La fine del Tg1 - Europa Quotidiano

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La fine del Tg1 - Europa Quotidiano
Francesco Siliato
La
fine
del
Tg1
Da Veltroni a Minzolini
Indice
Nascita del telegiornale nazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
Arriva la modernità, la televisione, e un partito solo al comando . . . . . . 4
Una lettera d’indirizzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
I successori di Vittorio Veltroni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Giornalisti in video e altre modernità. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Da Vecchietti all’Auditel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
Gli ascolti direttore per direttore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
L’interim, una pratica utile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
La contemporaneità: Mimun, Riotta, Minzolini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
I traini e il Tg5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
Esodo dal Tg1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
Sotto il minimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
Stagioni a confronto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Al calo non c’è ancora fine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
Appendice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
Nascita del telegiornale nazionale
Il Telegiornale della prima rete Rai inizia le trasmissioni ancora prima della nascita
ufficiale della televisione nel nostro Paese. È infatti durante la fase sperimentale dei
primi anni ’50 che il Tg1 fa le prove su come presentarsi ai pubblici, quali notizie selezionare, con quale tono rivolgersi ai neo telespettatori, i quali, come i giornalisti e gli
speaker, sperimenteranno il modo di essere della neonata televisione. Correva l’anno
1952 quando, alle 21.00 di mercoledì 10 settembre, sul Programma Nazionale, l’antico
nome che identificò l’attuale Rai 1 fino alla riforma del 1975, partì l’edizione sperimentale del Telegiornale. Si parlò della Regata storica di Venezia, dei funerali del conte
Sforza, della campagna elettorale negli Stati Uniti. La notizia di cronaca fu dedicata
alle corride e quella sportiva non poteva che essere il resoconto del Gran premio d’Italia di Formula 1 corso la domenica precedente a Monza e che aveva visto Alberto Ascari conquistare, dopo aver vinto sei delle otto gare previste, vittoria e titolo mondiale.
La sigla del Telegiornale, riascoltabile su YouTube insieme a quelle degli anni successivi1, è già il Giramondo, del maestro Egidio Storaci. Le notizie furono redatte da Furio
Caccio e Claudio Rosati. Nel 1953 il Telegiornale andò in onda novantaquattro volte
alle 20.30 e in qualche occasione furono trasmesse anche delle edizioni alle 23.30. Il
palinsesto prevedeva quattro edizioni settimanali.
A dirigere il primo notiziario televisivo italiano fu chiamato un professionista considerato tra i migliori per capacità ed esperienza: Vittorio Veltroni. Le sperimentazioni furono
giudicate positivamente e Veltroni firmò il primo Telegiornale Rai dalla data ufficiale di
inizio trasmissioni, 3 gennaio 1954, fino al 1956, anno della sua morte.
Vittorio Veltroni proveniva dall’ambiente radiofonico, si era diplomato al Centro
radiofonico sperimentale e durante il fascismo aveva condotto importanti dirette. Scrive Franco Monteleone: “Il maggior valore della radio italiana di quegli anni fu l’indubbia professionalità dei suoi addetti (…) Gli ascoltatori apprezzavano un messaggio
credibile, gradevole, intimamente accettato; facevano la tara degli eccessi propagandistici e, in una certa misura se ne difendevano”2.
Fu quando si cominciarono a nascondere le notizie, a camuffare la realtà, che il
2
pubblico divenne incredulo, diffidente e cominciò a cercare nelle emittenti estere notizie più corrispondenti ai fatti reali, individuando le manipolazioni – e diffidandone
– tipiche dell’informazione di regime.
Sembra di poter dire che i pubblici non abbiano cambiato di molto le loro abitudini
e l’abbandono del Tg della prima rete registrato negli ultimi due anni, che nell’autunno
2011 ha toccato picchi elevati e prosegue ancora oggi, sia assimilabile allo stesso sentiment di allora. Ieri se ne avvantaggiarono le emittenti estere, oggi se ne avvantaggiano
le emittenti “straniere” alla concessionaria pubblica.
Il telegiornale deve raccontare il mondo, non certo alla perfezione, eludendo il patto comunicativo bilaterale con i poteri e i pubblici, ma se il racconto tiene conto del
patto con uno soltanto dei protagonisti, l’altro lo abbandona. Come i poteri tendono ad
abbandonare, dopo alcuni tentativi di mediazione, le testate giornalistiche più intransigenti e critiche, i pubblici abbandonano le testate più inclini al racconto del mondo
ad usum delphini.
Nel dopoguerra Vittorio Veltroni guidò la redazione radiocronache. Dotato di un
‘fiuto africano’ e, nonostante la giovane età, di una spiccata attitudine al comando, fu
lo scopritore di professionisti come Lello Bersani, Mike Bongiorno, Aldo Salvo e anche
dell’attuale presidente della commissione parlamentare per l’Indirizzo generale e la
Vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Sergio Zavoli.
Insieme a Bersani, in particolare, Veltroni raccontò, nella rubrica Seguendo la crisi,
l’espulsione, nel 1947, di socialisti e comunisti dai governi nazionali. Fu ancora lui a
firmare la radiocronaca dei quattro scrutini necessari per l’elezione del Presidente
della Repubblica Luigi Einaudi l’11 maggio 1948. Insomma per il Telegiornale venne
scelto un uomo di grande esperienza e competenza, che, affidandosi alla propria professionalità, era riuscito a superare gli estremismi del regime senza esserne né complice né vittima.
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Arriva la modernità, la televisione, e un partito solo al comando
La Rai-radiotelevisione italiana rappresentava la modernità, il superamento dell’EIAR
e del regime fascista, il superamento tecnologico della radio, l’ingresso di comici e
ballerine in salotto. In qualche modo, scrive Gianpiero Gamaleri, “seppure indirettamente e nel solco della sua impostazione cattolica ma laica, la Democrazia Cristiana
accettava la sfida di guidare la maggiore impresa culturale del Paese. Ciò implicava
un’elaborazione estremamente complessa, volta a conciliare la fedeltà ai propri principi con la duttilità dovuta ad un mezzo propulsore del cambiamento della mentalità
e dei costumi. Ciò veniva reso più emblematico per esempio, dallo spettacolo delle
gemelle Kessler, la cui immagine ‘straniera e trasgressiva’ piombava anche nelle case
delle matriarcali contadine del Sud.”3
La consapevolezza di dover operare “un’elaborazione estremamente complessa” per
utilizzare per il bene del Paese un apparato industriale e culturale, come direbbe Giovanni Cesareo, sembra essere mancata alla dirigenza politica e, purtroppo, alla Rai
degli ultimi anni e in massima misura all’attuale direttore del Telegiornale della prima
rete della concessionaria pubblica, il quale, tutto ha fatto meno che agevolare la crescita dei suoi pubblici, chiamati a ristagnare, o sospinti a recarsi sul ghiacciaio e stare
fermi.
Una lettera d’indirizzo
All’epoca della direzione di Veltroni, il Telegiornale non aveva alcun bisogno di essere seguito da un numero, la Radio aveva ancora un seguito più ampio della televisione
e i poteri, economici, politici ed altri, prestavano ai giornali un’attenzione decisamente maggiore che al nuovo medium.
Ma le cose cambiarono in fretta, lo sguardo lungimirante della Chiesa e della Democrazia Cristiana sulla comunicazione sociale fecero scuola e nel giro di un lustro
ebbe inizio il “valzer delle poltrone”, legato alle esigenze della politica più che a quelle
dell’azienda, retta da una sorta di diarchia: un amministratore delegato, Marcello Rodinò, e un direttore generale, Ettore Bernabei – rimasto in carica dal 1961 al 1974 – che
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ben presto entrarono in conflitto.
Il gioco della politica e dei media assegnò Bernabei alla corrente fanfaniana della
DC e così Amintore Fanfani, all’epoca Presidente del Consiglio, scrisse a Bernabei il
giorno della nomina: “Caro direttore, approvando la sua designazione non ho fatto che
seguire la mia convinzione maturata in una ormai lunga osservazione delle sue qualità e del
suo lavoro. Ora le auguro di ricordare ogni giorno quale alta cattedra ella dirige e quanto
numerosi e vari siano gli spiriti che da essa attendono informazioni vere, orientamenti costruttivi, svaghi sereni per divenire uomini e cittadini migliori. Questo ricordo quotidiano la
renda solerte e attento, con zelo scrupoloso e intelligenza aperta. Io ho assolto il mio dovere
di assicurare alla Rai-TV un direttore probo e capace. Assolva ora ella il suo di dimostrare
che il governo ha ben servito l’interesse pubblico. Questo è il mio augurio affettuoso per lei e
la sua opera”.4
Per quanto ci si abbandoni al cinismo nel considerare queste parole, esse rimangono esemplari. La missione consisteva nel formare cittadini migliori attraverso informazioni vere, svaghi sereni e orientamenti costruttivi. Non si trattò di formulare asserzioni ipocrite, si trattò di progettare programmi televisivi adatti alla bisogna. Dopodiché “informazioni vere” non vuol dire tutte le notizie, e l’implicito sono i valori cattolici, ma riletti alla luce laica dell’intelligenza di un uomo probo.
Un confronto con l’oggi e con le conversazioni telefoniche intercorse tra l’ex Presidente del Consiglio Berlusconi e l’ex direttore generale Mauro Masi sarebbe impietoso,
né disponiamo delle conversazioni private che saranno probabilmente intercorse tra
Amintore Fanfani ed Ettore Bernabei, ma, ne siamo certi, tono ed argomenti saranno
stati diversi.
Rodinò protestava per i conti che viravano al deficit per le eccessive spese cui si
prodigava Bernabei, che comunque vinse perché, come scrive Franco Monteleone, “si
stava in realtà chiudendo un lungo periodo che aveva visto in primo piano uomini
come Sergio Pugliese, Vittorio Veltroni, Antonio Picone Stella, Marcello Rodinò, uomini per i quali l’interesse politico di partito non era mai stato più forte degli obblighi
che nascevano dalle convinzioni professionali e dai doveri manageriali”5.
5
L’analisi di Monteleone sulla fine anni ’50 prosegue sottolineando la volontà della
politica di disporre della concessionaria pubblica come di una “struttura allineata alle
necessità di un disegno più vasto di controllo della dimensione sociale del paese”6.
La televisione diventava un importante punto di riferimento e gli abbonati crescevano molto rapidamente. Nel 1954 erano 88.118. ll Telegiornale nazionale di Veltroni
non arrivò mai ad avere un pubblico casalingo potenziale di un milione di famiglie,
soglia raggiunta nel 1958 quando si arrivò a 1.096.185 di abbonati, cifra che si quadruplicò nel giro di cinque anni. Ma la televisione, e in primis il Telegiornale, era seguito
nei locali pubblici e commentato, le notizie chiosate una per una, in dialetto, con forme
che variavano dal sarcastico al commosso. Gli spettatori parlavano tra loro, ma si parlava anche con la televisione, pure se ad ascoltare era soltanto un apparecchio.
I dati degli ascolti giunti sino a noi consegnano, per il 1956, una media di tre milioni nella fascia riservata al Telegiornale per tutti i giorni della settimana tranne al
giovedì, quando diventavano 6,7 milioni per crescere fino a 9,8 tra le 21.00 e le 21.30.
Siamo in piena frenesia da Lascia o Raddoppia?.
I successori di Vittorio Veltroni
Vittorio Veltroni venne sostituito da Massimo Rendina, giornalista, partigiano,
comandante della Brigata Garibaldi (Max il giornalista). Da presidente dell’ANPI di
Roma, di recente ha commentato con entusiasmo i risultati dei Referendum popolari
del giugno scorso. Era arrivato a Radio Rai da L’Unità7 dopo aver lavorato a Il Resto del
Carlino, nella sua Bologna. Wikipedia annota: “Cacciato da Fernando Tambroni (ministro dell’Interno tra il 1955 e il 1959 e nel 1960 Presidente del Consiglio, ndr) verrà
reintegrato in RAI grazie all’amico Aldo Moro.” 8 Rendina è anche studioso e docente
di storia della Comunicazione. In questa veste intervenne nel 1980 ad una tavola rotonda dell’Istituto Gemelli di Milano, sul Rapporto provvisorio sui problemi della comunicazione nella società moderna della Commissione internazionale per lo studio dei problemi della Comunicazione (Rapporto dell’Unesco noto come Rapporto McBride). In
quell’occasione disse: “È molto stimolante questa ipotesi sulla potenzialità del control6
lo. In effetti è così, si lascia libertà alle televisioni private che facciano tutto quello che
vogliono, purché siano legate a qualche gruppo politico o addirittura a persone politiche
e servano al momento opportuno per la propaganda elettorale”.9
Giornalisti in video e altre modernità
Rendina, portò i giornalisti in video. I primi furono Gianni Granzotto (in seguito
nominato amministratore delegato della Rai) e Ugo Zatterin, che affiancarono gli speaker (il più noto era Riccardo Paladini). Di presenze femminili nemmeno l’ombra.
A Massimo Rendina succede Leone Piccioni (1959-1961), che introduce note culturali e porta in video altri giornalisti rimasti noti nell’immaginario collettivo come Zatterin e Ruggero Orlando.10 Volti così noti e caratteristici da essere molto spesso presi
di mira da comici ed imitatori: il cravattino di Vittorio Orefice, ad esempio, era un
chiaro tributo alla politica parlamentare.
L’informazione cominciò allora a cedere in quanto a credibilità, ma senza perdere
il senso delle istituzioni. L’equilibrio istituzioni-informazione-propaganda si andava
deteriorando a favore di quest’ultima. Bernabei giocò allora la carta Enzo Biagi, collega
di Rendina agli esordi a Il Resto del Carlino. Sono anni vorticosi e ai partiti interessa
che dichiarazioni e prese di posizione siano registrate dal Telegiornale nazionale. La
nomina di un giornalista già noto per aver diretto Epoca e per la poca disponibilità a
recepire pressioni politiche, fu disposta da Bernabei per arginare l’invadenza dei partiti. Scrive Arrigo Levi: “La tendenza dominante è quella di trattare il telegiornale come
una specie di appendice e prolungamento dei vari uffici stampa ministeriali”.11 Biagi
lascia in fretta: nel frattempo aveva fondato il primo rotocalco televisivo d’informazione, RT – Rotocalco Televisivo, che andò in onda sulla seconda rete con replica la domenica sulla prima, per nove settimane tra marzo e luglio del 1962.12 Enzo Biagi dirige il
Tg per un anno, tra il settembre del 1961 e l’agosto del 1962. Le sue veloci dimissioni
vengono appuntate sul lemma dedicato al Tg1 dall’Enciclopedia della televisione come
rivelatrici “del carattere demagogico della nomina”13.
7
Da Vecchietti all’Auditel
Giorgio Vecchietti avrà più tempo: dirige il telegiornale tra il settembre del 1962 e
il 1965.
Ma questo non potrebbe essere un instant book very instant se pretendessimo di
raccontare e sottolineare, per quanto brevemente, tutte le vicende dei direttori del Tg1,
che ad oggi ammontano a ventidue. Vi sono altri volumi ben più pregnanti sul tema,
alcuni citati in nota ed altri di grande valore come L’avventurosa storia del Tg in Italia,
di Maria Grazia Bruzzone, (Milano, Rizzoli, 2002). Speciale Tg – Forme e tecniche del
giornalismo televisivo di Giorgio Simonelli (Milano, Interlinea, 2005). C’è poi il volume
di un protagonista del giornalismo televisivo, Emilio Rossi, con È tutto per stasera –
Quando la politica entra nei Tg (Roma, Centro di documentazione giornalistica, 2010);
I Telegiornali istruzioni per l’uso di Omar Calabrese e Ugo Volli (Bari, Laterza, 1995) e
moltissimi altri che sarebbe troppo lungo elencare.
Prima di passare al capitolo dedicato agli ascolti vale però la pena di svolgere alcune
considerazioni.
Gli uomini e le donne di governo, del partito di maggioranza relativa e, per quel che
poterono, dei partiti d’opposizione, hanno costantemente operato pressioni, presentato richieste, inviato comunicati stampa da mandare improrogabilmente in onda. Era
compito dei direttori, poi, negoziare, far presenti contingenze e doveri del giornalista,
far ricorso per quanto possibile alla deontologia professionale da mantenere come
baluardo. E poi i pubblici, le persone, le donne e gli uomini d’ogni età la cui conoscenza del mondo dipende dal racconto del telegiornale nazionale e che non sono sempre
disponibili a considerare positivamente qualsiasi velina (nel senso della procedura
fascista di diffondere dispacci ai giornali).
Il limite di una professione difficile, di un ruolo complicato con la visione che informazione non è in ogni caso propaganda, non può corrispondere senza indugi ai
desiderata del potere di turno. Il risultato è il danno a sé stessi; al potere di turno, che
perde credibilità insieme al giornalista che non gli si oppone; la coltivazione di un’idea
di pubblico, offensiva per il pubblico. Le persone sedute ad ascoltare si offendono
8
sempre più facilmente, persino quelle che vogliono ascoltare la voce del padrone, che
sono lì per ricevere istruzioni e ordini di scuderia, persone descritte dalla “teoria degli
usi e gratificazioni”, che usano i media per darsi ragione dando ragione ai media che
li usano. Ebbene, persino costoro pretendono un racconto dignitoso, pretendono di
conoscere il contesto nel quale si muovono. Occultare il contesto occultando le opposizioni, le critiche, intere manifestazioni, non è rendere nemmeno a loro un buon
servizio, perché poi il contesto reale loro, i telespettatori, se lo ritrovano in ufficio, al
mercato, al bar, in strada, scoprendosi a quel punto stupiti dall’esistenza di un mondo
sconosciuto che il “loro” tg non gli ha raccontato, preparandoli poco ad affrontarlo. A
nessuno conviene un telegiornale fatto così, non al Paese, ai partiti, alla Politica, ridotta a immagine falsificante. Non era e non è tempo di silenzio, non si può contare oggi
sugli effetti previsti dalla “Spirale del silenzio”, bella teoria della Neumann che immagina un’opinione pubblica conciliante, condiscendente e tendente al conformismo. I
processi culturali e comunicativi di marca berlusconiana sono fondati su un conformismo anticonformista, su appigli di matrice popolare, sembrano esercitazioni scolastiche realizzate per sperimentare il limite della credulità. Rovesciano tutto, anche il
vero e il falso senza trascurare la possibilità comunicativa di altri ulteriori ribaltamenti a piacere e secondo convenienza. Mettono in pratica descrizioni di stampo situazionista. Scambiando la società dello spettacolo per un manuale di comportamento,
giocano con la miseria per farla credere spettacolare. Ma il tg prodotto da questa cultura è la messa in scena di uno spettacolo che non ha niente di spettacolare se non la
fuga dei pubblici.
Gli ascolti direttore per direttore
La carrellata dei direttori che hanno guidato il Tg1 prima dell’era Auditel prosegue
con Fabiano Fabiani. In carica per sette anni, sarebbe poi diventato direttore dei programmi culturali, vice direttore generale e avrebbe guidato il gruppo di studio che lavorò al progetto della Terza rete. Gli succede Villy De Luca, che nel 1980 sarebbe diventato direttore generale. La leggenda metropolitana vuole che sia stato lui a portare
9
in auge i “lacci e lacciuoli”, riferendosi alla difficoltà di innovare la Rai “imbrigliata”,
per l’appunto, “in lacci e lacciuoli”. Seguono Emilio Rossi, Franco Colombo, Emilio
Fede e Albino Longhi che sarebbe tornato più volte alla direzione del Tg1.
Dal 1987, per l’esattezza dal 6 dicembre del 1986, Auditel arriva a sostituire tutte le
precedenti rilevazioni degli ascolti televisivi e i suoi dati grezzi possono essere elaborati dai software predisposti dalle software house per agenzie e concessionarie di
pubblicità, centri media, editori, istituti di ricerca.
Nel 1987 direttore è ancora Albino Longhi, sostituito durante l’anno da Nuccio Fava
che, oltre ad Andrea Giubilo, è l’unico ad aver diretto sia il Tg1 che il Tg3. Fava completa due stagioni televisive per poi passare la direzione a Bruno Vespa che ne completa
tre chiudendo la sua esperienza da direttore di telegiornale con la stagione 1991-1992.
Le direzioni si susseguono e, per una stagione a testa, guidano ancora il Tg1 Albino
Longhi, Demetrio Volcic e Carlo Rossella. Quest’ultimo è il primo direttore del Tg1 ad
essere nominato sotto il governo Berlusconi del 1994. Il quale Berlusconi, appena diventato premier, sferrò un duro attacco al Cda della concessionaria pubblica, definendo la Rai faziosa, piena di debiti e colpevole di dare un’informazione “contraria a
quella che la gente vuole”. Letta oggi sembra una profezia autoavverantesi, una descrizione della Rai lasciata dal Berlusconi quater.
Come spesso accade, Berlusconi farà subito marcia indietro sulle sue stesse dichiarazioni, delle quali l’opinione pubblica ha del resto già preso atto, ribadendo che la Rai
deve “rimanere” indipendente.14 Come abbiamo visto, la Rai indipendente non lo è
ancora mai stata. Le vicende della concessionaria pubblica appaiono sempre più legate a quanto avviene ai partiti politici.
10
Tavola 1
Data nomina
Direttore Tg 1
Ascolti
x 1.000
Share
%
Governo in carica
maggio 2009
AUGUSTO MINZOLINI (3)
5.612
26,1
4°. Governo Berlusconi
(8/5/2008 – 16/11 2011)
aprile 2009
ANDREA GIUBILO (2)
6.055
28,3
4°. Governo Berlusconi
(8/5/2008 – 16/11/2011)
settembre 2006
GIANNI RIOTTA
6.743
31,4
2°. Governo Prodi
(16/5/2006 – 8/5/2008)
30 aprile 2002
CLEMENTE MIMUN
6.609
30,9
2°. Governo Berlusconi
(11/6/2001 -23/4/2005)
ottobre 2000
ALBINO LONGHI
7.266
31,7
2°. Governo Amato
(25/4/2000 – 11/6/2001)
luglio 2000
GAD LERNER (1)
5.867
32,9
2°. Governo Amato
(25/4/2000 – 11/6/2001)
giugno 1998
GIULIO BORRELLI
7.328
34,1
1°. Governo D’Alema
(21/10/1998 – 22/12/1999)
novembre 1996
MARCELLO SORGI
7.945
36,8
1°. Governo Prodi
(17/5/1996 – 21/10/1998)
agosto 1996
RODOLFO BRANCOLI (1)
8.065
38,9
1°. Governo Prodi
(17/5/1996 – 21/10/1998)
febbraio 1996
NUCCIO FAVA (4)
7.863
36,3
1°. Governo Dini
(17/1/1995 – 17/5/1996)
ottobre 1994
CARLO ROSSELLA
7.712
32,4
1°. Governo Berlusconi
(10/5/1994 - cade a gennaio 1995)
(1) Tre mesi
(2) 70 giorni
(3) nominato il 20 maggio firma il Tg dal 9 giugno 2009 - dati al 3 dicembre 2011
(4) Interim
Elaborazioni Studio Frasi su dati Auditel – MCS e sito Governo italiano www.governo.it
11
L’interim, una pratica utile
Carlo Rossella esce di scena, per andare a dirigere il quotidiano La Stampa, in un
momento in cui il subbuglio in politica è grande. Il primo governo Berlusconi è durato meno di un anno e la Rai non è in condizione di decidere incarichi di lungo periodo:
viene quindi conferito a Nuccio Fava l’interim della direzione del Tg1. Pochi mesi dopo
verrà sostituito da Rodolfo Brancoli, giornalista di rango assurto suo malgrado agli
onori della cronaca e dell’immaginario televisivo per la torta in faccia ricevuta al Congresso dello PSIUP nel 1972. Brancoli dirigerà il Tg1 per un periodo ancora più breve
del suo predecessore: appena due mesi del 1996. Dal novembre 1996 al maggio del
1998 – in carica c’è il governo Prodi - il Tg1 è guidato da Marcello Sorgi. L’Ulivo vive
tempi difficili e alla direzione del Tg1 arriva Giulio Borrelli, ma non riesce a mantenere gli ascolti prodotti da Sorgi, che restano una delle vette più durature nella storia del
Tg1 dopo l’inarrivabile seconda stagione di Bruno Vespa e la prima di Nuccio Fava.
La colonna che riguarda Gad Lerner del grafico n.2 è impietosa, ma va letta in modo
tecnico. Gli scarsi risultati di ascolto sono infatti dovuti esclusivamente alla brevità
della sua direzione e al fatto che si svolse tutta nei tre mesi estivi, quando gli ascolti
cadono per la bella stagione; anche se lo svelamento di un “pizzino” per una raccomandazione passatogli dall’on. Mario Landolfi, allora presidente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, e poi la messa in onda di scene riguardanti un minore
giudicate troppo crude, hanno avuto un loro peso.
12
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Grafico 2 – I direttori dal 1987 - dati di Audience x 1.000
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Elaborazioni Studio Frasi su dati Auditel- Media Consultants
Arrivato il primo luglio del 2000, Gad Lerner se ne va il primo ottobre dello stesso
anno. Il grafico 1, basato sugli ascolti mese per mese, mostra invece il nome di Lerner
in cima ad una vetta: in estate l’ascolto di televisione si riduce drasticamente, ma quello dei telegiornali diminuisce meno e quindi la sua quota d’ascolto, lo share, sale. Se
poi si ha la fortuna di capitare in un anno pari e si fa in tempo a prendere la finale
Francia-Italia del campionato europeo di calcio e tutte le Olimpiadi, produrre una
buona quota d’ascolto diventa più semplice.
L’uscita improvvisa di Lerner coglie alla sprovvista l’azienda. Viene richiamato alla
direzione Albino Longhi che, nella media di tutto il suo periodo, tiene l’ascolto sopra i
sette milioni di spettatori; ma è proprio sotto la sua direzione che la quota d’ascolto del
Tg1 scende per la prima volta sotto il 30 per cento. Avviene nel mese di marzo del 2002.
In aprile, ultimo mese ufficiale della direzione Longhi, il Tg5 supera per la prima volta il Tg1 nell’arco di un intero mese. La supremazia del Tg5 si ripete anche a maggio,
quando a dirigere le operazioni e le negoziazioni tra informazione e politica è chiama-
13
to Clemente Mimun. Già direttore del Tg2 nel 1994, sarebbe poi diventato direttore del
Tg5 dove era già stato in precedenza il vice di Enrico Mentana. Mimun fa riprendere
quota agli ascolti del Tg1 e li mantiene sopra il 30% per i tre anni successivi; nel novembre 2003 riporta il Tg1 sopra gli otto milioni di spettatori, risultato che per due
anni esatti era stato mancato.
La contemporaneità: Mimun, Riotta, Minzolini
Nel 2005 qualcosa si inceppa. L’anno si chiude con una media di share inferiore al
30%, per ben sei mesi su dodici sotto quota e soprattutto a maggio quando il Tg1 produce meno ascolto del Tg5. Al consuntivo Clemente Mimun è il primo direttore di
lunga durata a scendere sotto i sette milioni nella media di tutta la sua direzione.
Gianni Riotta si insedia alla guida del notiziario più seguito del Bel Paese il 18 settembre 2006. Il suo predecessore, Clemente Mimun, aveva guidato il Tg1 dal 30 aprile
2002 al 17 settembre 2006 realizzando una media d’ascolto nell’edizione della sera di
6,6 milioni per una quota del 30,9%.
Il neo direttore viaggia a una media di 7,7 milioni per una quota del 32,6 per cento;
nei giorni feriali la media sale a 8,1 milioni e lo share al 33,3 per cento. Confrontando
gli ascolti del novembre 2006 e di quello del 2005 si rileva una crescita del Tg1 di mezzo milione di persone e di oltre due punti di quota d’ascolto. Il telegiornale di Riotta è
meno popolare ma produce ascolti più elevati: questo risulta dalle analisi sul profilo
del pubblico del Tg1 della sera nei due periodi omologhi.
Gli appartenenti alla classe alta, sia per reddito che per livello di istruzione, ad
esempio, producono sul Tg1 del 2006 uno share del 31,1% contro una quota del 27,4%
dell’anno precedente. Le persone che hanno frequentato l’università, nel 2006 hanno
una quota del 37,9 per cento, rispetto al 32,5 per cento dell’anno precedente. Il pubblico più affezionato al Tg di Rai Uno è tuttavia quello composto da persone che ad un
reddito elevato accompagnano un basso livello di istruzione, nel 2006 costoro generano una quota d’ascolto del 45,1% contro il 40% dello stesso periodo dell’anno precedente. Le donne premiano il Tg1 con una quota del 33,2 per cento, nel 2005 era del 31,1
14
per cento.
Il pubblico gradisce la formula Riotta, il ritorno ad un notiziario più istituzionale,
meno coinvolto e più distaccato dalla Cronaca che pure non disdegna. Spesso per giustificare nel bene o nel male l’andamento dei telegiornali della sera si ricorre al valore
del cosiddetto “traino”, ovvero del programma che precede il telegiornale e che porterebbe il proprio pubblico in dote al notiziario della rete. È possibile che questo accada
ma occorre precisare che i traini sono due e non uno: sono traini, infatti, sia il programma che precede il Tg che quello che lo segue. Spesso il desiderio del pubblico di
andare a vedere Striscia la notizia comporta, ad esempio, una fuga accelerata dal Tg1.
Uno dei compiti della direzione è quello di riuscire ad impaginare il notiziario in
modo tale da far trascurare il desiderio di altri programmi e trattenere il pubblico fino
alla fine del tiggì. È altresì probabile che lo scarso rendimento della trasmissione Fattore C, traino del Tg5, abbia procurato dei vantaggi al Tg1, ma il valore che il pubblico
assegna all’Informazione come tipologia di programma è comunque elevato. Per i più
essere informati è un imperativo sociale, un dover essere che identifica uno status
elevato: la fonte d’informazione non viene di solito scelta con indifferenza o lasciata al
gusto del momento come può avvenire con altri generi di programmi15.
I traini e il Tg5
Mettiamo a confronto i telegiornali, ragionando sui traini e sui profili dei pubblici.
Quando il Tg5, nel gennaio del 1992, ha iniziato le trasmissioni, l’ascolto del Tg1 ha
ben resistito registrando solo sporadiche cadute, in parte perché il neonato notiziario
di Canale 5 ha fatto affluire e si è rivolto a pubblici nuovi. Il tg diretto da Enrico Mentana non cercava di essere istituzionale, contrastava il Tg1 sul terreno dell’ora di messa
in onda, sulla modernità dei linguaggi, sulla velocità dell’esposizione, sulla selezione
delle notizie, aprendo alla cronaca senza trascurare i partiti e la politica16. Il Tg 5 aveva
poi un’edizione pomeridiana a doppia conduzione sul modello Usa. Iniziava a farsi
sentire l’attenzione verso i dati d’ascolto e per produrre più ascolti si cominciava a ricorrere a vari espedienti. Il più comune e meno costoso è quello di anticipare di qual15
che minuto l’ora di inizio della trasmissione. Spostando indietro le lancette, oggi i due
telegiornali delle venti iniziano entrambi alle 19.56. L’attenzione si rivolge a questo
punto ancora ai traini; iniziare prima dell’ora stabilita ed avere successo significa disporre di un programma che precede, di un “traino”, che produca più spettatori possibili.
Nel novembre del 1997 il Tg5 della sera raggiunse una delle sue quote d’ascolto più
elevate: 29.86%, mentre nel novembre del 2000 arrivava al 28.62%; il Tg1 ebbe all’epoca una quota del 37.01%, tre anni dopo il Tg1 era sceso al 30.67%. Eppure Canale 5
aveva un traino più debole per il proprio telegiornale, avendo sospeso l’emissione di
un intermezzo di dieci minuti del programma leader a sua disposizione, Il Grande
fratello, che trainava il notiziario della sera con un ascolto di sei milioni ed una quota
del 27%.
Spesso i responsabili dei notiziari televisivi, di fronte a cali dell’ascolto, lamentano
la forza, o la debolezza, dei traini, che dovrebbero in qualche misura garantire al notiziario almeno una buona partenza, un ascolto elevato nei minuti immediatamente
precedenti i titoli di testa del Tg. Ma non è questione di traino, l’erosione degli ascolti
è un problema che riguarda ormai direttamente i telegiornali.
E quindi non è certo Minzolini a scoprire che il traino può essere usato come pretesto, ma nel suo caso, ancora più che in quello dei predecessori, il traino è solo una
scusa. È il suo telegiornale che va male, che perde ascolti perché perde credibilità. Le
scuse tecniche lasciano il tempo che trovano, e sono solo servite ad innervosire il direttore della rete che lo ha accusato di dirigere l’unico tg al mondo che produce meno
ascolti del suo traino. Non è proprio così, almeno non sempre. In questo scorcio di
stagione il Tg1 ha comunque ricevuto 5,3 milioni di persone prodotte dal traino nella
media dei quindici minuti precedenti l’inizio del Tg, appena duecentomila meno di
quelle che il Tg1 della sera ha ricevuto nella stagione 2007-2008. E non è servito neppure rinominare Prima pagina il minuto e mezzo, che per Auditel valgono due (l’ascol16
to di un minuto viene attribuito al 31° secondo), precedente l’inizio vero e proprio del
Tg. Un trucchetto nominale per recuperare un mezzo punto di share, l’ascolto medio
di quei due minuti da Prima pagina è infatti inferiore, 4,7 milioni, a quello che è nominato Telegiornale ed anche lo share di Prima pagina è inferiore: 19,86 per cento. Rimane comunque il fatto che addossare ai traini la responsabilità del proprio fallimento è inopportuno, ricorrere ad espedienti è un gioco.
I telegiornali sono la fonte d’informazione più seguita del Paese, essere informati
oggi è una necessità ancora più sentita che in passato. Le star sono i Tg e non i traini.
Si è mai sentito che i Rolling Stones, i Beatles, I Metallica, il Boss, Madonna, Lady
Gaga e qualsiasi altra star accusassero il gruppo di spalla per un concerto con poco
pubblico?
I telegiornali sono seguiti da quasi tutta la popolazione, ancora oggi, come mostra
la tavola 217.
Tav.2 - Dati di Copertura – ascolto almeno un minuto
1 settembre 2010 – 28 febbraio 2011
CANALI GENERALISTI
TELEGIORNALI
57.484.055
POPOLAZIONE
57.777.622
Penetrazione 99,5%
Alcuni esponenti del governo e dei partiti di centrodestra hanno ammesso la forte
propaganda elargita dal Tg1 di Augusto Minzolini motivandola con la supremazia di
conduttori di sinistra nei programmi di approfondimento. Senza entrare nel merito
della militanza dei conduttori, c’è da osservare come la durata, ovvero la disponibilità
di offerta dei telegiornali, sia di gran lunga maggiore di quella dei programmi informativi, come si evidenzia nel grafico 3.
17
Anche la copertura, ovvero il numero di persone diverse che si sintonizzano sia
pure per un solo minuto su un programma informativo, è inferiore di oltre due milioni a quella dei telegiornali, anche se rappresentano un valore elevato, come mostra la
tavola 3.
Tav. 3 - COVERAGE
1 SETTEMBRE 2010– 28 FEBBRAIO 2011
Programmi giornalistici di
approfondimento
55.354.911
Popolazione
57.777.622
Penetrazione 96%
Gianni Riotta, direttore del Tg1 fino al maggio 2009, viene sostituito da Augusto
Minzolini che, nominato il 20 maggio, inizia a firmare il telegiornale dal 9 giugno
successivo. Il mensile Prima comunicazione si interroga sui motivi della nomina e
scrive:
“Quali sono i motivi per cui un tipo come Augusto Minzolini, tutto pepe e politica da
trent’anni, è sbarcato alla direzione del Tg1? Se non ci piove che sia stato il Cavaliere in
prima persona a volerlo a quel posto, non si può nemmeno dire che il feeling che si è andato
cementando fra i due sia paragonabile a quello che il capo del governo ha con il nutrito manipolo di giornalisti che operano all’interno o ai margini della sua galassia mediatica. La
comparsa di Minzolini a Saxa Rubra, l’unico retroscenista che in questi anni abbia saputo
leggergli nel pensiero, serve ad aprire una finestra sui disegni politici di Berlusconi che proprio
sul versante dell’informazione politica ha bisogno a capo del tg più istituzionale di un cuciniere capace di mettere ogni giorno in tavola piatti che siano freschi e appetitosi. Per la
clientela che conta, e che oggi rischia di tracimare nel rullo compressore di Sky, ma anche per
quella larga messe di elettori, che pur andando a votare, di politica ne mastica poco, anzi
quasi niente”.18
18
Minzolini è, come Riotta, un giornalista esterno alla Rai, arriva da La Stampa dove,
a proposito della vista di Berlusconi a L’Aquila appena colpita dal terremoto, aveva
scritto:
“(...)per tirare su il morale dei presenti di fronte alla disgrazia e alla morte che ha colpito
questo pezzo d’Italia si concede una battuta: “Sono 44 ore che non dormo. Un record di resistenza per uno che ha 35 anni”. Indossa un maglione blu e ha il piglio deciso del direttore
dei lavori, del comandante dei pompieri, del capo militare, ma anche la comprensione del
prete. Silvio Berlusconi nelle emergenze si esalta. La sua attitudine è la politica del fare”19.
Parole chiare per comprendere la qualità dei rapporti tra il giornalista e il capo del
governo, che avrebbe favorito il suo ingaggio alla direzione del mezzo di informazione
più seguito dalla popolazione italiana. Il neo direttore è probabilmente più realista del
re, come spesso capita a chi viene chiamato ad eseguire compiti superiori. Il risultato
è una fuga di pubblici e un calo di credibilità, dovuti ad una perfida impaginazione, ad
alcuni editoriali stravaganti nel contesto istituzionale del Tg1, ad uno sproporzionato
numero di ore dedicato alla parola del referente politico, tanto sproporzionato da motivare l’intervento dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni.
L’Autorità pubblica costantemente le rilevazioni sui tempi di parola dei politici, le
tavole sono consultabili sul sito www.agcom.it. In particolare segnaliamo uno dei richiami:
VISTA la nota del 17 marzo 2010 (prot. n. 16451) del Servizio Comunicazione politica
e Risoluzione di conflitti di interesse dell’Autorità con la quale sono state richieste alla società RAI Radiotelevisione Italiana S.p.a., emittenti per la radiodiffusione televisiva in ambito
nazionale “Rai1” “Rai2” e “Rai3”, eventuali controdeduzioni in merito alla segnalazione
pervenuta;
- nel merito: la presenza di esponenti del soggetto politico UDC è stata assicurata :
a) in tutti i notiziari (TG1 TG2 TG3) praticamente in ogni edizione;
b) in tutti i vari programmi di informazione ricondotti a tutte e tre le testate giornalistiche
RAI;
19
c) nelle varie edizioni dei telegiornali regionali;
RILEVATO che dai dati di monitoraggio forniti dall’Isimm Ricerche e resi pubblici sul
sito dell’Autorità, relativamente a tutte le edizioni dei notiziari “Tg1”, “Tg2” e “Tg3” nel periodo successivo alla presentazione delle candidature, dal 28 febbraio al 13 marzo 2010, risultano le seguenti presenze:
18 marzo
- per quanto riguarda il notiziario “Tg1” su un tempo di antenna (somma dei tempi di
parola e di notizia) complessivamente fruito dai soggetti politici pari a tre ore, sette minuti
e sette secondi, il soggetto segnalante ha fruito di dieci minuti e quarantasei secondi pari al
5,75%, mentre il Popolo della Libertà ha impegnato un’ora, quarantasei minuti e cinquantotto secondi pari al 57,17% del tempo totale, la Lega Nord sette minuti e cinquantanove
secondi pari al 4,27%, il Partito Democratico trentatrè minuti e ventuno secondi pari al
17,82%, l’Italia dei Valori dodici minuti e nove secondi pari al 6,49%, la Lista Marco Pannella- Emma Bonino otto minuti e un secondo pari al 4,28%, Sinistra, ecologia e Libertà
dieci secondi pari allo 0,09%, la Federazione dei Verdi cinquantanove secondi pari allo 0,53%,
la Federazione della Sinistra quattro secondi pari allo 0,04%, il Partito dei Comunisti italiani sei secondi pari allo 0,05%, La Destra cinque secondi pari allo 0,04%, l’Alleanza di
centro quindici secondi pari allo 0,13%, il Partito Socialista venticinque secondi pari allo
0,22%;
22 marzo 2010
- per quanto riguarda il notiziario “Tg1” su un tempo di antenna (somma dei tempi di
parola e di notizia) complessivamente fruito dai soggetti politici pari a un’ora, quarantasette minuti e quarantanove secondi, il soggetto segnalante ha fruito di dieci secondi pari allo
0,15%, mentre il Popolo della Libertà ha impegnato un’ora, due minuti e trentaquattro secondi pari al 58,03% del tempo totale, la Lega Nord quattro minuti e trentanove secondi
pari al 4,31%, il Partito Democratico venti minuti e dodici secondi pari al 18,74%, Di
Pietro-Italia dei Valori otto minuti e due secondi pari al 7,45%, la Lista Marco PannellaEmma Bonino tre minuti e quindici secondi pari al 3,01%, l’Unione di Centro sei minuti e
quarantasei secondi pari al 6,28%, la Federazione dei Verdi otto secondi pari allo 0,12%, la
20
Federazione della Sinistra quattro secondi pari allo 0,06%, La Destra quattro secondi pari
allo 0,06%, l’Alleanza di centro undici secondi pari allo 0,17%, il Partito Socialista italiano
venticinque secondi pari allo 0,39%;
Con meno rilievo istituzionale, ma con perseveranza, anche il Comitato di redazione è intervenuto e ha votato pubbliche sfiducie al direttore. L’ultima il 20 settembre
scorso:
Il Comitato di Redazione ha il dovere di esprimere allarme e forte preoccupazione a tutela del lavoro di tutti i colleghi, che costituiscono ancora un patrimonio di passione e professionalità da salvaguardare. Il Tg1 sotto il 20% è una vera e propria emergenza aziendale, la
direzione generale e il consiglio di amministrazione non possono più nascondersi. Per questi
motivi il comitato di redazione chiede un incontro urgente al direttore generale e al presidente per capire quali iniziative l’azienda intenda adottare per rilanciare la nostra testata.
La riposta di Minzolini insiste sul leitmotiv del “non è vero”, con riferimenti polemici al fatto che nella valutazione dei dati Auditel relativi al suo Tg si sfrutterebbero
le “poche occasioni” in cui si sono verificati dei cali: “Quando ne ho assunto la direzione il Tg1 aveva accumulato decine e decine di sconfitte dalla concorrenza, e nessuno
diceva niente. Adesso sembra quasi che debba essere per forza una notizia. Senza
contare che domenica scorsa c’era in contemporanea la partenza di Che tempo che fa
su Rai Tre e il calcio (la partita Napoli – Milan, ndr.)”.
Insistere con le sfiducie risulta inutile, con questo Cda in carica Minzolini manterrà certamente l’impegno preso con se stesso e con i suoi fan: non mollare finché ‘Berlusconi resta dov’è’.20
Esodo dal Tg1
La linea degli ascolti del Tg1 della sera riportata nel grafico 1 è imbarazzante. La
discesa poteva forse essere considerata inevitabile e dovuta a fattori quali la maggiore
offerta di televisione, la crescita del tempo dedicato ad Internet e l’incremento dei target che si sono spostati sul nuovo mezzo. Tutte ottimi argomenti, smontati però dal
21
successo del Tg La7, a dimostrazione che l’informazione non è considerata un optional
scambiabile con un serial o con un game show e che perdere pubblici è la conseguenza della perdita di due credenziali indispensabili: l’autorevolezza e la credibilità. Minzolini non è mai riuscito a farsi considerare autorevole, tutt’al più autoritario, come nel
caso dell’esclusione di Tiziana Ferrario che ha fatto ricorso ai giudici, i quali hanno
ravvisato:
“[una] grave lesione della sua professionalità per motivi di discriminazione politica a seguito dell’opposizione della stessa giornalista alla linea editoriale del direttore Augusto Minzolini […] i provvedimenti che hanno riguardato la Ferrario sono stati adottati in contiguità
temporale con la manifestazione, da parte della lavoratrice, del dissenso alla linea editoriale
impressa al telegiornale dal nuovo direttore. Con l’adesione da parte sua alla protesta sollevata dal cdr e diretta a far applicare nel tg i principi di completezza e pluralismo nell’informazione. E, infine, con la mancata sottoscrizione da parte della stessa del documento di
censura al cdr il 4 marzo scorso.”
Il ricorso della Rai contro l’ordinanza che ha deciso il reintegro di Tiziana Ferrario
alla conduzione del Tg1 è stato rigettato. La giornalista è stata messa da parte dal direttore Minzolini insieme a Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso. Secondo i detrattori del direttorissimo, la scelta venne dettata dalla mancata firma dei tre alla lettera di
sostegno a Minzolini dopo la vicenda di Trani. Versione smentita seccamente dalla
direzione che ha più volte inquadrato la sostituzione come parte di una strategia di
rinnovamento del Tg1: conduttrici e giornalisti giovani, fine dell’occupazione gerontocratica del telegiornale, nessun intervento punitivo.
Non la pensano così i giudici:
“Sussistono elementi indiziari che convergono univocamente nel far ritenere che lo spostamento della lavoratrice dalle mansioni di conduttrice di telegiornale sia da addebitare più
che ad effettive esigenze organizzative ad una volontà ritorsiva posta in essere dai vertici
della redazione al fine di sanzionare il dissenso manifestato dalla giornalista nei confronti
della linea editoriale impressa al telegiornale dal direttore.”21
22
Augusto Minzolini viene costantemente difeso dai rappresentanti istituzionali del
Pdl. La sentenza è così commentata dall’ex Ministro alle Comunicazioni e già Presidente della commissione parlamentare per la Vigilanza sulla Radiotelevisione:
La magistratura al servizio della sinistra comanda alla Rai», ha detto Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato. «Ora i togati vorrebbero decidere anche chi deve condurre
i telegiornali in studio. Spero che questa decisione venga considerata dalla Rai un proclama
scritto su carta straccia. A quando sentenze che dicano quali notizie divulgare e quali no?
In altri casi, il ministro della Giustizia Alfano ha inviato ispezioni: qui servirebbe un controllo medico». Leoluca Orlando, portavoce dell’Idv, giudica «gravissime e fuori luogo» le
affermazioni di Gasparri, per le quali «si dovrebbe vergognare. Impari a rispettare le sentenze e il lavoro dei magistrati». Matteo Orfini, responsabile cultura e informazione del Pd: «La
sentenza certifica ciò era già evidente: al Tg1 ci sono discriminazioni politiche per chi la
pensa diversamente dal direttore. È normale e accettabile nella Rai di Berlusconi?». L’associazione di telespettatori cattolici Aiart ritiene che si tratti di «una grave bocciatura» di
Minzolini. «Il Tg1 fa soprattutto gossip e nasconde le vere notizie». Carlo Verna, segretario
dell’Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai: «La sentenza è un grande successo di chi crede nei
diritti di libertà e una secca sconfitta di Masi e Minzolini. Ora se ne vadano entrambi».22
Rimane il fatto che il Tg1 della sera ha perso ascolti e credibilità e anche posizioni
animate, come quelle dell’on. Gasparri, esulano dalla normale difesa di un direttore e
raggiungono lo scopo di esaltarne invece la militanza politica.
Gli ascolti del Tg1 iniziano a cadere già nel 2010. Nei primi dodici giorni di aprile
del 2010 il Tg1 della sera realizza un ascolto medio di 5,9 milioni di persone per una
quota d’ascolto del 27,1 per cento. Negli stessi giorni dell’aprile 2009 – direttore Gianni Riotta – il notiziario della sera della prima rete Rai era stato seguito da 6,7 milioni
di spettatori per uno share del 30% netto.
La versione Minzolini aveva già allora allontanato dal Tg1 ottocentomila persone
facendo perdere alla concessionaria pubblica 2,9 punti di quota d’ascolto in un momento della giornata delicato per il valore economico dei break pubblicitari e perché
23
determinante, almeno in parte, per la scelta dei programmi da seguire nella serata. La
metamorfosi propagandistica del notiziario comporta la perdita di credibilità per l’intera azienda ed è funzionale ad un eventuale progetto di privatizzazione della concessionaria pubblica.
Sotto il minimo
Augusto Minzolini è il primo direttore della storia del Tg1 a produrre per così tanto
tempo nell’edizione di prima serata una quota d’ascolto inferiore al 30 per cento.
Nell’intero arco del suo mandato durato 915 giorni ha superato il 30% di quota d’ascolto in trentotto occasioni. La sua distanza dal Tg5 è di 3,97 punti di share, superiore a
quella realizzata da Clemente Mimun (3,35 punti). L’età mediana di chi segue il Tg1
della sera è di 64 anni e sotto la direzione Minzolini è cresciuta di due anni. Soltanto
il Tg4 ha spettatori con un’età mediana superiore. Tutti i target hanno abbandonato il
Tg di Minzolini: donne e uomini, giovani e meno giovani, poveri e ricchi, laureati e chi
ha la licenza elementare.
La svalutazione che l’attuale direttore ha operato del telegiornale della sera della
prima rete della concessionaria pubblica non è soltanto legata alla credibilità, né agli
ascolti.
Questi sono collegati ad un valore economico, a quanto le aziende inserzioniste
sono disposte a pagare per pianificare i loro comunicati.
Uno spot da trenta secondi sul Tg 1 è stato valorizzato a listino dalla Sipra 102.000
euro nell’aprile 2010 e 113.000 tra il 2 ottobre e il 3 dicembre 2011 il formato Top.
Nell’aprile del 2009, prima dell’avvento di Minzolini, i valori furono simili, anche se a
periodi invertiti. Rispetto a quell’aprile il Tg1 ha perso l’11,3% dei propri ascolti, ovvero ha diminuito dell’11,3% il valore del Tg1 nel mercato pubblicitario.
Il che significa che le aziende chiederanno ed otterranno di pagare l’11 per cento in
meno rispetto allo scorso anno e la concessionaria di pubblicità incasserà l’11 per cento in
meno. Considerando nove spot – tanti sono in media quelli pianificati al termine del Telegiornale – il costo pubblico di questa direzione è pari a 3,6 milioni di euro al mese.
24
Valore sottostimato: si dovrebbero infatti inserire nella valutazione anche lo sponsor
e il break con gli otto comunicati inseriti subito dopo, il cui ascolto è vincolato dal
mancato traino del telegiornale.23
Nel confronto tra stagioni piene, i periodi più importanti degli investimenti pubblicitari, la svalutazione del Tg1 è del 14,5%.
La tavola seguente mostra i dati e la differenza percentuale sulla quota d’ascolto tra
la stagione precedente alla direzione Minzolini e la sua ultima stagione, per segmenti
di pubblici.
Stagioni a confronto
Il confronto tra periodi omologhi, più lunghi e istituzionali, come le stagioni televisive (dall’ultima domenica di settembre all’ultimo sabato di maggio) è ancora più
grave. La differenza tra la stagione 2008-2009 e la stagione 2010-2011 presenta un gap
del 14,5 per cento. Tutti hanno continuato la loro fuga dal Tg1,
Target:
totale individui
+ ospiti
Tg 1 sera - Confronto tra la stagione
2008-2009 e la stagione 2010-2011
Audience
Share
Contatti
Maschi
-406.400
-5,20%
-594.076
Femmine
-314.621
-3,52%
-436.360
15/19
2.015
-1,02%
-15.107
20/24
-13.479
-2,12%
-21.692
25/34
-105.246
-4,97%
-186.165
35/44
-77.943
-2,50%
-179.937
45/54
-54.177
-3,34%
-92.480
55/64
-279.071
-8,72%
-360.788
65+
-184.963
-4,08%
-138.761
uomini, donne e bambini. Tra le classi di età il record spetta alle persone con età
compresa tra i 25 ed i 34 anni con il -25%. In due anni il Tg1 di Minzolini ha perso un
quarto del proprio pubblico più commercialmente rilevante. Andrebbero affrontate
25
anche le responsabilità di queste perdite economiche da parte della dirigenza di una
società pubblica, che, a spese di tutti, ha così a lungo perseverato nell’errore.
Tav. 5.2
Target: totale
individui + ospiti
Tg 1 sera - Confronto tra la stagione
2008-2009 e la stagione 2010-2011
Audience
Share
Contatti
Diff.%
-8.155
-1,36%
-35.507
-11,18
Elementari
-256.202
-2,64%
-300.011
-7,10
Medie Inferiori
-128.219
-3,10%
-226.323
-11,78
Medie Superiori
-199.231
-5,82%
-281.729
-21,39
Laurea
-129.214
-10,63%
-186.866
-32,13
Non R.A.
-508.322
-5,07%
-767.941
-18,60
R.A.
-212.698
-3,62%
-262.494
-11,51
BASSA BASSA
-20.440
0,93%
-47.473
3,17
Nuova
MEDIO BASSA
Classe SocioEconomica
La prima lettera BASSA ALTA
si riferisce
ALTA BASSA
all’economia
MEDIO ALTA
-2.013
-1,58%
-45.697
-5,83
-9.549
-3,76%
-8.975
-15,02
-111.271
-5,25%
-90.448
-12,49
-388.853
-6,49%
-543.278
-21,41
ALTA ALTA
-188.893
-7,94%
-294.564
-29,95
Possesso
abbonamento
Sky
Si Pay Tv Sat
-211.517
-4,04%
-275.713
-20,16
No Pay Tv Sat
-509.503
-4,49%
-754.722
-14,04
Possesso Free
Tv Sat
Si Free Tv Sat
-5.753
-3,78%
-4.536
-14,05
-715.268
-4,29%
-1.025.900
-15,65
Nessuno
Titolo di Studio
Responsabile
Acquisti
No Free Tv Sat
Tutto sarebbe andato meglio per Augusto Minzolini se le italiane e gli italiani fossero poveri e poco istruiti. È questo infatti l’unico segmento di pubblico che cresce nel
confronto, stagione su stagione. Cresce relativamente, sale la quota d’ascolto pur perdendo in audience e contatti. Ad abbandonare più di tutti il Tg1 sono invece i laureati,
le persone che abbiano compiuto gli studi universitari anche se non portati a termine
e le persone con un buon reddito ed un titolo di studio universitario.
Che invece si possegga o meno un abbonamento pay o un decoder per ricevere
gratuitamente il segnale televisivo via satellite è indifferente nella decisione di non
26
seguire più il Tg1. Non sono le tecnologie ad allontanare dal Tg1, è più facilmente la
persistente propaganda e la bassa idea che il direttore ha del proprio pubblico, cui ha
immaginato e immagina di poter propinare qualsiasi cosa.
Tav. 5.3
Tg1 sera - Confronto
tra la stagione 2008-2009
e la stagione 2010-2011
Audience
Share
-6.023
-12,92%
Piemonte
-21.615
-1,22%
Liguria
-65.735
-9,20%
-211.563
-5,35%
10.160
1,13%
-180.043
-9,20%
-38.664
-6,82%
-111.120
-6,28%
Marche
-41.366
-7,08%
Toscana
-39.011
-4,16%
Umbria
-7.934
-2,42%
Lazio
53.658
-1,90%
Campania
13.736
-2,04%
8.581
2,59%
Molise
-2.550
-0,42%
Puglia
-53.580
-4,33%
Basilicata
-9.485
-5,76%
Calabria
29.469
-1,01%
Sicilia
-40.806
-5,67%
-7.131
-2,42%
Regione per regione
Valle d’Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Emilia Romagna
Abruzzo
Sardegna
27
Rispetto ai territori crescono Trentino Alto Adige e Abruzzo, mentre tutte le altre
regioni diminuiscono la loro frequentazione con il Tg1 della sera. Più delle altre se ne
allontanano le popolazioni della Valle d’Aosta, del Veneto, della Liguria, della Lombardia e del Friuli Venezia Giulia. Il Sud presenta in media valori negativi meno clamorosi di quelli del Nord.
Al calo non c’è ancora fine
Più tempo passa più le cose peggiorano per la Rai e per il Tg1 della sera. Lo abbiamo
rilevato sulle stagioni passate, lo confermiamo sulla stagione in corso, che include i
giorni passati tra l’ultima domenica di settembre e il 12 dicembre 2011. Il 13 dicembre
Augusto Minzolini viene rimosso dalla direzione del Tg1. Il nuovo direttore ad interim
avrà il suo bel da fare per risalire la china degli ascolti così rapidamente discesa dal suo
predecessore. Considerando gli stessi giorni della settimana e le settimane omologhe
Tav. 6 - INIZI STAGIONI
TG1 SERA
Differenze val. ass.
2011-2008
Audience
Share
Contatti
Età mediana
-1.651.220
-7,90
-2.640.440
-2
25/09/2011 - 12/12/2011
5.586.646
22,15%
9.445.394
64
26/09/2010 - 13/12/2010
6.337.449
25,43%
11.077.910
63
27/09/2009 - 14/12/2009
6.730.209
28,22%
11.293.095
62
228/09/2008 - 15/12/2008
7.237.866
30,03%
12.067.502
62
degli ultimi quattro anni, la situazione risulta piuttosto grave per la concessionaria
pubblica. La tavola mostra un decremento dell’audience media che supera il milione
e mezzo di individui, e la perdita di 2,6 milioni di persone che hanno smesso del tutto di seguire il Tg1 della sera, mentre lo avevano seguito nel 2008.
La decisione dell’allontanamento del direttore che ha così mal diretto il più importante notiziario del Paese - la fonte d’informazione più seguita dalla popolazione italiana - è arrivata con colpevole ritardo, ma almeno è arrivata. Non può sfuggire che è
stata necessaria la caduta del governo Berlusconi per decidere. Il danno economico è
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notevole. Probabilmente non ci si esimerà dall’assistere ad elargizioni e buone uscite
da favola invero inconcepibili in tempi come questi.
D’accordo, non c’è Marcello Rodinò a protestare per le spese improntate per favorire partiti di governo, ma non c’è neppure Ettore Bernabei e soprattutto non c’è il rispetto e persino l’amore per l’azienda a quei tempi nutrito da tutti i dipendenti. Ricordo
dirigenti del marketing risparmiare su vitto e alloggio nei convegni per l’attenzione
dovuta da chi spende denaro pubblico e ho purtroppo constato anni dopo una totale
indifferenza verso l’uso privato del denaro pubblico da parte di dirigenti con note spese da libro dei sogni.
Note
1 http://www.youtube.com/watch?v=hEkEXBjGAIs
2 Cfr. Franco Monteleone, Storia della radio e della televisione in Italia, Marsilio, Venezia, 1992, pag. 116.
3 Così scrive Gianpiero Gamaleri a pag. 11 della sua “Introduzione” al volume di Francesco Alberoni,
Pubblicità, televisione e società, Armando editore, Roma, 2011. Il libro ripropone due scritti di
Alberoni del 1968.
4 Questo prezioso documento è riportato nell’Introduzione di Gianpiero Gamaleri al citato volume da lui
curato.
5 F. Monteleone, op. cit, pag. 344.
6 F. Monteleone, op. cit, pag. 344.
7 Cfr. http://www.anpi.it/donne-e-uomini/massimo-rendina/
8 http://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_Rendina
9 Cfr. Ikon, n.7, primavera 1980 pag. 146. Alla tavola rotonda parteciparono oltre al sottoscritto e a
Massimo Rendina, Giovanni Cesareo, direttore di Ikon, Giuseppe Richeri, Franco Rositi, Giuseppe
Vacca.
10 Encicolopedia della televisione, Milano, Garzanti, 1996.
11 Arrigo Levi, Televisione all’italiana, Milano Etas Kompass, 1969.
12 Aldo Grasso, Storia della televisione italiana, Milano, Garzanti, 1992.
13 Encicolopedia della televisione, op. cit., pag. 775.
14 F. Monteleone, op. cit. edizione del 1999.
15 Francesco Siliato, Il Sole 24 ore, 7 dicembre 2006.
16 Cfr. F. Siliato, Il lungo duello fra il Tg Uno e il Tg 5 in fasi cruciali del ‘92 e del ‘93, Problemi
dell’informazione, Bologna, Il Mulino, Anno XVIII - N.3 - settembre 1993.
17 La tavola e i grafici qui riportati sono stati presentati al Convegno della rivista Millecanali, il 15 marzo
del 2011, e costituivano parte della nostra relazione.
18 http://www.primaonline.it/2009/06/16/71975/e-lora-di-minzolini/ consultata il 7 dicembre 2011.
19 http://www.facebook.com/topic.php?uid=97672982049&topic=9300.
20 Ripresa da: http://www.tvblog.it/post/27693/minzolini-sfiduciato-dal-cdr-anche-per-gli-ascolti-risponde-il-tg1perdeva-gia-prima-di-me, consultato il 7 dicembre 2011.
21 http://www.tvblog.it/post/24305/tiziana-ferrario-reintegrata-respinto-il-ricorso-del-tg1.
22 http://www.corriere.it/cronache/10_dicembre_29/ferrario-reintegrata-tg1_70c2ecf6-1335-11e0-889400144f02aabc.shtml consultato il 7 dicembre 2011.
23 Cfr. F. Siliato, Europa, 14 aprile 2010.
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Appendice. Il circolo vizioso della svalutazione
Raccontare il mondo, è questo il compito fondamentale di un notiziario. In tempi
lustri un media di massa racconta il mondo per farlo capire attraverso la fornitura di
notizie inevitabilmente selezionate tra fonti le più svariate. Gli eventi sono milioni e
la selezione è essenziale, la qualità della selezione fa di un media un buon mezzo per
apprendere, conoscere, essere informati, e, al meglio, consapevoli sulle cose che contano.
Pervicacemente il direttore del Tg1 ignora la regola, o finge, ed eleva al rango di
notizie semplici curiosità, di cui qui proponiamo una selezione, raccolta in poco più
di un anno, tra luglio 2011 e agosto 2011. Di per sé non c’è nulla di strano che quelle
qui riportate di seguito siano considerabili “notizie” da qualche testata. Ma la “qualità
percepita” del Tg1, da parte dei pubblici del notiziario della prima rete Rai, non consente di includerle tra le cose importanti del giorno da sapere. Il direttore lo ha fatto,
ed è uno dei numerosi motivi con cui è riuscito a far crollare la percezione della qualità del notiziario da lui diretto, e quindi la sua stessa qualità. Quando si parla di qualità in un media si parla di un cerchio, un circolo virtuoso o vizioso. Se i pubblici percepiscono la scarsa qualità del mezzo, trasferiscono a chi lo compone la responsabilità
di tale percezione, e lo fanno senza pensarci su tanto. Ma non ci si ferma qui, si prosegue e ci si chiede: “Ma allora, io pubblico, io singola persona, uomo o donna, ricco
o povero che sia, come vengo considerato da chi mi propina questa notizie?”. Il cerchio
si chiude, si comprende che ad essere svalutato dal mezzo sono i pubblici, sono le
persone che lo seguono. “È di me - conclude ciascun telespettatore - che il direttore ha
un’idea atroce, è me che considera sciocco al punto da pensare di poter da sottopormi
questa notizie”.
Notizie che si sarebbe anche contenti di conoscere, ma ce le si aspetta su altre testate, non sul Tg1; e in altre condizioni di spirito, non quando chiedo di essere informato
sull’Italia e sul mondo dalla più istituzionale delle testate giornalistiche.
Il Tg 1 di quest’ultimo direttore ha svalutato tutto, se stesso, l’azienda, le istituzioni
e i pubblici.
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Si consideri poi che non è che si viva oggi e si vivesse lo scorso anno in tempi particolarmente privi di notizie di grande rilievo e spesso, poiché il tempo di un tg è limitato dai trenta minuti di un tempo ai quaranta attuali, questo genere di notizie ha
tolto tempo ad altre più interessanti e spesso più importanti e a volte imbarazzanti per
i riferimenti del direttore, questi ha trasformato il tg da un notiziario istituzionale ad
un istituto di propaganda, ricorrendo a tutte le manipolazioni del caso. Un tg che anche
nelle fasi più delicate era sinora riuscito a mantenere un dignitoso livello di credibilità,
che rendeva possibile ai pubblici “fare la tara” e riconoscere la voce parlante, sotto
tutte le bandiere, tranne l’ultima, la bandiera bianca della resa alla propaganda e alla
“egemonia sottoculturale”1. Il direttore ha forgiato un notiziario curioso, pieno anche
di notizie curiose, il Libro bianco approntato da parte del Comitato di redazione del Tg1,
alla cui lettura rimandiamo2, ci illustra come le notizie più interessanti per informare
i pubblici fossero altre, e che si è spesso preferito tenere le persone all’oscuro di fatti
rilevanti, o leggerli come fossero leggere e senza peso, con un’idea dell’agenda setting
tutta particolare, imperniata sul piacere più che sul dovere. Il curioso come occasione
per coprire dei buchi. Il progetto di quest’ultimo direttore è consistito nel costruire un
pubblico il più ignaro possibile, come ai vecchi tempi. Ad una democrazia fondata
sull’ignoranza corrisponde la dittatura degli stereotipi, e i media sono lo strumento
ideale per creare gli stereotipi più utili ai potenti. Però oggi c’è la rete, che per quanto
sia un mare magnum consente selezioni diverse di ciò che importa e a chi, e poi c’è il
mondo, ci sono le crisi, allora le città da bere e i media aperitivi da happy hour tornano
ad essere il retroscena di uno spettacolo fastidioso.
Notizie
Selezione di notizie fornite dal Tg 1 ai propri pubblici
03 luglio 2010 Varese: come aprire un bottiglia di champagne a colpi di sciabola.
05 luglio 2010 La tendenza a vivere le spiagge all’ora del tramonto: dagli aperitivi, ai buffet
etnici, agli spettacoli, commenti.
08 luglio 2010 Il caso di due italiani che sbarcano a Sidney della Nuova Scozia e non in
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Australia.
13 luglio 2010 Il polpo Paul che ha indovinato tutte le partite dei mondiali.
15 luglio 2010 Al bioparco di Roma è nato un cucciolo di Zebra.
18 luglio 2010 Courmayeur, Aosta: ai piedi del ghiacciaio del Monte Bianco celebrato un
matrimonio tra un ragazzo milanese e la fidanzata statunitense appassionati di alpinismo.
20 luglio 2010 Lo stress da calore, una sindrome molto diffusa tra gli animali domestici.
Russia: rischiano una condanna per atti di crudeltà contro animali i ragazzi che hanno
costretto un asino a un lancio col paracadute.
Australia: un polpo ha predetto la riconferma del premier alle prossime elezioni.
21 luglio 2010 Sudafrica: Città del Capo: balena abbatte barca a vela.
24 luglio 2010 Animali: un pesce rosso da record vive in una vasca da 22 anni dopo essere
stato pescato alle giostre con un gioco delle palline.
29 luglio 2010 Le vacanze al mare, chi si vorrebbe avere come vicini d’ombrellone.
03 agosto 2010 Spagna: Marbella: arriva Michelle Obama con la figlia.
Stati Uniti: New Jersey, pescecane è arrivato a riva.
05 agosto 2010 VIP: Marilyn Monroe e Michael Jackson due miti sempre nei cuore dei
fans.
08 agosto 2010 500 persone ballano il tuca tuca a Igea Marina.
11 agosto 2010 Trovato tra le macerie di una casa a L’Aquila un tesoro che viene poi restituito.
12 agosto2010 Le vacanze degli italiani: la sicurezza degli animali durante le vacanze
nuove regole.
Villa D’Ogna il sindaco vieta il gioco del biliardino perché troppo rumoroso.
13 agosto 2010 Malpensa: la vicenda di Cesira Ton a cui è stato negato l’ingresso nelle Mauritius e da 5 anni soggiorna nell’aeroporto in attesa del permesso.
14 agosto 2010 Val Taleggio: numerose turisti presenti, tradizionale Festa del Fieno, gli
antiche mestieri, il percorso per la produzione del formaggio, gli alpeggi.
15 agosto 2010 Milano: il sindaco distribuisce il panettone col gelato per sostenere l’artigia32
nato meneghino.
18 agosto 2010 Animali: l’utilizzo di un dog sitter.
19 agosto 2010 Padova: al via l’iniziativa di portarsi a casa il vino avanzato al ristorante.
21 agosto 2010 Le numerose e bizzarre feste e sagre di paese, dalla fiera della zanzara a quella di miss chirurgia estetica, dalla sagra del panettone a quella del peperone quadrato.
22 agosto 2010 Le offerte degli operatori turistici per le vacanze in Settembre: i prezzi e le
mete proposte.
23 agosto 2010 Si chiama Maha Jachoub, per gioco ha iniziato a spiegare l’arabo su you
tube, ora è richiestissima.
Parigi: operazione ortopedica ben riuscita per un gorilla.
24 agosto 2010 Il ritorno delle parole crociate sulle spiagge italiane.
Eletta a Las Vegas Miss Universo, è messicana e ha 22 anni.
25 agosto 2010 Spagna: la battaglia della “toamtina” a Buñol.
26 agosto 2010 Courmayeur, Aosta: l’unico allevamento di renne in Italia, meta di visite di
bambini.
26 agosto 2010 In un sondaggio le donne bocciano gli uomini per la mancanza di attenzione e romanticismo e galanteria, commenti.
Stati Uniti: New York, aperto Eataly, il più grande negozio di
prodotti italiani dal cibo ai prodotti, emporio del gusto italiano.
29 agosto 2010 L’uso del portapacchi per le ferie estive.
30 agosto 2010 Taiwan: festa di compleanno per i due panda dello zoo di Taipei.
09 settembre 2010 In Francia scoppia la moda tra i politici di sposarsi in Italia.
14 settembre 2010 Miss Italia 2010, ragazza di 19 anni di Foligno.
15 settembre 2010 Bergamo: trovati micini di poche settimane rimasti incastrati sotto
un’auto, fortunatamente tutti salvi.
22 settembre 2010 Europa e stereotipi.
23 settembre 2010 Il fenomeno Facebook, una giornata di black out lascia i ragazzi in
crisi.
24 settembre 2010 Roma: sfilata di auto d’epoca al Quirinale per celebrare 80 anni della
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Pininfarina, Napolitano li accoglie con un discorso.
Novate Milanesse: centri benessere per cani e per fare riabilitazione.
25 settembre 2010 Concorso su internet per “cambiare faccia” al dollaro.
26 settembre 2010 Esteri. L’ONU incarica un’Agenzia di preparare il possibile incontro con
i marziani.
27 settembre 2010 Esteri. California. La contesa legale per il possesso di un super smeraldo.
Esteri. Singapore. Maraya Carey scivola sul palco.
29 settembre 2010 Esteri: Stati Uniti: un anziano signore vince due volte la lotteria in tre
mesi.
02 ottobre 2010 Esteri, Santo Domingo: campionato mondiale dei sommelier.
03 ottobre 2010 Nibbiano, Piacenza: Festival dei rapaci notturni, in particolare gufi e civette, da tradizione classici animali portafortuna, commenti.
07 ottobre 2010 Esteri, Città del Capo, è morto lo scimpanzé fumatore dello zoo cittadino.
11 ottobre 2010 Esteri, Brasile: San Paolo, una fuga spettacolare per sfuggire alla Polizia
trasmesso in diretta TV.
15 ottobre 2010 Spagna: Madrid, campionato nazionale di siesta.
16 ottobre 2010 Estero: Giappone negozi che affittano i cani e gatti.
Napoli: un autobus si ferma nel centro della strada e i passeggeri spingono per poterlo rimuovere.
17 ottobre 2010 Lignano Sabbiadoro: olimpiadi riservate ai cani.
20 ottobre 2010 Esteri: Stati Uniti-New York: la casa degli spiriti.
21 ottobre 2010 Lista delle famiglie più amate della tv americana.
24 ottobre 2010 Hotel delle cose: alberghi nati per ospitare gli oggetti che non trovano più
posto in casa.
25 ottobre 2010 Bizzarre richieste in hotel.
31 ottobre 2010 Superenalotto: Colico, è partito da una ricevitoria di questa città il sistema
che ha sbancato il jackpot.
04 novembre 2010 Estero, Stati Uniti, Natura, esondazione di un fiume, un cane “pesca”
un salmone direttamente in strada.
08 novembre 2010 Estero, Parigi: torneo campionati mondiali dei parrucchieri.
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10 novembre 2010 Estero, Las Vegas: un ragazzo italiano, Filippo Candio, campione di
poker, 4 ai mondiali di poker americano.
11 novembre 2010 Estero, New York: nuova asta per i beni del ricco finanziere di Wall
Street condannato per truffa.
Estero, Springfield: immagini della demolizione di una torre.
Estero, Turchia: aperta scuola per gladiatori per lo sviluppo del turismo.
16 novembre 2010 Estero, Città del Messico: un toro fuori controllo durante una corrida
terrorizza gli spettatori saltando sugli spalti, solo un ferito, poco prima era successo in
Canada.
18 novembre 2010 Estero, Finlandia: stappate due bottiglie di Champagne vecchie di due
secoli; a New York è stato bevuto il whisky più caro al mondo.
20 novembre 2010 Estero, GB, Londra: il caso di un porcellino diventato un enorme maiale.
22 novembre 2010 Firenze: fontanelle d’acqua frizzante gratuita fai da te.
23 novembre 2010 Gli occhiali come strumento di fascino: vengono utilizzati anche se si
ha una vista perfetta.
Nuova tendenza del look: curare le sopracciglia.
26 novembre 2010 Miss Italia 2010, come vive la più bella d’Italia.
04 dicembre 2010 Addobbi natalizi: vanno di moda biscotti e frutti di plastica.
Verona: lepri in pista, un rischio la sicurezza dei voli, parte una battuta di caccia.
06 dicembre 2010 Napoli: una giornata con gli zampognari. Un mestiere che resiste nel
tempo.
Savigliano (CU): il paese nel quale è ancora possibile acquistare con le lire. I soldi raccolti
potranno essere cambiati alla banca centrale entro febbraio 2012.
08 dicembre 2010 Identikit di Babbo Natale 2010.
Curioso video di una lite tra animali.
15 dicembre 2010 Classifica degli uomini più influenti dell’anno: secondo il settimanale
Time è Mark Zuckerberg l’uomo in testa alla classifica.
Chioggia: venduto un banco del mercato del pesce ad un asiatico. Polemiche e preoccupazioni per una tradizione del posto che viene ad interrompersi.
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Turismo: nasce il fantaturismo. Luoghi infestati da presenze soprannaturali diventano mete
di appassionati e curiosi.
16-dicembre10 Le letterine di Natale dei bambini.
19 dicembre 2010 Camogli (Ge): il bagno dei turisti a dicembre.
21 dicembre 2010 Estero, Germania: cucciolata record di 17 piccoli.
22 dicembre 2010 Estero, Australia: una casa privata è diventata un’attrazione, quasi un
museo, della decorazione natalizia alla periferia di Sidney.
23 dicembre 2010 Quarto d’Altino, Venezia, donna compie 112 anni.
24 dicembre 2010 Estero: Natale nel Mondo, la slitta di Santa Claus.
26 dicembre 2010 Estero, India: animali, un leopardo irrompe in un villaggio, gli abitanti
impegnati nella caccia al felino.
Estero, Spagna: nel giorno di Natale i passeggeri di una compagnia aerea spagnola oltre
alle loro valigie hanno trovato sui nastri trasportatori pacchi regalo.
I regali di Natale che non piacciono.
02 gennaio 2011 Estero, Stati Uniti: l’impresa di un esploratore norvegese che ha visitato il
sottosuolo di New York.
04 gennaio 2011 Estero, Cina: stabilito il record mondiale di permanenza nel ghiaccio.
06 gennaio 2011 Estero, Gran Bretagna: realizzato a mano un maxi pullover per festeggiare i 900 anni dalla fondazione della città di Cardigan.
07 gennaio 2011 Clamorose bufale sul web.
11 gennaio 2011 Il concorso di Miss Italia toglie il limite di taglia accettando concorrenti
con la taglia 44: i commenti e il parere positivo della dottoressa Dalla Ragione.
14 gennaio 2011 Estero: Inghilterra, Londra: le nuovi abitudini degli inglesi nella colazione:
il successo della nutella.
20 gennaio11 Un anno da globetrotter, il racconto di due viaggiatori che hanno viaggiato
per un anno a piedi.
21 gennaio 2011 Novara: intervista a Adriano Stefanelli, calzolaio artigiano, che realizza
le scarpe e calzature per i Vip, da Giovanni Paolo I a Luca Cordero di Montezemolo e al
presidente Obama.
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25 gennaio 2011 Estero, Gran Bretagna, Londra: ingaggiato un gatto per dare la caccia ad
alcuni topi nella residenza di Downing Street.
27 gennaio 2011 La nuova avventura dell’alpinista estremo Tom Perry che scala le montagne
a piedi nudi: partirà per il Guatemala
28 gennaio 2011 Estero, Usa: disavventura per un partecipante al gioco del canestro.
31 gennaio 2011 Estero California: un computer sfida due concorrenti preparatissimi di
Jopardi.
09 febbraio 2011 I regali per San Valentino, sempre più richiesti gli interventi di chirurgia
estetica.
13 febbraio11 Domani la festa di San Valentino, il giorno degli innamorati.
Domani la festa di di San Valentino, frasi d’amore dal Web.
16 febbraio 2011 Estero, UK: Topi a Downing Street, arriva il gatto Larry in casa Cameron.
20 febbraio 2011 Livorno: qualcuno dice di aver visto fantasmi nel palazzo del Vescovo,
subito è stato chiamato l’esorcista.
21 febbraio 2011 Chiesanuova (TO): la storia di una famiglia che ha riorganizzato la
propria vita trasferendosi dalla città alla campagna; il successo del loro agriturismo.
Estero, Stati Uniti, Animali: salvato un cagnolino rimasto intrappolato in una tubatura.
22 febbraio 2011 Milano: parrucchiere condannato per aver applicato un extension, l’allungamento dei capelli, che ad una donna ha causato la calvizie, i commenti e i consigli del
dermatologo e degli hair stylist.
27 marzo11 Estero, Thailandia: noci di cocco gratis sulla spiaggia a causa del naufragio di
una nave indonesiana che lo trasportava.
Madonna di Campiglio: fiaccolata da record, l’evento è nei Guinness dei primati.
30 marzo 2011 Vestiti venduti a peso, ultima stravagante iniziativa per risparmiare.
07 aprile 2011 Napoli: marito e moglie festeggiano 70 anni di matrimonio, un vero record.
09 aprile 2011 Una coppia di Stoccolma in luna di miele vive una strana avventura, durante il loro viaggio di quattro mesi hanno incontrato ogni sorta di catastrofe naturale,
dalle tempeste di neve in Germania allo tsunami in Giappone.
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17 aprile 2011 Donne terrorizzate dalla cellulite in previsione della prova costume.
18 aprile 2011 Portici: sfogliatelle a chi guida e ha tutte le carte in regola, singolare iniziativa del Comune per automobilisti e motociclisti.
22 aprile 2011 Calcio: la coppa del re che il Real Madrid si è appena aggiudicato cade dal
pullman durante i festeggiamenti.
23 aprile 2011 Esteri: Russia: grande successo per la “sauna mobile”.
Esteri: Cina: animali, la storia di un contadino che ha salvato e adottato due cuccioli di
orso; il rifugio di ghiaccio per panda.
24 aprile 2011 Catania: racconto di una storia familiare a lieto fine.
27 aprile 2011 Si usano sempre di più le cosiddette “scatole regalo”.
05 maggio 2011 Roma: una sposa non si presenta davanti all’altare, ora lo sposo chiede i
danni.
08 maggio 2011 Estero, Gran Bretagna: la classifica dei più ricchi del Regno Unito, spopolano gli stranieri.
Roma: torneo internazionale di agility dog, un percorso a ostacoli che comprende il riallineamento di un gruppo di oche.
14 maggio 2011 Milano, Festival dell’aria all’Arena civica.
16 maggio 2011 La carta da lettera va in pensione.
18 maggio 2011 Estero, Cina. Una sposa ha tentato di suicidarsi dopo essere stata abbandonata all’altare.
20 maggio 2011 Estero, Siberia: allarme ufo.
23 maggio 2011 Lucca: un serpente corallo e due bisce d’acqua sbucano dal water di una
villetta, le immagini e le possibili cause, gli episodi simili, i consigli.
05 giugno11 Estero, Stati Uniti: un bimbo di soli 9 anni è il più giovane pilota di volo in
solitaria in mongolfiera Facebook: gli inconvenienti, inserito un invito sbagliato sul profilo di una ragazzina, intervento della Polizia.
08 giugno11 Esteri: Usa, Washington: animali, un orso corre nei giardini di alcune villette;
l’animale è stato abbattuto.
09 giugno11 Sicilia: gli orologi elettronici vanno avanti anche di 20 minuti creando confu38
sione e disagi.
Estero, India: Mysore, due elefanti per le strade di un quartiere residenziale danneggiano
una scuola e attaccano gli animali nelle fattorie, schiacciato e ucciso un uomo.
13 giugno11 Torino: Mike, il cane lupo dei Carabinieri va in pensione: tutte le imprese del
cane antidroga.
15 giugno11 Esteri: Gran Bretagna: Ascott: i cappellini più bizzarri apparsi nella più celebre corsa di cavalli.
Bergamo: animali, la storia di un’aquila reale trovata ferita in un casale, curata e presto
rimessa in libertà.
17 giugno11 Estero, Gran Bretagna: animali, successo su You Tube per il video dell’orango
Jorong che salva un cucciolo di gallinella d’acqua che sta per annegare.
18 giugno11 Jesolo (VE): il matrimonio di una coppia toscana che voleva qualcosa di originale.
Internet: scatti fotografici on line.
19 giugno11 Le cause di litigio tra i condomini.
Milano, cinque chilometri di corsa per trovare l’anima gemella. Il numero di cellulare stampato sulla pettorina.
20 giugno11 Estero, Stati Uniti, Portland, un ragazzo ubriaco ha urinato in un bacino
idrico di acqua potabile. I responsabili hanno dovuto svuotarlo, gettando via 30 milioni
di litri d’acqua.
25 giugno11 Estero, Stati Uniti, California: Animali, il concorso del cane più brutto dell’anno.
27 giugno 2011 Estero, Francia: Cannes, un gabbiano di notte ruba la piccola telecamera
lasciata incustodita da un turista e registra il suo volo in soggettiva.
03 luglio 2011 Animali: un’intera famiglia di cinghiali a spasso per Genova, disagi, non
tutti sono d’accordo di abbatterli.
Matrimonio a 18 metri di profondità.
04 luglio 2011 Estero, Russia: animali, ristorante di lusso per cani.
08 luglio 2011 Milano: i vigili del fuoco chiamati per un incendio in un appartamento trovano all’interno un boa constrictor e un pitone reale a difesa di una serra casalinga di
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marijuana.
Estero, Francia, Parigi, al via il World Dog Show, la mostra mondiale del cane di razza, in
concorso esemplari canini provenienti da tutto il mondo, commenti.
09 luglio11 Estero, Brasile: reportage su Paulo David Amorim, il bambino calamita.
10 luglio11 Roma by night: reportage sulla vita mondana della Capitale.
12 luglio11 Estero, Stati Uniti, California: prodezze di un ragazzo con il suo yo-yo.
13 luglio11 Animali: una donna compra una pagina del Corriere della Sera per scrivere un
necrologio per il suo gatto.
15 luglio11 La storia di Ariel un leoncino che è malato di una malattia autoimmune.
17 luglio11 Estero, Cina: Shanghai, il parco dell’amore.
19 luglio11 Estero. Stati Uniti, Los Angeles, due ladri armati di pistola vengono spaventati
da un cane chiwawa.
Estero: Belgio un locale propone trattamento per sbiancare i denti.
21 luglio11 Trieste: in uno stabilimento balneare un muro divide uomini e donne.
Animali: grazie a delle rotelle una tartaruga è tornata a camminare.
23 luglio 2011 Il racconto dei bagnanti che perdono qualunque cosa in spiaggia.
29 luglio 2011 La Spezia: singolare competizione tra globetrotters europei, vince chi arriva
primo a Venezia partendo dal Belgio e viaggiando esclusivamente in autostop, commenti.
30 luglio 2011 Estero, Thailandia: animali, in uno zoo scimpanzé ha adottato cuccioli di
tigre.
03 agosto 2011 Esteri: Francia: Saint Tropez: le spiagge dei vip invase dalle massaggiatrici
cinesi.
17 agosto 2011 Vicenza: mistero su una spider che trasporta una bara sul sedile del passeggero.
18 agosto 2011 Alassio: polemiche per la presenza di una statua raffigurante Totò.
24 agosto 2011 Piacenza: da un benzinaio si può ancora fare la benzina pagando in lire.
30 agosto 2011 Viaggio nei piccoli Comuni d’Italia: a Rognano (PV) l’età media è di 33
anni.
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Una nota recente. Il 4 dicembre 2011 i blogger italiani si scatenano nel prendere in giro
il Tg1. L’edizione della sera dà notizia dell’iniziativa presa da Vasco Rossi, presentare sulla
propria pagina Facebook l’anteprima del suo nuovo video e si afferma in voice over: Ma c’è
chi può non gradire i suoi pezzi e, guarda caso, a sentire i suoi fan, uno in particolare ha
cliccato su “Non mi piace”. Si chiama Ligabue.
Un comunicato stampa di quest’ultimo smentisce: Contrariamente a quanto affermato
nel servizio del TG1 (a firma di Leonardo Metalli), andato in onda ieri sera durante
l’edizione delle 20.00, si precisa che Ligabue non ha mai cliccato su “non mi piace”
(opzione peraltro non possibile su Facebook) riguardo ad un video di Vasco Rossi3.
Già, perché su Facebook non c’è alcun tasto “Non mi piace”, se proprio si vuol dar
segno di sé c’è il bottone “Mi piace” famoso in tutto il mondo e rappresentato con un
pollice alzato. Un altra buffa nota di colore, certo, ma alla faccia dell’interattività, dell’interazione fra web e tv e della necessità di aggiornamento professionale.
Note
1 Definizione ben congegnata ed illustrata da Massimo Panarari nel suo L’egemonia sottoculturale – l’Italia
da Gramsci al gossip, Torino, Einaudi, 2010.
2 Il Libro bianco, a cura di Alessandra Mancuso, Claudio Pistola e Alessandro Gaeta è scaricabile anche
da http://st.ilfattoquotidiano.it/wpcontent/uploads/2011/03/librobiancoTg1.pdf.4 Questo prezioso
documento è riportato nell’Introduzione di Gianpiero Gamaleri al citato volume da lui curato.
3 http://www.tvblog.it/post/30357/tg1-vasco-ligabue-e-facebook-non-mi-piace-non-esiste
Ringraziamenti:
Il nostro grazie va a chi ci ha aiutato in questa fatica, produrre un instant ebook in
pochi giorni: Clelia Pallotta, Vera Bezzini, Niccolò Cavagnola, Massimo Labadini, Luciana Matarese, Francesca Minucci, Riccardo Siliato
Illustrazione copertina: Stefano Navarrini
Impaginazione: Cinzia Caldarelli e Giulio Fermetti
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