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Microbiologia / Prodotti carnei Microbiology / Meat products Composti organici volatili di un sistema modello similprosciutto inoculato con lieviti autoctoni isolati da prosciutti tipici Volatile organic compounds of a ham-like model system inoculated with autochthonous yeasts isolated from typical dry-cured hams Anna Pinna, Stefania Quintavalla, Nicoletta Simoncini, Tania Toscani*, Roberta Virgili SSICA - Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, V.le Tanara, 31/A - 43121 Parma, Italia *Consorzio del Prosciutto di Parma, Via Marco dell’Arpa, 8/B - 43100 Parma, Italia Abstract Riassunto Sono stati studiati i composti organici volatili (VOCs) presenti nello spazio di testa di substrati di crescita a base prosciutto crudo (sistema simil–prosciutto), inoculati con lieviti isolati da prosciutto di Parma e appartenenti alle specie Debaryomyces hansenii, Debaryomyces maramus, Candida famata, Candida zeylanoides e Hyphopichia burtonii. Dopo 2, 5, 8 e 13 giorni di sviluppo, i VOCs sono stati raccolti mediante la tecnica Head Space Solid-Phase Microextraction (HS-SPME) e analizzati in GC-MS. I substrati inoculati con i lieviti hanno presentato differenze in VOCs rispetto al substrato tal quale; in particolare sono risultati fortemente ridotti i prodotti di ossidazione lipidica (soprattutto le aldeidi) e si è osservata una consistente produzione di alcoli. I lieviti studiati hanno mostrato differenze significative in VOCs qualificanti per l’aroma dei prosciutti crudi. In particolare le specie appartenenti al genere Candida producono alcoli in quantità percentualmente maggiori, Debaryomyces spp. ha prodotto più composti solforati, mentre Hyphopichia burtonii ha mostrato un profilo più ricco in chetoni e idrocarburi aromatici. I ceppi di C. famata e H. burtonii sono stati rispettivamente i maggiori e i minori produttori di VOCs. Le differenze osservate nei VOCs possono fornire un criterio di valutazione e di scelta per l’impiego di lieviti come starter di superficie per il miglioramento dell’aroma dei prosciutti crudi. A study was done on volatile organic compounds (VOCs) present in the headspace of raw ham-based growing medium (ham–like system), inoculated with yeasts isolated from Parma ham and belonging to the species Debaryomyces hansenii, Debaryomyces maramus, Candida famata, Candida zeylanoides and Hyphopichia burtonii. After 2, 5, 8 and 13 days of growth, the VOCs were collected by means of the headspace Solid-Phase Microextraction (HS-SPME) technique and analysed in GCMS. The substrates inoculated with the yeasts presented differences in VOCs compared to the substrate as such; in particular, the products of lipid oxidation proved to be greatly reduced (above all the aldehydes) and a notable production of alcohols was observed. The tested yeasts showed significant differences in VOCs qualifying for the aroma of the raw hams. In particular, the species belonging to the Candida genus produced greater percentages of alcohols and Debaryomyces spp. produced more sulphide compounds, while Hyphopichia burtonii showed a profile richer in ketones and aromatic hydrocarbons. The C. famata and H. burtonii strains were the greatest and the smallest vocs-producers, respectively. The differences observed in the VOCs can provide a criterion of evaluation and selection for the use of yeasts as surface starters for improving the aroma of raw ham. KEY WORDS: volatile organic compounds, yeasts, dry-cured ham INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 – 93 INTRODUZIONE Nel corso della stagionatura dei prosciutti crudi numerosi composti organici volatili (VOCs) sono generati attraverso meccanismi di natura chimica ed enzimatica (1-5). La presenza di numerosi VOCs non implica necessariamente un impatto sull’aroma, perché è stato verificato che solo alcuni composti volatili vi contribuiscono, in misura legata alla concentrazione e alla soglia olfattiva caratteristica di ciascun composto in un dato mezzo. L’aroma dei prosciutti crudi è stato ampiamente studiato negli ultimi anni, e l’analisi dei composti volatili è stata condotta attraverso varie tecniche analitiche; negli studi più recenti è stata utilizzata la tecnica HS-SPME GC-MS (6-8). Si ritiene che anche i lieviti e le muffe che si sviluppano sulla superficie dei salumi stagionati contribuiscano alla produzione di composti aromatici; l’importanza del loro ruolo è sottolineata da numerosi studi (9-16). I lieviti si sviluppano nelle frazioni muscolari ed adipose esterne del prosciutto, con il fenomeno detto di “patina farinosa”. Quando si creano sulla superficie muscolare condizioni di aw (0,85–0,92), di temperatura (10-28ºC) e di umidità relativa favorevoli alla loro crescita, i lieviti prendono il sopravvento sui batteri e formano un film, particolarmente evidente sulla superficie muscolare scoperta del prosciutto (17). Numerosi ceppi di lieviti appartenenti a più specie, tra cui le predominanti sono Debaryomyces hansenii, Candida zeylanoides, Debaryomyces maramus, Candida famata e Hyphopichia burtonii, sono stati recentemente isolati dalla superficie del prosciutto crudo di Parma durante la lavorazione (18). Recenti studi hanno messo in evidenza il contributo di Debaryomyces spp. alla formazione di VOCs e all’aroma dei prosciutti stagionati (12, 13, 19); questi studi sono stati condotti con inoculi in substrati con limitate analogie con il prosciutto stagionato (10, 11), oppure su prosciutti nei quali l’abbondante sviluppo di lieviti anche nei controlli ha reso difficile individuare i segnali da attribuire specificatamente ai campioni inoculati (12). Nella maggior parte degli studi riguardanti la produzione di VOCs da parte di lieviti sono stati presi in considerazione solo ceppi di D. hansenii, ad eccezione di uno studio molto recente che ha incluso anche C. zeylanoides per l’inoculo in sistema modello (20). Scopo di questo lavoro è valutare se e come la crescita di lieviti tipici del prosciutto di Parma inoculati in un substrato a base di prosciutto stagionato ne modifichi la componente aromatica di base, se tali modifiche possano essere influenzate dal tipo di lievito e compatibili con il miglioramento del flavour del prosciutto crudo. MATERIALI E METODI Preparazione delle sospensioni di lieviti Sono stati utilizzati cinque ceppi di lieviti isolati da prosciutti crudi, selezionati tra le specie risultate più rappresentative della popolazione micetica superficiale (18) e di cui è stata verificata con test in vitro l’attitudine allo sviluppo su substrato carneo con aw e pH rappresentativi della frazione superficiale del prosciutto: D. hansenii GM147, D. maramus TM51, C. famata GS78, C. zeylanoides GM97 e H. burtonii 94 – INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 GS120. Tali ceppi fanno parte della collezione SSICA (21) e sono conservati in Malt Extract Broth (MEB, Oxoid) con aggiunta del 15% di Glicerolo (Fluka) a -80°C. Siccome per ogni specie è stato studiato un solo ceppo, sarà omessa nel seguito la specifica relativa al ceppo. Ciascun lievito è stato fatto crescere su piastra per 72 ore in substrato Yeast Peptone Dextrose Agar (YPD, Difco) a 25°C; partendo dalle colonie pure sono state preparate le sospensioni di concentrazione pari a 106 ufc/mL in soluzione fisiologica (SOF). Per ogni lievito sono state inoculate con il 3% v/v della sospensione due beute da 100 mL contenenti 25 mL di substrato Lablemco (10 g/L, Oxoid), glucosio (10 g/L) e acido lattico (10 g/L), portato a pH 6,7 con NaOH 1 M sterile, e sono state poste per 48 ore a 27°C in agitazione a 90 rpm. Al termine, le cellule di lievito sono state raccolte per centrifugazione (4°C, 10700 g per 10 minuti) e sono state preparate le sospensioni in SOF di circa 106 ufc/mL. Crescita di lieviti in sistema modello simil–prosciutto Il substrato a base prosciutto per la crescita dei lieviti e la produzione di VOCs è stato ottenuto dissolvendo 54 g di prosciutto liofilizzato in 1 L di acqua distillata; la miscela è stata portata all’ebollizione, filtrata per eliminare il precipitato di proteine e sterilizzata in autoclave a 121°C per 10 minuti. Il substrato ottenuto presentava un contenuto di azoto pari a 1,4%, una concentrazione di NaCl pari a 0,65% e pH = 6,10. Il substrato non inoculato è stato utilizzato come riferimento. Per ogni lievito, quattro beute contenenti 40 mL del sistema modello sono state inoculate al 3% v/v con la sospensione cellulare. I lieviti sono fatti sviluppare a 25°C in agitazione 110 rpm per 2, 5, 8 e 13 giorni. Ad ogni scadenza il substrato è stato raffreddato a 4°C e centrifugato (4°C, 15300 g per 15 minuti per 3 volte consecutive per separare le cellule dal surnatante). Il surnatante è stato prelevato e 7 mL sono stati introdotti in vials da 15 mL chiusi con setto PTFE (Supelco). Una soluzione di clorobenzene in acqua distillata (0,1 mg/L, Fluka) è stata utilizzata come standard interno (22). Sono stati raccolti tre vials per ciascuna scadenza e ciascun tipo di lievito e conservati a -20ºC fino al momento dell’analisi. Lo sviluppo dei lieviti nel substrato simil-prosciutto è stato quantificato ad ogni scadenza attraverso conteggi su piastre di Malt Extract Agar (MEA, Oxoid) dopo incubazione a 25°C per 4-5 giorni. Analisi SPME-GC-MS L’analisi dei composti organici volatili è stata eseguita con il gascromatografo Trace GC Ultra abbinato allo spettrometro di massa DSQ II (Thermo Electron). Il campionamento è stato eseguito con un campionatore manuale costituito da una base di piastra riscaldante, bagno ad acqua, una guida per il corretto posizionamento della siringa SPME (Fiber holder for Manual Sampling, Supelco), termosonda per il controllo della temperatura. La siringa utilizzata per la microestrazione in fase solida (SPME) dei composti volatili è costituita da un ago che supporta la fibra 75 μm CAR-PDMS (Supelco). La fibra è stata condizionata a 300ºC per 30 minuti prima di ogni analisi. I campioni di substrato a base prosciutto, inoculati e non, sono stati condizionati per 15 minuti a 35ºC, poi la fibra della siringa SPME è stata esposta allo spazio di testa del vial per 30 minuti a 35ºC; i tempi di sosta dei campioni a 35°C sono necessari al raggiungimento della concentrazione di equilibrio dei componenti volatili nello spazio di testa del vial (7, 12). Successivamente, la fibra SPME è stata desorbita nell’iniettore del gascromatografo in modalità splitless per 1 minuto a 250ºC e i composti volatili iniettati in colonna. Per la separazione dei composti volatili è stata utilizzata la colonna SLB 5-ms (Supelco), costituita da un polimero 5% phenyl-95% dimetil polisilossano (60 m × 0,25 mm × 0,25 μm); è stato utilizzato elio come gas carrier, con un flusso di 1,3 mL/min. La programmata di temperatura del forno è stata: 36ºC per 15 minuti, 4ºC/min fino a 120ºC, 20ºC/min fino a 250ºC, mantenimento per 5 minuti. La transfer line è stata mantenuta a 280ºC, la sorgente ad impatto elettronico (70 eV) a 250ºC. L’intervallo di massa analizzato è stato 35-350 amu in modalità full scan, con scan time pari a 0,71s. Periodicamente sono stati eseguiti i controlli sulla linea del campionamento, verificando l’assenza di contaminanti nel vial, nella fibra e nella colonna. I parametri di acqua e aria nello spettrometro di massa sono stati verificati giornalmente, monitorando gli ioni massa/carica (m/z) 18, 28, 32 e 44, e la sensibilità di rivelazione, mediante l’analisi dei frammenti ionici del gas di riferimento (PFTBA, Fluarichem, GB). L’acquisizione dei dati è stata realizzata mediante l’uso del software Excalibur V 1.4 (Thermo Electron). I VOCs sono stati identificati per confronto con gli spettri di massa della libreria NIST MS Search 2.0 e confronto degli indici di Kovats calcolati con riferimento a quelli riportati in letteratura (23). L’area è calcolata per integrazione del picco attraverso il metodo ICIS del software Excalibur V 1.4 (Thermo Electron). I composti volatili identificati sono riportati come: − quantità di ciascun composto volatile espresso rispetto allo standard interno (SI) clorobenzene e calcolato come rapporto tra l’area TIC (Total Ion Current) di ogni composto e l’area TIC di SI; − rapporto percentuale tra l’area TIC del singolo composto volatile e la somma delle aree TIC di tutti i VOCs attribuiti al campione; − quantità di ciascun composto volatile espresso rispetto allo standard interno (SI) clorobenzene e calcolato come rapporto tra l’area SIM (Single Ion Monitoring) dello ione caratteristico selezionato per ogni composto e l’area SIM di SI. Per la quantificazione in SIM, è stato selezionato uno ione caratteristico per ogni composto volatile. La selezione è stata condotta studiando il tipo di frammentazione ottenuta nello spettro di massa ed identificando lo ione (m/z) che discrimina maggiormente il composto dal fondo (m/z = 44) e da eventuali picchi coeluenti. Analisi dei dati I risultati sono stati elaborati attraverso il programma SPSS 11.5.1 per Windows. Le distribuzioni percentuali dei VOCs calcolati sulle aree TIC sono state rappresentate mediante grafici a torta; le medie stimate (Least Significant Means, LSM) delle quantità di VOCs prodotte da ciascun tipo di lievito, sono state calcolate mediante General Linear Model (GLM), includendo nel modello statistico gli effetti “specie di lievito”, “scadenza di incubazione”, l’interazione “specie” × “scadenza” e confrontando le LSM per l’effetto “specie” mediante confronto multiplo a coppie (Bonferroni t-test). RISULTATI E DISCUSSIONE Incubazione nel substrato simil-prosciutto I composti con un basso valore soglia di percezione olfattiva quali aldeidi, terpeni, solfuri, alcuni alcoli e chetoni possono avere un elevato impatto sull’aroma complessivo del prosciutto crudo (5, 24). La valutazione di dati quantitativi relativi ai VOCs può fornire dei parametri oggettivi di qualità, consentendo di discriminare tra tipologie di prosciutto o tra diversi trattamenti di lavorazione (12, 25, 26) e di correlare dati sensoriali con dati analitici (5, 24). Per il prosciutto crudo, differenze nel microbiota sono state prese in considerazione sia per spiegare variazioni nell’aroma (11, 12) sia per indurre altri cambiamenti sensorialmente percepibili (27). In questo studio, messo a punto per valutare l’effetto dello sviluppo di cinque diversi lieviti in un sistema modello simil-prosciutto, sono stati complessivamente identificati 84 VOCs. È stato inoltre verificato che le condizioni di sviluppo realizzate fossero idonee all’accrescimento dei cinque ceppi di lieviti inoculati. I risultati relativi alla crescita sono riportati nella Tabella 1. Si osserva che la popolazione di lieviti nel sistema modello simil-prosciutto aumenta di due ordini logaritmici già dalla prima scadenza, e rimane costante fino all’ultima scadenza nell’ordine di 106 – 107 ufc/mL. TAB. 1 - Conteggi su piastra (log ufc/g) dei substrati simil-prosciutto inoculati con i cinque lieviti. I conteggi sono stati eseguiti alle scadenze T0 = dopo l’inoculo, T1 = 2 gg, T2 = 5 gg, T3 = 8 gg, T4 = 13 gg. Lievito T0 T1 T2 T3 T4 Candida famata 4.40 7.20 6.41 6.30 6.85 Candida zeylanoides 4.60 6.48 6.77 6.61 7.04 Debaryomyces hansenii 4.45 6.83 6.92 6.81 6.68 Debaryomyces maramus 4.62 7.45 6.70 6.86 6.72 Hyphopichia burtonii 4.56 7.30 7.04 7.04 7.00 INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 – 95 Identificazione dei VOCs ed integrazione TIC Nella Figura 1 sono riportati come esempio i cromatogrammi del sistema modello simil-prosciutto non inoculato (SSP) di C. famata e di H. burtonii dopo 5 giorni dall’inoculo: è possibile notare la presenza di segnali diversi in SSP e nei campioni inoculati con i lieviti, e una differenza di intensità dei segnali tra il campione con C. famata e quello con H. burtonii. Si riportano appositamente due dei cromatogrammi relativi a questi lieviti, che, tra le specie studiate in questa sperimentazione, hanno prodotto rispettivamente la maggiore e la minore quantità di VOCs. Il picco a 21,31, 21,34, 21,32 minuti nei tre cromatogrammi è quello del clorobenzene (SI). Relative Abundance Relative Abundance Relative Abundance FIG. 1 - Profilo dei composti organici volatili (VOCs) nel substrato simil-prosciutto (SSP), nel substrato inoculato con C. Famata e con H. burtonii, analizzati mediante tecnica HS-SPME/GC-MS (cromatogramma TIC). Tra gli 84 VOCs identificati, sono stati selezionati 52 segnali considerati correttamente risolti (senza interferenze dovute a coeluizione e con rapporto segnale/rumore > 100), sottoposti ad integrazione secondo modalità TIC ed utilizzati per la distribuzione percentuale dei segnali nelle categorie chimiche di appartenenza dei composti. Nella Figura 2 sono riportate, per SSP e per i cinque lieviti, le distribuzioni percentuali dei VOCs nelle categorie chimiche di appartenenza; nei sistemi inoculati si osserva la quasi scomparsa delle aldeidi, un aumento generalizzato di alcoli, di composti solforati e la comparsa 96 – INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 di eteri. I sistemi inoculati con C. famata e C. zeylanoides si distinguono per la forte componente alcolica ed eterea, quelli inoculati con D. hansenii e D. maramus per l’elevata presenza di composti solforati, mentre il sistema inoculato con H. burtoni è caratterizzato da una elevata componente in chetoni. La prevalente composizione in aldeidi e chetoni (prodotti di ossidazione) dello spazio di testa del sistema modello simil-prosciutto (SSP) può risultare accentuata in seguito ai trattamenti a cui la matrice originale prosciutto è stata sottoposta (liofilizzazione, breve ebollizione e sterilizzazione in autoclave). FIG. 2 - Rappresentazione della distribuzione percentuale dei VOCs nelle categorie chimiche di appartenenza per i sistemi modello simil-prosciutto tal quale (SSP) ed inoculati con lieviti. La produzione dei singoli composti volatili è stata quantitativamente rilevata (in rapporto allo SI clorobenzene) per ciascun lievito inoculato, alle quattro scadenze esaminate, con riferimento al sistema modello non inoculato (SPP); nelle Tabelle 2-9 sono riportati gli intervalli di variazione (valori minimi e massimi) dei composti organici volatili divisi per categorie chimiche di appartenenza, riportando la scadenza a cui tali valori sono stati raggiunti. Alcoli Sono stati complessivamente identificati 17 alcoli. L’aumento degli alcoli è evidente nella Figura 2, confrontando la distribuzione dei VOCs dei sistemi inoculati con lieviti rispetto a SSP. La presenza di amminoacidi nel substrato simil prosciutto ha portato alla formazione di alcuni degli alcoli riportati nella Tabella 2 tra cui 2-metil-propanolo (alcol isobutilico) e 3-metil-butanolo (alcol isoamilico). I lieviti sono in grado di sintetizzare i chetoacidi precursori corrispondenti ossia α-chetoisovalerianico e α-chetoisocapronico. L’etanolo, presente anche in SSP, è stato consumato durante l’incubazione nei sistemi inoculati, ed è stato accumulato solo nel caso di C. zeylanoides; questo alcol, che ha una nota olfattiva dolciastra, ha una elevata soglia di percezione (30 mg/kg) (5), che porta ad escludere una sua influenza sull’aroma. Gli altri alcoli, assenti in SSP, sono prevalentemente metil-alcoli ramificati, ottenuti per riduzione delle corrispondenti aldeidi, grazie all’azione di enzimi microbici del tipo alcol-deidrogenasi, con un impatto positivo sull’aroma del prodotto (28). Gli alcoli erano considerati poco importanti per l’aroma, ma è stato dimostrato che la loro soglia di percezione si abbassa ed il loro impatto olfattivo aumenta con il numero di atomi di carbonio della catena (29). Studi recenti hanno dimostrato che, anche grazie alla maggior presenza di alcoli come 2-metil-propanolo, 3-metil-butanolo e ottanolo, è stato possibile distinguere, sulla base del profilo di VOCs, il prosciutto Iberico da prosciutti di minore pregio prodotti con suini bianchi e stagionati in altre zone geografiche (25). Il 2-metil-propanolo è stato prodotto dai lieviti nelle prime scadenze, poi consumato nell’ultima, probabilmente a causa dell’impoverimento del sistema modello dei substrati necessari; solo D. hansenii forma scarse quantità di questo alcol, caratterizzato da una nota aromatica forte di vino. Il 2-metil-2-propanolo è prodotto dai lieviti C. famata, C. zeylanoides, D. hansenii e D. maramus nelle prime scadenze, mentre il lievito H. burtonii lo ha prodotto più lentamente. Ha un odore simile alla canfora. Il 2-butanolo è un alcol prodotto unicamente da C. zeylanoides nell’ultima scadenza (13 giorni); questo alcol conferisce un sentore dolce. Il 2-metil-2-butanolo è stato prodotto da tutti i lieviti (in minor quantità da D. hansenii); ha un odore pungente. Il 3-metil-butanolo è l’alcol rilevato in maggiore quantità e la sua abbondanza è dovuta anche alla riduzione enzimatica dell’aldeide 3-metil-butanale generata per degradazione di Strecker nel prosciutto (7); è stato riconosciuto come alcol abbondante in prosciutti di elevata qualità (25). È caratterizzato da un aroma erbaceo, fruttato, legnoso; la formazione di questo alcol nel sistema modello è aumentata con il tempo di incubazione documentando la presenza di substrato e di attività enzimatica utile per la sua sintesi. INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 – 97 Gli alcoli 3-metil-3-buten-1-olo, 3,3-dimetil-butanolo, 1-penten-3-olo e 2,6-dimetil-6-epten-2-olo sono stati prodotti nei sistemi inoculati con lieviti in quantità pressoché costante nel corso delle scadenze; hanno note olfattive alcoliche o di verde (1-penten-3-olo). Gli altri alcoli identificati ed integrati (SIM) sono stati 2-metil1-butanolo, 3-metil-3-buten-2-olo, pentanolo, 2-metil-1pentanolo, esanolo, 4-metil-3-esanolo, otten-3-olo. TAB. 2 - Evoluzione degli alcoli nei substrati inoculati con lieviti. CF = Candida famata, CZ = Candida zeylanoides, DH = Debaryomyces hansenii, DM = Debaryomyces maramus, HB = Hyphopichia burtonii. In SSP è riportata la media di tre replicati del substrato non inoculato. Per i substrati inoculati sono presentati i valori massimo e minimo raggiunti. I numeri apicali rappresentano le scadenze: 1 = 2 giorni, 2 = 5 giorni, 3 = 8 giorni, 4 = 13 giorni (3 replicati/scadenza). La quantità di ciascun alcol presente nello spazio di testa dei campioni è espressa come rapporto tra area TIC alcoli/ area TIC SI. Alcoli Etanolo 2-metil-propanolo 2-metil-2-propanolo 2-butanolo 2-metil-2-butanolo 3-metil-butanolo 3-metil-3-buten-1-olo 3,3-dimeti-butanolo 1-penten-3-olo 2,6-dimetil-6-epten-2-olo SSP min max min max min max min max min max min max min max min max min max min max 25892 nd nd nd nd nd nd nd nd nd CF CZ nd 2,3,4 39698 1 DH nd1,3 DM 2304 220244 4 14706 HB nd2,3,4 1 nd 61341 113474 50513 12064 91354 43204 36243 3 36636 5757 24923 364883 101554 34083 149461 169533 3 2 1 nd1,2,3 nd 106164 29744 33937 3 1 1 29273 04 21983 147062 1 nd 31792 1 nd 678833 nd 21363 17723 21884 12001 38018 5663 24322 154253 1 1 1 5950281 157541 190581 1008771 1622571 917965 36185 137762 512982 5753343 3 nd1 3 nd2 5519 493 nd1 18231 1800 4551 2374 1642 2284 2174 1039 573 330 478 1 4013 3 2 4 1 4687 4 3 1 1952 4 4 61253 1671 1643 1844 1391 3361 200 413 242 325 4764 2 4 2 4 20274 17704 10742 15803 20494 5296 3268 3112 2666 39533 3 2 4 4 nd = non determinabile Aldeidi Sono state identificate ed integrate complessivamente 11 aldeidi. Le vie di formazione più comuni per le aldeidi possono essere l’ossidazione di acidi grassi insaturi ad aldeidi lineari (28), e il catabolismo degli aminoacidi che produce aldeidi ramificate (30). Nei prodotti carnei le aldeidi ramificate sono generate attraverso la degradazione non enzimatica di Strecker di valina, leucina e isoleucina (2, 30, 31), ma possono anche essere prodotte per deamminazione e decarbossilazione dei corrispondenti amminoacidi ad opera di enzimi microbici (32, 33). Le aldeidi sono note per l’elevato contributo all’aroma di stagionato a causa della loro rapida formazione per ossidazione lipidica e della loro bassa soglia olfattiva (34); le aldeidi apportano note aromatiche caratteristiche come burro, dolce, floreale e verde (35, 36), ma anche rancido, pungente, di ghianda e noce, di tostato, salato (24). Dai risultati ottenuti (Tabella 3) si osserva che il contenuto di aldeidi nei campioni inoculati rispetto a SSP si abbassa drasticamente. Pentanale, esanale e eptanale derivano dall’ossidazione lipidica, con note olfattive che variano dal fruttato 98 – INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 (pentanale), al rancido (esanale), al grasso (eptanale) e vengono completamente rimosse dai lieviti. L’esanale, in particolare, ha origine dalla perossidazione di acidi grassi ω-6 (30) ed è associato ad off-flavor; questa aldeide è stata completamente eliminata dallo spazio di testa dei sistemi inoculati. Tale comportamento indica che la presenza di lieviti in campioni a base carnea svolge un’importante funzione antiossidante; l’effetto antiossidante svolto dai lieviti osservato anche seguendo il consumo di ossigeno e la degradazione dei perossidi (37), è confermato dalla diminuzione delle aldeidi e dall’aumento dei corrispondenti alcoli. Questi risultati sono in accordo con le osservazioni riportate in altri studi (9, 11), su salami prodotti con lieviti e muffe come starter, ma l’impiego di un sistema modello ricco di prodotti di ossidazione ha consentito di focalizzare l’effetto antiossidante esercitato dai lieviti, essendo assenti o trascurabili le interferenze dovute ad altri microrganismi e mancando il ripristino di substrati tipo aldeidi come verosimilmente accade nei prodotti carnei. Il 2-metil-propanale è stato consumato dai lieviti nel corso dell’incubazione. Ha un aroma di tostato, fruttato, pungente. Questo composto è ritenuto molto attivo come aroma per il prosciutto crudo (24). Le aldeidi 2- e 3-metil-butanale derivano dalla decarbossilazione e deamminazione degli amminoacidi isoleucina e leucina attraverso la via di Erlich (18). È stata osservata una progressiva riduzione del loro contenuto da parte dei lieviti, accompagnata dal progressivo aumento dei corrispondenti alcoli. Il consumo di 2- e 3-metil-butanale in substrati inoculati con lieviti è stato osservato anche in precedenza (11); tale comportamento è probabilmente da attribuire alla degradazione degli amminoacidi precursori disponibili nel sistema modello, da parte di popolazioni di lieviti elevate (Tabella 1). Queste aldeidi sono tra quelle che caratterizzano maggiormente l’aroma del prosciutto (24) e l’aroma di salume stagionato. Il 3-metil-butanale ha note aromatiche descritte come formaggio e salato (32) oppure fruttato, nocciola, tostato (24), il 2-metil-butanale di cacao e caffè ma anche fruttato, nocciola, tostato (24). Questa aldeide è considerata molto importante per la percezione dell’aroma di stagionato, ma alcuni studi ne mettono in evidenza anche il contributo all’aroma di rancido (5, 32). Il 2-metil-2-butenale è stato completamente consumato da parte dei lieviti; le sue note olfattive sono di frutta acerba. Il 3-metil-2-butenale è stato consumato alla prima scadenza, e poi è aumentato leggermente: la nota olfattiva caratteristica è di fruttato, mandorla e ciliegia. L’aldeide solforata metil-tio-propanale, che deriva dalla decarbossilazione degli amminoacidi metionina e cisteina, è stata completamente consumata dai lieviti, ha un aroma di vegetali ammuffiti. La benzaldeide e la benzenacetaldeide derivano dal catabolismo della fenilalanina; la benzaldeide può contribuire all’aroma del prosciutto, per la bassa soglia di percezione (0,06 mg/kg), con un aroma penetrante di mandorle amare. Questa conversione è mediata dall’azione microbica (38), ma in questo test è stato osservato un netto consumo rispetto al substrato di controllo. TAB. 3 - Evoluzione delle aldeidi nei substrati inoculati con lieviti. CF = Candida famata, CZ = Candida zeylanoides, DH = Debaryomyces hansenii, DM = Debaryomyces maramus, HB = Hyphopichia burtonii. In SSP è riportata la media di tre replicati del substrato non inoculato. Per i substrati inoculati sono presentati i valori massimo e minimo raggiunti. I numeri apicali rappresentano le scadenze: 1 = 2 giorni, 2 = 5 giorni, 3 = 8 giorni, 4 = 13 giorni (3 replicati/scadenza). La quantità di ciascuna aldeide presente nello spazio di testa dei campioni è espressa come rapporto tra area TIC aldeide/area TIC SI. Aldeidi 2-metil-propanale 2-metil-butanale 3-metil-butanale 2-metil- 2-butenale 3-metil-2-butenale pentanale esanale eptanale metil-tio-propanale benzaldeide benzenacetaldeide SSP min max min max min max min max min max min max min max min max min max min max min max 129050 139569 411370 27620 3652 CF CZ 24734 7186 1 39884 14120 4 46454 25532 1 nd 4918 2 4 DM 13274 22094 6911 8409 2 101813 39061 28734 2 41014 6125 8423 4 44131 12274 4 3010 2 65204 20586 2 nd 8951 3 HB 12584 28071 nd 14821 3251 DH nd4 2 14387 43762 64663 39174 34872 2 nd 14952 2144 4 85403 nd 7321 2505 2 14594 31053 31643 nd nd nd nd nd 195837 nd nd nd nd nd 12075 nd nd nd nd nd 12071 nd nd nd nd nd 45758 15612 41381 6550 3 5854 9723 81344 24815 1 nd2,4 21423 26261 2937 4 19184 11952 3 5163 nd4 11094 6732 47191 84892 nd1,2 14114 nd = non determinabile Chetoni Sono stati complessivamente identificati 20 chetoni. Ai chetoni sono attribuite note speziate ma anche floreali (5). I sistemi modello inoculati con lieviti presentano un profilo in chetoni modificato rispetto a SSP. Nella Tabella 4 sono presenti numerosi metilchetoni, prodotti per β-ossidazione degli acidi grassi e decarbossilazione β-chetoacida (39). La formazione di metilchetoni può avvenire per via chimica e, in presenza di popolazioni microbiche elevate, per via microbica (40). I metilchetoni aumentano o si mantengono nei sistemi modello inoculati con i lieviti. Il 2-propanone (acetone) è un composto che si trova in numerosi alimenti INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 – 99 tra cui il prosciutto crudo (30); la sua quantità è stata costante in C. famata, C. zeylanoides, D. hansenii, mentre è aumentata nelle ultime scadenze per D. maramus e H. burtonii. I metilchetoni 2-butanone e 2-pentanone sono stati prodotti dai lieviti soprattutto verso le ultime scadenze; il 2-eptanone non ha mostrato grande variabilità rispetto al controllo, fatta eccezione per D. maramus che ne ha consumato la maggior parte alle ultime scadenze. Il 2-ottanone è aumentato alla prima scadenza, per poi essere consumato nelle fasi successive. Il 2-nonanone, assente nel substrato non inoculato, è stato prodotto ed è rimasto costante nelle quattro scadenze. Di norma questi composti sono associati a note aromatiche legnose e contribuiscono all’aroma di “blue cheese” (41), per cui una grande intensità nella percezione di questa nota olfattiva produce un abbassamento della qualità del prosciutto (40). Altri chetoni (es. dichetoni) presenti nel sistema non inoculato, non sono stati più rilevati in presenza di lieviti: il 2,3-butandione o diacetile è un composto aromatico con un aroma forte e pungente di burro e crema, ed è stato consumato totalmente nei sistemi inoculati con i lieviti. 3-pentanone, 5-metil-2eptanone, 4-metil-2-eptanone sono stati prodotti dai lieviti e non erano presenti in SSP: questi chetoni hanno note olfattive gradevoli, di tipo etereo o fruttato. 2,3octandione e 3-octen-2-one derivano dall’ossidazione lipidica e sono stati completamente consumati dai lieviti; il 3-octen-2-one ha un aroma di funghi o spezie, mentre il 2,3 octandione ha un aroma di ossidato. 6-octen-2one è stato prodotto dai lieviti in quantità simili (minore produzione per D. hansenii), ma non sono note né le proprietà olfattive né la soglia di percezione. Gli altri chetoni identificati ed integrati (SIM) sono stati: 3-metil-2-butanone, 4-sec-butossi-2-butanone, 2,3-pentandione, 4,4-dimetil-2-pentanone, 2-esanone, cicloesanone, 4-etil-cicloesanone. TAB. 4 - Evoluzione dei chetoni nei substrati inoculati con lieviti. CF = Candida famata, CZ = Candida zeylanoides, DH = Debaryomyces hansenii, DM = Debaryomyces maramus, HB = Hyphopichia burtonii. In SSP è riportata la media di tre replicati del substrato non inoculato. Per i substrati inoculati sono presentati i valori massimo e minimo raggiunti. I numeri apicali rappresentano le scadenze: 1 = 2 giorni, 2 = 5 giorni, 3 = 8 giorni, 4 = 13 giorni (3 replicati/scadenza). La quantità di ciascun chetone presente nello spazio di testa dei campioni è espressa come rapporto tra area TIC chetone/area TIC SI. Chetoni 2-propanone 2,3-butandione (diacetile) 2-butanone 2-pentanone 3-pentanone 2-eptanone 5-metil-2-eptanone 4-metil-2-eptanone 2,3-octandione 6-octen-2-one 2-ottanone 3-octen 2-one 2-nonanone SSP min max min max min max min max min max min max min max min max min max min max min max min max min max nd = non determinabile 100 – INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 325469 11033 71627 3574 nd 25976 nd nd 9292 nd 4572 4298 nd CF CZ DH DM 3237921 3105584 2561452 547590 446976 337182 3 nd nd 1070911 300917 4 97311 21448 4 24292 5383 3 134722 22305 1 307584 85578 3 44362 13395 3 nd 3 68793 24418 1 nd 3 112361 25734 3 nd2 3062 3 89124 20766 1 96304 61054 1 3 4 81102 14175 4 5741 3524 4 100212 16438 1 72812 15141 2157435 4 nd 956121 164603 2786241 1 11519924 nd 731351 451938 3327781 1009551 3 5457224 63831 178581 3 15174 414073 nd1 9751 3 4679 61353 65923 100104 2 18353 175393 119174 131164 53961 1 230613 25364 17132 38271 30104 5846 3102 6237 45042 2 54584 17096 3 73884 28548 1 nd 1 nd 5142 1383 511644 169360 4 nd nd 81121 15524 3 HB nd 53652 7779 3 82674 15073 3 1 nd nd 91871 19160 59554 2 199803 68953 55424 18017 2 nd 233752 nd 4554 2332 4344 4011 654 433 768 6892 3 4 3 Acidi organici Sono stati identificati ed integrati in modalità SIM tre acidi organici: 2-metil-butanoico, 3-metil-butanoico e 4-metil-3pentenoico. Gli acidi carbossilici a catena corta (C2-C4) non sono stati identificati perché altamente volatili e non trattenuti durante l’analisi. Gli acidi 2- e 3-metil-butanoico derivano dall’ossidazione delle corrispondenti aldeidi generate dal catabolismo degli amminoacidi isoleucina e leucina ad opera dei lieviti, o derivate da questi amminoacidi attraverso la degradazione di Strecker (via non enzimatica). A questi composti organici si attribuisce un aroma pungente di formaggio, e vengono riportati, anche se con un ruolo secondario, nella componente aromatica dei prosciutti crudi (5) e nei prodotti volatili di D. hansenii (11). Esteri Sono stati complessivamente identificati tre esteri. Recenti studi (11) hanno dimostrato la capacità di specie di lieviti di produrre etil esteri che contribuiscono al tipico aroma di prodotti carnei fermentati, in cui aggiungono note fruttate e mascherano gli odori di rancido. Gli esteri con catena corta (acetato, propionato, butanoato) presentano note fruttate e bassa soglia olfattiva e sono importanti per l’aroma di stagionato (30). Nel test condotto in vitro, sono stati prodotti tre esteri (Tabella 5): il ter butil acetato, il ter pentil acetato e il dimetil butanoato di etile (in piccola quantità). Questi esteri sono stati identificati ed integrati nei sistemi inoculati con lieviti, mentre sono assenti in SSP. TAB. 5 - Evoluzione degli esteri nei substrati inoculati con lieviti. CF = Candida famata, CZ = Candida zeylanoides, DH = Debaryomyces hansenii, DM = Debaryomyces maramus, HB = Hyphopichia burtonii. In SSP è riportata la media di tre replicati del substrato non inoculato. Per i substrati inoculati sono presentati i valori massimo e minimo raggiunti. I numeri apicali rappresentano le scadenze: 1 = 2 giorni, 2 = 5 giorni, 3 = 8 giorni, 4 = 13 giorni (3 replicati / scadenza). La quantità di ciascun estere presente nello spazio di testa dei campioni è espressa come rapporto tra area TIC estere/area TIC SI. Esteri tert-butil-acetato tert-pentil-acetato dimetil-etil-butanoato SSP min max min max min max nd nd nd CF 612 CZ DH 395 4 3 DM 149 3 HB 553 0 1,2 4 32903 25861 23841 24521 17403 2189 1090 478 1041 1 7042 54442 21193 4 4 69233 67441 nd nd 2,3,4 7371 3 20801 nd 3,4 7772 nd nd3,4 3,4 11101 4412 nd = non determinabile Eteri Sono stati complessivamente identificati sei eteri. Gli eteri sono composti volatili prodotti dai lieviti, in quanto non si trovano nel substrato di controllo. La loro produzione è elevata, soprattutto per C. famata e C. zeylanoides. Per quanto siano stati rilevati in salumi spagnoli (pork loins) inoculati con lieviti e muffe (D. hansenii e P. chrysogenum) (13), non sono comuni nei prodotti carnei, per cui la loro formazione può essere favorita oltre che dalla presenza dei lieviti e di elevate concentrazioni di alcoli, anche dalle modificazioni indotte nel sistema modello dai trattamenti di preparazione. Il meccanismo più probabile di formazione può essere dovuto a reazioni tra alcoli o tra alcoli e alogenuri alchilici o di addizione di alcoli ad alcheni; la presenza di eteri a scheletro terz-butilico indica la formazione intermedia di carbocationi stabili su atomi di carbonio terziari. La loro soglia olfattiva è abbastanza elevata, quindi non contribuiscono in maniera rilevante all’aroma finale del prodotto. L’etere prodotto in maggiore quantità è stato il 2-metil-2-etossi propano (Tabella 6). Gli altri eteri identificati ed integrati sono stati: 2-metil-2metossi propano, 2-metil-2-metossi butano, 2-metil-2-(1-metiletossi)-propano, di-ter-butossi-metano e 1-butossi-pentene. TAB. 6 - Evoluzione degli eteri nei substrati inoculati con lieviti. CF = Candida famata, CZ = Candida zeylanoides, DH = Debaryomyces hansenii, DM = Debaryomyces maramus, HB = Hyphopichia burtonii. In SSP è riportata la media di tre replicati del substrato non inoculato. Per i substrati inoculati sono presentati i valori massimo e minimo raggiunti. I numeri apicali rappresentano le scadenze: 1 = 2 giorni, 2 = 5 giorni, 3 = 8 giorni, 4 = 13 giorni (3 replicati/scadenza). La quantità di ciascun etere presente nello spazio di testa dei campioni è espressa come rapporto tra area TIC etere/area TIC SI. Eteri 2-metil-2-metossipropano 2-metil-2-etossi-propano 2-metil-2-metossi-butano 2-metil-2-(1-metil-etossi)propano SSP min max min max min max min max nd nd nd nd CF 13891 CZ 4 672933 163865 4 11839953 3892 4 7249 DH 3 7676 DM 3 635151 244431 89909 51418 4 11204871 2552 4 3 3159221 1764 3 8177 HB 4 74682 618801 393333 4 104665 503062 9941481 4738883 2744 4 18202 177053 185741 67371 165651 86496 3087 1752 1144 2086 4 25121 130641 68263 4 148433 4 155641 3 53981 nd = non determinabile INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 – 101 Composti solforati Sono stati complessivamente identificati tre composti solforati. I composti solforati generano off-odours e a causa della loro bassa soglia olfattiva (1-60 µg/kg) possono determinare un aroma sgradevole negli alimenti, per cui la loro presenza deve essere controllata. Tra questi sono presenti tioli (es. disolfuro di carbonio), tioeteri (es. dimetilsolfuro), disolfuri organici (es. dimetil-disolfuro). I composti solforati sono comuni nei prodotti a base di carne; la loro origine è dovuta alla decarbossilazione e deamminazione di aminoacidi solforati, come la cisteina e la metionina (42). Alcuni composti solforati, tra cui il metantiolo, sono stati indicati come componenti estremamente attive nell’aroma del prosciutto crudo (24). Questi composti possono essere anche generati senza il contributo di microrganismi, per degradazione spontanea degli aminoacidi; diversi studi hanno attribuito ai lieviti la produzione di alcuni di questi composti per biosintesi enzimatica in presenza di metionina (43); dalla metionina, in un processo catalizzato da riboflavina, si genera metionale (3-metiltio-propanale) che si degrada ad acroleina e metilsolfuro, precursore di tioeteri e disolfuri organici. Dalla Tabella 7 si può osservare una notevole produzione di dimetil-disolfuro da parte di D. maramus e D. hansenii, in aumento con il tempo di incubazione. Questo composto influenza marcatamente il profilo dei composti volatili di questi lieviti, in quanto rappresenta circa il 50% del totale dei segnali integrati in TIC (Figura 2). Occorre però considerare che in carenza o apporto non equilibrato di nutrienti azotati (soprattutto di amminoacidi assimilabili) alcuni ceppi di lieviti possono dare luogo ad una sovrapproduzione di composti solforati, per cui l’abbondanza rilevata nel sistema similprosciutto potrebbe non verificarsi o avere entità molto minore nel prosciutto, altamente proteico e proteolizzato, naturalmente molto ricco di nutrienti azotati e amminoacidi assimilabili anche per popolazioni di lieviti elevate. C. famata è stato il maggior produttore di sulfanil-2-propanone la cui quantità è massima nella prima scadenza e si riduce fino all’ultima; lo stesso andamento è stato osservato nei campioni inoculati con C. zeylanoides e D. hansenii, mentre per D. maramus si è osservato un accumulo nel corso dell’incubazione. Questo composto volatile non è mai stato determinato in H. burtonii. Il disolfuro di carbonio è stato rilevato solamente nei campioni inoculati con D. maramus e C. zeylanoides rispettivamente nella prima e nella seconda scadenza. TAB. 7 - Evoluzione dei composti solforati nei substrati inoculati con lieviti. CF = Candida famata, CZ = Candida zeylanoides, DH = Debaryomyces hansenii, DM = Debaryomyces maramus, HB = Hyphopichia burtonii. In SSP è riportata la media di tre replicati del substrato non inoculato. Per i substrati inoculati sono presentati i valori massimo e minimo raggiunti. I numeri apicali rappresentano le scadenze: 1 = 2 giorni, 2 = 5 giorni, 3 = 8 giorni, 4 = 13 giorni (3 replicati/scadenza). La quantità di ciascun composto solforato presente nello spazio di testa dei campioni è espressa come rapporto tra area TIC composto solforato/area TIC SI. Solforati disolfuro di carbonio sulfanil-2-propanone min max min max min dimetil-disolfuro max SSP CF nd nd 29922 21246 10571 2 5263 196681 269500 HB nd2,3,4 7141 1 58924 307201 608841 3756688 nd 108181 4833 2 3 DM nd 2 5281 1 3854811 683702 DH nd1,3,4 6192 nd 11768 CZ 9946235 4 nd 741581 3114103 4 nd = non determinabile Furani Sono stati complessivamente identificati tre furani. I furani si trovano comunemente in prosciutti crudi (3), ma non rientrano tra i VOCs di aroma intenso (24). Il 2-pentil-furano ha un aroma fruttato verde con una soglia di percezione di 0,10 mg/kg ed è annoverato tra i VOCs che hanno permesso di discriminare il prosciutto Iberico da altre produzioni di minore pregio (5). I furani sono prodotti per autossidazione (35) e, nelle condizioni sperimentali realizzate, il tetrametiltetraidrofurano è assente in SSP mentre è presente in quantità variabile nei substrati con lieviti (Tabella 8). Il furfurale, che ha un’estremità aldeidica, segue l’andamento delle altre aldeidi ed è stato consumato completamente già dalla prima scadenza; il tetrametil -tetraidro-furano invece è stato abbondantemente prodotto soprattutto da C. famata e C. zeylanoides. TAB. 8 - Evoluzione dei furani nei substrati inoculati con lieviti. CF = Candida famata, CZ = Candida zeylanoides, DH = Debaryomyces hansenii, DM = Debaryomyces maramus, HB = Hyphopichia burtonii. In SSP è riportata la media di tre replicati del substrato non inoculato. Per i substrati inoculati sono presentati i valori massimo e minimo raggiunti. I numeri apicali rappresentano le scadenze: 1 = 2 giorni, 2 = 5 giorni, 3 = 8 giorni, 4 = 13 giorni (3 replicati/scadenza). La quantità di ciascun furano presente nello spazio di testa dei campioni è espressa come rapporto tra area TIC furano/area TIC SI. Furani tetrametil-tetraidro-furano furfurale SSP min max min max nd = non determinabile 102 – INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 nd 30013 CF CZ 59494 46357 nd 3 DH 35503 45861 nd 1 DM 7073 11309 nd 1 HB 51714 42056 nd 1 20592 144763 nd Idrocarburi Sono stati complessivamente identificati 17 idrocarburi. L’origine degli idrocarburi può essere attribuita all’ossidazione lipidica che gioca un ruolo decisivo nella formazione di idrocarburi lineari e ramificati nel prosciutto crudo (3). I metilalcheni, assenti in SSP (Tabella 9), possono essere sintetizzati dai lieviti attraverso una degradazione secondaria dei trigliceridi, come già ipotizzato per le muffe (33). Questi composti non sono inclusi tra i principali componenti dell’aroma del prodotto (29) e sono prodotti da tutti i lieviti saggiati. Toluene e idrocarburi aromatici ramificati potrebbero derivare dalla ciclizzazione di catene carbossiliche insature prodotte dalla degradazione lipidica (44). Hanno un aroma tipo plastica, solvente, affumicato; per questi composti è stato osservato un andamento crescente nella quantità alle prime scadenze, per poi essere consumati nelle ultime; questo comportamento può essere attribuito al consumo nel sistema modello dei precursori necessari alla loro formazione. Gli altri idrocarburi identificati ed integrati in SIM sono stati: benzene, etilbenzene, p-xylene, o-xylene, 1,3-dietilbenzene, 1-etil-3,5 dimetil benzene, 1-etil-2,4-dimetilbenzene, n-propil-toluene. TAB. 9 - Evoluzione degli idrocarburi nei substrati inoculati con lieviti. CF = Candida famata, CZ = Candida zeylanoides, DH = Debaryomyces hansenii, DM = Debaryomyces maramus, HB = Hyphopichia burtonii. In SSP è riportata la media di tre replicati del substrato non inoculato. Per i substrati inoculati sono presentati i valori massimo e minimo raggiunti. I numeri apicali rappresentano le scadenze: 1 = 2 giorni, 2 = 5 giorni, 3 = 8 giorni, 4 = 13 giorni (3 replicati/scadenza). La quantità di ciascun idrocarburo presente nello spazio di testa dei campioni è espressa come rapporto tra area TIC idrocarburo/area TIC SI. Idrocarburi 2-metil-pentene 2,4-dimetil-eptene toluene trimetil-benzene1 trimetil-benzene1 trimetil-benzene1 etil-metil-benzene1 etil-metil-benzene1 metil-(metil-etil)-benzene SSP min max min max min max min max min max min max min max min max min max nd nd 1457 1327 17861 nd nd 197 341 CF CZ 139704 54265 2 81464 17430 3 108211 37517 3 8191 4357 4 nd4 11609 1 nd4 4991 1 nd1 4706 2 nd4 3674 1 nd4 2018 1 DH 63713 63100 4 59784 16777 3 98114 20848 3 nd4 4510 1 nd3,4 13197 2 nd3,4 5371 2 nd3,4 7320 2 nd3,4 3545 1 nd3,4 2164 1 DM 55913 24020 1 70504 18817 2 79673 14389 1 1152 5852 4 45055 215683 63391 82752 2 15126 109814 97854 137211 16396 2 nd3 216754 nd3,4 47131 nd3,4 nd 43312 384 2 164 1 44062 1 116241 nd 294 53064 nd3,4 nd 612 HB nd3 3454 1 nd3,4 17741 218973 nd nd nd nd nd4 10842 nd : il metodo di identificazione utilizzato non permette di distinguere gli isomeri, che eluiscono con tempi di ritenzione diversi. Altri VOCs mediante il quale ogni segnale è stato integrato) e rapportati In SIM è stato identificato ed integrato il 2-acetil tiazolo, per il all’area SIM dello standard interno clorobenzene (m/z = 112). quale non sono conosciute note olfattive specifiche. Per ciascun VOC inserito nella Tabella 10 è riportata la media stimata (Least Significant Mean) della quantità prodotta, sulla Confronto tra i VOCs prodotti dai cinque ceppi di lieviti nel base di un modello in cui sono stati considerati come effetti sistema simil prosciutto principali il tipo di lievito, la scadenza di incubazione (effetto Tra gli 84 VOCs identificati ed integrati in SIM sono stati presi in non riportato nella Tabella) e la loro interazione (dato non considerazione i composti volatili ai quali gli studi più recenti (5, riportato). 24, 25) hanno assegnato un ruolo prevalente, per quantità, nota L’analisi statistica di confronto riportata nella Tabella 10 olfattiva e soglia di percezione, nella definizione dell’aroma del conferma quanto mostrato nella Figura 2. C. famata produce prosciutto crudo e che hanno mostrato un’associazione con nel sistema simil-prosciutto un profilo di VOCs importanti per lo sviluppo di lieviti nel substrato simil-prosciutto (Tabelle 2-9). l’aroma in cui sono presenti maggiori quantità di alcoli seguiti Pertanto i composti considerati sono quelli il cui sviluppo ed i da chetoni e acidi organici, mentre è scarsa la produzione cui rapporti reciproci sono ritenuti determinanti per l’aroma del di solfuri; C. zeylanoides non è un forte produttore di VOCs e prosciutto crudo. prevale sugli altri lieviti solo per benzaldeide e 2-ottanone. D. I VOCs sono stati semi-quantificati mediante integrazione maramus e D. hansenii risultano al primo posto per produzione SIM (nella Tabella 10 è stato riportato il rapporto m/z dello ione di solfuri, di acetone (D. maramus) e di acidi organici; anche 1 INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 – 103 mediamente prodotte risultano differenti. D. maramus mostra anche predisposizione alla produzione di alcoli, ma in misura inferiore a Candida spp. H. burtonii è risultato il minore produttore di VOCs, e prevale sugli altri lieviti per 2-pentanone, 2-eptanone e 2-ottanone (come riportato nella Figura 2) e idrocarburi aromatici; anche tali specifiche dovrebbero indurre a cautela nel favorire il sovrasviluppo di questo lievito, peraltro non specifico delle carni, ma introdotto attraverso la sugna (18). se l’elevata produzione di solfuri può essere dovuta ad un apporto di nutrienti azotati ed amminoacidi inadeguato per queste specie, la tendenza espressa deve indurre ad una certa cautela nel favorire lo sviluppo di popolazioni elevate di questi lieviti. D. maramus ha generato nelle condizioni sperimentali realizzate livelli molto elevati ma anche molto variabili di acido 3-metil-butanoico (Tabella 10): l’elevata variabilità di questo acido riscontrata per ciascun lievito giustifica la mancanza di differenze significative tra i lieviti, anche se le quantità TAB. 10 - Effetto del tipo di lievito sulla produzione, in un substrato simil-prosciutto, di composti organici volatili importanti per l’aroma di stagionato (medie stimate mediante analisi General Linear Model, confronto a coppie eseguito mediante Bonferroni t-test). I substrati inoculati con i lieviti sono indicati come: CF = Candida famata, CZ = Candida zeylanoides, DH = Debaryomyces hansenii, DM = Debaryomyces maramus, HB = Hyphopichia burtonii. Composti organici Ione volatili1 (m/z) CF CZ DH DM HB Signif. P Pooled SEM2 Soglia di odore (mg/kg)* Nota olfattiva Alcoli 3-metilbutanolo 55 93814a 6498d 15501c 53598b 46969b 0,000 1494 0,1 legno, ghianda, verde pentanolo 55 75a 51a,b,c 27c 58a,b 39b,c 0,000 3,37 0,47 pungente, forte, balsamico esanolo 56 1857a 1480a,b 684c 1177b,c 610c 0,000 73,7 0,4 frutta, grasso, dolciastro, verde otten-3-olo 57 863a 547b 299c 604b 510b 0,000 17,5 - funghi, terra, polvere 2-metil-propanale 72 63a,b 51b 61a,b 52b 74a 0,037 2,95 - tostato, frutta, pungente 3-metil-butanale 58 86a,b 64b,c 98a 104a 51c 0,000 4,03 0,08 ghianda, frutta, salato, formaggio benzaldeide 106 25c 107a 9d 56b 27c 0,000 1,67 0,06 mandorle amare, penetrante 2-propanone 43 9740c 7227c 6898c 35953a 17239b 0,000 561 500 solvente, fruttato, pera, mela 2-pentanone 58 45b 52b 31c 36c 76a 0,000 1,47 - dolce, frutta, verde 2-eptanone 58 190a,b 175b 125c 150b,c 231a 0,000 5,63 0,3 tostato, nocciola, spezie, ghianda, “blue cheese” 2-ottanone 58 184b,c 295a 108d 168c,d 238a,b 0,000 7,85 0,51 frutta, fiori, verde, fresco 2-nonanone 58 29a 17b,c 11d 18b 15c 0,000 0,46 0,1 floreale, frutta, “blue cheese” 76 36035c 1662c 0,000 8.80 0,008 sgradevole, aglio, vegetali putrefatti acido-2-metilbutanoico 74 447a 69b 238a,b 554a 33b 0,000 45,3 0,65 ** pungente, formaggio, rancido acido-3-metilbutanoico 60 246 49 175 4571 13 0,245 939 0,65 ** formaggio, fermentato 138 16a 9a,b 14a 2b 8a,b 0,031 1,48 0,1 frutta verde, terra, metallico metil-benzene (toluene) 91 123a 104b 72c 94b,c 103b,c 0,000 2,29 0,33 plastica, colla, forte 12 11 11 26 a Aldeidi Chetoni Composti solforati dimetil disolfuro 14582c 288163b 499383a Acidi Furani 2-pentil furano Idrocarburi p-xilene 91 14 0,000 0,92 - aromatico, dolce o-xilene 91 13b 11b,c 10b,c 9c 17a 0,000 0,44 - aromatico, dolce etil-benzene 91 35b 30b 35b 26b 99a 0,000 2,82 - secco, colla, sgradevole b b b b -: non è nota la soglia di odore. 1: lettere diverse lungo le righe indicano differenze significative (P <0,05); 2: errore standard della media “pooled” calcolato sul modello elaborato; * tratto da: riferimento [16]; **soglia di odore dell’acido butanoico. 104 – INDUSTRIA CONSERVE, N.2, anno 84, 2009 CONCLUSIONI Il test eseguito in sistema modello, ha permesso di verificare lo specifico contributo dei lieviti nel modificare il profilo di VOCs del substrato simil-prosciutto. Questo contributo è sinteticamente stato: la generazione di molecole appartenenti a numerose categorie chimiche di riconosciuta importanza per l’aroma del prosciutto (es. una significativa produzione di alcoli apportatori di note olfattive gradevoli); la rimozione dei composti di ossidazione (consumo dei composti volatili derivanti dall’ossidazione lipidica, in particolare aldeidi, alcuni dei quali caratterizzati da note BIBLIOGRAFIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. M. Flores, C. C. Grimm, F. Toldrá, A. M. Spanier, Journal of Agricultural and Food Chemistry, 45, 2178 (1997). A. Jurado, C. García, M. L. Timón, A. I. Carrapiso, Meat Science, 75, 585 (2007). J. Ruiz, J. Ventanas, R. Cava. A. Andrés. C. García, Meat Science, 52, 19 (1999). F. Toldrá, Meat Science, 49, 101 (1998). L. Bolzoni. G. Barbieri, R. Virgili, Meat Science, 43, 301 (1996) D. L. García-Gonzáles, N. Tena, R. Aparicio-Ruiz, M. T. Morales, Meat Science, 80, 315 (2008). M. P. 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Questi risultati sono promettenti per la produzione di prosciutti arricchiti superficialmente di lieviti tipici con funzione di miglioramento dell’aroma, tenendo però conto della maggiore complessità della matrice nel prodotto reale, della durata del ciclo di lavorazione e delle interazioni con gli altri microrganismi naturalmente presenti nell’alimento. Parma, 26 gennaio 2009 23. Kovats, Helvetica Chimica Acta, 41, 1915 (1958). 24. A. I. Carrapiso, J. Ventanas, C. Garcia, Journal of Science of Food and Agriculture, 50, 1996 (2002). 25. G. Luna, R. Aparicio-Ruiz, D. L. García-Gonzáles, Food Chemistry, 97, 621 (2006). 26. C. Sánchez-Peña, G. Luna, D. L. García-Gonzáles, R. Aparicio-Ruiz, Meat Science, 69, 63 (2005). 27. F. Sanchez-Molinero, J. Arnau, Meat Science, 80, 1074 (2008). 28. F. Shahidi, in Flavour of Meat and Meat Products, ed. F. Shahidi, London, Blackie Academic and Professional, 1994. 29. F. Shahidi, L. J. Rubin, L. A. 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