Temperamento, carattere e personalità

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Temperamento, carattere e personalità
La finestra sulla mente
La finestra sulla mente
Temperamento, carattere
e personalità
di Gaia Vicenzi
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
I termini “temperamento”, “carattere” e
“personalità” sono entrati a far parte del linguaggio comune e spesso sono considerati come sinonimi. Inoltre, l’associazione tra
questi termini e l’idea che siano qualcosa
di immodificabile e innato (“sono fatto così:
se uno nasce tondo non diventa quadrato”)
è molto stretta. In realtà i tre concetti si riferiscono a tre diverse dimensioni dell’essere
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umano.
Il nostro temperamento è, tendenzialmente, già determinato geneticamente e, dunque, più difficilmente modificabile. Esso è
la base innata ancorata alla struttura biologica della persona, legata alla neurochimica del cervello, e ne caratterizza le tendenze istintive, i bisogni, le disposizioni
impulsive. In particolare, il temperamento
(già visibile nei primi giorni di vita), si definisce su quattro aree. La prima riguarda l’evitamento del danno, ovvero la tendenza a
preoccuparsi per le possibili conseguenze
delle proprie azioni, quanto si è cauteli, apprensivi. La seconda riguarda la dipendenza dalla ricompensa, ovvero la sensibilità ai
segnali sociali e l’attenzione alla reazione
delle altre persone al proprio comportamento. La terza rimanda alla persistenza,
ovvero la tendenza alla determinazione,
alla costanza, la resistenza alla frustrazione. Infine, la quarta si riferisce alla ricerca di
novità, ovvero la tendenza all’esplorazione,
all’entusiasmo per il nuovo e alla facilità di
annoiarsi per il vecchio.
La differenza tra “carattere” e “personalità”,
invece, è più sfumata.
Il carattere è frutto dell’iniziativa personale,
“è ciò che noi facciamo di noi stessi intenzionalmente” (Cloninger, 1996). Esso si manifesta concretamente attraverso un tipico
comportamento, un costante modo di reagire agli stimoli dell’ambiente.
La personalità, invece, si riferisce ad una
struttura interna all’individuo, andata costruendosi nel corso dell’evoluzione di vita
e sempre passibile di modificazione (fino
all’età adulta, assolutamente cangiante).
Con il termine “personalità”, si intende
l’insieme delle caratteristiche psichiche e
delle modalità comportamentali che definiscono il nucleo delle differenze individuali,
nella molteplicità dei contesti in cui la condotta umana si sviluppa.
Nella storia della psicologia si sono succedute diverse teorie sulla personalità.
Nel 1930 è stata formulata una teoria che
prende il nome di Lexical Hypothesis. I ricercatori pensarono di poter trovare i tratti
di personalità base tracciando e analizzando la lista di aggettivi presenti nel dizio-
nario. Trovarono un numero vertiginoso di
aggettivi: ben 18.000 ma si accorsero che
la lingua non permetteva di cogliere molti
aspetti.
Successivamente, trovando che alcuni aggettivi si presentavano spesso in combinazione, suddivisero la lista in 5 categorie
principali: nevroticismo-stabilità emotiva
(indica la stabilità emotiva, la capacità di
gestire le emozioni negative), estroversione-introversione (indica l’inclinazione
a passare del tempo in compagnia altrui),
apertura-chiusura mentale (indica la curiosità intellettuale sulla vita e sull’universo),
coscienziosità-negligenza (indica il grado
di responsabilità e di controllo sulla propria vita), gradevolezza-scontrosità (indica
la predisposizione alla cooperazione e ad
aiutare gli altri).
La personalità evolve, modificandosi. Essa
subisce una grande metamorfosi in adolescenza, a seguito dell’esposizione ai modelli dei coetanei. Durante questa fase del
ciclo di vita si stabilizzano dei tratti che nel
corso dell’età adulta possono permanere in
modo più o meno stabile.
Sicuramente durante l’adolescenza i giovani tendono ad uniformarsi al gruppo, mentre solo successivamente va prendendo
forma una dimensione sempre più autonoma del proprio sé.
Quando uno pensa a sé e alla propria personalità, deve prendere in considerazione
molti fattori e dimensioni, anche in relazione ai diversi contesti in cui opera. Modificare la propria personalità, se vi sono aspetti
disfunzionali, è possibile. Un primo passo,
comunque, è iniziare a prendere in considerazione l’idea di accettarsi e quella non
tanto di modificare se stessi in toto ma di
modificare la propria autostima, ovvero l’idea che abbiamo di noi stessi.
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