Pepper e Williamsprenotano l`Oro
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Pepper e Williamsprenotano l`Oro
9 Vela Internazionale 1 - 15 DICEMBRE 2006 Hyères per il Breitling MedCup È stato firmato il 29 novembre l’accordo tra la città francese di Hyères e il circuito Breitling MedCup per la stagione 2007. Nel settembre del prossimo anno la flotta Transpac 52 vi approderà per prendere parte all’ultima regata del circuito. Hyères avrà quindi l’onore di essere la prima cittadina francese ad ospitare, dal 10 al 15 settembre 2007, la finale del prestigioso circuito. Dopo avere dato prova di eccellente organizzazione in numerosi eventi e campionati del mondo per Hyères comincia un nuovo capitolo: con la Breitling MedCup ospiterà infatti i migliori e più titolati skipper e armatori della vela mondiale. N ello sport, come in tanti aspetti della vita, c’è modo e modo di essere dei «novellini». Nella maggior parte dei casi si inizia un’attività cercando di capirne i meccanismi e accumulando gradualmente le esperienze che poi saranno alla base della crescita. In rare occasioni, però, si è protagonisti di un’illuminazione, di un processo di apprendimento talmente rapido e stupefacente da far gridare «al miracolo». Ma di miracoloso nella scalata alla classifica mondiale della categoria Star da parte del kiwi Hamish Pepper, in coppia con il connazionale Carl Williams, c’è veramente poco... in compenso c’è tanto in termini di sacrificio, impegno e capacità d’adattamento. I due neozelandesi, che hanno iniziato a partecipare a competizioni di Star quest’anno, in poco meno di 8 mesi sono saliti dal 148esimo posto (9 febbraio 2006) al 3° (4 ottobre 2006). Ma come detto non si può parlare di miracolo. Pepper, infatti, ha gareggiato nella categoria Laser per più di 13 anni, raccogliendo successi e accumulando quella «conoscenza del mare» che torna utile in tutte le categorie. Bagaglio che gli ha consentito di vincere al primo tentativo il campionato mondiale di categoria e subito dopo quello nordamericano. Quest’ultima competizione, disputata a Miami a fine novembre, è molto importante perché conferma che i due non sono un «fuoco di paglia» ma una realtà della vela mondiale... e, naturalmente, un osso duro per chiunque in prospettiva olimpica. «Abbiamo concluso alla grande un magnifico primo anno nella categoria Star dichiara un orgogliosissimo Pepper alla fine dei nordamericani -. Questo successo è merito della nostra preparazione e della nostra applicazione; siamo venuti ad allenarci qui prima degli altri... una scelta premiante perché abbiamo capito prima di tutti come sfruttare le acque di Miami, completamente diverse da quelle di San Francisco (dove hanno vinto i mondiali ad ottobre ndr.). Siamo partiti forte - spiega il neozelandese entrando nel dettaglio della regata -, ottenendo subito 2 vittorie nella prima giornata che ci hanno permesso di prendere la testa della classifica con 6 punti di vantaggio sulla coppia francese Xavier Rohart e Pascal Rambeau. Pur rendendoci conto di andare molto forte sapevamo che ogni gara è diversa dall’altra e che il vantaggio può sempre essere recuperato. La seconda giornata è stata la più interessante - prosegue -, con venti di 8/12 nodi che ci hanno messo in difficoltà, costringendoci a un 3º e a un 7º posto che ci hanno comunque permesso di rimanere in testa, anche se solo di 1 punto. L’ultimo giorno, con una sola regata in programma, è stato incredibile. Siamo stati bravissimi a gestire venti fortissimi e grandi onde. La brutta prestazione di Rohart e Rambeau - conclude - ci ha facilitato ulteriormente il compito e ha anche aperto la strada ai brasiliani, che hanno chiuso al secondo posto». Gli avversari cominciano ad essere preoccupati dalla costanza di Pepper e Williams, che hanno vinto 4 delle ultime 5 regate (oltre ai nordamericani e ai mondiali, il German district Championships e il Cascais Sailing Week, con unico «neo» il 4º posto agli europei disputati in Germania). Non si può certo parlare di sorpresa: già all’esordio nella flotta degli Star (Rolex Miami Ocr) i 2 kiwi avevano ottenuto un sorprendente 5º posto, seguìto da un ottimo 3º all’Eurolymp di Riva del Garda e da un prestigioso 2º alla Holland Regatta. Tutti gli aspiranti campioni olimpici di Star devono rimettersi subito a lavoro per colmare il gap o a Pechino rischieranno di essere «saltati in padella»... ...come il più tipico dei piatti cinesi. Risultato di una rivisitazione tecnico estetica, il nuovo battello X Pioneer 580 di Arimar presenta nuove linee d’acqua performanti, piano di coperta completamente open e tubolari sfilabili grazie al sistema di aggancio meccanico «X-system» brevettato. Il nuovo tipo di montaggio, privo di incollaggi tra tubolare e carena, permette di gestire facilmente il tubolare, consentendo lo smontaggio e la reinstallazione in tempi molto rapidi. Con una portata di 12 persone, misura 584 cm di lunghezza per 250 di larghezza. Loro Piana vince a HongKong Pier Luigi Loro Piana ha per la prima volta preso parte (avendogli dato anche il proprio nome) alla XXIII Around the Island Race, la regata organizzata dallo storico Royal Hong Kong Yacht Club. Oltre 200 imbarcazioni hanno circumnavigando l’isola di Hong Kong per 26 miglia. Data la passione che lega la sua azienda a questo sport, Pier Luigi Loro Piana, esperto velista e amministratore delegato del Gruppo insieme al fratello Sergio, ha voluto timonare e condurre, insieme al proprio equipaggio italiano, il Free Fire, un 70 piedi ULDB Sled, giungendo 1° in tempo reale. Vincitore assoluto è stato Steve Bourne che ha ricevuto in premio la Loro Piana Cup. Pepper eWilliams prenotano l’Oro I due neozelandesi, freschi campioni mondiali di Star, non sembrano capaci di perdere... e il pensiero già vola alle Olimpiadi di Pechino 2008 È Barker il «Best Kiwi» del Match race NEW ZEALAND CHAMPIONSHIP Emiliano Cipriani Veloci con X Pioneer 580 Si è concluso con la vittoria di Dean Barker il «New Zealand Match Racing Championships», evento Isaf di grado 3. Lo skipper dell’equipaggio di Coppa America Emirates Team New Zealand è riuscito a battere rivali di grande classe, la maggior parte dei quali impegnati come lui nella più antica competizione velica del mondo. Piazza d’onore per Gavin Brady sconfitto in finale per 3-2. Solo un terzo posto per il leader di Bmw Oracle Chris Dickson, uno dei più grandi fuoriclasse della specialità, battuto da Barker 3-2 nel corso di una semifinale spettacolare ed equilibrata fino al termine. Una gara molto interessante e, per i velisti di America’s Cup, un allenamento di grande livello; probabilmente l’ultimo condotto individualmente prima di raggiungere ognuno la propria squadra per perfezionare e ultimare la preparazione invernale...poi, entrati nel 2007, sarà competizione, quella vera. E.C. KING POWER RACEBOARD Lo «slovacco volante» in cima al mondo Patrick Pollak conquista il titolo iridato. Secondo posto per il nostro Giordano Si sono svolti a Pattaya (Tailandia) dal diciotto al venticinque novembre i campionati mondiali 2006 di tavole a vela categoria King Power Raceboard. L’evento, organizzato dall’Eastern Windsurfing Club in collaborazione con l’associazione tailandese di specialità e le autorità locali, è stato vinto da Patrik Pollak. Lo slovacco volante, questo il suo soprannome, si è imposto prepotentemente mettendo in riga tutti gli avversari e trionfando con una regata di anticipo sulla chiusura della manifestazione. Molti gli atleti che si sono contesi il titolo nelle splendide acque davanti la spiaggia di WongAmat: nove le nazioni presenti (tre i continenti) tra le quali anche l’Italia, rappresentata da Riccardo Giordano. E proprio il nostro connazionale è stato protagonista, insieme al cinese «Sam» Wong, di un entusiasmante duello per il secondo posto, vinto grazie a due «colpi di coda» che gli hanno permesso di tagliare il traguardo davanti al rivale diretto nelle ultime due regate. Per il palermitano classe 1970, già rappresentante azzurro alle ultime edizioni delle Olimpiadi, un buon risultato e la conferma che la classe rimane intatta nonostante l’avvicinarsi delle trentasette primavere. Navin Singsart è il migliore tra i padroni di casa: per lui un secondo posto nella divisione «lightweight» e la soddisfazione del primato nella classifica dei giovani. Alla fine per gli organizzatori un bilancio positivo vista la grande partecipazione di atleti e pubblico (più di ottocento persone hanno preso parte alla manifestazione inaugurale) oltre alla spettacolarità delle gare. Da annotare che, contro ogni aspettativa, sulla linea di partenza non si è presentata nessuna «tavola ibrida» ma si è registrata la presenza equilibrata di tavole lunghe «classiche» (F2, Fanatic Mega Cat, Mistral Pan Am e Mistral One Design) e di “nuova generazione” (Exocet Kona e Starboard Phantom Race). Em.Cip. ARC: l’avventura vince sulla competizione C ome ogni anno, terminata la stagione delle regate nel Mediterraneo e nel nord Europa, centinaia di barche si preparano a intraprendere la lunga traversata oceanica che li porterà fino ai Carabi: l’Atlantic Rally for Cruisers (ARC). «Affrontare» l’oceano è il sogno nel cassetto di ogni velista. Crociere, regate, navigazioni notturne sono esperienze che fanno parte del bagaglio di molti che vanno per mare, ma la traversata dell’Atlantico è un’altra cosa. È un progetto che va meditato, valutando bene le proprie capacità, misurando le proprie reazioni in situazioni difficili e soprattutto avendo chiaro come questo obiettivo lo si vuole raggiungere. Per 20 anni, la regata transoceanica più lunga del mondo, ha riunito presso Las Palmas de Gran Canaria ogni novembre dell’anno, imbarcazioni provenienti da tutto il mondo per partecipare alla magica esperienza d’attraversare l’Oceano Atlantico. Le imbarcazioni, che hanno iniziato a riunirsi a Las Palmas de Gran Canaria il 13 novembre, hanno goduto di un programma ricco di eventi e di attività fino al 26 novembre, data in cui hanno lasciato l’isola per iniziare l’avventura oceanica. L’evento internazionale, ideato nel 1986 dal giornalista e navigatore Jimmy Cornell, è organizzato dal World Cruising Club in associazione con la rivista inglese Yachting World. Il Più di 200 equipaggi di ogni nazionalità sono partiti da Las Palmas per l’Atlantic Rally for Cruisers suo percorso si sviluppa lungo la rotta degli Alisei, quindi la flotta, dopo una prima discesa verso Sud Ovest, al largo dell’Arcipelago di Capo Verde metterà la prua verso Ovest e in una ventina di giorni raggiungerà il Rodney Bay Marina dell’isola di Santa Lucia. La regata ARC è diventata una festa a carattere internazionale, che conta ogni anno la partecipazione di equipaggi di moltissimi paesi. L’evento, ormai uno dei più conosciuti tra coloro che attraversano l’Atlantico, ha attratto durante le precedenti 20 edizioni varie generazioni di navigatori, dai più intrepidi veterani a quelli semplicemente intenzionati a vivere un’avventura. In ogni caso tutti hanno lo stesso obiettivo: conquistare l’Atlantico in un periodo di tempo medio compreso fra i 18 e i 21 giorni, a seconda del tipo di barca. E non finisce qui, infatti l’ARC riunisceanchenumeroseimbarcazioni che partecipano a una gara a parte, la División Regata, dedicata a coloro che hanno bisogno della motivazione della competizione.