1968.12.05 - Comunità dell`Isolotto

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1968.12.05 - Comunità dell`Isolotto
5.12.68 - bobina BA 003 Riunione dei ragazzi per organizzare la marcia di protesta in piazza San
Giovanni.
(Interventi di: Franco Quercioli, Enzo Mazzi, Giovanni Palagi e vari ragazzi dei quali non è
possibile ricostruire l’identità)
Un ragazzo della scuola media: Ora bisognerebbe parlare di questo sciopero e tutti d'accordo stasera
pomeriggio andare tutti insieme ragazzi, genitori e ragazzi delle elementari insieme e questo
sciopero che vogliamo fare stamattina perché molti stamattina non potranno venire e quindi sarà
meglio discuterne ora e mettersi d'accordo. E chi è qui ora andare a dirlo a quegli altri almeno
stasera ci siamo tutti. Faccio questa proposta. Vi va bene?
Giovanni Palagi (un adulto): Vorrei dire a chi viene a parlare di non stare troppo vicino al
microfono altrimenti si sente male.
Franco Quercioli (maestro): Quindi chi ha una idea: per me è meglio farlo ora, per me è meglio
farlo stasera, viene qui e spiega. Un'altra cosa importante, ragazzi: noi abbiamo altre cose da fare.
Domani cosa si fa, e domani l'altro? Non si può mica smettere con una manifestazione così e basta.
Perché poi bisogna che anche la gente capisca quali sono i motivi per cui voi la fate, cioè far vedere
cosa voi avete capito di questa faccenda. Non so. E qui si potrebbe inventare altre forme per voi
ragazzi, per esprimere i vostri sentimenti e le vostre idee. Quindi ora direi: chi pensa che sia meglio
farla stasera venga e dica la sua idea, tanto per decidere c'è ancora tempo.
Un ragazzo: Penso sarebbe meglio farla stamani, di andare in piazza del Duomo perché questa sera
dobbiamo per prima cosa fare i compiti e poi i nostri stanno più in pensiero. Meglio farla stamani.
Domani dobbiamo andare a scuola in tutti i modi e stasera gli impegni sono più elevati. Sarebbe
meglio farla stamani?
Quercioli: Chi è per stamattina alzi la mano.
Allora qui è importante mettersi a sedere perché così non si fa nulla. Seconda cosa bisogna mettersi
al microfono e spiegare. Qui ci sono i ragazzi che in maggioranza vorrebbero farla stamani, però
altri hanno da dire qualcosa riguardo al fatto di stamani o stasera. Sarebbe bene che chi ha da dire
qualcosa [bobina interrotta]…fare qualche proposta. Anche se non gli piace venire al microfono la
faccia lo stesso. Stiamo ordinati e per bene.
Un ragazzo: In casa non sanno niente di questa cosa. E' meglio stasera.
Altro ragazzo: Penso che sia meglio farla stamani perché non siamo andati a scuola per questa
ragione e poi siamo qui tutti pronti. Io proporrei di fissare un'ora. Si dice che gli altri non sono
avvertiti, ma possiamo andare a dirglielo: non stanno mica lontani.
Un ragazzo. Io penso che questo ragazzo abbia parlato bene. Dato che abbiamo lasciato la scuola,
andiamo tutti. Se poi stasera vuol venire qualcun altro, si riparte. Tanto ormai a questo punto…
Un ragazzo. A un certo punto a noi cosa interessano di più i compiti o don Mazzi? E poi i nostri
genitori se stasera sapranno che la preside e anche molti professori sono con noi saranno più
contenti. Stamattina sono contrariati perché abbiamo fatto sciopero a scuola. Io penso che sarebbe
bene convincerli.
Quercioli: La proposta fatta avanti la ripropongo brevemente: siccome qui ci sono molti ragazzi che
vogliono andare in piazza del Duomo, anche molti genitori, a quanto ho visto, possono andare ad
accompagnare i loro figlioli, si può anche fare così: se ci sono molti genitori si fa un bel servizio
d'ordine. Io penso che anche un genitore che ha un figliolo e non si fida molto a mandarlo in centro,
se noi si organizza bene con molti genitori lo può mandare lo stesso. Questo non vuol dire che
stasera, eventualmente, ci fossero i ragazzi che volessero farlo ancora… però bisogna stare attenti a
non volerne fare troppe se no viene una cosa così così, non organizzata bene. Ricordate che stasera,
per esempio, si potrebbe discutere con i genitori, cioè con gli adulti, che cosa fare domani. Quindi
non è che bisogna fare per forza tutto oggi. Non si deve far per forza tutto oggi. Io direi che quei
genitori che stamattina non possono venire in centro si fidino degli altri genitori e di noi adulti
perché noi si organizza un corteo veramente ordinato dove non succederà nessun incidente. Se si
vede che abbiamo molti genitori che possono venire io direi che possiamo farlo stamani. Se i
genitori fossero pochi e non fossero in grado di organizzarlo bene allora lo rimanderei a stasera.
Un genitore: Io penso che i genitori stamani ce ne dovrebbero essere pochi perché abbiamo una
famiglia da accudire, poi fate voialtri.
Quercioli: Di quelli che sono qui: chi sono quei genitori che possono andare in centro. Alzino la
mano.
Chi sono i genitori che stasera, stasera per esempio alle sei, alle cinque , alle quattro…
Un ragazzo: Io ho lasciato apposta la scuola per andare stamani. Stasera i genitori, un'altra fiumana
di gente
Altro ragazzo: A noi ci dicono che bisogna essere in molti. Ma non andiamo mica come un eserito
per fare danni alla città!
Quercioli: Questo bambino che ha parlato ora mi pare che abbia detto una cosa molto giusta. Non è
mica detto che bisogna essere un esercito. Non si va mica per conquistare una città. Si va per far
vedere alla gente. I ragazzi soprattutto vanno in centro a far vedere alla gente cosa pensano. Io farei
una proposta: di mettersi in piazza del Duomo, su gli scalini del Duomo e leggere il catechismo,
stamani. Poi non vuol dire che, se ci sono dei ragazzi che stamani vanno lì a leggere il catechismo,
non faranno più niente quegli altri. Se ci sono da fare altre cose le faranno. I ragazzi vogliono fare
certe cose e io penso che non sia il caso di impedirglielo. Però, siccome stiamo discutendo, la
proposta di quel bambino era questa: non importa essere tanti, perché noi non abbiamo da far
vedere che siamo un esercito. Dobbiamo far vedere le nostre idee e far vedere le nostre idee si fanno
vedere lo stesso anche se non siamo tanti tanti. Importante è anche dire che cosa si fa in piazza del
Duomo. Se si sta lì, si discute, si legge il catechismo potrebbe essere una cosa bella. Ci sono altre
proposte?
Un ragazzo: Io penserei una cosa. Ora noi si sta qui a discutere se stamani o stasera. Molti vogliono
andare stamani. Ma se si sta a perdere tempo non c'entra più di andare stamani.
Quercioli: Avevamo fissato stamattina che dovevamo venire qui in chiesa alla dieci. Che ore sono?
Sono le dieci. Aspettiamo ancora un quarto d'ora. Le cartelle le potete lasciare anche qui. Le
prendete quando tornate qua all'Isolotto. Lasciatele sulla seggiola le cartelle. Siccome si è dette che
si va dopo, sarebbe bene rimanere ancora qui. Non uscite, per favore, se no viene una cosa fatta
male, organizzata male. Allora tutti, per favore, seduti. Prima di partire tutti seduti. Tutti. Tutti.
Partendo alle dieci e mezzo di qui, per andare in centro ci vorrà mezz'ora, quaranta minuti. Siamo in
centro alle undici. Si può tornare via a mezzogiorno e alle una essere qui. Allora, per favore, tutti
seduti se no si da l'impressione che non siamo organizzati.
Un ragazzo: Non possiamo andare in centro a fare questa cosa così in pochi. Bisognerebbe andare
in molti, come per esempio organizzarla un altro giorno che venissero tutti.
Altro ragazzo: Io invece penserei l'incontrario, come prima: non bisogna andare in tanti come per
conquistare le mura di una città. Basta andare in pochi e far sapere cosa vogliamo, far sapere i nostri
pensieri. E poi bisogna fare il più alla svelta possibile per muoversi. Non possiamo mica andare lì
per fare una passeggiatina e tornare subito indietro. Bisognerebbe .
andare subito.
Altro ragazzo: Non è che ci sia da conquistare una città ma più che siamo e meglio è se non pensano
che si sia solamente un pugnello di fanatici. Bisogna andare quasi tutto l'Isolotto, far vedere chi
siamo. Siamo massa compatta e non tre o quattro che possono venire stamattina. Le cose vanno
fatte con calma,. Non bisogna avere furia. Poi, le elementari che avevano organizzato lo sciopero
con i genitori sono in pochi quelli delle elementari venuti. Solamente quelli delle medie che non
avevano organizzato nulla sono qui. Gli altri ragazzi dove sono?. Non dovrebbero aver paura i
genitori a mandarli.
Un ragazzo: A me pare che non siamo proprio quattro gatti. A me pare che a mettersi in una fila per
bene tutte queste persone che sono in chiesa possono occupare anche una intera via. E poi se stiamo
qui a fare tante chiacchiere e a contare quanti siamo non concluderemo mai nulla. Bisognerebbe
partire per me..
Voce di un ragazzo: Raduniamo anche chi è fuori.
Un adulto: Aspettate:
Quercioli: Qui c'è una cosa. La decisione potrebbe essere questa: chi lo vuol fare ora lo può fare
anche stasera alle tre. In più ci saranno anche quelli che stamani non ci sono. I genitori si preparano,
organizzano la loro mattinata, fanno da mangiare, mangiano, sistemano la casa e poi tutti alle tre si
parte da qui. Ragazzi, per voi o farla stamattina, una cosa fatta un po' così, essere in meno ecc.,
oppure farla stasera, è la stessa. Io farei una proposta. Stamattina i ragazzi dovrebbero fare un'altra
cosa: non andare stamani in centro, ma prepararsi per andare alle tre. Perché ci s'ha da fare i cartelli,
da andare ad avvisare tutte le famiglie. Ora con questi ragazzi delle medie ci si organizza, ci si
divide in gruppi e si potrebbe fare anche scrivere lettere al vescovo, delle lettere. Quindi,
riepilogando: stasera alle ore quindici precise si parte. Ci si trova in chiesa e si va in centro in
silenzio, dimostrazione ordinata e si legge il catechismo in piazza del Duomo. I genitori che voglio
tornare a casa tornano a casa, i ragazzi che vogliono preparare la manifestazione di stasera
rimangono qui a preparare. Non importa che siano tanti tanti. Così stasera vengono tutti i maestri,
vengono tutti stasera. Ora ci organizziamo in gruppi e si va alle famiglie. Facciamo un ciclostilato
alla svelta. Don Mazzi vorrebbe venire qui. Non c'è. Però ha detto che avrebbe piacere di parlare un
po' con voi.
Enzo Mazzi: Voi avete già saputo cosa è accaduto, che io non sono più il vostro parroco. Io non
sono più il vostro parroco ma rimango il vostro amico, il vostro fratello, il vostro fratello rimango.
La messa, siccome a me hanno impedito di dirla qui in chiesa, la messa come sarà, come sarà la
messa? Siccome la messa non si può dire, io non la posso dire, la nostra messa sarà per le strade,
sarà nei negozi. La nostra messa sarà la nostra vita di tutti i giorni e poi se vorranno ritorneremo a
dirla anche in chiesa. Ma intanto la nostra messa, finché non ce la faranno dire qui in chiesa, noi la
faremo insieme a voi dappertutto, cioè nella nostra vita. Perché noi sacerdoti abbiamo intenzione di
continuare a stare insieme come prima. Troveremo un alloggio come tutti, lavoreremo per
mantenerci come tutti e continueremo a vederci per le strade. E allora ci saluteremo, ci fermeremo a
chiacchierare e quella sarà la nostra messa. Sarebbe ridicolo che io facessi un'altra cappella con
altre messe. Questo non andrebbe bene perché noi dobbiamo rimanere uniti e qui manderanno
qualcuno a dire la messa. Ciascuno farà quello che vorrà. Noi, don Mazzi, don Sergio e don Paolo
faremo questo: lavoreremo e saremo in mezzo a voi come fratelli, come amici. Questa sarà la nostra
messa. Io non vi impedisco di chiedere al vescovo che ci faccia rimanere come parroci, però tenete
conto che non è questa la cosa più importante. E poi penso che il vescovo non recederà sicuramente
nel suo proposito. Però bisogna arrivarci a far capire a Florit e a tutti gli altri vescovi e al papa che
questo modo di mandare avanti la Chiesa non va bene. Bisogna arrivare a far capire che ci vuole
una Chiesa fatta di poveri, non di ricchi, una Chiesa che accoglie i giovani non che li rifiuta. Queste
sono le cose da far capire o che don Mazzi sia parroco all’Isolotto o non sia parroco. Queste sono le
cose da far capire, cose grosse, che la chiesa è della gente. O che don Mazzi sia parroco
dell’Isolotto o che non sia parroco, e che noi rimaniamo amici come prima. Ora io vi lascio perché
voi fate quello che credete. Io non vi consiglio nulla. Non sono io…io sono uno di voi. Non vi do
nessun consiglio. Non devono assolutamente dire che sono io che vi spingo a fare qualcosa. No. Io
non vi dico nulla. I dico, anzi, tutto quello che fate fatelo con estrema maturità, con compostezza, da
uomini perbene. Fatelo con dignità. Non fate cose scalmanate. Questo vi dico io. Però non vi do
consigli d’altro genere. Fate quello che credete più opportuno. Per voi, altre che per me, per voi,
perché la Chiesa sia veramente la famiglia di tutti e specialmente dei più poveri e dei più giovani.
Arriv3ederci: continuiamo a vederci. Arrivederci.
Quercioli: Allora alle ore quindici di stasera ci ritroviamo in chiesa, con tutti i ragazzi della Scuola
Media e della Scuola Elementare, accompagnati dai genitori per andare a piedi, in una marcia
silenziosa, in piazza del Duomo a leggere il catechismo. Possiamo andare a casa e quei ragazzi che
vogliono lavorare per organizzarla vengono insieme a me e si va in una stanza, di là.
Un ragazzo: Noi vogliamo don Mazzi a fare la messa, non ci contentiamo di vederlo per la strada. A
noi non ci va bene un altro prete. Noi vogliamo don Mazzi.
Quercioli: Di questo ne riparleremo, anche perché stiamo organizzando la grande assemblea di tutto
il popolo e si decide cosa si deve fare. La riunione stamani è finita e chi vuole lavorare viene di là e
insieme ci si organizza.