Dalla scuola all`auto, l`intelligenza artificiale sempre più
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Dalla scuola all`auto, l`intelligenza artificiale sempre più
Samsung potrebbe spegnere Galaxy Note 7 con 'kill switch' Sams ung potr ebbe speg nere i suoi Gala xy Note 7 a distanza con il famigerato ‘kill switch’, lo strumento che permette di disattivare del tutto gli smartphone in caso di problematiche gravi. Lo riferisce il sito The Next Web, spiegando che la società sud coreana, dopo il ritiro dal mercato dei dispositivi per problemi di esplosione alla batteria, potrebbe adottare questo sistema per gli smartphone che non verranno restituiti. Secondo Yonhap News e altri media sud coreani, Samsung potrebbe anche rilasciare un aggiornamento software per tutti gli utenti che disattendono il richiamo e continuano a usare il dispositivo. L’aggiornamento limiterebbe la ricarica della batteria, fino al 60%. Intanto a New York, come riportano diversi media online, un bambino di sei anni sarebbe rimasto ferito dall’esplosione della batteria del Galaxy Note 7, mentre stava guardando dei video sul dispositivo. E’ stato portato in ospedale e medicato per alcune bruciature. Dopo l’intervento della Commissione per la sicurezza dei consumatori Usa e l’Ente di aviazione americana sull’uso dei dispositivi, nei giorni scorsi Samsung si è di nuovo appellata ai clienti per la restituzione dei Galaxy Note 7, invitandoli nel frattempo a non usarli. Leggi l’articolo completo su Enti Aviazione Usa e Ue, non usare Galaxy Note 7 in aereo Seco ndo la Fede ral Avia tion Admi nist rati on stat unitense e ‘Easa, l’agenzia europea per la sicurezza aerea, il Galaxy Note 7 rappresenta un pericolo perchè può incendiarsi e per questo non va usato sugli aerei durante il volo e non deve essere inserito nei bagagli stivati a bordo dell’aereo. L’agenzia federale Usa per l’aviazione è stata la prima ad emettere ieri sera un comunicato, abbastanza inusuale, invitando i passeggeri a “non usare e non ricaricare in volo” questi smartphone, che Samsung sta già ritirando dal mercato per sostituirli, dopo una serie di incidenti con le batterie che hanno preso fuoco o sono esplose. Comunicato al quale ha fatto eco quello dell’ente europeo questo pomeriggio. Nel frattempo, però, il titolo Samsung ha subito un pesantissimo tonfo nella borsa Usa,bruciando 10 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Leggi l’articolo completo su Arriva Playstation 4, più 'slim' e meno cara Arri va la nuov a Play Stat ion 4, molt o più sottile ed economica della precedente versione. Sostituirà l’esistente modello e costerà 300 dollari. Mentre la versione Pro andrà in vendita il prossimo 10 novembre a 399 dollari. Sulle due nuove console della PS4 – ha spiegato la Sony – funzioneranno gli stessi dischi e gli stessi download, anche se le due piattaforme avranno per alcuni aspetti differenti caratteristiche si potranno attivare differentemente. Quella presentata dalla Sony a New York è dunque la risposta alla versione più sottile della Xbox One di Microsoft. Leggi l’articolo completo su Apple iPhone 7 senza jack audio e resistente all'acqua L’iP hone 7 non avrà ness un jack per le cuffie, come anticipato dai ‘rumors’, ma solo il connettore Lightening che il responsabile del marketing di Apple, Phil Schiller, ha ricordato essere stato progettato primariamente per le connessioni audio e “nel mondo ci sono già 900 milioni di connettori” di questo tipo. Con il nuovo iPhone saranno incluse cuffiette con il nuovo connettore e un adattatore gratuito per chi voglia continuare a usare quelli tradizionali con il jack audio. Ma Apple punta soprattutto sul wireless con il nuovo processore W1 inserito nel nuovo melafonino, e introduce gli ‘AirPods’, le cuffiette wireless. ”Crediamo in un futuro wireless” e le cuffiette sono un passo in questa direzione, afferma Apple. Gli osservatori ritengono la decisione di Apple di rimuovere il tradizionale jack audio per le cuffie ‘coraggiosa’. Una decisione che consente ad Apple di aver più spazio a disposizione. E Schiller ha confermato “è il coraggio di andare avanti e fare qualcosa di nuovo e migliore per tutti”, abbandonando uno standard che ormai ha quasi un secolo di vita. Il vero annuncio della serata è proprio quello degli AirPods, le cuffie senza fili della Mela, auricolari Bluetooth, la carica dura per 5 ore di ascolto continuato mentre la custodia che fa anche da batteria la estende a 24 ore. Saranno disponibili a un prezzo di 179 euro su Apple.com e presso gli Apple Store a partire da fine ottobre. L’iPhone 7 sara’ resistente all’acqua e alla polvere, secondo gli standard IP67. La fotocamera è doppia – spiega il vicepresidente Phil Schiller – è completamente ridisegnata, con il 50% in più di luce nelle foto e nei video”. Avrà la funzione self-focus, stabilizzatore ottico, true-tone flash, camera posteriore da 12Mp, frontale da 7 Mp, un “repertorio di funzioni vicine ad un apparacchio per fotografi professionisti”. Leggi l’articolo completo su Il nuovo Apple Watch sarà più sottile L’Ap ple Watc h di seco nda gene razi one sarà simi le nel design al modello attuale ma più sottile, grazie a una tecnologia chiamata “One Glass Solution” (Ogs) che consente di ridurre lo spessore del display. L’indiscrezione, lanciata dall’asiatico Digitimes, è solo l’ultima che circola sul nuovo smartwatch di Apple, la cui presentazione è attesa a settembre insieme a quella dei nuovi iPhone. In base alle voci in circolazione, il prossimo Apple Watch potrebbe montare una fotocamera per fare selfie e soprattutto videochiamate con FaceTime. Il Gps integrato consentirebbe all’orologio di essere più funzionale nel monitoraggio dell’attività fisica, mentre la connettività cellulare lo renderebbe più autonomo dall’iPhone. Leggi l’articolo completo su Cybercrime, 91% infrastrutture critiche è vulnerabile Nel mond o ci sono oltr e 13mi la infr astr uttu re critiche connesse a Internet, e il 91% presenta vulnerabilità che possono essere sfruttate da cybercriminali per accedere da remoto. Gli Stati Uniti e l’Europa sono le aree maggiormente in pericolo. Lo dice una indagine di Kaspersky Lab, a pochi giorni dall’approvazione dell’Ue della direttiva sulla protezione delle infrastrutture critiche in Europa. Per infrastrutture critiche (Ics) si intendono i nodi nevralgici dei nostri paesi: trasporti, petrolio e gas, governi, istituzioni finanziarie e mediche, quasi tutte appartenenti a grandi istituzioni. Ci sono stati già esempi nel corso degli ultimi anni: un attacco hacker alla società ucrainache fornisce energia tramite il malware BlackEnergy, ad un’acciaieria in Germania e all’aeroporto di Varsavia. Leggi l’articolo completo su Malware, Italia è la seconda più colpita in Ue Aume ntan o le mina cce info rmat iche che pren dono di mira utenti privati e aziendali di computer e dispositivi mobili. Il mese scorso, stando agli esperti di Check Point Software Technologies, le varianti di software malevolo (malware) attive a livello mondiale hanno segnato un +15% a quota 2.300. Tra i paesi più minacciati c’è l’Italia, seconda classificata in Europa e trentesima a livello mondiale. Le minacce più significative, forse non a caso, rispecchiano due grandi passioni degli italiani: gli smartphone e i social. A mettere a rischio gli utenti c’è infatti Conficker, un malware scoperto nel lontano 2008 che prende di mira chi visita i siti di Facebook e Skype, ma anche dei fornitori di posta elettronica come Gmail e Yahoo Mail, su computer Windows. Sul fronte dei dispositivi mobili il pericolo si chiama invece Hummingbad: attacca gli smartphone Android per impossessarsene. In base all’indice delle minacce stilato da Check Point, a maggio Conficker è stato responsabile del 14% degli attacchi riconosciuti a livello globale. Al secondo posto, con il 9% e in crescita, c’è la minaccia bancaria rappresentata da Tinba, un ‘trojan’ e cioè un malware che si nasconde dentro un programma innocuo, proprio come un cavallo di Troia. Tinba, spiegano gli esperti, attacca i correntisti, con una particolare predilezione per quelli italiani e polacchi. Al terzo posto, sempre con il 9% ma in calo, si piazza il virus Sality che infetta le piattaforme Windows. Leggi l’articolo completo su Suicidi Silicon Valley, arrivano esperti Un grup po di espe rti dei Cent ri per il cont rollo delle malattie (Cdc) americano e’ arrivato in California per indagare su una serie di suicidi avvenuti negli ultimi sette anni tra i teenager nella ricca citta’ universitaria di Palo Alto, sede dell’ateneo di Stanford, nonche’ della Silicon Valley, nella contea californiana di Santa Clara. Palo Alto ha circa 64mila abitanti. Tra il 2009 e 2010 dodici ragazzi di Palo Alto si sono tolti la vita, e altri otto tra il 2014 e 2015. Dal 2010 al 2014 una media di 20 minorenni e giovani l’anno e’ morta di suicidio nell’intera contea di Santa Clara. Da qui la decisione, insolita, degli ufficiali della contea di invitare i Cdc per fare uno studio epidemiologico sul problema dei suicidi tra ragazzi, come segnala il San Jose Mercury News. Il gruppo di esperti, composto da membri dei Cdc e del Servizio Usa sull’abuso di sostanze e salute mentale, ha trascorso tre mesi lavorando con il Dipartimento di salute pubblica della Contea per raccogliere dati sui suicidi, tentativi e comportamenti suicidari nei giovani della contea di Santa Clara. Leggi l’articolo completo su Geolocalizzazione, mercato da 10 miliardi di dollari Dall a gest ione dell a mobi lità citt adin a al tran sito delle navi nei porti, dal monitoraggio dell’inquinamento alla mappa del rischio sismico: aumentano le richieste per i servizi di geolocalizzazione, tanto che questi sistemi genereranno per il 2015 un giro d’affari da 10,6 miliardi di dollari. Il dato è emerso durante la Conferenza Esri Italia 2015 che ha riunito oggi a Roma circa 1500 esperti del territorio. “Siamo di fronte ad un costante aumento della richiesta di ‘geolocalizzazione’ e analisi spaziale in tutti i campi – spiega in una nota Bruno Ratti, presidente di Esri Italia -. “I Sistemi informativi geografici (GIS) stanno introducendo la geografia in tutte le nostre azioni e l’approccio geospaziale sta cambiando il modo in cui affrontiamo le cose nel privato, nella nostra organizzazione, nel modo di leggere e contestualizzare gli eventi a livello planetario”. (…) Leggi l’articolo su Ansa La tecnologia che ci spia Tra un’a rma da offe sa e una da dife sa, la differenza coincide spesso con l’uso che se ne fa. Il banale principio si applica anche alle più sofisticate tecnologie: software e strumenti pensati per la sicurezza, o per migliorare la nostra vita, si possono tradurre in pericoli per la privacy o, peggio, per la libertà. Chi frequenta la Rete regala molte informazioni su di sé, più o meno consapevolmente, ma esistono tecnologie che passano con disinvoltura al “nemico”. E quel che è peggio è che siamo talvolta noi stessi a metterle a disposizione. Si è molto parlato dello scandalo che ha coinvolto la National Security Agency negli Usa, una forma di spionaggio a tappeto con la implicita complicità dei grandi protagonisti della Rete, da Google a Microsoft, da Apple a Facebook. Ma sono sempre di più gli esperti che ci avvertono che Il Grande Fratello, previsto nel romanzo di Orwell, “1984”, non è il governo: siamo noi. I nostri peggiori amici Sono molti gli esempi, più o meno vicini, praticati temporaneamente all’estero o già visibili nelle case italiane. È improbabile, per esempio, che abbiate sentito parlare di iDair e del suo dispositivo airPrint, in grado di eseguire la scansione e identificare le impronte digitali da quasi 20 metri di distanza. Inutile dire che l’esercito americano è il cliente più interessato al prodotto, ma il mercato è libero. Non si parla di un bazooka, ma di un oggetto grande come una piccola torcia elettrica. In un’azienda un datore di lavoro può acquisire e stampare le impronte di tutti i dipendenti, e magari di qualche candidato e perfino di clienti, senza dare nell’occhio. Può darsi che non sia la prima preoccupazione di un capo del personale e di un imprenditore, oggi e in Italia più che mai. Forse sarebbero più tentati dalla possibilità di spiare i dipendenti e gli spyware usati dai criminali informatici possono trasformarsi in mezzi di controllo del lavoro. In America si registra il caso della Food and Drug Administration, che avrebbe installato Spector360, creato per combattere il furto di proprietà intellettuale e le violazioni dei dati, ma utilizzabile anche per intercettare la digitazione sulla tastiera di un gruppo di scienziati della FDA, in particolare email spedite alle autorità su dispositivi medici ritenuti pericolosi. Gli scienziati sono attualmente in causa e anche altre due agenzie governative, la TSA e la Federal Maritime Commission, sono indagate per il monitoraggio dei dipendenti. Mutatis mutandis, è di questi giorni la notizia che le società telefoniche, Ericsson e Wind, potranno sfruttare i dati di localizzazione geografica rilevati da una app attiva sugli smartphone dei loro dipendenti, con benedizione del Garante “purché i gruppi adottino adeguate cautele a protezione della loro vita privata. Il “nemico” sul cellulare Abbiamo scrittoche le app usate sui cellulari per scambiare file e messaggi (la più famosa: WhatsApp) soffrono quasi tutte di lacune per la privacy. Delle 39 esaminate nel rapporto “Secure Messaging Scorecard ”, solamente sei hanno passato il test a punteggio pieno, guarda caso le meno note al grande pubblico (ChatSecure, CryptoCat, Signal/Redphone, Silent Phone, Silent Text e TextSecure). WhatsApp, strumento di massa, è stata chiamata a rispondere di questi limiti da diverse autorità per la privacy, in Europa e in Italia . Anche il servizio di cloud di DropBox, che accoglie foto, documenti e informazioni di milioni di persone nel mondo, è stato messo sotto accusa da Ewdard Snowden, già noto per avere aperto il vaso di pandora dello spionaggio digitale della Nsa e oggi in esilio forzato. Secondo Snowden, l’uso di DropBox mette a serio rischio la nostra vita privata e l’azienda sarebbe ostile a politiche di garanzia da questo punto di vista. Se la spia non abita sul palmo della nostra mano, magari è in casa, su un elettrodomestico che da tempo sostituisce il focolare casalingo. Ebbene sì, un consulente IT in Inghilterra, Jason Huntley è stato tradito perfino dal televisore. Quando la sua Smart TV LG ha iniziato a mostrare pubblicità stranamente connesse ai programmi appena visti, ha usato il suo computer portatile per monitorare il traffico wireless tra TV e ricevitore Wi-Fi, e avrebbe scoperto che ogni spettacolo e ogni tasto premuto sul suo telecomando erano inviati in Corea del Sud, nel centro di “comando” della LG. Sui telecomandi, oggi, si possono anche digitare pin personali e, caso più che mai raro (per ora) dati di carta di credito. Dati che potrebbero essere intercettati da male intenzionati. Se in casa vi sentite relativamente sicuri, la “spia” digitale è forse sotto casa, o in metropolitana. In alcune stazioni della metro di San Francisco sono attive telecamere prodotte dalla BRS Labs , specializzata in sistemi di riconoscimento comportamentali. Che significa? L’azienda dei trasporti installerà 288 telecamere, capaci di analizzare 150 cittadini per volta. Un database e un software collegati permettono di distinguere gesti “normali” da comportamenti strani, classificati come sospetti e segnalati al servizio di guardia per prevenire reati e vandalismi. Chi abbia visitato le strade di San Francisco sa quanto l’aggettivo “normale” non sia tra i più utilizzabili… Nulla di simile c’è nelle nostre strade, o quasi. Giusto un anno fa la città di Varese vinse allo Smau nella categoria Smart City con un esperimento di sicurezza urbana che ha qualche vaga affinità con quello di san Francisco. Si tratta di videocamere di controllo che consentono ai cittadini di parlare con le autorità via Bluetooth, ma anche, in via sperimentale, di un’app che registra e segnala rumori sospetti: vetri infranti, spari, grida scomposte. La sicurezza è un bene condivisibile, soprattutto in alcune zone delle nostre città, ma sapere che i controlli della polizia potrebbero, oggi o domani, dipendere dal fatto che ho uno strano atteggiamento o parlo a voce troppo alta, un po’ di inquietudine la dà. Prospettive perfino più preoccupanti possono suggerire i cosiddetti Scanner molecolari, con un raggio d’azione che copre fino a 164 metri di distanza. La società Genia Photonics produce un laser scanner che sarebbe in grado di “penetrare abbigliamento e molti altri materiali organici e produrre informazioni spettroscopiche, in particolare di materiali con impatto sulla sicurezza, come gli esplosivi e sostanze farmacologiche”. Come negarne la triste utilità in tempi in cui donne e bambini si fanno esplodere, complicando e talvolta annullando l’efficacia di perquisizioni e posti di blocco? Genia afferma addirittura di poter identificare cellule tumorali singole in una scansione in tempo reale o di rilevare tracce di sostanze chimiche nocive nei processi produttivi. Il che renderebbe più sicuri i lavoratori di aziende che manipolano prodotti pericolosi. Tutto bene, dunque. Chissà: il Department of Homeland Security e qualunque autorità metta le mani su questa tecnologia potranno cercare tracce di droghe o esplosivi sui vostri vestiti, ma anche cambiamenti nella vostra biochimica. Per esempio, troppa adrenalina è sospetta, e se soffrite d’ansia (e certo con questo articolo abbiamo un po’ contribuito), in qualche aeroporto internazionale questo potrebbe bastare a fare scattare un controllo di polizia. Magari innocuo, probabilmente non gradevole. Di allarmi, in questi giorni, se ne sono sentiti fin troppi, e non vogliamo esagerare. Si tratta di scenari parzialmente lontani, ma certo la tecnologia ha accorciato molto i tempi tra quello che sembra possibile e ciò che si realizza concretamente. Il fatto è che le immagini rubate sotto un lampione o in una stazione metropolitana, le voci registrate, le scansioni, le impronte digitali, i dati che lasciamo volontariamente in Rete sono un rebus di facile soluzione per alcuni software già attivi. La Palantir Technologies si è fatta notare con la lotta alle frodi su PayPal, per poi farsi arruolare da FBI, CIA e altri organi di sicurezza. Tra i suoi consulenti si trovano l’ex segretario di Stato Condoleezza Rice e l’ex direttore della CIA George Tenet. Oggi, Palantir identifica parti correlate di informazioni in decine o centinaia di database e mette tutto insieme in un amen. Per i truffatori la vita è più difficile e la leggenda vuole che ci sia lo zampino del software nella caccia a Osama Bin Laden, ma in questo reticolo di bit ci sono anche pezzi consistenti della nostra vita: transazioni con carte di credito, prenotazione di biglietti, eccessi di velocità e molto altro. Il volume enorme di dati dentro cui si nasconde tutto ciò costituisce una cortina di fumo sempre più leggera. E gli scandali più recenti hanno dimostrato che non sono solo i cittadini americani sotto la lente. La sicurezza, non da oggi, chiede un prezzo. Resta da capire quanto sarà alto per la nostra privacy, concetto in declino e forse da molti archiviato accanto alle macchine per scrivere e i gettoni per telefonare.