Smartphone quad core Samsung e LG a confronto

Transcript

Smartphone quad core Samsung e LG a confronto
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.1
EDITORIALE
Tutti copiano Apple
Ma solo a parole
Tutte le aziende di tecnologia
si ispirano al modello Apple. A
parole. Esplicitamente, inserendo citazioni di Steve Jobs nelle
proprie presentazioni; o più
sottotraccia, facendo finta di
aver auto intuizioni che Apple
ha trasformato in strategie da
tempo; oppure “rubando” il look
del sito, il packaging o addirittura le font utilizzate da Apple. I
prodotti Apple possono piacere
o non piacere, ma quale azienda
non vorrebbe assomigliare a
quella che ha un margine lordo
del 47,4% con utili netti che viaggiano intorno ai 12 miliardi di
dollari a trimestre, con crescite
di quasi il 100% anno su anno?
Eppure, al di là delle parole, ci
pare che nessuno stia veramente
cercando di applicare il “metodo
Apple”. Non lo sta facendo
di certo Samsung: Apple ha
un modello di smartphone
e uno di tablet; Samsung ha
33 smartphone e 11 tablet (in
Italia, ma all’estero sono di più).
Non seguono Apple neanche
i produttori di PC, come Acer,
HP o la stessa Samsung, da anni
appiattiti sui primi prezzi, con
materiali (e margini) ben diversi
da quelli della mela.
Nei nomi di prodotto, un altro
esempio lampante: Apple ha
apparecchi che si chiamano (e
tutti chiamano) semplicemente
“iMac”, “iPhone” o “MacBook”;
tutto il resto dell’industria IT e
dell’elettronica di consumo continua nella maggior parte dei casi
a usare sigle e modelli incomprensibili e immemorizzabili, in
cui è molto difficile orientarsi:
basta avvicinarsi all’acquisto di
un PC o di un TV per accorgersene. Eppure, per esempio,
nel mondo delle auto (il bene
semidurevole per eccellenza) da
sempre i prodotti hanno nomi
comunicativi, che spesso hanno
fatto la fortuna (o la disdetta,
quando mal scelti) di questo o
quel modello. Per non parlare
poi della vendita assistita negli
Apple Store: un modello per
tutti, applicato da nessun altro.
Fermiamoci qui: la sostanza è
che Steve Jobs non è stato un
genio e Apple non è difficile da
copiare. Basta volerlo fare, smettendo di seguire come pecoroni
l’odioso principio del “nel nostro
mercato si è sempre fatto così”.
Gianfranco Giardina
MOBILE / Prova comparativa dei due dispositivi top di gamma
Smartphone quad core
Samsung e LG a confronto
Galaxy S III e Optimus 4X HD, il top delle aziende coreane: qual è il migliore?
di P. Centofanti
S
ono arrivati sul mercato i due
smartphone top di gamma di
Samsung ed LG e noi li abbiamo
subito messi alla prova, anzi meglio,
messi uno contro l’altro.
Abbiamo confrontato il design, le linee
morbide e smussate di
uno e il pannello posteriore con zigrinatura irregolare dell’altro;
abbiamo messo uno
contro l’altro lo schermo
AMOLED e lo schermo
LCD IPS, il processore
Exynos 4212 Quad con
il Tegra 3 di INVIDIA, l’interfaccia TouchWiz per
Ice Cream Sandwich
contro la Optimus UI 3.0;
abbiamo scattato foto e
girato video con le fotocamere entrambe da 8 Megapixel. Il risultato? Sicuramente due prodotti che hanno soddisfatto la nostra voglia di qualità e di
prestazioni eccellenti: uno ha vinto per
qualità assoluta e l’altro per rapporto
qualità-prezzo. Per scoprire il responso
della nostra prova, leggete a pag. 24.
DDAY.it magazine 52
In questo fascicolo
tra le altre cose...
PEOPLE & MARKET
02 A Marcopolo Expert
12 negozi ex-Eldo
03 L’avanzata di Android
05 I 10 tecno-gadget
dell’estate
TV & VIDEO
06 Philips 9000, il TV
dei sogni
21 Sistema DVDO Air in prova
MOBILE
MOBILE / Il 18 luglio a Milano l’evento di lancio alla stampa
10 Ultime indiscrezioni
sull’iPhone 5
11 Cinque smartphone
alla prova NFC
23 Sony Xperia ion, prime
impressioni
I’m Watch c’è, parola di Ennio Doris
PC & MULTIMEDIA
di G. Giardina
15 Acer Aspire S5, Ultrabook
vero e puro
19 Ultrabook? No, ultraflop!
Lo smartwatch tanto atteso e oggetto di polemiche è finalmente arrivato
D
opo mesi di notizie e di polemiche, pare che lo smartwatch I’m
Watch abbia finalmente visto la
luce. Nell’ultimo anno abbiamo seguito
le vicende di questo prodotto annunciato ma mai consegnato, orologio che
molti hanno preordinato (e pagato) sul
sito, ma che non hanno mai visto recapitato nelle proprie mani.
Lo scorso 18 luglio, però, la nostra attesa (e di molti altri) sembra essere
terminata: invitati all’evento di lancio
di I’m Watch, abbiamo potuto tenere
tra le mani l’oggetto del desiderio (o
della discordia). A presentare lo smartwatch Ennio Doris, patron di Mediolanum e finanziatore per il 50% di questo
progetto; l’altro 50% è diviso tra i suoi
due giovani ideatori, Manuel Zanella
e Massimiliano Bertolini. I numeri per
ora sembrano essere dalla parte di I’m
Watch: 10.000 pezzi già venduti in preorder, 60 Paesi in cui il prodotto sarà
HIFI & HOME THEATER
22 Mega docking Sony
in prova
GAME & MOVIE
18 La nuova PlayStation
Ultraslim, le foto
distribuito e, da settembre, numerosi
negozi specializzati in elettronica disposti a commercializzarlo. Insomma,
oggi le premesse sembrano esserci tutte per farci dimenticare le ultime infelici vicende e nelle prossime settimane
pubblicheremo sulle pagine di DDay.it
una prova approfondita di I’m Watch.
Per leggere tutto il resoconto della presentazione, andate a pagina 9.
TEST
24 Galaxy S III vs.
LG Optimus 4X HD
28 Nokia PureView 808
31 Panasonic TX-L47ET5
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
people & market
Frequenze
l’Italia è un
Paese televisivo
Il ministro Passera firma
l’attribuzione ventennale delle
frequenze, senza tener conto
degli impegni internazionali
per la banda larga mobile
di P. Centofanti
Il ministro si giustifica sostenendo che non ha fatto altro che
rendere operativi come da termini i provvedimenti già approvati
dal precedente governo e dell’AGCOM.
Sta di fatto che lo Stato, per
mano del Ministro dello Sviluppo
Economico Corrado Passera, ha
assegnato definitivamente l’utilizzo per 20 anni di 19 frequenze
nazionali a cui presto si aggiungeranno le 6 della discussa nuova
asta (quelle che, per intenderci,
dovevano essere regalate con il
contestato Beauty Contest), congelando la situazione attuale.
Il tutto mentre non è stato ancora
risolto il nodo del lotto degli 800
MHz da liberare per le (già assegnate e profumatamente pagate)
frequenze per l’LTE, e non tenendo conto della razionalizzazione
dello spettro che vuole imporre
l’Unione Europea, proprio con
l’obiettivo di liberare ulteriori frequenze dalle televisioni per supportare la banda larga mobile a
partire dal 2015.
Insomma, assengnare proprio ora
dei diritti d’uso per 20 anni non
sembra proprio una buona idea.
Lasciando perdere il solito teatrino della politica (si è voluto
fare un regalino a Mediaset?), il
problema è per l’intero Paese. Da
anni si denuncia la mancanza di
infrastrutture per la banda larga
e ancora si continua a favorire
la “vecchia” televisione, come se
per liberare il Paese dal duopolio
servissero davvero tutte quelle
frequenze: basta fare una sintonia in qualunque regione d’Italia
per ritrovarsi con centinaia (!!!)
di canali spazzatura sul proprio
televisore.
Non si poteva trovare un’altra
strada?
PEOPLE & MARKET / Le offerte calcistiche delle due pay-tv, seppur diverse, si allineano
p.2
Sky-Mediaset, accordo per la Champions
Accordo Sky-Mediaset: entrambe le pay-tv trasmetteranno la Champions League e l’Europa League per due anni
Inoltre, Italia 1 trasmetterà anche in alta definizione le migliori partite di calcio del mercoledì e del giovedì
di M. Dalli
L’
indiscrezione che da tempo
era nell’aria è finalmente diventata realtà: Sky e Mediaset
hanno, infatti, raggiunto un accordo
(i cui termini restano ignoti) che consente ad entrambe le piattaforme di
trasmettere tutte le partite di Champions League e tutte quelle di Europa
League ai propri abbonati per due
stagioni, 2012-2013 e 2013-2014.
Nel dettaglio, l’accordo vede
Mediaset dare a Sky i diritti per tutta
l’Europa League (che entrerà sia nel
pacchetto Sport che in quello Calcio
di Sky) e la miglior partita del mercoledì di Champions (precedentemente
esclusiva in chiaro), che verrà comunque trasmessa da Italia 1, mentre
Sky cede a Mediaset le 128 partite di
Champions che aveva in esclusiva.
In questo modo l’offerta delle due
pay-tv si allinea e
consente, da un
lato, a Sky di offrire
per la prima volta
ai propri abbonati
le partite di Europa League (che
quest’anno vede
impegnate le squadre italiane di Inter,
Napoli e Lazio),
dall’altro a Mediaset di far tornare la
Champions sulla sua piattaforma pay.
L’offerta non sarà però identica, ma
si differenzierà per qualità tecnica: la
Champions rimarrà in esclusiva HD
solo su Sky, mentre Mediaset dovrà
accontentarsi della sola partita del
mercoledì trasmessa su Italia 1 HD.
L’Europa League, invece, sarà offerta
in HD su entrambe le piattaforme
(oltre che su Italia 1 HD, per il miglior
incontro del giovedì), ma Sky la offrirà
anche in mobilità e su PC tramite Sky
Go (al momento non è chiaro se l’Europa League e la Champions faranno parte dell’offerta live di Premium
Play). Nel complesso, quindi, sembrano guadagnarci tutti: Sky, Mediaset e
i rispettivi abbonati. Sarà però interessante capire quale sarà la reazione di
Platini, dal momento che il manager
dell’UEFA aveva fortemente voluto i
diritti del mercoledì come esclusiva
in chiaro.
PEOPLE & MARKET / Grazie a questa acquisizione, la catena raggiunge 80 punti vendita diretti e 120 affiliati
A Marcopolo Expert 12 negozi ex-ELDO
Durante la convention del gruppo, la società ha annunciato l’acquisizione di 12 grandi punti vendita ELDO
di G. Giardina
S
GM Distribuzione, la società a
cui fa capo l’insegna Marcopolo Expert, ha annunciato durante la propria convention fornitori
Touch2012, l’acquisizione di 12 negozi
dalla catena ELDO, che recentemente
ha chiuso i battenti. In questo modo
queste grandi superfici, per fortuna,
restano al settore dell’elettronica di
consumo e non si trasformano né in
parafarmacie né in supermercati.
I negozi interessati dall’acquisizione sono quelli di Roma, Aprilia (RM),
Colleferro (RM), Cinisello Balsamo (MI)
e Corsico (MI), Lecce, Bari, Torino, Perugia, Massa, Campobasso e Potenza,
per un totale di circa 25.000 metri
quadrati di superficie di vendita. Tutti
questi negozi, secondo i programmi,
dovrebbero essere riaperti entro fine
settembre e quindi in tempo perfetto
per il rush delle vendite di fine anno.
L’investimento per acquisire e riallestire questi negozi sarà di circa 20 milioni di euro e soprattutto ha permesso
a 210 addetti della catena
ELDO di essere reimpiegati
in questa iniziativa: si tratta
di notizie, investimenti e
reimpieghi, decisamente
rare in un periodo come
questo.
La galassia Marcopolo
Expert raggiunge così gli
80 punti vendita, per un
fatturato di circa 700 milioni di euro, che posiziona il
gruppo al secondo posto in Italia; ai
quali si affiancano i 120 punti vendita affiliati a marchio Expert, con una
presenza oramai diffusa a livello nazionale: il marchio Expert è presente,
direttamente o indirettamente, in tutte le principali regioni italiane, salvo la
Sardegna.
Tra gli altri elementi emersi dalla
convention di Marcopolo Expert è il
discorso assolutamente condivisibile
sulla necessità di investire in formazione degli addetti e nel trasferimento delle maggiori informazioni sul
valore dei prodotti ai potenziali acquirenti, per trasformare l’esperienza
di acquisto in qualcosa di piacevole.
Come abbiamo avuto modo di scrivere qualche giorno fa, oggi questo non è vero, non solo nei negozi
Marcopolo Expert ma in tutti i negozi.
Come detto anche in convention, c’è
ancora molto da fare in questo senso
e temiamo che la soluzione sia ancora lontana e richieda il comune impegno di industria e retailer. Ma già porsi
il problema nel modo giusto ci pare
un passo avanti.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.3
PEOPLE & MARKET
tivùsat raggiunge
1,5 mln di card
tivùsat, l’operatore satellitare che
trasmette via satellite i canali in
chiaro del digitale terrestre, ha
raggiunto lo scorso 3 luglio il
ragguardevole traguardo di 1,5
milioni di smart card attivate,
per un totale di poco meno di
1,3 milioni di famiglie raggiunte.
Questo dato è significativo sia
perché rappresenta il 5,2% delle
famiglie italiane, che hanno scelto
di vedere la TV dalla piattaforma
satellitare (anche se a volte la
scelta è quasi obbligata dalle
avverse condizioni geografiche),
sia perché questo traguardo
arriva a meno di 3 anni dal lancio
della piattaforma, avvenuto il 31
luglio 2009. tivùsat al momento
vanta 61 canali TV e 43 radio,
con supporto all’alta definizione
grazie a Rai HD (al momento
l’unico canale HD presente sulla
piattaforma, ma ci auguriamo
che con l’arrivo dei nuovi canali
Mediaset HD l’offerta si ampli).
PEOPLE & MARKET / Motivo del successo, l’offerta a prezzi bassi
L’avanzata globale di Android
Il sistema operativo di Google pare dominare in tutti i principali mercati
di P. Centofanti
G
li ultimi dati di mercato pubblicati dall’agenzia Kantar nel
rapporto Worldpanel ComTech
fotografano la continua avanzata di
Android che per il primo anno ha
dominato in tutti i maggiori mercati.
La chiave del successo del sistema
operativo di Google è nei terminali
entry level che incontrano la domanda di tutti coloro che vogliono passare da un cellulare normale a un vero
smartphone. In Europa la
maglia nera se l’aggiudica, manco a dirlo, l’Italia,
che si ferma a una quota
di mercato per Android
del 49.6% contro l’84.1%
della Spagna.
Il dato più interessante
è, però, quello anno su
anno, visto che nel 2011
la quota di Android in
Italia era solo del 25.3% segnando
così un +24.3%. I dati mostrano come
Android ha eroso praticamente le
quote di mercato di Symbian, che è
viceversa passato dal 38.9% del 2011
al 16.1% di quest’anno. Praticamente
invariata la quota di mercato di iOS
che ha perso l’1% mantenendosi intorno al 20%. Questi due dati combinati mostrano come Android stia diventando lo standard di fatto in tutta
la fascia medio-bassa, che prima era
dominata dai feature phone.
PEOPLE & MARKET / L’evasione del canone RAI sembra sia stimata intorno ai 500-600 milioni di euro
Il canone RAI si pagherà con la bolletta della luce?
Allo studio un’ipotesi per recuperare le mancate entrate dovute all’evasione; introiti usati per programmi di qualità
di C. Stellari
L
a gran parte degli italiani odia
pagare il canone RAI, inutile
nasconderlo, addirittura tanti a
quanto pare non lo fanno proprio:
l’evasione da parte dei clienti privati
è, infatti, stimata in 500-600 milioni
di euro.
Che fare per recuperare i mancati
introiti? L’ipotesi allo studio pare sia
quella di legare il pagamento dell’abbonamento RAI alla bolletta della
luce: in questo modo chiunque ha
un’abitazione di fatto si troverebbe a
dover pagare, al di là del possesso o
meno di un apparecchio atto a ricevere i programmi radio-televisivi. Il tutto
a costo zero per mamma RAI, che non
dovrebbe nemmeno preoccuparsi di
esercitare la funzione di controllo.
Gli introiti così recuperati verrebbero
destinati alla realizzazione di programmi di qualità, con meno ansia da
share, permettendo di riguadagnare quello smalto perduto dalla TV di
people & market
Select iBall
la FIFA contro
i gol fantasma
La FIFA ha approvato Select
iBall, la palla che comunica
all’arbitro se ha attraversato
la linea di porta. Ecco come
di M. Dalli
La FIFA ha fatto un significativo
passo avanti per cercare di ovviare al problema dei gol fantasma.
Dopo il test nel sistema GoalRef,
arriva l’approvazione da parte della
Federazione Internazionale di Calcio di iBall, l’ultimo pallone da calcio realizzato dalla danese Select.
Grazie a un sistema particolare iBall
è in grado di capire se ha attraversato la linea di porta, comunicando
nel caso il gol all’arbitro. All’interno
di iBall sono installati tre fili di rame
(uno all’equatore e due a mo’ di
meridiani) che fungono da antenne per un sistema a induzione che
corre lungo lo specchio della porta
sui tre legni. Se la palla attraversa
interamente la linea di porta il sistema comunicherà il gol all’arbitro in circa mezzo secondo. Ecco
un breve video per capire meglio il
funzionamento di iBall. Per vederlo,
clicca qui. Non resta che attendere
l’implementazione di questa tecnologia nei campi da gioco.
Estratto dal quotidiano online
www.dday.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
Stato che è uno tra i motivi che spinge molti a evadere: perché, infatti,
pagare per un servizio simile a quello
offerto dalle emittenti private a costo
zero?
Un sistema, quindi, che nelle intenzioni dovrebbe alimentare una sorta
di circolo virtuoso, che dovrebbe portare a risultati positivi.
Tuttavia, il sistema di far pagare
chiunque possiede un’abitazione è
discutibile, dal nostro canto suggeriamo una politica leggermente diversa:
prima di tutto sarebbe quanto meno
doveroso un maggior controllo delle
spese e poi perché non fare un passo
intermedio e far pagare prima tutti
coloro i quali hanno un abbonamento alla pay TV? Loro un TV ce l’hanno
di sicuro.
editing
Simona Zucca
Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, 76 - 20151 Milano
P.I. 11967100154
Per informazioni
[email protected]
Per la pubblicità
[email protected]
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.5
PEOPLE & MARKET / Tutti questi originali oggetti sono disponibili sul mercato. Il prezzo? Da pochi euro fino a decine di migliaia di dollari
I dieci “tecno-gadget” per la tua estate digitale
Dalla stampante 3D per castelli di sabbia al fornello da campo per caricare l’iPhone. Abbiamo raccolto le idee hi-tech più divertenti dell’estate
di R. Pezzali
I
n vacanza la tecnologia non può mai mancare. Se ormai tablet, notebook e fotocamere sono compagni fissi sotto l’ombrellone o nello zaino
da trekking, ci sono tanti piccoli “gadget” che non potete assolutamente
lasciarvi sfuggire. Ne abbiamo scelti 10 davvero “cool”.
Caricabatterie a... legna
Trekking nella terra del fuoco o in territori selvaggi? Spesso è difficile trovare il modo per ricaricare smartphone
e GPS. BioLite CampStove è una piccola centrale elettrica a combustione:
basta accendere il fuoco per ricaricare
dispositivi tramite USB. Costa 129$.
pante Inkjet deposita a gocce di sabbia bagnata una sopra l’altra per formare costruzioni e strutture.
L’anemometro per iPhone
Il vento in spiaggia può anche essere
fastidioso, ma provate a dirlo a chi fa
vela, windsurf o kitesurf. Chi viaggia
con un anemometro in tasca ora potrà
cambiare la sua dotazione: un piccolo
anemometro da installare nello smartphone trasforma ogni iPhone in uno
strumento di misura. Accuratissimo.
Il ventila-letto
Non volete dormire con l’aria condizionata perché avete paura di prendere troppo freddo? L’esposizione
del vostro appartamento non crea
la desiderata corrente d’aria? Questo particolare ventilatore aspira
l’aria da terra (dove dovrebbe essere
più fresca) e la spara sul letto, per un
refrigerante ricambio forzato d’aria
fresca sotto le lenzuola. Un solo problema: l’effetto fantasma.
L’aereo spia
Mega-super-docking!
Il lucchetto touchscreen
Bagagli al sicuro? Al posto dei tradizionali lucchetti si può sempre scegliere
un moderno lucchetto touchscreen.
Master Lock Vault utilizza le gesture per gestire la sequenza di blocco e
sblocco: su, giù, destra e sinistra vengono combinati per generare una combinazione personalizzata. La batteria dura
5 anni, ma il produttore sconsiglia l’uso
all’aria aperta. Se si bagna son dolori.
Festa in spiaggia? Se volete farvi sentire in tutta la baia allora la docking
per iPhone Behringer iNuke Boom
fa al caso vostro. 10.000 Watt reali,
due sub da 18” e 320 Kg di peso per
la docking più potente mai realizzata.
Piccolo neo il prezzo: per fare tanto
rumore servono 30.000$...
Bastano solo 249£ per diventare possessori di un vero e proprio drone da
spionaggio. Spy Hawk è un aereo
telecomandato che grazie ad una
videocamera installata nella fusoliera
può registrare immagini su card SD.
Per un monitoraggio in tempo reale,
trasmette anche lo streaming video al
telecomando.
Motorizza le scarpe
Volete girare tutta Parigi in un giorno?
La soluzione c’è: questi pattini motorizzati si adattano a ogni scarpa e integrano ognuno un motore da 80 Watt
per spingere una persona di 80 Kg alla
velocità di 13 km/h. Si controlla con un
telecomando. Peccato per l’autonomia:
solo 40 minuti, per fare quasi 10 km.
La stampante “sand-jet”
Non ha chip né batterie, ma la stampante 3D per costruzioni di sabbia
merita sicuramente una menzione.
Basta caricarla con acqua e sabbia e,
con lo stesso principio di una stam-
Mani fresche per il gamer
C’è chi al posto di andare in spiaggia
preferisce star chiuso in casa a fraggare nemici: TTesport ha pensato a loro
realizzando una edizione “cyclone” del
suo noto Black Mouse per gaming. Il
nome dice tutto: è stata aggiunta una
ventola per raffreddare la mano del
giocatore.
Cavatappi o iPhone?
Abbiamo visto molti tipi di custodie per iPhone e smartphone, ma
questa, in perfetto clima estivo,
proprio ci mancava. Con il Bottle
Opener Case L’apribottiglie è inserito direttamente nella custodia:
stappare una birra in spiaggia è un
vero gioco da ragazzi. E proprio i
ragazzi troveranno questa custodia
particolarmente utile Ovviamente
non manca l’applicazione gratuita
che fa il suono dello ”stappo” e che
conta il numero di bottiglie aperte;
va da sé che la “prestazione” viene
notificata automaticamente sui social network configurati. Chi vuole
fare il record delle bevute?
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.6
TV & VIDEO / Al momento, non esistono modelli di televisori OLED in commercio nei negozi
tv & video
L’excecutive vice-president della divisione TV di LG è certo di poter battere Samsung nella corsa alla TV NextGen
Il consorzio DVB ha finalmente
approvato uno standard che
permetterà di trasmettere su
un unico canale sia 2D che 3D.
Il sistema utilizza un principio
simile a quello dei Blu-ray, con un
layer 3D codificato in MVC MPEG4
e inviato insieme allo stream
principale.
Gli attuali decoder HD non
vedono il nuovo flusso e si
limitano a riprodurre la parte
HD 2D standard, mentre nuovi
decoder con demodulatore
aggiornato sono in grado di
vedere entrambi i flussi con
la possibilità di richiamare la
versione 3D.
Un po’ tardi, ma è l’unica
soluzione per salvare un 3D
sempre più in caduta libera per
la mancanza di canali dedicati:
d’altra parte un canale in 3D
occupa spazio, lo vedono in
pochi e toglie banda ad altri
canali più redditizi.
LG: “Batteremo Samsung sull’OLED”
di R. Pezzali
È
partita la corsa al TV di prossima generazione, l’OLED. È iniziata per ora sulla carta, senza
nessun prodotto ancora realmente in vendita e senza una gamma
completa di modelli, anche perché
al momento si sono visti solo i due
55” Samsung e LG. A buttare però
benzina sul fuoco ci ha pensato Ro
Seog-Ho, executive vice-president
della divisione TV di LG: “Siamo stati
abbastanza lenti a introdurre la prima TV”, dice il manager in un’intervista, “ma a regime possiamo correre
molto più veloci dei rivali”.
Ro Seog-Ho fa il punto della situazione sul mercato OLED: grazie alla
tecnologia White OLED, LG può produrre molti più pannelli di Samsung
e soprattutto ha più margine per
abbassare il prezzo. E sulla nuova
joint venture tra Sony e Panasonic
afferma che “ci
vorranno almeno uno o due
anni solo per
riuscire a produrre il pannello”, quindi non
una cosa che
possa impensierire LG.
Una cosa è certa: se, secondo le stime di
DisplaySearch,
nel 2012 si devono vendere circa
20.000 TV OLED bisogna affrettarsi
a lanciare i televisori sul mercato.
Anche perché al momento l’OLED è
la tecnologia delle mille promesse e
degli zero fatti, almeno nel campo
dei TV. Se raccogliamo le dichiarazioni degli ultimi anni scopriamo
che tutti sono in grado di stampare
OLED a basso costo e partire con la
produzione di massa in pochi mesi,
ma la triste realtà ce l’abbiamo davanti agli occhi: l’unico TV OLED
che ad oggi si può comprare, sempre che si trovi qualche “avanzo”, è il
piccolo 15” LG di due anni fa. Quelli
grandi, da 40” in su per ora non esistono. E quelli che ci sono, i due 55”
di Samsung e LG, non sono certo a
buon mercato.
2D e 3D su un solo
canale, ci siamo
TV & VIDEO / Disponibile in due tagli, da 46 e da 60 pollici
TV & VIDEO / Dopo il lancio inglese, arriverà anche in Italia?
In Rete indiscrezioni sulla serie 9000 di Philips: è il TV che tutti vorrebbero
Parte in Gran Bretagna Now TV, il nuovo servizio di streaming di Sky
Film e sport su console, PC, smartphone e tablet a pochi euro al mese
Philips 9000, il TV dei sogni Now TV, Sky in streaming
di R. Pezzali
L
a serie 9000 di Philips ci sarà,
anche quest’anno. Nonostante
il passaggio a TP Vision, all’IFA
2012 di Berlino vedremo la nuova
versione di questo TV, top di gamma
della serie LED, che lo scorso anno è
passato un po’ in sordina.
I dettagli ce li dà un “leak” russo, un
po’ difficile da capire se non fosse
per le icone con le caratteristiche del
nuovo TV.
Del 46PFL9707 sappiamo che sarà
un TV con cornice in alluminio ultraslim e che sarà disponibile in due
tagli, da 46 e da 60 pollici.
Il modello più ambito sarà quello
da 46 pollici, l’unico con tecnologia
Moth Eye, un filtro realizzato con le
nano-tecnologie che dovrebbe portare il contrasto a un livello elevatissimo. Al filtro Philips accoppia poi la
retroilluminazione Microdimming
Premium, una versione avanzata di
Full LED local dimming.
Ma le novità non si fermano qui:
Wi-Fi integrato, tuner DVB-T2, Smart
TV e 3D il tutto assistito da una
nuova versione del processore
Perfect Pixel HD.
Philips ha lavorato anche all’aspetto “ecosistema”: oltre alla
presenza di Skype per le videochiamate, sarà integrata anche
la funzionalitò Smart Screen
per inviare i contenuti a tablet
e smartphone.
Per tutti i dettagli si dovrà, ovviamente, aspettare il mese di
settembre.
di R. Pezzali
S
e il passato di Sky è legato al
satellite e alla parabola, il futuro è senza dubbio connesso
al Web. Lo dimostra il lancio in Gran
Bretagna del servizio Now TV, la nuova offerta Sky in streaming destinata a tutti coloro che non hanno un
abbonamento tradizionale. Now TV
offre un catalogo di circa 600 film in
prima visione da vedere in streaming
su tablet, smartphone, console (Xbox
e PS3 a breve) oltre che su PC: il primo mese è gratuito, poi si pagano 15
sterline al mese. Chi non
vuole pagare un canone
fisso, può comprare i singoli film pagando meno
di 4 euro con la formula
Pay & Play. Now TV però
non si limiterà ai soli film:
a breve arriverà anche il
canale Sport per la diretta
degli eventi più importanti, Champions League
inclusa, seguito dai vari canali tematici di Sky.
Dall’Italia non è ovviamente accessibile, ma il sito www.nowtv.it è già
stato registrato dallo stesso mantainer che gestisce anche nowtv.com. E
come già successo con SkyGo e con
gli altri servizi è probabile che dopo
il periodo di “riscaldamento” inglese
la formula verrà riproposta anche da
noi. Now TV italiano, con un canone
di 15 euro al mese per godere di film
in anteprima e dei principali eventi
sportivi, potrebbe davvero essere
una killer application.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.7
TV & VIDEO / Purtroppo i prezzi rimangono decisamente elevati
TV & VIDEO / Potrebbe arrivare anche in Europa. All’IFA?
Nuovi schermi, formati e telecomando per il nuovo sistema audio/video
Il NAS con tuner digitale per PS3 si aggiorna e aggiunge l’inglese
Bose Video Wave II, tante le novità Sony Nasne è pronto per l’Europa
di R. Faggiano
I
l concetto di riunire un sistema audio Home Theater attorno al televisore, anzi “dentro”, sarebbe l’ideale per ridurre lo spazio e semplificare
i collegamenti. Bose ci ha provato lo
scorso anno con il Video Wave, che
però soffriva, oltre che di un prezzo
molto elevato, di uno schermo tecnicamente non all’altezza delle aspettative. La parte audio però era molto
valida e quindi Bose ha provveduto
ad aggiornare lo schermo e ampliare
la scelta.
Il nuovo Video Wave II ha ora due
nuovi schermi LCD Full HD retroilluminati LED da 46 e 55 pollici, con una
migliore finitura data dalla cornice
più sottile in alluminio. Migliorato anche il telecomando che ora si chiama
Click pad, perché i tasti sono sensibili
al tocco.
La struttura del Video Wave II rimane
identica alla precedente versione: un
monitor tv con il sistema audio integrato nello schienale. Le sorgenti vanno collegate alla centralina esterna,
che a sua volta si collega al monitor
con un solo cavo; la centralina comprende anche una docking station
per iPod e iPhone. È possibile collegare fino a sei sorgenti video come
ricevitori per tv digitale terrestre, console per videogiochi, decoder pay tv,
Apple tv, lettore Blu-ray o altro.
Rimane il problema dei prezzi molto
elevati: si parte dai 5.500 euro richiesti per il 46 pollici per arrivare ai 6.500
euro del 55 pollici. Video Wave II è già
disponibile per la vendita anche in
Italia.
di R. Pezzali
N
egli scorsi mesi abbiamo parlato
di Nasne, il media server realizzato da Sony computer perfetto per la PlayStation 3. Nasne funziona
come NAS, condivide i contenuti sulla
rete locale e registra anche i programmi, mettendoli a disposizione poi sulla
rete per l’accesso con la PS3 o altri dispositivi DLNA compatibili. Nasne, che
verrà lanciato il 19 luglio in Giappone
con l’ultimo aggiornamento 1.5 guadagna anche la lingua inglese, segnale
di un possibile arrivo anche in Europa,
probabilmente già all’IFA di Berlino.
Per l’occasione Sony ha aggiornato
tutti i code che Nasne può gestire e
transcodificare in tempo reale per poter inviare i contenuti a Smartphone
Xperia, TV Bravia e computer Vaio. Qui
sotto, la nuova tabella dei formati sup-
portati. Come si può notare manca il
container MKV: Sony ha promesso che
lavorerà a stretto contatto con il consorzio DLNA per ampliare i formati che
i suoi media player sono in grado di
leggere, quindi c’è ancora una piccola
speranza per l’MKV su PS3.
TV & VIDEO / L’iniziativa ha lo scopo di incrementare le esportazioni di questi prodotti e di creare nuovi posti di lavoro nel Paese
La Corea chiede a LG un display flessibile da 60 pollici entro il 2017
Il governo sud-coreano ha assegnato a LG il compito di realizzare, entro il 2017 e con fondi statali, un display OLED flessibile e trasparente da 60 pollici
di V. Barassi
I
l Ministry of Knowledge Economy
(MKE) della Repubblica sud-coreana ha deciso di finanziare la
ricerca sull’OLED dando vita al Future Flagship Program, programma
che avrà come scopo ultimo quello
di arrivare alla presentazione - entro
il 2017 - di un display OLED flessibile
e trasparente da ben 60 pollici di diagonale. I fondi sono stati interamente
donati a LG, secondo produttore mondiale di pannelli, che, oltre a garantire
il massimo impegno nell’iniziativa, si
occuperà della creazione di centinaia
di migliaia di nuovi posti di lavoro
(si parla di un numero prossimo alle
840.000 unità) sul territorio del Paese.
In Sud Corea puntano moltissimo su
Samsung e LG, considerando vitale per
l’economia del Paese il continuo sviluppo di nuove tecnologie. L’obiettivo
finale del progetto è quello di superare
i 50 miliardi di dollari annui in esportazione per questa tipologia di prodotti,
un risultato decisamente ambizioso
ma, evidentemente, alla portata.
UN PICCOLO GESTO
E IL TUO MONDO DIVENTA GRANDE
Nuovi TV Smart VIERA. Un piccolo gesto e le tue immagini,
i filmati e i contenuti web passano dal tuo smartphone
o tablet al grande schermo, con una qualità straordinaria.
Vivi momenti indimenticabili con i TV Smart VIERA. Scarica il Viera Remote App* ed invia dal tuo smartphone o tablet le immagini, i filmati e i contenuti web che più ami sul grande schermo del tuo TV Smart VIERA e condividi con chi vuoi un‘esperienza visiva di eccezionale qualità. Il tuo mondo si espande, diventa più grande, più emozionante... condividilo. Con i TV Smart VIERA, basta un gesto della tua mano. An idea by Panasonic.
www.panasonic.it A
Per animare questa pagina, scarica Aurasma Lite da App Store. Punta qui il tuo Smartphone e accedi a contenuti speciali.
* Scarica gratuitamente l‘applicazione Viera Remote 2.0 da Android Market o App Store
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.9
MOBILE / La redazione di DDay.it nelle prossime settimane effettuerà una prova approfondita di questo smartwatch
I’m Watch ora esiste: Ennio Doris ci mette la faccia
È stato presentato alla stampa I’m Watch, l’atteso smartwatch (soprattutto da chi l’ha già pagato). L’apparecchio esiste e funziona: parola di DDay.it
di G. Giardina
“U
n giorno nel futuro voi potrete dire che quel giorno,
il giorno del lancio di I’m
Watch, voi c’eravate!”. Ennio Doris, guardando negli occhi ognuno degli intervenuti alla presentazione alla stampa di
I’m Watch, si lancia in dichiarazioni “pesanti”: è certo - lo dice ripetutamente che il modo di utilizzare lo smartphone
sarà stravolto nel futuro dal concetto
di smartwatch e soprattutto dal nuovo I’m Watch. Il patron di Mediolanum
ne è così certo non solo da metterci
il 50% del capitale ma anche la faccia nell’evento di lancio riservato a un
manipolo di giornalisti in un elegante
ristorante di Milano. A destra e sinistra
di Ennio Doris, i due giovani ideatori del
progetto: Manuel Zanella, ingegnere ed
ex promotore finanziario di Banca Mediolanum, e il suo amico Massimiliano
Bertolini, architetto e mente commerciale, entrambi soci al 25% dell’impresa.
Di certo Doris ha deciso di metterci la
faccia in questa operazione: i due ragazzi veneti non possono permettersi
di fallire.
Va detto, per chi non avesse seguito le vicende di questo oggetto, che
I’m Watch non è uno smartphone da
polso ma un’estensione dello smartphone: vi si collega via Bluetooth ed
è in grado di svolgere una serie di funzioni coordinate, dal viva voce al display
secondario per chiamate e SMS, oltre
che ad accedere a Internet utilizzando proprio la connessione stessa del
telefono. Nel passato abbiamo parlato
molte volte di I’m Watch, dapprima qui
per dare le prime frammentarie notizie
oltre un anno fa; poi qui per raccontare
la presenza dell’azienda all’ultimo CES
di Las Vegas; quindi qui per dare notizia
di un serpeggiante malumore in rete
per le continue promesse di consegna
non mantenute (a prodotti già interamente pagati); qui invece avevamo
pubblicato un’intervista ai due creatori
Ennio Doris, al centro, in compagnia dei due ideatori di I’m Watch, Manuel
Zanella e Massimiliano Bertolini.
nel pieno del polverone sollevato dai
ritardi; e ancora una volta, recentemente, siamo tornati sull’argomento qui per
dare notizia di ulteriori promesse non
mantenute.
L’era delle scadenze disattese sembra
però finita e per almeno due motivi: il
prodotto esiste, c’è, funziona, l’abbiamo
visto. E anzi ce lo abbiamo per realizzare un test approfondito. Il rischio “truffa”
in cui in molti avevano pensato (anche
se la presenza di Doris tra i finanziatori era una discreta garanzia), è quindi
del tutto sventato. Il secondo motivo
per cui ora è ragionevole pensare che
cambi musica è stata la cooptazione
nel board della società dell’ing. Edoardo Lombardi, da un paio di mesi diventato presidente di I’m SpA ma da molti
anni braccio destro di Doris in Banca
Mediolanum, di cui è tutt’ora vice presidente. Lombardi (“il miglior manager
che abbia mai conosciuto”, ci dice Ennio
Doris), ha evidentemente il mandato di
fare l’uomo d’ordine là dove, magari
tra molte buone idee, regnava un po’
di “leggerezza” manageriale giovanile.
“Non c’è nulla di peggio - ci spiega l’ing.
Lombardi - che deludere le aspettative
da te stesso create: questi ragazzi non
l’avevano capito e hanno ipotizzato
date troppo azzardate. È sempre meglio dare una data di consegna lontana
e magari riuscire a stupire tutti anticipando”. Ma oramai questa dovrebbe
essere acqua passata: ci assicurano che
i prodotti prenotati e prepagati sono
tutti in corso di consegna. Prodotti
che, con un certo vanto, Doris sostiene
essere “made in Italy”, come peraltro si
deduce da un non raffinatissimo “logone” sul cinturino: in effetti ci spiegano
come, al di là del display e della componentistica elettronica che arrivano
evidentemente dall’Estremo Oriente,
la board venga stampata in Italia, come
anche in Italia, o meglio nel “nord-est”,
vengano realizzate cassa e cinturino,
oltre che l’assemblaggio. E a giudicare
dai numeri, 10.000 pezzi venduti e interamente pagati in pre-order, con ordini
soprattutto dagli Stati Uniti, si tratta di
un esempio di Italia che funziona, e funziona anche all’estero.
La distribuzione fisica, al di là della vendita direttamente sul sito di I’m Watch,
partirà presto in oltre 60 paesi, in alcuni
casi anche in collaborazione con altri
prestigiosi brand: è il caso per esempio
di Ralph Lauren, nei cui negozi negli
Stati Uniti, verranno distribuite le versione “gioiello” di I’m Watch, in argento
o oro (come quello indossato da Ennio
Doris, costo 13.000 euro) o addirittura in
oro e diamanti. Anche in Italia è prevista
la distribuzione fisica in diverse insegne
del retail a partire da settembre: non
sono stati fatti nomi, ma è stata garantita la presenza dei nuovi smartwatch
sia in negozi specializzati in elettronica
di consumo che in punti vendita più
generalisti. Non è stato fatto mistero
che l’azienda punti a partnership con
il mondo della moda, come accaduto
negli USA con Ralph Lauren: va ricordato però che accordi di co-marketing tra
elettronica e moda (Armani e Prada, per
esempio, con i cellulari a loro marchio)
in passato non hanno fornito i risultati
“esplosivi” che forse si aspettano i creatori di I’m Watch.
Ora non ci resta che provare I’m Watch
in maniera approfondita, cosa che
faremo a breve, dopo il prossimo aggiornamento firmware atteso per i
prossimi giorni. Per massima trasparenza, chiariamo che, come agli altri
intervenuti alla conferenza stampa,
l’esemplare di I’m Watch su cui svolgeremo la prova, e precisamente il modello I’m Color (l’entry level), ci è stato
regalato. Noi siamo abituati da sempre
a fare test su prodotti concessi dalle
Case produttrici in conto visione e non
in regalo. Malgrado ciò assicuriamo
sin d’ora assoluta indipendenza del
giudizio, come nostro costume, e anzi,
laddove l’azienda, alla luce dei nostri
giudizi, dovesse ritenere il “regalo” mal
affidatoci, le assicuriamo pronta restituzione: è qui in redazione.
video
Guarda la presentazione
di I’m Watch
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Profilo più sottile, schermo 16:9 più grande, Nano Sim e connettore a 19 pin: alcune ipotesi sul nuovo iPhone
p.10
Il nuovo iPhone 5: ecco tutte le ultime indiscrezioni
A poco più di due mesi dalla presunta data di lancio, abbiamo raccolto le più credibili indiscrezioni sul nuovo iPhone. Ma ci sono ancora tanti dubbi
di R. Pezzali
A
ttenzione: questa news potrebbe contenere solo informazioni errate.
Una giusta premessa da fare quando
si tratta di Apple e si ascoltano tutti i
rumors che arrivano dalla Rete.
In ogni caso, anche se di supposizioni si tratta, ci sembra che ultimamente per Apple è sempre più difficile
nascondere i dettagli e qualcosa di
vero, tra le righe, sfugge sempre.
Abbiamo raccolto tutte le ultime indiscrezioni e gli ultimi rumors relativi
al prossimo smartphone della “mela”.
Il nome
Il più probabile sembrerebbe essere
iPhone 5, seguendo una moda che
ormai si ripete da quattro anni (3G,
3GS, 4, 4S). Ma non ci stupiremmo se
Apple decidesse di chiamarlo “The
New iPhone”.
Data di uscita
Qualcuno è sicuro, sarà il 7 agosto.
Ma più verosimilmente si andrà a
settembre, come lo scorso anno. Il
nuovo iPhone deve uscire in concomitanza con iOS 6 e nei giorni scorsi
è uscita la beta 3 del sistema operativo. Lo scorso anno ci furono nove
beta prima della Golden Master,
quindi non è probabile un lancio a
inizio agosto. Sempre che non venga presentato e poi lanciato più tardi
con il sistema operativo effettivamente disponibile. Una cosa è certa:
l’uscita è ormai imminente.
i rumors danno l’iPhone già in produzione.
Il design
Apple ha cambiato il design negli
ultimi anni ogni due generazioni, e
anche con il nuovo iPhone dovrebbero esserci dei cambi sostanziali.
Gli ultimi rumors parlano di un retro
in alluminio e vetro, quindi materiali
nobili come sempre. E potrebbe essere più sottile.
Lo schermo
Lo schermo è il vero punto di discussione: le foto “rubate” dei mascherini
frontali indicano uno schermo più
grande in formato 16:9 al posto del
classico 3:2. Uno schermo da 4” circa dotato però di una cornice molto
più sottile. Apple potrebbe cambiare
anche la risoluzione dello schermo
passando dai 960 x 640 a una risoluzione ancora maggiore. Il punto resta legato alla compatibilità delle applicazioni: tutte le applicazioni sono
realizzate su una proporzione 3:2.
Secondo il Wall Street Journal,
inoltre, Apple avrebbe studiato una
nuova tecnologia che le permette
di eliminare uno strato realizzando
pannelli più sottili: attualmente, infatti, LCD e touch sono due schermi
separati, con la nuova tecnologia
diventerebbero invece uno schermo
unico con gli elementi touch integrato nell’LCD.
derivato del processore già adottato
da Apple sul nuovo iPad. Le speranze
sono comunque rivolte a un processo produttivo che permetta di realizzare un chip capace di consumare e
scaldare un po’ meno.
nuovi sensori capaci di fare meraviglie. Quale verrà usato dei due?
Contestualmente è ipotizzabile l’upgrade della videocamera frontale:
almeno risoluzione HD.
La SIM
Un altro punto di discussione calda,
come il display, è il connettore. Dai
primi leak e dai primi scatti rubati ad
alcuni componenti pare che Apple
si sia decisa ad abbandonare il suo
connettore proprietario adottando
un nuovo tipo di connettore più moderno e più funzionale, ovviamente
proprietario, a 19 pin. Una decisione
questa che potrebbe stravolgere
l’ecosistema: ci sono nel mondo più
di cento milioni di dispositivi accessori con il connettore a 30 pin.
Apple utilizzerà sul nuovo iPhone la Nano Sim, ancora più piccola
dell’attuale micro SIM. Secondo il
Financial Times i maggiori operatori
europei hanno già fatto gli ordini per
il nuovo particolare tipo di SIM.
Produzione
Se uno smartphone dev’essere lanciato tra più di un mese, la produzione, almeno quella dei componenti,
dovrebbe essere già partita. E tutti
Il connettore
NFC
Nelle attuali beta di iOS 6 non si fa alcun riferimento alla tecnologia NFC,
e i problemi legati a questa tecnologia potrebbero far riflettere Apple
per un altro anno sul suo utilizzo.
La fotocamera
Il processore
Le soluzioni sono due: o debutta un
nuovo processore A6 realizzato a 32
nanometri oppure viene usato un
Le ottime performance del sensore
Sony da 8 Megapixel usato sull’attuale iPhone dovrebbero aver convinto
Apple a tenere lo stesso fornitore. E
Sony a gennaio ha presentato due
4G / LTE
Su questo argomento Apple ha rotto
il ghiaccio con il nuovo iPad, e non ci
sono motivi validi per pensare a un
nuovo iPhone senza connettività 4G
/ LTE.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Nokia PureView 808, Sony Xperia P, Samsung Galaxy S III, LG Optimus 4X HD e L7, i dispositivi NFC a confronto
p.11
Cinque smartphone alla prova NFC. Non si parlano!
Abbiamo provato la tecnologia NFC per scambiare dati su cinque smartphone di ultima generazione. Risultato unanime: ogni smartphone parla la sua lingua
di R. Pezzali
N
ear Field Communication è la
tecnologia del futuro che permette di creare una piccola rete
peer to peer tra due apparecchi per
comunicare tra di loro in modo sicuro.
Con l’NFC si può fare tutto, dai micropagamenti, allo scambio di file audio e
video tra due dispositivi, anche non necessariamente smartphone. Le potenzialità del sistema sono infinite, ma le
applicazioni sono ad oggi molto poche
e si limitano essenzialmente allo scambio di file: grazie ad NFC è possibile
scambiare foto, video e contatti
tra due smartphone semplicemente accostandoli. Abbiamo
preso cinque smartphone NFC
di ultima generazione e abbiamo testato se davvero è così
semplice scambiarsi dati con
NFC, una soluzione che dovrebbe essere più immediata e
più veloce del Bluetooth. Sullo
stesso tavolo abbiamo un Nokia PureView 808 con sistema
operativo Symbian, un Xperia P
con Android Gingerbread 2.3.7,
un Galaxy S III con Ice Cream
Sandwich e due LG, un Optimus
4X HD e un L7 anche loro con
Ice Cream Sandwich. Dall’Xperia P
non ci aspettiamo molto: Gingerbread
infatti abilita solo la lettura e la scrittura
di TAG NFC, quindi questo smartphone dispone di hardware NFC, ma fino
a quando non verrà aggiornato non
potrà in alcun modo scambiare foto
e video. Proviamo lo stesso e nessuno
smartphone rileva la sua presenza. Passiamo al Nokia PureView: lo abbiamo
fatto incontrare con l’LG L7 ed effettivamente avvicinando i due dispositivi
c’è feeling: l’L7 rileva che c’è un dispositivo NFC e chiede di inviare una foto.
Proviamo a inviarla ma non succede
niente. E lo stesso per i siti Web, i video
e i contatti. Symbian e Android non si
stanno simpatici. Se proviamo a inviare
contenuti dall’808 all’L7, stessa cosa: indifferenza totale. Decidiamo quindi di
andare sul sicuro: Galaxy S III e Optimus
4X HD sono due tra gli smartphone
Android più quotati al momento e soprattutto hanno a bordo entrambi Ice
Cream Sandwich, la versione di Android
che implementa la tecnologia Android
Beam. E finalmente i due smartphone
si parlano: se si apre una mappa sull’LG
e si avvicina al Galaxy la mappa appare
sul Galaxy dopo averla inviata, e la stessa
cosa succede con un video di YouTube,
un indirizzo Web o un contatto. Ma non
con i video e con le foto. Se si provano
a inviare foto o video da Galaxy a 4X sul
display dell’LG, appare un link alla posizione della foto sul Galaxy, ovviamente
non funzionante. Al momento attuale
con l’NFC si possono solo inviare link tra
dispositivi dotati di Android Ice Cream
Sandwich e funzione Beam attiva. Una
cosa questa che non dev’essere piaciuta a Samsung, che sul suo Galaxy S III ha
aggiunto S-Beam, una sua interpretazione di NFC che usa il sistema NFC per
stabilire la comunicazione e il Wi-Fi di-
rect per il trasferimento. Questo perché
NFC ha una velocità massima di 424
kbit/s, troppo bassa per trasferire foto e
video in alta definizione. La cosa deve
averla pensata anche Google, che ha
deciso di rilasciare una nuova versione
di Android Beam con il nuovo Android
4.1 Jelly Bean: con la nuova versione si
userà l’NFC per l’accoppiamento e il
Bluetooth per scambiare effettivamente i dati. Quindi, salvo aggiornamenti,
sarà comunque impossibile scambiare
foto tra un Galaxy Nexus e un Galaxy S
III. L’NFC al momento è una terra inesplorata, dove ciascuno bada al suo
ma non pensa a come far funzionare il
sistema con altri prodotti. Come abbiamo visto, ci sono già problemi e frammentazioni tra smartphone Android, e
solo con Jelly Bean il sistema inizierà a
funzionare come dovrebbe. Near Field
Communication? Meglio dire “Non
Funziona Correttamente”.
MOBILE / Ennesima puntata della controversia Samsung-Apple
MOBILE / Il modello da 9.7’’ costerà meno di 250 euro
Sentenza di un giudice inglese: Samsung non può aver copiato l’iPad
Il suo Galaxy Tab non è così cool come il tablet di Apple. Niente multa
Una gamma di tablet Android Ice Cream Sandwich dal prezzo aggressivo
Samsung vince, il Tab non è cool
di V. Barassi
L’
ennesimo capitolo dell’eterna
battaglia tra Apple e Samsung
va all’azienda coreana, la quale è
stata assolta - sul territorio britannico
- dall’accusa di plagio riguardante il
suo Galaxy Tab. Apple aveva citato in
giudizio il colosso asiatico per le somiglianze nel design e per le similarità
dell’interfaccia d’uso, ma un giudice
inglese ha decretato che non ci sono
gli elementi per procedere. Secondo
Colin Birss, giudice di un tribunale londinese, Samsung Galaxy Tab 10.1 non
sarebbe cool quanto l’iPad di Apple e
per questo non esiste motivo di continuare la controversia; l’interfaccia e
il target, sempre secondo il giudice,
sarebbero totalmente diversi e quindi
non vi è possibilità di poter “confondere” i due dispositivi. Ma non si tratta
proprio di diversità: secondo il giudice
il Galaxy Tab non riesce assolutamente
a eguagliare l’immediatezza e la semplicità del prodotto che è stato accusato di copiare. Insomma, una vittoria
con beffa per Samsung, che potrà
continuare a
vendere il prodotto sul mercato proprio
perché non è
riuscita a creare un prodotto altrettanto
bello.
ARCHOS Element, tablet economici
di P. Centofanti
A
RCHOS continua la sua opera di
“democratizzazione” dei tablet
Android, lanciando una nuova
gamma di prodotti dal prezzo molto
aggressivo, denominata Element. Il
primo di questi prodotti ad arrivare sarà l’ARCHOS 97 Carbon, tablet
con display da 9.7 pollici LCD IPS
(1024x768 pixel) e sistema operativo
Ice Cream Sandwich. Il tablet ha un
peso di 620 grammi e monta un processore single core da 1 GHz, è dotato di uscita HDMI, 16 GB di memoria
integrata espandibile tramite schede
microSD, e di porta USB Host per il
collegamento di chiavette e dischi
esterni. Non mancano fotocamera
posteriore da 2 Megapixel e webcam
per chat video e servizi analoghi.
L’aspetto più interessante è chiaramente il prezzo, visto che ARCHOS 97
Carbon sarà disponibile a luglio a un
prezzo di listino di 249.99 euro.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.13
MOBILE / I produttori di tablet Android sembrano non poter competere con il prezzo del Nexus 7
MOBILE
Google afferma di vendere il Nexus 7 senza guadagnare nulla. Ma la realtà è diversa, ci perdono solo i produttori
Con Windows Phone 8 già
presentato e praticamente pronto
a debuttare, come ampiamente
pronosticabile, iniziano ad
arrivare le prime indiscrezioni sui
prossimi smartphone montanti
tale sistema operativo. Attraverso
un software dedicato agli
sviluppatori (RDA Toolkit), alcuni
utenti hanno scovato diversi
dispositivi apparentemente
“ignoti” al grande pubblico: sono
spuntati i nomi dei Lumia 910,
920, 950 e 1001, e dei Nokia 510
e 805. Si tratta di dispositivi di
cui non sono note informazioni
ufficiali; siamo ancora nel pieno
mondo dei “rumor” ma più
fonti sono sicure che non si
tratti di uno scherzo di qualche
“burlone”. I Lumia, sicuramente,
monteranno WP 8 mentre gli
altri due dispositivi saranno quasi
certamente destinati alla fascia
bassa del mercato e non è chiaro
se disporranno o meno di tale
sistema operativo. Ne sapremo di
più nei prossimi mesi.
Nexus 7: Google guadagna, i partner no
di R. Pezzali
N
el corso della presentazione
del Nexus 7, Larry Page lo aveva detto: vendiamo il Nexus 7
senza guadagnarci perché vogliamo
che sia l’intero ecosistema Android
a guadagnare. Ma siamo sicuri che
Google non guadagni nulla da questa
mossa? In realtà l’unica a guadagnarci
è proprio Google, anche a dispetto dei
suoi partner più importanti che, sebbene non lo dichiarino apertamente,
non hanno sicuramente accolto con
felicità il lancio del Nexus 7. Il motivo è
proprio il prezzo di vendita con cui, al
momento, è impossibile competere.
Nelle scorse settimane c’è stato un
grande fermento attorno alla questione prezzo: si è partiti con un’ipotesi di
costo di produzione di 190$ per poi
scendere, alla stima più recente fatta
in questi giorni da iSupply, a circa 160$
per la versione 8 GB. Le stime sul prezzo della componentistica non sono
mai affidabilissime: nessuno conosce
i rapporti tra produttore e fornitori,
nessuno sa esattamente quanto costa
un componente e quanto incide l’assemblaggio. Le uniche due certezze
sono un prezzo di produzione che non
lascia spazio a grossi margini e soprattutto una differenza di costo di produzione minima tra la versione da 8 GB e
quella da 16 GB, quantificabile in circa
7/8 euro. Non è quindi un caso che la
versione che arriverà in Italia sarà quella da 16 GB: 7 euro a livello industriale
diventano 50 euro in più sul prezzo
finale all’utente, permettendo così di
realizzare un po’ di margine. E probabilmente
la versione da 16 GB
sarà l’unica che qualche
operatore proverà a
veicolare tramite le sue
offerte
commerciali.
Ma tornando al prezzo,
ipotizzando un costo
di produzione di 150
euro, arrivare a un prezzo finale di 199 euro
considerando le tasse,
la catena e la promozione vuole effettivamente
dire nessun guadagno.
Samsung, non certo
l’ultima arrivata, faticherebbe e non poco a
portare il suo Galaxy Tab
II 7.0 a un prezzo simile.
Ma c’è una differenza
tra Samsung e Google: i
ricavi di Samsung arrivano solo dalla vendita del
tablet, mentre Google può anche fare
a meno dei ricavi della vendita dell’hardware. Paradossalmente potrebbe
anche darlo in comodato gratuito se ci
fosse una sorta di “subscription service”
mensile per dei servizi premium, un
po’ come fa già Sky con il suo decoder
(e ogni MySky HD costa a Sky circa 200
euro). Google, un po’ come Amazon,
guadagna sia dalla vendita delle applicazioni sullo store sia sulla pubblicità.
Anzi: Google guadagna di più se ci
sono moltissime applicazioni gratuite
farcite di pubblicità. Non è quindi del
tutto vero che Google non guadagna,
e non è neppure vero quello che si è
sentito dire ultimamente, ovvero che
Google ci perde con il Nexus 7: a perderci saranno solo i partner storici di
Google, coloro che producono tablet
Android e che si ritrovano costretti
ad abbassare i prezzi dei loro prodotti per mantenerli competitivi. Senza
però avere alle spalle un ecosistema in
grado di macinare guadagni. E in quest’ottica anche Microsoft con Surface
ha delle speranze, sempre che riesca
a rendere redditizio lo store e la pubblicità mobile: potrebbe addirittura
vendere i tablet a 299 euro.
DIGITAL IMAGING / Dovrebbe chiamarsi 6D ed essere una versione abbordabile della 5D MK III
C’è anche Canon per la full-frame low cost
Secondo indiscrezioni Canon è pronta a scendere in campo subito se Nikon lanciasse la reflex full-frame basso costo
di R. Pezzali
U
na reflex full-frame dal prezzo
abbordabile è già pronta nel
cassetto di Nikon: manca solo
il lancio ufficiale, che potrebbe arrivare
con il Photokina. Ma sembra che anche Canon abbia il suo asso nella manica: iniziano a trapelare in rete i primi
dettagli di quella che dovrebbe chia-
marsi 6D, una versione abbordabile
della 5D MK III. Secondo i rumors, la 6D
sarà basata sullo stesso sensore da 22
MP del modello superiore ma sarà un
po’ più compatta e con un corpo più
leggero. Tra le caratteristiche principali
sistema di messa a fuoco a 19 punti,
4 fps, ISO da 100 a 51.200 e schermo
LCD da 3”. La 6D dovrebbe vedere la
luce a un prezzo vicino ai 2.000 euro
con un’ottica non “L” in dotazione (le
ottiche L sono le ottiche EF serie top).
Nokia: in arrivo
quattro Lumia
MOBILE
Galaxy S III in
fiamme? Solo
idiozia umana
Ha fatto il giro del mondo la foto
del Samsung Galaxy S “bruciato”,
che pare avesse preso fuoco.
Una notizia che non fa troppo
scalpore in un mondo abituato
a batterie che scoppiano e a
smartphone che si surriscaldano
e a volte anche esplosioni (è
successo anche all’iPhone 4).
Tuttavia un tale problema sul
nuovo flagship di casa Samsung
aveva fatto temere il peggio
e la casa madre ha iniziato a
investigare. Dopo un’analisi
attenta del terminale bruciato si
è scoperta la verità: il Galaxy S III
era stato infilato in un microonde.
Si potrebbe pensare che l’utente
abbia intenzionalmente voluto
fare un danno all’immagine di
Samsung, ma la verità tragicomica,
come lui stesso ha spiegato, è
un’altra: sarebbe stato messo
nel microonde da un amico per
asciugarlo dopo che era caduto
in acqua.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.14
MOBILE / Alcuni rivenditori in Cina accettano pre-order per iPhone 5 ancora prima del lancio
MOBILE
Occorre pagare un deposito, non è specificata la data di consegna e i prezzi sono salati ma gli ordini non mancano
Annunciato l’imminente rilascio
del famoso software anche
nella versione Android. Nelle
prossime settimane in arrivo
le prime versioni beta
I cinesi “vendono” in anticipo iPhone 5
di C. Stellari
L
a domanda per iPhone 5 in Cina
è alta e a quanto pare qualcuno
è già pronto a sfruttare la nuova
occasione di Business. Secondo Reuters, infatti, alcuni rivenditori in Cina
stanno già accettando ordini per iPhone 5, in alcuni casi chiedendo un anticipo di 1,000 yuan (circa 160 dollari),
con un prezzo finale che secondo le
richieste potrebbe aggirarsi addirittura
intorno a 6,999 yuan ($1,100). Questo
ancora prima che il prodotto sia ufficialmente presentato e senza nessuna
garanzia sulla data di consegna. I rivenditori contano di reperire il prodotto a
Hong Kong o negli Stati Uniti, paesi
nei quali solitamente le nuove versioni di iPhone sono disponibili con un
certo anticipo. Nonostante l’incertezza
e i prezzi salati tuttavia le prenotazioni
“fioccano”.
Intanto su Alibaba.com, piattaforma
online di Alibaba Group, alcuni rivenditori hanno messo in vendita cover
spacciate per iPhone 5; la forma sem-
MOBILE
Wi-Fi Direct
è tempo di
cambiamenti
Nonostante diversi dispositivi
siano già dotati di hardware Wi-Fi
Direct, la tecnologia non è ancora
riuscita ad ottenere il successo
atteso. La colpa di tale “ritardo” è
data dalla difficoltà di interazione
tra hardware e software; i
produttori hanno molti problemi
a sviluppare piattaforme in grado
di operare sulle attuali specifiche
ed è proprio per questo motivo
che Wi-Fi Alliance ha deciso
di rivedere profondamente il
“programma” su Wi-Fi DIrect.
Entro i prossimi 12-18 mesi
saranno forniti ai produttori gli
strumenti necessari per una più
facile interazione hardwaresoftware; le specifiche saranno
più chiare e più permissive, così
da facilitare anche il “rapporto”
con il consumatore finale. Wi-Fi
Direct è pronto per una nuova
vita; il 2013 sarà l’anno buono?
XBMC sbarca
su Android
di V. Barassi
bra confermare le indiscrezioni che
circolano sul web: iPhone 5 avrebbe
una forma allungata, alcune cover
prevedono una presa jack per gli auricolari nella parte bassa. Non c’è nessuna garanzia che queste cover siano
effettivamente adatte per il nuovo
iPhone, i rivenditori garantiscono però
che rispettano esattamente il design
di iPhone 5, dicendo di aver ricevuto
conferma da “certi canali” preferenziali, ovviamente non meglio specificati.
Non ci resta che attendere, il mistero
sarà presto svelato!
Mobile
Basta una pera per liberarvi da Apple
Si chiama Pear ed è il recente progetto di un piccolo adattatore
Manda audio via Bluetooth a tutte le docking compatibili Apple
di R. Pezzali
Si chiama Pear ed è un progetto
appena avviato su Kickstarter: il
nome “pera” è un ovvio riferimento al mondo Apple, anche perché
l’obiettivo di Pear è proprio quello di scardinare i limiti del mondo
Apple. L’idea è semplicissima e geniale: ci sono migliaia di docking
audio e sistemi compatibili con
iPhone e iPod mentre quelli per
Android, dalle docking ai sistemi
stereo, sono molti meno. Pear è
un adattatore che si inserisce sul connettore a 30 pin di Apple, si alimenta
dal connettore e permette tramite Bluetooth di inviare musica da qualsiasi
dispositivo (Android, Windows Phone, ecc) a un sistema audio fino ad ora
compatibile solo con il mondo Apple. Ma non solo: Pear funziona anche
con iPhone e Android e in questo caso permette di rendere “wireless” una
docking che prima necessitava di accoppiamento fisico. Pear è disegnato in
perfetto stile Apple e costerà circa 40$. Mancano 2 mesi alla chiusura della
raccolta di fondi per il progetto e sono già stati raccolti 25.000$ su 40.000$
richiesti. Qui un video che mostra come funzionerà Pear.
La notizia è ufficiale: XBMC, programma open-source riferimento
del settore media center, arriverà
anche su piattaforma Android, il
rilascio avverrà nelle prossime settimane. L’annuncio è apparso sul
sito del progetto, dal quale i più
esperti potranno già scaricare tutto il codice sorgente. Il processo di
sviluppo della versione Android è
rimasto segreto per molto tempo,
le fasi critiche della programmazione sono state eseguite sul Pivos
XIOS DS set-top-box, ma gli sviluppatori garantiscono che il programma è già molto stabile e che
milioni di dispositivi Android sarebbero già in grado di eseguire l’applicazione. Considerata l’invasione
di tanti “piccoli computer” basati
su Android (si pensi, ad esempio,
al recente VIA APC), si tratta senza
dubbio di un’ottima mossa. Con
XBMC, ora, potremo trasformare
ogni dispositivo in un potente
riproduttore multimediale, caratteristica fino ad oggi riservata agli
utenti PC/Mac/Linux o a tutti coloro in possesso di un prodotto iOS
con Jailbreak. Maggiori dettagli su
questa versione del media popolare center saranno rivelati a breve.
Di seguito un breve teaser di lancio
pubblicato su YouTube.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
PC & MULTIMEDIA
Windows 8
quanto costa
ai produttori?
Dopo l’ufficializzazione della
data di lancio per Windows 8,
Microsoft avrebbe rilasciato ai
produttori i prezzi per le licenze
OEM del suo nuovo sistema
operativo, quelle che vanno
sostanzialmente sui PC dei
produttori, stando a quanto
riporta il DigiTimes citando
alcuni subfornitori di notebook
taiwanesi. Si parte dalla versione
base, che avrà un costo
compreso tra 60 e 80 dollari per
copia, mentre Windows 8 Pro
(con Office incluso) costerà dagli
80 ai 100 dollari. Come previsto,
la più economica è la versione
per dispositivi con processore
ARM, Windows RT, che assieme a
Office costerà dai 50 ai 65 dollari.
Quest’ultimo punto è
particolarmente cruciale per
il successo dei tablet firmati
Microsoft: se il prezzo al pubblico
(nella cui somma rientra
giocoforza anche la licenza) sarà
troppo elevato, la competizione
con Apple e Google sarà
particolarmente difficile. Sempre
che Surface non si dimostri un
successo insperato.
PC & MULTIMEDIA
Google ci porta nei
parchi californiani
Le montagne e i boschi di
Yosemite, le scogliere del Big
Sur, i colori della Death Valley,
la California è piena di scenari
mozzafiato e per tutti coloro
che non ci sono mai stati (e
perché no, anche per chi c’è
già stato), oggi c’è la possibilità
di vederli attraverso “l’occhio”
di Street View. Google ha,
infatti, aggiornato la modalità
panoramica di Google Maps
aggiungendo la mappatura
fotografica dei principali parchi
naturali californiani, con la
possibilità di “guidare” in lungo
e in largo per tutto lo stato
americano. E con agosto alle
porte, quale momento migliore
per intraprendere un viaggio
virtuale sulle strade della
California?
PC & MULTIMEDIA / Corpo in magnesio, finiture in alluminio, peso 1.2 kg, spessore 12 mm
p.15
Acer Aspire S5: Ultrabook vero e puro
Abbiamo giocato con il nuovo Ultrabook Acer: rinunciare alla plastica e al prezzo da volantino a volte conviene
di R. Pezzali
L’
avevamo visto allo scorso CES
di Las Vegas come prototipo. Ora, finalmente, il nuovo
Aspire S5 arriva in Italia.
Categoria Ultrabook, sottilissimo e
leggero, il nuovo Aspire S5 è forse il
primo prodotto costruito secondo la
nuova filosofia Acer, un occhio di riguardo ai materiali e alla costruzione
e un prezzo un po’ più alto, giustificato però dalle soluzioni adottate.
Aspire S5 è un Ultrabook di quelli
veri e puri: 11.2 mm di spessore, 1.2
kg di peso, corpo in magnesio e finiture in alluminio.
Da quanto abbiamo potuto vedere
S5 sembra particolarmente robusto,
con cerniere ben fatte e dettagli sufficientemente curati. La finitura nera,
denominata Onyx Black, è un po’ delicata al tatto: basta toccarlo un po’
per ricoprirlo di impronte.
Il design a dire il vero non è originalissimo, ricorda un po’ quello del
primo Ultrabook Acer e il profilo a
cuneo richiama il MacBook Air, ma
questa volta Acer ha voluto aggiungere un tocco di personalizzazione
con il Magic Flip, uno sportellino
motorizzato sul retro che nasconde
tutte le prese: due porte USB 3.0, una
porta Thunderbolt e l’uscita HDMI.
Lo sportellino si apre automaticamente alla pressione di un tasto, che
Acer ha infelicemente piazzato dove
di solito si trova quello di accensione dei portatili: da questo punto di
vista si poteva senza dubbio essere
più accorti. Il movimento dello sportellino è sicuramente d’effetto, ed è
presente ovviamente un sistema che
impedisce la chiusura quando c’è un
connettore collegato. L’unico dubbio
resta sulla disposizione dei connettori sul retro: magari è solo questione
di pratica ma ci sembra che avere almeno le porte USB sul lato sia molto
più pratico se dobbiamo inserire, ad
esempio, una pendrive al volo.
Qualche segno di risparmio dopo
un’analisi attenta c’è, in primis la tastiera non retroilluminata che ormai
è presente su tutti gli Ultrabook di
un certo livello.
Lo schermo da 13” con risoluzione
1366x768 ci è sembrato brillante e
luminoso, con un buonissimo angolo di visione e una finitura nemmeno
troppo riflettente. La risoluzione for-
se è leggermente bassa per gli standard attuali, ma è comunque un 13”.
L’hardware integrato varia come
sempre a seconda delle configurazioni, così come il prezzo: S5 integra
ovviamente la nuova piattaforma Ivy
Bridge di Intel con grafica HD4000 e
4 GB di RAM DDR3.
Per l’Hard Disk Acer ha adottato
una soluzione abbastanza curiosa:
due SSD da 64 GB in RAID0; l’utente
vede un disco unico da 128 GB ma
le performance, soprattutto durante
la copia dei file, sono senza dubbio
più elevate.
È disponibile anche la versione con
disco da 256 GB, ma i prezzi qui inevitabilmente salgono.
Sul retro dell’Ultrabook trova posto uno sportellino motorizzato che nasconde tutte le prese. Per aprire lo sportellino, basta premere un tasto sulla tastiera, in alto a destra.
Tutto quello che ti serve
per il prossimo viaggio
Accessori Travelline
Pensati per soddisfare ogni necessità
mentre sei on-the-go
www.gebl.net
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
PC & MULTIMEDIA / Firmware scaricabile gratuitamente dal sito
PC & MULTIMEDIA / Il computer soccomberà al tablet?
Annunciata la nuova versione beta del firmware dei NAS di Synology
Tra le novità, la Video Station per vedere in streaming video e TV dal NAS
di M. Dalli
p.17
Con Synology Video Station Per Microsoft è l’era PC+
Microsoft, Apple si sbaglia: questa non è l’era post-PC ma PC+
streaming video e TV dal NAS Secondo
Tablet e PC non sono diversi, Windows 8 lo proverà. Chi avrà ragione?
di M. Dalli
S
Synology
ha
annunciato
una nuova versione beta del
firmware per i suoi NAS, il DSM
4.1 Beta. Tra le novità una funzione
interessante, Video Station. Questa
applicazione, che si aggiunge a Photo
Station, Audio Station, Surveillance
Station, Download Station e Cloud
Station, è raggiungibile dall’interfaccia
Web del NAS e consente di catalogare
il proprio archivio video, film, telefilm
o video domestici, ma anche rivederli
in streaming dal browser (banda dati
permettendo). Video Station integra
anche il supporto per la TV, con possibilità di vedere i programmi in diretta
e registrarli sul disco del NAS. Per avere
accesso al segnale televisivo, però, serve una chiavetta USB compatibile: al
momento Synology ne elenca quattro
(UPMOST DVB192A HD, KWorld DVB-T
399U, KWorld DVB-T UB499-2T e AverMedia A850 DVB-T USB), ma solo la prima è compatibile con tutti i modelli di
NAS, esclusi i DS109j e DS209j. Le altre
tre, invece, sono certificate solo per i
NAS con processore più performante,
in quanto la decodifica del segnale video deve essere fatta in hardware.
Al momento la Video Station è disponibile solo da interfaccia Web, ma a
breve dovrebbe arrivare anche l’app
DS Video per sistemi iOS (iPhone, iPad
e iPod touch), che consentirà di accedere alle funzionalità anche dal dispositivo mobile (la parte TV, apparentemente, conterrà solo i programmi
registrati, non quelli in diretta).
Si può testare gratuitamente il DSM 4.1
Beta scaricandolo dal sito di Synology,
dove si possono trovare le novità e i
modelli supportati.
PC & MULTIMEDIA / Rimangono, per ora, gli aggiornamenti di sicurezza
Mozilla, stop a Thunderbird
La Mozilla Foundation stacca la spina allo sviluppo del suo client email
di M. Dalli
M
ozilla, la fondazione dietro
a Firefox, ha deciso di interrompere lo sviluppo di un altro suo famosissimo prodotto, il client
di posta elettronica Thunderbird. La
scelta, che sicuramente farà discutere, è dovuta principalmente a due
fattori: lo spostamento verso piattaforme sempre più cloud (Gmail, Hotmail, ecc.) e una maturità raggiunta
dal programma che non richiede più
grosse innovazioni. E così Mozilla ha
deciso di concentrarsi su altri prodotti più “core”, lasciando da parte Thunderbird.
Questa decisione non farà però
felici gli oltre 20 milioni di utenti
Thunderbird nel mondo, che lo usa-
A
pple si sbaglia: questa
non è l’era post-PC
ma l’era PC+ e il PC è
qui per restare. Questa, in
sostanza, la visione di Kevin
Turner, Chief Operating
Officer di Microsoft, che non
le manda certo a dire a Tim
Cook e soci.
Alla base della diatriba ci sarebbero
due dichiarazioni fatte da Apple: la
prima, per bocca di Steve Jobs durante la presentazione del primo
iPad, che diede inizio all’era post-PC,
un’era in cui il computer è destinato
a soccombere (pur gradualmente
e nel solo ambito consumer) al tablet. Qualche anno più tardi (a fine
maggio del 2012) Tim Cook rincara
la dose sottolineando il fatto che PC
e tablet sono due “oggetti” diversi,
commentando sullo scarso successo
dei competitor che si ostinavano a
fare dei PC in miniatura come tablet.
Turner non è però d’accordo con
queste affermazioni e ha approfittato del palco della Worldwide Partner
Conference per ribadire il suo pensiero.
Il concetto di PC+, a dire il vero, non
è però nuovo: fu Bill Gates, nel lontano 1999, a delinearlo, definendola
come un’era dove la potenza di calcolo dei PC è disponibile ovunque e
su qualsiasi dispositivo (anche quelli
non ancora - allora - inventati).
Chi avrà ragione? Al momento il mercato sembra stare dalla parte di Apple, ma Microsoft deve ancora scendere in campo in maniera convinta,
cosa che avverrà solo con Windows
8. Il colosso di Redmond ha grande
fiducia nel suo nuovo sistema operativo; saprà il mercato ripagare questo
entusiasmo?
PC & MULTIMEDIA
Windows 8 arriva sul mercato a fine ottobre
Microsoft ha confermato che Windows 8 arriverà a fine ottobre
La versione RTM per i produttori, invece, sarà disponibile in agosto
di M. Dalli
no tutt’oggi come alternativa a Microsoft Outlook o altri programmi.
Questi utenti, però, non verranno
completamente abbandonati dalla Mozilla Foundation, che fornirà
aggiornamenti di sicurezza ogni sei
settimane, probabilmente fino a fine
settembre 2014. Ulteriori sviluppi,
però, saranno lasciati alle buone intenzioni della community.
Durante la Wordlwide Partner Conference di Microsoft in Canada, il CFO di
Windows Tami Reller ha annunciato che la prossima versione del sistema
operativo di Redmond arriverà sul mercato a fine ottobre. La prima settimana di agosto, invece, Microsoft rilascerà ai produttori la versione RTM
(Release to Manufacturing).
Ovviamente nessuna
conferma ancora sui
prezzi a listino, fatta eccezione per gli aggiornamenti di cui abbiamo
già dato copertura.
Nella versione finale ci
saranno però alcune
novità inedite, come
l’assenza della grafica
Aero.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.18
GAME & MOVIE / Per la nuova console di Sony si parla di SSD; sicuramente scenderà il prezzo
Nuova PlayStation 3 Ultraslim: le foto
Un blog brasiliano pubblica le foto della nuova PlayStation 3 ultrasottile che debutterà forse a fine agosto
di R. Pezzali
L
a nuova PlayStation 3 mini esiste,
e probabilmente sarà presentata al Gamescon di fine agosto.
Sony ha inviato all’autorità brasiliana
delle telecomunicazioni le foto della
console per l’approvazione, e un blog
le ha subito scovate.
Un modello più sottile, con un drive
Blu-ray a caricamento superiore al
posto del classico e più costoso slot-
in. Sul documento emergono anche
altri dettagli: le nuove PlayStation
avranno tre tagli di memoria: 16 GB,
250 GB e 500 GB.
Il modello da 16 GB è senza dubbio
la risposta alla Xbox 360 con 4 GB di
memoria e potrebbe quindi avere un
prezzo di ingresso più basso, circa 149
euro (se non meno).
Sony per ridurre le dimensioni dovrebbe aver modificato anche il processo produttivo.
La foto sopra mostra le tre Playstation una di fianco all’altra: la FAT, la Slim
e la nuova PlayStation.
GAME & MOVIE / A poche ore dalla presentazione Ouya è riuscita a raccogliere fondi sufficienti per lo start-up
Ouya: nasce la console indipendente da 99$
Android 4.0 e giochi free-to-play rendono speciale questa console “aperta” alla creatività degli appassionati
di V. Barassi
E
ra la prova del nove, ed è stata
superata alla grande. In sole 12
ore il progetto Ouya è riuscito
a raccogliere i 950mila dollari necessari per “iniziare a fare sul serio”
e in poco più di 24 ore si è superata di slancio la quota di 2 milioni
di dollari.
Il progetto Ouya punta a proporre
entro la fine del 2012 una console
di gioco completamente “aperta”
attraverso la quale eseguire giochi
free-to-play. Il dispositivo è basato
su un processore Quad Core Tegra
3, monta 1 GB di RAM e 8 GB di memoria flash e dispone di connettività Wi-Fi 802.11 b/g/n e Bluetooth LE
4.0. Non mancano poi un’uscita vi-
deo HDMI (supporto fino a 1080p),
una porta USB e uno specifico controller Wireless. La console è basata
su una variante del sistema operativo Android 4.0, essenzialmente
“ripulito” di tutto ciò che è stato
ritenuto inutile e ottimizzato al fine
di offrire le massime prestazioni
con l’hardware in uso. Come abbiamo già detto, il progetto punta tutto sulla totale “apertura” e per questo motivo ogni appassionato sarà
libero di “mettere mano” e fare ciò
che vuole con la console. L’obiettivo principale del progetto è quello
di offrire una console accessibile a
tutti e, proprio per questo motivo,
il prezzo di vendita sarà fissato a
soli 99 dollari. Ecco un video di presentazione, clicca qui.
GAME & MOVIE
Brevetto Microsoft
svela l’Xbox
modulare
Un brevetto depositato
lo scorso anno svela
un progetto di Microsoft per
una console flessibile, capace
di adattarsi alle esigenze
delle software house
di R. Pezzali
Le console hanno un vantaggio:
l’hardware blindato. In questo
modo tutti sono sicuri che i giochi
andranno bene allo stesso modo
sia sui nuovi modelli che sui primi prodotti. Ogni tanto si rivede
l’hardware, ma difficilmente le prestazioni cambiano di molto: è più
una questione di consumi.
Un brevetto di Microsoft però ci
svela come in realtà anche le console possano diventare modulari e
aggiornabili: si parte da una console di base in grado di soddisfare i
requisiti minimi di qualità e di far
girare il sistema e si aggiungono
CPU e GPU a seconda delle esigenze, aumentando la longevità della
console senza la necessità di un
radicale cambio generazionale.
Nel brevetto si richiamano anche
alcuni dettagli già visti in questo
documento “rubato”, quindi una
mezza idea di creare una soluzione
scalabile nel tempo Microsoft potrebbe anche essersela fatta venire.
Anche perché, secondo molti sviluppatori e molte software house,
il periodo di vita di 10 anni delle
console è un problema serio.
Noi non crediamo molto a una
soluzione di questo tipo: una console modulare porterebbe tutti i
benefici ma anche le problematiche del mondo PC, con giochi che
richiedono hardware spinto e che
creano frustrazioni in chi magari
non ha il potere economico per
permettersi certi upgrade.
Se è tutto un problema di potenza
ben venga il cloud gaming.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.19
PC & MULTIMEDIA / Il problema forse è il costo elevato delle soluzioni offerte rispetto a design, materiali e componentistica
Ultrabook? No, Ultraflop! 500.000 PC venduti nel 2012
Secondo IDC sarebbero solo 500.000 gli Ultrabook venduti dall’ inizio dell’anno. Un numero ben distante dalle stime iniziali di Intel e dei produttori
di R. Pezzali
“Q
uando gli Ultrabook saranno a regime rappresenteranno il 35-40% del mercato”
Ma se è vero che nei primi 6 mesi dell’anno sono stati venduti solo 500.000
Ultrabook (fonte IDC) in un mercato
annuo da 225 milioni di pezzi, forse
qualcuno ha sbagliato le sue stime.
Gli Ultrabook, con l’arrivo della piattaforma Ivy Bridge di Intel, sono ormai alla loro seconda generazione:
dopo il rodaggio iniziale con i modelli dello scorso anno iniziano ora
a vedersi le prime proposte che ci
accompagneranno fino a Natale, dai
nuovi Aspire S5 ai sottilissimi e definiti Asus Zenbook. Tuttavia, nonostante
le enormi e massicce campagne di
marketing da parte dei produttori
e della stessa Intel, gli utenti continuano a guardare con occhio critico
questa nuova categoria, e gli opera-
tori faticano a capire quali siano i freni
mentali e le barriere che bloccano
l’acquisto di un Ultrabook.
Il paragone è sempre lo stesso: Apple.
L’azienda infatti vende circa 10 milioni di notebook all’anno e la maggior
parte sono MacBook Air, Ultrabook
di fatto ma non di nome. E i prezzi
Apple non sono certo abbordabili,
anzi: per un 13” si spendono almeno
1200 euro. La domanda è ovvia: perché ci sono milioni di utenti disposti
a spendere più di 1200 euro per un
MacBook mentre i 215 milioni di acquirenti di notebook non sembrano
affatto interessati alle soluzioni premium che i produttori offrono?
Il problema non è il costo, e neppure
Apple: il problema va trovato nelle soluzioni che i produttori offrono oggi,
il cui costo probabilmente è troppo
elevato rispetto al design, alla scelta
dei materiali e alla componentistica.
Un Ultrabook oggi offre poco rispetto
ad un MacBook Air che ha un design
risalente al 2008 e probabilmente
paga questa mancanza di originalità.
Dal design a cuneo al corpo in alluminio tutti gli Ultrabook sono troppo
simili tra di loro e privi di originalità.
Tutte le speranze sono ora riposte
in Windows 8: la presenza del touch e delle gesture, i controlli vocali
e gestuali e tante piccole migliorie
potrebbero ridare al mondo dei notebook PC quell’appeal che ha perso da
tempo, giustificando così anche una
spesa maggiore per un prodotto più
completo e di valore.
GAME & MOVIE
MOBILE
È disponibile nei negozi Adidas miCoach, videogame
sviluppato da Adidas in collaborazione con la software
house 505 Games. Ci si può confrontare in più di 400
esercizi sotto la supervisione di 18 importanti atleti
attualmente sotto contratto Adidas. Disponibile per
console PlayStation 3 (con PlayStation Move) e Xbox
360 (con Kinect), è dotato di cardiofrequenzimetro
da polso capace di trasmettere le informazioni
alle console per mezzo di uno specifico dongle
USB. Tramite un’apposita
applicazione mobile è
possibile unirsi alla comunità
Adidas e continuare il proprio
programma di allenamento.
Il nuovo kit M100 offre due webcam wireless con
sensore di movimento controllabili e visionabili in
remoto tramite iPhone o iPad. Dotate di aggancio
magnetico o a muro, le webcam si configurano grazie
al QRCode e sono pronte a funzionare in pochi secondi.
Se il sensore di movimento rivela qualcosa, viene
inviata una push notification o un avviso telefonico. Le
webcam dispongono di web server per accedere alle
immagini da qualsiasi browser e su richiesta possono
salvare su un account Youtube
privato piccole clip. Il kit M100
è in vendita negli Apple Store e
sta arrivando anche nei negozi a
130 euro.
La notizia prosegue su DDAY.it...
TV & VIDEO
DIGITAL IMAGING
A qualche mese dall’introduzione dei modelli sul
mercato arrivano anche per LG le applicazioni
dedicate a smartphone e tablet. LG Magic App,
questo il nome, è disponibile per piattaforma iOS
e Android e permette di controllare la TV come un
vero telecomando. LG ha inserito anche la possibilità
di emulare il touchpad, per migliorare
l’experience Smart TV. La novità più
grande è però la MiniTV: i modelli
dual core infatti potranno inviare in
streaming la TV sui dispositivi remoti,
sempre che questi siano collegati alla
stessa rete. Ecco i link per il download:
iOS, Google Play.
Annunciato l’obiettivo “più lungo”- inteso come
focale - in possesso di un meccanismo di autofocus.
Questo 800mm f/5.6 in via di sviluppo presso i
laboratori Nikon è l’obiettivo con la focale più lunga
dotato di autofocus, montabile su full-frame e di cui
attualmente non si conoscono ulteriori dettagli tecnici.
L’obiettivo sarà mostrato al grande pubblico nel mese
di settembre, durante il Photokina di Colonia ed è
dedicato a tutti i fotografi che fanno della natura e
dello sport il proprio lavoro. Non si sa quando arriverà
sui mercati ma
una cosa è certa:
costerà davvero
tanto.
LG Magic App: la TV
su smartphone e tablet
Nikon lo fa grande
ecco un 800mm f/5.6
PEOPLE & MARKET
HIFI & HOME THEATER
PC & MULTIMEDIA
LG entra oggi nel mercato delle docking station per
smartphone e tablet, offrendo un supporto tutto
sommato equo alle due soluzioni più diffuse: iOS, con
un occhio di riguardo per l’iPad, e Android. I prodotti
sono 4 e mirano a coprire le principali esigenze
degli utenti, a partire dalla ricarica dell’apparecchio,
radio e sveglia, fino a soluzioni più tecnologiche,
contraddistinte da AirPlay,
Bluetooth e dal supporto per più
apparecchi contemporaneamente.
I 4 modelli sono: ND1520 a
79 euro; ND4520 a 129 euro;
ND5520 a 179 euro; ND8520 a
299 euro.
Western Digital ha annunciato una linea di dischi
fissi per i NAS domestici. Tra le novità il firmware
NASware, che promette una maggiore compatibilità
con i vari NAS e un supporto ai vari sistemi di
ridondanza RAID. La serie implementa funzionalità
di risparmio energetico, per ridurre i consumi e
aumentare l’affidabilità del 35% rispetto a soluzioni
desktop standard. Ridotto il calore dissipato dalle
unità, grazie alla funzione IntelliPower. I clienti WD
Red avranno poi un supporto tecnico
“premium” aperto tutti i giorni, tutto il
giorno. I dischi WD Red sono disponibili in
tagli da 1, 2 e 3 TB, con interfaccia SATA III
a 6 Gbit/s e prezzi da 110 a 190 dollari.
PayPal dice no ai siti
di file-sharing
PayPal ha annunciato di aver annullato numerosi
contratti di servizio con molti fornitori, mandando
praticamente in tilt l’attività di tutti i siti coinvolti.
Per poter utilizzare il sistema di pagamenti offerto
da PayPal, ogni sito dovrà presentare un’accurata
documentazione sulle tipologie di file archiviate dagli
utenti sui server, al fine di prevenire lo scambio di
materiali coperti da copyright. Secondo i responsabili
dei principali servizi di file-hosting si tratta di
“un’incredibile invasione della privacy degli utenti”e
non si può non sottoscrivere tale
affermazione. La nuova policy
di PayPal però parla chiaro: la
pirateria non è più ammissibile.
LG entra nel mercato
delle docking station
miCoach: il fitness
secondo Adidas
WD Red, Western Digital
pensa ai NAS
Ladri KO con Philips M100
e un iPhone
tv & video
Il nuovo Individual di Loewe
Loewe prosegue con la linea già tracciata dal Connect
ID, TV di elevatissima qualità personalizzabili dall’utente
in milioni di combinazioni. E il nuovo Individual, che
verrà presentato ufficialmente all’IFA di Berlino, non fa
eccezioni. L’utente potrà scegliere la dimensione del TV
tra i tagli 40”, 46”e 55”e intervenire sulle finiture e sui
dettagli per avere una versione “individuale”del TV. Il
nuovo Individual è un TV LED 3D con sistema 3D attivo
e pannello a 400 Hz: tra le novità una
interfaccia completamente rinnovata
e un hard disk integrato da 750 GB
per le registrazioni PVR. Tra le varie
opzioni di sharing, oltre al Wi-Fi e alla
rete connessa dovrebbe essere inserito
anche il Powerline nativo.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
TV & VIDEO / Utile se si vogliono evitare interventi di muratura per nascondere cavi a vista
In prova il sistema DVDO Air: addio HDMI
Problemi di collegamento con cavi HDMI? Con questa coppia, possibili collegamenti senza fili fino a 30 metri
I
Buona qualità di trasmissione
ma non passa i muri
Nella confezione della DVDO Air (distribuita in Italia da Audiogamma) troviamo tutto quello che serve: trasmettitore, ricevitore, i due alimentatori, due
cavi HDMI di ottima qualità, una staffa
da muro e una da TV per il ricevitore e
uno stringato manuale di istruzioni.
TV & VIDEO
MIT prepara
un “nuovo” 3D
senza occhiali
In via di sviluppo una tipologia
di display per la visione di
immagini 3D senza occhialini
di R. Faggiano
cavi HDMI hanno risolto molti problemi in tema di connessioni audio/video, ma quando le distanze
si allungano sorgono problemi di trasmissione risolvibili solo usando cavi
molto costosi. Se poi volete collegare
un videoproiettore installato sul soffitto o un grande schermo fissato a parete con le vostre sorgenti, i problemi
si moltiplicano. Prima l’unica soluzione
era chiamare un muratore e fare una
canalina apposita, con spesa esorbitante. Ora invece è arrivato il sistema di
trasmissione Wireless DVDO Air, capace di gestire i segnali HD fino a 1080p
oppure il 3D, grazie alla frequenza di
trasmissione portata a 60 GHz su sei
diversi canali disponibili, contro i 5
GHz delle soluzioni precedenti. Il sistema WirelessHD non effettua compressione sui segnali in transito, lasciandoli
passare inalterati. Altre tecnologie, invece, come il WiDi, effettuano la compressione e impediscono il passaggio
di segnali HD o 3D. Inoltre, è possibile
utilizzare diverse sorgenti scegliendo il
canale di trasmissione. Il prezzo di 449
euro non è proprio economico, ma è
inferiore a quello necessario per un’installazione professionale. Tra le caratteristiche tecniche dichiarate: supporto
3D, latenza inferiore a 2 ms, certificazione WirelessHD, portata massima di
4 Gbps, portata fino a 30 metri in linea
d’aria o 10 metri con ostacoli (ma senza pareti fisiche), segnali audio compatibili fino ai 7.1 canali Surround o 8
canali PCM fino a 192 kHz, Dolby 5.1
fino a 48 kHz.
p.21
di V. Barassi
Il 3D senza occhialini fino a non
molto tempo fa rappresentava una
chimera che quasi tutti i principali
colossi del mercato sono riusciti a
superare senza troppi sforzi. Attualmente la tecnologia è abbastanza
matura, ma nel prossimo futuro le
cose miglioreranno decisamente.
Per testare il DVDO Air abbiamo utilizzato diversi TV, un lettore Blu-ray
LG e una PS3. Tutto ha funzionato
egregiamente al primo colpo, cosa
che purtroppo non bisogna dare per
scontata. Le immagini trasmesse tra
gli adattatori Wireless DVDO non subiscono nessuna alterazione durante la
trasmissione, sia per il 3D di Avatar sia
per l’eccellente qualità del Blu-ray. Non
serve nemmeno abbinare ricevitore e
trasmettitore, basta accenderli e subito si sintonizzano tra loro, come se la
sorgente fosse collegata con un cavo
HDMI. Inconvenienti pratici pochi e
risolvibili: la staffa-adattatore per sistemare il ricevitore sul bordo superiore
del TV è studiata per schienali molto
profondi. Non diciamo per TV a cinescopio, ma quasi: sul bordo ultrasottile
di un TV LG serie 960 (foto in basso a
destra) abbiamo dovuto faticare per
trovare una posizione abbastanza
stabile. Inoltre, il ricevitore rimane alquanto in vista, tuttavia il costruttore
dichiara che può essere anche nascosto sul retro del TV, magari fissato alla
staffa di fissaggio a parete dei grandi
schermi piatti.
Fattore necessario al funzionamento
è che trasmettitore e ricevitore siano
nella stessa stanza, il WiHD non può
superare le pareti. Altro inconveniente
è il notevole riscaldamento durante
l’uso degli apparecchi e degli alimentatori. La prova si è svolta con temperatura ambiente superiore ai 25 °C, ma
il riscaldamento non è trascurabile e
bisognerà tenerne conto nella collocazione in ambiente: l’eccessivo calore è sempre nemico dell’affidabilità a
lungo termine.
DVDO, quindi, si rivela molto utile per
tutte quelle installazioni complesse
che richiederebbero interventi di
muratura per nascondere i cavi dalla
vista o dove le lunghezze da coprire
imporrebbero l’acquisto di cavi costosi o ripetitori di segnale per non
perdere in qualità delle immagini. In
queste situazioni gli apparecchi sono
in genere di fascia elevata, tale da ridimensionare il non trascurabile costo
degli Air.
Alcuni
ricercatori
del
MIT
(Massachusetts
Institute
of
Technology) hanno annunciato di
aver ideato una nuova tipologia
di schermo in grado di riprodurre
immagini 3D visualizzabili senza
specifici occhialini. Il progetto si è
ispirato al display proposto da Nintendo sulla sua console 3DS, ma
con sostanziali differenze. Lo schermo del 3DS è composto da due
strati, con lo strato inferiore che si
occupa di gestire la retroilluminazione in funzione dell’immagine
proiettata sul display superiore. Il
prototipo del MIT si basa, invece, su
tre diversi strati, ognuno in grado
di sviluppare un proprio pattern,
ma legato agli altri grazie a speciali
algoritmi; questa comunicazione
tra gli strati permette la creazione
di immagini 3D diverse da quelle
che siamo abituati a vedere oggi,
che tanti si azzardano ad accostare a ologrammi. Il terzo strato è
poi progettato per garantire una
visione ottimale da ogni angolo. I
display sviluppati intorno a questa
tecnologia saranno in grado di lavorare con frequenze fino a 360 Hz,
ben superiori ai limiti imposti dalle
attuali tecnologie. Per un video di
presentazione, clicca qui.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
hifi & home theater / Una dock con LED colorati che si accendono a tempo di musica rispondendo alle basse frequenze
p.22
Summer party in vista? In prova la mega-docking Sony
Volete creare una piccola discoteca in casa senza spendere troppo? La la “luminosa” soluzione firmata Sony. L’abbiamo provata, e ci siamo divertiti
di R. Faggiano
A
l momento della sua presentazione al CES di Las Vegas,
questa mega docking station
di Sony aveva suscitato parecchio
stupore. Sembrava strano che un
marchio come Sony proponesse un
apparecchio così eccessivo. Invece,
eccolo qua, pronto per il mercato europeo. Il “nostro” (sigla ufficiale RDHGTK11iP, che non ripeteremo) è un
grosso diffusore stereo con dock per
iPod e iPhone, ingresso USB, radio e
soprattutto LED colorati dietro agli
altoparlanti che si accendono ritmicamente a tempo di musica. Si può
collocare in piedi o coricato e il suo
obiettivo principale è di farsi notare.
Bisogna dire che ci riesce benissimo
e piacerà molto ai ragazzi perché fa
molto “effetto discoteca” e non costa
nemmeno troppo (270 euro).
L’aspetto è vistoso anche da spento,
con le sue dimensioni XL (in alcuni
mercati c’è una versione ancora più
grande), la docking inserita lateralmente, la grande griglia traforata e
perfino un maniglione di trasporto.
Le sorgenti musicali possono essere
iPod o iPhone, una chiavetta USB con
musica MP3, la radio FM o un qualsiasi apparecchio con uscite stereo RCA
(con ingressi sul retro). In dotazione
c’è anche il telecomando ma per l’uso
più comune ci sono grandi tasti e una
manopolona del volume che è grande quasi come un CD.
Tecnicamente parlando
Volete numeri? Eccoli: potenza di
55 watt per canale (1% distorsione),
doppio woofer da 16 cm e doppio
tweeter a cono da 4 cm, misura 68 x
33 x 38 cm e pesa 12,5 kg con finitura
spartana, ma non troppo, con piedini
per l’appoggio sul pavimento e plastica di buona qualità. Pare che non
abbia caratteristiche di impermeabilità e ciò può essere grave durante una
festa o per l’uso in giardino.
Inizia lo spettacolo!
Ci avviciniamo cautamente e con
sospetto all’oggetto e premiamo il
tasto on, provocando l’accensione
del piccolo display (l’unica cosa non
eccessiva), poi premiamo il tasto per
la selezione sorgente e subito inizia lo
spettacolo delle luci.
Va precisato che le luci rispondono
alle frequenze basse e la loro velocità dipende dall’impostazione scelta
dal telecomando: ce ne sono cinque
differenti che si comportano in modo
più o meno rapido, in modo da adattarsi al clima che vogliamo creare. A
volte le luci sembrano ferme, proprio
perché la musica non contiene sufficienti frequenze “forti” e il sistema non
le sente. L’effetto è indubbiamente
piacevole se immaginiamo il “nostro”
come protagonista di una festa tra ragazzi o di una serata tra amici, magari
a luci basse. La radio FM si sente piuttosto bene con il semplice cavetto in
dotazione, si possono anche preselezionare le stazioni preferite.
Passiamo, poi, a un iPod, inserendolo
sul suo supporto retroilluminato in
azzurro. Mettiamo l’ultimo brano di
Madonna e entriamo in clima discoteca: l’ascolto è piacevole, stancante
per l’audiofilo ma emozionante per
una festa di ragazzi. Volendo si può inserire il bass boost ed esagerare con il
volume: c’è molto rumore ma la “scatola” non distorce e può sonorizzare
anche saloni piuttosto ampi o uno
spazio all’aperto. Per chi vuole esagerare non manca la funzione EQ che
dà un’altra botta di equalizzatore più
o meno esagerata. Se volete mettere
il diffusore in verticale c’è un piccolo
blocco dell’iPod, per farlo rimanere
fermo al suo posto.
La mega-docking di Sony RDH-GTK11iP, oltre alla radio FM, riproduce musica da iPod, iPhone o da una chiavetta USB
con musica in formato MP3. Le dimensioni e l’aspetto “luminoso” non passano certo inosservati.
Dal telecomando si può entrare nel
menù e scegliere le canzoni preferite, l’ergonomia però non è ottimale a causa dei troppi tasti che sono
tutti troppo piccoli. Nessun problema, invece, con i tastoni diretti, che
sembrano quelli dei vecchi registratori, mentre il comando del volume
sembra il mixer del deejay. Volendo
lo potete usare anche come radiosveglia, dato che c’è l’orologio e il timer;
magari sarà meglio non metterlo sul
comodino, anzi potete usarlo proprio
come comodino se lo posizionate in
verticale, certo che il risveglio sarà
piuttosto brusco se vi dimenticate di
abbassare il volume dopo la festa.
Da non sottovalutare: non fa
solo “casino”
Naturalmente, non ci troviamo davanti a una docking station per audiofili, tuttavia se escludiamo il bass
boost e lasciamo l’equalizzatore su
Flat, i risultati sonori non sono disprezzabili e la gamma bassa non
ha niente di esagerato; medi e acuti
sono equilibrati per creare un bel
suono tridimensionale e voci pienamente godibili. La potenza poi è più
che sufficiente anche per sonorizzare
locali molto ampi. Dimenticavamo di
dire che volendo le luci si possono
lasciare spente. Il “nostro” poi non farebbe una brutta figura per dare voce
a un TV o a un videoproiettore senza
complicarsi troppo la vita. Insomma,
non sottovalutiamo questo oggetto
dalla sigla impossibile e aspettiamoci
molti imitatori.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Qualità dello schermo eccellente, processore dual core potente, sistema reattivo: a settembre in Italia a 599 euro
p.23
Sony Xperia ion: le nostre prime impressioni d’uso
Abbiamo provato il nuovo Xperia ion di Sony, smartphone con schermo da 4.6 pollici, Android Ice Cream Sandwich e processore dual core da 1.5 GHz
di R. Pezzali
A
settembre arriverà in Italia un
nuovo smartphone della serie
Xperia: ion. Il nome scelto (sì,
tutto in minuscolo) forse confonde
un po’ le idee, e sarebbe stato meglio chiamarlo Xperia S Plus o Max: ci
troviamo, infatti, di fronte a una versione più grande dell’Xperia S con
alcune piccole migliorie che vanno a
correggere le (poche) criticità rilevate sul modello con schermo da 4.3”.
Il nuovo Xperia ion ha uno schermo
HD da 4.55” con processore Mobility
Bravia, ha uno slot microSD che
mancava sul modello precedente e
può contare anche su un processore
più potente ma sempre dual core: il
clock si alza a 1.5 GHz. Al momento
Sony non prevede l’arrivo di uno
smartphone con processore quad
core, anche se nel 2013 sarà un passo obbligato.
Xperia ion è stato rivisto leggermente anche sotto il profilo del design:
il retro questa volta è in alluminio
spazzolato e sul frontale è stato aggiunto un tasto. La fotocamera è la
stessa dell’Xperia S, sensore Exmor R
di Sony da 12 megapixel con possibilità di scatto 3D e panorama. Nonostante le dimensioni, il nuovo ion
non pesa troppo e resta comunque
maneggevole, anche se stiamo parlando di uno smartphone taglia extralarge.
La qualità dello schermo è eccellente: la densità di pixel è ovviamente
inferiore rispetto a quella dell’Xperia
S ma solo avvicinandosi molto allo
schermo la differenza si percepisce.
Ottimo l’angolo di visione, in ogni
direzione, così come ottimi ci sono
apparsi i colori e la brillantezza del
bianco.
Il sistema è decisamente reattivo:
Ice Cream Sandwich è presente a
bordo con la leggera personalizzazione dell’interfaccia fatta da Sony.
Gli interventi da parte del produttore riguardano soprattutto la parte di
integrazione nell’ecosistema Sony:
Movie Unlimited, Music Unlimited
ma soprattutto la sezione DLNA con
la possibilità di inviare contenuti a
dispositivi compatibili. In quest’ottica Sony ha anche modificato l’appli-
cazione “gallery” per mostrare le foto
in un modo più facile e per migliorare l’esperienza di condivisione.
Nel video sotto a destra potete apprezzare la reattività e la velocità di
Xperia ion, nonostante si tratti comunque di un sistema dual core. Il
browser e l’esperienza di navigazione
tra le applicazioni e le varie schede
dell’interfaccia ci fanno dimenticare
certi smartphone Android con un’interfaccia lenta e pigra: ion è reattivo,
veloce e appagante.
Xperia arriverà a settembre in Italia:
il prezzo è stato fissato a 599 euro e
avrà 16 GB di memoria integrata.
video
Per il Sony Xperia ion, retro
in alluminio spazzolato, fotocamera con sensore Exmor R
da 12 MP; sul fronte è stato
aggiunto un tasto.
Guarda la nostra videoprova
del Sony Xperia ion
MOBILE / Il prototipo risalirebbe agli anni 2002-2004: poco sottile, con retro in plastica bianca e senza tasto Home sul fronte
Svelato il prototipo di iPad dei primi anni Duemila
Alcuni documenti della causa Apple contro Samsung sono stati resi pubblici e, tra essi, un mockup di quello che era l’iPad all’inizio degli anni 2000
di M. Dalli
S
teve Jobs lo aveva detto in
un’intervista del 2010, che
l’iPad era un progetto ancora
più vecchio dell’iPhone. Ora ci sono
le prove: alcuni documenti depositati
da Apple nel corso della causa contro
Samsung sono stati resi pubblici e riportati alla luce da NetworkWorld; tra
questi, ci sono anche alcuni mockup
della tavoletta “made in Cupertino”.
Come si nota dalle immagini, il prototipo di iPad era decisamente poco
sottile e con retro in plastica bianca
(come i MacBook/iBook dell’epoca);
nessuna presenza del tasto Home,
ma si notano il connettore dock tipico di Apple e gli angoli smussati che
sono poi arrivati nella versione finale.
Questo prototipo, secondo la deposizione di John Ive al processo,
risalirebbe agli anni 2002-2004, e
sarebbe poi stato accantonato temporaneamente per sviluppare l’iPhone, che si sarebbe ispirato proprio a
questi disegni. Clicca qui per vedere
una gallery di immagini per scoprire
com’era l’iPad ben prima di vedere la
luce nel 2010.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
TEST / Design, hardware, sistema operativo, applicazioni, fotocamera: su questi aspetti abbiamo testato i due smartphone
p.24
Quad core a confronto: Galaxy S III vs. Optimus 4X HD
Schermo 720p, processore quad core, fotocamera da 8 Megapixel, sono tante le caratteristiche che accomunano i due nuovi smartphone di Samsung ed LG
di P. Centofanti
E
ccoli i due pesi massimi made
in Korea: è possibile trovare sul
mercato contemporaneamente
i due top di gamma Android di Samsung ed LG, rispettivamente il Galaxy
S III (di cui è impossibile non aver sentito parlare) e l’Optimus 4X HD. Sembra passata un’eternità, ma era solo
l’anno scorso quando LG presentava
il primissimo smartphone dual core,
l’Optimus Dual. Quest’anno si raddoppia e Samsung ed LG puntano su
processori quad core e maxi display
S
in alta definizione. I due smartphone
presentano caratteristiche hardware
simili, ma i due colossi sembrano non
volersi sfidare sullo stesso terreno:
Samsung punta allo scontro frontale
con Apple per lo scettro di miglior
smartphone dell’anno (anche se
l’iPhone 5 non uscirà che nell’ultima
parte dell’anno), LG invece a offrire
il massimo della tecnologia al miglior prezzo (699 euro per Samsung
Galaxy S III, 529 euro per LG Optimus
4X HD).
Uno di fronte all’altro ce li abbiamo
messi noi. Qual è il migliore? Quale
conviene di più?
IL Design: Samsung osa di più
LG Optimus 4X HD
Samsung Galaxy S III
amsung sa che, se vuole competere con Apple, pompare le
specifiche hardware non basta, ci vuole anche un’inversione di
rotta sul design. I primi due Galaxy
non brillavano sotto questo punto
di vista, e così il Galaxy S III presenta
una nettissima discontinuità con il
passato. Nonostante le dimensioni
dello schermo siano cresciute ancora, ben 4.8 pollici, Samsung ha fatto
di tutto per evitare l’effetto “mattonella”: linee morbide e smussate e il
bianco sostituisce finalmente il pesantissimo nero del Galaxy S II (poi
uscito anche in versione bianca).
Superficie posteriore laccata, spigoli
arrotondati e un inserto argentato
che suggerisce una forma a goccia
si scontrano, però, con un materiale
plastico che non sembra all’altezza
dell’elevato prezzo di listino del telefono.
Il dispositivo è leggerissimo, ma
la costruzione appare comunque
sufficientemente solida. Insomma,
cambia la forma, ma non la sostanza: prodotti come l’HTC One X sono
tutta un’altra cosa da questo punto
di vista.
Il Galaxy S III si può acquistare anche
nella finitura “pebble blu”.
L
G ha puntato su un design, se
vogliamo, più tradizionale e simile a quello della gamma L: un
mattoncino completamente nero,
lucido sul frontale, opaco sul retro.
Sui bordi c’è un doppio inserto in
plastica argentato che alleggerisce
un po’ il tutto. Il pannello posteriore
è realizzato tramite un particolare
processo che permette di ottenere
una zigrinatura completamente irregolare che vuole simulare qualcosa
di organico.
Lo smartphone è certamente robu-
sto ma, come nel caso di Samsung, i
materiali non sono certo i più pregiati
che possono passare sotto le nostre
dita. Un piccolo dettaglio: anche l’Optimus 4X HD ha il display rivestito in
Gorilla Glass, ma c’è una piccola intercapedine tra il bordo del vetro e il
guscio in plastica che in tempo zero si
riempie di sporcizia.
A differenza del Samsung, in questo
caso i tre tasti funzione sono tutti a
sfioramento.
Disponibile anche nella versione
completamente bianca.
I due smartphone presentano un formato di schermo molto simile
- 4.7 pollici LG e 4.8 pollici Samsung e sono entrambi spessi meno di 9 mm
con una differenza di appena 0.3 mm:
8.9 mm l’Optimus 4X HD e 8.6 mm
il Galaxy S III.
segue a pag. 25
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.25
TEST
Samsung Galaxy S III vs. LG Optimus 4X HD
segue da pag. 24
L’HARDWARE: La vera differenza è il display
LG Optimus 4X HD
Samsung Galaxy S III
S
amsung ha messo tutto e
di più dentro il suo nuovo
Galaxy. Iniziamo dallo schermo da 4.8 pollici in tecnologia OLED
con risoluzione di 1.280x720 pixel
(HD Super AMOLED). Si tratta di un
display con matrice pentile, quindi
a subpixel condivisi tra i vari pixel,
un trucchetto che permette di realizzare display più semplici e meno
costosi al prezzo di una piccola riduzione di risoluzione. Rispetto ad altri
schermi pentile, qui stiamo parlando di un display più risoluto. Sotto
lo schermo c’è il nuovo processore
sviluppato in casa da Samsung,
l’Exynos 4212 Quad con CPU quad
core a 1.4 GHz e GPU Mali-400MP,
il tutto assistito da 1 GB di
RAM. Sul fronte connettività c’è tutto: HSDPA fino
a 21 Mbit/s, Wi-Fi 802.11n,
Wi-Fi Direct, Bluetooth
4.0, A-GPS (con supporto
anche a GLONASS), NFC.
E poi ancora radio FM, accelerometro, giroscopio,
bussola digitale, sensore di
prossimità e persino barometro. Il parco connessioni
comprende oltre all’uscita
per le cuffie la connessione micro
USB, teoricamente MHL, perché
in pratica serve un adattatore non
standard (venduto da Samsung) per
poter sfruttare anche l’uscita HDMI.
Il Galaxy S III è disponibile in Italia
nel solo taglio di memoria da 16 GB
di memoria integrata (circa 12 quelli utilizzabili), ma è dotato anche di
slot per carte di memoria microSD.
La batteria è da 2100 mAh. Da notare, infine, che utilizza il formato
micro SIM come l’iPhone 4 e 4S e
la gamma di smartphone Lumia
di Nokia. La fotocamera monta un
sensore da 8 MP con flash a LED, più
webcam frontale da 1.9 megapixel
con ripresa video in 720p.
C
ome l’Optimus 2X (Dual in
Italia), anche il 4X HD rimane
fedele a NVIDIA essendo di fatto uno dei primissimi smartphone a
essere stato annunciato con processore Tegra 3.
L’Optimus 4X HD ha un formato di
schermo molto vicino a quello del
Galaxy S III, con una diagonale di 4.7
pollici e una risoluzione di 1.280x720
pixel per una densità di 313 dpi. LG
ha optato per la tecnologia LCD IPS,
che è un po’ il suo fiore all’occhiello
(il primo Retina display era suo) e
promette una luminosità di ben 550
cd/mq. Il processore Tegra 3 di NVIDIA non ha certo bisogno di presentazioni ormai, con la sua architettura
a 4 core +1, clock a 1.4 GHz e GPU
GeForce a basso consumo.
Anche in questo caso la
memoria RAM è da 1 GB.
L’Optimus 4X HD offre tutte le più moderne tecnologie di connettività: HSDPA
a 21 Mbit/s, Bluetooth 4.0,
Wi-Fi 802.11n dual band,
Wi-Fi Direct, A-GPS e NFC.
Anche la dotazione di
sensori è completa con
accelerometro,
bussola
digitale, giroscopio e sensore di prossimità. Integrata anche
una radio FM.
L’Optimus 4X HD integra 16 GB di
memoria di cui 12 effettivamente a
disposizione dell’utente, espandibili
tramite schede di memoria microSD.
Oltre all’uscita per le cuffie, troviamo
la porta MHL che funziona quindi sia
da USB 2.0 sia da HDMI tramite cavo
apposito. La batteria integrata è da
2150 mAh.
L’Optimus 4X HD è dotato di fotocamera principale con sensore da 8 MP
e flash a LED.
Sul frontale abbiamo anche una
webcam per le videochiamate (o gli
autoritratti se vogliamo) con sensore
da 1.3 MP.
SISTEMA OPERATIVO E APPLICAZIONI: Due filosofie diverse
LG Optimus 4X HD
Samsung Galaxy S III
P
roseguendo con la strada iniziata con il Galaxy S II, Samsung
punta a offrire un ecosistema il
più completo possibile con un insieme di applicazioni pre-installate che
da una parte espandono le funzionalità di Android di base e dall’altra
l’offerta di contenuti (musica e film
in primo luogo). Una strategia necessaria un anno fa per competere
con Apple, ma che oggi forse, con
la continua espansione di contenuti su Google Play, tende a portare a
una sovrapposizione di offerta; per
quanto, più è la scelta, meglio è in
generale. La nuova TouchWiz per Ice
Cream Sandwich cerca di mantenere
L
G propone sull’Optimus 4X
HD la stessa interfaccia che già
avevamo visto sull’Optimus L7,
la nuova Optimus UI 3.0. Si tratta di
un tema graficamente molto leggero e minimale, che ben sfrutta le dimensioni dello schermo. Le icone e
i widget forniti da LG (curiosamente
manca un orologio “normale”) hanno
colori sgargianti, mentre il menù delle
applicazioni e la barra delle notifiche
hanno lo sfondo trasparente. La barra delle notifiche, come di consueto,
mostra in alto anche le scorciatoie
alle impostazioni “veloci” più comuni.
Di default ne sono impostate quattro
che possono essere modificate con
segue a pag. 26
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.26
TEST
Samsung Galaxy S III vs. LG Optimus 4X HD
segue da pag. 25
Samsung Galaxy S III
la pulizia impressa all’interfaccia da
Google con Android 4.0, senza rinunciare allo stile voluto da Samsung. La
pulizia dell’homescreen è garantita
da una spaziatura minima tra le icone e i widget che permette di mantenere ariosa la schermata principale,
anche se ciò porta all’impossibilità di
sfruttare fino in fondo l’ampiezza dello schermo: la dock da sola si porta
via quasi un terzo dello schermo, ma
ha spazio per cinque icone. Per quanto riguarda il sistema operativo vale la
pena segnalare l’affiancamento alla
funzione Android Beam del proprietario S Beam, con funzioni analoghe,
ma solo per lo scambio di foto tramite terminali Samsung compatibili.
La schermata di blocco permette di
avere quattro applicazioni per l’accesso rapido e può essere personalizzata
aggiungendo informazioni meteo, di
borsa e news. Tra le modalità di sblocco ce ne sono due derivate da quella
basata sul riconoscimento del volto
introdotta in Ice Cream Sandwich:
una consiste nel sorridere allo schermo, l’altra è basata sull’identificazione
del volto unitamente alla voce.
Il design dell’interfaccia è coerente
nelle varie sezioni con i colori nero e
blu scuro in tutti i menù, nelle applicazioni base telefoniche (contatti, chia-
S
mata, messaggi), compresa la barra
delle notifiche. Questa è dotata dei
classici switch per la configurazione
veloce delle principali impostazioni.
Per quanto riguarda le applicazioni
pre-installate troviamo S-Voice, la
risposta di Samsung a Siri, che permette di effettuare molte operazioni
dialogando in linguaggio naturale
con il telefono, il tutto anche in italiano. Il funzionamento è analogo a Siri,
si fa un doppio click del tasto Home,
si apre l’interfaccia di S-Voice e si fa la
domanda. La risposta impiega qualche secondo di troppo ad arrivare
(come Siri il servizio funziona attraverso la rete), ma il funzionamento non
è così male.
Oltre all’immancabile app per l’accesso a file multimediali condivisi tramite DLNA, troviamo Music Hub per la
musica in streaming, Video Hub per
acquisto e noleggio di film, Game
Hub con una selezione di videogiochi
e Samsung Apps per lo scaricamento di ulteriori servizi Samsung oltre a
app segnalate da Samsung e offerte
speciali.
Grande rilevanza (di default è nel lockscreen) è data al servizio di messaggistica via Internet di Samsung ChatOn,
che è multi-piattaforma e disponibile
oltre che per Android anche per iOS.
LG Optimus 4X HD
un menù apposito. Le applicazioni
“core” come il telefono, i messaggi, la
rubrica e le impostazioni, hanno tutte
invece lo sfondo bianco.
La schermata di blocco permette di
impostare quattro applicazioni per
l’accesso veloce, senza sbloccare il
telefono, ed è possibile impostare la
modalità di sblocco tramite riconoscimento facciale, oltre naturalmente
alle solite modalità.
A differenza del suo concorrente, LG
non ha velleità di porsi anche come
fornitore di contenuti e la dotazione
di applicazioni pre-installate dell’Optimus 4X HD va dritto al sodo. Oltre
alle varie applicazioni “stock” di Google e quelle di base (calendario, mail,
ecc.), troviamo Polaris Office per la
creazione e l’editing di documenti Office, un’app per gli appunti, un’utility
per effettuare dei backup delle informazioni contenute sul
telefono su una scheda
esterna, un gestore di
app installate e un task
manager, SmartShare
per l’interazione con
server e client DLNA e
l’applicazione Notizie di
Yahoo!. A ciò si aggiunge l’application store di
LG, SmartWorld, che dà
accesso ad applicazioni selezionate e
promozioni per gli utenti LG, e un’applicazione denominata RemoteCall
Service che essenzialmente dà la possibilità di avere assistenza tecnica LG
direttamente sul proprio telefonino.
Come sull’Optimus L7, troviamo l’app
LG Tag+ che permette di configurare
la tag NFC in dotazione.
Vale la pena segnalare anche l’app
MediaHome (foto sotto) che si attiva
automaticamente al collegamento
dello smartphone tramite connessione MHL a un TV e che essenzialmente
imposta lo smartphone come un lettore multimediale. Passata di moda
sembrerebbe (così come sul Galaxy S
III) di installare di default anche applicazioni e widget per i princiapli social
network. Pre-installato troviamo soltanto Google+. Il resto naturalmente
è a portata di Google Play.
IMPRESSIONI D’USO: Galaxy più veloce, Optimus più definito
ia l’Optimus 4X HD che il
Galaxy S III sono datati di un
hardware al di sopra di ogni
sospetto e le aspettative dal punto
di vista delle prestazioni non possono essere che alte. Fortunatamente
non rimaniamo delusi
e in entrambi i casi
si ha subito la sensazione di trovarsi tra le
mani qualcosa di più
del solito smartphone
Android. Sia il Galaxy
che l’Optimus presentano un’interfaccia a
schermo
fluidissima
e reattiva in ogni suo
menù e il passaggio da
un’applicazione all’altra
è sempre immediato
come dovrebbe essere. In generale
da questo punto di vista non si rilevano particolari differenze tra un terminale e l’altro.
Anche la navigazione Web è finalmente fluida e reattiva come dovrebbe sempre essere: anche con le pagine più complesse il pinch to zoom è
sempre immediato e senza tentennamenti, il caricamento è velocissimo
su entrambi i terminali, e lo scrolling
sempre fluido. Dobbiamo dire però
che mentre con il Galaxy S III le prestazioni rimangono consistenti anche
dopo diverse sessioni, con l’Optimus
4X HD abbiamo notato la tendenza
a volte ad avere dei rallentamenti nel
browser dopo aver navigato per un
po’, un calo che scompare se andiamo a chiudere completamente l’applicazione e la riapriamo.
Per quanto riguarda il display abbiamo
visto come entrambi gli smartphone
offrono sulla carta la stessa risoluzione, ma il Galaxy S III è dotato di matrice pentile. Anche se la risoluzione
è comunque elevata, la differenza
tra i due schermi da questo punto di
vista è evidente. Specie se leggiamo
delle pagine Web con sfondo bianco,
la retinatura dello schermo del Galaxy si nota alla distanza d’uso tipica di
uno smartphone. A livello di contrasto l’OLED è ovviamente nettamente
segue a pag. 27
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.27
TEST
Samsung Galaxy S III vs. LG Optimus 4X HD
segue da pag. 26
superiore alla tecnologia LCD: il nero
d’altra parte è semplicemente nero.
Ma se i colori estremamente saturi
del Galaxy a prima vista colpiscono,
dopo un po’ si rivelano essere anche
poco naturali. Da questo punto di
vista l’Optimus, che comunque non
scherza in quanto a saturazione, è più
controllato. Il display LCD dello smartphone LG non può competere a livello di contrasto, però è decisamente
più luminoso di quello del Samsung,
una caratteristica che diventa evidente nell’utilizzo all’aria aperta.
Per quanto riguarda il normale uso
E
ntrambi gli smartphone sono
dotati di fotocamera con sensore da 8 Megapixel e ripresa
video in 1080p. Anche a livello di funzionalità sono molto simili. Entrambi
offrono funzione HDR e Panorama,
riconoscimento dei volti, possibilità
di impostare bilanciamento del bianco, sensibilità ISO e così via. Il Galaxy S III ha in più la modalità a raffica
con selezione dello scatto migliore
e lo stabilizzatore digitale, l’Optimus
4X HD ha fondali virtuali in modalità
video per ottenere effetti divertenti.
L’interfaccia è simile e in tutti e due i
casi non c’è un tasto dedicato per lo
scatto delle immagini.
Le vere differenze le abbiamo in questo caso nelle prestazioni. Entrambe
le fotocamere offrono immagini a
prima vista ben definite e cromaticamente equilibrate. Il Galaxy ha evidentemente un maggiore grandangolo, ma non solo. Le foto scattate
dallo smartphone Galaxy sono infatti
anche un filo più definite e soprattutto più pulite. Il sensore dell’Optimus
I
due pesi massimi di LG e Samsung sono sicuramente entrambi
degli ottimi prodotti. A livello di
prestazioni pure, nell’utilizzo di tutti i
giorni, i due smartphone sono molto
simili, con un leggero vantaggio per il
Galaxy S III che in generale ci è parso
in grado di assicurare una maggiore
consistenza a livello di esperienza di
utilizzo, là dove l’Optimus ogni tanto
“telefonico” i due terminali sostanzialmente si equivalgono, sia per qualità
di ricezione che per qualità delle chiamate. Un dettaglio che abbiamo notato è che l’altoparlante del Galaxy è
praticamente un punto di appoggio
e pertanto a seconda della superficie
su cui lo lasciamo può succedere che
il suono della suoneria venga attutito
non poco. In entrambi i casi la tastiera
touch, complici le dimensioni dello
schermo, è sufficientemente spaziosa
e basta poco per prenderci la mano.
Molto positive le impressioni sulla
batteria del Samsung Galaxy S III.
Lo smartphone è in grado di arrivare tranquillamente a fine giornata
con uso “normale” (qualche chiamata, navigazione Web su 3G, social
network, e sincronizzazione mail in
push background) e oltre. L’Optimus
4X HD ha una batteria con capacità
di poco superiore, ma l’impressione
che abbiamo avuto è di un consumo
lievemente superiore in stand-by, per
quanto anche in questo caso si riesce tranquillamente ad arrivare a fine
giornata e oltre con una sola carica e
un uso standard. Sta di fatto che, viste
le premesse (design sottile, schermo
ampio e processore potente), entrambi i modelli si comportano molto
bene da questo punto di vista, quasi
non ci speravamo.
video
Guarda la nostra videoprova
Optimus 4X HD vs. Galaxy S III
La FOTOCAMERA: Il Galaxy ci “vede” meglio
lascia infatti più rumore nelle immagini, anche in condizioni di luminosità ottima come nei nostri esempi.
A livello di utilizzo abbiamo avuto
qualche problema in più di messa a
fuoco con l’Optimus.
Se comunque la resa a livello fotografico per gli usi più comuni alla fine
potremmo dire che quasi si equivale,
seppure con una lieve preferenza per
il Galaxy S III, sul versante video non
c’è davvero paragone. Sia il Galaxy che
l’Optimus riprendono a una risoluzione massima di 1080p, ma quest’ultimo offre una qualità video davvero
scadente e oltretutto afflitta da un
fastidioso bug per cui lo smartphone
continua a mettere a fuoco durante
la ripresa, rendendo il filmato praticamente inguardabile (foto sotto). Ottima al contrario la resa del Galaxy S III
per dettaglio e pulizia di immagine,
anche se l’impatto dello stabilizzatore è praticamente nullo.
CONCLUSIONI: And the winner is...
mostra qualche sporadico rallentamento. Niente di eclatante, ma il software dell’LG va forse ancora un po’
ottimizzato. Le differenze più evidenti
sono forse a livello di display e fotocamera. Lo schermo del Galaxy è sicuramente molto bello in termini di rapporto di contrasto e brillantezza dei
colori, ma l’Optimus 4X HD risulta più
definito e con una migliore leggibilità
con luce ambientale molto forte. La
fotocamera migliore è indubbiamente invece quella del Galaxy S III, specie
in modalità video.
Concludendo, il Galaxy S III ha dalla
sua un design più piacevole, e il tentativo da parte di Samsung di offrire
anche un vero e proprio ecosistema
con tanti servizi e applicazioni dedicate. Dal canto suo LG con l’Optimus
4X HD ha realizzato un prodotto di
prestazioni davvero molto simili ma
a un prezzo di listino estremamente
più competitivo, tanto più che alcuni
dei “difettucci” che abbiamo riscontrato possono essere tranquillamente
risolti a livello software. Sintetizzando il Galaxy S III vince per qualità
assoluta, ma l’LG Optimus 4X HD
per il rapporto qualità/prezzo.
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
TEST / Le foto dello smartphone Nokia a confronto con quelle di una Nikon D5100 e una compatta Sony: risultati davvero buoni
p.28
Nokia PureView 808 in prova: 41 MP alla resa dei conti
È davvero miracolosa la tecnologia PureView di Nokia? Abbiamo provato Nokia 808, il primo smartphone Symbian con sensore da 41 MP e ottica Zeiss
di R. Pezzali
P
uò uno smartphone sostituire
una fotocamera? Da quanto abbiamo visto negli ultimi anni sì,
soprattutto le compatte. Ma la nuova tecnologia PureView di Nokia ora
ambisce a mettere sullo stesso piano
smartphone e reflex, il tutto partendo
da un grossissimo sensore da 41 MP.
Abbiamo provato il primo smartphone
con questa tecnologia, il Pureview 808
basato su Symbian Belle e abbiamo
scoperto che grazie a PureView i sogni
di Nokia possono avverarsi, perché i
risultati fotografici sono davvero buoni. Dopo alcuni scatti di prova siamo
riusciti a provare un esemplare definitivo del Nokia 808 PureView, uno
smartphone rosso fiammante con il
quale abbiamo scattato foto per una
settimana intera, provando a fondo
la parte fotografica e confrontandola
anche con altre fotocamere in nostro
possesso, una compatta Sony di fascia
alta e una reflex D5100 APS-C.
In questa prova non abbiamo dedicato
molto spazio alla parte smartphone: il
Nokia 808 PureView, infatti, è più una
fotocamera che uno smartphone: 599
euro per un terminale Symbian, pur
con queste caratteristiche, sono infatti
un prezzo non indifferente se consideriamo anche il peso e le dimensioni del
prodotto.
Nokia aveva bisogno di mostrare le potenzialità della sua tecnologia fotografica e ha scelto il contenitore al momento più facile da usare, Symbian, sistema
operativo che conosce benissimo e
che offre agli sviluppatori un pieno accesso alle API, permettendo così di integrare al meglio PureView con il resto
del sistema. Una cosa questa che, ad
esempio, non sarebbe stata possibile
con Windows Phone, dove ancora non
è possibile abilitare la ripresa a 1080p
per i limiti dell’attuale Windows Phone
7.5. Nokia aveva bisogno di ampi margini di manovra e Symbian era l’unica
soluzione al momento attuabile.
Ben costruito, ma pesante
e schermo a bassa risoluzione
Come tutti gli smartphone Nokia,
anche il PureView 808 è costruito in
modo eccellente, con una cura maniacale per i dettagli. Tenendolo in
mano si ha la sensazione di un terminale robusto e massiccio, sensazione
forse accentuata dal peso elevato del
dispositivo, 169 grammi. Se a questo
associamo lo spessore di circa 14 mm
con la protuberanza nella zona dell’ottica, il quadro è completo: PureView
808 non sembra uno smartphone
uscito nel 2012. Anzi, ricorda molti
grossi e pesanti smartphone del passato, i primi “cameraphone” con sensore di grandi dimensioni. L’808 non
è brutto, ma non è nemmeno “thin &
cool” come molti smartphone moderni. Il lato B è quello più importante: la
protuberanza nasconde il sensore da
41 MP con il suo obiettivo Carl Zeiss,
un flash Xenon e l’altoparlante. Il retro
può essere sganciato: all’interno troviamo la batteria removibile da 1400
mAh, l’antenna NFC e sotto la batteria
i due slot per micro-SIM e micro-SD.
Per lo schermo Nokia ha scelto di appoggiarsi a un AMOLED da 4” protetto
da un Gorilla Glass, una scelta saggia
trattandosi di un dispositivo votato
alle immagini dove la fedeltà nella riproduzione dei colori e la resa sui neri
possono fare la differenza. Purtroppo
lo schermo ha una risoluzione bassissima: 230.000 pixel, un quarto dei
pixel degli schermi HD. Chi è abituato
a uno schermo con una elevata densità di pixel non riuscirà ad apprezzare
questo schermo da 640x360 pixel, lo
stesso del Nokia N8 e di altri terminali
dell’azienda. Fa sorridere, poi, la scelta
di uno schermo così poco risoluto sullo smartphone con la fotocamera più
risoluta al mondo: un vero controsenso. L’unico lato positivo è che si tratta
di un OLED RGB e non Pentile…
Tornando all’aspetto costruttivo,
Nokia ha inserito all’interno del Go-
Nokia 808 PureView - 599 EURO
Quality
Longevity
Design
7
6
6
rilla Glass frontale i tre classici tasti di
navigazione per Symbian, mentre sul
lato ci sono la classica leva di sblocco e i tasti del volume. Non manca il
tasto per lo scatto diretto delle foto:
è un pulsante a doppio livello di pressione come quello delle normali fotocamere, una scelta indispensabile.
Per quanto riguarda la connettività
il PureView 808 ha una presa cuffie
con microfono, una porta micro USB
e un’uscita micro HDMI.
Autonomia buona, reattività
interfaccia non ottima
Spendiamo qualche parola sul
PureView 808 come telefono. Il Nokia
è mosso da un processore ARM da 1.3
GHz con 512 MB di RAM e 16 GB di
storage per applicazioni e foto, anche
se viste le dimensioni delle foto è consigliabile dotarsi di una card esterna.
L’autonomia è più che buona: con la
batteria completamente carica siamo
riusciti a tenere lo smartphone acceso anche per più di due giorni con un
uso “normale”, tuttavia non appena si
Simplicity D-Factor
7
9
Value
6
iniziano a fare foto e video e soprattutto se si usa il flash, l’autonomia cala
in modo vertiginoso: volendo si riesce
a bruciare una carica in meno di due
ore scattando come un “giapponese
impazzito”. Abbiamo giocato un po’
anche con Symbian Belle: l’interfaccia
a tratti è fluida, ma la reattività non è
sempre esemplare, anzi. L’esperienza di navigazione Web, inoltre, con
il browser integrato ci fa tornare ai
primi tempi di Android dove pinch to
zoom e scrolling delle pagine lunghe
e pesanti erano un vero inferno. In
molti siti (per fortuna non su DDay.it)
il browser è addirittura inutilizzabile,
con blocchi di qualche secondo prima di ripartire. Nonostante il processore, anche molte applicazioni sono
piuttosto lente a caricarsi, non certo
quello che ci si aspetta da uno smartphone di questa fascia di prezzo.
Qualità di scatto eccellente
Della tecnologia PureView abbiamo
già ampiamente parlato in questo articolo. L’obiettivo è partire da un sensegue a pag. 29
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
p.29
TEST
Nokia PureView 808
segue da pag. 28
sore con una risoluzione enorme, 41
MP lordi appunto, per poi arrivare a
fotografie con una risoluzione minore
ma con un elevato livello di dettaglio
grazie a tecnologie di downsampling.
Ma non solo: sfruttando il sensore si
può anche gestire uno zoom digitale
senza perdita di definizione applicando la tecnica del crop sull’intero fotogramma.
I mezzi tecnici per raggiungere ottime prestazioni il PureView li ha tutti: il
sensore da 41 MP ha una dimensione
di 1/1.2”, poco più piccolo del nuovo
sensore usato sulle mirrorless Nikon,
ma più grande di quello usato su tutte
le compatte e sugli altri smartphone.
L’obiettivo Zeiss, anche se realizzato in
plastica, è un piccolo capolavoro. Ha
un grandangolo di 28 mm equivalenti e usa un gruppo solo da 5 lenti asferiche a bassissima dispersione. L’ottica
f/2.4 ha un range focale che va da 15
cm a infinito e può contare anche su
un filtro ND integrato selezionabile
da menù.
Il Nokia PureView 808 funziona con
una applicazione fotocamera realizzata per l’occasione. L’utente ha a disposizione una serie di impostazioni
automatiche, diverse scene e diversi
filtri con cui giocare, e può intervenire praticamente su tutti i parametri
di scatto dalla sensibilità al modo di
messa a fuoco e misurazione esposimetrica. La scelta fondamentale da
fare però è una: scattare a 38 MP (o 34
MP in formato 16:9) oppure scattare a
8 MP, 5 MP e 2 MP sfruttando le possibilità della tecnologia PureView?
Nel primo caso si ottengono file enormi da 7152x5368 pixel con un peso di
circa 12 MB, nel secondo caso si ottengono file più snelli. Se si sceglie di
scattare con tutto il sensore, ci troviamo davanti una fotocamera a ottica
fissa con grandangolo 28 mm mentre
se si scatta a 8 MP, possiamo sfruttare anche lo zoom intelligente. Purtroppo non esiste un formato RAW:
sarebbe stato bello poter giocare un
po’ con Lightroom per vedere dove
questo sensore si può spingere.
Ma veniamo alle foto: abbiamo scattato qualche fotografia con il PureView
808 e abbiamo anche fatto confronti
con una compatta Sony di fascia alta
e una reflex Nikon D5100. È proprio
con queste fotocamere che vogliamo
mostrarvi un confronto diretto: il Nokia non ha la stessa definizione della
reflex Nikon, ma mette in luce una
resa che è di gran lunga superiore a
quella di un qualsiasi altro smartphone o fotocamera compatta. Difficile
dire se sia meglio scegliere lo scatto a
piena risoluzione o quello con tecnologia PureView: dopo aver fatto un po’
di foto l’utente capirà in quali situa-
Sfortunatamente la risoluzione della schermo del Nokia PureView 808 è piuttosto bassa, solo 230.000 pixel.
zioni è meglio uno e in quali è meglio
invece un altro. Con gli scatti ad alti
ISO è preferibile sfruttare il campionamento: l’uso di più pixel abbinati
abbatte un po’ il rumore e restituisce
un quadro leggermente più pulito. Se
invece si scatta in situazione di luce
buona, allora è meglio partire dalla
foto a 41 MP, che ha una definizione
davvero notevole.
Per vedere una gallery di scatti fatti
con l’808 PureView, clicca qui. Gli originali si possono scaricare dalla pagina di Flickr.
Abbiamo, poi, voluto confrontare lo
scatto fatto con il PureView con quello della fotocamera Sony HX100 e
della Nikon D5100: abbiamo fatto dei
crop al 100% per mostrare il dettaglio
della fotocamera (per vedere le foto
vai qui).
Complessivamente, la
foto del Nokia sembra
essere la migliore, ma la
Nikon ha prodotto un
jpeg un po’ troppo morbido per le impostazioni
di default. La Sony, invece, impasta troppo i dettagli. Abbiamo poi osservato lo stesso dettaglio
preso dalla foto a 38 MP:
da notare la ricchezza di
dettagli, ma il maggior
rumore video.
PureView non è però
solo fotografia, ma anche video: si può, infatti,
scegliere di riprendere
video a 1080p a diversi
framerate, anche 24p,
sfruttando lo zoom dinamico del sensore. La
qualità di ripresa è più
Nokia PureView 808 permette all’utente di scegliere se scattare foto da 38 MP oppure
che buona, ma qui il
8, 5 o 2 MP (foto in alto a sinistra).
Nokia PureView 808 non
fa la differenza: altre videocamere a
1080p o un iPhone 4S mostrano una
resa video simile.
Nokia 808 bocciato
PureView promosso
La tecnologia PureView è senza dubbio una tecnologia vincente: nessuno
smartphone può competere con una
resa simile e anche molte compatte
non riescono a dare questa pulizia
d’immagine e questo livello di rumore. I problemi sono due: il primo
è Symbian, il secondo l’ingombro.
Nokia non può pensare di continuare
a usare Symbian, deve portare questa
tecnologia su Windows Phone convincendo Microsoft ad aprire la blindatissima sezione fotografica del suo
sistema operativo (che non permette
nemmeno la ripresa a 1080p). E poi
c’è l’ingombro: si deve trovare il modo
di portare la stessa tecnologia in uno
spessore inferiore ai 9 mm, per poter
stare in uno smartphone moderno.
Per essere un inizio è comunque
buono: la qualità c’è, ora mancano
solo degli aggiustamenti per rendere
il tutto ancora più completo. Nokia
deve lavorare sull’interfaccia e sui file,
permettendo all’utente di scegliere
il livello di compressione ed eventualmente anche di scattare in RAW.
Inoltre, mancano una serie completa
di filtri di scatto configurabili e altri effetti come la riduzione rumore con il
multiscatto e doppie esposizioni per
migliorare la dinamica in presenza di
forti contrasti di luce. Ma sono tutti
accorgimenti software, e il tempo per
lavorarci c’è sempre.
Il risultato del nostro test è semplice:
Nokia 808 bocciato, PureView promosso a pieni voti. E non vediamo
l’ora di poter scattare con questa tecnologia su un’altra piattaforma.
OLIVE O6HD
DISEGNATO PER GLI AUDIOFILI.
Olive O6HD Music Server,
Hi End digitale senza compromessi
Suono Audiophile
Display ampio
Design innovativo
Olive O6HD è la sintesi tra la migliore tecnologia analogica e la
più sofisticata ricerca in campo digitale. Il suo sistema di archiviazione,
permette di conservare fino a 6.000
CD con la stessa qualità dell'originale, a garanzia di un suono di eccezionale chiarezza e profondità.
Olive O6HD ha un display touch
screen da ben 10,1" a colori, -il music server con il display più ampio in
commercio-; sarà un piacere cercare le tracce o navigare tra le copertine dei vostri album preferiti.
Olive O6HD è splendido e unico, ma
soprattutto è progettato per la migliore qualità d’ascolto. La struttura
in alluminio massiccio riduce drasticamente le risonanze, coadiuvata anche dai supporti speciali che sono un
brevetto esclusivo di Olive.
www.audiogamma.it
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
TEST / Un TV dal buon rapporto qualità-prezzo: design e prestazioni all’altezza dei poco più di mille euro richiesti per l’acquisto
p.31
3D polarizzato secondo Panasonic: TX-L47ET5 in prova
3D polarizzato, Smart TV, DLNA e Wi-Fi integrato: il TX-L47ET5 è una TV full optional per chi non vuole spendere tanto, ma non vuole rinunciare a niente
di R. Pezzali
S
cegliere un TV di fascia alta è
semplice: i vari produttori riescono a distinguersi con soluzioni
più o meno uniche. Quando però si
tratta di scegliere un prodotto di fascia
media, ci si scontra con prodotti molto
simili: 3D, attivo o polarizzato, Smart
TV, Wi-Fi e DLNA sono ormai una costante. In questo panorama abbiamo
deciso di provare il TV Panasonic da
47” serie ET5, il modello della gamma
Panasonic con pannello 3D polarizzato. Una scelta questa obbligata per chi
vuole un TV 3D easy e non affaticante.
Design semplice ma curato
Panasonic ha una fama eccellente nel
mondo dei TV, guadagnata negli anni
con ottimi plasma. Nell’ultimo anno,
però, ha voluto puntare molto anche
sulla gamma LCD LED: con i modelli
WT di fascia alta, design eccellente e
3D attivo, e con modelli midrange, alcuni dotati di schermo 3D polarizzato,
che piace per la semplicità.
Ed è proprio uno di questi televisori che abbiamo voluto provare, il
TX-L47ET5, un onesto modello di fascia media con schermo Full HD 3D
IPS, Smart Viera, conversione 2D 3D e
funzioni multimediali complete.
Le linee sono semplici e manca il vetro frontale Edge to Edge presente
sui WT50. Anche la base è diversa,
più semplice e tradizionale. Semplice,
però, non vuol dire poco curato: la
scelta dei materiali costruttivi è buona
e le finiture sembrano di alto livello.
Due le caratteristiche principali: la
colorazione della cornice tendente
al grigio antracite e il piccolo bordino trasparente che snellisce il TV.
Panasonic ha scelto per lo schermo un
rivestimento lucido abbastanza riflettente, che funziona anche come filtro
per migliorare il contrasto, e bisogna
fare attenzione a dove lo si posiziona,
perché luci forti alle spalle potrebbero
dare qualche spiacevole problema di
riflessi.
La cornice, così come il TV stesso, sono
spessi circa 3-4 cm, misura standard
per un TV di questa categoria.
Il telecomando è la classica unità di
controllo Panasonic: nessuna retroilluminazione e stessa disposizione dei
tasti che ci accompagna da qualche
anno. Niente di particolare da segnalare: bastano pochi minuti per un feeling immediato.
Connessioni complete
sezione multimediale buona
Con l’economia di scala oggi i produttori realizzano un’unica e sola scheda
principale che poi adattano a seconda
delle esigenze. Questo rappresenta
un grosso vantaggio per i TV di fascia
media: sotto il profilo delle connessioni non hanno nulla da invidiare a TV di
prezzo maggiore. L’ET5 ha un pannello posteriore completissimo: 4 porte
HDMI e 3 porte USB sono una dotazione più che abbondante per ogni esigenza, anche perché il TV supporta dispositivi di input esterni come tastiere
e anche videocamere HD (per Skype).
Non mancano la presa di rete, l’adattatore Wireless integrato ma esterno e
un utile slot per card SDXC per vedere
foto e video direttamente da una foto-
Panasonic TX-L47ET5 - 1099 EURO
Quality
Longevity
Design
8
7
8
camera o videocamera.
Notevole anche la sezione multimediale: il TV dispone di un client DLNA
che funziona sia come player sia come
renderer per inviare contenuti da
smartphone o tablet. La compatibilità
è assicurata con tutti i formati audio
più diffusi, e nonostante l’interfaccia
un po’ spartana è rapido nell’indicizzazione dei contenuti sia su chiavetta sia
su server.
Discreta la sezione Viera Connect:
moltissime applicazioni ma poche
quelle davvero utili, tra le quali troviamo Skype, il Browser e la Rovi Media
Guide. I giochi, che con il supporto
di controller esterni dovevano essere
uno dei punti di forza, sono alla fine i
classici titoli Gameloft un po’ datati.
Semplice l’interfaccia a schermo:
l’utente ha a disposizione solo le regolazioni essenziali per tutti i parametri.
Meglio così, visto la fascia d’utenza alla
quale questo TV si rivolge.
Buona qualità di visione
Nessuno si aspetta che questo ET5
possa offrire una resa migliore di
quella dei plasma Panasonic, ma tutti
aspettano la risposta alla domanda più
Simplicity D-Factor
9
7
Value
7
ovvia: “Può questo TV giocarsela con i
TV LG?”. Chi vuole oggi un TV LED con
sistema 3D polarizzato non ha molte scelte: LG in primis poi Panasonic,
Toshiba e Philips. Questo Panasonic
può essere considerato un parente
stretto dei TV LG, essendo basato su
un pannello IPS prodotto da LG.
La semplicità dei menù non lascia
molta scelta: anche in modalità avanzata le opzioni possibili per la regolazione delle immagini non sono molte.
La scelta cade principalmente sui due
setup Cinema e True Cinema, molto simili tra di loro: noi abbiamo scelto True
Cinema come punto di partenza, ma ci
abbiamo lavorato un po’. Sicuramente
l’ET5 è un TV che colpisce: Panasonic
ha infatti dato anche alla modalità
cinema una brillantezza e una saturazione cromatica che sembra fatta per
attrarre chi ci passa davanti al centro
commerciale. Le immagini sono vivaci, luminose e con una buonissima
nitidezza, ed è proprio qui che siamo
andati a lavorare: via un po’ di saturazione, luminosità un po’ più bassa e
qualche aggiustamento alla nitidezza
per raggiungere una resa più equilibrata e naturale.
segue a pag. 32
n. 52 / 23 luglio 2012
estratto da www.dday.it
HIFI & HOME THEATER/ Perfetta per l’ascolto di musica da smartphone o player portatile, è disponibile a 199 euro
p.32
Cuffia B&W P3 in prova: prestazioni da diffusore?
Abbiamo provato la nuova cuffia Bowers & Wilkins, il modello più accessibile che mantiene comunque le caratteristiche sonore tipiche del costruttore
di R. Pezzali
I
n questi tempi di crisi, essere produttori di una sola tipologia di apparecchi audio può essere pericoloso,
anche se ci si chiama Bowers & Wilkins.
Da qui l’esigenza di ampliare i propri
orizzonti verso apparecchi affini, ma
diversi dai soliti diffusori. Ecco allora
le fortunate docking station Zeppelin,
gli eccellenti diffusori per PC MM1 e le
cuffie. Dapprima la top di gamma P5,
poi gli auricolari C5 e ora la nuova P3. A
guardarla sembra proprio una copia in
scala ridotta della P5, con quel design
così particolare dei padiglioni e delle
articolazioni. Però più leggera nel peso
e soprattutto nel prezzo: 199 euro
contro i 299 della P5. La filosofia costruttiva non cambia e rimane legata a
quella già ampiamente sperimentata
sui diffusori, con traduttori esclusivi e
studiati nei propri laboratori di ricerca.
La finitura è disponibile in colore bianco oppure nero, senza esagerare con
la scelta ma proponendo comunque
due alternative.
Bella e leggera
La P3 nasce per ascoltare con la massima qualità la musica archiviata sugli
smartphone o sui riproduttori portatili,
non per nulla in prima dotazione troviamo il cavo di collegamento con il
microfono e i comandi per dispositivi
Apple, dal quale variare comodamente il volume. Nella confezione comun-
TEST
Panasonic TX-L47ET5
segue da pag. 31
Il pannello IPS offre buone prestazioni
generali sulle sfumature cromatiche,
que c’è anche il cavetto normale che
serve come utile ricambio.
La sostituzione del cavo, però, non è
un gesto semplice e immediato come
su altre cuffie: bisogna rimuovere la
copertura del padiglione, fissata magneticamente, e infilare il connettore
nella presa minijack facendo attenzione a fissare bene il cavo lungo le guide
predisposte. L’operazione è da ripetere
su entrambi i padiglioni e non è facile
come sembra, specie se le dita non
sono più che affusolate.
Un altro piccolo inconveniente riguarda la custodia per il trasporto, piccola
e leggera grazie alla possibilità di ripiegare i padiglioni dentro l’archetto, ma
realizzata in una plastica molto economica per la classe del prodotto e con
un meccanismo di chiusura a scatto
che si trasforma in uno sgradevole “effetto tagliola” sulle dita se non si pone
attenzione nella fase di chiusura.
Passiamo ora all’ascolto, realizzato con
un iPod Touch. Alla prima accensione
si nota l’ottima sensibilità della P3, che
non necessita di alzare molto il volume e quindi migliora l’autonomia del
riproduttore. La cuffia è molto leggera
e la pressione sulle orecchie è minima
e per nulla fastidiosa; il tessuto leggero
che ricopre i padiglioni è una benedizione nelle giornate calde e anche
l’isolamento dai rumori esterni è sod-
disfacente in ambienti non troppo
affollati.
Iniziamo con i primi brani e la musica
scorre piacevolmente senza cadere
in una gamma bassa eccessiva poco
utile in una cuffia e con una certa
brillantezza sugli acuti, proprio come
siamo abituati ad ascoltare con i diffusori B&W. Colpisce proprio la capacità
di restituire un suono più da diffusore
che da cuffia, cioè un suono aperto e
tridimensionale, anziché concentrarlo
e ridurlo allo spazio tra le due orecchie.
Questione di abitudine forse, ma a noi
questa impostazione è piaciuta. Una
impostazione che forse va sprecata
con brani MP3 troppo compressi, ma
che suona ottimamente con i brani
archiviati da iTunes.
Difetti all’ascolto? Pochi. Della gamma
acuta abbiamo detto e alcune voci
femminili potrebbero risultare anche
stridenti. La gamma bassa, poi, non
è fatta per chi frequenta le discoteche, anche i brani dell’ultimo disco di
Madonna vengono “addomesticati” a
valori tollerabili, ricchi di dinamica ma
non rimbombanti come forse intendevano la cantante e il produttore. La
P3 è più adatta a un ascoltatore maturo, che conosce il marchio inglese e
vuole ritrovarne classe e caratteristiche
nell’ascolto in movimento.
Rimane il problema del prezzo che
non è alla portata di tutti e che lascia
il rapporto qualità/prezzo nella zona
media della categoria. Impossibile
non dire che esistono molte altre cuffie di prestazioni assimilabili di marchi
altrettanto prestigiosi a prezzo inferiore. Comunque, merita un ascolto per
assaporare la sua particolare impostazione “da diffusore”, questa sì difficile
da trovare tra i concorrenti.
ma cade su due punti: il primo è l’angolo di visione e il secondo è il nero.
L’angolo di visione, da sempre uno dei
punti di forza di questa tecnologia, viene questa volta penalizzato dalla presenza del filtro frontale 3D polarizzato
che riduce la visibilità
con angoli accentuati. Spostandosi di lato
cala la luminosità,
cala il contrasto e la
visione non è così
appagante
come
con un TV IPS tradizionale.
Il nero è l’altro punto
hot: il TV mostra un
buonissimo controllo sul nero quando
le luci sono accese e l’ambiente è illuminato, ma se proviamo a oscurare
tutta la stanza, il nero dopo qualche
secondo di adattamento dell’occhio
iniziamo a vederlo come grigio scuro.
Si può attivare l’eco mode e la situazione migliora un po’, ma l’immagine perde brillantezza. Nelle scene particolarmente scure, inoltre, si fa un po’ fatica
a recuperare i dettagli sulle basse luci:
scordatevi di vedere le scene di Avatar
con gli stessi dettagli che può risolvere
un plasma Viera.
Nel complesso, comunque, la resa
è più che buona per un TV di fascia
media: buon processore, pannello pulito e privo di spurie o clouding e un
buonissimo controllo di sfumature e
panning. Quel che è certo è che non
ci troviamo di fronte a un TV LED che
può accontentare un maniaco dell’immagine (e del nero).
La resa 3D non offre particolari spunti di discussione: l’immagine gode di
buona profondità, il crosstalk è praticamente inesistente e non si avverte
alcuna fatica di visione, neppure dopo
un film intero. Rispetto ai TV Cinema
3D di LG, si ha una percezione leggermente superiore delle linee di scansione, probabilmente per l’algoritmo
di gestione dei fotogrammi. Niente
di particolarmente grave: la visione è
comunque buona. Dove l’ET5 si difende davvero bene è sulla velocità: pochissime scie e un input lag inferiore
ai 30 ms la rendono una buonissima
soluzione per giocare.
Ascolto da vera B&W