Secondo gruppo : 4 - Parrocchia del Tabernacolo

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Secondo gruppo : 4 - Parrocchia del Tabernacolo
4 ONORA TUO PADRE E TUA MADRE
“Perché sono un pezzo del mio cuore”
IL VINO MIGLIORE
Un uomo e una donna si sposarono in tarda età e con grande loro gioia e sorpresa ebbero un figlio.
Lo allevarono con tutto l'amore e la cura possibili e, pur essendo molto poveri, lo mandarono alla scuola di un
saggio perché crescesse anche nello spirito. Tornato a casa il ragazzo aveva un unico desiderio: sdebitarsi in
qualche modo con i suoi genitori. “Che potrei mai fare? chiese loro “di realmente gradito per voi?”.
“La cosa più cara che abbiamo sei tu” figliolo” risposero i due anziani. “Se però vuoi proprio farci un regalo
procuraci un po’ di vino. Ne siamo golosi e sono tanti anni che non ne beviamo un goccio!”. Il ragazzo non
aveva un soldo. Un giorno mentre andava nel bosco a far legna attinse con le mani l’acqua che precipitava da
un’enorme cascata e ne bevve: gli parve avesse il sapore del vino più dolce e schietto. Ne riempì un orcio che
aveva con sé e tornò in fretta a casa. "Ecco il mio regalo" disse: ai genitori. "Un orcio di vino per voi.
I genitori assaggiarono l'acqua e, pur non sentendo altro gusto che quello dell'acqua, gli sorrisero e lo
ringraziarono molto. "La prossima settimana ve ne porterò un altro orcio" disse il figlio. E così fece per molte
settimane di seguito. I due anziani stettero al gioco: bevevano l'acqua con grande entusiasmo ed erano felici di
vedere la gioia fiorire sul volto del figlio. Avvenne così un fatto meraviglioso: i loro acciacchi scomparvero e le
loro rughe si appianarono. Come se quell'acqua avesse qualcosa di miracoloso
Onorare i genitori significa essere riconoscenti per il dono della vita
Significa anche amarli, rispettarli ed ubbidire loro perché continuano a donarci la vita, goccia a
goccia, ogni giorno
È importante non escludere i genitori dalla nostra vita e dar loro conforto e aiuto sempre.
Anche quando diventano anziani o malati
Insieme ai genitori ci sono altre persone che mi amano e vogliono il mio bene: anche loro
devono essere amati e onorati
IO Amerò, ascolterò, ubbidirò ai miei genitori e a quelli che hanno cura di me
5 NON UCCIDERE
“Perché la vita è il dono più grande che vi ho fatto”
IL SEGRETO DELLA FATA
Un brutto giorno nel regno di "Non-si-dice" arrivò un terribile dragone. Era feroce e potente, e cominciò a
devastare paesi e città. Tutti avevano paura, nessuno usciva più di casa di notte e nemmeno di giorno. Il re
radunò i suoi consiglieri e disse: "Arruoliamo un'armata tra il nostro popolo". La decisione reale fu
annunciata a tutti i villaggi, le case e le capanne del regno. Tutti gli uomini che non erano impediti, né
troppo vecchi, né troppo giovani, dovettero immediatamente lasciare le loro
famiglie e prendere servizio nel grande esercito del re. Tutti meno uno. Un giovane contadino, infatti, si era
rifiutato di arruolarsi nell'esercito. Aveva scritto una lettera molto cortese, nella quale spiegava che era un
grande onore essere invitato a far parte dell'esercito reale, ma che doveva rifiutare. Il re andò su tutte le
furie e ordinò a uno squadrone di soldati di andare a prendere il contadino.
"Perché ti rifiuti di combattere contro il drago?" gli chiese il re. "Vostra Signoria, io ho giurato di non
armarmi mai contro nessun essere vivente. L'ho giurato alla mia buona fata, la Regina della Saggezza che
vive in una grotta vicino al fiume". Il re pensava solo al suo esercito e prese la sua decisione:
"Conducete via questo giovane e uccidetelo". I soldati eseguirono l'ordine. Quella che fu chiamata "La
Guerra del Drago" durò lunghi e lunghi anni. Nessuno riuscì mai a trovare il drago ma i soldati ormai
avevano preso gusto alle armi. Passavano il tempo a dar sfogo alla violenza in seguito alle dispute fra i
generali del re. Tutti chiedevano: "Come possiamo mettere fine alla guerra?". Perché è più facile cominciare
una guerra che farla finire. Un generale, uno dei pochi che aveva conservato un barlume di saggezza, disse:
"Signori, mi ricordo di aver sentito parlare di una fata che vive in una grotta vicino al fiume. Se andiamo a
trovarla, forse lei ci può dire come possiamo fermare la guerra". Trovarono una donna meravigliosa che
aveva capelli d'oro e una veste di seta colar arcobaleno. A lei chiesero il segreto della pace. "Ma io ho già
donato questo segreto", rispose la fata. "Posso rivelarlo una volta sola. Chiedetelo all'uomo a cui l'ho
confidato: È un giovane contadino, un uomo pacifico. Non so come si chiama". Il generale, sempre più
furibondo, sguainò la spada e la brandì contro il re: "Parla di quèl contadino che voi avete condannato a
morte! Del giovane che non voleva indossare le armi contro il drago. Ora noi non sapremo mai questo
segreto!". Il re sguainò la spada a sua volta, poi guardò il generale: "Ti sbagli. Ti sbagli davvero. Il suo
segreto, il giovane lo ha rivelato, ma noi non l'abbiamo capito. È con la sua morte che ci ha rivelato il
segreto della vita". Detto questo, il re lasciò cadere la spada e se ne andò lentamente.
Gli esseri umani non hanno zanne, unghioni, artigli né pungiglioni velenosi. L’unica arma
che possiedono è la loro tenerezza
Non siamo fatti per essere rabbiosi né prendere in giro o criticare sempre
Dobbiamo imparare ad essere solidali, a proteggerci, ascoltarci, aiutarci
Sempre e dovunque dobbiamo essere costruttori di pace. Anche quando ci costa
IO Rispetterò sempre ogni creatura vivente
6 NON COMMETTERE ATTI IMPURI
“Perché tutto quello che ho fatto è bello e buono”
LO STAGNO DELLE OCHE
C'era una volta, in un angolo di campagna verde e incontaminato, un laghetto di acqua limpidissima. Era un
laghetto minuscolo, quasi uno stagno, ma il cielo si specchiava dentro la sua acqua pura e lo trasformava in
un gioiello incastonato nel morbido tappeto dei prati. Il sole di giorno, la luna e le stelle di notte si davano
appuntamento nel limpido specchio d'acqua. I salici della riva, le margherite e l'erba delle colline tremavano
di gioia per quel riflesso di cielo caduto in terra, che trasformava quel remoto angolo di mondo in un piccolo
paradiso. Ma un giorno, schiamazzando e starnazzando, arrivò sulle sponde dello stagno uno stormo di
grasse e prepotenti oche. I loro imperiosi "qua, qua!" e i loro robusti becchi sconvolsero il silenzio e la pace
dello specchio del cielo. Le oche erano creature pratiche, non badavano certo al sussurro del vento e ai
riflessi dell'acqua limpida. Si tuffarono a decine nello stagno e cominciarono ad arare il fondo alla caccia di
cibo. "Mangiare e ingrassare" era il loro motto. Sguazzavano, sporcavano, strepitavano. Piume e spruzzi
volavano da tutte le parti. Granchiolini, pesciolini, e tutti gli animaletti che vivevano nel laghetto in un
battibaleno sparirono nel vorace gozzo delle insaziabili oche. La polvere finissima depositata sul fondo,
sconvolta e smossa, invase l'acqua. Rametti, foglie e alghe che filtravano e trattenevano l'acqua nel laghetto
furono dispersi. La sera, quando il silenzio ritornò tra le colline, la prima stella cercò invano la sua casa sulla
terra e la luna non poté specchiare il suo volto d'argento. Lo stagno era solo una distesa di fanghiglia
maleodorante e senza vita. Lo stagno era morto. Il vento portò la notizia alle nubi e le nubi alle stelle, alla
luna e al sole. Tra le foglie dei salici piangevano i pettirossi e le allodole. In quell'angolo di campagna il cielo
non si sarebbe specchiato più.
Uomini e donne sono fatti per amarsi. Anche i loro corpi sono fatti per esprimere l’amore
che esiste fra due persone. Tutto questo è voluto da Dio ed è bellissimo. Non dobbiamo
sporcarlo
Non si può giocare con il proprio corpo: è una cosa bellissima e seria
Ogni persona ha diritto ad essere rispettata nei propri sentimenti e nel proprio corpo.
Nessuno può essere trattato come uno “strumento”. La pubblicità, la televisione e Internet
usano l’immagine del corpo per vendere e attirare: è una trappola stupida
IO Rispetterò sempre il mio corpo e quello degli altri