Esporta l`inventario

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Esporta l`inventario
Parrocchia di Santa Maria Assunta in Baselga del Bondone.
Inventario dell'archivio storico (1565 - 1955 ) e degli archivi
aggregati (1534 - 1963)
a cura di
Cooperativa Koinè
Provincia autonoma di Trento. Soprintendenza per i Beni librari e archivistici
2007
Premessa
L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica del
Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio
Diocesano Tridentino, a cura della Cooperativa Koinè di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2007.
L'inventario è stato redatto con il programma "Sesamo".
L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del Trentino e la conseguente revisione dei dati sono
state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Francesca Benini,
Chiara Bruni, Ines Parisi ed Emanuela Pandini (Cooperativa ARCoop) nel corso del 2009, secondo le norme di
"Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".
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Albero delle strutture
Parrocchia di Santa Maria Assunta in Baselga del Bondone, 1534 - 2002
Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 1565 - 2002
Registri dei nati e battezzati, 1565 - 2001
Registri dei matrimoni e dei morti, 1673 - 1775
Registri dei matrimoni, 1775 - 1966
Indici dei registri dei matrimoni, 1855 - 1948
Registri dei morti, 1775 - 2002
Registri dei cresimati, 1798 - 2001
Stati delle anime, 1886 - 2000
Registri degli sponsali, 1908 - 1945
Atti matrimoniali, 1834 - 1965
Registri degli avvisi e delle pubblicazioni matrimoniali, 1914 - 1956
Diari delle messe avventizie, 1825 - 1962
Diari personali delle messe, 1920 - 1930
Registri delle elemosine e delle offerte, 1924 - 1945
Registri di cassa generale, 1947 - 1966
Registri di amministrazione di associazioni e opere pie, 1870 - 1955
Registri dei verbali delle riunioni delle associazioni e opere pie, 1929 - 1953
Registri dei legati, 1780 - 1963
Registri di amministrazione dei legati, 1735 - 1952
Protocolli degli esibiti, 1854 - 1975
Carteggio e atti ordinati, 1630 - 1967
Carteggio e atti, 1725 - 1955
Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 1901 - 1943
Registri di amministrazione, 1901 - 1943
Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone, 1534 - 1958
Urbari, 1534 - 1780
Registri di cassa, 1907 - 1946
Registri dei verbali della fabbriceria, 1925 - 1932
Registri delle rese di conto dei sindaci, 1705 - 1873
Resoconti, 1866 - 1958
Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone, 1708 - 1963
Registri degli iscritti, 1777 - 1963
Registri delle rese di conto dei ministri, 1708 - 1907
Registri di amministrazione, 1906 - 1952
Confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone, 1878 - 1947
Registri degli iscritti, 1878 - 1929
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Registri di amministrazione, 1878 - 1947
Asilo infantile "Fondazione Leonesi" di Baselga del Bondone, 1922 - 1962
Registri dei verbali delle riunioni di direzione, 1929 - 1943
Registri dei verbali delle riunioni dei soci, 1930 - 1951
Protocolli degli esibiti, 1922 - 1953
Carteggio e atti, 1922 - 1962
Fondo pergamenaceo dell'archivio della parrocchia di Baselga del Bondone, 1611 - 1675
Pergamene, 1611 - 1675
Documentazione dell'archivio privato di don Carlo Dalzocchio, 1864 - 1864
Registri, 1864 - 1864
Documentazione dell'archivio del comune di Vezzano, frazione di Baselga del Bondone, 1811 - 1815
Registri dei nati, 1811 - 1815
Registri dei morti, 1811 - 1815
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Albero dei soggetti produttori
Parrocchia di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] Assorbe : Beneficio parrocchiale di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] - 1987
gennaio 24
Assorbe : Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] - 1987
gennaio 24
Beneficio parrocchiale di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] - 1987 gennaio 24
E' assorbito da : Parrocchia di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] - 1987 gennaio 24
E' assorbito da : Parrocchia di Santa Maria Assunta, Baselga del Bondone (Trento), [1183] Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone, Baselga del Bondone (Trento), 1709
febbraio 28 - sec. XX seconda metà
Confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone, Baselga del Bondone (Trento), [1762] - sec.XX
seconda metà
Asilo infantile "Fondazione Leonesi" di Baselga del Bondone, Baselga del Bondone (Trento), 1927 - 1962
Dalzocchio, Carlo, Albaredo (Vallarsa) 1842 novembre 18 - Baselga del Bondone (Trento) 1904 aprile 16
Comune di Vezzano, Vezzano, 1810 settembre 1 - 1817 dicembre 31
Successori:
Comune di Vezzano, Vezzano, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12
Comune di Vezzano, Vezzano, 1923 gennaio 13 -
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superfondo
Parrocchia di Santa Maria Assunta in Baselga del Bondone, 1534 - 2002
76 regg., 10 quadd., 11 pergg., 15 bb., 11 fascc.
Storia archivistica
Gli archivi parrocchiali, come tutti gli archivi ecclesiastici, sono soggetti storicamente a determinate prescrizioni e
regolamenti approvati dall'autorità competente. In particolare attualmente essi trovano una loro legislazione nel Codice
di diritto canonico (1983). Il canone 535 (cfr. §§ 1-5) regolamenta gli obblighi del parroco per la tenuta e la
conservazione dei "libri parrocchiali" e degli "altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità".
Lo stesso canone prevede anche i controlli periodici che il Vescovo diocesano o il suo delegato deve effettuare su tali
libri e documenti affinchè non vadano dispersi. Tutti i documenti, anche i libri parrocchiali più antichi, devono essere
custoditi diligentemente in una stanza apposita detta "tabularium" o archivio. Il Codice stabilisce ancora che "il
Vescovo diocesano abbia cura che anche gli atti e documenti degli archivi delle chiese cattedrali, collegiate,
parrocchiali e delle altre chiese che sono presenti nel suo territorio vengano diligentemente conservati e che si
compilino inventari o cataloghi in due esemplari, di cui uno sia conservato nell'archivio della rispettiva chiesa e l'altro
nell'archivio diocesano" (can. 491 § 1). Circa la consultazione di tali atti e documenti "si osservino le norme stabilite dal
Vescovo diocesano" (can. 491 § 3).
L'Ordinariato di Trento ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano tridentino
attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli
archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana.
Tutta la documentazione appartenente all'archivio parrocchiale di Baselga del Bondone si trovava collocata, al momento
del presente riordino, al piano rialzato della canonica di Baselga in un antico armadio di legno ubicato nell'ampio salone
all'ingresso della stessa. Presumibilmente si tratta dello stesso armadio menzionato nell'atto di consegna del 30 luglio
1854 al nuovo parroco, don Antonio Piffer in occasione della quale infatti si citava testualmente "un armadio che serve
pell'archivio canonicale"(1). Dagli atti di consegna presenti in archivio non è emerso chiaramente come fosse strutturata
anticamente la documentazione ma leggendo alcuni documenti si ha l'impressione che, fino ad un certo periodo,
regnasse parecchia confusione. Si è percepita infatti in più di un'occasione l'effettiva difficoltà da parte degli stessi
sacerdoti di ritrovare la documentazione di cui avevano bisogno.
L'arrivo a Baselga del Bondone di don Antonio Piffer, avvenuto il 30 luglio 1854, coincise con un primo tentativo di
"riordino" della documentazione. Don Piffer si mostrò subito come un uomo e sacerdote molto preciso e scrupoloso,
tanto che al suo arrivo a Baselga fece subito richiesta di un restauro urgente della canonica pretendendo specifici
interventi arricchiti di dettagli e particolari (2).
Interventendo sull'archivio egli predispose un "protocollo primo dell'archivio parrocchale"(3) sul quale "registrò" quasi
tutta la documentazione presente in archivio comprendendo tra questa i registri di anagrafe, dei conti ed altri. Egli
adottò una descrizione particolareggiata dei documenti contrassegnandoli con una numerazione composta da un numero
di "fascicolo" (o argomento) seguita da un numero progressivo che contraddistingue la posizione del documento
all'interno del fascicolo.
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Di tale intervento rimane traccia sui documenti ma non si è trovato alcun fascicolo scritto di mano dello stesso
sacerdote. A don Piffer seguirono altri due sacerdoti che poco intervennero sulla documentazione e, probabilmente,
continuarono a protocollare e a inserire i documenti nelle pratiche predisposte dal loro predecessore.
Nel 1904 venne nominato parroco di Baselga don Giovanni Maestranzi da Giustino il quale iniziò a raccogliere
fisicamente la documentazione protocollata dal Piffer e a confezionare dei fascicoli. Il suo fu forse un tentativo di
mettere in pratica la suddivisione, probabilmente solo "virtuale", fatta dal suo predecessore. A testimonianza della
precisa volontà di don Maestranzi di mettere in pratica "l'ordine" dato dal Piffer può senz'altro prendersi come esempio
un titolo attribuito ad una busta di carteggio che cita testualmente: "Dal fascicolo 13 secondo le citazioni del defunto
parroco Piffer"(4).
Il Maestranzi confezionò anche alcune buste nelle quali collocò sia fascicoli che carteggio sciolto. Il risultato ottenuto
dal sacerdote fu quello di accorpare in pratiche e argomenti ben precisi tutta la documentazione visionata e protocollata
dal Piffer, integrando eventalmente le pratiche ancora in corso.
Don Francesco Ermon da Viarago, entrato in possesso della parrocchia nel 1920, continuò ad archiviare sia utilizzando i
fascicoli e le buste predisposte dal Maestranzi, aggiungendo eventualmente ai titoli delle piccole parti, che costituendo
nuove pratiche con fascicoli creati ex novo. Don Alfonso Silvino Pozza, parroco di Baselga dal 1924, agì più o meno
come il suo predecessore ma intervenendo un po' più pesantemente sia sui titoli dei fascicoli che sulle buste del
Maestranzi, spesso svuotandole del loro contenuto originale e riutilizzandole per inserirvi nuovo materiale. Il Pozza
creò anche una busta di carteggio suddiviso per annata, probabilmente predisposta in fase di archiviazione corrente,
sulla quale, presumibilmente don Umberto Giacomelli da Vigolo Vattaro suo successore, segnalò la necessità di
suddividerla e di inserire la documentazione in essa contenuta nelle rispettive pratiche di appartenenza.
Al momento del presente riordino l'archivio si presentava in un notevole stato di disordine e solo dopo un'attenta analisi
delle scritture ritrovate sui fascicoli e sulle buste sono emersi e si sono potuti individuare i vari interventi subiti negli
anni.
Modalità di acquisizione e versamento
L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali dell'8 giugno 1994 è stato
dichiarato di interesse storico.
Contenuto
L'archivio comprende la documentazione dei seguenti fondi archivistici:
- Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 1565 - 2002;
- Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone 1901 - 1943;
- Chiesa dell'Assunzione in Baselga del Bondone, 1534 - 1958;
- Confraternita del SS. Sacramento di Baselga del Bondone, 1708 - 1963;
- Confraternita del SS. Rosario di Baselga del Bondone, 1878 - 1947;
- Asilo infantile "Fondazione Leonesi" di Baselga del Bondone, 1922 - 1962;
- Fondo pergamenaceo, 1611 - 1675;
- Documentazione dell'archivio privato di Carlo Dalzocchio, 1864;
- Documentazione dell'archivio del comune di Baselga del Bondone, 1811 - 1815
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La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai
registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.
In generale la documentazione si trovava, al momento del riordino, in un discreto stato di conservazione.
Lingua
Italiano; latino
Criteri di ordinamento e inventariazione
Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di
Baselga del Bondone ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di
ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento
con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno
n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" e a quanto indicato
nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dalla Soprintendenza per i beni
librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento.
Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase
iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto
riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, si sono individuate le varie attività
svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le
valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il
direttore dell'Archivio diocesano tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della
Provincia autonoma di Trento.
Per l'elaborazione delle schede ci si è avvalsi del supporto informatico ed è stato utilizzato il programma Sesamo. Si
ritiene perciò utile far presente che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal
programma e alle scelte compiute dalla Soprintendenza, scelte tese ad un progressivo adeguamento alle norme
internazionali.
Il presente inventario si chiude al 1955 , limitandosi a quella parte dell'archivio dichiarata di interesse storico dalla
Commissione Beni Culturali dell'8 giugno 1994. Le "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano
in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", stabiliscono infatti che negli archivi
ecclesiastici riconosciuti di interesse storico la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entri a far parte
dell'archivio storico e ricada sotto le disposizioni ad esso relative.
Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di una singola unità archivistica possono superare il
limite del 1955 .
Incrementi previsti
Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione
della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.
Condizioni di accesso
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In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti
ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la
documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni
puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di
protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari
degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle
persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa
all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire
mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al
servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.
Condizioni di riproduzione
La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è
consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso
dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei
documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale.
Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal
Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza
comunale.
Bibliografia
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961
Nota dell’archivista
La scheda è stata compilata utilizzando le fonti archivistiche della Parrocchia di Baselga del Bondone e dell' Archivio
diocesano tridentino, "Atti visitali".
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888
COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni
di metodo ed esperienze, Bologna, 1989
SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri
parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989
Fonti normative
Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari
Codice di diritto canonico (1983)
Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa
i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli
archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11)
Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali
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Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196
Note
(1) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 8, cc. 304-305.
(2) Ibidem.
(3) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Protocolli degli esibiti", reg. 1.
(4) Ibidem, "Carteggio e atti ordinati", b. 4.
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Ente
Parrocchia di Santa Maria Assunta
[1183] -
Luoghi
Baselga del Bondone (Trento, Tn)
Archivi prodotti
Fondo Fondo pergamenaceo dell'archivio della parrocchia di Baselga del Bondone, 01/01/1611 - 31/12/1675
Fondo Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 01/01/1565 - 31/12/2002
Storia
Baselga del Bondone, formata dagli aggregati storici di Villa, Casai, Doss, Castel e Olmaga, è situata ai piedi del Monte
Croce lungo la vecchia strada che porta a Vezzano. La chiesa dell'Assunta rappresenta la sede pievana di tutto il
Sopramonte (1). Essa viene citata per la prima volta in una bolla del 1183 emanata da Papa Lucio III (2) nella quale,
indicando un "plebatus Supramontis", viene esplicitamente menzionata una "Basilica Supramontis" (3). Un nome così
importante che identifica un villaggio relativamente piccolo rappresenta sicuramente una rarità (4); presumibilmente è
stato ad esso attribuito in tempi precedenti al documento del 1183 dagli antichi arimanni (5) che abitavano le ville del
Sopramonte. Questi, per i loro raduni di carattere civile, si ritrovavano nel luogo più centrale del territorio nella località
identificata con il nome di Piazzamana (6), situata alle pendici del Doss Grum e a nord dell'attuale centro di Baselga.
Anticamente questo luogo era molto importante sia dal punto di vista agricolo che sociale, visto appunto che venne
usato per secoli come punto aggregante. Probabilmente furono gli stessi arimanni a provvedere alla costruzione di una
chiesa, dal latino "basilica", in un luogo non molto lontano dal loro punto di ritrovo e a beneficio della popolazione del
Sopramonte che dipendeva direttamente dall'episcopato di Trento. Attorno all'edificio cominciarono un po' alla volta a
sorgere le prime abitazioni che diedero vita al villaggio. Quindi Baselga è da ritenersi quasi sicuramente il centro abitato
di più recente costituzione di tutto il Sopramonte ma, di contro, il più importante dal punto di vista religioso.
In conseguenza alla riorganizzazione delle pievi, la chiesa di Baselga venne sicuramente a rappresentare il punto
centrale in un territorio con insediamenti sparsi e quindi il posto ideale per porvi il fonte battesimale. Il territorio della
pieve intesa nel senso ecclesiastico del termine, andò a coincidere con i confini naturali del Sopramonte tra il Bus de
Vela e il Gaidòss, mantenendo a livello civile Pizzamana per le riunioni di carattere civile.
Un tempo dipendevano direttamente dalla chiesa pievana di Baselga le ville di Baselga, di Vigolo, di Terlago, di
Covelo, di Cadine, di Sopramonte (anticamente Oveno) e di Sardagna. Nel 1205 si staccarono Terlago, antico
capoluogo politico-amministrativo, e Covelo mentre Sardagna venne aggregata a Trento alla fine del XV secolo. Da
tempo immemorabile le varie stazioni che costituivano la pieve dovevano provvedere a un conveniente onorario sia per
il parroco che per il cooperatore. Il parroco a sua volta aveva l'obbligo di prodigarsi non solo per la cura delle anime
della stazione, ove risiedeva, ma anche per quella di tutte le altre.
Dall'urbario redatto a partire dal 1534 (7) dal pievano don Durckhainer si evince che sia a Baselga che negli altri
villaggi facenti parte della pieve il pievano vantava il diritto della quarta parte di decima su raccolti di vario genere che
andavano dalle granaglie, al vino e alla canapa. Egli aveva a disposizione inoltre una canonica annessa ad altro edificio
nel quale c'era un torchio (8). La canonica venne costruita in gran parte a spese del Durckhainer "ut deinceps plebanus
11
possit habitare in loco proprio", tale affermazione spiega che prima della sua nomina il pievano non aveva abitazione
propria e inoltre manifesta la volontà di preservare i suoi successori. Alla canonica era annesso un prato con un orto e
un piccolo campo arativo.
Nel 1850, in occasione del pensionamento di don Pietro Tazzoli e quindi nel periodo di vacanza prima della nomina del
parroco successivo, ci fu un tentativo da parte del comune di Sopramonte di traslare la sede parrocchiale da Baselga a
Sopramonte con un' istanza presso il Capitanato distrettuale di Trento (9). Tale tentativo fu impugnato dalla
popolazione di Baselga con l'unica conseguenza che Sopramonte nel 1854 venne innalzata a parrocchia. Rimasero
dipendenti direttamente dal parroco di Baselga solo i curati di Cadine e di Vigolo che ottennero l'erezione a parrocchia
rispettivamente nel 1942 e nel 1943.
Tra i pievani che si succedettero nel reggere la chiesa di Baselga ve ne furono alcuni molto autorevoli che lasciarono
chiare tracce del loro passaggio. Uno di questi fu don Cristano Durckhainer che diede inizio all'urbario precedentemente
citato (10). Nel settembre 1656 don Francesco Ricci da Calavino approntò invece i lavori di innalzamento della
canonica "per la grande necessità che teneva l'istessa" (11). Un altro don Francesco Ricci, nipote ed omonimo del
precedente, dovette affrontare il duro episodio delle invasioni francesi dell'agosto 1703 (12) durante le quali rimase
vittima. Vi sono inoltre, da non dimenticare, don Renato Sebastiani, il quale restaurò la chiesa fornendola di damaschi e
paramenti, seguito da don Alfonso Silvino Pozza che provvide alla rifusione delle quattro campane asportate dagli
austriaci durante la guerra.
Il 31 luglio 1929 il vescovo Celestino Endrici conferì, in seguito alle richieste della popolazione di Baselga, Vigolo e
Cadine, alla chiesa parrocchiale di Baselga del Bondone il titolo di arcipretale in considerazione anche della "vetustità
della parrocchia di Baselga di Sopramonte e il suo grande merito di essere stata la chiesa madre delle chiese dei paesi
circonvicini e sede di molti parroci illustri" (13).
Elenco parroci e arcipreti
1183
"anonimus" plebanus Supramontis
1236
Trentinus presbiter ecclesiae S. Mariae de Supramonte
1269
dominus Ulrico da Sopramonte
1281
Enrico da Sopramonte
1300
Francisco da Sopramonte
1307
Pietro da Sopramonte
1335
"anonimus" plebanus Supramontis
1336
"anonimus"archipresbiter de Supramonte
1338
Bartolomeo da Trento
1340
Gualtiero da Sopramonte
1341
"anonimus" plebanus Supramontis
1344
Bartolomeo da Trento
1353-1365
Paxius
1380
Bartolomeo da Verona
1384
"Ancius" da Levico
1384
"Nicoletus" da Venezia
1388
Antonio "de Bernardigio" da Milano
1399
"anonimus" plebanus Supramontis
12
1399-1412
Michele da Trento
1412-1424
- lacuna -
1424
"anonimus" presbiter Supramontis
1425
Osvaldo
1427-1429
"anonimus" presbiter Supramontis
1433
Ruggero Nicolò "de Apulia"
1445
Ruggero
1467
"anonimus" villae Basilicae plebanus Supramontis
1467
Rugerius de Apulia, presbiter
1497
Antonio "de Fatis" da Terlago
1499
"anonimus" plebanus plebis Basilicae
1507
Giovanni "Stayffler"
1515 ca.
"Verz(erius)"
1515
Cristano Durckhainer "de Ulma"
1515-1521
Giovanni "Durius" de Grignasco
1521-1544
Cristano Durckhainer "de Ulma"
1544-1564
- lacuna -
1565-1591
Tommaso Tommasini da Vezzano
1592-1598
- lacuna-
1599-1648
Orazio Lucchi
1648-1703
Francisco Ricci "senior" da Calavino
1703-1724
Francisco Ricci "iunior" da Calavino
1724-1737
Bartolomeo Trentini da Trento
1737-1743
Antonio Dionisio Manfroni da Caldes
1743-1758
Mauritio Antonio Zanoni da Campodenno
1758-1769
Ignazio Leopoldo Sardagna "de Hoenstein"
1769-1775
Baldassarie Bartholomeo Bernardi da Cognola
1775-1814
Vigilio Ciurletti da Belfonte
1814-1818
Vincenzo Cortelletti da Trento
1818-1831
Michele Menapace da Campo Tassullo
1831-1850
Pietro Tazzolli da Torbole
1850-1854
Paride Leonesi da Tremosine - vicario -
1854-1887
Antonio Piffer da Trento
1888-1900
Renato Sebastiani da Trento
1900-1904
Carlo Dalzocchio da Albaredo
1904-1920
Giovanni Maestranzi da Giustino
1920-1924
Francesco Ermon da Viarago
1924-1944
Alfonso Silvino Pozza da Spormaggiore
1945-1952
Umberto Giacomelli da Vigolo Vattaro
1953-1975
Giulio Conci da Trento
1976-1989
Guido Avi da Vigalzano
13
1990-1991
Giuseppe Mozol dalla Polonia
1992-1995
Stanislao Kosowski dalla Polonia
1996-1999
Antonio Berera da Como
2000-***
Ruggero Zucal da Romeno
Condizione giuridica
Con D.M. del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 la parrocchia di Baselga
delBondone è stata dicharata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n.195).
Funzioni, occupazioni e attività
Pieve
Le chiese esistenti sul territorio con origini più antiche vengono denominate pievi ("pluif" in celtico, "plou" in bretone,
"plêf" in ladino-friulano, "plaif" in engadinese, "ploâh" in ladino della Val di Non). L'origine del termine, lungi
dall'essere stato studiato nella sua complessità, è però molto difficile da definire.
L'esigenza di garantire al popolo cristiano e in special modo a coloro che vivevano lontano dalle sedi vescovili
quell'insieme di servizi sacramentali e pastorali che va sotto il termine generico di "cura d'anime" rese presto necessario
l'invio di ecclesiastici nella campagne per annunciare il Vangelo anche lontano dalle mura cittadine (14). In Occidente
ciò accadde a partire dalla seconda metà del IV secolo. Buona parte della storiografia chiama "pievi" i centri di cura
d'anime sorti nel territorio extraurbano fin dal IV-V secolo ma è solo a partire dall'VIII secolo che il termine "plebs"
cominciò a significare non solo la comunità cristiana ma anche il territorio in cui tale comunità risiedeva e l'edificio
sacro al quale essa faceva riferimento. A una stabile suddivisione territoriale delle diocesi in circoscrizioni minori si
giunse con la legislazione carolingia all'inizio del IX secolo. Questa estese anche all'Italia centro-settentrionale le norme
che rendevano obbligatorio il pagamento della decima e precisò che gli introiti provenienti da tale pagamento dovevano
essere destinati solo alle chiese battesimali. "Nacque in questo modo il "sistema" pievano, nel quale la realtà vivente
(l'insieme del clero e del "popolo di Dio"), la realtà di pietra (il complesso degli edifici) e la realtà giurisdizionale
(l'ambito territoriale di esercizio della giurisdizione spirituale, dal quale l'ente otteneva anche il suo sostentamento)
assumevano significativamente lo stesso nome: plebs, pieve" (15). Da questo momento si viene a creare una completa
ripartizione del territorio diocesano in distretti ecclesiastici minori, che riproducevano strutture civili preesistenti o
rispettavano determinati confini naturali. In seguito i mutamenti demografici spinsero alla formazione di nuove pievi,
ma il "sistema pievano" non fu per questo scardinato mantenendosi stabile fino alla fine del XIII secolo.
Non è possibile attestare, dall'esame dei documenti pervenuti, se nel territorio trentino prima del 1000 il termine pieve
fosse utilizzato nell'accezione sopra descritta (cioè indicante la triplice realtà istituzionale, edilizia e territoriale), per
questo è necessario rivolgersi a fonti del XII secolo. Se ci si limita a prendere in considerazione le 68 circoscrizioni
pievane della diocesi di Trento esistenti alla fine del XIII secolo si scopre che ben 33 di esse sono attestate prima del
1200 e altre 25 compaiono nella prima metà del XIII secolo (16).
Parrocchia (17)
Il termine "parrocchia" deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale.
Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori
diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la
spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio
14
di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della
struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate
ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di
esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess.
XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono
delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad
approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri
parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali.
I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e
sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba
essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato
est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum
cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un
determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor".
Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita
come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e
Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie
acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero
dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".
Contesto generale
Attualmente la parrocchia di Baselga del Bondone si trova nel decanato di Calavino, diocesi di Trento.
Fonti normative
Raccolta di Concordati su materie ecclesiastiche tra la Santa Sede e le autorità civili / a cura di Angelo
Mercati, Città del Vaticano : Tipografia poliglotta vaticana, 1954.
Codice di diritto canonico (1983)
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
Archivio storico della parrocchia di Baselga del Bondone
Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali"; "Parrocchie e curazie"
Disposizioni normative:
"Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento", XIII (1929-31), XV (1937-41)
Bibliografia
AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985
BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento,
1995
15
BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910
BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765
CASTELLI-TERLAGO F.M., Notizie della Pieve di Baselga di Sopramonte e suoi parroci, Trento :
Artigianelli, 1929.
CIMADOM A., Baselga : la pieve del Supramonte, [Arco (TN) : Grafica 5], 2007.
COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986
CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura
d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999
Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991,
Trento, 1995
KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964
LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997
TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo Stenico, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970
WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932
Note
(1) Con il toponimo Sopramonte si intende identificare il territorio che fa da spartiacque tra i fiumi Adige e Sarca e che
va dal Bus de Vela al Gaidòss, in direzione nord-sud, e dal passo del Camponcino a Pedegazza, in direzione est-ovest.
(2) Cfr. CASTELLI- TERLAGO, "Notizie della pieve di Baselga di Sopramonte e suoi parroci", Trento, 1929.
(3) In Trentino vi sono solo altri due centri identificati con tale denominazione e cioè Baselga di Piné e Baselga di
Bresimo.
(4) Cfr. CIMADOM A., "Baselga. La pieve del Sopramonte", Arco (Trento), 2007.
(5) Gli arimanni erano una casta militare e formavano delle guarnigioni a difesa di luoghi strategicamente importanti. A
loro venivano concesse delle terre senza possibilità di alienarle.
(6) Suppone Nereo Garbari, appasionato di storia locale, che il toponimo derivi da "piazza degli arimanni" poi
"piazzarimanna" poi "piazzamana".
(7) Cfr. "Chiesa dell'Assunta di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1.
(8) Ibidem, p. 25.
(9) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 6.C. n.1.a.
(10) Cfr. nota n. 7.
(11) Ibidem, pp. 166-167.
(12) Annotazione relativa all'invasione francese avvenuta nell'agosto del 1703 si trova in "Ufficio parrocchiale di
Baselga del Bondone", "Registri dei matrimoni e dei morti", reg. 1, c. 314v.
(13) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ", fasc. 3, c. 13.
(14) Cfr. CURZEL E., "Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime
dalle origine al XIII secolo (studio introduttivo e schede)", Bologna 1999, p. 5 e segg. Si rimanda alla ricca bibliografia
contenuta nel volume.
(15) Ibidem p. 7.
(16) Ibidem, p. 29 e tabelle riprodotte.
(17) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una
bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'"Enciclopedia del diritto", Giuffré, Varese, 1958-1995.
16
fondo A
Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 1565 - 2002
regg. 50, quadd. 6, bb. 13, fascc. 10
Soggetti produttori
Parrocchia di Santa Maria Assunta, [1183] -
Contenuto
La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai
registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.
Incrementi previsti
Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione
della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.
17
serie 1
Registri dei nati e battezzati, 1565 - 2001
Contenuto
I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal
"Decretum de
Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum"
emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative
trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati
vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e
anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781
che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784
vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura
ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo
stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della
legge".
Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile
furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con
il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito
di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano
presso i Comuni.
La serie è formata da cinque registri dei nati a partire dal 1565. Il primo registro è redatto in lingua latina e nelle prime
registrazioni compaiono solo dati essenziali quali il nome del neonato, quello del padre e il paese di provenienza
(Sopramonte, Terlago, Vigolo, Baselga, Cadine); non è presente il nome del ministro battezzante. Solo dal 1581 viene
indicato anche il nominativo della madre e intorno al 1654 vi sono anche quelli dei padrini, delle madrine e, poco dopo
quello del sacerdote. Gli illegittimi venivano segnalati disegnando a lato della registrazione una mano con il dito
puntato sul nominativo. Nel periodo della Quaresima il padre del primo nato offriva, in occasione del battesimo, un
agnello che veniva segnato a margine della registrazione con un disegno stilizzato dell'animale. Il secondo registro è
suddiviso a seconda delle località di Cadine, di Vigolo e di Baselga. Nel 1804, forse in occasione della caduta del
Principato vescovile e dell'annessione del Trentino alla provincia del Tirolo, i battesimi impartiti tra i mesi di agosto e
novembre vengono ricopiati preceduti dalla dicitura "Incipit tempus imperiallis constitutionis" o "Initius legis
imperialis". Alla fine del secondo registro iniziano le registrazioni secondo una tabella artigianale e quelli che seguono
sono strutturati a tabella prestampata nella quale sono registrati, secondo le disposizioni governative, le generalità del
battezzato, "il tempo della nascita" (anno, mese, giorno e ora), il luogo di nascita, il giorno del battesimo, i nomi dei
genitori, del ministro battezzante e dei padrini, e la condizione sociale di questi ultimi. In alcuni casi è riportato anche il
nome della levatrice (mammana) che ha assistito al parto.
Per quanto riguarda la rilevazione degli estremi cronologici si specifica che viene sempre segnalata come prima data
quella riferita alla nascita e come ultima quella riferita al battesimo.
18
Altre annotazioni di battesimi degli anni 1779, 1805 e 1807 si trovano in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga
del Bondone", "Registri dei cresimati", reg. 1, capovolgendo il registro.
A. 1. 1
"Baptizati in ecclesia parochiali Basilicae ad Beatam Maria Virgine in coelum assumtam ab anno 1565 da annum 1775"
1565 gennaio 1 - 1775 giugno 1
Registrazioni dei battezzati della parrocchia di Baselga del Bondone "distribuiti secondo l'ordine alfabetico dei nomi personali" (1).
Latino
Registro, legatura in mezza pelle, con indice all'inizio n.n., cc. 349 (bianche diverse cc.)
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 8 n. 1"
Note
(1) Nota di mano presumibilmente del parroco don Silvino Alfonso Pozza posta all'inizio del registro nella quale il sacerdote si
premura, per ogni lettera dell'alfabeto, di segnalare le pagine in cui si trovano annotate le registrazioni dei battezzati.
A. 1. 2
"Registro II. Nati. Cadine 1700-1802. Vigolo 1700-1820. Baselga 1700-1820" (tit. dorso)
1700 gennaio 31-1720 dicembre 17; 1775 luglio 101820 febbraio 13
pp. 1-81: registro dei battezzati di Cadine, 1700 gen. 31-1720 nov.4; 1775 lug. 18-1802 gen. 7;
pp. 1-113 (1): "Liber baptizatorum Viguli", 1700 apr. 1-1720 dic. 17; 1775 ago. 29-1820 gen. 7;
pp. 1-70 (2): "Liber baptizatorum Basilicae", 1700 feb. 9-1720 nov. 27; 1775 lug. 10-1820 feb. 13.
Alla fine delle registrazioni relative alla curazia di Cadine:
- Indice alfabetico a rubrica relativo ai battezzati di Cadine per gli anni 1775-1802;
- "Index baptizatorum Viguli al anno 1775", indice alfabetico a rubrica;
- "Index baptizatorum Basilica ab anno 1775", indice alfabetico a rubrica;
alla fine, incollate: attestazioni di battesimi di persone originarie di Baselga del Bondone avvenuti a Riva del Garda e a Cavalese,
1809 mar. 7-mar. 9.
Italiano, latino
Registro, legatura in mezza tela, con indici alfabetici a rubrica relativi alle parti nn.nn., pp. 81, 113, 70 (bianche molte pp. tra le
parti)
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 8 n. 2"
Note
(1) A c. 73 vengono ricopiati i battesimi dal 1804 ago. 10 al nov. 3 precedute dalla dicitura
"Incipit tempus imperiallis
constitutionis";
(2) A c. 45 vengono ricopiati i battesimi dal 1804 set. 24 al set. 28 precedute dalla dicitura "Initius legis imperialis".
A. 1. 3
"Registro de nati di Vigolo e Baselga anno 1820 li 26 mar. sino li 24 agosto 1859"
1820 marzo 26 - 1859 dicembre 26
Registro dei nati e battezzati della parrocchia di Baselga del Bondone e della curazia di Vigolo Baselga (1).
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 120
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 8 n. 9"
19
Note
(1) Vigolo Baselga rimase curazia di Baselga del Bondone fino all'anno 1943.
A. 1. 4
"IV Registro dei nati di Baselga e Vigolo dall'anno 1860 sino all'anno 1914(1)"
1860 gennaio 11 - 1913 dicembre 25
Registro dei nati e battezzati della parrocchia di Baselga del Bondone e della curazia di Vigolo Baselga (2).
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico e per sesso a rubrica alla fine n.n., cc. sd 188
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 8 n. 10"
Note
(1) "1914" aggiunta posteriore di altra mano.
(2) Vigolo Baselga rimase curazia di Baselga del Bondone fino all'anno 1943.
A. 1. 5
"Vol. V° Nati e battezzati nella parrocchia di Baselga dal 1914 inclusive al 2001"
1914 gennaio 5 - 2001 febbraio 19
Alla fine, annotazione: "D'ora inanzi i nati di Vigolo si registreranno soltanto nel libro dei nati di detta curazia", 1919.
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 89
20
serie 2
Registri dei matrimoni e dei morti, 1673 - 1775
Contenuto
Per un'introduzione generale si vedano le rispettive serie.
La serie è formata da un registro che comprende le registrazioni dei matrimoni e dei morti di Baselga del Bondone e
villaggi circostanti nell'arco temporale che va dal 1673 al 1775.
Per quanto riguarda le registrazioni dei matrimoni si segnala che gli sposi appartengono sempre alle località di Baselga,
Cadine e Sopramonte e le celebrazioni potevano anche essere effettuate nelle rispettive chiese, non solo nella
parrocchiale di Baselga. Per quanto riguarda i morti, a margine sono sempre indicate le località in cui avvenivano i
decessi (Baselga, Vigolo e Sopramonte) e, di norma, è sempre indicato il luogo della sepoltura.
A. 2. 1
"Matrimoni 1673-1775. Morti 1691-1775" (tit. dorso)
1673 febbraio 13 - 1775 luglio 14
cc. 252-366: registro dei matrimoni, 1673 feb. 13-1775 lug. 14;
cc. 1-111: registro dei morti, 1691 mar. 30-1775 mag. 23.
A c. 314v.: "Hic liber fuit deturpatus a Gallis qui sub 23 augusti invasserunt hoc territorio...", nota relativa all'invasione dei francesi
del 1703 che, nel loro procedere verso Riva, devastarono e incendiarono il territorio di Baselga e di Cadine, [1731] (1).
Latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 252-366, 111 (mancano le cc. 1-251
Note
(1) L'annotazione si trova di seguito alle registrazioni del 1731.
21
serie 3
Registri dei matrimoni, 1775 - 1966
Contenuto
I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de
Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum"
emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative
trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti
vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed
anagrafiche.
L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li
dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero
prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed
attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato
ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge".
Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile
furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con
la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale
d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al
primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.
Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta
un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr.
Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa
Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio
1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il
curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri
anagrafici.
La serie è formata da quattro registri recanti le registrazioni dei matrimoni celebrati a Baselga del Bondone a partire dal
1775. Le prime registrazioni dei matrimoni dal 1673 al 1775 si trovano "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga
del Bondone", "Registri dei matrimoni e dei morti", reg. 1.
Fino all'anno 1817 le registrazioni sono in forma discorsiva, con l'indicazione della data e del luogo del matrimonio, dei
nomi degli sposi e della loro provenienza, del ministro celebrante e dei testimoni. Dal 1818 i registri sono strutturati a
tabella prestampata e riportano, secondo le disposizioni governative, la data del matrimonio, le generalità degli sposi,
del ministro celebrante, dei testimoni e la condizione sociale di questi ultimi.
L'ultimo registro è compilato secondo le norme concordatarie.
A. 3. 1
"II Matrimoni. 1775-1820"
1775 luglio 4 - 1820 febbraio 12
22
All'interno del piatto anteriore della coperta: prospetto a tabella di matrimoni, nati e morti dal 1818 al 1831, s.d.;
all'inizio: elenco sommario dei parroci di Baselga del Bondone dal 1365 al 1831, s.d.;
Capovolgendo il registro: registro dei consensi paterni al matrimonio dei figli minorenni, 1818 set. 7-1928 dic. 13.
Italiano, latino
Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 68, cc. 54 n.n.
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 4 n. 2"
A. 3. 2
"Registro de' matrimoni della parrocchia di Vigolo Baselga anno 1820 sino all'anno 1854 inclusive"
1820 febbraio 12 - 1854 dicembre 23
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 95
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 4 n. 13"
A. 3. 3
"Libro III. Registro dei matrimoni seguiti nella parrocchia di Baselga dall'anno 1855 sino al 1947 inclusive (1)"
1855 aprile 28 - 1948 ottobre 23
Registro dei matrimoni di Baselga del Bondone e di Vigolo Baselga (2).
Alle cc. 164 e 165: annotazioni relative alla concessione, in seguito a convenzione tra il parroco di Baselga e il curato di Vigolo del 5
dicembre 1924, della facoltà di "benedire i matrimoni in quella chiesa primissario-curata pei curaziani di Vigolo", 1925 mar. 11.
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 167, pp. 168-194, cc. sd 195-202 (salto di paginazione dalla p.185 alla p. 189)
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 4 n. 49"
Note
(1) "1947 inclusive": aggiunta posteriore di altra mano.
(2) Per gli anni 1927, 1930, 1931, 1933, 1942 e 1944 non sono presenti registrazioni di avvenuti matrimoni; per gli anni 1930, 1931 e
1942 sono registrati solo matrimoni celebrati fuori parrocchia.
A. 3. 4
"Matrimoni dal 1949 - 1975"
1949 gennaio 21 - 1966 maggio 30
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 22
23
serie 4
Indici dei registri dei matrimoni, [1855] - 1948
Contenuto
La serie è formata da un registro.
A. 4. 1
"Indice al registro Libro III dei matrimoni seguiti nella parrocchia di Baselga dall'anno 1855 sino al ***"
[1855 aprile 28] - 1948 [ottobre 23](1)
Italiano
Registro a rubrica, legatura in carta, pp. 95 (bianche diverse pp. tra le lettere)
Note
(1) Le date riportate tra parentesi quadre sono state ricostruite in base al titolo stesso o al registro a cui il presente indice fa
riferimento.
24
serie 5
Registri dei morti, 1775 - 2002
Contenuto
I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum"
di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. §
Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur).
Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei
morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili
ed anagrafiche.
L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li
dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero
prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed
attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato
ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge".
Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile
furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con
il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito
di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano
presso i Comuni.
La serie è formata da quattro registri dei morti a partire dal 1775. Le prime registrazioni dei morti dal 1691 al 1775 si
trovano "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri dei matrimoni e dei morti", reg. 1.
Il primo registro della serie, redatto quasi interamente in forma discorsiva, è riferito unicamente ai morti della
primissaria curata di Vigolo, è sempre specificato il luogo della sepoltura (il cimitero di Vigolo) e, raramente, la causa
della morte. Dal 1818 le registrazioni vengono fatte su tabella artigianale dove la causa della morte è sempre presente. Il
secondo registro rispecchia esattamente il primo ma è riferito solo ai morti di Baselga del Bondone.
I registri che seguono sono su tabella prestampata e riportano, secondo le disposizioni governative, le generalità del
defunto, la causa di morte e il luogo di sepoltura.
A. 5. 1
"Liber mortuorum plebis Viguli ab anno 1775 ad 1819"
1775 luglio 27 - 1819 dicembre 9
Registro dei morti della primissaria curata di Vigolo Baselga.
Latino
Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 38
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 9 n.1"
A. 5. 2
"Liber mortuorum paroecia Basilicae ab anno 1775 ad 1820"
25
1775 agosto 16 - 1820 febbraio 11
Registro dei morti della parrocchia di Baselga del Bondone.
Latino
Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 24
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 9 n. 2"
A. 5. 3
"Registro de' morti di Vigolo e Baselga dall'anno 1820 sino all'anno 1911 inclusive. III" (1)
1820 giugno 1 - 1911 dicembre 16
Registro dei morti della parrocchia di Baselga del Bondone.
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., pp. 191
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 9 n. 7"
Note
(1) Titolo compilato da tre diverse mani.
A. 5. 4
"Morti nella parrocchia di Baselga dal 1 gennaio 1912"
1912 febbraio 6 - 2002 ottobre 31
Registro dei morti di Baselga del Bondone e di Vigolo Baselga (fino al 1919).
A p. 36: annotazione del parroco don Francesco Ermon relativa ai danni causati dalla caduta di un fulmine sul campanile della
parrocchiale nell'agosto del 1919, s.d.;
a p. 37: "N.B.: 6.9.919. D'ora innanzi i morti di Vigolo saranno registrati soltanto nel libro dei morti di detta curazia", s.d.;
alle pp. 97-99, incollato a stampa: commiato al sacrestano Valentino fu P. B. morto nell'aprile del 1978 dopo 60 anni di servizio, s.d.
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, pp. 4-126 (mancano le pp. 7-10)(1)
Segnature precedenti: IV
Note
(1) Un'annotazione a p. 11 dice: "Le pagine 7-8-9-10 furono distrutte perche v'erano incorsi errori. Esse furono ricopiate in questa e
nelle seguenti".
26
serie 6
Registri dei cresimati, 1798 - 2001
Contenuto
I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum"
di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. §
Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur).
In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX.
La serie è costituita da due registri.
A. 6. 1
"Registro dei cresimati della parrochia di Baselga dall'anno 1798. Vol. I°"
1798 maggio 21 - 1907 maggio 20
Capovolgendo il registro: annotazione di un battesimo impartito a Vigolo Baselga del 1779 feb. 27 e di altri quattro impartiti a
Baselga tra il 1805 gen. 4 e il 1807 gen. 1 (1).
Italiano, latino
Registro, legatura in pergamena, cc. 64 n.n.
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 12 n. 1"
Note
(1) Le registrazioni sono state riprese dal secondo registro dei nati e battezzati, forse nel tentativo di approntare un registro a tabella.
A. 6. 2
Registro dei cresimati
1907 novembre 23 - 2001 giugno 3
Italiano
Registro, legatura in carta, pp. 50
27
serie 7
Stati delle anime, sec. XIX fine - sec. XX
Contenuto
Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la
composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di
facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile.
La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal
"Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima
di ogni anno questi libri venissero aggiornati(1).
Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo
infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle
autorità civili(2). Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa
lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un
formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia
degli "Status animarum" o "Anagraphes" (Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239).
Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di
introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione (cfr. CIC, can. 440).
La serie è formata da un registro.
Note
(1) Cfr. BAZZANELLA G., "Manuale d'ufficio del clero curato", Trento, 1888 (2.a ediz), p. 52.
(2) Cfr. SPARAPANI L., "I libri parrocchiali nella diocesi di Trento" in "La conta delle anime. Popolazioni e registri
parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze" a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp. 277-319.
A. 7. 1
"Anagrafe canonica Ba[sel]ga"
sec. XIX fine - sec. XX
Alla fine, prima dell'indice a rubrica: "Indice delle diverse dinastie", indice dei cognomi maggiormente presenti a Baselga
accompagnati dai rispettivi soprannomi, s.d.
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., pp. 188 (bianche alcune pp.)
28
serie 8
Registri degli sponsali, 1908 - 1945
Contenuto
Papa Pio X nel decreto "Ne temere"(cfr. Foglio diocesano, a. 1908, n. 3) stabilì che dal giorno di Pasqua del 1908 la
promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due
testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire problemi o controversie che potevano nascere
in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il
Codice civile austriaco che stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale nè a
contrarre il matrimonio nè a versare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa.
La serie è formata da un registro sul quale è specificatamente dichiarato che l'introduzione di questo particolare "libro"
fu prescritta dall'Ordinariato vescovile con circolare dell'8 marzo 1908 n. 879 pubblicata sul Foglio diocesano n. 3 dello
stesso anno.
A. 8. 1
"Sponsali dal 1908-***"
1908 maggio 10 - 1945 dicembre 6
A p. 2: annotazione relativa all'introduzione dell'utilizzo del registro degli sponsali a partire dal 1908 in seguito al decreto "Ne
temere" della Congregazione del Concilio del 22 maggio 1907.
Alla fine, capovolgendo il registro: registrazione di un consenso paterno del 17 febbraio 1926.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 86 (bianche molte pp.)
29
serie 9
Atti matrimoniali, 1834 - 1965
Contenuto
La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli
atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei
governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute
pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico,
introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva
dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da
una paga giornaliera. Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato(1). In seguito
alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei
contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e
comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione
della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.
La serie è formata da tre buste la prima delle quali presenta molte lacune sia negli anni che nelle singole pratiche.
Note
(1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 174-175.
A. 9. 1. b. 1
Atti matrimoniali
1834 - 1886
Pratiche matrimoniali molto frammentarie(1)
Mancano gli anni: 1835-1840, 1842, 1843, 1845, 1846, 1848, 1849, 1852, 1853, 1860, 1866, 1867, 1870, 1874-1876, 1880, 1881,
1884.
Fascicolo, cc. 156 n.n.
Note
(1) Questa documentazione si trovava frammista a circolari e carteggio del beneficio parrocchiale e della chiesa in una busta priva di
intitolazione.
A. 9. 2. b. 2
Atti matrimoniali
1897 - 1928
A partire dal 1909 le comunicazioni di matrimoni avvenuti fuori parrocchia sono conservate nell'anno di appartenenza in apposita
cartellina.
Busta, cc. 528 n.n.
A. 9. 3. b. 3
30
"Atti matrimoniali"
1932 - 1965
Busta, cc. 390 n.n.
31
serie 10
Registri degli avvisi e delle pubblicazioni matrimoniali, 1914 - 1956
Contenuto
La serie è composta da cinque registri e un quaderno sui quali venivano annotati gli avvisi da leggersi ai fedeli a
conclusione delle principali celebrazioni liturgiche; essi riguardavano l'orario e la scadenza delle funzioni settimanali, lo
smarrimento di oggetti rinvenuti e portati in chiesa, l'orario delle confessioni, le attività di preparazione alle feste
religiose e altre comunicazioni. Su di essi potevano essere annotate e successivamente comunicate ai fedeli anche le
date delle tre pubblicazioni necessarie alla celebrazione dei matrimoni stabilite dal Concilio di Trento (Sess. 24) e dal
Codice di diritto civile austriaco (§ 71) che recitava "la denuncia deve farsi in tre giorni di domenica o di festa,
all'adunanza ordinaria nella chiesa parrocchiale del distretto e se gli sposi abitano in diversi distretti nella chiesa
parrocchiale del distretto di ciascun di essi".
A. 10. 1
"Pubblicazioni dall'anno 5.4.1914 - 20.10.1929" (1)
1914 aprile 5 - 1929 ottobre 27
Registro delle pubblicazioni matrimoniali frammisto, specie in alcuni anni, da avvisi fatti dal pergamo (2).
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 149 n.n.
Note
(1) Parte del titolo è stata aggiunta a penna rossa successivamente.
(2) Registrazioni di pubblicazioni matrimoniali, probabilmente attribuibili alla curazia di Vigolo Baselga, si trovano anche
capovolgendo il registro.
A. 10. 2
"Libro delle pubblicazioni dominicali di Baselga di Calavino"
1929 ottobre 27 - 1934 settembre 23
- Pubblicazioni degli avvisi dal pergamo, 1929 ott. 27-1934 set. 23;
Capovolgendo il registro: pubblicazioni matrimoniali, 1929 dic. 25-1934 set. 7 (1).
Latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 99 n.n.
Note
(1) Durante gli avvisi domenicali venivano eseguite anche le pubblicazioni matrimoniali che venivano però registrate a parte.
A. 10. 3
"Libro delle pubblicazioni religiose di Baselga"
1934 settembre 30 - 1939 ottobre 29 (con antecedente del 23 set. 1934)
- Pubblicazioni degli avvisi dal pergamo, 1934 set. 30-1939 ott. 29;
Capovolgendo il registro: pubblicazioni matrimoniali, 1934 set. 30-1939 mag. 7 (con antec. del 23 set. 1934) (1).
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 101 n.n.
Note
32
(1) Durante gli avvisi domenicali venivano eseguite anche le pubblicazioni matrimoniali che venivano però registrate a parte.
A. 10. 4
"Libro delle pubblicazioni ecclesiastiche di Baselga"
1940 gennaio 6 - 1944 agosto 6
- Pubblicazioni degli avvisi dal pergamo, 1940 gen. 6-1944 ago. 6;
Capovolgendo il registro: pubblicazioni matrimoniali, 1940 dic. 1-1943 ott. 30 (1).
Italiano
Quaderno, legatura in carta, cc. 60 n.n.
Note
(1) Durante gli avvisi domenicali venivano eseguite anche le pubblicazioni matrimoniali che venivano però registrate a parte.
A. 10. 5
"Pubblicazioni. Offici - Messe"
1946 gennaio 13 - 1953 agosto 2
Registro delle pubblicazioni degli avvisi dal pergamo.
All'inizio: annotazione relativa alla presa in possesso del parroco don [Umberto Giacomelli da Vigolo Vattaro] del 6 gennaio 1946.
Registro, legatura in carta(1), cc. 66 n.n.
Note
(1) Manca il piatto posteriore della coperta.
A. 10. 6
"Chiesa arcipretale Baselga di Vezzano. Pubblicazioni in chiesa dal 23.3.954 al 31.5.956" (tit. int.)
1954 marzo 28 - 1956 maggio 31
Alla fine, sciolto: "Pubblicazioni e comunicazioni fatte nella chiesa arcipretale di Baselga di Vezzano dalla domenica II p.
Pentecoste, 3.6.1956 fino a ...", 1956 giu. 3 (1)
Italiano
Registro, legatura in carta (2), cc. 37 n.n.
Note
(1) Forse le prime carte di un altro registro delle pubblicazioni che seguiva il presente.
(2) Manca il piatto anteriore della coperta.
33
serie 11
Diari delle messe avventizie, 1825 - 1962
Contenuto
L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie,
quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione(1).
I diari delle messe avventizie, con quelli delle messe legatarie, dovevano essere custoditi in sacrestia, come stabilito da
una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano
Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero
confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825).
Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero progressivo delle messe celebrate, la data della
celebrazione, l'intenzione e il nome del ministro celebrante.
La serie è formata da sette registri e un quaderno.
Note
(1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 382-386.
A. 11. 1
"Diarium ecclesiae parochialis Basilicae"
1825 gennaio 3 -1854 agosto 26
- Registro delle messe avventizie, 1825 giu. 1-1831 giu. 15; 1840 gen. 1-1854 ago. 26 (1);
- "Hic notatur missae legatariae quae celebrandae quolibet anno ...", 1825 gen. 3-1831 giu. 8.
Latino
Registro, legatura in carta, cc. 103 n.n.
Note
(1) Mancano le registrazioni dal 1840 dic. 2 al 1841 mar. 8.
A. 11. 2
"Adversaria ss. missarum in parochiali Basilicae celebratarum a die 30 iulii a.r.s. 1854 usque ad diem 30 aprilis anni
1870"
1854 luglio 30 -1870 aprile 30
Latino
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 95 n.n.
A. 11. 3
"Adversarie in parochiali Basilicae ecclesia celebratarum a die 1 mai anni 1870 usque ad 1882 inclusive"
1870 maggio 1 - 1882 dicembre 31
Latino
Registro, legatura in carta, cc. 64 n.n.
34
A. 11. 4
"Diario sante messe sacrestia. 1900-***"
1900 gennaio 1 - 1913 marzo 18; 1918 gennaio 1 - febbraio 5; 1919 agosto 31 - 1922 maggio 30
Dopo le registrazioni del 1913: annotazione relativa alle celebrazioni dal 13 aprile al 7 maggio 1913 tenute dal sacerdote militare
(curato di campo) Stanislao Sadowski.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 117 n.n.
A. 11. 5
"Diarium [missarum] in ecclesie B. M. V. Basilicae Calavini celebratarum a die 1/7. 922-[...]"
1922 luglio 1 - 1934 settembre 30
Latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 97 n.n.
A. 11. 6
"Diarium missarum"
1934 ottobre 1 - 1944 marzo 30
Latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 81 n.n.
A. 11. 7
"Diarium missarum"
1944 marzo 30 - 1953 agosto 19
Latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 83 n.n.
A. 11. 8
"Registro s. messe celebrate nella cappella delle suore"
1946 gennaio 10 - 1962 agosto 28
Messe avventizie celebrate nella cappella dell'asilo infantile di Baselga del Bondone.
Italiano, latino
Quaderno, legatura in carta, cc. 17 n.n.
35
serie 12
Diari personali delle messe, 1920 - 1930
Contenuto
L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie,
quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione(1). Mentre
i primi due diari dovevano essere conservati in sacrestia, il diario personale doveva essere custodito da ogni sacerdote il
quale vi annotava tutte le messe che doveva celebrare e quelle celebrate. Tali disposizioni vennero confermate nel 1825
dal decreto diocesano del vescovo di Trento Francesco Saverio Luschin (Cost. dioc. del 1 marzo 1825). In seguito altre
circolari aggiornarono le disposizioni del decreto e stabilirono che ogni sacerdote dovesse porre al principio del suo
diario una dichiarazione firmata con la quale si obbligava a celebrare le messe di cui si fosse preso carico e a incaricare
i suoi eredi, in caso di morte, della soddisfazione delle rimanenti. Fu anche espressamente ordinato che i diari privati
dovessero, alla fine di ogni anno, essere riveduti e firmati dal rispettivo parroco per poterne far fede.
La serie è formata da un registro attribuibile a don Alfonso Silvino Pozza da Spormaggiore il quale resse la parrocchia
di Baselga del Bondone dal 1924 al 1944.
Note
(1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 382-386.
A. 12. 1
"Diarium missarum"
1920 gennaio 1 - 1930 marzo 28
Diario delle messe da calebrarsi e celebrate di don Alfonso Silvino Pozza da Spormaggiore, parroco a Baselga del Bondone dal 1924.
Latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 70 n.n.
36
serie 13
Registri delle elemosine e delle offerte, 1924 - 1945
Contenuto
La serie è formata da un registro e un quaderno sui quali sono state annotate offerte e elemosine a favore di opere
diocesane, circoli cattolici, poveri, ecc.
A. 13. 1
"Registro cassa - poveri in Baselga di Vezzano"
1924 agosto 15 - 1945 dicembre 7 (con annotazione posteriore del 1961)
Registro delle entrate e delle uscite del Pane di S. Antonio di Baselga (1).
Italiano
Quaderno, legatura in carta, cc. 21 n.n.
Note
(1) Elemosine raccolte nell'apposita cassetta situata nella chiesa e altre offerta utilizzate per sostentare i poveri.
A. 13. 2
"Registro delle varie offerte annuali raccolte in questa chiesa parrocchiale di Baselga"
1926 febbraio 10 - 1945 novembre 17
Italiano
Registro, legatura in carta, cc. 27 n.n.
37
serie 14
Registri di cassa generale, 1947 - 1966
Contenuto
La serie è formata da due registri in uso al parroco il quale annotava le entrate e le uscite di varie amministrazioni
presenti in parrocchia sulle quali esercitava il suo controllo diretto.
A. 14. 1
Cassa generale
1947 gennaio 1 - 1954 novembre 14
Registro delle entrate e delle uscite della chiesa parrocchiale, del beneficio parrocchiale, della Confraternita del SS. Sacramento,
dell'Asilo infantile, del Fondo S. Anime, della Confraternita del S. Rosario, del Sacro Cuore di Gesù, e di altre collette diverse.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 78 n.n.
A. 14. 2
"Parrocchia arcipretale Baselga di Vezzano. Cassa generale"
1954 novembre 11 - 1966 dicembre 24
Registro delle entrate e delle uscite della chiesa, dell'Asilo infantile, della Confraternita del SS. Sacramento, della Confraternita del S.
Rosario, delle S. Anime, di legati vari, delle collette presso la cappella di S. Rocco, dell'Opera S. Vigilio, ecc.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 98
38
serie 15
Registri di amministrazione di associazioni e opere pie, 1870 - 1955
Contenuto
La serie è formata da due registri e un quaderno relativi agli iscritti e in generale all'amministrazione della
congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Baselga e dell'Opera S. Vigilio.
A. 15. 1
"Registro dei confratelli del Santissimo Cuore di Gesù. Vigolo-Baselga li 17 luglio 1870 festa del SS. Redentore".
1870 -1893; 1909; 1920 - 1921
Registro degli iscritti con annotazione del pagamento della tassa annuale di iscrizione.
Italiano
Registro a rubrica, legatura in mezza tela, cc. 33 n.n.
Segnature precedenti: "Protocol. Fasc. 2 n. 167"
A. 15. 2
"Resiconti sopra l'amministrazione del patrimonio della pia congregazione del Santissimo Cuore di Gesù e conto delle
elemosine delle S. Anime dalla pag. 53" (1)
1873 aprile 27 - 1951 luglio 20
pp. 1- 36: resoconti relativi alla gestione del patrimonio della congregazione del S. Cuore di Gesù di Baselga a partire dall'anno 1870,
1873 apr. 27-1951 lug. 20;
pp. 53-77: "Conto cassa delle elemosine", registrazione delle elemosine raccolte e del loro utilizzo, 1913 mag. 18-1947 feb. 1.
All'interno del piatto anteriore della coperta: tassatorio da applicare per le celebrazioni e funerali di I e II classe e per i matrimoni,
1923 ott. 1-1926 gen. 1.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, con indici delle parti sulla carta di guardia, pp. 77 (bianche le pp. 37-52)
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 167"
Note
(1) Da "e conto" a "pag. 53": aggiunta posteriore di altra mano
A. 15. 3
Registro di amministrazione della Pia Opera S. Vigilio di Baselga
1924 luglio 20 - 1955
Registro degli associati, suddivisi per gruppi, con annotazione del pagamento delle tasse annuali, 1925 feb. 22-1955.
All'inizio: annotazione relativa alla costituzione della Pia Opera S. Vigilio di Baselga, 1924 ago.
Capovolgendo il quaderno: "Libro cassa della Pia Opera S. Vigilio in Baselga", 1924 lug. 20-1945 nov.17.
Italiano
Quaderno, senza coperta, cc. 25 n.n.
39
serie 16
Registri dei verbali delle riunioni delle associazioni e opere pie, 1929 1953
Contenuto
La serie è formata da due registri e un quaderno riguardanti la Commissioni missionaria, il Circolo giovanile maschile
di Azione Cattolica e il Comitato parrocchiale poi Consiglio parrocchiale tutti di Baselga del Bondone.
A. 16. 1
"Registro della commissione missionaria di Baselga di Calavino"
1929 aprile 29 (1) - 1953
Registro dei protocolli delle sessioni della direzione della Commissione missionaria della parrocchia di Baselga del Bondone.
Capovolgendo il registro: elenco dei soci con relative tasse di iscrizione e entrate ed uscite seguite alle giornate missionarie, 19341945 nov. 17.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 32 n.n.
Note
(1) La prima data è riferita al verbale con cui veniva costituita la commissione.
A. 16. 2
"Libro protocollo delle sedute del Circolo giovanile maschile di Baselga"
1929 settembre 29 (1) - 1939 novembre 13
Capovolgendo il registro: "Inscrizione dei giovani di Baselga di Vezzano al Circolo giovanile cattolico", 1929 set. 29-1930 gen. 6.
Italiano
Quaderno, legatura in carta, cc. 13 n.n.
Note
(1) La prima data è riferita all'atto costitutivo del Circolo giovanile.
A. 16. 3
"Protocollo del Comitato parrocchiale di Baselga"
1931 febbraio 23 - 1940 ottobre 23
Verbali delle sedute del Comitato parrocchiale poi Consiglio parrocchiale poi Unione degli uomini di Azione Cattolica.
Italiano
Registro, legatura in carta, cc. 7 n.n.
40
serie 17
Registri dei legati, 1780 - 1963
Contenuto
La serie è formata da un solo registro.
Per altre registrazioni relative all'avvenuta celebrazione di messe legatarie dal 1825 al 1831 si veda in "Ufficio
parrocchiale di Baselga del Bondone", "Diari delle messe avventizie", reg. 1.
A. 17. 1
"Pii legati perpetui. I Urbario legati. II Sodisfazione dal 920 - pag. 274"
1780 - 1963 gennaio 9
Registro dei legati perpetui di tutta la pieve con segnalazione delle avvenute soddisfazioni e, in parte, amministrazione dei capitali
fondati dagli stessi.
All'inizio:
- nota relativa al riconoscimento della chiesa parrocchiale di Baselga come bene monumentale e ad un restauro non adeguato attuato
al campanile, 1920 mag. 26;
- "Memento" dell'ariciprete Vigilio Ciurletti in cui dichiara di aver confezionato il registro, in seguito a circolare ecclesiastica del
1778, "con grande fatticha e pazzienza" descrivendovi tutti i pii legati pur non trovando per tutti pubblico documento di fondazione,
[1780] (1);
a c. 156: "Fondo delle vocazioni sacerdotali", 1945;
alle cc. 270-271: "Pro memoria ai posteri", annotazioni di lasciti e raccolte benefiche a favore della chiesa, 1941;
a c. 296: "Patrimonio della venerabile chiesa di Baselga di Calavino assunto ai 3 ottobre 1944";
alle cc. 312-315: "Elenco delle famiglie che vennero solenemente consacrate al Sacro Cuore in Baselga di Calavino", 1924 giu. 71945 dic. 14
Italiano, latino
Registro, legatura in mezza pelle, con elenco delle messe per tutta la parrocchia all'inizio n.n., cc. 325 (bianche molte cc.)
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 38 trasportato al Fas. 13 n. 1"
Note
(1) La data è stata desunta dal titolo interno: "Libro de legati pii e perpetui di tutta cottesta pieve dell'anno 1780".
41
serie 18
Registri di amministrazione dei legati, 1735 - 1952
Contenuto
La serie è composta da cinque registri relativi all'amministrazione di vari legati e fondazioni presenti nella parrocchia di
Baselga del Bondone.
A. 18. 1
"Registro delle entrate e delle uscite del legato perpetuo di Baldassarre fu Giacomo Baldessari da Baselga" (1)
1735 novembre 10 - 1768
Italiano
Registro, legatura in carta, cc. 25 n.n.
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 16 trasp. Fas. 13 n. 10"
Note
(1) Il testamento risale al 24 gennaio 1729. Nel testamento venivano lasciati, a beneficio della canonica di Baselga, cinque terreni con
l'obbligo della celebrazione di un certo numero di messe e della distribuzione annua di frumento o pane a favore dei poveri. L'obbligo
della distribuzione ai poveri cessò nell'anno 1770.
A. 18. 2
"Pii fondi vedova Baldessari e reverendo don Sardagna. 1876"
1876 novembre 19 - 1944
Registro di amministrazione e gestione della pia fondazione costituita dai lasciti di don Ignazio Leopoldo Sardagna (1) e di Teresa
Pisoni da Madruzzo vedova di Giuseppe Baldessari da Baselga (2), con pagamenti degli interessi sui capitali prestati, resoconti,
rifusioni di denaro a poveri e studenti, entrate ed uscite, protocolli delle adunanze degli amministratori dei lasciti, ecc.
All'inizio: "Nozioni preliminari" relative alla compilazione e struttura del registro, s. d.
a p. 9: estratto del testamento di don Ignazio Leopodo conte Sardagna, 1913 ago. 1;
alle pp. 13-20: copie del testamento e del codicillo di Teresa vedova Baldessari, 1853 apr. 18.
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle con appigli, con indici relativi alle varie parti frammisti, pp. 453 (bianche molte pp.)
Note
(1) Lascito istituito con testamento del 6 luglio1771, la cui rendita doveva servire per una metà a sovvenzionare i solo poveri di
Sopramonte e per l'altra metà quelli di tutta la parrocchia di Baselga.
(2) Lascito istituito con testamento del 10 maggio 1842 "a beneficio dei poveri e degli studenti dei quattro paesi componenti la
parrocchia di Baselga..." del quale dovevano esserne amministratori i quattro curatori d'anime di Baselga, Sopramonte, Cadine e
Vigolo.
A. 18. 3
"Protocollo - Sessioni delle fondazioni Baldessari e Sardagna, Leonesi ecc. 7 Leonesi. Preventivi - bilanci"
1905 giugno 9 - 1945 settembre 27
pp. 4-5: minuta del verbale della riunione dei capifamiglia di Baselga del Bondone in merito alla destinazione del legato Leonesi pro
Asilo infantile, 1905 feb. 12;
42
pp. 8-23, 62-89: protocolli delle sessioni dei curatori d'anime della parrocchia di Baselga per l'approvazione dei resoconti della
Fondazione Sardagna-Baldessari, 1905 giu. 9-1911 dic. 5; 1925 giu. 8-1945 set. 27;
pp. 26-61, 120-123: "Preventivi-bilanci della fondazione Leonesi (Asilo infantile) dal 1920", [1921]-1945 gen. 1.
Alle pp. 1-2: protocolli delle sessioni delle confraternite del SS. Sacramento e del SS. Sacramento assieme al SS. Rosario per la
corresponsione dei compensi ai cantori, al sacrestano e ai cherichetti, 1904 set. 8-set. 25;
a p. 10: "Promemoria" nel quale si dichiara che i due quadri rappresentanti rispettivamente la nascita e l'adorazione di Nostro Signore
furono eseguiti dal pittore Melchiore Miller nel 1688 (1).
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 123 (bianche le pp. 3, 6, 7, 11, 90-119)
Note
(1) Tale scoperta avvenne in occasione del restauro eseguito dai pittori Carlo Feldegher di Trento e Celeste Bianchi di Como.
A. 18. 4
"Pia fondazione Giovanna Leonesi di Baselga"
1905 ottobre 13 - 1952
pp. 3-75: registro dei pagamenti degli interessi sui capitali istituiti presso privati, 1905 ott. 13-1922 ott. 21;
pp. 76-77, 89, 100-117: "Promemoria" relativo a due lasciti istituiti a favore dell'Asilo infantile di Baselga (1) e relativa
amministrazione degli stessi, 1927 lug. 31-1945 ago. 26;
pp. 79-82: protocollo delle sedute della pia fondazione, convenzione con le suore e gestione asilo, 1914 giu. 15, ott. 12;
pp. 83-88: patrimonio dell'Asilo infantile-fondazione Leonesi, 1919 set. 2-1923 (con annotazioni posteriori fino al 1942 giu. 1);
pp. 296-439: registro cassa dell'Asilo o fondazione, 1908 feb. 17-1945 dic. 31;
pp. 440-442: verbali relativi all'amministrazione dell'Asilo, 1947-1952;
pp. 443-444: registrazione della costituzione dell'"Associazione per la scuola materna di Baselga di Vezzano" ed elenco degli iscritti,
1951 set. 25; nov. 16.
Italiano
Registro, legatura in tela, con indice parziale all'inizio n.n., pp. 444 (bianche molte pp. tra le varie parti)
Note
(1) Nel 1927 Giovanni fu Paolo Baldessari e Giovanni Cimadom, entrambi da Baselga, lasciarono disposizioni affinchè una parte
delle loro sostanze andasse a favore della fondazione istituita per l'Asilo infantile di Baselga.
A. 18. 5
"Libro cassa della Fondazione Ignazio e Giacomo Cimadom in Baselga"
1932 gennaio 26 - 1943 (con annotazioni posteriori fino al 23 feb. 1944)
- Verbali delle riunioni del Consiglio di amministrazione della fondazione dei fratelli Ignazio e Giovanni Cimadom, 1932 gen. 261933 gen. 12;
- annotazioni delle avvenute assegnazioni annuali dei "frutti della fondazione" in seguito a regolare deliberazione del consiglio, 1935
feb. 11-1943 (con annotazione posteriore del 1944 feb. 23)
All'inizio: notizie sulla fondazione e copia del documento di fondazione, 1931 dic. 16 (copia) (1).
Italiano
Registro, legatura in carta, cc. 7 n.n.
Note
(1) Ignazio fu Giovanni Cimadom da Baselga, 40 anni capocomune di Baselga, morì il 21 marzo 1914. Al punto 7 suo testamento
dispose che, dopo la sua morte e quella del fratello Giovannni una parte dell'eredità servisse servire per il mantenimento agli studi
43
superiodi di suoi discendenti o, in alternativa, di studenti residenti a Baselga. Nel caso in cui non vi fossero stati studenti, stabilì che
l'eredità dovesse essere messa a disposizione di giovani nubende, agevolando le giovani appartenenti alla sua famiglia. Se fosse
venuta meno anche questa possibilità dispose in primo luogo di devolvere tutto alla pia Fondazione Leonesi pro Asilo infantile.
44
serie 19
Protocolli degli esibiti, 1854 - 1975
Contenuto
I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere annotati, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la
corrispondenza in arrivo e in partenza di una amministrazione con l'indicazione della data e del contenuto. Ai parroci
venne raccomandata la compilazione di tali registri per una corretta gestione del loro ufficio sia dall'autorità politica
(Raccolta delle leggi provinciali, 19.12.1816) sia da quella ecclesiastica (Decreto vescovile 9.03.1887 nel Foglio
Diocesano, 1887) (1).
La serie è formata da tre registri. Il primo è stato compilato dal parroco don Antonio Piffer nel 1854; forse con la
volontà di organizzare la documentazione dell'archivio, il sacerdote registrò tutti gli atti e i registri presenti in canonica
comprendendo anche quelli antichi. All'inizio del registro don Piffer predispose un elenco di "fascicoli" preceduti da
una numerazione progressiva in cifre arabe (dal "Fas. n. 1" al "Fas. n. 14") e ad ogni fascicolo fece corrispondere un
argomento. Ogni documento o registro inserito nel protocollo viene descritto dal sacerdote in modo particolareggiato;
ad ognuno viene affiancato il numero del fascicolo di appartenenza e il numero progressivo che ne dovrebbe indicare la
posizione all'interno dello stesso.
In fase del presente riordino la struttura creata da don Piffer non è stata rinvenuta (2).
Note
(1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 120-121.
(2) All'interno dell'archivio non si sono trovati fascicoli con titoli di mano del parroco don Piffer.
A. 19. 1
"Protocollo primo dell'archivio parrocchiale di Baselga a. D. 1854. Acta ab anno 1515 ad annum 1881" (1)
[1854] - 1881 aprile 21
Registrazione cronologica dei documenti appartenenti alla parrocchia di Baselga del Bondone dal 1515 ago. 15 al 1881 apr. 21.
All'inizio: "Numero ed oggetto dei fascicoli citati in questo protocollo corrispondenti ai relativi fascicoli di questo archivio
parrocchiale" (2).
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 73 n.n
Note
(1) Da "acta" a "1881": aggiunta posteriore di altra mano.
(2) Si tratta dell'elenco dei fascicoli (dal "Fas. n. 1" al "Fas. n. 14") ad ognuno dei quali il Piffer aveva attribuito un titolo.
A. 19. 2
"Protocollo secondo dell'archivio parrocchiale di Baselga dal 1881 al ***" (1)
1881 marzo 9 - 1945 dicembre 15
All'inizio: "Oggetto dei fascicoli" (2).
Italiano
45
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 192 n.n.
Note
(1) Titolo sbiadito.
(2) Si tratta dell'elenco dei fascicoli (dal Fas. n. 1 al Fas. n. 14) redatto dal parroco don Antonio Piffer e poi proseguito da don Renato
Sebastiani.
A. 19. 3
"Protocollo. Anno 1954 - ***"
1953 novembre 11 - 1975 giugno 4
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 60 n.n.
46
serie 20
Carteggio e atti ordinati, 1630 - 1957; 1967
Contenuto
La serie è costituita da undici buste e quattro fascicoli contenenti quasi la totalità della documentazione dell'archivio
parrocchiale di Baselga del Bondone. Questa serie rispecchia in maniera molto chiara i vari interventi attuati
sull'archivio dai parroci che, negli anni, hanno retto la parrocchia di Baselga del Bondone.
Il primo parroco che in qualche modo lasciò traccia di un tentativo di riordino dell'archivio fu don Antonio Piffer da
Trento il quale, nel 1854, protocollò quasi tutta la documentazione, compresi anche i registri. Sul protocollo degli esibiti
(1) predisposto e compilato dallo stesso sacerdote appare una descrizione particolareggiata dei documenti contrassegnati
da una numerazione composta da un numero di "fascicolo" (o argomento) seguita da un numero progressivo che
identifica la posizione del documento all'interno dello stesso fascicolo. A don Piffer seguirono altri due sacerdoti che
poco intervennero sulla documentazione e, probabilmente, continuarono a protocollare e a inserire la documentazione
nelle pratiche predisposte dal loro predecessore.
Nel 1904 venne nominato parroco di Baselga don Giovanni Maestranzi il quale iniziò a raccogliere fisicamente la
documentazione protocollata dal Piffer e a confezionare dei fascicoli, nel tentativo di mettere in pratica la suddivisione
"virtuale" fatta dal predecessore (2). Il Maestranzi confeziona anche alcune buste nelle quali pone sia fascicoli che
carteggio sciolto. Il risultato ottenuto dal sacerdote fu quello di riuscire ad accorpare in pratiche e argomenti ben precisi
la documentazione visionata e protocollata dal Piffer.
Don Francesco Ermon da Viarago, entrato in possesso della parrocchia nel 1920, continuò a raccogliere la
documentazione sia utilizzando i fascicoli e le buste predisposte dal Maestranzi, aggiungendo eventualmente ai titoli
delle piccole parti, che costituendo nuove pratiche con fascicoli creati ex novo. Don Alfonso Silvino Pozza, parroco di
Baselga dal 1924, agì più o meno come il suo predecessore ma intervenne sia sui titoli dei fascicoli che sulle buste del
Maestranzi, spesso svuotandole del loro contenuto originale e riutilizzandole per inserirvi nuovo materiale. Il Pozza
creò anche una busta di carteggio suddiviso per anno, predisposta in fase di archiviazione corrente.
Note
(1) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Protocolli degli esibiti", reg. 1.
(2) A testimonianza della precisa volontà di don Maestranzi di mettere in pratica l'ordine dato alla documentazione dal
suo predecessore don Antonio Piffer si veda il titolo attribuito alla b. 4 della presente serie dove si cita testualmente:
"Dal fascicolo 13 secondo le citazioni del defunto parroco Piffer".
A. 20. 1. b. 1
"Vigolo" (1)
1630 - 1940
Documentazione relativa alla curazia dipendente di Vigolo Baselga: carteggio e atti relativi a vari legati (1630-1888); obblighi
inerenti alle celebrazioni di messe legatarie, alla messa festiva, atti relativi alla fondazione della primissaria, ecc. (1678-1881);
benedizione delle stazioni della Via Crucis, concessione di altare privilegiato, atti relativi alla benedizione della nuova chiesa,
campane, ecc. (1726-1868); dazioni in pagamento (1730-1734); inventari e carteggio relativo ai conti (1769-1881); vacanze di curati
47
e relative nuove nomine con consegne e riconsegne (1832-1929); "Ius baptizandi" e obblighi verso la parrocchia di Baselga (18371930); permessi per la celebrazioni di varie funzioni (1853-1940); documentazione relativa al sacristano (1855-1857); ecc.
Busta, cc. 203
Note
(1) La busta, il cui titolo è stato assegnato dal parroco don Francesco Ermon, originariamente riportava il titolo "Legato Orazio Luchi
e Orazio Lanferri" attribuito originariamente dal parroco don Giovanni Maestranzi. Don Ermon ha inoltre confezionato i fascicoli
conglobando anche quelli costituiti da Maestranzi. Vi è inoltre da segnalare, sui fascicoli, la presenza di aggiunte di mano di don
Alfonso Silvino Pozza.
A. 20 . 2. b. 2
"Confraternite. 1. SS. Sacramento 2. S.mo Rosario 3. S. Cuore di Gesù + a) S. Relique b) sacristano c) cantori d) visite
pastorali" (1)
1646 - 1957
02
Atti e carteggio relativo a visite pastorali (1646-1952); autentiche delle reliquie (1750-1905); carteggio e atti della confraternita del
SS. Sacramento: atto costitutivo, statuto, indulgenza (2), carteggio vario, ecc. (1707-1911); carteggio e atti della confraternita del SS.
Rosario: statuto, carteggio e atti (1762-1896); carteggio e atti relativi al sacrestano (1857; 1903-1957); atto costitutivo e statuto della
confraternita del S. Cuore di Gesù (1870); statuti e capitoli per i cantori (1892-1927).
Busta, cc. 287
Note
(1) Il titolo è stato redatto da due diverse mani: fino a "S. Rosario" la scrittura è sicuramente attribuibile a don Giovanni Maestranzi,
poi a don Alfonso Silvino Pozza. All'interno i fascicoli sono stati redatti da don Giovanni Maestranzi con aggiunte di don Francesco
Ermon e di don Alfonso Silvino Pozza.
(2) Il documento relativo ad un'indulgenza concessa ai confratelli del SS.mo Sacramento in data 1707 apr. 15 è su supporto
pergamenaceo.
A. 20. 3. b. 3
Atti relativi alle stazioni di Sopramonte, Cadine e Vigolo (1)
1659 - 1915; 1943
03
"I. Documenti che si conservano per chi volesse prendersi la noia di scrivere la storia dei litigi più che due volte secolari fra Vigolo e
Baselga cominciati nell'anno 1659 e finiti (?) nel 1887": carteggio e atti relativi ai tentativi di autonomia dalla parrocchiale mossi
dalla primissaria curata di Vigolo Baselga (1659; 1714-1883; 1943); carteggio e atti relativi all'indipendenza della chiesa di
Sopramonte (1724(copia)-1886); rapporti tra il parroco di Baselga e i curati (1828-1868); atti relativi alla cessione della chiesetta di
S. Anna alla parrocchia di Sopramonte (1890-1915).
Fascicolo, cc. 289
Note
(1) Il titolo è stato attribuito secondo il protocollo di don Antonio Piffer: cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del
Bondone", "Protocolli degli esibiti", reg. 1.
A. 20. 4. b. 4
"(Dal fascicolo 13 secondo le citazioni del defunto parroco Piffer) Legati perpetui diversi" (1)
1676 - 1960; 1967
04
48
Carteggio e atti relativi alla gestione amministrativa di vari legati missari presenti nella parrocchia di Baselga del Bondone:
documenti di fondazione, copie di testamenti, documenti ipotecari, diffide di pagamento, affrancazioni, riduzioni di oneri missari,
ecc.
Fascicolo, cc. 307
Note
(1) Il parroco don Giovanni Maestranzi nell'attribuire il titolo alla busta cita il predecessore don Antonio Piffer che nel suo protocollo
dell'archivio parrocchiale aveva attribuito alla documentazione relativa ai legati il "fasc. 13", cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale
di Baselga del Bondone", "Protocolli degli esibiti", reg. 1.
A. 20. 5. b. 5
Patrimonio di questa chiesa parrocchiale (1)
1677; 1719 - 1949
05
Documentazione relativa all'amministrazione e gestione del patrimonio della chiesa parrocchiale di Baselga del Bondone:
compravendite, convenzioni, aste di beni immobili, atti vari e carteggio della fabbriceria, locazioni di fondi (1866-1935), fogli di
possesso fondiario, equivalente d'imposta, diffide di pagamento, iscrizione di beni al libro fondiario, repertorio degli atti soggetti a
tassa di registro, nomine di sindaci, inventari del patrimonio, stato patrimoniale ed economico, prestiti di guerra, ecc.
Fascicolo, cc. 466
Note
(1) Il titolo è stato attribuito in base a quello del protocollo di don Antonio Piffer, cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga
del Bondone", "Protocolli degli esibiti", reg. 1.
I fascicoli contenuti all'interno dell'unità sono stati formati dal parroco don Giovanni Maestranzi.
A. 20. 6. b. 6
"Beneficio parrocchiale. Documenti diversi" (1)
1700 - 1952
06
Documentazione relativa alla gestione e amministrazione del patrimonio del beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone: contratti
di locazione e rinnovazioni (1700-1834), carteggio e atti relativi a decime e altri diritti (1741-1856) (2), diritti di stola (1728-1826),
carteggio e atti relativi a lavori eseguiti alla canonica e a diritti d'acqua (1819-1914), eredità, diritti di proprietà su boschi, transazione
seguita tra il parroco e il comune di Baselga per la fornitura della legna al sacerdote (1890), sanatoria per oneri missari, carteggio e
atti relativi allo svincolamento della gleba, prospetti statistici, prestiti di guerra austriaci (1915-1916), ecc.
Busta, cc. 314
Note
(1) Presumibilmente il titolo è stato attribuito da don Silvino Alfonso Pozza che ha raccolto all'interno della busta carteggio sciolto e
fascicoli formati, per la maggior parte, da don Giovanni Maestranzi.
(2) Altra documentazione relativa a diritti di decima si trova nella b. 8 della presente serie.
A. 20. 7. b. 7
"Legati don Orazio Luchi e Luchi Lanferri" (1)
1724 - 1932
07
49
Carteggio e atti relativi al beneficio semplice fondato da don Orazio Lucchi (2): documento di fondazione (1724), documentazione
relativa alla costituzione di documenti ipotecari (1731-1768), carteggio e atti relativi all'amministrazione del patrimonio beneficiale,
assegnazioni, compravendite, fassione (1878), ecc. (3)
Busta, cc. 143
Note
(1) Il titolo è stato attribuito dal parroco don Alfonso Silvino Pozza riprendendolo dalla busta originariamente costituita da don
Giovanni Maestranzi e che fu utilizzata da don Francesco Ermon per contenere la documentazione relativa alla curazia di Vigolo
Baselga (cfr. b. n. 1 della presente serie).
(2) Don Orazio Lucchi da Riva del Garda fu parroco di Baselga del Bondone dal 1599 al 1647. Egli con testamento del 28 aprile
1642 fondò un beneficio semplice di una messa quotidiana da celebrarsi nella chiesa di Baselga del Bondone, agevolando alla
concorrenza di detto beneficio la linea mascolina Lanferri. Il 24 agosto 1724, in seguito ad ordine vescovile, le messe vennero ridotte
a tre in settimana con l'obbigo di versare un contributo per i sacri arredi della parrocchiale; lo ius patronatus rimase privilegio della
famiglia Lanferri. In conformità al decreto vescovile del 23 novembre 1907 il beneficio Lucchi-Lanferri venne incorporato al
patrimonio della chiesa parrocchiale.
(3) Alla fine della busta si trovano dei fascicoli vuoti predisposti da don Maestranzi.
A. 20. 8. b. 8
"Beneficio parrocchiale. Fassioni - congrua. Fassioni equivalente-imposta. Conti intercalari beneficio. Atti consegna.
Locazioni anche di chiesa. Documenti mutuo ecc. del beneficio parrocchiale. Fogli di possesso" (1)
1724 - 1953
08
Documentazione relativa alla gestione e amministrazione del patrimonio del beneficio parrocchiale di Baselga e al mantenimento del
parroco pro tempore: "Questioni tra curazie e parrocchia", carteggio e atti relativi alla contribuzione della congrua da parte delle
chiese soggette (1724-1884); "Fassioni. Diritti antiquati" (1811-1885); carteggio e atti con varie autorità politiche, civili e religiose in
merito alla congrua; atti relativi alla commisurazione dell'equivalente d'imposta; atti di consegna del beneficio (1831-1953); conti
intercalari (1852-1905); documenti ipotecari estinti; fogli di possesso fondiario; estratti vecchi aggravi; contributi e stipendi per
cooperatori; carteggio, atti e documentazione riguardanti in generale le rendite del beneficio.
Busta, cc. 696
Note
(1) Il titolo è stato attribuito dal parroco don Alfonso Silvino Pozza. All'interno la busta è costituita da carteggio sciolto e da fascicoli
predisposti da don Giovanni Maestranzi, da don Francesco Ermon e dallo stesso Pozza.
A. 20. 9. b. 9
"Lite dei novali. (Decime)" (1)
1742 (copia); 1793 - 1838
09
Carteggio e atti relativi ad una causa promossa dal parroco di Baselga in merito ai diritti di decima dei "novali e quasi novali" (2) che
la comunità di Vigolo Baselga si rifiutava di corrispondere allo stesso a titolo di congrua (3).
Fascicolo, cc. 172
Note
(1) Il titolo è stato attribuito, presumibilmente e forse provvisoriamente, da don Francesco Ermon.
(2) "Novale o quasi novale": fondo boschivo, prato, palude che a memoria d'uomo non sia mai stato ridotto a coltura.
(3) Il parroco di Baselga percepiva a titolo di congrua la quarta di decima su tutta l'estensione della sua parrocchia. In base ad una
transazione del 7 dicembre 1795 percepiva, in condivisione con la Mensa vescovile di Trento, la metà della decima dei novali o quasi
novali di Vigolo.
50
A. 20. 10. b. 10
"Curazia di Cadine" (1)
1743 - 1942
10
Carteggio e atti relativi alla curazia dipendente di Cadine: investitura di un campo di proprietà della chiesa (1743); testamento del
curato don Benedetto Giovanni Rigotti (1745; 1901); capitoli della chiesa di Cadine (1761; 1853-1887); carteggio e atti relativi a vari
legati (sec. XVIII-1881); fonte battesimale e atti relativi (1801; 1908); "Miscellanea" (1810-1906; 1942) (2); documentazione relativa
alla fabbrica della nuova chiesa (1855-1861); diritti di stola bianca (1860-1869); nomine di curati, cooperatori e nuovo parroco con
assegnazioni della congrua (1860-1885; 1942); atti di consegna (1906-1941); conti intercalari; visite pastorali; ecc.
Busta, cc. 265
Note
(1) Il titolo è stato attribuito dal parroco don Giovanni Maestranzi. La busta contiene sia documentazione sciolta che fascicoli redatti
dallo stesso Maestranzi; alcuni fascicoli sono stati predisposti da don Francesco Ermon.
(2) La documentazione contenuta in questo fascicolo è costituita per la maggior parte da corrispondenza e carteggio tipici di un
ufficio curaziale/parrocchiale.
A. 20. 11. b. 11
"Chiesa: fabbricato, restauri, altari, mobili, campane, statue" (1)
1769 - 1945
11
Carteggio e atti relativi a lavori o interventi eseguiti sull'edificio sacro e sui suoi arredi: collocazione di un crocefisso, contributi per i
banchi, indoratura dell'ostensorio, acquisti di candelieri e vasi sacri, organo, realizzazione di un gonfalone, progetti e carteggio
relativo alla realizzazione del nuovo cimitero, campane, pavimentazione della zona sottostante i banchi, decorazione della chiesa,
statua della Vergine, vetrate artistiche, restauri, croce votiva, ecc.
Fascicolo, cc. 199
Note
(1) Originariamente la busta riportava il titolo "Affari correnti. 1904" che è stato cassato e sostituito dall'attuale molto probabilmente
di mano di don Alfonso Silvino Pozza. Al suo interno sono contenuti fascicoli redatti e confezionati da don Giovanni Maestranzi e da
don Francesco Ermon.
A. 20. 12. b. 11
"Miscellanea"
1785 - 1902
12
Notizie sulle parrocchie e sui parroci della diocesi di Trento redatte da p. Giovanni Grisostomo [Tovazzi] (1785), cronologia dei
parroci della diocesi, "Prosodia sacra" (1870), carteggio e atti appartenenti alla parrocchia di Turano Valvestino (1893-1897),
autorizzazione alla traslazione dei resti mortali di un sacerdote nell'ossario del suo convento (1899), regole di aritmetica, prediche,
copia di un documento del 1337 relativo alla nomina del parroco di Baselga don Bartolomeo da Trento (sec. XIX ex.-1902)
Fascicolo, cc. 95
A. 20. 13. b. 12
"Pia fondazione Sardagna e Baldessari" (1)
1793 - 1939
51
13
Documentazione relativa alla gestione ed amministrazione del pio fondo costituito dalle Fondazioni Baldessari (2) e Sardagna (3):
distribuzione del legato Sardagna (1793-1799), documenti di credito estinti sia del fondo Baldessari che del fondo Sardagna, copia
del testamento Sardagna, liquidazioni, atti amministrativi, esenzione dell'equivalente d'imposta, passaggi di amministrazione, prestiti
di guerra austriaci, ecc.
Busta, cc. 431
Note
(1) Il titolo è presumibilmete stato attribuito da don Alfonso Silvino Pozza il quale, oltre ad aver confezionato i fascicoli contenuti
all'interno, ha riutilizzato come contenitore della documentazione un precedente faldone contrassegnato originariamente dal titolo "50
- 99. B".
(2) Teresa Pisoni vedova di Giuseppe Baldessari con suo testamento del 10 maggio 1842 lasciò un importo di 140 fiorini alla chiesa
di Baselga con l'onere della celebrazione di sei messe annue perpetue, tra l'altro stabilì di istituire erede della sua facoltà un "Pio
fondo" a beneficio dei poveri dei quattro paesi componenti la parrocchia di Baselga. Esecutori testamentari e amministratori furono il
parroco di Baselga con i curati di Sopramonte, di
Cadine e il primissario di Vigolo. Dal 3 agosto 1877 venne nominato
amministratore della fondazione, unita a quella istituita da Ignazio Sardagna, Ignazio Cimadom.
(3) Il conte Ignazio Leopoldo Sardagna di Trento con suo testamento del 6 luglio 1771 legò alla parrocchia di Baselga ragnesi 1000
con l'onere della sovvenzione annua ai poveri di Sopramonte (per una metà) e a quelli del resto della parrocchia (per la restante
metà).
A. 20. 14. b. 13
"Leonesi" (1)
1902 - 1925 (con documento del 1890)
14
Carteggio, atti e quietanze relative alla ventilazione ereditaria di Giovanna Leonesi (1902-1905) (2), atti relativi all'amministrazione
del patrimonio, resoconti (1906-1912), carteggio relativo alla commisurazione dell'equivalente d'imposta (1907-1925), prospetto
della sostanza, inventario del patrimonio, capitali, prestiti di guerra austriaci (1915-1917), ecc.
Busta, cc. 187
Note
(1) La busta è stata predisposta presumibilmente da don Alfonso Silvino Pozza e contiene fascicoli costituiti da don Giovanni
Maestranzi, da don Francesco Ermon e dallo stesso Pozza.
(2) Giovanna fu Giovanni Leonesi da Baselga, unica erede di don Paride Leonesi cooperatore e maestro di scuola a Baselga del
Bondone dal 1841 al 1896, morì il 12 dicembre 1902. Nel suo testamento del 4 novembre 1901 nominò sua erede la chiesa di
Baselga a condizione che questa costituisse un capitale per l'erezione di un ricovero per poveri oppure di un asilo per l'educazione
della gioventù. La fondazione avrebbe dovuto essere presieduta dal parroco pro tempore ed amministrata con il capo comune senza
però alcun obbligo di resa di conto. La Leonesi nominò suo esecutore testamentario Ignazio Cimadom già amministratore della
fondazione Baldessari-Sardagna.
A. 20. 15. b. 13
"Atti ufficiosi. 1921-40" (1)
1921 - 1940
15
Documentazione di vario genere pervenuta al parroco nella sua veste di rappresentante dell'ente parrocchia: certificazioni
anagrafiche, carteggio e atti riguardanti la chiesa, circolari, carteggio riguardante i vari enti ecclesiastici della parrocchia, facoltà
concesse, corrispondenza, ecc.
Busta, cc. 513
52
Note
(1) Di seguito al titolo: "(non tutti). E' necessario metterli nelle apposite teche". Il titolo è di don Umberto Giacomelli.
53
serie 21
Carteggio e atti, 1725 - 1955
Contenuto
La serie è formata da cinque fascicoli contenenti la documentazione prodotta o ricevuta dal parroco pro tempore di
Baselga del Bondone relativa alla gestione dell'ufficio parrocchiale.
Questa documentazione è costituita dal carteggio e dagli atti che non presentavano segni evidenti dell'intervento di
riordino attuato dai parroci che si avvicendarono nell'amministrazione della parrocchia di Baselga.
A. 21. 1. b. 1
Documenti di privati
1725 - 1887; 1933
Assicurazioni di dote e restituzioni di beni dotali, testamenti, dazioni in pagamento, ecc. relativi a vari privati (1725-1786; 1807);
compravendite, testamenti, permute, ecc. appartenenti presumibilmente alla famiglia F. di Baselga del Bondone (1743-1790);
compravendite, costituzioni di censi, carteggio relativo all'esonero del suolo, ecc. della famiglia B. di Baselga del Bondone (17601804; 1859); documentazione relativa a liti e questioni tra privati dove il parroco è coinvolto in qualità di arbitro o di intermediario
(1789; 1821-1887; 1933)
Fascicolo, cc. 447
A. 21 . 2. b. 2
Carteggio e atti
1738 - 1955
Concessione della facoltà di erigere le stazioni della Via Crucis (1738), conferimento alla chiesa parrocchiale di Baselga del titolo di
arcipretale (1929), indulgenze, benedizioni, carteggio relativo ad associazioni e opere pie, carteggio e atti attinenti all'anagrafe,
corrispondenza con varie autorità politiche o religiose, carteggio relativo ad "affari scolastici", nomine e rinunce di cooperatori
parrocchiali e di parroci, tassatori, ecc.
Fascicolo, cc. 377
A. 21. 3. b. 3
Rapporti con autorità religiose
1754 - 1952
Circolari, disposizioni, corrispondenza, comunicazioni con autorità religiose quali il decano di Calavino e l'Ordinariato vescovile di
Trento.
Fascicolo, cc. 303
A. 21. 4. b. 3
Rapporti con autorità civili
1804 - 1921
Circolari, disposizioni, oridinanze, comunicazioni e corrispondenza con autorità politico/civili quali il Giudizio distrettuale di
Vezzano, il Capitanato circolare di Trento, l'Ispettorato scolastico distrettuale, ecc.
Fascicolo, cc. 288
54
A. 21. 5. b. 3
"Legato Ignazio e Giovanni Cimadom pro studenti. Verbali delibere e approvazioni Provveditorato agli studi" (1)
1931 - 1945
Documento di fondazione (1931 mag. 7), verbali delle sessioni del consiglio di amministrazione, cassa (1932-1939), quietanze
relative all'assegnazione degli importi all'Asilo di Baselga, assegnazioni a nubende e a studenti, rendiconti, carteggio con il
Provveditorato agli studi di Trento per l'approvazione dei resoconti e in merito alle quote assegnate, ecc.
Fascicolo, cc. 98
Note
(1) Ignazio fu Giovanni Cimadom, già capocomune di Baselga e amministratore delle fondazioni Baldessari-Sardagna e Leonesi,
morì il 21 marzo 1914. Nel suo testamento dispose che dopo la sua morte e quella del fratello Giovanni parte della loro sostanza
dovesse essere impegnata a sovvenzionare giovani studenti "che proseguiranno gli studi ginnasiali, di università o seminario tanto in
teologia che in filosofia e in ogni altra carriera compresa quella di maestro di scuola". Nelle sue disposizioni privilegiò in primo
luogo i discendenti della famiglia Cimadom ma si premurò di specificare che se non vi fossero stati studenti suoi discendenti, i frutti
del legato potessero essere goduti da altri giovani studiosi di Baselga, da giovani nubende o devoluti alla pia fondazione Leonesi di
Baselga. L'amministrazione del suddetto legato era affidata al parroco pro tempore.
55
Ente
Beneficio parrocchiale di Santa Maria Assunta
[1183] - 1987 gennaio 24
Luoghi
Baselga del Bondone (Trento, Tn)
Altre forme del nome
Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone
Archivi prodotti
Fondo Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 01/01/1901 - 31/12/1943
Storia
Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice
di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo
dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio".
Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la
dote annessa.
L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte
dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o
prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita
da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di
stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, assegni dal Comune; da
offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei
limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era
perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di
libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica
costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si
poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento
del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato,
famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i
benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il
Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici
maggiori e minori, che gradualmente decaddero.
Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco
otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto
rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo
sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali
56
vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero
perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei Comuni o di altri enti.
L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per
procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno
riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del
1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha
chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa
beneficiale all'istituto.
Del beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone non esiste alcun documento di fondazione (1). Nei secoli scorsi
venne incrementato da alcuni lasciti tra i quali quello di don Valentino Baldessari da Baselga, costituito da un fondo
boschivo situato a Baselga in località "al Tinel", e quello di don Paride Leonesi morto il 15 gennaio 1896. La canonica è
sempre stata di proprietà del beneficio e venne costruita ex novo dal pievano Cristano Durckhainer il quale, sull'urbario
da egli stesso approntato a partire dal 1534 (2), dichiarò di averla costruita "ut deinceps plebanus possit habitare in loco
proprio"(3) mettendo in evidenza quindi che prima della sua nomina il pievano non era provvisto di abitazione idonea.
Alla canonica era annesso un altro edificio nel quale si trovava un torchio, "etiam pratum annexum cum hortulo ac
subtus domum campum arrativum duorum stariorum seminis"(4).
Da tempo immemorabile le ville di Baselga, Sopramonte, Vigolo e Cadine dovevano provvedere ad ammannire un
onorario sia per il pievano che per i suoi cooperatori. Inoltre il pievano vantava il diritto della quarta parte di decima sui
raccolti sia di Baselga che degli altri villaggi situati nel territorio della pieve. Per quanto riguarda i diritti di decima dei
novali o quasi novali (5) di Vigolo percepiva, in base ad una transazione del 7 dicembre 1795, la metà della decima in
condivisione con la Mensa vescovile di Trento. Nel corso dei secoli vi furono spesso delle controversie insorte in merito
ai diritti pretesi dal parroco e conseguenti rivolte proteste della popolazione costretta alle contribuzioni. Esempio di ciò
si trova in una causa promossa dal pievano nel secolo XVIII contro la comunità di Vigolo che si opponeva alla
contribuzione dei novali (6).
In risposta alle pretese del pievano vi erano però gli obblighi religiosi e pastorali dai quali egli non poteva esimersi. Egli
aveva quindi l'obbligo di provvedere non solo alla cura delle anime della stazione ove risiedeva ma anche a quella di
tutte le altre "filiali" celebrando la messa nelle varie chiese in determinati giorni dell'anno e in occasioni particolari
legate alle festività o ricorrenze (7).
In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986
(pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987) a decorrere dal 24 gennaio 1987 il beneficio è stato soppresso e i suoi
beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente
"Parrocchia dell'Assunta di Baselga del Bondone".
Contesto generale
Diocesi di Trento.
Decanato di Trento.
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
Archivio "Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone";
57
Archivio "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone";
Archivio "Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone"
Note
(1) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 6, c. 291.
(2) Cfr. "Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1.
(3) Ibidem, p. 25.
(4) Ibidem.
(5) Novali o quasi novali ridotti a coltura: fondi boschivi, prati, paludi che a memoria d'uomo, fino ad un determinato
momento, non siano mai stati ridotti a cultura.
(6) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", fasc. 9.
(7) Per una descrizione dettagliata delle funzioni religiose da celebrarsi nelle varie cure d'anime della parrocchia cfr.
"Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1, pp. 156-158.
58
fondo B
Beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone, 1901 - 1943
regg. 2
Soggetti produttori
Beneficio parrocchiale di Santa Maria Assunta, [1183] - 1987 gennaio 24
Contenuto
Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Archivio storico della Parrocchia di
Baselga del Bondone".
Carteggio relativo all'amministrazione dei beni del beneficio per gli anni 1700-1953 si trova in "Archivio dell'ufficio
parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", bb. 6 e 8.
59
serie 1
Registri di amministrazione, 1901 - 1943 (con annotazioni e aggiunte fino
al 1945)
Contenuto
La serie è costituita da due registri.
B. 1. 1
"Registro - vecchio del beneficio parrochiale di Baselga"
1901 maggio 9; 1905 gennaio 6 - 1943
Registro dei pagamenti degli interessi sui capitali, dei pagamenti degli affitti ed altre entrate provenienti da privati e da vari enti
facenti parte della parrocchia di Baselga (1), registrazioni dei pagamenti di debiti del beneficio nei confronti di persone o enti,
prospetti dei capitali, registrazioni delle obbligazioni di stato, patrimonio e spettanze del beneficio parrocchiale e dei legati fondati a
favore del parroco pro tempore.
Alle pp. 83-92, 95: "Nota dell'adempimento delle messe legatarie secondo il decreto vescovile 31/12.1881", 1905 mag. 31-1922 ott.
30
Italiano
Registro, legatura in tela, con indice delle parti sulla c. di guardia e indice degli enti parrocchiali all'inizio n.n., pp. 99 (bianche
diverse pp.)
Note
(1) Per enti parrocchiali si intendono: Fondo poveri, comune di Baselga, chiesa di Vigolo, chiesa di Cadine.
B. 1. 2
"Registro nuovo del beneficio parrocchiale e legati spettanti al parroco pro tempore di Baselga"
1928 (con annotazioni e aggiunte fino al 1 gen. 1945)
pp. 1-2: "Inventario del beneficio parrocchiale", elenco dei beni mobili ed immobili(1), 1928;
pp. 2-3: "Capitali del beneficio parrocchiale", 1928;
pp. 4-8, 16-17: "Legati missari costituiti a favore del reverendo parroco pro tempore di Baselga di Calavino", legati missari fondati a
partire dal XVIII secolo, 1928 (con annotazioni e aggiunte fino al 1945 gen. 1);
pp. 9-15: altre spettanze ed introiti a favore del beneficio, 1928 (con annotazioni e aggiunte fino al 1940 mag. 21).
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 17
Note
(1) Tra l'elenco dei beni mobili viene citato anche "un armadio uso archivio".
60
Ente
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta
[1183] - 1987 gennaio 24
Luoghi
Baselga del Bondone (Trento, Tn)
Altre forme del nome
Chiesa dell'Assunzione
Chiesa parrocchiale dell'Assunzione della Beatissima Vergine Maria
Archivi prodotti
Fondo Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone, 01/01/1534 - 31/12/1958
Storia
L'origine della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone è molto antica. Non vi sono documenti o notizie certe
sulla sua costruzione. Da un verbale della visita pastorale del 1962 si legge che "anticamente fosse stata una chiesa degli
dei ridotta, al tempo di S. Vigilio, a chiesa cattolica. Non si sa però con quale fondamento". Essa rappresenta
sicuramente la prima chiesa battesimale e la "chiesa madre" della pieve del Sopramonte. Verso la fine del secolo XVI la
chiesa viene identificata con il titolo di Santa Maria di Sopramonte e poi Santa Maria di Baselga del Sopramonte.
Il primo documento nel quale la chiesa viene nominata si trova su un urbario compilato, a partire dal 1534, dal pievano
Cristano Durckhainer (1). Tale documento è rappresentato da un testamento, risalente al 12 giugno 1365, di
Bonaventura detto "Zentil" fu Vinando da Baselga del Sopramonte nel quale stabiliva di essere sepolto nel cimitero
della chiesa di Santa Maria di Baselga, "item legavit de bonis suis ecclesie Sancte Marie de Basilga unam galetam olei
semel dandam convertendo in luminatione sanctorum dicte ecclesie".
Sullo stesso urbario il pievano annota notizie relative ai lavori apportati alla chiesa pievana e alle sue chiese filiali,
come ad esempio quella dell'ottobre 1541 quando "magister Simon pictor dipinxit in Santo Leonardo" di Vigolo
Baselga. Si trova ancora che "quinta die aprilis 1543 ho comprato delle tovaglie, delli candeli, dei candeleri per el altare
maior da Michael Slosser", in questo caso presumibilmente per la chiesa pievana. Altra annotazione importante è
relativa alla collocazione di una croce sopra il campanile nel 1537. L'opera fu portata a termine in soli quattro giorni da
mastro Paolo de Tonini il quale, per raggiungere l'importante altezza di trenta metri, utilizzò le impalcature già
predisposte per i lavori al tetto della chiesa. La nota che segue dice infatti che nel maggio 1539 "mastro Gorzo con
Antonio suo fiol hano reviduto tutto el tecto della chiesa".
La prima visita pastorale alla chiesa di Baselga risale al 23 maggio 1537(2) e in quell'occasione non vengono fatte
osservazioni particolari.
Sull'urbario presente nell'archivio parrocchiale si trova notizia della realizzazione del quadro per l'altare maggiore,
raffigurante la Vergine Assunta, realizzato nel 1655 e contemporaneamente dell'indoratura del tabernacolo (3).
Nella visita pastorale del maggio 1751 (4) viene segnalata la necessità di "aggiustare e rifare il coperto della chiesa che
ne ha molto bisogno" e di provvedere alla sua elevazione per difendere il "volto" della stessa dalla pioggia. Nella
relazione del 24 aprile 1769, esposta dall'allora parroco don Ignazio Leopoldo Sardagna in occasione di un'altra visita
61
pastorale (5), vengono descritti i confini parrocchiali della chiesa di Baselga e precisamente: la parrocchia di S. Maria
Maggiore di Trento "in loco dicto alla Scala", la parrocchia di Calavino "in loco dicto al Gaidos" e la parrocchia di
Terlago "in loco dicto al Pontolino". Il 16 luglio 1802 il vicario generale del vescovo di Trento, monsignor Simone
Albano Zambaiti, diede l'autorizzazione all'erezione delle stazioni della Via Crucis e il giorno 25 dello stesso mese frate
Pierregalato da Cares dell'ordine dei frati Minori Riformati, delegato dal padre guardiano del convento di S. Bernardino
"fuori di Trento", benedisse le stazioni "alla presenza di numeroso popolo" (6).
La forma attuale dell'edificio di culto non è sicuramente quella originaria e il piazzale antistante anticamente era
occupato dal primo luogo di sepoltura. L'attuale cimitero, realizzato tra il 1846 e il 1870, si trova poco distante dalla
chiesa ed è di proprietà del Comune. Lo stile della chiesa è gotico-romanico ad una navata e due cappelle laterali; al suo
interno sono presenti tre altari. Dietro l'altare maggiore, realizzato in stile barocco e in pietra e sovrastato da una cupola
con angioletti, si trova la pala dell'Assunta dietro la quale, a sua volta, è contenuta in una piccola nicchia la statua della
Madonna con il Bambino in braccio. Questa statua, molto antica, viene esposta nel giorno della solennità dell'Assunta.
La cappella dedicata alla Madonna del Rosario è in stile gotico e situata a nord dell'edificio. Venne realizzata grazie
all'intraprendenza e volontà del parroco don Orazio Lucchi il quale resse la parrocchia dal 1599 al 1648. Essa
rappresenta una vera e propria opera d'arte e contiene al suo interno le statue dei santi Valentino e Vigilio. L'altare,
anch'esso dedicato al S. Rosario è indorato, di notevole pregio e riporta la scritta "Altare privilegiatum"; come gli altri
due presenti nell'edificio sacro è mobile. A sud si trova la cappella del santo Crocifisso che venne completamente
restaurata intorno al 1958. Nel 1933 venne costruito un nuovo organo a sostituzione di uno preesistente probabilmente
andato in rovina e del quale si trova notizia su un documento del settembre 1868 (7). Si tratta in particolare di una
perizia attuata sullo strumento dalla quale emerge la notevole urgenza di intervento. Negli anni che seguirono venne
costruita la porta e la controporta dell'ingresso principale e rinnovato e messo a norma l'impianto elettrico.
Il campanile è molto antico e si ha notizia di interventi attuati a tutela della campane già a partire dal 1531 (8) quando
vennero eseguiti dei lavori da un "fugator" (9) per la sistemazione o collocazione della "campana granda". Si trova
notizia poi di un altro intervento di "restauro" risalente al 29 febbraio 1664 quando "fu fatta da Andrea Fisso fumadro la
fune della campana minore di pelle di vaccha" (10).
Nel secolo XIX erano presenti quattro campane realizzate dalla ditta Carlo Chiappani di Trento e benedette da mons.
Luigi Gentilini nel 1872 (11). Nel 1928, in conseguenza all'asportazione delle campane da parte dell'esercito austriaco,
venne commissionata dalla fabbriceria alla ditta Luigi Colbacchini e Figli di Trento la realizzazione di quattro nuove
campane (12). Il 21 luglio 1929 "venne fatta la solenne benedizione del nuovo concerto di campane di questa chiesa
arcipretale, a mezzo del reverendissimo monsignor diacono della cattedrale di San Vigilio don Baldassare Delugan"
(13) e di questo dà notizia sull'urbario presente in archivio il parroco don Alfonso Silvino Pozza, il quale fu anche
promotore dell'iniziativa. Lo stesso sacerdote, in un'altra annotazione, racconta che il 10 agosto 1927 vennero
approntate le vetrate artistiche della chiesa acquistate grazie alla collaborazione della popolazione locale e di altri
benefattori tra cui egli stesso (14).
Il 31 luglio 1929 la chiesa ottenne dal vescovo Celestino Endrici il titolo di arcipretale in considerazione della "vetustità
della parrocchia di Baselga di Sopramonte e il suo grande merito di essere stata la chiesa madre delle chiese dei paesi
circonvicini e sede di molti parroci illustri" (15).
Nel 1957 venne consolidata la cuspide piramidale del campanile, sottoposta più volte a danneggiamenti dovuti ad eventi
atmosferici calamitosi come quello avvenuto nell'agosto del 1919 a causa di un fulmine (16).
In applicazione alla legge n. 222 del 20 maggio 1985 e ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato
sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987) a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente chiesa dell'Assunta con annesso il
62
beneficio Lucchi-Lanferri venne estinto e il suo patrimonio confluì nell'ente Parrocchia dell'Assunta di Baselga del
Bondone e in parte nell'Istituto Diocesano per il sostentamento del clero.
Funzioni, occupazioni e attività
Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e
di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili,
dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai
fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del
culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati.
Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o
massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto
napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per
ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni.
Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che
disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo
ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo
scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il
curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione" (17). I
fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere
riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i
fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità
ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi
ingerenza nelle questioni di culto.
Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola
però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri
parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere,
amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri
fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo
controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la
natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935
ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie.
L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione
concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione
(decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede
e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.
Contesto generale
Diocesi di Trento.
Decanato di Trento.
Note
63
(1) Cfr. "Archivio della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1.
(2) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 1 (1537), p. 54.
(3) Cfr. "Archivio della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1, p. 167.
(4) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, c. 20.
(5) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitati", n. 78 (1769), c. 155 e segg.
(6) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti", fasc. 2, cc. 1-5.
(7) Ibidem, "Carteggio e atti ordinati", b. 10, fasc. 10, c. 95.
(8) Cfr. "Archivio della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1, p. 112.
(9) Probabilmente sinonimo di muratore ("fugar": preparare una via di fuga, praticare un foro).
(10) Cfr. "Archivio della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1, p. 170.
(11) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, c. 55.
(12) Ibidem, b. 10, fasc. 10, c. 171.
(13) Cfr. "Archivio della chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone", "Urbari", reg. 1, p. 218.
(14) Ibidem, p. 113.
(15) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ", fasc. 3, c. 13.
(16) Cfr. nota di don Francesco Ermon in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri dei
morti", reg. 4, p. 36.
(17) Cfr. "Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni
ecclesiastiche della diocesi di Trento", 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10.
64
fondo C
Chiesa dell'Assunzione di Baselga del Bondone, 1534 - 1958
regg. 6, bb. 2
Soggetti produttori
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, [1183] - 1987 gennaio 24
Contenuto
Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Archivio storico della Parrocchia di
Baselga del Bondone".
Carteggio e atti di carattere amministrativo relativi agli anni 1677-1949 si trovano in "Ufficio parrocchiale di Baselga
del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", bb. 5 e 11.
65
serie 1
Urbari, 1534 - 1780
Contenuto
Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio,
si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium".
In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome
dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali
altre annotazioni.
La serie è costituita da due registri che, a partire dal 1534, riportano la descrizione dei beni della chiesa pievana di
Baselga del Bondone e delle sue chiese filiali. Il primo registro è stato redatto inizialmente dal parroco don Cristano
Durckhainer (1) ed è molto complesso e ricco di notizie legate anche alla vita quotidiana della pieve del Sopramonte.
Oltre alla descrizione relativa a tutto il patrimonio della chiesa vi si trovano infatti annotazioni in merito a lavori
eseguiti all'edificio sacro, a spese sostenute durante i periodi pasquali, a censimenti della popolazione, a spese per i
banchetti offerti in occasioni delle visite vescovili, ecc.
Il registro è stato redatto in tempi diversi dai vari parroci presenti nella parrocchia di Baselga del Bondone e
precisamente: don Cristano Durckainer che ha iniziato la compilazione e le registrazioni dal 9 maggio 1534, don
Tommasino Tommasini dall'11 aprile 1586, don Orazio Lucchi dal 7 novembre 1612, don Maurizio Antorio Zanoni tra
il 1743 e il 1758 e don Michele Menapace dal 27 dicembre 1819.
Note
(1) Il Durckhainer fu pievano a Baselga per 29 anni, tranne una parentesi dal 1515 al 1521 dovuta ad impegni notarili
presso il cardinale Bernardo Clesio, egli ricopriva infatti anche l'incarico di notaio presso la Curia arcivescovile di
Trento.
C. 1. 1
"Liber ecclesie parochialis Beate Marie Virginis de Basilica emptus Tridenti IX maii MDXXXIIII per me Cristanum
Durckainer plebanum eiusdem ecclesiae (1) in quo continentur omnia que ad ecclesiam pertinent" (tit. int.)
1534 maggio 9 - sec. XVIII seconda metà (con annotazioni posteriori fino al 16 gen. 1834)
pp. 1-208: urbario dei beni stabili e mobili, degli affitti, dei lasciti e di quanto spettante alla chiesa di Baselga, 1534 maggio 9 - 1758
(con annotazioni e aggiunte fino al 1834 gen. 16) (2).
All'inizio, di seguito al titolo: annotazioni relative a lavori apportati alla chiesa di Baselga e ad acquisti fatti per la stessa, 1537 set.
10-1543 apr. 5;
a p. 13: annotazione del parroco Ignazio Leopoldo Sardagna riguardante le croci collocate sul Doss Calchera, 1769 ago. 12;
alle pp. 98-105: "Aggiustamento" in seguito ad una lite tra il parroco di Baselga e i rappresentanti della chiesa di Sopramonte in
merito a contribuzioni in frumento pretese dalla parrocchiale, 1699 feb. 25;
alle pp. 112-113: annotazione di don Alfonso Pozza riguardanti le finestre e le campane, 1927 ago. 10; 1929 lug. 21;
a p. 132: censimento della popolazione, 1697 lug. 15;
alle pp. 156-158: osservanze, consuetudini e obblighi dei parroci di Baselga relativi a celebrazioni di messe, s. d.;
66
alle pp. 166-169: annotazioni relative a lavori di innalzamento della canonica, 1656 set. 7-1661 feb. 2;
a p. 167: annotazione della realizzazione del quadro dell'Assunta per l'altare maggiore e dell'indoratura del tabernacolo, 1655;
a p. 170: annotazione della realizzazione della fune della campana, della sistemazione di arredi sacri per la sacrestia e della
realizzazione dell'immagine del Cristo da parte del pittore Melchiorre Miller, 1664-1617;
a p. 212: conferma di un voto alla Vergine Maria da parte della comunità di Baselga e determinazione dei giorni dei festeggiamenti in
onore della stessa, 1628 mag. 14; 1645 apr. 13;
a p. 213: spese sostenute durante vari periodi pasquali, 1538-1543;
alle pp. 214-218: annotazioni degli adempimenti ai precetti pasquali nelle varie chiese della parrocchia di Baselga, 1537-1543; 16001601;
a p. 217r.: atto di mano del Durckhainer relativo all'immissione in possesso della chiesa di S. Maria Vergine di Calavino, 1533 nov.
17;
a p. 218: annotazioni dei lavori eseguiti alla "campana granda" e alla "campana picola", 1531; 1535;
alle pp. 219-260: annotazioni delle spese sostenute per il banchetto offerto in occasione della visita vescovile del 1653, protesta della
comunità in merito all'elemosina dovuta al sacerdote per messe legatarie, spese per la visita pastorale del 1673 (s.d.), atti di cause,
ecc., 1654 set. 9-1829 mar. 10.
Italiano, latino
Registro, legatura in pelle, pp. 260 (3) (bianche diverse pp.)
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 7 n. 2"
Note
(1) Originariamente in luogo di "ecclesiae" si trovava la parola "plebis", probabilmente subito cassata e sostituita dallo stesso
compilatore del titolo.
(2) Nella parte dell'urbario redatta da don Maurizio Antonio Zanoni (1743-1758) si trova anche l'inventario relativo al legato Lucchi
al quale fanno riferimento le annotazioni posteriori alla data.
(3) Il registro riporta tre diversi tipi di numerazione delle carte:
- una cartulazione più antica in alto a destra di cc. 198, dalla quale risulta evidente la mancanza delle cc. 60-140;
- un'altra cartulazione eseguita a matita in basso in centro di cc. 139, nella quale si evidenzia la mancanza delle cc. 128-131;
- una terza paginazione eseguita in tempi recenti, presumibilmente in occasione del restauro del registro, di pp. 260. Quest'ultima è
stata eseguita con inchiostro nero e l'ausilio di un normografo.
Per i rimandi alle varie parti del registro si è ritenuto opportuno fare riferimento all'ultima paginazione in quanto ritenuta meno
lacunosa.
C. 1. 2
"Urbario dei beni delle chiese di Baselga, Vigolo, Cadine" (tit. dorso)
1751 aprile 16 - 1780 aprile 20
- "Urbario delli beni stabili e mobili della venerabile chiesa parochiale della Beatissima Vergine Assunta di Baselga formato l'anno
1751 li 16 del mese d'aprile", elenco di beni stabili, olio per illuminazione e capitali, 1751 apr. 16; 1769 apr. 8;
- "Urbario de beni stabili della chiesa figliale di S. Leonardo e S. Monte di Vigolo soggetti a legatti pii secondo l'intenzione da
leganti registrato 1749 da me infrascritto", 1751 mar. 20;
- "Urbario della venerabile chiesa figliale di S. Elena di Cadine", 1780 apr. 20.
Alla fine: alcune notizie di cronaca relative alla consacrazione della parrocchia di Baselga al Sacro Cuore di Gesù, alla "peregrinatio
Mariae" e a restauri fatti alla chiesa dopo la seconda guerra mondiale, 1935 giu. 2-1950.
67
Capovolgendo il registro: "Capitoli proposti alli confratelli del Santissimo Sacramento della pieve di Baselga nella congrega generale
radunata per la prima volta li 13 genaio 1760 da osservarsi da medesimi per loro spirituale vantaggio e così placitati dalli medesimi",
capitoli ed elezione delle varie cariche, 1760 gen. 13.
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 34 n.n.
68
serie 2
Registri di cassa, 1907 - 1946
Contenuto
La serie è formata da un registro sul quale è riportata la situazione di cassa della chiesa parrocchiale di Baselga del
Bondone come luogo di culto (arredi sacri, cera, organista, messe, ecc.) e le entrate e le uscite relative
all'amministrazione del suo patrimonio.
C. 2. 1
"Libro - cassa della chiesa"
1907 - 1946 dicembre 31
pp. 8-32, 39-42, 50, 221: registro delle entrate e delle uscite della chiesa parrocchiale di Baselga del Bondone, 1907-1945 dic. 31;
pp. 261-273: registro delle entrate e delle uscite del beneficio Lucchi-Lanferri, 1923 mag. 4-1940 set. 5;
pp. 277-288: "Cassa della divina Provvidenza...", 1930 mar. 4-1932 apr.22;
pp. 289-298: registro delle entrate e delle uscite del "Fondo-campane", 1921 giu. 30-1930 feb. 26.
A p. 1: "Metodo di pulire i vasi sacri o candelieri indorati e inargentati", 1932 ago. 28;
a p. 2: annotazione relativa all'elevazione ad arcipretale della chiesa parrocchiale di Baselga avvenuta in data 15 agosto 1929, s.d. (1);
alle pp. 4-5, 46-47: incanti degli stabili di proprietà della chiesa, 1925-1942;
a p. 43: protocollo di seduta della fabbriceria, 1919 giu. 16;
alle pp. 45, 48 e 49: deliberazioni in merito a lavori da eseguirsi alle campane, 1921 dic. 16-1928 dic. 9.
Italiano
Registro, legatura in tela, pp. 298 (bianche le pp. 6-7, 33, 81, 222-260, 275--276, 278-279
Note
(1) Vedi anche l'atto relativo in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti", b. 2.
69
serie 3
Registri dei verbali della fabbriceria, 1925 - 1932
Contenuto
La serie è costituita da un registro.
C. 3. 1
"Libro dei protocolli della fabbriceria della chiesa parrocchiale di Baselga"
1925 ottobre 18 - 1932 luglio 22
Registro dei verbali delle sedute della fabbriceria della chiesa e del beneficio parrocchiale di Baselga del Bondone.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 6 n.n.
70
serie 4
Registri delle rese di conto dei sindaci, 1705 - 1873
Contenuto
La serie è formata da due registri sui quali i sindaci e giurati della chiesa di Baselga del Bondone, eletti dalla comunità,
annotavano le entrate e le uscite relative al patrimonio della chiesa e le rese di conto annuali.
Il saldo veniva presentato e sottoscritto dal pievano.
C. 4. 1
"Entrata e uscita. 1705" (tit. dorso)
1705 agosto 9 - 1785 maggio 21
Registro delle rese di conto dei sindaci della chiesa parrocchiale di Baselga.
Italiano
Registro, legatura in pergamena, cc. 138 n.n.
Segnature precedenti: "Prot. Fasc. 2 n. 6"
C. 4. 2
"Rendiconto amminiatrazione chiesa dal 1786 al 1872" (tit. dorso)
1786 maggio 21 - 1873
In corrispondenza dell'anno 1812 si trova annotato: "Uscita ed entrata per l'anno 1812 nel quall'anno, in forza del decreto della legge
italica del 15 settembre 1807, furono istituite le fabbriccierie, l'impegno de qualli dura per anni 5" (1);
alla fine dell'anno 1832: annotazione relativa alla donazione di tre lampade d'ottone argentate e di altri mobili "per maggior
ornamento e decoro" della chiesa, 1834 mag. 9;
solo per l'anno 1866: "Inventario del patrimonio della chiesa parrocchiale di Baselga assunto alla fine dell'anno 1866", [1866].
Italiano
Registro, legatura in pelle, cc. 109 n.n.
Note
(1) In seguito a tale annotazione la metodologia adottata nelle registrazioni rimane comunque immutata.
71
serie 5
Resoconti, 1866 - 1958
Contenuto
Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una
migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di
beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre
mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i
sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano
rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine
dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di
appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale
e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della
chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale
conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio
delle chiese della sua diocesi.
La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco
e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità
ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano.
Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866
regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli
amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere
inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato
doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale.
Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.
La serie è formata da due buste contenenti resoconti e documentazione di corredo relativi alla chiesa parrocchiale di
Baselga del Bondone. Dall'anno 1907 e fino a tutto il 1939 sono conservati assieme ai resoconti della chiesa, separati o
sullo stesso prospetto, anche i resoconti del beneficio Lucchi-Lanferri. Il patrimonio di tale beneficio venne annesso a
quello della chiesa parrocchiale in seguito a decreto vescovile del 23 novembre 1907.
C. 5. 1. b. 1
Resoconti
1866 - 1898
Nn. 1 - 32
Resoconti e documenti di corredo.
Busta, cc. 602 n.n.
C. 5. 2. b. 2
Resoconti
72
1900 - 1958
Nn. 33 - 70
Resoconti e documenti di corredo.
Busta, cc. 550 n.n.
73
Ente
Confraternita del Santissimo Sacramento
1709 febbraio 28 - sec. XX seconda metà
Luoghi
Baselga del Bondone (Trento, Tn)
Archivi prodotti
Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone, 01/01/1708 - 31/12/1963
Storia
La confraternita del SS. Sacramento di Baselga del Bondone, di cui si trova notizia nella visita pastorale del 2 ottobre
1723, venne eretta canonicamente il 28 febbraio 1709 (1). Su un registro dei conti dei "ministri" di detta confraternita si
trovano annotati gli iscritti e le iscritte già a partire dall'anno 1708 (2), probabilemente in considerazione del fatto che
era già stata presentata richiesta per ottenere l'erezione ufficiale presso l'autorità ecclesiastica. Sull'atto di erezione
vennero trascritti e quindi approvati anche gli statuti. Da questi si evince che ogni confratello era tenuto a munirsi di
candela e a "farsi fare la vesta" ossia l'abito di colore rosso da indossare durante le processioni del SS. Scramento che si
tenevano tutte le terze domeniche del mese e nel giorno della solennità del Corpus Domini. Ogni anno era obbligo degli
stessi versare quattro carantani "al bancho in chiesa", a contributo per l'acquisto delle candele e per altre spese.
Su un successivo statuto stilato il 14 maggio 1795, per i confratelli inadempienti, venne stabilito che "passato lo spazio
d'anni due, principiando dall'anno corrente 1795, senza soddisfare le sue annate mancanti entro il terzo anno, adesso per
allora s'intenderanno cessati dal libro della compagnia e saranno privi delle sante messe" (3).
Il parroco di Baselga venne nominato rettore della confraternita, con l'assistenza di quattro priori rappresentati dal
curato pro tempore di Cadine, dal primissario di Vigolo e dal cooperatore di Baselga con quello di Cadine. Il rettore era
poi affiancato da un massaro, o primo coadiutore, il quale provvedeva alla gestione degli incassi con regolare
presentazione di resoconto a fine anno. Vi era pure un "riscotitore", o secondo coadiutore, il quale teneva nota delle
tasse pagate dagli iscritti per poi consegnarle al massaro; questi era seguito da altri cinque coadiutori con compito di
vigilanza sull'osservanza delle regole da parte di tutti i confratelli (4).
La confraternita ebbe un periodo di stasi fino al 1924 quando venne nominato parroco di Baselga don Silvino Alfonso
Pozza. Egli reintrodusse l'ora di adorazione al Santissimo e il 6 giugno 1944 presentò domanda presso la Curia
arcivescovile di Trento per poter rierigere la confraterntita. Il vescovo Carlo de Ferrari acconsentì purchè questa fosse
aggregata alla "Primaria di S. Andrea e Claudio in Roma"(5) cosa che avvenne, causa gli eventi bellici, solo 14
novembre 1945.
Dalla documentazione presente in archivio si deduce che la confraternita rimase attiva fino alla seconda metà del
Novecento.
Condizione giuridica
Associazione ecclesiale di laici
Funzioni, occupazioni e attività
74
Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di
beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale
approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da
osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede
Apostolica" del 7 dicembre 1604).
Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la
vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno
una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento.
Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa
provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare,
lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle
consorelle defunti.
Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo
Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro
dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le
confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite
sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e
dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e
le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie.
Nel 1878 il vescovo Benedetto Riccabona stabilì nuove norme per l'erezione delle confraterntite nella diocesi di Trento,
ferme restando le norme generali stabilite da Clemente VIII (Cfr. Foglio diocesano di Trento, Anno 1878 n. 6, p. 47).
Per le confraternite erette dai vescovi era prevista la presentazione all'Ordinariato dell'abbozzo dei capitoli o statuti per
la relativa approvazione, nei quali si doveva indicare un sacerdote da destinarsi a presidente della confraternita, di solito
il curatore d'anime. Per il lucro delle indulgenze inoltre, la confraternita eretta doveva errera aggregata ad
un'arciconfraternita, previa licenza dell'Ordinariato.
Per le confraternite eretta dai generali degli ordini religiosi era necessaria l'autorizzazione scritta dell'Ordinariato per la
valitità dell'erezione.
Il Regio Decreto n° 1276 del 28 giugno 1934 conferiva la Personalità Giuridica alle Confraternite, sancita poi sulla
Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 187 del 10 agosto 1934.
Contesto generale
Diocesi di Trento.
Decanato di Trento.
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
Archivio "Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone"
"Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali"
Note
(1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 37 (1723), c. 552.
75
(2) Cfr. "Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone", "Registri delle rese di conto dei ministri",
reg. 1.
(3) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, cc. 109 e segg.
(4) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, c. 112 e "Confraternita del SS.
Sacramento di Baselga del Bondone", "Registri delle rese di contro dei ministri", reg. 1, nota all'inizio.
(5) Cfr. "Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone", "Registri degli iscritti", reg. 3, nota
all'inizio.
76
fondo D
Confraternita del Santissimo Sacramento di Baselga del Bondone, 1708 1963
regg. 6, quad. 1
Soggetti produttori
Confraternita del Santissimo Sacramento, 1709 febbraio 28 - sec. XX seconda metà
Contenuto
Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Archivio storico della Parrocchia di
Baselga del Bondone".
Documentazione relativa alla confraternita per gli anni 1707-1911si trova in "Ufficio parrocchiale di Baselga del
Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri di cassa
generale", regg. 1 e 2 e in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri di amministrazione dei legati", reg.
3.
77
serie 1
Registri degli iscritti, 1777 - 1963
Contenuto
La serie è formata da quattro registri e un quaderno sui quali venivano annotati i confratelli iscritti con, generalmente,
l'annotazione del pagamento delle tasse annuali.
D. 1. 1
"Confraternitas Sanctissimi Sacramenti" (tit. int.)
1777 - 1820
Registro dei pagamenti delle tasse annuali da parte dei confratelli e consorelle suddivisi per le località di Baselga del Bondone,
Vigolo Baselga, Sopramonte e Cadine.
Italiano
Registro, legatura in pelle, con appigli, cc. 212 n.n.
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 36"
D. 1. 2
"Registro degli confratelli e consorelle del Santissimo Sacramento della parrocchia di Baselga rinovato l'anno 1821"
1821 - 1883
Registro dei pagamenti delle tasse annuali da parte dei confratelli e consorelle suddivisi per le località di Baselga del Bondone,
Vigolo Baselga, Sopramonte e Cadine.
Italiano
Registro, (parzialmente a rubrica), legatura in mezza pergamena, cc. 129 n.n.
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 58"
D. 1. 3
"Registro dei soci della agregazione del SS. Sacramento di Baselga"
1945 dicembre 3; 1946 gennaio
Registro dei confratelli e delle consorelle del SS. Sacramento con annotazione del pagamento delle tasse annuali.
All'inizio, sulla c. di guardia: "Origine dell'agregazione del SS. Sacramento di Baselga", cronaca del parroco Alfonso Silvino Pozza
relativa all'aggregazione della confraternita del SS. Sacramento di Baselga all'arciconfraternita di Roma avvenuta il 6 giugno 1944,
1954 nov. 21.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 5
D. 1. 4
"Confraternita del SS. Sacramento. Baselga. 1945"
1946 - 1952
Registro dei confratelli e delle consorelle del SS. Sacramento con annotazione del pagamento delle tasse annuali.
Italiano
Quaderno, legatura in carta, cc. 14 n.n.
78
D. 1. 5
"Elenco confratelli e consorelle del Santissimo Sacramento Baselga"
1953 - 1963
Registro, legatura in carta, cc. 12 n.n.
79
serie 2
Registri delle rese di conto dei ministri, 1708 - 1907
Contenuto
La serie è costituita da un registro.
D. 2. 1
"Libro delli conti ciovè entratta et ussita della confraternita del Santissimo Sacramento eretta nella parochiale di
Baselga l'anno 1708" (tit. int.)
1708 maggio 15 - 1907 gennaio 17
Registro delle rese di conto dei "ministri" della confraternita coadiuvati da due assistenti.
Mancano le rese di conto relative agli anni 1724 e 1729.
All'inizio, di seguito al titolo: annotazione inerente la decisione di non celebrare messe per i confratelli defunti in caso di mancato
pagamento della tassa di iscrizione per tre anni consecutivi, 1738 mag. 16.
Capovolgendo il registro, a rubrica: "Libro maiesto o sii registro delli confratelli e consorelle del S.mo Sacramento della parochia di
Vigol Basserla ereta l'anno 1707" (tit. int.) (1), registro degli iscritti, [1708] (2).
Italiano
Registro, legatura in pelle, con parti a rubrica, cc. 252 n.n.
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 23"
Note
(1) Una parte degli iscritti sub lettera "V" si trova, capovolta, in corrispondenza delle ultime registrazioni delle rese di conto.
(2) Sulla coperta del registro capovolto si trova scritta la data "1708" che presumibilmente corrisponde alla data in cui si sono iniziate
le registrazioni degli iscritti.
80
serie 3
Registri di amministrazione, 1906 - 1952
Contenuto
La serie è composta da un registro.
D. 3. 1
"Registro dei confratelli del SS. Sacramento dall'anno 1906"
1906 - 1952 agosto 3
pp. 1-42: registro degli iscritti in ordine alfabetico per cognome, 1906-1928;
pp. 62-136: registro delle rese di conto annuali con, frammisti, verbali delle adunanze (1), 1908 lug. 19-1952 ago. 3.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 136
Note
(1) In occasione delle adunanze venivano presentati i resoconti per la loro approvazione.
81
Ente
Confraternita del Santissimo Rosario
[1762] - sec. XX seconda metà
Luoghi
Baselga del Bondone (Trento, Tn)
Archivi prodotti
Fondo Confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone, 01/01/1878 - 31/12/1947
Storia
La confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone era attiva già nel secolo XVII, di essa venne infatti
fatta menzione in occasione della visita pastorale del 1673 (1). Anche nell'archivio parrocchiale sono conservati alcuni
documenti che ne segnalano la presenza dal 1762 fino al 1777 (2). Tale documentazione è comunque scarsa e non
consente di delineare con chiarezza l'evoluzione di tale ente.
Dopo un'ampia parentesi di un centinaio di anni, con decreto vescovile n. 2391 del 30 settembre 1877 (3), la
confraternita del Santissimo Rosario venne rieretta canonicamente e nell'occasione venne approvato anche lo statuto.
Dalla documentazione presente in archivio si nota che tale confraternita rimase attiva sicuramente fino al secondo
dopoguerra.
Funzioni, occupazioni e attività
Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di
beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale
approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da
osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede
Apostolica" del 7 dicembre 1604).
Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la
vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno
una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento.
Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa
provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare,
lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle
consorelle defunti.
Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo
Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro
dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le
confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite
sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e
dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e
le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie.
82
Nel 1878 il vescovo Benedetto Riccabona stabilì nuove norme per l'erezione delle confraterntite nella diocesi di Trento,
ferme restando le norme generali stabilite da Clemente VIII (Cfr. Foglio diocesano di Trento, Anno 1878 n. 6, p. 47).
Per le confraternite erette dai vescovi era prevista la presentazione all'Ordinariato dell'abbozzo dei capitoli o statuti per
la relativa approvazione, nei quali si doveva indicare un sacerdote da destinarsi a presidente della confraternita, di solito
il curatore d'anime. Per il lucro delle indulgenze inoltre, la confraternita eretta doveva errera aggregata ad
un'arciconfraternita, previa licenza dell'Ordinariato.
Per le confraternite eretta dai generali degli ordini religiosi era necessaria l'autorizzazione scritta dell'Ordinariato per la
valitità dell'erezione.
Il Regio Decreto n° 1276 del 28 giugno 1934 conferiva la Personalità Giuridica alle Confraternite, sancita poi sulla
Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 187 del 10 agosto 1934.
Struttura amministrativa
Dallo statuto appare che a reggere la confraternita era preposto il parroco pro tempore coadiuvato da quattro priori e da
cinque consiglieri. Al rettore spettava il compito di "ascrivere" i confratelli e le consorelle alla compagnia dietro
pagamento di 10 soldi, di benedire le vesti, i rosari o corone e le candele; provvedeva inoltre ad impartire "l'indulgenza
in articolo di morte" (4). Il primo rimo priore era rappresentato dal curato di Cadine, il secondo dal primissario di
Vigolo Baselga, il terzo e il quarto rispettivamente dal cooperatore di Baselga e dal cooperatore di Cadine. Al massaro,
o primo consigliere, spettava il compito della riscossione delle tasse dei confratelli e della resa di conto entro il mese di
ottobre, mentre agli altri quattro consiglieri spettava il compito di procurare "l'incremento ed il cristiano decoro della
confraternita". Gli inadempienti per tre anni consecutivi al pagamento della tassa di iscrizione venivano espulsi dalla
confraternita.
Contesto generale
Diocesi di Trento.
Decanato di Trento.
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
Archivio "Confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone";
Archivio "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone";
"Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali"
Note
(1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 17 (1673), c. 380.
(2) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, cc. 169-182.
(3) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Libro B", (673) n. 2391.
(4) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, cc. 184-186.
83
fondo
Confraternita del Santissimo Rosario di Baselga del Bondone, 1878 1947
regg. 2
Soggetti produttori
Confraternita del Santissimo Rosario, [1762] - sec. XX seconda metà
Contenuto
Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Archivio storico della Parrocchia di
Baselga del Bondone".
Documentazione relativa alla confraternita per gli anni 1762-1904 si trova in "Ufficio parrocchiale di Baselga del
Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 2, in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri di cassa
generale", regg. 1 e 2 e in "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Registri di amministrazione dei legati", reg.
3.
84
serie 1
Registri degli iscritti, 1878 - 1929
Contenuto
La serie è formata da un registro sul quale venivano annotati i confratelli iscritti con, generalmente, l'annotazione del
pagamento delle tasse annuali.
E. 1. 1
"Elenco confratelli e consorelle. Confraternita del Santissimo Rosario" (1)
1878 - 1896; 1909 - 1916; 1926 - 1929
Registro degli iscritti alla confraternita con annotazione dei pagamenti delle tasse annuali.
Italiano
Registro a rubrica, legatura in mezza pelle, cc. 45 n.n.
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 210"
Note
(1) "Elenco confratelli e consorelle": aggiunta posteriore di altra mano.
85
serie 2
Registri di amministrazione, 1878 - 1947
Contenuto
La serie è costituita da un registro.
E. 2. 1
"Resiconti sopra l'amministrazione della confraternita del Sacratissimo Rosario dall'anno 1878 sino ***"
1878 novembre 28 - 1947 dicembre 11
Rese di conto a partire dall'anno amministrativo 1877/78.
A p. 41: "Protocollo d'adunanza generale dei confratelli del S. Rosario", adunanza per la nomina delle nuove cariche, 1924 set. 14.
Capovolgendo il registro: verbali delle adunanze della confraternita, 1891 set. 25-1901 set. 29; 1920 set. 26-1945 set. 30.
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 60, 42 (1)
Segnature precedenti: "Prot. Fas. 2 n. 218"
Note
(1) Le pp. 1-42 sono relative al registro capovolto.
86
Ente
Asilo infantile "Fondazione Leonesi"
1927 - 1962
Luoghi
Baselga del Bondone (Trento)
Archivi prodotti
Fondo Asilo infantile "Fondazione Leonesi" di Baselga del Bondone, 01/01/1922 - 31/12/1962
Storia
Giovanna fu Giovanni Leonesi da Baselga morì il 12 dicembre 1902, dopo una lunga malattia che l'aveva costretta a
letto per ben 35 anni.
Don Paride Leonesi, suo fratello e cooperatore nonché maestro di scuola a Baselga del Bondone dal 1841 al 1896, le
lasciò in eredità circa 45.000 corone raccomandandole, nel suo testamento, il paese di Baselga a lui tanto caro.
La Leonesi, con disposizione testamentaria del 4 novembre 1901, nominò sua erede la chiesa di Baselga a condizione
che questa costituisse un capitale per l'erezione di un ricovero per poveri o di un asilo per l'educazione della gioventù.
Stabilì anche che la fondazione doveva essere presieduta dal parroco pro tempore ed amministrata in comunione con il
capocomune; non vi era obbligo di resa di conto.
La chiesa adempì alle volontà della defunta, costituì il capitale e, grazie anche alla collaborazione della popolazione,
eresse un edificio. Nel 1914, dopo un primo tentativo di utilizzarlo come ricovero per poveri ammalati, questo venne
destinato come locale per l'educazione della gioventù.
L'asilo, che prese il nome dalla sua benefattrice, intraprese la sua attività educativa già a partire dal 1914 ma venne
ufficialmente costituito come ente nel 1927 con la stesura di un regolare statuto. Alla sua rendita venne in seguito
incorporato un lascito di Giovanni fu Giovanni Cimadom da Baselga, morto il 18 dicembre 1927.
Nell'edificio trovarono sede, con il tempo, anche la scuola elementare, fino al 1952, e l'abitazione delle suore incaricate
dell'educazione dei fanciulli.
La scuola materna venne sospesa nel 1962 per insufficiente numero di bambini ma il Comitato direttivo della ex scuola
stabilì che dell'edificio dovesse avere sempre come destinazione scopi pastorali e per l'educazione della gioventù.
87
fondo
Asilo infantile "Fondazione Leonesi" di Baselga del Bondone, 1922 1962
reg. 1, quadd. 3, fasc. 1
Soggetti produttori
Asilo infantile "Fondazione Leonesi", 1927 - 1962
Contenuto
Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Archivio storico della Parrocchia di
Baselga del Bondone".
Registrazioni relative all'amministrazione dell'Asilo per gli anni 1927-1962 si trovano in "Ufficio parrocchiale di
Baselga del Bondone", "Registri di cassa generale", regg. 1 e 2 e in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Baselga del
Bondone", "Registri di amministrazione dei legati", regg. 3 e 4.
88
serie 1
Registri dei verbali delle riunioni di direzione, 1929 - 1943
Contenuto
La serie è costituita da un quaderno.
F. 1. 1
"Libro delle sessioni della scuola materna di Baselga"
1929 dicembre 26 - 1943 novembre 9
Protocolli delle sedute della direzione della scuola materna di Baselga.
Italiano
Quaderno, legatura in carta, cc. 18 n.n.
89
serie 2
Registri dei verbali delle riunioni dei soci, 1930 - 1951
Contenuto
La serie è costituita da un quaderno.
F. 2. 1
"Protocolli delle assemblee generali della scuola materna di Baselga"
1930 novembre 16 - 1951 settembre 29
Verbali delle adunanze dei soci della scuola materna di Baselga del Bondone.
Italiano
Quaderno, legatura in carta, cc. 21 n.n.
90
serie 3
Protocolli degli esibiti, 1922 - 1953
Contenuto
La serie è composta da un registro e un quaderno.
F. 3. 1
"Protocollo esibiti. Asilo infantile = (Fondazione Leonesi)" (1)
1922 marzo 16 - 1929 giugno 17
Italiano
Quaderno, legatura in carta, cc. 11 n.n. (numerazione originale parziale) (2)
Note
(1) All'interno del quaderno si trova il titolo, annullato: "Protocollo per l'amministrazione della parrocchia di Pieve-Ledro con
Mezzolago ecc."
(2) Originariamente il quaderno riportava una paginazione da 1 a 16 poi le prime 11 pagine sono state strappate per il cambio di
utilizzo dello stesso.
F. 3. 2
"Protocollo della [scuola] materna di Baselga"
1929 luglio 1 - 1953 dicembre 31
Alla fine: verbali di adunanza della direzione dell'Asilo infantile, 1961 giu. 10-1962 set. 7; 1968 ago. 6.
Italiano
Registro, legatura in carta, cc. 32 n.n.
91
serie 4
Carteggio e atti, 1922 - 1962
Contenuto
La serie è composta da una fascicolo.
F. 4. 1. b. 1
Carteggio e atti
1922 - 1962
Carteggio e atti relativi alla gestione e amministrazione dell'asilo infantile di Baselga: carteggio relativo alla regolare costituzione
dell'asilo, rese di conto e bilanci gestionali (1923-1945), domande e concessioni di sussidi, statuto (1926), quietanze (1930-1934),
autorizzazioni annuali per l'apertura, carteggio con la Federazione provinciale degli asili infantili e scuole materne, progetti per la
sistemazione dell'edificio (1959), ecc.
Alla fine, a stampa: "Statuto per la federazione delle opere pie e delle istituzioni di beneficenza della provincia di Trento", 1926 set.
6, pp. 8.
Fascicolo, cc. 247
92
fondo G
Fondo pergamenaceo dell'archivio della parrocchia di Baselga del
Bondone, 1611 - 1675
pergg. 11
Soggetti produttori
Parrocchia di Santa Maria Assunta, [1183] -
93
serie 1
Pergamene, 1611 - 1675
Contenuto
La serie è composta da 11 pergamene che coprono un arco temporale che va dal 1611 al 1675. Gli atti sono stipulati tra
privati (compravendite, censi, ecc.). In due documenti compare don Orazio Lucchi, pievano di Baselga del Bondone,
ma che agisce a titolo personale.
Criteri di ordinamento e inventariazione
Per la descrizione dei singoli pezzi ci si è attenuti a quanto stabilito dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri
generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale
di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3 - parte prima, che integrano quanto già predisposto dalla
circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966.
Le pergamene sono descritte e inserite in ordine cronologico, non avendo in fase di inventariazione rilevato altro
criterio preesistente di ordinamento.
In questa sede si sono adottati i seguenti criteri di descrizione:
- ogni unità è indentificata con un numero progressivo in cifre arabe che corrisponde a un ordine prettamente
cronologico;
- a questo numero segue l'intitolazione che esprime la natura giuridica del documento;
- si sono riportate la data cronica completa(1) e quella topica, quest'ultima espressa ove sia possibile con toponimo
moderno.
A queste informazioni segue un breve regesto nel quale vengono segnalati:
- la natura dell'atto giuridico;
- i nomi delle parti contraenti con relativa indicazione del patronimico e provenienza, menzionati singolarmente fino a
un massimo di tre persone;
- l'oggetto dell'atto stesso.
I termini mancanti di una perfetta traduzione in italiano sono stati riportati tra virgolette; i nomi propri di persona non
traducibili si sono dati in latino al caso nominativo; i cognomi sono stati omologati alla forma attuale, se esistente, o se
comunque attestata verso l'inizio del secolo scorso.
Viene indicato il notaio rogante, con relativo patronimico e provenienza.
Gli elementi dedotti da fonti esterne e non dal testo sono forniti fra parentesi quadre.
Riguardo alla tradizione del documento si è distinto tra 'originale', 'originale da rogiti' o 'copia autentica'. Si intende per
originale il documento tratto dal protocollo e sottoscritto dallo stesso notaio rogante; per originale da rogiti di un altro
notaio la stesura in forma pubblica del documento, previa autorizzazione di un'autorità competente, fatta da un notaio
diverso da quello che aveva prodotto l'atto sul suo protocollo originale; per copia quei documenti che tali si definiscono.
Si forniscono inoltre indicazioni in merito alle dimensioni del supporto scrittorio, espresse in millimetri con la
segnalazione dell'altezza e della base (per forme irregolari, la misura maggiore è seguita, tra parentesi rotonde, da quella
minore); alla presenza di sigilli; alla presenza di note di contenuto e archivistiche sul verso o sul recto; a eventuali
antiche segnature o danni riscontrati. Viene infine data notizia di altri regesti con la relativa citazione bibliografica.
Sigle adottate nella descrizione delle pergamene:
94
SI
Sigillum impressum
Sigillo impresso
SP
Sigillum pendens
Sigillo pendente
SPC
Sigillum pendens cereum
Sigillo pendente di cera
SPD
Sigillum pendens deperditum
Sigillo pendente perduto
SN
Signum notarii
Segno del notaio
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa)
MASTRELLI ANZILOTTI G., Toponomastica Trentina. I nomi delle località abitate, Provincia autonoma
di Trento, Servizio Beni librari e archivistici, Trento, 2003
LECCISOTTI T., AVAGLIANO F. (a cura di), Abbazia di Montecassino. I regesti dell'archivio, vol. XI,
Roma, 1977 (Ministero per i Beni culturali e ambientali. Pubblicazione degli Archivi di Stato)
NICOLAO F., I dati cronologici nei documenti trentini, Trento, 1934
STENICO R., Notai che operarono nel Trentino dall'anno 845, Trento, Provincia autonoma di Trento, 2000
Note
(1) Lo stile maggiormente in uso dal XII al XVI secolo è quello della "Natività" che stabiliva il primo giorno dell'anno
al 25 dicembre.
G. 1. 1. b. 1
Quietanza e liberazione
1611 febbraio 26, Trento
Il nobile Paolo Ceschi da Santa Croce, cittadino di Trento, riceve da Gaspare fu Leonardo Tachelli, cittadino e mercante di Trento,
160 ragnesi a completa soluzione di una compravendita di una "ischiella" (1) situata nel territorio di Romagnano, effettuata il 4
agosto 1609, e lo libera da ogni ulteriore pagamento.
Notaio: Giovanni Francesco Turcato da Trento
Originale da imbreviature del notaio Turcato redatto dal notaio Giovanni Patrizio fu Giovanni Francesco Turcato da Trento (SN),
atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm. 430 x 160, sul verso note di contenuto.
Note
(1) Ischia: volgarmente terreno boscoso lungo le acque; terreno non coltivato prativo e boschivo, guadagnato sulle acque: non più
palude e non ancora campo. Cfr. LORENZI E., "Dizionario toponomastico tridentino", 1932
G. 1. 2. b. 1
Costituzione di censo
1628 gennaio 5, Trento piazza Grande
Antonio fu Giovanni Mosna da Vigolo Baselga, a nome anche del fratello Ognibene con il quale vive in comunione dei beni, e
Antonio fu Ognibene Giovannini dallo stesso luogo costituiscono a favore di don Orazio Lucchi pievano di Baselga, rappresentato da
Giovanni Giacomo Festi chirurgo di Trento, un censo annuo affrancabile di 16 staia e 2/3 di frumento assicurato su due fondi arativi
e vineati situati nel territorio di Vigolo, per un capitale di 100 ragnesi.
Notaio: Carlo Travaioni
95
Originale da imbreviature del notaio Travaioni redatto dal notaio Giovanni Battista Longo da Trento (SN)., atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, due fogli cuciti insieme, mm. 460(400) x 130(95), sul verso note di contenuto.
G. 1. 3. b. 1
Cessione di censo
1630 giugno 26, Trento contrada S. Maria Maggiore
Tommaso fu Cristiano Stefanelli da Baselga cede a don Orazio Luchi, pievano di Baselga, un censo affrancabile di 6 staia di
frumento che pagano gli eredi di Ognibene fu Antonio Dallavalle di Baselga, per un capitale di 36 ragnesi.
Notaio: Carlo Travaioni di Trento
Originale da imbreviature del notaio Travaioni redatto dal notaio Giovanni Battista Longo da Trento (SN); latino
Documento singolo; pergamena, due fogli ciciti insieme, mm. 500 x 110, sul verso note di contenuto
G. 1. 4. b. 1
Compravendita
1644, Vezzano
Nicolò fu Giacomo Bernardini da Padergnone, in qualità di procuratore dello zio paterno Bernardo Bernardini, vende ad Antonio
figlio di Giovanni Pisoni detto "Cigainer" una casa con campo arativo e vineato attiguo situata a Lasino, per il prezzo di 145 ragnesi.
Notaio: Giovanni Patrizio Trent Turcato da Trento (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm. 535 x 95, forata nella parte superiore centrale, macchiata; sul verso nota di contenuto in parte
sbiadita.
G. 1. 5. b. 1
Compravendita
1667 ottobre 23, Lasino
Giovanni fu Domenico Pedrini detto "Menetol" da Lasino vende ad Antonio fu Giovanni Pisoni detto "Cigainer" un prato situato nel
territorio di Lasino "supra monte" in località "a Covalon", per il prezzo di otto ragnesi e due troni.
Notaio: Simone Bosetti da Trento (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm. 280 x 115, sul verso nota di contenuto.
G. 1. 6. b. 1
Compravendita
1668 giugno 9, Trento contrada Macello
Giovanni Domenico fu Cristoforo Ceschini da Lasino vende ad Antonio fu Giovanni Pisoni detto "Cigainer" da Lasino, rappresentato
dal figlio Giovanni, un prato situato nel territorio di Lasino "supra monte" in località "sul Camp", per il prezzo di 15 [ragnesi].
Notaio: Simone Bosetti da Trento (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm.265 x 110, sul verso nota di contenuto.
G. 1. 7. b. 1
Compravendita
1669 agosto 25, Lasino
96
Nicolò fu Giovanni "Zamtarda" da Lasino vende ad Antonio fu Giovanni Pisoni dallo stesso luogo un prato situato nel territorio di
Lasino "supra monte" in località "in Masè", per il prezzo di 22 troni.
Notaio: Simone Bosetti da Trento (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm. 245 x 85, sul verso nota di contenuto.
G. 1. 8. b. 1
Quietanza e liberazione
1670 luglio 2, Trento contrada Cantone
Il nobile Leonardo fu Domenico Rizzi cittadino di Trento, in qualità di legale amministratore dei beni della moglie Domenica figlia
di Giuseppe Mersi, riceve dal suocero 116 ragnesi rappresentanti la dote legittima della fu Caterina madre di Domenica e lo libera da
ogni ulteriore pagamento.
Notaio: Camillo Dema da Trento (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm. 305 x 140, macchiata nella parte centrale sinistra; sul verso nota di contenuto e nota
archivistica.
Segnature precedenti: B. n. 39
G. 1. 9. b. 1
Compravendita
1674 ottobre 3, Lasino
Antonio fu Domenico Toccoli da Laguna di Cavedine vende ad Antonio fu Giovanni Pisoni detto "Cigainer" da Lasino un prato
situato nel territorio di Lasino in località "in Muse", per il prezzo di 27 ragnesi.
Notaio: Simone Bosetti da Trento (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm.240(135) x 165(80), sul verso nota di contenuto.
G. 1. 10. b. 1
Compravendita
1675 gennaio 28, Lasino
Michele fu Giovanni Bernardoni da Lasino, in presenza e con il consenso del figlio Antonio, vende a Domenico Pisoni detto
"Cigainer" un prato situato nel territorio di Lasino in località "in Sorcoste", per il prezzo di quattro ragnesi.
Notaio: Simone Bosetti da Trento (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm.250 x 100, sul verso nota di contenuto.
G. 1. 11. b. 1
Dazione in pagamento
1675 luglio 2, Cavalese
Nicolò Sartorelli da Tesero dà in pagamento a Giuseppe Mersi, cittadino e mercante di Trento rappresentato da Gaspare Riccabona
da Cavalese, una "stuba" (1) con un giaciglio, una cucina con forno per il pane, due ponticelli e una latrina situati in una casa a
Tesero in località "a Benesin", per il valore di 157 ragnesi, due troni e sette cruciferi.
Notaio: Giovanni Bartolomeo fu Giovanni Scopoli da Cavalese (SN)
Originale, atto notarile; latino
97
Documento singolo; pergamena, mm. 580 x 130, sul verso note di contenuto e archivistiche
Segnature precedenti: L n. 11
Note
(1) Stanza riscaldata da una stufa.
98
Persona
Dalzochio, Carlo
1842 novembre 18 - 1904 aprile 16
Luoghi
Albaredo (Vallarsa, Tn), Baselga del Bondone (Trento)
Archivi prodotti
Fondo Documentazione dell'archivio privato di don Carlo Dalzocchio, 01/01/1864 - 31/12/1864
Storia
Carlo Dalzocchio nacque ad Albaredo il 18 novembre 1842 e, conclusi gli studi di teologia, venne ordinato sacerdote il
28 ottobre 1865. L'8 ottobre 1900, con decreto vescovile n. 2805 del 29 settembre (1), ottenne ufficialmente la cura
d'anime della parrocchia di Baselga del Bondone che resse fino al 16 aprile 1904, giorno della sua morte.
Note
(1) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Baselga del Bondone", "Carteggio e atti ordinati", b. 8, c. 308.
99
fondo H
Documentazione dell'archivio privato di don Carlo Dalzocchio, 1864
reg. 1
Soggetti produttori
Dalzochio, Carlo, 1842 novembre 18 - 1904 aprile 16
100
serie 1
Registri, 1864
Contenuto
La serie è costituita da un registro manoscritto redatto da don Carlo Dalzocchio da Albaredo nel periodo in cui era
studente al secondo corso di teologia.
H. 1. 1
"Jus canonicum Dal Zocchio Carlo" (1)
1864
Manoscritto di diritto canonico redatto dal sacerdote quando ancora era studente al II° corso di teologia.
A c. 100v.: appunti storici relativi alla separazione di Feltre da Belluno sempre di mano dello stesso Dalzocchio, s.d.
Latino
Registro, legatura in carta, cc. 100
Note
(1) Don Carlo Dalzocchio da Albaredo fu parroco a Baselga del Bondone dal 1900 al 1903.
101
Ente
Comune di Vezzano
1810 settembre 1 - 1817 dicembre 31
Luoghi
Vezzano (Tn)
Archivi prodotti
Fondo Documentazione dell'archivio del comune di Vezzano, frazione di Baselga del Bondone, 01/01/1811 31/12/1815
Storia
Dopo il fallimento dell'insurrezione tirolese del 1809, con il Trattato di Parigi del 28 febbraio 1810 la Baviera perse
gran parte del Tirolo meridionale, che confluì nel Regno italico e venne organizzato come Dipartimento dell'Alto
Adige, comprendente l'odierno Trentino (con l'esclusione del Primiero, che passò al Dipartimento della Piave) e la zona
di Bolzano fino a Salorno.
In un primo momento operò una Commissione amministrativa provvisoria presieduta dal barone Sigismondo Moll,
mentre giungeva a Trento il consigliere di Stato Smancini per predisporre l'organizzazione del nuovo dipartimento
secondo il sistema in vigore nel Regno Italico, il quale era organizzato in base all'esperienza istituzionale francese.
Mediante Regio Decreto datato Milano, 24 luglio 1810, veniva stabilita la strutturazione amministrativa del
Dipartimento. Le aggregazioni (qui proposte e poi effettivamente realizzate) delle comunità minori in più ampi comuni
amministrativi (divisi in tre classi a seconda del numero di abitanti), le cui competenze e la cui strutturazione interna
erano stabiliti da rigorose norme statali di ispirazione fortemente centralistica, posero fine all'antica organizzazione
regoliera. Dal grande numero di comunità autonome esistenti in antico regime e ancora durante il periodo bavarese nel
territorio trentino, si passò a poco più di un centinaio di comuni amministrativi, divisi in tre classi a seconda dell'entità
della popolazione.
Un decreto datato Monza, 23 agosto 1810 (n. 194), estendeva al Dipartimento l'ordinamento amministrativo dei comuni
del Regno italico (con riferimento al Decreto sull'Amministrazione pubblica e sul Comparto territoriale del Regno"
dell'8 giugno 1805 (n. 46).
Con il 1 settembre 1810 il Dipartimento dell'Alto Adige venne ufficialmente attivato. Dalla documentazione
archivistica però emerge che la legislazione napoleonica fu applicata solo in seguito e in date diverse da comune a
comune.
Dopo la dissoluzione dell'impero napoleonico il Tirolo venne posto fino all'aprile del 1815 sotto l'amministrazione
provvisoria del commissario Anton von Roschmann. L'ordinamento comunale napoleonico rimase in vigore ancora per
qualche anno: nel Circolo di Trento fino al 31 dicembre 1817, in quello di Rovereto fino al 31 dicembre 1820. A partire
dal 1 gennaio 1818 il Circolo di Trento si regolò sulla base della Circolare del 4 novembre 1817, n. 11135/3818; dal 1
gennaio 1821 in tutto il territorio venne introdotto il Regolamento comunale per il Tirolo e il Vorarlberg del 26 ottobre
1819.
In questo periodo a Vezzano furono aggregati i comuni di Baselga, Margone e Ranzo.
102
Condizione giuridica
Ente pubblico territoriale, comune di terza classe.
Il 24 luglio 1810 un decreto vicereale stabiliva la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in cinque distretti e
proponeva le aggregazioni comunali da effettuarsi sul territorio, così come poi furono effettuate.
Un successivo decreto vicereale datato 23 agosto 1810 estendeva al Dipartimento dell'Alto Adige l'organizzazione
amministrativa dei comuni del Regno italico. Le normative di riferimento erano la "Legge sull'organizzazione delle
autorità amministrative", n. 54, emanata dal Governo della Repubblica italiana il 24 luglio 1802 e il "Decreto
sull'ammnistrazione pubblica e sul comparto territoriale del Regno", n. 46, promulgato da Napoleone Re d'Italia l'8
giugno 1805.
Il 10 settembre 1810 il prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige Agucchi pubblicava le "Istruzioni per le Municipalità
di prima, seconda e terza classe dirette a facilitar loro l'esecuzione delle Leggi e dei Regolamenti governativi e sulla
conformazione regolare dei conti preventivi e consuntivi".
In data 17 settembre 1811 veniva pubblicato il "Codice dei podestà e dei sindaci del Regno", testo unico che
raccoglieva e raccordava tutte le disposizioni precedenti e principale strumento legislativo di riferimento anche per i
comuni del Dipartimento dell'Alto-Adige.
Funzioni, occupazioni e attività
A seconda del numero di abitanti, i comuni furono divisi in tre classi: alla prima appartenevano i comuni con più di
10.000 abitanti, alla seconda quelli con oltre 3000 abitanti, alla terza quelli con meno di 3000.
Le materie e l'ambito di attività delle amministrazioni comunali durante il periodo di sovranità italica si desumono
dall'elenco delle "Istruzioni per le municipalità di prima, seconda e terza classe dirette a facilitare loro l'esecuzione delle
leggi e dei regolamenti governativi e sulla conformazione regolare dei conti preventivi e consuntivi", emesse con
circolare del prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige Agucchi in data 10 settembre 1810. In base a tali norme i
comuni:
- decidevano in merito ad alienazioni e concessione in affitto di beni comunali;
- dovevano prestarsi alla resa di conto preventiva e consuntiva secondo i nuovi metodi;
- esercitavano funzioni di polizia amministrativa;
- attivavano una Guardia nazionale per il mantenimento dell'ordine pubblico;
- tenevano i registri di stato civile (prima affidati alle parrocchie);
- avevano competenza in materia di:
- istruzione pubblica (soprattutto elementare),
- sanità comunale,
- questioni militari (alloggio e vitto delle truppe, coscrizione),
- finanza,
- culto (i parroci erano di nomina comunale),
- istituti di beneficenza pubblica attivi sul proprio territorio,
- acque, strade, ponti e 'ornato' pubblico.
Gli introiti per coprire le spese amministrative derivavano dai beni comunali, da vari tipi di imposta e prestazioni di
servizi, dalle multe incassate.
103
Struttura amministrativa
I compiti degli organi dei comuni si desumono dalla legge organica delle autorità amministrative della Repubblica
italiana del 24 luglio 1802 e dal decreto del Regno italico dell'8 giugno 1805. Il decreto vicereale del 23 agosto 1810
estendeva al Dipartimento dell'Alto Adige le disposizioni vigenti nel Regno italico.
Ogni comune era retto da una municipalità come organo esecutivo e da un consiglio comunale come organo consultivo
e deliberante:
- La municipalità era composta dal podestà e sei savi (comuni di prima classe), dal podestà e quattro savi (comuni di
seconda classe), dal sindaco e due anziani (comuni di terza classe).
- I podestà, di nomina regia e di durata triennale, e i sindaci, di nomina prefettizia e di durata annuale, vigilavano
sull'andamento generale del comune e ne erano i rappresentanti, presentavano i conti consuntivi e preventivi,
sottoponevano ogni questione al consiglio e ne eseguivano le deliberazioni. I podestà dei capoluoghi di cantone avevano
funzioni di rappresentanza e di delega rispetto a tutti i comuni ivi compresi.
- I savi (rinnovati parzialmente anno dopo anno) e gli anziani (rinnovati tutti annualmente) venivano scelti dai consigli
comunali tra coloro che godevano dei redditi maggiori e deliberavano su tutto ciò che veniva posto in discussione dal
podestà/sindaco.
- I Consigli comunali, che ordinariamente si svolgevano con cadenza biennale e alla presenza del prefetto, erano
composti da un numero diverso di consiglieri (40/30/15 secondo le tre classi di appartenenza del comune stesso),
nominati dal re (nei primi due casi) o dal prefetto (nel terzo caso). Il loro rinnovo era rispettivamente quinquennale e
triennale e le cariche, salvo eccezioni, non erano riassumibili se non dopo un biennio. Loro compiti erano:
l'approvazione del bilancio consuntivo e del preventivo (che passava rispettivamente al Ministero dell'Interno o al
prefetto), la nomina dei revisori dei conti e delle cariche in scadenza, l'imposizione di spese e imposte.
Altri uffici amministrativi erano quello di ricevitore comunale (addetto alla riscossione delle imposte), segretario
(preposto alla stesura degli atti pubblici e alla cura dei registri di protocollo), cursore (per i comuni di terza classe); più
altro personale che i comuni di prima e seconda classe avessero ritenuto necessario.
I comuni attivavano inoltre:
- un Ufficio di stato civile (che redigeva e custodiva gli atti di nascita, matrimonio, morte) condotto da un savio nei
comuni di prima e seconda classe, dal sindaco in quelli di terza;
- una Guardia nazionale (per il mantenimento dell'ordine pubblico);
- una Deputazione di sanità (con compiti di vario genere inerenti la salute pubblica) formata dal podestà e dai primi due
savi (comuni di prima e seconda classe), dal sindaco con il primo anziano e il segretario (comuni di terza classe);
- una provvisoria Deputazione per l'ornato pubblico (una sorta di commissione urbanistica).
Contesto generale
Dopo la vittoria dei francesi sulle truppe austriache e la sconfitta degli insorti guidati da Andreas Hofer, nel febbraio
1810 Napoleone separò il Tirolo italiano e la zona di Bolzano dal Tirolo settentrionale per unirli al Regno italico nel
Dipartimento dell'Alto Adige (il Primiero venne invece aggregato al Dipartimento della Piave). Momentaneamente
rimasero in vigore le leggi bavaresi, mentre il territorio veniva sottoposto a una amministrazione provvisoria sotto la
guida del barone Sigismondo Moll. Il Codice Napoleone fu introdotto con il 1 luglio 1810. Il Dipartimento dell'Alto
Adige fu posto in attività a partire dal 1 settembre 1810.
104
Esso era diviso nei distretti di Trento (con 5 cantoni e 33 comuni), Cles (con 4 cantoni e 28 comuni), Bolzano (con 4
cantoni e 24 comuni, poi elevati a 32; il cantone di Cavalese, con Fiemme e Fassa, era compreso qui), Rovereto (con 3
cantoni e 16 comuni), Riva (con 4 cantoni e 20 comuni), per un totale di 20 cantoni e 129 comuni.
Al vertice dell'amministrazione politica ed economica del Dipartimento era il prefetto, diretto responsabile di ogni
attività, coadiuvato da un segretario, da due consiglieri, da un Consiglio di Prefettura e da un Consiglio generale
dipartimentale. Gli uffici maggiori erano tutti di nomina regia.
Al prefetto competeva la sorveglianza su tutti i comuni (in tutte le funzioni amministrative i consigli comunali, i
podestà, i savi, gli anziani e i sindaci dipendevano dalla prefettura o dalla viceprefettura), la polizia superiore, i lavori
pubblici (strade e ponti), gli affari militari e tributari e altre materie. Egli presenziava (o vi delegava qualcuno) ai
consigli comunali dei comuni di prima e seconda classe.
In ogni capoluogo di distretto vi era un viceprefetto, pure di nomina regia, con mansioni prefettizie nell'ambito del
proprio distretto e coadiuvato dal Consiglio distrettuale.
Nei cantoni per le materie amministrative censuarie vi era un cancelliere del censo (sempre di nomina regia) che
custodiva i libri censuari dei comuni e presenziava ai consigli comunali dei comuni di terza classe.
A Trento vennero istituiti un'Intendenza di Finanza e Demanio, un Liceo, gli uffici del Conservatore del registro, del
Conservatore delle ipoteche, del Direttore delle poste. La Congregazione di Carità nei vari comuni assorbì tutte le
istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza fino ad allora esistenti.
Per l'amministrazione giudiziaria, in ogni capoluogo di cantone era attiva una Giudicatura di pace con competenze in
materia civile per cause entro un determinato valore.
La giurisdizione penale e l'appello erano riservate alla Corte di Giustizia civile e criminale di Trento, con competenza in
entrambi gli ambiti per tutto il Dipartimento, a esclusione di Bolzano, dove era in attività un tribunale di prima istanza
proprio. Le cause in appello passavano alla Corte d'Appello di Brescia e successivamente al Tribunale supremo di
Milano.
A Rovereto per il distretto omonimo e per quello di Riva aveva sede un Tribunale di commercio; nei distretti di Trento e
Tione tali mansioni erano svolte dalla Corte di giustizia.
Ritornato il territorio del Dipartimento dell'Alto Adige sotto la sovranità austriaca, il commissario in capo del Tirolo
italiano ed illirico de Roschmann instaurava un'amministrazione provvisoria (1 marzo 1814) mediante i seguenti organi
e uffici: una Reggenza del Paese con sede a Trento, un Ufficio circolare provvisorio a Trento per tutto il Tirolo italiano,
un Capitanato di Circolo, i Vicecapitanati di Circolo al posto delle Viceprefetture nei cinque ex capoluoghi di distretto,
una Deputazione del Paese al posto del Consiglio dipartimentale, una Deputazione cantonale in ogni Cantone.
A Trento aveva sede anche una Direzione di Polizia per tutto il Tirolo italiano; Commissariati venivano istituiti a
Trento, Cles, Bolzano, Rovereto, Riva. La Corte civile e criminale di Trento aveva assunto il ruolo di tribunale di
seconda istanza al posto della Corte di Brescia e il tribunale supremo era passato da Milano a Vienna.
Nel giugno 1814, passato l'intero Tirolo all'Austria, Roschmann trasferì la direzione di tutti gli affari politici relativi al
Tirolo italiano da Trento a Innsbruck. Cessato il periodo di amministrazione provvisoria, vennero erette due stazioni di
polizia a Innsbruck e a Trento.
Alla fine del 1814 ritornava in vita il Governo provinciale e venivano ristabiliti gli Uffici circolari (nella parte italiana
quelli di Trento e Rovereto) come prima dell'occupazione bavarese, con a capo un capitano di Circolo.
Nell'agosto 1814 fu reintrodotto in tutto il Tirolo il codice penale austriaco del 1803 e successivamente vi venne esteso
l'ordinamento giudiziario per la Galizia austriaca del 1796. In seguito entrò in vigore l'Allgemeine Bürgerliche
Gesetzbuch de1 1811.
105
Il Tribunale d'Appello di Innsbruck divenne la corte di giustizia superiore.
Nell'aprile 1815, con la nomina a governatore del Tirolo del conte di Bissingen, cessava il periodo di amministrazione
provvisoria sotto la direzione del Roschmann. Nel novembre 1815 cessò le proprie funzioni la Corte di Giustizia civile e
criminale di Trento e venne istituito un Giudizio civico provinciale. Nel luglio 1816 furono riattivati i Giudizi dinastiali
ma con l'esercizio della sola giurisdizione civile, riservando quella penale al giudizio sovrano più vicino.
Con il 1 maggio 1817 ritornava in vita la distrettualizzazione giudiziaria risalente al 1805, comprendente 50 giudizi
sovrani e 52 patrimoniali e dinastiali. Tra il 1816 e il 1817 furono eretti i Giudizi collegiali di Bolzano, Rovereto,
Feldkirch, che si aggiunsero a quelli di Innsbruck e Trento come giudizi in prima istanza.
106
fondo I
Documentazione dell'archivio del comune di Vezzano, frazione di
Baselga del Bondone, 1811 - 1815
regg. 9
Soggetti produttori
Comune di Vezzano, 1810 settembre 1 - 1817 dicembre 31
Contenuto
Il fondo raccoglie i registri relativi ai nati e ai morti compilati durante il periodo napoleonico.
107
serie 1
Registri dei nati, 1811 - 1815
Contenuto
Lo stato civile.
Il Codice civile napoleonico (meglio noto come "Codice Napoleone") istituiva lo stato civile (al titolo II, capitolo I,
articolo 43). Con Decreto 27 marzo 1806 (meglio noto come "Regolamento") all'art. 13 venne istituito il servizio di
stato civile nei comuni del Regno d'Italia.
Nel Dipartimento dell'Alto Adige le disposizioni di legge in merito vennero applicate a partire dal 1 gennaio 1811. Il
regolamento generale dei registri di stato civile prevedeva la tenuta di registri sui quali venivano trascritti, a cura
dell'ufficiale di stato civile, gli atti relativi ai nati, ai matrimoni e ai morti. Esistevano inoltre dei registri dei divorzi, che
erano permessi dalla legislazione napoleonica.
I registri di stato civile dovevano essere redatti in duplice originale, alla fine di ogni anno dovevano essere chiusi
dall'ufficiale di stato civile che doveva curarsi di conservare un registro presso l'archivio comunale e di depositare l'altro
presso il tribunale di prima istanza.
Con provvedimento del 21 settembre 1815 n. 85 la redazione dei registri di stato civile tornò per legge ad essere svolta
dai parroci, che prima dell'istituzione dell'ufficio di stato civile napoleonico già curavano la redazione dei registri dei
battezzati, dei matrimoni e dei morti, secondo la tradizione postconciliare.
In Trentino i registri di stato civile secondo la legislazione napoleonica furono in vigore per gli anni 1811-1815.
La serie è composta da quattro registri dello stato civile napoleonico relativi ai nati di Baselga. I registri riportano
l'indicazione del numero di protocollo attribuito alla documentazione dell'archivio da don Piffer: questo vincolo
archivistico ha determinato la scelta di conservare tali libri in parrocchia.
I. 1. 1
"Registro dei nati di Baselga del 1811"
1811 maggio 30 - 1811 ottobre 25
Italiano
Registro, legatura in carta, cc. 2
Segnature precedenti: Prot. Fasc. 8 n. 3
I. 1. 2
"Registro dei nati di Baselga"
1812 gennaio 25 - 1812 dicembre 19
Italiano
Registro, legatura in carta, cc. 2
Segnature precedenti: Prot. Fasc. 8 n. 4
I. 1. 3
"Registro dei nati 1813"
108
1813 aprile 4 - 1813 dicembre 19
Italiano
Registro, legatura in carta, cc. 2
Segnature precedenti: Prot. Fasc. 8 n. 5
I. 1. 4
"Registro dei nati 1814"
1814 marzo 15 - 1815 gennaio 16
Alla fine, sciolte: disposizioni governative in merito alla tenuta dei registri anagrafici, 1815; 1824.
Italiano
Registro, legatura in carta, cc. 2
Segnature precedenti: Prot. Fasc. 8 n. 6
109
serie 2
Registri dei morti, 1811 - 1815
Contenuto
Per indicazioni di carattere generale si rimanda all'introduzione della serie precedente.
La serie è composta da cinque registri dello stato civile napoleonico relativi ai morti di Baselga. I registri riportano
l'indicazione del numero di protocollo attribuito alla documentazione dell'archivio da don Piffer: questo vincolo
archivistico ha determinato la scelta di conservare tali libri in parrocchia.
I. 2. 1
"Registro dei morti della frazione di Baselga del 1811"
1811 gennaio 6 - 1811 agosto 1
Italiano
Registro, in carta, c. 1
Segnature precedenti: Prot. Fasc. 9 n. 2
I. 2. 2
"Registro dei morti di Baselga"
1812 febbraio 3 - 1812 dicembre 30
Italiano
Registro, legatura in carta, cc. 4
Segnature precedenti: Prot. Fasc. 9 n. 3
I. 2. 3
"Registro dei morti 1813"
1813 aprile 2 - 1813 ottobre 5
Italiano
Registro, legatura in carta, c. 1
Segnature precedenti: Prot. Fasc. 9 n. 4
I. 2. 4
"Registro dei morti 1814"
1814 marzo 8 - 1815 gennaio 10
Italiano
Registro, legatura in carta, cc. 2
Segnature precedenti: Prot. Fasc. 9 n. 5
I. 2. 5
"Registro dei morti 1815"
1815 gennaio 10(1) - 1815 luglio 4
110
Italiano
Registro, legatura in carta, c. 1
Segnature precedenti: Prot. Fasc. 9 n. 6
Note
(1) La prima registrazione è presente anche sul registro precedente.
111