La Sardegna snobba le bandiere blu

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La Sardegna snobba le bandiere blu
giovedì 13 maggio 2010
L’UNIONE SARDA
CRONACHE DELLA SARDEGNA
OLBIA
Redazione:
Corso Umberto, 150
Tel. 0789.22707
17
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Turismo. Le polemiche dopo l’assegnazione del riconoscimento solo per tre spiagge, a La Maddalena e Santa Teresa
La Sardegna snobba le bandiere blu
Due Comuni l’hanno ottenuta, solo cinque le domande
Solo due spiagge
con bandiera blu
ma ben tredici
porti: i Comuni
sardi non presentano domanda alla Fee, i gestori
degli scali sì.
che gestiscono i porti e
non i Comuni.
I SINDACI. La Rena Bianca è bandiera blu da 24
anni e il sindaco di Santa
Teresa, Piero Bardanzellu, ne va fiero. «Ha ragione l’assessore quando dice che la Sardegna meriterebbe ben più bandiere
blu», spiega: «Ma la responsabilità non è certamente della Fee. I Comuni sardi evidentemente,
La Sardegna snobba la per una legittima scelta,
bandiera blu. E non vice- non presentano la loro
versa come parrebbe a candidatura. Occorre prescorrere la lista delle parare un nutrito dossier
spiagge premiate, capeg- con tutta la documentagiata da regioni leader del zione e poi attendere la
turismo balneare, Liguria visita degli ispettori. Non
e Toscana in testa. La re- basta la bellezza del maaltà è che solo cinque Co- re che è fuori discussiomuni sardi hanno pre- ne, occorre attivarsi per
sentato la loro domanda la certificazione». Ma la
alla Fee (Foundation for bandiera blu serve? «A
Environmental educa- mio parere sì. Magari i tution), organizzazione in- risti italiani non ci fanno
ternazionale fondata nel troppo caso ma gli stra1981 in Danimarca. Uno nieri sono molto attenti e
è stato scartato per docu- consapevoli». La Costa
mentazione insufficiente, Smeralda non ha bandiedue perchè non avevano re blu e neppure le ha
chieste.
«Le
tutti i requisiti
valutazioni richiesti. Gli
IL CASO
spiega il sindaaltri due, Sanco di Arzacheta Teresa GalFanalino
na - sono date
lura e La Maddi coda
per un certo tidalena hanno
ottenuto
la per le spiagge, po di servizi
che per le nobandiera che
terza per gli stre spiagge,
sventolerà anche quest’anscali turistici: quasi tutte calette, non vanno sulle spiagge di Rena premiati quasi no bene. La
Bianca, Punta tutti gli approdi Costa Smeralda è la Costa
Tegge e Spalgalluresi
Smeralda e a
matore. L’esinoi la bandiera
guo numero
blu ce l’ha data
ha suscitato le
ire degli assessori regio- Madre Natura. E la gente.
nali al Turismo Sebastia- Non ci interessa lo stesso
no Sannittu e all’Ambien- riconoscimento che hante Giuliano Uras che han- no spiagge della riviera
no espresso «stupore ma Adriatica con un mare
anche disincanto verso che non ha niente a che
un’iniziativa che ogni an- vedere col nostro».
no si ripete con un copioL’AREA MARINA. In dine già scritto» e della saccordo con questa poquale disconoscono «l’au- sizione il direttore deltorevolezza e la scientifi- l’Area Marina protetta di
cità delle scelte in quanto Tavolara Capo Coda Canon basata su criteri og- vallo che racchiude spiaggettivi».
ge senz’altro meritevoli di
I PORTI. Il dato interesbandiera blu come La
sante, e in controtenden- Cinta di San Teodoro. «Un
za, però è quello che ri- turismo moderno e all’alguarda gli approdi turisti- tezza dei tempi trae un sici. Ben 13 porticcioli, di curo vantaggio dalle cercui undici galluresi, han- tificazioni di qualità che
no ottenuto la bandiera in determinati mercati
blu. Da Santa Teresa a viene apprezzata e accrePorto Ottiolu, passando sce il valore del territoper Porto Cervo e Porto rio», spiega Augusto NaRotondo, ci sono quasi vone: «Cullarsi sulla contutti e fanno guadagnare vinzione che il nostro maalla Sardegna il terzo po- re sia il migliore e che
sto a livello nazionale. La questo oggi possa bastadifferenza è che in questo re, a mio parere è sbacaso a presentare la ri- gliato».
chiesta sono le società
CATERINA DE ROBERTO
SI CRITERIS
LE PREVISIONI
Un boom di arrivi dalla Russia
Ecco perchè
non basta
il mare pulito
I cinesi acquistano ville
nella Costa Smeralda
Le bandiere blu alle
spiagge vengono assegnate secondo criteri
che vertono sulla qualità
dell’acqua, sui servizi e
la gestione ambientale.
A ogni requisito corrisponde un punteggio.
Educazione ambientale e informazione:
devono essere affisse
tutte le informazioni su
ecosistemi costieri,
qualità delle acque di
balneazione, codice di
condotta.
Qualità delle acque:
conformità con i valori
previsti dalla direttiva
europea sulle acque di
balneazione e sul trattamento delle acque
reflue, nessuna discarica nelle vicinanze.
Gestione ambientale:
massimo rispetto dei
piani regolatori, la
spiaggia deve essere
pulita e provvista di
cestini per i rifiuti, contenitori per la raccolta
differenziata, servizi
pubblici.
Sicurezza: devono
essere disponibili personale, servizi e attrezzature di salvataggio,
equipaggiamento di
pronto soccorso.
In Costa Smeralda sbarcano i ricchi con gli occhi
a mandorla: i miliardari
cinesi hanno iniziato la
colonizzazione di Porto
Cervo e dintorni.
GLI STRANIERI. I miliardari cinesi che quest’anno scoprono la Costa
Smeralda hanno già scelto alcune ville nella zona
di Porto Raphael. Per loro è ancora una prova,
ma per i prossimi anni si
prevedono presenze di
cinesi ancora più importanti. I russi comunque
mantengono ancora il
primato delle presenza
straniere in Gallura. Anzi, per la prossima stagione si è registrato un
aumento delle prenotazioni. Per loro, come per
gli ucraini, la villa deve
essere per forza a due
passi dal mare, obbligatoria la riservatezza. A
volte demoliscono le ville
e ricostruiscono tutto da
cima a fondo. Cercano la
spiaggetta e pretendono
il molo privato: non un
approdo sul porto, ma
nelle insenature più riparate. La parola d’ordine
è sempre la stessa: ostentare. Il budget non è un
problema: i russi che
passano l’estate a Porto
Cervo e dintorni sono disposti a spendere anche
venti o trenta milioni di
euro per acquistare una
villa sul mare.
I PREZZI. Restano sostanzialmente invariati a
Porto Cervo, Abbiadori e
al Pevero, in diminuzione in altre località. Molto
affollate a luglio e agosto,
poco a giugno e settembre, Porto Cervo e Porto
Rotondo. I canoni delle
ville ad agosto sono proibitivi: a Liscia di Vacca,
con giardino, piscina, vicino alla spiaggia, con
cinque camere e dieci
posti letto l’affitto per
agosto è di 24-26 mila
euro.
LE PRENOTAZIONI. Per
gli affitti i prezzi sono calati e le prenotazioni (secondo una ricerca del
centro studi Gabetti) fanno registrare preoccupanti ritardi. Flessioni
del dieci per cento a Santa Teresa Gallura, Palau,
San Teodoro e anche a
Olbia. Investimenti con
buone prospettive a La
Maddalena, ma anche
nella zona di Olbiamare.
Golfo Aranci. Iniziate nel pomeriggio le operazioni di bonifica. Indagine della Guardia costiera
Una gigantesca chiazza d’olio invade il porto
Protestano i pescatori: da alcuni giorni tra le banchine l’aria è irrespirabile
DAL NOSTRO INVIATO
NICOLA PINNA
GOLFO ARANCI. Anche i gabbiani sono scappati. Pure per loro,
che di certo non sono abituati a
vivere in ambienti incontaminati, il porticciolo di Golfo Aranci non è l’habitat ideale. Almeno in questi giorni, dopo che
qualcuno ha riversato in mare
una quantità enorme di carburante. La chiazza oleosa ha raggiunto ogni angolo e intorno alle banchine l’aria è diventata
irrespirabile. Era successo anche altre volte quest’inverno,
ma le correnti avevano provveduto a bonificare tutto in poco
tempo. In questi giorni, invece,
non ci sono onde e la chiazza
scura resiste e si allarga sem-
La chiazza oleosa e puzzolente che ha invaso il porto
pre di più. I pescatori protestano e più volte hanno chiesto
l’intervento della Capitaneria di
porto. La Guardia costiera si sta
occupando di rintracciare il
[FOTO DI ANTONIO SATTA]
proprietario dell’imbarcazione
che ha provocato l’inquinamento. Probabilmente si tratta
di un peschereccio che ha perso il gasolio e che ha scaricato
in mare anche le acque di sentina, contaminando tutto il porticciolo e anche il tratto di costa
antistante lo scalo. I pescatori
hanno segnalato subito il caso
La storia. Ricordati all’Expo i tragici bombardamenti del 14 maggio 1943
L’orrore della guerra piovuta dal cielo 67 anni fa
Oe la leada Tunisi: così, secondo i vecchi racconti olbiesi, con l’indolenza attribuita - a torto o a ragione
- al carattere dei terranovesi si commentava in città il viavai di aerei che in
quei giorni di metà maggio del 1943 passavano
sul centro abitato. Erano
convinti che gli aerei alleati fossero diretti a Tunisi dove si trovava una base tedesca. Invece il 14
maggio alle 14, vigilia della festa di San Simplicio,
la città si trovò al centro
dell’inferno piovuto da 18
bimotori Mitchell della
flotta aerea angloamericana scortati da 87 caccia
pesanti.
I bombardamenti. Fino
ad allora la guerra era stata poco più che una storia
di uomini al fronte, di fa-
Il municipio distrutto dalle bombe
miglie in ansia, di notizie
carpite dai giornali radio.
Le sirene degli allarmi, all’improvviso, cambiarono
anche la piccola storia di
una città di provincia. L’offensiva non durò più di un
quarto d’ora: con due successivi lanci di bombe furono distrutti il porto vecchio, tutta la parte bassa
della città, l’idroscalo, la
Capitaneria di porto. Il Comune, dove avevano tro-
vato rifugio molti portuali,
crollò. Tra le macerie del
palazzo restarono decine
di morti. Le vittime, in tutto, furono ventidue e furono proprio i lavoratori del
porto a pagare il tributo
più alto. Il giorno prima
era toccato a Cagliari, già
gravemente ferita: in quei
giorni, in Sardegna, porti,
aeroporti, snodi ferroviari, tutti i punti strategici
furono bombardati.
Oe la lea’ Tunisi, frase ormai scherzosa di cui molti ignorano anche l’origine, è anche il titolo del documentario di Marella
Giovannelli e Mauro Orrù
presentato qualche giorno
fa all’Expo. Documenti,
immagini d’epoca e testimonianze di chi c’era per
non dimenticare l’orrore
della guerra.
alla Guardia costiera e nel primo pomeriggio sono scattate le
operazioni di bonifica: «Ci siamo attivati immediatamente e
sistemando alcune panne assorbenti siamo riusciti a riportare la situazione alla normalità - spiega il comandante della
Capitaneria di porto di Golfo
Aranci, Marilisia Lombardi Per il momento siamo certi che
nessuna delle imbarcazioni ormeggiate in porto ha avuto una
perdita. In acqua abbiamo trovato anche tracce di vernice e
per questo non escludiamo che
qualcuno abbia scaricato da
terra le sostanze inquinanti.
Ora comunque la situazione è
stata risolta, anche grazie all’intervento dell’equipaggio del
battello antinquinamento».
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