Cap. 2. L`UOMO TRA SALUTE E MALATTIA Introduzione 1. La salute
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Cap. 2. L`UOMO TRA SALUTE E MALATTIA Introduzione 1. La salute
Cap. 2. L’UOMO TRA SALUTE E MALATTIA SCHEMA DEL CAPITOLO Introduzione 1. La salute 2. La malattia 3. Il concetto di salute nel corso dei secoli 4. Dalla cura della malattia alla cura della salute Conclusione Introduzione “La vita e la salute fisica sono beni preziosi donati da Dio”1. Dunque, la salute è un aspetto della vita, quindi un dono di Dio e un valore da curare e da difendere. Ma attenzione: il “bene salute” non è assoluto ma relativo, o meglio va contestualizzato nel progetto globale dell’esistenza: “Se la morale richiama al rispetto della vita corporea, non ne fa tuttavia un valore assoluto. Essa si oppone ad una concezione neopagana che tende a promuovere il culto del corpo, a sacrificare tutto, a adorare la perfezione fisica ed il successo sportivo2”. La salute è sempre circondata da limiti con i quali è indispensabile convivere e questi sono la fragilità, la sofferenza e il dolore. Ma il venir meno della salute e il moltiplicarsi delle fragilità non toglie la sacralità e la dignità alla vita umana. 1. La salute Come introduzione all’esame di questo vocabolo è opportuno sottolineare che la salute non riguarda unicamente l’aspetto fisico della persona ma “l’unitotalità dell’uomo”, e per salvaguardarla è indispensabile porre l’attenzione anche agli aspetti biologici, psicologici, sociali e spirituali della persona, affiancando ed intersecando il concetto di salute con quello di salvezza (che esamineremo nei prossimi capitoli). Per il cristianesimo salute e salvezza sono strettamente collegati, si intersecano, hanno le stesse coordinate. Non a caso i due vocaboli possiedono una radice comune: “salus”, che significa totalità, pienezza e realizzazione. Inoltre, nei primi secoli della storia, salute e malattia erano considerate situazioni trascendenti, cioè soggette alla benevolenza o malevolenza delle divinità. Il concetto di salute è dinamico e si è trasformato nelle varie epoche in base ad elaborazioni storico-culturali. Negli ultimi decenni, la nozione di salute, ha assunto accezioni più ampie che in passato, assumendo nuove connotazioni, trasformandosi da un semplice stato di assenza di malattie ad una concezione che mostra lo stretto rapporto con gli ideali di benessere, gli stili di vita e lo sviluppo personale e sociale. Così definisce la “salute” l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): “La salute 1 2 CATECHISMO CHIESA CATTOLICA, n. 2288. CATECHISMO CHIESA CATTOLICA, n. 2289. 14 è un completo benessere fisico, mentale e sociale, e non la mera assenza di malattia”. Ma questa definizione, che abbiamo già definito utopistica nei termini “completo benessere” va integrata con la visione dell’uomo e della sua salute di tipo “personalistico”, “comunitario” e “sociale”. Ci sono di aiuto una Nota pastorale della Consulta Nazionale CEI per la Pastorale della Sanità e il Catechismo della Chiesa Cattolica. La Nota “La pastorale della salute nella Chiesa italiana”, afferma che la salute: “Non si rapporta unicamente a fattori fisici ed organici, ma coinvolge le dimensioni psichiche e spirituali della persona, estendendosi all’ambiente fisico, affettivo, sociale e morale in cui la persona vive ed opera”3. Di conseguenza: “Un rapporto profondo è avvertito tra salute, qualità della vita e benessere dell’uomo”4. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, pur non offrendo una definizione della salute, più volte sottolinea come questa sia strettamente collegata ad altre dimensioni della vita umana e quindi assume innanzitutto una connotazione antropologica, aspetto rilevante per ogni progetto societario e sanitario. Inoltre, la salute, si interseca con l’origine della vita umana5, la sua natura6, la sua finalità7 e di conseguenza con l’itinerario relazionale ed etico che ogni esistenza dovrebbe percorrere8. Quindi, il “progetto salute”, è invitato a considerare queste caratteristiche dell’uomo anche nel contesto sanitario. Quello affermato fin qui mostra che nella società contemporanea il concetto di salute ha mutato le sue caratteristiche e le sue finalità, passando dalla concezione che curava prevalentemente la malattia ad un sistema che pone al centro la salute e di conseguenza la prevenzione, coinvolgendo nel processo l’intera società. La salute “allargata” che potremmo anche denominare “ben-essere”, riguarda l’aspetto individuale e societario della persona essendoci un rapporto vitale tra salute, autorealizzazione e pienezza dell’esistenza. Di conseguenza, la tematica, deve essere esaminata nel contesto della visione olistica della persona, dato che ogni evento riguardante la nostra vita o la società può trasformarsi in pericolo per la nostra salute: dalla minaccia di una malattia alla perdita del lavoro, da una delusione sentimentale alla morte di una persona cara. Il bioeticista P. Cattorini aggiunge un ulteriore elemento alla discussione: la libertà, definendo la salute: “benessere o equilibrio psico-fisico, che rende possibile una positiva qualità del vivere ed un agile esercizio della libertà”9. Di fronte ad una “libertà ferita” come quella dell’uomo e condizionata da molteplici fattori è opportuno precisare che dobbiamo concepire la libertà come responsabilità nei confronti di se stessi10 e verso gli altri11. Il concetto di salute, liberato dal dominio egemonico della medicina ed aperto ad 3 CONSULTA NAZIONALE CEI PER LA PASTORALE DELLA SANITA’, La pastorale della salute nella Chiesa italiana, 1989, n. 6. 4 5 La pastorale della salute nella Chiesa italiana, op. cit., n. 6. “Dio creò l’uomo a sua immagine…” (355); di conseguenza “Essendo ad immagine di Dio, l’individuo umano ha la dignità di persona, non è soltanto qualcosa, ma qualcuno” (357). “La persona umana è un insieme corporeo e spirituale” (366). 6 “Dio ha creato tutto per l’uomo, ma l’uomo è stato creato per servire e amare Dio e per offrirgli tutta la creazione” (358). 7 L’uomo è chiamato “per grazia ad una alleanza con il suo Creatore” (357). 8 “Nessuno basta a se stesso ma si completa vicendevolmente nell’incontro con gli altri uomini” (340). 9 Beneficialità, alleanza, fiducia: oltre il paternalismo, in P. CATTORINI – R. MORDACCI -a cura di-, Modelli di medicina. Crisi e attualità dell’idea di professione, Vita e Pensiero 1992, pag. 82. 10 “La libertà”, afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica, è la “capacità di conoscersi e di possedersi” (357). 11 La libertà, aggiunge inoltre il Catechismo della Chiesa Cattolica, è “liberamente donarsi ed entrare in comunione con le altre persone” (357). 15 altri saperi, rivela che questa è un “progetto complesso” che l’uomo deve assumere come un compito da realizzare e concretizzare responsabilmente. La salute, nella sua globalità, non è unicamente un sentirsi, ma soprattutto un esserci; un essere nel mondo con gli altri per svolgere attivamente le spettanze della propria vocazione. Questa visione umanistica della salute, paradossalmente diverge in parte dal pensiero dominante e più diffuso nelle società post-industriali che puntando primariamente “sull’apparire”, identificando la salute con la forma fisica favorevole e con l’ invidiabilità del corpo, che per alcuni è idolo e contemporaneamente ostacolo. Nelle strade, cartelloni pubblicitari promettono benessere, nelle farmacie molteplici prodotti assicurano la giovinezza e le città sono invase da palestre, centri massaggio e beauty center. Ma quando il corpo invecchia e si imbruttisce, gli uomini e le donne privi di certezze, cultura e capacità critica, si abbandonano alla ribellione e alla disperazione. . La salute del corpo è un dono importante come ricorda il libro del Siracide: “Non c’è ricchezza migliore della salute del corpo” (30,16a), ma non può porsi come finalità primaria ed esclusiva dell’esistenza. Immediatamente, l’antico autore, aggiunge: “E non c’è contentezza al di sopra della gioia del cuore” (Sir. 30,16b). Questo concetto è ripreso anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica: “La salute fisica è un bene prezioso e dobbiamo averne cura ragionevolmente” (2288), ma con lo stesso distinguo sottolineato dal Siracide: “non è un valore assoluto, quindi va respinto un culto idolatrino del corpo” (2288), oppure la ricerca ossessiva di questa. Dunque, la salute del corpo, nel cammino esistenziale, va salvaguardata e curata nell’ottica dell’unitotalità. Per concretizzare, almeno parzialmente, questa ampia visione, non possiamo trascurare percorsi educativi e formativi dato che le colonne portanti della salute, accanto al progresso della medicina sono lo stile di vita e i valori, dunque anche il coinvolgimento morale ed etico. Ricorda S. Pintor: “Un educazione sanitaria ispirata e motivata dai valori etici più facilmente potrà trovare in un azione preventiva un mezzo efficace per conseguire i propri obiettivi”12. Educare a che cosa? Il filosofo A. Rosmini risponderebbe “L’educare ha lo scopo di rendere l’uomo autore del proprio bene”13. Ci sembra che questa affermazione è particolarmente appropriata come indicazione per vivere l’ esistenza come dono e mistero e per mettere in atto la prevenzione che tra poco presenteremo. L’educazione alla salute deve essere preceduta, o almeno procedere di pari passo con la cura della vita e della sua sacralità che ha come conseguenza il rispetto di ogni esistenza umana anche se fragile o sofferente. Tre sono le agenzie deputate all’educazione alla salute: la famiglia, la scuola e i mezzi di comunicazione. Nell’educazione alla responsabilità nei confronti della propria salute, il ruolo della famiglia è essenziale, impegnandosi ad operare sull’aspetto relazionale, fisico, affettivo e sessuale soprattutto oggi, dove una vasta porzione di giovani non comprendendo il dono prezioso della salute ma la sfidano con comportamenti altamente pericolosi: dall’abuso di alcool all’assunzione di stupefacenti o di droghe, dalle notti turbolenti in discoteca alle corse pazze sulle strade. Un preoccupante fenomeno è anche l’uso e l’abuso della 12 S. PINTOR, Educare alla vita e alla cura della salute, in E. LANGHERO – M. BRUNETTI (a cura di), Percorsi di Pastorale della Salute, Camilliane, Torino 2012, pg. 20. 13 M. DE PAOLI, Antonio Rosmini, maestro e profeta, San Paolo, Milano 2007, pg. 58. 16 cosiddetta “pillola del giorno” o Norlevo o quella dei “cinque giorni” o ElleOne. Prodotti abortivi che possono procurare gravi conseguenze a livello fisico. Eppure, l’acquisto di questo farmaco, è in costante crescita. Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, le vendite sono aumentate negli ultimi cinque anni del 59% attestandosi a 356mila confezioni annuali. Il 65% delle acquirenti hanno un’età compresa tra i 14 e 20 anni, e vi ricorrono con la convinzione di assumere un innocuo prodotto. Da ultimo, non possiamo sottovalutare, il malessere esistenziale provocati da pratiche magiche o esoteriche che trovano ampia accoglienza tra i giovani. L’unico percorso da intraprendere per interrompere questi pericolosi crinali sta nell’intervento delle famiglie, che dovrebbero con pazienza e serietà, educare i figli ad amare la vita, a scoprire la grandezza dell’esistenza e di conseguenza, il valore della salute. Un dato impressionante: in Italia, la prima causa di morte dei giovani da 18 a 25 anni sono gli incidenti stradali del sabato sera, la seconda causa è il suicidio. Anche la scuola nel suo iter formativo, da quelle materne alle superiori, deve porsi l’obiettivo dell’educazione alla salute proponendo percorsi di sensibilizzazione alla propria salute e a stili di vita salutari, oltre la tutela della prevenzione e la difesa dell’ambiente. S. Pintor, trattando dell’ “ambiente in generale”, afferma: “Ma esistono altre forme di inquinamento, a cui bisognerebbe dare una maggiore attenzione, costituita da un diffuso ‘smog sociale’ che si manifesta nella caduta di relazioni veramente umane tra le persone, con la caduta di valori di solidarietà e di attenzione all’altro, provocando soprattutto nei soggetti che vivono situazioni di particolare sensibilità e fragilità, un malessere esistenziale, un minore amore alla vita ed evidenti danni alla stessa salute”14 . Anche i mezzi di comunicazione hanno precise responsabilità in questo settore; di conseguenza, il loro compito, è quello di fornire alla popolazione indicazioni corrette e verificate scientificamente, superando le logiche commerciali che in questo campo, come in molteplici altri, annebbiano la verità e la realtà. A volte affermiamo: “quando abbiamo la salute, abbiamo tutto!”. Ed è vero! Ma questa saggia deduzione spesso è contraddetta da alcuni stili di vita e da determinati comportamenti come gli eccessi causati dall’imprudenza, dalla pigrizia, dall’ambizione o dalla lussuria, dalla gola, dall’orgoglio... Quindi, il primo atteggiamento nei confronti della salute è la sua salvaguardia che si concretizza nella prevenzione, memori del detto “prevenire è meglio che curare”, superando l’idea che è possibile procacciarsi la salute unicamente con l’utilizzo dei farmaci. “Se tutta la medicina si pone come scopo la salute, solo la prevenzione ha come caratteristica specifica la tutela di questo bene e impegna ciascuno a essere soggetto attivo del proprio benessere”15. E la prevenzione, ha come fondamento anche l’allontanamento dei fattori che mettono a rischio l’amore che dobbiamo manifestare ai noi stessi secondo l’insegnamento del Signore Gesù: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt. 22,39). Dall’impegno che assumiamo nei riguardi della nostra salute, dipenderà pure la qualità della nostra prossimità. 14 Educare alla vita e alla cura della salute, op. cit., pg. 22. COMMISSIONE EPISCOPALE PER IL SERVIZIO DELLA CARITA’ E DELLA SALUTE – CEI, Predicate il Vangelo e curate i malati, EDB, Bologna 2006, n. 15. 15 17 2. La malattia Ciò che preclude la realizzazione degli obiettivi fin qui evidenziati va ricondotto alla malattia che “non è più configurabile come semplice patologia, rilevabile attraverso analisi di laboratorio, ma è intesa anche come malessere esistenziale, conseguenza di determinate scelte di vita, di spostamento di valori e di errate gestioni dell'ambiente materiale umano”16. Dunque, pure il concetto di malattia, è stato rivisto. Abbraccia le molteplici dimensioni della persona come già nell’antichità, ricordava Giovenale: “mens sana in corpore sano” Ma, la medicina moderna, che riserva l’attenzione prevalentemente alla patologia, fatica a comprendere totalmente il dolore e la sofferenza dell’uomo, non recependo che l’ordine fisico è unicamente “una componente” della vita. Inoltre, anche la malattia, come la salute, oltrepassa l’aspetto personale per estendersi al sociale, investendo contemporaneamente sia le dimensioni del singolo, sia le scelte e l’agire della società. Una particolare attenzione merita, soprattutto oggi, l’aspetto mentale. L’argomento è ampio e complesso, coinvolgendo le patologie mentali e psichiatriche una folla di soggetti affetti da molteplici sintomi. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le persone con sofferenze mentali, più o meno gravi, raggiungono a livello mondiale il miliardo, cioè un 1/5 della popolazione del pianeta; in Europa rappresentano il 27% degli adulti; in Italia oltre due milioni di persone soffrono queste patologie. Il dato è confermato dall’ampio consumo ed abuso di medicinali di sostegno: sonniferi, antidepressivi e tranquillanti. E le proiezioni future indicano un aumento proporzionale di questi disagi maggiore rispetto alle patologie cardiovascolari e tumorali. Il fenomeno interessa prevalentemente i Paesi ricchi, e i fattori scatenanti sono genetici, psicobiologici, ambientali e sociali. Molti soffrono, con modalità diverse, un “disagio psichico” procurato dal contesto societario concorrenziale, antagonista e conflittuale. 3. Il concetto di salute nel corso dei secoli La Chiesa Cattolica, nel corso dei secoli, ha sempre mostrato squisita sensibilità all'esperienza della sofferenza e della malattia, e di conseguenza alla salute dell’uomo. La storia ricorda che quando l’intervento dello Stato nei settori sanitari ed assistenziali era quasi nullo, la Chiesa ha assicurato la sua presenza accanto ai bisognosi d’aiuto attraverso l'opera di innumerevoli istituzioni socio-sanitarie presenti nelle aree più difficili e più problematiche della società. “Il ‘Vangelo della carità' ha saputo scrivere, in ogni epoca, pagine luminose di santità e di civiltà in mezzo alla nostra gente: è ininterrotta la catena dei santi e delle sante che con la forza del loro amore operoso hanno dato testimonianza al Vangelo e reso più umano il volto del nostro Paese. E’ un'eredità che serve custodire, approfondire e rinnovare"17. Abbiamo riportato all’inizio del capitolo alcune definizioni di “salute”; ora ne vedremo altre che fanno riferimento ad alcune visioni o criteri. 16 17 La pastorale della salute nella Chiesa italiana, op. cit., n. 6. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Evangelizzazione e testimonianza della carità, n. 11. 18 + Criterio medico. E’ il criterio che valuta la salute come il funzionamento biologico efficiente di un organismo vivente. In questa prospettiva il “rapporto paternalistico” è la base della relazione medicopaziente, convinti che unicamente il medico, conoscitore dei dati scientifici e tecnici, può assicurare la funzionalità del corpo; dunque, prevale l’attenzione al corpo malato18. + Criterio psicologico. Il criterio evidenzia la reciproca influenza tra corpo e psiche nelle situazioni di benessere o di malessere. Da qui la teoria denominata “psico-somatica” che identifica nelle esperienze e nel vissuto del soggetto un importante fattore per la cura di alcune patologie dato che le alterazioni della sfera psichica possono causare reazioni patogene da parte dell’organismo umano. Questa corrente offre importanza all’informazione e al consenso agli atti medici e terapeutici19. + Criterio socio-culturale. Il criterio pone attenzione al rapporto salute-ambiente, salute-alimentazione, salute-lavoro, salute-aspetto relazionale… Questi rapporti richiedono modifiche negli stili di comportamento tra l’uomo, l’ambiente e gli oggetti20. + Criterio etico-spirituale. Il criterio, riferendosi al “principio di responsabilità”, chiede che questo sia esercitato dal singolo per salvaguardare la sua salute e quella della collettività21. Questi orientamenti, emergenti negli ultimi decenni, sono un ulteriore prova della rapida evoluzione del concetto che stiamo esaminando e del suo significato. Nel corso della storia, il termine “salute”, fu anche influenzato da tre momenti: - il momento magico con aperture agli aspetti superstiziosi22; - il momento scientifico nel quale è identifica la salute con l’ordine, l’armonia e l’equilibrio23; - il momento spirituale dove la visione della salute nella sua globalità si interseca con la salvezza. Negli ultimi decenni il concetto di salute sottolinea anche i seguenti aspetti: valore della vita, necessità dell’armonia interiore, capacità di amare ed essere amati, assenza di conflitti, apertura alla trascendenza24. 18 Si rimanda per l’ approfondimento a: E. D. PELLEGRINO – D. THOMASMA, Per il bene del paziente. Tradizione ed innovazione dell’etica medica, Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1992, pp. 138 ss.; P. DONATI (Ed.), Salute e complessità sociale, F. Angeli, Milano 1995; I. ILLICH, Nemesi medica: l’espropriazione della salute, Mondadori, Milano 1977; M. WILSON, La salute è di tutti, Orizzonte medico, Roma 1980. 19 Si rimanda per l’ approfondimento a: Per il bene del paziente. Tradizione ed innovazione dell’etica medica, op. cit., pp. 76 ss.; H.T. ENGELHARDT, Manuale di bioetica, Il Saggiatore, Milano 1991, pp. 217 ss.; A. GODIN, Santé psychique, santè morale, santé chretienne, “Présences”, 1061 (1977). 20 Si rimanda per l’ approfondimento a: G.B. RISSE, Health and disease. History of the concept, in AA. VV. (Ed.) Encyclopedia of bioethics, vol 1, pp. 579-585; A. BOMPIANI, Ecologia sanitaria: aspetti del rapporto fra etica dell’ambiente e della salute, “Civitas” 42 (1991), pp. 13-31; D. GRACIA GUILLEN, Etica de la calidad de la vita, Veritas, Madrid 1984; CONCILIO VATICANO II, Gaudium et spes nn. 53 e 62. 21 Si rimanda per l’ approfondimento a: L. CICCONE, Salute e malattia. Questioni di morale della vita fisica, Salcom, Brezzo di Bedero (Va), 1983: Id., Salute e malattia. Per una pastorale rinnovata, Salcom, Brezzo di Bedero (Va) 1987. 22 Cfr.: F. LAPLANTINE, Antropologia della medicina, Firenze 1988, pp. 238 ss. 23 Cfr.: Antropologia della medicina, op. cit., pp. 182 ss. 24 Cfr.: G. COLOMBERO, Cammino di guarigione interiore, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 1996. 19 Quest' ultima affermazione, che evidenzia delle situazioni di stretto legame con il concetto di “salute allargata”, la riscontriamo anche nella Bibbia. Il termine più utilizzato nel testo sacro per indicare non unicamente la condizione biologica “di salute” ma anche esistenziale è “shalom” che possiamo tradurre con i vocaboli: pace, completezza, perfezione...25. B. Haring lo commenta così: "abbraccia la relazione salvifica con Dio, la salute, le relazioni sane e sananti col prossimo, una vita sociale e culturale che serva alla pace e alla salvezza di tutti”. H. Cohen, un pensatore ebraico, si domanda: “ ‘Qual'è la quinta essenza della vita umana nello spirito della Bibbia?’ E risponde senza tentennamenti: ‘è la pace’. La pace è l'unità di tutte le energie vitali, il loro equilibrio e l'appianamento di tutti i loro contrasti. La pace è la corona della vita (...). La pace rende tutta la vita una festa"26. La "pace" recepita come salute e ben-essere non è semplice utopia ma si realizza nella storia. Dio fa irruzione nella storia del popolo d'Israele e liberandolo dalla schiavitù d'Egitto si definisce “il Vivente” (cfr. Es. 3,14), Colui che dona vita e salute all'uomo: "Io sono il Signore che ti cura" (Es. 15,26). Tutto questo non esclude però la preghiera (cfr. 1 Re 17,17-24; 2 Re 4,8-37; Is. 38,1-6) e anche l'attività del medico (cfr. 2 Re 20,7; Tb. 11,8-11). Ma la salute, come più volte ricordato, è responsabilità: "Vedi, Io pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male" (Dt. 30,15). "Per aver dato ascolto a queste norme (…), Egli ti amerà, ti benedirà, ti moltiplicherà (…). Il Signore allontanerà da te ogni infermità” (Dt. 7,12.13,15). "Ma se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni" (Dt. 28,15). Dunque, secondo l’Antico Testamento, per conservare la salute intesa come dono globale, necessita la comunione con Dio e la fedeltà all'Alleanza (cfr. Sal. 16,53). Anche il Signore Gesù si presenta al mondo come la “salute” per il suo popolo27. Secondo il modello cristiano, la salute portata da Gesù Cristo, richiede che si seguano alcuni valori. Il mutamento e l’ampliamento delle nozioni di salute e di malattia richiede una rinnovata riflessione teologica, avviata ma ancora da approfondire, che consenta il passaggio da una teologia della rassegnazione ad una teologia che offra senso e significato globale alla vita anche nei periodi di sofferenza e di fragilità. La necessità del rinnovamento, fu espressa ad esempio nel documento "Evangelizzazione e Sacramenti della Penitenza e della Unzione degli Infermi" che affermò: "... si sta operando un cambiamento di mentalità e di sensibilità che finisce per intaccare il significato cristiano dell'esistenza umana"28. Di conseguenza è urgente: "un'evangelizzazione sul significato della vita, della malattia, della sofferenza e della morte, che va ripensata ed espressa in fedeltà ai dati della rivelazione e alla tradizione della Chiesa"29. "I profondi cambiamenti avvenuti in questo settore della vita sociale, in cui si riflettono le speranze e le contraddizioni del mondo contemporaneo, sollecitano nuove risposte da 25 Cfr.: MC. KENZIE, Salute , in AA. VV. (Ed.), Dizionario Biblico, Camilliane, Torino 1990, pg. 679. B. HARING, La forza terapeutica della non violenza. Per una teologia pratica della pace, Paoline, Roma 1987, pg.12. 27 L’argomento sarà ampiamente trattato nei prossimi capitoli. 28 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Evangelizzazione e Sacramenti della Penitenza e dell’Unzione degli infermi, n.118. Questi concetti sono stati evidenziati anche nella Nota : “ La pastorale della salute nella Chiesa italiana”. 29 Evangelizzazione e Sacramenti della Penitenza e dell’Unzione degli infermi, op. cit., n. 125. 26 20 parte della comunità ecclesiale per un servizio efficace agli uomini con i quali essa è intimamente solidale"30. 4. Dalla cura della malattia alla cura della salute In entrambe le definizioni, quella di salute e quella di malattia, ricorrono, espressi o sottointesi, termini comuni: corpo, psiche, spirito e il rapporto che si instaura tra essi, come pure si constata il rapporto tra le sfere della persona e l’ambiente esterno. Ogni entità dell’uomo forma un unità sostanziale con le altre e quando diminuisce una sana armonia psico-fisica e psico-affettiva compaiono dei turbamenti che si ripercuotono anche sulla salute. E’ la situazione evidenziata dalle malattie psico-somatiche nelle quali si notano patologie corporee provocate da disturbi psicologici. Nel testo di C. De Bernard: “L’effetto corporeo dell’Estrema Unzione”31, si rileva che, anche nel passato, alcuni dottori della Chiesa, tra cui san Tommaso e San Bonaventura sottolineavano la stretta correlazione, nella malattia, tra tutte le componenti della persona. Questa visione, che oggi incontra sempre maggior credito, trova una valida sintesi nelle parole del cardinale J. M. Lustiger: “Certo non è sufficiente ‘medicalizzare’ il malato; occorre andare alle radici del male. Ogni malattia ha una dimensione spirituale, poiché l’uomo non è una macchina da riparare con pezzi di ricambio, con mezzi meramente tecnici. Prima occorre purificare il cuore e poi far posto ai medici, ed essi pure preghino il Signore che faccia trovar loro un rimedio per sollevare il malato”32. Da questo breve paragrafo comprendiamo anche l’intersecarsi tra missione medica e sacerdotale, tra cura medica e cura pastorale. Le osservazioni, fin qui riportate, pongono, tra gli altri, un interrogativo che riteniamo basilare: “La medicina è in grado di salvaguardare l’unità personale, cioè l’unità tra corporeità e spiritualità nell’orizzonte di una pratica sanitaria sempre più frammentata?”. Ieri poco, oggi molto, domani moltissimo è il rischio che corre la medicina di accostare ed osservare il corpo con una metodologia più oggettivista che soggettivista in una prospettiva organicista che “isola” o meglio si disinteressa delle ripercussioni della malattia, accontentandosi di prescrive il rimedio più adeguato a livello farmacologico, senza chiedersi il “perché” dei sintomi e soprattutto scoprire le cause originanti. Questa modalità di “tipo meccanicistico” ispirato al positivismo di accostare il sofferente, sottrae all’uomo la possibilità di vivere umanamente la malattia, la capacità di affrontare, in modo personale, il dolore, l’opportunità di confrontarsi con la propria sofferenza e la condizione di valorizzare la “parte sana” presente in lui. Nota I. Illich:” La medicina organizzata professionalmente è venuta assumendo la funzione di un’impresa morale dispotica, tutta tesa a propagare l’espansione industriale come una guerra contro ogni sofferenza. Ha così minato la capacità degli individui di far fronte alla propria realtà, di esprimere propri valori e di accettare il dolore e la menomazione inevitabile e spesso irrimediabile, la decadenza e la morte. Godere buona salute significa non soltanto riuscire a fronteggiare la realtà ma anche gioire di questa riuscita, significa essere capaci di sentirsi vivi nel piacere e nel dolore. La salute e la 30 31 32 La Pastorale della salute nella Chiesa italiana, op. cit. n. 1. Cfr.: C. DE BERNARD, L’effetto corporeo dell’Estrema Unzione, Castaldi, Belluno 1962. J. M. LUSTIGER, Le Sacrement de l’Onction des malades, Cerf, Paris 1990, pg. 23. 21 sofferenza come sensazioni vissute e consapevoli sono fenomeni propri degli uomini che in ciò si distinguono dalla bestia”33. Conclusione Da quanto affermato in questo capitolo, la salute non riguarda unicamente l’aspetto organico ma l’unitotalità bio-psico-socio-spirituale dell’uomo e il suo vissuto esistenziale. Molti non accusano “patologie particolari” ma si sentono “malati”, stanchi di vivere e di conseguenza manifestano scarso amore alla vita. Pensiamo ai malesseri esistenziali, all’insoddisfazione, alla tristezza che accompagnano i giorni mostrando l’oggi insignificante come lo era il giorno di ieri. Come recuperare la salute e di conseguenza il ben-essere, cioè la “gioia del cuore” e del vivere? La salute è la “piena armonia con se stessi”; è frutto della convergenza di stili di vita, di atteggiamenti e di vissuti interiori che portano il singolo a vivere l’esistenza con saggezza. E il saggio si accontenta di quello che possiede, gode delle semplici cose, sa scoprire il bene nascosto, sopporta le difficoltà con fortezza, sa ascoltare, segue con sacrificio il cammino della verità e della giustizia, con una coerenza che non conosce compromessi essendo esigente prima con se stesso e poi con gli altri. L’esempio lo offre il Signore Gesù, che da “uomo” visse un’esistenza in piena armonia con sé stesso manifestando un grande equilibrio e un’acuta chiarezza di idee, una forte volontà e indipendenza dai giudizi altrui, una notevole sensibilità d’animo e la meraviglia nei riguardi delle realtà piccole e semplici: le bellezze del creato, gli spazi infiniti del cielo, gli elementi della natura, il sorriso e la tenerezza dei bambini che spesso diventavano i personaggi e gli argomenti delle Sue parabole. B. Haring, ha ben riassunto quello che abbiamo affermato in questo capitolo: “Una visione completa della salute umana suppone la migliore armonia possibile tra le forze e le energie dell’uomo, la spiritualizzazione più avanzata possibile dell’aspetto corporale dell’uomo e l’espressione corporale più bella possibile dello spirituale. La vera salute si manifesta come autorealizzazione delle persona pervenuta a quella libertà”. 33 Nemesi medica: l’espropriazione della salute, op. cit., pg.61. 22