HIV

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HIV
Giornata Mondiale per la lotta all’AIDS
1 Dicembre 2015
I dati della ASL di Lodi
A cura del Servizio Medicina Preventiva nelle Comunità della ASL di Lodi
L’infezione da HIV
A partire dal 2008 il Ministero della Salute ha istituito il sistema di sorveglianza nazionale
delle nuove diagnosi di infezione da HIV, aggiungendo questa infezione all’elenco delle
malattie infettive sottoposte a notifica obbligatoria. Fino al 2008, infatti, solo l’Aids, ovvero
la malattia conclamata, era sottoposta a segnalazione.
Nel 2008 anche Regione Lombardia, insieme a poche altre Regioni, pianifica il Sistema di
Sorveglianza Regionale in cui prevede l’obbligo di segnalazione dei nuovi riscontri di
infezione da HIV, siano essi in forma conclamata di malattia ovvero di semplice infezione
ancora asintomatica. Dal 2012 la sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione viene
attivata in tutte le Regioni italiane.
Nel 2013 sono state segnalate in Italia 3.608 nuove diagnosi di HIV pari a un’incidenza di
6 nuovi casi ogni 100.000 residenti. Nello stesso anno la Lombardia è una tra le regioni
con la più alta incidenza di nuove diagnosi (9.2 per 100.000).
Per il territorio della ASL di Lodi sono invece già disponibili i dati relativi al 2014: nell’arco
dell’anno sono state segnalate 12 nuove infezioni da HIV, (incidenza pari a 5 su 100.000
ab), portando a 69 i casi di nuova segnalazione a partire dal 2009. Costante è il rilievo di
una sproporzione tra maschi e femmine (rapporto 3:1) (Fig. 1).
1
Altra differenza importante che emerge tra i due generi riguarda l’età di riscontro della
prima positività (Fig. 2): nelle
donne l’età media è passata
da 29 anni nel 2009 a 47 nel
2014; negli uomini invece
l’età è rimasta all’incirca
costante, con una media
attorno ai 45 anni.
In questi 6 anni i nuovi casi di
infezione HIV hanno
riguardato sia la popolazione
italiana (61%) che quella straniera (39%) (Fig. 3). In particolare, tra le 26 segnalazioni di
soggetti stranieri, il 61.5% è di sesso maschile.
Un dato significativo, che testimonia
come non si sia raggiunta ancora
un’adeguata sensibilità da parte dei
cittadini verso la diagnosi precoce
dell’infezione, emerge quando si
analizzano i motivi alla base
dell’effettuazione del test per l’HIV.
Infatti nel 70% dei casi il test è stato
eseguito durante accertamenti
per altra patologia e meno del
25% dei soggetti lo ha eseguito
in seguito alla consapevolezza
di una situazione di rischio
vissuta (comportamento a
rischio, routine, riscontro
positività HIV nel partner).
Probabilmente questo è anche
legato al cambiamento delle
modalità di contagio: l’infezione ha infatti cessato di essere circoscritta ad alcune categorie
come tossicodipendenti, omosessuali o persone con comportamenti sessuali promiscui: in
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questi ultimi anni i soggetti
positivi al test HIV sono
eterosessuali nel 64% dei casi,
con frequentazione dichiarata
di prostitute solo nel 4.3%,
omo/bisessuali nel 26% e solo
nel 4% dei casi viene dichiarato
utilizzo di droghe e.v.
L’attuale sistema di classificazione dell’infezione fornito dai CDC di Atlanta prevede tre
gruppi, contraddistinti dalle lettere A, B, C, relativi alla presenza o meno di sintomi correlati
all’immunodeficienza e alla gravità degli stessi: A = asintomatico, B = sintomi ed infezioni
non opportunistiche, C =
infezioni opportunistiche
tipiche.
Analizzando i dati (Fig. 6), si
nota che, seppur lentamente,
stanno aumentando i casi in
cui la diagnosi di positività
viene fatta a stadi sempre più
precoci dell’infezione, quando
la sintomatologia è assente o poco marcata: in particolare, nel 2014, più dell’80% delle
diagnosi è avvenuta in un soggetto asintomatico o paucisintomatico (A + B).
Gli stadi dell’infezione al momento della prima positività per i casi dell’ultimo quinquennio
sono quelli riportati nella seguente tabella:
senza sintomi
18
34%
sintomi costituzionali
6
11%
candidosi esofagea
5
9%
citomegalovirus
3
6%
criptococcosi
3
6%
candidosi orofaringea
2
4%
polmonite da jirovecii
2
4%
AIDS
3
In Lombardia, fino al 2000, si sono registrati circa 1/5 dei casi nazionali di AIDS, con più di
mille nuovi casi ogni anno (proporzionali alla quota di popolazione residente nella nostra
regione); successivamente si è avuta una progressiva diminuzione sino ad arrivare, nel
2013, ad un tasso di incidenza pari a 2,6 nuovi casi per 100.000 residenti.
Nella ASL di Lodi, nell’anno 2014, sono stati diagnosticati 3 nuovi casi, portando a 385 i
malati di AIDS a partire dall’anno 1985. Di questi, quasi l’80% è di sesso maschile (306 M
e 79 F). Considerati i relativamente pochi casi /anno della nostra ASL, i dati che seguono
sono analizzati per quinquennio.
Come per l’infezione,
anche per la malattia
l’età media alla
diagnosi è aumentata
in entrambi i sessi,
andando ad
interessare, per gli
uomini, la fascia di
popolazione prossima
ai 50 anni (età media 47,6) e per le donne quella delle quarantenni (età media 40,2).
La popolazione affetta dalla malattia è, per la maggioranza, di origine italiana anche se
negli anni è aumentata la percentuale di stranieri (fig. 7) con inversione del rapporto M:F
(4:6).
Inoltre i dati a disposizione a partire dal
1985 mostrano chiaramente come si
siano modificati i fattori di rischio nel corso degli anni.
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Già a partire dagli anni ’90 infatti, la malattia ha cessato di essere circoscritta ad alcune
categorie di rischio come tossicodipendenti, omosessuali o persone con comportamenti
sessuali promiscui.
Nell’ultimo quinquennio è chiaramente visibile come i soggetti affetti dalla malattia siano
per la maggior parte eterosessuali (56,4%).
% di casi per anno con prima positività
HIV <2 o >2 mesi dall’esordio della
malattia conclamata
% < 2 mesi
% > 2 mesi
L’analisi del tempo che intercorre tra il riscontro della
prima sieropositività e la diagnosi conclamata di AIDS
2010
50 %
50
2011
62,5
37,5
2012
87,5
12,5
2013
75
25
rischio (rapporti eterosessuali non protetti e/o
2014
100
0
promiscui): sono in netto aumento i casi in cui
conferma la scarsa consapevolezza dei soggetti
relativa a propri comportamenti potenzialmente a
sono trascorsi meno di 2 mesi tra il riscontro della
sieropositività e la manifestazione della malattia.
Tempi così rapidi tra primo riscontro della sieropositività e AIDS sono indicativi di una
diagnosi eccessivamente tardiva e di una prognosi certamente peggiore.
Alla luce di questi dati è indispensabile che l’informazione sia orientata a sottolineare che
l’infezione non è più circoscritta a poche categorie ben identificabili (tossicodipendenti e
omosessuali maschi) come lo era all’inizio dell’epidemia, ma è fondamentale far passare il
messaggio che
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1) l’infezione è ancora presente e circolante, nonostante negli ultimi anni l’attenzione
comune verso questa tematica si sia notevolmente ridotta
2) non esistono categorie specifiche di persone a rischio dato che sono i rapporti
sessuali occasionali non protetti ad essere la prima causa di trasmissione
dell’infezione nella popolazione
3) la diagnosi precoce di sieropositività aumenta nettamente la probabilità di vivere per
molti anni in buone condizioni di salute.
Sulla base di queste premesse è stato delineato un percorso diagnostico terapeutico
condiviso tra l’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lodi e la ASL di Lodi con il
coinvolgimento di figure specialistiche dell’UOC di Malattie Infettive, Medicina della
Prevenzione, Farmacia Ospedaliera e Farmacia dell’ASL.
Tale percorso nasce dall’esigenza di fornire un modello standardizzato di monitoraggio e
cura ambulatoriale dei pazienti con infezione da HIV –AIDS, per migliorarne la salute e la
qualità dell’assistenza, semplificare l’accesso ai servizi, razionalizzare le risorse impiegate.
Si ricorda che il soggetto che desidera sottoporsi al test HIV può effettuarlo senza ricetta
medica, gratuitamente e, volendo, in anonimato, nelle seguenti sedi e orari:
1) A.O. DELLA PROVINCIA DI LODI

ambulatorio extra-ospedaliero di Lodi dell’U.O. di Malattie Infettive (via Fissiraga, 15 –
tel. 0371.372722) il lunedì e il venerdì:
o dalle ore 7.30 alle ore 8.45 vengono effettuati i prelievi su diretta prescrizione
del medico specialista infettivologo presente o su richiesta del medico curante
o dalle ore 8.45, fino ad esaurimento delle richieste, vengono effettuati i colloqui
pre- e post-screening e la valutazione specialistica del paziente.

ambulatorio dell'U.O. di Malattie Infettive presso il P.O. di S. Angelo Lodigiano (Strada
Provinciale 19, 1 - tel. 0371-251331):
o da lunedì a giovedì dalle ore 7.30 alle ore 8.45 vengono effettuati i prelievi su
diretta prescrizione del medico specialista infettivologo presente o su richiesta
del medico curante
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o il lunedì, martedì e giovedì dalle ore 9.00 fino ad esaurimento delle richieste ed il
mercoledì dalle ore 14.00 alle ore 15.00 vengono effettuati i colloqui pre- e postscreening e la valutazione specialistica del paziente
o su prenotazione, per le medesime prestazioni, l’ambulatorio è aperto anche il
sabato dalle 11.00 alle 12.00
Le persone straniere, anche se prive di permesso di soggiorno, possono effettuare il test
alle stesse condizioni del cittadino italiano.
2) ASL DI LODI

SMPC - ambulatori distrettuali dedicati ai soggetti esposti accidentalmente (non per
motivi di lavoro) a materiale biologico potenzialmente infetto: accesso libero, prelievo
con counselling, sorveglianza per 6 mesi. Viene utilizzato soprattutto dopo punture
accidentali, solo raramente dopo comportamenti a rischio (es. rapporto sessuale
occasionale);
nessun
utente
viene
rifiutato
ed
eventualmente
è
indirizzato
all’ambulatorio AO. Viene garantito l’anonimato a chi lo richiede.
Lodi: via A. Bassi, 1 – tel 0371/5872492; dalle 8.30 alle 12.00 o, previo accordo
telefonico, in altro orario d’ufficio;
Casalpusterlengo: via Crema, 15 - tel. 0377.9255617;
dalle 8.30 alle 12.00 o, previo accordo telefonico, in altro orario d’ufficio
Sant’Angelo Lodigiano: largo Santa Maria, 8 – tel. 0371.5873846;
dalle 8.30 alle 12.00 o, previo accordo telefonico, in altro orario d’ufficio,

SerT - il test è offerto attivamente a tutti i nuovi utenti con comportamenti a rischio; in
caso di negatività viene ripetuto almeno annualmente. In caso di positività il test viene
offerto attivamente a contatti a rischio (partner, familiari). Viene garantito l’anonimato a
chi lo richiede
SerT di Lodi: tel. 0371/5874536
SerT di Casalpusterlengo: tel. 0371/5875729
SerT di Sant'Angelo Lodigiano : tel. 0371/5873303
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