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Diadori P., "E' tutto per today": traduzione di testi mistilingui fra doppiaggio e sottotitoli, in
Anckaert P., Hoppe E. (cur.), Italianissime. Mélanges offerts à Michael Bastiaensen, Editions du
Céfal, Liège 2004, pp. 59-77
"E' TUTTO PER TODAY": TRADUZIONE DI TESTI MISTILINGUI FRA DOPPIAGGIO
E SOTTOTITOLI
Pierangela Diadori
Professore Associato, Università per Stranieri di Siena
Il
doppiaggio dei film stranieri in italiano rappresenta un campo di ricerca in cui si stanno
intensificando gli studi di sociolinguistica, traduttologia e glottodidatticai: dalle questioni relative a
questa varietà di trasmesso ampiamente presente nel repertorio linguistico dell'Italia
contemporanea, ai problemi di adattamento e traduzione dei dialoghi originali, all'uso dei sottotitoli
e del doppiaggio nella didattica della lingua straniera.
Le ragioni di questo fatto sono evidenti: 1) per la sociolinguistica, l'interesse per la lingua del
doppiaggio è determinato dalla rilevanza che questa ha nella fruizione televisiva e cinematografica
dei film esteri da parte del pubblico italiano (basti pensare alla circolazione di calchi dall'inglese, di
anglicismi e di uno stile discorsivo più lineare e paratattico); 2) nel campo della traduzione, il
doppiaggio rappresenta uno dei settori della traduzione multimediale e si è andato rafforzando negli
anni, data la grande esperienza dei doppiatori italianiii, dato il crescere dell'offerta di film e
programmi televisivi provenienti dall'estero, e data la riluttanza del pubblico italiano ad adattarsi
(come la maggioranza degli altri popoli non anglofoni) a film e programmi audiovisivi in versione
originale con sottotitoli nella propria lingua; 3) per chi si occupa di didattica della lingua, infine,
l'interesse per le versioni in italiano di film stranieri, o la visione di film nella lingua di
apprendimento sottotitolati nella stessa lingua è emerso recentemente, soprattutto in seguito alla
diffusione del DVD che permette facilmente di selezionare le diverse versioni del film, abbinandole
a sottotitoli nella stessa lingua (captions) o in una lingua diversa (subtitles).iii
Le problematiche legate alla comunicazione audiovisiva si intrecciano, dunque, con quelle della
trasposizione linguistica e culturale e quelle della ricezione da parte del pubblico (di madrelingua e
non), creando un reticolo di questioni prettamente interdisciplinari.
In questo contributo verrà presa in esame una scena del film "Un tè con Mussolini" (realizzato nel
1999 per la regia di Franco Zeffirelli)iv, confrontando le versioni doppiate (italiana e inglese) con gli
adattamenti scritti dei sottotitoli in queste due lingua, con l'intenzione di mostrare varie strategie
traduttive applicate a un caso problematico di testo mistilingue.v
La sequenza che viene presa in esame corrisponde infatti ai primi tre minuti circa di dialogo
all'inizio della seconda scena intitolata "Il padre di Luca / Luca's father": si tratta di una sequenza
isolabile dal resto del film, ambientata nello studio di Guarnieri, ricco commerciante di tessuti,
mentre sta dettando una lettera, mezza in italiano e mezza in inglese, alla anziana segretaria inglese,
Miss Wallace, molto affezionata al piccolo Luca, di cui si è occupata fino al suo ingresso
nell'orfanotrofio. La sequenza è caratterizzata da un alterco fra la segretaria e Guarnirei, che
reagisce al rimprovero di non occuparsi del figlio per paura della reazione della moglie legittima.
L'ingresso nella stanza del bambino (che nella versione originale saluta il padre con un impeccabile
"Good morning") mette fine alla discussione (cfr. in appendice, la trascrizione del sonoro inglese e
italiano e dei sottotitoli inglesi e italiani).
1.1. Il confronto fra le versioni sonore (in inglese e in italiano) e i rispettivi sottotitoli.
Gottlieb (1992), elenca dieci principali strategie traduttive utilizzate per passare dal dialogo della
sceneggiatura al testo per i sottotitoli:
1. espansione (expansion): aggiunta di spiegazioni;
2. parafrasi (paraphrase): cambiamento di qualche elemento della frase, necessario nel
passaggio dalla lingua di partenza alla lingua obiettivo;
3. trasposizione (transfer): traduzione letterale;
4. imitazione (imitation): riproduzione di alcuni tratti della lingua di partenza
5. trascrizione (transcription): tentativo di riprodurre suoni che sono insoliti per entrambe le
lingue, come le voci di animali;
6. slittamento (dislocation): uso di mezzi linguistici diversi per mantenere lo stesso effetto;
7. restrizione (condensation): riassunto del testo originale, senza perdite di significato;
8. riduzione (decimation): eliminazione di una parte del testo originale contenente significati
non essenziali;
9. cancellazione (deletion): eliminazione totale di una parte di testo con perdita di significati;
10. rinuncia (resignation): soluzione che non soddisfa le esigenze linguistiche o semantiche del
testo di partenza.
Si tratta di una griglia che è possibile applicare all'analisi di qualsiasi tipo di traduzione:
analizzando la traduzione in sottotitoli in inglese del film in italiano di Nanni Moretti "Caro Diario",
Taylor (1998: 221) osserva, per esempio, che i traduttori si sono serviti nel 25% dei casi delle
strategie 7-8-9 (restrizione, riduzione e cancellazione) e che nel restante 65% hanno usato la
trasposizione. Nel nostro lavoro procederemo analizzando, in base alle stesse strategie traduttive, i
sottotitoli italiani e inglesi della scena di "Un tè con Mussolini" (sia fra loro, sia con le rispettive
versioni sonore).
2.1.1. Il confronto fra la versione sonora in italiano e i sottotitoli in italianovi
Non sempre il testo scritto in sovrimpressione nella stessa lingua del sonoro riporta le precise parole
usate nelle battute. Si suppone che chi utilizza i sottotitoli lo faccia perché non può sentire il sonoro
in quanto non udente, o perché non le capisce in quanto straniero. Più che riportare fedelmente
quanto dicono gli attori, quindi, sarà necessario che i sottotitoli corrispondano esattamente alle
immagini che compaiono sullo schermo, e per fare questo si ricorre generalmente a drastiche
strategie di sintesi e compressione del messaggio. Spesso il traduttore-adattatore restringe il testo
sonoro di partenza in modo da riassumere nei sottotitoli i soli nuclei informativi fondamentali:
15. (B) Certo che ne sono responsabile, io pago per mantenerlo, eh! E pago anche voi perché lo aiutiate a
diventare un vero gentleman che parlerà inglese anche meglio di me. Cos’altro dovrei fare?
15. (B-1) Lo so, infatti lo mantengo e pago voi perché ne facciate un gentiluomo. Che altro dovrei fare?
La cancellazione di alcune parti della frase. seppur giustificata da ragioni di sinteticità, provoca
talvolta una perdita di espressività (es.: 24. (B) Siete sì o no suo padre? / 24. (B-1) Siete suo
padre?). In altri casi l'eliminazione di una parte del discorso è ancora più drastica e determina la
perdita di significati non marginali:
26. (B) Allora convincete vostra moglie. Dopotutto una creatura a cui badare non potrà farle che bene.
26. (B-1) Allora chiedete a vostra moglie di occuparsi di lui.
Nella sequenza che abbiamo analizzato, i sottotitoli in italiano mantengono in qualche caso
l'originale mescolanza di codici della versione sonora, inserendo fra parentesi, prima della battuta, il
riferimento alla lingua in cui viene contemporaneamente pronunciata:
2. (B)
Dear Sir.
2. (B-1) (in inglese) Caro signore.
6 (B) Yours Sincerely.
6. (B-1) (in inglese) Sinceramente vostro.
33. (B) : Good morning.
33. (B1) (in inglese) Buongiorno.
Più spesso, nel caso di un sonoro multilingue (cfr. Diadori, 2003), i sottotitoli rendono solo il senso
in italiano: la parafrasi, in questo caso, appiattisce il testo togliendo la connotazione originale
conferita dalla mescolanza di codici che tradisce l'ammirazione di Guarnieri per la cultura inglese:
3. (B) I am in grande gratitudine for the massive and importante expedition di seta e di lana fine which will
bring lacrime alegre agli occhi di molte beautiful signore Florentine.
3. (B-1) Le sono molto grato per l’importante spedizione di seta e di lana fine. Queste stoffe faranno piangere
di felicità molte belle signore fiorentine.
5. (B)
Vi prego di accettare, Sir, i miei più sincerissimi compliments and sincerissimi good wishes.
6 (B)
E' tutto per today.
5 (B-1) Vi prego di accettare i miei più sinceri complimenti.
6 (B-1) E’ tutto per oggi.
2.1.2. Il confronto fra la versione sonora in inglese e i sottotitoli in inglese
Anche i sottotitoli inglesi tendono a riassumere il contenuto della battuta pronunciata
contemporaneamente, eliminando quanto sia ritenuto superfluo, anche se, nel migliore dei casi,
questo comporta una perdita di espressività, come nel caso seguente:
34. (A) Miss Wallace, in England such behaviour is perhaps possible but in Italy, believe me, this is the end of the world,
the end of the world!
34. (A-1) Miss Wallace in England these things are possible. Not in Italy!
Raramente i sottotitoli sono più espliciti (e corposi) della battuta corrispondente:
28. (A) there are not illegitimate children in this world, only illegitimate parents.
28. (A-1) there are no bastard children! Those who bring them into the world are illegitimate!
Nei casi di code-mixing e code-switching presenti nel sonoro originale, la traduzione per i sottotitoli
inglesi opta per una soluzione appiattita sull'inglese, fornendo quindi una parafrasi dell'originale di
cui perde totalmente la connotazione legata all'alternanza delle due linguevii (righe 1, 5, 34) o
eliminando perfino delle parti di discorso (r. 29) :
1. (A) Caro signor Keegan, most respected and famoso mercante di Manchester…
1. (A-1) Dear Mr Keegan, most respected and famous merchant in Manchester.
5. (A) Please accept, signore, my most humble compliments and sincerissimi good wishes.
5. (A-1) I beg of you to accept my sincerest compliments and very good wishes.
34 (A) Che è impazzita? Ma come si permette? O Dio bono! You bring the child here. The wife can arrive any
moment. (To Luca) Tu sta’ bono, tu sta’ bono lì eh!
34 (A-1) Have you gone mad? How dare you? You brought the boy here! My wife could walk in! (To Luca)
You stay there.
29. (A) Parole, parloni! (To himself) Ma povera scema! Ti Immagini!
29. (A-1) Words!
In un altro caso l'originale inglese aveva inserito una battuta in vernacolo fiorentino (Ma il che la
dice?= What are you saying?) che non solo scompare nei sottotitoli, ma viene anche tradotta molto
liberamente (You feel like playing games today!), con una espressione più vicina alle traduzioni
italiane usate nella versione doppiata e sottotitolata (Avete proprio voglia di scherzare / Avete
voglia di scherzare):
27. (A) Ma il che la dice? Can you imagine that my wife accepts a bastard? (to himself) Now I have my wife…
27. (A-1) You feel like playing games today! My wife would never accept a bastard in the house!
La lunghezza maggiore di una espressione nei sottotitoli rispetto al sonoro (come nella battuta 27:
You feel like playing games today / Ma il che la dice?) viene compensata dalla cancellazione di una
parte del testo al centro della battuta (can you immagine that) e alla fine (Now I have my wife).
E' probabile che i sottotitoli inglesi siano stati scritti avendo presenti anche le versioni italiane del
film, come dimostra, ancor più dell'esempio precedente, il caso della parola "home" del sonoro
inglese che nei sottotitoli diventa "family" (e "famiglia" compare infatti, giustamente, nelle versioni
italiane, data la diversa accezione che avrebbe "casa" in questo contesto). Certo è che l'ascolto del
sonoro inglese "home" e la lettura della parola "family" scritta in sovrimpressione sullo schermo
lasciano sconcertato lo spettatore che comprende il sonoro, e spingono a pensare che si sia operato
qui traducendo da un copione italiano piuttosto che trascrivendo (e adattando) il sonoro:
16-17 (A) Give him a home. / A home?
16-17 (A-1) Give him a family. / A family?
2.1.3. Il confronto fra sottotitoli italiani e inglesi
Per verificare questa ipotesi, la battuta 18 risulta particolarmente illuminante. Vediamola nelle
quattro versioni a nostra disposizione:
18. (A) The child will run away again. I’m sure of it. He’s convinced his mother will come back soon.
18. (A-1) Yes, otherwise he’ll run off again. Luca is convinced his mother will return.
18. (B) Certo! O scapperà di nuovo. Ci potete scommettere. Luca è convinto che sua madre ritornerà.
18. (B-1) Certo, altrimenti scapperà di nuovo. Luca è convinto che sua madre ritornerà.
Anche se sostanzialmente il significato non cambia nelle quattro versioni, le battute dei sottotitoli
(A1 e B1) risultano delle esatte trasposizioni (come dimostra l'uso di yes / certo; return / ritornerà;
otherwise /altrimenti), mentre il corrispondente sonoro italiano (B) usa o al posto del più esplicito
altrimenti, e la versione inglese (A) si discosta notevolmente dai sottotitoli nella stessa lingua per la
posizione delle parole nella frase (… I'm sure of it / yes …) e per la scelta delle parole (run away /
run off; come back / return): quello che sembra guidare l'autore dei sottotitoli è un principio di
economia di mezzi, infatti tutte le soluzioni utilizzate sono rappresentate da sinonimi più brevi (yes,
run off, return).
La corrispondenza fra sottotitoli italiani e inglesi è ancora più chiara dall'analisi comparata della
battuta 19 (in cui l'imperativo di cortesia del sonoro, espresso con due diverse modalità espressive
della domanda retorica in inglese e in italiano è sostituito da un imperativo nei sottotitoli,
sicuramente più breve ma non molto adeguato al registro comunicativo che userebbe una segretaria
che si rivolge al proprio datore di lavoro) e nelle battute 11 e 13:
19 (A) Why don’t you take him with you then?
19. (A-1) Take him with you.
19. (B) Non potreste prendervelo voi?
19. (B-1) Prendetevelo voi!
11. (A) My son? He is at the orphans’ school.
11.(A-1) He’s at the orphanage.
11. (B) Mio figlio? E’ all’orfanotrofio. Perché?
11 (B-1) E' all'orfanatrofio.
13. (A) That’s the orphanage business.
13. (A-1) So what?
13. (B) Sono affari dell'orfanatrofio.
13. (B-1) Allora?
1.2. Il confronto fra la versione sonora in inglese e il doppiaggio in italiano.
Il doppiaggio del sonoro di un film in un'altra lingua è un procedimento complesso che passa
attraverso l'intervento di molte persone con diverse competenze. La traduzione della sceneggiatura è
solo il primo passo, realizzato dal dialogista-adattatore, di una trasformazione che deve tener conto
delle caratteristiche linguistiche e culturali del testo di partenza e soprattutto del pubblico a cui si
rivolge la versione doppiata del film. La sceneggiatura del film "Un tè con Mussolini" è firmata da
Franco Zeffirelli e John Mortimer: sarebbe interessante sapere se i due autori hanno lavorato
parallelamente o se i dialoghi italiani hanno preceduto la versione nell'altra lingua. Quello che è
certo è che le riprese sono state fatte con gli attori che recitavano in inglese (anche gli italiani),
come appare chiaro dai movimenti labiali.
Un fenomeno che compare due volte nella sequenza presa in esame riguarda la riduzione di
battute nel sonoro inglese (e nei relativi sottotitoli) rispetto al dialogo italiano. Nel primo caso
(battute n. 22-24) manca un commento sottovoce di Guarnieri (battuta 23) che reagisce
negativamente all'invito della segretaria a prendere in casa il figlio illegittimo (Ma sìì…, allora…) :
A
AUDIO INGLESE
22/24. W.: No, no, no, no. You
must take him with you into
your family. You are his father.
B
AUDIO ITALIANO
22. W.: No, no, no, no.
22/24. W.: No, you must
take him home with you and Dovete prendervelo a casa con
give him a family. Are you voi e dargli una famiglia.
A-1
SOTTOTITOLI INGLESI
his father?
23. G.:
Ma sìì…, allora…
B-1
SOTTOTITOLI ITALIANI
22. W.: No, dovete
prenderlo a casa con voi e
dargli una famiglia.
23. G.: Ma…
24. W.: Siete sì o no suo
24. W.: Siete suo padre?
padre?
Nel secondo caso (battute 29-33) la versione sonora italiana mette in sovrapposizione le battute 30 e
32 della signorina Wallace e quelle di Guarnieri (29 e 31), con cinque turni di parola, mentre il
sonoro inglese ne ha solo treviii:
A
SONORO INGLESE
29. G.: Parole, parloni! (To
himself) Ma povera scema! Ti
Immagini!
30/32. W.: (To Luca) Say good
morning to your father.
A-1
SOTTOTITOLI INGLESI
29. G.: Words!
B
SONORO ITALIANO
29. G.: Eh, parole, paroloni!
30/33. W.: (to Luca) Come. 30. W.: Vieni!
Say hello to your father.
33. Luca: Good morning.
31. G.: (sottovoce) Ma
povera scema! Ma te lo
immagini…
B-1
SOTTOTITOLI ITALIANI
29. G.: Parole!
30/32. W.: Vieni. Saluta tuo
padre.
33. Luca: (in
Buongiorno.
inglese)
32. W.: (a Luca) Vieni, su,
avanti, saluta tuo padre.
33. Luca: Good morning.
Tradurre una sceneggiatura per la versione doppiata del film implica, come abbiamo detto, un
adattamento linguistico e culturale che si realizza attraverso una serie di strategie, molte delle quali
rispecchiano quanto abbiamo già osservato per la realizzazione dei sottotitoli. Sapino (2000: 200213) cita quelle più importanti:
1. spostamento (si usano espressioni più colorite di quelle originali, allo scopo di caratterizzare
meglio il personaggio, talvolta con variazioni semantiche che variano l'intensità del testo di
partenza)
2. aggiunta (inserimento di parti di testo assenti nell'originale, specialmente quando il
personaggio è fuori campo, cioè nei momenti in cui sono meno presenti le esigenze di
sincronizzazione labiale)
3. chiarificazione (si spiegano espressioni che, rimandando a contesti e situazioni della nazione
da cui proviene il film, possono causare difficoltà di comprensione)
4. cancellazione (si eliminano parole e espressioni che rimandano alla cultura di origine del
film, se si teme che queste possano risultare estranee allo spettatore)
La ricerca di Sapino sul doppiaggio in italiano del film "Portrait of a lady" (1996)ix osserva un caso
di code-switching e code-mixing (inglese/francese) che nell'originale era inserito per connotare un
ambiente alto-borghese in cui la conoscenza del francese costituiva un elemento di distinzione e di
prestigio, così come in "Un tè con Mussolini" l'uso di parole e frasi in inglese rappresentava un
tratto distintivo dell'alta società fiorentina negli anni precedenti alla seconda guerra mondialex. La
soluzione degli ad attori-traduttori italiani di "Ritratto di signora" nell'adattamento dei brani bilingui
è quella dell'italianizzazione dei termini francesi , soluzione che l'autrice giudica "sicuramente
discutibile" (Sapino, 2000: 206)xi. La strategia usata in "Un tè con Mussolini" è diversa: qui si
sceglie di fornire due versioni speculari: un italiano frammisto di parole e frasi in inglese, nella
versione italiana (più verosimile), un inglese frammisto di parole e espressioni italiane nella
versione inglesexii (poco verosimile, ma efficace nel suo insieme, in quanto portatrice di esotismi
che rendono, per un pubblico inglese, l'impasto peculiare di quella lingua "mescidata" che doveva
essere l'anglo-fiorentino di certi ambienti della Firenze borghese degli anni Trenta:
A
SONORO INGLESE
1.Signor Guarnieri: Caro signor Keegan, most respected and
famoso mercante di Manchester…
2. Miss Wallace: Dear Sir.
3. G.: I am in grande gratitudine for the massive and importante
bundle of silk which will bring lacrime alegre to the eyes of
molte bellissime signore Florentine.
4. W.: Thank you for the consignment to fabric, it is up to
your usual standard.
5. G.:
Please accept, signore, my most humble compliments
and sincerissimi good wishes.
6. W.: Your Sincerely .
7. G.:
Ah, Miss Wallace, that’s all for today.
B
SONORO ITALIANO
1. Signor Guarnieri: Caro signor Keegan, most respected and
famoso mercante di Manchester.
2.Miss Wallace: Dear Sir.
3. G.:
I am in grande gratitudine for the massive and
importante expedition di seta e di lana fine which will bring
lacrime alegre agli occhi di molte beautiful signore Florentine.
4. W.: I vostri tessuti sono sempre di grande qualità.
5. G.:
Vi prego di accettare, Sir, i miei più sincerissimi
compliments and sincerissimi good wishes.
6. W.: Yours Sincerely.
7. G.:
Brava Miss Wallace, è tutto per today.
L'inserimento di parole e frasi in italiano e qualche volta anche in vernacolo fiorentino (Ma il che la
dice?) è un espediente che emerge anche altrove nel testo inglese, ma non sempre si riflette nella
versione italiana, attenta a giustificare l'uso di vocaboli inglesi per ragioni non solo di connotazione
ambientale ma piuttosto funzionali al contesto comunicativo, come abbiamo visto nella lettera
dettata da Guarnirei (mezza in italiano e mezza in inglese) alla segretaria, per aiutarla
nell'elaborazione della versione inglese destinata a un corrispondente in Inghilterra, o nel brano
seguente, nel saluto pronunciato dal bambino in inglese per mostrare al padre i suoi progressi:
A
SONORO INGLESE
27. G.: Ma il che la dice? Can you imagine that my wife
accepts a bastard? (to himself) Now I have my wife…
28. W.: Signor Guarnieri, there are not illegitimate children in
this world, only illegitimate parents.
B
SONORO ITALIANO
27. G.: Ah, ah! Ma avete proprio voglia di scherzare oggi! Ma
ve lo immaginate mia moglie che si prende un bastardo in casa,
mia moglie?
28. W.: Signor Guarnieri, cercate di capire che non esistono
29. G.: Parole, parloni! (To himself) Ma povera scema! Ti
Immagini!
30/32. W.: (To Luca) Say good morning to your father.
33. Luca: Good morning.
34. G.: Che è impazzita? Ma come si permette? O Dio bono!
You bring the child here. The wife can arrive any moment. (To
Luca) Tu sta’ bono, tu sta’ bono lì eh! Miss Wallace, in England
such behaviour is perhaps possible but in Italy, believe me, this is
the end of the world, the end of the world
bambini bastardi. Illegittimo è che li ha messi al mondo.
29. G.: Eh, parole, paroloni!
30. W.: Vieni!
31. G.: (sottovoce) Ma povera scema! Ma te lo immagini…
32. W.: (a Luca) Vieni, su, avanti, saluta tuo padre.
33. Luca: Good morning.
34. G.: Ma sei impazzita? Ma come vi permettete? O Dio bono,
portare il ragazzino qui con mia moglie che può arrivare da un
momento all’altro? Madonna… (a Luca) Tu sta’ bono eh, sta’
bono lì eh! Miss Wallace, in Inghilterra, in Inghilterra saranno
possibili cose del genere ma qui in Italia credetemi, è la fine del
mondo, la fine del mondo!
La caratterizzazione del personaggio, che nella versione inglese è affidata all'inserimento di parole e
frasi italiane e alla pronuncia italiana dell'attore, nella versione italiana risulta piuttosto, in
quest'ultimo scambio di battute, dall'uso di espressioni del vernacolo fiorentino, purtroppo non
perfettamente riuscite in bocca ad un attore romano (O Dio bono… Madonna… Tu sta' bono eh, sta'
bono lì eh)
Uno dei punti di crisi della traduzione nel contatto fra inglese e italiano riguarda gli allocutivi (cfr.
Pavesi, 2000): sappiamo bene che l'inglese you può coprire più registri dell'italiano contemporaneo
e si può quindi tradurre, secondo il contesto e i reciproci ruoli degli interlocutori, con tu o Lei se ci
si rivolge a una persona sola a indicare rapporto formale o informale, con voi se ci si rivolge a più
persone, in caso di rapporto sia formale che informale. Nel periodo storico rappresentato nel film
"Un tè con Mussolini" la scelta del Voi come allocutivo di cortesia indica l'adesione del parlante ai
dettami del regime fascista (che imponeva di non usare il Lei). Questi riferimenti storico-culturali
mancano (perché intraducibili) nei dialoghi inglesi, come si nota in numerosi scambi di battute fra
la segretaria e Guarnirei (vostro figlio /your son; lo avete messo al mondo voi/you brought him into
the world ecc.). xiii
Rispetto ai traduttori letterari, i responsabili dell'adattamento dei dialoghi sono ulteriormente
vincolati dal sincronismo labiale e espressivo (inteso come la relazione fra la battuta doppiata e la
mimica dell'attore sullo schermo), dallo scarto sonoro tra lingue anglosassoni e lingue neolatine e
dallo scarto metrico delle parole di diversa lunghezza (Heiss/Bollettieri Bosinelli, 1996: 411). La
difficoltà di rendere più "corposo" un testo per rispettare la lunghezza della battuta originale in
rapporto alla sincronizzazione si può notare quando le aggiunte sembrano dettate proprio da
questioni di lunghezza delle battute (e sembrano interessare più il testo italiano di quello inglese,
confermando l'ipotesi che la sceneggiatura originale fosse appunto in inglese):
30/32. W.: (To Luca) Say good morning to your father.
32. W.: (a Luca) Vieni, su, avanti, saluta tuo padre.
11. (A) My son? He is at the orphans’ school.
11. (B) Mio figlio? E’ all’orfanotrofio. Perché?
Inoltre, nei momenti di pathos presenti nella sequenza, il dialogo in entrambe le lingue assume una
maggiore espressività, ottenuta nel testo inglese con l'inserimento di parole e frasi italiane (quasi a
tradire il trasporto e l'emotività che il personaggio trasferisce al proprio modo di esprimersi), nel
testo italiano con l'inserimento di tratti più regionali e espressioni idiomatiche e colorite (es.: è un
bel po' che ci penso; siete sì o no suo padre?; Lo sono eccome!; vieni, su, avanti, saluta tuo padre!;
portare il ragazzino qui!):
A
SONORO INGLESE
21. G.: I have been thinking about it for some time.
22/24. W.: No, no, no, no. You must take him with you into your
family. You are his father.
25. G.: Of course I’m his father.
30/32. W.: (To Luca) Say good morning to your father.
34. G.: Che è impazzita? Ma come si permette? O Dio bono!
You bring the child here.
B
SONORO ITALIANO
21. G.: Ma perché no? E’ un bel po’ che ci penso.
22. W.: No, no, no, no. Dovete prendervelo a casa con voi e
dargli una famiglia.
23. G.: Ma sìì…, allora…
24. W.: Siete sì o no suo padre?
25. G.: Lo sono, eh! Lo sono eccome!
32. W.: (a Luca) Vieni, su, avanti, saluta tuo padre.
34. G.: Ma sei impazzita? Ma come vi permettete? O Dio bono,
portare il ragazzino qui.
1.3. Conclusioni.
Nella sequenza presa in esame, i sottotitoli italiani e inglesi si differenziano soprattutto per il
trattamento riservato alle parti bilingui (italiano-inglese) del sonoro che solo nella versione italiana
mantengono un riferimento al fenomeno inserendo fra parentesi la glossa "in inglese". I sottotitoli
italiani sono più fedeli al sonoro corrispondente, mentre quelli inglesi sembrano tradotti tenendo
sott'occhio quelli italiani, tanta è la vicinanza fra le due versioni (abbiamo ricordato il caso di home
presente nel sonoro inglese, e del corrispondente family delle altre tre versioni, illegitimate del
sonoro inglese e bastard nelle battute corrispondenti dei sottotitoli e del sonoro italiano).
Nel confronto fra sottotitoli e relative versioni sonore ognuna delle due lingue ricorre a quasi tutte le
strategie di adattamento ai sottotitoli individuate da Gottlieb, con una netta preponderanza per
quelle di restrizione, riduzione e cancellazione. Rispetto a quanto notato da Taylor per la traduzione
in sottotitoli inglesi di "Caro diario" (Taylor, 1998: 221), in cui più del 65% era rappresentato da
una trasposizione letterale, qui lo è solo il 35% circa delle battute, senza nette differenze fra i
sottotitoli inglesi e quelli italianixiv.
Il dialogo recitato in inglese è caratterizzato dalla pronuncia britannica della signorina Wallace e
dalla pronuncia italiana (mista a frasi e parole italiane) di Paolo Guarnirei, che impersona il ricco
commerciante di stoffe che conosce un po' di inglese sia per i contatti commerciali con la Gran
Bretagna, sia per la sua ammirazione per la cultura inglese, rappresentata dalla comunità britannica
di Firenze. Nella versione italiana, questo effetto viene reso, in misura minore, con l'inserimento di
parole inglesi nel dialogo.
L'uso del Voi per rivolgersi in maniera cortese ad un interlocutore, rispecchia le scelte favorite dal
dirigismo linguistico di epoca fascista e caratterizza ulteriormente, nella versione italiana, i
protagonisti, come persone fedeli al regime: questo tratto si perde totalmente nella versione inglese.
Infine, è da rilevare che la versione italiana è ricca di espressioni più colorite e espressive rispetto a
quella inglese, rappresentando meglio un parlato che, pur nato nello scritto del copione sceneggiato,
vuole imitare gli usi della lingua dell'oralità, quel parlato-recitato di cui parla il famoso saggio di
Nencioni (1983).
Come si può constatare, dunque, le quattro versioni, che mettono in relazioni elementi di tipo
contrastivo fra italiano e inglese e elementi testuali legati al diverso canale comunicativo (scritto o
recitato) e alle diverse modalità di codificazione (sceneggiatura scritta o traduzione), sono ben lungi
dal rappresentare quattro versioni corrispondenti e tanto meno equivalenti: chi traduce per il
doppiaggio e per i sottotitoli può essere pienamente definito un mediatore linguistico-culturale, che
deve adattare la propria traduzione soprattutto in funzione del pubblico e delle modalità di fruizione
a cui è destinata.
Bibliografia.
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SAPINO, Paola (2000), "The portrait of a Lady (1908) di Henry James e la trasposizione
cinematografica (1996) di Jane Campion: testo letterario, testo filmico e doppiaggio", in
PELLEGATTA/ SAPINO, pp. 131-225.
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TAYLOR, Christopher (1998), Language to language. A practical and theoretical guide for
Italian/English translators, Cambridge, Cambridge University Press (cap. 1.3.1. "Film dubbing",
pp. 211-219; cap. 1.3.2. "Subtitling", pp. 219-225).
APPENDICE
"Un tè con Mussolini" Scena n. 2: IL PADRE DI LUCA. Durata totale della sequenza iniziale trascritta: 2’ 40’’
Personaggi: Miss Wallace – Joan Plowright; Signor Guarnieri – Massimo Ghini; Luca – Charlie Lucas
A-1
A
SOTTOTITOLI INGLESI
SONORO INGLESE
1.Signor Guarnieri:
1.Signor Guarnieri:
Caro signor Keegan, most
Dear Mr Keegan, most
respected and famoso mercante respected and famous
di Manchester…
B-1
B
SOTTOTITOLI ITALIANI
SONORO ITALIANO
1. Signor Guarnieri:
1.Signor Guarnieri:
Caro signor Keegan, most
Caro Signor Keegan,
respected and famoso mercante rispettato e famoso
di Manchester.
2. Miss Wallace:
2.Miss Wallace: Dear Sir.
merchant in Manchester.
Dear Sir.
3. G.: I am in grande
gratitudine for the massive and
importante bundle of silk
which will bring lacrime alegre
to the eyes of molte bellissime
signore Florentine.
4. W.: Thank you for the
consignment to fabric, it is up
to your usual standard.
5. G.:
Please accept,
signore, my most humble
compliments and sincerissimi
good wishes.
6. W.:
Your Sincerely .
7. G.:
Ah, Miss Wallace,
that’s all for today.
8. W.:
No it isn’t.
9. G.:
What?
10. W.: Your son.
11. G.: My son? He is at the
orphans’ school.
12. W.: No, he isn’t. He's run
away to find his mother.
13. G.: That’s the orphanage
business.
2. Miss Wallace: Dear Sir.
3.G.: I am very grateful for
the important delivery of
silk and fine wool. These
materials will make many
Florentine ladies cry with
happiness.
4. W.: Your material is
always of excellent quality.
5. G.: I beg of you to
accept my sincerest
compliments and very good
wishes.
4. W.: I vostri tessuti sono
sempre di grande qualità.
5. G.:
Vi prego di accettare, Sir, i
miei più sincerissimi
compliments and sincerissimi
good wishes.
6. W.:
Yours Sincerely.
7. G.:
Brava Miss Wallace,
That’s not all.
8. W.:
Non è tutto.
What else is there?
9. G.:
Che altro c’è?
Yours Sincerely.
7. G.:
That’s all for today. è tutto per today.
8. W.:
9. G.:
10. W.: Your son.
11. G.: He’s at the
orphanage.
12. W.: He’s not any more,
he’s run away. He wants to
go to his mother.
So what?
14. W.: You are his father,
the responsibility is yours.
15. G.: I know and I keep
him and pay you to help
make him into a gentleman.
What else should I do?
16. W.: Give him a home.
16. W.: Give him a family.
17. G.:
17. G.: A family?
A home?
3. G.:
I am in grande
gratitudine for the massive and
importante expedition di seta e
di lana fine which will bring
lacrime alegre agli occhi di
molte beautiful signore
Florentine.
6. W.:
14. W.: You brought him into 13. G.:
the world. You are responsible
for…
15. G.: Of course I’m
responsible. I pay for his
education and still pay you to
turn him into a perfect British
gentleman who’ll speak better
English than mine. But what
can I do?
mercante di Manchester.
18. W.: Yes, otherwise
18. W.: The child will run
away again. I’m sure of it. He’s he’ll run off again. Luca is
convinced his mother will
convinced his mother will
come back soon.
10. W.: Vostro figlio.
11. G.: Mio figlio? E’
all’orfanotrofio. Perché?
12. W.: Perché non c’è più.
E’ scappato. Dice che vuole
andare dalla mamma.
13. G.: Sono affari
dell’orfanotrofio.
14. W.: Lo avete messo al
mondo voi. La responsabilità è
vostra.
2. Miss Wallace:
(in inglese) Caro signore.
3. G.: Le sono molto
grato per l’importante
spedizione di seta e di lana
fine. Queste stoffe faranno
piangere di felicità molte
belle signore fiorentine.
4. W.: I vostri tessuti sono
sempre di grande qualità.
5. G.: Vi prego di
accettare i miei più sinceri
complimenti.
6. W.: (in inglese)
Sinceramente vostro.
7. G.:
E’ tutto per oggi.
8. W.:
Non è tutto.
9. G.:
Che altro c’è?
10. W.: Vostro figlio.
11. G.: E’ all’orfanotrofio.
12. W.: Non c’è più, è
scappato. Vuole andare
dalla madre.
13. G.: Allora?
14. W.: Siete il padre, la
responsabilità è vostra.
15. G.: Certo che ne sono
responsabile, io pago per
mantenerlo, eh! E pago anche
voi perché lo aiutiate a
diventare un vero gentleman
che parlerà inglese anche
meglio di me. Cos’altro dovrei
fare?
15. G.: Lo so, infatti lo
mantengo e pago voi perché
ne facciate un gentiluomo.
Che altro dovrei fare?
16. W.: Dargli una famiglia.
17. G.: Famiglia?
17. G.:
18. W.: Certo, altrimenti
scapperà di nuovo. Luca è
Famiglia?
18. W.: Certo! O scapperà di
16. W.: Dargli una
famiglia.
19. G.: Why don’t you take
him with you then?
20. W.: What?
nuovo. Ci potete scommettere.
Luca è convinto che sua madre
19. G.: Take him with you. ritornerà.
return.
20. W.: What?
19. G.: Non potreste
prendervelo voi?
21. G.: I have been thinking
about it for some time. He likes
20. W.: Cosa?
you, he’s happy with you Miss 21. G.: Why not? I’ve been
thinking about it for some
Wallace.
21. G.: Ma perché no? E’ un
bel po’ che ci penso. Voi gli
time. You’re very fond of
22/24. W.: No, no, no, no. You him and he would be happy. volete bene e lui sarebbe
must take him with you into
felicissimo.
your family. You are his father. 22/24. W.: No, you must
22. W.: No, no, no, no.
take him home with you and Dovete prendervelo a casa con
25. G.: Of course I’m his
give him a family. Are you voi e dargli una famiglia.
father.
his father?
26. W.: You have to try to
persuade your wife. It might do 25. G.: Of course.
her good to have a child to look
after.
26. W.: Then tell your wife
27. G.: Ma il che la dice?
Can you imagine that my wife
accepts a bastard? (to himself)
Now I have my wife…
28. W.: Signor Guarnieri,
there are not illegitimate
children in this world, only
illegitimate parents.
to take care of him.
27. G.: You feel like
playing games today! My
wife would never accept a
bastard in the house!
23. G.:
Ma sìì…, allora…
24. W.: Siete sì o no suo
padre?
25. G.: Lo sono, eh! Lo sono
eccome!
26. W.: Allora convincete
vostra moglie. Dopotutto una
creatura a cui badare non potrà
farle che bene.
convinto che sua madre
ritornerà.
19. G.:Prendetevelo voi!
20. W.: Che cosa?
21. G.: Perché no? Ci
penso da molto tempo. Gli
volete bene e lui sarebbe
felice.
22. W.: No, dovete
prenderlo a casa con voi e
dargli una famiglia.
23. G.: Ma…
24. W.: Siete suo padre?
25. G.: Certo.
26. W.: Allora chiedete a
vostra moglie di occuparsi
di lui.
27. G.: Oggi avete voglia
28. W.: Mr Guarnieri, there
di scherzare! Mia moglie
27. G.: Ah, ah! Ma avete
are no bastard children!
non accetterà mai un
Those who bring them into proprio voglia di scherzare
bastardo in casa.
29. G.: Parole, parloni! (To the world are illegitimate!
oggi! Ma ve lo immaginate mia
himself) Ma povera scema! Ti
moglie che si prende un
28. W.: Signor Guarnieri,
Immagini!
bastardo in casa, mia moglie?
29. G.: Words!
non esistono bambini
bastardi! Illegittimo è chi li
30/32. W.: (To Luca) Say good
28. W.: Signor Guarnieri,
30/33.
W.:
(to
Luca)
Come.
ha
messi al mondo!
morning to your father.
cercate di capire che non
Say hello to your father.
esistono bambini bastardi.
33. Luca: Good morning.
Illegittimo è che li ha messi al
29. G.: Parole!
mondo.
34. G.:
34. G.: Che è impazzita? Ma Have you gone mad? How
30/32. W.: Vieni. Saluta tuo
come si permette? O Dio bono! dare you? You brought the
29. G.: Eh, parole, paroloni! padre.
You bring the child here. The
boy here! My wife could
wife can arrive any moment.
30. W.: Vieni!
33. Luca: (in inglese)
(To Luca) Tu sta’ bono, tu sta’ walk in! (To Luca) You stay
there. Miss Wallace in
Buongiorno.
bono lì eh! Miss Wallace, in
31. G.: (sottovoce) Ma
England
these
things
are
England such behaviour is
povera scema! Ma te lo
possible. Not in Italy!
34. G.: Siete impazzita?
perhaps possible but in Italy,
immagini…
believe me, this is the end of
Come vi permettete? Avete
the world, the end of the world!
32. W.: (a Luca) Vieni, su,
portato il ragazzino qui!
avanti, saluta tuo padre.
Potrebbe venire mia moglie.
(a Luca) Tu stai buono lì.
33. Luca: Good morning.
Miss Wallace, in Inghilterra
queste
cose sono possibili.
34. G.: Ma sei impazzita? Ma
In
Italia
no!
come vi permettete? O Dio
bono, portare il ragazzino qui
con mia moglie che può
arrivare da un momento
all’altro? Madonna… (a Luca)
Tu sta’ bono eh, sta’ bono lì eh!
Miss Wallace, in Inghilterra, in
Inghilterra saranno possibili
cose del genere ma qui in Italia
credetemi, è la fine del mondo,
la fine del mondo!
i
Uno dei primi saggi sul doppiaggio (Maraschio, 1982) fu pubblicato negli atti di un convegno promosso
dall’Accademia della Crusca, decretandone l’ingresso fra le varietà dell’italiano “tendenziale”. Sulla sociolinguistica
del doppiaggio cfr. Pavesi (1994); Brincat (1998). Sulla lingua del cinema italiano, Raffaelli (1994). Sul doppiaggio
come genere traduttivo cfr. Baccolini et al. (1994); Heiss/Bollettieri Bosinelli (1996); Taylor (1998: 211-219) e i
Quaderni di Doppiaggio relativi al Premio di doppiaggio che si tiene annualmente a Finale Ligure (Savona):
<http://vociombra.superava.it>: Giordano et al. (1998), Anselmi et al. (1999), Pellegatta/Sapino (2000). Sui sottotitoli
cfr. Gottlieb (1992); Kovacic (1996); Taylor (1998: 219-225). Sull'uso del doppiaggio e dei sottotitoli nella
glottodidattica cfr. Taylor (1996), Heiss (2000). Sulla traduzione dei testi mistilingui per il cinema, cfr. Diadori (2003).
ii
Non bisogna dimenticare che il doppiaggio in Italia risale alle stesse origini del cinema, negli anni Trenta, quando il
regime fascista impediva la circolazione dei film in lingua originale.
iii
Con la tecnica di videoregistrazione in DVD (Digital Versatile Disc) è oggi possibile selezionare non solo la
dimensione sonora di due versioni filmiche, ma anche gli adattamenti scritti per i sottotitoli (in versione originale e
tradotta): l'impiego dei film in DVD nei laboratori linguistici multimediali e nelle stazioni per l'autoapprendimento apre
dunque nuove possibilità in ambito glottodidattico.
iv
Il film è una coproduzione italo-inglese (Medusa Film –Cattleya-Cineritmo di Roma / Film and General Productions
di Londra). La sceneggiatura è firmata da John Mortimer e Franco Zeffirelli. Così il commento di Lietta Tornabuoni
pubblicato su La Stampa del 29.3.1999: "Nel suo film (…) Franco Zeffirelli mescola tra realtà e immaginazione
elementi autobiografici d'infanzia e d'adolescenza fiorentine, una imprecisa storia d'Italia 1935-1945, la vicenda della
colonia inglese di Firenze. All'inizio del Novecento e anche prima, gli inglesi (detti "gli anglobeceri" o "The
Florentines"), sedotti dalla grande arte italiana, dalle bellezze della città e della campagna, avevano scelto la Toscana
come patria, casa e fonte d'ispirazione letteraria (…) e non immaginavano di poter essere considerati una comunità
nemica, espropriata, imprigionata o espulsa quando nel 1940 l'Italia entrò nella seconda guerra mondiale dalla parte dei
tedeschi. Protagoniste del film, raccontate da un ragazzino orfano di madre e figlio naturale d'un uomo sposato, sono
cinque non giovani signore inglesi e americane, un poco ridicole ma viste come emblemi di civiltà, di cultura, di buone
maniere e di sentimenti generosi, in contrapposizione ai fascisti brutali, ignoranti, bugiardi, ladri."
v
La versione originale del film è stata girata in inglese e successivamente doppiata in italiano (come risulta evidente dai
movimenti labiali degli attori) e in inglese recita anche Massimo Ghini, l'attore italiano che impersona Paolo Guarnieri,
padre naturale del protagonista. La versione originale è caratterizzata da più varietà linguistiche: l'inglese americano di
Cher, l'inglese britannico del piccolo Luca, di Joan Plowright e delle altre attrici inglesi, l'inglese con accento italiano di
Massimo Ghini, spesso interrotto da parole o frasi in italiano. Nella versione italiana le varietà si riducono all'italiano
standard di tutti gli attori anglofoni (una scelta forte, che elimina il contrasto anche linguistico fra Cher e le attrici
britanniche), l'italiano con qualche tratto di pronuncia romano (come il raddoppiamento della consonante intervocalica)
che tradisce la provenienza geografica di Massimo Ghini (nonostante il suo sforzo di inserire anche qualche tratto
fiorentino, per esigenze di copione), e il suo inglese con pronuncia italiana, nelle parole o frasi in inglese con cui
"condisce" qua e là il suo discorso.
vi
Le citazioni saranno precedute da un numero (corrispondente al numero della battuta: cfr. § 5) e da una lettera fra
parentesi, corrispondente alla versione sonora originale in inglese (A), i sottotitoli in inglese (A-1), la versione sonora
doppiata in italiano (B), i sottotitoli in italiano (B-1).
vii
Paolo Guarnirei, in questo caso, si dimostra tale ammiratore della cultura e della lingua inglese da inserire parole
inglesi in italiano: la versione sonora in inglese inverte come abbiamo visto le due componenti
viii
I sottotitoli italiani eliminano il commento sottovoce di Guarnirei (battuta 31 del sonoro italiani) e i sottotitoli inglesi
eliminano la risposta del ragazzo (battuta 33).
ix
Il film, diretto da Jane Campion, costituisce la trasposizione filmica del romanzo omonimo di Henry Miller (1908).
x
Così si spiega anche il desiderio di Guarnieri di dare al figlio, seppur illegittimo, un'educazione da perfetto gentleman,
senz'altro migliore della sua.
xi
Il direttore del doppiaggio di "Ritratto di signora" ha giustificato la riduzione dei termini francesi nei dialoghi italiani
con lo scopo di "ristabilire fra le due lingue una proporzione equivalente a quella riscontrabile nel romanzo": questo fa
capire l'accuratezza di un'operazione che deve tener conto, in questo caso, non solo della sceneggiatura del film, ma
anche delle versioni in inglese e in italiano del romanzo da cui è ispirato.
xii
Nelle nostre trascrizioni le parole in lingua diversa dalla lingua del doppiaggio sono inserite in corsivo.
xiii
Altrove la signorina Wallace usa il tu in italiano quando si rivolge al bambino (vieni avanti, saluta tuo padre /say
goodmorning to your father), mentre Guarnirei (battuta 34), in una reazione irata e incontrollata, reagisce alle parole
della segretaria esordendo con il tu ma prosegue immediatamente dopo con il Voi (Ma sei impazzita? Ma come vi
permettete?).
xiv
Le trasposizioni letterali sono concentrate nella prima parte della sequenza e riguardano soprattutto le battute brevi
della scena in cui Guarnirei detta la lettera alla segretaria, finché questa interviene rimproverandolo per il suo
atteggiamento verso il figlio (le n. 1-2-3-5-6-8-10-16-17-20-22/24-28-30/33 dei sottotitoli inglesi; le n. 1-2-3-4-5-6-8-9-
10-16-22-33 dei sottotitoli italiani). Dal momento della reazione di Guarnirei il dialogo di entrambi si fa più animato e
le battute più lunghe, tanto da richiedere degli interventi di riduzione.