il giornale - AGAPE Onlus

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AGAPEil giornale
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art. 1 comma 2 - CNS/AC - ROMA. TASSA PAGATA - TAXE PERÇUE
N27_ANNO XV_GIUGNO 2015
COME
SOSTENERE
AGAPE
tanti modi per
aiutarci
e dare il tuo
contributo
NEWS DALLA
REPUBBLICA
DEMOCRATICA
DEL CONGO
ONLUS
CAMEROUN
LE SCELTE GIUSTE
PER IL FUTURO
MOZAMBICO
BEMVINDOS AO
CENTRO SCALABRINI
Yuri ci racconta
la sua esperienza
ESSERE UN
VOLONTARIO
NON È SOLO
PARTIRE
{ sommario }
AGAPEil giornale
ONLUS
N27_ANNO XV
GIUGNO 2015
A.G.A.P.E. Onlus
Associazione Genitori
Adottivi Per l’Estero
Socio aderente dell’Istituto
Italiano della Donazione (IID)
Associazione di volontariato laica nata nel 1994,
costituita il 30/10/1996, legalizzata il 19/06/1998
con DL n° 460/97 come ONLUS.
Riconosciuta il 16/07/2009 ai sensi del DPR
361/2000 con prot. N°34106/2092/2009
Sede Legale
Via A. Marracino, 4 - 00166 Roma - Italia
Sede Operativa
Via I. della Giovanna 63a
00166 Roma Tel./fax 06 66.180.276
Presidente: Paolo Vanini
Amministratore: Paolo Vanini
Consiglieri: Paola Ceccarelli,
Alberto Chitti, Valentina Gianni,
Daniele Ortolani, Stefania Palumbo,
Ivano Snidero, Martina Vanini,
Mario Verardi
Consulta il nostro sito
www.agapeonlus.it
Contattaci [email protected]
{ cameroun }
4 Le scelte giuste per il futuro
{ mozambico }
6 Bemvindos ao Centro Scalabrini
{ r.d. congo }
8 News dal Congo
{ brasile }
10 Lettera di Padre Renato
per Pasqua 2015
{ come aiutarci }
12 Come sostenere Agape
{ teatro per l’africa }
15 Spettacoli per le scuole
SOSTIENICI
{ volontari }
c/c Postale 92603000 intestato
ad A.G.A.P.E. ONLUS
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c/c Bancario n° 10351
IBAN IT22 F 03083 03204 000000010351
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Via V. Bellini, 27 00198 RM
DONACI IL TUO 5X1000
C.F. 96329390585 - P.I. 09173431009
16 Essere un volontario non è solo partire
Agape aderisce
- Coordinamento La Gabbianella
- Carta dei Principi e dei Criteri di Qualità del SAD
- Associazione Roma XVI con l’Africa
- Linee guida per il sostegno a distanza di minori
e giovani dell’Ex Agenzia per le Onlus
- Hub for Kimbondo
Giornale A.G.A.P.E.
Semestrale di informazione
Direttore Responsabile: Piergiorgio Bruni
Editore: Associazione AGAPE
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n. 30/2006 del 25/01/06
Direzione e Amministrazione:
Via A. Marracino, 4 - 00166 Roma
Tel.06/66180276
Redazione: Gloria Camba, Cristiana Consalvi,
Stefania Palumbo, Eleonora Rovatti,
Ivano Snidero, Martina Vanini
Grafica e impaginazione: Serena Verni
Stampa:
Grafiche Delfi Italia
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{ successi }
18 Loro ce l’hanno fatta grazie a voi!
{ appuntamenti }
20 Feste, mercatini e spettacoli
{ editoriale }
Come ormai prassi, anche in questo numero utilizziamo l’editoriale
come un momento di condivisione per stimolare il dibattito sulle
problematiche importanti che riguardano, non solo l’AGAPE, ma tutte
le associazioni e le persone che in un modo o nell’altro sono coinvolte
nelle attività che portiamo avanti. Abbiamo già affrontato il tema
dell’evoluzione del “modus operandi”, abbiamo riflettuto, con l’aiuto di
Valentina, su Vision, Mission e Strategie. Ora vogliamo brevemente
condividere l’impatto che questa evoluzione ha avuto e sta avendo
sull’organizzazione delle attività e sulla vita associativa di AGAPE. Ovviamente
una evoluzione di questo tipo ha comportato una crescita esponenziale delle
attività, molto variegate rispetto al passato, questo è stato possibile e
basa la sua sostenibilità sul coinvolgimento di tante persone in
tutta Italia ma anche fuori dall’Italia. Il coinvolgimento lo
abbiamo cercato, chiesto ed ottenuto sulle cose da fare
senza anteporre in alcun modo qualsiasi passo
associativo. Siamo convinti infatti che prima venga il
“fare”, l’associazione è una conseguenza. Cerchiamo di
spiegare meglio questa frase che all’apparenza
potrebbe disorientare in particolare i soci AGAPE di
vecchia data. Per portare avanti tutte le attività
l’importante è condividere lo spirito, gli obiettivi ed il
modo di operare, in questo modo si è veramente uniti
nel senso più profondo, anche senza appartenere alla
stessa associazione. Inoltre siamo convinti che le
attività che contribuiscono al raggiungimento di un
obiettivo sono tangibili e coinvolgenti e consentono di
conoscersi e misurarsi vicendevolmente per capacità,
onestà e disponibilità. L’associazione, le sue scelte, i suoi
obiettivi ed il suo modus operandi siamo noi e quando le persone
che lavorano con noi cominciano a
realizzare questo è l’associazione che
diventa autorevole e questo forse è la
cosa veramente importante in una
associazione di volontariato in cui non ci
sono legami di tipo gerarchico od
economico. L’autorevolezza e la stima
sono il vero collante e l’associazione
diventa quindi una scelta consapevole
in quanto percepita per quello che deve
essere, cioè un punto d’incontro, lo strumento tecnico ed organizzativo che
permette e facilita il raggiungimento degli obiettivi. Si deve decidere di far
parte di un’associazione dopo averne conosciuto e condiviso il modo di
operare, i suoi obiettivi, le sue attività sul campo e le sue persone, non è il
contrario, infatti in caso contrario è un associazionismo con fondamenta fragili.
Siamo convinti infatti
che prima venga il “fare”,
l’associazione è una
conseguenza.
(segue a pag.22)
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{ cameroun }
Le scelte giuste
PER IL FUTURO
Siamo in partenza per una nuova missione in
Cameroun per andare a trovare tutti i bambini e ragazzi della casa e, come ogni missione
che facciamo, prima di partire cerchiamo di
pianificare il più possibile quello che faremo
per cercare di sfruttare al massimo il tempo
che passiamo in Africa.
Tra i vari obiettivi che ci siamo prefissati un posto di
rilievo lo ha il nostro impegno nell’aiutare i ragazzi e
le ragazze più grandi a trovare una strada che li possa rendere adulti indipendenti e realizzati. Insieme
alla suora e ai ragazzi cerchiamo ogni anno di capire quali possano essere le scelte migliori da fare dopo la scuola per ciascuno di loro: corsi professionali, stage presso piccole realtà locali, corsi universitari o di lingua. Cerchiamo di capire quali siano le
attitudini e le passioni di ciascuno per cercare di assecondarle e poter sfruttare al meglio le loro potenzialità.
Non sempre però le scelte che facciamo risultano
essere le migliori al primo colpo, l’adolescenza è
un’età difficile indipendentemente dal paese in cui
i ragazzi vivono, si cresce, si cambia, si scopre il
mondo, si comincia a sentirsi “grandi”, a volte capi-
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GIUGNO 2015
ta di dover tornare sulle decisioni prese per modificarle e trovare soluzioni alternative per il bene dei
nostri ragazzi.
Non mancano però le soddisfazioni quando le scelte si rivelano giuste, vediamo così anche i ragazzi e
le ragazze che a scuola avevano enormi difficoltà e
faticavano a stare al passo con gli altri, che invece
riescono molto bene e dimostrano impegno nei corsi e negli stage che stanno facendo.
Anche suor Christine quando ci mostra i risultati
positivi ottenuti dai suoi ragazzi è contentissima,
le si illuminano gli occhi, pensa agli sforzi che i
suoi tanti sostenitori hanno fatto nel corso degli
anni ed è felice di poterli ripagare con dei buoni
risultati; è delusa e si sente in colpa invece quando per qualche motivo la scelta fatta non era azzeccata per il ragazzo e il suo impegno non ha dato i risultati sperati.
Altra grande nostra preoccupazione riguarda lo
stato di salute di tutti i bambini. Fortunatamente
in questo ultimo periodo, a parte i soliti malanni
di stagione, non ci sono stati grandi problemi per
i bambini già presenti da tempo all’Orphelinat. La
suora è stata impegnata con un neonato arrivato
Non mancano però le
soddisfazioni quando
le scelte si rivelano giuste,
vediamo così anche i ragazzi
e le ragazze che a scuola
avevano enormi difficoltà che
invece riescono molto bene
e dimostrano impegno nei
corsi e negli stage che
stanno facendo
da poco perché abbandonato dalla mamma, le sue condizioni non
erano buone, era molto malato e
malnutrito, come sempre suor
Christine si è dedicata anima e
corpo al piccolo e dopo un primo
periodo di preoccupazione finalmente grazie alle sue amorevoli
cure ed a quelle dei medici, gode di buona salute, ha preso peso e mangia con appetito.
Una bella notizia che siamo contenti di comunicare riguarda lo stato di salute di un bambino colpito
da una rara malattia che aveva reso le sue gambette magroline storte come un arco. Con il passare
del tempo, nonostante i numerosi tentativi fatti per
raddrizzarle, non si era riusciti ad avere ancora il risultato sperato e le sue gambe peggioravano di anno in anno. Il piccolo, che ha compiuto da poco 7
anni, non si è mai dato per sconfitto e nonostante
non potesse camminare e correre come gli altri bambini, partecipava ai giochi e alle attività della casa
muovendosi come poteva, il suo carattere solare e
sempre sorridente, inoltre, lo hanno sempre facilitato nelle relazioni con gli altri bambini che lo aiutavano se lo vedevano in difficoltà.
Suor Christine aveva portato il piccolo in vari ospedali, molti ortopedici lo avevano visitato ma non si riusciva ad arrivare ad una diagnosi e non si trovava
nessun chirurgo che se la sentisse di operarlo. Finalmente qualche mese fa un medico ha preso a
cuore la sua situazione ed ha iniziato l’iter di preparazione per l’intervento e nel mese di gennaio è sta-
to finalmente operato alla prima gamba. Ora
sta facendo molta fisioterapia e in estate dovrà operare anche l’altra. Suor Christine ci ha detto che ce
la sta mettendo tutta e nonostante siano faticose e
dolorose le sessioni di fisioterapia, non si lamenta
mai e si impegna al massimo.
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{ mozambico }
bemvindos
AO CENTRO SCALABRINI
Il nostro volontario Yuri ci racconta il suo arrivo in Mozambico,
pensieri, riflessioni ed emozioni
Sono arrivato al Centro Scalabrini la sera, dopo un
viaggio durato piu di 30 ore e terminato con il tratto di strada che porta alla frontiera, dove lavorano
tranquillamente alla luce del sole e della luna i Marianas, i trafficanti di persone.
Appena un attimo dopo aver imboccato la strada
che porta al centro, mi sono ritrovato nel suo rigoglioso giardino letteralmente accerchiato da bambini che si presentavano uno ad uno, chi con la mano, chi con un abbraccio, chi volendo salire in spalla e chi cantandomi la mia canzone preferita Ghanese! Come se avessero saputo quanto sono legato a quella canzone. Da subito ho capito che si
respira tutta un’altra aria qui.
Le suore mi hanno preparato una stanza molto accogliente dove ho trovato tutti i disegni di benvenuto fatti dai ragazzi, poi, come ogni Venerdì sera, i ragazzi del centro si sono esibiti in balli di ogni
genere.
Ma solo l’indomani, quando ho aperto gli occhi,
ho potuto tastare per la prima volta la storia viva
del centro.
Le attività sono le più svariate e i ragazzi più storici, ognuno responsabile di un’area, hanno insistito
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(bhe non hanno dovuto insistere troppo perchè non
aspettavo altro!) a mostrarmi con orgoglio quello di
cui si occupano. Chi degli orti, chi degli animali, chi
della falegnameria, chi della panetteria e via dicendo.
I ragazzi che risiedono al centro sono 43, dai 4 ai
17 anni, ma tanti sono anche i ragazzi della zona
che qui si recano per attività di ogni genere, da recuperi scolastici, ad attività ricreative, sportive o
manuali.
In paese tutti conoscono il Centro e nel fine settimana diviene un ritrovo per giocare a scacchi o giocare a calcio. Il lavoro da fare è tanto, e quasi spaventa quando ci si rende conto di tutto quello che
non può essere fatto, ma è sicuramente più incredibile quello che è già stato fatto ed il rispetto e l’amore che traspirano da ogni cosa.
Ressano è terra di frontiera, così ogni giorno si sentono storie strazianti dei migranti che provano ad
attraversarla clandestinamente, sperando di trovare una vita migliore che spesso si rivela essere solo sfruttamento o carcere, quando non corrisponde direttamente alla morte. Le storie dei ragazzi del
Centro sono inevitabilmente intrecciate con questi
fatti e suonano come condanne a vita, anche se è
evidente che la loro vita qui, e il rimanere un riferimento costante per tutta la Comunità di questo posto, offrono loro una reale opportunità di avere una
vita felice.
Oltre a tanti compiti e alle mansione interne al centro, abbiamo iniziato da subito le attività di teatro ed
animazione, visite alle famiglie nel fine settimana,
campagne alimentari nei villaggi circostanti e a metter mano alla costruzione di giochi di gruppo costruiti col legno, attrezzi di giocoleria e strumenti
musicali con materiale riciclato.
I ragazzi che risiedono al centro sono 43, dai
4 ai 17 anni, ma tanti sono anche i ragazzi
della zona che qui si recano per attività di
ogni genere, da recuperi scolastici, ad
attività ricreative, sportive o manuali.
Un po’ come da noi in Italia non troppo tempo fa,
e sopratutto con il laboratorio di Artigianato che segue Gerardo, i ragazzi sono diventati veri e propri
artisti del riciclo, così che persino nel tempo libero si mettono a costruire dettagliatissime automobili o animali con del semplice fil di ferro e lattine qualsiasi.
Credo che l’immagine di questi oggetti
così ben fatti ed accattivanti agli occhi
offra anche un’idea di quello che è riuscito a diventare questo Centro facendo fronte a qualsiasi tipo d’intemperie ed
essendo sempre pronto ad affrontare quelle che verranno.
A Pasqua 7 ragazzi si preparano ad essere battezzati, qui il battesimo si prende quando si e’ già grandicelli. L’entusiamo per la
preparazione della festa è incredibile. Oggi
si sono uccisi i maiali per la festa, un lavoro
duro ma fatto in una così allegra compagnia
e’ volato, e sarà ancora più buono quando
verrà assaporato.
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{ r. d. congo }
UN’AMBULANZA
ED UNA MOTO PER
LA FONDATION VIVIENNE
Circa un anno fa ho
ricevuto una telefonata da Raffaella, una
mia amica che mi aveva aiutato nell'accoglienza di due bambine di Kimbondo che erano state operate qui a Roma. Mi diceva di aver risposto
ad un appello su internet che riguardava un bambino
congolese ospitato in un orfanotrofio di Kinshasa che
stava morendo per una grave malformazione cardiaca e mi chiedeva se A.G.A.P.E. era in grado di fare
qualcosa per lui. Così si è aperta per Vittorio,
questo è il nome del bambino, una strada che lo ha
portato prima a Kimbondo da padre Hugo e poi a Genova presso l'ospedale Gaslini per essere felicemente operato ed abbiamo avuto l’opportunità di entrare
in contatto con la Fondation Vivienne
La scorsa estate la fondatrice, Vivienne, è venuta in
Italia ed ha voluto conoscerci e raccontarci la sua storia. Riassumerla in poche righe non è facile ma ci proverò: Vivienne è nata in Congo, in una zona rurale dove per andare a scuola bisogna fare kilometri a piedi
nella giungla, lei ed i suoi amici facevano volentieri
questo sacrificio, finché quando aveva 12 anni in seguito ad una caduta da un albero subì una lesione alla spina dorsale che la costrinse all'immobilità. Fortunatamente entrò in contatto con una coppia di me-
dici toscani che commossi dalla sua vitalità che andava oltre l’handicap, l’adottarono portandola in Italia nella speranza di ridarle l’uso delle gambe. Purtroppo questo non fu possibile, ma in Italia riuscì a
completare la sua istruzione, imparò ad usare la sedia a rotelle e ad essere indipendente tramite la fisioterapia, cosi decise di tornare in Congo per aiutare e per dare speranza a chi altrimenti non ne avrebbe avuta. La Fondation Vivienne nasce come orfanatrofio ma nel tempo si ingrandisce creando un centro fisioterapico e un laboratorio che costruisce protesi e presidi per i portatori di handicap, è aiutata da
medici e fisioterapisti italiani che passano periodi presso il suo centro in Congo per istruire il personale locale. Vivienne ci ha illustrato le sue attività chiedendoci se in qualche modo potevamo aiutarla, così approfittando della partenza di un suo container abbiamo deciso di dare a lei l'ambulanza che generosamente l’associazione AnlaDi (www.annulliamoladistanza.org) ci aveva donato e la moto che Mario Verardi aveva sistemato e messo a disposizione per il
Congo. Ora sia l’ambulanza che la moto sono arrivate a destinazione e vengono quotidianamente usate per accompagnare all’ambulatorio fisioterapico i
pazienti che non sono in grado di raggiungerlo da
soli. Vivienne ringrazia AnlaDi e Mario per la loro
Donatella
generosità.
Il tuo sorriso sempre nel mio cuore
Si è spenta la tua
vita caro Cedric non
certo il tuo sorriso,
quello sarà sempre vivo
nel mio cuore e nel cuore di chi
ti ha conosciuto. Cedric era uno dei
ragazzi della pediatria di Kimbondo, io
l’ho conosciuto lì quasi per caso, accompagnavo alla piccola chirurgia Jill
tutti i giorni per delle medicazioni e
nell’attesa scambiavo qualche parola con chi era in fila con me. In disparte c’era sempre un ragazzo, sempre composto mai un lamento o una
richiesta, occhi pieni di tristezza e malinconia, questo suo comportamento,
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un po’ anomalo in verità mi ha incuriosito. Così un mattino gli ho rivolto
la parola, gli ho chiesto come stava e
lui mi ha risposto bene, ma purtroppo non era così: lui era affetto da drepanocitosi, una malattia genetica del
sangue che nel suo caso gli aveva
provocato delle ulcere alle caviglie ed
era per questo che ci incontravamo lì.
Non mi dilungherò sulla descrizione
della malattia, vi basti sapere che oltre alle ulcere il dolore è una costante del suo decorso. La nostra amicizia nasce così per caso, i suoi occhi
mi avevano incuriosito ma andando
avanti è stato il suo cuore a legarmi
a lui. Giorno dopo giorno, anno dopo
anno mi ha raccontato la sua vita, i
suoi desideri che non erano di possedere cose ma di poter fare quello
che facevano tutti gli altri ragazzi come giocare a pallone o andare a scuola, e mentre mi raccontava i suoi desideri il suo viso e i suoi occhi si riempivano di una luce che lo trasformava e finalmente la sua bocca sorrideva! Così ogni volta che ci lasciavamo io gli dicevo “ricordati di sorridere, perché sei più bello!” e lui mi regalava uno di quei sorrisi che rimarranno per sempre nel mio cuore.
Mammadodo
Il progetto della
“DENTISTERIE”
Trovare un senso alle dure prove della vita non è facile, né
tantomeno scontato, ma Giancarlo Franzin e Antonio Brunetti hanno dimostrato che il dolore può trasformarsi in un grande
progetto di solidarietà. Così, anche con il coinvolgimento di Diego
Nati e di Francesco Setaro è nata Giorgia2009 Onlus. Accomunati dall’amicizia, i fondatori che svolgono le loro attività professionali in ambito dentale,
hanno messo a punto l’idea di dare un sostegno sanitario in campo dentistico alle
popolazioni povere del mondo, con la realizzazione di ambulatori odontoiatrici.
Nel 2009, l’incontro con A.G.A.P.E. Onlus, già attiva nell’Ospedale pediatrico di Kimbondo
nella Repubblica Democratica del Congo, è stato illuminante, e l’idea è diventata realtà. Così è nato il progetto “Kimbondo…Io ci sarò” un programma della durata di 5 anni con l’obiettivo di costruire il gabinetto di dentisterie, occuparsi di curare i bambini ospiti dell’Ospedale e contemporaneamente formare personale medico in loco per poter garantire un futuro alla struttura. Un’altra priorità del progetto è stato ed è far imparare ai piccoli ospiti l’importanza di mantenere una buona igiene dentale, organizzando lezioni frontali e fornendo materiale didattico.
Con tanto lavoro e non poche difficoltà, Giorgia2009 Onlus, nel 2010 ha inaugurato a Kimbondo l’ambulatorio odontoiatrico e, dopo aver raccolto intorno a sé altri medici ed odontotecnici, ha cominciato il suo percorso organizzando periodiche missioni a Kimbondo.
Nel 2014, dopo i primi 5 anni di attività e gli ottimi risultati raggiunti, che vedono una struttura odontoiatrica ben avviata, il dottor Aimè Tschulembo (già impiegato presso la Pediatria
dell’Ospedale di Kimbondo) perfettamente in grado di garantire alla popolazione un’odontoiatria di base ed il programma formativo rivolto ai bambini in fase evolutiva, Giorgia2009
Onlus ha deciso di proseguire nell’opera a Kimbondo con una nuova fase progettuale della
durata di ulteriori 3 anni, e con altri importanti obiettivi:
> un vero e proprio corso di formazione per il medico locale, con la fornitura di materiale didattico-scientifico, perché l’apprendimento sul campo sia integrato dalle conoscenze teoriche necessarie a migliorare le capacità diagnostiche e le scelte cliniche in modo indipendente;
> il supporto formativo al medico locale anche con lezioni frontali, quando i medici italiani saranno presenti a Kimbondo;
> la sostituzione di tutte le attrezzature dell’ambulatorio;
> la trasformazione dell’ambulatorio in una vera e propria risorsa per la pediatria. Recentemente, infatti, al medico locale si è aggiunta la presenza di una assistente alla poltrona. Questo permette un incremento qualitativo e quantitativo e una razionalizzazione delle prestazioni oltre al miglioramento della manutenzione dell’ambulatorio;
> l’autonomia della dentisterie (attualmente utilizzata a pieno regime dalla popolazione locale) non solo da un punto di vista operativo, ma anche amministrativo.
Gli eventi e la puntuale informazione alla stampa sono gli strumenti che Giorgia2009 utilizza
per far conoscere ad un pubblico sempre più vasto la propria opera, con l’obiettivo di raccogliere fondi e aumentare il numero di medici ed odontotecnici associati, creando ed incrementando i contatti con associazioni di categoria sul territorio nazionale, al fine di garantire
una presenza il più possibile costante a Kimbondo.
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{ brasile }
Dal 1999 Agape aiuta e sostiene Casa do Menor, l’opera fondata da Padre
Renato Chiera a Miguel Couto, Nova Iguaçu R.J. in Brasile, per accogliere in
case famiglia, asili, scuole, laboratori e scuole professionali i ragazzi di strada e donare loro una speranza per il futuro.
Lettera di Padre Renato
per Pasqua 2015
Il tempo non si arresta e corre veloce. Sto imparando a cercare di vivere bene e solennemente il
momento presente, l’unico nelle mie mani, come
se fosse il primo e l’ultimo della mia vita.
(…) Aiutiamoci a vivere ogni momento presente.
Aiutatemi: io stesso sono sempre molto agitato!
Quando ci riesco, vivo meglio, mi sento libero e l’anima canta, proviamoci…
Altro segreto: amare sempre nelle piccole e nelle
grandi cose. Vivere amando, essendo dono nel momento presente, per chi mi passa accanto e non
aspettarmi niente. Niente è piccolo di quello che è
fatto per e con amore.
Ed è di nuovo Pasqua: ma che bello! C’è bisogno di speranza.
Perché bello? Viviamo un cambiamento di epoca e
ogni giorno notizie terribili ci spaventano e ci lasciano
con il fiato sospeso. Cosa potrà capitare? Soffriamo di un nuovo trauma: il trauma del futuro. I più
colpiti sono i giovani. A Pasqua, Gesù assassinato
come un bandito, ma risorto, ci ripete: “Non abbiate paura. Io ho vinto il male. Sono risorto”.
(…) Abbiamo paura l’uno dell’altro, un popolo dell’altro, una cultura dell’altra, adesso una religione
dell’altra. Anche Dio o Allah è diventato motivo di
paura e di scontro, viene usato per progetti politici
e economici di dominio che niente hanno a che vedere con il Dio cristiano o con Allah.
Intolleranza…non funziona…
Stiamo diventando intolleranti, per paura o per egoismi falsi e stupidi o per chiusure miopi. E in tutte le
espressioni della nostra vita.
(…) Anche in Brasile ci sono giovani che aderiscono agli jihadisti!
Le principali città europee vivono in stato di allerta
per altri possibili attacchi; anche Roma adesso; anche il Vaticano. Perché tutta questa rabbia? Quali
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GIUGNO 2015
le cause storiche?
Siete diavoli, non musulmani.
Nessuno giustifica atti di terrorismo. Ho visto un documentario dove un’anziana signora musulmana gridava contro membri dell’ISIS: “Voi siete dei diavoli,
non dei musulmani. Ritornate a Allah”. Persone decapitate solo perché cristiani, bambini sepolti vivi,
bruciati vivi, ragazzine usate sessualmente o condannate a morire come bombe da farsi esplodere
non si giustificano. Sono espressione di forze demoniache. “Voi siete il diavolo”, continuava l’anziana donna. Questo non è islamismo, questo è terrorismo, frutto di menti malate. (…)
Libertà di disprezzare chi è differente?
(…) Accogliere il diverso, accogliere le differenze
come arricchimento e non come minaccia: qui la
grande sfida della nostra società sempre più multietnica, multiculturale, plurireligiosa, sempre più globalizzata… con potenzialità enormi. Non riusciamo
a godere della ricchezza di essere differenti.
Cultura del dialogo e incontro e accoglienza o
morte per tutti.
La parola chiave è dialogo: o dialoghiamo o ci combattiamo e ci ammazziamo.
(…) La tolleranza è una virtù che rende possibile la
pace e contribuisce a sostituire una cultura di guerra con una cultura di pace.
Chi sono questi giovani terroristi e cosa soffrono?
Una cosa dovrebbe farci riflettere tutti: chi sono questi giovani che fanno attentati terroristici o scappano dall’Europa per arruolarsi nelle file dello stato islamico? Questi giovani non sono arrivati in Europa
con i barconi, sono figli dell’Occidente, delle famiglie e delle scuole europee, allevati in casa nostra,
che si arruolano e ci minacciano. Sono giovani e
adolescenti cresciuti, alcuni sono figli di immigrati,
ai margini della società occidentale ed esclusi da tutto o quasi, hanno tanta rabbia nel cuore. Il ricco Occidente del passato non ha saputo includerli e offrire possibilità di vita piena e ha ammazzato i loro sogni. La stessa cosa succede in Brasile con i nostri
ragazzi e giovani, figli di una società che li butta ai
margini: ci restituiscono la violenza che abbiamo fatto contro di loro. Ci assaltano, ci uccidono e noi non
capiamo cosa c’è dietro questo grido: c’è bisogno
di sentirsi figli, di presenza, di protagonismo, di contare qualcosa. Questo non si ferma con la prigione,
la pena di morte, la guerra. Riflettiamo insieme con
loro: cosa vogliono e cosa soffrono? È necessario
fare questo o non si trovano soluzioni. È un disagio
giovanile globalizzato.
Occhio per occhio?
Dobbiamo fermarci, non reagire in forma irrazionale e impulsiva. Le nostre risposte violente, guerra a
chi ci fa guerra, occhio per occhio, vendetta, non risolvono e sono gesti disperati, ciechi, meschini. Violenza non risolve violenza, la aumenta solo.
(…) Ho un sogno: l’Occidente cristiano dovrebbe rispondere allo Stato Islamico, cieco nel suo radicalismo, con la novità cristiana rivoluzionaria del perdono. Abbiamo perso la forza del perdono, crediamo che sia debolezza e non forza trasformatrice. Il
perdono cambia le persone a cui perdono. Vince tutto e smonta tutti. Offrire l’altra faccia. (…)
Terroristi: noi vi perdoniamo.
Dire ai terroristi: Voi fate cose orribili, condanniamo
queste crudeltà inaudite, ma noi vorremmo sederci
con voi, capire perchè siete così violenti, crudeli, con
tanto odio. Vorremmo dialogare e cercare di scoprire quello che vi fa soffrire, capire quali sono i vostri
sogni e cercare soluzioni insieme, senza sbranarci o
tagliare teste. (…) Anche il Brasile è sempre più violento. Sta meglio economicamente, ma è meno felice e più intollerante. Ci uccidiamo non in nome dello stato islamico, ma tra poveri che uccidono pove-
Altro segreto: amare
sempre nelle piccole e
nelle grandi cose.
Vivere amando,
essendo dono nel
momento presente, per
chi mi passa accanto e
non aspettarmi niente.
Niente è piccolo
di quello che è fatto
per e con amore.
ri, disperati che eliminano
disperati: tutti cristiani. Da
noi, a Nova Iguaçu, 6 giovani uccisi al giorno, a Fortaleza 664 uccisi in 50 giorni, 65 mila assassinati in
un anno. Cosa succede?
Un male più profondo
Mi pare che oggi qualcosa
di più profondo e grave stia
succedendo con l’uomo in
tutte le parti. Forse alla base della crisi generalizzata
non ci sono solo problemi
di religione, ma la perdita
di connessione dell’uomo
con la sua anima, con la
sua Fonte originaria che io chiamo Dio. (…)
Fare ancora Pasqua.
Seminare perdono e accoglienza è fare Pasqua, passaggio dalla morte della violenza globalizzata alla vita. È risurrezione e nascita del nuovo.
Renato sei ingenuo! – dirai. Amico, prova a perdonare. Dove non esiste amore, metti amore e troverai amore. BUONA PASQUA. Non basta gridare
contro le tenebre, accendi una luce.
Arriviamo in aprile.
Aspettateci: ad aprile verremo con un gruppo di nostri giovani per portare sogni, solidarietà dalle violente periferie del Brasile, con ragazzi che hanno sofferto molto, ma hanno vinto. “Lasciateci sognare” è
il titolo dello spettacolo. Un altro mondo è possibile. Noi lo stiamo iniziando, con te, con voi.
Che bello: è di nuovo Pasqua!
Il Risorto ci aiuti a risorgere e a fare risorgere.
Noi siamo testardi: continuiamo ad avere speranza
ed a ripetere Buona Pasqua.
Articolo completo sul sito della Casa do Menor
(casadomenor.wordpress.com)
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{ come aiutarci }
Donaci il tuo 5x1000
Come
A te non costa niente e per noi vale tanto
In sede di dichiarazione dei redditi puoi destinare il 5 x 1000 dell'IRPEF a sostegno delle organizzazioni
non profit, puoi scegliere l’AGAPE firmando nel riquadro per gli enti di volontariato e le Onlus e scrivendo il nostro codice fiscale 96.32.93.90.585.
Il 5 x 1000 costituisce una voce importante nel bilancio dell’AGAPE e contribuisce in maniera sostanziale al
rispetto di tutti gli impegni presi per il sostegno dei bambini in tutte le nostre missioni in Congo, Mozambico e
Camerun.
La totalità di quanto ricevuto viene utilizzato per i progetti senza distrarre nemmeno 1 € per i costi di gestione dell’associazione.
Sostieni un bambino a distanza
Il Sostegno a Distanza (SAD) è una forma di solidarietà che permette a bambini svantaggiati, di ricevere istruzione, cibo, assistenza sanitaria, senza dover abbandonare il proprio Paese di origine.
E’ un aiuto economico ma richiede anche un coinvolgimento attivo e responsabile da parte del Sostenitore. Aderire al SAD significa assumere un impegno che è morale e non giuridico.
Sono previste diverse tipologie di sostegno: il sostegno individuale che ha come beneficiario un singolo bambino ospite di una casa famiglia o anche che vive stabilmente con la propria famiglia (supporto distribuito) ed il sostegno collettivo di comunità o di gruppi bene identificati, quali scuole, villaggi, ospedali, istituti di accoglienza, orfanotrofi, e così via.
Per il SAD individuale: la quota annuale viene determinata idealmente dividendo i costi della struttura per il numero dei piccoli ospiti e viene ad oggi quantificata in € 780,00. In funzione delle proprie disponibilità si può scegliere di aderire sia con una quota intera che con una parte.
Nel primo caso si sostiene un bambino interamente, incluso il costo del personale che lo accudisce, con
• € 780,00 quota completa (codice SAD1)
Nel secondo caso il sostegno viene condiviso con altri sostenitori impegnandosi per una delle seguenti quote:
• € 390,00 per supporto scolastico, supporto alimentare, spese mediche e vestiario (codice SAD4)
• € 260,00 per supporto scolastico e supporto alimentare (codice SAD3)
• € 130,00 per spese mediche e vestiario (codice SAD2)
Per il SAD collettivo: si può scegliere una quota annuale libera indicando l'importo nella scheda di adesione (codice COLL).
L’ AGAPE è iscritta alla lista delle ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) e come tale i contributi in denaro (a condizione che i versamenti avvengano tramite banca o c/c postale) possono essere portati in detrazione nella dichiarazione
dei redditi semplicemente conservando le ricevute.
Per aderire al progetto ed iniziare quindi un nuovo SAD è sufficiente inviare
all’AGAPE la scheda di adesione, disponibile anche sul sito www.agapeonlus.it,
specificando il tipo di sostegno scelto e i propri dati ed attendere la lettera di assegnazione per iniziare ad effettuare i pagamenti nel modo più conveniente (i.e.
unica soluzione, quota mensile, semestrale, etc.).
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GIUGNO 2015
aiutarci...
Bomboniere solidali
“La tua festa può diventare una festa anche per le persone in difficoltà!”
Per le occasioni importanti, battesimo, comunione, cresima, matrimonio, hai la possibilità di sostenere le iniziative di AGAPE sostituendo le bomboniere tradizionali con
quelle solidali.
Cosa è la bomboniera solidale e a cosa serve?
In occasioni di celebrazioni importanti il valore della classica e spesso inutile bomboniera è devoluto ai progetti AGAPE in generale o ad uno specifico progetto scelto tra quelli
in corso.
AGAPE, su indicazione degli interessati, redige e stampa una piccola e semplice pergamena
(10,5X14,7 cm stampata fronte/retro) indicante il progetto sostenuto; la pergamena, poi, viene arrotolata e legata ad un sacchetto o una scatolina.
Richiediamo un contributo che comprende la copertura dei costi, la confezione della bomboniera, la stampa della pergamena e la donazione per il progetto scelto:
> 8 € per ogni sacchetto
> 7 € per ogni scatolina
> 6 € per la pergamena con monoconfetto
> 3 € per la sola pergamena
Sarà a cura dell'interessato acquistare i confetti e recapitarli ad Agape, specificando nel modulo di ordine la quantità di confetti (1,3,5) da inserire in ogni bomboniera....
La bomboniera solidale non è un oggetto da comprare ma un progetto AGAPE da sostenere!
Le offerte per le “BOMBONIERE
della SOLIDARIETÀ” sono deducibili,
seguendo le disposizioni di legge
previste per le ONLUS.
Visita il sito www.agapeonlus.it
o contatta subito la responsabile alla
mail [email protected] oppure
la segreteria dell’AGAPE
[email protected]
e richiedi il modulo da compilare
per fare il tuo ordine!
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{ come aiutarci }
Quote progetto
Se vuoi fare un regalo che faccia bene al cuore e a chi
è meno fortunato di noi puoi scegliere una quota progetto.
Cos’è una quota progetto?
E’ una confezione regalo che contiene un oggetto di
artigianato etnico simbolico ed una scheda di presentazione
del progetto sostenuto.
Quest’anno le quote progetto sono destinate alla pediatria di Kimbondo
in R. D. Congo e ai ragazzi di Ressano Garcia in Mozambico.
• quota progetto 10 € “kit artigianato”: per l’acquisto di materiale per
l’artigianato per i ragazzi di Ressano Garcia in Mozambico
• quota progetto 15 € “kit anti malaria”: per l’acquisto di medicinali
anti malaria per un bambino della pediatria di Kimbondo
• quota progetto 25 € “un sacco di riso”: fornitura di una razione
giornaliera di riso per i 100 bambini della Neonatologia
• quota progetto 35 € “pane per tutti”: pane per un giorno per tutti
i 650 bambini della pediatria di Kimbondo
Le quote progetto vengono preparate soprattutto nel periodo natalizio
ma possono essere ordinate tutto l’anno richiedendole alla segreteria
con cui si possono concordare anche confezioni personalizzate con importi a scelta per qualsiasi occasione:
matrimoni, battesimi, comunioni, cresime, compleanni, regali alle
maestre…
Mercatini
In molte occasioni durante l’anno l’AGAPE partecipa ad eventi e manifestazioni con un suo banchetto
sempre molto bello e ricco di artigianato etnico, oggetti realizzati dai nostri volontari, saponi vegetali e
meravigliosi bijoux realizzati a mano con ceramica raku e pietre dure dalle nostre volontarie.
Per venire a comprare qualcosa di unico puoi partecipare alle 2 occasioni “istituzionali” AGAPE, la cena di Natale e la festa estiva, oppure chiedere in segreteria dove e quando puoi trovarci.
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{ teatro per l’africa }
"Teatro per l'Africa”
SPETTACOLI RAPPRESENTATI NELLE SCUOLE
GRANDE SODDISFAZIONE, IN QUESTO ANNO SCOLASTICO 2014/2015!
ABBIAMO RAGGIUNTO UN OBIETTIVO STRAORDINARIO: SIAMO ALLA
DECIMA EDIZIONE DI "TEATRO PER L AFRICA"
Cominciammo, ormai due lustri fa, come se fosse un
gioco. Le prime scuole ci accoglievano con piacere,
certo, ma ancora non era chiara la reale portata del
nostro progetto. Ci volle qualche anno per rodare "Teatro per l'Africa", riuscire a veicolare nelle scuole i contenuti che ci prefiggevamo e conquistare la fiducia di
maestri, professori e allievi.
Dopo tanti anni che proponiamo i nostri spettacoli nelle scuole ci siamo convinti che il segreto di questo successo risiede nella sua formula: unire un momento artistico alla solidarietà.
Nelle oltre 100 scuole frequentate in questo decennio non è giunta una semplice proposta teatrale, bensì è stato proposto "l'utilizzo" di uno spettacolo per
sensibilizzare degli studenti delle nostre Scuole alla
prossimità verso il Sud del Mondo.
Il meccanismo è (apparentemente) semplice. Subito
dopo gli applausi finali, i giovanissimi spettatori possono apprendere in modo più incisivo l'importanza di
essere solidali grazie alla testimonianza diretta dei volontari A.G.A.P.E. che hanno preso parte a missioni
in vari Paesi Africani. Raccontiamo ai bambini non solo le reali condizioni di vita di quelle popolazioni ma
l'importante contributo che A.G.A.P.E. fornisce loro.
Una diretta testimonianza di come sia possibile innescare uno sviluppo sostenibile per quei paesi. Questo obiettivo viene rafforzato e personalizzato per le
scuole grazie al sostegno di un unico e preciso progetto solidale.
In "Teatro per Africa" si realizza, una volta stornati i costi per la Compagnia teatrale, una raccolta di fondi. Infatti, gli importi accumulati durante la stagione scolastica sono destinati alla realizzazione di rilevanti progetti di
educazione e professionalizzazione in Mozambico, R. D.
del Congo e Camerun. E così il cerchio si chiude.
Tutto è stato realizzabile anche grazie al supporto della compagnia teatrale "Il Posto delle Fragole" che,
quest'anno, ha prodotto spettacoli particolarmente
pregiati. Oltre alle divertentissime messe in scena per
le materne ed elementari (Rodari e Andersen) ci fa
piacere segnalare la produzione dedicata alle scuole
medie. "Le Memorie di Sherlock Holmes", con ben
sei attorti in scena, è una rivisitazione avvincente ed
esilarante del classico di Doyle che cattura la completa attenzione degli spettatori dall'inizio alla fine,
mentre "Guernica" rappresenta una novità assoluta
nelle Scuole. Pensato come un misto fra Storia dell'arte e Teatro, lo spettacolo ha come protagonista
non un personaggio ma il capolavoro di Picasso.
Videoproiettato sul palco, una deliziosa ed altamente
competente Storica dell'arte "racconta" ai ragazzi il
famoso dipinto (anzi "lo fa parlare"...!) mentre gli attori si alternano sul palco con monologhi scritti per
l'occasione. Uno spettacolo di teatro-civile, contro
l'assurdità delle guerre, che è stato particolarmente
apprezzato.
Dopo dieci anni "sul campo", non ci rimane che
ringraziare i giovanissimi spettatori di tutte le
scuole che ci hanno ospitato.
Le scuole ultime arrivate come quelle di dieci anni fa
che, nel frattempo, si sono sinceramente affezionate e, come se ci avessero "adottati", ogni anno ci richiedono i nostri spettacoli. Grazie di cuore anche alle centinaia di maestre, professoresse, dirigenti per
averci concesso la straordinaria opportunità di dialogo con le nuove generazioni.
Questa fiducia ci onora e, insieme alla convinzione di
aver acceso una piccola scintilla nei giovani di oggi,
ci sprona a proseguire per altri dieci anni.
Buon compleanno, "Teatro per l’Africa"!
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{ volontari }
Essere un
volontario AGAPE
Essere un volontario AGAPE non è solo partire per raggiungere
un paese più o meno lontano ed andare a seguire uno dei progetti che grazie ai nostri sostenitori vengono portati avanti, essere un volontario AGAPE è anche e soprattutto impegnarsi costantemente per fare in modo che tali progetti continuino ad esistere.
Quando si parla di associazioni che si occupano di paesi in via di sviluppo, l’immaginario collettivo corre subito all’idea del viaggio, il “volontario” viene identificato come colui, o colei, che lascia la sua vita di tutti i giorni e parte, zaino in spalla, animato dal desiderio di andare in un
luogo dove poter aiutare il prossimo ed abbracciare quei meravigliosi
bambini con gli occhi luminosi e i sorrisi che scaldano il cuore.
La nostra associazione è però ricchissima anche di molti altri volontari
che lavorano dietro le quinte, mettendo a disposizione il loro tempo, le
loro capacità e la loro passione per svolgere i vari compiti della ordinaria
e straordinaria vita associativa, per far conoscere l’AGAPE e per raccogliere fondi.
Una delle attività che sono da sempre una consuetudine sono i mercatini, importantissime occasioni per incontrare persone, raccontargli cosa fa
l’AGAPE e vendere oggetti di vario genere: i nostri banchetti sono sempre
molto belli e ricchi di artigianato etnico che i nostri volontari riportano dai
vari paesi in cui si recano (manufatti di ebano, batik, collane e monili,
stoffe e abitini), articoli che vengono realizzati nei laboratori di artigianato presenti all’interno di alcuni nostri progetti, ma anche oggetti frutto del
lavoro prezioso dei nostri volontari che lavorano costantemente anche in
Italia. Le artefici di tutte queste meraviglie sono Paola e Annamaria a cui
abbiamo chiesto di raccontarci come e quanto lavorano.
Paola ci ha raccontato così il suo impegno:
“Il mio contributo all’AGAPE è
fatto di tante piccole cose che
svolgo da sola o in collaborazione con Annamaria. Quando ci è
stato chiesto di scrivere qualcosa
sul nostro lavoro mi sono resa conto che non è facile parlare di piccoli (ma a volte grandi lavori) quasi
quotidiani.
Innanzi tutto c’è il lavoro storico della produzione di paté e marmellate
che da molti anni viene portato avanti da Mario e Anna Maria con la partecipazione di qualche volontario di buona volontà e da me. Cerchiamo per quanto possibile di utilizzare frutta non tratta-
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ta che a volte è sì donata, ma è necessario raccogliere dagli alberi. Dopo la fase di bollitura c’è quella del confezionamento con etichetta e vestitino abbinato e finalmente le marmellate sono pronte per dare un po’
di dolcezza ai golosi e un aiuto ai progetti di AGAPE.
Un altro lavoro “stagionale” che facciamo è il confezionamento delle bomboniere solidali svolto sempre da Anna Maria e da me: cuciamo i sacchetti, gialli, verdi, rosa, di iuta …. cerchiamo i nastri e fiori più adatti,
troviamo scatoline e bauletti, stampiamo pergamene, il tutto cercando di
soddisfare le richieste di chi decide di offrire un contributo per il sostegno di un progetto.
Un articolo che negli ultimi anni ha riscosso un grande successo per i
regali di natale sono i “porta torte” confezionati da Annamaria e Annarita, per poterle aiutare anche in questo lavoro ho perfino imparato a
cucire a macchina!
Altra attività che richiede grande impegno che Annamaria ed io portiamo avanti perché è una grande passione che entrambe abbiamo e che
ci ha fatto incontrare è la creazione di bijoux di ceramica che abbiamo iniziato a
fare per AGAPE nel 2007 .
Per fare collane, orecchini, braccialetti, spille o portachiavi si parte dalla manipolazione della creta in piccole palline che saranno cotte una prima volta in forno a 960°. Si procede alla colorazione e smaltatura di ogni singola perla e ad una
seconda cottura. Qualche volta per dare degli effetti translucidi, dopo aver passato un lustro, cuociamo una terza volta.
La nostra associazione è però ricchissima
anche di molti altri volontari che lavorano
dietro le quinte, mettendo a disposizione il loro
tempo, le loro capacità e la loro passione
A volte invece cuociamo in un forno all’aperto con una tecnica
chiamata RAKU in cui gli oggetti vengono estratti incandescenti
e buttati nella segatura ad affumicare. Dopo la ripulitura dal nerofumo si possono vedere le perle in tutto il loro splendore. Si passa poi alla fase della montatura della collana in cui abbiniamo le
perle fatte da noi con altre pietre dure o lavorazioni che facciamo
con il ferro battuto.
Ultimamente costruisco anche scatole portagioielli per contenere le nostre creazioni.
E’ un lavoro che richiede molto tempo e pazienza che riusciamo
a portare avanti perché oltre la nostra grande passione ci sostiene la convinzione che tutto questo impegno porterà un piccolo aiuto ai nostri bambini.
Viene anche il momento in cui dobbiamo far conoscere i nostri prodotti e qui per fortuna non siamo sole ma molte volontarie ci aiutano nella vendita. Abbiamo però la necessità di allargare il “mercato” e se qualcuno ci volesse dare una mano è benvenuto.”
Il lavoro delle nostre volontarie “artiste” è impagabile, e, come ci
ha detto Paola, la mole di lavoro è enorme soprattutto in alcuni periodi dell’anno,
chiunque voglia collaborare con loro in qualsiasi delle loro mille attività, verrà accolto a braccia aperte.
Come dice una frase molto cara a tutti coloro che conoscono l’Agape
Nessuno è così povero da non avere nulla da offrire
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{ successi }
LORO CE L’HANNO FATTA
grazie a voi!
L’A.G.A.P.E. nel corso degli anni è stata aiutata da migliaia di sostenitori,
molti di loro hanno sostenuto progetti nella loro totalità, altri hanno scelto di sostenere a
distanza un bambino di un paese lontano; tutti insieme hanno contribuito a cambiare la vita
di tantissime persone permettendo a chi non avrebbe avuto molte speranze di avere
un futuro, di crescere, imparare e realizzare i suoi sogni. Per farvi toccare con
mano l’importanza del contributo di tutti voi sostenitori e rendervi orgogliosi dei sacrifici
che avete fatto per aiutarli, da questo numero del giornalino inizieremo a raccontarvi le storie di alcuni ragazzi che grazie a voi sono diventati giovani adulti, maturi e responsabili.
La prima storia ce la racconta
Valentina dal Mozambico:
ARCENIO è un ragazzo di quasi 20 anni, orfano
di padre. La madre vive a Incomati a circa 40
chilometri da Ressano Garcia, un piccolo villaggio
nella zona montagnosa che separa il Mozambico
dal Sudafrica. Incomati è lontano dalla strada
nazionale, difficile da raggiungere; le vie di
accesso spesso sono impraticabili, un’area
rocciosa, in cui è difficile coltivare e sopravvivere;
è un territorio vulnerabile, ma al contempo forte e
deciso, che ancora oggi orgogliosamente difende
le sue origini e i suoi ideali. Incomati è l’ultimo
baluardo della Renamo rimasto nel sud del paese:
le persone che popolano quest’area sono ribelli
della Renamo che hanno combattuto
durante la guerra civile.
Dopo la fine della guerra si sono ritirati in questa
regione angusta, per proteggersi e per
preservarsi, hanno cercato di farsi dimenticare e
sono stati dimenticati. Oggi la popolazione di
Incomati vive in condizioni di grave precarietà
Arcenio è nato proprio lì, tra quelle pietre e porta
con sé l’orgoglio e l’integrità di quella terra e di
quella gente. Ha lasciato Incomati e tutti i suoi
fratelli e cugini, quando aveva 7 anni, portato a
Ressano Garcia da Padre Vicente, il parroco della
città. Così Arcenio è arrivato al Centro Scalabrini,
piccolo e magrino, timido, molto educato e
rispettoso; ha vissuto in questo ambiente protetto
fino ai 16 anni, studiando e giocando a calcio:
la sua grande passione.
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GIUGNO 2015
Da quando lo conosco è sempre stato un ragazzo
molto intelligente, astuto, curioso, molto critico e
analitico. La prima volta che ci siamo incontrati,
sei anni fa, lui mi ha da subito fatto domande
molto puntuali e da me ha sempre voluto
spiegazioni e risposte molto precise, non si è mai
accontentato di un “non so”. Questo ha fatto
crescere me e credo anche lui, cercando risposte
reciproche ci siamo confrontati sulle nostre
culture, le nostre storie ed è cresciuta anche la
complicità e la fiducia reciproche.
Quando ha terminato la scuola superiore, io ero
certa che avrebbe continuato a studiare, che
La prima volta che ci
siamo incontrati, sei anni
fa, lui mi ha da subito
fatto domande molto
puntuali e da me ha
sempre voluto spiegazioni
e risposte molto precise,
non si è mai accontentato
di un “non so”.
sarebbe stato uno dei ragazzi, come Tilfo, che
avremmo sostenuto negli studi universitari. Io mi
ricorderò sempre il giorno in cui è venuto da me e
mi ha detto: “so che ti deluderò, ma io non voglio
fare l’Università, sono molti anni di studio e ho
paura che se studierò non riuscirò a realizzare il
mio sogno: diventare un calciatore”. Devo dirvi la
verità, ho provato in tutti i modi a convincerlo del
contrario, ma era talmente sicuro di sé e della sua
scelta che non ho potuto far altro che dirgli: “Io,
Arcenio non posso aiutarti in questo, ce la dovrai
fare da solo, è un ambiente molto difficile, ti devi
trasferire a Maputo e lo dovrai fare senza il
supporto di AGAPE perché noi
sosteniamo gli studi.”
Non avrei mai creduto che ce la potesse fare, e
come me nessuno dei suoi amici. Lui ha tagliato i
ponti con tutti, ha cominciato a lavorare sodo, da
solo, e dopo 8 mesi, mi ha chiamata e mi ha
raccontato che era riuscito ad entrare nella
squadra giovanile della Liga Musulmana di
Maputo, una delle squadre di calcio più forti del
Arcen
io
a
di 13 ll’età
anni
Mozambico.
Pur di realizzare il suo
sogno aveva falsificato i documenti
perché doveva dimostrare di avere 16 anni.
Sono rimasta molto colpita dalla sua caparbietà,
mi ha raccontato di quanto fosse stato difficile e
faticoso riuscire a giocare con quella squadra, di
quanto fosse contento e soddisfatto per quello
che era riuscito a fare, ma al contempo anche di
quanto gli fosse chiaro che il calcio per lui poteva
essere solo una passione, non sarebbe mai
diventato un lavoro.
Mi ha chiesto se aveva ancora qualche possibilità
di studiare e mi ha detto che non si sentiva nella
posizione di poter chiedere a me e AGAPE di
pagargli l’Università, che era troppo. Abbiamo
conversato a lungo sul suo futuro, quello che
avrebbe voluto fare, come se lo immaginava, mi
ha detto che avrebbe voluto fare un corso come
programmatore informatico di 18 mesi e prendere
il patentino, questo lo avrebbe facilitato nel
trovare un buon lavoro a medio termine che gli
avrebbe permesso di pagare almeno una parte
dei suoi futuri studi in Relazioni Internazionali:
Arcenio è sempre stato interessatissimo
alla storia, politica, filosofia.
Oggi Arcenio studia in un Istituto Superiore per
prendere il patentino internazionale come
Programmatore Informatico, segue gratuitamente
il sito internet e la pagina Facebook di
un’organizzazione mozambicana con cui AGAPE
collabora, per ripagarci almeno in parte dell’aiuto
che gli abbiamo dato, che gli diamo e che gli
daremo, si allena con la squadra giovanile della
Liga Musulmana e lavora tre giorni a settimana in
un bar ristorante come cameriere. I soldi che
guadagna li manda tutti i mesi alla mamma a
Incomati per aiutarla a crescere i suoi 6 cugini
che vivono con lei, rimasti orfani
perché i genitori sono morti di AIDS.
Arcenio è davvero un grande uomo, integro e
umile con molta voglia di imparare e di
sperimentare. In Dicembre proverà l’esame di
ammissione alla Facoltà di Relazioni Internazionali
dell’Università Eduardo Mondlane e nel frattempo
noi di AGAPE cercheremo di farlo entrare in
qualche programma di borse
di studio per l’estero.
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{ cameroun }
Appuntamenti
Festa estiva
Agape
.P.E.
i progetti A.G.A
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> mostra
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> pesca di bene
> musica
> cena solidale
allegria
> chiacchiere ed
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l’alimen Agape “Garant al
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aprile
Spettacolo di danza e teatro in favore dei progetti di sviluppo di A.G.A.P.E.
ispirato al libro “DALL'INFERNO UN GRIDO PER AMORE” di Padre Renato Chiera
missionario italiano in Brasile dal 1978.
Venerdì 24: h 21:00 teatro San Timoteo - via Apelle, 1
Domenica 26: h 16:30 Il Mitreo-ArteContemporanea Via Marino Mazzacurati 61-63
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{ bilancio }
Tutti i numeri AGAPE del 2014
Il 19 aprile us, come ogni anno, AGAPE ha tenuta
l’assemblea dei soci per l’esame e l’approvazione del
Bilancio 2014 e delle attività 2015. La documentazione,
presente sul sito, evidenzia come il bilancio rappresenti
per l’associazione uno strumento di trasparenza e di
comunicazione. La figura riporta i macronumeri in
particolare con riferimento all’utilizzo dei fondi a
disposizione. Anche nel 2014 è stato rispettato l’articolo
16 dello statuto: “ogni contributo ricevuto dall’associazione
che sia esplicitamente destinato ad un progetto è ad esso
vincolato dovendo essere integralmente utilizzato per la sua
realizzazione fino alla concorrenza del costo del progetto
Come abbiamo
utilizzato
i nostri fondi?
stesso” anche per quanto riguarda il contributo
per il 5 x mille. Continua la flessione delle adesioni ai
progetti SAD che suggerisce un miglioramento nella
comunicazione ed un maggior impegno di contatto e
testimonianza da parte dei volontari operativi che si
recano in missione. Importante anche continuare a
perseguire sinergie e collaborazioni
con altre organizzazioni, nel rispetto e la condivisione
dei principi ispiratori di AGAPE, e mettere a frutto
la certificazione ottenuta dall’Istituto Italiano delle
Donazioni per dare sempre più certezze alla bontà
degli aspetti operativi e gestionali.
676.452
IMPOSTE
E TASSE
3.567
COSTI DI
GESTIONE
ATTIVITÀ
TIPICHE
ATTIVITÀ
ACCESSORIE
574.920
37.347
60.619
SAD E
OPPORTUNITÀ
COOPERAZIONE
361.045
80.559
REALIZZAZIONI
ALTRI
PROGETTI
39.955
93.361
GIUGNO 2015
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Aiutaci a lottare contro l’indifferenza nei confronti della miseria, della sofferenza e della
disuguaglianza. Perché crediamo che ogni persona sia dotata fin dalla sua nascita di un
potenziale che costituisce la sua unicità e che abbia il diritto e il dovere di farlo emergere, di esprimerlo e di utilizzarlo nella vita per essere artefice delle proprie scelte.
Sostieni AGAPE con la tua dichiarazione dei redditi
Nei modelli CUD, 730, UNICO e UNICO mini, firma nel riquadro per gli enti di volontariato e le Onlus e scrivi il nostro
codice fiscale 96.32.93.90.585.
Il 5 x 1000 è gratuito per chi lo dona e non è alternativo all'8x1000. Il
100% di quanto ricevuto viene utilizzato per i progetti senza distrarre
nemmeno 1 € per i costi di gestione dell’associazione e ci aiuta a rispettare tutti gli impegni presi per il sostegno degli oltre 1000 bambini di tutte le nostre missioni, in R. D. Congo, Mozambico e Camerun.
A te non costa niente
e per noi vale tanto