La discussione in Aula

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La discussione in Aula
(Iniziative in merito al piano industriale Italtel e intendimenti del Governo in ordine all’incremento della
copertura finanziaria dei contratti di solidarietà e allo sviluppo della banda larga – n. 2-00579)
PRESIDENTE. L’onorevole Peluffo ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00579, concernente iniziative in
merito al piano industriale Italtel e intendimenti del Governo in ordine all’incremento della copertura finanziaria dei
contratti di solidarietà e allo sviluppo della banda larga. (vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO.
Signor Presidente, signor sottosegretario, il gruppo Italtel è un attore di primo piano nel mercato delle
telecomunicazioni. La sua leadership tecnologica consente all’azienda di progettare le comunicazioni del futuro e di
definire nuovi standard di efficienza. Italtel progetta, sviluppa e realizza soluzioni per reti e servizi di
telecomunicazione di nuova generazione basati sul protocollo IP, completati da servizi professionali di supporto
all’operatività delle reti; offre soluzioni e prodotti proprietari di una spiccata capacità di integrare tecnologie di terze
parti; offre, inoltre, servizi professionali di supporto all’operatività
delle reti.
Il gruppo Italtel ha chiuso l’esercizio 2008 con un fatturato consolidato pari a 407,8 milioni di euro. Il fatturato estero
ammonta a 124,6 milioni di euro e gli investimenti in sviluppo e innovazione sono stati pari a 104,9 milioni di
euro. Per quanto riguarda i punti di forza, Italtel detiene circa il 74 per cento dell’installato della rete fissa Telecom in
Italia; ha realizzato la rete interdistrettuale di Telecom e la rete Fastweb in standard IP; inoltre, ha sviluppato una
tecnologia all’avanguardia, softswitch, per il passaggio rapido dalle reti tradizionali di fonia a quelle nuove Internet
protocol, che possono veicolare contemporaneamente le telefonate Internet e la televisione. Oltre al mercato italiano,
Italtel è presente in Spagna, in America latina (in particolare Brasile e Argentina) e in nuovi mercati con clienti
importanti, come France Telecom, Cegetel, Belgacom, Cable e Wireless, in Grecia con Tellas e On Telecom,
Vodafone Romania e oggi sta puntando su Algeria e Libia. Al 31 dicembre 2009 il numero di dipendenti è di 1430 a
Castelletto di Settimo Milanese, in provincia di Milano, di 225 a Carini, in provincia di Palermo, e di 214 a
Spinaceto, in provincia di Roma.
Nelle sedi estere sono presenti un centinaio di persone, quindi in totale i dipendenti Italtel sono 1970, di cui circa
cento sono dirigenti e 1050 sono ricercatori, 830 a Castelletto, 170 a Carini e una cinquantina a Roma. Dallo scorso
anno la vicenda di questa azienda storica del settore delle telecomunicazioni nel nostro Paese, poiché è stata fondata
nel 1921, è diventata particolarmente tribolata. Il 24 marzo 2009, durante un incontro tenutosi in Assolombarda con
FIM, FIOM, UILM nazionali e il coordinamento nazionale
delle rappresentanze sindacali del gruppo Italtel, l’amministratore delegato di Italtel dichiarò, al termine
dell’esposizione del piano strategico 2009-2011, che Italtel doveva ridurre il proprio organico di 450 persone nel
biennio 2009-2010. In quell’occasione, l’amministratore delegato attestò che Italtel è un’azienda sovradimensionata
rispetto al fatturato realizzato nel 2008 e che pertanto tale dolorosa riduzione del personale risultava necessaria. In
particolare, l’amministratore delegato asserì che, nonostante la leggera crescita del fatturato nei primi mesi del 2009
rispetto allo stesso periodo del 2008, per la sopravvivenza dell’azienda era necessario aumentare il fatturato, ma
soprattutto l’efficienza, procedendo al taglio dei costi e in primo luogo dell’organico e che, a tal fine, risultava
doverosa la riduzione dei dirigenti, del personale impegnato all’estero, la non sostituzione del personale
dimissionario e la non riconferma di tutti i contratti a termine. Signor Presidente, in qualche modo la situazione
dell’azienda non era del tutto sconosciuta a questo ramo del Parlamento. Infatti, in data 16 marzo 2009 l’onorevole
Valducci, nostro collega e presidente della IX Commissione, visitava l’azienda e il comunicato ufficiale, su carta
intestata di Italtel, riferiva che l’onorevole Valducci ha visitato i laboratori di ricerca e che – leggo da quel comunicato
– nel corso dell’incontro Umberto De Julio, amministratore delegato di Italtel, ha tra l’altro illustrato le linee guida
del piano industriale con il quale l’azienda conta di posizionarsi come partner di riferimento per operatori e imprese
per realizzazioni e soluzioni per reti di nuova generazione, cioè lo stesso piano industriale presentato qualche giorno
dopo, il 24 marzo in Assolombarda, cui facevo riferimento prima. La dichiarazione riportata dall’onorevole Valducci
riferisce testualmente che « lo sviluppo di un sistema nazionale di comunicazione a larga banda è una degli ineludibili
traguardi per la crescita del
nostro Paese. Italtel » – ha sottolineato Valducci – « è stata protagonista dell’innovazione tecnologica delle reti
Telecom nazionali e, credo, potrà essere uno degli attori del grande progetto di sviluppo della larga banda ». Anche il
Governo, signor rappresentante del Governo, era messo a parte della situazione. Infatti, è del 21 maggio
l’interrogazione a risposta in Commissione n. 5- 01443 che ho depositato insieme al collega Lulli e che ancora
attende malinconicamente una risposta.
Come vede, l’opposizione ha attivato da subito tutti gli strumenti di sindacato ispettivo a propria disposizione ed è
sui tempi di risposta del Governo che continuiamo a scontare ritardi inaccettabili. Ciò
vale sia per questa interrogazione sia per le tante altre che non hanno ancora ricevuto una risposta. Tuttavia, tornando
all’Italtel, ad oggi 1.400 persone in tutto il gruppo sono in contratto di solidarietà per
un anno e mezzo, cioè da luglio dello scorso anno a tutto dicembre di quest’anno, lavorando mezza giornata in meno
alla settimana per ridurre gli eccedenti, impedendo così il licenziamento di un centinaio di lavoratori. Tuttavia, entro
la fine del 2010 circa 150 persone andranno, comunque, in mobilità.
Il Governo, a fronte di quanto promesso a luglio del 2009, avrebbe dovuto emanare il decreto attuativo per l’aumento
della copertura economica dal 60 all’80 per cento per coloro che stanno facendo i contratti di solidarietà e, segnalo di
nuovo, che l’atto è ancora rimasto incompiuto. Nel frattempo, la situazione è ulteriormente precipitata. Infatti, l’8
gennaio di quest’anno l’amministratore delegato di Italtel ha annunciato 400 nuovi esuberi per effetto dei tagli sul
fatturato di decine di milioni di euro da parte di Telecom.
Sommandosi ai 450 del biennio 2009-2010 di cui prima, gli esuberi sono circa 850. All’interno dei nuovi esuberi si
prevede anche la possibilità, come riferiscono fonti sindacali, della chiusura di una sede periferica tra Carini e
Spinaceto, preoccupazione trasmessa dai lavoratori anche durante l’incontro di una delegazione parlamentare del
Partito Democratico a cui hanno partecipato, tra l’altro, gli onorevoli Gatti, Damiano e Madia. Nei prossimi giorni
l’amministratore delegato di Italtel presenterà un nuovo piano industriale al consiglio d’amministrazione in quanto
quello presentato nel 2009 è ormai superato. Da questo quadro emerge la pressante richiesta da parte sindacale di un
incontro urgente con il Ministero dello sviluppo economico, che anche noi sollecitiamo. Per le stesse fondate
preoccupazioni circa il futuro strategico dell’azienda, chiediamo al Governo quali urgenti iniziative intenda
intraprendere affinché vengano attivati tutti gli strumenti necessari al fine di evitare ogni ipotesi di taglio dell’organico
dell’Italtel.
Infine, vi è una questione più complessiva che attiene alle scelte di politica industriale che intende operare il Governo
nel settore delle telecomunicazioni e dell’ICT. Secondo notizie di stampa, il Ministro Scajola, nel corso dell’ultimo
CIPE del 2009, ha consegnato al Presidente del Consiglio un appunto per chiedere l’avvio
di alcuni progetti per la banda larga, per i quali sono già state definite le risorse e – cito testualmente – si tratta di «
misure che attuate consentirebbero di dare risposta anticiclica a molte crisi in atto potendo
così difendere e creare complessivamente oltre sessantamila posti di lavoro ». Voglio segnalare che i fondi previsti dal
precedente Governo, per l’implementazione della banda larga, non sono mai stati stanziati e anche la volontà del
Governo di fare di questo una priorità non traspare in maniera univoca né dagli atti, visto che non sono stati stanziati
quei fondi, né dalle dichiarazioni. A quest’ultimo riguardo ho citato fonti di stampa rispetto a dichiarazioni del
Ministro Scajola, però le voglio segnalare anche un articolo de Il Sole 24 Ore del 25 novembre 2009 in cui il
Viceministro Romani – « Sprint del Governo sul digitale » è il titolo – ipotizza un anticipo dello switch-off al 2011
e il Viceministro afferma, rivolto anche all’Unione europea: prima la transizione al digitale, poi la banda larga
wireless. Quindi o è una priorità la banda larga, come dice Scajola, e allora sbloccate i fondi, oppure non lo è, come
dice Romani. Per questo, e concludo, interpelliamo il Governo su quali siano le iniziative che intende mettere in atto
affinché si dia avvio a quei cantieri per la banda larga che potrebbero sbloccare molte situazioni di difficoltà e quali
risorse intenda impegnare nei prossimi anni.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca, Giuseppe Pizza, ha facoltà di
rispondere. GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca. Italtel è
un’azienda operante nel settore delle telecomunicazioni che sviluppa e installa soluzioni per reti integrate
multiservizio di nuova generazione accompagnate da un’ampia gamma di servizi a supporto del business delle reti. La
direzione generale e le sedi commerciali di Italtel sono localizzate a Settimo Milanese e Roma, mentre l’insediamento
di Carini e parte dell’area di Settimo Milanese costituiscono il cuore della
ricerca. Il gruppo occupa oggi circa 2.000 addetti. Oltre a essere leader nel mercato italiano ha una forte presenza anche
all’estero: Francia, Belgio, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Grecia, Polonia, Russia, Emirati Arabi Uniti e in
America Latina, Argentina, Brasile, Colombia e Guatemala. Il Ministero dello sviluppo economico sta seguendo con
molta attenzione le vicende che interessano Italtel vista l’importanza
che la stessa rappresenta sia dal punto di vista occupazionale, sia nell’ambito del settore delle telecomunicazioni di
cui è rimasto l’unico importante player in grado di sviluppare prodotti innovativi. In questo ultimo periodo, come
illustrato dagli onorevoli interpellanti, la società ha subito le conseguenze del ridimensionamento degli investimenti
programmati da Telecom Italia (che con il 19 per cento è azionista dell’azienda) con il conseguente peggioramento del
conto economico. Il Ministero dello sviluppo economico
ha, quindi, aperto un tavolo di confronto con l’azienda e le parti sociali già dallo scorso aprile; in quella occasione fu
illustrato un piano industriale che, pur prevedendo circa 400 esuberi, sembrava in grado di garantire una stabilità
attraverso una diversificazione delle aree di business che avrebbe potuto inserire Italtel nel campo della consulenza
tecnologica di altissimo livello. Le difficoltà di mercato e la contrazione
degli investimenti del settore delle telecomunicazioni hanno impedito la realizzazione del piano, determinando un
aggravamento della situazione economica e finanziaria. Desta particolare preoccupazione l’incertezza sulla necessaria
ricapitalizzazione della società poiché l’azionista di maggioranza, che è un fondo americano, non intende partecipare al
suddetto aumento di capitale. Nei giorni scorsi l’azienda ha comunicato che ritiene necessaria una ulteriore riduzione
di 400 unità e la chiusura di una delle tre unità in cui opera nel nostro Paese (Milano, Roma e Carini). Il Ministero
dello sviluppo economico ha già convocato per la prima settimana di febbraio il tavolo di confronto per discutere
tali criticità. Si evidenzia, inoltre, che il Governo sta agendo sia sul versante della tutela del reddito dei lavoratori
coinvolti, sia nella individuazione di nuovi indirizzi di politica industriale che possano consentire ad Italtel di
continuare ad essere un punto di riferimento italiano per l’industria delle telecomunicazioni. Il contemporaneo
disimpegno di altre imprese multinazionali, infatti (ricordiamo Nokia Siemens, Alcatel, Nortel e così via), potrebbe
trasformare il nostro Paese in un mercato di prodotti sviluppati all’estero. Un contributo per scongiurare tale rischio
potrà venire dallo sviluppo del progetto banda larga che sicuramente metterà in moto investimenti la cui ricaduta
potrà essere funzionale al consolidamento dell’industria nazionale delle telecomunicazioni. Si segnala, al riguardo, che
il Ministero dello sviluppo economico sta operando per il completamento del piano nazionale sulla banda larga,
messo a punto per azzerare il divario digitale italiano. Sebbene in attesa delle delibere CIPE per uno stanziamento
finale di 800 milioni di euro, si evidenzia che oltre 500 cantieri sono stati avviati, impegnando e assegnando con gara
nel corso del 2009 oltre 130 milioni di euro e prevedendo di impegnare nel 2010 ulteriori 200 milioni di euro (tra
fondi del dipartimento per le comunicazioni e risorse regionali). Si sta procedendo molto rapidamente perché il piano
è ambizioso e il suo completamento comporterà l’apertura di 33 mila cantieri, coinvolgendo, sino al
2012, 50 mila persone. In merito, infine, all’aumento della copertura economica dal 60 all’80 per cento del
trattamento salariale di coloro che fruiscono dei contratti di solidarietà, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali
ha comunicato che il decreto interministeriale che ne dispone le modalità di attuazione ha terminato il suo iter
amministrativo e il controllo della Corte dei Conti ex articolo 3 della legge n. 20 del 1994, ed è stato inviato per la
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 19 ultimo scorso.
PRESIDENTE. L’onorevole Peluffo ha facoltà di replicare.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO.
Signor Presidente, intendo motivare, seppure brevemente, le ragioni di insoddisfazione per la risposta predisposta
dagli uffici del Ministero dello sviluppo economico e così gentilmente letta dal sottosegretario Pizza. Innanzitutto,
voglio dire che mi rendo conto che ci sono, almeno credo, circa 200 crisi aziendali che sollecitano un intervento e
l’attenzione del Ministero dello sviluppo economico, ma proprio per questo penso che da parte dello stesso Dicastero
dovrebbe esserci uno sforzo maggiore in termini di una proposta di politica industriale da parte di questo Governo e
di indicazione non solo su come affrontare queste crisi, ma anche su come cercare di uscire da quella attuale, e secondo
quali priorità. Credo che tra l’altro questo sarebbe un terreno di confronto su cui davvero sollecitare e coinvolgere
tutte le parti presenti nel Parlamento. Si tratterebbe di un dibattito vero che ha a che fare con quanto accade nel Paese,
ma che può nascere soltanto nel momento in cui il Governo decide di indicare quale strada intende intraprendere. In
termini generali, per quanto riguarda le politiche industriali, mi consenta di riferirmi, nello specifico, al settore delle
telecomunicazioni e dell’ICT. Infatti, se io penso anche solo al territorio che conosco meglio, quello della provincia
di Milano, mi vengono in mente alcuni nomi: l’Italtel, di cui è oggetto l’interpellanza urgente che abbiamo
presentato, Nokia-Siemens, Eutelia-Agile. Si tratta di tre aziende in questo comparto che dimostrano difficoltà; tre
storie diverse che raccontano la difficoltà e l’esigenza di un indirizzo di marcia certo da parte del Governo. Peraltro,
anche queste sono oggetto di tre interrogazioni in attesa di risposta.
Il settore delle telecomunicazioni è un asset strategico per il nostro Paese. Continua a rimanere inevasa la domanda su
che cosa fare e quali sono le priorità, all’interno della quale indubbiamente la banda larga costituisce per il nostro
Paese un’opportunità da non mancare. Per questo sollecitavamo la posizione del Governo. Ho avuto modo di citare
due esponenti diversi: Ministro e Viceministro che hanno detto sulla stampa cose diverse rispetto alla tempistica
degli investimenti sulla banda larga. Quindi, innanzitutto occorre capire qual è la posizione, se essa costituisce o
meno una priorità per il Governo e gli atti conseguenti, ovvero lo sblocco dei fondi per far partire i cantieri della
banda larga. Infine, sugli esuberi, che sono strettamente collegati alle prospettive aziendali, confermiamo tutta la
nostra preoccupazione. Prendiamo atto del fatto che il decreto verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale da qui a pochi
giorni e, riconfermando – come dicevo – la preoccupazione, rimaniamo in attesa dell’incontro del 1o febbraio, del
tavolo di confronto con i sindacati.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all’ordine del giorno.