La corretta mungitura - Mastitis Council Italia

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La corretta mungitura - Mastitis Council Italia
T
ZOOTECNIA
TECNICA
• D A I P I Ù R E C E N T I C O N V E G N I D E L N AT I O N A L M A S T I T I S C O U N C I L
Tutte le indicazioni
per una corretta mungitura
▪
Dalla stimolazione della
mammella prima dell’attacco
dei gruppi alla disinfezione dei
capezzoli in post-mungitura
e attraverso l’utilizzo corretto
della mungitrice, ogni fase della
mungitura deve essere gestita nei
modi e tempi corretti per avere
animali sani e latte di qualità
▪
N
el mutevole scenario agricolo
e zootecnico del nostro Paese, appare sempre più chiaro
come gli allevatori debbano
puntare ad acquisire conoscenze sempre più corrette su ogni aspetto del loro
lavoro. In questo modo possono essere
sviluppati protocolli operativi applicabili
con successo in azienda, così da garantire con la minima spesa una produzione di massimo livello e qualità, tale da
permettere la sopravvivenza dei nostri
allevamenti.
Per favorire e stimolare questo processo, il Mastitis council Italia, associazione
tecnico-scientifica affiliata all’omonima
organizzazione americana (National mastitis council), propone una sintesi delle
informazioni tecniche presentate nei più
recenti convegni del National mastitis
council negli Usa.
Nel presente lavoro vengono riassunte le fondamentali informazioni sull’eiezione lattea grazie alle quali impostare
correttamente la routine di mungitura
e valutare, quindi, l’importanza che la
macchina mungitrice ha sull’insorgenza
delle mastiti e sulla qualità del latte.
Meccanismi fisiologici
dell’eiezione lattea
La comprensione del meccanismo fisiologico alla base dell’eiezione lattea
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Le vacche sono animali abitudinari, pertanto prediligono una mungitura ordinata,
calma, con tempi e modalità costanti
è fondamentale per la messa a punto
di una corretta ed efficiente routine di
mungitura.
Anatomia della mammella
L’apparato mammario della vacca da
latte è costituito da quattro strutture
ghiandolari, ciascuna terminante con
un capezzolo. Le ghiandole sono formate da complesse ramificazioni di alveoli,
costituiti da cellule secernenti avvolte da
cellule mioepiteliali che, contraendosi
in seguito al riflesso di eiezione lattea,
permettono al latte di defluire dai corti
dotti alveolari ai più grandi dotti galattofori, fino a raggiungere la cisterna del
latte per poi incanalarsi in essa e infine
nel canale del capezzolo.
Vi sono interessanti differenze anatomiche specie-specifiche soprattutto nella
grandezza della cisterna del latte: nella
vacca da latte, infatti, essa ha un volume tale da ospitare solamente il 20% di
tutto il latte prodotto, che rimane per il
restante 80% all’interno degli alveoli fino
al momento della loro spremitura da parte delle cellule mioepiteliali. Nella capra,
invece, la cisterna ospita il 75% del latte prodotto, mentre nella pecora la percentuale varia da un 50% delle razze ad
attitudine lattifera a un 30% delle razze
da carne. Per quanto riguarda la bufala,
invece, il 95% del latte viene stoccato negli alveoli, in attesa del riflesso mediato
dall’ossitocina.
Ruolo dell’ossitocina
Il principale responsabile del riflesso
dell’eiezione lattea è l’ossitocina, prodotta a livello del sistema nervoso centrale
nell’ipotalamo. In conseguenza dell’eccitazione di appositi recettori che si trovano nel capezzolo, si diparte un impulso
nervoso che raggiunge l’ipotalamo e fa
sì che l’ossitocina venga rilasciata nel circolo sanguigno per raggiungere in circa
un minuto la mammella, dove si lega a
specifici recettori delle cellule mioepiteliali causandone la contrazione e quindi
la fuoriuscita del latte.
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Verso l’ipotalamo
Os
s it
oc
in
a
Vi
Cellule muscolo
mioepiteliale
an
eu
ra
Sangue arterioso
Cellule epiteliali
Capillari sanguigni
Cavità alveolare
Stimoli tattili
- vitello
- mano
- mungitrice
FIGURA 1 - Il riflesso neuroendocrinino che porta
all’eiezione del latte
Gli stimoli tattili alla mammella vengono trasmessi per via
nervosa all’ipotalamo che libera l’ossitocina la quale raggiunge,
tramite il flusso sanguigno, la mammella.
Gli altri ormoni
della mungitura
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le
Cuore
Un altro importante fattore da tenere
in considerazione è il condizionamento del riflesso. Per una corretta ed efficiente emissione di latte la bovina deve
trovarsi in un ambiente confortevole e
tranquillo. Nelle vacche da latte il riflesso può essere condizionato da diversi fattori, come la stimolazione del
capezzolo, la presenza del vitello o il
rumore dell’attivazione della macchina
mungitrice. Da numerosi studi è stato
ipotizzato che, per le specie in cui una
grande quantità di latte si raccoglie in
cisterna, il riflesso sia condizionato dalla stimolazione di altri sensi oltre alla
stimolazione tattile, mentre nelle specie
che hanno una ridotta cisterna del latte
il riflesso appare legato solo alla stimolazione del capezzolo.
ZOOTECNIA
Dotto del latte
Fonte: Knobil, Neil 1998.
FIGURA 2 - Struttura anatomica dell’alveolo mammario
L’ossitocina liberata dall’ipofisi posteriore raggiunge attraverso
il flusso sanguigno le cellule mioepiteliali che si contraggono
«spremendo» gli alveoli che contengono fino a oltre l’80%
del latte munto.
lazione del capezzolo esercitata in mungitura sia in grado di attivare un riflesso
vagale che prepara l’animale all’assunzione di cibo e favorisce il metabolismo durante la lattazione. Inoltre è stato dimostrato che lo stato nutrizionale influenza
il rilascio di ossitocina; per questo motivo sembra che nutrire le vacche un’ora e
mezza prima della mungitura causi un
aumento nella produzione di ossitocina
rispetto ad animali alimentati un’ora e
mezzo dopo la mungitura.
Si può dunque ipotizzare che l’alimentazione in mungitura (così come avviene
con il robot di mungitura) possa avere
una positiva influenza sui parametri di
mungitura come: tempo di mungitura,
flusso di latte e quota di latte residuale.
Inibizione dell’eiezione lattea
Una corretta ed efficiente mungitura
inizia con lo scatenarsi di un adeguato
In seguito alla stimolazione del capez- riflesso di eiezione lattea e può proseguizolo vengono rilasciati nel circolo san- re solamente se il riflesso si mantiene coguigno della bovina anche gli ormoni stante durante l’intera mungitura.
prolattina e cortisolo. Si è dimostrato
Quest’ultimo però può essere inibito
che la prolattina
a livello centrale o
può inf luenzare
periferico. L’inibiNelle bovine la cisterna
la sintesi del latte
zione periferica è
della mammella contiene il 20%
e insieme al GH
caratterizzata da
del latte, il restante 80% resta
(growth hormoun rilascio ipofinegli alveoli fino alla spremitura
ne, ormone della
sario di ossitocicrescita) potrebbe
na, ma quest’ulda parte delle cellule mioepiteliali
esercitare un ruotima non agisce
lo attivo nel mancorrettamente a
tenimento della secrezione lattea.
livello mammario. Questo evento può
Il cortisolo, invece, è un ormone cata- avvenire in risposta alle catecolamine
bolico che rende disponibili aminoaci- o come risultato del blocco dei recettori
di e acidi grassi saturi per la produzio- dell’ossitocina.
ne di latte.
In particolare, le catecolamine stimoSi può dunque ipotizzare che la stimo- lano appositi recettori che causano una
contrazione nell’area del capezzolo e
della cisterna, inibendo così il passaggio del secreto dagli alveoli alla cisterna sottostante.
L’inibizione di origine centrale, invece,
è caratterizzata da una mancanza del rilascio di ossitocina in risposta agli stimoli di mungitura. Il disturbo nel riflesso di
eiezione lattea è un evento che si verifica
spesso negli animali primipari, nel periodo immediatamente successivo al parto,
durante l’estro e, soprattutto, se la mungitura causa dolore come conseguenza di
mastite o di impianti non idonei.
Routine di mungitura
L’operatore deve comprendere che
le vacche amano la routine che favorisce un’elevata produzione e un elevato standard qualitativo, a differenza di
una mungitura disordinata, incoerente
e casuale, in cui gli animali si trovano
inevitabilmente in condizioni di stress.
L’obiettivo della gestione della mungitura
è di assicurarsi che le tettarelle siano applicate a vacche calme, con capezzoli ben
puliti, che il latte venga raccolto in modo più rapido ed efficiente possibile, che
i gruppi di mungitura vengano rimossi
in modo adeguato al termine del flusso
del latte e, da ultimo, che i capezzoli dell’animale vengano adeguatamente disinfettati prima dell’uscita dalla sala.
I principi su cui impostare una corretta
routine di mungitura sono i seguenti:
• le vacche devono essere calme prima
dell’inizio della mungitura;
• l’ordine di mungitura non è casuale,
ma deriva dallo stato sanitario dell’animale (in un allevamento con problemi di
mastiti da contagiosi occorre dividere gli
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animali in tre gruppi e mungere prima
il gruppo sano, quindi il gruppo intermedio e infine il gruppo infetto);
• l’eliminazione dei primi getti dai capezzoli ben puliti e asciutti;
• un adeguato e tempestivo attacco dei
gruppi;
• la rimozione corretta dei gruppi alla
fine della mungitura;
• la disinfezione post-mungitura.
Fasi della pre-mungitura
Lo scopo da raggiungere in questa delicata fase è triplice: garanzia di igiene del
processo di mungitura, identificazione
degli animali clinici e stimolazione del
riflesso di eiezione lattea.
Pulizia del capezzolo. Va effettuata
con detergenti e/o carta monouso o con
fazzoletti imbevuti di disinfettante, mentre non è corretto utilizzare un getto d’acqua; il capezzolo deve infatti essere perfettamente asciutto al momento dell’attacco
del gruppo poiché anche solo poche gocce
di acqua presenti sulla sua punta possono,
in sede di mungitura, divenire responsabili di infezioni mammarie.
Si possono utilizzare anche tovaglioli
in stoffa che hanno il vantaggio di essere
più assorbenti della carta, ma dopo ogni
mungitura devono essere lavati ad alta
La migliore pulizia del capezzolo
è quella effettuata con tovaglioli
in stoffa umidi
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temperatura, disinfettati e asciugati.
L’operatore deve eliminare i primi getti
Per i produttori di latte la mungitura sul pavimento, valutando l’eventuale preveloce è un obiettivo a breve termine, ma senza di frustoli di fibrina, precoci spie
la chiave del successo a lungo termine dell’insorgenza di un processo infiammarisiede nella qualità del latte. Oggi il te- torio. Inoltre il latte presente in cisterna è
ma più importante su cui riflettere è la la frazione che contiene la più elevata consanità dell’alimento, la cui garanzia non centrazione di batteri, dunque è ragionepuò che passare dal controllo dei pato- volmente conveniente eliminarlo.
geni che possono inquinarlo.
Stimolazione della mammella.
La presenza di un’elevata carica batte- Dall’inizio della preparazione del capezrica aumenta la concentrazione di enzimi zolo all’attacco dei gruppi occorre lasciar
proteolitici e di attivatori del plasmino- passare tra i 60 e i 90 s; in questo modo la
geno, componente del latte che, in pre- velocità del flusso di latte viene ottimizsenza di attivatori, si
zata, la produttività
trasforma in plasmiaumenta e le perforLe bovine alimentate un’ora
na che degrada le camance di mungitue mezza prima della mungitura
seine del latte e conra migliorano. Quaproducono più ossitocina,
tinua la sua attività
lora gli intervalli tra
molecola responsabile
durante la refrigerale mungiture siano
zione sopravvivendo
brevi (poiché rimane
dell’’eiezione lattea
alle alte temperature
poco latte in cisterna
e alterandone la cone il flusso subisce una
servabilità. Per questo motivo, secondo brusca interruzione nel passaggio dal latil Dairy pratics council, la carica batte- te cisternale al latte alveolare), e in tarda
rica dovrebbe rimanere al di sotto delle lattazione, risulta particolarmente im25.000 ufc/mL.
portante la pre-stimolazione.
Eliminazione dei primi getti di
Questo è il motivo per cui il range di
latte. Va effettuata subito dopo la pulizia tempo da dedicare alla stimolazione madel capezzolo, ma è sottovalutata in mol- nuale del capezzolo dovrebbe essere tra i
te aziende; in realtà risulta fondamentale 10 e i 20 s e andrebbe calibrato sul singoper l’identificazione tempestiva ed efficace lo animale, tenendo conto anche del modegli animali affetti da mastite.
mento funzionale in cui esso si trova.
La maggior parte degli studi effettuati su questo tema hanno dimostrato che
ASSOCIAZIONE SENZA FINI DI LUCRO
la pre-stimolazione ha effetti positivi sul
flusso di latte e sul tempo di mungituCos’è il Mastitis
ra, ma studi più recenti hanno messo in
Council
luce un’influenza positiva anche sulla
produzione di latte.
Il Mastitis Council Italia (Mci) è un’associazione senza fini di lucro affiliata
all’omonima e prestigiosa organizzazione americana, National Mastitis Council (Nmc), aperta a tutti coloro che operano nel settore lattiero-caseario (allevatori, tecnici e veterinari).
Il Mci si propone di promuovere la ricerca, di fornire istruzione e aggiornamenti, di definire metodologie comuni
e di fornire un forum per la discussione, l’approfondimento, la valutazione
dei temi di attualità e di interesse per
il comparto della produzione di latte
e derivati.
Per ulteriori informazioni visitate il
sito www.mastitalia.org. Potete richiedere la newsletter elettronica gratuita
o contattarci al seguente indirizzo: Mastitis Council Italia - c/o Dipartimento di patologia animale, via Celoria 10,
20133 Milano.
Tel. 02.58358069 - Fax 02.58358079;
[email protected].
•
Mungitura bilanciata
Perché si abbia una completa rimozione del latte presente nella mammella la quota di ossitocina circolante deve raggiungere un livello ottimale e rimanere costante per tutto il corso della
mungitura.
Questo può essere garantito solamente
qualora il gruppo venga attaccato correttamente, distribuendo in modo adeguato
il peso sui quattro capezzoli e avendo cura che nessun fattore stressante disturbi
le bovine e che la macchina mungitrice
funzioni in modo adeguato.
Mammella da disinfettare
nel post-mungitura
Lo stacco del gruppo deve avvenire nel
momento appropriato, scongiurando così
il pericolo della sovramungitura.
Al momento dello stacco occorre pro-
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ration (Idf) propose 5 meccanismi fondamentali attraverso cui la mungitrice
può influenzare l’insorgenza di nuove
infezioni:
• attraverso l’aumento del numero di
batteri sul capezzolo e intorno all’orificio del capezzolo;
• con l’indebolimento della resistenza
del canale del capezzolo all’invasione
batterica;
• tramite l’esercizio di forze meccaniche in grado di ridurre la capacità del
capezzolo di resistere alle infezioni batteriche;
• favorendo la diffusione dei batteri nella
ghiandola mammaria;
• agendo sulla frequenza e il grado di
svuotamento mammario.
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Il rischio di contaminazione
tra animali
2
Foto 1 - Capezzoli caratterizzati
da anello calloso dovuto al
malfunzionamento della guaina.
Foto 2 - Guaina malfunzionante
che consente l’aspirazione dell’aria
atmosferica: soffio
cedere con la disinfezione post-mungitura. Questo momento è fondamentale in
un’ottica di prevenzione delle infezioni
mammarie: l’apposizione di un disinfettante adeguato sull’intera superficie
del capezzolo è il metodo più efficiente per abbattere la carica batterica sulla
sua cute e ridurre l’entrata di patogeni in
mammella attraverso l’orificio che rimane aperto per almeno mezz’ora dopo la
mungitura. Questo lasso di tempo è una
vera occasione per i batteri ambientali di
superare con successo le difese aspecifiche mammarie e causare l’insorgenza di
un processo infiammatorio.
La mungitrice
può favorire le infezioni
Gli effetti della mungitrice sull’insorgenza di nuove infezioni sono sicuramente meno importanti e quantitativamente meno ingenti rispetto a quelli legati al management di mungitura e di
allevamento. La loro influenza sulle nuove infezioni, infatti, si stima oscilli tra il
6 e il 20%. Pertanto è bene chiarire quali
siano i rischi correlati alla funzionalità
dell’impianto di mungitura.
Già nel 1987 l’International dairy fede-
Come affermò Dodd già nel 1987, la frequenza di nuove infezioni aumenta con
l’aumentare del livello di esposizione al
patogeno. In quest’ottica, il malfunzionamento della macchina mungitrice non
può che favorire un’elevata concentrazione batterica sulla superficie del capezzolo
e intorno alla punta dello stesso. Il rischio
maggiore consiste nella cross-contaminazione che può avvenire soprattutto tramite le guaine, che entrano in contatto con
diversi animali.
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ROUTINE DI MUNGITURA
Le otto regole
fondamentali sono:
1. l’ambiente di mungitura deve essere
calmo e ordinato;
2. i capezzoli devono essere ben puliti e asciutti;
3. vanno munti prima gli animali sani,
poi quelli sospetti, infine gli infetti;
4. i primi getti di latte vanno eliminati;
5. dall’inizio della preparazione del capezzolo all’attacco dei gruppi devono
passare almeno 60-90 s;
6. l’attacco e la rimozione dei gruppi
devono essere tempestivi;
7. i capezzoli vanno disinfettati in postmungitura;
8. la mungitrice deve essere perfettamente regolata e tarata.
•
intrappolare efficacemente i batteri. D’altro canto, se vi è un ricambio insufficiente
(10-20%) significa che non viene eliminato
adeguatamente lo strato di cheratina che
intrappola i batteri penetrati fino a questo
livello, riducendo il fisiologico turn over di
cheratina e permettendo così la proliferazione batterica.
Per controllare questo fattore è importante dedicare una cura particolare alla
scelta della pulsazione da usare, tenendo
Una pulsazione ottimale
presente che una pulsazione ottimale si
garantisce capezzoli puliti ottiene quando l’azione combinata del
pulsatore e della guaina garantisce un
La via principale con cui la macchina flusso di latte ottimale e minime variamungitrice influenza il livello di esposi- zioni al tessuto del capezzolo, evidenziazione è il suo effetto diretto sull’integrità bili a fine mungitura mediante una sua
del dotto del capezzolo e sulla cute.
attenta valutazione.
Il primo fattore su cui influisce la munLa pulsazione risulta infatti inefficiente
gitrice è la cheratina, che rappresenta un qualora non vi sia un collasso completo
importante elemento di difesa aspecifica della guaina sotto il capezzolo, nel caall’interno del canale del capezzolo. Du- so di guaine troppo corte rispetto alla
rante una corretta
lunghezza di queapertura e chiusust’ultimo e qualoL’intervallo ottimale tra l’inizio
ra delle tettarelle è
ra i capezzoli siano
della preparazione del capezzolo
essenziale garantitroppo corti per
e l’attacco dei gruppi di mungitura
re la rottura e l’alessere compressi
è di 60-90 s
lontanamento dedalla guaina colgli strati di cheratilassata. Molti studi
na più superficiali.
hanno dimostrato
A ogni mungitura, la rimozione di uno che, se il pulsatore e le guaine sono adestrato di cheratina sufficiente (40%) allon- guate, la percentuale di nuove infezioni
tana i batteri intrappolati in essa o aderen- rimane bassa.
ti alle sue pieghe superficiali. Ma se la rimozione di cheratina si eleva fino all’80% Lo scivolamento delle guaine
(come nel caso di una mungitura senza
favorisce le mastiti
pulsazione), rimangono scoperte le cellule immature che si trovano sotto lo strato
Nel 1987 O’Callaghan e O’Shea dimodi cheratina, le quali non sono in grado di strarono che lo scivolamento delle guaine
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Capezzolo visto al microscopio: sano a sinistra; lesionato a causa della sovramungitura a destra
causa un’improvvisa entrata di aria atmosferica nel collettore, provocando la
repentina risalita di gocce di latte nella
tettarella adiacente, aumentando così il
rischio di insorgenza di mastite.
In particolare, lo scivolamento delle
guaine è un problema diffuso negli allevamenti e l’incidenza sembra aumentare col ridursi del livello di vuoto, con
un errato allineamento dei gruppi, con
l’ineguale distribuzione del peso di un
gruppo tra un quarto e l’altro e, non da
ultimo, in presenza di condizioni non
soddisfacenti delle guaine in uso.
che esce dal canale del capezzolo.
Durante la fase del collasso della guaina vi è una piccola sovrapressione in sede cisternale, mentre il vuoto generato
durante la fase di apertura della guaina
può raggiungere un valore pari al 90% di
quello all’apice del capezzolo. Se il valore
del vuoto presente nella cisterna del capezzolo raggiunge, anche se per un breve
momento, concentrazioni maggiori del
vuoto sottostante l’apice del capezzolo, si
genera un gradiente di pressione inverso
che può veicolare i batteri nella cisterna.
Questo gradiente si genera solo nella fase di sovramungitura, quando vengono
Dispersione dei batteri
munti capezzoli vuoti.
Un fattore predisponente la formazione
nella mammella
di questo gradiente è dato da una scarsa
Prima che inizi la fase di mungitura, preparazione dell’animale e da un lunnel seno del capezzolo si trova fisiologi- go lasso di tempo fra l’inizio della sticamente una quota
molazione e l’attacco
di latte. Al momento
del gruppo.
La sovramungitura si valuta
della chiusura della
La sovramungituosservando il colore del
guaina, 1/3 di questo
ra può essere efficacecapezzolo, la sua consistenza
latte viene spinto vermente valutata attraal tatto e la presenza di un
so la cisterna. Qualora
verso l’osservazione e
il secreto sia contamil’assegnazione di un
anello alla base
nato da batteri, questi
punteggio ai capezzovengono portati diretli mammari.
tamente nella mammella, favorendo l’inI parametri da osservare sono:
staurarsi di un’infezione mammaria. Uno • il colore (normale, scolorito);
studio radiografico nel 2003 ha dimostra- • la presenza di un anello alla base del
to come alla chiusura della guaina con- capezzolo (assente, visibile);
segua la chiusura del canale del capezzo- • la consistenza al tatto del capezzolo
lo circa tra la metà e un terzo della sua stesso (normale, indurito).
altezza. Questo dimostra come vi debba
Insieme a una precisa valutazione dei
essere un’ottimale sinergia tra pulsatore e capezzoli si può fare attenzione anche al
guaina, per minimizzare la movimenta- comportamento degli animali al momento
zione di eventuali patogeni dall’apice del della mungitura (se le vacche si presentacapezzolo alla cisterna del latte.
no irrequiete e calciano verso la fine della
mungitura, se le primipare sono nervose
Segnali di sovramungitura all’entrata in sala) e all’eventuale frequente
presenza di tubi collettori vuoti.
Un altro fattore da tenere presente nelIn questi casi occorre controllare teml’analisi di un impianto di mungitura è la pestivamente lo stacco dei gruppi che di
sovramungitura. Questa ha inizio quando norma deve avvenire quando il flusso di
il flusso di latte che arriva alla cisterna del latte emesso scende al di sotto di 200-300
capezzolo dagli alveoli è minore di quello g/min, verificando che il posizionamento
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dei gruppi sia corretto e che il peso venga
uniformemente distribuito sui quattro
quarti. D’altra parte, perché la produzione sia ottimale, bisogna anche fare attenzione che la percentuale di animali che
presentano una quota di latte residuale
elevata non oltrepassi il 10%.
Una buona preparazione dell’animale,
un giusto intervallo di tempo tra questa
e l’attacco dei gruppi e il benessere delle
vacche in sala sono il prerequisito fondamentale per poter effettuare lo stacco
a una velocità del flusso ancora elevata:
gli animali risponderanno con un tempo
di mungitura breve, eccellenti condizioni
dei capezzoli e ottimale eiezione lattea.
Mungitura, momento chiave
di una gestione corretta
Il momento più delicato da gestire per un
allevatore di vacche da latte è quello della
mungitura, ove ciascun evento deve essere
studiato dettagliatamente e inquadrato in
una solida e precisa routine, unica garanzia
di una vantaggiosa produttività.
La conoscenza dettagliata e completa
dei meccanismi anatomici e fisiologici che
sottendono all’evocazione e all’inibizione del riflesso di eiezione lattea è il punto
di partenza fondamentale per l’allevatore
che voglia mettere a punto una routine di
mungitura corretta, che rispetti l’animale
e ottimizzi tempi, produttività e qualità
dei suoi animali. Quindi, per un corretto operare, non si può prescindere dalla standardizzazione delle procedure da
effettuarsi in sala di mungitura, fino al
conseguimento di una routine che determina un risparmio di tempo, di denaro e
un aumento della qualità.
•
A cura del Mastitis council Italia
recapito
La bibliografia sarà consultabile sul sito Internet
all’indirizzo:
www.informatoreagrario.it/bancadati