Caterina Donati, a.a. 2006/07 scheda 1 Il dominio della sintassi: la

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Caterina Donati, a.a. 2006/07 scheda 1 Il dominio della sintassi: la
Caterina Donati, a.a. 2006/07
scheda 1
Caterina Donati, a.a. 2006/07
Il dominio della sintassi: la frase
scheda 1
Grammaticalità, commutabilità, accettabilità
Quello che concretamente i parlanti producono: gli enunciati
Giudizi di grammaticalità: dipendono dalla nostra conoscenza delle regole
sintattiche, che ci dice se una frase è ben formata (e quindi potenzialmente utilizzabile
in qualche contesto) oppure no.
(1)
Mah…
(10)
*Mela la Nico mangia(ordine)
(2)
Ahi
(11)
*Nico mangia le mela (forma)
(3)
Giovanni!
(4)
io no
(5)
sotto casa… capito?
(6)
Berlusconi è bello e simpatico
Giudizi di accettabilità: dipendono invece dalla nostra conoscenza del mondo, dal
fatto cioè che la proposizione espressa è difficilmente valutabile in termini di verità o
falsità.
(12)
Gli enunciati sono atti linguistici, proferiti in un contesto, con delle intenzioni
comunicative, decodificabili tramite la semantica, la sintassi ma anche la pragmatica
(implicature).
Tra gli enunciati, alcuni hanno uno statuto speciale, quello di essere in grado di
esprimere ‘pensieri completi’: esprimono delle proposizioni. Sono gli enunciati di cui
posso dire se siano veri o falsi (ne posso conoscere le condizioni di verità).
Gli enunciati che esprimono una proposizione sono detti frasi. La stessa frase
pronunciata in due contesti (quindi due enunciati) può esprimere due proposizioni
diverse:
(7)
Oggi fa freddo
Una stessa proposizione può essere espressa da frasi diverse
(8)
It is cold today
Il fait froid aujourd’hui
OGGI FREDDO
(9)
Nico mangia la mela
La mela è mangiata da Nico
Enunciato, proposizione e frase sono tre diversi livelli dell’analisi linguistica:
pragmatico, semantico, sintattico.
La teoria sintattica è una teoria di come sono costruite le frasi.
#La mela mangia Nico
Giudizi di computabilità: dipendono dalla nostra capacità di elaborare i dati, che è
condizionata da limiti severi di memoria di lavoro e da altre caratteristiche.
(13) Chi pensi che Paolo creda che dovresti assolutamente dire a Giovanna che è
importante contattare?
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Le unità di base della sintassi
Parole e tratti
Che cosa combina la sintassi?
1. Le parole.
Difficoltà di definizione delle parole: formale, semantica, fonologica. Distribuzionale.
2. I tratti
Alcuni problemi in questa conclusione:
(14)
a. Nico guarda la mela
b. Nico taglia la mela
c. Nico butta la mela
d. *Nico Giuseppe la mela
e. *Nico buttano la mela
Sembra esserci uno schema comune, in cui non contano tanto le parole, ma le forme:
la seconda parola deve essere in –a.
(15)
Nico distrusse la mela
Lo schema rimane sempre lo stesso, anche se la forma è diversa.
Quello che la sintassi combina sono parole etichettate, dove l’etichetta è la
categoria.
Le categorie delle parole
Lessicali N, V, A,
Funzionali D, P, …
L’ordine delle parole è funzione della loro categoria (e questo significa che la sintassi
delle lingue naturali non è puramente combinatoria). Un altro modo per dirlo è che la
sintassi non combina parole ma qualcosa di più astratto: tratti, innanzitutto categoriali.
Chiameremo tratti le proprietà della parola che sono visibili alla sintassi. Spesso sono
visibili anche alla morfologia (hanno realizzazione morfofonologica), e in questo
senso somigliano ai morfemi. Ma non è necessariamente così (protest, per esempio,
può avere tratto sia N sia V senza che la morfologia li distingua).
Quanto al tratto categoriale, nonostante abbia rilevanza semantica e morfologica (il
che non sorprende data la posizione della sintassi nell’architettura della grammatica),
si tratta di una proprietà sintattica delle parole. Come testimoniato dalla lunghissima
e controversa tradizione della dottrina delle parti del discorso.
(16)
Due parole hanno lo stesso tratto categoriale se hanno la stessa distribuzione
Anche l’altra dimensione della sintassi, la forma, è caratterizzabile nei termini di tratti
sintattici meglio che in termini puramente lessicali o morfologici.
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Oltre ad ordinare parole in base ai loro tratti categoriali, la sintassi stabilisce delle
relazioni tra loro definibili in termini di condivisione (accordo) di altri tratti
sintattici: i cosiddetti tratti-phi (genere, numero, persona) e altri: tempo, modo,
aspetto, caso. L’errore di (14e) è un errore di accordo: in questo caso la sintassi ha
selezionato un verbo con un tratto plurale, incompatibile con il tratto singolare del
nome che precede.
Anche per i tratti-phi vediamo che sono spesso rilevanti per la semantica (e.g. un
nome con tratto plurale si riferisce di solito a un gruppo di entità) e la morfologia (e.g.
un nome con tratto plurale viene pronunciato spesso con desinenza in –i o in –e), ma
si tratta di proprietà squisitamente sintattiche. Per esempio, il tratto plurale di forbici è
sintatticamente (e morfologicamente) rilevante ma non semanticamente. Il tratto
plurale di people è sintatticamente (e semanticamente) rilevante ma non
morfologicamente.
Le parole non sono semplici combinazioni casuali di tratti: c’è una gerarchia, visibile
in una serie di implicazioni. Se per esempio una parola ha tratto N è compatibile con
una serie di tratti (-phi) (numero, genere) ma non altri (tempo).
Domande difficili:
1.Il repertorio dei tratti sintattici è universale?
a. Nel senso che sono tutti a disposizione del bambino, che deve
selezionare quelli rilevanti per la sua lingua e scartare gli altri come parte del processo
di acquisizione?
b. Nel senso che tutte le lingue li realizzano tutti a livello sintattico, e
variano solo nella loro interpretazione morfologica?
2. Il repertorio dei tratti sintattici non è universale?
a. Nel senso che lo sono solo alcuni?
b. Nel senso che non lo è nessuno?
L’ipotesi più forte (quindi più esplicativa/quindi più falsificabile): repertorio
universale (nella sua versione a o b).
Quanto alle combinazioni di tratti sintattici, vediamo subito che non sono universali,
ma in aggiunta ai tratti semantici (che ipotizzeremo essere universali), e a quelli
fonologici (universali nel senso a), danno luogo alla variazione lessicale: la variazione
linguistica per eccellenza.
Ogni bambino costruisce il suo lessico scegliendo le proprie combinazioni di tratti di
questi tre repertori universali: le parole. Ma niente forza che ogni parola abbia sempre
tutti e tre i tipi di tratti.
Altri tratti:
Caso
Tempo
Modo
aspetto