La casa “Irma Meda”, accoglienza e condivisione

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La casa “Irma Meda”, accoglienza e condivisione
Cronaca
Sabato, 24 novembre 2012 17
La casa
“Irma Meda”,
accoglienza e
condivisione a
Ponte Chiasso
Nell’ambito della visita pastorale tappa
del vescovo di Como mons. Diego Coletti
anche presso la struttura fondata nel 1957
H
a fatto tappa anche presso
la Casa della Giovane “Irma
Meda” il vescovo di Como
mons. Diego Coletti nel corso
della visita pastorale che lo ha portato
nella comunità di Ponte Chiasso. Ad
accoglierlo la direzione della struttura,
le ospiti e i volontari che si prodigano
quotidianamente nel dare continuità a
questo servizio. La Casa della Giovane
di Ponte Chiasso da oltre cinquant’anni,
ormai, offre ospitalità a giovani donne,
italiane e straniere: mamme con bimbi,
ragazze in difficoltà, donne a rischio di
esclusione sociale, ma anche lavoratrici e
studentesse. Nel corso del tempo il servizio
reso si è adeguato alle nuove richieste
avanzate dal contesto sociale, in virtù
delle problematiche emergenti, senza,
però, modificare lo spirito di solidarietà
e accoglienza che spinse Irma Meda, nel
lontano 1957, sollecitata da un tragico
fatto di cronaca, a gettare il primo seme di
questa preziosa e insostituibile esperienza.
Oggi la struttura, completamente
ricostruita e rinnovata, si presenta con le
caratteristiche di un edificio moderno,
distribuito su tre piani, dotato di ventisei
camere con bagno, di cui otto doppie,
laboratori, ampi soggiorni e spazi verdi, in
via Luigi Catenazzi, a poche centinaia di
metri da confine svizzero. La casa è aperta
365 giorni l’anno, con personale presente
dalle 8.30 alle 22 e un custode notturno.
La Casa della giovane “Irma Meda”
accoglie, in due comunità, sei nuclei
familiari (due mamme con due bambini e
quattro con un solo bimbo), tre profughe,
e undici tra insegnanti e studentesse. A
supporto della struttura e delle ospiti
una rete di volontariato costituita da
poco più di una ventina di persone, con
competenze differenti. «C’è chi si occupa
di questioni più di carattere burocratico e
La struttura, in
via Catenazzi, da
oltre cinquant’anni
offre ospitalità
a giovani donne,
italiane e straniere:
mamme con bimbi,
ragazze in difficoltà,
donne a rischio di
esclusione sociale,
ma anche lavoratrici
e studentesse. Un
positivo esempio di
comunione, specchio
si una società sempre
più multietnica. Le
difficoltà economiche.
di Marco Gatti
verso un coordinamento
comasco delle comunità
di accoglienza
di ispirazione cattolica
amministrativo – prosegue Melina Falsone
-, e su questo fronte il supporto di avvocati,
architetti, ragionieri risulta prezioso.
Altrettanto prezioso è il servizio quotidiano
di affiancamento e sostegno alle ospiti che
ne hanno bisogno, grazie alla disponibilità
di alcune mamme. Senza dimenticare
l’esistenza anche di personale assunto (tre
educatrici, una custode ed una cuoca) che
garantisce la continuità del servizio e delle
attività proposte».
Un luogo di accoglienza, si diceva,
ma anche e soprattutto un approdo
temporaneo, per ritrovare forze, energie,
motivazioni in vista di una “ripartenza”
nella vita vera. Le premesse di questo
ritorno alla normalità si vivono in due
appartamenti in via Bellinzona, dedicati
a don Renzo Beretta. È qui che, lasciata la
comunità, le ospiti “assaggiano” una vita
autonoma, pur mantenendo un legame
forte con la Casa di via Catenazzi. «Anche
questi due appartamenti al momento
risultano occupati – ci spiega la presidente
– rispettivamente da una mamma con un
ragazzino ed una con una ragazzina».
«Quello che viviamo qui giorno dopo
giorno – continua la presidente – è un
rodato modello di accoglienza che funziona
U
n coordinamento tra le comunità di
accoglienza di ispirazione cattolica dell’area
comasca. È questo l’obiettivo di un percorso,
avviato ormai da qualche mese, che vede tra i suoi
protagonisti la Casa della Giovane “Irma Meda”
di Ponte Chiasso, che aderisce all’Associazione
A.C.I.S.J.F (Associazione Cattolica Internazionale
a servizio della giovane), promotrice di questa
iniziativa insieme alla Caritas diocesana; il Centro
Aiuto alla Vita – Casa Lavinia; la Comunità Nazareth;
la Casa della Giovane “La Gibellina” di via Borgovico;
il Cof; la Gaudium Vitae; Radici e Ali. «Un viaggio
che è iniziato allo scopo di superare gli isolamenti
del passato – spiega Melina Falsone – e perché
si attivassero nuovi percorsi di comunicazione,
sussidiarietà e condivisione, ampliando e rafforzando
il nostro raggio collaborativo, immaginando, magari,
in futuro anche la possibilità di scambio di esperti
e di personale. A supportarci, in questo cammino
iniziale, è stato il dott. Giordano Vidale. Si tratta
di un percorso interessante che speriamo porti
buoni frutti per poterci presentare quanto prima
alla comunità ecclesiale con una fisionomia meglio
definita».
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P
bene, ormai ben integrato con l’ambiente
circostante. Da qualche anno, infatti, il
rapporto con la comunità di Ponte Chiasso
si è consolidato. Lo stesso parroco, don
Carlo Puricelli, è anche nostro assistente
spirituale. Ciò ha favorito la progressiva
maturazione di un percorso di reciprocità
che ci fa sentire, a tutti gli effetti, parte viva
di questa comunità».
Non un’isola a sé, dunque, ma un luogo
di crescita comunitaria, anch’esso, però,
alle prese con le problematiche di questa
difficile stagione economica. «Anche noi,
nel nostro piccolo – spiega Melina Falsone stiamo subendo le conseguenze dell’attuale
momento di crisi. Le esigue disponibilità
economiche dei Comuni, sempre più in
difficoltà nel pagare le rette delle ospiti
che ci inviano, non agevolano certo il
nostro bilancio. In più di un’occasione,
per mantenere fede alla nostra missione,
abbiamo così accettato di accogliere alcune
ospiti gratuitamente. Ma questo pesa,
indubbiamente, sulle nostre disponibilità
economiche. Ecco perché abbiamo
chiesto ai nostri soci ed alla comunità di
Ponte Chiasso di venirci in aiuto con un
prestito o della donazioni. La positiva
risposta ottenuta, più sulle donazioni che
sui prestiti, ci conferma la vicinanza della
comunità comasca a questa struttura. Il
valore di questa Casa si manifesta anche
nelle positive dinamiche di relazione e
di aiuto reciproco che vengono a crearsi
tra le ospiti, pur provenendo, spesso, da
mondi diversi. Un esempio di rispettosa
convivenza che rispecchia la realtà di un
mondo oggi fortemente multietnico e
multi religioso. Al vescovo non possiamo
che rivolgere un grazie sincero per il
suo passaggio e la sua vicinanza, che ha
scaldato i nostri cuori e ci ha esortato a
proseguire in questo impegno di prezioso
servizio».
resso il Comitato locale di Como sono
aperte le iscrizioni al Corso per Allieve
Infermiere Volontarie della Croce Rossa
Italiana.
Il Corso ha la durata di 2 anni e prevede un
percorso teorico-pratico orientato a fornire
competenze in ambito socio-sanitario al termine
del quale, previo superamento degli esami
previsti, è conseguito il Diploma d’Infermiera
Volontaria delle Croce Rossa Italiana,
equivalente a quello di Operatore Socio
Sanitario Specializzato.
Coloro che desiderano maggiori informazioni,
maggiorenni e in possesso del titolo
di studio di scuola secondaria di 2°
grado, possono rivolgersi direttamente
all’Ispettorato II.VV. del Comitato Locale
di Como, in via Italia Libera 11, tel. 031
262262 int. 5, dal lunedì al venerdì dalle
ore 10.00 alle 12.00, o inviare una e-mail
all’indirizzo [email protected]