Scena 1 – Interno/Esterno Giorno Una tazza

Transcript

Scena 1 – Interno/Esterno Giorno Una tazza
Scena 1 – Interno/Esterno Giorno
Una tazza fumante di un qualche infuso scuro inquadrata dall'alto. Una mano la
afferra facendola scomparire per qualche istante, poi la tazza torna al suo posto. La
MdP ruota verso l'alto mostrando la prospettiva di chi sta bevendo. E' un uomo
vestito con abiti pesanti che osserva attraverso un binocolo. Davanti a lui una
cornice di legno che si apre su un paesaggio di montagna. Si vedono le vette, i
pendii, tutto coperto da un uniforme manto di neve.
Stacco della visuale attraverso il binocolo: tre uomini armati di fucile stanno
risalendo la montagna.
Stacco all'esterno: l'uomo abbassa lentamente il binocolo mostrandoci il volto
(Gerard Butler).
Ha la barba lunga e vediamo che è affacciato alla finestra di una casupola, costruita
proprio davanti a una grotta che si addentra nel cuore della montagna. L'uomo fissa
in direzione degli uomini con occhi sbarrati e meravigliati. Torna a guardare col
binocolo, poi lo posa mordendosi il labbro con aria indecisa. Dopo qualche attimo
di esitazione lo vediamo sparire dentro la casupola.
Stacco sull'uomo barbuto che adesso scivola rapidamente lungo il pendio. La via tra
gli alberi è ripida ma lui sembra abituato, muovendosi con agilità. Si fa strada in
mezzo agli alberi, schivando i rami più bassi, finché avvista il primo uomo, con le
guance arrossate e i capelli rossi e sporchi. Indossa jeans, scarponi e giaccone di
velluto a coste. Una fascia rossa legata intorno a una manica. Imbraccia un fucile per
la caccia al cervo. L'uomo barbuto si ferma, infilando una mano nella tasca del
giaccone e solleva l'altra in un cenno di saluto.
UOMO BARBUTO
Ehi...
L'altro si volta con gli occhi sgranati e la bocca spalancata per la sorpresa e subito gli
punta contro il fucile.
UOMO BARBUTO (alzando la mano libera)
No! Aspetta!
Nell'attimo in cui l'uomo col fucile fa per prendere la mira, l'uomo barbuto spara. Il
proiettile fora la tasca del giaccone e centra l'altro nella parte sinistra del torace. Uno
spruzzo di sangue descrive un arco nell'aria e atterra intorno all'uomo, segnando di
rosso vivo la neve bianca.
VFC
Harry!
Un altro colpo sibila vicino all'orecchio dell'uomo barbuto che punta la pistola e si
sposta di lato fra gli alberi, mentre i due superstiti corrono nella sua direzione.
L'uomo alita nell'aria gelida, poi spara ancora e i due uomini rallentano,
acquattandosi. Uno atterra su un ginocchio e risponde al fuoco. L'uomo barbuto si
lancia all'attacco, urlando e tirando altre tre volte il grilletto. Due proiettili volano
alti. Il terzo centra l'uomo inginocchiato nell'occhio sinistro: il bulbo oculare esplode
in una pioggia di sangue e umori. Un urlo si spenge e il corpo si affloscia sulla neve.
L'ultimo dei tre si volta e scappa.
UOMO BARBUTO (correndogli dietro)
Aspetta!
Accelerano entrambi.
UOMO BARBUTO
Aspetta!
Poi l'uomo barbuto si ferma, mira e spara di nuovo. Il colpo raggiunge l'uomo in
fuga tra le scapole. Il tizio spalanca di colpo le braccia, cadendo a faccia in giù.
L'uomo barbuto riprende a correre fino a raggiungerlo. Si ferma fissando il corpo
privo di vita a terra.
UOMO BARBUTO (con un gesto di stizza)
Merda.
Stacco.
Scena 2 – Esterno Giorno
I titoli di testa cominciano a scorrere sopra le immagini.
Parte “Remember the rain” di Bob Lind
NUNO PRODUCTIONS
presents
a film by
QUENTIN TARANTINO
L'uomo carica i cadaveri su una slitta.
GERARD BUTLER
WOODY HARRELSON
LOLA LEON
L'uomo scava nella neve per seppellire i corpi.
GO-GO GIRLS OF THE APOCALYPSE
UOMO BARBUTO
Mi dispiace, non volevo. Ma mi avete sparato addosso, non potevo fare
diversamente.
RHONA MITRA
BILLY CONNOLLY
MICHAEL PARKS
UOMO BARBUTO
(annuisce, stringendosi nelle spalle)
Lo so, lo so. Avrei dovuto chiamarvi dalla casupola invece di avvicinarmi
furtivamente. Ma mettiti nei miei panni. Dovevo prima assicurarmi che foste gente
onesta, giusto?
WALTON GOGGINS
ELI ROTH
JEREMY PIVEN
MICHAEL BOWEN
UOMO BARBUTO
Non ve l'aspettavate di trovarmi quassù, vero? Un posto ideale per nascondersi.
Probabilmente sono l'unico abitante del Tennessee orientale disposto a viverci.
JEREMY CRUTCHLEY
DION BROMFIELD
ERIC LANGE
TED NEELEY
UOMO BARBUTO (scuotendo la testa)
Se non fosse stato per mia moglie non sarei mai venuto fin quassù. C'è voluta la fine
del mondo e Anne che mi rompeva le palle perché firmassi quei documenti di
divorzio. L’una o l'altra cosa, prese singolarmente, non sarebbero state sufficienti per
farmi scappare a nascondermi su una montagna.
CHEECH MARIN
ROBERT CARRADINE
CRAIG CONWAY
JACK MC GEE
Raccoglie il piccone e comincia a lavorare alla terza fossa.
DENNIS CHRISTOPHER
NICHOLE GALICIA
TANIA RAYMONDE
JOSEF BRADNA
UOMO BARBUTO
Lei voleva il divorzio. Io no. Eravamo entrambi infuriati. Non sapevamo perché,
solo che la nostra infelicità era colpa dell'altro, e non avevo alcuna intenzione di
passarle quei fottuti alimenti, capisci? Mi hanno sempre insegnato che i problemi
bisogna risolverli.
TOMMY TINY LISTER
MARTIN KUBACAK
KANIN HOWELL
ZSA ZSA INCI BURKLE
UOMO BARBUTO
Comunque credo che nessuno abbia pensato davvero che fosse la fine, la fine di
tutto intendo, ma solo che il mondo se la sarebbe passata male. Così ho trovato
questa grotta e ho cominciato a prepararmi. In realtà, però, stavo lasciando Anne.
Volevo prendermi la cima di questa montagna tutta per me e lasciare a lei il resto del
mondo, e tutto il casino era solo una scusa. E così me ne sono andato, capisci? Se
voleva la mia firma su quelle carte, doveva venire a cercarmi, maledizione. Doveva
guadagnarsela.
e con la partecipazione straordinaria di
TOM SAVINI
RON JEREMY
SAMUEL L. JACKSON
EVA MENDES
LARRY BISHOP
QUENTIN TARANTINO
UOMO BARBUTO
Ma non credo che tutto questo faccia un cazzo di differenza per te. Mi dispiace.
Davvero.
Regia
QUENTIN TARANTINO
Dissolvenza sulla musica che sfuma.
Scena 3 – Interno/Esterno Giorno
L'uomo entra nella casupola. Vediamo ampie scorte di cibi in scatola, medicinali e
arnesi di ogni tipo. Su alcuni scaffali una moltitudine di libri. L'uomo si abbassa
passando attraverso un apertura nel muro che conduce nella grotta. Il secondo
ambiente presenta numerose rastrelliere colme di armi: pistole, un fucile a pompa,
un paio di carabine e persino un piccolo uzi. Rovista dentro un armadietto e tira
fuori uno specchio da barba. Torna nell'altra stanza, vicino alla finestra, osservandosi
alla luce: gli occhi spiritati e cerchiati di rosso scintillano minacciosamente sotto la
zazzera incolta dei capelli. Sospira profondamente, poi torna a fissare il paesaggio
fuori dalla finestra.
Stacchi rapidi su alcuni particolari.
La lama di un rasoio che scorre grattando su una barba incolta.
Una spazzola che passa su dei capelli bagnati.
Due mani che infilano armi all'interno di una borsa.
Le stesse mani che sollevano una cassa di whisky.
Una slitta che viene caricata di borse e casse.
Stacco sull'uomo che sta finendo di sistemare la slitta. Pochi metri più in là vediamo
tre rigonfiamenti nella neve, dove sono stati sepolti i cadaveri. Vediamo che l'uomo
si è tagliato la barba e sistemato alla meglio i capelli.
UOMO (rivolto ai rigonfiamenti nella neve)
Ve li ricordate i libri che annunciavano l'apocalisse? Mille teorie: alieni, collisioni con
comete e meteore, epidemie, distruzioni nucleari di massa, robot che si ribellano
contro i loro creatori e disastri naturali di ogni sorta. E invece... La pandemia
universale di influenza era passata mietendo meno vittime del previsto. L'umanità
aveva tirato un sospiro di sollievo. Poi il 7 Aprile la terra si sveglia, inarcando la
schiena lungo la faglia di Sant'Andrea.
(scuote la testa fissando l'orizzonte)
La distruzione da Los Angeles a San Francisco sfidò l'umana comprensione. Poi il
terremoto si ripercosse attraverso il Pacifico, e gli tsunami si abbatterono sulla costa
asiatica.
(sospirando)
E' stato tutto così veloce. Supermercati vuoti, nessun camion in arrivo con i
rifornimenti. E Wall Street fu presa dal panico.
L'uomo assicura le funi alla slitta, fermando il tutto e si passa una manica sulla fronte
asciugandosi il sudore.
UOMO
Poi nove giorni dopo fu la volta del terrorista saudita.
(si volta di nuovo verso la neve smossa)
Bisogna ammettere che far esplodere una bomba nucleare sui gradini del
Campidoglio, mentre entrambe le camere del Congresso erano riunite in sessione fu
forse un tantino eccessivo. Ma fu l'ultima spinta che mandò l'umanità a rotoli. Far
prestare giuramento al segretario degli Interni non fu una grande idea, anche se
erano l'unico superstite dell'intero Consiglio dei Ministri. E di certo nessuno aveva
pensato che la cosa non andasse a genio a un generale a quattro stellette che istituì la
guerra civile.
(sospirando di nuovo)
Israele sganciò ordigni nucleari sul Cairo, su Teheran e su altri obiettivi in Siria.
Pakistan e India lo attaccarono. Cina e Russia lo attaccarono. Il mondo intero seguì il
loro esempio. E ciao ciao mondo.
Dissolvenza.
Scena 4 – Esterno Giorno
L'uomo sta scendendo giù per la montagna. Sulle spalle una sacca militare e una
corda alla quale è attaccata la slitta. Porta una carabina a tracolla e procede a passo
regolare con il viso arrossato dal gelo.
Stacco.
Lo vediamo vicino a un'insegna marrone con una scritta gialla: RISERVA
NAZIONALE.
Parcheggia la slitta dietro un gruppetto di alberi, coprendola con rami di abete. Poi si
rimette in cammino. Con un altro stacco lo vediamo raggiungere una strada
asfaltata. Si sofferma guardando prima in un senso, poi nell'altro. Sembra indeciso su
quale direzione prendere. Poi riprende a camminare. Lo vediamo avvicinarsi ad
alcune case, ma le finestre sono tutte buie e ogni cosa sembra abbandonata da
tempo. Raggiunge un grande caseggiato che vediamo essere una caserma dei
pompieri. Si avvicina scrutando le finestre, poi si blocca di colpo. Per un attimo
vediamo un volto a una finestra, che subito scompare.
UOMO
Aspetta!
Si affretta verso la caserma, puntando a una porticina laterale. Gira la maniglia ed
entra adagio.
UOMO
Salve, è tutto ok. Voglio solo parlare.
Spalanca la porta e la lama di luce solare si allarga in un caldo cono giallo,
illuminando una ragazzina rifugiatasi in un angolo (Lola Leon).
UOMO
È tutto ok.
Si guarda intorno nella stanza squallida. Un calendario sbiadito pende da una parete.
Accanto al muro i resti fatiscenti di una scrivania e un giaciglio di paglia e stracci. La
ragazza ha forse sedici anni. Le gambe bianche e piene di lividi sbucano sotto un
logoro vestito a fiori. Porta un paio di scarponi di almeno due numeri più grandi e
un giaccone blu da marinaio.
UOMO (indeciso)
I-io...
Poi un'ombra si muove alle sue spalle e l'uomo viene colpito violentemente alla
testa, crollando svenuto sul pavimento.
Dissolvenza.
Scena 5 – Interno Giorno
L'uomo riapre gli occhi lentamente, mettendo a fuoco la scena. La giovane donna è
distesa sul pagliericcio a tre metri di distanza. La testa gettata indietro, gli occhi fissi
sul soffitto. Un energumeno (Josef Bradna) sta grugnendo e ansimando sopra l'esile
ragazza, affondando ritmicamente dentro di lei.
Oltre ai jeans, ammucchiati intorno alle caviglie, indossa una specie di ruvido
giaccone di pelliccia nera che lo fa somigliare a un animale preistorico. L'uomo a
terra prova a muoversi, ma ha i polsi e le caviglie bloccati da uno spago sottile. Si
contorce, strattonando i lacci. La Bestia è scossa da un fremito e geme. Rosso in
faccia e sudato, rotola di fianco e allunga una mano per afferrare qualcosa: una delle
bottiglie infilate dall'uomo nello zaino, Johnnie Walker, mezza vuota. Tracanna una
sorsata e si pulisce la bocca.
BESTIA (notando l'uomo)
Bene, bene. Babbo Natale si è svegliato.
(sollevando la bottiglia)
Grazie per le chicche, Babbo Natale.
La ragazza si è rannicchiata nell'angolo, lisciandosi il vestito sopra le cosce.
BESTIA
Sono contento che ti sei svegliato. Ho qualche domanda da farti.
Si allaccia i pantaloni, trangugia un altro po' di whisky e dà un colpetto al sedere
della ragazza con il tacco dello stivale.
BESTIA
Sheila. Cibo.
Lei fa un cenno col capo, si alza in piedi ed esce. La Bestia rivolge un sorriso da folle
all'uomo.
BESTIA
E adesso facciamo due chiacchiere.
Avanza di qualche passo, finché non gli arriva addosso.
BESTIA (dondolando la bottiglia)
Ne hai altre?
L'uomo continua a fissarlo, senza rispondere. La Bestia si china su di lui annusandolo.
BESTIA
Odori di sapone, e hai un aspetto pulito.
UOMO
E tu puzzi come uno stronzo spalmato di feta.
L'energumeno lo osserva con curiosità, senza fare apparente caso alle sue parole.
BESTIA
Vieni da Knoxville? Ho sentito dire che hanno l'energia elettrica lì, ma pensavo che
fossero solo chiacchiere.
Lo fissa per un attimo, poi torna ad osservare la bottiglia di whisky. E' stata rivestita
con della plastica da imballaggi per evitare che si rompesse.
BESTIA
L'hai fissata con un cazzo di nastro adesivo.
UOMO
E allora?
La mano enorme della Bestia gli si abbatte sulla guancia con un ceffone violento e
sonoro.
BESTIA
Dove cazzo hai trovato del nastro adesivo, pezzo di merda?
UOMO
Cosa?
Un'altra sberla sonora.
BESTIA
Vorresti farmi credere che hai fatto un salto al supermercato a comprare un po' di
fottuto nastro adesivo?
UOMO
Ho trovato il nastro adesivo in una vecchia casa. Stavo rovistando fra i rifiuti e l'ho
visto.
BESTIA
Be', sei maledettamente fortunato come spazzino. Hai trovato l’adesivo e munizioni
per le tue armi e cibo e whisky... e anche quella fottuta plastica con le bolle?
Si rialza in piedi e gli assesta un calcio nello stomaco.
BESTIA
Voglio sapere dove hai preso questa roba.
UOMO (con un filo di fiato)
Io... l'ho trovata.
BESTIA
L'hai trovata, eh?
Gli sferra un altro calcio, facendolo grugnire di dolore.
BESTIA
Lo so che l'hai trovata, figlio di puttana. Adesso dimmi dove.
UOMO (scuotendo la testa)
Molto lontano da qui. L'ho raccolta strada facendo e l'ho conservata.
BESTIA
Stronzate.
Il bestione lo afferra per i capelli e lo solleva di un palmo da terra.
BESTIA
Nessuno si porta dietro tutto quel cibo e quel liquore senza mangiare e bere. Allora?
Vuoi dire che ti diverti a trascinartelo dietro e basta?
Chiude a pugno la mano libera e gliela cala con forza sulla testa.
BESTIA
Dove l'hai preso? Qui vicino, giusto?
Scuote la testa. La bestia lo colpisce di nuovo e l'uomo sputa sangue, tossendo. Il
bestione molla di colpo la presa ed esce alla stanza. L'uomo rimane inerte sul
pavimento gelido. Alza la testa a fatica e vediamo la ragazza ferma davanti a lui, con
il viso inespressivo.
UOMO
Aiutami.
La ragazza rimane immobile.
UOMO
Slegami. Me ne andrò. Non farò nulla di male, te lo prometto. Voglio solo
andarmene.
Lei non dice una parola. La MdP stringe sulla bocca della ragazza. Un angolo si
solleva in un accenno di sorriso. Dopo pochi istanti sentendo rientrare la Bestia
sgattaiola via. L'uomo s'inginocchia vicino a lui e solleva un lungo coltello da caccia.
BESTIA
Ti piace? Non è affilato come vorrei, quindi il taglio non sarà pulito. Dovrò segare
un po'.
Afferra le mani legate dell'uomo e le tira contro il proprio corpo massiccio. Lui
ansima, tentando disperatamente di liberarsi. Il bestione si sposta bloccandogli i polsi
sotto il braccio. Gli prende il mignolo della mano sinistra e lo distende a forza.
UOMO
T-ti prego.
BESTIA (con un ghigno)
Credo che dopo questo intervento la nostra conversazione sarà più produttiva.
Poggia la lama contro il dito e affonda con un colpo secco. L'urlo straziante
dell'uomo risuona nella stanza.
Dissolvenza.
Scena 6 – Esterno Giorno
La Bestia cammina sulla strada ghiacciata, trascinandosi dietro l'uomo attaccato a un
pezzo di corda di circa due metri. La ragazza cammina in silenzio dietro di loro.
L'uomo procede vacillando e incespicando. Il mignolo sinistro è avvolto alla meglio
in un pezzo di stoffa insanguinata. A un certo punto l'uomo crolla a terra,
ansimando.
BESTIA (tirando il guinzaglio)
Alzati!
L'uomo scuote la testa respirando affannosamente. L'energumeno si avvicina al
prigioniero e gli sferra un violento calcio nelle costole.
BESTIA
Ti ho detto di alzarti! Non ci fermeremo finché non arriveremo alla tua cazzo di
slitta!
La Bestia slancia la gamba indietro per assestare un altro colpo.
VFC
Fermo.
Il bestione s'irrigidisce, cercando la fonte di quella nuova voce. Anche l'uomo a terra
alza lo sguardo.
BESTIA
Fatti vedere!
Una trentina di metri più avanti un uomo emerge dai cespugli, piantandosi a gambe
larghe al centro del tracciato. L'uomo a terra sbatte le palpebre, incredulo. La MdP
inquadra il tizio salendo dal basso. Stivali da cowboy, un paio di jeans, un lungo
soprabito di pelle che svolazza nel vento, rivelando un paio di pistole appese ai
fianchi. La MdP sale fino al viso mostrandoci un tipo risoluto con in testa un
cappello nero da cowboy (Woody Harrelson).
BESTIA (fissandolo con sospetto)
E tu chi cazzo sei?
COWBOY
Libera quell'uomo.
BESTIA
Vaffanculo.
COWBOY (avanzando lentamente verso di loro)
Signore, lo dico per l'ultima volta. Lascia andare quell'uomo e sparisci, se vuoi
continuare a vivere.
La Bestia afferra l'uomo a terra, sollevandolo. Gli afferra il viso e lo preme contro il
proprio, finché non sono guancia a guancia. Tira indietro l'otturatore della pistola e
punta la canna contro la tempia dell'uomo.
BESTIA
Non so perché t'interessa tanto questo tipo, ma se fai un altro passo gli farò schizzare
il cervello per tutta la montagna.
Il cowboy s'immobilizza, serrando i pugni. Restano tutti in attesa che accada
qualcosa. Con un movimento rapidissimo il cowboy si gettà in ginocchio, mira e
spara. La Bestia lancia un grido stridente, un misto di stupore e dolore. Barcolla, con
un rivolo di sangue che gli cola dalla spalla. Solleva la pistola, ma il cowboy è già in
piedi e spara altri due colpi rapidissimi. Entrambi i bulbi oculari della Bestia
esplodono e l'energumeno crolla di schiena sulla neve. La ragazza, che si è tenuta a
una ventina di passi di distanza, osserva la scena in silenzio. Sposta lo sguardo dalla
bestia a terra al cowboy. La MdP stacca di nuovo sulla sua bocca che accenna un
altro sorriso. Poi si volta di scatto e fugge lungo la strada appena percorsa
scomparendo. Il cowboy trotterella verso l'uomo e gli si inginocchia accanto,
cominciando a sciogliere i legacci dei polsi.
UOMO
Grazie. Chi sei?
Un sorriso attraversa il volto dell'uomo.
COWBOY
A chi somiglio?
UOMO
A George Custer.
Il sorriso gli muore sulle labbra.
COWBOY
Cazzo, no. Dovevi dire Buffalo Bill.
Stacco.
I due sono sempre in mezzo alla strada. Le corde sono ora sfilacciate sulla neve, tra
le chiazze di sangue. L'uomo si sta massaggiando i polsi.
UOMO
Quindi posso chiamarti Bill?
COWBOY
Sì, direi che può andare. E tu come ti fai chiamare?
UOMO
Banalmente come mi hanno chiamato i miei: Mortimer. Mortimer Tate.
BILL (annuendo)
Piacere di fare la tua conoscenza, Mortimer Tate.
(si strofina le mani guardandosi intorno)
E ora?
MORTIMER
Dimmelo tu.
BILL
Io sto andando a Spring City.
MORTIMER
Io pensavo a Evansville.
BILL (scuotendo la testa)
Ci sono Strisce Rosse su quel lato della montagna. Non troppe, ma sufficienti a
creare problemi.
MORTIMER (accigliandosi)
Strisce Rosse?
BILL
Gesù, non sai chi sono? Sei stato per nove anni chiuso in una grotta?
MORTIMER (fissandolo)
In effetti sì...
BILL (studiando le nuvole scure sopra di loro)
Potrebbe nevicare da un momento all'altro. Forse dovremmo cercare un riparo.
MORTIMER
Prima devo andare a prendere una cosa. Non è molto distante.
BILL
Ok.
Bill recupera uno zaino malridotto nascosto dietro un tronco, e i due uomini si
avviano verso l'entrata della riserva naturale. Camminano in silenzio, finché la neve
comincia a cadere sommessamente.
MORTIMER
Perché mi hai salvato?
BILL
Non puoi lasciare che un uomo innocente venga trascinato in giro come un animale.
Non è giusto.
MORTIMER
Cosa ne sai che sono innocente? Forse sono un criminale. Magari mi stava portando
davanti a un giudice. Potrei essere un fottuto assassino.
Bill gira di scatto la testa verso Mortimer e lo fissa con gli occhi sgranati.
BILL
Cazzo. Ammetto che è un'eventualità che non ho preso in considerazione.
MORTIMER (sorridendo)
Tranquillo. Hai fatto la cosa giusta.
Bill espira con evidente sollievo, scuotendo la testa.
BILL
Dannazione. È difficile essere buoni a questo mondo.
Stacco.
Scena 7 – Esterno Giorno/Notte
Mortimer rimuove le frasche e la neve che si è accumulata, scoprendo la slitta. Bill
lancia un fischio di ammirazione appena vede le armi. Allunga una mano verso la
carabina a leva, ma si ferma prima di toccarla, rivolgendo uno sguardo interrogativo
al legittimo proprietario.
MORTIMER
Fai pure.
Bill la afferra, accarezzandone il calcio.
MORTIMER
È tua. Il meno che possa fare, dopo che mi hai salvato la vita.
Il cowboy lo ringrazia con un grande sorriso. Prova ad azionare la leva e alita sulla
canna del fucile. Lo stringe con entrambe le mani tenendolo lontano dal corpo,
quasi fosse una sacra reliquia.
BILL
È così che è stato costruito il mondo, così che è stato distrutto, e così sarà ricostruito.
Hai anche le cartucce?
Mortimer gli allunga una scatola di munizioni, poi gli mostra una bottiglia di Johnnie
Walker.
MORTIMER
Aiutami a tirare la slitta e ti offro da bere.
BILL
E così sia, fratello.
Stacco sui due all'interno di una casa in rovina. Il camino è acceso e il vento gonfia le
tende lacere appese alle finestre. Mortimer ha ora una fasciatura pulita sul mignolo
ed è seduto con Bill su un divano di finta pelle. Bill beve e ripassa la bottiglia
all'altro.
BILL
È dannatamente buono.
(sospirando)
Mi mancano i fast food Burger King.
MORTIMER (bevendo un lungo sorso)
A me piacciono i Whoppers di cioccolato.
BILL (annuendo)
Mitici. Mi piaceva fermarmi e mangiare in macchina, ascoltando la radio mentre mi
sparavo un hot dog piccante. Riuscivo a mangiarne due, insieme alle patatine,
nell'arco di una canzone di Avril Lavigne.
MORTIMER
La gente gira ancora in macchina?
Bill scuote la testa, riafferra la bottiglia, ne butta giù un sorso.
BILL
Dopo un po' la benzina è finita e nessuno si è dato più pena di raffinare il petrolio.
Stanno tornando di moda i cavalli. Cazzo quanto mi piacerebbe averne uno. La
razza equina comincia a passarsela un po' meglio ora. All'inizio se li mangiavano.
Davvero non ne sapevi nulla?
Mortimer scuote la testa, prende la bottiglia e ingoia un'altra sorsata.
BILL
Anche le capre. Cani, gatti. Persino i topi. La carne è carne. Ho sentito dire che in
certi posti sono diventati cannibali, ma non so se sia vero o no.
MORTIMER
Perché ti sei vestito da cowboy?
BILL (stupito)
Lo trovi strano?
MORTIMER (scrollando le spalle)
Non ho più standard di riferimento per poterlo dire.
BILL (gonfiando il petto)
Bello, vero?
MORTIMER (annuendo)
Evocativo.
BILL
Non so perché ho deciso di vestirmi così. Mi sono sempre piaciuti i western, John
Wayne e Jimmy Stewart, capisci? Pensa a ciò che è un cowboy, a quel che
rappresenta. Il nuovo ordine che si stabilisce nella prateria, ok? Anche quando
uccideva bisonti e pellerossa, lasciava dietro di sé una scia di civiltà, città e ferrovie e
tutto il resto. Forse ho pensato che avevamo di nuovo bisogno dei cowboy. O forse
no. Cazzo, non lo so.
(prende la bottiglia e ne beve una sorsata)
A ogni modo, tutti gli altri sembravano profughi, vestiti di stracci. Tutti avevano
un'aria smarrita, come se non avessero un posto dove andare. Se sei un cowboy, non
sei un profugo. Non hai bisogno di un posto dove vivere. Ci si aspetta che un
cowboy segua il vento, che scivoli via al galoppo ogni volta che il sole tramonta. Se
sei un cowboy non ti sentirai mai sperduto.
Mortimer lo fissa per qualche secondo in silenzio.
MORTIMER (ruttando)
Voglio trovare mia moglie.
BILL
Non avevi portato tua moglie con te, in quel rifugio?
MORTIMER
È una faccenda complicata.
BILL
Non lo è più. Adesso è tutto molto semplice. Si tratta solo di capire a quale categoria
mondiale appartiene.
MORTIMER (incuriosito)
Cioè?
Bill prende la bottiglia e beve un'altra sorsata. Poi si volta verso Mortimer.
BILL
O è viva o è morta.
Dissolvenza.
Scena 8 – Esterno Giorno
VFC (BILL)
Tutto ok?
Mortimer arranca, piegato sulla corda che trascina la slitta, affondando le caviglie
nella neve. Ogni passo sembra costargli una fatica di proporzioni titaniche. Bill,
dietro lui, lo osserva con sincera preoccupazione.
BILL
Devi vomitare?
MORTIMER
Sto bene.
Cominciano a vedersi i primi edifici, la città è vicina.
MORTIMER
Voglio trovare la mia vecchia casa.
BILL (afferrandolo per una manica)
Aspetta!
Bill punta il dito indicando il fianco di un edificio in mattoni dall'altra parte della
strada.
BILL (aprendosi in un sorriso)
Allora è vero. Qui ne hanno uno, grazie a Dio. Non sapevo se era una balla o meno.
Mortimer guarda in quella direzione. Sul muro, a caratteri rosa alti un metro tracciati
con la vernice spray, campeggia la scritta JOEY ARMAGEDDON'S SASSY A-GO-GO.
Una freccia dipinta più in basso punta verso il centro della città.
MORTIMER (aggrottando la fronte)
E che diavolo sarebbe?
BILL
Il paradiso, amico, il paradiso.
Bill comincia a tirare la slitta nella direzione indicata dalla freccia.
MORTIMER (trattenendo la slitta)
Fermo. Ti ho detto che voglio trovare la mia casa.
BILL
Solo un'ora.
(tirando fuori dalle tasche una manciata di monete d'argento)
Ti offro da bere. Ho sei dollari Armageddon.
MORTIMER (con una smorfia)
Non mi va di bere.
BILL (alzando le mani)
Mezz'ora.
MORTIMER
No.
Bill lascia cadere a terra la corda, si gira verso Mortimer e gli punta il dito contro.
BILL
Senti, amico. Le uniche persone che non vogliono andare a un Joey Armageddon's
sono quelle che non ci sono mai state. Dieci minuti. Non te ne pentirai.
Mortimer fissa Bill negli occhi. Poi sospira profondamente.
MORTIMER (annuendo)
Dieci minuti. Solo dieci.
Bill si apre in un sorriso.
Stacco.
Scena 9 – Esterno Giorno
Mortimer e Bill trascinano la slitta attraverso il centro della città. Volti indistinti li
osservavano da dietro i vetri sporchi delle finestre.
MORTIMER (notando i volti diffidenti)
C'è da preoccuparsi?
BILL
Non in città. Qui siamo abbastanza al sicuro. Dovrebbero avere una milizia locale.
MORTIMER (sollevando un sopracciglio)
Una milizia... Non so perché, ma la cosa non mi tranquillizza.
Stacco.
Vediamo un grande edificio che un tempo è stata un'armeria. Un'insegna a neon rosa
sopra la doppia porta d'ingresso: JOEY ARMAGEDDON'S. Mortimer lo guarda con
aria perplessa, mentre Bill gli fa strada dentro il locale, eccitato come un ragazzino. Il
locale è arredato con tavoli e sedie sparsi ovunque e un'accozzaglia di separé e altro
mobilio, chiaramente frutto del saccheggio di vari pub e ristoranti. All'estremità
opposta della grande sala si allunga il bancone del bar. Dietro e leggermente
sopraelevato, un palco, fiancheggiato da due strutture che sembrano enormi gabbie
per uccelli. Fili di luci natalizie spente pendono bassi, incrociandosi da un lato
all'altro del soffitto.
MORTIMER
È rischioso lasciare fuori la slitta?
BILL
Nessuno fa cazzate nel raggio di cinquecento metri da un Joey Armageddon's.
Bill punta dritto verso il bar e Mortimer lo segue. Vediamo una dozzina di uomini
seduti intorno a un paio di tavoli da picnic lungo la parete opposta. Gli abiti e le
loro facce sono sporche e ingurgitano cucchiaiate di una densa zuppa scura. Accanto
ai tavolini una fila di cyclette e un ingombrante mucchio di fili e cavi che le collega a
una scatola di metallo.
BILL (al barista)
La birra è fresca?
Il barista, un uomo calvo con un grosso tatuaggio a forma di ragno nero proprio al
centro della fronte, lo fissa con un sorriso (Larry Bishop).
BARISTA
Certo. I barilotti sono fuori in mezzo alla neve. Birra fredda d'estate, quella sì che
sarebbe una bella svolta.
BILL
Magnifico. Avete la Chattanooga Bruna?
BARISTA (scuotendo la testa)
Finita tre sere fa, e le Strisce Rosse stanno creando casini ai carri dei rifornimenti che
vengono da nord. Abbiamo la Piscia Gialla di Freddy.
BILL
Mai sentita.
BARISTA
Ricordi la Pabst Nastro Azzurro?
BILL
Sì.
BARISTA
Non buona come quella.
BILL (poggiando le monete d'argento sul bancone)
Due boccali. Hai camere libere?
BARISTA (annuendo e spillando le birre)
Cinque monete a notte. Hanno l'elettricità e il bagno. Ti sembrerà di essere in un
fottuto hotel Marriott.
BILL
Fammici pensare.
Il barista si stringe nelle spalle e continua a sbrigare le sue faccende. Bill solleva il
boccale in un brindisi, mentre Mortimer sembra incuriosito dalle monete d'argento
che il compare ha lasciato sul bancone. Su una faccia è stampato ONE
ARMAGEDDON DOLLAR, sull'altra la figura di un fungo atomico.
BILL (notando la sua curiosità)
E' un dollaro Armageddon, amico. È la valuta usata presso tutti i punti Joey
Armageddon.
MORTIMER (sorpreso)
Questo posto ha una moneta propria? Quanti ce ne sono in giro?
BILL (scrollando le spalle)
Se fossi in te, scambierei subito il carico della slitta con dollari Armageddon.
MORTIMER
Perché dovrei?
BILL
Per cominciare, portarsi dietro una sacca di monete è più facile che trascinarsi dietro
quella dannata slitta che, tra parentesi, è abbastanza ridotta male.
MORTIMER
E se volessi fare acquisti in negozi di altro tipo?
Bill soffoca una risata, sorseggiando la sua birra.
BILL
Non esistono altri negozi.
Stacco sul volto pensieroso di Mortimer.
Scena 10 – Esterno Giorno
Un ometto col papillon (Robert Carradine) siede in una cabina dietro una rete
metallica in cui è stata praticata una piccola apertura, quasi fosse il cassiere di una
banca.
MORTIMER
Sono qui per uno scambio.
OMETTO (con aria annoiata)
Vendita o acquisto?
MORTIMER (posando sulla cassa una bottiglia di Johnnie Walker)
Vendita.
OMETTO (sgranando gli occhi)
È autentica?
MORTIMER
Certo.
OMETTO
Ci ha già provato qualcuno in precedenza. Aveva praticato un foro nel tappo e
riempito la bottiglia vuota con infuso di malto fatto in casa. Prima l'abbiamo pestato
ben bene, poi il sindaco l'ha condannato a un mese di bicicletta. Glielo chiedo di
nuovo: è autentica?
MORTIMER
È autentica. Come lo sono le altre trentacinque bottiglie che ho sulla slitta.
L'ometto appare allibito.
OMETTO
Trentacinque? Signore, se quello che dice è vero, è appena diventato l'uomo più
ricco della città.
MORTIMER
Ho anche altra merce con me.
L'impiegato deglutisce trascrivendo qualcosa.
OMETTO
Posso sapere il suo nome?
MORTIMER
Mortimer Tate.
OMETTO
Io sono Silas Jones, Mr Tate. E mi permetta di dirle che lei è un cliente prezioso e
molto gradito qui al Joey Armageddon's.
Stacco.
Scena 11 – Interno Giorno
Vediamo una suite imperiale. Mortimer esce dal bagno avvolto in un accappatoio di
spugna. Qualcuno bussa alla porta. E' l'impiegato, Silas Jones.
SILAS
Spero che sia tutto di suo gradimento, Mr Tate.
MORTIMER
Assolutamente.
SILAS
Sono stato autorizzato a consegnarle questa.
Silas Jones gli porge una carta rosa, laminata. Sul fronte c'è un fungo atomico che
esplode in un paio di tette. Sul retro il nome di Mortimer e le parole Platinum
Member.
MORTIMER
Che cos'è?
SILAS (sinceramente stupito)
Che cos'è? Ma come, Mr Tate? E' uno dei più ricercati simboli di condizione sociale
del nuovo mondo. Una tessera di socio Platinum della Joey Armageddon's. Le dà
diritto a un trattamento speciale presso ognuna delle nostre sedi.
MORTIMER
Che genere di trattamento speciale?
SILAS (in leggero imbarazzo)
Purtroppo anche in questo caso non posso aiutarla, perché non sono mai stato così
fortunato da ottenere la carta Platinum.
Bill emerge da una delle camere. Indossa soltanto gli stivali, il cappello e un
asciugamano.
BILL
Cristo santo, sembra di essere a Buckingham Palace.
E' di nuovo alticcio e ha in mano una bottiglia di vodka. Passa un braccio intorno
alle spalle di Mortimer.
BILL
Ho salvato la vita a questo bastardo. La cosa migliore che abbia mai fatto.
Beve rumorosamente dalla bottiglia di vodka, ma il liquore gli va di traverso e gli
cola lungo il mento.
SILAS (schiarendosi la gola)
Decisamente.
Bill si annusa un'ascella.
BILL (barcollando in direzione del bagno)
È meglio se mi faccio una doccia.
SILAS
Mr Tate, se posso darle un consiglio, lei è ora in possesso di una sconcertante somma
di dollari Armageddon. Probabilmente vorrà adottare qualche misura di... ehm...
sicurezza.
MORTIMER
C'è una banca aperta in città?
SILAS
La Prima Banca Armageddon di Spring City è una società aurorizzata dalla Joey
Armageddon's Sassy A-Go-Go. Il caso vuole che io sia il capo cassiere.
MORTIMER
Grazie. Pensi lei ai documenti. Avrei anche bisogno di abiti nuovi.
SILAS
Il punto vendita al piano inferiore presenta un assortimento di capi di prima scelta, e
il Joey Armageddon's dispone di un sarto. Posso inviare un fattorino a chiamarlo, se
ha bisogno di apportare qualche modifica.
MORTIMER (fissandolo)
Mi faccia capire bene. In pratica il Joey Armageddon's è l'unico negozio al mondo?
Il cassiere lo fissa sorridendo.
SILAS
Mr Tate, con la dovuta modestia, credo che scoprirà presto che Joey Armageddon's è
il mondo.
Stacco.
Scena 12 – Esterno/Interno Giorno
Parte Raspberry Beret di Prince.
Mortimer sta camminando per strada. La MdP lo inquadra frontalmente. Alcune
persone gli passano accanto. Nessuno scambia un saluto, ma nessuno appare
spaventato. Alcune abitazioni hanno un aspetto perfettamente normale, altre sono
state abbandonate, e alcune distrutte dalle fiamme fino alle fondamenta. Non ci
sono auto. Da nessuno parte. Mortimer continua a camminare fino ad arrivare
davanti a una casa. Le finestre sono buie, e i muri esterni appaiono sporchi e
scrostati. Il giardino è incolto e la grondaia penzola a un'estremità del tetto.
Dettaglio degli stivali di Mortimer che salgono i tre gradini che portano al portico,
facendo scricchiolare il legno. Qualcuno ha tracciato dei graffiti sul portone
d'ingresso: un cerchio blu con un triangolo e tre punti all'interno. Bussa alla porta
senza ricevere risposta. Poi spinge il battente ed entra. Il soggiorno è spoglio: un
divano con l'imbottitura che esce fuori dai cuscini e una poltrona a sacco. Indugia
nella stanza, poi la musica si interrompe di colpo, uno strillo rompe il silenzio e una
vecchia fa irruzione nella stanza con una padella in mano. Mortimer urla, facendo
un balzo indietro. La donna ha gli occhi spiritati e i capelli grigi e arruffati. Si lancia
contro di lui agitando furiosamente la padella. Mortimer alza le braccia cercando di
proteggersi e viene colpito sul gomito. Tenta la fuga, ma inciampa sulla poltrona a
sacco cadendo. La MdP inquadra dal basso la vecchia signora che si profila
minacciosa su di lui. La bocca aperta in una feroce smorfia sdentata, il vestito logoro
che ondeggia.
VECCHIA (con voce stridula)
È casa mia. Era disabitata, così ho messo il mio segno sulla porta. Queste sono le
regole.
Alza la padella sopra la testa per sferrare il colpo letale.
MORTIMER
Mi scusi, mi scusi.
(infila una mano in tasca e tira fuori una manciata di monete che getta ai piedi della
vecchia)
Ecco, prenda queste.
La donna fa un passo indietro, guardando incredula le monete sul pavimento.
VECCHIA
Sono...
(inginocchiandosi e prendendone una)
Sono dollari Armageddon!
(con mani tremanti)
Grazie. Oh, mio Dio. Grazie.
Tira su di scatto la testa e incontra lo sguardo di Mortimer.
VECCHIA
Aspetta un momento. Adesso ho capito.
MORTIMER (rialzandosi)
Non c'è niente da capire, signora. Mi spiace di essermi intrufolato di nascosto.
VECCHIA (aprendosi in un sorriso malizioso)
So cosa vuole da una donna un giovanottone robusto come te.
MORTIMER (indietreggiando in direzione della porta)
Oh, merda.
L'anziana donna strappa il davanti del vestito con un unico gesto, facendo volare i
bottoni per la stanza.
VECCHIA
Prendimi, arrapato bastardo che non sei altro. Fai di me quello che vuoi.
Mortimer si precipita verso la porta, fuggendo di corsa.
VECCHIA (uscendo sul portico)
Ehi, finocchietto! Torna qui! Hai dimenticato di consegnare il salame!
Stacco.
Scena 13 – Esterno/Interno Giorno
Parte “Knock Three Times” di Tony Orlando
Siamo all'interno del Joey's Armageddon. Metà degli uomini trasandati sta ora
pedalando sulle cyclette allineate lungo la parete, mentre l'altra metà è in pausa,
accasciata sui manubri, sudata e ansimante. Le luci natalizie intermittenti corrono da
una parte all'altra del soffitto. Note metalliche di musica escono da altoparlanti
invisibili.
MORTIMER (seduto a un tavolo con Bill)
Mi sembra di conoscerlo. Che pezzo è?
BILL
Tony Orlando. Knock Three Times.
MORTIMER (scuotendo la testa)
Gesù.
BILL
No, Tony Orlando.
Si sente un suono modulato, simile al campanello di un portone. Gli uomini in pausa
riprendono a pedalare, sostituendo l'altra metà dei compagni. Durante
l'avvicendamento dei turni le luci natalizie sfarfallano debolmente e la voce di Tony
Orlando riecheggia per qualche istante rallentata e distorta, per poi tornare alla
normalità.
MORTIMER (fissando gli uomini sulle cyclette)
Che lavoro di merda.
Un uomo con un impossibile smoking arancione appare davanti a loro (Ted Neeley).
Ha un paio di baffi a manubrio e capelli meticolosamente divisi da una riga centrale.
MORTIMER
Vorrei un drink.
CAMERIERE (con aria sostenuta)
Stiamo avviando il turno per la cena. Dovrà aspettare.
BILL (risentito)
Chi diavolo sei?
CAMERIERE
Sono Emile, il caposala. Mi rincresce, ma...
BILL
Fagli vedere la carta.
MORTIMER (esibendo la Platinum)
Questa?
EMILE (sgrana gli occhi)
Oh, Signore!
Il maître si gira di scatto, schioccando le dita. Uomini robusti compaiono dal nulla e
iniziano ad apparecchiare freneticamente il tavolo, con tanto di tovaglia bianca e
candela.
EMILE (inchinandosi)
Le chiedo umilmente e indegnamente scusa per il mio deplorevole comportamento.
Non l'avevo riconosciuta, Mr. Tate.
MORTIMER
Non ci pensare.
EMILE
Certo, certo. Lei è senza dubbio l'uomo più generoso e indulgente...
BILL
Ti ha detto di non pensarci, amico. Adesso sbrigati a portarci una bottiglia, prima che
ti stampi la suola dello stivale su quel culo da damerino. Vodka. E due bicchieri
puliti.
Emile indietreggia producendosi in altri inchini e borbottando qualcosa sottovoce.
MORTIMER
Non devi essere così sgarbato con i camerieri.
BILL
Ehi, adesso sei uno che conta, cazzo.
MORTIMER (con un sospiro sofferto)
Ho bisogno di un drink.
BILL (fissandolo)
Stai bene?
MORTIMER
Sono andato a casa mia.
BILL (annuendo)
Lasciami indovinare. Tua moglie non c'era.
MORTIMER
Infatti. E una vecchia sdentata mi voleva scopare.
BILL
Hai bisogno di un drink.
MORTIMER
Già.
Emile torna con una bottiglia di vodka e due bicchieri spaiati. Serve il liquore con un
altro inchino.
EMILE (ossequioso)
Le cameriere devono ancora prendere servizio, ma è per me una gioia servirvi
personalmente senza dover prolungare la vostra attesa.
Mortimer beve tutto d'un fiato la vodka e accenna un ringraziamento al maître, ma
viene interrotto da un attacco di tosse.
BILL
Mort ti ringrazia, e ora levati dalle palle.
MORTIMER (con voce strozzata)
Sa di cherosene.
BILL
Non essere ridicolo. Hai mai bevuto cherosene prima d'ora?
Mortimer scuote la testa tossendo.
BILL (riempiendogli di nuovo il bicchiere)
Allora non dire idiozie.
MORTIMER
Non so dove sia mia moglie. Sempre che sia viva.
BILL (sorseggiando rumorosamente la vodka)
È dura mantenere i contatti con il parentado nel nuovo mondo.
(agitando la bottiglia)
Un'altra bottiglia, untuoso bastardo!
Emile torna con passettini veloci.
EMILE
Prego, signori?
BILL
Porta un'altra bottiglia, lurido...
Schiocca le dita cercando la parola giusta.
MORTIMER
Parassita.
BILL
Già! Tu, stronzo parassita figlio di puttana.
Emile si defila in silenzio e Mortimer lo segue con lo sguardo. Il maitre si ferma a
parlare con un uomo basso a abbronzato (Jeremy Piven).
Emile gli indica il tavolo di Mortimer, che stringe lo sguardo fissando l'uomo.
BILL
Tua moglie potrebbe anche non essere viva.
MORTIMER (tornando a voltarsi verso Bill)
Come?
BILL
All'epoca, quando scoppiarono i tumulti per l'accaparramento del cibo, rimasi
bloccato in un supermercato per qualche ora. Ho visto una violenza difficile anche
da descrivere. Quando sono riuscito a raggiungere casa dei miei ho trovato mio
padre nel soggiorno. Qualcuno gli aveva fracassato la testa con un tubo o qualcosa
del genere e la casa era stata saccheggiata. Ho aspettato ore e ore accanto al suo
corpo che mia madre rientrasse, capisci? Non ho mai saputo cosa le fosse successo.
Mai.
Lo sguardo di Bill è perso in qualche luogo lontano del passato.
BILL
Sai, dopo ho pensato: E se fosse tornata a casa e avesse trovato mio padre morto? E
se si fosse semplicemente messa in salvo senza aspettarmi? Ho sempre creduto...
La voce di Bill si spezza. L'uomo scuote la testa, schiarendosi la gola.
BILL
Che fine ha fatto quella cazzo di bottiglia?
Emile arriva appena in tempo a riempirgli il bicchiere. Poi il maitre si china e
mormora qualcosa all'orecchio di Mortimer.
EMILE
Il professor Coffey vorrebbe sapere se può unirsi a voi per un drink.
MORTIMER (inarcando un sopracciglio)
Chi?
EMILE
Il proprietario, signore.
MORTIMER
Ah… ok.
L’uomo abbronzato si avvicina e si siede fra Bill e Mortimer.
COFFEY (sorridendo)
Buonasera, Mort. Ho pensato che potessi essere tu.
MORTIMER (riconoscendolo di colpo)
Pete Coffey!
Questa volta è Bill a inarcare un sopracciglio con aria perplessa.
MORTIMER (rivolto a Bill)
Eravamo insieme nella squadra di baseball alla scuola superiore.
BILL (con un cenno del capo)
Salve.
MORTIMER (a Coffey)
Ma non insegnavi inglese a Georgetown?
COFFEY (stringendosi nelle spalle)
Insegnavo letteratura. Ma Georgetown adesso è ridotta a un cumulo di macerie
radioattive. Io ero tornato a casa per il funerale di mia madre, altrimenti ci avrei
lasciato la pelle insieme al resto del mio dipartimento.
MORTIMER
Mi dispiace. Per tua madre, intendo.
COFFEY
Non importa.
MORTIMER
Sei il proprietario del locale?
COFFEY (accennando un sorriso)
Per metà. Joey Armageddon possiede la metà di tutti i locali. Qualcuno del posto, io
in questo caso, possiede l'altra metà.
MORTIMER
Dov'è il governo?
COFFEY
Ogni tanto ci arriva qualche comunicazione sulle onde corte. Un generale
dell'aviazione a Colorado Springs pretende di rappresentare il governo. Altre volte,
poi abbiamo notizie di qualche segretaria governativa di basso livello rintanata a
Omaha, che sostiene di essere regolarmente in carica.
(scrollando le spalle)
In realtà non ha alcuna importanza.
(osservando la bottiglia)
State bevendo quella roba?
BILL (con aria annebbiata)
E' buona.
COFFEY
No, non lo è. È la via più breve per la diarrea. Come sciacquarti le budella con acido
da batteria.
A un suo cenno, Emile si materializza al suo fianco.
COFFEY
Porta il Bombay che conservo nella cassaforte in ufficio. E il succo di lime. Silas
conosce la combinazione.
BILL (esterrefatto)
Hai il lime? E dove l'hai preso?
COFFEY (sorridendo)
Non ce l'ha nessuno. Il mese scorso, a seguito di un baratto, ci sono arrivate sei
piccole lattine di succo di lime e le ho conservate per me. E anche il Bombay.
BILL (nostalgico)
Mi mancano le arance. Qualsiasi agrume, a dire il vero.
COFFEY
Non arriva niente dalla Florida. Da un anno, ormai.
Emile sopraggiunge con una bottiglia piena a metà di gin Bombay Sapphire, una
lattina di succo di lime e un secchiello con i cubetti di ghiaccio. Coffey mescola gli
ingredienti, versando il gin come se stesse maneggiando la nitroglicerina. Alla fine
bevono, sospirando soddisfatti.
BILL
Diamine, è un casino migliore della vodka, non c'è che dire. Non ho più voglia di
morire.
Nell'aria un brano di Warren Zevon, Things to Do in Denver When You're Dead. Sul
palco, alcuni inservienti sono impegnati a calare quelle che sembrano gabbie
antisqualo fissate a cavi d'acciaio. Le luci natalizie cominciano a tremolare. La MdP
stringe sugli occhi di Mortimer che si spalancano di colpo. Cameriere in abiti succinti
girano in mezzo ai tavoli prendendo ordinazioni dai clienti. Alcune indossano
canotte con il bordo annodato sopra l'ombelico, altre portano il pezzo superiore di
un bikini. I pantaloncini corti e attillati sembrano d'obbligo per tutte.
COFFEY
Siamo una piccola comunità, Mort. Ci siamo uniti per scacciare i predatori esterni, e
la disperazione interiore. Adesso sono sindaco di Spring City, ma ho un ruolo più
importante come proprietario di metà del Joey Armageddon's.
MORTIMER
Anne. È... sai cosa le è accaduto?
Coffey annuisce lentamente.
COFFEY
Certo, me ne ero scordato. È naturale che tu voglia avere notizie, Mort. Scusami,
davvero.
Mortimer deglutisce impallidendo.
COFFEY
Mi dispiace davvero. Ma ho dovuto venderla.
MORTIMER (scuotendo la testa)
No, no, no. Non è possibile. Non è...
(si ferma, sbattendo le palpebre, incredulo)
Hai detto... venderla?
COFFEY (alzando le mani)
Ehi, non è stata un'idea mia. Credimi, io volevo tenerla. I clienti la adoravano. Era la
numero uno a dimenare il culo in quella gabbia.
Mortimer salta in piedi rovesciando la sedia alle sue spalle, e solleva i pugni. Poi si
immobilizza. La MdP allarga mostrando la canna di un fucile appoggiata sotto il suo
orecchio destro. Un uomo grande e grosso lo sta tenendo sotto tiro.
MORTIMER (alzando le mani in segno di resa)
Nessun problema.
EMILE (alle sue spalle)
Si accomodi, signore. Buono e tranquillo.
(premendogli un piccolo revolver argenteo nelle costole)
Si comporti da gentiluomo.
Mortimer piega lentamente le gambe e qualcuno gli fa scivolare la sedia sotto il
sedere. Emile lancia un'occhiata interrogativa al suo capo.
COFFEY
Credo che sia tutto a posto. Mort, ti comporterai bene, vero?
Mortimer annuisce a denti stretti, e le armi vengono ritirate.
COFFEY
Sono stato indelicato. Dimenticavo che tu non sai come funzionano le cose, adesso.
MORTIMER (furioso)
Vendere donne come schiave da sesso? È così che funziona?
COFFEY
Non vederla così. È come se i Red Sox cedessero un giocatore esterno agli Yankees.
La nuova sede aveva bisogno di una ragazza esperta. Anne ne era entusiasta, Mort. È
stata una promozione.
MORTIMER
Dov'è andata?
COFFEY
Non lo so.
MORTIMER
Sei un bugiardo.
Coffey aggrotta le sopracciglia, sospirando.
COFFEY
Sto cercando di capire quel che provi. Chiuderò un occhio sulla tua insolenza.
MORTIMER
Vaffanculo.
Un altro sospiro, poi Coffey si alza.
COFFEY
Le cose sono cambiate, Mort. Adeguati.
Le luci natalizie impazziscono di colpo e la musica aumenta di volume.
COFFEY
Sembra che lo spettacolo stia per iniziare.
(con un sorriso di circostanza)
Divertitevi, ci vediamo più tardi.
Le gabbie calano dal soffitto e la musica esplode. All'interno delle gabbie donne
seminude che ballano.
Stacco.
Scena 14 – Interno Giorno
La MdP inquadra un wc dall'alto. Vediamo apparire Mortimer che vomita. Stacco su
Bill che appare sulla soglia del bagno e vediamo che è mattina.
BILL
Gesù Cristo, ma i tuoi post-sbornia sono sempre così devastanti?
MORTIMER (con la testa nella tazza)
Vattene. Sto morendo.
BILL
Se muori, perderai il treno.
(mostrandogli una tazza di caffè)
Bevi. Hai pagato a sufficienza anche per questo.
Mortimer si tira su a fatica, tira lo sciacquone e si siede sul bordo della vasca con un
grugnito.
MORTIMER
Di cosa stai parlando?
BILL
Quando hai comprato tutta quella roba, ieri sera. C'era anche del caffè. Trecento
dollari ogni mezzo chilo.
(scuote la testa, ridendo)
Immagino che non arrivino più navi cariche di caffè dalla Colombia.
MORTIMER (allibito)
Trecento dollari mezzo chilo di caffè? E cosa cazzo altro ho comprato? Dovevo
essere davvero sbronzo... Quanto cazzo ho...
(si ferma riflettendo su qualcosa)
Quale treno?
BILL
È un'idea tua. Quando Mr Coffey è tornato per dirti che sapeva dove tua moglie...
MORTIMER (scattando in piedi)
Anne! Tu sai dov'è mia moglie?
BILL
Porca troia, Mort. Non ricordi proprio niente, eh?
MORTIMER
Maledizione, Bill!
BILL
Mr Coffey ha detto che gli dispiaceva, così ha fatto qualche domanda in giro e ha
saputo che tua moglie è andata a Chattanooga, presso il Joey Armageddon's più in
vista. Deve essere una sorta di prima donna o roba del genere.
MORTIMER
Cristo.
BILL
Così hai detto che saresti andato da lei e hai comprato un mucchio di provviste,
munizioni e cibo e hai prenotato due biglietti per noi sul Muscolo Express.
MORTIMER
Il muscolo cosa?
BILL
Il treno.
Mortimer rientra in camera, guardandosi intorno.
MORTIMER
Ho avuto compagnia ieri sera?
BILL
Be', avresti potuto. Quando hanno saputo che eri il tizio più ricco della città, sei
diventato subito popolare. Ma hai bevuto tanto. Non credo che il tuo pisello abbia
fatto il suo dovere.
MORTIMER
Merda.
BILL (offrendogli di nuovo il caffè)
Si sta freddando. Lo vuoi o no?
MORTIMER (afferrando la tazza)
Cazzo, sì! L'ho pagato quanto una cassa di caviale!
Sorseggia la bevanda calda.
MORTIMER (chiudendo gli occhi)
Oh, sì. Sì, cazzo...
BILL (preoccupato)
Tutto ok, amico?
MORTIMER (commosso)
Potresti uscire dalla camera, Bill? Vorrei restare un momento da solo con il caffè.
Stacco.
Scena 15 – Esterno Giorno
Mortimer e Bill sono sulla banchina della stazione, in attesa in mezzo alla neve
accanto ai loro bagagli. Vediamo arrivare Silas Jones, trafelato e paonazzo per il
freddo.
SILAS
Temevo di non arrivare in tempo, signore. Grazie al cielo l'ho trovata.
Gli porge un foglio di carta scritto a matita.
MORTIMER (prendendolo)
Che cos'è?
SILAS
Il suo conto.
(porgendogli una penna)
Se firma qui in fondo, preleveremo la cifra dal suo conto.
MORTIMER (firmando)
Duemiladuecentoventiquattro dollari. Non male.
(a Bill)
Di questo passo il mio capitale evaporerà in una settimana.
Pete Coffey compare al suo fianco.
COFFEY
Spero che tu riesca a trovarla. Sul serio.
MORTIMER
Non eri tenuto a venire a salutarmi alla partenza.
COFFEY
Sono il sindaco, ricordi? Devo sempre assicurarmi di persona che il treno parta in
orario. E voglio anche essere certo che i miei ragazzi salgano a bordo.
Coffey indica una dozzina di uomini che sta montando sui pianali. Tutti imbracciano
dei fucili e sembrano pronti a usarli.
COFFEY
Forse incontrerete Strisce Rosse lungo la ferrovia. Non posso correre rischi.
MORTIMER (sfiorando l' Uzi appesa alla tracolla)
Capisco.
COFFEY
Stanno portando fuori il carrello a mano. Così partirete presto.
MORTIMER
Carrello a mano?
COFFEY (fissandolo)
Come diavolo pensavi si muovesse il treno? Non abbiamo certo un motore né del
carburante.
MORTIMER (allibito)
Mi stai dicendo che degli uomini pomperanno a mano quel carrello e si tireranno
dietro tre pianali e tutto il carico? Ci vorrà un secolo per arrivare a Chattanooga!
COFFEY
Prendere il via è la parte più difficile. Quando andranno a pieno ritmo, resterai
sorpreso. Ecco i macchinisti.
Vediamo otto bestioni a torso nudo, con muscoli prorompenti.
COFFEY
Quattro si riposano e quattro pompano. Doc!
VFC
Eccomi.
Un uomo trasandato dai capelli grigi e arruffati avanza con passo malfermo,
stringendo nella mano nodosa una borsa nera da dottore. Pesca nella borsa una
pistola per vaccinazioni e silura un braccio a ognuno degli otto gorilla.
COFFEY (strizzando l'occhio a Mortimer)
Incrementa la velocità.
I macchinisti flettono i muscoli, grugnendo con i volti paonazzi.
COFFEY
Tra poco saranno pronti. È meglio che sali. Una volta partiti, non rallentano di certo.
Bill lancia i bagagli sul pianale più vicino. Salta a bordo e tende una mano a
Mortimer.
BILL
Muoviti, amico.
Mortimer afferra la mano del cowboy e si lascia sollevare. Si siede sul pianale e si
volta in direzione di Coffey che lo sta salutando con un cenno della mano. Il treno
comincia a muoversi lentamente. I macchinisti abbassano la leva con tutto il loro
peso, poi la sollevano, i muscoli gonfi, i volti arrossati. Mortimer restituisce il cenno
di saluto mentre il convoglio aumenta di velocità.
Dissolvenza.
Scena 16 – Esterno Giorno
Vediamo il paesaggio innevato. Centinaia di auto sono abbandonate e semisepolte
nella neve. Stacco su Mortimer e Bill, seduti in una fila di poltrone da cinema
imbullonate sul pianale, che osservano il paesaggio mentre il Muscolo Express
procede spedito.
BILL
Secondo te, a quanto sta andando?
MORTIMER
Forse cinquanta all'ora. Non di più. Niente male, comunque. Meglio che farsela a
piedi.
Un'ombra si staglia sopra di loro ed entrambi sollevano lo sguardo.
VFC (femminile)
Se soffrite il mal di treno sporgetevi fuori. Non azzardatevi a vomitare sul mio treno.
MORTIMER (sorpreso)
Il tuo treno?
Stacco sulla figura in piedi su una fila di casse. E' una giovane donna (Rhona Mitra).
La donna indossa pantaloni di pelle nera e una giacca intonata sempre in pelle sopra
un maglione bianco a collo alto. Un revolver placcato spunta dalla cintura. Una
benda nera le copre l'occhio sinistro e una sottile cicatrice bianca corre giù lungo la
guancia fino alla mandibola.
DONNA
Sono Tyler Kane, il capitano del treno.
(saltando giù dalle casse)
Siete passeggeri paganti, quindi non dovete fare niente, se non restare fuori dai
piedi. Se veniamo attaccati, state pronti a combattere. Domande?
MORTIMER
Quando passa l'hostess per prendere le ordinazioni?
TYLER (accennando un sorriso)
Sei divertente. Starò attenta a farti atterrare su qualcosa di morbido, se dovrò
buttarti giù dal treno.
Con un balzo salta sul pianale dietro a loro, allontanandosi.
BILL
Graziosa. Credo che tu le piaccia.
Stacco.
Scena 17 – Esterno Notte
E' notte e Mortimer è rannicchiato sul pianale, addormentato. C'è il silenzio più
assoluto, poi improvvisamente il suono aumenta dal nulla fino ad esplodere in un
caos di urla e spari. Mortimer spalanca gli occhi guardandosi intorno allarmato.
TYLER
Maledizione! Alza subito quel cazzo di culo!
Mortimer si alza a sedere, stringendo l'Uzi contro il petto.
MORTIMER
Che succede?
TYLER (tirandolo dietro le casse di merci)
Dobbiamo sbrigarci.
Bill è accovacciato dietro le poltrone e sta sparando contro gli edifici lungo la linea
dei binari. Uomini sparano contro il treno dall'alto dei tetti e dalle finestre. I
proiettili continuano a rimbalzare tutto intorno.
MORTIMER (affannato)
Perché stiamo andando così piano?
TYLER
Stavamo entrando in stazione ad Evansville. Le Strisce Rosse ci hanno assaliti, ma i
macchinisti erano esausti.
(estraendo da una tasca una pistola per vaccinazioni)
Coprimi. Ho bisogno di tempo per ricaricare i ragazzi. Devi sparare con quel coso e
tenere quei bastardi lontano da me. Afferrato il concetto?»
Mortimer annuisce a bocca aperta. Tyler gli dà una pacca sulla spalla e si lancia verso
il fondo del pianale. Mortimer toglie la sicura alla piccola mitragliatrice e si accoda a
lei. Una delle guardie del treno pende inerte fra il pianale e il carrello a mano, il
cranio sanguinante sfondato da un colpo di proiettile di grosso calibro. La
oltrepassano con un balzo e atterrano sul carrello. I quattro maciste pompano a tutta
forza. Un proiettile ne centrò uno alla testa, provocando un'esplosione di materia
cerebrale rossa e appiccicosa. L'uomo crolla a terra con un tonfo massiccio e rotola
giù dal treno.
TYLER (sferrando a Mortimer un pugno sulla spalla)
Spara!
Mortimer imbraccia l'Uzi e indirizza una raffica di proiettili contro gli edifici lungo la
ferrovia, mandando finestre in frantumi e bucherellando i muri di mattoni. Elimina il
caricatore vuoto e ne schiaffa uno nuovo dentro l'impugnatura. Getta un'occhiata
oltre la spalla e vediamo Tyler piazzare la pistola per vaccinazioni contro spalle
robuste e iniettare il carburante. Le vene del collo iniziano a pulsare, gli occhi fuori
dalle orbite, le mascelle serrate. I macchinisti riprendono a pompare con rinnovato
vigore e il treno prende velocità.
TYLER
Lassù!
Su un basso ponte pedonale che attraversa i binari, almeno una dozzina di Strisce
Rosse stanno sfilando con fare furtivo disponendosi in posizione di tiro. Mortimer
aggira i macchinisti in azione e raggiunge la parte anteriore del carrello. Si
inginocchia sparando un'altra raffica. Alcune Strisce Rosse piombano giù dal ponte.
Qualcuna riesce a saltare giù dal ponte, atterrando sul pianale di mezzo e
cominciando un furioso corpo a corpo con le poche guardie rimaste. Tyler salta sul
pianale verso di loro, seguita da Mortimer. Bill emerge da dietro le poltrone e tenta
di colpire col calcio del fucile una delle Strisce Rosse, che si china schivando il colpo e
afferra il cowboy, cadendo con lui sul pianale. Una guardia si prende un coltello
nello stomaco e precipita giù dal pianale. Tyler punta il revolver alla nuca di una
Striscia Rossa e preme il grilletto. Metà cranio vola via nel vento e il corpo si affloscia
a terra. Mortimer si avventa contro l'uomo che sta lottando con Bill, ma un altro gli
taglia la strada sferrandogli un colpo allo stomaco. Mortimer cade pesantemente
sulle casse, senza fiato. Si gira sparando a casaccio e la raffica manda in pezzi la
caviglia della Striscia Rossa. L'uomo lancia un urlo rauco e straziante, saltellando per
un istante sulla gamba buona prima di sbilanciarsi e volare giù. Mortimer si alza in
ginocchio, tossendo e guardandosi intorno. Tutte le guardie e le Strisce Rosse sono
morte. Bill campeggia sopra l'avversario sanguinante, l'occhio destro pesto e gonfio.
TYLER (rinfilando il revolver nella cintura)
Penso che per ora ci siamo liberati delle Strisce Rosse.
(asciugandosi il sudore dal viso)
Se riusciamo a superare i cannibali, siamo a posto.
Stacco.
Tyler cammina con passo deciso sul pianale.
MORTIMER
Cannibali? Stai scherzando?
TYLER
Te lo spiegherò più tardi. In questo momento i macchinisti sono in overdose e devo
ridimensionare la faccenda prima che abbiano tutti un infarto.
La donna salta sul carrello occupandosi dei macchinisti. Bill si lascia cadere su una
poltrona.
BILL
Ho finito le cartucce per il fucile.
MORTIMER
Stai bene?
BILL (annuendo)
Quel bastardo mi è saltato addosso prima che potessi estrarre le pistole.
TYLER (tornando sul pianale)
Uno è andato, gli è esploso il cuore. Non ho fatto in tempo. Ai due che stanno
pompando ho già dato mezza dose di tranquillante. Quando saranno stanchi,
rimetterò in sesto altri due per dargli il cambio. Per ora non possiamo fare di meglio.
MORTIMER
Non possiamo semplicemente fermarci per un po'?
TYLER (scuotendo la testa)
Di questo passo, non arriveremo a destinazione con la luce del giorno. Viaggiare di
notte è pericoloso, ma fermarsi è anche peggio.
MORTIMER (fissandola)
Quando hai parlato di cannibali, era in senso figurato? Voglio dire, si tratta di una
banda che si fa chiamare "i Cannibali" o roba del genere?
TYLER
Prima ti friggono e poi ti servono con tante patatine rosse.
Il treno avanza lungo i binari, lento come una tartaruga. Il sole sta sparendo dietro
l'orizzonte. Improvvisamente il convoglio frena bruscamente la corsa, e i pianali si
tamponano a catena. L'incidente solleva una rovinosa cacofonia di legno che si
spezza e clangore e cigolio metallico.
Stacco.
Scena 18 – Esterno Notte
E' notte e Mortimer da solo sta camminando nella foresta. Ha i vestiti logori e
fradici. Mette un piede in fallo e cade a faccia in giù in mezzo a fango e foglie.
Con un sospiro, si solleva rimettendosi in piedi. Nell'aria un grido e Mortimer si
appiattisce di nuovo a terra. Un altro grido ancora peggiore del primo: un ululato
straziante, carico di terrore. Mortimer è pietrificato. Le urla si ripetono, una serie di
grida disperate mischiate a impercettibili singhiozzi e implorazioni. Mortimer avanza
furtivamente, strisciando sulla pancia.
Stacco.
Vediamo il volto fangoso di Mortimer che sbuca da un cespuglio con circospezione.
Davanti a lui un ampio recinto all'interno del quale un gruppo di selvaggi si dondola
a ritmo intorno a un grande falò. Tutti portano jeans stracciati, alcuni tute da lavoro.
Alcuni impugnano fucili, ma molti altri stringono in mano rozze lance. Alla sinistra
del falò, alcune figure sono state legate a pali piantati nel terreno. Sono Tyler, Bill e
due macchinisti. Sui loro volti espressioni di puro terrore. Accanto al fuoco una
tavola ricavata da una grossa porta di legno, inclinata a quarantacinque gradi. Sopra
di essa è legato uno dei muscolosi gorilla del treno con le braccia e le gambe
divaricate. Una chiazza di sangue rappreso imbratta il legno là dove dovrebbe esserci
la gamba sinistra dell'uomo. L'uomo è in uno stato di immobilità catatonica, lo
sguardo perso nel cielo notturno. Un uomo alto e magro (Craig Conway), con gli
occhi cerchiati di pittura nera a mo' di procione, sollevò le mani con la solennità di
un sacerdote primitivo.
SACERDOTE
Abbiamo conquistato il treno che ha osato violare il territorio del clan!
Grida di giubilo si levano dalla folla. Il sacerdote porta una grossa collana di ossa e
un'ampia cintura nera da cui pende una sciabola da cavalleria.
SACERDOTE
Noi siamo il clan e assorbiamo la forza dei nostri nemici attraverso il loro sangue.
Nulla ci è proibito!
Un'altra ovazione.
SACERDOTE
Si faccia avanti il macellaio! Prendiamo l'altra gamba!
Un villoso energumeno emerge dalla folla. Porta un lurido grembiule di pelle con
vari coltelli e mannaie appesi alla cintura, e un berretto arancione dei Tennessee
Volunteers. Afferra un seghetto scintillante con la grossa mano e si avvicina alla
vittima legata. Palpa con le dita tozze e annuisce soddisfatto, incitato dalla folla.
La lama affonda sotto il peso del macellaio, sollevando uno zampillo scintillante di
sangue. L'uomo legato viene riportato violentemente alla realtà, e comincia a urlare
e a strattonare le cordeIl macellaio procede senza pietà, segando avanti e indietro
con colpi lunghi e decisi. Spruzzi di sangue gli imbrattano il volto e il grembiule.
Mortimer gira la testa e vomita. Il maciste senza gambe si contrae e sbava, lo
sguardo di nuovo perso nel nulla. Il macellaio consegna la gamba a un gruppetto di
cannibali che ha già infilzato l'altra a uno spiedo sospeso fra due pali.
SACERDOTE
Portate il sangue fermentato! Stasera facciamo festa!
Mortimer si allontana indietreggiando.
Stacco.
Scena 19 – Esterno Mattina
E' mattina e vediamo Mortimer addormentato per terra, tra gli alberi. Viene
svegliato da un brusio. Sono due voci femminili.
VFC 1
Sono sfinita. È stata una festa magnifica.
VFC 2
Sì. Roger è crollato.
Stacco su due giovani donne sedute ai piedi di un albero (Nichole Galicia e Tania
Raymonde).
RAGAZZA 1
Non è il vostro anniversario? Pensavo che questa notte avrei fatto il turno di guardia
con Doris.
RAGAZZA 2
Non si sente bene, e poi con Roger sarei andata comunque in bianco, con tutto il
sangue fermentato che si è bevuto.
RAGAZZA 1
A volte sono un po' stufa del sangue fermentato. Sembra passato un secolo
dall'ultima volta in cui ho bevuto un buon bicchiere di vino o una Dr Pepper.
RAGAZZA 2
Davvero non ti piace il sangue fermentato? Sul serio?
RAGAZZA 1
Oh, mi piace, non fraintendermi. Il sangue fermentato è uno sballo. Ma...
RAGAZZA 2
Un po' eccessivo, con tutta quella carne umana?
RAGAZZA 1
Proprio così. A volte scambierei tutto con una fresca insalata verde e un bicchiere di
Shiraz.
Mortimer si muove furtivamente intorno al ceppo, immobilizzandosi appena vede
un paio di gambe snelle infilate in un paio di stivali da cowboy rosa e neri, allungate
sul terreno. A quanto pare, le donne sono appoggiate contro il tronco, rivolte verso
il campo.
RAGAZZA 2
Vado a fare pipì. Torno subito.
La donna si allontana fra i cespugli, sparendo alla vista. Mortimer aggira il tronco e
afferra la donna di guardia, trascinandola verso di sé. Le chiude la bocca prima che
possa gridare, premendole il braccio libero contro la gola. La donna scalcia,
tentando di divincolarsi. Mortimer la blocca a terra, schiacciandole la trachea con
l'avambraccio. In breve la donna smette di agitarsi, afflosciandosi inerte. Mortimer la
riporta davanti al tronco, sistemando il corpo come se si fosse raggomitolata per
dormire. Afferra la rozza lancia poggiata contro l'albero e si rituffa nel suo
nascondiglio al di là del tronco. Gli tremano le mani e ha il respiro corto e affrettato.
Dopo pochi secondi l'altra donna ritorna.
DONNA
Gesù, Lydia, non devi dormire quando sei di guardia. E se... Lydia?
In un attimo Mortimer le si avventa contro. La ragazza apre la bocca per gridare ma
lui non gliene dà il tempo, conficcandole la punta della lancia in gola. Il sangue le
gorgoglia fuori dalla bocca. Mortimer estrae la lancia e la colpisce di nuovo al petto.
La ragazza crolla in ginocchio, sputa altro sangue e cade riversa sul corpo dell'amica.
Mortimer si inginocchia a frugare i cadaveri. Trova un coltello da caccia con una
lama da venti centimetri. Lo infila in tasca e si avvia verso l'accampamento.
Stacco su Mortimer che entra nello slargo, guardandosi furtivamente intorno.
Raggiunge i pali dove erano ancora legati i corpi inerti dei suoi amici. Solleva la testa
di Bill, schiaffeggiandolo leggermente. Le palpebre del cowboy si sollevano a
mezz'asta, gli occhi studiano Mortimer per qualche secondo. Poi si spalancano, pieni
di sorpresa e di speranza. Apre la bocca per parlare, ma Mortimer gliela tappa
subito, facendogli cenno di no con la testa. Taglia le corde con il coltello da caccia e
Bill si affloscia a terra. In silenzio, comincia a massaggiarsi i polsi e le gambe per
riattivare la circolazione. L'occhio luminoso di Tyler è già aperto e vigile. Appena
tagliate le corde, anche la donna si affloscia a terra con una smorfia, soffocando un
gemito di dolore. Libera anche i due macchinisti superstiti e in breve sono tutti di
nuovo in piedi, diretti verso il varco che si apre nella foresta. Grida rabbiose si
levano alle loro spalle, mentre il campo si sveglia all'improvviso dal sonno.
MORTIMER
Correte!
Poco dopo sono nella foresta, correndo alla cieca, sferzati dai rami bassi degli alberi.
Mortimer inciampa, si rimette in piedi, riprendendo a correre. Azzarda un'occhiata
oltre la spalla. Vediamo un bagliore di fiaccole e si sentono le grida degli inseguitori.
BILL
Sparpagliamoci!
Mortimer svolta rapidamente a destra infilandosi nella boscaglia più fitta.
Dissolvenza.
Scena 20 – Interno Giorno
Vediamo un'immagine sfuocata.
VFC
Ti ho chiesto se vuoi un po' di zuppa.
Mortimer si tira su puntellandosi su un gomito e si strofina gli occhi. E' in un letto
pulito. Si guarda intorno nella stanza, quasi una stanza d'ospedale ma più
confortevole. Davanti a lui una giovane donna (Dion Bromfield). Indossa
un'uniforme bianca.
MORTIMER
Dove sono?
RAGAZZA
Saint Sebastian’s of the Woods.
Mortimer si tira su con un profondo sospiro di sollievo. Una benda copre un taglio
profondo sotto l'occhio sinistro. Una fasciatura pulita avvolge il moncherino del
mignolo e indossa una camicia pulita da ospedale.
RAGAZZA
I tuoi vestiti sono in lavatrice.
MORTIMER
Come ti chiami?
RAGAZZA
Ruth. E tu?
MORTIMER
Mortimer. Come mi hai trovato?
RUTH
Non ti ho trovato io. È stata Madre Lola. Ha detto che è stato il destino a farti
trovare prima che fosse troppo tardi.
MORTIMER
Ha trovato qualcun altro? C'erano altre persone con me.
RUTH (scuotendo la testa)
Solo te.
La ragazza si alza sorridendo ed esce dalla stanza. Subito dopo appare un'altra
donna, più anziana con in mano un vassoio con una ciotola di zuppa. Si avvicina
con fare esitante e gli posa delicatamente il vassoio in grembo.
MORTIMER
Grazie.
La donna fa un balzo indietro.
MORTIMER
Tranquilla. Non intendevo spaventarla...
L'inserviente esce dalla camera gridando e agitando le braccia in aria.
MORTIMER (sbattando le palpebre incredulo)
Ma che cazzo...?
Si stringe nelle spalle e prende il cucchiaio, cominciando a mangiare famelicamente.
Rientra Ruth, sempre sorridente, con in mano un boccale d'acqua.
RUTH
Posso portarti altro? Hai bisogno di qualcosa?
MORTIMER
Sto cercando di pensare cosa chiederti. Che posto è questo?
RUTH
Te l'ho detto. Saint Sebastian’s of the Woods.
MORTIMER
Sì, ma dove si trova? So che noi eravamo a sud di Evansville, ma non so a quale
distanza.
La ragazza lo fissa con sguardo inespressivo.
MORTIMER
Ero in viaggio per Chattanooga.
RUTH (inarcando un sopracciglio)
Ho già sentito nominare quella città.
MORTIMER
Ah… forse è meglio se parlo con… come hai detto che si chiama la responsabile?
RUTH
Madre Lola.
MORTIMER
Una suora?
RUTH (aggrottando di nuovo la fronte)
Suora?
MORTIMER
Sarà meglio che io parli con Madre Lola.
RUTH
Oh, non sarà un problema. Anche lei vuole parlare con te. Dice che sei stato inviato
qui da noi. Non fanno che parlare di te nella società.
MORTIMER
E quando potrei incontrare Madre Lola, con precisione?
RUTH
Quando ritorna.
MORTIMER
Ritorna da dove?
RUTH
Da fuori la società.
Mortimer la fissa annuendo per qualche secondo.
MORTIMER (sorridendo)
Vorrei vestirmi se non ti dispiace.
Stacco.
Scena 21 – Interno Giorno
Mortimer apre la porta e trova Ruth ad aspettarlo in corridoio. E' vestito, ma scalzo.
MORTIMER
Dove sono i miei stivali?
RUTH
Non ci piace portare la sporcizia delle scarpe qui dentro. Sono nel magazzino. Se te
la senti, ti accompagno a fare un giro. Credo che la storia della società ti abbia
incuriosito. Ti faccio vedere come viviamo.
Stacco.
Mortimer e Ruth scendono una larga scala.
MORTIMER
Quanto è grande questo posto?
RUTH
Tre livelli principali, e poi due torri di cinque piani su entrambi i lati del giardino. Poi
ci sono due livelli seminterrati che ospitano le cucine, la lavanderia e altri impianti di
manutenzione, inclusa la centrale elettrica. Un complesso di 63.560 metri quadri.
Sbucano in un grande ambiente illuminato dalla luce del sole. Una sorta di giardino
botanico, circondato da mura. Una donna anziana sorveglia una dozzina di capre.
Appena nota Ruth e Mortimer si avvicina e fa la riverenza.
DONNA
Salve, Ruth. Salve, signore.
RUTH
Come stanno oggi le capre, Felicity?
DONNA
La mia mammina dice che se le mungo tutte prima di cena riceverò una sorpresa.
Mortimer la guarda perplesso.
RUTH
Sei una brava ragazza, Felicity. Vai, e stavolta fai attenzione che le capre non
raggiungano i pomodori.
Felicity trotterella verso le bestie, producendosi in una raccapricciante parodia di una
risatina infantile.
MORTIMER
Ha qualche problema?
RUTH
Ci sa fare con gli animali. Andiamo. C'è ancora tanto da vedere.
Mortimer la segue, leggermente frastornato.
Passano tra ampie serre e grandi cucine.
MORTIMER
Quante persone vivono qui?
RUTH
Ottantotto. Meno di un tempo.
Raggiungono una grande biblioteca. Mortimer si avvicina lentamente a una parete
dove sono incorniciati e appesi diversi articoli di quotidiani, ormai ingialliti.
Un uomo in giacca e cravatta e un elmetto di protezione in testa che inizia i lavori di
scavo con una simbolica pala dorata. Un'altra foto ritrae una donna elegantemente
vestita che taglia un nastro.
AVVIATI I LAVORI PER L'INNOVATIVA CASA DI CURA
L'OSPEDALE FEMMINILE ISOLATO DAL MONDO
FAMOSO PSICOLOGO NELLO STAFF DEL SAINT SEBASTIAN’S
Mortimer passa in rassegna gli articoli, sempre più sconcertato.
DEPRESSIONE IN AUMENTO FRA LE DONNE, AFFERMA UN DOTTORE DEL
SAINT SEBASTIAN’S
IL SAINT SEBASTIAN’S APRE UN NUOVO REPARTO PER PSICOTICI VIOLENTI
LA DONNA DI KNOXVILLE CHE HA MASSACRATO LA FAMIGLIA OSPITATA AL
SAINT SEBASTIAN’S
Mortimer accenna un sorriso, schiarendosi la gola.
MORTIMER
Ehm... bene, è stato davvero interessante. Adesso vorrei riavere i miei stivali, è ora
che mi rimetta in viaggio.
RUTH (incredula)
In viaggio?
MORTIMER
Devo partire. Grazie per la zuppa.
RUTH (scuotendo la testa)
Questa è la società. Noi siamo qui dentro, al sicuro dal mondo esterno. Nessuno se
ne va da qui. Mai.
Mortimer annuisce e a grandi passi esce dalla biblioteca. Percorre il corridoio a passo
svelto, seguito da una sconcertata Ruth. Nota una diramazione del corridoio e la
imbocca.
RUTH
Non di là. Nessuno può andare da quella parte!
Mortimer accelera il passo, svoltando di nuovo.
RUTH
Ti prego! Ti metterai nei guai!
Mortimer raggiunge una porta, chiusa con un grosso lucchetto. Sopra lo stipite
campeggia una scritta tracciata a caratteri infantili con la vernice spray: SANCTA
SANCTORUM.
Mortimer sferra un calcio violento alla porta. Il lucchetto sbatacchia contro i battenti
e lui sferra un altro calcio. Ruth grida. Prima che possa colpire di nuovo la porta una
scarica azzurra colpisce Mortimer al fianco. L’uomo cade a terra scosso dai tremiti.
Dissolvenza.
Scena 22 – Interno Giorno
Mortimer riapre gli occhi lentamente. Si guarda intorno disorientato. Con uno stacco
in campo largo vediamo che è legato su un tavolo operatorio con le gambe e le
braccia divaricate. Completamente nudo. La sala operatoria è strutturata come un
teatro e in alto corre una lunga galleria, dalla quale sono affacciate donne di ogni
tipo: alte, basse, grasse. Volti equini dall'aria smunta. Visi più giovani con espressione
timorosa. Vecchie megere rugose con gli occhi spiritati. Alcune lo studiano come se
fosse una nuova specie di insetto. Altre hanno uno sguardo paurosamente affamato.
VFC (cupa e rauca)
Un uomo nudo è per molte solo un vago ricordo. Alcune non ne hanno mai visto
uno, e non certo in questo modo.
Mortimer si contorce cercando di girare la testa. Una grande ombra scura incombe
alle sue spalle.
VFC (a voce alta)
Il destino ci ha mandato quest'uomo. Il suo seme garantirà la sopravvivenza della
società. Le fortunate prescelte partoriranno bambini, e sperimenteremo di nuovo la
vita.
Un mormorio si diffonde nella galleria.
VFC
Per anni abbiamo vissuto in pace, armonia e sicurezza. Senza avere contatti con il
mondo esterno. Il mondo distrutto e contaminato dall'uomo. Qui, sorelle, viviamo
felici e prosperiamo all'interno del nostro santuario del Saint Sebastian’s. Di una sola
cosa abbiamo bisogno: il seme della vita. Per somma ironia della sorte, coloro che
hanno distrutto il mondo sono anche detentori dell'essenza della vita, il seme. Ma il
destino ci ha inviato quest'uomo. Prenderemo il suo seme e vivremo!
Tiepidi applausi si levano nella galleria.
La figura si sposta intorno al tavolo e la vediamo. E’ un uomo che indossa una toga
nera, ma è truccato e pettinato come una donna (Jeremy Crutchley).
MADRE LOLA (fissando Mortimer)
Dovrai tirarlo su, piccolo uomo. E farai meglio a collaborare.
Stacco.
Un gruppo di donne è attorno a Mortimer e sembrano tutte intente a trafficare con
il suo corpo.
MORTIMER
Maldedizione, mi fate male.
Madre Lola sospira scuotendo la testa.
MADRE LOLA
Alt!
Tutte le donne si fermano.
MADRE LOLA
Sgombrate il teatro operatorio. Il suo corpo non si è ancora ripreso dalla scossa
elettrica.
Le donne borbottano qualcosa, poi si allineano in fila e lasciano la galleria.
MADRE LOLA
Se sai cosa è bene per te sarà meglio che tu faccia entrare in campo Mr Johnson.
Capisci cosa voglio dire?
MORTIMER
Non sono abituato a farlo come se fosse uno spettacolo sportivo.
MADRE LOLA
Peggio per te. Pensi che io lo faccia per pura perversione?
MORTIMER
L'impressione era quella.
MADRE LOLA (stringendosi nelle spalle)
Ok, forse un po'. Ma è importante che vedano tutte. So che preferiresti un po' di
intimità, ma non possiamo privilegiare solo pochi esemplari da riproduzione e
lasciare tutte le altre a bocca asciutta. No, devono sentirsi tutte coinvolte, anche solo
come semplici spettatrici, Questo è il genere di accordo che tiene unita la nostra
società. L'unione ci rende forti.
MORTIMER (alzando la testa)
Pensavo che fosse la paura. Paura del mondo fuori della porta dell'ospedale. Quali
frottole hai raccontato perché siano terrorizzate all'idea di andarsene di qui?
MADRE LOLA
E i cannibali? Anche quelli sono una frottola?
Mortimer sgrana gli occhi.
MADRE LOLA
Credi che non lo sappia? Non ho bisogno di inventarmi storie per tenere in riga le
mie ragazze. La verità basta e avanza.
MORTIMER
Convincerle che non abbiano altra scelta è una menzogna.
MADRE LOLA
Sono come bambine e hanno bisogno di essere guidate. Ma tutto questo non è affar
tuo. La tua missione qui è soltanto biologica, non filosofica.
(schiocca le dita e vediamo rientrare Ruth)
Hai un'ora di riposo. Poi farai meglio a fare il tuo dovere.
Gira i tacchi e lascia la stanza. Ruth si avvicina a Mortimer, passandogli un
asciugamano fresco sul viso.
RUTH
Mi spiace. Madre Lola vuole solo mantenere la società salda e al sicuro.
MORTIMER
Madre Lola è folle. Non è nemmeno una femmina. Ascoltami bene, Ruth. Non è
giusto. Devi capire che tenermi legato qui è un male. Scioglimi. Ti prego. Mostrami la
strada per andarmene di qui.
RUTH (mordendosi il labbro e scuotendo la testa)
Non penso... se Madre Lola...
MORTIMER
Quanti anni avevi quando sei arrivata al Saint Sebastian’s, Ruth?
RUTH
Nove.
MORTIMER
Perché ti hanno portata qui?
RUTH
Non volevo parlare con nessuno. Ero chiusa in me stessa.
MORTIMER
Cosa ti era successo?
RUTH
Avevo visto i miei genitori bruciare vivi in un incendio.
MORTIMER
Adesso stai parlando. Non c'è niente che non va in te.
La ragazza si stringe nelle spalle.
MORTIMER
Non hai bisogno di restare qui, Ruth. È successo tanto tempo fa. Mostrami come
uscire da questo posto e vieni con me.
La ragazza sembra indecisa.
MORTIMER (fissandola)
Ascoltami. Devi prendere una decisione. Cos'è che vuoi?
RUTH
Voglio uscire di qui. Voglio venire con te.
MORTIMER
Allora liberami e mostrami la strada.
Stacco.
Mortimer è di nuovo di fronte alla scritta SANCTA SANCTORUM verniciata sopra la
porta. Percorre un tratto di corridoio e torna indietro con un estintore in mano. Lo
sbatte con forza contro il lucchetto finché questo si apre con uno scatto. Si volta a
guardare lungo il corridoio, poi afferra la mano di Ruth ed entra trascinandosela
dietro.
Stacco.
Mortimer e Ruth stanno percorrendo uno stretto cunicolo. Lei frena di colpo,
tirandolo per il braccio.
RUTH
Aspetta! Cos'è?
Trattiene il respiro, tendendo le orecchie.
Passi pesanti su un pavimento di mattonelle , voci smorzate.
RUTH (terrorizzata)
Oh Dio, stanno arrivando! Madre Lola ha capito. Sta venendo qui.
MORTIMER
Sbrighiamoci!
Riprende a correre tirandosi dietro la ragazza. Girano un angolo, scorgendo il
chiarore della luce diurna. Una doppia porta che da all'esterno. Ruth inciampa, ma
Mortimer la tiene in piedi. Fasci di luce elettrica li colpiscono alle spalle.
Raggiungono la porta e la spalancano senza rallentare, sbucando alla luce del sole. Si
lanciano a tutta velocità ma improvvisamente Ruth si blocca, svincolandosi dalla sua
presa.
MORTIMER (voltandosi)
Cosa diavolo fai?
RUTH
Io… non posso...
La ragazza si raggomitola a terra.
MORTIMER
Mi stai prendendo in giro?
RUTH
Non posso... Non immaginavo...
(scuotendo la testa e ansimando)
È troppo… Non immaginavo che fosse così grande. Non ce la faccio. È troppo
grande, troppo aperto.
Si copre la testa con le mani. Mortimer la afferra, cercando di tirarla con se. Tre
figure appaiono sull'entrata. Madre Lola con una stola di pelliccia di volpe intorno al
collo, fiancheggiata da due donne armate di archi e frecce.
MADRE LOLA
Toglile le mani di dosso, vile rapitore.
La ragazza scalcia, si contorce, divincolandosi dalla sua presa. Si rialza in piedi e
scappa. Mortimer sta per correrle dietro quando una freccia si conficca con un
rumore denso nella sua coscia.
MORTIMER
Cazzo, siete impazzite?
Saltella su una gamba imprecando a denti stretti. Afferra l'asta ed estrae la freccia con
relativa facilità. Ruth si rifugia in lacrime fra le braccia di Madre Lola. Mortimer
rimane per un momento a guardare le donne e l'ospedale, con le piante rampicanti
che rivestono le mura da ogni lato. Madre Lola e Ruth scompaiono nell'oscurità
dell'edificio. Zoppicando, Mortimer si allontana.
Dissolvenza.
Scena 23 – Esterno Sera
E’ sera e Mortimer raggiunge una fattoria che sembra abbandonata. La porta e tutte
le finestre sono sfondate. Entra e vediamo un cadavere seduto a una scrivania
proprio davanti alla porta. La mano rigida stringe ancora un revolver e ha un foro di
proiettile rossastro sulla tempia destra. Mortimer fa un paio di passi verso la scrivania
e improvvisamente il pavimento si apre sotto i suoi piedi. Precipita in modo
scomposto e finisce a dondolare dentro una grossa rete. E’ caduto in una botola e
adesso è appeso a testa in giù in una specie di seminterrato. L'unica luce proviene
dalla botola rimasta aperta. Nel seminterrato si intravedono dozzine di cadaveri
ammucchiati.
MORTIMER
Oh... merda!
Sente un rumore e s'immobilizza. Sembra un campanello, Ricomincia a divincolarsi e
il campanello suona di nuovo. Rimane di nuovo immobile. Ripete l'esperimento,
muovendosi e torcendosi dentro la rete. Altra scampanellata. Riesce a capovolgersi
aggrappandosi alle grosse corde della rete. Rumori di passi, lo scricchiolio delle assi
del pavimento. Mortimer trattiene il respiro. Una sagoma nera si staglia nel quadrato
di luce della botola, chinandosi sul bordo per osservarlo. Mortimer individua il vago
contorno di un'arma da fuoco tra le mani dell'uomo.
VFC
È armato?
VFC
No. Vado a prenderlo.
Un'altra serie di passi calpesta il pavimento di legno. Si sente il cigolio di una porta
che ruota su cardini arrugginiti, seguito da un rumore smorzato di stivali che
scendono le scale. Una porta si spalanca e lo scantinato viene inondato di luce. Un
ragazzo in jeans e camicia di flanella si avvicina a Mortimer con una mazza da
baseball poggiata sulla spalla (Kanin Howell).
RAGAZZO
Adesso ti tiro giù, ok? Se fai una mossa falsa, ti sfondo la testa con questa. Capito?
Mortimer annuisce.
Il ragazzo alza lo sguardo verso la sagoma scura sull'orlo della botola.
RAGAZZO
Bobby?
BOBBY (puntando il fucile su Mortimer)
Lo tengo sotto tiro, Floyd. Procedi pure.
Floyd va verso una parete, slega una corda e fa calare adagio la rete sul pavimento
dello scantinato.
FLOYD
Sbrogliatela da solo.
Mortimer allarga la parte superiore della rete e scivola fuori. Ancora passi al piano
superiore.
VFC (femminile)
Ne avete preso uno?
BOBBY
Stai indietro, Sue Ellen. Ce ne stiamo occupando noi. Floyd è di sotto con lui.
FLOYD
Vuoi che lo perquisisca qui sotto o lo porto ...
Mortimer si lancia su per le scale, ignorando il dolore alla gamba ferita. Dopo solo
tre gradini viene colpito alla nuca. Cade in ginocchio, barcollando.
FLOYD
Ti avevo detto di non fare cazzate, idiota.
BOBBY
L'hai preso?
FLOYD
Certo che l'ho preso.
Un'altra mazzata alla nuca.
Nero.
Mortimer riapre lentamente gli occhi. E’ scalzo e a torso nudo. Alza la testa e
vediamo una donna che tiene in mano le sue scarpe (Zsa Zsa Inci Burkle).
MORTIMER
Tu devi essere Sue Ellen.
SUE ELLEN
È sveglio.
Passi pesanti scendono i gradini, mentre la ragazza continua a tenerlo d'occhio. Sue
Ellen indossa un abito da cocktail verde smeraldo, un grande cappello bianco, guanti
di seta nera, calze a rete e scarpe di raso. Sembra una rappresentazione scolastica di
Colazione da Tiffany. Al fianco della ragazza compare Floyd con la sua mazza e
Bobby con il fucile (Martin Kubacak).
I tre lo fissano in silenzio.
MORTIMER
Che progetti avete per me?
BOBBY (stringendosi nelle spalle)
Non ho ancora deciso. Sue Ellen?
SUE ELLEN
Niente nascosto dentro le scarpe. Ho già frugato nelle tasche dei pantaloni. Adesso
guardo nella giacca.
Comincia a rivoltare le tasche dell'indumento.
MORTIMER
Lasciatemi andare, non ho niente di utile per voi.
FLOYD
Sta' zitto!
BOBBY
Potremo metterlo di turno alle biciclette.
FLOYD
Ha una gamba fuori uso.
BOBBY (sorridendo)
Guarirà.
Sue Ellen lancia un gridolino.
SUE ELLEN (mostrando la carta rosa agli altri)
Era nella tasca della giacca. Accidenti, un socio Platinum!
BOBBY (sbarrando gli occhi)
Cazzo. Ok, restituiscigli le scarpe.
Stacco.
Scena 24 – Esterno Sera
Dettaglio della ruota di un vecchio carro che gira. La MdP si muove lateralmente
mostrando le zampe di un mulo. Stacco sul carro, dove sono seduto Bobby, Floyd,
Sue Ellen e Mortimer. Il carro ondeggia avanti e indietro, percorrendo lentamente la
strada .
MORTIMER
Posso sapere dove mi state portando?
BOBBY
Al Joey Armageddon's.
MORTIMER
Cosa? Dobbiamo arrivare fino a Spring City? Quel mulo non ce la farà mai!
BOBBY
Diamine, no. Al nuovo locale di Cleveland. Abbiamo fatto un accordo con il proprietario
per lasciare in pace i soci. Tu sei un Platinum, così abbiamo pensato che è meglio se ti
portiamo con il carro. Altrimenti, te la dovevi fare a piedi.
SUE ELLEN
Ci aspettiamo molto più movimento qui in zona, una volta che il nuovo Joey's sarà ben
avviato. Finora qui è stato un mortorio. Non prendevamo qualcuno nella rete da… quanto
tempo, Floyd?
FLOYD
Sei mesi. Forse sette.
MORTIMER
Più movimento significa più gente nella rete?
BOBBY (scrollando le spalle)
Bisogna pur guadagnarsi da vivere.
MORTIMER
Suona alquanto macabro.
BOBBY
Ehi, funzionava anche peggio. Quando era vivo papà, li derubavamo, toglievamo loro i
vestiti e li uccidevamo. Ma credo che alla fine papà si sia sentito in colpa, per questo si è
sparato. Era lui quello seduto alla scrivania.
MORTIMER (sorridendo)
Simpatico.
BOBBY
Comunque, ora che c'è il nuovo Joey's la gente vale più da viva. Li condanniamo per
violazione di proprietà e loro scontano la pena sulle biciclette. Ma i soci hanno un
lasciapassare. Non si rompe le palle ai clienti.
Bobby tira le redini e il mulo si ferma davanti a una casa di mattoni ancora in buono stato.
BOBBY
Floyd, scendi qui.
FLOYD (con voce acuta)
Cosa?
BOBBY (alzando la voce)
Cazzo, Floyd, siamo gli unici ad avere delle galline nel raggio di quindici chilometri. Vuoi
che ce le freghino mentre siamo via? E ora smettila di lamentarti e scendi da questo cazzo di
carro.
FLOYD
Ma voglio vedere le ragazze del Joey's.
BOBBY
Porca troia, muoviti!
Floyd brontola qualcosa, scendendo. Un istante dopo il carro è di nuovo in cammino.
BOBBY
Non c'è fratello migliore di lui, ma è più arrapato di una lepre delle praterie. Comunque in
generale possiamo considerarci relativamente ricchi rispetto alla gente del posto. Abbiamo
galline che fanno le uova, e possiamo barattarle. Abbiamo due maiali e stiamo cercando di
farli accoppiare, così se funziona potremmo diventare i più grandi allevatori di maiali di
questo fottuto Stato.
(sorridendo e mettendo in mostra i denti gialli)
Mi piace pensare in grande.
MORTIMER
In questo momento un piatto di uova e pancetta sarebbe il paradiso. E caffè. Una tazza di
caffè. E una bistecca.
(riflettendo)
Penso che ucciderei per una grossa bistecca con l'osso.
SUE ELLEN
E io potrei lavorare al Joey's.
BOBBY
Diamine, bimba, quel locale è famoso per le ragazze formose e provocanti. Perché
dovrebbero volere quel tuo culo secco?
SUE ELLEN (irritata)
Un bravo fratello dovrebbe sostenere una sorella che vuole fare carriera.
BOBBY
Non hai tette.
SUE ELLEN
Chiudi quel sudicio becco, piscio di gatto. Le tette non sono tutto. Io sono un tipo raffinato.
Vesto con eleganza, cazzo.
BOBBY (dando di gomito a Mortimer)
Da quando ha trovato quei vecchi vestiti si crede Elizabeth Taylor.
SUE ELLEN
Non so nemmeno chi diavolo sia.
(incrociando le braccia)
Stronzo.
(spostando lo sguardo su Mortimer)
Tu mi trovi attraente, vero? Ehi, non sappiamo nemmeno come ti chiami.
MORTIMER
Mortimer.
SUE ELLEN
Mortimer, tu mi trovi attraente, vero?
MORTIMER (con un sorriso forzato)
Graziosa.
Bobby scoppia a ridere.
BOBBY
Ma dai, Sue Ellen, è un socio Platinum. Potrebbe avere un fottio di puttane bionde e con le
tette grosse ai suoi piedi.
(altra gomitata)
Eh, amico? Il fior fiore delle puttane, eh?
MORTIMER (fissando la strada col sorriso stampato sul viso)
Quanto manca ancora?
Stacco.
Scena 25 – Esterno Sera
Rottami di automobili sono disposti lungo la strada. Bobby manovra abilmente le redini
guidando il mulo lungo il percorso a zig zag. Un paio di uomini armati di fucile fanno
scorrere di lato una barriera arrangiata con pezzi di metallo e assicurata a carrelli del
supermercato.
GUARDIA
Cos'hai lì, Bobby? Qualcuno per le biciclette?
BOBBY (superando la barriera)
Questo no. Ha una carta Platinum.
GUARDIA (scoppiando a ridere)
Avete sentito? È arrivato un playboy in città. Nascondi le tue figlie, Clyde.
Mortimer abbozza un sorriso e li saluta con un cenno della mano. Poi alza lo sguardo
notando altri due uomini armati di fucili sul tetto.
MORTIMER
Come mai tutta questa vigilanza?
BOBBY
Strisce Rosse.
MORTIMER
Cosa cercano qui?
BOBBY
Sempre le stesse cose. Cibo, armi, vestiti, donne.
SUE ELLEN (improvvisamente seria)
E sangue.
Bobby tira le redini e il mulo si ferma adagio davanti a un'imponente chiesa di pietra.
BOBBY
Ci siamo. Sue Ellen, aiutami a portare dentro queste uova.
Mortimer scende dal carro, stiracchiandosi. Guarda le grandi doppie porte chiuse della
chiesa.
MORTIMER
Lì dentro?
BOBBY (sorridendo e afferrando una cassetta di uova)
Già.
Mortimer spinge i battenti ed entra. L'ambiente è cavernoso, e le alte mura e il soffitto a
volta rimandano l'eco dei suoi passi. Le panche sono state portate via, c’è solo la vastità
dello spazio interno a separarlo dall'altare. Si ferma davanti all’altare fissando l’enorme
crocifisso in alto. La luce filtra dalle vetrata investendo il Cristo in un’aura mistica e
suggestiva. Nella quiete assoluta si levano delle voci, limpide e intonate. Un inno sorto dal
niente, un canto melodioso e chiaramente udibile.
E’ You Can't Always Get What You Want dei Rolling Stones.
Poi improvvisamente la figura del Cristo si muove, lasciandolo senza fiato. Scende
fluttuando verso di lui. Mortimer spalanca la bocca dalla meraviglia e cade in ginocchio.
VFC
Attenzione, laggiù!
Mortimer chiude la bocca, sbatte le palpebre e individua gli uomini fra le travi del soffitto
che calano il crocifisso appeso a una grossa fune.
UOMO
Spostati, amico.
Mortimer si sposta. Gli uomini grugniscono per lo sforzo, calando a poco a poco la pesante
immagine. La canzone che risuona nell’aria.
I piedi del grande crocifisso toccano il pavimento con un tonfo sordo.
UOMO (sorridendo a Mortimer)
Attento a Gesù, amico.
Stacco.
Scena 26 – Interno Sera
Un piatto di fagioli in umido. Mortimer famelico si tuffa sul piatto, mangiando
freneticamente. Tra un boccone e l'altro beve da un boccale. Vediamo che lo spazio vuoto
della chiesa è stato riempito con tavoli e sedie. Il crocifisso è stato rimpiazzato dall'insegna
JOEY ARMAGEDDON'S SASSY A-GO-GO scritta in un rosa sgargiante. Dagli altoparlanti
Blister in the Sun dei Violent Femmes. Seduto di fronte a Mortimer c’è un uomo che indossa
una giacca blu elettrico sopra una maglietta (Cheech Marin).
UOMO (sbriciando nervosamente la carta Platinum)
Capisce, ufficialmente non dovremmo ancora essere aperti. Solo che è dannatamente
dispendioso allestire tutto e farlo funzionare, e un po' di liquidità di cassa non sarebbe male.
Capisce cosa intendo, vero? Servire qualche pasto, qualche boccale di birra. Ho solo quattro
ragazze a disposizione, e una è a letto con la diarrea.
(con un sorriso nervoso)
Naturalmente le verrà concessa una linea di credito. In genere fino a cinquecento dollari. È
lo standard riconosciuto ai soci Platinum.
(si tampona la fronte sudata con il fazzoletto)
Ma stiamo incontrando notevoli difficoltà con le consegne. Dovevamo ricevere una cassetta
di sicurezza col denaro una settimana fa, ma non c'è traccia del treno merci proveniente da
Chattanooga. Senza la moneta corrente non possiamo acquistare provviste per il
magazzino, né pagare la consegna di liquore. È una situazione davvero incresciosa.
MORTIMER (mandando giù un’altra sorsata di birra)
Veniamo subito al dunque, signor Shelby. Vorrei scambiare subito quei cinquecento dollari.
Non avete proprio niente in magazzino? Mi serve un'arma, cibo e il necessario per una
lunga escursione. Ah, e calzini. Vorrei dei calzini.
SHELBY
Certamente. Stiamo accumulando provviste da dicembre, quindi qualcosa riusciremo a
rimediarle. Ma è una faccenda infinita: c'è sempre qualcosa da fare o qualcosa che si rompe,
oppure assumi un tizio per gestire il bar e quello si fa uccidere dalle Strisce Rosse o da una
malattia o chissà che altro. Non riesco mai ad avere il locale provvisto di personale.
MORTIMER (fissandolo con un sorriso)
Forse gestire un locale non è nelle sue corde.
SHELBY (con una smorfia)
In effetti facevo il critico televisivo, quando ancora alla gente importava di quelle stronzate.
E pensavo che sarebbe stato come il Rick's di Casablanca. Tutto molto romantico e io avrei
indossato la giacca bianca da smoking. E poi musica e belle ragazze.
MORTIMER
Ma senza i nazisti.
SHELBY
Infatti!
(asciugandosi la nuca con un fazzoletto)
Invece mi sembra di gestire un saloon in uno spaghetti western. Uomini che ingollano
whisky finché non vanno in cerca di una puttana e se non ce n'è una disponibile scoppia
una rissa. E se qualcuno le prende di santa ragione, c'è da asciugare il sangue. E il tipo che
dovrebbe pulire molla il lavoro, così io devo lavare via quel sangue maledetto. Bogart non
aveva mai dovuto lavare via il sangue. Un circo. È come essere il direttore di un circo di
pazzi.
MORTIMER (accennando all'insegna rosa)
Almeno ha l'elettricità.
SHELBY
Sei uomini addetti alle biciclette nel seminterrato. Ci vuole elettricità per la musica, le luci e
l'impianto di refrigerazione.
MORTIMER (finendo i fagioli)
Alcuni giorni fa ho visto un posto che aveva l'elettricità. Energia solare al cento per cento.
SHELBY
È più facile procurarsi uomini che pannelli solari.
MORTIMER (scostando la sedia dal tavolo)
Vorrei subito quelle provviste. E una camera per la notte, se ne ha una.
SHELBY
Sì, signore. Senz'altro.
Stacco.
Mortimer è davanti a un bancone. Dall’altra parte Shelby fa il resoconto di tutto quello che
ha ammucchiato davanti.
SHELBY
Un paio di jeans, una camicia di flanella rossa, boxer e calzini sportivi. Scarponi Timberland
neri, un berretto da baseball color cachi e un soprabito grigio con i bottoni spaiati. Un fucile
da caccia calibro 12 a doppia canna e sei scatole di pallettoni. Generi alimentari assortiti,
uno Zippo argentato con ricarica, una bussola, un altro paio di calzini, un flacone di
aspirina Bayer ancora intonso, un coltello da caccia, un grande asciugamano di spugna,
lenza da pesca e un piccolo set di ami, una tazza di latta, un tegame e una forchetta.
(finendo di infilare tutto in un borsone Nike)
La borsa la offriamo noi.
(fissando la lista davanti a se)
448 dollari Armageddon inclusa la stanza per la notte.
Stacco.
Shelby guida Mortimer lungo un cunicolo scavato nella roccia.
SHELBY
Da questa parte. Le mostro dov'è la sua stanza, dobbiamo salire un'altra rampa di scale.
Abbiamo creato un passaggio verso l'edificio adiacente. Non badi agli uomini sulle cyclette.
Vediamo una fila di uomini piegati sui manubri, che pedalano e sudano.
VFC (rauca)
Mort! Mort, porca puttana, sei proprio tu!
Mortimer si guarda intorno.
VFC
Quaggiù! Sono io!
MORTIMER (voltandosi e fissando davanti a se)
Bill?
Si precipita verso l'amico con un largo sorriso stampato sulla faccia. Gli da una pacca sulla
schiena.
MORTIMER
Credevo che ti avessero acciuffato i cannibali.
BILL
C'erano quasi riusciti. Senti, potresti farmi un grosso favore?
MORTIMER
Certo. Quale?
BILL
Potresti tirarmi giù da questa fottuta bicicletta?
Stacco.
Scena 27 – Interno Sera
Vediamo una camera piccola, ma pulita. Letto singolo. Un treppiede con lavandino e una
brocca di acqua pulita. Uno stretto divano lungo la parete opposta. Nessuna finestra.
Buffalo Bill crolla sul divano sospirando in modo teatrale.
BILL
Gesù, sono contento che tu sia capitato da queste parti, vecchio mio. Mi ero già figurato un
lungo, monotono futuro in sella a una cyclette, fino alla fine dei miei giorni.
MORTIMER (gettandosi sul letto)
Cosa diamine ti è successo dopo l'incontro con i cannibali?
BILL (con fare teatrale)
È una storia lunga e spaventosa di dolore e tribolazione.
MORTIMER (accennando un sorriso)
Sono pronto.
BILL
Dunque… Fuori di me dalla paura, sono scappato attraverso la foresta, inseguito da una
banda infuriata di mostruosi cannibali. Ancora dolorante dopo tutte le ore passate legato al
palo ho ignorato ogni sofferenza e ho continuato a correre, spronato dalla paura di
diventare uno stufato di cowboy. Ma nonostante il terrore viscerale, mi sono ritrovato al
punto di partenza. Ho pensato che con l'intera tribù alle loro calcagna, il campo fosse
rimasto incustodito. E non potevo lasciare li il mio cappello e le mia sei colpi. Invece il
campo era sorvegliato, e sono stato costretto a tornare nella foresta, senza meta,
infreddolito, disarmato, esausto e solo.
MORTIMER
Tutto questo non spiega come mai sei finito a pedalare al Joey's.
BILL (ridendo e scuotendo la testa)
Questa è la parte più noiosa dell'intera storia. Alla fine sono sbucato su una strada, l'ho
seguita finché sono arrivato a un fienile, dove ho passato la notte. Il mattino dopo, dei tizi
mi hanno svegliato a suon di calci, mi hanno puntato un fucile in faccia e hanno detto che
avevo violato la loro proprietà. Poi, come sai, mi son ritrovato a farmi un culo così su una
cyclette. E tu? Qualche avventura recente?
MORTIMER
Un giorno o l'altro te ne parlerò.
BILL
Ok, quindi doccia e mi offri da bere.
Stacco.
Scena 28 – Interno Notte
In sottofondo Cold day in July delle Dixie Chicks.
Vediamo uomini che bevono e giocano a poker seduti ai tavoli. Una vecchia megera
sdentata dietro al bancone del bar che riempie con lentezza micidiale i boccali di birra.
Mortimer si siede sa un tavolo con Bill. Shelby arriva pochi secondi dopo, visibilmente
seccato e contrariato.
SHELBY
Se vuole una ragazza, la metto subito in lista d'attesa.
MORTIMER (scuotendo la testa)
Solo cibo.
BILL
E birra.
SHELBY
Ci sono omelette e salsicce. Le uova sono fresche. Me le hanno appena consegnate.
MORTIMER
Per me va bene.
BILL
C'è qualcos'altro nel menù?
SHELBY
No. Cucino io. Il cuoco non c'è.
BILL
Ha piantato il lavoro?
SHELBY
Non ne ho la minima idea. Non si è mai visto. Almeno se fossi direttore di un circo i clown
si presenterebbero al lavoro, giusto? Comunque, ho sentito degli spari, quindi potrebbe
essere morto.
MORTIMER (accigliandosi)
Spari?
SHELBY
Alla periferia della città. Più o meno un'ora fa, poi è calato il silenzio.
Mortimer e Bill si scambiano un'occhiata.
MORTIMER
Si prevedono casini?
SHELBY (alzando le spalle)
Se ne occuperà la milizia cittadina. E poi, per quanto mi riguarda, potrebbero arrivare anche
mille Strisce Rosse in sella a delle Harley Davidson, purché mi portino un cuoco e dieci
uomini per le biciclette. Volete le omelette o no?
MORTIMER
Due porzioni.
BILL
E birra!
La vecchia del bar porta due boccali.
BILL
Questo locale non regge di certo il confronto con il Joey's di Spring City.
MORTIMER
No.
BILL
Vuoi che inserisca i nostri nomi nella lista d'attesa?
MORTIMER
No.
BILL (annuendo)
Ah.
La musica sfuma.
Stacco sui due che mangiano omelette insieme a grosse salsicce.
MORTIMER (ficcandosene un grosso pezzo in bocca)
Con cosa saranno fatte?
BILL (scrollando le spalle)
Se siamo fortunati, scoiattolo o procione o qualcosa di simile. Meglio non domandare.
A malapena udibile sopra le tristi note di Because of you di Kelly Clarkson, il lontano
crepitio di piccole armi da fuoco. Tutti nel locale si bloccano. Le bocche smettono di
masticare e i boccali di birra restano sospesi a mezz'aria. Tutti si fermano in ascolto. Un'altra
serie di colpi in lontananza. Un uomo alto allontana la sedia dal tavolo dall'altra parte della
sala. Sospira e si alza in piedi. Porta un berretto della polizia di Stato, una felpa grigia e una
piccola automatica infilata nella cintura.
UOMO
Continuate pure a fare quel che stavate facendo. Vado a dare un'occhiata.
Esce dall'ingresso principale.
BILL
Chi era?
Un vecchio si sporge da un tavolo vicino.
VECCHIO
Un agente della milizia cittadina.
BILL
Problemi?
VECCHIO
Diamine, ci sono sempre problemi. Sono quelli che tengono insieme il mondo.
Stacco sulla musica che sfuma.
Scena 29 – Interno Notte
Mortimer entra da solo nella sua stanza e si stravacca sul letto, restando a fissare il soffitto.
Si sente bussare alla porta.
MORTIMER (sorridendo)
Sei così ubriaco che non trovi la maniglia, Bill?
La porta si apre cigolando e parte Show me heaven di Maria McKee.
Una lama di luce proveniente dal corridoio avvolge la piccola figura ferma sulla soglia.
Indossa qualcosa di seta leggera, che lascia intravedere piccoli seni sodi, fianchi stretti. E’ di
bassa statura, giovane, difficile dire quanto in quella luce soffusa.
MORTIMER (tirandosi su)
Chi sei?
La ragazza entra chiudendo la porta, riassorbita dalla penombra.
MORTIMER
Ti ha mandata Shelby? Non ho pagato per questo servizio.
RAGAZZA
Ti ho visto mentre salivi le scale.
La ragazza si avvicina con passi sinuosi. La penombra della stanza ci impedisce di vederla in
viso. Posa una mano sulla gamba di Mortimer, facendola correre delicatamente fino al
ginocchio, Mortimer sussulta leggermente. La ragazza comincia ad armeggiare con la
cintura, slegandola con tocco leggero ma esperto. Mortimer apre la bocca per protestare,
ma non ne esce alcun suono. Solleva il sedere dal letto, lasciandosi sfilare i pantaloni. Una
mano si allunga tra le sue gambe e Mortimer si lascia scappare un gemito. Lei si alza dal
letto e lascia scivolare a terra la veste, rimanendo nuda. Si sistema a cavalcioni su di lui,
calandosi dolcemente. Mortimer geme. La ragazza comincia a cavalcarlo, muovendosi con
ritmo crescente. Mortimer la afferra per i fianchi.
MORTIMER
Rallenta.
Lei rallenta, dondolando avanti e indietro. Mortimer le prende un seno nel palmo della
mano e la ragazza si curva su di lui avvicinandoglielo alle labbra. Quando si tira su,
Mortimer la guarda meglio in viso.
MORTIMER
Io ti conosco...
La ragazza annuisce e sorride.
MORTIMER
Sheila…
SHEILA
È il mio modo per dirti che mi dispiace, credo.
(si mordicchia il labbro inferiore, stringendosi nelle spalle)
Non ho potuto aiutarti finché c'è stato Kyle.
Sheila riprende un buon ritmo, eseguendo piccoli movimenti circolari mentre scivola su e
giù. Mortimer comincia a spingere dentro di lei, stringendo a piene mani le sue natiche,
lasciandosi sfuggire un gemito selvaggio. La ragazza sale e scende, alternando piccoli grugniti
lamentosi a leggeri ansiti. Mortimer viene con violenza. Sheila uggiola di sorpresa poi
scivola via con una risatina e si rannicchia accanto a lui. Sono entrambi senza fiato e madidi
di sudore. Lei gli posa una mano sul torace sorridendo.
Poi dalla strada provengono nitidi una serie di colpi d’arma da fuoco.
Stacco sulla musica che si ferma di colpo.
Scena 30 – Interno Notte
Mortimer corre fuori dalla stanza con il fucile in una mano e il borsone Nike nell'altra. E’
vestito e seguito da Sheila che ha rinfilato il suo abito leggero. Altri spari e vediamo lampi di
luce fuori dalla finestra mentre attraversano l'atrio della banca. Nel Joey's tavoli rovesciati e
uomini rivolti verso l'entrata, con pistole e fucili in pugno. Bobby e Floyd sono accovacciati
dietro uno dei tavoli, il primo con il suo fucile, il secondo con un revolver di piccolo
calibro.
MORTIMER (inginocchiandosi accanto a loro)
Cosa succede?
BOBBY
Le Strisce Rosse hanno oltrepassato le barricate. Un casino di uomini. Spuntano come i
funghi.
MORTIMER
Pensavo che fossi a casa a sorvegliare le galline.
BOBBY (con una smorfia)
Avrei dovuto, ma questo idiota qui aveva bisogno di inzuppare il biscotto. Stupido idiota
arrapato.
Floyd mostra al fratello il dito medio alzato.
MORTIMER
Mi piacerebbe restare a fare due chiacchiere, ma sto cercando un amico. Avete visto un tipo
con i capelli biondi e l’aria da pazzo?
BOBBY (scuotendo la testa)
Chiedi a Shelby. Si è nascosto dietro il bar.
Mortimer si sporge oltre il bancone del bar che aveva preso il posto dell'altare della chiesa.
Vediamo Shelby e Bill che si passano una bottiglia del Bourbon Torcibudella di Freddy.
SHELBY
Venderò questo posto. Dico sul serio, ne ho le palle piene.
Ingolla una sorsata di whisky.
BILL (strappandogliela di mano)
Non scolarti tutta la bottiglia!
Mortimer salta a terra in mezzo a loro.
MORTIMER
Vorrei annullare la prenotazione della stanza per questa notte, Shelby. Può accreditare la
differenza sul mio conto.
SHELBY
Niente rimborsi.
Mortimer toglie la bottiglia a Bill.
MORTIMER
Vuoi andartene di qui o no?
BILL (riprendendosela subito)
E come? Fuori stanno sparando.
Tracanna in fretta altro liquore, tossisce, e il whisky gli cola sul mento.
La porta d'ingresso si spalanca all'improvviso e qualcuno grida di cessare il fuoco. Un
crepitio di spari riecheggia dalla strada. Due uomini entrano incespicando e portandone a
braccia un terzo con il ventre sanguinante. Richiudono la porta alle loro spalle con un
calcio.
UOMO
Che inferno!
E’ l'agente della milizia visto prima.
AGENTE
Arrivano a frotte come mosche su un pezzo di merda. Tirate su un tavolo.
Un paio di uomini armati di fucili raddrizzano un tavolo. L'agente e il suo compagno ci
adagiano sopra il ferito, strappandogli un gemito. L'uomo si afferra l'addome, da cui
sprizzano fiotti di sangue denso. Geme e piange.
AGENTE
C'è un dottore? Qualcuno con esperienza medica?
Una raffica di colpi manda in frantumi le finestre anteriori, spargendo ovunque schegge di
vetro. Tutti si gettano a terra. La porta si spalanca, lasciando entrare due uomini subito
accolti da una gragnola di colpi di fucile sufficiente a stenderli. Altri invasori si accalcano
all'entrata, preceduti da una sventagliata di proiettili.
AGENTE
Mirate a un bersaglio! Non sprecate munizioni sparando alla cieca!
Estrae la pistola e spara a un volto apparso nel vano della finestra. Il ferito continua a
gemere sul tavolo. Le bottiglie dietro il bancone del bar esplodono sotto i colpi,
costringendo Mortimer ad acquattarsi di nuovo e a coprirsi la testa con le braccia. Shelby
scoppia in una risata incontrollabile.
SHELBY
Ho pagato per quei cazzo di liquori!
Mortimer stringe il fucile al petto.
MORTIMER
Shelby, c'è una porta sul retro?
SHELBY
In fondo alla cucina, dà su un vicolo. Ma il vicolo finisce sulla strada, proprio lì dove si è
scatenato l'inferno.
MORTIMER
Almeno potremmo provare a defilarci.
SHELBY
Al tuo segnale. Tanto morire qui o nel vicolo non fa una cazzo di differenza.
Qualcuno supera con un salto il bancone del bar e atterra a pochi centimetri da Mortimer,
che istintivamente punta il fucile. E’ Sheila. Si è cambiata e non ha più l'aspetto di una
seduttrice, ma quello di un'adolescente in partenza per un campeggio scolastico. Jeans,
giubbetto di pelle nera e scarpe da ginnastica. E uno zaino in spalla. Guarda Mortimer con
espressione insolitamente calma e sicura di sé.
SHEILA
Ho intenzione di uscire di qui. Vieni?
MORTIMER
Andiamo.
BILL (arrancando per alzarsi)
Aspettatemi!
Seguono Sheila avanzando carponi dietro il bancone. La ragazza si ferma davanti a Shelby.
SHEILA
Io mi licenzio.
SHELBY
Anch'io.
Strisciano fino in fondo al bar, accompagnati da un incessante crepitio di colpi. Sheila si alza
e si precipita verso una porta laterale. Bill e Mortimer la seguono al volo. Mortimer esita un
istante lanciando un'occhiata dietro le spalle. Un pugno di uomini giace sul pavimento
dietro ai tavoli capovolti. Un mucchio di Strisce Rosse senza vita ingombra l'entrata del
Joey's. Altre continuano a sparare dentro il locale attraverso i vetri rotti delle finestre.
Mortimer supera la porta laterale e si ritrova in una specie di vestibolo insieme a Bill e a
Sheila. La ragazza fa loro strada attraverso un'altra porta, lungo un corridoio e infine dentro
la cucina.
BILL
Non possiamo passare di qui. Shelby dice che dà su un vico lo che sbuca sulla strada
principale.
SHEILA
So come fare.
La vecchia megera è seduta su uno sgabello vicino alla porta sul retro. La porta di metallo è
sbarrata e trema sotto i colpi violenti degli uomini che cercano di buttarla giù dall'esterno.
SHEILA
Te la caverai, Edith?
La vecchia da una pacca affettuosa alla pistola che tiene in grembo.
EDITH
Ho il caricatore pieno. E poi ci vorrebbe un bulldozer per buttare giù quella porta.
SHEILA
Noi passiamo dalla dispensa. Ci pensi tu a chiuderla dopo che siamo usciti?
La vecchia annuisce. Sheila spalanca la porta della dispensa invitando Bill e Mortimer a
seguirla. All'interno, file di scaffali con vari cibi in scatola e altri generi alimentari. Una borsa
di tela è appesa a un chiodo dietro alla porta. Sheila la prende e la lancia a Bill.
SHEILA
Riempila.
Bill comincia a tirare giù roba a casaccio dalle mensole. La ragazza si apre un varco in uno
degli scaffali centrali, buttando a terra i barattoli.
SHEILA
Andiamo, su. Dov'è? Ah!
Uno scatto secco e il fondo della dispensa si apre. Scale a chiocciola di pietra scendono nel
buio. Sheila accende una candela.
SHEILA
Da questa parte.
Scendono i gradini. La porta si chiude dietro di loro con un tonfo e l'unica fonte di luce
rimane la fiammella della candela. Le scale finiscono davanti all'imbocco di un passaggio
sotterraneo umido e sepolcrale. Sheila avanza con circospezione, attenta a dove mette i
piedi.
SHEILA (parlando a voce bassissima)
Lo usavano per far uscire di nascosto gli schiavi durante la guerra civile. Edith mi ha detto
che il pastore era un abolizionista e membro della ferrovia sotterranea. Quando faceva
ancora la maestra portava qui gli alunni in visita.
Proseguono fino a raggiungere una pesante porta di ferro. Sheila afferra un anello di ferro e
tira.
SHEILA
Aiutatemi.
Anche Mortimer afferra l'anello e tira, tendendo i muscoli allo spasimo. Alla fine il battente
si apre ed escono all'aria fresca della notte. Sono sbucati sotto un ponte ferroviario in disuso
che attraversa un ruscello.
BILL
Possiamo seguire i binari.
SHEILA
No. Se seguiamo il ruscello per un paio di chilometri, arriveremo a una strada di terra
battuta che porta a sud. Non ci vedrà nessuno. Andiamo.
Si incammina senza attendere risposta. Mortimer e Bill si scambiano un’occhiata, poi si
incamminano dietro di lei. Mortimer si appende il borsone Nike alla spalla e si calca bene in
testa il berretto.
BILL (avvicinandosi a lui)
Dove ci sta portando?
MORTIMER
Via di qui.
Dietro di loro, colpi d'arma da fuoco continuano a scoppiettare in lontananza.
Dissolvenza.
Scena 31 – Esterno Sera
Mortimer e Bill camminano nel fitto di una foresta, seguendo Sheila. Siamo al
tramonto e sta per fare buio.
BILL (stringendo le braccia al petto per il freddo)
Ehi, se ti vuoi fermare per noi va bene. Stiamo camminando da un giorno intero. E
non mi dispiacerebbe un bel fuoco.
Sheila si guarda intorno e annuisce. Siamo in una radura.
SHEILA
Procurati la legna, se vuoi accendere il fuoco.
Bill lascia cadere a terra la sacca e comincia a raccogliere degli sterpi.
MORTIMER (guardandosi intorno)
Che posto è?
La ragazza accenna con la testa a un cartello marrone con una scritta in giallo: TVA
RISERVA NATURALE. AREA PICNIC.
SHEILA (inespressiva)
Eravamo qui quando è accaduto il peggio. Un gruppo di Coccinelle. Kyle era il
marito della nostra capo scout.
Bill scarica a terra un fascio di legna accanto alla buca per il fuoco.
BILL
Accendiamo questo cazzo di fuoco. Ho le palle congelate.
Stacco.
Scena 32 – Esterno Notte
In sottofondo “Fast car” di Tracy Chapman.
I tre sono adesso accampati attorno al fuoco. Sheila infilata in un sacco a pelo,
Mortimer e Bill avvolti da coperte. Ma nessuno dorme.
MORTIMER
Forse dovremmo contare le pecore.
BILL
Mi farebbe solo venire voglia di carne di montone.
(sbadigliando)
Come sei finita al Joey's di Cleveland, Sheila?
SHEILA (sospirando)
Sono andata nel panico dopo la morte di Kyle. So che probabilmente suonerà
stupido, ma dopo un po' ti abitui ad avere qualcuno che ti dice cosa devi fare,
quando mangiare e quando dormire. In un primo momento sono tornata alla
caserma dei pompieri.
(tirandosi su a sedere)
Dopo aver trascorso una notte da sola, ho capito che non potevo semplicemente
restare lì senza fare niente, se non altro perché le scorte di cibo sarebbero finite. Ma
non è stato tanto per quello: sentivo di dovermi muovere, capisci? Non ci avevo
realmente pensato fino a quel momento, non in modo razionale. Non avevo alcun
piano, se non la sensazione che dovevo muovermi. Quando lui è morto, io ho
cominciato a vivere.
MORTIMER (puntellandosi su un gomito)
Poi cos'è successo?
Sheila distoglie lo sguardo dal fuoco e incontra gli occhi di Mortimer.
SHEILA
Cosa intendi?
MORTIMER
Be', per finire al Joey's. Di colpo eri libera, ma poi sei finita a fare...Voglio dire,
sembra che tu sia passata dal servire un solo uomo al servire tutti quelli che
varcavano la soglia del Joey's.
Sheila piega la testa di lato fissandolo.
SHEILA
È diverso. Non capisci. Gli uomini percorrono chilometri per stare con me. Hanno
bisogno di quel che io posso fare per loro. Kyle mi aveva convinta che ero io ad
avere bisogno di lui. E non era così. Gli uomini vogliono me. Hanno bisogno di me.
MORTIMER
Non arrabbiarti. Non volevo offenderti.
SHEILA
Non sono arrabbiata. Penso soltanto che tu non capisca. Se credi che stare al Joey's
sia come stare con Kyle, allora non so come spiegartelo.
(fissandolo)
Conto qualcosa. Al Joey Armageddon's riconoscono i miei pregi. Mi hanno fatto
capire che valgo. Kyle mi aveva privata della mia dignità. Il Joey’s me l’ha restituita.
Stacco sulla musica che sfuma.
Scena 33 – Esterno Mattina
E' un mattino luminoso e gli uccellini cantano. Mortimer si china su un ruscello,
sciacquandosi la faccia. Si siede su un masso, osservando la corsa delle acque. Il grido
di Sheila riecheggia nella foresta. Mortimer salta in piedi e si precipita verso il campo.
Stacco.
Mortimer rallenta, arrivando in prossimità della radura. Si acquatta sbirciando
attraverso la vegetazione. Tre uomini hanno accerchiato Sheila e uno la tiene
bloccata da dietro, mentre lei cerca di divincolarsi. Tutti e tre hanno una fascia rossa
al braccio.
UOMO
Ti piace il campeggio, dolcezza?
SHEILA
Vaffanculo.
UOMO
Stupida puttanella.
L'uomo le strattona la camicia fino a strapparla. Poi le afferra una manciata di capelli
e le tira la testa indietro. Un frusciare di cespugli all'altra estremità del campo e Bill
entra in scena, incespicando mentre finisce di allacciarsi la cintura.
BILL
Mi pareva di aver sentito... oh, cazzo.
Una delle Strisce Rosse imbraccia il fucile e lo punta contro Bill.
UOMO
Fermo dove sei!
Bill si immobilizza, gli occhi sgranati. Sheila si lascia cadere su un ginocchio e afferra
la caffettiera sul fuoco. Appena il tipo abbassa lo sguardo, lei gli getta il liquido
bollente in faccia. L'uomo molla la presa e crolla a terra gridando. Mortimer esce dal
suo nascondiglio e si lancia addosso a una Striscia Rossa, bloccandogli le braccia e
impedendogli di alzare il fucile. L'uomo di fronte a Bill si gira e punta l'arma in
direzione di Mortimer, che si fa scudo con la Striscia Rossa che ha immobilizzato. Al
crepitio del fucile, l'uomo si contorce fra le sue mani e si affloscia all'istante.
Mortimer lo lascia cadere a terra e si lancia sul tipo ustionato, mentre Bill salta
addosso al terzo, rotolando a terra. Notando l'attacco di Mortimer, l'uomo ustionato
sfila un revolver dalla cintura e glielo punta contro. Una detonazione, l'eco di un
colpo di pistola. La testa della Striscia Rossa esplode al di sopra delle tempie; capelli,
ossa e sangue volano in aria. L'intero corpo vibra come una sorta di orripilante
diapason e si affloscia a terra. Sheila, ferma a una dozzina di passi di distanza, stringe
fra le mani un'enorme pistola automatica, con i lembi della camicia lacerata che
svolazzano nel vento e un'espressione feroce sul viso. Bill è riuscito a strappare il
fucile dalle mani dell'ultima Striscia Rossa (Quentin Tarantino) e incombe su di lui,
pronto a calargli il calcio dell'arma sulla testa.
MORTIMER
Aspetta!
Si avvicina e toglie la pistola dalle mani del morto. La punta sull'uomo ai piedi di
Bill, dritto in mezzo agli occhi ora pieni di paura. La Striscia Rossa alza debolmente le
mani.
MORTIMER
E adesso ci facciamo una bella chiacchierata, eh?
Stacco.
Scena 34 – Esterno Mattina
La Striscia Rossa è legata con la schiena a un albero. Mentre Mortimer, Bill e Sheila
sono davanti a lui.
UOMO (balbettando)
Mi... mi chiamo Paul.
MORTIMER
Bene, Paul. Voglio qualche informazione.
PAUL
Guarda che non so molto. Non volevo nemmeno diventare una Striscia Rossa.
BILL
L'hai fatto solo per la loro generosa assicurazione sanitaria?
PAUL
Sono stato arruolato. Ero in Georgia, pensavo ai fatti miei e rubacchiavo cibo. Mi
hanno colto sul fatto, mi hanno detto che se non mi arruolavo avrebbero infilzato la
mia testa su una lancia come monito per gli altri.
SHEILA
Balle.
PAUL
Sto dicendo la verità. Lasciatemi andare e scapperò nella direzione opposta alla
vostra.
BILL
Se non volevi essere una Striscia Rossa, perché non sei fuggilo alla prima occasione?
PAUL
Fanno sempre in modo di mandarci in giro almeno in tre. Non puoi mai sapere se gli
altri due si coalizzeranno contro di te se tenti la fuga. C'è un continuo
avvicendamento di uomini all'interno delle squadre, così finiamo per non conoscere
e non fidarci di nessuno.
MORTIMER (fissandolo)
Controlla i fucili, Bill. Quanti colpi ci sono?
Il cowboy ispeziona ogni arma.
BILL
Solo una cartuccia ognuno.
MORTIMER
Credo che stia dicendo la verità.
SHEILA (sprezzante)
Credo che sia un bugiardo sacco di merda.
MORTIMER
Tempo fa mi sono imbattuto in tre Strisce Rosse. Avevano una sola cartuccia per
fucile.
PAUL (accalorandosi)
Proprio così! Capisci? Non vogliono rischiare un ammutinamento.
BILL
Perché avete attaccato il Joey Armageddon's di Cleveland?
PAUL
Non lo so. Ci hanno detto di attaccare e noi lo abbiamo fatto.
MORTIMER
Chi dà gli ordini?
PAUL
I capitani della compagnia danno ordini ai capi squadra. Io faccio solo quello che mi
dicono.
MORTIMER
Mi riferivo al comandante in capo. Chi c'è dietro tutta la faccenda?»
PAUL
Nessuno lo sa.
SHEILA (puntandogli la pistola in faccia)
Sta mentendo.
PAUL (fissando implorante Mortimer)
Sono solo una recluta.
MORTIMER
Avrai sentito circolare delle voci. Qualcosa sul vostro capo.
PAUL
Girano sempre voci al campo. Nessuno sa quali sono vere e quali solo stronzate.
MORTIMER
Tu dicci quali voci girano.
PAUL
Dicono che è alto più di due metri e ha i denti appuntiti come uno squalo.
MORTIMER (con un ghigno)
Prova con qualcosa di più credibile.
PAUL
Secondo varie versioni, il quartier generale è a sud. Il capo manda spie a raccogliere
informazioni e a consegnare ordini ai capitani della compagnia. A volte qualcuno
scompare, e tutti dicono sempre che l'ha fatto fuori una spia dello Zar.
MORTIMER
Lo Zar?
PAUL
È così che lo chiamano tutti.
SHEILA
Sei solo un bastardo bugiardo.
MORTIMER
Calma.
SHEILA
Calma un cazzo! Se non foste arrivati in tempo mi avrebbero fatto la festa. Tutti e
tre.
PAUL (scuotendo la testa)
No! Io non...
SHEILA (premendogli la canna della pistola sulla fronte)
Chiudi quella cazzo di bocca!
MORTIMER
Sheila, non ti scaldare, forse è solo...
SHEILA (abbassando la pistola)
Ti faccio saltare in aria le palle, lurido porco.
MORTIMER
Sheila, non...
Bang.
Paul lancia un ululato. Bill fa un balzo indietro.
BILL
Cazzo!
Il sangue zampilla a fiotti da un foro bruciacchiato in mezzo alle gambe di Paul,
allargandosi lentamente in una pozza.
PAUL
Oh, Dio! Oh, cazzo!
SHEILA (sorridendo)
E' ciò che ti meriti, bastardo.
PAUL
Oh, Dio, aiutatemi, cazzo. Sto morendo, oh, merda.
MORTIMER (nervosamente)
Abbiamo un kit di pronto soccorso, qualcosa per fermare il sangue?
BILL
Stai scherzando? Sembra un geyser. Come cazzo pensi di fermarlo?
La testa di Paul crolla pesantemente in avanti, il mento si abbatta sul torace. Il corpo
si affloscia sulla pozza di sangue sotto di lui.
BILL (fissandolo)
Non avevo mai visto qualcuno dissanguarsi così in fretta. Deve aver battuto il record
mondiale.
SHEILA
Ottimo.
Sheila volta le spalle alla scena e comincia a fare i bagagli. Mortimer continua a
fissare il corpo della Striscia Rossa in silenzio.
Dissolvenza.
FINE PRIMO TEMPO
SECONDO TEMPO
Scena 35 – Esterno Giorno
Vediamo i tre camminare in silenzio lungo una Interstatale disseminata di carcasse di
auto. Li vediamo superare un cartello di legno, dipinto a mano con la scritta: USCITA
PER IL JOEY ARMAGEDDON'S SASSY A-GO-GO.
Stacco sul gruppo che arriva davanti a un muro in mattoni di cemento, con
sporadiche postazioni di guardia dall'altro lato. Mortimer alza lo sguardo e vediamo
uomini in camicia inamidata che li tengono sotto tiro con dei fucili. Un uomo
(Michael Bowen) gli si fa incontro.
UOMO
Buona sera, signore. Sono James. È per me un piacere indirizzare lei e i suoi amici al
nostro posto di controllo, dove potrà depositare le sue armi. Il nostro impiegato sarà
lieto di consegnarle una ricevuta per recuperare le armi quando lascerà il locale.
BILL (stringendo al petto il suo fucile)
Col cavolo!
Il sorriso rimane stampato sul volto di James.
JAMES
Temo che vi sarà negato l'ingresso se non ci consegnerete le vostre armi. Per
garantire l'incolumità dei nostri clienti ubriachi o irresponsabili, siamo costretti a
vietare ogni arma non autorizzata. Joey Armageddon vi ringrazia per la vostra
gentile collaborazione.
Mortimer si scambia un'occhiata con gli altri due.
SHEILA (scrollando le spalle)
Andiamo, non vedo l'ora di entrare.
MORTIMER (alla guardia)
Ok, consegneremo la ferraglia.
JAMES (sorridendo)
Apprezziamo la vostra collaborazione. Vi preghiamo di seguire il camminamento
oltre la recinzione. L'impiegato vi attende dall'altra parte.
Un cancello di ferro si apre girando su cardini ben oliati e i tre passano dall'altra
parte. Il borgo ha l'aria di una città vera e propria e ferve di attività. La merce e i
servizi offerti dai vari negozi traboccano sulle strade, dando al posto l'aspetto di un
mercato all'aperto. Tutto è ordinato e ben organizzato, le vie e gli edifici in buono
stato. Un uomo sta accendendo le lampade a olio fissate su alti pali di ferro lungo i
bordi delle strade.
VFC
Signore? Mi scusi, signore?
Mortimer sbatte le palpebre riprendendosi dallo stupore e si trova vicino un uomo
barbuto (Eric Lange).
UOMO
Signore, sono Reginald, responsabile per le armi. Si accomodi al chiosco.
Il chiosco in questione è una sorta di botteghino con un ragazzino poco più che
adolescente allo sportello. Alle sue spalle, sono appesi fucili e pistole di ogni calibro.
Persino un paio di spade. Sheila e Bill stanno già ripiegando le ricevute.
REGINALD
Signore, sia così gentile da passare le armi a Steven attraverso lo sportello. Il ragazzo
vi apporrà un'etichetta e le consegnerà la ricevuta.
Mortimer allunga a Steven il fucile da caccia, poi la pistola che ha sottratto alla
Striscia Rossa. Il ragazzo gli consegna una ricevuta, che Mortimer ficca nella tasca
anteriore dei jeans.
MORTIMER
E se avrò bisogno di difendermi?
REGINALD (sorridendo pazientemente)
Dovrà difendersi solo da un servizio di qualità e da una compagnia femminile di
prima scelta. Al suo posto, io mi arrederei.
Mortimer, Bill e Sheila si avviano senza fretta verso la stazione di St Elmo,
allungando il collo per osservare stupiti il borgo. A un certo punto, Sheila lancia un
gridolino soffocato e saltella verso un negozio che espone splendidi abiti da donna.
Preme il viso contro la vetrina come una bimba davanti a una pasticceria.
MORTIMER
Devi comprare un abito per il ballo?
SHEILA (sospirando)
Non credo, non ho soldi. Ma ricomincerò a lavorare come Ragazza Joey e potrò
comprarmi dei vestiti anche più belli di questi.
MORTIMER
Non ne dubito.
SHEILA
Quello che mi affascina in questi vestiti è che sono graziosi e basta. Non sono fatti
per tenerti al caldo o all'asciutto. Solo per essere carina. Ci credi che creano vestiti
solo per questo?
MORTIMER
Ogni donna dovrebbe avere almeno un abito la cui unica funzione è farla sentire
carina.
Un sorriso illumina il viso di Sheila. Mortimer si guarda intorno e vediamo che Bill è
sparito.
Parte “Mexico” di James Taylor che proseguirà anche nella prossima scena.
Un uomo suona il banjo per accompagnare le acrobazie di una scimmietta. Pochi
metri più avanti, un giocoliere si esibisce con dei bastoni infuocati. Qualcun altro
propone il gioco delle tre carte. Mortimer sorride, sospirando.
Dissolvenza sulla musica che prosegue.
Scena 36 – Esterno Giorno
Mortimer, Bill e Sheila sono adesso all'interno del vagone che si arrampica lungo il
ripido pendio della Lookout Mountain. Visto di lato, il vagone ha un aspetto
singolare, inclinato a un'angolazione incredibile. Ma visto che sale lungo una
pendenza così accentuata, i passeggeri viaggiano seduti praticamente in piano. Il
convoglio è affollato, per l'ottanta per cento da uomini. Mortimer si sporge dal
finestrino e guarda in alto, verso la fine dei binari. Un intenso alone di luce corona la
sommità della Lookout Mountain, un bagliore aranciato, giallo e porpora
attraversato dalle staffilate dei riflettori che bucano il cielo. Man mano che il vagone
procede nella sua lenta ascesa, una musica comincia a riempire l'aria. E' il tema di
Guerre Stellari. Il vagone raggiunge la sommità, dove altre guardie, armate ma
dall'aria cordiale, vigilano sulla moltitudine degli avventori. I passeggeri si riversano
fuori del vagone e si mischiano alla folla di clienti diretti verso l'entrata principale.
Mortimer si lascia trasportare dalla calca, che sembra fremente ed eccitata.
La musica sfuma lentamente.
BILL (guardandosi intorno)
Sembra di essere al circo, al Super Bowl e alla notte degli Oscar. Tutti e tre insieme.
Mortimer nota un piccolo cancello in una staccionata bianca di legno con la scritta
ENTRATA VIP. Infila una mano in tasca e tira fuori la carta Platinum rosa. Prende
Sheila per mano e fa un cenno a Bill.
MORTIMER
Andiamo!
BILL (andandogli dietro)
Perderemo il posto nella fila.
Arrivato di fronte al cancello, Mortimer indietreggia di colpo vedendo una mano
armata di revolver a canna corta spuntare attraverso le sbarre. L'uomo che impugna
la pistola porta il completo nero delle guardie e la camicia bianca inamidata, ma una
spilla rosa a forma di fungo atomico, finemente rifinita e appuntata sul risvolto della
giacca, denota l'appartenenza a un rango superiore (Walton Goggins).
UOMO (armando il revolver con uno scatto del pollice)
Buonasera, signore. Sono l'incaricato all'accoglienza dei VIP, il mio nome è Lars. Mi
rincresce, ma questo ingresso è riservato agli ospiti speciali di Joey Armageddon. Le
sarei grato se volesse collaborare evitando inutili spargimenti di sangue. Devo
pregarla di riprendere posto nella fila.
Mortimer azzarda un mezzo passo in avanti tenendo bene in vista la carta Platinum.
Lars allunga l'altra mano oltre le sbarre per prenderla, le da una scorsa e sorride a
Mortimer.
LARS
Sono spiacente per il disguido, Mr Tate.
(fa sparire il revolver e apre il cancello)
Se lei e i suoi amici vogliono accomodarsi.
Superano il cancello, che Lars si affretta a richiudere alle loro spalle. Siamo in un
giardino molto curato, con alte siepi a delimitare un viale parallelo alla fila di
avventori che si snoda lentamente all'esterno.
MORTIMER (indicando il viale)
Da questa parte?
LARS
Non dovrà camminare, signore. Se vuole, posso provvedere al trasporto.
MORTIMER (scambiando un'occhiata divertita con Bill)
Oh... certo.
Lars solleva una cornetta vecchio stile da un piedistallo vicino al cancello e digita tre
numeri.
LARS
Sì, serve un cocchio celeste. Fra quanto? Bene.
(riappendendo e rivolgendosi a Mortimer)
Sarà questione di pochi minuti. Non soffrite di vertigini, vero?
Stacco.
Scena 37 – Esterno Giorno
Mortimer, Bill, Sheila e Lars sono ora all'interno di una grande gondola rosa appesa a
un grosso cavo. La gondola fluttua nell'aria, cullata dalla musica. Mortimer comincia
a ridere. Una risata profonda. Anche Sheila sorride, ma lo guarda incuriosita.
BILL
Cosa c'è da ridere?
MORTIMER (continuando a ridere)
Non lo so.
LARS (sorridendo)
È stata una dura impresa arrivare fin qui?
MORTIMER
Più di quanto possa immaginare.
LARS (annuendo)
I visitatori che arrivano qui la prima volta sperimentano una chiara e improvvisa
euforia, che a volte si manifesta in un incontrollabile scoppio di risa. Consapevoli di
avere miracolosamente superato orrori e morte, provano un senso di sollievo, che
stimola la produzione di endorfina nel cervello, agevolando così il processo. Effetto
tipico di una prolungata esposizione a eventi traumatici e stress.
BILL
Ehi, eri uno psicologo o roba del genere?
LARS
Revisore contabile presso l'agenzia delle entrate.
Mortimer si sporge dalla gondola per godersi la vista. Sorvolano un'area ben
illuminata, più o meno delle dimensioni di un campo di calcio. File e file di uomini
che pedalano, tutti in pantaloncini neri e maglietta rosa, e un denso vapore caldo
che si solleva dalla distesa di cyclette.
LARS
Possiamo portarla direttamente al club e al suo tavolo. Ma, se posso permettermi,
magari lei e i suoi amici gradireste registrarvi presso l'hotel e rinfrescarvi dopo il
viaggio.
MORTIMER
Ottima idea.
SHEILA
Io non avrò bisogno di una camera. Voglio farmi assumere come Ragazza Joey.
LARS (spostando lo sguardo su di lei)
Naturalmente, signora. Sarò lieto di accompagnarla all'ufficio risorse umane.
MORTIMER
Non ho denaro con me. Ho ricevuto la carta di socio a Spring City e mi chiedevo se
fosse possibile parlare con qualcuno per ottenere un credito. Probabilmente avrei
bisogno di abiti nuovi.
LARS
Mi occuperò di ogni dettaglio.
Stacco.
Scena 38 – Interno Giorno
Mortimer e Bill sono all'interno di una suite, entrambi in accappatoio. Lars attacca
all'armadio due impeccabili completi da uomo e posa sul tavolo un sacchetto di
dollari armageddon.
MORTIMER
Lars, hai fatto un lavoro magnifico. È ancora di moda dare la mancia di questi tempi?
LARS
Certamente, signore. Siamo un popolo civilizzato, dopotutto.
Mortimer conta una ventina di monete e le lascia cadere nel palmo di Lars.
LARS
Ritengo sia mio dovere informarla, signore, che questa somma equivale allo
stipendio di un mese. E io faccio parte del personale di grado superiore.
MORTIMER (bevendo un bicchiere di vino tutto d'un fiato)
Apprezzo la tua sincerità. Sono stato un po' fuori dal giro ultimamente e non sono
ancora esperto della nuova economia. Diciamo che puoi tenere il denaro e se
dovessimo avere bisogno di qualche favore speciale che siamo troppo stupidi per
chiedere, tu ci darai una mano, d'accordo?
LARS (accennando un inchino)
Sarà per me fonte di sommo piacere rendere il vostro soggiorno qui presso il Joey
Armageddon's il più confortevole possibile, e vi assicuro che ogni vostro desiderio
sarà il primo dei miei pensieri.
BILL
Magnifico. E ora, se possibile, io e il mio amico vorremmo vedere ragazze nude e
ubriacarci come si deve.
LARS
Certamente, signore. E mi lasci dire che sarà per noi un piacere pulire il vostro
vomito nel caso vogliate eccedere.
Stacco.
Scena 39 – Interno Sera
Vediamo un locale splendido. E' strutturato come un grande palco d'orchestra, con la
sala che si amplia e si solleva gradatamente dal podio fino all'entrata principale.
Tavoli sparsi, banconi del bar lungo ogni parete e donne in minigonna e lustrini che
girano fra i tavoli, consegnando drink e flirtando con i clienti. Un pezzo degli Smash
Mouth esplode dagli altoparlanti. In alto, ragazze in bikini dondolano su trapezi,
mandando saluti e baci ai clienti. Ogni tanto, un faretto punta una di loro, che si
produce in semplici acrobazie strappando l'applauso entusiasta della platea.
Stacco su Mortimer e Bill, nei loro abiti eleganti, seduti a un tavolo a tre metri dal
palco.
MORTIMER (osservando il menù)
Jack Daniel's a solo sei dollari alla bottiglia. Pensi che sia un errore di stampa?
BILL
Deve essere un liquore contraffatto che spacciano per Jack Daniel's. Per me va bene,
se sei d'accordo.
MORTIMER (facendo un cenno a una cameriera)
Una bottiglia di Jack Daniel's, per favore.
Bill guarda Mortimer per un lungo istante.
BILL
Non hai ancora menzionato tua moglie.
MORTIMER
Dovrà aspettare.
(sorridendo)
Ho avuto un'illuminazione.
BILL
Be', io non ne capisco niente, ma non vomiti più come prima.
MORTIMER (stupito)
Cosa?
BILL
Quando ci siamo conosciuti sembrava che passassi il tuo tempo a vomitare.
MORTIMER (risentito)
Fanculo.
La cameriera arriva con la bottiglia e due bicchieri.
CAMERIERA
Volete ordinare?
MORTIMER
Sul menù c'è scritto "bistecche".
La cameriera annuisce.
MORTIMER
Vere bistecche? Non bistecche di ratto o bistecche fatte con l'imbottitura dei divani o
con la soia verde o altra roba simile? Bistecche di vero bovino?
CAMERIERA
Costate di manzo.
MORTIMER
Due costate, patate e la verdura più fresca che avete.
La donna prende nota e si allontana.
BILL (con un fischio di ammirazione)
Vere bistecche. Voglio proprio sapere quanto le fanno pagare. Un occhio della testa.
Ci scommetto.
MORTIMER
Due occhi della testa. Ma non mi importa.
Versa il liquore nei due bicchieri ed entrambi bevono.
BILL (aggrottando la fronte)
Sono io o questo Jack Daniel's è realmente fantastico?
MORTIMER
Lo penso anch'io. Sarà autentico?
BILL (scuotendo la testa)
È troppo a buon mercato. Forse è solo che ci eravamo abituati a quelle porcherie di
Freddy.
Scoppiano a ridere. La cameriera si avvicina sorridendo.
CAMERIERA
Lo chef sta per mettere le vostre bistecche sulla griglia. È tutto a posto qui?
MORTIMER
Forse può aiutarmi. Sto cercando Anne Tate. Mi hanno detto che lavora qui.
CAMERIERA
Oh, sì. Mi sembra di conoscerla. Ma è da un po' che non la vedo. Sono tante le
persone che vengono assunte. Posso informarmi.
MORTIMER
Gliene sarei grato. Sono... diciamo un vecchio amico.
CAMERIERA
Nessun problema.
BILL
Ehi!
(sollevando il bicchiere)
Che roba è?
CAMERIERA (stupita)
Jack Daniel's.
BILL
Lo so. Voglio dire, chi lo produce? Praticamente ha il gusto di quello autentico.
CAMERIERA
È autentico, signore. La distilleria non ha mai chiuso. Può leggere qui dietro.
Ruota la bottiglia perché Bill possa leggere l'etichetta posteriore.
BILL
Che io sia dannato, lo producono ancora.
(strizzando gli occhi per decifrare i caratteri piccoli sull'etichetta)
Jack Daniel's: la tradizione continua a vivere. Molto sangue è stato versato per
preservare il Tennessee whisky dal gusto morbido che avete assaporato nei momenti
buoni e in quelli cattivi. Solo tre mesi dopo la Decadenza, l'umanità ha scoperto che
non era in grado di sopportare la fine della civiltà da sobria, così le incursioni e i
saccheggi ai danni della distilleria Jack Daniel's sono stati frequenti e rovinosi. I
proprietari hanno quindi radunato i dipendenti rimasti formando una milizia nota
come la Squadra Jack. Alla fine, il generale Ira "Stonewall" Weinstein ha consegnato
la sua sciabola prima di essere impiccato a un 'insegna del Kentucky Fried Chicken,
dove le sue ossa pendono tuttora come monito per coloro che hanno tormentato i
produttori del liquore più morbido e raffinato mai creato da autentici americani.
Così, che stiate fuggendo da bande di razziatori ripensando alle persone care
defunte, o sognando a occhi aperti un futuro senza bastardi che vagano per le
strade, ci auguriamo che il Jack Daniel's resti sempre la vostra bevanda preferita.
Bill solleva su Mortimer un sorriso meravigliato.
MORTIMER
Dammene un altro.
Bill afferra la bottiglia e versa un altro po' di Jack in un bicchiere.
BILL
Devo riconoscere che le cose si sono fatte interessanti da quando ti ho incontrato.
MORTIMER
”Possa tu vivere in tempi interessanti”.
(sorridendo)
È un’antica maledizione cinese.
BILL
Già, lo immagino. In parte è stata una maledizione. Come finire quasi per essere
divorato e perdere le mie pistole e il mio cappello. Roba così. Ma ci sono anche un
sacco di aspetti positivi. Mi piace bere e mangiare bene e dormire in hotel con
gabinetto dotato di sciacquone e l'elettricità. Mi piace il Joey's. Ma è dispendioso.
(con una smorfia)
Ho come la dolorosa consapevolezza di aver vissuto alle tue spalle finora, e non mi
piace sentire che non sto facendo la mia parte.
MORTIMER
Non dimenticare che mi hai salvato la vita. Questo è il tuo contributo, e anche
molto di più. Quando mi hai trovato, ero legato a un guinzaglio.
BILL
Già, ma anche tu mi hai salvato la vita. No, ho bisogno di fare la mia parte... anche
se non dirò 'futilmente "no" a quella bistecca, appena arriva.
MORTIMER (sorridendo)
Ok. Allora, cosa proponi per il "dopo bistecca"?
BILL
Tu possiedi il capitale e io la pratica. Me la cavo maledettamente bene con le pistole
e so come muovermi nel paese. Hai fatto un sacco di soldi vendendo il carico al
magazzino del Joey's di Spring City, e adesso sei adagiato su un bel malloppo. Ma
anche quel denaro finirà prima o poi. Dovrai escogitare un modo per guadagnarti da
vivere, e io sono stufo di non sapere mai da dove arriverà il mio prossimo pranzo.
Ho in mente qualche idea che potrebbe fruttarci un bel profitto. Tu fornisci
l'equipaggiamento per il viaggio e io farò da guida. Dividiamo a metà.
MORTIMER
Che genere di profitto?
BILL
Domanda ragionevole.
(vuotando il bicchiere)
Cosa vuole, la gente? Fucili, cibo, liquore, vestiti, un posto sicuro dove vivere.
MORTIMER
Giusto.
BILL
Ma le cose stanno migliorando, e penso che se mettiamo insieme le nostre materie
grigie capiremo quale sarà il prossimo passo da compiere per soddisfare le esigenze
di tutti.
MORTIMER (bevendo il suo whisky)
Prossimo passo?
BILL
Sì, tipo... diamine, non saprei. Come se tutti avessero una gran voglia di Pepsi Cola e
fossero disposti a pagare un sacco di soldi per averne una, e alla fine riuscissero a
procurarsela regolarmente. La prossima cosa che vorranno sarà il ghiaccio per la loro
Pepsi.
MORTIMER (annuendo)
Ho capito. Potremmo monopolizzare un prodotto sul mercato. E poi quello che
verrà richiesto subito dopo.
BILL
Esattamente. Come ti ho detto, avrei qualche idea, ma...
VFC
Passami quella cazzo di bottiglia!
Sheila, apparsa dal nulla, agguanta la bottiglia di Jack Daniel's e se la rovescia in
bocca. Tossisce e il liquore le cola sul mento.
BILL
Ehi, non sprecarlo!
SHEILA
Vaffanculo.
Si siede mandando giù un'altra sorsata.
MORTIMER
Cos'è successo?
SHEILA
Non mi vogliono. Oh, me l'hanno fatto capire con molto garbo. Hanno detto che
hanno bisogno più che altro di aiuto in cucina, oppure possono inserirmi nella lista
per essere spedita presso una nuova sede del Joey's.
BILL
Be', devo dire che non mi sorprende. In questo posto arriveranno continuamente
donne in cerca di lavoro.
(indicando le trapeziste)
E sono tutte splendidamente arrapanti.
MORTIMER
Potresti mostrare un po' più di sensibilità, per favore?
SHEILA (sospirando)
No, ha ragione. Più o meno quello che hanno detto a me. Merda, e ora che faccio?
Stacco.
I tre stanno mangiando bistecche e bevendo birra. I faretti inondano il palco di
intensa luce rosa e il sipario si alza mentre quattro donne occupano la scena,
salutando il pubblico fra applausi scroscianti.
SHEILA (alzando la testa)
Sono le Glam Van Dammes. Ho sentito parlare di loro a Cleveland.
La band di ragazze prende posto agli strumenti. Una bionda vestita di pelle nera alla
chitarra e una minuta, splendida asiatica al basso. Indossa un abito cinese di tessuto
stampato a fiori con il collo alto e scarponi militari. Alla batteria, una ragazza di
colore con un taglio maschile dei capelli color rosso vivo. La cantante ha un abito da
ballo azzurro cenere e treccine da ragazzina color platino. Schiocca quattro volte le
dita e la band inizia a suonare It's the End of the World as We Know It dei R.E.M.
Mortimer si alza, barcollando.
MORTIMER (biascicando)
Devo andare al cesso.
Lo vediamo allontanarsi dal tavolo, e raggiungere il bagno degli uomini. Quando
torna al tavolo viene intercettato dalla cameriera.
CAMERIERA (sussurrandogli all'orecchio)
Da questa parte.
MORTIMER
Cosa?
Ma la donna si è già avviata e Mortimer la segue. Imbocca un corridoio,
allontanandosi dal caos della sala. La musica sembra adesso distante e smorzata. La
cameriera apre una porta e gli fa cenno di entrare. Mortimer esita.
MORTIMER
Di che si tratta?
CAMERIERA
Voleva vedere sua moglie, no?
MORTIMER
Anne?
Entra. Un grande magazzino, pieno di utensili per la cucina e generi alimentari. Un
clangore metallico e Mortimer crolla a terra.
Nero.
Scena 40 – Interno/Esterno Giorno
La luce filtra attraverso le sbarre della finestra di una piccola cella. Pareti e
pavimento di cemento. Mortimer è disteso in una cuccetta dura e stretta. Mugola
muovendosi e passandosi le mani sul viso. Sbatte le palpebre, cercando di mettere a
fuoco il volto che ha davanti. E' Lars.
LARS
Buongiorno, signore.
Svuota una fialetta di polvere bianca in un bicchiere d'acqua. Bollicine e schiuma.
Lars porge il bicchiere a Mortimer.
LARS
Non è proprio l'Alka Seltzer con cui siamo cresciuti, ma i nostri farmacisti sono
piuttosto esperti.
Mortimer la manda giù e rutta.
MORTIMER
Dove sono?
LARS
In prigione.
MORTIMER
Con quale accusa?
LARS
Non sono autorizzato a parlarne. Ma se riesce a stare in piedi posso accompagnarla.
MORTIMER
Dove?
LARS
Le sarà subito chiaro.
Lars lo conduce fuori dal piccolo edificio, che vediamo essere un bunker di cemento.
La costruzione sorge in mezzo al bosco, isolata, ma sul vialetto di ghiaia c'è una golf
car ad attenderli. Sul sedile posteriore è seduto James, l'uomo che li ha accolti al
cancello il giorno prima. Con un M16 posato in grembo, saluta Mortimer con un
cortese cenno del capo. Lars si accomoda dietro il volante e invita Mortimer a
sedersi accanto a lui. Poco dopo, sfrecciano lungo il vialetto. Una gondola rosa
sorvola le loro teste. Poi Lars imbocca un sentiero tortuoso che corre lungo il fianco
della montagna. Il sentiero s'immerge nella foresta e sbuca in una piccola radura.
Una grande casa a forma di L si erge su una sporgenza un rocciosa, con una vista
spettacolare della vallata. A tre piani, costruita con legno e roccia nativa, un portico
panoramico e un terrazzo. Sembra una costruzione antica, ma in ottimo stato.
LARS
Cravens House.
MORTIMER
Chi è Craven?
LARS
Ha fatto fortuna commerciando in ferro e cotone prima della guerra civile. O forse
dopo. Non sono uno storico.
Parcheggia la golf car. James salta giù dal sedile posteriore, si gira e accende un
sigaro.
MORTIMER
Dove l'ha trovato?
LARS
Il tabacco ci arriva dalla Virginia. Ora devo chiederle di entrare, signore.
MORTIMER
Entrare?
LARS
Secondo le istruzioni che ho ricevuto, signore. Io e James dobbiamo aspettare qui.
Mortimer scende ed entra nella casa. Si ferma nell'atrio, in attesa. A entrambi i lati
dell'ingresso ci sono uniformi della guerra civile esposte in bacheche di vetro. In
fondo al corridoio si intravede una sorta di soggiorno, con ampie finestre che
lasciano entrare la luce del sole.
MORTIMER (schiarendosi la gola)
Permesso?
Si sente qualcosa muoversi in una delle stanze lungo il corridoio, un fruscio di carte,
una sedia spostarsi sul pavimento, rumore di passi. Una testa fa capolino da una
delle porte (Ron Jeremy).
OMETTO
Oh, è già qui. Ha fatto presto. Tate, giusto?
MORTIMER
Esatto. Spero di non... ehm... averla disturbata in un momento poco opportuno.
OMETTO
Niente affatto. Avevo solo pensato che ci avrebbe messo un po' più di tempo a
rimettersi in sesto. Nessun problema. Venga, venga.
Mortimer entra nell'ufficio e si siede di fronte a una semplice scrivania di legno
chiaro. L'ufficio è arredato in stile country francese: è pulito, arioso e ben illuminato,
con un vaso di fiori gialli freschi in un angolo.
OMETTO
Come va la sua testa?
MORTIMER (toccandosi la nuca)
Oh, ah, meglio, presumo.
OMETTO
Brutto affare, ma poteva andare peggio, immagino. Posso offrirle qualcosa? È un po'
presto per i superalcolici, ma abbiamo tè e caffè. Gradisce dell'acqua?
MORTIMER (sporgendosi in avanti)
Senta, senza offesa, ma lei chi diavolo è?
OMETTO
Oh, cielo, ha ragione, non ci siamo presentati.
(tendendogli la mano)
Sono Joey Armageddon.
Mortimer resta a bocca aperta, senza fiato.
MORTIMER
Ah. Allora, ok, credo che prenderò un po' di caffè.
Stacco.
Scena 41 – Interno Giorno
Una matrona in completo pantalone blu sta servendo il caffè.
MORTIMER (assaggiandolo e chiudendo gli occhi)
Grazie. È ottimo.
JOEY ARMAGEDDON
Non ci si abitui. Il caffè è ormai quasi introvabile negli Stati Uniti. Sono anni che non
arriva più niente dal Sud America, e nemmeno dalla Florida. Ho disposto che mi
siano riservate tutte le scorte di caffè ancora esistenti.
MORTIMER
Gliene comprerò un po'.
JOEY ARMAGEDDON (impassibile)
Non sia ridicolo.
MORTIMER (annuendo)
Giusto.
(cambiando discorso)
Ho visto che ha dei sigari.
JOEY ARMAGEDDON
Arrotolati a mano da cubani.
MORTIMER (incredulo)
Ha dei sigari cubani?
JOEY ARMAGEDDON
No. Ho i cubani. Rifugiati. Arrotolano a mano il tabacco che arriva dalla Virginia.
Può acquistarne una scatola dal tabaccaio vicino alla stazione di St Elmo.
MORTIMER (aggiutandosi sulla poltrona)
Mr Armageddon, parliamoci chiaro... sono agli arresti?
JOEY ARMAGEDDON
Questo è ciò che tutti pensano. Ma in realtà, no, Mr Tate. Posso chiamarla
Mortimer?
MORTIMER
La prego.
JOEY ARMAGEDDON
Mortimer, credo che potremmo aiutarci a vicenda.
MORTIMER (sorpreso)
Non vedo cosa potrei fare io per lei.
JOEY ARMAGEDDON
Potrebbe esserne sorpreso.
(lo fissa inclinando la testa)
Va tutto bene, Mortimer?
Mortimer si aggiusta sulla sedia, cercando le parole. Poi alza lo sguardo su Joey
Armageddon.
MORTIMER
Posso essere sincero?
JOEY ARMAGEDDON (annuendo)
Assolutamente.
MORTIMER
Lei non corrisponde minimamente all'immagine che mi ero fatto di Joey
Armageddon.
JOEY ARMAGEDDON
E che si aspettava? Un signore della guerra su un trono di teschi, con schiave al
collare inginocchiate ai suoi piedi?
MORTIMER (sollevando le sopracciglia)
Francamente sì.
JOEY ARMAGEDDON (ridendo)
La capisco. Invece si è trovato davanti un affabile gentiluomo in un ufficio sobrio e
di buon gusto. Capisco che la cosa la disorienti. Eppure, le posso garantire che io
sono proprio Joey Armageddon. Ora, continuando a parlare in tutta sincerità. Cosa
pensa che faccia qui, Mortimer? Che gestisca un bizzarro bar?
MORTIMER
Direi che è qualcosa di più di un bar. Un grande magazzino. Un ristorante.
(grattandosi il mento)
Ma anche più di questo. Un luogo d'incontro. Un posto che tutti conoscono.
JOEY ARMAGEDDON (annuendo)
Lei ha cervello. Mi piace.
MORTIMER
Grazie. Ho frequentato il college.
JOEY ARMAGEDDON
Le spiego come stanno le cose. Spero che comprenderà l'importanza del lavoro che
stiamo portando avanti qui.
(assumendo un'espressione grave)
Stiamo ricostruendo la civiltà. So che può apparire pura presunzione, ma è proprio
così. Durante il Medioevo, la Chiesa cattolica fu l'unica istituzione a opporsi
all'ignoranza e alla barbarie. L'unica istituzione a salvaguardare la lingua e la
conoscenza. Bene, questa è l'America, Mortimer, e ci sono troppe chiese con troppe
verità. Questa volta entrerà in campo un'istituzione diversa: la nostra.
Mortimer lo fissa in silenzio.
JOEY ARMAGEDDON (ridacchiando)
So cosa sta pensando. Questo tizio pensa di ricostruire la civiltà su donne nude e
alcol. Ma se diamo un'occhiata alla cartina, penso che riuscirò a convincerla.
Armageddon si alza e tira giù la tapparella della finestra alle sue spalle. Si rivela
essere una cartina della regione sudorientale degli Stati Uniti, punteggiata di
bandierine rosa in corrispondenza di diverse città.
JOEY ARMAGEDDON
Ognuna di queste bandierine è un Joey Armageddon's Sassy A-Go-Go. Nashville,
Louisville, Oxford, Wilmington, ventuno sedi in tutto. Non tutte funzionano bene,
devo riconoscerlo. La mancanza di validi dirigenti in alcune delle filiali ci ha un po'
rallentati. Probabilmente ricorderà il locale di Cleveland.
MORTIMER
Lei sa che sono stato a Cleveland?
JOEY ARMAGEDDON (annuendo)
Shelby se l'è cavata. Stiamo seguendo i suoi progressi, Mortimer, conosciamo la sua
situazione. Ed è parte del motivo per cui riteniamo che lei possa aiutarci. Ma ne
parleremo più tardi.
(tornando a guardare la cartina)
Avrà notato il borgo quando è arrivato qui.
MORTIMER
Il borgo?
JOEY ARMAGEDDON
Le varie botteghe raggruppate intorno alla stazione, ai piedi della collina. Lei ha
comprato l'equipaggiamento presso il magazzino Joey’s di Spring City. Fino a un
anno fa, quello è stato il modello per tutti gli altri club. Ma abbiamo avviato
qualcosa qui e anche presso il Joey's di Wilmington. Abbiamo trasformato il
magazzino Joey's in una sorta di agenzia di mediazione, e invece di vendere merci
direttamente al cliente, siamo diventati grossisti. Un esempio: abbiamo acquistato
diverse tonnellate di cotone da un coltivatore del Mississippi. L'abbiamo venduto a
sarti che a loro volta hanno aperto negozi di abbigliamento nel borgo. Abbiamo
pagato il coltivatore di cotone con dollari Armageddon, molti dei quali sono subito
stati spesi in provviste giù al borgo, così il contante è rientrato immediatamente
nell'economia locale.
(batte un dito sulla cartina e traccia una spirale che si allarga verso l’esterno)
Da un singolo nodo commerciale, il Joey's Armageddon, si sta adesso ampliando una
rete economica. Se aree simili si espandono intorno alle altre sedi Joey's, i cerchi
sempre più ampi finiranno per entrare in contatto e sovrapporsi. Una economia
civile funzionante e in costante crescita. In Europa, durante il Medioevo, un'unica
istituzione si è opposta all'ignoranza e alla barbarie: la Chiesa cattolica romana,
come le ho già detto. Oggi, anche noi abbiamo un'istituzione venuta a salvarci: il
franchising.
Armageddon torna al suo posto dietro la scrivania e riprende a sorseggiare il caffè.
JOEY ARMAGEDDON
Sarà un passaggio graduale, naturalmente. Siamo ancora proprietari di metà dei
negozi del borgo e ne finanziamo altri. Ma ci sono commercianti venuti da chissà
dove che hanno aperto negozi ai margini del borgo. Un giorno sono apparsi qui e si
sono inseriti nell'economia locale. La gente non aspetta più di essere guidata.
Comincia a prendere l'iniziativa.
Mortimer ci pensa su.
MORTIMER
È magnifico... davvero... ma...
JOEY ARMAGEDDON
Voglio che sia franco con me. Non sono un dittatore, e non sono perfetto. Mi dica
cosa non la convince.
MORTIMER
Non capisco perché mai un locale notturno, se si è prefissato di salvare la civiltà o
costruirne una nuova allora perché non... be'... qualcosa di diverso da uno strip bar?
Armageddon scoppia a ridere, sinceramente divertito.
JOEY ARMAGEDDON
Diamine, amico, lei pensa che io abbia avviato tutto questo per salvare il mondo?
Ma no. È stato un caso. E non è uno strip bar, ma un locale notturno. Forse per lei
non farà alcuna differenza, ma per me è una distinzione importante.
MORTIMER
Mi scusi.
JOEY ARMAGEDDON
Voglio raccontarle come è cominciata l'avventura. È ancora presto, ma tutto
sommato credo che mi verserò un drink. Mi fa compagnia?
MORTIMER
Purché non sia un Jack Daniel's.
Escono sul portico esterno, con tavolo e sedie affacciati sulla valle. Armageddon
versa un whisky e una birra per Mortimer e gli offre un sigaro, accendendoli
entrambi.
JOEY ARMAGEDDON
Non è mai stato parte di un progetto grandioso. Come molte persone in quei tempi,
mi ritrovai a scappare per sopravvivere. Parli con chiunque abbia vissuto quegli anni,
ascolti le loro storie. Sono sempre racconti di fughe.
(sedendosi accanto a Mortimer)
Stavo uscendo da un Ruby Tuesday saccheggiato, a Birmigham, quando mi hanno
visto.
(lo sguardo diviene distante come se stesse rivivendo la scena)
Stavo frugando in cerca di qualcosa da mangiare, non avevo trovato nulla e stavo
per andarmene, quando ho visto quei tre. Predoni. Imparavi presto a riconoscerli, se
volevi vivere.
Vediamo la scena in bianco e nero. Un Joey Armageddon più giovane è in piedi in
un vicolo. Corre spaventato dentro il Ruby Tuesday. Si acquatta dietro il bar,
ansimando.
VFC (ARMAGEDDON)
Mi avevano visto. E sapevo che non era un buon nascondiglio. Così ho cominciato a
guardarmi intorno, a cercare qualcosa, qualsiasi cosa, un'idea per tirarmi fuori da
quella situazione sapendo che ero completamente fottuto.
Qualcosa attira l'attenzione di Armageddon che tira fuori qualcosa in mezzo alle
macerie di roba distrutta: una bottiglia ancora sigillato di rum Captain Morgan. Balza
in piedi, tira fuori un fazzoletto e toglie la polvere da tre bicchierini. Proprio in quel
momento si sente il rumore di stivali che calpestano i detriti sul pavimento. Tre ceffi
armati avanzano verso il bancone.
ARMAGEDDON (pulendo il piano del bar)
Buongiorno, signori, come va?
Allinea i bicchieri sul bancone insieme alla bottiglia. I tre si scambiano un'occhiata
indecisa. Due di loro hanno un coltello, e uno impugna una grossa mazza da
baseball chiodata. Passano dieci lunghi secondi nel silenzio totale. Poi i tre si
avvicinano al bancone e accennano ai bicchieri. Armageddon li riempie sorridendo.
La scena torna a colori e al presente.
JOEY ARMAGEDDON
Improvvisai le solite banalità: sì, oggi fa caldo; no, non ho mai pensato di cucinare i
ratti in quel modo. E continuai a sorridere e a riempire i bicchieri, illudendomi che
avrei potuto realmente cavarmela in quel modo. Poi il rum finì. Ormai non c'era
altro da fare, così dissi, con un gran sorriso: "Grazie della visita, signori. Spero che
tornerete presto".
Mortimer lo fissa impaziente.
MORTIMER
E poi cos'è successo?
JOEY ARMAGEDDON
Se ne sono andati. Dico sul serio, un cenno di saluto e sono andati per la loro strada.
Non si sono offerti di pagare, né io gliel’ho chiesto, ma ci ho riflettuto molto nei
giorni successivi. Credo di aver toccato un punto sensibile del loro animo, di aver
creato la scena familiare di un locale di quartiere. Mi sono reso conto che la cosa più
confortante che una persona possa vedere è un locale aperto per affari, anche se è
solo una messinscena.
(sorseggia il drink e aspira una lunga boccata dal sigaro)
Capisce, quindi, che non ho progettato niente. È stata un'evoluzione naturale. E
cerchi di immaginare se fossi partito con l'unico intento di aiutare i miei simili. Forse
avrei distribuito cibo a quanti ne avevano bisogno. Ma dove mi sarei procurato i
generi alimentari? E con cosa li avrei rimpiazzati? Potevo consegnare tutto e sentirmi
eroe per un giorno, ma poi ci saremmo ritrovati al punto di partenza.
Mortimer si acciglia.
JOEY ARMAGEDDON
Non sembra convinto.
MORTIMER
È difficile credere che il modo migliore per aiutare la gente sia non aiutarla.
JOEY ARMAGEDDON
Quale era la sua convinzione politica? Intendo quando le idee politiche contavano
qualcosa.
MORTIMER
Ero un indipendente dichiarato. Mia moglie era una democratica.
JOEY ARMAGEDDON (con un ampio sorriso)
Ah, un indipendente. Il lusso di biasimare tutti senza prendersi responsabilità. Mi
perdoni la battuta. Il punto è che ora niente di tutto questo ha più importanza.
Nessuno cerca di arruffianarsi il voto di nessuno. Ci sono solo cose che funzionano e
cose che non funzionano, e la differenza è solo tra la vita e la morte.
MORTIMER
Le credo sulla parola. Per me è ancora tutto così nuovo.
JOEY ARMAGEDDON
Bene, è una splendida giornata. Gustiamoci i nostri drink e fumiamo i nostri sigari, e
le prometto che non la annoierò più con le mie chiacchiere da dilettante sulla
politica e sull'economia.
MORTIMER
Non mi sta annoiando, ma mi sta tenendo in ansia. Aveva detto che io e lei
potremmo aiutarci a vicenda.
JOEY ARMAGEDDON (fissando la valle e rigirandosi il bicchiere tra le mani)
Avrà sentito parlare dello Zar Rosso, immagino.
MORTIMER
Il comandante delle Strisce Rosse? Ho visto i suoi uomini all'opera a Cleveland.
JOEY ARMAGEDDON
Esatto. Si sa poco di lui. Quel che vorremo fare è infiltrarci nella sua organizzazione
e scoprire cosa sta architettando.
Armageddon beve una lunga sorsata di whisky e schiocca le labbra con gusto. Poi si
volta verso Mortimer e sorride.
JOEY ARMAGEDDON
E se riesce ad andarci abbastanza vicino, ci piacerebbe che lo uccidesse.
Mortimer rimane impietrito fissandolo a lungo.
MORTIMER
Tutto qui? Non c'è altro? Non vorrebbe la luna spostata un po' più a sinistra?
JOEY ARMAGEDDON
Sto parlando seriamente. Lei è straordinariamente qualificato per svolgere questo
incarico.
MORTIMER
Primo, non se ne parla. Secondo, cosa diavolo le fa pensare che io sia
straordinariamente qualificato? E terzo, non se ne parla nel modo più assoluto.
JOEY ARMAGEDDON
Non sia precipitoso. Consideri la faccenda sotto tutti i punti di vista.
MORTIMER
Non ha uomini a cui affidare l'incarico?
VFC (profonda, alle sue spalle)
Abbiamo già perso sei uomini validi.
Mortimer trasale e si gira a guardare il nuovo venuto. Un uomo di colore, alto e con
le spalle larghe, intorno ai sessant'anni, in forma ma con qualche pennellata di grigio
fra i capelli cortissimi, lineamenti marcati e occhi castani vigili e penetranti (Samuel L.
Jackson).
Indossa un'uniforme militare verde oliva e ha una stelletta appuntata su ogni spalla,
ma anche il fungo atomico rosa su ogni risvolto.
UOMO
Abbiamo inviato spie e sicari. E non è tornato nessuno. Uno apparteneva alle Forze
speciali della Marina e un altro era un ex agente dell'FBI.
JOEY ARMAGEDDON
Ah. Malcolm, arrivi al momento giusto. Siediti con noi.
Malcolm si avvicina e si siede con loro.
MALCOLM
Scusate il ritardo.
(rivolgendo la sua attenzione a Mortimer)
Ho istruito personalmente quegli uomini e li ho inviati in territorio nemico. Mi sento
responsabile per loro. In seguito abbiamo scoperto che ci sono spie anche fra noi,
che riferiscono ogni nostra mossa allo Zar.
Mortimer drizza la schiena e si schiarisce la gola.
MORTIMER
Sentite, sono lusingato che abbiate pensato a me, ma se uomini debitamente
addestrati non sono riusciti…
JOEY ARMAGEDDON (alzando una mano)
Lasci che il generale Malcolm le spieghi. Poi capirà.
MALCOLM
Da mesi, ormai, abbiamo motivo di credere che lo Zar stia tramando qualcosa di
grosso. E noi stiamo macchinando la nostra personale risposta. Ci è arrivata voce che
una raffineria è rientrata in funzione appena fuori la zona malarica di New Orleans.
Sa di cosa sto parlando?
MORTIMER
Benzina?
MALCOLM (annuendo)
Con una fornitura stabile di benzina, non c'è limite a quello che lo Zar potrà
scatenarci contro.
JOEY ARMAGEDDON
E non si tratta solo di quel che potrà farci militarmente parlando. Cambierà il sistema
dei trasporti, e così il flusso di beni e servizi.
MORTIMER
E non sarebbe un bene?
JOEY ARMAGEDDON
Se fosse nostro alleato, sarebbe senz'altro un bene. Sarei lieto di pagare la benzina
con dollari Armageddon. E anche altri scambierebbero merci. Sempre che fosse così
intelligente da auspicare una cosa simile. Ma i tiranni non la pensano mai così. No, le
sue Strisce Rosse hanno già dimostrato che preferiscono prendersi quel che vogliono
piuttosto che barattarlo. Con un rifornimento costante di benzina, piomberanno qui
come locuste e raderanno al suolo tutto quel che abbiamo costruito con tanta fatica.
MORTIMER
Perché dovrebbe farlo? Non ha senso.
JOEY ARMAGEDDON (stringendosi nelle spalle)
Come si fa a capire la mente contorta di un megalomane? È il Napoleone dei nostri
tempi, l'Hitler, lo Stalin. Ogni tot di anni, questi uomini compaiono sulla scena e
distruggono il mondo.
MORTIMER
Questo non spiega ancora perché pensa che io sia l'uomo giusto per l'incarico.
MALCOLM
Mi permetta di offrirle un elenco dei motivi per cui la vorremmo coinvolgere.
Primo: ha dimostrato di essere un uomo pieno di risorse, uscendo da situazioni di
pericolo a dir poco singolari per arrivare fin qui. Secondo: in qualità di socio
Platinum, è suo primario interesse proteggere il Joey Armageddon's, non
distruggerlo. Terzo: dal momento che è arrivato da poco, non è invischiato nel
gioco.
MORTIMER
E questo è un elemento positivo?
MALCOLM
Come le ho detto ci sono spie fra noi. Anche se scegliessi uno dei miei uomini
migliori, non potremmo evitare la fuga di notizie. Le Strisce Rosse sarebbero lì ad
attenderlo, e io non intendo perdere un altro uomo, se posso evitarlo. Abbiamo già
architettato una storia per il suo arresto, ed escogitato un successivo piano di fuga.
Così lo Zar e i suoi uomini non sospetteranno che è stato inviato da noi. Ci sono
prove inconfutabili che una delle nostre guardie è al soldo dello Zar, e io farò in
modo che sia di turno la sera che lei evaderà. Sarà lui a riferire allo Zar che lei non è
uno dei miei soldati.
MORTIMER (scuotendo la testa)
No, non sono d'accordo. Solo perchè non sono uno dei suoi soldati non significa che
le Strisce Rosse mi organizzeranno una festa di benvenuto. Perché dovrebbero essere
interessati al fatto che sono stato sbattuto in prigione per ubriachezza?
JOEY ARMAGEDDON
Abbiamo pensato anche a questo. Diglielo, Malcolm.
MALCOLM (serio)
Faremo trapelare la notizia che lei ha sottratto i nostri piani di difesa. Lo Zar non
resterà indifferente.
(rivolgendosi ad Armageddon)
Uno dei miei uomini riferirà la notizia al personale delle cucine. Sarà come
trasmetterla via radio.
JOEY ARMAGEDDON
Naturalmente, le forniremo noi tutto il necessario.
MORTIMER (fissandoli e incrociando le braccia sul petto)
E per quale motivo dovrei acconsentire a questa missione suicida?
JOEY ARMAGEDDON
Oltre a difendere la nostra debole presa sulla civiltà dalle oscure forze depredatrici?
MORTIMER
Molto oltre.
JOEY ARMAGEDDON
La ricompenseremo, ovviamente. Ventimila dollari Armageddon.
MORTIMER
Nessuna somma di denaro può... quanti?
JOEY ARMAGEDDON
Ventimila.
Mortimer sospira passandosi una mano sul viso.
MORTIMER
Sono un mucchio di soldi, lo ammetto. Ma ancora non capisco perché proprio io.
Potreste comprare chiunque.
MALCOLM (scrollando le spalle)
Pensavamo che volesse accettare la missione, tenendo conto di alcune ragioni
personali.
MORTIMER
Non ci sono ragioni personali. Ci sono invece ragioni personali per non farlo. Per
evitare di farmi uccidere, per esempio.
JOEY ARMAGEDDON
Temo che invece ci siano ragioni personali, Mortimer. Ragioni che troverà
quantomeno convincenti.
(fissandolo e sorridendo)
Lo Zar ha sua moglie.
Stacco.
Scena 42 – Esterno Giorno
Mortimer, Joey Armageddon e il Generale Malcolm stanno uscendo dalla casa.
MALCOLM
La metteremo in contatto con una persona che le farà da guida al suo arrivo. È un
uomo fidato.
MORTIMER
Come lo riconoscerò?
MALCOLM
Non si preoccupi. Sarà lui a riconoscerla.
Armageddon gli stringe con forza la mano, guardandolo dritto negli occhi.
JOEY ARMAGEDDON
So che non è entusiasta di questa missione, forse si è sentito anche in qualche modo
costretto, ma sta facendo qualcosa di buono. Francamente, sarà un eroe.
Mortimer annuisce e sorride con poca convinzione.
MALCOLM (fissandolo)
Non possiamo riportarlo in cella così. Ha un aspetto troppo normale.
JOEY ARMAGEDDON
Hai ragione. Devono credere che l'abbiamo interrogato per recuperare i nostri piani
di difesa.
MORTIMER (spostando lo sguardo da uno all'altro)
Ehi ehi ehi...non mi piace la piega che sta prendendo il discorso.
JOEY ARMAGEDDON (tirandosi su le maniche)
Tienilo.
Stacco.
Scena 43 – Interno Giorno
Mortimer è in cella. Si tocca l'occhio gonfio con la punta delle dita. Sentiamo uno
schianto in corridoio. Mortimer sospira agitando il pugno senza entusiasmo.
MORTIMER
Yu-uh, si va in scena. Ma che bello.
La porta della cella esplode volando via dai cardini. Il fumo riempie la stanza. Grida.
Confusione. Buffalo Bill compare in mezzo al fumo.
BILL (sovraeccitato)
Andiamo, amico.
MORTIMER (alzandosi con estrema calma)
Ma che grande sorpresa vederti qui...
Escono nel corridoio pieno di fumo. Arrivano fuori dal bunker dove li attende Sheila
su una golf car. Saltano sulla vettura mentre un fuoco di mitragliatrice comincia a
crepitare alle loro spalle. Sheila schiaccia l'acceleratore e il veicolo sfreccia giù per lo
stretto sentiero, svicolando fra gli alberi.
MORTIMER
Sai dove dobbiamo andare?
SHEILA
Più o meno.
BILL
Ci hanno detto dove arrivare con questo coso e basta. Speravo che tu ci avresti
aggiornato. Ci hanno dato istruzioni solo per farti evadere dalla prigione.
MORTIMER
Abbiamo ricevuto un incarico.
BILL
Cosa?
MORTIMER
Hai detto che dobbiamo diventare soci, giusto? Ti spiegherò tutto quando saremo al
sicuro.
Sheila abbandona la strada e si dirige dentro la foresta. Poco dopo arrivano vicino a
un cerchio di pietre, una specie di area da picnic da lungo tempo in disuso. Sheila
parcheggia il veicolo. Restano in attesa, trattenendo il fiato. Un istante dopo un
rumore di passi sulle foglie secche. Compare Lars. Indossa un poncho mimetico sopra
il consueto abito nero.
LARS
Da questa parte.
Lo raggiungono, e trovano una pila di bagagli nascosti fra i cespugli, sei zaini.
LARS
Dobbiamo fare un po' di scena, come se vi stessimo cercando. Ma le ricerche per un
po' non prenderanno questa direzione, e non vi daranno la caccia con troppo
accanimento. Nonostante questo, vi consiglio di non attardarvi troppo nei paraggi.
(consegnando a Mortimer una cartina piegata)
Vi abbiamo segnato il percorso migliore, ma forse dovrete improvvisare se le
circostanze lo richiederanno.
Stringe la mano a Mortimer.
LARS
Le auguro buona fortuna, signore.
MORTIMER
Grazie, Lars.
Mortimer, Bill e Sheila si caricano gli zaini in spalla.
BILL (sospirando)
Mi mancherà quel letto morbido.
I tre si inoltrano nella foresta.
Stacco.
Scena 44 – Esterno Giorno
In sottofondo “I’m going down” di Bruce Springsteen.
BILL (sbarrando gli occhi)
Atlanta??? Stiamo andando ad Atlanta???
MORTIMER (alzando le spalle)
Beh?
BILL
Ah, per te sarà un posto come un altro, mister-nove-anni-sul-cucuzzolo… Ma nel
nuovo mondo Atlanta gode di fama leggendaria. Le mamme spaventano i bambini
capricciosi minacciando di spedirli al sud, ad Atlanta.
SHEILA (annuendo)
Ci sono tante storie su Atlanta. Quella degli zombi decapitati di Buckhead oppure il
mito della squadra di baseball dei Braves, trasformata al completo in banda di
cannibali che vaga per la città in cerca di gente da friggere nell'olio bollente.
BILL
Diverse bande, quasi come tribù, controllano zone della città. E da anni non
arrivavano più generi alimentari dai commercianti che transitano troppo vicino alla
città maledetta.
SHEILA
E inoltre si dice che Atlanta sia il quartier generale dello Zar Rosso. La leggenda dice
che abbia ucciso tutti i capibanda della città dopo averli sfidati uno a uno a duello, li
abbia decapitati con un'ascia da pompiere, per poi infilzare le loro teste su una lancia
come monito per chiunque altro avesse intenzione di sfidarlo.
BILL (irato)
E tu ci hai coinvolti in una faccenda simile?
MORTIMER
Come diamine facevo a saperlo? Nessuno mi ha preso da parte per dirmi: "Oh, a
proposito, la città di Atlanta significa morte sicura, quindi non ci andare, per nessun
motivo".
SHEILA
Ho sentito che c'è un orso grizzly stupratore. È scappato dallo zoo. Rapisce i
campeggiatori e li sodomizza.
BILL
Io non ho sentito di questo orso stupratore. Ma so che la gente che è andata lì non è
tornata indietro.
MORTIMER
E come fai a saperlo?
BILL
L'amico di un tizio l'ha detto a un tipo con cui ho parlato a Nashville.
MORTIMER
L'amico di un tizio l'ha detto a un tipo con cui hai parlato a Nashville, eh?
Mortimer da un'occhiata sofferente alla cartina.
BILL
Sto solo dicendo che sarebbe stato carino se avessi prima chiesto il mio parere.
SHEILA
E anche il mio.
MORTIMER
Non mi sarebbe stato facile consultarvi mentre ero chiuso in cella.
(rivolto a Sheila)
E poi cosa ci fai tu qui? Pensavo che stessi cercando di convincerli ad assumerti come
ragazza Joey.
SHEILA (facendo una smorfia)
Ho cambiato idea. Non voglio che un uomo sudaticcio mi si arrampichi addosso, a
meno che non lo decida io. Una puttana è sempre una puttana per quanto raffinata.
Voglio divertirmi e vivere avventure come voi ragazzi.
BILL
Hai sentito, Mort? Noi ci divertiamo e viviamo avventure. Forse dovremmo
scriverlo sui nostri biglietti da visita.
Sheila gli fa la linguaccia. Mortimer si ferma, crolla a sedere su un tronco e lascia
cadere a terra i bagagli.
MORTIMER (asciugandosi il sudore dalla fronte con il dorso della mano)
Pausa.
SHEILA (sedendosi a terra)
Dov'è la strada?
MORTIMER
Non molto lontano.
(beve una sorsata d'acqua dalla borraccia)
Ok, ridistribuiamo un po' di questa roba.
(battendo le mani)
Qui intorno a me, bambini, è Natale.
Apre gli zaini cercando, poi tira fuori un cappello da soldato di cavalleria
dell'Unione, leggermente ammaccato, blu con filamento in oro.
MORTIMER (porgendolo a Bill)
Non è come quello che hai perso, ma non ho avuto tempo per cercare di meglio.
BILL (mettendoselo in testa)
Diamine, adesso sì che sembro George Custer. Dove l’hai trovato?
MORTIMER
Al museo. Aspetta, però, c'è dell'altro. Armageddon ha detto che potevo prendere
tutto quel che mi serviva per il viaggio, così nella lista ho inserito queste.
Affonda di nuovo la mano nello zaino e ne estrae due pistole con cinturone e
fondine. Le passa a Bill.
BILL (commosso)
Oh, cazzo… Oh, santo cielo...
(schiarendosi la gola)
Sono magnifiche.
MORTIMER
Spero che siano di tuo gradimento. Naturalmente, non ho avuto il tempo di
chiedere il tuo parere...
BILL (leggermente imbarazzato)
Oh, accidenti. Lo sai che non ti lascerei affrontare il pericolo da solo.
Mortimer estrae dagli zaini tre pistole mitragliatrici con fondine da spalla e le
distribuisce.
MORTIMER
Abbiamo anche cibo, sigari e…
(sorridendo)
…caffè!
Stacco sulla musica che sfuma.
Scena 45 – Esterno Giorno
I tre camminano sotto un violento acquazzone. Sembrano stremati e infreddoliti ed
è quasi buio. Raggiungono una siepe rinsecchita e si buttano a terra. Mortimer estrae
un piccolo binocolo, guardando la valle davanti a loro.
SHEILA (buttandosi a terra)
Sono proprio demoralizzata. E ti odio.
MORTIMER
Nessuno ti ha invitata, tesoro.
Attraverso le lenti del binocolo vediamo uno stabile dove campeggia la scritta
Stone Mountain Inn.
BILL
Forse non è una buona idea.
MORTIMER
Siamo già in ritardo per l'appuntamento con il nostro contatto, e non ho intenzione
di passare un'altra notte sotto la pioggia. A me sembra abbandonato e dopo quattro
giorni di marcia sarà bello darsi un’asciugata e dormire al coperto.
BILL (annuendo)
Mi hai convinto.
SHEILA
Anche a me. E voglio una camera tutta mia, senza voi due teste di cazzo.
Stacco.
Scena 46 – Esterno Mattina
Adesso è mattina e vediamo il gruppo di nuovo con gli zaini in spalla. Sullo sfondo il
fronte della montagna, dove i volti di Jefferson Davis, Robert E. Lee e Stonewall
Jackson scolpiti nella roccia vegliano sul parco. Il gruppo sta salendo lungo un ripido
sentiero. Bill si ferma aggrottando la fronte.
BILL
Avete sentito?
MORTIMER
No.
SHEILA
Io sì. Un gufo.
BILL
Sembrava più un ragazzino che ne imita il verso.
Il lamento risuona più forte lungo il sentiero. Sembra proprio una pessima imitazione
di un gufo. Con uno scatto del pollice Mortimer toglie la sicura alla mitragliatrice.
SHEILA
Qualcuno si sta prendendo gioco di noi.
MORTIMER
Fate attenzione e tenete gli occhi aperti.
Continuano a salire guardandosi intorno con le armi in pugno. A intervalli regolari il
falso verso si ripete. Poi Mortimer si blocca, facendo cenno ai suoi compagni di
fermarsi. Indica loro dei cespugli e Bill punta la pistola in quella direzione. In mezzo
al fogliame vediamo un uomo che evidentemente pensa di essere ben nascosto. E’
un vecchio con i capelli bianchi, che indossa un cappotto nero sbottonato (Billy
Connolly).
MORTIMER (bisbigliando a Bill)
Lo vedi?
BILL
Una giraffa dietro un bonsai darebbe meno nell'occhio.
MORTIMER (ad alta voce)
Vieni fuori di lì!
VECCHIO
Da dove viene il lamento? Dietro di voi? Davanti? In alto fra i rami? Noi ci
muoviamo come i puma, come i pellerossa, come i fantasmi. Uh-uh-uh. Siete
circondati. Gettate le armi a terra.
Mortimer si guarda intorno senza vedere nessuno.
SHEILA
Sparagli.
MORTIMER (sospirando)
Vieni fuori, per favore. Parliamo.
VECCHIO
Uh-uh-uh.
MORTIMER
Senti, ti abbiamo visto, ok? Sei a... diciamo una decina di metri da noi, dietro quel
cespuglio. E non è nemmeno grosso.
Il vecchio tace ed emerge dal fogliame.
VECCHIO (avanzando verso di loro)
Ah, ti sei guadagnato il mio rispetto. Non sono molti quelli che riescono a farla in
barba al vecchio Ted. Sì, hai grandi capacità e sensi affinati. Adesso capisco perché
Armageddon ha scelto te per questa missione.
MORTIMER (sorpreso)
Sei la nostra guida?
TED
In persona.
BILL (abbassando la pistola)
Gesù...
TED
Sì, lasciate che sia Ted a guidarvi. Mr Atlanta, mi chiamavano. Conosco la strada e
conosco la città. Il vecchio Ted conosce tutto, dalla vespa al salice, alle intenzioni di
ogni essere strisciante. Il canto della colomba. Io vedo e ascolto.
BILL
Hai intenzione di andare avanti così ancora per molto?
TED
Dobbiamo abbandonare il sentiero. Altri lo conoscono, oltre a noi. Venite, conosco
un posto.
Si tuffa nella foresta. Sheila afferra saldamente il braccio di Mortimer.
SHEILA
È un povero imbecille. Non vorremo davvero farci guidare da lui, vero?
BILL
Io la penso come Miss Mutandine Piccanti.
MORTIMER
Non abbiamo alternative. Possiamo solo seguirlo.
Stacco.
Scena 47 – Esterno Mattina
I quattro raggiungono un cerchio di grosse rocce, sedendosi a terra.
TED
Aspetteremo qui per un po'.
Mortimer distribuisce un po’ di cibo. Ted mangia con gusto.
TED (a bocca piena)
Negli ultimi giorni mi sono cibato esclusivamente di carne di ratto essiccata.
Debitamente stagionata, è un po' come il bisonte. Io possedevo una grossa fattoria a
ovest e una grande mandria di bisonti, sapete?
(sospirando)
Ero un grande uomo. Ma tornerò sulla cresta dell'onda. Quando ucciderai lo Zar il
vecchio Ted sarà il duca di Atlanta. L'imperatore della Georgia!
MORTIMER
Hai detto che altra gente usa quel sentiero.
TED (annuendo energicamente)
Certo. Le Capre di Stone Mountain. Ci troviamo nel loro territorio.
BILL
Immagino che il nome non si riferisca a un gruppo di musicisti country.
TED
No, una banda, naturalmente. L'anno scorso mi sono preso una freccia delle loro
balestre nel sedere. Volete vedere la cicatrice?
TUTTI (all’unisono)
No!
BILL
Balestre? Allestiscono fiere rinascimentali o roba del genere?
TED
Gli uomini dello Zar Rosso controllano il centro della città. Lo Zar ha inglobato la
maggior parte delle bande nella sua organizzazione e ha eliminato le altre. Ma
permette ad alcune di pattugliare le zone fuori mano per lui. Una sorta di
subappalto, immagino. Le Capre di Stone Mountain qui, le Lame di Kennesaw a
ovest. Lo Zar è un po' paranoico. Lascia che le bande si gestiscano da sole purché
non abbiano armi. Credo che abbia paura che possano coalizzarsi contro di lui.
BILL
E allora qual è il problema? Se tutti hanno queste stronzate di armi medievali,
possiamo tranquillamente attraversare il loro territorio.
TED
No, no, no. Dai retta al vecchio Ted. Non è una buona idea, nossignore. Non sono
bene armati, ma sono degli spietati bastardi, e sono tanti. La quantità è di per sé una
qualità, come diceva Stalin. E di solito sono talmente su di giri che le prime
pallottole non gli fanno niente.
SHEILA
Su di giri?
TED
Certo. Lo Zar li rifornisce di tutta l'anfetamina e la coca che vogliono. È così che
compra la loro lealtà. Diamine, ho visto una Capra di Stone Mountain caricare un
lupo rabbioso armato solo di un temperino. Intendiamoci, il lupo l'ha fatto a pezzi,
naturalmente, eppure...
MORTIMER
Ok. Quindi sono tipi da evitare.
Ted si pulisce le mani sull’impermeabile, alzandosi.
TED
Ok, ormai avranno finito con il cambio di turno. Andiamo.
MORTIMER (alzandosi)
Perché stiamo salendo?
TED
Le Capre hanno un baracchino da radioamatore, e a noi serve usarlo.
Raggiungono di nuovo il sentiero e Ted si arrampica su una roccia, scrutando con il
binocolo.
TED
Il vecchio Ted ha gli occhi di un'aquila, sai. Il naso di un lupo. L'udito fine di un
rinoceronte.
MORTIMER
Vedi qualcosa, rinoceronte?
TED
Merda! Merda merda merda!
MORTIMER
Cosa c'è?
TED
Capre di Stone Mountain. Venticinque. No, circa una trentina. Seguono le nostre
tracce. Li vedo sulla curva del sentiero laggiù.
(saltando giù dalla roccia e precipitandosi su per il sentiero)
Forza. Dobbiamo raddoppiare il ritmo di marcia. Siamo quasi arrivati.
Stacco.
Scena 48 – Esterno Giorno
Il sentiero sbocca in una radura. Di fronte a loro c'è un piccolo edificio basso con
ampie finestre sul davanti e un'antenna alta sei metri sul tetto. Un tizio esce fuori con
un panino in mano e un machete appeso alla cintura. Appena li vede molla il panino
e s'infila dentro l'edificio per uscirne un istante dopo con una balestra. Cerca
disperatamente di caricarla, annaspando con la freccia.
TED
Qualcuno spari a quel tipo!
Bill spara due colpi che centrano l’uomo al petto. Lascia cadere la balestra e crolla a
terra. Mortimer si guarda alle spalle. Adesso le Capre di Stone Mountain sono
visibili, una folla urlante che corre agitando in aria lame di ogni sorta.
MORTIMER
Dentro l'edificio!
Si precipitano tutti oltre il vano della porta buttandosi a terra. Pochi istanti dopo una
freccia sibila attraverso la finestra senza vetri, conficcandosi con un tonfo sordo
dentro uno degli zaini di Mortimer. Qualcosa fuoriesce dal foro nella tela.
BILL
Hanno centrato il caffè.
Mortimer guarda la polvere bruna riversarsi sul pavimento.
MORTIMER (digrignando i denti)
Bastardi!
Si alza in piedi impugnando la pistola mitragliatrice e spara. I bossoli volano
ovunque e la raffica crivella quattro Capre di Stone Mountain, spargendo ovunque
schizzi di sangue. Mortimer rovista nello zaino in cerca di un altro caricatore.
Altre due Capre scavalcano il davanzale della finestra. Bill spara. La prima Capra
cade all'indietro con un buco nel torace. La testa dell'altra esplode, imbrattando
pareti e mattonelle di sangue e materia cerebrale. Altre tre frecce volano dentro la
finestra, una sibila a pochi centimetri dall'orecchio sinistro di Mortimer.
MORTIMER
Qui siamo allo scoperto.
BILL
Dietro il bancone!
Mortimer, Bill e Sheila saltano oltre il bancone, dove c’è già Ted intento a
giocherellare con la radio. Sheila è la prima a riemergere dietro il bancone, sparando
con la sua MAC-10. Le Capre si nascondono dietro le rocce e gli alberi. Ted continua
a girare le manopole della radio, in un continuo alternarsi di sibili e interferenze.
TED
Pesce Palla, qui Grande Ted. Andiamo, Pesce Palla. Dannazione, non riesco a trovare
la frequenza.
BILL
Pensi che stia davvero chiamando qualcuno o fa solo finta?
MORTIMER
Una parte di me spera che stia facendo finta.
Mortimer salta su e sgancia in fretta una raffica di colpi, costringendo le Capre a
rintanarsi ancora, poi si tuffa di nuovo dietro il bancone per schivare una freccia che
rimbalza sulla parete alle sue spalle.
BILL
Cosa stanno aspettando?
MORTIMER
Possono restare seduti là fuori all'infinito, finché non arriverà il resto delle Capre. La
nostra situazione peggiora ogni minuto che passa.
TED
Pesce Palla, dove diavolo sei?
(dando un colpo alla radio)
Stronzo!
MORTIMER
Che diavolo stai facendo?
TED
Sto chiamando un taxi. E ora chiudi il becco e lascia lavorare il vecchio Ted.
MORTIMER (sbirciando oltre il bordo del bancone)
Stanno facendo qualcosa. Sheila, guarda dalla finestra laterale.
La ragazza avanza carponi, tenendo la testa bassa. Da un rapido sguardo fuori e
torna ad acquattarsi.
SHEILA
Stanno ammucchiando rami secchi.
BILL
Merda. Un falò.
La radio crepita e una voce affiora fra le interferenze.
VOCE
Grande Ted, qui Pesce Palla. Siamo a poco più di un chilometro. Ripeto, siamo a
poco più di un chilometro.
TED
Per la miseria!
SHEILA
Stanno dando fuoco ai rami, là fuori. Dico sul serio, ragazzi. Le fiamme stanno
aumentando.
Una mezza dozzina di Capre si lancia urlando verso l'edificio, le armi in una mano,
tizzoni accesi nell'altra. Il primo della schiera porta invece un secchio traboccante di
un liquido non ben identificato. Mortimer si drizza in piedi e spara due raffiche da
ogni mitragliatrice. Tre Capre crollano a terra, compreso l'uomo col secchio che però
prima di cadere scaraventa il recipiente in avanti. Il secchio vola, atterrando contro il
davanzale della finestra e versando il contenuto. Mortimer e Bill si fissano.
MORTIMER
Benzina.
BILL
Ooooh... merda.
Mortimer apre il fuoco contro i tre che si avvicinano rapidamente con le torce. Ne
abbatte due ma il terzo viene colpito solo di striscio. Con la bava alla bocca e gli
occhi spiritati, l'uomo lancia la torcia. Le fiamme si allargano rapidamente. Anche i
pantaloni dell’uomo prendono fuoco trasformandolo in una palla di fuoco che si
contorce e urla disperatamente.
TED (alla radio)
Sii prudente, Pesce Palla. La zona è calda. Ripeto, la zona è calda.
VOCE
Vediamo il fumo. Siamo diretti verso l'interno. Preparatevi a salire a bordo.
TED
Dobbiamo andare.
SHEILA (tossendo per il fumo)
Dici davvero?
BILL
Sono pronto.
MORTIMER
Ora!
Il gruppo scavalca il bancone e si precipita fuori. Una pioggia di frecce vola sopra la
loro teste. Mortimer, Bill e Sheila sparano in ogni direzione coprendo la fuga.
TED (indicando il cielo)
Eccolo! Pesce Palla! Pesce Palla!
Il gruppo gira dietro la casupola in fiamme, coperti dal fumo. Mortimer alza la testa
sorridendo, ma si blocca. Il suo sorriso si spegne.
Stacco su un piccolo dirigibile che galleggia nel fumo. Il ronzio da calabrone del suo
minuscolo motore e dell'elica posteriore riempie il cielo. Il velivolo appare
rattoppato e avvolto in una rete a cui sono fissate spesse funi che sostengono una
gondola scoperta con sacchetti di sabbia appesi alle fiancate.
MORTIMER
Mi stai prendendo per il culo???
Il piccolo dirigibile ballonzola goffamente nell'aria e comincia la sua discesa
drammaticamente lenta. Alcune figure appaiono a bordo della gondola. Il velivolo li
sorvola e si allontana.
TED (agitando le braccia)
Dove state andando? Avete superato il punto di atterraggio! Idioti figli di puttana,
avete superato il punto di atterraggio!
L'aerostato sbanda abbassando la prua e scompare sull'altro versante della
montagna.
MORTIMER (afferrando Ted per la manica)
Tornerà a prenderci?
TED (divincolandosi)
Non è una dannata macchina da corsa. Pesce Palla è poco maneggevole. Un
piroscafo a vapore riuscirebbe a virare più velocemente.
BILL
Decidete in fretta. Abbiamo compagnia.
Le Capre di Stone Mountain emergono dal fumo lanciandosi all’attacco.
TED
Seguitemi, se volete uscire vivi da qui.
Il gruppo attraversa di corsa una sommità rocciosa lanciandosi giù. Le frecce
continuano a fioccare. Mortimer spara qualche colpo alle spalle senza mirare.
MORTIMER
Mollate gli zaini!
Lasciano cadere i bagagli. Davanti a loro vediamo la cabina di una funivia per turisti.
La linea scende verso l'area turistica con una forte inclinazione. Ted spalanca lo
sportello e salta a bordo. Gli altri si precipitano dentro la cabina. Mortimer sale per
ultimo, si gira e scarica la pistola addosso alle Capre in arrivo abbattendone due.
BILL
La linea è alimentata in qualche modo?
TED
No. Ma la forza di gravità funziona ancora.
Il vecchio stacca una mazza da un gancio all'interno della cabina e la cala su un
perno nel pavimento, dove è assicurata una fune. Il perno salta in aria e la fune
scivola via dal fondo. La cabina trema e scivola lungo il cavo, prendendo velocità.
Mortimer lancia un'occhiata indietro. In cima alla montagna, le Capre continuano ad
agitare i pugni e a gridare incomprensibili imprecazioni. Presto diventano figure in
miniatura, mentre la cabina va sempre più veloce.
TED
Tenetevi forte, ragazzi. L'emozione non ha freni.
Ted tira un freno idraulico. Un morsetto aggancia il cavo in alto e una pioggia di
scintille accompagna l'assordante stridore dell'attrito fra metalli. La cabina rallenta,
ma non abbastanza e si schianta contro la stazione, scagliandoli uno addosso
all'altro. Si rialzano, verificando le ammaccature.
MORTIMER
State tutti bene?
BILL (raccogliendo il cappello)
Niente di rotto.
SHEILA (massaggiandosi una spalla)
Io sto bene.
TED
Il vecchio Ted ha la corazza di un armadillo, le ossa di...
MORTIMER
Non cominciare.
Escono dalla cabina e si guardano intorno.
SHEILA (indicando un punto)
Là.
Subito dopo un motel, al centro della strada, il Pesce Palla oscilla a due metri
dall'asfalto, trattenuto da una grossa fune legata a una cassetta postale. Una figura si
cala goffamente lungo una scaletta di corda. Indossa una sciarpa bianca e un
cappello a cilindro (Michael Parks).
TED
Quello è il reverendo Jake. Andiamo.
Corrono verso il dirigibile e il reverendo Jake gli si fa incontro sorridendo.
REV. JAKE (dando una pacca a Ted)
Grazie a Geova, ce l'hai fatta. Mi dispiace di aver superato il punto di atterraggio.
TED (abbracciandolo)
Cretino.
REV. JAKE (osservando il gruppo)
Questi sono gli uomini inviati da Armageddon?
MORTIMER
Io sono Mortimer. Loro sono Bill e Sheila.
REV. JAKE
Staremo meglio in aria. Abbiamo visto altre Capre di Stone Mountain.
Stacco.
Il gruppo sale a bordo del dirigibile. Ad attenderli un altro uomo, robusto e di bassa
statura (Jack McGee).
TED
Questo è il comandante Larry. Il nostro intrepido pilota, padrone dei cieli, che fiuta i
flussi e i riflussi delle correnti d'aria e conosce l'animo del colibrì.
Si sente il rumore di un motore. Un pickup avanza velocemente nella loro direzione.
Il comandante Larry e il Reverendo Jake cominciano a sganciare pesanti sacchi dalla
cabina buttandoli fuori. Larry prende in mano il pesante baracchino.
TED
Questo ci serve, maledizione!
LARRY
Siamo troppo pesanti. Non sapevo che avresti portato altri tre passeggeri.
Ted si slancia in avanti per salvare la radio ma è troppo tardi. Finisce in mille pezzi
sul duro asfalto della strada. Mortimer osserva affascinato il camion in
avvicinamento. Tre Capre sul sedile della cabina, un'altra mezza dozzina sedute sul
cassone, dove spicca un gigantesco rocchetto di avvolgimento per cavi accanto a
un'enorme balestra montata sul fondo del pickup.
MORTIMER
Ragazzi, credo che sia ora di muoverci.
Il dirigibile comincia a sollevarsi.
LARRY (sfrecciando verso la prua)
Ci siamo.
Il comandante tira più volte la cordicella e alla terza il motore parte. L'elica comincia
a girare sempre più velocemente e il piccolo dirigibile si allontana dolcemente ma
molto lentamente.
MORTIMER (guardando giù)
Più in alto!
LARRY
L'elica serve solo per le manovre e per spostarci in avanti. Il sollevamento dipende
dal peso, e abbiano già scaricato tutto il possibile. A meno che tu non voglia saltare
a terra.
Il camion si ferma con uno stridore di freni e le Capre si riversano sulla strada. Un
uomo rimasto dietro l'enorme balestra mette in tensione la corda e inserisce una
freccia lunga un metro e mezzo.
REV. JAKE (affiancandosi a Mortimer e guardando giù)
La chiamano balestra.
BILL
Io la chiamo "guai".
Estrae le sei colpi e apre il fuoco. I proiettili rimbalzano sull'asfalto vicino al camion e
uno fora lo sportello del passeggero. Il manovratore della balestra lascia partire il
colpo. La freccia vola dritta e veloce, trascinandosi dietro una corda sottile. Penetra
nella parte bassa della poppa, forando lo scafo di vimini e si conficca nella coscia di
Larry. La punta piramidale esce dall'altra parte portandosi dietro brandelli di carne e
schizzi di sangue. Larry lancia un grido acuto e cade. Si dimena gemendo. Mortimer
e Jake si precipitano verso il ferito, cercando di tamponare il flusso con le mani.
Qualcosa strattona il Pesce Palla che perde quota. Mortimer guarda verso il camion,
dove alcuni uomini stanno avvolgendo il cavo sul rocchetto.
TED
Tagliate la fune!
Mortimer tira fuori il coltello e si sporge oltre il fianco ma la freccia è troppo in
basso.
MORTIMER
Ricarica le pistole, Bill.
BILL
Lo sto facendo.
MORTIMER (inginocchiandosi accanto al pilota)
Ce la farà?
Jake è coperto di sangue. Guarda Mortimer e scuote la testa.
MORTIMER
Mi spiace.
Passa le mani intorno alla ferita, tentando di afferrare la punta della freccia sotto la
gamba.
LARRY (contorcendosi)
No, ti prego... oh, Dio!
Mortimer tira con violenza e il ferito urla ancora più forte. Mortimer continua a
tirare e l’asta della freccia esce fuori, ma il nodo all'altra estremità rimane impigliato
nella parte inferiore della coscia. Mortimer tira con tutta la forza che ha e Il nodo
salta fuori in uno zampillo di sangue e brandelli di carne. Larry sviene. Mortimer
comincia a segare la corda con il coltello. Quando riesce a staccarla il dirigibile
sobbalza, s'inclina e riprende lentamente il volo. Ted afferra il timone e dirige il
velivolo fuori dalla linea di tiro delle Capre. Mortimer e Jake si scambiano
un’occhiata, poi sollevano insieme il corpo di Larry e lo lasciano cadere fuori bordo.
Il Pesce Palla si solleva subito più in alto allontanandosi.
Stacco all’interno della cabina.
Scena 49 – Esterno Giorno
TED
Accidenti, detesto perdere un uomo.
REV. JAKE (togliendosi il cappello)
Possa il Signore guidare la sua anima in paradiso.
TED
Faresti meglio a chiedergli di guidare i nostri afflitti sederi a terra. Larry era il pilota.
Io so a malapena come manovrare questo aggeggio. Forse.
Il reverendo si dirige a poppa, intavolando una conversazione sottovoce con Ted.
Bill crolla a sedere a prua.
BILL
E ora che si fa, capo?
MORTIMER
Vediamo che cosa s'inventeranno stavolta.
Bill si cala il cappello sugli occhi, incrociando le braccia sul torace. Sheila è affacciata
al parapetto, vicina a Mortimer.
SHEILA
Non ho mai visto niente del genere. Cioè, sono stata in cima a una montagna e ho
visto il panorama lontano, ma mai così, con il vuoto sotto di noi.
MORTIMER
Ti fa paura l'altezza?
SHEILA
No, mi piace stare quassù. Siamo staccati da tutto.
Il reverendo Jake torna dal suo convegno con Ted e si schiarisce la gola.
REV. JAKE
Riteniamo che sarebbe meglio atterrare in uno spazio aperto, un campo o magari un
parcheggio. La poca dimestichezza che Ted ha con il timone del Pesce Palla potrebbe
rivelarsi rischiosa se dovessimo avventurarci in mezzo agli edifici alti e alle strade
strette del centro cittadino.
MORTIMER
E poi?
REV. JAKE
E poi proseguiremo a piedi.
Stacco.
Scena 50 – Esterno Giorno
Il dirigibile atterra su un vecchio campo di baseball pieno di erbacce. L'atterraggio è
tutt'altro che morbido, ma tutti scendono illesi.
MORTIMER
Bill, sali più in alto che puoi e dai un'occhiata in giro.
Il cowboy trotterella verso le tribune.
MORTIMER (a Ted)
Devo parlarti.
TED
Parla.
MORTIMER
È previsto un piano B?
TED (ridacchiando e scuotendo la testa)
C'era a malapena un piano A.
MORTIMER
Racconta.
TED
E’ semplice. Io faccio parte di un esercito raffazzonato e clandestino che mira a
strappare il potere dalle grinfie dello Zar Rosso. Tu invece eri quello incaricato di
avvicinare lo Zar e scoprire i suoi piani diabolici, soprattutto quando aveva in
programma di attaccare Armageddon. Avvisato con il dovuto anticipo, Armageddon
avrebbe avuto il tempo per organizzare un contrattacco a sorpresa. Dovevamo
atterrare sul tetto di un alto edificio ad Atlanta col favore delle tenebre. Servendomi
della radio, ormai in mille pezzi sulla strada del parco di Stone Mountain, avrei
coordinato le operazioni con il nostro "infiltrato", uno degli uomini di fiducia dello
Zar, perché catturasse te e ti consegnasse allo Zar. Per allora, si sperava che le spie
dello Zar avessero già riferito che eri da poco evaso dalla prigione di Armageddon
dopo aver preso visione dei suoi piani di difesa, delle forze militari ecc.
(sospira)
Lo Zar non saprà resistere. Una volta che l'avrai avvicinato scoprirai i suoi piani e, se
possibile, lo ucciderai.
MORTIMER (grattandosi il mento)
Piuttosto debole come piano.
TED
Be', ormai è andato a farsi fottere. Dovremo improvvisare. Primo, dobbiamo portare
il Pesce Palla lontano da sguardi indiscreti. Le Capre spargeranno la voce in giro e
l’intera area metropolitana organizzerà una battuta di caccia per trovarlo. Poi
accampiamoci per la notte e riposiamo. Domani ci aspetta una lunga marcia.
Dissolvenza.
Scena 51 – Esterno Giorno
Parte “Beyond the surf” dei Tornadoes.
Vediamo i cinque in marcia mentre attraversano vari ambienti. Stazioni di servizio
sventrate, agenzie di prestiti e banche abbandonate, una lavanderia automatica con
la vetrina sfondata da un fuoristrada Hummer giallo. Attraversano un altro quartiere
residenziale e raggiungono un parco pieno di erba alta e gialla.
Stacco sulla musica che sfuma.
Scena 52 – Esterno Sera
Parte “The River” di Bruce Springsteen.
E’ sera e il gruppo è accampato attorno a un fuoco.
BILL (biascicando un pezzo di carne essiccata)
Avevo sempre un iPod con me. Mi piaceva scaricare canzoni da Internet. Ragazzi,
adoravo Christina Aguilera. E Moby. Spero che facciano ancora musica.
SHEILA
C'è ancora la loro musica.
BILL
Mi riferivo ai CD e al digitale e tutto il resto. Vai a un Joey's e un gruppo suona, è
piacevole, certo, ma non è come scorrere diecimila brani su Napster, cercarli e
sceglierne quanti ne vuoi.
MORTIMER
L'elettricità sta per tornare. La gente ricomincerà a usare queste cose, forni a
microonde e lettori CD. Forse persino Internet.
BILL
Non è la stessa cosa. Non è come essere collegati a qualcosa nel momento in cui sta
accadendo. Puoi anche riesumare vecchi CD e un lettore e farlo funzionare, ma
saranno sempre resti del passato. Non ci sarà più un presente.
JAKE
Ne costruiremo uno nuovo. Sarà dura, ma lotteremo e terremo duro, e realizzeremo
ancora qualcosa di nuovo.
MORTIMER (battendo le mani)
È il momento di decidere.
Tutti lo fissano incuriositi.
MORTIMER
Stiamo per entrare fino al collo nel territorio delle Strisce Rosse. Per me si tratta di
una cosa personale. Come sapete, sto cercando mia moglie. Quindi sono spinto
prima di tutto da motivazioni personali.
BILL
Puoi ficcarti il tuo discorso da eroe su per il culo se credi che io sia il tipo da piantare
in asso un socio.
MORTIMER (sorridendo)
Lo apprezzo, Bill. Più di quanto immagini. Ma è un lavoro da fare in solitaria, e
sarebbe assurdo mettere a repentaglio la vita di tutti.
SHEILA
Sei un idiota. La cosa più bella che si possa avere è qualcuno che si prenda cura di te
e di cui tu possa prenderti cura. Noi siamo qui per te e tu la consideri come una cosa
senza valore. Quella stronza di tua moglie è venuta a cercarti? No, cazzo. Quindi
vaffanculo, Mortimer Tate.
Mortimer rimane a bocca aperta.
MORTIMER
Io...
(scuotendo la testa)
Ok. Grazie, ragazzi Mi spiace. Avrei dovuto capirlo prima di farfugliare quelle
stronzate da eroe.
Sheila si gira dall'altra parte, rannicchiandosi a dormire con la schiena rivolta al
fuoco. Mortimer lancia un'occhiata a Ted dall'altra parte del bivacco. Il vecchio gli
risponde con un lieve cenno del capo.
Stacco sulla musica che sfuma.
Scena 53 – Esterno Alba
Tutti dormono. Le prime luci dell’alba colorano l’orizzonte. Mortimer si alza
lentamente e va a scrollare la spalla di Ted, appisolato seduto vicino a un albero.
L’uomo si desta e Mortimer gli fa cenno di seguirlo. Si allontanano di un centinaio di
metri.
MORTIMER
Grazie per aver scelto l'ultimo turno di guardia. Mi hai reso le cose più facili.
TED
I tuoi amici saranno molto seccati.
MORTIMER
È per il loro bene. Che mi dici del reverendo?
TED (stringendosi nelle spalle)
È un uomo pratico. Capirà, e indicherà ai tuoi amici una pista sicura per allontanarsi
dalla citta.
MORTIMER
Muoviamoci.
Stacco su Mortimer e Ted che entrano in una zona piena di alti edifici. Ai lati della
strada parecchi pali sormontati da teste in putrefazione. Mentre attraversano una
piazza Ted trascina improvvisamente Mortimer nel vano di un portone. Osservano
in silenzio sei Strisce Rosse marciare lungo una traversa davanti a loro. Si sente il
rombo di un motore e vediamo una Buick sfrecciare lungo una via del centro con
due Strisce Rosse a bordo.
MORTIMER (a bassa voce)
Se sta raffinando benzina, perché le pattuglie di Strisce Rosse girano a piedi?
TED
Per varie ragioni. Prima di tutto, stanno risparmiando la benzina per un attacco su
vasta scala. Lo Zar ha in mente qualche bella sorpresa, ma nessuno dei miei
informatori è riuscito a scoprire di che si tratta. Inoltre lo Zar non è in grado di
salvaguardare ogni carico di benzina. Qualcuno sta sabotando la sua linea di
approvvigionamento.
(sorridendo)
È così che ci siamo procurati il carburante per il motore del Pesce Palla.
Proseguono il cammino finché raggiungono un edificio. Entrano dalla porta
posteriore, percorrendo un corridoio e si acquattano dietro una finestra.
TED (guardando fuori)
Quella è la roccaforte dello Zar.
MORTIMER (sbriciando fuori)
L'Omni hotel, sede della CNN?
TED
Non è incredibile? Mi fa così incazzare!
Vediamo il palazzo. Ci sono una dozzina di guardie a entrambi i lati dell'ingresso.
TED
Quello è il castello dello Zar. Lì dentro ordisce tutti i suoi piani, e i suoi uomini
vanno e vengono, di notte e di giorno, per eseguire i suoi ordini.
MORTIMER
Che aspetto ha questo Zar?
TED
Non te l'hanno detto? Alto più di due metri con denti da squalo.
Mortimer lo fissa sbalordito.
TED (sospirando)
Capolinea, gringo. Ora tocca a te. Non tengo alla tua pelle quanto i tuoi amici, ma ti
auguro comunque buona fortuna.
Si stringono la mano.
TED
Cerca di non morire, Mortimer Tate.
Dissolvenza.
Scena 54 – Esterno Alba
Mortimer attraversa la strada con passo deciso.
MORTIMER (allargando le braccia)
Voglio vedere il gran capo.
Le guardie in servizio si fissano qualche secondo sbalordite. Poi si muovono in fretta,
saltandogli addosso. Lo atterrano perquisendolo e legandogli le mani dietro la
schiena.
Stacco.
Scena 55 – Interno Mattina
Mortimer è seduto su una sedia scomoda, con una guardia armata piazzata di fronte,
braccia conserte, volto di pietra e una pistola nella fondina da spalla. La porta si apre
ed entra un uomo (Eli Roth).
Indossa un completo nero di ottima fattura, con cravatta nera, e una fascia rossa sul
braccio. Stringe in mano una cartella in pelle.
UOMO (con tono cordiale)
Salve.
MORTIMER
Salve.
UOMO
Gola secca? Vuole un po' d'acqua?
MORTIMER
Sì, grazie.
A un cenno dell’uomo la guardia prende un bicchiere d’acqua e la accosta alle labbra
del prigioniero facendolo bere.
MORTIMER
Grazie.
UOMO
Di nulla. Sono Terry Frankowski. Passeremo un po' di tempo insieme, quindi spero
che vorrà chiamarmi Terry.
MORTIMER
Ok.
TERRY
Sentiamo la sua esposizione dei fatti, Mortimer.
MORTIMER
Come sa il mio nome?
TERRY
Abbiamo trovato la carta Platinum Joey Armageddon's fra le sue cose. E adesso
parliamo di affari. Pronto?
MORTIMER
Certo.
Terry si schiarisce la gola.
TERRY
Sono un membro del servizio informazioni dello Zar ma, a essere sincero, la mia
specialità è l’analisi dei dati. In genere non vengo coinvolto negli interrogatori ma
ero l'unico a disposizione.
MORTIMER
Cercherò di agevolarle il compito.
TERRY (tirando fuori dalla cartella una matita e un blocco per appunti)
Bene, ho qui una serie di domande e di procedure da seguire per facilitare il
confronto. Prima domanda: è qui per uccidere lo Zar?
MORTIMER
In realtà credo che potremmo evitare di perdere tempo. Se potessi solo parlare con
lo Zar...
TERRY (sorridendo)
Sì, il fatto è che ho qui questa lista di domande e preferirei arrivare fino in fondo.
Sono un tipo che ci tiene alle regole e, guardi, voglio essere onesto con lei, ok? Mi
trovo in condizioni alquanto insolite per me, quindi credo proprio che dovrò
attenermi alla procedura. Passiamo alla successiva. È qui per rubare benzina o per
sabotare le scorte di benzina delle Strisce Rosse?
MORTIMER
No.
TERRY
Super. Adesso passiamo a...
(consultando il blocco)
Oh, aspetti. Qui dice di non crederle e fra parentesi c'è scritto "colpirlo in faccia".
(facendo una smorfia)
Penso che potremo saltare anche questo. Le cose procedono piuttosto bene, non
trova?
La guardia con la faccia di pietra si schiarisce la gola e scuote la testa.
TERRY
Oh, le regole sono regole.
Si sporge in avanti descrivendo un ampio arco con la mano e assesta un solenne
ceffone sulla guancia di Mortimer.
Terry sfoglia una pagina, poi un'altra, dando una scorsa alla lista.
TERRY
Oh, santo cielo. Sembra che ne avremo per un bel po'.
Stacco.
Scena 56 – Interno Giorno
Mortimer è in una cella, incatenato alla parete e sembra piuttosto malconcio.
Sentiamo una porta aprirsi e qualcuno entrare. Mortimer non alza nemmeno la
testa. Un panno strizzato gli viene passato delicatamente sul viso.
MORTIMER (con voce bassa e rauca)
Chi sei?
VOCE FEMMINILE
Che delusione. Sono passati solo nove anni e non riconosci più nemmeno tua
moglie?
Mortimer alza la testa, sbattendo le palpebre.
MORTIMER
Anne?
La donna (Eva Mendes) sorride.
Sembra in ottima salute. Gli occhi di Mortimer si riempiono di lacrime.
ANNIE (sorridendo)
Sei sempre stato uno stupido sentimentale. Ma cosa ci fai qui?
MORTIMER (sorpreso)
Sono venuto per te.
ANNIE
Per me? Ma sei impazzito?
MORTIMER
Beh, sei mia moglie.
ANNIE (incredula)
Lo ero nove anni fa. Non sono più tua moglie.
MORTIMER
Non ho mai firmato le carte del divorzio.
ANNIE (scoppiando in una risata)
Le carte del divorzio? Depositate presso quale tribunale? Pensi che i documenti legali
valgano ancora qualcosa? La nostra ipoteca o la polizza di assicurazione sulla vita?
Dove pensi che potremmo riscuotere i buoni di risparmio che ci ha dato tuo zio?
MORTIMER
Io non ho mai accettato.
ANNIE
Non dovevi accettare. L'ho fatto io per tutti e due.
(sospirando)
Non sei qui pei il nostro matrimonio, vero?
MORTIMER
No, in realtà, no. Dovevo rivederti. Solo per sapere, dopo il modo in cui ci siamo
lasciati. Sentivo di doverti almeno questo. Volevo... volevo sentire che stavi bene.
ANNIE (continuando a pulire il viso di Mortimer)
Diciamo che mi hai lasciato nei guai. Non sono venuta a setacciare la riserva naturale
con le carte del divorzio in una mano e una penna nell'altra, invocando il tuo nome.
Mi sono limitata a sperare che saresti rinsavito e tornato a casa, comportandoti da
adulto. Ero a Chattanooga da mia mamma quando è scoppiato tutto il casino.
Durante il primo anno ce la siamo cavata, ma lei è morta l'inverno dopo e sono
tornata a Spring City.
MORTIMER
A cercare me?
ANNIE
Mi spiace, Mortimer, no. Volevo solo tornare a casa. Semplice. Stupido, se vuoi. Ma
la mia casa non era più mia. Ho cominciato a vagare senza meta e ho imparato a
uccidere per sopravvivere. Mi sono indurita in fretta. Volevo vivere. E se vuoi
vivere, devi capire come funzionano le cose e adeguarti.
MORTIMER
Ho intenzione di portarti via di qui. Forse non rimedierà al passato, ma è un primo
passo. Col tempo, sistemerò le cose, in qualche modo.
ANNIE
E farti incatenare al muro di una cella rientra nel tuo piano di salvataggio?
MORTIMER
Non penso che tu possa tirarmi giù, vero?
ANNIE (scuotendo la testa)
Impossibile. Mi hanno permesso di venire qui a medicarti e a darti da bere.
Probabilmente vogliono che ti convinca a collaborare. Forse pensano che il fatto di
vedermi ti renderà più malleabile. Sanno che ero tua moglie. Accetta un consiglio:
pensa a te stesso. Ti consiglio di dirgli tutto quello che vogliono sapere. Possono
renderti le cose davvero difficili se vogliono.
MORTIMER
Non me ne andrò senza di te.
ANNIE (facendo una smorfia)
Piantala con queste stronzate da eroe. Ti assolvo, ok? Sei perdonato, quindi non mi
devi più nulla. Per di più, quando mi hanno catturata, hanno preso anche alcune
delle mie ragazze, una dozzina. Le stavo portando a Little Rock per aprire un nuovo
Joey Armageddon's. Mi sento responsabile per loro, e non le abbandonerò. Quindi,
capisci che non posso scappare con te solo per farti sentire un bravo ragazzo.
MORTIMER
Non essere ridicola. Ho fatto tutta questa strada...
ANNIE
Non sei l'unico che ha percorso una lunga strada e ne ha passate di tutti i colori. Per
me è stato lo stesso. E anche per le mie ragazze. Fattene una ragione.
MORTIMER
Almeno dimmi perché porti quella tonaca.
ANNIE
Questa?
Fa un passo indietro e apre la veste. Sotto indossa un bikini rosa neon.
ANNIE (richiudendola)
Lo Zar ci tiene come in un harem. Dobbiamo indossare tutte costumi da bagno e
biancheria intima, quasi fosse la sede di "Playboy" o roba simile.
MORTIMER
Ma... pretende qualcosa da voi?
ANNIE
No. Non lo vediamo mai. Mi domando se esista davvero.
MORTIMER (accennando un sorriso)
Alto più di due metri con i denti da squalo?
ANNIE (ridendo)
Così dicono.
Qualcuno bussa alla porta.
VFC
Tempo scaduto.
Annie posa delicatamente una mano sul viso di Mortimer e lo bacia sul naso.
ANNIE
Grazie per essere venuto, ma vattene di qui, scappa, fa' quel che vuoi, ma non ti
preoccupare per me.
Si rialza, allontanandosi.
Dissolvenza.
Scena 57 – Interno Giorno
Mortimer è sempre appeso per le braccia, con la testa china. La porta della cella si
apre cigolando. Un uomo sulla sessantina (Dennis Christopher) entra e si ferma con
le mani dietro la schiena.
Indossa anche lui un completo nero e una fascia rossa sul braccio.
UOMO
Ho sempre pensato che fosse un po' troppo teatrale.
Mortimer alza la testa e lo fissa con un ghigno.
MORTIMER
È graziosa. Sto pensando di arredare la mia casa di campagna in stile medievale.
Posso sapere chi diavolo è lei?
UOMO
Il mio nome è Ford. Jim Ford. Sono il capo di Terry Frankowski. Avrei dovuto
occuparmi io di lei al posto di Terry, ma ero fuori sede per sbrigare alcune faccende.
MORTIMER
È qui per il secondo round?
FORD (scuotendo la testa)
Sono venuto a prenderla. Qualcuno vuole scambiare quattro chiacchiere con lei. Ma
non si monti la testa. Ho fatto il poliziotto per ventidue anni ad Atlanta, e so come
far cantare un sospettato. Prima o poi parlerà.
MORTIMER
Grazie. Anche lei mi piace.
Ford tira fuori un mazzo di chiavi dalla tasca e si avvicina a Mortimer.
Dissolvenza.
Scena 58 – Interno Giorno
Mortimer è portato a braccia da due energumeni lungo un corridoio e preceduto da
Ford. Il gruppo entra in un ascensore e le porte si chiudono. Quando si riaprono
vediamo un piccolo atrio con una singola porta di fronte.
FORD
Questa è la sua fermata.
Mortimer esita, poi muove un passo fuori dalla cabina. Ford e le due guardie non
scendono. Le porte si richiudono e Mortimer rimane da solo. Si avvicina alla porta e
abbassa la maniglia, aprendola con circospezione. Vediamo una vasta area per uffici
trasformata nella parodia di una sala del trono. Quattro Strisce Rosse sono ferme
sull'attenti contro le quattro pareti, con i fucili in pugno. In fondo alla sala c'è un
trono rivestito di velluto rosso rifinito in oro. Dietro, una grande bandiera con una
striscia rossa su fondo bianco. L'uomo seduto sul trono (Tommy Tyny Lister) sorride.
I denti sono stati affilati a punta. Indossa una casacca di pelle nera, senza nulla sotto.
Impugna una clava di legno stile uomo delle caverne e al collo ha una collana di
orecchie e nasi umani. Mortimer deglutisce a fatica.
GIGANTE (con voce cavernosa)
Chi osa presentarsi al cospetto dello Zar Rosso?
MORTIMER (schiarendosi la gola)
Mortimer Tate.
GIGANTE (cambiando espressione)
Oh.
(indicando una porta sulla destra)
Da quella parte, allora.
MORTIMER (sorpreso)
Come?
GIGANTE
Vuole vedere lo Zar?
Mortimer annuisce.
GIGANTE
Oltre quella porta. Avanti.
Gli occhi di Mortimer guardano la porta, poi tornano sul gigante. Si avvia in quella
direzione tenendo d’occhio le guardie. Poi apre la porta, entra e si richiude la porta
alle spalle. Si guarda intorno. Siamo in un laboratorio, pieno di recipienti becher e
provette. Una radio a onde corte sibila in un angolo. Mortimer osserva con curiosità
le etichette di alcuni pentoloni che stanno bollendo.
BIONDA ANNACQUATA DI FREDDY
PISCIA GIALLA DI FREDDY
MOSCATO MAL DI DENTI DI FREDDY
BRANDY NAUSEA DI FREDDY
Mortimer si gratta la testa.
VFC
Benvenuto nella mia stanza dei giochi, Mr Tate.
Mortimer sussulta, girandosi di colpo. Si trova davanti un ometto sorridente (Tom
Savini).
OMETTO
Sono lo Zar Rosso. Ma, la prego, mi chiami Freddy.
Mortimer lo fissa sbalordito.
MORTIMER
Mi sta prendendo per il culo?
FREDDY
Assolutamente no.
MORTIMER
Ma lei è il tipo che fabbrica i liquori e la birra e tutto il resto. Non... non... non può
essere lo Zar.
FREDDY
Cosa si aspettava?
MORTIMER
Tre metri di altezza e denti da squalo.
FREDDY (ridacchiando di gusto)
Ah, si riferisce a Horace nella sala del trono. Sì, fa bene esternare un'immagine ben
precisa. La paura è uno strumento utile e, resti fra noi, ho un debole per quel genere
di cose. Anche la prigione. Ho giocato tanto a Dungeons & Dragons.
Mortimer lo fissa sempre sbalordito.
MORTIMER
Ma... come...?
(sbottando)
Insomma si può sapere chi diavolo è lei? Un fabbricante di birra con l'hobby della
conquista, o un guerrafondaio che si diletta a produrre alcolici di merda come lavoro extra?
FREDDY
È una lunga, incredibile storia di stupore e meraviglia.
(guardando l'orologio)
Ma poiché domani lancerò un'offensiva che cancellerà Joey Armageddon, non ho
davvero tempo per fare onore alla storia.
MORTIMER
Ma perché dovrebbe distruggere Armageddon? Nei suoi club servono tutti i liquori
prodotti da lei.
FREDDY (accigliandosi)
Quell'idiota di Marx pensava che la produzione fosse la chiave di tutto. Era un illuso.
È sempre stata una questione di distribuzione. Non mi basta più produrre. Voglio
tutto, niente escluso. Rileverò i suoi club e li gestirò personalmente.
Mortimer fissa lo Zar negli occhi. Poi si guarda intorno, osservando le provette sui
banconi.
FREDDY
Inoltre pensa che Joey Armageddon sia una così brava persona? I direttori di quei
locali vivono come re di fronte ai quali s'inchina l'intera città. È Armageddon che fa
l'imperatore dalla cima della sua montagna. Una realtà decisamente feudale. Ha ipnotizzato tutti a suon di chiappe e capezzoli.
MORTIMER
E io cosa c'entro in tutto questo?
FREDDY
Sappiamo che è evaso dalla prigione di Armageddon. I miei uomini dicono che potrebbe avere delle informazioni interessanti.
MORTIMER
È per questo che sono venuto qui. Ho pensato che avrei potuto venderle.
FREDDY
In cambio di cosa?
MORTIMER (alzando le spalle)
Forse voglio diventare qualcuno in questo mondo. Forse voglio trovarmi dalla parte
dei vincenti. E forse ho pensato di vendere le informazioni in cambio di mia moglie.
FREDDY
Da quel che ho sentito, non è così disposta a volare fra le sue braccia.
MORTIMER
Sono un tipo che si adatta.
FREDDY
Io no. Lancerò la mia offensiva domani. Armageddon sarà annientato e i suoi ridicoli
locali e tutte le loro risorse apparterranno a me. Una volta che avrò il controllo della
regione, il resto del continente s'inginocchierà ai miei piedi. E nessuno potrà fermarmi. Nemmeno lei, Mr. Tate.
Si sente un clic e Mortimer abbassa lo sguardo. Lo Zar tiene una pistola puntata verso di lui.
FREDDY (fissandolo)
Sembro innocuo, vero? Ma non sono nato ieri.
MORTIMER
Io conosco i piani di difesa di Armageddon.
FREDDY
Mmm, no, non credo.
MORTIMER
Sa che posso farlo. Ha delle spie che possono confermarlo.
FREDDY
Ho molte spie che mi raccontano molte cose. Non è vero, Lars?
Mortimer si volta, rimanendo a bocca aperta. Lars avanza verso di lui, impugnando
a sua volta una pistola.
LARS
Le faccio le mie scuse, Mr Tate. Ma temo di aver lavorato per tutto il tempo al servizio dello Zar.
FREDDY
Il fatto che lei sia una semplice pedina in uno dei labili piani di Armageddon mi conferma che deve sentirsi debole e disperato, perciò ne approfitterò per lanciare subito
la mia offensiva.
Mortimer sospira profondamente.
MORTIMER
Ho delle informazioni utili. Qualcosa di cui Armageddon non è al corrente. Deve ascoltarmi.
FREDDY
Comincia a seccarmi, Tate. Lars accompagna Mr Tate all'ascensore, dove lo attende
Jim Ford per portarlo nell'arena dei cani.
LARS (alzando la pistola)
Prego, da questa parte, Mr Tate.
Stacco.
Scena 59 – Interno Giorno
Mortimer rientra nell’ascensore dove lo attendono Jim Ford e Terry Frankowski insieme a qualche scagnozzo di supporto.
FORD (sorridendo)
Così ho saputo che è destinato all'arena dei cani. Bene. Un po' di intrattenimento
per i miei ragazzi.
MORTIMER
Immagino che l'arena dei cani non sia il nome originale di un locale bar.
TERRY (ridendo)
No, è un'arena vera e propria. Profonda circa sei metri.
FORD
Con i cani. Rottweiler. Di solito una decina.
Terry allunga una mano per premere il pulsante del terzo piano.
FORD
Dovevamo scendere direttamente all'arena dei cani. Che diavolo stai facendo?
TERRY
Ho dimenticato una cosa in ufficio. Ci metterò un secondo.
FORD
Al diavolo, la prenderai più tardi.
TERRY (alzando le spalle)
Ho già premuto il pulsante.
FORD (sbuffando)
Lascia aprire e chiudere le porte, e proseguiremo la nostra discesa.
Le luci sulla pulsantiera scendono di piano in piano: settimo, sento, quinto… Quando s'illumina il pulsante del quarto piano, Terry afferra il polso di Mortimer. Appena
la luce sfarfalla indicando il terzo piano, Terry si butta a terra trascinandosi dietro
Mortimer proprio mentre le porte della cabina si aprono.
FORD
Ehi, ma che cavolo...
Ted e il reverendo Jake aprono il fuoco con un paio di pistole mitragliatrici, sventagliando l'interno dell'ascensore ad altezza torace. I corpi devastati delle Strisce Rosse
si contraggono convulsamente sotto la raffica di proiettili, e una pioggia di sangue si
riversa su Mortimer. Corpi senza vita si ammucchiano sopra di lui.
MORTIMER (scrollandoseli di dosso)
Ma che cazzo...
Ted e il reverendo lo afferrano per le braccia e lo aiutano a rialzarsi.
JAKE (osservando i cadaveri sul pavimento della cabina)
Dio abbia pietà delle vostre anime malvagie.
TED
Terry è il nostro contatto. Ci ha aiutato a organizzare la tua fuga.
TERRY
Mi dispiace per l’interrogatorio. Dovevo salvare le apparenze.
MORTIMER (sorridendo)
Nessun problema.
Gli sferra una ginocchiata sulle palle. Terry si piega in due, senza fiato.
TERRY (con un filo di voce)
Ok, perfetto. Me lo merito.
TED (afferrando Mortimer)
Sei riuscito ad avvicinarlo? Ti ha mandato a chiamare, giusto? L'hai ucciso?
MORTIMER (scuotendo la testa)
Sapeva chi ero. Era al corrente di tutto.
TED
Merda. Non hai scoperto nulla?
MORTIMER
Non mi ha dedicato molto tempo. Era troppo preso dai preparativi per l'offensiva
che lancerà domani.
TED e JAKE (all’unisono)
Domani???
JAKE
Stirpe di Satana! Ha benzina a malapena sufficiente. Davamo per scontato che avrebbe aspettato un'altra settimana, magari due.
TED
Dobbiamo avvisare Armageddon. Ed è comunque ora che ce ne andiamo di qui.
Spingono i corpi delle Strisce Rosse nel corridoio e ripartono con l'ascensore. Ted
preme il pulsante del tetto.
MORTIMER
Aspetta, mia moglie! Lo Zar la tiene prigioniera insieme a un gruppo di altre donne.
Non possiamo lasciarle qui.
TED
Non c'è tempo.
MORTIMER
Non me ne andrò senza di loro.
TED
Sono in cima all'altra torre, non ce la faremo mai.
MORTIMER (premendo il pulsante Alt)
Non è negoziabile.
Sospirando Ted estrae una pistola-teaser e spara a Mortimer che crolla a terra, in
preda alle convulsioni.
TED (riavviando l’ascensore)
Mi spiace. Ma i tuoi amici mi hanno detto che sei un tipo cocciuto.
Stacco.
Scena 60 – Esterno Sera
Il gruppo ora è a bordo del Pesce Palla. Sheila è china su Mortimer e gli sta asciugando il viso.
SHEILA
Ti senti meglio?
MORTIMER (sbattendo le palpebre)
Sì.
SHEILA
Quando ti sarai ripreso, ricordami di prenderti a calci in culo.
JAKE (alla radio)
Pesce Palla a Joey Uno. Ci sei, Joey Uno?
VOCE (in mezzo alle interferenze)
Qui Joey Uno. Procedi, Pesce Palla.
JAKE
Bart il Nero ha intenzione di far fuggire il bestiame domani mattina. Ripeto, domani
mattina. Dovete mobilitarvi subito.
VOCE
Ricevuto, Pesce Palla.
Il dirigibile sorvola la città avvolta già dal buio, allontanandosi.
Dissolvenza.
Scena 61 – Esterno Alba
E’ l’alba e vediamo un piccolo accampamento con alcune persone che si muovono
tra le tende. Stacco all’interno e vediamo Mortimer. E’ disteso su una branda e sta
bevendo una zuppa. Ted è seduto su una panca accanto a lui e sta masticando
qualcosa.
TED
Al diavolo la carne secca di ratto.
MORTIMER
Avete allestito un accampamento per far atterrare un piccolo dirigibile?
TED
Questo è il punto di incontro Alfa. Qui abbiamo accumulato provviste e le abbiamo
tenute nascoste per mesi. In questo modo le forze di Armageddon possono essere
mobilitate in fretta. Le riforniremo quando passeranno di qui prima di colpire lo Zar.
VFC
Bene, bene, bene, ecco qui il supereroe figlio di puttana faccio-tutto-da-solo .
Mortimer volta lo sguardo e vediamo Bill entrare nella tenda. Indossa un lucente
cappello blu da ufficiale nordista.
MORTIMER (alzando una mano)
Ho già avuto una tirata d'orecchie da Sheila.
BILL
Questa società non può funzionare se continui ad andartene per conto tuo e a
prenderti tutto il divertimento.
MORTIMER
Non accadrà più.
BILL (accennando un sorriso)
Vieni con me. Ti mostro una cosa.
Stacco su Mortimer avvolto in una coperta che segue il cowboy. Raggiungono un
ripido terrapieno e si ritrovano a dominare l'Interstatale a dodici corsie,
completamente deserta.
Parte la intro strumentale di “Because the night”, suonata dalla E Street Band.
BILL (indicando verso Atlanta)
Guarda laggiù.
Vediamo un lampo di luce, poi un altro. Poi una fila di esplosioni bianco-arancioni.
Ogni quattro o cinque lampi si sente un debole scoppio.
BILL
L'esercito clandestino di Ted. Stanno cercando di incasinare la tabella di marcia dello
Zar. Una squadra voleva arrivare alla benzina e far saltare in aria il deposito, ma
penso che sarà un buco nell'acqua. Troppa sorveglianza.
(fissando l’orizzonte con i pollici infilati nella cintura)
Stasera morirà un sacco di gente.
MORTIMER
È una vera guerra, no? Non è una rissa tra bande di quartiere. È una guerra.
BILL (annuendo)
Già. E non penso che possiamo sederci ad aspettare pazientemente che finisca. Lui è
il cattivo e deve essere fermato.
(porgendogli un oggetto avvolto in un panno)
Non è stato facile procurarmela. Ma non volevo che andassi in giro nudo.
MORTIMER (osservando la calibro 38 avvolta nella stoffa)
Grazie.
(sospirando e tornando a guardare le esplosioni)
Beh, penso che ci toccherà combattere per Armageddon. Se perde la guerra non
vedremo mai i nostri ventimila dollari.
Stacco sulle luci che lampeggiano dalla città mentre la musica sfuma.
Scena 62 – Esterno Mattina
Adesso è mattina e una fitta nebbia avvolge tutto. Bill è seduto sul guard-rail
dell’Interstatale, mentre Mortimer poco più indietro osserva l’orizzonte senza
riuscire a vedere niente. Un rumore in sottofondo aumenta di volume e i due si
guardano. Sembrano motori in avvicinamento.
MORTIMER
Motori… Maledizione, da quale direzione? Vengono dalla città?
BILL (balzando in piedi)
Strisce Rosse?
Il rumore aumenta. Entrambi estraggono la pistola.
MORTIMER
Preparati a muovere il culo.
Nella nebbia vediamo sbucare un paio di fari, poi un altro, poi una cortina di fari
che percorrono l'interstatale. Sagome indistinte emergono dalla nebbia, prendendo
forma. Vediamo la vettura in testa alla colonna. Il tetto è stato eliminato per fare
spazio a una mitragliatrice montata sul sedile posteriore. L'uomo è in piedi al posto
del passeggero, con la testa e le spalle oltre il parabrezza, splendido nella sua
impeccabile uniforme e il berretto rosa.
MORTIMER
Generale Malcolm!
La testa dell'uomo di colore si gira, localizzando Mortimer. Prende una cuffia
auricolare e sbraita qualcosa dentro il microfono finché la colonna di macchine si
ferma.
MALCOLM
È lei, Tate?
MORTIMER
Sì.
(scavalcando con Bill il guardrail e raggiungendo la vettura)
E questa cos'è?
MALCOLM
Una Toyota Prius. Sapevamo che la benzina sarebbe stata un problema, così abbiamo
recuperato solo automobili a basso consumo di carburante. Il gruppo d'attacco è
formato in totale da sessantuno vetture. Cinquantuno ibridi e dieci Mini Cooper.
Siamo le forze d'assalto più ecologiche della storia. È qui insieme all'esercito
clandestino?
MORTIMER (sorridendo)
Sì, vi stavamo aspettando.
Membri dell'esercito di Ted emergono dalla nebbia con carburante, munizioni e
viveri, cominciando a rifornire le forze d'assalto.
TED (materializzandosi accanto a Mortimer)
Tutto sta andando come previsto, generale.
MALCOLM
La ringrazio. Dica ai suoi uomini di sbrigarsi. È meglio avvicinarci il più possibile col
favore della nebbia.
Ted corre via a orchestrare le operazioni di rifornimento.
MALCOLM
Mi auguro che la notizia dell'attacco dello Zar non sia una balla, Tate. Abbiamo
impegnato tutte le nostre forze. Sarebbe un disastro per noi se ci avesse trasmesso
un'informazione errata.
BILL
Vi servono altre due mani?
MALCOLM
Le Mini Cooper sono a corto di artiglieri. Sono in fondo alla colonna. Ma farete
meglio a muovervi. Non aspetterò un secondo di più, appena avremo rifornito le
macchine di benzina.
Mortimer e Bill si scambiano un’occhiata trotterellando verso la coda della colonna.
Mortimer sorride osservando lo spettacolo offerto da cinquantuno auto ibride in fila
con pesanti mitragliatrici montate sui sedili posteriori.
VFC
Ehi voi, teste di cazzo!
Mortimer si volta e vediamo Sheila corrergli incontro.
SHEILA
Volevate lasciarmi qui?
Raggiungono le Cooper raggruppate nelle retrovie, ridicolmente minuscole in
confronto alle vetture che le precedono.
MORTIMER
Chi è che comanda qui?
Un uomo dalla mascella squadrata fa capolino dal sedile dell'autista della prima
macchina.
UOMO
Sono il comandante del Gruppo Giallo. Cosa volete?
BILL
Malcolm dice che voi ragazzi avete lavoro da offrire.
UOMO
Non noi. Il Gruppo Blu.
Raggiungono la seconda fila di Mini Cooper. Lo sportello di una lucente Cooper blu
si apre e vediamo scendere un piede avvolto in uno stivale di pelle col tacco alto. La
MdP risale sulla gamba, pantaloni di pelle, un corpetto lucido.
VFC
Be', non puoi mai sapere chi incontrerai lungo uno scalcinato tratto di autostrada…
MORTIMER (sbalordito)
Tyler!
Bill scoppia a ridere e i due uomini le corrono incontro, stringendole la mano.
BILL
Come sei riuscita a sfuggire ai cannibali?
TYLER
Come ci siete riusciti voi. Ho corso fino a sfiancarmi senza mai voltarmi indietro.
MORTIMER (fissandola)
Così hai deciso di arruolarti con Armageddon, eh?
TYLER (fissandolo e sollevando un sopracciglio)
Ho sempre lavorato per Armageddon. Chi pensi che fosse il proprietario del
Muscolo Express?
Dissolvenza.
Scena 63 – Esterno Mattina
In sottofondo “Sweet home Alabama” cantata da Lynyrd Skynrd.
In un rombo assordante la truppa composta da cinquantuno ibridi Toyota e dieci
Mini Cooper corre lungo l'Interstatale. Tyler è al volante della Mini blu con Sheila sul
sedile accanto e Mortimer seduto dietro.
MORTIMER
Non vai un po' troppo veloce con questa nebbia?
TYLER
Gli uomini mandati avanti in ricognizione hanno riferito che la strada è sgombra da
detriti. Il generale Malcolm si augura che le incursioni dell'esercito clandestino
abbiano sconvolto la tabella di marcia dello Zar. Se gli piombiamo addosso subito,
potremmo intrappolarli prima che si mettano in moto.
MORTIMER
Cosa volete che faccia qui dietro quando scoppierà il casino?
TYLER
La Mini è troppo piccola per montare una mitragliatrice pesante. Ma lì dietro c'è un’
automatica calibro 9 e munizioni in quantità. Fai attenzione a non volare fuori
bordo se prendo una curva troppo brusca.
(rivolta a Sheila)
Tu assicurati che abbia sempre un nuovo caricatore a portata di mano.
Il Gruppo Blu di Mini Cooper procede in formazione serrata. Dietro l’auto di Tyler
che apre il gruppo vediamo una vettura dalla quale sbuca la testa di Bill.
VOCE (alla radio)
Grande Anatra, qui Pesciolino d'Argento, c'è movimento sul cavalcavia più avanti,
l'abbiamo appena superato e ci siamo voltati indietro. Impossibile i definire il
numero preciso, Grande Anatra.
ALTRA VOCE
Ricevuto, Pesciolino d'Argento. Rana Toro, mantieni la formazione. Rallenta,
Libellula.
ALTRA VOCE
Grande Anatra, qui Libellula. Sono nelle retrovie. Sto già andando piuttosto piano.
ALTRA VOCE
E allora chi cazzo è questo alla mia sinistra?
ALTRA VOCE
Ramo di Salice, signore.
ALTRA VOCE
Credevo di essere io Ramo di Salice.
ALTRA VOCE
Abbiamo fatto a cambio, ricordi? Tu volevi essere Uomo di Ferro.
ALTRA VOCE
Grande Anatra, qui Stella Marina. Non riesco a vedere se sono o no in formazione.
ALTRA VOCE
Qui Grande Anatra. Pensavo che fossi in prima linea, Stella Marina.
ALTRA VOCE
No, qui è Pesciolino d'Argento.
ALTRA VOCE
Qui Pesce Muto. Mi avete appena comunicato qualcosa via radio? Stavo prendendo
un po' di succo di mela.
VOCE (MALCOLM)
Maledizione, chiudete tutti quella cazzo di bocca! Lo sapevo che non avrei dovuto
lasciarvi scegliere il vostro nome in codice. Pesciolino d'Argento, resta in prima linea.
A tutti, massima attenzione. Tenete gli occhi ben aperti.
Più avanti, in lontananza, vediamo un banco di nebbia accendersi di un vivido
bagliore color arancio seguito dal fragore di un'esplosione. Altri due boati in rapida
successione.
La musica sfuma.
TYLER (alla radio)
Allacciate le cinture e sparpagliatevi. Sparate, fate abbassare la testa a quei bastardi
sui cavalcavia. Gli altri si sparpaglino, senza fermarsi, noi li elimineremo il prima
possibile.
Un'altra esplosione alla sinistra di Mortimer, che sussulta abbagliato dal lampo. Altri
due colpi di mortaio sventrano l'asfalto alla sua destra. Una palla di fuoco esplode
davanti a loro. Tyler lancia un grido e sterza bruscamente. Una Mini Cooper del
Gruppo Giallo viene scagliata in aria. Il rottame in fiamme passa sopra la testa di
Mortimer e distrugge la Cooper blu alla sua destra, lasciando una scia di fiamme e
fumo.
VOCE (RADIO)
Qui Grande Anatra. Vedo dei camion, V8, roba grossa. Non cercate lo scontro
diretto, ripeto, portateli sulle strade laterali, se possibile. Non potete batterli sulla
velocità o sulla forza, quindi sfruttate la maggiore manovrabilità dei vostri mezzi. Se
potete... merda!
Un'altra serie di esplosioni, raffiche di mitra, lampi di luce nella nebbia. Dalla nebbia
sbuca una grossa Mustang come un toro alla carica, investendo in pieno la Mini
anteriore sinistra del Gruppo Giallo e scagliandola in un testacoda contro il guardrail.
Il muso della Mustang è rinforzato da piastre di ferro inchiodate a proteggere il
motore e il parabrezza, lasciando solo due strette fessure per consentire la visione
all'autista. Tyler sterza di colpo e la Mustang la manca di pochi centimetri
continuando la sua corsa. Poi con grande stridore di gomme, inverte la marcia e
riparte alla carica. Tyler taglia bruscamente tre corsie, infilando la rampa d'uscita.
Dietro di loro l’auto dove è Bill, tallonata dalla Mustang. Il cowboy sbuca dal
tettuccio con una pistola mitragliatrice e fa fuoco. La scarica solleva scintille dalla
blindatura della Mustang, senza produrre danni, ma facendolo sbandare e rallentare
un po’. Dal finestrino del passeggero della Mustang, sbuca un’arma che fa fuoco,
scaricando una pioggia di proiettili su di loro. Tyler frena di colpo, e con un rapido
testacoda svolta in una strada residenziale. La seconda Mini la segue, mentre la
Mustang prende la curva larga e investe una fila di cassette della posta prima di
rimettersi faticosamente in carreggiata.
TYLER (alla radio)
Jimmy, dividiamoci!
La seconda Mini svolta di colpo su una traversa, ma l'autista della Mustang non ha
esitazioni: preme l'acceleratore a tavoletta e va dietro alla Cooper di Tyler che
imbocca un'altra strada, accelerando. Svolta ancora, zigzagando attraverso quel che
rimane di un quartiere borghese. Ogni volta che Tyler prende bruscamente una curva
la Mustang perde terreno ma la potenza le permette di recuperare sui rettilinei. Tyler
sterza di colpo e la Cooper s'infila in una rotonda. Sfiora appena i freni e la Mustang
sfreccia oltre lungo la strada. A quel punto, Tyler riparte a tutto gas, infilandosi alle
costole della Mustang.
TYLER
Sparagli!
Mortimer emerge dal tettuccio svuotando un intero caricatore in tre secondi per poi
reinserirne immediatamente un altro. Il vetro posteriore della Mustang esplose sotto
i colpi di Mortimer. Un'altra raffica traccia una linea di fori lungo il tetto metallico e
la Mustang frena di botto.
TYLER
Merda!
Tyler prova a inchiodare ma la Mini tampona violentemente la Mustang. Mortimer
viene scaraventato in avanti, riuscendo ad aggrapparsi prima di essere scaraventato
fuori. Tyler ingrana la marcia indietro e si ritira a tutta velocità, lasciando i fari e il
paraurti sull'asfalto. Riprende la strada ma dopo pochi secondi la Mustang è di
nuovo alle sue calcagna. La Mini svolta dentro una stradina che sembra senza uscita.
SHEILA
Oh, cazzo.
Tyler non rallenta, puntando in direzione di uno stretto passaggio fra una casa di
mattoni e una staccionata di legno.
MORTIMER
Non ci passiamo.
TYLER (stringendo il volante)
Ci passeremo, maledizione!
La Cooper vola fino in fondo al vicolo, attraverso il cortile e oltre il passaggio,
evitando l'impatto per una manciata di centimetri. Mortimer si volta indietro, ma la
Mustang sfonda in pieno la staccionata, in un'esplosione di frammenti e schegge di
legno. La Mini passa sopra una rete di recinzione già atterrata ed entra nel cortile
adiacente, facendosi strada fra i detriti. La Mustang distrugge un patio, mandando in
mille pezzi vasi di ceramica e spargendo in giro pezzi di plastica. Mortimer emerge di
nuovo dal tettuccio svuotando mezzo caricatore contro gli inseguitori. Una raffica di
mitra partita dalla Mustang crivella la ruota posteriore destra della Mini.
L'automobile sbanda a tutta velocita dentro un canale di scolo, centrando in pieno
un palo del telefono. Questa volta Mortimer viene sbalzato fuori e atterra
ruzzolando sull'erba. La Mustang avanza lentamente, arriva a una decina di metri
dalla Mini. Poi il motore perde qualche colpo e s'inceppa. C’è un lungo momento di
silenzio. Un tentativo di rimettere in moto il bolide che non parte.
Mortimer scorge la sua pistola, caduta a poco più di un metro da lui. Si trascina
ventre a terra, mentre due Strisce Rosse armate di fucili scendono dalla Mustang.
Mortimer raggiunge la pistola e spara. Manca il bersaglio, ma costringe comunque le
Strisce Rosse a cercare riparo dietro gli sportelli aperti. Spara un'altra raffica prima di
finire di nuovo i colpi. Sheila spunta dal tettuccio aperto, con i capelli arruffati e un
rivolo di sangue che le cola dal naso. Solleva la sua automatica e spara cinque colpi
in rapida successione. Si sente il sibilo di un altro motore su di giri in fondo alla
strada e raffiche di mitra. Le due Strisce Rosse si scambiano un'occhiata e
abbandonano di corsa la Mustang, scomparendo a tutta velocità in mezzo alle case.
Un istante dopo, un'altra Mini Cooper si ferma in uno stridore di freni accanto alla
Mustang.
BILL (sbucando dal tettuccio)
Tutto ok?
MORTIMER (alzandosi e zoppicando verso l’altra Mini)
Sì.
Si avvicina all’auto, bloccandosi. Tyler è piegata sul volante, per metà fuori dal posto
di guida, la fronte schiacciata contro il parabrezza. Mortimer la adagia contro lo
schienale. Ha lo sguardo vuoto, rivoli di sangue scuro su entrambi i lati della faccia.
Le sente il polso, poi sospira.
SHEILA
Ha sbattuto a una velocità tale che non si sarà accorta di niente.
Mortimer si allunga oltre il cadavere di Tyler, aziona il tasto della radio e si sistema
sulle orecchie gli auricolari della donna.
MORTIMER
Malcolm, qui Mortimer Tate. Mi senti?
VOCE (MALCOLM)
Non ho tempo per te, Tate. Sono nel bel mezzo di una battaglia.
Esplosioni e colpi d'arma da fuoco in sottofondo.
MORTIMER
Hanno finito la benzina, Malcolm. Mi senti? Quei bolidi col motore a otto cilindri.
Bevono molta benzina. Hai capito?
Una lunga pausa.
VOCE (MALCOLM)
Ok, ricevuto. Faremo come il cane col coniglio. Fateli correre finché finiscono il
carburante. Provocateli solo quanto basta a farvi inseguire.
MORTIMER
Buona fortuna.
Mortimer si sfila le cuffie e torna all'altra Cooper.
MORTIMER (rivolto all’autista)
Ho bisogno di un passaggio. C'è qualcosa che devo assolutamente fare.
AUTISTA
Niente da fare, amico. Devo tornare nella mischia.
Mortimer guarda la Mini schiantata contro il palo del telefono.
MORTIMER (a Sheila)
Credi che riusciremo a rimetterla in moto?
Stacco.
Scena 64 – Esterno Mattina
La Mini con a bordo Mortimer, Sheila e Bill raggiunge il parcheggio davanti alla sede
della CNN. Ovunque ci sono corpi, macerie e fiamme. Un grosso camion a sei ruote
è fermo con una ruota sul bordo del marciapiede. Le gambe del conducente sono
ancora dentro l'abitacolo, il resto del corpo sull'asfalto, la testa immersa in una pozza
di sangue. A una decina di metri di distanza, brucia una grande Oldsmobile,
sollevando una densa colonna di fumo nero.
BILL
Cosa pensi sia successo?
MORTIMER
Non ne ho idea.
Un'altra dozzina di corpi è sparpagliata a terra. Molti dei cadaveri hanno uniformi
diverse, ma in tutti vediamo la fascia rossa sul braccio. Le porte d'ingresso della sede
della CNN sono spalancate e appese malamente ai cardini distorti. Una pila di
cadaveri ingombra l'entrata.
MORTIMER
Vado a dare un'occhiata.
BILL
Vengo con te.
MORTIMER (scendendo)
Sheila, resta qui e segui i comunicati via radio. Se la battaglia si allunga da questa
parte, suona il clacson o avvertici in qualche modo.
SHEILA
Ok.
Mortimer e Bill attraversano la strada con circospezione, pistole in pugno.
Scavalcano la pila di corpi all'ingresso ed entrano nell’atrio, guardandosi intorno.
Altri corpi trucidati a terra, alcuni avvinghiati come se avessero lottato corpo a
corpo.
BILL
Sembra che abbiano lottato fra loro.
Raggiungono l'ascensore e premono il pulsante di salita. Quando le porte si aprono,
un giovane all'interno della cabina lancia un grido vedendo il revolver di Mortimer e
indietreggia, lasciando cadere a terra una mezza dozzina di cibi in scatola. Porta un
paio di jeans e una maglietta bianca sotto un grembiule insanguinato.
RAGAZZO
Non sparare, amico. Sono soltanto il cuoco.
MORTIMER (abbassando la pistola)
Cos'è successo qui?
CUOCO (inginocchiandosi a raccogliere i barattoli nel grembiule)
Non lo so, amico. Una squadra di quei sabotatori clandestini ci ha sorpresi nel
sonno, e ha combinato un gran casino. L'altra cosa che so è che i nostri si stanno
ammazzando fra loro. Hanno invaso la cucina arraffando ogni cosa come un fottuto
sciame di locuste. Alcuni hanno detto che non avevano alcuna intenzione di restare
qui, e sono stati uccisi.
BILL (sorridendo)
Sembra che il proletariato abbia dato un bel morso al culo dello Zar.
CUOCO (stringendosi le lattine al petto)
Questa è roba mia. Me la sono conquistata combattendo lealmente.
MORTIMER
Fuori di qui.
Il ragazzo scappa a gambe levate senza voltarsi indietro.
Stacco.
Scena 65 – Interno Mattina
Mortimer e Bill sono in ascensore. Appena si aprono le porte, saltano fuori con le
armi in pugno. Non c’è nessuno. Un altro cadavere è accartocciato in un angolo con
la testa ridotta in poltiglia. Passano oltre, aprendo porte, ma senza trovare niente.
Raggiungono l'ultima porta in fondo al corridoio. E’ chiusa. Mortimer fa forza sulla
maniglia, e si sentono delle voci ovattate all’interno. Abbassa la canna del revolver e
fa saltare il lucchetto con un solo colpo, spalancando la porta con un calcio. Una
dozzina di donne rimane a bocca aperta vedendolo entrare e una grida spaventata.
Indossano tutte biancheria intima o bikini. Divani di velluto e morbide poltrone. Un
lettore DVD diffonde una musica dolce. Qualcosa colpisce Mortimer alla testa
facendolo crollare a terra. Una piccola mano gli afferra una ciocca dei capelli,
sollevandogli la testa di scatto. Una lama fredda di coltello appare contro la sua
gola.
VFC
Ferma! È mio marito.
Mortimer volta lo sguardo e vediamo Anne in piedi davanti a lui.
Stacco.
Scena 66 – Esterno Mattina
Le porte dell’ascensore si aprono e vediamo uscire nell’atrio Mortimer, Bill, Anne e
le ragazze.
ANNE
Raccogliete armi e munizioni, ragazze. Potremmo averne bisogno. Per l'amor di Dio,
Brandi, togliti quei tacchi a spillo. Forse dovremo correre.
Una splendida rossa in mutandine verdi e reggiseno abbinato si toglie le scarpe con
un calcio. Frugano fra i cadaveri, raccogliendo pistole e fucili.
Stacco.
Il gruppo si precipita fuori dall'ingresso e viene immediatamente assalito da una
mezza dozzina di Strisce Rosse.
STRISCIA ROSSA
Donne! Prendiamole! Possiamo barattarle con un po' di carne secca di ratto.
Anne gli fa esplodere la faccia con un colpo di pistola. Le altre ragazze si lanciano
all'azione. Una ragazza asiatica in calze nere e giarrettiera allunga un calcio nelle
palle a una Striscia Rossa. L'uomo cade in ginocchio e la ragazza gli ficca in bocca la
canna del fucile premendo il grilletto. La testa esplode in una pioggia di poltiglia
rossastra. Due bionde in biancheria intima stendono a terra uno degli aggressori,
sfondandogli il cranio con il calcio del fucile. Nel giro di cinque secondi, le Strisce
Rosse sono tutte morte.
MORTIMER
Che mi venga un colpo…
ANNE
Lisa, vai fuori in strada, grida se vedi arrivare qualcuno da entrambe le direzioni.
Brandi, quel camion sembra abbastanza grosso per caricarci tutte. Vai a dare
un'occhiata.
La rossa trotterella fino al camion, trascina fuori dalla cabina il resto del cadavere e si
allunga a tirare la leva per aprire il cofano. Torna di fronte al mezzo e sale sul
paraurti per ispezionare il motore. Le altre ragazze si arrampicano sul pianale.
ANNE (rivolgendosi a Mortimer)
Mi sbagliavo. Sono contenta che tu sia venuto a salvarmi. Adesso siamo pari, ok?
MORTIMER
Ok.
BRANDI
Il motore funziona e le chiavi sono nel cruscotto.
ANNE
Ottimo. Lisa?
LISA (dalla strada)
Via libera.
Anne si volta verso Mortimer.
Parte “Euphoria” nella versione dei Prons & Cons.
ANNE (a Mortimer)
Grazie ancora. Davvero. Forse le nostre strade si incroceranno ancora.
Corre verso il camion.
MORTIMER
Aspetta! Dove andate?
ANNE (voltandosi)
Torniamo al Joey Armageddon's. È quello il nostro posto. Come ti ho già detto, mi
sento responsabile per queste ragazze. Devo assicurarmi che rientrino sane e salve.
Si arrampica dietro il volante e mette in moto il camion. Arriva anche Lisa e salta sul
pianale. La rossa, Brandi, si infila un paio di scarponi trovati tra i cadaveri. Poi sale
sul cassone.
La scena passa al rallentatore e la vediamo stagliarsi, alta ed energica, nel suo
coordinato intimo verde. Il calcio del fucile automatico appoggiato sul fianco. Il
vento che le scompiglia la chioma rossa. Una lunga strisciata di sangue altrui su una
gamba. Tiene la testa alta, gli occhi vigili.
Stacco su Mortimer e Bill che la fissano imbambolati. La scena torna a velocità
normale.
MORTIMER
L’icona di una nuova era.
BILL (annuendo)
Potrebbe essere il manifesto di arruolamento nell'esercito più arrapante del mondo.
La donna incontra lo sguardo di Mortimer e gli fa l'occhiolino, mentre Anne ingrana
la marcia e porta via il camion con il suo carico. La musica sfuma.
BILL
Così quella era tua moglie, eh?
MORTIMER
Ex moglie.
Sheila fa capolino dall'apertura del tettuccio togliendosi le cuffie.
SHEILA
Funziona, ragazzi. Ci stanno riuscendo. Le Strisce Rosse stanno finendo la benzina.
La raggiungono sulla Mini. Mortimer indossa le cuffie e si mette in ascolto ma non si
sente niente.
MORTIMER
Che è successo?
SHEILA
Fino a un minuto fa funzionava.
BILL
Forse sono tutti fuori tiro, ormai.
MORTIMER
Lo Zar ha una radio a onde corte nel suo laboratorio.
(scendendo dall’auto)
Voglio sapere cosa sta succedendo.
BILL
Merda, non vorrai tornare lì dentro.
MORTIMER
Sono tutti morti o scappati.
BILL
Non puoi saperlo.
MORTIMER
Resta con Sheila. Non ci metterò molto.
Stacco.
Scena 67 – Interno Mattina
Le porte dell’ascensore si aprono sull'ultimo piano della sede della CNN. Lars giace
sul pavimento, la schiena sforacchiata da una raffica di proiettili. Mortimer scavalca il
corpo e attraversa la "sala del trono". Il gigante è afflosciato sul velluto della
poltrona, la faccia e il torace coperti di sangue raggrumato. Stringe ancora la clava in
una mano. Sparsi sul pavimento intorno a lui, altri sei uomini con la fascia rossa e il
cranio sfondato. Mortimer si fa strada fra i cadaveri badando a non calpestare le
pozze di sangue ed entra nel laboratorio.
Freddy, lo Zar Rosso, siede con la schiena rivolta verso la porta. Indossa le cuffie
auricolari collegate alla radio. Ridacchia fra sé, scuotendo la testa e beve una sorsata
da una bottiglia di vodka. Si gira di scatto.
FREDDY
Oh, sei tu.
(dandogli di nuovo le spalle e scuotendo la testa)
Idiota, sei stato tu a scatenare tutto questo.
MORTIMER
Io?
FREDDY
Ho attaccato prima di essere pronto. Mi hai fatto capire che anche Armageddon
stava per lanciare l'offensiva, così ho sferrato l'attacco prima del previsto.
MORTIMER
Mi serve la sua radio.
FREDDY (scoppiando in una risata fragorosa)
Vuoi sapere cosa sta accadendo? Ecco, ascolta pure.
Stacca lo spinotto delle cuffie e gli altoparlanti si animano.
VOCE ALLA RADIO
...e credo che siano morti anche loro. Non ho incontrato nessuno della vigilanza…
oh, cazzo, sono dappertutto. Hanno fatto fuori Nancy e tutto il personale della
cucina...
Interferenze.
MORTIMER
Chi era?
Freddy scoppia in un'altra risata con una luce folle negli occhi.
FREDDY (voltandosi verso di lui)
Quello era il tuo prezioso paradiso. Il Joey Armageddon's è distrutto. A Lookout
Mountain c'è stata una carneficina.
MORTIMER
Sta mentendo.
Le interferenze scompaiono per un istante e la voce risuona di nuovo chiara e forte.
VOCE ALLA RADIO
...se mi sentite, se qualcuno mi riceve. Ripeto, gli schiavi alle biciclette sono in
rivolta. Sembrano ben organizzati, forse avevano pianificato da tempo... io non...
sono armati... tanti morti...
La voce è coperta di nuovo dalle interferenze. Mortimer deglutisce.
Freddy ingolla un'altra sorsata di vodka e il liquore gli cola sul mento. Tossisce e si
pulisce la bocca.
FREDDY
Nessun vincitore. Solo sconfitti. Solo altri abitanti di questo mondo che muoiono
uno dopo l'altro come mosche. Non sono riuscito a ricostruire la civiltà a modo mio,
né Armageddon a modo suo.
(allargando le braccia)
E adesso cosa c'è in programma, Mortimer Tate? Hai intenzione di spararmi?
Mortimer lo fissa in silenzio.
FREDDY (con un ghigno)
Mi faresti solo un favore.
Uno sparo risuona nella stanza. Freddy lo fissa con aria sbalordita. Poi abbassa lo
sguardo sul foro che ha nel petto. E si affloscia sulla poltrona.
MORTIMER
Sempre felice di poter dare una mano.
Stacco.
Scena 68 – Esterno Mattina
In sottofondo “Cool summer” di Bob Lind.
Mortimer è al volante della Mini, con Sheila accanto a lui e Bill dietro.
BILL
Hai scoperto qualcosa?
MORTIMER (con gli occhi fissi sulla strada)
No, non ho scoperto nulla.
SHEILA
Sono sicura che andrà tutto bene. Stando alle ultime notizie, il generale Malcolm ha
vinto. Le Strisce Rosse avevano finito il carburante.
BILL
Sì, è vero. Li hanno presi a calci in culo. E noi abbiamo salvato quelle donne. Direi
che i buoni hanno vinto la battaglia.
Entrambi fissano Mortimer in attesa di istruzioni.
BILL
Ora che si fa?
MORTIMER
Siete mai stati in Florida?
Stacco.
Scena 69 – Esterno Giorno
Parte “Days like this” di Van Morrison.
In sovrimpressione: TRE MESI DOPO
Vediamo una spiaggia. Ci sono persone stese sulla sabbia, qualcuno sta pescando.
Due ragazzini giocano nell’acqua. La MdP scende fino a una piccola casa con un
portico che dà sulla spiaggia. Vediamo Mortimer seduto su una sdraio. Indossa una
maglietta con su scritto: “Mio marito è stato in Florida e quello che ho ottenuto è
solo questa stupida maglietta”. Sta leggendo un libro che vediamo essere Harry
Potter. Poco più in là c’è Sheila. E’ stesa su un’amaca, indossa un vestitino azzurro e
sembra dormire. Mortimer alza lo sguardo dal libro e vediamo una figura risalire la
spiaggia in direzione della sua piccola casa. La figura prende forma man mano che si
avvicina. E’ Bill. Cammina a piedi nudi sulla sabbia, portando gli stivali in mano.
Mortimer lo saluta con un cenno e aspetta che Bill salga i gradini del portico, poi
accosta un dito alle labbra facendogli segno di non far rumore.
SHEILA
Parla pure. Sono sveglia.
BILL (facendo una smorfia)
Comincio a sentirmi un po' inquieto. Ho pensato di prendere il volo. Sono passato a
chiedere se qualcuno voleva venire con me.
MORTIMER (fissandolo)
Perché correre rischi inutili?
BILL
Uno dei tizi che conosco sta costruendo una barca alla vecchia base navale. Andrà a
vapore. Sulla radio a onde corte abbiamo sentito un sacco di gente che sarebbe
disposta a barattare qualcosa. Ho pensato che potremmo avviare un'attività
commerciale.
MORTIMER (stringendosi nelle spalle)
Non saprei. Non mi viene in mente nulla che mi serva davvero.
Bill lo fissa in silenzio.
MORTIMER
Voglio dire… Abbiamo pesce da mangiare in abbondanza, un clima temperato, e
pesce, e gente in bermuda disposta a parlare di quanto sia andata bene o male la
pesca, e la musica di Jimmy Buffett, e le nuotate nell'oceano, e pesce, e un sacco di
maledetto pesce.
(fissando Bill)
Cosa potremmo volere di più?
BILL (scrollando le spalle)
Io pensavo di puntare verso il Sud America. Potremmo fare un salto in Colombia…
(sorridendo)
… e prendere un po' di caffè.
Mortimer lo fissa. Si volta verso Sheila e i due si guardano. Poi si voltano
simultaneamente verso Bill.
MORTIMER (sospirando)
Vado a fare i bagagli.
Dissolvenza.
FINE
Parte “Stay” di Jackson Browne
Un film di
QUENTIN TARANTINO
Una produzione
NUNO PRODUCTIONS
Mortimer Tate
Buffalo Bill
Sheila
Tyler Kane
Ron Jeremy
Freddy
Ted
Reverendo Jake
Pete Coffey
Davis Shelby
Annie
Terry Frankowski
Madre Lola
Malcolm
Sacerdote
Lars
Silas Jones
Jim Ford
Comandante Larry
Emile
Colosso
Paul
Bobby
Floyd
Sue Ellen
GERARD BUTLER
WOODY HARRELSON
LOLA LEON
RHONA MITRA
RON JEREMY
TOM SAVINI
BILLY CONNOLLY
MICHAEL PARKS
JEREMY PIVEN
CHEECH MARIN
EVA MENDES
ELI ROTH
JEREMY CRUTCHLEY
SAMUEL L. JACKSON
CRAIG CONWAY
WALTON GOGGINS
ROBERT CARRADINE
DENNIS CHRISTOPHER
JACK MC GEE
TED NEELEY
TOMMY TINY LISTER
QUENTIN TARANTINO
MARTIN KUBACAK
KANIN HOWELL
ZSA ZSA INCI BURKLE
Ruth
Kyle
James
Reginald
Spider
Ragazza 1
Ragazza 2
DION BROMFIELD
JOSEF BRADNA
MICHAEL BOWEN
ERIC LANGE
LARRY BISHOP
NICHOLE GALICIA
TANIA RAYMONDE