La grazia, la rabbia, l`ironia

Transcript

La grazia, la rabbia, l`ironia
giornalino 06 ok
12-05-2006
9:41
Page 18
Dave Eggers
venerdì 16 giugno
con la voce di Eleonora Danco e la musica di Nicola Tescari
La grazia, la rabbia, l’ironia
di Giuseppe Culicchia
Dave Eggers pubblicò il suo
primo romanzo nel 2000.
Negli Stati Uniti il libro, uscito
presso Simon & Schuster e
intitolato L’opera struggente
di un formidabile genio,
vendette nel giro di poche
settimane oltre 200.000
copie e si trasformò in un
bestseller. Non solo. Eggers
divenne un vero e proprio
caso editoriale, ottenendo
recensioni entusiastiche dai
critici più autorevoli, che
pressoché unanimemente lo
nominarono sul campo
autore dell’anno e rivelazione assoluta della
letteratura americana anche
per aver scritto “un’opera
post-post-moderna destinata
a segnare la fine del postmoderno”. Per una volta,
insomma, critica e pubblico
si erano trovati d’accordo.
E anche autori come David Forster Fallace
e Zadie Smith ammisero di essersi
innamorati della storia davvero struggente e
intrisa di una comicità dolce-amara che
vedeva co-protagonisti il ventunenne Dave e
suo fratello Toph, da poco orfani dei genitori.
A quel punto Eggers ricevette una proposta
da un milione di dollari per il suo secondo
romanzo. Ma lui ebbe il coraggio di alzare
ulteriormente la posta, nel senso che decise
di puntare tutto su se stesso: rifiutò l’anticipo
e pubblicò il nuovo libro in proprio. Dal 1993
era infatti tra i soci fondatori della rivista
“Might” e parallelamente aveva collaborato
con testate prestigiose, quali “Esquire” e “The
New Yorker”. Si era fatto insomma una
discreta esperienza come editore e redattore e aveva messo in piedi il progetto
“McSweeney’s”, pubblicazione letteraria
on-line tra le più importanti e innovative di
questo inizio secolo nonché casa editrice
indipendente e dunque impresa assai coraggiosa in quest’epoca dominata anche in
campo editoriale dai grandi gruppi e dalle
multinazionali. Così, fu la piccola e audace
“McSweeney’s” a pubblicare nel 2002 il
18
suo secondo libro, Conoscere la nostra
velocità, che iniziava a partire dalla copertina con la frase “Tutto è accaduto dopo la
morte di Jack e prima che io e mia mamma
c’è sempre qualcosa di cui ridere, ci dicono»,
scrive Eggers in uno dei paragrafi dedicati
all’agonia della madre, e aggiunge: «Ma
nelle ultime settimane non abbiamo trovato
“Might Magazine” e diventare editore. Così,
L’opera struggente di un formidabile genio,
libro apertamente autobiografico e però
intessuto di una capacità inventiva straordi-
Nato nel 1970 a Lake Forrest, Dave Eggers compie gli studi presso l’Università dell’Illinois. Nel 1998
fonda la «McSweeney’s», una casa editrice indipendente con sede a San Francisco che pubblica oltre
ai libri, le celebri riviste «McSweeney’s» e «The Believer», ed ha un sito web umoristico aggiornato quotidianamente. Il suo primo libro, L'opera struggente di un formidabile genio (2000) è tra i finalisti del
Premio Pulitzer e racconta, in forma tragicomica, le vicende dolorose che hanno colpito la sua famiglia:
la morte ravvicinata dei genitori per cancro ed il suo prendersi cura del fratellino di otto anni. Il «Los
Angeles Times», il «San Francisco Chronicle», il «Washington Post» ed il «Time» lo segnalano come
«miglior libro dell’anno» e definiscono l’autore, «il Salinger della Generazione X». Nel 2002 è tra i
fondatori dei laboratori di scrittura 826Valencia e di 826NYC. Eggers è l’autore statunitense più ammirato e imitato della sua generazione e attraverso l’attività della sua casa editrice ha contribuito al rinnovamento e allo svecchiamento della narrativa mondiale. Collaboratore di diverse riviste di arte e
musica, attualmente sta lavorando a una biografia di Valentino Ashak Denge, un rifugiato del Sudan.
Bibliografia L’opera struggente di un formidabile genio, Mondadori, 2001; Conoscerete la nostra
velocità, Mondadori, 2003; La fame che abbiamo, Mondadori, 2005.
annegassimo a bordo di un traghetto in
fiamme”. E, nel 2004, il volume di racconti La fame che abbiamo.
In questi anni Eggers non si
è limitato a pubblicare le
proprie opere, ma ha dato
spazio a svariati altri nuovi
autori, contribuendo non
poco a rinnovare il panorama letterario americano. E,
non pago, ha inoltre
fondato a San Francisco
“826 Valencia”, un centro
educativo noprofit dove ha
sede la sua scuola di scrittura creativa per bambini.
Ciò detto, quello che in primo luogo ha reso
Dave Eggers così celebre, e che gli ha procurato la stima e la riconoscenza non solo dei
così detti “addetti ai lavori” ma anche del
pubblico, è il suo indimenticabile romanzo
d’esordio. Nel quale Dave, giovanotto nato
e cresciuto in una normalissima famiglia
americana di quelle con la villetta a schiera
nei sobborghi di una qualsiasi città - in
questo caso Chicago - vede morire di cancro, a distanza di pochissimi mesi l’uno dall’altro, entrambi i genitori. «Di fronte alle
avversità bisognerebbe cercare di scherzare,
granché da ridere. Abbiamo cercato e cercato cose buffe, ma ne abbiamo trovate
pochissime». Dato che il fratello maggiore
Bill lavora già e la sorella Beth deve iniziare
gli studi universitari, Dave decide di abbandonare i suoi per fare da padre al fratello
minore Toph, che è un fanatico dei videogiochi, colleziona le figurine dei Chicago
Bulls e di anni ne ha appena sette. Venduta
la casa (“l’avremmo anche bruciata la cazzo
di casa, avessimo potuto”) e il suo contenuto (a “compratori fanatici, appassionati ai
beni di persone recentemente defunte”), e
dopo aver riscosso i soldi dell’assicurazione
sulla vita del padre, i due si trasferiscono a
Berkeley, “tetti rossi e alberi a mazzi come
cavolfiori”, poco lontani dal college della
sorella. Ed è con lei che subaffittano l’appartamento con vista sull’ex penitenziario di
Alcatraz e sul Golden Gate nel quale li raggiunge Kirsten, la ragazza di Dave. Una volta
iscritto Toph in una nuova scuola elementare,
Dave si mette a decorare mobili usati con
l’idea di rivenderli. Sentendosi in credito con
la vita cerca di godersi l’estate, e finisce per
perdere settimane “come fossero bottoni, o
matite”. Tra baby sitter e lanci di frisbee, Toph
fa amicizia “con chiunque pressoché all'istante”. Dave invece tenta di partecipare al
programma di MTV “The Real World” (con
l’intervista da parte dell’addetta al casting
che si trasforma in una sorta di surreale seduta psicanalitica) per poi fondare la rivista
naria, rotola pieno di energia verso un finale
che finale non è. E a distanza di anni mostra
di avere la capacità di restare nei suoi lettori:
forse per la grazia e
la leggerezza con cui
Eggers ha saputo raccontare una tragedia
familiare, oppure per la
sua assoluta mancanza di
autocommiserazione, o
ancora per la rabbia di
certe pagine mischiata
all’ironia di altre, o magari per i dialoghi brucianti
ed essenziali, o piuttosto
per la disperata voglia di
vivere che sprizza da ogni
riga. Quanto al suo
autore, che come si è
detto ha avuto il coraggio
di rifiutare un milione di
dollari e di fondare una
casa editrice indipendente
poco dopo aver pubblicato questo libro, ha avuto
la forza, di provare a dire
l’indicibile. E non è cosa
da poco.