In Cisgiordania a difesa dei deboli

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In Cisgiordania a difesa dei deboli
IL MONFERRATO
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Incarico bis lombardo per la Sovrintendente “madrina” del Museo casalese e del restauro di Crea
Convegno al Balbo dal 6 all’8 settembre
La Spantigati “conquista” anche Brera
Migrazioni e cultura
a A Carla Enrica Spantigati, attuale sovrintendente per il Patrimonio storico, artistico
ed etnoantropologico del Piemonte, il ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli ha
affidato l’incarico ad interim per la sovrintendenza delle province di Milano, Bergamo,
Como, Pavia, Sondrio, Lecco, Lodi e Varese.
La nomina comprende anche Brera con l’annoso problema di rilanciare il famoso museo
a livello internazionale. Il doppio incarico è
programmato per tutto il 2007.
Carlenrica Spantigati, alessandrina, ha curato tra gli altri, gli interventi al Museo e alla
gipsoteca Bistolfi di Casale di cui è un po’ la
madrina “senza dimenticare il grosso lavoro
di Germana Mazza”, ci dice subito dalla località del Lago Maggiore dove sta trascorrendo un periodo di “ferie lavorative”.
“Sono soddisfatta e onorata della nomina afferma - Aggiungo che da tempo conosco
il tessuto culturale del Milanese e non mi
a Tutto pronto per la nona edizione del Convegno-corso di Aggiornamento di Geografia,
in programma nell’Aula Magna dell’Istituto
“Cesare Balbo” dal 6 all’8 settembre su “Migrazioni. Scontro o intercultura?” “I fatti che
la cronaca nazionale ed internazionale ci racconta in questi giorni rendono ancora di maggiore attualità il tema centrale degli argomenti
che si svilupperanno durante il convegno- sottolinea l’assessore alla Pubblica istruzione Fabio Lavagno - Non mancheranno inoltre riferimenti anche agli aspetti di multiculturalità,
presenti in maniera sempre più frequente anche nelle scuole casalesi, con il racconto delle esperienze maturate ed il lancio di proposte
che vadano nella direzione di un’effettiva integrazione nel tessuto sociale. La positiva attività svolta nelle scuole della nostra città da parte di dirigenti, personale, collaboratori a vario
titolo, ma soprattutto da parte degli insegnanti sarà presentata durante il convegno, in uno
manca la voglia di confrontarmi con le sue
realtà compresi i grandi progetti come quelli di Brera e il suo ampliamento... Penso che
ci saranno anche progetti comuni tra le due
regioni”. E Casale? “Rimane il mio primo
amore certo con qualche rimpianto. E’ nelle
buone mani della dottoressa Guerrini”. E il
Santuario di Crea? “Si, anche al Sacro Monte si sta facendo un buon lavoro, ogni tanto
cerco di andarci”. Ricordiamo assieme i primi, decisivi, sopralluoghi al Paradiso e alle cappelle che crollavano, con padre Antonio, allora la Spantigati, semplice ispettrice,
era affiancata da un altra funzionaria, la dottoressa Liliana Pittarello; oggi la Pittarello è
direttore generale regionale dei beni culturali e paesaggistici della Liguria... Quanta (meritata) strada...
Luigi Angelino
Cultura
&spettacoli
A LTAV I L L A
FOTO: la Spantigati e Umberto Eco all’inaugurazione del Museo Civico di Casale (1995).
spazio che si annuncia questa volta più ampio
delle passate edizioni.”
L’appuntamento con il convegno casalese che
si rinnova ad ogni biennio punta, come ormai
abitudine radicata, su un percorso di indagine interdisciplinare, con un approccio di tipo
problematico alla geografia, in grado di favorire nuove conoscenze e nuovi saperi. Il tema è
“Migrazioni: scontro di civiltà o intercultura?
Prospettive per la società, la ricerca, la didattica: il contributo della geografia”.
“Il fenomeno della migrazione coinvolge ormai
in modo globale tutto l’occidente ed ha risvegliato nelle coscienze europee problematiche,
per non dire paure, vecchie e nuove - dichiara
il prof. Evasio Soraci, Presidente del Comitato
organizzatore - per trovare strumenti di intervento e soluzioni possibili è fondamentale porsi il problema in senso positivo, stimolando un
confronto aperto e rispettoso delle altre culture
in un’ottica di dialogo e confronto”.
L’Avaro di Goldoni per il “Teatro in Distilleria”
La quinta edizione del Teatro in Distilleria si
terrà dal 8 al 10 settembre con la prima assoluta de L’Avaro ovvero La Dolce Musica del Nobil Danaro, di Carlo Goldoni, in collaborazione con la Compagnia Torino Spettacoli con le
musiche di Bruno Coli e la regia di Enrico Fasella, debutterà venerdì 8 settembre alle 21,30,
con repliche sabato 9 settembre (ore 21,30) e domenica 10 settembre (ore 16,30). Un vero e proprio musical barocco, un carnevale veneziano
fuori stagione. Affascinante e curiosa location
la Mazzetti d’Altavilla in viale Unità d’Italia
2. In concomitanza con l’evento verrà inoltre
inaugurata e riaperta al pubblico, dopo un sapiente restauro in collaborazione con la Soprintendenza, la Cappella Votiva: un gioiello architettonico risalente al 1808, situata nel giardino
della Mazzetti.
L’ingresso al teatro è gratuito con obbligo di prenotazione (t. 0142/926147).
Il diario di una volontaria monferrina da due mesi e mezzo al lavoro con i pacifisti di «Operazione Colomba»
In Cisgiordania a difesa dei deboli
«Non violenza» come deterrente a un clima di guerra - La paura dei bambini
a (l. angelino) - Una giovane volontaria monferrina di cui per
ragioni di opportunità se non di sicurezza indichiamo solo le
iniziali (a.l.) sta partecipando in Cisgiordania alla “Operazione
Colomba”, questa sigla è nata nel maggio del 1992 con la guerra
jugoslava, dal desiderio di alcuni giovani e obiettori di coscienza della Comunità Papa Giovanni XXIII di provare a vivere la
non violenza in zona di guerra e di condividere la vita di chi è
costretto a subire la violenza dei conflitti.
Attualmente “Colomba” collabora con alcune associazione pacifiste israeliane e in villaggi palestinesi in Cisgiordania: ad
Aboud, paese a nord di Ramallah, dove si legge in un comunicato “svolge un’azione di monitoraggio e denuncia soprattutto
rispetto alla costruzione del muro di separazione che anche in
quell’area sta avanzando a dispetto delle proprietà degli abitanti della zona; ad At-Tuwani, a sud di Hebron, villaggio vicino ad alcuni insediamenti ebraici da dove, solo pochi mesi fa,
mentre i volontari dell’Operazione Colomba accompagnavano
alcuni bambini palestinesi a scuola, sono usciti estremisti incappucciati che hanno violentemente picchiato i ragazzi” e
ancora “ad At-Tuwani, accompagniamo i pastori minacciati a
pascolare le proprie greggi nei campi della zona, con la consapevolezza che anche una presenza internazionale non violenta
è motivo di deterrenza ad ulteriori violenze”.
Durante la recente guerra i volontari dell’Operazione Colomba
si sono recati anche ad Haifa, nel nord di Israele, per portare
sostegno e solidarietà alla popolazione civile israeliana e condividere la sofferenza e la paura di chi viveva sotto la minaccia
dei razzi Katiuscia, e ne attendeva la fine pregando, tremando,
con la paura nel volto. Ad Haifa i volontari sono anche andati a trovare il capitano elicotterista Roberto Punzo, italiano osservatore dell’Onu (missione Untso), gravemente ferito nel corso del conflitto nel Libano meridionale.
La volontaria monferrina, su richiesta della stessa organizzazione per cui opera, ha mandato agli amici e poi ad alcuni giornali
un suo lungo diario (“il mio scopo è tener viva la speranza” ci
dice quando riusciamo a contattarla per telefono e ci promette
una intervista al ritorno, tra una quindicina di giorno allo scadere del terzo mese di durissimo impegno, al suo piccolo paese
collinare). Del diario pubblichiamo alcuni passi.
Da Gerusalemme a Tuwani, un villaggio a sud di Hebron.
«Qui non nego che il primo impatto sia stato duro.... Sulla
porta d’ingresso della nostra casa leggo la citazione dantesca “Lasciate ogni speranza voi che entrate”. Immaginate
di ritrovarvi in quella che in Italia poteva essere la vita nelle campagne cinquanta anni fa..... La casa in cemento e pietre è costituita da una piccola cucina, dividiamo una stanza
di 25 mq in 4 o 5 persone, c’è un bagno senza la porta, ma
con una tenda a difendere un po’ di privacy, un altro bagno
all’ esterno. Non c’è frigorifero, telefono fisso o internet, un
impianto idrico. Il clima è caldo torrido durante il giorno e
freddo di notte e per lavarsi usiamo l’acqua presa dal pozzo
che in questo momento è quasi in secca. L’elettricità arriva
per qualche ora alla sera, grazie al generatore e giusto il tempo necessario per cucinare, ricaricare i cellulari, il computer,
la telecamera e le pile che servono per le macchine fotografiche. Tutto può essere riparato, riusato, riciclato...
Anche la lingua è un problema non da poco... Vi basti pensare che uno di questi giorni, parlando con un giovane, ho
fatto confusione tra arabo e inglese e nel tentativo di dire
che la valle di Abud è molto bella, mi è uscita una frase tipo
“il muro (quello di separazione alzato dagli israeliani, ndr.)
è bello”. Vi lascio immaginare il mio imbarazzo quando ho
capito cosa effettivamente ho detto.
IL CALORE DELLA GENTE - «Quello che mi ha aiutato tantissimo è stato il calore della gente di Tuwani. Non avevo
mai sperimentato un accoglienza così grande. Le persone del
villaggio, che vivono per lo più di pastorizia, non lesinano a
parlarti, accoglierti in casa e anche se non parli arabo, fanno
di tutto per farsi capire e amano condividere la quotidianità, il loro cibo, il the (Tchai Bi-nana), i momenti di difficoltà
e di svago con i bambini....».
Sottolinea anche in altre occasioni l’ospitalità della povera
gente poi descrive una giornata tipo: «Ci si occupa della casa, si gioca con i bambini, si legge, si lavora al computer e si
studia. Capitano poi le chiamate d’emergenza in cui bisogna
uscire in fretta con telefoni, macchine fotografiche e telecamere per riprendere eventuali atti di violenza di coloni del
vicino insediamento di Avat Maon o dei soldati o per monitorare la ripresa dei lavori del muro. Visitiamo spesso le famiglie ed è quasi inevitabile che camminando per le strade
sterrate del villaggio ci invitino a bere il Tchai......
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Scorta anti aggressione ai bambini palestinesi da Tuba a At Tuwani
Durante la mia permanenza, l’unico momento di tensione si
è verificato domenica, per un aggressione avvenuta nella città di Susyia.... Alcuni di noi sono andati a Susyia per proteggere la gente . La nostra presenza riduce il livello della violenza perchè siamo testimoni neutrali verso il conflitto ma
non verso le ingiustizie».
Poi ad Abud a nord di Ramallah. «Abud è un altro mondo
rispetto a Tuwani. Mentre sono qui, mi manca il calore delle persone di là, perchè qui sento già una distanza tra noi e i
palestinesi e l’ospitalità ha il sapore di quella del buon vicinato... Sento che la nostra presenza è apprezzata, ma con la
consapevolezza che inciderà poco sulla loro vita.
Ho visitato il Palestinian Medical Relief, la scuola, alcune
chiese e quella di Santa Barbara. Un altra cosa che ho capito
è che il muro in fondo può essere tante cose e non solo una
parete di cemento..... Può essere una strada asfaltata riservata solo alle vetture con targa israeliana come quella vista
oggi mentre andavamo alla manifestazione a Bil’in, ma può
essere anche la separazione per religione e cultura degli studenti nelle scuole e nelle università, delle case nei quartieri. Può essere un nastro arancione che i giovani estremisti
israeliani portano sugli zaini ad indicare che vorrebbero insediamenti più grandi o le bandiere israeliane o palestinesi poste sui terrazzi delle case. Ad Abud noi abbiamo posta
fuori casa una bella bandiera della pace e spero che prima o
poi passi il messaggio del perchè siamo qui.
MANIFESTAZIONI - Abbiamo preso parte alla manifestazione di Bil’in. Qui c’è stato il primo incontro con la dura
reazione della polizia israeliana verso una manifestazione di
pacifisti (Non violenti israeliani,palestinesi,internazionali)..
.. E’ stata la prima occasione qui in Palestina in cui ho avuto un poco di paura, perche non avevo il controllo di quello
che succedeva intorno a me». La volontaria aveva partecipato in precedenza a un’altra manifestazione pacifista a Tuwani svoltasi senza incidenti.
LA REGATA - «Da Yatta a Tuwani ho fatto il viaggio con Hafez, uno degli abitanti di Tuwani. Mio papa sarebbe contento
di sapere che qui la Fiat Regata, che e la macchina che uso
in Italia e che va benissimo nonostante i vent’anni di usura,
pullula per le strade polverose e sterrate della Palestina. Se
penso che e da un poco che lui vorrebbe cambiarla, sorrido
al fatto che qui e uno dei modelli più diffusi e più eleganti.
Qui pero si vedono girare per le strade anche macchine che
da noi sarebbero state rottamate già da anni.
CONFUSA- «Ammetto di essere in questi giorni un po’ confusa.... piu leggo, mi documento e guardo e meno capisco la
logica di quello che sta succedendo in questo pezzo di terra. Percepisco il mondo contromano... Non so se sono in gra-
do di rendere l’idea, ma gli atteggiamenti reciproci di palestinesi e israeliani mi sembrano così assurdi da non trovare
una logica. Quando osservo che Israele, rompendo la continuità territoriale della Palestina, cerca di negarne l’evidente
esistenza, dall’altra parte noto che anche i Palestinesi disegnano la Palestina senza considerare la presenza dello Stato
di Israele come ha fatto M. sul mio quaderno degli appunti.
In questa settimana abbiamo continuato nella nostra attività di accompagnare i pastori al pascolo e per tre volte abbiamo avuto la visita della polizia. Direi che dopo tutti questi
controlli possiamo stare tranquilli perchè siamo sicuri che i
passaporti sono in regola....
A Tuwani ci sono molte zanzare (‘essez’ in arabo) e qualche
pulce che ogni tanto ci tiene compagnia la notte. Durante il
giorno poi molte mosche (‘debbeni’) si uniscono al gruppo.
Quando alla sera spengono il generatore, la nostra casetta assomiglia alla Capanna di Betlemme sotto un cielo pieno di stelle....
LA TAZZA DEL GATTO - «Una delle difficoltà che ancora
sento qui a Tuwani e il doversi adattare a standard igienici
molto inferiori a quelli a cui sono abituata. Se ripenso alla
lezione di igiene che ho tenuto a Rimini agli altri volontari, mi rendo conto che alcune dritte che ho dato erano assolutamente anacronistiche. Oggi, per esempio, dopo aver accompagnato i pastori al pozzo, una famiglia di Mufakara ci
ha invitato a fare colazione da loro. Nella grotta vivono in 8
bambini, due genitori, molte mosche e due gatti. Ho avuto
molta difficoltà a bere il thè dal mio bicchiere, dopo che che
ci aveva bevuto il gatto, eppure qui l’ospitalità e sacra e non
ci si può tirare troppo indietro per non offendere.
L’unico effetto collaterale visibile è la poco ‘elegante’ l’abbronzatura da muratore che mi sta venendo, perchè qui le
donne hanno sempre le braccia coperte fino al gomito e le
gambe fino alle caviglie... quindi sono “double-face” con
quasi tutto il corpo bianco latte (palmi delle mani inclusi)
e invece il collo, la faccia e le mani abbronzatissimi se non
bruciacchiati....
PIZZA ALL’AGLIO - «Stasera ad Abud Murad, un amico
palestinese ci ha invitato a mangiare la pizza fatta da lui ed
e’ stata una scoperta... Era veramente buona. Anche se lui e’
convinto che il segreto per preparare una buona pizza stia
nell’aggiungere aglio all’impasto... ma l’aglio fa bene e la pizza meritava davvero.
Dopo abbiamo fatto visita ad H., il coordinatore del comitato contro il muro qui ad Abud, ha una famiglia enorme. Qui
si sposano tra cugini e quindi e’ un Paese di parenti(fermo
restando la separazione tra musulmani e cristiani divisi per
quartieri)... chi si ricorda chi e’ cugino o zio di chi...
GUERRA - «E’ difficile rendersi conto che a 20 km da qui
Nazareth e’ stata colpita dai Katiuscia degli Hezbollah. Israele e’ in guerra e la Cisgiordania è stata chiusa ai palestinesi verso Israele, io personalmente ancora non mi capacito di
come oggi si possa iniziare una guerra così.... Stasera su internet ho letto che gli americani hanno fornito “armi speciali” al governo Israeliano. Sul Monte degli ulivi c’e’ una targa,
sul belvedere, su cui e’ riportato il brano del vangelo, detto
da Gesu’, il cui concetto e’ questo:
‘Gerusalemme/ ti ho portato un messaggio di pace/ e tu non
l’hai raccolto.../ ...sarai sempre in guerra...’
In questo momento sto cercando di credere con tutte le mie
forze che non e’ vero che la pace è possibile.
Sono di nuovo di corsa perchè oggi da Abud torno ad At
Tuwani.. Qui sono i viaggi sui bus palestinesi che ‘stroncano’ perche’ fa caldo e per fare pochi Km (100) si impiegano
ore.... Io dovrei riuscire ad arrivare in quattro ore, ma viaggiando da sola, parto presto perchè se ci sono check point
sulla strada rischio di restare in zone a ‘rischio’ tipo Hebron
in ore non prudenti.
Io sono contraria a ogni forma di integralismo che non sia
quello della pace e Hamas purtroppo è uno dei problemi della Palestina non ne e’ certo la soluzione...
Per fortuna i palestinesi che conosco di At Tuwani in quanto pastori, sono gente sveglia e lo sanno che molti ebrei anche qui in Israele non vogliono e sono contrari ai sopprusi
dei coloni. Noi qui lavoriamo spesso con TA’IHUS che e’ un
associazione di pacifisti israeliani il cui ‘capo’ e’ un ebreo di
Gerusalemme. Loro nelle manifestazioni sono presi di mira
quasi più dei palestinesi...... perchè vengono visti come traditori di Israele. Mi piacciano... Ez. e’ molto gentile e quando sono ad At Tuwani, viene spesso a cercarci.
L’AIUTO DEGLI ISRAELIANI AI PALESTINESI - «Sono
molti gli israeliani che in qualche modo aiutano il popolo
palestinese: avvocati che portano avanti gratis le cause di
violazione dei diritti umani, gente che aiuta a ricostruire le
case che lo Stato di Israele ha buttato giu’ per ‘motivi di sicurezza’. Io non identifico lo stato di Israele con il popolo
ebraico.... ma temo che molti lo facciano.
Io spero di riuscire ad essere coerente con le cose in cui
credo...”NO HAY CAMINO PARA LA PAX, LA PAX ES EL
CAMINO”...e’ scritto sul muro della nostra Capanna di At
Tuwani. Ormai mancano circa 15 giorni al rientro, in questi
due mesi e mezzo sono successe tante cose e il tempo che
all’inizio non sembrava passare mai, dopo il primo mese e
volato. Sono diventata l’esperta del gruppo proprio io che
come dice M., preferisco stare dietro le quinte.
LA MANO DEL SOLDATO E QUELLA DEL BAMBINO - «Ad
At Tuwani durante la settimana siamo stati impegnati nello
School Patrol cioe nell’accompagnare i bambini di Tuba (palestinesi, ndr), circa una ventina, al Summer Camp. La strada
per raggiungere la scuola di Tuwani da Tuba passa vicino all’insediamento di Maon e i coloni più volte hanno aggredito
i bambini. Sembra incredibile ma purtroppo e proprio così...
Israele ha assegnato una scorta ai bambini, che pero sovente
arriva in ritardo o non arriva affatto. Il rischio che si cerca di
prevenire è che la scorta, dopo il clamore dei media sulle aggressioni, venga sospesa. La nostra presenza serve oltre che
a documentare e proteggere i bambini dai coloni, a controllare la regolarità e la continuità della scorta. Il mio inglese
non e migliorato molto nella pronuncia ma diverse volte mi
e capitato di chiamare l’ufficio dell’esercito, perchè la scorta non si presentava e ci siamo capiti, e una volta con mio
sommo stupore si sono anche scusati per il ritardo.
La maggior parte dei soldati non sembrano gradire l’espletamento di questo tipo di servizio. Arrivano sull’Hammer che
segue i bambini che sono a piedi e nessuno di loro scende.
Anche con noi i rapporti sono di diffidenza... Alcuni di loro,
se si spingono in una parvenza di conversazione, ci chiedono come mai venendo da paesi ricchi, ci adattiamo a vivere
senza acqua ed elettricità.
Per questo l’altro giorno sono rimasta senza parole vedendo
arrivare la scorta con due soldati a piedi che camminavano
a fianco dei bambini e uno di loro con la mano stretta a quella di Mohammed. Il momento straordinario ha richiesto una
foto discreta. Le foto, più di tante parole, danno la misura
del pericolo reale in cui questa gente vive e lasciano immaginare la paura di questi bambini che neanche a scuola possono andare tranquilli.
La paura e’ uno dei muri invisibili piu’ grande.... Spero che
almeno su questo si possa fare qualcosa.
Sabahalker-Buongiorno.... Tutto il giorno...».
CASTELLI APERTI
Domenica
un tour
da Razzano
a Santa
Croce
a Continuano le domeniche di Castelli Aperti, rassegna che propone le visite
nelle più belle dimore storiche del Basso Piemonte.
Il comunicato stampa ufficiale della rassegna per il
27 agosto propone un tour
nel Monferrato Casalese che
comprende le visite alla Tenuta del Castello di Razzano
ad Alfiano (nella foto) e Santa Croce a Casale.
Il Castello di Razzano è
un’antica dimora ricca di
emozioni del passato: risale
al 1697 e conobbe momenti
di prestigio con la famiglia
Caligaris per oltre 200 anni.
Il castello è oggi una tenuta
agricola di grande bellezza
paesaggistica, che consente
una visione prospettica sulle
colline circostanti; degustazioni in ambienti raffinati.
L’ex convento di Santa Croce
di Casale è oggi sede del Museo Civico. Nell’antica struttura agostiniana di grande
interesse è il ciclo di affreschi, con le Storie di San Nicola di Tolentino, eseguito
da Guglielmo Caccia all’inizio del Seicento. Nelle ventiquattro sale sono ordinate
oltre quattrocento opere suddivise nei settori Pinacoteca
e Gipsoteca Bistolfi.
E’ stata aggregata la Sala Archeologica, allestita con i
reperti risalenti all’età del
Bronzo Finale (X sec.a.C.)
rinvenuti nelle vicinanze
di Casale e successivamente depositati dalla Soprintendenza Archeologica del
Piemonte.
Questi i castelli aperti il 27
in Provincia: Acqui: Castello
dei Paleologi (15.30-18.30);
Alfiano Natta: Castello di
Razzano (9,30-11,30; 15,0018,30); Casale: S. Croce
(10.30-13.00 e 15.00-18.30,
la domenica visita guidata ore 16.00); Conzano: Villa Vidua (15.00-18.00); Gavi: Forte (9.30-17.30 con visite ogni ora): Pozzolo Formigaro: Castello Comunale
(15.00-18.30), Trisobbio: Castello (10.00 - 14.00 e 16.30
- 20.00); Vignale: Pal. Callori
(10,00-12,00; 15,00-19,00)
24-08-2006 16:00:24