Il cibo dell`anima-Storia [download] - Vergnano News

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Giovedì 1 Dicembre 2016
IL CIBO DELL’ANIMA
Corriere della Sera Food
LA STORIA
Esperienze glocal
Il rito del caffè torinese
alla conquista del mondo
di Gabriele Principato, foto di Elena Heatherwick
La catena
Sono oltre cento
i coffee shop
Vergnano
presenti in 18
Paesi del
mondo: gli
ultimi ad aprire
sono stati
Singapore
e Bruxelles.
Tutto è
cominciato
nel 2001, con la
trasformazione
in caffetteria
dell’antica
bottega
di Chieri, città
sulla collina
di Torino dove
il fondatore
dell’azienda,
Domenico
Vergnano, iniziò
nel 1882
l’attività
di torrefazione.
Oggi la catena
piemontese
serve ogni
giorno 50 mila
espressi,
realizzati con
145 mila chili
di miscele
prodotte nei
suoi stabilimenti
L’
aroma dei chicchi macinati sale dalla macchina per fare il
caffè e si mischia con l’aria del
deserto di Doha. Intanto, su
ampie poltrone in legno, accomodati fra i cuscini, degli uomini avvolti nella tradizionale
kandura bianca bevono un
espresso italiano. Fanno lo
stesso dei businessmen coreani, appoggiati al bancone a semicerchio di una caffetteria di
Seoul. Ad accomunarli è la miscela dentro la tazzina calda,
in entrambi piemontese, e
l’insegna bianca e rossa su
sfondo nero: Caffè Vergnano
1882.
«Questi locali parlano della
nostra azienda, ma anche della cultura e del modo di bere
il caffè in Italia», spiega Carolina Vergnano (foto), quarta
generazione dell’omonima
azienda sabauda. «Tutto è cominciato quasi centoquaranta
anni fa con il mio bisnonno
Domenico e la sua passione
per la torrefazione», racconta.
«All’inizio il caffè tostato fresco era venduto in pacchetti
color havana, sigillati a mano,
nella piccola bottega di Chieri», una cittadina di 36 mila
anime sulle colline torinesi.
Oggi la famiglia Vergnano è
titolare del sesto gruppo italiano del settore nella grande distribuzione e esporta i suoi
prodotti, realizzati nello stabilimento piemontese di Santena, in novanta Paesi del mondo.
Dove sorgeva l’antica torrefazione Vergnano, il profumo
del caffè è ancora forte. La tostatrice continua a fare il suo
lavoro e i clienti sono tanti. La
bottega è stata trasformata in
una raffinata caffetteria in stile
piemontese di inizio secolo.
«Proprio qui — spiega Carolina —, bevendo un caffè con
un partner inglese sul grande
bancone che domina la caffetteria, è nato nel 2001 il progetto di esportare la cultura dell’autentico espresso italiano».
E il locale è diventato il modello per il primo indirizzo all’estero, a Londra. «La scommessa è stata vincente e in
quindici anni ne abbiamo
aperti oltre cento», racconta
con voce carica di soddisfazione.
Il traguardo delle tre cifre
l’ha regalato a ottobre Singapore. Il coffee shop è a pochi
passi dalla baia di Marina Bay,
all’interno, le sedute intorno ai
tavoli bassi, che rispecchiano i
gusti orientali, si affiancano a
un lungo banco bar — diventato il simbolo dei locali Vergnano — su cui campeggia la
tradizionale macchina da caffè
Belle Époque.
«Nei coffee shop abbiamo
voluto che la cultura locale
desse la propria interpretazione di caffetteria e la nostra tradizione si fondesse con gli usi
e i costumi dei clienti del luogo», spiega. Così, nel locale di
Mark Lane a Londra, nel tardo
pomeriggio, l’atmosfera tipica
della caffetteria italiana si fonde con quella di un pub ingle-
se in cui le persone del quartiere si ritrovano per giocare a
calcio balilla. All’interno del
coffee shop di Casablanca vi
sono ampi salotti dove sostare
a parlare per ore o soffermarsi
a mangiare italiano in pausa
pranzo: spaghetti aglio e olio
magari, pizza, oppure dolci da
pasticceria. «Perché in Marocco i caffè sono luoghi di relazione». Nella caffetteria di
Neuhauser Strasse a Monaco
di Baviera, invece, al caffè e al
cappuccino fanno compagnia
brezel e birra alla spina. Nonostante le differenze, ad accomunarli sono l’attenzione al-

Un viaggio nelle abitudini
Vogliamo che i nostri
clienti scoprano il rito,
tutto italiano, di bere
l’espresso al banco bar
Nei Caffè Vergnano 1882
la tradizione piemontese
e la cultura locale si
fondono, unite dall’aroma
dei chicchi appena macinati
l’ambiente, che si rispecchia
nei mobili e nei pavimenti in
legno non trattato, e una visione del gusto italocentrica.
«Non vogliamo imporre il nostro modello — spiega Carolina —, ma ci piace l’idea che i
nostri clienti scoprano
l’espresso (all’estero non è ancora fra le bevande più ordinate, come invece il cappuccino
e il latte macchiato, ndr) e lo
bevano al bancone: si tratta di
uno degli aspetti più simbolici
del rito del caffè». Con le sue
tazzine nere, Vergnano propone così un viaggio nelle abitudini italiane, alla scoperta di
un’atmosfera di socialità e
condivisione che circonda
l’espresso.
Ogni giorno nei coffee shop
dell’azienda torinese vengono
servite 50 mila tazzine in diciotto Paesi. Una vera e propria rete del caffè che utilizza
145 mila chili di miscele prodotte in modo tradizionale.