ASSALTO DEI MERCATI MONDIALI

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ASSALTO DEI MERCATI MONDIALI
IL GOVERNO MONDIALE EBRAICO
di Dagoberto Huseyn Bellucci
(in 18 capitoli)
CAPITOLO 15°
LE MULTINAZIONALI SIONISTE ALL’ASSALTO DEI MERCATI
MONDIALI – LA GERMANIA DELLE BANCHE E DEI TRUST
INDUSTRIALI VITTIMA DESIGNATA DELL’ODIO SIONISTA
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CAPITOLO 15° - LE MULTINAZIONALI SIONISTE ALL’ASSALTO DEI MERCATI
MONDIALI – LA GERMANIA DELLE BANCHE E DEI TRUST INDUSTRIALI VITTIMA
DESIGNATA DELL’ODIO SIONISTA.
Sicuramente , in un quadro d’analisi del capitalismo mondiale, non poteva mancare la Germania
con le proprie influenti banche d’affari e le sue multinazionali.
Ovviamente l’internazionale sionista ha cercato di recidere qualunque velleità nazionalista tedesca
attraverso lo sfruttamento della menzogna dell’olocausto di sei milioni di ebrei durante l’ultimo
conflitto mondiale.
Da una parte Israele ha sempre preteso incondizionate garanzie circa l’applicazione dei diktat bellici
soprattutto dalla Repubblica Federale del blocco capitalista, costretta a risarcire cifre spropositate
alle presunte vittime del presunto sterminio di ebrei che , come ha rilevato Franco Deana ‘In merito
alla Shoah , Norman Finkelstein , ebreo, figlio di due sopravvissuti ai lager di Auschwitz
eMajdanek, ha scritto che ‘l’industria dell’olocausto’ (la frase è parte del titolo del suo libro ‘The
Holocaust Industry: Reflections on the Exploitation of Jewish Suffering’, New York 2000) è il
risultato della mistificazione e dello sfruttamento della Shoah. Si noti che Finkelstein non è un
revisionista.’ (1°).
La Germania come era immaginabile e come aveva del resto lucidamente compreso Adolf Hitler a
pochi mesi dal preludio di fuoco della capitale germanica (2°) diventò la vittima predestinata
dell’odio sionista.
Sottoposta ad una sorta di lavaggio del cervello collettivo la popolazione tedesca ‘de-nazistificata’
si adoprò per ricostruire ex novo le strutture portanti dell’economia nazionale inquadrando il
proprio sviluppo industriale e finanziario nel progetto europeista di Adenauer poi concluso con la
riunificazione dell’ottobre 1989 dal cancelliere Kohl.
La storia bancaria e finanziaria tedesca è dominata da sempre dall’aver dato i natali alla principale
famiglia israelita nel campo degli affari: i Rothschild (ScudoRosso).
Culla inoltre dei Warburg, dei Bethmann e di altre famiglie dell’oligarchia usurocratica, sin
dall’epoca di Bismark , la Germania, era stata designata quale ipotetica alternativa a Londra dalla
Finanza Sionista per i propri progetti d’espansione e d dominio.
Il ‘risorgimento’ nazionale germanico venne direttamente influenzato dalla potente oligarchia
ebraica.
Benjamin Disraeli faceva affermare a Sidonia, personaggio del suo romanzo ‘Conigsby’ : ‘Quella
possente rivoluzione che si prepara al presente in Germania , si sviluppa sotto l’egida degli Ebrei,
che cominciano a monopolizzare le cattedre professionali in Germania’.
L’oligarchia sarebbe riuscita a circoscrivere per l’intero ottocento le pulsioni anti-giudaiche che
l’intera cultura nazionale tedesca portava dentro di sé da Kant (3°) a Fichte , da Hegel a
Schopenhauer arrivando a Frederick Nietszsche il filosofo della morte dei valori, del super uomo e
del crepuscolo degli Dei.
In odio verso tutti i nazionalismi e le nazioni che li ospitano, gli ebrei incominceranno a dare
l’assalto ai centri nevralgici della vita economica e politica, attraverso le quali riusciranno a
raggiungere i propri obbiettivi.
Una significativa dichiarazione a proposito ci viene dall’ebreo e leader sionista tedesco Max
Nordau (nato Sùdfeld): ‘L’antisemitismo – scrive – costringerà gli ebrei a distruggere dappertutto
l’idea di patriottismo.’
Eravamo verso la fine del XIX° secolo e la Germania , al pari delle altre nazioni europee, aveva
conseguito i suoi obbiettivi di unificazione nazionale ma subiva il diktat dell’oligarchia ebraica per
tramite di Gershom Bleichroder, consigliere del Bismark sin dai tempi dell’espansionismo
prussiano.
Bleichroder era il rappresentante a Berlino della famiglia Rothschild, specializzatosi in operazioni
finanziarie, ricevette titolo nobiliare per i servizi resi alla causa tedesca (!!!).
Con l’unità nazionale gli ebrei tedeschi poterono infatti arrivare ad una vera e propria assimilazione
e ritenersi parte integrante della Grande Germania guglielmina. (4°)
Molti furono infatti i ricchi banchieri di origini israelitiche che ottennero titoli nobiliari al pari del
Bleichroder , fraquesti: Hansemann, Mendelssohn, Metzler, Grunelius, Koch.
Per i sionisti la truffa, il sotterfugio, l’illecito – nella vita economica come in quella politica – era
normale amministrazione, routine, destinata a invertire i rapporti di forza all’interno delle istituzioni
nazionali.
Il deputato ebreo ‘nazional-liberale’ Edgard Lasker ne fece un vanto nazionale durante un discorso
pubblico tenuto alla Dieta prussiana nel febbraio 1873.
Più antico della banca Bleichroder era l’istituto di credito e di affari internazionali Hoppenheim , il
quale certamente rivestì un ruolo di notevole influenza nell’economia tedesca.
Fondata da Salomon Herz Oppenheim questa banca d’affari avrebbe sostenuto attivamente la
Prussia sin dalla metà del XVIII° secolo quando riuscì ad entrare nelle grazie del principe grande
elettore Clemente Augusto.
Alla morte di Salomon , il colosso finanziario venne rilevato dai suoi discendenti Simon (diventato
barone) e suo fratello Abraham, entrambi consiglieri privati dei sovrani della Prussia.
Diventati praticamente gli ebrei più influenti della confederazione germanica e successivamente
della Germania unita, gli Oppenheim avrebbero poi ‘arruolato’ tra le proprie fila l’ebreo
Pferdmenges che diverrà – più tardi – dopo il 2° conflitto mondiale l’eminenza grigia del presidente
tedesco-federale Adenauer.
Il suo impero finanziario comprendeva oramai società d’affari, compagnie di navigazione, miniere,
trust industriali di prodotti chimici, in relazione con i consorzi Wermahn , Otto Wolff, uniti ai
Klochner e Felten, al gruppo industriale Schneider-Arndt e alla multinazionale olandese Philipps.
La Società Generale di Elettricità A.E.G venne fondata nel 1883 a Berlino da Emil Rathenau, che
aveva dato alle sue imprese il nome tedesco di Edison. Rathenau era membro di una famiglia
israelitica che aveva la capacità di maneggiare denaro e fare affari d’oro come tutte quelle collegate
direttamente all’oligarchia.
Walter Rathenau, figlio di Emil e presidente del complesso reticolato di industrie e compagnie
della famiglia, godette dei favori del Kaiser Guglielmo II° che lo convertì – prima dello scoppio del
primo conflitto mondiale –nel principale fornitore di materie prime d’approvvigionamento dello
sforzo bellico della Germania.
Alla fine del conflitto, in una Germania travagliata da scontri di piazza e tentativi insurrezionali
bolscevichi, da un conflitto civile e sociale che ne spezzò le capacità di reazione, il Rathenau venne
nominato ministro degli Affari Esteri della neo-costituita Repubblica di Weimar.
Verrà assassinato da membri di alcune fazioni nazionaliste pochi mesi dopo aver pronunciato una
misteriosa e enigmatica frase circa l’esistenza delle ‘trecento famiglie d’Europa’ (l’Oligarchia) che
detenevano i monopoli dell’intero continente.
L’assassinio Rathenau rimane comunque a tutt’oggi avvolto da un certo alone di mistero. Verrà
comunque sostituito nella carica di ministro degli Esteri dal suo correligionario Felix Deutsch.
Il gruppo industriale di punta della Germania tra le due Guerre era rappresentato dai Krupp ,
autentici ‘signori dell’acciaio’, veri e propri portabandiera del nazionalismo economico tedesco.
Di origini protestanti , i Krupp ottennero finanziamenti dalla Banca Oppenheim durante la loro
espansione verso l’area renana.
Altri gruppi finanziari tedeschi erano controllati dall’alta finanza ebraica così attualmente possiamo
annoverare tra le imprese pro-sioniste sia i Krupp come la nota Bayer (principale industria
farmaceutica europea) la Basf e la Hoechst che producono oltre la metà dei prodotti di base
dell’industria chimica tedesca.
Tutte le banche della Germania sono sottoposte allo strettissimo controllo dell’alta finanza
mondiale, specie quella d’oltremanica, la quale ha posto dei lacci strettissimi all’azione di istituti
quali Deutsche Bank o CommerzBank.
Anche la prestigiosa Wolkswagen (la macchina del popolo voluta da Hitler in persona) sarebbe
caduta in mano all’oligarchia ebraica, così come in Italia sarebbero state ‘assoggettate’ la FIAT e l’
ALFA ROMEO e – oltre atlantico - la nota casa cinematografica di cartoon , la Walt Disney del
‘principe nero’ ….ricordiamo infatti come agli ebrei non basti vincere , costoro devono stra-vincere
e – dove arrivano – possibilmente insudiciare , a sfregio , il lavoro del nemico.
Torneremo senz’altro sulla situazione tedesca in altre sezioni del presente volume e del terzo
previsto a coronamento di quest’opera.
NOTE AL CAPITOLO 15° -
1° -Franco Deana – ‘Studi Revisionisti’ ediz. ‘Graphos’ Genova 2002
2° -‘Io sono stato l’ultima speranza dell’Europa. L’Europa non poteva essere unificata per effetto di
una riforma volontariamente concertata. Non poteva essere conquistata con il fascino e con la
persuasione. Per poterla prendere bisognava violentarla. L’ Europa può essere costruita soltanto su
rovine. Non su rovine materiali ma sulla rovina congiunta degli interessi privati, delle coalizioni
economiche, sulla rovina delle idee ristrette, dei particolarismi superati e dello stupido spirito di
campanile. Bisogna fare l’Europa nell’interesse di tutti e senza risparmiare nessuno.’ – dal Quartier
Generale del Fuhrer – data 26/02/1945 citato in Adolf Hitler – ‘Ultimi Discorsi’ – edizioni di ‘Ar’ –
Padova 1988
3° - Con queste parole si esprime il grande maestro della cultura tedesca Emmanuel Kant. ‘Vi è
all’interno di quasi tutti i paesi d’Europa, uno stato potente, pervaso da sentimenti ostili, sempre in
conflitto con gli altri, intendo parlare degli ebrei. Questo stato non è tanto pericoloso perché
costituisce uno stato separato e compatto, ma perché si fonda sull’odio per tutto il genere umano…
E’ facile intuire che se gli ebrei, che già sono cittadini di questo stato più solido e potente delle altre
nazioni, ricevessero il diritto di cittadinanza anche da queste, metterebbero in breve sotto i piedi
tutti i loro nuovi concittadini.’ Citazione estratta da Emmanuel Kant – ‘Antropologia pragmatica’
ediz. ‘Laterza’ – Torino 1969
4° -a proposito si consultino i volumi dello storico ebreo George L. Mosse . ‘Il dialogo ebraico
tedesco – da Goethe a Hitler’ ediz. ‘La Giuntina’ – Firenze 1988 e ‘Ebrei in Germania fra
assimilazione e antisemitismo’ per la stessa casa ebraica Firenze 1991.
IL GOVERNO MONDIALE EBRAICO
di Dagoberto Huseyn Bellucci
Redatto in Modena, 11 maggio 2002
COMPOSIZIONE IN PDF A CURA
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