolzano, per elaborare il nuovo modello di contabilità. 142 Descrizione del corso di formazione-intervento (quali ad esempio i rappresentanti del consorzio dei comuni e della Informatica Alto Adige S.p.A.), per raccogliere le informazioni necessarie a concordare le modalità del lavoro successivo. 5. Contenuti I contenuti, trasmessi nell’ambito di questo corso di formazione-intervento, fanno riferimento ai componenti e agli strumenti della nuova gestione dei servizi sociali, così come discussi ed adottati in alcuni paesi OCSE. Tra le principali componenti della nuova gestione troviamo: • Orientamento verso il prodotto (definizione e descrizione delle prestazioni dei servizi sociali) • Calcolo dei costi delle prestazioni • Budgeting • Controlling • Quality Management • Management by objectives (gestione mediante definizione degli obiettivi) • Competizione Per far meglio comprendere le correlazioni esistenti e per offrire ai partecipanti del corso un orientamento sulle tematiche trattate durante i vari moduli, si è predisposto il seguente diagramma: 143 Descrizione del corso di formazione-intervento Politica sociale (Leggi sociali e piano sociale) EFFICACIA SOSTENIBILITÁ FINANZIARIA “Offriamo le prestazioni giuste e otteniamo gli effetti desiderati?” “Le prestazioni saranno finanziabili anche in futuro?” CONTROLLING M CH A RK IN G EFFICIENZA CONCORRENZA “Le prestazioni erogate sono conformi alla legge?” Richieste dei cittadini LE N BE LEGITTIMITÁ COSTI N A SERVIZI SOCIALI EFFETTI PRODOTTI PE RS O QUALITÁ RE CONTRACTS BUDGETING U I SS CE Richieste dei collaboratori TT O PR ST RU “Le prestazioni vengono prodotte nel modo meno costoso possibile?” Bisogni e problemi dei gruppi target (utenti delle prestazioni) Figura 6: Nuova gestione dei servizi sociali Nell’ambito dei singoli moduli sono stati trasmessi i seguenti contenuti, analizzandone e discutendone la rilevanza per i servizi sociali della Provincia: (1) (2) New Public Management (NPM) (a) Origini, motivazioni, compiti, principi, fattori di successo e approcci del NPM (b) Le prestazioni sociali quali motore della gestione (descrizione delle prestazioni, calcolo dei costi delle prestazioni, controlling, output-oriented budgeting, raffronti tra prestazioni, miglioramento dei processi di erogazione delle prestazioni, management del personale performance-oriented) Calcolo dei costi delle prestazioni (controllo di gestione) (a) Principi del calcolo dei costi delle prestazioni in strutture di tipo sociale (obiettivi, campi di impiego, destinatari ed elementi di un calcolo dei costi delle prestazioni in una struttura sociale con esemplificazioni) 144 Descrizione del corso di formazione-intervento (b) (3) (4) (5) Presentazione dello studio ”Gestione product-oriented dell’assistenza giovanile“ Quality Management (a) Panoramica delle varie possibilità di miglioramento della qualità nelle strutture sociali (Circoli di qualità, misurazione della qualità dei servizi, ISO 9000 e norme successive, Total Quality Management (TQM), premi di qualità, qualità mediante Internet, Uffici civici e partecipazione dei cittadini, Carta dei servizi, orientamento verso il prodotto/la prestazione) (b) Misure d’attuazione dei vari approcci del Quality Management Controlling (a) Progetti e strumenti di Controlling strategico nelle organizzazioni sociali (gestione dei programmi sociali) (b) Progetti e strumenti di Controlling operativo nelle organizzazioni sociali (gestione delle unità organizzative nei servizi sociali) Change Management (a) Elaborazione comune del viaggio di studio (b) Problemi nella gestione cambiamento (c) Possibilità di superamento delle resistenze (d) Introduzione della nuova gestione nei servizi sociali Inoltre, il viaggio di studio in Olanda, nell’ambito del 5° modulo (comuni di Tilburg e Alkmaar), ha avuto l’obiettivo di illustrare l’attuazione pratica di piani di gestione in loco, di rendere possibile uno scambio di opinioni con il personale dirigente olandese e di fare un raffronto dell’efficacia della propria organizzazione con quella dei servizi sociali esteri (benchmarking). 145 Descrizione del corso di formazione-intervento 6. Organizzazione Per individuare i contenuti ed i metodi del corso di formazione-intervento è stato istituito un ”gruppo di gestione“ ad hoc14 comprendente, oltre al Presidente dell’Istituto di management pubblico dell’Università di Innsbruck, anche il Direttore di progetto dell’Accademia europea di Bolzano, il Segretario generale della comunità comprensoriale dell’Alta Valle Isarco, i Direttori dei servizi sociali del Burgraviato e della Val Venosta, il Direttore dell’Ufficio anziani e distretti sociali, una rappresentante del consorzio dei comuni ed un rappresentante della direzione di ripartizione servizi sociali. 14 Il Gruppo di gestione si è riunito complessivamente tre volte: prima dell’inizio del corso (il 12 febbraio e il 26 marzo 1998) e dopo la conclusione del 6° modulo (il 10 febbraio 1999). 146 C. Nuova gestione dei servizi sociali 1. New Public Management 1.1 Principi Il “New Public Management (NPM)” indica l’impegno riformista delineatosi a partire dalla metà degli anni ‘80 nelle pubbliche amministrazioni di una serie di paesi OCSE. Questo concetto si è sviluppato originariamente all’interno dei cosiddetti paesi Westminster, degli USA, della Svezia e dell’Olanda (per es. management del comune di Tilburg).15 Per quanto caratterizzato da una diversa interpretazione nazionale, il concetto presenta svariati elementi comuni a tutti i paesi. Il principio fondamentale è: ”Ciò che va bene per il mondo economico può servire anche per il settore pubblico“. Più in dettaglio si possono individuare i seguenti principi del NPM: • Promozione della competizione • Esternalizzazione funzioni ad agenzie private, non-profit ecc. • Misurazione delle prestazioni • Decentralizzazione della responsabilità gestionale • Introduzione di concetti di management (TQM, Reengineering ecc.) • Sviluppo del personale performance-oriented • Contabilità direzionale (budgeting output-oriented, budget globale, calcolo dei costi delle prestazioni) Come mostra l’immagine che segue, le riforme del NPM non fanno riferimento solo ad un rinnovamento interno, nel senso di un nuovo management pubblico, ma riguardano anche le condizioni di sistema e la ridefinizione del ruolo del settore pubblico. 15 Il concetto di NPM è ripreso in Italia anche dalle riforme Bassanini. 147 Nuova gestione dei servizi sociali Nuovo Management Pubblico Riforma delle condizioni quadro dell‘intervento statale (calcolo dei costi delle prestazioni, controlling, orientamento al cliente) (competizione, finanziamento degli utenti, possibilità di scelta) Individuazione delle funzioni delle pubbliche amministrazioni (specificità, rilevanza strategica) Figura 7: Livelli del New Public Management In Germania il rinnovamento dell’amministrazione comunale, in base ai criteri del NPM, va sotto il nome di ”Neues Steuerungsmodell (Nuovo modello di gestione)“ e poggia essenzialmente sul modello olandese di Tilburg. Si persegue il superamento del cosiddetto ”sistema dell’irresponsabilità organizzata“, utilizzando strutture di gestione ed organizzazione decentrate, operanti secondo il motto ”dall’ente burocratico all’azienda di servizi orientata al cliente“. Nel complesso, gli elementi motivanti l’introduzione del NPM vanno individuati nella crisi dei bilanci pubblici, nel diffuso rigetto nei confronti della politica e della burocrazia ed in un generalizzato mutamento dei valori sociali, che ha fatto sì che il cittadino si consideri ormai sempre più cliente dell’amministrazione pubblica e si aspetti una prestazione “che valga il denaro speso“. 1.2 Discussione Dalla discussione in riunione plenaria, sono emersi i seguenti stimoli alla riforma dei servizi sociali nell’ottica del NPM: • Introduzione di forme di competizione attraverso meccanismi di libera scelta da parte del cittadino (per esempio le case di riposo) • Individuazione degli obiettivi e valutazione dei risultati per il personale dirigente • Incarichi dirigenziali a tempo determinato • Attenzione alla perdita di capacità gestionale da parte del settore pubblico 148 Nuova gestione dei servizi sociali • Introduzione di classificazioni e descrizioni delle prestazioni (anche nelle strutture private) e individuazione di standard qualitativi (per il settore sociale indicatori soggettivi) • Considerazioni sull’introduzione della ISO 9000 e delle norme successive. • Considerazione del cittadino in quanto cliente (tenendo tuttavia conto delle assimetrie informative) • Incentivi con istituti di retribuzione variabile in funzione della prestazione • Esclusione della possibilità di una sostituzione del monopolio pubblico con un monopolio privato • Ricerca della correlazione tra prestazioni ed effetti (la prestazione sociale può avere effetti negativi) • Budgeting output-oriented invece che input-oriented 1.3 Elementi della nuova gestione Come si evidenzia nell’immagine che segue, la prestazione (output) è l’elemento centrale, per così dire il ”catalizzatore“ o ”motore“ della gestione. Budgeting Contracts Strutture Processi Gestione decentrale delle risorse Prestazioni sociali Costi Qualità Competizione Controlling Effetti Figura 8: Le prestazioni sociali quali motore della gestione 149 Nuova gestione dei servizi sociali (1) Prestazione (prodotto/output) Per “prestazione” si intende il risultato di un processo di lavoro concluso, di norma costituito da più fasi di lavoro e necessario per lo svolgimento di una funzione pubblica. Una classificazione delle prestazioni dei servizi sociali può essere utilizzata come strumento di gestione, come strumento di rappresentazione nei confronti dei cittadini e come strumento di informazione. (2) Costi I costi sono l’espressione del consumo di fattori produttivi, necessari all’erogazione della prestazione. Finora era in realtà noto quanto si spendeva, per esempio, per il servizio di assistenza a domicilio complessivo, ma l’obiettivo, adesso, appare piuttosto quello di sapere quanto costa, per esempio, un’ora di assistenza a domicilio. (3) Qualità Il concetto di qualità è assai aperto a proiezioni. Livelli di riferimento della qualità si possono considerare l’input (personale, spazi, dotazioni tecniche), la prestazione, il processo di erogazione della prestazione, la strutturazione del rapporto con l’utente e gli effetti. In questo contesto è necessario anche rispondere alla questione di chi deve definire la qualità. Infine, occorre rivedere il concetto di cliente, che non sempre si adatta alla specifica situazione dell’amministrazione pubblica. (4) Effetti Un ulteriore livello di riferimento centrale per la gestione è costituito dall’effetto dell’output nella società. L’efficacia descrive il rapporto tra lo scopo perseguito con la prestazione pubblica e quello effettivamente raggiunto. Il rapporto efficacia/costo (quale grandezza di riferimento primaria nel NPM) quantifica gli effetti conseguiti in relazione alle risorse impegnate. Gli effetti possono essere influenzati dai servizi sociali se questi ultimi vengono coinvolti nel processo di decisione politica. Un'altra questione che si pone in questo contesto è il fatto che gli effetti siano stati raggiunti indipendentemente dalla prestazione, o nonostante essa o a causa di essa. Gli effetti sono, del resto fortemente influenzati anche dal comportamento del fruitore delle prestazioni. (5) Contracts La definizione degli obiettivi (stipula di contracts) comporta anche la richiesta al legislatore di creare strutture trasparenti. E' necessario individuare con chiarezza il committente (per esempio la Ripartizione 24 della Provincia) ed il commissionario (per esempio le comunità comprensoriali). Gli obiettivi, ossia i risultati perseguiti, 150 Nuova gestione dei servizi sociali costituiscono lo strumento di gestione più importante. Il termine contracts risulta da una traduzione del modello di Tilburg, mentre nell’area di lingua tedesca è invalso il termine Zielvereinbarung, ossia ”definizione degli obiettivi“, concordati, di norma, tra gli organi politici e la tecnostruttura dell’amministrazione pubblica (i dirigenti), oppure all’interno della tecnostruttura delle amministrazioni pubbliche, ancora nell’ambito del management del personale - come accordo a livello individuale. Appare qui abbastanza razionale un’estensione temporale non superiore all’anno, dato che altrimenti si renderebbe necessaria una rettifica di bilancio. Da ultimo occorre distinguere tra gli obiettivi correnti e quelli di progetto. (6) Budgeting Base del budgeting output-oriented sono le prestazioni dei servizi sociali. Tra il servizio sociale e gli organi che finanziano, viene negoziato il numero e la qualità delle prestazioni, tenendo conto del quadro finanziario complessivo. Ciò significa un passaggio dal finanziamento dell’input a quello della prestazione. (7) Strutture La riorganizzazione dei servizi sociali deve seguire il principio della decentralizzazione della responsabilità gestionale. Alle unità organizzative decentrate, affidatarie delle funzioni sociali, vengono conferite, in base al principio della congruenza tra prestazioni, competenze e responsabilità, anche la responsabilità gestionale. (8) Competizione Nel settore pubblico, la competizione può avere natura di non mercato, di quasi mercato o di mercato. Esempi di competizione di non mercato sono il raffronto delle prestazioni, il benchmarking o la competizione di tipo qualitativo, mentre una competizione di quasi mercato è quella che deriva da accordi contrattuali; indizioni di gare pubbliche rientrano, infine, senz’altro, nei sistemi di competizione di mercato (concorrenza). (9) Controlling Il controlling è una forma di supporto alla gestione che, mettendo a disposizione dei vari livelli del sistema di gestione politico-dirigenziale le necessarie informazioni e metodi, consente il controllo dell’efficacia (raggiungimento della finalità), dell’efficienza (costo per output) e della sostenibilità finanziaria. Mentre il controlling strategico si concentra sulla gestione dei programmi sociali, il controlling operativo prende in esame la gestione delle unità organizzative nei servizi sociali. (10) Processi 151 Nuova gestione dei servizi sociali Con la riprogettazione dei processi di erogazione delle prestazioni a livello di team e con la loro documentazione ed implementazione, si perseguono i seguenti obiettivi: riconsiderazione globale dei processi nell’ottica del fruitore delle prestazioni, prevenzione di doppioni, eliminazione delle interfacce superflue, riduzione dei tempi di attesa e di giacenza e concentrazione su un unico operatore della responsabilità, sulla presa in carico dell’utente. 1.4 Elementi della nuova gestione dei servizi sociali – Esperienze pratiche16 Si possono anzitutto formulare le seguenti considerazioni di partenza: • Il settore sociale produce di norma servizi. • Elemento caratteristico della produzione di servizi è il cosiddetto fattore esterno (l’utente). • Per questo motivo il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dovrebbe cominciare non solo dal produttore, ma anche dal consumatore (fattore esterno). • L’erogazione del servizio avviene di norma in base a ottiche istituzionali autoreferenziali (competenze) e non in base ai problemi (che sono proprie dell’utente). • Di norma la gestione non avviene attraverso il mercato. • I metodi tradizionali di gestione delle imprese di produzione non sono di norma adeguati a garantire e ad aumentare l’efficienza e l’efficacia. • Anche i metodi del benchmarking sono solo in parte idonei a migliorare l’efficienza e l’efficacia. • Occorre un mix integrale di metodologie e strumenti ad hoc per l’azienda e l’azione sociale. L’immagine che segue illustra schematicamente gli elementi della nuova gestione. 16 Pracher, Christian: Relazione, tenuta l’8 maggio 1998. 152 Nuova gestione dei servizi sociali Reporting Budgeting Management delle informazioni Management dei costi e del budget Controlling dei costi Costi Individuazione degli obbiettivi/servizi Centri di risultati e di responsabilità Prodotti Management delle prestazioni Visions Programmi politici O r g a n Individuazione i degli obiettivi p o l i t i c i Quality Management Figura 9: Elementi della nuova gestione (1) Vision (“Leitbilder”) Le vision (“Leitbilder”) servono a rendere trasparenti i fondamenti, i valori ed i principi fondamentali di un’organizzazione (domanda: chi siamo in realtà?) e sintetizzano l’interrogativo sul senso del lavoro (cosa mancherebbe in questo mondo se noi non ci fossimo?). I principali requisiti della vision sono: (a) universalità, (b) essenzialità, (c) validità nel tempo, (d) completezza, (e) credibilità, (f) verità, (g) realizzabilità, (h) coerenza, (i) chiarezza, (j) esigibilità informale. Come rivelano taluni esempi, nelle vision si nasconde il rischio della formula utopica e vuota, della mancanza di un valore vincolante, della carente realizzazione pratica. Per dar vita ad una vision occorre spesso avviare un ampio processo di sviluppo dell’organizzazione e del personale. 153 Nuova gestione dei servizi sociali Vision dei servizi sociali (esempio)17 (2) • Orientamento al miglioramento dell’ambiente di vita e globalità delle forme di offerta • Prevenzione piuttosto che intervento • Sostegno per l’autoaiuto piuttosto che costante dipendenza • Libertà di fruizione piuttosto che assistenza imposta • Forme decentrate di offerta integrata • Qualità delle prestazioni grazie alla professionalità • Efficacia ed efficienza delle prestazioni Contracts La definizione di obiettivi è un presupposto indispensabile per strutture decentrate dottate di responsabilità autonoma e per una gestione che punta al risultato. Gli elementi caratteristici degli obiettivi misurabili si individuano nel contenuto, nella portata, nella durata, nelle condizioni accessorie, nelle competenze, nelle risorse, come pure nella misurabilità e nella raggiungibilità. Gli elementi costitutivi dei contracts sono: (a) il/i partner, (b) l’oggetto, (c) la natura dei prodotti, (d) la quantità di prodotti, (e) la qualità dei prodotti, (f) l’orizzonte temporale, (g) i costi, (h) le risorse, (i) il reporting. (3) Reporting L’immagine che segue illustra un reporting complesso, sull’esempio del comune di Berlino. 17 Tipo di reporting Destinatari Quadro temporale Contenuti principali Reporting sui centri di responsabilità Direzione dei centri di risultati e di Rapporto mensile standard Dati di costo (costi dei singoli centri di responsabilità /budget per il singolo Quelli qui illustrati sono i principi ispiratori del modello dei servizi sociali di Schwerte, elaborati nel periodo primavera – fine 1995 da un gruppo di lavoro comune costituito dai vari enti responsabili e approvato nel gennaio 1996 dal Consiglio comunale. 154 Nuova gestione dei servizi sociali responsabilità (4) centro di responsabilità Reporting dei centri di risultati e di responsabilità Direzione dei centri di risultati e di responsabilità Rapporto mensile standard Dati di costo/ budget per il centro di responsabilità quale somma di tutti i prodotti e di tutti i costi Reporting per funzione o reparto settoriale Direzione di reparto Rapporto mensile standard Dati di costo/budget per i singoli centri di responsabilità interni ad un reparto (suddivisi in base alla massima varianza tra valore reale e valore teorico) e prospetto dei dati cumulativi dell’intero reparto Reporting per amministrazio ne distrettuale /regionale BVV, Presidenti distrettuali, Consiglieri comunali, Senato Rapporto mensile standard Dati di costo/budget per i singoli reparti all’interno di un distretto/regione (suddivisi in base alla massima varianza tra valore reale e valore teorico) e prospetto dei dati cumulativi dell’intero distretto/regione Reporting a livello di città di Berlino Senato, Parlamento Rapporto semestrale standard e ad hoc Dati di costo/budget per singoli distretti/regioni (suddivisi in base alla massima varianza tra valore reale e valore teorico) e prospetto dei dati cumulativi per l’intera città di Berlino Calcolo dei costi delle prestazioni Nel calcolo dei costi delle prestazioni si distingue tra tipi di costo, centri di responsabilità ed unità di prestazioni. L’evidenziazione dei tipi di costo serve a chiarire quali costi - ed in quale entità - vengono sostenuti dall’amministrazione pubblica (si considerano anche gli ammortamenti figurativi, gli interessi, le locazioni). Col calcolo per centri di responsabilità si vuole individuare il luogo che determina i costi (reparti, uffici) e con il calcolo per unità di prestazione assegnare i costi alle rispettive prestazioni (prodotti). 155 Nuova gestione dei servizi sociali (5) Budgeting L’immagine che segue illustra schematicamente un sistema di budgeting outputoriented, sull’esempio delle amministrazioni regionali di Berlino. Sistema di budgeting delle amministrazioni regionali Fase 1 Budgeting in base al prodotto Fase 2 Trasferimenti Budgeting in base al prodotto Investimenti Spese di coordinamento Grandi reinvestimenti Figura 10: Sistema di budgeting dell’amministrazione regionale (6) Prodotti I prodotti sono il presupposto di un sistema di gestione decentralizzato che punta al risultato. I prodotti si descrivono in base alle seguenti caratteristiche: (a) denominazione del prodotto, (b) gruppo e settore di prodotti, (c) responsabilità, (d) descrizione sintetica, (e) base dell’incarico, (f) gruppo target, (g) obiettivi, (h) obiettivi di qualità, (i) finalità, (j) dati economico-finanziari, (k) indici caratteristici per un controlling operativo (indicatori di qualità). (7) Quality Management Esempi di obiettivi di un Quality Management nei servizi sociali sono: (a) partecipazione della collettività ai costi dell’assistenza ai minori, (b) interiorizzazione degli effetti di socializzazione, di educazione e di formazione positiva, (c) parità di opportunità iniziali per i minori, (d) parità di opportunità tra uomo e donna. L’individuazione di standard di qualità si opera per esempio sulla base della qualificazione e degli attestati di salute del personale assistente, delle prescrizioni igieniche, delle caratteristiche dei locali, degli orari di apertura, eccetera. 156 Nuova gestione dei servizi sociali 1.5 Risultati dei lavori di gruppo Alla fine del primo modulo è stato effettuato un lavoro di gruppo (Direttori dei servizi sociali, Segretari generali delle comunità comprensoriali e Ripartizione 24 – Servizio sociale) sulle possibilità e sui rischi connessi all’introduzione della nuova gestione nel lavoro sociale. I risultati sono riassunti qui di seguito. Risultati del Gruppo servizi sociali: Possibilità Rischi • Definizione precisa delle prestazioni (definizione della gamma di offerta) • Il sistema non è sempre compatibile con le esigenze del richiedente • Possibile quantificazione • Il sistema non considera la complessità della situazione di assistenza • Individuazione di standard di qualità • Difficoltà di una valutazione globale • Costi e loro ottimizzazione • Aumenta l’attenzione sul risultato e la spinta concorrenziale • Fissazione della tariffa • Paura di controlli fra (attenzione sul risultato) • Promozione della specializzazione • Agevolazione della pianificazione delle risorse • Budgeting il personale Risultati della Ripartizione 24 – Servizio sociale: Possibilità Rischi • Organizzazione output-oriented • Liberalizzazione • Considerazione dei bisogni • Sviluppo di una mentalità economicistica • Flessibilità (agire e non reagire, cioè essere al passo coi tempi e non starci dietro a stento) • Perdita di qualità nei servizi • Costi/benefici • Prestazioni non omogenee • Trasparenza • Riduzione della sicurezza sociale • Gestione • Management caotico 157 Nuova gestione dei servizi sociali • Chiarezza dei ruoli • Miglioramento della motivazione del personale • Legittimazione politica di interessi economici (per esempio gli immigrati non avrebbero alcuna possibilità, in quanto minoranze) Risultati del Gruppo dei Segretari generali: Possibilità Rischi • Risparmio sui costi con possibilità di ridistribuzione delle risorse • Limitazione delle prestazioni sociali • Impiego efficiente del personale • Problema della legislazione rigida nella gestione del personale • Interventi più rapidi • Riduzione della qualità (nell’ottica del fruitore delle prestazioni) • Miglioramento della qualità • Rischio di concorrenza sleale • Trasparenza • Posizione di potere dei manager • Concorrenzialità • Principi sociali • Definizione delle prestazioni • Rapporti col comune • Orientamento verso il cliente • Concetti di management: valutare con cautela • Definizione degli obiettivi: • Maggiore motivazione • Controlli • Correzioni Ulteriori interrogativi erano quelli sugli obiettivi della riforma (dove vogliamo arrivare?), sulla loro motivazione (perché vogliamo arrivarci?) e sui percorsi per raggiungere l’obiettivo (come ci arriviamo – primo passo?). Risultati del Gruppo dei Segretari generali: Dove? • Ente di diritto pubblico che adotta i principi gestionali dell’impresa 158 Nuova gestione dei servizi sociali Perché? • Garanzia di prestazioni sociali di elevato standard di qualitá • Garanzia di prestazioni sociali senza massimizzare i profitti • Raggiungimento dell’omogeneizzazione in un sistema integrato • Il trasferimento delle competenze sui servizi sociali ai comuni comporterebbe: Vicinanza al cittadino Orientamento verso il cliente Controllo Responsabilità Trasparenza - Come? • Volontà politica • Legge trasferimento, obiettivo: accordo tra organi politici e tecnostruttura dell’amministrazione pubblica • Standard di prestazioni • Servizi valutabili oggettivamente Come? • • - Migliori strumenti di gestione: Personale Raffronto di costi Caratteristiche di qualità Budget proprio del settore sociale: Settori di costo Impiego efficiente delle risorse (strutture, personale, prestazioni sociali) Risultati del Gruppo servizi sociali: Dove? • Non tanto riduzione dei costi quanto incremento della qualità (mantenimento degli standard) • Obiettivo: azienda di servizi moderna, che da ai problemi sociali una risposta corretta e al passo coi tempi Perché? 159 Nuova gestione dei servizi sociali • Motivazione: ”perché è il nostro compito e la nostra legittimazione / ragione di vita)“ Come? • Fissazione delle idee di fondo in una vision (domanda: anche partecipazione dei cittadini?) • Descrizione dei prodotti (classificazione e descrizione dei singoli prodotti) • Coordinamento centrale (Ripartizione) • Obiettivo: unitarietà • Partecipazione di diversi protagonisti: cittadini, personale, gruppi di interesse, organi politici • Calcolo dei costi per centri di responsabilità (macrodefinizione dei centri di responsabilità) • Graduale predisposizione di definizioni degli obiettivi verso l’alto (Giunta, Presidente) e verso il basso (responsabile di struttura o di distretto), concentrandosi sui seguenti contenuti: Quali prodotti? In quale forma? In quanto tempo? All’interno di budget prefissati - Risultati della Ripartizione 24 – Servizio sociale: Dove? • Quota pro capite direttamente nelle casse dei comuni, che finanziano poi le comunità comprensoriali • Anche la Ripartizione 24 dovrà riorganizzarsi in base al nuovo progetto di gestione Perché? • Sistema semplice e trasparente • Servizi meglio modulate sul fabbisogno • Livello di prestazioni omogeneo: Definizione contenutistica del livello delle prestazioni (un determinato contenuto dovrebbe essere prefissato dalla Provincia, altrimenti non ci sarebbe tutela giuridica, eccetera) Sulla precisione dei contenuti vedi workshop sulla vision L’operatività di queste preindicazioni di contenuto, assieme alle finanze, dovrebbe rappresentare le condizioni quadro per le descrizioni dei prodotti Tutela del cittadino grazie alla certezza del diritto - • 160 Nuova gestione dei servizi sociali Come? • Abbandono della concreta erogazione delle prestazioni (oggi la situazione è transitoria, con l’amministrazione provinciale che si rivolge direttamente ad enti privati, per esempio per le prestazioni di trasporto: un sistema che va abbandonato) • Preindicazione degli obiettivi • Finanziamenti vincolati al raggiungimento degli obiettivi (assegnazioni finalizzate) • Budget ad hoc per il settore sociale: Settori di costo Impiego efficiente delle risorse (strutture, personale, prestazioni sociali) - 2. Calcolo dei costi delle prestazioni (controllo di gestione) 2.1 Fondamenti del calcolo dei costi delle prestazioni Nell’ambito della nuova gestione dei servizi sociali i costi rappresentano un elemento centrale. Essi fanno sempre riferimento alle prestazioni. L’individuazione dei costi delle prestazioni è il compito primario del calcolo dei costi delle prestazioni, inteso come modello descrittivo. Facendo un passo più in là si può tener conto anche della qualità e degli effetti delle prestazioni. Il calcolo dei costi delle prestazioni, quale elemento integrante di qualsiasi modello di contabilità (sia nel settore privato sia nel settore pubblico), punta all’efficienza, nel caso in questione all’erogazione delle prestazioni sociali ai costi minori possibili. L’efficienza è nel contempo anche un requisito fondamentale dei servizi sociali, come confermato dal decreto legislativo 77/1995. Gli obiettivi del calcolo dei costi delle prestazioni per i servizi sociali possono essere elencati come di seguito: • Creazione di trasparenza nelle prestazioni dei servizi sociali • Creazione di trasparenza nei costi dei servizi sociali • Miglioramento della coscienza dei costi (senza una trasparenza dei costi non c’è coscienza dei costi!) • Interiorizzazione del concetto di responsabilità sui costi da parte del personale dirigente dei servizi sociali (senza una coscienza dei costi non c’è responsabilità sui costi!) 161 Nuova gestione dei servizi sociali Campi di applicazione del calcolo dei costi delle prestazioni sono: • Controllo dell’efficienza • Predisposizione del bilancio di previsione (budgeting) • Calcolo dei prezzi, delle tariffe e dei ticket • Calcolo preventivo e consuntivo dei costi delle leggi e politiche pubbliche I destinatari del calcolo dei costi delle prestazioni sono, accanto agli organi politici e ai cittadini, i seguenti uffici e i corrispettivi dirigenti: • Direzione dei servizi sociali (trasparenza dei costi-coscienza dei costi-responsabilità dei costi, verifica dell’efficienza, raffronto delle strutture di costo dei singoli servizi sociali) • Segreteria generale delle comunità comprensoriali (verifica dell’efficienza) • Dirigenti della Ripartizione 24 - Servizio sociale (verifica dell’efficienza, raffronto delle strutture di costo dei singoli servizi sociali, costi successivi delle normative di legge) Nell’economia aziendale si parla di ”costi“ quando l’attività pubblica si può descrivere con le seguenti caratteristiche: • Consumo di fattori produttivi • Riferimento alla prestazione • Valutazione del consumo dei fattori produttivi Un modello di calcolo dei costi delle prestazioni si configura come segue: Contabilità Altre fonti CALCOLO PER TIPI DI COSTO CALCOLO PER CENTRI DI RESPONSABILITÁ CALCOLO PER UNITÁ DI PRESTAZIONI „Quali costi si sono prodotti in un periodo?“ “In quali settori dell’organizzazione si producono i costi?” “Per quali prestazioni si producono i costi?” REPORTING / VALUTAZIONE / CONTROLLING Figura 11: Modello di calcolo dei costi delle prestazioni 162 Nuova gestione dei servizi sociali 2.2 Calcolo dei costi delle prestazioni nell’amministrazione provinciale di Bolzano-Alto Adige18 (1) (2) 18 Situazione di partenza • 10.691 miliardi di spese complessive (consolidate) degli enti pubblici in Alto Adige • 5.505 miliardi da parte degli enti locali, 2.280 miliardi da parte dell’amministrazione provinciale, 123 miliardi da parte delle comunità comprensoriali • 415 miliardi di spese per i servizi sociali da parte degli enti locali (84 miliardi dai comuni, 76 miliardi da parte di enti assistenziali quali case di riposo ecc., 180 miliardi da parte dell’amministrazione provinciale per il personale, pensioni di invalidità, contributi vari ecc. e 74 miliardi da parte delle comunità comprensoriali) Motivi del calcolo dei costi delle prestazioni • Approfondimento del confronto politico e sua analisi documentata • Riduzione dei finanziamenti (attualmente non riguardano l’Alto Adige; ove si introducessero, occorrerebbe evitare tagli forfettari) • Dibattito sulla privatizzazione, per poter affrontare meglio la comune critica che un’erogazione da parte di privati sarebbe comunque più conveniente • Verso una gestione imprenditoriale (perché la nostra prestazione è più costosa? Perché viene offerta una qualità migliore? E questa qualità migliore occorre che venga offerta?) • Motivazione propria dei rispettivi dirigenti, attraverso una migliore conoscenza della struttura • Gestione in trasparenza (evidenziazione dei costi della prestazione) Aberer/Fasoli: relazione, tenuta il 4 giugno 1998. Accanto all’amministrazione provinciale dell’Alto Adige, per esempio anche quella del Vorarlberg si occupa a fondo della tematica del calcolo dei costi delle prestazioni. Il compito di gestire sul piano organizzativo il calcolo dei costi delle prestazioni in seno all’amministrazione provinciale spetta all’ASTAT. 163 Nuova gestione dei servizi sociali (3) Situazione attuale Sulla situazione attuale si può dire che l’attuale sistema contabile (entrate/spese) non è adatto all’effettuazione di un calcolo dei costi delle prestazioni. Attualmente ci si attiva come segue: (4) (5) 19 • Predisposizione di una classificazione dei prodotti • Codifica dei tipi di costo da parte degli uffici • Assegnazione da parte dell’ASTAT19 • Individuazione dei costi delle prestazioni della singola ripartizione fino a fine 1998 • Effettuazione del calcolo per tipi di costo e per centri di responsabilità da parte dell’ASTAT • Effettuazione del calcolo per unità di prestazione da parte della ripartizione stessa • Il gruppo di lavoro sta elaborando un modello di calcolo dei costi, oltre ad inoltrare informazioni e a standardizzare l’acquisizione delle informazioni Basi della classificazione delle prestazioni • D.P.G.P. 25 giugno 1996, n. 21 • Analisi degli incarichi e dei costi • Relazione sull’attività Obiettivi e metodologie • Creazione di un sistema informativo di direzione con programmazione e gestione decentralizzata in loco • Gestione delle prestazioni pubbliche (analisi delle prestazioni, obiettivo: pacchetti di prestazioni/prodotti pubblici) • Le ripartizioni quali unità di riferimento (attualmente 39 ripartizioni con organici variabili da 30 a 300 persone, 220 uffici e 11 dipartimenti in seno all’amministrazione provinciale) • Rilevamento delle prestazioni delle ripartizioni ASTAT é l’Istituto provinciale di statistica della Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige. 164 Nuova gestione dei servizi sociali Si cerca di conservare nei limiti del possibile il sistema esistente e di introdurvi il calcolo dei costi delle prestazioni (eventualmente anche partendo dal calcolo delle entrate e delle spese, per evitare la partita doppia). (6) (7) Campi di impiego • Controllo dell’efficienza (costi per unità di prestazione) • Budgeting (attualmente il bilancio di previsione è di tipo input-oriented) • Calcolo preventivo e consuntivo dei costi delle leggi e politiche pubbliche • Calcolo dei prezzi, delle tariffe e dei rimborsi dei costi sostenuti Destinatari • Giunta provinciale • Assessore provinciale • Direttore di dipartimento • Direttore di ripartizione • Direttore d’ufficio • Consiglio provinciale e collettività (esterni) In sintesi, si può dire quanto segue: è possibile parlare di calcolo dei costi se sono prese in considerazione anche le prestazioni. In base al calcolo dei costi, i costi derivano dalle spese come da bilancio di previsione (di competenza dell’esercizio) meno gli investimenti (che sono sostituiti da costi figurativi) meno trasferimenti (non riferiti a prestazioni) più i costi figurativi. Per l’amministrazione provinciale si ottiene così, in presenza di un volume di spesa di 6.000 miliardi, un volume di costo pari a 2.000 miliardi. Nel calcolo per tipi di costo si affronta la questione di quali costi sono stati presentati, nel calcolo per centri di responsabilità quella del luogo, ossia dell’unità organizzativa in cui essi si sono presentati e nel calcolo per unità di prestazione quella del costo della prestazione. I costi per il personale vengono attribuiti direttamente ai singoli uffici (un problema deriva tuttavia dalle spese telefoniche e postali). Centri di responsabilità intermedi erogano prestazioni interne all’azienda pubblica (costi secondari): per esempio l’Ufficio informatica statistica lavora esclusivamente per la Statistica, e quindi si prende quale parametro di ripartizione il numero di dipendenti che effettivamente operano presso la Statistica. Ad ogni modo si cerca di migliorare continuamente il criterio di ripartizione. I 165 Nuova gestione dei servizi sociali costi diretti (per esempio quelli degli intervistatori) vengono fatti rientrare nel calcolo per centri di responsabilità, assegnandoli direttamente alle unità di prestazioni. Si distingue tra ore produttive e ore amministrative Esempio dell’Ufficio statistica economica: 20.359 ore produttive (93,8%), 1.351 ore amministrative (6,2%) fanno assieme 21.710 ore (100%). Risultato dell’Ufficio statistica economica: Costo orario = Totale costi finali/Totale ore produttive = 80.000 Lire, cioè nell’Ufficio statistica economica un’ora produttiva costa circa 80.000 Lire. Calcolando il rapporto Totale costi finali/Totale ore complessive si otterrebbe il costo orario, che tuttavia non ci dice se si è lavorato produttivamente o meno. Per “prestazione” si intende il risultato di un processo lavorativo volto a realizzare un prodotto o ad erogare un servizio (per l’ente o per esterni). Le prestazioni vengono qui limitate a prestazioni principali (cinque), considerando cioè quelle che richiedono almeno il 10% del volume di lavoro complessivo dell’unità organizzativa e che hanno natura di prestazioni finali (fanno eccezione singoli progetti che rientrano tra le prestazioni di base per il loro particolare impegno in termini di lavoro). Un problema può derivare dal fatto che spesso una prestazione si ritrova più volte all’interno di un’unità organizzativa (tuttavia essa deve comparire un’unica volta all’interno di una ripartizione). Ogni prestazione è assegnata prioritariamente ad un’unità organizzativa. Costi comuni sono definiti quelli strutturali. Il costo della prestazione deriva dai costi diretti (costi materiali e costi per prestazioni esterne) più i costi comuni (ore di produzione x costo orario). I costi diretti costituiscono il fattore variabile. Vanno esaminati tutti i tipi di costo relativi ad un centro di responsabilità, distinguendoli tra costi diretti e costi comuni. Presupposto indispensabile è la definizione delle prestazioni e il conteggio (inizialmente calcolato anche secondo delle stime) orario da parte del personale a contatto diretto col pubblico. All’interno dell’ASTAT che svolge la maggior parte della sua attività attraverso un lavoro per progetti, vengono effettuati dei conteggi orari. L’introduzione del calcolo dei costi delle prestazioni comporta spese, in quanto occorre adeguare la contabilità alla nuova situazione (informazioni sui costi con riferimento alle prestazioni). La definizione delle prestazioni è di attuazione relativamente semplice. Queste vanno poi raffrontate ai costi. Ci sono qui due possibilità: (1) Definizione delle prestazioni e individuazione dei costi in forma di calcolo una tantum che consente di iniziare subito, senza dover aspettare la conversione del sistema informativo (2) Considerazione sull’opportunità di realizzare un sistema informativo automatizzato. 166 Nuova gestione dei servizi sociali Convertendo la contabilità attuale alla partita doppia (Doppik), si può avviare immediatamente il nuovo sistema. 2.3 Considerazioni del Consorzio dei Comuni dell’Alto Adige20 Il consorzio ha avviato un sistema di contabilità automatizzata nel 1983. La situazione attuale può essere così riassunta: • E’ stato predisposto uno schema di bilancio. • Sono state create linee ISDN con tutti i comuni e le comunità comprensoriali. • A livello di anagrafe si effettua un updating ogni due mesi. • I comuni e le comunità comprensoriali dispongono di un programma di contabilità. • E’ già stata ordinata la nuova versione del programma (il passaggio al nuovo sistema sarà disposto con decreto del Presidente della Giunta regionale). La nuova versione del programma ASCOT offre le seguenti possibilità: • Elaborazione di varie statistiche a livello di capitolo di spesa (l’unità di dettaglio sulla quale si può disporre di mezzi finanziari). • Classificazione dei singoli movimenti. In conclusione di quanto esposto si formulano le seguenti proposte: • Nomina di un Direttore di progetto per l’approfondimento della tematica esposta da parte del consorzio dei comuni. • Predisposizione di un sistema per il calcolo automatico degli ammortamenti eccetera, per consentire l’implementazione senza bisogno di ulteriore personale. • Standardizzazione delle codifiche e configurazione del sistema come sistema informativo di direzione facilmente consultabile. 2.4 Studio ”Gestione product-oriented dell’assistenza giovanile“21 Con la gestione product-oriented si intende commisurare la programmazione, l’attuazione ed il controllo dell’attività di gestione ai risultati previsti e a quelli effettivamente raggiunti. Si pongono qui i seguenti interrogativi gestionali: • 20 21 Quali sono gli obiettivi e le funzioni strategiche? Per il consorzio dei comuni dell’Alto Adige – rappresentanza degli interessi degli comuni dell’Alto Adige - erano presenti Benedikt Galler e Alfred Profanter. Sintesi del rapporto Nr. 9/1994 del KGSt intitolato: „Gestione product-oriented dell’assistenza giovanile“. 167 Nuova gestione dei servizi sociali • Chi è il gruppo target? • Stiamo offrendo la prestazione giusta? • La quantità di prestazioni è quella giusta? • La qualità di prestazioni è quella giusta? • Quali sono i costi di erogazione della prestazione? • Le prestazioni sono erogate in modo affidabile ed efficiente? • Le prestazioni raggiungono l’obiettivo prefissato? • Si può venir incontro ancora meglio alle aspettative dei cittadini? • L’erogazione delle prestazioni è abbastanza flessibile? • Si sfruttano e promuovono in maniera adeguata le capacità e il senso di responsabilità del personale? Gli obiettivi della gestione product-oriented sono i seguenti: • Creazione di trasparenza nei confronti dei cittadini, degli organi politici e della tecnostruttura dell’amministrazione pubblica • Valutazione del grado di adempimento del compito e della produttività • Decisione adeguata sulla quantità di risorse necessarie • Predisposizione di una base di autovalutazione per il personale Il seguente esempio, riferito all’assistenza giovanile, rivela come all’atto pratico non si sia tenuto sufficiente conto degli anzidetti requisiti gestionali: Esempio di programmazione dell’assistenza giovanile: Per l’educazione residenziale si individuano i seguenti dati: numero di utenti residenziali, rispetto alla parte di coloro che vivono fuori casa, rispetto alla popolazione della stessa età, grado di utilizzo degli istituti, dotazione di personale, spese, entrate, fabbisogno di contributi e investimenti. Le correlazioni principali per una gestione product-oriented, sono riportate nell’immagine che segue: Obiettivo Funzioni Personale Prestazione/ Prodotto Costi Procedure Unità organizzative Organizzazione 168 Articolo di bilancio Finanze Nuova gestione dei servizi sociali Figura 12: Modello di informazione della gestione product-oriented Attraverso i concetti centrali di prestazione e prodotto, si legano assieme tutte le informazioni essenziali. Per “prestazione” si intende: il risultato del lavoro di un settore o di un ufficio prodotto per lo svolgimento di una funzione e per il quale esiste un fabbisogno richiesto esternamente all’ente. Per raggiungere l’obiettivo di realizzare un sistema di informazione a struttura piramidale, si è raccomandata la definizione di categorie sovraordinate al prodotto, quelle dei gruppi di prodotti e dei settori di prodotti. Quale punto di riferimento generale per la definizione dei prodotti si è scelto il livello di informazione della direzione dipartimentale o d’ufficio, chiedendosi con quale grado di differenziazione devono essere informati di routine delle prestazioni del loro settore i responsabili a livello dipartimentale o di ufficio. Settore di prodotti (per es. assistenza diurna ai minori) Gruppo di prodotti (per es. posti in strutture diurni per bambini in età scolare) Direzione dipartimentale o di ufficio Prodotti (Posti di doposcuola posti di doposcuola in gruppi di età mista ecc.) Prestazioni Figura 13: Piramide dell’informazione Nello sviluppare l’informazione si è proceduto dall’alto verso il basso. Il punto di partenza è stato la seguente domanda: in base a quale criterio vanno distinte, in una prima fase, le prestazioni dell’assistenza giovanile, se si vuole elaborare un quadro d’insieme? I possibili spunti sono risultati i seguenti: • Distinzione per età dei giovani destinatari delle prestazioni; • Distinzione per tipologie di prestazione richiesta dei giovani e dalle loro famiglie in funzione della loro situazione di vita e dal loro fabbisogno di supporto 169 Nuova gestione dei servizi sociali Partendo dalla constatazione che gran parte delle amministrazioni comunali orienta le sue prestazioni innanzitutto alle situazioni di vita e quindi al fabbisogno di supporto che tipicamente ne deriva, si è deciso di distinguere tra i seguenti settori di prodotti: • Assistenza diurna ai minori • Supporto generale ai giovani e alle loro famiglie • Supporto ‘integrativo della famiglia’ ai giovani e alle relative famiglie in particolari situazioni di disagio • Supporto ‘sostitutivo della famiglia’ ai giovani e alle relative famiglie in particolari situazioni di disagio Per individuare il gruppo di prodotto ed i relativi prodotti, si è quindi ripetuta per ciascun settore di prodotti la stessa domanda. Inoltre, si è concordato che, nei limiti del possibile, ciascun settore di prodotti non presenti più di cinque gruppi di prodotti e ciascun gruppo di prodotti non più di cinque prodotti. Il diagramma che segue illustra, in sintesi, gli elementi descrittivi raccomandati per i prodotti dal KGSt (Kommunale Gemeinschaftsstelle in Köln). Gruppo di prodotto Denominazione Settore di prodotto Responsabilità Descrizione sintetica Base dell’incarico Gruppo target Prodotto Quantità della prestazione Obiettivi Finanze, budget Illustrazione Quantità, qualità Raggiungimento degli obiettivi Iscrizione al bilancio Figura 14: Elementi descrittivi per i prodotti 2.5 Risultati del lavoro di gruppo Alla fine del secondo modulo i vari gruppi sono stati invitati (Segretari generali, Direttori dei servizi sociali e Ripartizione 24) a concretizzare dal loro punto di vista i requisiti della 170 Nuova gestione dei servizi sociali contabilità e del calcolo dei costi delle prestazioni ed a formulare le loro idee sull’attuazione. Qui di seguito si riportano, in sintesi, i risultati del lavoro di gruppo: Risultati del Gruppo di lavoro servizi sociali: • Contabilità quale specchio dei costi delle prestazioni nei singoli servizi (unità organizzative) • Migliore gestione della contabilità, da perseguirsi con una riduzione dei numero di capitoli • Contabilità output-oriented • Contabilità quale strumento di gestione Standardizzazione delle prestazioni Predisposizione della classificazione delle prestazioni (workshop uffici provinciali – comprensori) • Attuazione pratica: C’è la possibilità di raccordo con il SIPSA Prevenzione di doppioni nella raccolta dei dati Interfacce chiare Non inventare diversi programmi, ma individuare le interfacce Risultati della Ripartizione 24 – Servizio sociale: • • - Obiettivi: Definizione unitaria delle prestazioni e dei gruppi Struttura di bilancio unitaria Centri di responsabilità omogenei Tipi di costo omogenei Disponibilità delle informazioni per il livello provinciale (ASTAT, Rip. 24, consorzio dei comuni) Strumentario informatico unitario (per tutte le comunità comprensoriali) Semplicità d’uso Attuazione pratica: Gruppi progetto Responsabili: comune, comunità comprensoriale, enti convenzionati Consorzio dei comuni 171 Nuova gestione dei servizi sociali - Provincia/Rip. 24, Rip. 7 Informatica Alto Adige S.p.A. Eventuali consulenti Sviluppo delle risorse del personale Risultati del Gruppo Segretari generali: • • - Obiettivi: Integrazione di tutti i servizi in un programma di contabilità leggibile, che si basi su normative regionali Valutazione dei costi complessivi dei singoli servizi, delle diverse prestazioni per l’assegnazione del bilancio, nonché relativo controllo compensazione inclusa Attuazione pratica (metodologia): Predisposizione della classificazione delle prestazioni – standard per tutti i comprensori (Direttori dei servizi sociali e coordinamento della Provincia) Modulistica standardizzata Ripartizione/classificazione delle descrizioni delle prestazioni (contabilità – consorzio dei comuni) Centri di responsabilità Adeguamento dei regolamenti (regolamento sulla contabilità e regolamento sui contratti) Definizione delle competenze del gruppo di lavoro e calendario dei lavori vincolante Attuazione del calendario per il programma informatico (analisi e programmazione) Fase pilota, aggiornamento e implementazione sul territorio Definizione delle caratteristiche di qualità per la valutazione del personale 3. Quality Management La descrizione della qualità delle prestazioni sociali costituisce un elemento essenziale del sistema nuova gestione dei servizi sociali. Nel settore pubblico la discussione sulla qualità prende, di norma, le mosse dall’impressione soggettiva che la qualità sia scadente. Presupposto per ogni discussione sulla qualità e la realizzazione di un sistema di Quality Management è la definizione di qualità. Occorre, cioè, fissare e consolidare sul piano 172 Nuova gestione dei servizi sociali organizzativo obiettivi di qualità che rappresentino degli standard. Il quadro normativo contribuisce in modo rilevante ad assicurare la qualità nel settore pubblico, questo si traduce nell’ordinata attuazione delle norme fissate dal legislatore. Gli obiettivi di qualità possono prefigurare anche un miglioramento della qualità (per esempio una maggior soddisfazione della clientela). Presupposto indispensabile è, tuttavia la misurazione del grado di raggiungimento dell’obiettivo. A questo scopo si possono utilizzare strumenti di rilevazione oggettivi (per es. durata del processo tra la presentazione della domanda e l’erogazione del contributo) e soggettivi (centrati cioè sull’atteggiamento o sul grado di soddisfazione). Il diagramma che segue illustra, in sintesi, l’interazione degli elementi suindicati in un sistema di Quality Management. Definizione di standard e obiettivi di qualità Miglioramento della qualità Assicurazione della qualità Realizzazione di un sistema di Quality Management Figura 15: Elementi di un sistema di Quality Management La qualità può riferirsi sempre a diversi livelli del processo di erogazione di una prestazione pubblica. Si possono, in questo contesto, distinguere i seguenti livelli di qualità: (1) Qualità dell’input, strutturale o potenziale • Struttura e livello di qualificazione del personale (formazione) • Struttura organizzativa • Infrastruttura tecnica 173 Nuova gestione dei servizi sociali • (2) (3) (4) Spazi disponibili (stanze singole o doppie) Qualità del rapporto (modalità di comunicazione) • Possibilità di accesso da parte del cliente • Cortesia del personale Qualità del processo • Nelle prestazioni sociali il fruitore è spesso coproduttore • La collaborazione del fruitore influenza il risultato in modo rilevante • Per l’individuazione della qualità del processo è necessario servirsi di discipline specifiche (per es. management del singolo caso: diagnosticare il caso di assistenza, elaborare il piano di trattamento, produrre la documentazione ecc.) Qualità del risultato • Outcome o effetto (qualità dell’effetto) • Valutabile in maniera soggettiva o oggettiva (per es. rapido rientro del minore in famiglia) Nel diagramma che segue, sono sinteticamente illustrati alcuni percorsi di miglioramento della qualità nell’amministrazione pubblica. 174 Nuova gestione dei servizi sociali Circoli di qualità Orientamento verso il prodotto Approcci marketing-oriented Carta dei servizi One stop agency Partecipazione dei cittadini Percorsi di miglioramento della QUALITÀ ISO 9000 e norme successive Total Quality Management Internet Premi di qualità nell‘amministrazione Figura 16: Percorsi di miglioramento della qualità nell’amministrazione pubblica (1) (2) Circoli di qualità • Discussioni regolari in piccoli gruppi guidati da un moderatore, a partecipazione volontaria • Identificazione e analisi dei problemi del proprio campo di lavoro • Presentazione di soluzioni con l’obiettivo di un’attuazione prioritaria con partecipazione degli interessati • Modo più semplice di accedere alla discussione sulla qualità e punto di riferimento per la definizione, il consolidamento e il miglioramento della qualità • Possibilità di discutere ogni tematica (per es. riduzione dei tempi di attesa per i clienti) Approcci marketing-oriented • Misurazione della qualità dei servizi (considerazioni sulle modalità di attuazione, valutazione di metodi sociologici ecc.) 175 Nuova gestione dei servizi sociali • Filosofia dell’orientamento verso il cliente (non bisogna parlare sempre di ”orientamento verso il cliente“, perché ciò può ingenerare malintesi; il termine ”orientamento verso l’utente“ è meno insidioso) • Management dei reclami per rispondere alla critica sul buon funzionamento di un’organizzazione Il seguente schema illustra, sull’esempio del settore sanitario, diversi spunti per una misurazione della qualità, differenziati a livelli qualitativi diversi e con possibilità di ponderazione dei livelli:22 Livello Ponderazione del livello Input 15 Processo Livello 22 25 Dimensioni • Grado di professionalità (14,8) • Organizzazione degli spazi in funzione delle esigenze degli ospiti (14,2) • Agibilità della struttura (14,2) • Personalizzazione degli spazi da parte degli ospiti (14,2) • Manutenzione della struttura (14,2) • Igiene della struttura (14,2) • Esistenza di sistemi per la gestione (14,2) • Soddisfazione del personale (12,5) • Logica orientata al risultato (12,5) • Gestione e sviluppo del personale (12,5) • Stile gestionale partecipativo (12,5) • Integrazione in rete della struttura (12,5) • Personalizzazione degli interventi (12,5) • Carattere aperto della struttura (12,5) • Gestione dei processi di accoglimento degli anziani (12,5) Ponderazione Dimensioni Laffi, Stefano: Relazione, tenuta il 15 settembre 1998. 176 Nuova gestione dei servizi sociali del livello Output Outcome 15 45 • Attività di riabilitazione fisica (16,0) • Attività di animazione (15,0) • Attività occupazionali/hobby (14,0) • Attività di integrazione con il mondo esterno (14,0) • Assistenza psicologica (14,0) • Attività culturali e creative (14,0) • Interventi sanitari (14,0) • Autonomia dell’ospite (51,0) • Autopercezione dello stato di salute da parte dell’ospite (49,0) La misurazione della soddisfazione dei clienti si può effettuare con tecniche sia dirette che indirette. Esempi di tecniche dirette sono interviste ”face-to-face“, interviste telefoniche, discussioni di gruppo, interviste postali, raccolte di consigli e stimoli, ecc.; tecniche indirette sono per esempio: interviste col personale preposto al contatto coi clienti nell’ambito di discussioni di gruppo, analisi dei reclami, ”Mistery shopping“. Da una prima analisi si può affermare che occorrerebbe innanzitutto segmentare la clientela: clientela diretta, clientela indiretta (per es. parenti), clientela potenziale (cioè coloro che usufruirebbero del servizio se ne fossero a conoscenza), clientela allargata eccetera. Altri criteri sono il sesso, l’età, lo stato di salute, la situazione economica ecc. I formulari a risposta libera restano, di norma, non compilati per l’80%. Si pone inoltre la questione delle aspettative della clientela. Una valutazione dell’importanza e della soddisfazione evidenzia le priorità di intervento. (3) ISO 9000 e norme successive • Sistema di assicurazione della qualità a 20 elementi • Filosofia della prevenzione degli errori • Particolare rilevanza nel settore dei beni materiali • Attualmente fortemente criticata dagli esperti • Domanda: in quale settore dei servizi sociali può avere un senso la norma ISO? 177 Nuova gestione dei servizi sociali Esempio: Certificazione ISO del Consorzio Sociale CONSIS S.c.a.r.l.23 Nel manuale di 43 pagine sul Quality Management (terza revisione dell’edizione 0 dell’8 luglio 1998) sono documentati la progettazione e l’offerta di servizi, il processo di erogazione del servizio e il processo di acquisto beni e servizi. Alla normativa non sono quindi subordinate le singole prestazioni offerte dalle varie associazioni, ma le attività di sviluppo e coordinamento effettuate congiuntamente. La politica per la qualità del CONSIS consiste p.e. nel miglioramento della soddisfazione sistema clienti (soci, committenti, utenti) con l’impiego di questionari e nel miglioramento dell’efficienza operativa del consorzio (per esempio col miglioramento della gestione delle paghe, espresso dalla percentuale delle paghe errate sul totale, col miglioramento del clima di lavoro mediante questionario soddisfazione dei collaboratori). L’esempio dell’Ente austriaco per i Sussidi allo studio evidenzia - nell’estratto dalla rivista Management Review, di seguito riportato - vari spunti per la definizione di obiettivi qualitativi sul modello dell’obiettivo ”Soddisfazione del cliente in relazione all’evasione della pratica“. La valutazione del raggiungimento degli obiettivi si effettua ogni anno. Con l’ISO 9001 si è introdotto quindi già un elemento di controlling. Criteri Indicatori Periodo attuale Teorico Rapidità di disbrigo Come giudica i tempi di disbrigo della pratica? Reale Commenti Interventi Periodo seguente Teorico rapidi e ragionevoli > 75% 23 Monfredini/Lazzarotto: relazione, tenuta il 14 settembre 1998. L’organizzazione riunisce varie società collegate operanti nel settore sociale (Lebenshilfe, Armonia, Imago, SOS, Città Azzurra, Gulliver, KVW, Ponte, BABYCOOP) e possiede il certificato n. 03269-98 UNI EN ISO 9001, rilasciato nel 1994 (scadenza: 17/07/2001) dalla Det Norske Veritas Italia S.r.l. Le singole associazioni offrono diverse prestazioni, che vanno dall’assistenza a domicilio ai portatori di handicap o anziani ai corsi di sicurezza stradale per i giovani. 178 Nuova gestione dei servizi sociali Tempo di assistenza Atmosfera Comprensibilità dei formulari Il tempo dedicatoLe dal suo assistente per la presentazione della domanda è stato: ... troppo Come Le è sembrata l’atmosfera durante la presentazione della domanda? tesa Come valuta i formulari? scarso < 10% < 10% di difficile comprensione < 10% (4) (5) Total Quality Management (TQM) • Modello di gestione • Obiettivo del miglioramento continuo della qualità a tutti i livelli • I riconoscimenti della qualità (es. EFQM) sono utili per introdurre il TQM • Il sistema è assai aperto a proiezioni Premi di qualità • Esempio: Premio di qualità Speyer (dal 1992 a intervalli di 2 anni) • La qualità diventa il concetto guida (efficienza, efficacia, considerazione del cittadino, potenzialità futura ecc.) • Quali principali criteri di un’amministrazione pubblica moderna si identificano: (a) capacità di apprendimento e di autosviluppo, (b) management delle strategie e delle risorse, (c) ridefinizione del rapporto tra organi politici e la tecnostruttura dell’amministrazione pubblica, (d) ottimizzazione delle strutture e delle procedure, (e) utilizzo della risorsa primaria ”personale“, (f) interventi di miglioramento dell’orientamento verso il cittadino/cliente, (g) cooperazione con 179 Nuova gestione dei servizi sociali enti eroganti/aziende esterne, (h) interventi di promozione della competizione, (i) utilizzo di moderne tecniche informatiche. (6) (7) (8) (9) Qualità attraverso Internet • Obiettivo: facile accesso ai servizi da parte del cittadino • Esempio help.gv.online dell’amministrazione federale austriaca (@mtshelfer online)24 • Orientamento verso situazioni concreti di vita • Possibilità di stampa di formulari Uffici civici/partecipazione dei cittadini • Idea: ”one stop agency“ come punto di riferimento per il cittadino • Partecipazione dei cittadini per coinvolgerli di più nei processi decisionali, in particolare con riferimento alla definizione delle prestazioni • L’idea della partecipazione dei cittadini è interessante anche nell’ottica in un’ottica democratica Carta dei servizi • Pubblicazione degli standard di qualità • Possibilità di reclamo • Cfr. la “Carta dei servizi” in Italia25 • Classificazione delle prestazioni dei servizi sociali quale punto di partenza Orientamento verso il prodotto • Definizione di prestazioni e considerazioni sulla qualità delle prestazioni • Le considerazioni possono formularsi all’interno di circoli di qualità Il tema ”qualità“ assume un peso rilevante anche nell’attuale Piano sociale26. 24 25 26 Cfr. http://www.help.gv.at/ Si veda la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994. Provincia autonoma di Bolzano, Piano sociale 1998-2000, Bolzano, 1998, pag. 90 segg. 180 Nuova gestione dei servizi sociali Introduzione di sistemi di Quality Management Assicurare e migliorare la qualità Sviluppo degli obiettivi di qualità Piano sociale e Quality Management Soddisfazione del fruitore delle prestazioni Collaborazione tra Provincia e Comunità comprensoriali DIN EN ISO 9000 e norme seguenti Figura 17: Piano sociale e Quality Management Concludendo, si può affermare che nell’amministrazione pubblica è problematico trasferire in maniera acritica il concetto di cliente. Mentre nel settore privato il cittadino è cliente a tutti gli effetti (utente pagante con libera scelta), ciò spesso non avviene nel settore pubblico. Sembra quindi opportuno parlare in questo caso di utenti, fruitori o destinatari di prestazioni. Nell’amministrazione pubblica esiste, infatti, spesso l’obbligo di fruire della prestazione, l’utente e l’acquirente (cioè il contribuente) non sono sempre la stessa persona e l’utente non paga sempre l’intero costo. Inoltre, con l’offerta pubblica delle prestazioni si persegue un effetto sociale. Non si tratta dell’utile individuale ma, per così dire, di un valore aggiunto pubblico (per es. conservazione del potenziale di resa lavorativa mediante prestazioni di tipo pubblico). 4. Controlling 4.1 Principi Il controlling è una forma di supporto alla direzione gestionale, per la gestione dell’efficacia (grado di raggiungimento della finalità), dell’efficienza (minimizzazione costo 181 Nuova gestione dei servizi sociali per output) e della sostenibilità finanziaria. A questo scopo, si mettono a disposizione dei vari livelli del sistema di gestione politico-dirigenziale diverse informazioni e metodi. Per controlling strategico si intende il supporto del sistema di gestione politicodirigenziale nella gestione dello sviluppo, del budgeting, dell’attuazione e della valutazione di programmi (funzioni) sociali. Questi ultimi comprendono tutti gli interventi sociopolitici volti a risolvere problemi della società. Per contro, il controlling operativo si concentra sulla gestione delle unità organizzative dei servizi sociali nelle varie fasi del processo di produzione e di attuazione politica. CONTROLLING NEI SERVIZI SOCIALI Controlling strategico = gestione dei programmi sociali Controlling operativo = gestione delle unità organizzative dell’amministrazione sociale Figura 18: Controlling nei servizi sociali Nell’ambito della nuova gestione è la prestazione a costituire lo spunto ed il nodo centrale della gestione operativa dei servizi sociali. In questo contesto è opportuno rinviare all’art. 9 della l.p. 11 novembre 1997 n. 1627, che rimanda alla gestione attraverso le prestazioni introducendo i concetti di costo e di tariffa. ”Gli enti gestori dei servizi sociali e gli enti pubblici e privati operanti nel settore determinano annualmente, in concomitanza con l' approvazione del bilancio preventivo, i costi relativi ai servizi ed attività fissati distintamente per prestazione o per unità giornaliera di frequenza. ... Le tariffe sono fissate dall' ente in relazione al costo e alla priorità programmatica dei singoli servizi, nonché alla capacità contributiva dell' utenza come disciplinata nel regolamento di esecuzione di cui all' articolo 728.“ 27 28 Questo articolo sostituisce l’art. 13 della l.p. 30 aprile 1991, n. 13. Esistono già dei primi tentativi di un regolamento attuativo che prenda in considerazione il „concorso ai costi“ come indicato all’art. 7 c. 2 della l.p. n. 13/1991: „Con regolamento di esecuzione anche delle leggi provinciali di settore, sono fissati criteri e modalità omogenei per il concorso nel pagamento delle prestazioni da parte degli assistiti e delle persone tenute al loro mantenimento o obbligate a prestare gli alimenti secondo le norme del codice civile. Il regolamento di esecuzione tiene conto: a) dell’obbligo al mantenimento o a prestare gli 182 Nuova gestione dei servizi sociali (Art. 9, cc. 1 e 4 della l.p. n. 16/1997) In sintesi, sulla discussione dei concetti di costo e tariffa si può dire quanto segue: • Secondo la teoria della gestione aziendale, i costi si possono definire quale ”consumo di fattori produttivi necessari alla prestazione“. • La tariffa (tariffa unitaria) è il contributo fissato per la prestazione (tariffa provinciale, tariffa comprensoriale?), che l’utente deve pagare di tasca propria29. La tariffa esercita un effetto ai fini della gestione nella misura in cui, in caso di tariffa fissata a livello provinciale, i vari enti vi si debbono orientare nello stabilire i loro costi. In presenza di dati di costo affidabili (rilevamento omogeneo), occorre riflettere sull’opportunità di adottare come tariffa il valore medio oppure il livello di costo più alto. Attualmente il sistema è configurato in modo da finanziare l’input (”viene premiato chi non risparmia“). Se il finanziamento è del tipo output-oriented, viene finanziata invece la prestazione. 29 alimenti di cui alle disposizioni del Codice Civile; b) delle condizioni economiche degli interessati; c) della rilevanza sociale delle prestazioni.“ Al comma 5 dell’art. 9 della l.p. n. 16/1997 si stabilisce che le tariffe non possono essere modificate con effetto retroattivo (cioè a partire dalla data della delibera). 183 Nuova gestione dei servizi sociali 4.2 Controlling nelle Gemeinnützige Werkstätten Köln GmbH (GWK)30 In vista dell’introduzione del controlling, nelle GWK si sono formulate innanzitutto le seguenti domande: • I dati della contabilità finanziaria possono essere attribuiti ai singoli centri di responsabilità (sottounità aziendali)? • I budgets verranno predisposti nei singoli settori di responsabilità (top-down o bottomup)? • Occorre sviluppare un sistema di controlling ad hoc o basta acquisirne uno già esistente? La situazione di partenza si presenta come segue: • Innanzitutto esiste un forte atteggiamento competitivo tra le varie sottounità aziendali (non c’è scambio di dati). • La legge federale sull’assistenza sociale (BSHG) non distingue tra erogazioni di prestazioni pubbliche o private. • Introduzione della ISO 9001 per assicurare il finanziamento. • Gli strumenti di controlling verranno sviluppati per ciascun settore, a seconda degli obiettivi e delle esigenze di questo. • L’obiettivo è uguale per tutti, ma la configurazione del sistema presenta grandi differenze (per es. diverse tabelle, sistemi informativi diversi). • L’introduzione dell’ISO 9001 ha fatto comprendere come sia necessaria una più stretta collaborazione tra i vari settori ed un’unificazione delle strutture Come illustra il diagramma che segue, il sistema di management delle GWK presenta tre componenti principali 30 Rockstroh, Ursula: relazione, tenuta il 16 ottobre 1998. Le “Gemeinnützige Werkstätten Köln GmbH” (laboratori protetti) impiegano complessivamente 1.000 persone con difficoltà di apprendimento, portatrici di handicap psichici o fisici, con diversi gradi e forme di invalidità . Il personale impiegato (Responsabili di gruppo ecc.) è di 340 unità. L’organizzazione è condotta da un Consiglio direttivo del quale fa parte l’ente erogatore (Landschaftsverband) ma anche singoli clienti (per es. la Ford). L’organizzazione dispone tra l’altro di 5 laboratori autonomi (Profit- & Cost-Centers) gestiti dai Responsabili di gruppo. Esiste un consiglio di azienda che rappresenta il personale e un consiglio di fabbrica che rappresenta i collaboratori-utenti. Inoltre è istituito anche, quale organo consultivo, un consiglio dei genitori. 184 Nuova gestione dei servizi sociali Management nelle Gemeinnützigen Werkstätten Köln GmbH Sistema di direzione gestionale Controlling QM a norma ISO 9001 Figura 19: Sistema di management nelle Gemeinnützige Werkstätten Köln GmbH (1) Sistema di direzione gestionale Direttive di direzione gestionale prefissate, gestione per obiettivi concordati (MbO) con programmazione e definizione degli obiettivi, nonché controllo del raggiungimento dei risultati, stile gestionale cooperativo. Le definizioni degli obiettivi riguardano sia il settore produttivo che quello sociale. In quest’ultimo l’obiettivo principale è quello dell’integrazione nel mercato del lavoro. Sub-obiettivi vengono individuati autonomamente (diagnosi di assistenza con raffronto situazione teorica/situazione reale) nel breve (fino a tre mesi), medio (fino a 6 mesi) e lungo termine (1-2 anni). Esiste un conflitto tra gli obiettivi sociali e quelli finanziari. Il sistema attuale (ciascun responsabile di gruppo attesta l’attività dei suoi collaboratori-utenti) ha prodotto maggior trasparenza (evidenziazione del periodo di assistenza effettivamente dedicato al collaboratore-utente). Nell’ambito del controlling, si esaminano le eventuali deviazioni dal piano prefissato (pressione della produzione, inadeguatezza del programma per i collaboratori-utenti ecc.). (2) Controlling Per “controlling” si intende il supporto alla gestione dell’azienda mediante informazioni. L’obiettivo è quello di supportare la dirigenza nelle sue decisioni, fornendo nel momento giusto alla persona giusta informazioni rilevanti, affidabili e comprensibili. A questo scopo i vari responsabili (anche responsabili di gruppo) 185 Nuova gestione dei servizi sociali devono raccogliere ed elaborare dati per il reporting, valutare analisi ed adottare provvedimenti di tipo gestionale. Strumenti del controlling sono: il calcolo dei costi, il budgeting e il reporting (chi è responsabile dei dati in un certo momento? Chi è il destinatario dei dati e dove vengono depositati questi ultimi?). Si predispongono indici caratteristici (per raffronti e per il controllo del risultato aziendale, per es. fatturato annuo dell’azienda per persona occupata) e raffronti situazione teorica/situazione reale. TEORICO REALE Introiti lordi 1 + contributi Introiti lordi 2 - Totale costi personale - Altre spese - affitti, energia, ammortamenti, altri costi - Costi complessivi Risultato aziendale prima della perequazione - Perequazione Risultato aziendale dopo la perequazione (3) Quality Management a norma ISO 9001 Introduzione (durata: 1 anno) con coinvolgimento del personale (nessun consulente esterno), informazione del personale (Università di Colonia) da parte di un rappresentante della Deutsche Gesellschaft zur Zertifizierung von Managementsystemen (DQS) e di un direttore di un’azienda già certificata. L’adeguamento degli strumenti è stato effettuato a cura dei responsabili di gruppo. Accanto alla necessità della certificazione ai fini del finanziamento, il motivo della certificazione va ricercato anche nelle richieste della clientela (per es. la Ford come cliente richiede la certificazione ISO). Il sistema QM è curato sul piano organizzativo da un Quality Manager (QM), dai relativi reparti (QMB) e da circoli di qualità (comprendenti il personale dipendente e i collaboratori-utenti) che hanno anche provveduto alla predisposizione dei manuali sulla qualità. 186 Nuova gestione dei servizi sociali L’esempio delle GWK evidenzia come il controlling sia senz’altro utilizzabile anche in campo sociale. Il controlling, quale mansione gestionale, viene attuato dallo stesso personale dirigente e si può agganciare anche al sistema di Quality Management previsto dalla ISO 9000 e norme successive. 5. Viaggio di studio 5.1 Il modello di Tilburg – Stato delle riforme ed esperienze31 Settima città olandese per dimensioni, con circa 184.000 abitanti e una superficie di 119 km2, Tilburg ha sul piano amministrativo un organico di 1.700 dipendenti. La pubblica amministrazione dell’Olanda, paese unitario, è ripartita su tre livelli (regno, province e comuni). Al livello centrale spettano i poteri legislativi come pure il finanziamento dei comuni. Nell’ambito della discussione sui nuovi sistemi gestionali, Tilburg col suo particolare modello (che da essa prende il nome) è divenuta, ormai, un concetto noto in special modo nel mondo dell’amministrazione pubblica tedesca. Operando sulle basi già esistenti, all’inizio del 1997 si è avviata una riorganizzazione con l’obiettivo di orientare la cultura amministrativa verso i seguenti principi centrali: • Qualità • Apprendimento • Value for money • Efficienza • Orientamento verso il cliente • Decentralizzazione La struttura politico-dirigenziale prima della riforma era denominata anche ”Sekretäriemodell” (modello Segreteria). La situazione iniziale era caratterizzata da una doppia struttura, cioè c’erano, per esempio, ingegneri sia presso la direzione/segreteria generale che nei servizi coinvolti in un progetto di infrastruttura viaria. Vi erano così sovrapposizioni nei compiti e nelle competenze, il che determinava numerosi problemi. Da 31 Aerts, Guido: Relazione, tenuta il 26 novembre 1998 a Tilburg. 187 Nuova gestione dei servizi sociali queste considerazioni, è nato appunto il ”Modello Tilburg”32, che presenta i seguenti elementi principali: (1) Management by objectives Sono gli organi politici (Consiglio e Collegio) a decidere sul ”cosa“, mentre la tecnostruttura dell’amministrazione pubblica (ovvero i suoi settori tecnici) stabilisce il ”come“. Il contract è il risultato di una trattativa tra il committente (che chiede una prestazione) e l’affidatario (che chiede le risorse). I contracts sono stipulati tra i vari livelli (organi politici e tecnostruttura della pubblica amministrazione, direzioni settoriali e reparti o settori specifici). (2) Struttura di gruppo I servizi preesistenti sono stati ridotti a 5-6, presentano tuttavia dimensioni maggiori nella nuova struttura (ciascuno con qualche centinaio di dipendenti). Ciascun servizio risponde autonomamente del progetto e della realizzazione. Prima il ”reparto creativo“ era la direzione/segreteria generale, mentre al servizio spettava solo l’aspetto esecutivo. In un primo momento si è istituito anche un servizio di sostegno che assumeva il compito di uno staff, strutturato originariamente come unità di linea e appena in seguito riportato in organigramma come staff. L’80 - 90% delle decisioni era in origine trasferito ai direttori e ai livelli subordinati. La struttura di gruppo che ne risulta si può schematizzare come segue: 32 Altri comuni che hanno introdotto questo sistema contemporaneamente parlano di „modello a settori“. 188 Nuova gestione dei servizi sociali CONSIGLIO COMUNALE SINDACO E COLLEGIO STAFF Vigili del fuoco Affari sociali Affari generali Amministrazione per l’ambiente Lavori pubblici Amministrazione per l’occupazione Figura 20: Struttura organizzativa del Modello Tilburg (3) Orientamento verso il prodotto L’orientamento verso il prodotto costituisce la base della gestione output-oriented. I suoi elementi costitutivi sono la descrizione del prodotto, l’organizzazione del prodotto, i costi del prodotto e il budget del prodotto. (4) Strumenti gestionali Grazie ad una serie di strumenti gestionali, il sistema di gestione politicodirigenziale riceve le informazioni aggiornate di cui abbisogna. Elemento di riferimento essenziale è qui il programma di governo (programma di coalizione) concordato ogni due anni. Nell’ambito del rapporto di prospettiva si elabora una programmazione annua su base concreta, tenendo peraltro in considerazione anche gli anni seguenti. Nel contempo si elabora una sintesi retrospettiva per rispondere alla domanda ”cosa si è già fatto?“ Il budget predisposto in agosto è, infine, integrato in un piano di servizio. Si rilevano poi le differenze attuative rispetto al piano di servizio (con riferimento ai mezzi finanziari e alle prestazioni). Il rapporto sui risultati ha cadenza almeno semestrale. (5) Gestione del personale Nel management delle risorse umane, si riassume tutta una serie di strumenti di gestione del personale. Rientra tra essi per esempio la retribuzione variabile in 189 Nuova gestione dei servizi sociali funzione della prestazione, basata su colloqui col personale e su valutazioni delle prestazioni, oltre alla promozione dell’aggiornamento professionale. (6) Controlling A livello operativo ogni servizio dispone di una piccola unità di controlling, gestita dal vicedirettore del servizio in veste di controller di servizio, mentre a livello di gruppo è il segretario comunale (direttore dello staff) ad assumere le funzioni di controller di gruppo. A partire dal 1/1/1997 ha avuto luogo un raggruppamento dei comuni, dovuto al fatto che i comuni non potevano avere un numero di abitanti inferiore a 40.000, per cui Tilburg è stata costretta a raggrupparsi con tre altri comuni minori della zona. Gli stimoli all’attuale impegno riformatore sono peraltro pervenuti anche dal rapporto sul Premio Carl Bertelsmann, nel cui ambito Tilburg ha ottenuto un riconoscimento. Qui si è visto, ad esempio, che in città come Phoenix o Christchurch il cliente assumeva un ruolo ancor più prioritario che a Tilburg. Si è quindi differenziata la figura del cittadino in base ai suoi diversi ruoli: • ”Il cittadino quale rappresentante di interessi di parte” (a livello di città, per esempio la questione dell’ubicazione di un campo sportivo quale problema di rilevanza cittadina) • ”Il cittadino quale abitante di quartiere” (a livello di quartiere, per esempio un asilo nido quale problema di quartiere) • ”Il cittadino quale cliente individuale” (cioè quale richiedente il rilascio di un passaporto, di una licenza e simili) Costruendo su questi concetti, si è modificata l’organizzazione, con un intervento noto anche col nome di ”Cambio di rotta di 90 gradi“: tutto ciò che ha a che vedere col cittadino inteso come cliente, viene ora gestito dal servizio ”Affari dei cittadini“, tutto ciò che vi ha a che fare in quanto abitante della città o di un quartiere rientra nelle competenze del servizio ”Affari della città“ rispettivamente ”Affari di quartiere“. Ne deriva la seguente struttura organizzativa: 190 Nuova gestione dei servizi sociali CONSIGLIO COMUNALE SINDACO E COLLEGIO STAFF Affari della città Affari di quartiere Affari dei cittadini Aziende Vigili del fuoco Amministrazione per l’occupazione Figura 21: Il Modello Tilburg dal 1/1/1997 (struttura di base) L’orientamento verso l’esterno e la tematica della qualità tornano al centro dell’attenzione nell’ambito dell’attuale riforma. Così si cerca, ad esempio, di integrare nel Modello Tilburg il Modello INK, che è la versione olandese del più noto modello EFQM (European Foundation for Quality Management), che ha adottato il concetto di Total Quality Management. Si distingue nel nuovo concetto tra tre categorie di potenziali interessati al funzionamento di un’organizzazione: • Clienti • Dipendenti • Stakeholder (tutti gli altri che hanno un interesse al funzionamento dell’organizzazione) L’orientamento verso uno solo di questi gruppi di interesse è considerato un atteggiamento negativo. In vista di una possibile adozione del modello Tilburg possono peraltro essere interessanti anche le seguenti osservazioni • Il Segretario generale irradia un’atmosfera assai positiva (carisma). • I dipendenti affidatari del progetto sono stati sostituiti nella loro funzione originaria. 191 Nuova gestione dei servizi sociali • L’orientamento verso il prodotto a Tilburg costituisce una base eccellente per la riorganizzazione. • In caso di ricorso ad una consulenza esterna il motto è stato: ”quanto meno possibile: utilizzare la qualità del personale interno (giovani collaboratori nel management)“ • Il sostegno al processo, la moderazione e la valutazione sono stati assicurati dall’Università di Tilburg. • Il processo di cambiamento è stato reso assai trasparente. • Problemi esistono attualmente con il piano dei servizi interni (si sta considerando di restituire a ogni servizio la competenza sulle finanze ed il personale). Inoltre il grado di dettaglio della descrizione delle prestazioni è spesso troppo elevato o troppo ridotto. 5.2 Organizzazione e riforma dei servizi sociali nel Comune di Tilburg33 La situazione di partenza dei servizi sociali a Tilburg nel 1993 era caratterizzata dai seguenti problemi che avevano determinato l’insoddisfazione sia del committente, sia dei clienti, sia dei dipendenti, sia dello Stato: • Iter lunghi e complessi • Responsabilità divisa (mancava un’attribuzione personale della responsabilità) • Mancavano definizioni del prodotto • Mancavano informazioni sulla gestione Visto che non si voleva avviare e pianificare a medio termine alcun progetto ad hoc, si sono lanciati i seguenti progetti di rinnovamento: (1) Business Process Reengineering (BPR) Visione: processi brevi con concentrazione della produzione nel front-office; Obiettivi: orientamento al processo, gestione output-oriented, responsabilità individuale dei risultati raggiunti, delega delle competenze, miglioramento della tecnologia dell’informazione; Procedura: descrizione dei processi e dei mansionari. 33 Hermans, Gerhard: Relazione, tenuta il 26 novembre 1998 a Tilburg. 192 Nuova gestione dei servizi sociali (2) ISO 9002 Durata: 3 anni, nessuna definizione concreta degli obiettivi di qualità. Vantaggi: migliore immagine (primo grande ufficio sociale dotato di certificazione), ordine degli strumenti di qualità, base per successive migliorie, valutazione esterna della qualità, incremento delle finanze disponibili grazie alla maggior fiducia. (3) Total Quality Management (TQM) Base: modello EFQM, nel cui ambito si riconosce particolare importanza all’aspetto della soddisfazione del cliente (interviste sulla soddisfazione). In tempi recenti l’amministrazione ha ricevuto il maggior riconoscimento su scala nazionale (premio INK per la qualità). Il premio viene assegnato dalla Provincia, sulla base prima di un’autovalutazione e poi di un audit svolto da cinque ispettori dell’INK. Il motto è: “Miglioramento continuo“. Rilevamento del grado di soddisfazione della clientela mediante questionari (strumento di misurazione preso a riferimento: SERVQUAL), predisposti dall’Università di Tilburg. (4) Concetto ”Stadsladen“ Concetto dell’“one-stop-shop” con informazioni, rilascio passaporto, pratiche dell’ufficio lavoro ecc. Realizzazione di tale concetto in tre uffici, elevata soddisfazione dei clienti. Problemi: tutela della sfera privata, aggressioni da parte degli utenti (vetri di sicurezza agli sportelli, due uscite di sicurezza); processo standardizzato ISO: il cliente entra nella stanza, seguono: informazioni, attivazione del lavoro, scuola, formazione e poi aiuto sociale del comune. In futuro si cercherà di mantenere un unico ”Stadsladen“ quale struttura centrale e di utilizzare maggiormente Internet. Sono inoltre previsti un Call & Contact Center e l’impiego di chip cards (come a Bologna). 5.3 Recenti sviluppi nel settore socioassistenziale ad Alkmaar34 Alkmaar è una località con funzione centrale di circa 93.000 abitanti. E’ suddivisa in 8 distretti, a loro volta suddivisi in vari grossi quartieri. La giunta (”Kollegium“) è costituita dal Sindaco e da 5 Assessori, provenienti dal Consiglio. Il Sindaco è nominato dalla Regina e resta in carica per 6 anni. Ad Alkmaar la struttura amministrativa si suddivide in tre servizi, i cui Direttori formano assieme il Consiglio dei direttori. L’assistenza sociale è competenza dei comuni, quella giovanile della Provincia. Il progetto ”Collaborazione a livello di distretto (wijkgericht samenwerken = WGS)“, avviato il 1 gennaio 1995 e qui di seguito descritto, era originariamente finalizzato a 34 Van Menen, R.P. e coll.: Relazione, tenuta il 27 novembre 1998. 193 Nuova gestione dei servizi sociali togliere di mezzo talune arretratezze “fisiologiche“ (per esempio la scarsità di aree verdi, il ripristino dei manti stradali eccetera). A questo scopo si erano creati i cosiddetti BBT, o Buurt Beheer Teams, vale a dire team di controllo distrettuale, dotati di un bilancio personale e costituiti da rappresentanti dei cittadini, della polizia, dell’area sociale e delle cooperative edilizie. Erano gli stessi cittadini a prospettare i problemi inerenti al distretto. Nell’ambito del progetto, che si basa sul principio del ”cittadino - esperto“ si perseguono ora i seguenti obiettivi: • Miglioramento della qualità abitativa e della situazione ambientale • Miglioramento dell’accesso alle prestazioni della città • Rispetto degli accordi • Promozione della partecipazione e della collaborazione • Miglioramento della sicurezza • Comunicazione aperta tra amministrazione e cittadini • Sostegno ad iniziative dei cittadini Il progetto parte dall’idea che la qualità di un piano migliora se gli interessati vengono attivamente coinvolti già in uno stadio precoce. Si concludono qui dapprima accordi tra l’amministrazione comunale, la scuola, le cooperative edilizie, la polizia e gli enti sociosanitari, e questi vengono integrati nei piani distrettuali. L’elaborazione è effettuata a cura del consiglio comunale e degli uffici che coordinano i vari enti, con feedback continuo ai cittadini nelle riunioni del singolo team, cui partecipano i rappresentanti dei partner dell’accordo ed un coordinatore distrettuale, come pure partecipanti ad hoc. Per il coordinamento strategico è prevista la struttura della Piattaforma distrettuale. 194 Nuova gestione dei servizi sociali Cittadini e relative associazioni Amministrazione comunale Istituzioni formative Piano distrettuale Cooperative edilizie Enti sociosanitari Polizia Figura 22: Il Piano distrettuale come elemento centrale della partecipazione dei cittadini Per la predisposizione del piano distrettuale si procede come segue: (1) Fase di orientamento • • (2) Elaborazione della bozza del piano • • • • • (3) Consultazioni Rilevazioni Assemblea distrettuale con invito dei cittadini Istituzione e presentazione del team di distretto Redazione di un verbale Giro di consultazioni e assemblea di quartiere Predisposizione di un calendario degli appuntamenti Presentazione e discussione della bozza del piano • Assemblea distrettuale aperta ai cittadini 195 Nuova gestione dei servizi sociali • • • • • • (4) Presentazione della bozza da parte di due assessori Interviste a cittadini e rappresentanti di organizzazioni Redazione di un verbale Incontri con associazioni di cittadini Assemblee di quartiere Valutazione di reazioni o rigetti motivati Presentazione e approvazione del piano distrettuale Assemblea distrettuale • Presentazione del piano da parte di due assessori • Discussione in seno alla giunta, alle commissioni consiliari e agli organi di controllo • Fissazione del piano da parte della dirigenza dei partner e del Consiglio comunale • Giro di consultazioni e assemblee di quartiere con discussione dell’ulteriore sviluppo e predisposizione del piano (5) Fase attuativa • • • • • • • Presentazione del piano aggiornato Discussione con la cittadinanza Discussione delle tematiche in assemblea plenaria Presentazione da parte di due assessori Discussione dei successivi sviluppi in assemblee di quartiere Valutazione e risposta al quesito di quanto si è già fatto e cosa si può ancora migliorare 5.4 Verso nuove forme di integrazione sociale35 L’interrogativo di fondo è come intervenire a livello locale per assicurare un’integrazione sociale (possibilità di influenzare l’integrazione sociale). Quale indicatore dell’integrazione dei cittadini nella comunità si adotta il grado di partecipazione dei cittadini al dibattito su lavoro, scuola, casa (domanda: è possibile farsi assegnare un appartamento?) e cultura (domanda: c’è la possibilità di andare regolarmente a teatro?). Quindi, ci si chiede quale contributo i servizi sociali possano dare al miglioramento della 35 Gabriels, René: Relazione, tenuta il 27 novembre 1998. 196 Nuova gestione dei servizi sociali partecipazione dei cittadini, in condizioni quadro generali caratterizzato da una certa individualità, dovuta anche alle migliorate aspettative di vita. I problemi principali sono i seguenti: • Povertà (nonostante lo standard di vita relativamente elevato, l‘11% delle famiglie olandesi vive al di sotto del minimo). • Problema della tendenza alla ghettizzazione in alcuni centri (p. es. Amsterdam). • Problema della criminalità, del traffico ecc. In Olanda il miglioramento dell’infrastruttura sociale assume valore particolarmente elevato. Gli interrogativi da affrontare sono qui i seguenti: • Di quali protagonisti necessita la rete? • Chi fa il lavoro di regia (amministrazione comunale, organi politici, servizio sociale), chi attiva la rete? • Chi è responsabile di cosa (non nel senso della stipula di contratti aventi valore giuridico, ma di accordi scritti)? Si distingue tra strutture formali e informali, queste ultime costituite da cittadini che si associano per risolvere un problema. (1) Esempio di Good Practice nella problematica della povertà Fenomeno: gli anziani si vergognano di chiedere aiuto. Progetto ”visite a domicilio“ con partecipazione attiva di anziani che hanno un più facile rapporto con altri anziani. I dati vengono raccolti dagli assistenti sociali presso il comune, oppure siccome si tratta di dati spesso non riportati nelle statistiche dell’amministrazione mediante interventi e colloqui personali con persone chiave. (2) Esempio di Good Practice nella problematica della ghettizzazione Inizialmente si pensava di risolvere questo problema procurando un lavoro alle persone interessate. Domanda: come si possono aiutare le persone che ciononostante non trovano un lavoro? Un progetto pensato espressamente per gli anziani, con l’obiettivo di indurli a compilare spontaneamente formulari nell’ambito di corsi tenuti presso i centri sociali. (3) Esempio di Good Practice nella problematica dell’inquinamento ambientale Problema concreto: la cittadinanza si trova a vivere a stretto contatto con rumore, droghe eccetera. Pur avendo inizialmente un atteggiamento contrario ai tossicodipendenti, i cittadini si sono impegnati spontaneamente (quindi bottom-up) 197 Nuova gestione dei servizi sociali a loro favore, creando una rete e divulgando il loro impegno anche coi mezzi di informazione. Per concretizzare la necessaria autoresponsabilità occorrono risorse. I cittadini necessitano di un triplice capitale, sotto forma di denaro, conoscenza e capitale sociale, ossia rapporti. I servizi sociali cercano anche di promuovere le relative capacità, come ad esempio quella di presentarsi ed esprimere meglio le proprie idee. 6. Change Management Passando alla questione dell’aspetto psicologico della riforma amministrativa36 si possono individuare i seguenti problemi tipici del rinnovamento dell’amministrazione: • Non si distinguono chiari obiettivi di riforma né una chiara strategia (”retorica riformistica“). • Non è chiaro il rapporto tra rinnovamento e consolidamento del bilancio. • Gli organi politici e la tecnostruttura dell’amministrazione pubblica hanno scarsa fiducia l’una dell’altra. • La partecipazione del personale è scarsa (oppure il personale partecipa, ma senza sapere in che direzione vada lo sviluppo). • La politica dell’informazione è carente (trasmissione delle idee al personale, scarsa chiarezza sulle competenze decisionali). • La responsabilità viene delegata al secondo e terzo livello. • Non c’è alcun cambiamento dello stile gestionale (il che produce scarsa credibilità). Qui di seguito si descrive il tipico comportamento dei vari gruppi del sistema politicodirigenziale coinvolti nel processo di riforma, con particolare riguardo alla situazione in Germania. (1) Consiglio comunale • 36 Gli organi politici vedono le sue possibilità di profilarsi, non tanto in una programmazione strategica comune, quanto nella concretizzazione delle Blume, Michael: Relazione, tenuta il 20 gennaio 1999. 198 Nuova gestione dei servizi sociali richieste dell’elettorato e nell’evidenziazione degli errori della tecnostruttura dell’amministrazione pubblica. (2) • La razionalità politica predomina su quella gestionale. • La professionalizzazione della gestione è vista come un pericolo e come un ulteriore onere lavorativo. Dirigenza pubblica di livello superiore L’interesse si concentra sugli effetti esterni della riforma. • La dirigenza pubblica, in base alle sue competenze, è l’unica istanza che lega la riforma alla necessità di un consolidamento del bilancio. • Una più accentuata politicizzazione di questo livello va a scapito di una gestione di tipo manageriale. • Il successo della riforma dipende in maniera decisiva dalla misura in cui la dirigenza interiorizza i cambiamenti auspicati nel suo stesso comportamento e può quindi trasmettere in modo credibile e coerente la strategia del rinnovamento e del consolidamento. • Si discute animatamente sul calcolo dei costi delle prestazioni, ma all’atto pratico si forniscono spesso troppe informazioni delle quali nessuno sa che fare (manca chiarezza sullo scopo dell’acquisizione e della valutazione delle informazioni). Dirigenza degli uffici • (3) La dirigenza degli uffici assume all’inizio un atteggiamento attendista. • La riforma amministrativa è valutata essenzialmente dal punto di vista di costi e benefici personali. • In linea di principio si accoglie inizialmente con favore la maggior responsabilità, ma, concretizzandola, non la si ritiene più così indispensabile. • Il processo di riforma viene di norma gestito da dirigenti giovani che desiderano maggior responsabilità e spazio di manovra. • Mancano, spesso, un’organizzazione ed un controlling del progetto. Personale esecutivo • (4) • • La maggioranza dei dipendenti è in linea di principio a favore delle riforme. Se la riforma non è sostenuta da una larga maggioranza, di norma non supera la fase di progettazione. 199 Nuova gestione dei servizi sociali Da interviste effettuate tra il personale risultano le seguenti priorità: sicurezza del posto di lavoro, buoni rapporti coi colleghi, stile gestionale cooperativo, maggior compatibilità tra casa e lavoro, e, solo alla fine, l’immagine dell’amministrazione, la soddisfazione del cliente e la qualità del servizio. • Una priorità è anche quella dello ”smantellamento della gerarchia“, ma si tratta di un atteggiamento contraddittorio, in quanto prima di tutto i dipendenti desiderano essere pagati di più, il che è possibile solo se l’impiegato viene promosso dirigente (creazione di posizioni dirigenziali non necessarie). • I dipendenti chiedono sicurezza e, questa, viene intesa da loro come una chiara indicazione della responsabilità e delle competenze. Consigli d’azienda • (5) • • I rappresentanti dei Consigli di azienda si sentono meno sicuri a causa del processo di riforma e spesso non hanno capito la portata della riforma stessa. Essi si sentono spesso rappresentanti non di tutti i dipendenti ma solo di quelli che hanno qualcosa da perdere. Qui di seguito si riporta una possibile procedura di riorganizzazione dei settori e servizi. (1) Prima individuazione degli obiettivi della riforma • • • (2) Posizionamento del progetto di riorganizzazione all’interno del processo di riforma Funzione dei settori e dei servizi nella nuova organizzazione amministrativa Obiettivi della riorganizzazione settoriale interna Fissazione della metodologia Composizione degli organi direttivi ed esecutivi • Competenze e regole del gioco nel progetto di riorganizzazione Rilevamento dello stato attuale • (3) • • • • Le descrizioni delle prestazioni consentono di valutare criticamente le funzioni (se necessarie o richieste; tuttavia spesso trascurate) Budgets Processi di lavoro (necessari in forma dettagliata se si persegue un’ottimizzazione dei processi) Rapporti coi clienti e coi fornitori 200 Nuova gestione dei servizi sociali Attuale impiego del personale • Difficoltà organizzative nei processi di lavoro e chiarimento del fabbisogno di miglioramento • Problemi del personale e possibilità di miglioramento Sviluppo e attuazione del progetto di massima • (4) ”Non esiste una ricetta valida per tutti i casi e non si possono semplicemente trasferire modelli” • Scelta tra criteri organizzativi, economico/finanziari e di gestione del personale (necessaria una decisione del gruppo dirigente) • Adozione rapida delle decisioni sul personale (domanda: cosa viene richiesto ad una nuova dirigenza di settore?) • Piano di sviluppo del personale • Adeguamento del sistema di valutazione ed incentivazione nell’ambito di un sistema globale di management del personale • Adeguamento del budgeting, del controlling, delle procedure esecutive in materia di bilancio, di compensazioni interne ecc. • Controlling di progetto (rilevamento e valutazione, a regolari intervalli di tempo, delle esperienze fatte con la nuova struttura organizzativa, eventuali adeguamenti) Nell’ambito del 6° modulo si è svolta anche una discussione in merito al viaggio di studio in Olanda. Il corso di formazione-intervento si è concluso con la stesura di relazioni dei gruppi di lavoro ”Classificazione delle prestazioni“ e ”Contabilità“, con la presentazione di elementi descrittivi delle prestazioni sociali e dei risultati del compito di progetto svolto sul tema “Analisi della situazione attuale dei servizi sociali nella Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige”, come pure con la formulazione di proposte elaborate congiuntamente sulle iniziative da adottare nell’attuazione del nuovo progetto di gestione dei servizi sociali. • 201 D. Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente Nel compito di progetto37 prescelto per il 1° modulo per un rilevamento della situazione attuale dei servizi sociali nella Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige, i partecipanti al corso sono stati invitati ad esporre il loro punto di vista sui seguenti aspetti: • Progetti in corso per il rinnovamento dei servizi sociali nel settore di appartenenza • Significato degli obiettivi di rinnovamento dei servizi sociali • Necessità e stato di attuazione della riforma gestionale dei servizi sociali • Visione di un servizio sociale moderno e possibili vie di una sua realizzazione Qui di seguito sono riportati, in sintesi, i risultati significativi, presentati nel corso del modulo conclusivo, di un’analisi svolta mediante questionario38. 37 38 Sul piano dei contenuti e delle procedure, il compito di progetto si è attenuto alle indicazioni del 4° Premio Qualità Speyer 1998, ideato dal Prof. Hermann Hill e dal Prof. Helmut Klages ed assegnato con cadenza biennale dalla Speyerer Hochschule für Verwaltungswissenschaften per particolari meriti acquisiti nel rinnovamento amministrativo (il concorso ha finora riguardato candidati tedeschi, austriaci e svizzeri). Complessivamente sono stati inviati 22 questionari (8 ai Direttori dei servizi sociali, 8 ai dirigenti della Ripartizione 24 della Provincia e 6 ai Segretari generali delle comunità comprensoriali); di questi sono stati restituiti, debitamente compilati, 5 questionari dalla Ripartizione 24, 5 dai Direttori e 4 dai Segretari generali, per un totale di 14 questionari valutati. 202 Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente I dirigenti sono stati innanzitutto invitati ad elaborare una panoramica dei progetti di rinnovamento dei servizi sociali già in corso. Da una valutazione delle indicazioni – che si è cercato di ripartire in diversi settori di rinnovamento – risulta il seguente quadro: Ripartizione 24 Personale • Aggiornamento dei dirigenti • Corsi universitari • Contracts • Lavoro di team PR e impiego di nuovi mezzi di informazione • Guida ai servizi sociali • Internet Organizzazione • Budget Programmazi one strategica e operativa Direttori Segretari generali • Aggiornamento • Aggiornamento • Supervisione • • Ridefinizione dei campi di lavoro Indennità di coordinamento e prestazione • Lavoro di team • Incontri di coordinamento • Indicazione degli obiettivi • Internet • Pubblicazioni Nuova concezione del distretto • Nuova concezione del distretto • Riorganizzazione • • Azienda servizi sociali di Bolzano • Concentramento dell’amministrazione • Elaborazione di progetti Delega di responsabilità ai distretti ed alle strutture • Elaborazione di progetti • Assegnazione del budget per quote pro capite • Assegnazione autonoma del budget • • Ridefinizione dei criteri contributivi Piano sociale 203 Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente • Reporting Qualità Rapporto di distretto • Prolungamento degli orari di apertura al pubblico • Nuovi spazi • Predisposizione di prodotti orientati al cliente (laboratori) • Rapporti di distretto • Resoconto sulla gestione delle spese con contemporanea richiesta di finanziamento (Provincia) I seguenti obiettivi di rinnovamento sono unanimemente considerati prioritari dai dirigenti: Ripartizione 24 Segretari generali • Verifica delle funzioni dei servizi sociali (Critica delle funzioni/analisi dei costi generali) • Verifica delle funzioni dei servizi sociali • Miglioramento della qualità dei servizi sociali mediante l’orientamento verso il cliente ed il cittadino • • Miglioramento della motivazione del personale Creazione di trasparenza sui costi, le prestazioni e gli effetti dei servizi sociali • Migliore gestione del servizio sociale • Miglioramento dell’efficacia dei servizi sociali (effetti/utilità) 204 Direttori • Creazione di trasparenza sui costi, le prestazioni e gli effetti dei servizi sociali Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente La valutazione dell’impiego di elementi per la gestione dei servizi sociali, al fine di valutarne la necessità ed il grado di attuazione, presenta i seguenti risultati (sono contrassegnati, limitatamente ai questionari restituiti, i punti nei quali i singoli dirigenti di ciascun gruppo si sono dimostrati concordi nella loro valutazione). Prestazioni (prodotti/output) Necessari secondo i dirigenti della Ripartizione 24 Necessari secondo i Segretari generali Necessari secondo i Direttori ! ! ! Documentazione delle prestazioni all’interno di un sistema di classificazione delle prestazioni dei servizi sociali ! ! Individuazione degli indici caratteristici delle prestazioni ! Descrizione (definizione) delle prestazioni dei servizi sociali Individuazione dei costi delle prestazioni ! ! Individuazione della qualità delle prestazioni ! ! ! Individuazione degli effetti delle prestazioni ! ! ! ! ! Uso delle definizioni delle prestazioni per : • Contracts tra tecnostruttura dell’amministrazione pubblica ed organi politici • Definizioni di obiettivi all’ interno della tecnostruttura • Budgeting (budget dei prodotti) • Cambiamenti organizzativi • Raffronti con le prestazioni di altre organizzazioni • Informazione dei cittadini • Informazione degli organi politici ! ! ! ! ! ! ! ! ! Secondo i dirigenti della Ripartizione 24 dell’amministrazione provinciale, la descrizione (definizione) delle prestazioni e la relativa documentazione in una 205 Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente classificazione delle prestazioni dei servizi sociali sono già programmate; lo stesso dicasi per il rilevamento della qualità delle prestazioni e per l’impiego delle definizioni delle prestazioni per l’informazione dei cittadini. Contabilità Necessari secondo i dirigenti della Ripartizione 2439 Necessari secondo i Segretari generali Nuovo bilancio a norma del decreto legislativo 25 febbraio 1995 n. 77 ! Calcolo per tipi di costo ! Calcolo per centri di responsabilità ! ! Calcolo per unità di prestazione ! ! Necessari secondo i Direttori ! ! Calcolo dei costi di processo Calcolo dei costi totali ! Calcolo dei costi parziali ! Calcolo patrimoniale ! ! ! Tre dei quattro Segretari generali che hanno restituito, compilato il modulo hanno indicato che il ”Nuovo“ bilancio a norma del decreto legislativo 25 febbraio 1995 n. 77 è previsto; lo stesso dicasi per il calcolo per tipi di costo e per quello per unità di prestazione, come pure per quello dei costi parziali. 39 In tre dei cinque questionari valutati il progetto indicato è ritenuto necessario. Ciò vale anche per la necessità del calcolo per centri di responsabilità, secondo l’opinione dei Direttori dei servizi sociali. 206 Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente Ottimizzazione dell’organizzazione della struttura e dei processi Necessari secondo i dirigenti della Ripartizione 24 Necessari secondo i Segretari generali Necessari secondo i Direttori Decentralizzazione delle responsabilità gestionali e tecniche ! ! ! Snellimento della struttura organizzativa ! Creazione di centri di risultati e di responsabilità in luogo delle attuali ripartizioni o uffici Creazione di strutture di team, gruppi progetto e rete ! Gestione dei servizi sociali come azienda ai sensi dell’art. 7 seg. l.p. 11/11/1997 n. 16 Modalità unitaria di approccio ai problemi ! Non necessaria ! ! Revisione dei processi (procedure di erogazione delle prestazioni) I Segretari generali delle comunità comprensoriali concordano unanimemente che una gestione dei servizi sociali come azienda ai sensi dell’art. 7 seg. l.p. 11/11/1997 n. 16 non soltanto non serve, ma non è neppure prevista. 207 Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente Management by objectives (definizioni degli obiettivi) Necessari secondo i dirigenti della Ripartizione 24 Definizione degli obiettivi relativamente a prestazioni, budget (costi), qualità ed effetti Necessari secondo i Segretari generali 40 Necessari secondo i Direttori 41 ! ! Creazione di un ”rapporto committente-affidatario“ Contract ! • Tra l’assessore e la Ripartizione 24 Servizio sociale • All’interno della Ripartizione 24 Servizio sociale • Tra il Presidente ed il Segretario generale della comunità comprensoriale ! • Tra il Segretario generale ed il Direttore dei servizi sociali ! • All’interno dei servizi sociali ! ! ! ! ! Misurazione e documentazione del raggiungimento dei risultati 40 41 Il progetto contrassegnato è considerato necessario in tre dei quattro questionari valutati. Il progetto contrassegnato è considerato necessario in quattro dei cinque questionari valutati. 208 Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente Budgeting Necessari secondo i dirigenti della Ripartizione 2442 Codifica delle spese secondo tipi di spesa e centri di spesa (unità organizzative) ! Decentralizzazione delle competenze e della responsabilità del budget Necessari secondo i Segretari generali Necessari secondo i Direttori ! ! ! ! Budgeting delle spese dei servizi sociali in base a • • • • Budget anno precedente (+/-) Quota pro capite Costi effettive delle prestazioni Costi teorici delle prestazioni ! ! Quality Management Necessari secondo i dirigenti della Ripartizione 24 Necessari secondo i Segretari generali Necessari secondo i Direttori Necessari secondo i dirigenti della Necessari secondo i Segretari Necessari secondo i Assicurazione della qualità secondo ISO 9000 e norme successive Total Quality Management 42 Il progetto contrassegnato è considerato necessario in quattro dei cinque questionari valutati. Lo stesso dicasi per la codifica dei tipi di spesa e dei centri di spesa e per la decentralizzazione delle competenze e delle responsabilità del budget secondo i Direttori dei servizi sociali. 209 Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente Ripartizione 24 generali Misurazione e miglioramento della qualità delle prestazioni sociali ! ! Interviste ai clienti e ai cittadini ! Direttori Circoli di qualità ! Pubblicazione degli obiettivi di qualità nella Carta dei servizi Management dei reclami ! Partecipazione dei cittadini a progetti in campo sociale ! ! ! Sviluppo di vision assieme ai cittadini Utilizzo di moderne tecniche informatiche (per es. servizi sociali via Internet) Controlling Necessari secondo i dirigenti della Ripartizione 24 Necessari secondo i Segretari generali Predisposizione di informazioni per la dirigenza in un sistema di reporting a • livello strategico ! ! • livello operativo ! ! 210 Necessari secondo i Direttori Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente Necessari secondo i dirigenti della Ripartizione 24 Necessari secondo i Segretari generali Necessari secondo i Direttori Sostegno della dirigenza nella gestione di • sviluppo di programmi sociali ! ! ! • budgeting di programmi sociali ! ! ! • attuazione di programmi sociali ! ! ! • valutazione di programmi sociali ! ! ! Sostegno della dirigenza nella gestione di singole unità organizzative con riguardo alla: • pianificazione degli obiettivi e degli interventi ! • pianificazione delle risorse ! • raffronto situazione teorica/reale ! ! ! Integrazione della funzione del controlling nell’organizzazione Quattro dei cinque Direttori dei servizi sociali ritengono che un sostegno della dirigenza nella gestione di singole unità organizzative con riguardo alla pianificazione degli obiettivi e degli interventi nonché alla pianificazione delle risorse non sia previsto; lo stesso dicasi per l’integrazione della funzione del controlling nell’organizzazione. 211 Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente Interventi di promozione della competizione Necessari secondo i dirigenti della Ripartizione 24 Necessari secondo i Segretari generali Necessari secondo i Direttori Raffronto delle prestazioni e dei costi (benchmarking): • all’interno di un servizio sociale • tra diversi servizi sociali • tra servizi sociali e organizzazioni non-profit ! ! ! Test di mercato ! Raffronto delle prestazioni e dei costi tra servizi sociali e altri erogatori privati paragonabili Affidamento delle attuali prestazioni sociali mediante gara Conseguenze dai raffronti per • cambiamenti nell’organizzazione della struttura e dei processi • esternalizzazione dell’erogazione delle prestazioni • privatizzazione non necessaria Tre dei quattro Segretari generali concordano, nella loro valutazione, che un affidamento mediante gara delle attuali prestazioni sociali ed una privatizzazione, quale conseguenza di analisi di raffronto, non sono auspicati né necessari. 212 Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente Management del personale Necessari secondo i dirigenti della Ripartizione 24 Necessari secondo i Segretari generali Necessari secondo i Direttori Profili dei requisiti ! ! Mansionari ! ! Impiego della procedura assessmentcenter ! Sostegno del nuovo personale (per esempio con tutor) Colloqui col personale ! ! Valutazione delle prestazioni ! ! Piani di sviluppo personali ! Piani di sostegno per le donne ! ! Definizione di obiettivi tra dirigenti e personale Formazione e aggiornamento corrispondenti alla domanda ! Carriere alternative (per es. come esperti di settore o direttori di progetto) ! ! ! ! ! Retribuzione variabile in funzione della prestazione ! Premi per proposte migliorative ! ! Maggiori spazi di responsabilità Supporto alla soluzione di conflitti ! ! ! ! Supervisione ! Teamtraining ! ! ! Gruppi di scambio di esperienze ! ! ! 213 ! Rilevanza delle tematiche nell’ottica del personale dirigente Necessari secondo i dirigenti della Ripartizione 24 Modelli di orario di lavoro flessibile Necessari secondo i Segretari generali Necessari secondo i Direttori ! ! Lavoro telematico a casa Sondaggi tra i dipendenti ! Funzioni dirigenziali a tempo ! ! ! Valutazione dei dirigenti da parte del personale ! Aggiornamento dei dirigenti nella gestione del personale ! ! Qualifiche manageriali quali criteri di assunzione e promozione ! ! ! Azioni a favore del prepensionamento (modelli di outplacement) Borsa del lavoro ! Trasferimenti Tutti i dirigenti della Ripartizione 24 che hanno restituito il questionario compilato considerano già realizzate le definizioni di obiettivi tra dirigenti e personale. Tutti i Segretari generali ritengono che non sono previsti interventi di sostegno del nuovo personale (per esempio con tutors) né premi per proposte migliorative. Inoltre essi ritengono realizzato l’aggiornamento dei dirigenti nella gestione del personale. 214 E. Classificazione delle prestazioni La predisposizione di una classificazione delle prestazioni dei servizi sociali è stata concepita come parte del lavoro di introduzione del nuovo progetto di gestione, nell’ambito del corso di formazione-intervento per i dirigenti del sistema “Servizi sociali”. A questo scopo è stato istituito un gruppo di lavoro ad hoc ”classificazione delle prestazioni“, i cui componenti hanno elaborato – in quattro workshops43 opportunamente moderati (coordinatore: Dr. Reinhard Gunsch della direzione della Ripartizione 24) – una bozza di classificazione delle prestazioni, nonché i contenuti e i criteri selettivi degli elementi descrittivi delle prestazioni sociali. Inoltre, si sono formulate delle prime considerazioni sul modo di coinvolgere le singole comunità comprensoriali nella descrizione delle prestazioni. I risultati del gruppo di lavoro sono stati regolarmente presentati dal coordinatore, durante i vari moduli e quindi discussi. Punto di riferimento per la prima riunione del gruppo di lavoro sono stati i risultati di un lavoro di gruppo, svolto alla fine del secondo modulo e finalizzato all’elaborazione di un piano dei prodotti per i servizi sociali. La definizione delle prestazioni può prendere le mosse da diversi punti di vista: unità organizzative, gruppi target, problemi/bisogni della popolazione e quadro giuridico. 43 I workshops si sono tenuti nei giorni 24 giugno, 6 agosto, 20 novembre e 3 dicembre 1998. La moderazione è stata curata dall’Istituto di management pubblico dell’Università di Innsbruck Inoltre il 24 agosto 1998 un gruppo ristretto si è riunito per completare la bozza già predisposta. Nell’ambito dei lavori di gruppo, i componenti del gruppo di lavoro hanno poi compiuto delle esercitazioni di compilazione delle schede delle prestazioni. 215 Classificazione delle prestazioni dei servizi Unità organizzative Gruppi target Definizione delle prestazioni Problemi/ bisogni Leggi Figura 23: Punti di riferimento per la descrizione delle prestazioni Per l’elaborazione di una classificazione delle prestazioni dei servizi sociali della Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige 44, si è proceduto in una prima fase alla predisposizione di un classificazione delle problematiche, che ha evidenziato le seguenti aree: • Handicap • Tossicodipendenza • Problemi psichici • Devianza, criminalità • Malattia (per es. tumori) • Povertà • Solitudine • Violenza 44 Un elemento di orientamento è costituito dall’art. 1 della l.p. 13/1991, che tra gli obiettivi dei servizi sociali individua „... il superamento della logica dell’assistenza per categorie mediante l’attuazione di interventi uguali a parità di bisogni e interventi differenziati in rapporto alla specificità dei casi; ...” Il concetto di categoria assistenziale non è stato più utilizzato nel prosieguo dei lavori. 216 Classificazione delle prestazioni dei servizi • Problemi educativi • Emigrazione Per esempio nel contesto del problema handicap si può porre la seguente domanda: di cosa hanno bisogno coloro che hanno questo specifico problema? Quali particolari bisogni ne derivano? I bisogni che una persona avverte in relazione ad un determinato problema dipendono inoltre in misura essenziale anche dalle sue condizioni di vita, che si possono definire mediante l’età, l’atteggiamento (per es. dei genitori) o il contesto (ambiente di vita, valori morali). Di conseguenza, si è ritenuto necessario catalogare e definire concretamente i bisogni. L’individuazione dei bisogni che i servizi sociali possono soddisfare, per esempio, in persone portatrici di handicap rappresenta una decisione politica (gestione strategica). Determinati problemi non si risolvono affatto (per esempio l’handicap stesso), mentre invece è possibile risolvere bisogni che derivano da un problema concreto. Le correlazioni si possono evidenziare in un prospetto come il seguente Condizioni di vita Età prescolare Età scolare Età giovanile e adulta Età avanzata Bisogni Autosostentamento Tutela Benessere Autonomia finanziaria Emancipazione Mobilità Per “gruppo target” si intende un gruppo di persone che presentano un certo problema ed un determinato bisogno (per es. soggetti portatori di handicap). Il gruppo è definito tramite le condizioni di vita (in questo caso l’età). Le diverse tipologie di soddisfazione dei bisogni costituiscono i settori di prestazione. Per fabbisogno è intesa la quantità richiesta di soddisfazione dei bisogni (settori di prestazione differenziate per gruppi di prestazione e prestazioni con relativa descrizione, comprendente anche aspetti qualitativi). Il diagramma 217 Classificazione delle prestazioni dei servizi che segue cerca di sintetizzare quanto sin qui esposto, sull’esempio del settore di prestazione "Assistenza, sostegno, cura e riabilitazione per tutti gli aventi diritto“. Problema Persone Bisogno Settore di prestazione Condizioni di vita Gruppo di prestazione (per es. prestazioni aperte e ambulatoriali) Prestazione (per es. assistenza domiciliare) Prestazione parziale (per es. pulire, cucinare) Figura 24: Esempio di definizione di una prestazione Le considerazioni di base sin qui descritte, per concretizzare una possibile modalità procedurale, hanno portato alla predisposizione della classificazione delle prestazioni dei servizi sociali qui di seguito descritto.45 Settore di prestazione 1 Gruppi di prestazione Prestazioni 1. PREVENZIONE 1.1 Promozione culturale, promozione del lavoro di comunità e lavoro di PR 1.1.1 Attivazione della personale iniziativa Distretto 1.1.2 Lavoro di PR Distretto e strutture 45 Unità organizzative Le 61 prestazioni elencate nella classificazione delle prestazioni dei servizi sociali sono corredate, nella versione provvisoria, anche più di 30 note a piè di pagina - qui non riportate , da intendersi quale aiuto alla compilazione delle singole schede da parte del gruppo di lavoro. Inoltre nell’introduzione sono descritte le finalità e i vantaggi della classificazione e sono formulate anche schematicamente alcune considerazioni sull’autocoscienza dell’operatore del settore sociale. Sulle linee guida per il lavoro sociale in Alto Adige vedi anche: Provincia autonoma di Bolzano, Piano sociale 1998-2000, Bolzano, 1998, pag. 81 segg. 218 Classificazione delle prestazioni dei servizi 1.2 Lavoro di rete 1.3 Analisi del territorio Settore di prestazione 2 Gruppi di prestazione 2. INFORMAZIONE / CONSULENZA 2.1 Informazione 1.1.3 Progetti di sensibilizzazione alle tematiche sociali Distretto e strutture 1.1.4 Animazioni socioculturali Distretto e strutture 1.2.1 Individuazione e coordinamento delle risorse nella comunità Distretto 1.2.2 Promozione del volontariato e delle attività associative Distretto 1.2.3 Promozione dei gruppi di autoaiuto Distretto 1.2.4 Collaborazione a progetti locali Distretto e strutture 1.3.1 Analisi dei problemi e delle cause Distretto 1.3.2 Carta tematica zonale delle risorse Distretto Prestazioni 219 Unità organizzative 2.1.1 Informazione generale Distretto e strutture 2.1.2 Informazione specifica c.s. Classificazione delle prestazioni dei servizi Settore di prestazione 2 Gruppi di prestazione Prestazioni Unità organizzative 2.2 Consulenza 2.2.1 Consulenza psicopedagogica Distretto, consultori 2.2.2 Consulenza psicosociale c.s. 2.2.3 Consulenza sociale c.s. 2.2.4 Consulenza specifica c.s. 2.3 Perizie Distretto 2.4 Diagnosi sociale Distretto 2.5 Relazioni Distretto e strutture Settore di prestazione 3 Gruppi di prestazione 3. SOSTEGNO FINANZIARIO / MATERIALE 3.1 Sostegno di base Prestazioni Unità organizzative 3.1.1 Contributo al fabbisogno base di minimo vitale Distretto 3.1.2 Assegni per piccole spese (Taschengeld) c.s. 3.2 Sostegno 3.2.1 Copertura Distretto finanziario finanziaria per generale in necessità straordinarie situazioni di particolare bisogno 3.2.2 Assistenza per la c.s. continuità della vita familiare e della casa. 3.2.3 Prestiti senza interessi 220 c.s. Classificazione delle prestazioni dei servizi Settore di prestazione 3 Gruppi di prestazione 3.3 Sostegno finanziario per specifici gruppi target Prestazioni Unità organizzative 3.3.1 Contributo per Distretto l’acquisto e/o l’adattamento di mezzi di locomozione 3.3.2 Contributo a c.s. favore degli invalidi di guerra 3.3.3 Messa a disposizione di mezzi di supporto c.s. 3.3.4 Installazione del telefono c.s. 3.3.5 Copertura c.s. finanziaria per necessità straordinarie di minori 3.3.6 Contributo alle famiglie utenti del Servizio Tagesmütter. c.s. 3.3.7 Telesoccorso / Telecontrollo c.s. 3.3.8 Dispostivi telefonici per sordomuti o fax c.s. 3.3.9 Rimborso di spese di trasporto c.s. 221 Classificazione delle prestazioni dei servizi Settore di prestazione 4 Gruppi di prestazione 4. 1 Prestazioni 4. ASSISTENZA aperte e SOSTEGNO; CURE E RIABILI- ambulatoriali TAZIONE PER TUTTI GLI AVENTI DIRITTO Prestazioni Unità organizzative 4.1.1 Attivazione e animazione Distretto 4.1.2 Training di lavoro Distretto 4.1.3 Lavoro e assistenza educativa Distretto 4.1.4 Pasti a domicilio Distretto 4.1.5 Cura della casa Distretto 4.1.6 Igiene personale Distretto 4.1.7 Trattamento Distretto sociosanitario/infermie ristico 4. 2 Prestazioni semiresidenziali 4.1.8 Affidamenti familiari Distretto e strutture 4.1.9 Trasporti / accompagnamento Distretto 4.1.10 Addestramento abitativo Distretto 4.2.1 Training al lavoro Laboratori 4.2.2 Occupazione Centri diurni e laboratori 4.2.3 Lavoro educativo ed assistenza Centri diurni, semiconvitti, laboratori, asili nido, punti d’incontro 4.2.4 Attività di tempo Centri diurni, libero laboratori, punti d’incontro 4.2.5 Lavoro protetto Laboratori 4.2.6 Igiene personale Laboratori, centri diurni, asili nido, semiconvitti 222 Classificazione delle prestazioni dei servizi Settore di prestazione 4 Gruppi di prestazione 4.3 Prestazioni residenziali Prestazioni Unità organizzative 4.2.7 Trattamento sociosanitarioinfermieristico Centri diurni, semiconvitti 4.2.8 Esercizi terapeutici Centri diurni, semiconvitti 4.2.9 Trasporto e accompagnamento Centri diurni, semiconvitti, laboratori 4.2.10 Vitto Centri diurni, semiconvitti, laboratori, asili nido 4.3.1 Occupazione Comunità protette e comunità alloggio 4.3.2 Ospitalità assistita in convitti/istituti Comunità protette 4.3.3 Ospitalità assistita in comunità alloggio Comunità alloggio 4.3.4 Addestramento abitativo Comunità alloggio e centri di addestramento abitativo 4.3.5 Assistenza e cura Strutture di minori sociopedagogiche 4.3.6 Lavoro educativo ed assistenza Comunità protette, comunità alloggio, centri di addestramento abitativo 4.3.7 Attività di tempo Comunità protette, libero compreso comunità alloggio, trasporto centri di addestramento abitativo, strutture sociopedagogiche 223 Classificazione delle prestazioni dei servizi Settore di prestazione 4 Gruppi di prestazione Prestazioni Unità organizzative 4.3.8 Igiene personale Comunità protette, comunità alloggio 4.3.9 Trattamento sociosanitarioinfermieristico Comunità protette, comunità alloggio, centri di addestramento abitativo 4.3.10 Esercizi terapeutici Comunità protette, comunità alloggio, centri di addestramento abitativo 4.3.11 Vitto Comunità protette, comunità alloggio, centri di addestramento abitativo 224 F. Proposte sulle iniziative da adottare Nel corso del modulo conclusivo e con il coinvolgimento di tutti i partecipanti, ha avuto luogo l’individuazione delle iniziative da adottare nel processo di rinnovamento dei servizi sociali, introdotto con il corso di formazione-intervento.46 Il diagramma che segue illustra, in sintesi, gli elementi della nuova gestione dei servizi sociali, da utilizzarsi quali punti di riferimento per gli ulteriori interventi di attuazione del progetto. SOZINFO SOZINFO Classificazione delle prestazioni Leistungskatalog Strutture Organisations organizzative strukturen (schema distrettuale) (Sprengelkonzept ) Proposta di bilancio di previsione SIPSA LISYS “ORIENTARE” “LENKEN“ CONTROLLARE CONTROLLING “GESTIRE ” “STEUERN“ Contabilità con Rechnungs calcolo dei costi wesen delleinkl . KLR prestazioni Bilancio di previsione Qualità Qualität Budgeting Budgetierung Calcolo dei costi e delle prestazioni Figura 25: Punti di riferimento per l’attuazione del progetto 46 Contemporaneamente, nel corso di un incontro informativo tenuto l’11 febbraio 1999 presso la Direzione della Ripartizione servizio sociale a Bolzano, al quale sono stati invitati accanto ai dirigenti del sistema “Servizi sociali” anche i rappresentanti del consorzio dei comuni dell’Alto Adige, della Informatica Alto Adige S.p.A., della SYNERGIA di Milano e dell’Istituto di management pubblico dell’Università di Innsbruck, si sono messe a punto le procedure da seguire per l’introduzione del progetto della nuova gestione dei servizi sociali. 225 Proposte sulle iniziative da adottare (1) Descrizione delle prestazioni • Segretari generali e Direttori dei servizi sociali descriveranno, congiuntamente con qualificati collaboratori (sistema partecipativo, coaching), un numero ristretto di prestazioni entro la fine di maggio 1999, ripartendo il lavoro nel modo seguente:47 Settori di prestazione e gruppi di prestazione Comunità comprensoriali Settore di prestazione 1: Prevenzione Val Pusteria Settore di prestazione 2: Informazione/consulenza Val Venosta Settore di prestazione 3: Sostegno finanziario/materiale Bolzano Gruppo di prestazione 4.1: Prestazioni aperte e domiciliari Oltradige – Bassa Atesina Gruppo di prestazione 4.2: Prestazioni semiresidenziali Salto/Sciliar e Valle Isarco Gruppo di prestazione 4.3: Prestazioni residenziali Burgraviato e Alta Valle Isarco • (2) SOZINFO48 • • 47 48 Redazione finale da parte del gruppo di lavoro e sintesi dei risultati in una classificazione delle prestazioni (colloqui coi responsabili della contabilità, dell’informatica e di SOZINFO) Base per un utilizzo ragionato della classificazione delle prestazioni (strumento di gestione grazie all’integrazione con la classificazione delle prestazioni) Automazione dei processi di erogazione delle prestazioni (workflow; chi fa cosa, per chi, per quanto tempo, con quale frequenza, con quanto denaro e personale?) A questo scopo è stata inviata entro il 15 febbraio 1999 a tutti i Segretari generali e Direttori dei servizi sociali la versione più recente della classificazione delle prestazioni, corredata di una bozza di scheda per le prestazioni con nota sugli elementi descrittivi. SOZINFO è un programma informatico per la gestione degli utenti del servizio sociale e delle prestazioni erogate. 226 Proposte sulle iniziative da adottare • • • • • (3) Qualità • • • • • • (4) Rilevamento di tutte le prestazioni dei servizi sociali (management del singolo caso e documentazione delle prestazioni) Calcolo delle prestazioni (imputazione di spesa, interfaccia con la contabilità) Verifica delle valutazioni sulla scorta del SIPSA (reporting, per es. rapporto sull’attività di una comunità comprensoriale) Controlling Abbinamento col calcolo dei costi Discussione del concetto di qualità, quale semplice approccio al dibattito sulla qualità (presupposto per interventi di assicurazione e miglioramento della qualità) Classificazione delle prestazioni quale punto di partenza (rende superfluo l’avvio di uno specifico progetto di Quality Management) Fissazione di standard di qualità nell’ambito delle descrizioni delle prestazioni Valutazione di diversi livelli di qualità Verifica dei presupposti di implementazione della ISO 9000 e norme successive nei servizi sociali Considerazioni sull’introduzione di una Carta dei servizi per i cittadini Contabilità • • • • • • • Avvio della nuova contabilità col 1° gennaio 2000 quale termine di riferimento Orientamento alle prestazioni (”primato della prestazione“) Configurazione delle unità organizzative in ASCOT Effettuazione di un calcolo una tantum dei costi delle prestazioni per il servizio sociale di una comunità comprensoriale (domande: Come si individuano le tipi di costo? I tipi di costo sono congruenti coi centri di responsabilità? Ci sono prestazioni marginali nella classificazione delle prestazioni?) Correlazione prestazioni / unità organizzative (luoghi di erogazione delle prestazioni) Identificazione univoca dei tipi di spesa / tipi di costo e dei centri di spesa / centri di responsabilità quale presupposto di omogenizzazione delle strutture Chiara definizione dell’interfaccia contabilità / SOZINFO (trasferimento dati da ASCOT a SOZINFO e viceversa). 227 Proposte sulle iniziative da adottare (5) Strutture organizzative (Nuova concezione del distretto) e budgeting • • • • Il distretto quale unità organizzativa (senza ulteriori suddivisioni in unità organizzative come per i servizi attuali) Budget autonomo per ciascuna unità organizzativa; il servizio sociale si vede assegnare dal Segretario generale un proprio budget, e il direttore responsabile lo assegna ai responsabili delle varie unità organizzative a livello di distretto e struttura (management delle risorse decentralizzato) Principio della congruenza di prestazioni, competenze (risorse, budget e personale) e responsabilità (rendiconto) Workshop sulla tematizzazione del rapporto tra Segretari generali (idea: maggiore accentuazione delle funzioni di servizio nel senso di una consulenza per i responsabili politici) e Direttori (ripartizione teorico/reale delle competenze). Il progetto sin qui delineato si può descrivere efficacemente nei suoi tratti essenziali con la seguente osservazione, formulata da un dirigente nel corso del modulo conclusivo: ”Nel nuovo modello il direttore necessita di responsabilità e autonomia, non però di libertà dispotica. Si tratta di rivestire un ruolo nuovo, il che non significa ingerirsi nelle attività quotidiane ma seguirne le linee generali. L’autonomia non può venir contrattata giorno per giorno. Non si vuole essere informati su tutto, ma su ciò che non si è riusciti a fare. Per questo serve una più precisa formulazione degli obiettivi ed un buon reporting, pena il non funzionamento.” Il seguente diagramma illustra l’organizzazione di progetto49 delle iniziativa da adottare per l’introduzione della nuova gestione dei servizi sociali. 49 E‘ stata proposta la seguente composizione: Josef Hermann Kalser (Segretario generale della comunità comprensoriale Salto-Sciliar), Vinzenz Karbon (Presidente della comunità comprensoriale Salto-Sciliar), Martha Stecher (direttrice dei Servizi sociali Val Venosta) e Karl Tragust (Direttore della Ripartizione servizio sociale) per il gruppo di coordinamento e il Segretario generale Josef Hermann Kalser per la direzione di progetto. Del gruppo di lavoro contabilità hanno fatto finora parte: Grünfelder, Januth, Kalser, Kaserer, Mattedi, Mittermair, Pichler, A. Profanter, S. Profanter, Riegler, Sparber e Wieser. Per le future attività del gruppo di lavoro è stato proposto anche il nominativo della Sig.ra Sartori (Azienda Servizi Sociali del comune di Bolzano). Hanno partecipato alle riunioni del gruppo di lavoro “Classificazione delle prestazioni”: Bertoldi, Gasteiger, Grünfelder, Gunsch, Januth, Mattedi, Riegler, Stecher e Vianello. Il coordinamento del futuro gruppo di lavoro “Prestazioni” sarà assunto dalla Sig.ra Annamaria Freina della direzione della Ripartizione 24 Servizio sociale. 228 Proposte sulle iniziative da adottare Gruppo di coordinamento Direzione di progetto G.l. Servizi G.l. Contabilità • Classificazione delle prestazioni • SOZINFO • SIPSA • Qualità • Budgeting • Calcolo dei costi Figura 26: Organizzazione di progetto per l’introduzione della nuova gestione dei servizi sociali 229 G. Allegato (elenco dei partecipanti) Nome Funzione/organizzazione Gherardo Bertoldi Direttore dei servizi sociali della comunità comprensoriale di Bolzano Eugenio Bizzotto Direttore dell‘Ufficio famiglia, donna e gioventù Florian Ebner Comunità comprensoriale Salto-Sciliar Annamaria Freina Direzione della Ripartizione servizio sociale Josef Gasteiger Direzione della Ripartizione servizio sociale Johann Grünfelder Segretario generale della comunità comprensoriale Alta Valle Isarco Reinhard Gunsch Direzione della Ripartizione servizio sociale Günther Januth Segretario generale Burgraviato Josef Hermann Kalser Segretario generale della comunità comprensoriale SaltoSciliar Alfred Kaserer Segretario generale della comunità comprensoriale Val Venosta Monica Maffei Comunità comprensoriale Oltradige/Bassa Atesina Fernanda Mattedi Direttrice dei servizi sociali della comunità comprensoriale Oltradige/Bassa Atesina Walter Mitterrutzner Segretario generale della comunità comprensoriale Valle Isarco Franz Oberleiter Direttore dei servizi sociali della comunità comprensoriale Val Pusteria Josef Roman Pichler Direttore dei servizi sociali della comunità comprensoriale Valle Isarco Reinhard Prossliner Direttore dei servizi sociali della comunità comprensoriale Burgraviato 230 della comunità comprensoriale Allegato (elenco dei partecipanti Josef Putzer Direttore dei servizi sociali della comunità comprensoriale Alta Valle Isarco Ingrid Riegler Ufficio anziani e distretti sociali Günther Staffler Direttore dei servizi sociali della comunità comprensoriale Salto-Sciliar Erwin Staindl Diretttore dell’Ufficio invalidi e soggetti portatori di handicap Martha Stecher Direttrice dei servizi sociali della comunità comprensoriale Val Venosta Karl Tragust Direttore della Ripartizione servizio sociale Albert Tschager Direttore dell’Ufficio anziani e distretti sociali Gabriella Vianello Direzione della Ripartizione servizio sociale Anton Willeit Segretario generale della comunità comprensoriale Val Pusteria 231