Incontro con Giulio Guidorizzi, autore del libro «Il

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Incontro con Giulio Guidorizzi, autore del libro «Il
VELIATEATRO 2013 – L’intervista all’autore
Area archeologica di Elea-Velia – Ascea (Sa)
Domenica 25 agosto ore 21
«Achille sogna Patroclo. Il sonno più bello della storia dell’occidente»
Incontro con Giulio Guidorizzi, autore del libro «Il compagno dell’anima. I Greci e il sogno»
Alle origini della cultura occidentale i Greci maturarono una vera e propria cultura del sogno. Per
loro la vita noturna era un messaggio capace di proietarsi con forza sulla vita cosciente. A
raccontarci e svelarci questa «epopea» è Giulio Guidorizzi, professore di Leteratura Greca
all’Università di Torino, autore del libro «Il compagno dell’anima. I Greci e il sogno» (Rafaello
Cortina Editore), Premio Giuria Viareggio per la saggistica 2013.
L’argomento sale sul palco di VeliaTeatro 2013, nella serata del 25 agosto (ore 21), in cui lo stesso
autore illustra il testo nell’incontro «Achille sogna Patroclo. Il sonno più bello della storia
dell’Occidente», titolo derivato da una recensione del libro scrita dal critico Pietro Citati (sul
Corriere della Sera del 13 aprile 2013). Riferimento a un passo del saggio, relativo al ventitreesimo
libro dell’Iliade dove il defunto Patroclo appare in sogno all’amico fraterno Ulisse. Il professor
Guidorizzi ci introduce nel tema, rispondendo in breve ad alcune domande.
Un libro sui sogni. Di questi tempi, di ogni sorta, se ne sente il bisogno in un’epoca di profonda crisi a tut
i livelli.
Noi dovremmo sognare di più, perché il sogno ci aiuta a vedere la realtà da un’altra prospetva, ad
afrontarla con occhi più lucidi e ad essere più creatvi. I sogni sono fat dalle nostre speranze, dalle nostre
esperienze, dalle nostre fantasie: se ascoltamo la loro voce possiamo cambiare in meglio le nostre visioni
dell’esistenza. Il sogno è come un amico col quale ogni notte ci confidiamo.
I Greci hanno «inventato» il sogno. Perché e come era per loro così importante?
Come tutte le popolazioni primitve o arcaiche i Greci davano ascolto non solo alla parte razionale, ma
anche a quella irrazionale, nonostante siano gli stessi inventori della filosofia. I sogni, le visioni, le profezie
avevano importanza fondamentale e venivano inclusi nelle esperienze che si possono fare. Avevano
compreso che nel sogno si sperimenta un’organizzazione mentale diversa dalla veglia e complementare. Un
principio ripescato 2000 anni dopo da Sigmund Freud, che ha scoperto l’inconscio studiando i sogni, ridando
ad essi un linguaggio, una centralità, un significato che già esisteva nella cultura greca, nel corso di tutto il
suo sviluppo. Nella lingua greca non a caso non si diceva «faccio un sogno», ma «vedo un sogno», quasi a
connotarne la concretezza. E il sogno si caratterizzava come un oracolo personale: si andava da un esperto
per farselo interpretare. Ci si recava persino nei templi a cercare dei miracoli sognando: nei santuari di
Asclepio si arrivava per dormire, sperando che nel sonno comparisse il dio a scacciare i malanni.
I sogni sono destinati a svanire come nel caso di Achille che prova ad abbracciare l’ombra di Patroclo?
Quel sogno è uno dei più important in Omero: un’ombra come un fantasma che emerge dall’Ade. Si tratta
di una delle testmonianze più antche dell’esistenza dell’anima oltre la morte. E d’altro canto c’è il risvolto
realistco perché Achille sogna le sue emozioni nei confront dell’amico morto. Svegliandosi nel momento
culminante del sogno, quando cerca di abbracciare Patroclo e non lo trova. Il che traduce il concetto della
grande vicinanza dell’anima, che tuttavia la veglia rivela poi quanto è distante dalla realtà. Il sogno si
configura come una specie di ponte che collega una persona con le sue emozioni profonde, col suo desiderio
che non può realizzarsi. Un nesso che però permette di credere nel contempo che la persona cercata non è
davvero morta, ma esiste da qualche parte almeno nella nostra memoria. In ultma analisi è questo un
esempio di come il sogno sia sì destnato a svanire, ma è in grado di produrre degli efet capaci di infuire
sulla realtà.
Nel titolo del libro l’identificazione del sogno come compagno dell’anima.
Noi non possiamo fare a meno di sognare, perciò nella nostra vita il sogno è il nostro compagno. Se diamo
importanza ai nostri sogni viviamo di più, perché così non solo diamo significato alle espressioni della nostra
veglia, ma diamo rilievo anche a questo amico segreto notturno. Una voce nascosta che ci accompagna
dalla nascita alla morte, una sorta di angelo custode.
L’appuntamento. Nella sesta serata di VeliaTeatro 2013, domenica 25 agosto alle ore 21
sull’acropoli dell’area archeologica di Elea-Velia, ad Ascea (SA), è in programma «Achille sogna
Patroclo. Il sonno più bello della storia dell’occidente», breve incontro con Giulio Guidorizzi,
professore di Letteratura Greca all’Università di Torino, autore del libro «Il compagno dell’anima.
I Greci e il sogno» (Raffaello Cortina Editore). A seguire, la rappresentazione di «Iliade», dal
poema di Omero, spettacolo di e con Gianluigi Tosto.
Ufficio Stampa VeliaTeatro Bartolomeo Ruggiero: [email protected][email protected] – 329 3267300