“Ogn`ira, ogni miseria e ogni forza, chi d`Amor s
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“Ogn`ira, ogni miseria e ogni forza, chi d`Amor s
“Ogn’ira, ogni miseria e ogni forza, chi d’Amor s’arma vince ogni fortuna”. (M. Buonarroti) La fama di Michelangelo è universalmente legata alla scultura, tanto che il suo lavoro di pittore e architetto è stato sovente letto in subordinazione alla tecnica privilegiata dell’arte di togliere, il suo disegno come propedeutico alle altre tecniche ed infine la scrittura e la poesia come episodi minori. Alla poesia il Buonarroti si dedicò per tutta la vita, profondendovi in una prima fase interesse occasionale, ma successivamente costanza, continuità e assiduità crescente. La produzione di Michelangelo in poesia consta di circa 300 componimenti che l’artista non volle però mai dare alle stampe evidentemente considerandola come strumento di comunicazione interpersonale o comunque riferibile ad una ristretta cerchia che con lui condividevano rimandi e chiavi interpretarive. Le Rime sono state pubblicate solo dopo la sua scomparsa: la prima volta nel 1623, successivamente in altre edizioni e nell’ottocento furono tradotte dal filosofo R.W. Emerson. Montale e Ungaretti rimasero colpiti dalla forza della sua lirica, per tanto tempo ingiustamente sottovalutata dalla critica. Una poesia del disagio e della crisi. Ciò che emerge dalle Rime infatti, sono i travagli personali dell’artista, la solitudine, una poetica tutta tesa al superamento delle difficoltà reali o fittizie che si possono riassumere nelle contraddizioni vita/morte, speranza/sconforto, virtù/peccato, umiltà/superbia. Accanto alle Rime, un altro documento letterario prezioso di Michelangelo, sono le Lettere, dirette ai più famosi artisti del tempo, scritte anch’esse senza pretesa, ma con un linguaggio tormentato e personale. Il fatto che molte poesie fossero state scritte dall’artista su fogli che recano disegni o schizzi, fa pensare allo stretto legame che ebbe per Michelangelo l’opera figurativa e quella poetica, come il bisogno, per entrambi, di chiarire, definire, concettualizzare, la realtà e l’arte stessa, attraverso il potere simbolico e rivelatore della parola e dell’immagine. I Michelangelo sta anche in questa disponibilità a comunicare con tecniche diverse ma privilegiando l'immagine sulla parola, non subordinando l'una all'altra, ma in una continua alternanza la cui proiezione sul mondo è prevalentemente visuale solo perché i codici visivi appaiono più facilmente memorizzabilida una moltitudine. Per i due artisti che hanno scelto di dialogare tra loro, attraverso i rispettivi lavori, negli spazi di villa Smilea, il fascino contemporaneo del lavoro michelangiolesco risiede anche nel multiverso intersecarsi dei linguaggi e delle tecniche. Bartolozzi e Agnoletti esprimono sensibilità ed esperienze appartenenti a generazioni diverse accomunate dal permanere, nella dimensione contemporanea, di quella condizione antica dell’artista che lotta strenuamente con la materia per cavare da essa l’immagine presente nella sua mente. Immagine che non è ideale, ma lettura attuale di una prefigurazione memore dell’esperienza passata, individuale e collettiva. Se ne deduce che per i due artisti il pretesto michelangiolesco non si trasforma in un generico omaggio, bensì in uno spunto di riflessione sul tema del linguaggio condiviso da una comunità, o meglio un dialogo tra i vari linguaggi che coesistono contemporeneamente a livelli diversi. Ecco spiegata la necessità di porre a confronto la poesia e le arti visive contemporanee declinate attraverso tecniche diverse: il disegno, l'allestimento, il video, la musica, ma soprattutto la necessità di far sì che ogni occasione, anche questa esposizione, divenga un pretesto di riflessione e dialogo fra specificità disciplinari diverse ricostituendo le premesse di quella consuetudine a cercar sempre un punto di visuale altro che è condizione preliminare al riconoscimento di un bene comune, di un valore condivisibile, di unidea di comunità... Anna Brancolini Organizzazione Comune di Montale, assessorato alla cultura con il patrocinio di: Società delle Belle Arti Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, Museo Guidi – Amici del Museo Guidi, Forte dei Marmi Arciconfraternita della Misericordia di Pistoia, Arciconfraternita della Misericordia di Montale , Centro Culturale “Il Tempio” di Pistoia “Ogn’ira, ogni miseria e ogni forza" Flavio Bartolozzi, Roberto Agnoletti, a 450 anni dalla morte del Buonarroti villa castello Smilea ottobre – dicembre 2014