Smartphone quad core Samsung e LG a confronto
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Smartphone quad core Samsung e LG a confronto
n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.1 EDITORIALE Tutti copiano Apple Ma solo a parole Tutte le aziende di tecnologia si ispirano al modello Apple. A parole. Esplicitamente, inserendo citazioni di Steve Jobs nelle proprie presentazioni; o più sottotraccia, facendo finta di aver auto intuizioni che Apple ha trasformato in strategie da tempo; oppure “rubando” il look del sito, il packaging o addirittura le font utilizzate da Apple. I prodotti Apple possono piacere o non piacere, ma quale azienda non vorrebbe assomigliare a quella che ha un margine lordo del 47,4% con utili netti che viaggiano intorno ai 12 miliardi di dollari a trimestre, con crescite di quasi il 100% anno su anno? Eppure, al di là delle parole, ci pare che nessuno stia veramente cercando di applicare il “metodo Apple”. Non lo sta facendo di certo Samsung: Apple ha un modello di smartphone e uno di tablet; Samsung ha 33 smartphone e 11 tablet (in Italia, ma all’estero sono di più). Non seguono Apple neanche i produttori di PC, come Acer, HP o la stessa Samsung, da anni appiattiti sui primi prezzi, con materiali (e margini) ben diversi da quelli della mela. Nei nomi di prodotto, un altro esempio lampante: Apple ha apparecchi che si chiamano (e tutti chiamano) semplicemente “iMac”, “iPhone” o “MacBook”; tutto il resto dell’industria IT e dell’elettronica di consumo continua nella maggior parte dei casi a usare sigle e modelli incomprensibili e immemorizzabili, in cui è molto difficile orientarsi: basta avvicinarsi all’acquisto di un PC o di un TV per accorgersene. Eppure, per esempio, nel mondo delle auto (il bene semidurevole per eccellenza) da sempre i prodotti hanno nomi comunicativi, che spesso hanno fatto la fortuna (o la disdetta, quando mal scelti) di questo o quel modello. Per non parlare poi della vendita assistita negli Apple Store: un modello per tutti, applicato da nessun altro. Fermiamoci qui: la sostanza è che Steve Jobs non è stato un genio e Apple non è difficile da copiare. Basta volerlo fare, smettendo di seguire come pecoroni l’odioso principio del “nel nostro mercato si è sempre fatto così”. Gianfranco Giardina MOBILE / Prova comparativa dei due dispositivi top di gamma Smartphone quad core Samsung e LG a confronto Galaxy S III e Optimus 4X HD, il top delle aziende coreane: qual è il migliore? di P. Centofanti S ono arrivati sul mercato i due smartphone top di gamma di Samsung ed LG e noi li abbiamo subito messi alla prova, anzi meglio, messi uno contro l’altro. Abbiamo confrontato il design, le linee morbide e smussate di uno e il pannello posteriore con zigrinatura irregolare dell’altro; abbiamo messo uno contro l’altro lo schermo AMOLED e lo schermo LCD IPS, il processore Exynos 4212 Quad con il Tegra 3 di INVIDIA, l’interfaccia TouchWiz per Ice Cream Sandwich contro la Optimus UI 3.0; abbiamo scattato foto e girato video con le fotocamere entrambe da 8 Megapixel. Il risultato? Sicuramente due prodotti che hanno soddisfatto la nostra voglia di qualità e di prestazioni eccellenti: uno ha vinto per qualità assoluta e l’altro per rapporto qualità-prezzo. Per scoprire il responso della nostra prova, leggete a pag. 24. DDAY.it magazine 52 In questo fascicolo tra le altre cose... PEOPLE & MARKET 02 A Marcopolo Expert 12 negozi ex-Eldo 03 L’avanzata di Android 05 I 10 tecno-gadget dell’estate TV & VIDEO 06 Philips 9000, il TV dei sogni 21 Sistema DVDO Air in prova MOBILE MOBILE / Il 18 luglio a Milano l’evento di lancio alla stampa 10 Ultime indiscrezioni sull’iPhone 5 11 Cinque smartphone alla prova NFC 23 Sony Xperia ion, prime impressioni I’m Watch c’è, parola di Ennio Doris PC & MULTIMEDIA di G. Giardina 15 Acer Aspire S5, Ultrabook vero e puro 19 Ultrabook? No, ultraflop! Lo smartwatch tanto atteso e oggetto di polemiche è finalmente arrivato D opo mesi di notizie e di polemiche, pare che lo smartwatch I’m Watch abbia finalmente visto la luce. Nell’ultimo anno abbiamo seguito le vicende di questo prodotto annunciato ma mai consegnato, orologio che molti hanno preordinato (e pagato) sul sito, ma che non hanno mai visto recapitato nelle proprie mani. Lo scorso 18 luglio, però, la nostra attesa (e di molti altri) sembra essere terminata: invitati all’evento di lancio di I’m Watch, abbiamo potuto tenere tra le mani l’oggetto del desiderio (o della discordia). A presentare lo smartwatch Ennio Doris, patron di Mediolanum e finanziatore per il 50% di questo progetto; l’altro 50% è diviso tra i suoi due giovani ideatori, Manuel Zanella e Massimiliano Bertolini. I numeri per ora sembrano essere dalla parte di I’m Watch: 10.000 pezzi già venduti in preorder, 60 Paesi in cui il prodotto sarà HIFI & HOME THEATER 22 Mega docking Sony in prova GAME & MOVIE 18 La nuova PlayStation Ultraslim, le foto distribuito e, da settembre, numerosi negozi specializzati in elettronica disposti a commercializzarlo. Insomma, oggi le premesse sembrano esserci tutte per farci dimenticare le ultime infelici vicende e nelle prossime settimane pubblicheremo sulle pagine di DDay.it una prova approfondita di I’m Watch. Per leggere tutto il resoconto della presentazione, andate a pagina 9. TEST 24 Galaxy S III vs. LG Optimus 4X HD 28 Nokia PureView 808 31 Panasonic TX-L47ET5 n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it people & market Frequenze l’Italia è un Paese televisivo Il ministro Passera firma l’attribuzione ventennale delle frequenze, senza tener conto degli impegni internazionali per la banda larga mobile di P. Centofanti Il ministro si giustifica sostenendo che non ha fatto altro che rendere operativi come da termini i provvedimenti già approvati dal precedente governo e dell’AGCOM. Sta di fatto che lo Stato, per mano del Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, ha assegnato definitivamente l’utilizzo per 20 anni di 19 frequenze nazionali a cui presto si aggiungeranno le 6 della discussa nuova asta (quelle che, per intenderci, dovevano essere regalate con il contestato Beauty Contest), congelando la situazione attuale. Il tutto mentre non è stato ancora risolto il nodo del lotto degli 800 MHz da liberare per le (già assegnate e profumatamente pagate) frequenze per l’LTE, e non tenendo conto della razionalizzazione dello spettro che vuole imporre l’Unione Europea, proprio con l’obiettivo di liberare ulteriori frequenze dalle televisioni per supportare la banda larga mobile a partire dal 2015. Insomma, assengnare proprio ora dei diritti d’uso per 20 anni non sembra proprio una buona idea. Lasciando perdere il solito teatrino della politica (si è voluto fare un regalino a Mediaset?), il problema è per l’intero Paese. Da anni si denuncia la mancanza di infrastrutture per la banda larga e ancora si continua a favorire la “vecchia” televisione, come se per liberare il Paese dal duopolio servissero davvero tutte quelle frequenze: basta fare una sintonia in qualunque regione d’Italia per ritrovarsi con centinaia (!!!) di canali spazzatura sul proprio televisore. Non si poteva trovare un’altra strada? PEOPLE & MARKET / Le offerte calcistiche delle due pay-tv, seppur diverse, si allineano p.2 Sky-Mediaset, accordo per la Champions Accordo Sky-Mediaset: entrambe le pay-tv trasmetteranno la Champions League e l’Europa League per due anni Inoltre, Italia 1 trasmetterà anche in alta definizione le migliori partite di calcio del mercoledì e del giovedì di M. Dalli L’ indiscrezione che da tempo era nell’aria è finalmente diventata realtà: Sky e Mediaset hanno, infatti, raggiunto un accordo (i cui termini restano ignoti) che consente ad entrambe le piattaforme di trasmettere tutte le partite di Champions League e tutte quelle di Europa League ai propri abbonati per due stagioni, 2012-2013 e 2013-2014. Nel dettaglio, l’accordo vede Mediaset dare a Sky i diritti per tutta l’Europa League (che entrerà sia nel pacchetto Sport che in quello Calcio di Sky) e la miglior partita del mercoledì di Champions (precedentemente esclusiva in chiaro), che verrà comunque trasmessa da Italia 1, mentre Sky cede a Mediaset le 128 partite di Champions che aveva in esclusiva. In questo modo l’offerta delle due pay-tv si allinea e consente, da un lato, a Sky di offrire per la prima volta ai propri abbonati le partite di Europa League (che quest’anno vede impegnate le squadre italiane di Inter, Napoli e Lazio), dall’altro a Mediaset di far tornare la Champions sulla sua piattaforma pay. L’offerta non sarà però identica, ma si differenzierà per qualità tecnica: la Champions rimarrà in esclusiva HD solo su Sky, mentre Mediaset dovrà accontentarsi della sola partita del mercoledì trasmessa su Italia 1 HD. L’Europa League, invece, sarà offerta in HD su entrambe le piattaforme (oltre che su Italia 1 HD, per il miglior incontro del giovedì), ma Sky la offrirà anche in mobilità e su PC tramite Sky Go (al momento non è chiaro se l’Europa League e la Champions faranno parte dell’offerta live di Premium Play). Nel complesso, quindi, sembrano guadagnarci tutti: Sky, Mediaset e i rispettivi abbonati. Sarà però interessante capire quale sarà la reazione di Platini, dal momento che il manager dell’UEFA aveva fortemente voluto i diritti del mercoledì come esclusiva in chiaro. PEOPLE & MARKET / Grazie a questa acquisizione, la catena raggiunge 80 punti vendita diretti e 120 affiliati A Marcopolo Expert 12 negozi ex-ELDO Durante la convention del gruppo, la società ha annunciato l’acquisizione di 12 grandi punti vendita ELDO di G. Giardina S GM Distribuzione, la società a cui fa capo l’insegna Marcopolo Expert, ha annunciato durante la propria convention fornitori Touch2012, l’acquisizione di 12 negozi dalla catena ELDO, che recentemente ha chiuso i battenti. In questo modo queste grandi superfici, per fortuna, restano al settore dell’elettronica di consumo e non si trasformano né in parafarmacie né in supermercati. I negozi interessati dall’acquisizione sono quelli di Roma, Aprilia (RM), Colleferro (RM), Cinisello Balsamo (MI) e Corsico (MI), Lecce, Bari, Torino, Perugia, Massa, Campobasso e Potenza, per un totale di circa 25.000 metri quadrati di superficie di vendita. Tutti questi negozi, secondo i programmi, dovrebbero essere riaperti entro fine settembre e quindi in tempo perfetto per il rush delle vendite di fine anno. L’investimento per acquisire e riallestire questi negozi sarà di circa 20 milioni di euro e soprattutto ha permesso a 210 addetti della catena ELDO di essere reimpiegati in questa iniziativa: si tratta di notizie, investimenti e reimpieghi, decisamente rare in un periodo come questo. La galassia Marcopolo Expert raggiunge così gli 80 punti vendita, per un fatturato di circa 700 milioni di euro, che posiziona il gruppo al secondo posto in Italia; ai quali si affiancano i 120 punti vendita affiliati a marchio Expert, con una presenza oramai diffusa a livello nazionale: il marchio Expert è presente, direttamente o indirettamente, in tutte le principali regioni italiane, salvo la Sardegna. Tra gli altri elementi emersi dalla convention di Marcopolo Expert è il discorso assolutamente condivisibile sulla necessità di investire in formazione degli addetti e nel trasferimento delle maggiori informazioni sul valore dei prodotti ai potenziali acquirenti, per trasformare l’esperienza di acquisto in qualcosa di piacevole. Come abbiamo avuto modo di scrivere qualche giorno fa, oggi questo non è vero, non solo nei negozi Marcopolo Expert ma in tutti i negozi. Come detto anche in convention, c’è ancora molto da fare in questo senso e temiamo che la soluzione sia ancora lontana e richieda il comune impegno di industria e retailer. Ma già porsi il problema nel modo giusto ci pare un passo avanti. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.3 PEOPLE & MARKET tivùsat raggiunge 1,5 mln di card tivùsat, l’operatore satellitare che trasmette via satellite i canali in chiaro del digitale terrestre, ha raggiunto lo scorso 3 luglio il ragguardevole traguardo di 1,5 milioni di smart card attivate, per un totale di poco meno di 1,3 milioni di famiglie raggiunte. Questo dato è significativo sia perché rappresenta il 5,2% delle famiglie italiane, che hanno scelto di vedere la TV dalla piattaforma satellitare (anche se a volte la scelta è quasi obbligata dalle avverse condizioni geografiche), sia perché questo traguardo arriva a meno di 3 anni dal lancio della piattaforma, avvenuto il 31 luglio 2009. tivùsat al momento vanta 61 canali TV e 43 radio, con supporto all’alta definizione grazie a Rai HD (al momento l’unico canale HD presente sulla piattaforma, ma ci auguriamo che con l’arrivo dei nuovi canali Mediaset HD l’offerta si ampli). PEOPLE & MARKET / Motivo del successo, l’offerta a prezzi bassi L’avanzata globale di Android Il sistema operativo di Google pare dominare in tutti i principali mercati di P. Centofanti G li ultimi dati di mercato pubblicati dall’agenzia Kantar nel rapporto Worldpanel ComTech fotografano la continua avanzata di Android che per il primo anno ha dominato in tutti i maggiori mercati. La chiave del successo del sistema operativo di Google è nei terminali entry level che incontrano la domanda di tutti coloro che vogliono passare da un cellulare normale a un vero smartphone. In Europa la maglia nera se l’aggiudica, manco a dirlo, l’Italia, che si ferma a una quota di mercato per Android del 49.6% contro l’84.1% della Spagna. Il dato più interessante è, però, quello anno su anno, visto che nel 2011 la quota di Android in Italia era solo del 25.3% segnando così un +24.3%. I dati mostrano come Android ha eroso praticamente le quote di mercato di Symbian, che è viceversa passato dal 38.9% del 2011 al 16.1% di quest’anno. Praticamente invariata la quota di mercato di iOS che ha perso l’1% mantenendosi intorno al 20%. Questi due dati combinati mostrano come Android stia diventando lo standard di fatto in tutta la fascia medio-bassa, che prima era dominata dai feature phone. PEOPLE & MARKET / L’evasione del canone RAI sembra sia stimata intorno ai 500-600 milioni di euro Il canone RAI si pagherà con la bolletta della luce? Allo studio un’ipotesi per recuperare le mancate entrate dovute all’evasione; introiti usati per programmi di qualità di C. Stellari L a gran parte degli italiani odia pagare il canone RAI, inutile nasconderlo, addirittura tanti a quanto pare non lo fanno proprio: l’evasione da parte dei clienti privati è, infatti, stimata in 500-600 milioni di euro. Che fare per recuperare i mancati introiti? L’ipotesi allo studio pare sia quella di legare il pagamento dell’abbonamento RAI alla bolletta della luce: in questo modo chiunque ha un’abitazione di fatto si troverebbe a dover pagare, al di là del possesso o meno di un apparecchio atto a ricevere i programmi radio-televisivi. Il tutto a costo zero per mamma RAI, che non dovrebbe nemmeno preoccuparsi di esercitare la funzione di controllo. Gli introiti così recuperati verrebbero destinati alla realizzazione di programmi di qualità, con meno ansia da share, permettendo di riguadagnare quello smalto perduto dalla TV di people & market Select iBall la FIFA contro i gol fantasma La FIFA ha approvato Select iBall, la palla che comunica all’arbitro se ha attraversato la linea di porta. Ecco come di M. Dalli La FIFA ha fatto un significativo passo avanti per cercare di ovviare al problema dei gol fantasma. Dopo il test nel sistema GoalRef, arriva l’approvazione da parte della Federazione Internazionale di Calcio di iBall, l’ultimo pallone da calcio realizzato dalla danese Select. Grazie a un sistema particolare iBall è in grado di capire se ha attraversato la linea di porta, comunicando nel caso il gol all’arbitro. All’interno di iBall sono installati tre fili di rame (uno all’equatore e due a mo’ di meridiani) che fungono da antenne per un sistema a induzione che corre lungo lo specchio della porta sui tre legni. Se la palla attraversa interamente la linea di porta il sistema comunicherà il gol all’arbitro in circa mezzo secondo. Ecco un breve video per capire meglio il funzionamento di iBall. Per vederlo, clicca qui. Non resta che attendere l’implementazione di questa tecnologia nei campi da gioco. Estratto dal quotidiano online www.dday.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina Stato che è uno tra i motivi che spinge molti a evadere: perché, infatti, pagare per un servizio simile a quello offerto dalle emittenti private a costo zero? Un sistema, quindi, che nelle intenzioni dovrebbe alimentare una sorta di circolo virtuoso, che dovrebbe portare a risultati positivi. Tuttavia, il sistema di far pagare chiunque possiede un’abitazione è discutibile, dal nostro canto suggeriamo una politica leggermente diversa: prima di tutto sarebbe quanto meno doveroso un maggior controllo delle spese e poi perché non fare un passo intermedio e far pagare prima tutti coloro i quali hanno un abbonamento alla pay TV? Loro un TV ce l’hanno di sicuro. editing Simona Zucca Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 - 20151 Milano P.I. 11967100154 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.5 PEOPLE & MARKET / Tutti questi originali oggetti sono disponibili sul mercato. Il prezzo? Da pochi euro fino a decine di migliaia di dollari I dieci “tecno-gadget” per la tua estate digitale Dalla stampante 3D per castelli di sabbia al fornello da campo per caricare l’iPhone. Abbiamo raccolto le idee hi-tech più divertenti dell’estate di R. Pezzali I n vacanza la tecnologia non può mai mancare. Se ormai tablet, notebook e fotocamere sono compagni fissi sotto l’ombrellone o nello zaino da trekking, ci sono tanti piccoli “gadget” che non potete assolutamente lasciarvi sfuggire. Ne abbiamo scelti 10 davvero “cool”. Caricabatterie a... legna Trekking nella terra del fuoco o in territori selvaggi? Spesso è difficile trovare il modo per ricaricare smartphone e GPS. BioLite CampStove è una piccola centrale elettrica a combustione: basta accendere il fuoco per ricaricare dispositivi tramite USB. Costa 129$. pante Inkjet deposita a gocce di sabbia bagnata una sopra l’altra per formare costruzioni e strutture. L’anemometro per iPhone Il vento in spiaggia può anche essere fastidioso, ma provate a dirlo a chi fa vela, windsurf o kitesurf. Chi viaggia con un anemometro in tasca ora potrà cambiare la sua dotazione: un piccolo anemometro da installare nello smartphone trasforma ogni iPhone in uno strumento di misura. Accuratissimo. Il ventila-letto Non volete dormire con l’aria condizionata perché avete paura di prendere troppo freddo? L’esposizione del vostro appartamento non crea la desiderata corrente d’aria? Questo particolare ventilatore aspira l’aria da terra (dove dovrebbe essere più fresca) e la spara sul letto, per un refrigerante ricambio forzato d’aria fresca sotto le lenzuola. Un solo problema: l’effetto fantasma. L’aereo spia Mega-super-docking! Il lucchetto touchscreen Bagagli al sicuro? Al posto dei tradizionali lucchetti si può sempre scegliere un moderno lucchetto touchscreen. Master Lock Vault utilizza le gesture per gestire la sequenza di blocco e sblocco: su, giù, destra e sinistra vengono combinati per generare una combinazione personalizzata. La batteria dura 5 anni, ma il produttore sconsiglia l’uso all’aria aperta. Se si bagna son dolori. Festa in spiaggia? Se volete farvi sentire in tutta la baia allora la docking per iPhone Behringer iNuke Boom fa al caso vostro. 10.000 Watt reali, due sub da 18” e 320 Kg di peso per la docking più potente mai realizzata. Piccolo neo il prezzo: per fare tanto rumore servono 30.000$... Bastano solo 249£ per diventare possessori di un vero e proprio drone da spionaggio. Spy Hawk è un aereo telecomandato che grazie ad una videocamera installata nella fusoliera può registrare immagini su card SD. Per un monitoraggio in tempo reale, trasmette anche lo streaming video al telecomando. Motorizza le scarpe Volete girare tutta Parigi in un giorno? La soluzione c’è: questi pattini motorizzati si adattano a ogni scarpa e integrano ognuno un motore da 80 Watt per spingere una persona di 80 Kg alla velocità di 13 km/h. Si controlla con un telecomando. Peccato per l’autonomia: solo 40 minuti, per fare quasi 10 km. La stampante “sand-jet” Non ha chip né batterie, ma la stampante 3D per costruzioni di sabbia merita sicuramente una menzione. Basta caricarla con acqua e sabbia e, con lo stesso principio di una stam- Mani fresche per il gamer C’è chi al posto di andare in spiaggia preferisce star chiuso in casa a fraggare nemici: TTesport ha pensato a loro realizzando una edizione “cyclone” del suo noto Black Mouse per gaming. Il nome dice tutto: è stata aggiunta una ventola per raffreddare la mano del giocatore. Cavatappi o iPhone? Abbiamo visto molti tipi di custodie per iPhone e smartphone, ma questa, in perfetto clima estivo, proprio ci mancava. Con il Bottle Opener Case L’apribottiglie è inserito direttamente nella custodia: stappare una birra in spiaggia è un vero gioco da ragazzi. E proprio i ragazzi troveranno questa custodia particolarmente utile Ovviamente non manca l’applicazione gratuita che fa il suono dello ”stappo” e che conta il numero di bottiglie aperte; va da sé che la “prestazione” viene notificata automaticamente sui social network configurati. Chi vuole fare il record delle bevute? n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.6 TV & VIDEO / Al momento, non esistono modelli di televisori OLED in commercio nei negozi tv & video L’excecutive vice-president della divisione TV di LG è certo di poter battere Samsung nella corsa alla TV NextGen Il consorzio DVB ha finalmente approvato uno standard che permetterà di trasmettere su un unico canale sia 2D che 3D. Il sistema utilizza un principio simile a quello dei Blu-ray, con un layer 3D codificato in MVC MPEG4 e inviato insieme allo stream principale. Gli attuali decoder HD non vedono il nuovo flusso e si limitano a riprodurre la parte HD 2D standard, mentre nuovi decoder con demodulatore aggiornato sono in grado di vedere entrambi i flussi con la possibilità di richiamare la versione 3D. Un po’ tardi, ma è l’unica soluzione per salvare un 3D sempre più in caduta libera per la mancanza di canali dedicati: d’altra parte un canale in 3D occupa spazio, lo vedono in pochi e toglie banda ad altri canali più redditizi. LG: “Batteremo Samsung sull’OLED” di R. Pezzali È partita la corsa al TV di prossima generazione, l’OLED. È iniziata per ora sulla carta, senza nessun prodotto ancora realmente in vendita e senza una gamma completa di modelli, anche perché al momento si sono visti solo i due 55” Samsung e LG. A buttare però benzina sul fuoco ci ha pensato Ro Seog-Ho, executive vice-president della divisione TV di LG: “Siamo stati abbastanza lenti a introdurre la prima TV”, dice il manager in un’intervista, “ma a regime possiamo correre molto più veloci dei rivali”. Ro Seog-Ho fa il punto della situazione sul mercato OLED: grazie alla tecnologia White OLED, LG può produrre molti più pannelli di Samsung e soprattutto ha più margine per abbassare il prezzo. E sulla nuova joint venture tra Sony e Panasonic afferma che “ci vorranno almeno uno o due anni solo per riuscire a produrre il pannello”, quindi non una cosa che possa impensierire LG. Una cosa è certa: se, secondo le stime di DisplaySearch, nel 2012 si devono vendere circa 20.000 TV OLED bisogna affrettarsi a lanciare i televisori sul mercato. Anche perché al momento l’OLED è la tecnologia delle mille promesse e degli zero fatti, almeno nel campo dei TV. Se raccogliamo le dichiarazioni degli ultimi anni scopriamo che tutti sono in grado di stampare OLED a basso costo e partire con la produzione di massa in pochi mesi, ma la triste realtà ce l’abbiamo davanti agli occhi: l’unico TV OLED che ad oggi si può comprare, sempre che si trovi qualche “avanzo”, è il piccolo 15” LG di due anni fa. Quelli grandi, da 40” in su per ora non esistono. E quelli che ci sono, i due 55” di Samsung e LG, non sono certo a buon mercato. 2D e 3D su un solo canale, ci siamo TV & VIDEO / Disponibile in due tagli, da 46 e da 60 pollici TV & VIDEO / Dopo il lancio inglese, arriverà anche in Italia? In Rete indiscrezioni sulla serie 9000 di Philips: è il TV che tutti vorrebbero Parte in Gran Bretagna Now TV, il nuovo servizio di streaming di Sky Film e sport su console, PC, smartphone e tablet a pochi euro al mese Philips 9000, il TV dei sogni Now TV, Sky in streaming di R. Pezzali L a serie 9000 di Philips ci sarà, anche quest’anno. Nonostante il passaggio a TP Vision, all’IFA 2012 di Berlino vedremo la nuova versione di questo TV, top di gamma della serie LED, che lo scorso anno è passato un po’ in sordina. I dettagli ce li dà un “leak” russo, un po’ difficile da capire se non fosse per le icone con le caratteristiche del nuovo TV. Del 46PFL9707 sappiamo che sarà un TV con cornice in alluminio ultraslim e che sarà disponibile in due tagli, da 46 e da 60 pollici. Il modello più ambito sarà quello da 46 pollici, l’unico con tecnologia Moth Eye, un filtro realizzato con le nano-tecnologie che dovrebbe portare il contrasto a un livello elevatissimo. Al filtro Philips accoppia poi la retroilluminazione Microdimming Premium, una versione avanzata di Full LED local dimming. Ma le novità non si fermano qui: Wi-Fi integrato, tuner DVB-T2, Smart TV e 3D il tutto assistito da una nuova versione del processore Perfect Pixel HD. Philips ha lavorato anche all’aspetto “ecosistema”: oltre alla presenza di Skype per le videochiamate, sarà integrata anche la funzionalitò Smart Screen per inviare i contenuti a tablet e smartphone. Per tutti i dettagli si dovrà, ovviamente, aspettare il mese di settembre. di R. Pezzali S e il passato di Sky è legato al satellite e alla parabola, il futuro è senza dubbio connesso al Web. Lo dimostra il lancio in Gran Bretagna del servizio Now TV, la nuova offerta Sky in streaming destinata a tutti coloro che non hanno un abbonamento tradizionale. Now TV offre un catalogo di circa 600 film in prima visione da vedere in streaming su tablet, smartphone, console (Xbox e PS3 a breve) oltre che su PC: il primo mese è gratuito, poi si pagano 15 sterline al mese. Chi non vuole pagare un canone fisso, può comprare i singoli film pagando meno di 4 euro con la formula Pay & Play. Now TV però non si limiterà ai soli film: a breve arriverà anche il canale Sport per la diretta degli eventi più importanti, Champions League inclusa, seguito dai vari canali tematici di Sky. Dall’Italia non è ovviamente accessibile, ma il sito www.nowtv.it è già stato registrato dallo stesso mantainer che gestisce anche nowtv.com. E come già successo con SkyGo e con gli altri servizi è probabile che dopo il periodo di “riscaldamento” inglese la formula verrà riproposta anche da noi. Now TV italiano, con un canone di 15 euro al mese per godere di film in anteprima e dei principali eventi sportivi, potrebbe davvero essere una killer application. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.7 TV & VIDEO / Purtroppo i prezzi rimangono decisamente elevati TV & VIDEO / Potrebbe arrivare anche in Europa. All’IFA? Nuovi schermi, formati e telecomando per il nuovo sistema audio/video Il NAS con tuner digitale per PS3 si aggiorna e aggiunge l’inglese Bose Video Wave II, tante le novità Sony Nasne è pronto per l’Europa di R. Faggiano I l concetto di riunire un sistema audio Home Theater attorno al televisore, anzi “dentro”, sarebbe l’ideale per ridurre lo spazio e semplificare i collegamenti. Bose ci ha provato lo scorso anno con il Video Wave, che però soffriva, oltre che di un prezzo molto elevato, di uno schermo tecnicamente non all’altezza delle aspettative. La parte audio però era molto valida e quindi Bose ha provveduto ad aggiornare lo schermo e ampliare la scelta. Il nuovo Video Wave II ha ora due nuovi schermi LCD Full HD retroilluminati LED da 46 e 55 pollici, con una migliore finitura data dalla cornice più sottile in alluminio. Migliorato anche il telecomando che ora si chiama Click pad, perché i tasti sono sensibili al tocco. La struttura del Video Wave II rimane identica alla precedente versione: un monitor tv con il sistema audio integrato nello schienale. Le sorgenti vanno collegate alla centralina esterna, che a sua volta si collega al monitor con un solo cavo; la centralina comprende anche una docking station per iPod e iPhone. È possibile collegare fino a sei sorgenti video come ricevitori per tv digitale terrestre, console per videogiochi, decoder pay tv, Apple tv, lettore Blu-ray o altro. Rimane il problema dei prezzi molto elevati: si parte dai 5.500 euro richiesti per il 46 pollici per arrivare ai 6.500 euro del 55 pollici. Video Wave II è già disponibile per la vendita anche in Italia. di R. Pezzali N egli scorsi mesi abbiamo parlato di Nasne, il media server realizzato da Sony computer perfetto per la PlayStation 3. Nasne funziona come NAS, condivide i contenuti sulla rete locale e registra anche i programmi, mettendoli a disposizione poi sulla rete per l’accesso con la PS3 o altri dispositivi DLNA compatibili. Nasne, che verrà lanciato il 19 luglio in Giappone con l’ultimo aggiornamento 1.5 guadagna anche la lingua inglese, segnale di un possibile arrivo anche in Europa, probabilmente già all’IFA di Berlino. Per l’occasione Sony ha aggiornato tutti i code che Nasne può gestire e transcodificare in tempo reale per poter inviare i contenuti a Smartphone Xperia, TV Bravia e computer Vaio. Qui sotto, la nuova tabella dei formati sup- portati. Come si può notare manca il container MKV: Sony ha promesso che lavorerà a stretto contatto con il consorzio DLNA per ampliare i formati che i suoi media player sono in grado di leggere, quindi c’è ancora una piccola speranza per l’MKV su PS3. TV & VIDEO / L’iniziativa ha lo scopo di incrementare le esportazioni di questi prodotti e di creare nuovi posti di lavoro nel Paese La Corea chiede a LG un display flessibile da 60 pollici entro il 2017 Il governo sud-coreano ha assegnato a LG il compito di realizzare, entro il 2017 e con fondi statali, un display OLED flessibile e trasparente da 60 pollici di V. Barassi I l Ministry of Knowledge Economy (MKE) della Repubblica sud-coreana ha deciso di finanziare la ricerca sull’OLED dando vita al Future Flagship Program, programma che avrà come scopo ultimo quello di arrivare alla presentazione - entro il 2017 - di un display OLED flessibile e trasparente da ben 60 pollici di diagonale. I fondi sono stati interamente donati a LG, secondo produttore mondiale di pannelli, che, oltre a garantire il massimo impegno nell’iniziativa, si occuperà della creazione di centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro (si parla di un numero prossimo alle 840.000 unità) sul territorio del Paese. In Sud Corea puntano moltissimo su Samsung e LG, considerando vitale per l’economia del Paese il continuo sviluppo di nuove tecnologie. L’obiettivo finale del progetto è quello di superare i 50 miliardi di dollari annui in esportazione per questa tipologia di prodotti, un risultato decisamente ambizioso ma, evidentemente, alla portata. UN PICCOLO GESTO E IL TUO MONDO DIVENTA GRANDE Nuovi TV Smart VIERA. Un piccolo gesto e le tue immagini, i filmati e i contenuti web passano dal tuo smartphone o tablet al grande schermo, con una qualità straordinaria. Vivi momenti indimenticabili con i TV Smart VIERA. Scarica il Viera Remote App* ed invia dal tuo smartphone o tablet le immagini, i filmati e i contenuti web che più ami sul grande schermo del tuo TV Smart VIERA e condividi con chi vuoi un‘esperienza visiva di eccezionale qualità. Il tuo mondo si espande, diventa più grande, più emozionante... condividilo. Con i TV Smart VIERA, basta un gesto della tua mano. 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Ennio Doris, guardando negli occhi ognuno degli intervenuti alla presentazione alla stampa di I’m Watch, si lancia in dichiarazioni “pesanti”: è certo - lo dice ripetutamente che il modo di utilizzare lo smartphone sarà stravolto nel futuro dal concetto di smartwatch e soprattutto dal nuovo I’m Watch. Il patron di Mediolanum ne è così certo non solo da metterci il 50% del capitale ma anche la faccia nell’evento di lancio riservato a un manipolo di giornalisti in un elegante ristorante di Milano. A destra e sinistra di Ennio Doris, i due giovani ideatori del progetto: Manuel Zanella, ingegnere ed ex promotore finanziario di Banca Mediolanum, e il suo amico Massimiliano Bertolini, architetto e mente commerciale, entrambi soci al 25% dell’impresa. Di certo Doris ha deciso di metterci la faccia in questa operazione: i due ragazzi veneti non possono permettersi di fallire. Va detto, per chi non avesse seguito le vicende di questo oggetto, che I’m Watch non è uno smartphone da polso ma un’estensione dello smartphone: vi si collega via Bluetooth ed è in grado di svolgere una serie di funzioni coordinate, dal viva voce al display secondario per chiamate e SMS, oltre che ad accedere a Internet utilizzando proprio la connessione stessa del telefono. Nel passato abbiamo parlato molte volte di I’m Watch, dapprima qui per dare le prime frammentarie notizie oltre un anno fa; poi qui per raccontare la presenza dell’azienda all’ultimo CES di Las Vegas; quindi qui per dare notizia di un serpeggiante malumore in rete per le continue promesse di consegna non mantenute (a prodotti già interamente pagati); qui invece avevamo pubblicato un’intervista ai due creatori Ennio Doris, al centro, in compagnia dei due ideatori di I’m Watch, Manuel Zanella e Massimiliano Bertolini. nel pieno del polverone sollevato dai ritardi; e ancora una volta, recentemente, siamo tornati sull’argomento qui per dare notizia di ulteriori promesse non mantenute. L’era delle scadenze disattese sembra però finita e per almeno due motivi: il prodotto esiste, c’è, funziona, l’abbiamo visto. E anzi ce lo abbiamo per realizzare un test approfondito. Il rischio “truffa” in cui in molti avevano pensato (anche se la presenza di Doris tra i finanziatori era una discreta garanzia), è quindi del tutto sventato. Il secondo motivo per cui ora è ragionevole pensare che cambi musica è stata la cooptazione nel board della società dell’ing. Edoardo Lombardi, da un paio di mesi diventato presidente di I’m SpA ma da molti anni braccio destro di Doris in Banca Mediolanum, di cui è tutt’ora vice presidente. Lombardi (“il miglior manager che abbia mai conosciuto”, ci dice Ennio Doris), ha evidentemente il mandato di fare l’uomo d’ordine là dove, magari tra molte buone idee, regnava un po’ di “leggerezza” manageriale giovanile. “Non c’è nulla di peggio - ci spiega l’ing. Lombardi - che deludere le aspettative da te stesso create: questi ragazzi non l’avevano capito e hanno ipotizzato date troppo azzardate. È sempre meglio dare una data di consegna lontana e magari riuscire a stupire tutti anticipando”. Ma oramai questa dovrebbe essere acqua passata: ci assicurano che i prodotti prenotati e prepagati sono tutti in corso di consegna. Prodotti che, con un certo vanto, Doris sostiene essere “made in Italy”, come peraltro si deduce da un non raffinatissimo “logone” sul cinturino: in effetti ci spiegano come, al di là del display e della componentistica elettronica che arrivano evidentemente dall’Estremo Oriente, la board venga stampata in Italia, come anche in Italia, o meglio nel “nord-est”, vengano realizzate cassa e cinturino, oltre che l’assemblaggio. E a giudicare dai numeri, 10.000 pezzi venduti e interamente pagati in pre-order, con ordini soprattutto dagli Stati Uniti, si tratta di un esempio di Italia che funziona, e funziona anche all’estero. La distribuzione fisica, al di là della vendita direttamente sul sito di I’m Watch, partirà presto in oltre 60 paesi, in alcuni casi anche in collaborazione con altri prestigiosi brand: è il caso per esempio di Ralph Lauren, nei cui negozi negli Stati Uniti, verranno distribuite le versione “gioiello” di I’m Watch, in argento o oro (come quello indossato da Ennio Doris, costo 13.000 euro) o addirittura in oro e diamanti. Anche in Italia è prevista la distribuzione fisica in diverse insegne del retail a partire da settembre: non sono stati fatti nomi, ma è stata garantita la presenza dei nuovi smartwatch sia in negozi specializzati in elettronica di consumo che in punti vendita più generalisti. Non è stato fatto mistero che l’azienda punti a partnership con il mondo della moda, come accaduto negli USA con Ralph Lauren: va ricordato però che accordi di co-marketing tra elettronica e moda (Armani e Prada, per esempio, con i cellulari a loro marchio) in passato non hanno fornito i risultati “esplosivi” che forse si aspettano i creatori di I’m Watch. Ora non ci resta che provare I’m Watch in maniera approfondita, cosa che faremo a breve, dopo il prossimo aggiornamento firmware atteso per i prossimi giorni. Per massima trasparenza, chiariamo che, come agli altri intervenuti alla conferenza stampa, l’esemplare di I’m Watch su cui svolgeremo la prova, e precisamente il modello I’m Color (l’entry level), ci è stato regalato. Noi siamo abituati da sempre a fare test su prodotti concessi dalle Case produttrici in conto visione e non in regalo. Malgrado ciò assicuriamo sin d’ora assoluta indipendenza del giudizio, come nostro costume, e anzi, laddove l’azienda, alla luce dei nostri giudizi, dovesse ritenere il “regalo” mal affidatoci, le assicuriamo pronta restituzione: è qui in redazione. video Guarda la presentazione di I’m Watch n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Profilo più sottile, schermo 16:9 più grande, Nano Sim e connettore a 19 pin: alcune ipotesi sul nuovo iPhone p.10 Il nuovo iPhone 5: ecco tutte le ultime indiscrezioni A poco più di due mesi dalla presunta data di lancio, abbiamo raccolto le più credibili indiscrezioni sul nuovo iPhone. Ma ci sono ancora tanti dubbi di R. Pezzali A ttenzione: questa news potrebbe contenere solo informazioni errate. Una giusta premessa da fare quando si tratta di Apple e si ascoltano tutti i rumors che arrivano dalla Rete. In ogni caso, anche se di supposizioni si tratta, ci sembra che ultimamente per Apple è sempre più difficile nascondere i dettagli e qualcosa di vero, tra le righe, sfugge sempre. Abbiamo raccolto tutte le ultime indiscrezioni e gli ultimi rumors relativi al prossimo smartphone della “mela”. Il nome Il più probabile sembrerebbe essere iPhone 5, seguendo una moda che ormai si ripete da quattro anni (3G, 3GS, 4, 4S). Ma non ci stupiremmo se Apple decidesse di chiamarlo “The New iPhone”. Data di uscita Qualcuno è sicuro, sarà il 7 agosto. Ma più verosimilmente si andrà a settembre, come lo scorso anno. Il nuovo iPhone deve uscire in concomitanza con iOS 6 e nei giorni scorsi è uscita la beta 3 del sistema operativo. Lo scorso anno ci furono nove beta prima della Golden Master, quindi non è probabile un lancio a inizio agosto. Sempre che non venga presentato e poi lanciato più tardi con il sistema operativo effettivamente disponibile. Una cosa è certa: l’uscita è ormai imminente. i rumors danno l’iPhone già in produzione. Il design Apple ha cambiato il design negli ultimi anni ogni due generazioni, e anche con il nuovo iPhone dovrebbero esserci dei cambi sostanziali. Gli ultimi rumors parlano di un retro in alluminio e vetro, quindi materiali nobili come sempre. E potrebbe essere più sottile. Lo schermo Lo schermo è il vero punto di discussione: le foto “rubate” dei mascherini frontali indicano uno schermo più grande in formato 16:9 al posto del classico 3:2. Uno schermo da 4” circa dotato però di una cornice molto più sottile. Apple potrebbe cambiare anche la risoluzione dello schermo passando dai 960 x 640 a una risoluzione ancora maggiore. Il punto resta legato alla compatibilità delle applicazioni: tutte le applicazioni sono realizzate su una proporzione 3:2. Secondo il Wall Street Journal, inoltre, Apple avrebbe studiato una nuova tecnologia che le permette di eliminare uno strato realizzando pannelli più sottili: attualmente, infatti, LCD e touch sono due schermi separati, con la nuova tecnologia diventerebbero invece uno schermo unico con gli elementi touch integrato nell’LCD. derivato del processore già adottato da Apple sul nuovo iPad. Le speranze sono comunque rivolte a un processo produttivo che permetta di realizzare un chip capace di consumare e scaldare un po’ meno. nuovi sensori capaci di fare meraviglie. Quale verrà usato dei due? Contestualmente è ipotizzabile l’upgrade della videocamera frontale: almeno risoluzione HD. La SIM Un altro punto di discussione calda, come il display, è il connettore. Dai primi leak e dai primi scatti rubati ad alcuni componenti pare che Apple si sia decisa ad abbandonare il suo connettore proprietario adottando un nuovo tipo di connettore più moderno e più funzionale, ovviamente proprietario, a 19 pin. Una decisione questa che potrebbe stravolgere l’ecosistema: ci sono nel mondo più di cento milioni di dispositivi accessori con il connettore a 30 pin. Apple utilizzerà sul nuovo iPhone la Nano Sim, ancora più piccola dell’attuale micro SIM. Secondo il Financial Times i maggiori operatori europei hanno già fatto gli ordini per il nuovo particolare tipo di SIM. Produzione Se uno smartphone dev’essere lanciato tra più di un mese, la produzione, almeno quella dei componenti, dovrebbe essere già partita. E tutti Il connettore NFC Nelle attuali beta di iOS 6 non si fa alcun riferimento alla tecnologia NFC, e i problemi legati a questa tecnologia potrebbero far riflettere Apple per un altro anno sul suo utilizzo. La fotocamera Il processore Le soluzioni sono due: o debutta un nuovo processore A6 realizzato a 32 nanometri oppure viene usato un Le ottime performance del sensore Sony da 8 Megapixel usato sull’attuale iPhone dovrebbero aver convinto Apple a tenere lo stesso fornitore. E Sony a gennaio ha presentato due 4G / LTE Su questo argomento Apple ha rotto il ghiaccio con il nuovo iPad, e non ci sono motivi validi per pensare a un nuovo iPhone senza connettività 4G / LTE. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Nokia PureView 808, Sony Xperia P, Samsung Galaxy S III, LG Optimus 4X HD e L7, i dispositivi NFC a confronto p.11 Cinque smartphone alla prova NFC. Non si parlano! Abbiamo provato la tecnologia NFC per scambiare dati su cinque smartphone di ultima generazione. Risultato unanime: ogni smartphone parla la sua lingua di R. Pezzali N ear Field Communication è la tecnologia del futuro che permette di creare una piccola rete peer to peer tra due apparecchi per comunicare tra di loro in modo sicuro. Con l’NFC si può fare tutto, dai micropagamenti, allo scambio di file audio e video tra due dispositivi, anche non necessariamente smartphone. Le potenzialità del sistema sono infinite, ma le applicazioni sono ad oggi molto poche e si limitano essenzialmente allo scambio di file: grazie ad NFC è possibile scambiare foto, video e contatti tra due smartphone semplicemente accostandoli. Abbiamo preso cinque smartphone NFC di ultima generazione e abbiamo testato se davvero è così semplice scambiarsi dati con NFC, una soluzione che dovrebbe essere più immediata e più veloce del Bluetooth. Sullo stesso tavolo abbiamo un Nokia PureView 808 con sistema operativo Symbian, un Xperia P con Android Gingerbread 2.3.7, un Galaxy S III con Ice Cream Sandwich e due LG, un Optimus 4X HD e un L7 anche loro con Ice Cream Sandwich. Dall’Xperia P non ci aspettiamo molto: Gingerbread infatti abilita solo la lettura e la scrittura di TAG NFC, quindi questo smartphone dispone di hardware NFC, ma fino a quando non verrà aggiornato non potrà in alcun modo scambiare foto e video. Proviamo lo stesso e nessuno smartphone rileva la sua presenza. Passiamo al Nokia PureView: lo abbiamo fatto incontrare con l’LG L7 ed effettivamente avvicinando i due dispositivi c’è feeling: l’L7 rileva che c’è un dispositivo NFC e chiede di inviare una foto. Proviamo a inviarla ma non succede niente. E lo stesso per i siti Web, i video e i contatti. Symbian e Android non si stanno simpatici. Se proviamo a inviare contenuti dall’808 all’L7, stessa cosa: indifferenza totale. Decidiamo quindi di andare sul sicuro: Galaxy S III e Optimus 4X HD sono due tra gli smartphone Android più quotati al momento e soprattutto hanno a bordo entrambi Ice Cream Sandwich, la versione di Android che implementa la tecnologia Android Beam. E finalmente i due smartphone si parlano: se si apre una mappa sull’LG e si avvicina al Galaxy la mappa appare sul Galaxy dopo averla inviata, e la stessa cosa succede con un video di YouTube, un indirizzo Web o un contatto. Ma non con i video e con le foto. Se si provano a inviare foto o video da Galaxy a 4X sul display dell’LG, appare un link alla posizione della foto sul Galaxy, ovviamente non funzionante. Al momento attuale con l’NFC si possono solo inviare link tra dispositivi dotati di Android Ice Cream Sandwich e funzione Beam attiva. Una cosa questa che non dev’essere piaciuta a Samsung, che sul suo Galaxy S III ha aggiunto S-Beam, una sua interpretazione di NFC che usa il sistema NFC per stabilire la comunicazione e il Wi-Fi di- rect per il trasferimento. Questo perché NFC ha una velocità massima di 424 kbit/s, troppo bassa per trasferire foto e video in alta definizione. La cosa deve averla pensata anche Google, che ha deciso di rilasciare una nuova versione di Android Beam con il nuovo Android 4.1 Jelly Bean: con la nuova versione si userà l’NFC per l’accoppiamento e il Bluetooth per scambiare effettivamente i dati. Quindi, salvo aggiornamenti, sarà comunque impossibile scambiare foto tra un Galaxy Nexus e un Galaxy S III. L’NFC al momento è una terra inesplorata, dove ciascuno bada al suo ma non pensa a come far funzionare il sistema con altri prodotti. Come abbiamo visto, ci sono già problemi e frammentazioni tra smartphone Android, e solo con Jelly Bean il sistema inizierà a funzionare come dovrebbe. Near Field Communication? Meglio dire “Non Funziona Correttamente”. MOBILE / Ennesima puntata della controversia Samsung-Apple MOBILE / Il modello da 9.7’’ costerà meno di 250 euro Sentenza di un giudice inglese: Samsung non può aver copiato l’iPad Il suo Galaxy Tab non è così cool come il tablet di Apple. Niente multa Una gamma di tablet Android Ice Cream Sandwich dal prezzo aggressivo Samsung vince, il Tab non è cool di V. Barassi L’ ennesimo capitolo dell’eterna battaglia tra Apple e Samsung va all’azienda coreana, la quale è stata assolta - sul territorio britannico - dall’accusa di plagio riguardante il suo Galaxy Tab. Apple aveva citato in giudizio il colosso asiatico per le somiglianze nel design e per le similarità dell’interfaccia d’uso, ma un giudice inglese ha decretato che non ci sono gli elementi per procedere. Secondo Colin Birss, giudice di un tribunale londinese, Samsung Galaxy Tab 10.1 non sarebbe cool quanto l’iPad di Apple e per questo non esiste motivo di continuare la controversia; l’interfaccia e il target, sempre secondo il giudice, sarebbero totalmente diversi e quindi non vi è possibilità di poter “confondere” i due dispositivi. Ma non si tratta proprio di diversità: secondo il giudice il Galaxy Tab non riesce assolutamente a eguagliare l’immediatezza e la semplicità del prodotto che è stato accusato di copiare. Insomma, una vittoria con beffa per Samsung, che potrà continuare a vendere il prodotto sul mercato proprio perché non è riuscita a creare un prodotto altrettanto bello. ARCHOS Element, tablet economici di P. Centofanti A RCHOS continua la sua opera di “democratizzazione” dei tablet Android, lanciando una nuova gamma di prodotti dal prezzo molto aggressivo, denominata Element. Il primo di questi prodotti ad arrivare sarà l’ARCHOS 97 Carbon, tablet con display da 9.7 pollici LCD IPS (1024x768 pixel) e sistema operativo Ice Cream Sandwich. Il tablet ha un peso di 620 grammi e monta un processore single core da 1 GHz, è dotato di uscita HDMI, 16 GB di memoria integrata espandibile tramite schede microSD, e di porta USB Host per il collegamento di chiavette e dischi esterni. Non mancano fotocamera posteriore da 2 Megapixel e webcam per chat video e servizi analoghi. L’aspetto più interessante è chiaramente il prezzo, visto che ARCHOS 97 Carbon sarà disponibile a luglio a un prezzo di listino di 249.99 euro. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.13 MOBILE / I produttori di tablet Android sembrano non poter competere con il prezzo del Nexus 7 MOBILE Google afferma di vendere il Nexus 7 senza guadagnare nulla. Ma la realtà è diversa, ci perdono solo i produttori Con Windows Phone 8 già presentato e praticamente pronto a debuttare, come ampiamente pronosticabile, iniziano ad arrivare le prime indiscrezioni sui prossimi smartphone montanti tale sistema operativo. Attraverso un software dedicato agli sviluppatori (RDA Toolkit), alcuni utenti hanno scovato diversi dispositivi apparentemente “ignoti” al grande pubblico: sono spuntati i nomi dei Lumia 910, 920, 950 e 1001, e dei Nokia 510 e 805. Si tratta di dispositivi di cui non sono note informazioni ufficiali; siamo ancora nel pieno mondo dei “rumor” ma più fonti sono sicure che non si tratti di uno scherzo di qualche “burlone”. I Lumia, sicuramente, monteranno WP 8 mentre gli altri due dispositivi saranno quasi certamente destinati alla fascia bassa del mercato e non è chiaro se disporranno o meno di tale sistema operativo. Ne sapremo di più nei prossimi mesi. Nexus 7: Google guadagna, i partner no di R. Pezzali N el corso della presentazione del Nexus 7, Larry Page lo aveva detto: vendiamo il Nexus 7 senza guadagnarci perché vogliamo che sia l’intero ecosistema Android a guadagnare. Ma siamo sicuri che Google non guadagni nulla da questa mossa? In realtà l’unica a guadagnarci è proprio Google, anche a dispetto dei suoi partner più importanti che, sebbene non lo dichiarino apertamente, non hanno sicuramente accolto con felicità il lancio del Nexus 7. Il motivo è proprio il prezzo di vendita con cui, al momento, è impossibile competere. Nelle scorse settimane c’è stato un grande fermento attorno alla questione prezzo: si è partiti con un’ipotesi di costo di produzione di 190$ per poi scendere, alla stima più recente fatta in questi giorni da iSupply, a circa 160$ per la versione 8 GB. Le stime sul prezzo della componentistica non sono mai affidabilissime: nessuno conosce i rapporti tra produttore e fornitori, nessuno sa esattamente quanto costa un componente e quanto incide l’assemblaggio. Le uniche due certezze sono un prezzo di produzione che non lascia spazio a grossi margini e soprattutto una differenza di costo di produzione minima tra la versione da 8 GB e quella da 16 GB, quantificabile in circa 7/8 euro. Non è quindi un caso che la versione che arriverà in Italia sarà quella da 16 GB: 7 euro a livello industriale diventano 50 euro in più sul prezzo finale all’utente, permettendo così di realizzare un po’ di margine. E probabilmente la versione da 16 GB sarà l’unica che qualche operatore proverà a veicolare tramite le sue offerte commerciali. Ma tornando al prezzo, ipotizzando un costo di produzione di 150 euro, arrivare a un prezzo finale di 199 euro considerando le tasse, la catena e la promozione vuole effettivamente dire nessun guadagno. Samsung, non certo l’ultima arrivata, faticherebbe e non poco a portare il suo Galaxy Tab II 7.0 a un prezzo simile. Ma c’è una differenza tra Samsung e Google: i ricavi di Samsung arrivano solo dalla vendita del tablet, mentre Google può anche fare a meno dei ricavi della vendita dell’hardware. Paradossalmente potrebbe anche darlo in comodato gratuito se ci fosse una sorta di “subscription service” mensile per dei servizi premium, un po’ come fa già Sky con il suo decoder (e ogni MySky HD costa a Sky circa 200 euro). Google, un po’ come Amazon, guadagna sia dalla vendita delle applicazioni sullo store sia sulla pubblicità. Anzi: Google guadagna di più se ci sono moltissime applicazioni gratuite farcite di pubblicità. Non è quindi del tutto vero che Google non guadagna, e non è neppure vero quello che si è sentito dire ultimamente, ovvero che Google ci perde con il Nexus 7: a perderci saranno solo i partner storici di Google, coloro che producono tablet Android e che si ritrovano costretti ad abbassare i prezzi dei loro prodotti per mantenerli competitivi. Senza però avere alle spalle un ecosistema in grado di macinare guadagni. E in quest’ottica anche Microsoft con Surface ha delle speranze, sempre che riesca a rendere redditizio lo store e la pubblicità mobile: potrebbe addirittura vendere i tablet a 299 euro. DIGITAL IMAGING / Dovrebbe chiamarsi 6D ed essere una versione abbordabile della 5D MK III C’è anche Canon per la full-frame low cost Secondo indiscrezioni Canon è pronta a scendere in campo subito se Nikon lanciasse la reflex full-frame basso costo di R. Pezzali U na reflex full-frame dal prezzo abbordabile è già pronta nel cassetto di Nikon: manca solo il lancio ufficiale, che potrebbe arrivare con il Photokina. Ma sembra che anche Canon abbia il suo asso nella manica: iniziano a trapelare in rete i primi dettagli di quella che dovrebbe chia- marsi 6D, una versione abbordabile della 5D MK III. Secondo i rumors, la 6D sarà basata sullo stesso sensore da 22 MP del modello superiore ma sarà un po’ più compatta e con un corpo più leggero. Tra le caratteristiche principali sistema di messa a fuoco a 19 punti, 4 fps, ISO da 100 a 51.200 e schermo LCD da 3”. La 6D dovrebbe vedere la luce a un prezzo vicino ai 2.000 euro con un’ottica non “L” in dotazione (le ottiche L sono le ottiche EF serie top). Nokia: in arrivo quattro Lumia MOBILE Galaxy S III in fiamme? Solo idiozia umana Ha fatto il giro del mondo la foto del Samsung Galaxy S “bruciato”, che pare avesse preso fuoco. Una notizia che non fa troppo scalpore in un mondo abituato a batterie che scoppiano e a smartphone che si surriscaldano e a volte anche esplosioni (è successo anche all’iPhone 4). Tuttavia un tale problema sul nuovo flagship di casa Samsung aveva fatto temere il peggio e la casa madre ha iniziato a investigare. Dopo un’analisi attenta del terminale bruciato si è scoperta la verità: il Galaxy S III era stato infilato in un microonde. Si potrebbe pensare che l’utente abbia intenzionalmente voluto fare un danno all’immagine di Samsung, ma la verità tragicomica, come lui stesso ha spiegato, è un’altra: sarebbe stato messo nel microonde da un amico per asciugarlo dopo che era caduto in acqua. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.14 MOBILE / Alcuni rivenditori in Cina accettano pre-order per iPhone 5 ancora prima del lancio MOBILE Occorre pagare un deposito, non è specificata la data di consegna e i prezzi sono salati ma gli ordini non mancano Annunciato l’imminente rilascio del famoso software anche nella versione Android. Nelle prossime settimane in arrivo le prime versioni beta I cinesi “vendono” in anticipo iPhone 5 di C. Stellari L a domanda per iPhone 5 in Cina è alta e a quanto pare qualcuno è già pronto a sfruttare la nuova occasione di Business. Secondo Reuters, infatti, alcuni rivenditori in Cina stanno già accettando ordini per iPhone 5, in alcuni casi chiedendo un anticipo di 1,000 yuan (circa 160 dollari), con un prezzo finale che secondo le richieste potrebbe aggirarsi addirittura intorno a 6,999 yuan ($1,100). Questo ancora prima che il prodotto sia ufficialmente presentato e senza nessuna garanzia sulla data di consegna. I rivenditori contano di reperire il prodotto a Hong Kong o negli Stati Uniti, paesi nei quali solitamente le nuove versioni di iPhone sono disponibili con un certo anticipo. Nonostante l’incertezza e i prezzi salati tuttavia le prenotazioni “fioccano”. Intanto su Alibaba.com, piattaforma online di Alibaba Group, alcuni rivenditori hanno messo in vendita cover spacciate per iPhone 5; la forma sem- MOBILE Wi-Fi Direct è tempo di cambiamenti Nonostante diversi dispositivi siano già dotati di hardware Wi-Fi Direct, la tecnologia non è ancora riuscita ad ottenere il successo atteso. La colpa di tale “ritardo” è data dalla difficoltà di interazione tra hardware e software; i produttori hanno molti problemi a sviluppare piattaforme in grado di operare sulle attuali specifiche ed è proprio per questo motivo che Wi-Fi Alliance ha deciso di rivedere profondamente il “programma” su Wi-Fi DIrect. Entro i prossimi 12-18 mesi saranno forniti ai produttori gli strumenti necessari per una più facile interazione hardwaresoftware; le specifiche saranno più chiare e più permissive, così da facilitare anche il “rapporto” con il consumatore finale. Wi-Fi Direct è pronto per una nuova vita; il 2013 sarà l’anno buono? XBMC sbarca su Android di V. Barassi bra confermare le indiscrezioni che circolano sul web: iPhone 5 avrebbe una forma allungata, alcune cover prevedono una presa jack per gli auricolari nella parte bassa. Non c’è nessuna garanzia che queste cover siano effettivamente adatte per il nuovo iPhone, i rivenditori garantiscono però che rispettano esattamente il design di iPhone 5, dicendo di aver ricevuto conferma da “certi canali” preferenziali, ovviamente non meglio specificati. Non ci resta che attendere, il mistero sarà presto svelato! Mobile Basta una pera per liberarvi da Apple Si chiama Pear ed è il recente progetto di un piccolo adattatore Manda audio via Bluetooth a tutte le docking compatibili Apple di R. Pezzali Si chiama Pear ed è un progetto appena avviato su Kickstarter: il nome “pera” è un ovvio riferimento al mondo Apple, anche perché l’obiettivo di Pear è proprio quello di scardinare i limiti del mondo Apple. L’idea è semplicissima e geniale: ci sono migliaia di docking audio e sistemi compatibili con iPhone e iPod mentre quelli per Android, dalle docking ai sistemi stereo, sono molti meno. Pear è un adattatore che si inserisce sul connettore a 30 pin di Apple, si alimenta dal connettore e permette tramite Bluetooth di inviare musica da qualsiasi dispositivo (Android, Windows Phone, ecc) a un sistema audio fino ad ora compatibile solo con il mondo Apple. Ma non solo: Pear funziona anche con iPhone e Android e in questo caso permette di rendere “wireless” una docking che prima necessitava di accoppiamento fisico. Pear è disegnato in perfetto stile Apple e costerà circa 40$. Mancano 2 mesi alla chiusura della raccolta di fondi per il progetto e sono già stati raccolti 25.000$ su 40.000$ richiesti. Qui un video che mostra come funzionerà Pear. La notizia è ufficiale: XBMC, programma open-source riferimento del settore media center, arriverà anche su piattaforma Android, il rilascio avverrà nelle prossime settimane. L’annuncio è apparso sul sito del progetto, dal quale i più esperti potranno già scaricare tutto il codice sorgente. Il processo di sviluppo della versione Android è rimasto segreto per molto tempo, le fasi critiche della programmazione sono state eseguite sul Pivos XIOS DS set-top-box, ma gli sviluppatori garantiscono che il programma è già molto stabile e che milioni di dispositivi Android sarebbero già in grado di eseguire l’applicazione. Considerata l’invasione di tanti “piccoli computer” basati su Android (si pensi, ad esempio, al recente VIA APC), si tratta senza dubbio di un’ottima mossa. Con XBMC, ora, potremo trasformare ogni dispositivo in un potente riproduttore multimediale, caratteristica fino ad oggi riservata agli utenti PC/Mac/Linux o a tutti coloro in possesso di un prodotto iOS con Jailbreak. Maggiori dettagli su questa versione del media popolare center saranno rivelati a breve. Di seguito un breve teaser di lancio pubblicato su YouTube. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it PC & MULTIMEDIA Windows 8 quanto costa ai produttori? Dopo l’ufficializzazione della data di lancio per Windows 8, Microsoft avrebbe rilasciato ai produttori i prezzi per le licenze OEM del suo nuovo sistema operativo, quelle che vanno sostanzialmente sui PC dei produttori, stando a quanto riporta il DigiTimes citando alcuni subfornitori di notebook taiwanesi. Si parte dalla versione base, che avrà un costo compreso tra 60 e 80 dollari per copia, mentre Windows 8 Pro (con Office incluso) costerà dagli 80 ai 100 dollari. Come previsto, la più economica è la versione per dispositivi con processore ARM, Windows RT, che assieme a Office costerà dai 50 ai 65 dollari. Quest’ultimo punto è particolarmente cruciale per il successo dei tablet firmati Microsoft: se il prezzo al pubblico (nella cui somma rientra giocoforza anche la licenza) sarà troppo elevato, la competizione con Apple e Google sarà particolarmente difficile. Sempre che Surface non si dimostri un successo insperato. PC & MULTIMEDIA Google ci porta nei parchi californiani Le montagne e i boschi di Yosemite, le scogliere del Big Sur, i colori della Death Valley, la California è piena di scenari mozzafiato e per tutti coloro che non ci sono mai stati (e perché no, anche per chi c’è già stato), oggi c’è la possibilità di vederli attraverso “l’occhio” di Street View. Google ha, infatti, aggiornato la modalità panoramica di Google Maps aggiungendo la mappatura fotografica dei principali parchi naturali californiani, con la possibilità di “guidare” in lungo e in largo per tutto lo stato americano. E con agosto alle porte, quale momento migliore per intraprendere un viaggio virtuale sulle strade della California? PC & MULTIMEDIA / Corpo in magnesio, finiture in alluminio, peso 1.2 kg, spessore 12 mm p.15 Acer Aspire S5: Ultrabook vero e puro Abbiamo giocato con il nuovo Ultrabook Acer: rinunciare alla plastica e al prezzo da volantino a volte conviene di R. Pezzali L’ avevamo visto allo scorso CES di Las Vegas come prototipo. Ora, finalmente, il nuovo Aspire S5 arriva in Italia. Categoria Ultrabook, sottilissimo e leggero, il nuovo Aspire S5 è forse il primo prodotto costruito secondo la nuova filosofia Acer, un occhio di riguardo ai materiali e alla costruzione e un prezzo un po’ più alto, giustificato però dalle soluzioni adottate. Aspire S5 è un Ultrabook di quelli veri e puri: 11.2 mm di spessore, 1.2 kg di peso, corpo in magnesio e finiture in alluminio. Da quanto abbiamo potuto vedere S5 sembra particolarmente robusto, con cerniere ben fatte e dettagli sufficientemente curati. La finitura nera, denominata Onyx Black, è un po’ delicata al tatto: basta toccarlo un po’ per ricoprirlo di impronte. Il design a dire il vero non è originalissimo, ricorda un po’ quello del primo Ultrabook Acer e il profilo a cuneo richiama il MacBook Air, ma questa volta Acer ha voluto aggiungere un tocco di personalizzazione con il Magic Flip, uno sportellino motorizzato sul retro che nasconde tutte le prese: due porte USB 3.0, una porta Thunderbolt e l’uscita HDMI. Lo sportellino si apre automaticamente alla pressione di un tasto, che Acer ha infelicemente piazzato dove di solito si trova quello di accensione dei portatili: da questo punto di vista si poteva senza dubbio essere più accorti. Il movimento dello sportellino è sicuramente d’effetto, ed è presente ovviamente un sistema che impedisce la chiusura quando c’è un connettore collegato. L’unico dubbio resta sulla disposizione dei connettori sul retro: magari è solo questione di pratica ma ci sembra che avere almeno le porte USB sul lato sia molto più pratico se dobbiamo inserire, ad esempio, una pendrive al volo. Qualche segno di risparmio dopo un’analisi attenta c’è, in primis la tastiera non retroilluminata che ormai è presente su tutti gli Ultrabook di un certo livello. Lo schermo da 13” con risoluzione 1366x768 ci è sembrato brillante e luminoso, con un buonissimo angolo di visione e una finitura nemmeno troppo riflettente. La risoluzione for- se è leggermente bassa per gli standard attuali, ma è comunque un 13”. L’hardware integrato varia come sempre a seconda delle configurazioni, così come il prezzo: S5 integra ovviamente la nuova piattaforma Ivy Bridge di Intel con grafica HD4000 e 4 GB di RAM DDR3. Per l’Hard Disk Acer ha adottato una soluzione abbastanza curiosa: due SSD da 64 GB in RAID0; l’utente vede un disco unico da 128 GB ma le performance, soprattutto durante la copia dei file, sono senza dubbio più elevate. È disponibile anche la versione con disco da 256 GB, ma i prezzi qui inevitabilmente salgono. Sul retro dell’Ultrabook trova posto uno sportellino motorizzato che nasconde tutte le prese. Per aprire lo sportellino, basta premere un tasto sulla tastiera, in alto a destra. Tutto quello che ti serve per il prossimo viaggio Accessori Travelline Pensati per soddisfare ogni necessità mentre sei on-the-go www.gebl.net n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it PC & MULTIMEDIA / Firmware scaricabile gratuitamente dal sito PC & MULTIMEDIA / Il computer soccomberà al tablet? Annunciata la nuova versione beta del firmware dei NAS di Synology Tra le novità, la Video Station per vedere in streaming video e TV dal NAS di M. Dalli p.17 Con Synology Video Station Per Microsoft è l’era PC+ Microsoft, Apple si sbaglia: questa non è l’era post-PC ma PC+ streaming video e TV dal NAS Secondo Tablet e PC non sono diversi, Windows 8 lo proverà. Chi avrà ragione? di M. Dalli S Synology ha annunciato una nuova versione beta del firmware per i suoi NAS, il DSM 4.1 Beta. Tra le novità una funzione interessante, Video Station. Questa applicazione, che si aggiunge a Photo Station, Audio Station, Surveillance Station, Download Station e Cloud Station, è raggiungibile dall’interfaccia Web del NAS e consente di catalogare il proprio archivio video, film, telefilm o video domestici, ma anche rivederli in streaming dal browser (banda dati permettendo). Video Station integra anche il supporto per la TV, con possibilità di vedere i programmi in diretta e registrarli sul disco del NAS. Per avere accesso al segnale televisivo, però, serve una chiavetta USB compatibile: al momento Synology ne elenca quattro (UPMOST DVB192A HD, KWorld DVB-T 399U, KWorld DVB-T UB499-2T e AverMedia A850 DVB-T USB), ma solo la prima è compatibile con tutti i modelli di NAS, esclusi i DS109j e DS209j. Le altre tre, invece, sono certificate solo per i NAS con processore più performante, in quanto la decodifica del segnale video deve essere fatta in hardware. Al momento la Video Station è disponibile solo da interfaccia Web, ma a breve dovrebbe arrivare anche l’app DS Video per sistemi iOS (iPhone, iPad e iPod touch), che consentirà di accedere alle funzionalità anche dal dispositivo mobile (la parte TV, apparentemente, conterrà solo i programmi registrati, non quelli in diretta). Si può testare gratuitamente il DSM 4.1 Beta scaricandolo dal sito di Synology, dove si possono trovare le novità e i modelli supportati. PC & MULTIMEDIA / Rimangono, per ora, gli aggiornamenti di sicurezza Mozilla, stop a Thunderbird La Mozilla Foundation stacca la spina allo sviluppo del suo client email di M. Dalli M ozilla, la fondazione dietro a Firefox, ha deciso di interrompere lo sviluppo di un altro suo famosissimo prodotto, il client di posta elettronica Thunderbird. La scelta, che sicuramente farà discutere, è dovuta principalmente a due fattori: lo spostamento verso piattaforme sempre più cloud (Gmail, Hotmail, ecc.) e una maturità raggiunta dal programma che non richiede più grosse innovazioni. E così Mozilla ha deciso di concentrarsi su altri prodotti più “core”, lasciando da parte Thunderbird. Questa decisione non farà però felici gli oltre 20 milioni di utenti Thunderbird nel mondo, che lo usa- A pple si sbaglia: questa non è l’era post-PC ma l’era PC+ e il PC è qui per restare. Questa, in sostanza, la visione di Kevin Turner, Chief Operating Officer di Microsoft, che non le manda certo a dire a Tim Cook e soci. Alla base della diatriba ci sarebbero due dichiarazioni fatte da Apple: la prima, per bocca di Steve Jobs durante la presentazione del primo iPad, che diede inizio all’era post-PC, un’era in cui il computer è destinato a soccombere (pur gradualmente e nel solo ambito consumer) al tablet. Qualche anno più tardi (a fine maggio del 2012) Tim Cook rincara la dose sottolineando il fatto che PC e tablet sono due “oggetti” diversi, commentando sullo scarso successo dei competitor che si ostinavano a fare dei PC in miniatura come tablet. Turner non è però d’accordo con queste affermazioni e ha approfittato del palco della Worldwide Partner Conference per ribadire il suo pensiero. Il concetto di PC+, a dire il vero, non è però nuovo: fu Bill Gates, nel lontano 1999, a delinearlo, definendola come un’era dove la potenza di calcolo dei PC è disponibile ovunque e su qualsiasi dispositivo (anche quelli non ancora - allora - inventati). Chi avrà ragione? Al momento il mercato sembra stare dalla parte di Apple, ma Microsoft deve ancora scendere in campo in maniera convinta, cosa che avverrà solo con Windows 8. Il colosso di Redmond ha grande fiducia nel suo nuovo sistema operativo; saprà il mercato ripagare questo entusiasmo? PC & MULTIMEDIA Windows 8 arriva sul mercato a fine ottobre Microsoft ha confermato che Windows 8 arriverà a fine ottobre La versione RTM per i produttori, invece, sarà disponibile in agosto di M. Dalli no tutt’oggi come alternativa a Microsoft Outlook o altri programmi. Questi utenti, però, non verranno completamente abbandonati dalla Mozilla Foundation, che fornirà aggiornamenti di sicurezza ogni sei settimane, probabilmente fino a fine settembre 2014. Ulteriori sviluppi, però, saranno lasciati alle buone intenzioni della community. Durante la Wordlwide Partner Conference di Microsoft in Canada, il CFO di Windows Tami Reller ha annunciato che la prossima versione del sistema operativo di Redmond arriverà sul mercato a fine ottobre. La prima settimana di agosto, invece, Microsoft rilascerà ai produttori la versione RTM (Release to Manufacturing). Ovviamente nessuna conferma ancora sui prezzi a listino, fatta eccezione per gli aggiornamenti di cui abbiamo già dato copertura. Nella versione finale ci saranno però alcune novità inedite, come l’assenza della grafica Aero. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.18 GAME & MOVIE / Per la nuova console di Sony si parla di SSD; sicuramente scenderà il prezzo Nuova PlayStation 3 Ultraslim: le foto Un blog brasiliano pubblica le foto della nuova PlayStation 3 ultrasottile che debutterà forse a fine agosto di R. Pezzali L a nuova PlayStation 3 mini esiste, e probabilmente sarà presentata al Gamescon di fine agosto. Sony ha inviato all’autorità brasiliana delle telecomunicazioni le foto della console per l’approvazione, e un blog le ha subito scovate. Un modello più sottile, con un drive Blu-ray a caricamento superiore al posto del classico e più costoso slot- in. Sul documento emergono anche altri dettagli: le nuove PlayStation avranno tre tagli di memoria: 16 GB, 250 GB e 500 GB. Il modello da 16 GB è senza dubbio la risposta alla Xbox 360 con 4 GB di memoria e potrebbe quindi avere un prezzo di ingresso più basso, circa 149 euro (se non meno). Sony per ridurre le dimensioni dovrebbe aver modificato anche il processo produttivo. La foto sopra mostra le tre Playstation una di fianco all’altra: la FAT, la Slim e la nuova PlayStation. GAME & MOVIE / A poche ore dalla presentazione Ouya è riuscita a raccogliere fondi sufficienti per lo start-up Ouya: nasce la console indipendente da 99$ Android 4.0 e giochi free-to-play rendono speciale questa console “aperta” alla creatività degli appassionati di V. Barassi E ra la prova del nove, ed è stata superata alla grande. In sole 12 ore il progetto Ouya è riuscito a raccogliere i 950mila dollari necessari per “iniziare a fare sul serio” e in poco più di 24 ore si è superata di slancio la quota di 2 milioni di dollari. Il progetto Ouya punta a proporre entro la fine del 2012 una console di gioco completamente “aperta” attraverso la quale eseguire giochi free-to-play. Il dispositivo è basato su un processore Quad Core Tegra 3, monta 1 GB di RAM e 8 GB di memoria flash e dispone di connettività Wi-Fi 802.11 b/g/n e Bluetooth LE 4.0. Non mancano poi un’uscita vi- deo HDMI (supporto fino a 1080p), una porta USB e uno specifico controller Wireless. La console è basata su una variante del sistema operativo Android 4.0, essenzialmente “ripulito” di tutto ciò che è stato ritenuto inutile e ottimizzato al fine di offrire le massime prestazioni con l’hardware in uso. Come abbiamo già detto, il progetto punta tutto sulla totale “apertura” e per questo motivo ogni appassionato sarà libero di “mettere mano” e fare ciò che vuole con la console. L’obiettivo principale del progetto è quello di offrire una console accessibile a tutti e, proprio per questo motivo, il prezzo di vendita sarà fissato a soli 99 dollari. Ecco un video di presentazione, clicca qui. GAME & MOVIE Brevetto Microsoft svela l’Xbox modulare Un brevetto depositato lo scorso anno svela un progetto di Microsoft per una console flessibile, capace di adattarsi alle esigenze delle software house di R. Pezzali Le console hanno un vantaggio: l’hardware blindato. In questo modo tutti sono sicuri che i giochi andranno bene allo stesso modo sia sui nuovi modelli che sui primi prodotti. Ogni tanto si rivede l’hardware, ma difficilmente le prestazioni cambiano di molto: è più una questione di consumi. Un brevetto di Microsoft però ci svela come in realtà anche le console possano diventare modulari e aggiornabili: si parte da una console di base in grado di soddisfare i requisiti minimi di qualità e di far girare il sistema e si aggiungono CPU e GPU a seconda delle esigenze, aumentando la longevità della console senza la necessità di un radicale cambio generazionale. Nel brevetto si richiamano anche alcuni dettagli già visti in questo documento “rubato”, quindi una mezza idea di creare una soluzione scalabile nel tempo Microsoft potrebbe anche essersela fatta venire. Anche perché, secondo molti sviluppatori e molte software house, il periodo di vita di 10 anni delle console è un problema serio. Noi non crediamo molto a una soluzione di questo tipo: una console modulare porterebbe tutti i benefici ma anche le problematiche del mondo PC, con giochi che richiedono hardware spinto e che creano frustrazioni in chi magari non ha il potere economico per permettersi certi upgrade. Se è tutto un problema di potenza ben venga il cloud gaming. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.19 PC & MULTIMEDIA / Il problema forse è il costo elevato delle soluzioni offerte rispetto a design, materiali e componentistica Ultrabook? No, Ultraflop! 500.000 PC venduti nel 2012 Secondo IDC sarebbero solo 500.000 gli Ultrabook venduti dall’ inizio dell’anno. Un numero ben distante dalle stime iniziali di Intel e dei produttori di R. Pezzali “Q uando gli Ultrabook saranno a regime rappresenteranno il 35-40% del mercato” Ma se è vero che nei primi 6 mesi dell’anno sono stati venduti solo 500.000 Ultrabook (fonte IDC) in un mercato annuo da 225 milioni di pezzi, forse qualcuno ha sbagliato le sue stime. Gli Ultrabook, con l’arrivo della piattaforma Ivy Bridge di Intel, sono ormai alla loro seconda generazione: dopo il rodaggio iniziale con i modelli dello scorso anno iniziano ora a vedersi le prime proposte che ci accompagneranno fino a Natale, dai nuovi Aspire S5 ai sottilissimi e definiti Asus Zenbook. Tuttavia, nonostante le enormi e massicce campagne di marketing da parte dei produttori e della stessa Intel, gli utenti continuano a guardare con occhio critico questa nuova categoria, e gli opera- tori faticano a capire quali siano i freni mentali e le barriere che bloccano l’acquisto di un Ultrabook. Il paragone è sempre lo stesso: Apple. L’azienda infatti vende circa 10 milioni di notebook all’anno e la maggior parte sono MacBook Air, Ultrabook di fatto ma non di nome. E i prezzi Apple non sono certo abbordabili, anzi: per un 13” si spendono almeno 1200 euro. La domanda è ovvia: perché ci sono milioni di utenti disposti a spendere più di 1200 euro per un MacBook mentre i 215 milioni di acquirenti di notebook non sembrano affatto interessati alle soluzioni premium che i produttori offrono? Il problema non è il costo, e neppure Apple: il problema va trovato nelle soluzioni che i produttori offrono oggi, il cui costo probabilmente è troppo elevato rispetto al design, alla scelta dei materiali e alla componentistica. Un Ultrabook oggi offre poco rispetto ad un MacBook Air che ha un design risalente al 2008 e probabilmente paga questa mancanza di originalità. Dal design a cuneo al corpo in alluminio tutti gli Ultrabook sono troppo simili tra di loro e privi di originalità. Tutte le speranze sono ora riposte in Windows 8: la presenza del touch e delle gesture, i controlli vocali e gestuali e tante piccole migliorie potrebbero ridare al mondo dei notebook PC quell’appeal che ha perso da tempo, giustificando così anche una spesa maggiore per un prodotto più completo e di valore. GAME & MOVIE MOBILE È disponibile nei negozi Adidas miCoach, videogame sviluppato da Adidas in collaborazione con la software house 505 Games. Ci si può confrontare in più di 400 esercizi sotto la supervisione di 18 importanti atleti attualmente sotto contratto Adidas. Disponibile per console PlayStation 3 (con PlayStation Move) e Xbox 360 (con Kinect), è dotato di cardiofrequenzimetro da polso capace di trasmettere le informazioni alle console per mezzo di uno specifico dongle USB. Tramite un’apposita applicazione mobile è possibile unirsi alla comunità Adidas e continuare il proprio programma di allenamento. Il nuovo kit M100 offre due webcam wireless con sensore di movimento controllabili e visionabili in remoto tramite iPhone o iPad. Dotate di aggancio magnetico o a muro, le webcam si configurano grazie al QRCode e sono pronte a funzionare in pochi secondi. Se il sensore di movimento rivela qualcosa, viene inviata una push notification o un avviso telefonico. Le webcam dispongono di web server per accedere alle immagini da qualsiasi browser e su richiesta possono salvare su un account Youtube privato piccole clip. Il kit M100 è in vendita negli Apple Store e sta arrivando anche nei negozi a 130 euro. La notizia prosegue su DDAY.it... TV & VIDEO DIGITAL IMAGING A qualche mese dall’introduzione dei modelli sul mercato arrivano anche per LG le applicazioni dedicate a smartphone e tablet. LG Magic App, questo il nome, è disponibile per piattaforma iOS e Android e permette di controllare la TV come un vero telecomando. LG ha inserito anche la possibilità di emulare il touchpad, per migliorare l’experience Smart TV. La novità più grande è però la MiniTV: i modelli dual core infatti potranno inviare in streaming la TV sui dispositivi remoti, sempre che questi siano collegati alla stessa rete. Ecco i link per il download: iOS, Google Play. Annunciato l’obiettivo “più lungo”- inteso come focale - in possesso di un meccanismo di autofocus. Questo 800mm f/5.6 in via di sviluppo presso i laboratori Nikon è l’obiettivo con la focale più lunga dotato di autofocus, montabile su full-frame e di cui attualmente non si conoscono ulteriori dettagli tecnici. L’obiettivo sarà mostrato al grande pubblico nel mese di settembre, durante il Photokina di Colonia ed è dedicato a tutti i fotografi che fanno della natura e dello sport il proprio lavoro. Non si sa quando arriverà sui mercati ma una cosa è certa: costerà davvero tanto. LG Magic App: la TV su smartphone e tablet Nikon lo fa grande ecco un 800mm f/5.6 PEOPLE & MARKET HIFI & HOME THEATER PC & MULTIMEDIA LG entra oggi nel mercato delle docking station per smartphone e tablet, offrendo un supporto tutto sommato equo alle due soluzioni più diffuse: iOS, con un occhio di riguardo per l’iPad, e Android. I prodotti sono 4 e mirano a coprire le principali esigenze degli utenti, a partire dalla ricarica dell’apparecchio, radio e sveglia, fino a soluzioni più tecnologiche, contraddistinte da AirPlay, Bluetooth e dal supporto per più apparecchi contemporaneamente. I 4 modelli sono: ND1520 a 79 euro; ND4520 a 129 euro; ND5520 a 179 euro; ND8520 a 299 euro. Western Digital ha annunciato una linea di dischi fissi per i NAS domestici. Tra le novità il firmware NASware, che promette una maggiore compatibilità con i vari NAS e un supporto ai vari sistemi di ridondanza RAID. La serie implementa funzionalità di risparmio energetico, per ridurre i consumi e aumentare l’affidabilità del 35% rispetto a soluzioni desktop standard. Ridotto il calore dissipato dalle unità, grazie alla funzione IntelliPower. I clienti WD Red avranno poi un supporto tecnico “premium” aperto tutti i giorni, tutto il giorno. I dischi WD Red sono disponibili in tagli da 1, 2 e 3 TB, con interfaccia SATA III a 6 Gbit/s e prezzi da 110 a 190 dollari. PayPal dice no ai siti di file-sharing PayPal ha annunciato di aver annullato numerosi contratti di servizio con molti fornitori, mandando praticamente in tilt l’attività di tutti i siti coinvolti. Per poter utilizzare il sistema di pagamenti offerto da PayPal, ogni sito dovrà presentare un’accurata documentazione sulle tipologie di file archiviate dagli utenti sui server, al fine di prevenire lo scambio di materiali coperti da copyright. Secondo i responsabili dei principali servizi di file-hosting si tratta di “un’incredibile invasione della privacy degli utenti”e non si può non sottoscrivere tale affermazione. La nuova policy di PayPal però parla chiaro: la pirateria non è più ammissibile. LG entra nel mercato delle docking station miCoach: il fitness secondo Adidas WD Red, Western Digital pensa ai NAS Ladri KO con Philips M100 e un iPhone tv & video Il nuovo Individual di Loewe Loewe prosegue con la linea già tracciata dal Connect ID, TV di elevatissima qualità personalizzabili dall’utente in milioni di combinazioni. E il nuovo Individual, che verrà presentato ufficialmente all’IFA di Berlino, non fa eccezioni. L’utente potrà scegliere la dimensione del TV tra i tagli 40”, 46”e 55”e intervenire sulle finiture e sui dettagli per avere una versione “individuale”del TV. Il nuovo Individual è un TV LED 3D con sistema 3D attivo e pannello a 400 Hz: tra le novità una interfaccia completamente rinnovata e un hard disk integrato da 750 GB per le registrazioni PVR. Tra le varie opzioni di sharing, oltre al Wi-Fi e alla rete connessa dovrebbe essere inserito anche il Powerline nativo. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it TV & VIDEO / Utile se si vogliono evitare interventi di muratura per nascondere cavi a vista In prova il sistema DVDO Air: addio HDMI Problemi di collegamento con cavi HDMI? Con questa coppia, possibili collegamenti senza fili fino a 30 metri I Buona qualità di trasmissione ma non passa i muri Nella confezione della DVDO Air (distribuita in Italia da Audiogamma) troviamo tutto quello che serve: trasmettitore, ricevitore, i due alimentatori, due cavi HDMI di ottima qualità, una staffa da muro e una da TV per il ricevitore e uno stringato manuale di istruzioni. TV & VIDEO MIT prepara un “nuovo” 3D senza occhiali In via di sviluppo una tipologia di display per la visione di immagini 3D senza occhialini di R. Faggiano cavi HDMI hanno risolto molti problemi in tema di connessioni audio/video, ma quando le distanze si allungano sorgono problemi di trasmissione risolvibili solo usando cavi molto costosi. Se poi volete collegare un videoproiettore installato sul soffitto o un grande schermo fissato a parete con le vostre sorgenti, i problemi si moltiplicano. Prima l’unica soluzione era chiamare un muratore e fare una canalina apposita, con spesa esorbitante. Ora invece è arrivato il sistema di trasmissione Wireless DVDO Air, capace di gestire i segnali HD fino a 1080p oppure il 3D, grazie alla frequenza di trasmissione portata a 60 GHz su sei diversi canali disponibili, contro i 5 GHz delle soluzioni precedenti. Il sistema WirelessHD non effettua compressione sui segnali in transito, lasciandoli passare inalterati. Altre tecnologie, invece, come il WiDi, effettuano la compressione e impediscono il passaggio di segnali HD o 3D. Inoltre, è possibile utilizzare diverse sorgenti scegliendo il canale di trasmissione. Il prezzo di 449 euro non è proprio economico, ma è inferiore a quello necessario per un’installazione professionale. Tra le caratteristiche tecniche dichiarate: supporto 3D, latenza inferiore a 2 ms, certificazione WirelessHD, portata massima di 4 Gbps, portata fino a 30 metri in linea d’aria o 10 metri con ostacoli (ma senza pareti fisiche), segnali audio compatibili fino ai 7.1 canali Surround o 8 canali PCM fino a 192 kHz, Dolby 5.1 fino a 48 kHz. p.21 di V. Barassi Il 3D senza occhialini fino a non molto tempo fa rappresentava una chimera che quasi tutti i principali colossi del mercato sono riusciti a superare senza troppi sforzi. Attualmente la tecnologia è abbastanza matura, ma nel prossimo futuro le cose miglioreranno decisamente. Per testare il DVDO Air abbiamo utilizzato diversi TV, un lettore Blu-ray LG e una PS3. Tutto ha funzionato egregiamente al primo colpo, cosa che purtroppo non bisogna dare per scontata. Le immagini trasmesse tra gli adattatori Wireless DVDO non subiscono nessuna alterazione durante la trasmissione, sia per il 3D di Avatar sia per l’eccellente qualità del Blu-ray. Non serve nemmeno abbinare ricevitore e trasmettitore, basta accenderli e subito si sintonizzano tra loro, come se la sorgente fosse collegata con un cavo HDMI. Inconvenienti pratici pochi e risolvibili: la staffa-adattatore per sistemare il ricevitore sul bordo superiore del TV è studiata per schienali molto profondi. Non diciamo per TV a cinescopio, ma quasi: sul bordo ultrasottile di un TV LG serie 960 (foto in basso a destra) abbiamo dovuto faticare per trovare una posizione abbastanza stabile. Inoltre, il ricevitore rimane alquanto in vista, tuttavia il costruttore dichiara che può essere anche nascosto sul retro del TV, magari fissato alla staffa di fissaggio a parete dei grandi schermi piatti. Fattore necessario al funzionamento è che trasmettitore e ricevitore siano nella stessa stanza, il WiHD non può superare le pareti. Altro inconveniente è il notevole riscaldamento durante l’uso degli apparecchi e degli alimentatori. La prova si è svolta con temperatura ambiente superiore ai 25 °C, ma il riscaldamento non è trascurabile e bisognerà tenerne conto nella collocazione in ambiente: l’eccessivo calore è sempre nemico dell’affidabilità a lungo termine. DVDO, quindi, si rivela molto utile per tutte quelle installazioni complesse che richiederebbero interventi di muratura per nascondere i cavi dalla vista o dove le lunghezze da coprire imporrebbero l’acquisto di cavi costosi o ripetitori di segnale per non perdere in qualità delle immagini. In queste situazioni gli apparecchi sono in genere di fascia elevata, tale da ridimensionare il non trascurabile costo degli Air. Alcuni ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) hanno annunciato di aver ideato una nuova tipologia di schermo in grado di riprodurre immagini 3D visualizzabili senza specifici occhialini. Il progetto si è ispirato al display proposto da Nintendo sulla sua console 3DS, ma con sostanziali differenze. Lo schermo del 3DS è composto da due strati, con lo strato inferiore che si occupa di gestire la retroilluminazione in funzione dell’immagine proiettata sul display superiore. Il prototipo del MIT si basa, invece, su tre diversi strati, ognuno in grado di sviluppare un proprio pattern, ma legato agli altri grazie a speciali algoritmi; questa comunicazione tra gli strati permette la creazione di immagini 3D diverse da quelle che siamo abituati a vedere oggi, che tanti si azzardano ad accostare a ologrammi. Il terzo strato è poi progettato per garantire una visione ottimale da ogni angolo. I display sviluppati intorno a questa tecnologia saranno in grado di lavorare con frequenze fino a 360 Hz, ben superiori ai limiti imposti dalle attuali tecnologie. Per un video di presentazione, clicca qui. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it hifi & home theater / Una dock con LED colorati che si accendono a tempo di musica rispondendo alle basse frequenze p.22 Summer party in vista? In prova la mega-docking Sony Volete creare una piccola discoteca in casa senza spendere troppo? La la “luminosa” soluzione firmata Sony. L’abbiamo provata, e ci siamo divertiti di R. Faggiano A l momento della sua presentazione al CES di Las Vegas, questa mega docking station di Sony aveva suscitato parecchio stupore. Sembrava strano che un marchio come Sony proponesse un apparecchio così eccessivo. Invece, eccolo qua, pronto per il mercato europeo. Il “nostro” (sigla ufficiale RDHGTK11iP, che non ripeteremo) è un grosso diffusore stereo con dock per iPod e iPhone, ingresso USB, radio e soprattutto LED colorati dietro agli altoparlanti che si accendono ritmicamente a tempo di musica. Si può collocare in piedi o coricato e il suo obiettivo principale è di farsi notare. Bisogna dire che ci riesce benissimo e piacerà molto ai ragazzi perché fa molto “effetto discoteca” e non costa nemmeno troppo (270 euro). L’aspetto è vistoso anche da spento, con le sue dimensioni XL (in alcuni mercati c’è una versione ancora più grande), la docking inserita lateralmente, la grande griglia traforata e perfino un maniglione di trasporto. Le sorgenti musicali possono essere iPod o iPhone, una chiavetta USB con musica MP3, la radio FM o un qualsiasi apparecchio con uscite stereo RCA (con ingressi sul retro). In dotazione c’è anche il telecomando ma per l’uso più comune ci sono grandi tasti e una manopolona del volume che è grande quasi come un CD. Tecnicamente parlando Volete numeri? Eccoli: potenza di 55 watt per canale (1% distorsione), doppio woofer da 16 cm e doppio tweeter a cono da 4 cm, misura 68 x 33 x 38 cm e pesa 12,5 kg con finitura spartana, ma non troppo, con piedini per l’appoggio sul pavimento e plastica di buona qualità. Pare che non abbia caratteristiche di impermeabilità e ciò può essere grave durante una festa o per l’uso in giardino. Inizia lo spettacolo! Ci avviciniamo cautamente e con sospetto all’oggetto e premiamo il tasto on, provocando l’accensione del piccolo display (l’unica cosa non eccessiva), poi premiamo il tasto per la selezione sorgente e subito inizia lo spettacolo delle luci. Va precisato che le luci rispondono alle frequenze basse e la loro velocità dipende dall’impostazione scelta dal telecomando: ce ne sono cinque differenti che si comportano in modo più o meno rapido, in modo da adattarsi al clima che vogliamo creare. A volte le luci sembrano ferme, proprio perché la musica non contiene sufficienti frequenze “forti” e il sistema non le sente. L’effetto è indubbiamente piacevole se immaginiamo il “nostro” come protagonista di una festa tra ragazzi o di una serata tra amici, magari a luci basse. La radio FM si sente piuttosto bene con il semplice cavetto in dotazione, si possono anche preselezionare le stazioni preferite. Passiamo, poi, a un iPod, inserendolo sul suo supporto retroilluminato in azzurro. Mettiamo l’ultimo brano di Madonna e entriamo in clima discoteca: l’ascolto è piacevole, stancante per l’audiofilo ma emozionante per una festa di ragazzi. Volendo si può inserire il bass boost ed esagerare con il volume: c’è molto rumore ma la “scatola” non distorce e può sonorizzare anche saloni piuttosto ampi o uno spazio all’aperto. Per chi vuole esagerare non manca la funzione EQ che dà un’altra botta di equalizzatore più o meno esagerata. Se volete mettere il diffusore in verticale c’è un piccolo blocco dell’iPod, per farlo rimanere fermo al suo posto. La mega-docking di Sony RDH-GTK11iP, oltre alla radio FM, riproduce musica da iPod, iPhone o da una chiavetta USB con musica in formato MP3. Le dimensioni e l’aspetto “luminoso” non passano certo inosservati. Dal telecomando si può entrare nel menù e scegliere le canzoni preferite, l’ergonomia però non è ottimale a causa dei troppi tasti che sono tutti troppo piccoli. Nessun problema, invece, con i tastoni diretti, che sembrano quelli dei vecchi registratori, mentre il comando del volume sembra il mixer del deejay. Volendo lo potete usare anche come radiosveglia, dato che c’è l’orologio e il timer; magari sarà meglio non metterlo sul comodino, anzi potete usarlo proprio come comodino se lo posizionate in verticale, certo che il risveglio sarà piuttosto brusco se vi dimenticate di abbassare il volume dopo la festa. Da non sottovalutare: non fa solo “casino” Naturalmente, non ci troviamo davanti a una docking station per audiofili, tuttavia se escludiamo il bass boost e lasciamo l’equalizzatore su Flat, i risultati sonori non sono disprezzabili e la gamma bassa non ha niente di esagerato; medi e acuti sono equilibrati per creare un bel suono tridimensionale e voci pienamente godibili. La potenza poi è più che sufficiente anche per sonorizzare locali molto ampi. Dimenticavamo di dire che volendo le luci si possono lasciare spente. Il “nostro” poi non farebbe una brutta figura per dare voce a un TV o a un videoproiettore senza complicarsi troppo la vita. Insomma, non sottovalutiamo questo oggetto dalla sigla impossibile e aspettiamoci molti imitatori. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Qualità dello schermo eccellente, processore dual core potente, sistema reattivo: a settembre in Italia a 599 euro p.23 Sony Xperia ion: le nostre prime impressioni d’uso Abbiamo provato il nuovo Xperia ion di Sony, smartphone con schermo da 4.6 pollici, Android Ice Cream Sandwich e processore dual core da 1.5 GHz di R. Pezzali A settembre arriverà in Italia un nuovo smartphone della serie Xperia: ion. Il nome scelto (sì, tutto in minuscolo) forse confonde un po’ le idee, e sarebbe stato meglio chiamarlo Xperia S Plus o Max: ci troviamo, infatti, di fronte a una versione più grande dell’Xperia S con alcune piccole migliorie che vanno a correggere le (poche) criticità rilevate sul modello con schermo da 4.3”. Il nuovo Xperia ion ha uno schermo HD da 4.55” con processore Mobility Bravia, ha uno slot microSD che mancava sul modello precedente e può contare anche su un processore più potente ma sempre dual core: il clock si alza a 1.5 GHz. Al momento Sony non prevede l’arrivo di uno smartphone con processore quad core, anche se nel 2013 sarà un passo obbligato. Xperia ion è stato rivisto leggermente anche sotto il profilo del design: il retro questa volta è in alluminio spazzolato e sul frontale è stato aggiunto un tasto. La fotocamera è la stessa dell’Xperia S, sensore Exmor R di Sony da 12 megapixel con possibilità di scatto 3D e panorama. Nonostante le dimensioni, il nuovo ion non pesa troppo e resta comunque maneggevole, anche se stiamo parlando di uno smartphone taglia extralarge. La qualità dello schermo è eccellente: la densità di pixel è ovviamente inferiore rispetto a quella dell’Xperia S ma solo avvicinandosi molto allo schermo la differenza si percepisce. Ottimo l’angolo di visione, in ogni direzione, così come ottimi ci sono apparsi i colori e la brillantezza del bianco. Il sistema è decisamente reattivo: Ice Cream Sandwich è presente a bordo con la leggera personalizzazione dell’interfaccia fatta da Sony. Gli interventi da parte del produttore riguardano soprattutto la parte di integrazione nell’ecosistema Sony: Movie Unlimited, Music Unlimited ma soprattutto la sezione DLNA con la possibilità di inviare contenuti a dispositivi compatibili. In quest’ottica Sony ha anche modificato l’appli- cazione “gallery” per mostrare le foto in un modo più facile e per migliorare l’esperienza di condivisione. Nel video sotto a destra potete apprezzare la reattività e la velocità di Xperia ion, nonostante si tratti comunque di un sistema dual core. Il browser e l’esperienza di navigazione tra le applicazioni e le varie schede dell’interfaccia ci fanno dimenticare certi smartphone Android con un’interfaccia lenta e pigra: ion è reattivo, veloce e appagante. Xperia arriverà a settembre in Italia: il prezzo è stato fissato a 599 euro e avrà 16 GB di memoria integrata. video Per il Sony Xperia ion, retro in alluminio spazzolato, fotocamera con sensore Exmor R da 12 MP; sul fronte è stato aggiunto un tasto. Guarda la nostra videoprova del Sony Xperia ion MOBILE / Il prototipo risalirebbe agli anni 2002-2004: poco sottile, con retro in plastica bianca e senza tasto Home sul fronte Svelato il prototipo di iPad dei primi anni Duemila Alcuni documenti della causa Apple contro Samsung sono stati resi pubblici e, tra essi, un mockup di quello che era l’iPad all’inizio degli anni 2000 di M. Dalli S teve Jobs lo aveva detto in un’intervista del 2010, che l’iPad era un progetto ancora più vecchio dell’iPhone. Ora ci sono le prove: alcuni documenti depositati da Apple nel corso della causa contro Samsung sono stati resi pubblici e riportati alla luce da NetworkWorld; tra questi, ci sono anche alcuni mockup della tavoletta “made in Cupertino”. Come si nota dalle immagini, il prototipo di iPad era decisamente poco sottile e con retro in plastica bianca (come i MacBook/iBook dell’epoca); nessuna presenza del tasto Home, ma si notano il connettore dock tipico di Apple e gli angoli smussati che sono poi arrivati nella versione finale. Questo prototipo, secondo la deposizione di John Ive al processo, risalirebbe agli anni 2002-2004, e sarebbe poi stato accantonato temporaneamente per sviluppare l’iPhone, che si sarebbe ispirato proprio a questi disegni. Clicca qui per vedere una gallery di immagini per scoprire com’era l’iPad ben prima di vedere la luce nel 2010. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it TEST / Design, hardware, sistema operativo, applicazioni, fotocamera: su questi aspetti abbiamo testato i due smartphone p.24 Quad core a confronto: Galaxy S III vs. Optimus 4X HD Schermo 720p, processore quad core, fotocamera da 8 Megapixel, sono tante le caratteristiche che accomunano i due nuovi smartphone di Samsung ed LG di P. Centofanti E ccoli i due pesi massimi made in Korea: è possibile trovare sul mercato contemporaneamente i due top di gamma Android di Samsung ed LG, rispettivamente il Galaxy S III (di cui è impossibile non aver sentito parlare) e l’Optimus 4X HD. Sembra passata un’eternità, ma era solo l’anno scorso quando LG presentava il primissimo smartphone dual core, l’Optimus Dual. Quest’anno si raddoppia e Samsung ed LG puntano su processori quad core e maxi display S in alta definizione. I due smartphone presentano caratteristiche hardware simili, ma i due colossi sembrano non volersi sfidare sullo stesso terreno: Samsung punta allo scontro frontale con Apple per lo scettro di miglior smartphone dell’anno (anche se l’iPhone 5 non uscirà che nell’ultima parte dell’anno), LG invece a offrire il massimo della tecnologia al miglior prezzo (699 euro per Samsung Galaxy S III, 529 euro per LG Optimus 4X HD). Uno di fronte all’altro ce li abbiamo messi noi. Qual è il migliore? Quale conviene di più? IL Design: Samsung osa di più LG Optimus 4X HD Samsung Galaxy S III amsung sa che, se vuole competere con Apple, pompare le specifiche hardware non basta, ci vuole anche un’inversione di rotta sul design. I primi due Galaxy non brillavano sotto questo punto di vista, e così il Galaxy S III presenta una nettissima discontinuità con il passato. Nonostante le dimensioni dello schermo siano cresciute ancora, ben 4.8 pollici, Samsung ha fatto di tutto per evitare l’effetto “mattonella”: linee morbide e smussate e il bianco sostituisce finalmente il pesantissimo nero del Galaxy S II (poi uscito anche in versione bianca). Superficie posteriore laccata, spigoli arrotondati e un inserto argentato che suggerisce una forma a goccia si scontrano, però, con un materiale plastico che non sembra all’altezza dell’elevato prezzo di listino del telefono. Il dispositivo è leggerissimo, ma la costruzione appare comunque sufficientemente solida. Insomma, cambia la forma, ma non la sostanza: prodotti come l’HTC One X sono tutta un’altra cosa da questo punto di vista. Il Galaxy S III si può acquistare anche nella finitura “pebble blu”. L G ha puntato su un design, se vogliamo, più tradizionale e simile a quello della gamma L: un mattoncino completamente nero, lucido sul frontale, opaco sul retro. Sui bordi c’è un doppio inserto in plastica argentato che alleggerisce un po’ il tutto. Il pannello posteriore è realizzato tramite un particolare processo che permette di ottenere una zigrinatura completamente irregolare che vuole simulare qualcosa di organico. Lo smartphone è certamente robu- sto ma, come nel caso di Samsung, i materiali non sono certo i più pregiati che possono passare sotto le nostre dita. Un piccolo dettaglio: anche l’Optimus 4X HD ha il display rivestito in Gorilla Glass, ma c’è una piccola intercapedine tra il bordo del vetro e il guscio in plastica che in tempo zero si riempie di sporcizia. A differenza del Samsung, in questo caso i tre tasti funzione sono tutti a sfioramento. Disponibile anche nella versione completamente bianca. I due smartphone presentano un formato di schermo molto simile - 4.7 pollici LG e 4.8 pollici Samsung e sono entrambi spessi meno di 9 mm con una differenza di appena 0.3 mm: 8.9 mm l’Optimus 4X HD e 8.6 mm il Galaxy S III. segue a pag. 25 n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.25 TEST Samsung Galaxy S III vs. LG Optimus 4X HD segue da pag. 24 L’HARDWARE: La vera differenza è il display LG Optimus 4X HD Samsung Galaxy S III S amsung ha messo tutto e di più dentro il suo nuovo Galaxy. Iniziamo dallo schermo da 4.8 pollici in tecnologia OLED con risoluzione di 1.280x720 pixel (HD Super AMOLED). Si tratta di un display con matrice pentile, quindi a subpixel condivisi tra i vari pixel, un trucchetto che permette di realizzare display più semplici e meno costosi al prezzo di una piccola riduzione di risoluzione. Rispetto ad altri schermi pentile, qui stiamo parlando di un display più risoluto. Sotto lo schermo c’è il nuovo processore sviluppato in casa da Samsung, l’Exynos 4212 Quad con CPU quad core a 1.4 GHz e GPU Mali-400MP, il tutto assistito da 1 GB di RAM. Sul fronte connettività c’è tutto: HSDPA fino a 21 Mbit/s, Wi-Fi 802.11n, Wi-Fi Direct, Bluetooth 4.0, A-GPS (con supporto anche a GLONASS), NFC. E poi ancora radio FM, accelerometro, giroscopio, bussola digitale, sensore di prossimità e persino barometro. Il parco connessioni comprende oltre all’uscita per le cuffie la connessione micro USB, teoricamente MHL, perché in pratica serve un adattatore non standard (venduto da Samsung) per poter sfruttare anche l’uscita HDMI. Il Galaxy S III è disponibile in Italia nel solo taglio di memoria da 16 GB di memoria integrata (circa 12 quelli utilizzabili), ma è dotato anche di slot per carte di memoria microSD. La batteria è da 2100 mAh. Da notare, infine, che utilizza il formato micro SIM come l’iPhone 4 e 4S e la gamma di smartphone Lumia di Nokia. La fotocamera monta un sensore da 8 MP con flash a LED, più webcam frontale da 1.9 megapixel con ripresa video in 720p. C ome l’Optimus 2X (Dual in Italia), anche il 4X HD rimane fedele a NVIDIA essendo di fatto uno dei primissimi smartphone a essere stato annunciato con processore Tegra 3. L’Optimus 4X HD ha un formato di schermo molto vicino a quello del Galaxy S III, con una diagonale di 4.7 pollici e una risoluzione di 1.280x720 pixel per una densità di 313 dpi. LG ha optato per la tecnologia LCD IPS, che è un po’ il suo fiore all’occhiello (il primo Retina display era suo) e promette una luminosità di ben 550 cd/mq. Il processore Tegra 3 di NVIDIA non ha certo bisogno di presentazioni ormai, con la sua architettura a 4 core +1, clock a 1.4 GHz e GPU GeForce a basso consumo. Anche in questo caso la memoria RAM è da 1 GB. L’Optimus 4X HD offre tutte le più moderne tecnologie di connettività: HSDPA a 21 Mbit/s, Bluetooth 4.0, Wi-Fi 802.11n dual band, Wi-Fi Direct, A-GPS e NFC. Anche la dotazione di sensori è completa con accelerometro, bussola digitale, giroscopio e sensore di prossimità. Integrata anche una radio FM. L’Optimus 4X HD integra 16 GB di memoria di cui 12 effettivamente a disposizione dell’utente, espandibili tramite schede di memoria microSD. Oltre all’uscita per le cuffie, troviamo la porta MHL che funziona quindi sia da USB 2.0 sia da HDMI tramite cavo apposito. La batteria integrata è da 2150 mAh. L’Optimus 4X HD è dotato di fotocamera principale con sensore da 8 MP e flash a LED. Sul frontale abbiamo anche una webcam per le videochiamate (o gli autoritratti se vogliamo) con sensore da 1.3 MP. SISTEMA OPERATIVO E APPLICAZIONI: Due filosofie diverse LG Optimus 4X HD Samsung Galaxy S III P roseguendo con la strada iniziata con il Galaxy S II, Samsung punta a offrire un ecosistema il più completo possibile con un insieme di applicazioni pre-installate che da una parte espandono le funzionalità di Android di base e dall’altra l’offerta di contenuti (musica e film in primo luogo). Una strategia necessaria un anno fa per competere con Apple, ma che oggi forse, con la continua espansione di contenuti su Google Play, tende a portare a una sovrapposizione di offerta; per quanto, più è la scelta, meglio è in generale. La nuova TouchWiz per Ice Cream Sandwich cerca di mantenere L G propone sull’Optimus 4X HD la stessa interfaccia che già avevamo visto sull’Optimus L7, la nuova Optimus UI 3.0. Si tratta di un tema graficamente molto leggero e minimale, che ben sfrutta le dimensioni dello schermo. Le icone e i widget forniti da LG (curiosamente manca un orologio “normale”) hanno colori sgargianti, mentre il menù delle applicazioni e la barra delle notifiche hanno lo sfondo trasparente. La barra delle notifiche, come di consueto, mostra in alto anche le scorciatoie alle impostazioni “veloci” più comuni. Di default ne sono impostate quattro che possono essere modificate con segue a pag. 26 n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.26 TEST Samsung Galaxy S III vs. LG Optimus 4X HD segue da pag. 25 Samsung Galaxy S III la pulizia impressa all’interfaccia da Google con Android 4.0, senza rinunciare allo stile voluto da Samsung. La pulizia dell’homescreen è garantita da una spaziatura minima tra le icone e i widget che permette di mantenere ariosa la schermata principale, anche se ciò porta all’impossibilità di sfruttare fino in fondo l’ampiezza dello schermo: la dock da sola si porta via quasi un terzo dello schermo, ma ha spazio per cinque icone. Per quanto riguarda il sistema operativo vale la pena segnalare l’affiancamento alla funzione Android Beam del proprietario S Beam, con funzioni analoghe, ma solo per lo scambio di foto tramite terminali Samsung compatibili. La schermata di blocco permette di avere quattro applicazioni per l’accesso rapido e può essere personalizzata aggiungendo informazioni meteo, di borsa e news. Tra le modalità di sblocco ce ne sono due derivate da quella basata sul riconoscimento del volto introdotta in Ice Cream Sandwich: una consiste nel sorridere allo schermo, l’altra è basata sull’identificazione del volto unitamente alla voce. Il design dell’interfaccia è coerente nelle varie sezioni con i colori nero e blu scuro in tutti i menù, nelle applicazioni base telefoniche (contatti, chia- S mata, messaggi), compresa la barra delle notifiche. Questa è dotata dei classici switch per la configurazione veloce delle principali impostazioni. Per quanto riguarda le applicazioni pre-installate troviamo S-Voice, la risposta di Samsung a Siri, che permette di effettuare molte operazioni dialogando in linguaggio naturale con il telefono, il tutto anche in italiano. Il funzionamento è analogo a Siri, si fa un doppio click del tasto Home, si apre l’interfaccia di S-Voice e si fa la domanda. La risposta impiega qualche secondo di troppo ad arrivare (come Siri il servizio funziona attraverso la rete), ma il funzionamento non è così male. Oltre all’immancabile app per l’accesso a file multimediali condivisi tramite DLNA, troviamo Music Hub per la musica in streaming, Video Hub per acquisto e noleggio di film, Game Hub con una selezione di videogiochi e Samsung Apps per lo scaricamento di ulteriori servizi Samsung oltre a app segnalate da Samsung e offerte speciali. Grande rilevanza (di default è nel lockscreen) è data al servizio di messaggistica via Internet di Samsung ChatOn, che è multi-piattaforma e disponibile oltre che per Android anche per iOS. LG Optimus 4X HD un menù apposito. Le applicazioni “core” come il telefono, i messaggi, la rubrica e le impostazioni, hanno tutte invece lo sfondo bianco. La schermata di blocco permette di impostare quattro applicazioni per l’accesso veloce, senza sbloccare il telefono, ed è possibile impostare la modalità di sblocco tramite riconoscimento facciale, oltre naturalmente alle solite modalità. A differenza del suo concorrente, LG non ha velleità di porsi anche come fornitore di contenuti e la dotazione di applicazioni pre-installate dell’Optimus 4X HD va dritto al sodo. Oltre alle varie applicazioni “stock” di Google e quelle di base (calendario, mail, ecc.), troviamo Polaris Office per la creazione e l’editing di documenti Office, un’app per gli appunti, un’utility per effettuare dei backup delle informazioni contenute sul telefono su una scheda esterna, un gestore di app installate e un task manager, SmartShare per l’interazione con server e client DLNA e l’applicazione Notizie di Yahoo!. A ciò si aggiunge l’application store di LG, SmartWorld, che dà accesso ad applicazioni selezionate e promozioni per gli utenti LG, e un’applicazione denominata RemoteCall Service che essenzialmente dà la possibilità di avere assistenza tecnica LG direttamente sul proprio telefonino. Come sull’Optimus L7, troviamo l’app LG Tag+ che permette di configurare la tag NFC in dotazione. Vale la pena segnalare anche l’app MediaHome (foto sotto) che si attiva automaticamente al collegamento dello smartphone tramite connessione MHL a un TV e che essenzialmente imposta lo smartphone come un lettore multimediale. Passata di moda sembrerebbe (così come sul Galaxy S III) di installare di default anche applicazioni e widget per i princiapli social network. Pre-installato troviamo soltanto Google+. Il resto naturalmente è a portata di Google Play. IMPRESSIONI D’USO: Galaxy più veloce, Optimus più definito ia l’Optimus 4X HD che il Galaxy S III sono datati di un hardware al di sopra di ogni sospetto e le aspettative dal punto di vista delle prestazioni non possono essere che alte. Fortunatamente non rimaniamo delusi e in entrambi i casi si ha subito la sensazione di trovarsi tra le mani qualcosa di più del solito smartphone Android. Sia il Galaxy che l’Optimus presentano un’interfaccia a schermo fluidissima e reattiva in ogni suo menù e il passaggio da un’applicazione all’altra è sempre immediato come dovrebbe essere. In generale da questo punto di vista non si rilevano particolari differenze tra un terminale e l’altro. Anche la navigazione Web è finalmente fluida e reattiva come dovrebbe sempre essere: anche con le pagine più complesse il pinch to zoom è sempre immediato e senza tentennamenti, il caricamento è velocissimo su entrambi i terminali, e lo scrolling sempre fluido. Dobbiamo dire però che mentre con il Galaxy S III le prestazioni rimangono consistenti anche dopo diverse sessioni, con l’Optimus 4X HD abbiamo notato la tendenza a volte ad avere dei rallentamenti nel browser dopo aver navigato per un po’, un calo che scompare se andiamo a chiudere completamente l’applicazione e la riapriamo. Per quanto riguarda il display abbiamo visto come entrambi gli smartphone offrono sulla carta la stessa risoluzione, ma il Galaxy S III è dotato di matrice pentile. Anche se la risoluzione è comunque elevata, la differenza tra i due schermi da questo punto di vista è evidente. Specie se leggiamo delle pagine Web con sfondo bianco, la retinatura dello schermo del Galaxy si nota alla distanza d’uso tipica di uno smartphone. A livello di contrasto l’OLED è ovviamente nettamente segue a pag. 27 n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.27 TEST Samsung Galaxy S III vs. LG Optimus 4X HD segue da pag. 26 superiore alla tecnologia LCD: il nero d’altra parte è semplicemente nero. Ma se i colori estremamente saturi del Galaxy a prima vista colpiscono, dopo un po’ si rivelano essere anche poco naturali. Da questo punto di vista l’Optimus, che comunque non scherza in quanto a saturazione, è più controllato. Il display LCD dello smartphone LG non può competere a livello di contrasto, però è decisamente più luminoso di quello del Samsung, una caratteristica che diventa evidente nell’utilizzo all’aria aperta. Per quanto riguarda il normale uso E ntrambi gli smartphone sono dotati di fotocamera con sensore da 8 Megapixel e ripresa video in 1080p. Anche a livello di funzionalità sono molto simili. Entrambi offrono funzione HDR e Panorama, riconoscimento dei volti, possibilità di impostare bilanciamento del bianco, sensibilità ISO e così via. Il Galaxy S III ha in più la modalità a raffica con selezione dello scatto migliore e lo stabilizzatore digitale, l’Optimus 4X HD ha fondali virtuali in modalità video per ottenere effetti divertenti. L’interfaccia è simile e in tutti e due i casi non c’è un tasto dedicato per lo scatto delle immagini. Le vere differenze le abbiamo in questo caso nelle prestazioni. Entrambe le fotocamere offrono immagini a prima vista ben definite e cromaticamente equilibrate. Il Galaxy ha evidentemente un maggiore grandangolo, ma non solo. Le foto scattate dallo smartphone Galaxy sono infatti anche un filo più definite e soprattutto più pulite. Il sensore dell’Optimus I due pesi massimi di LG e Samsung sono sicuramente entrambi degli ottimi prodotti. A livello di prestazioni pure, nell’utilizzo di tutti i giorni, i due smartphone sono molto simili, con un leggero vantaggio per il Galaxy S III che in generale ci è parso in grado di assicurare una maggiore consistenza a livello di esperienza di utilizzo, là dove l’Optimus ogni tanto “telefonico” i due terminali sostanzialmente si equivalgono, sia per qualità di ricezione che per qualità delle chiamate. Un dettaglio che abbiamo notato è che l’altoparlante del Galaxy è praticamente un punto di appoggio e pertanto a seconda della superficie su cui lo lasciamo può succedere che il suono della suoneria venga attutito non poco. In entrambi i casi la tastiera touch, complici le dimensioni dello schermo, è sufficientemente spaziosa e basta poco per prenderci la mano. Molto positive le impressioni sulla batteria del Samsung Galaxy S III. Lo smartphone è in grado di arrivare tranquillamente a fine giornata con uso “normale” (qualche chiamata, navigazione Web su 3G, social network, e sincronizzazione mail in push background) e oltre. L’Optimus 4X HD ha una batteria con capacità di poco superiore, ma l’impressione che abbiamo avuto è di un consumo lievemente superiore in stand-by, per quanto anche in questo caso si riesce tranquillamente ad arrivare a fine giornata e oltre con una sola carica e un uso standard. Sta di fatto che, viste le premesse (design sottile, schermo ampio e processore potente), entrambi i modelli si comportano molto bene da questo punto di vista, quasi non ci speravamo. video Guarda la nostra videoprova Optimus 4X HD vs. Galaxy S III La FOTOCAMERA: Il Galaxy ci “vede” meglio lascia infatti più rumore nelle immagini, anche in condizioni di luminosità ottima come nei nostri esempi. A livello di utilizzo abbiamo avuto qualche problema in più di messa a fuoco con l’Optimus. Se comunque la resa a livello fotografico per gli usi più comuni alla fine potremmo dire che quasi si equivale, seppure con una lieve preferenza per il Galaxy S III, sul versante video non c’è davvero paragone. Sia il Galaxy che l’Optimus riprendono a una risoluzione massima di 1080p, ma quest’ultimo offre una qualità video davvero scadente e oltretutto afflitta da un fastidioso bug per cui lo smartphone continua a mettere a fuoco durante la ripresa, rendendo il filmato praticamente inguardabile (foto sotto). Ottima al contrario la resa del Galaxy S III per dettaglio e pulizia di immagine, anche se l’impatto dello stabilizzatore è praticamente nullo. CONCLUSIONI: And the winner is... mostra qualche sporadico rallentamento. Niente di eclatante, ma il software dell’LG va forse ancora un po’ ottimizzato. Le differenze più evidenti sono forse a livello di display e fotocamera. Lo schermo del Galaxy è sicuramente molto bello in termini di rapporto di contrasto e brillantezza dei colori, ma l’Optimus 4X HD risulta più definito e con una migliore leggibilità con luce ambientale molto forte. La fotocamera migliore è indubbiamente invece quella del Galaxy S III, specie in modalità video. Concludendo, il Galaxy S III ha dalla sua un design più piacevole, e il tentativo da parte di Samsung di offrire anche un vero e proprio ecosistema con tanti servizi e applicazioni dedicate. Dal canto suo LG con l’Optimus 4X HD ha realizzato un prodotto di prestazioni davvero molto simili ma a un prezzo di listino estremamente più competitivo, tanto più che alcuni dei “difettucci” che abbiamo riscontrato possono essere tranquillamente risolti a livello software. Sintetizzando il Galaxy S III vince per qualità assoluta, ma l’LG Optimus 4X HD per il rapporto qualità/prezzo. n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it TEST / Le foto dello smartphone Nokia a confronto con quelle di una Nikon D5100 e una compatta Sony: risultati davvero buoni p.28 Nokia PureView 808 in prova: 41 MP alla resa dei conti È davvero miracolosa la tecnologia PureView di Nokia? Abbiamo provato Nokia 808, il primo smartphone Symbian con sensore da 41 MP e ottica Zeiss di R. Pezzali P uò uno smartphone sostituire una fotocamera? Da quanto abbiamo visto negli ultimi anni sì, soprattutto le compatte. Ma la nuova tecnologia PureView di Nokia ora ambisce a mettere sullo stesso piano smartphone e reflex, il tutto partendo da un grossissimo sensore da 41 MP. Abbiamo provato il primo smartphone con questa tecnologia, il Pureview 808 basato su Symbian Belle e abbiamo scoperto che grazie a PureView i sogni di Nokia possono avverarsi, perché i risultati fotografici sono davvero buoni. Dopo alcuni scatti di prova siamo riusciti a provare un esemplare definitivo del Nokia 808 PureView, uno smartphone rosso fiammante con il quale abbiamo scattato foto per una settimana intera, provando a fondo la parte fotografica e confrontandola anche con altre fotocamere in nostro possesso, una compatta Sony di fascia alta e una reflex D5100 APS-C. In questa prova non abbiamo dedicato molto spazio alla parte smartphone: il Nokia 808 PureView, infatti, è più una fotocamera che uno smartphone: 599 euro per un terminale Symbian, pur con queste caratteristiche, sono infatti un prezzo non indifferente se consideriamo anche il peso e le dimensioni del prodotto. Nokia aveva bisogno di mostrare le potenzialità della sua tecnologia fotografica e ha scelto il contenitore al momento più facile da usare, Symbian, sistema operativo che conosce benissimo e che offre agli sviluppatori un pieno accesso alle API, permettendo così di integrare al meglio PureView con il resto del sistema. Una cosa questa che, ad esempio, non sarebbe stata possibile con Windows Phone, dove ancora non è possibile abilitare la ripresa a 1080p per i limiti dell’attuale Windows Phone 7.5. Nokia aveva bisogno di ampi margini di manovra e Symbian era l’unica soluzione al momento attuabile. Ben costruito, ma pesante e schermo a bassa risoluzione Come tutti gli smartphone Nokia, anche il PureView 808 è costruito in modo eccellente, con una cura maniacale per i dettagli. Tenendolo in mano si ha la sensazione di un terminale robusto e massiccio, sensazione forse accentuata dal peso elevato del dispositivo, 169 grammi. Se a questo associamo lo spessore di circa 14 mm con la protuberanza nella zona dell’ottica, il quadro è completo: PureView 808 non sembra uno smartphone uscito nel 2012. Anzi, ricorda molti grossi e pesanti smartphone del passato, i primi “cameraphone” con sensore di grandi dimensioni. L’808 non è brutto, ma non è nemmeno “thin & cool” come molti smartphone moderni. Il lato B è quello più importante: la protuberanza nasconde il sensore da 41 MP con il suo obiettivo Carl Zeiss, un flash Xenon e l’altoparlante. Il retro può essere sganciato: all’interno troviamo la batteria removibile da 1400 mAh, l’antenna NFC e sotto la batteria i due slot per micro-SIM e micro-SD. Per lo schermo Nokia ha scelto di appoggiarsi a un AMOLED da 4” protetto da un Gorilla Glass, una scelta saggia trattandosi di un dispositivo votato alle immagini dove la fedeltà nella riproduzione dei colori e la resa sui neri possono fare la differenza. Purtroppo lo schermo ha una risoluzione bassissima: 230.000 pixel, un quarto dei pixel degli schermi HD. Chi è abituato a uno schermo con una elevata densità di pixel non riuscirà ad apprezzare questo schermo da 640x360 pixel, lo stesso del Nokia N8 e di altri terminali dell’azienda. Fa sorridere, poi, la scelta di uno schermo così poco risoluto sullo smartphone con la fotocamera più risoluta al mondo: un vero controsenso. L’unico lato positivo è che si tratta di un OLED RGB e non Pentile… Tornando all’aspetto costruttivo, Nokia ha inserito all’interno del Go- Nokia 808 PureView - 599 EURO Quality Longevity Design 7 6 6 rilla Glass frontale i tre classici tasti di navigazione per Symbian, mentre sul lato ci sono la classica leva di sblocco e i tasti del volume. Non manca il tasto per lo scatto diretto delle foto: è un pulsante a doppio livello di pressione come quello delle normali fotocamere, una scelta indispensabile. Per quanto riguarda la connettività il PureView 808 ha una presa cuffie con microfono, una porta micro USB e un’uscita micro HDMI. Autonomia buona, reattività interfaccia non ottima Spendiamo qualche parola sul PureView 808 come telefono. Il Nokia è mosso da un processore ARM da 1.3 GHz con 512 MB di RAM e 16 GB di storage per applicazioni e foto, anche se viste le dimensioni delle foto è consigliabile dotarsi di una card esterna. L’autonomia è più che buona: con la batteria completamente carica siamo riusciti a tenere lo smartphone acceso anche per più di due giorni con un uso “normale”, tuttavia non appena si Simplicity D-Factor 7 9 Value 6 iniziano a fare foto e video e soprattutto se si usa il flash, l’autonomia cala in modo vertiginoso: volendo si riesce a bruciare una carica in meno di due ore scattando come un “giapponese impazzito”. Abbiamo giocato un po’ anche con Symbian Belle: l’interfaccia a tratti è fluida, ma la reattività non è sempre esemplare, anzi. L’esperienza di navigazione Web, inoltre, con il browser integrato ci fa tornare ai primi tempi di Android dove pinch to zoom e scrolling delle pagine lunghe e pesanti erano un vero inferno. In molti siti (per fortuna non su DDay.it) il browser è addirittura inutilizzabile, con blocchi di qualche secondo prima di ripartire. Nonostante il processore, anche molte applicazioni sono piuttosto lente a caricarsi, non certo quello che ci si aspetta da uno smartphone di questa fascia di prezzo. Qualità di scatto eccellente Della tecnologia PureView abbiamo già ampiamente parlato in questo articolo. L’obiettivo è partire da un sensegue a pag. 29 n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it p.29 TEST Nokia PureView 808 segue da pag. 28 sore con una risoluzione enorme, 41 MP lordi appunto, per poi arrivare a fotografie con una risoluzione minore ma con un elevato livello di dettaglio grazie a tecnologie di downsampling. Ma non solo: sfruttando il sensore si può anche gestire uno zoom digitale senza perdita di definizione applicando la tecnica del crop sull’intero fotogramma. I mezzi tecnici per raggiungere ottime prestazioni il PureView li ha tutti: il sensore da 41 MP ha una dimensione di 1/1.2”, poco più piccolo del nuovo sensore usato sulle mirrorless Nikon, ma più grande di quello usato su tutte le compatte e sugli altri smartphone. L’obiettivo Zeiss, anche se realizzato in plastica, è un piccolo capolavoro. Ha un grandangolo di 28 mm equivalenti e usa un gruppo solo da 5 lenti asferiche a bassissima dispersione. L’ottica f/2.4 ha un range focale che va da 15 cm a infinito e può contare anche su un filtro ND integrato selezionabile da menù. Il Nokia PureView 808 funziona con una applicazione fotocamera realizzata per l’occasione. L’utente ha a disposizione una serie di impostazioni automatiche, diverse scene e diversi filtri con cui giocare, e può intervenire praticamente su tutti i parametri di scatto dalla sensibilità al modo di messa a fuoco e misurazione esposimetrica. La scelta fondamentale da fare però è una: scattare a 38 MP (o 34 MP in formato 16:9) oppure scattare a 8 MP, 5 MP e 2 MP sfruttando le possibilità della tecnologia PureView? Nel primo caso si ottengono file enormi da 7152x5368 pixel con un peso di circa 12 MB, nel secondo caso si ottengono file più snelli. Se si sceglie di scattare con tutto il sensore, ci troviamo davanti una fotocamera a ottica fissa con grandangolo 28 mm mentre se si scatta a 8 MP, possiamo sfruttare anche lo zoom intelligente. Purtroppo non esiste un formato RAW: sarebbe stato bello poter giocare un po’ con Lightroom per vedere dove questo sensore si può spingere. Ma veniamo alle foto: abbiamo scattato qualche fotografia con il PureView 808 e abbiamo anche fatto confronti con una compatta Sony di fascia alta e una reflex Nikon D5100. È proprio con queste fotocamere che vogliamo mostrarvi un confronto diretto: il Nokia non ha la stessa definizione della reflex Nikon, ma mette in luce una resa che è di gran lunga superiore a quella di un qualsiasi altro smartphone o fotocamera compatta. Difficile dire se sia meglio scegliere lo scatto a piena risoluzione o quello con tecnologia PureView: dopo aver fatto un po’ di foto l’utente capirà in quali situa- Sfortunatamente la risoluzione della schermo del Nokia PureView 808 è piuttosto bassa, solo 230.000 pixel. zioni è meglio uno e in quali è meglio invece un altro. Con gli scatti ad alti ISO è preferibile sfruttare il campionamento: l’uso di più pixel abbinati abbatte un po’ il rumore e restituisce un quadro leggermente più pulito. Se invece si scatta in situazione di luce buona, allora è meglio partire dalla foto a 41 MP, che ha una definizione davvero notevole. Per vedere una gallery di scatti fatti con l’808 PureView, clicca qui. Gli originali si possono scaricare dalla pagina di Flickr. Abbiamo, poi, voluto confrontare lo scatto fatto con il PureView con quello della fotocamera Sony HX100 e della Nikon D5100: abbiamo fatto dei crop al 100% per mostrare il dettaglio della fotocamera (per vedere le foto vai qui). Complessivamente, la foto del Nokia sembra essere la migliore, ma la Nikon ha prodotto un jpeg un po’ troppo morbido per le impostazioni di default. La Sony, invece, impasta troppo i dettagli. Abbiamo poi osservato lo stesso dettaglio preso dalla foto a 38 MP: da notare la ricchezza di dettagli, ma il maggior rumore video. PureView non è però solo fotografia, ma anche video: si può, infatti, scegliere di riprendere video a 1080p a diversi framerate, anche 24p, sfruttando lo zoom dinamico del sensore. La qualità di ripresa è più Nokia PureView 808 permette all’utente di scegliere se scattare foto da 38 MP oppure che buona, ma qui il 8, 5 o 2 MP (foto in alto a sinistra). Nokia PureView 808 non fa la differenza: altre videocamere a 1080p o un iPhone 4S mostrano una resa video simile. Nokia 808 bocciato PureView promosso La tecnologia PureView è senza dubbio una tecnologia vincente: nessuno smartphone può competere con una resa simile e anche molte compatte non riescono a dare questa pulizia d’immagine e questo livello di rumore. I problemi sono due: il primo è Symbian, il secondo l’ingombro. Nokia non può pensare di continuare a usare Symbian, deve portare questa tecnologia su Windows Phone convincendo Microsoft ad aprire la blindatissima sezione fotografica del suo sistema operativo (che non permette nemmeno la ripresa a 1080p). E poi c’è l’ingombro: si deve trovare il modo di portare la stessa tecnologia in uno spessore inferiore ai 9 mm, per poter stare in uno smartphone moderno. Per essere un inizio è comunque buono: la qualità c’è, ora mancano solo degli aggiustamenti per rendere il tutto ancora più completo. Nokia deve lavorare sull’interfaccia e sui file, permettendo all’utente di scegliere il livello di compressione ed eventualmente anche di scattare in RAW. Inoltre, mancano una serie completa di filtri di scatto configurabili e altri effetti come la riduzione rumore con il multiscatto e doppie esposizioni per migliorare la dinamica in presenza di forti contrasti di luce. Ma sono tutti accorgimenti software, e il tempo per lavorarci c’è sempre. Il risultato del nostro test è semplice: Nokia 808 bocciato, PureView promosso a pieni voti. E non vediamo l’ora di poter scattare con questa tecnologia su un’altra piattaforma. OLIVE O6HD DISEGNATO PER GLI AUDIOFILI. Olive O6HD Music Server, Hi End digitale senza compromessi Suono Audiophile Display ampio Design innovativo Olive O6HD è la sintesi tra la migliore tecnologia analogica e la più sofisticata ricerca in campo digitale. Il suo sistema di archiviazione, permette di conservare fino a 6.000 CD con la stessa qualità dell'originale, a garanzia di un suono di eccezionale chiarezza e profondità. Olive O6HD ha un display touch screen da ben 10,1" a colori, -il music server con il display più ampio in commercio-; sarà un piacere cercare le tracce o navigare tra le copertine dei vostri album preferiti. Olive O6HD è splendido e unico, ma soprattutto è progettato per la migliore qualità d’ascolto. La struttura in alluminio massiccio riduce drasticamente le risonanze, coadiuvata anche dai supporti speciali che sono un brevetto esclusivo di Olive. www.audiogamma.it n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it TEST / Un TV dal buon rapporto qualità-prezzo: design e prestazioni all’altezza dei poco più di mille euro richiesti per l’acquisto p.31 3D polarizzato secondo Panasonic: TX-L47ET5 in prova 3D polarizzato, Smart TV, DLNA e Wi-Fi integrato: il TX-L47ET5 è una TV full optional per chi non vuole spendere tanto, ma non vuole rinunciare a niente di R. Pezzali S cegliere un TV di fascia alta è semplice: i vari produttori riescono a distinguersi con soluzioni più o meno uniche. Quando però si tratta di scegliere un prodotto di fascia media, ci si scontra con prodotti molto simili: 3D, attivo o polarizzato, Smart TV, Wi-Fi e DLNA sono ormai una costante. In questo panorama abbiamo deciso di provare il TV Panasonic da 47” serie ET5, il modello della gamma Panasonic con pannello 3D polarizzato. Una scelta questa obbligata per chi vuole un TV 3D easy e non affaticante. Design semplice ma curato Panasonic ha una fama eccellente nel mondo dei TV, guadagnata negli anni con ottimi plasma. Nell’ultimo anno, però, ha voluto puntare molto anche sulla gamma LCD LED: con i modelli WT di fascia alta, design eccellente e 3D attivo, e con modelli midrange, alcuni dotati di schermo 3D polarizzato, che piace per la semplicità. Ed è proprio uno di questi televisori che abbiamo voluto provare, il TX-L47ET5, un onesto modello di fascia media con schermo Full HD 3D IPS, Smart Viera, conversione 2D 3D e funzioni multimediali complete. Le linee sono semplici e manca il vetro frontale Edge to Edge presente sui WT50. Anche la base è diversa, più semplice e tradizionale. Semplice, però, non vuol dire poco curato: la scelta dei materiali costruttivi è buona e le finiture sembrano di alto livello. Due le caratteristiche principali: la colorazione della cornice tendente al grigio antracite e il piccolo bordino trasparente che snellisce il TV. Panasonic ha scelto per lo schermo un rivestimento lucido abbastanza riflettente, che funziona anche come filtro per migliorare il contrasto, e bisogna fare attenzione a dove lo si posiziona, perché luci forti alle spalle potrebbero dare qualche spiacevole problema di riflessi. La cornice, così come il TV stesso, sono spessi circa 3-4 cm, misura standard per un TV di questa categoria. Il telecomando è la classica unità di controllo Panasonic: nessuna retroilluminazione e stessa disposizione dei tasti che ci accompagna da qualche anno. Niente di particolare da segnalare: bastano pochi minuti per un feeling immediato. Connessioni complete sezione multimediale buona Con l’economia di scala oggi i produttori realizzano un’unica e sola scheda principale che poi adattano a seconda delle esigenze. Questo rappresenta un grosso vantaggio per i TV di fascia media: sotto il profilo delle connessioni non hanno nulla da invidiare a TV di prezzo maggiore. L’ET5 ha un pannello posteriore completissimo: 4 porte HDMI e 3 porte USB sono una dotazione più che abbondante per ogni esigenza, anche perché il TV supporta dispositivi di input esterni come tastiere e anche videocamere HD (per Skype). Non mancano la presa di rete, l’adattatore Wireless integrato ma esterno e un utile slot per card SDXC per vedere foto e video direttamente da una foto- Panasonic TX-L47ET5 - 1099 EURO Quality Longevity Design 8 7 8 camera o videocamera. Notevole anche la sezione multimediale: il TV dispone di un client DLNA che funziona sia come player sia come renderer per inviare contenuti da smartphone o tablet. La compatibilità è assicurata con tutti i formati audio più diffusi, e nonostante l’interfaccia un po’ spartana è rapido nell’indicizzazione dei contenuti sia su chiavetta sia su server. Discreta la sezione Viera Connect: moltissime applicazioni ma poche quelle davvero utili, tra le quali troviamo Skype, il Browser e la Rovi Media Guide. I giochi, che con il supporto di controller esterni dovevano essere uno dei punti di forza, sono alla fine i classici titoli Gameloft un po’ datati. Semplice l’interfaccia a schermo: l’utente ha a disposizione solo le regolazioni essenziali per tutti i parametri. Meglio così, visto la fascia d’utenza alla quale questo TV si rivolge. Buona qualità di visione Nessuno si aspetta che questo ET5 possa offrire una resa migliore di quella dei plasma Panasonic, ma tutti aspettano la risposta alla domanda più Simplicity D-Factor 9 7 Value 7 ovvia: “Può questo TV giocarsela con i TV LG?”. Chi vuole oggi un TV LED con sistema 3D polarizzato non ha molte scelte: LG in primis poi Panasonic, Toshiba e Philips. Questo Panasonic può essere considerato un parente stretto dei TV LG, essendo basato su un pannello IPS prodotto da LG. La semplicità dei menù non lascia molta scelta: anche in modalità avanzata le opzioni possibili per la regolazione delle immagini non sono molte. La scelta cade principalmente sui due setup Cinema e True Cinema, molto simili tra di loro: noi abbiamo scelto True Cinema come punto di partenza, ma ci abbiamo lavorato un po’. Sicuramente l’ET5 è un TV che colpisce: Panasonic ha infatti dato anche alla modalità cinema una brillantezza e una saturazione cromatica che sembra fatta per attrarre chi ci passa davanti al centro commerciale. Le immagini sono vivaci, luminose e con una buonissima nitidezza, ed è proprio qui che siamo andati a lavorare: via un po’ di saturazione, luminosità un po’ più bassa e qualche aggiustamento alla nitidezza per raggiungere una resa più equilibrata e naturale. segue a pag. 32 n. 52 / 23 luglio 2012 estratto da www.dday.it HIFI & HOME THEATER/ Perfetta per l’ascolto di musica da smartphone o player portatile, è disponibile a 199 euro p.32 Cuffia B&W P3 in prova: prestazioni da diffusore? Abbiamo provato la nuova cuffia Bowers & Wilkins, il modello più accessibile che mantiene comunque le caratteristiche sonore tipiche del costruttore di R. Pezzali I n questi tempi di crisi, essere produttori di una sola tipologia di apparecchi audio può essere pericoloso, anche se ci si chiama Bowers & Wilkins. Da qui l’esigenza di ampliare i propri orizzonti verso apparecchi affini, ma diversi dai soliti diffusori. Ecco allora le fortunate docking station Zeppelin, gli eccellenti diffusori per PC MM1 e le cuffie. Dapprima la top di gamma P5, poi gli auricolari C5 e ora la nuova P3. A guardarla sembra proprio una copia in scala ridotta della P5, con quel design così particolare dei padiglioni e delle articolazioni. Però più leggera nel peso e soprattutto nel prezzo: 199 euro contro i 299 della P5. La filosofia costruttiva non cambia e rimane legata a quella già ampiamente sperimentata sui diffusori, con traduttori esclusivi e studiati nei propri laboratori di ricerca. La finitura è disponibile in colore bianco oppure nero, senza esagerare con la scelta ma proponendo comunque due alternative. Bella e leggera La P3 nasce per ascoltare con la massima qualità la musica archiviata sugli smartphone o sui riproduttori portatili, non per nulla in prima dotazione troviamo il cavo di collegamento con il microfono e i comandi per dispositivi Apple, dal quale variare comodamente il volume. Nella confezione comun- TEST Panasonic TX-L47ET5 segue da pag. 31 Il pannello IPS offre buone prestazioni generali sulle sfumature cromatiche, que c’è anche il cavetto normale che serve come utile ricambio. La sostituzione del cavo, però, non è un gesto semplice e immediato come su altre cuffie: bisogna rimuovere la copertura del padiglione, fissata magneticamente, e infilare il connettore nella presa minijack facendo attenzione a fissare bene il cavo lungo le guide predisposte. L’operazione è da ripetere su entrambi i padiglioni e non è facile come sembra, specie se le dita non sono più che affusolate. Un altro piccolo inconveniente riguarda la custodia per il trasporto, piccola e leggera grazie alla possibilità di ripiegare i padiglioni dentro l’archetto, ma realizzata in una plastica molto economica per la classe del prodotto e con un meccanismo di chiusura a scatto che si trasforma in uno sgradevole “effetto tagliola” sulle dita se non si pone attenzione nella fase di chiusura. Passiamo ora all’ascolto, realizzato con un iPod Touch. Alla prima accensione si nota l’ottima sensibilità della P3, che non necessita di alzare molto il volume e quindi migliora l’autonomia del riproduttore. La cuffia è molto leggera e la pressione sulle orecchie è minima e per nulla fastidiosa; il tessuto leggero che ricopre i padiglioni è una benedizione nelle giornate calde e anche l’isolamento dai rumori esterni è sod- disfacente in ambienti non troppo affollati. Iniziamo con i primi brani e la musica scorre piacevolmente senza cadere in una gamma bassa eccessiva poco utile in una cuffia e con una certa brillantezza sugli acuti, proprio come siamo abituati ad ascoltare con i diffusori B&W. Colpisce proprio la capacità di restituire un suono più da diffusore che da cuffia, cioè un suono aperto e tridimensionale, anziché concentrarlo e ridurlo allo spazio tra le due orecchie. Questione di abitudine forse, ma a noi questa impostazione è piaciuta. Una impostazione che forse va sprecata con brani MP3 troppo compressi, ma che suona ottimamente con i brani archiviati da iTunes. Difetti all’ascolto? Pochi. Della gamma acuta abbiamo detto e alcune voci femminili potrebbero risultare anche stridenti. La gamma bassa, poi, non è fatta per chi frequenta le discoteche, anche i brani dell’ultimo disco di Madonna vengono “addomesticati” a valori tollerabili, ricchi di dinamica ma non rimbombanti come forse intendevano la cantante e il produttore. La P3 è più adatta a un ascoltatore maturo, che conosce il marchio inglese e vuole ritrovarne classe e caratteristiche nell’ascolto in movimento. Rimane il problema del prezzo che non è alla portata di tutti e che lascia il rapporto qualità/prezzo nella zona media della categoria. Impossibile non dire che esistono molte altre cuffie di prestazioni assimilabili di marchi altrettanto prestigiosi a prezzo inferiore. Comunque, merita un ascolto per assaporare la sua particolare impostazione “da diffusore”, questa sì difficile da trovare tra i concorrenti. ma cade su due punti: il primo è l’angolo di visione e il secondo è il nero. L’angolo di visione, da sempre uno dei punti di forza di questa tecnologia, viene questa volta penalizzato dalla presenza del filtro frontale 3D polarizzato che riduce la visibilità con angoli accentuati. Spostandosi di lato cala la luminosità, cala il contrasto e la visione non è così appagante come con un TV IPS tradizionale. Il nero è l’altro punto hot: il TV mostra un buonissimo controllo sul nero quando le luci sono accese e l’ambiente è illuminato, ma se proviamo a oscurare tutta la stanza, il nero dopo qualche secondo di adattamento dell’occhio iniziamo a vederlo come grigio scuro. Si può attivare l’eco mode e la situazione migliora un po’, ma l’immagine perde brillantezza. Nelle scene particolarmente scure, inoltre, si fa un po’ fatica a recuperare i dettagli sulle basse luci: scordatevi di vedere le scene di Avatar con gli stessi dettagli che può risolvere un plasma Viera. Nel complesso, comunque, la resa è più che buona per un TV di fascia media: buon processore, pannello pulito e privo di spurie o clouding e un buonissimo controllo di sfumature e panning. Quel che è certo è che non ci troviamo di fronte a un TV LED che può accontentare un maniaco dell’immagine (e del nero). La resa 3D non offre particolari spunti di discussione: l’immagine gode di buona profondità, il crosstalk è praticamente inesistente e non si avverte alcuna fatica di visione, neppure dopo un film intero. Rispetto ai TV Cinema 3D di LG, si ha una percezione leggermente superiore delle linee di scansione, probabilmente per l’algoritmo di gestione dei fotogrammi. Niente di particolarmente grave: la visione è comunque buona. Dove l’ET5 si difende davvero bene è sulla velocità: pochissime scie e un input lag inferiore ai 30 ms la rendono una buonissima soluzione per giocare. Ascolto da vera B&W