Aprile 2006 - Concreta srl

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Aprile 2006 - Concreta srl
CONCRETA MAGAZINE
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PERIODICO TRIMESTRALE DI ARREDAMENTO E IMMAGINE - Anno XI - N. 1 - Aprile 2006 - “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% DCB Sondrio”.
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alberghi hotels ristoranti pizzerie rifugi residences ville res
Valerio
Gavazzi
Pregiata finitura artigianale insieme ad
alta tecnologia, design d’avanguardia
in spazi perfettamente ottimizzati, qualità e funzionalità delle strutture, 16 anni
di idee per la creazione di luoghi unici
ed irripetibili. Questa è Concreta srl,
un’azienda capace di progettare, realizzare e fornire “chiavi in mano” soluzioni
d’arredo per alberghi e strutture commerciali di ogni genere. La professionalità e l’esperienza maturate consentono
di offrire tutti i prodotti e i servizi legati
all’arredamento avvalendosi delle tecnologie più avanzate e di un’equipe di
lavoro altamente specializzata. Essere
al tempo stesso progettisti e produttori consente di ottimizzare le caratteristiche del prodotto e rispondere me-
glio alle esigenze della Clientela. Siamo qualificati per proporre un servizio
“Chiavi in mano” dove viene richiesto
un lavoro completo, un rapporto con un
unico interlocutore, che garantisca costi
definiti e tempi certi. Il concetto “Chiavi
in mano” si basa infatti sul principio di
sollevare il cliente da tutte le preoccupazioni gestionali ed avere un unico referente. Dalle esigenze del cliente alla
realizzazione del prodotto, Concreta
offre un servizio completo in grado di rispondere a desideri sempre nuovi.
Il contatto con il cliente
È in questa fase che i requisiti di un
progetto vengono raccolti in linea con i
desideri del cliente; la combinazione dei
Vostri bisogni e la nostra esperienza è il
primo passo verso il progetto.
La progettazione degli arredi e degli
impianti
Curata da importanti architetti e designer, garantisce lo sviluppo di un progetto sempre unico, che sviluppa e
arricchisce gli arredi Concreta. Primo
passo è la proposta planimetrica di layout. Seguono poi bozzetti per le parti
Concreta srl - Via Nazionale 14/a - Postalesio (SO) - Tel. ++39 0342 49 35 67 - Fax 0342 49 39 86
idenziali bar-pub nights pasticcerie gelaterie negozi uffici
Umberto
Paganoni
più significative dell’arredo. Tutto l’arredo prende poi forma in un’immagine
virtuale creata da designer con i più sofisticati strumenti di computer graphics.
La realizzazione in falegnameria
La lavorazione del legno e l’assemblaggio dell’arredamento nella nostra falegnameria (3000 mq.) unite a un gruppo
di professionisti della lavorazione dell’acciaio, della verniciatura, del vetro,
sono garanzia di un prodotto completo e inconfondibile. La falegnameria
è senz’altro uno dei punti di forza dell’azienda.
Sviluppa al proprio interno le diverse
fasi della lavorazione del legno, dalla
sezionatura alla laccatura e al premon-
taggio prima della consegna. Il tutto
sotto l’accurato controllo di architetti e
progettisti che seguono ogni lavoro in
ogni fase della produzione e del montaggio in cantiere.
La consegna e il montaggio
La consegna e il montaggio, effettuati
con personale e mezzi nostri, assicurano i tempi concordati e un servizio
di assistenza presente e puntuale nel
tempo.
Comunicazione e aggiornamento
Concreta Magazine è un trimestrale di
arredamento ed immagine, oltre a un
versatile contenitore di storia, turismo
e curiosità che viene redatto all’interno
del nostro ufficio marketing. Viene spedito in 5000 copie ad operatori commerciali, professionisti e a coloro che lo
richiedono.
Corsi professionali per gelatieri, pasticceri, albergatori, barman, pizzaioli
e cuochi, vengono proposti periodicamente nella nostra sala corsi, nella convinzione che l’aggiornamento, unito alla
tecnologia, sia la chiave per qualunque
successo imprenditoriale.
www.concretasrl.com - [email protected]
Sommario
Aprile 2006
PERIODICO TRIMESTRALE DI
ARREDAMENTO, IMMAGINE E CULTURA
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IL CENTRO DI MEDICINA DELLO SPORT
“MARIO MEVIO” DI SONDALO IN ALTA VALTELLINA- Silvio Mevio
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LA GRANDE SCUOLA DELLO SCI CLUB LIVIGNO
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DANIELA CUZZOLIN: UNO “STRAORDINARIO PERSONAGGIO” TELEVISIVO - Silvio Mevio
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UN AIUTO “CONCRETO”... A FAVORE DELL’ASSOCIAZIONE IRLANDESE
“BARRETSTOWN - SERIOUS FUN” - Silver
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Direttore responsabile:
Redazione:
Anno XI - N° 1 - Aprile 2006
ROBERTA BERTOLATTI
IL SERPENTINO, PIETRA ORNAMENTALE DELLA VALTELLINA:
“LA SERPENTINO E GRANITI DI CHIURO” - Attilio Piazza
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CONCRETA s.r.l.
Via Nazionale 14 A
Postalesio (SO)
IL RITORNO A ITACA - Cecilia Paganoni
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Tel. 0342/49.35.67
Fax 0342/49.39.86
ARTAUD: LA POETICA E IL DOLORE - Camillo Bertolini
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LA NATURA E LA FRUTTA “BIOLOGICA” NELLE CONFETTURE VIS DI LOVERO - Laura D’Amelio
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JEAN VIGO: LA POESIA SU CELLULOSA - Camillo Bertolini
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IFI PRESENTA: IFI PLATINUM
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IL GRUPPO DEI SEI E LA PITTURA A TORINO 1920-1940 - Donatella Micault
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MARCO ANDREOLA VINCE IL PREMIO-CONCORSO “FOTOGRAFARE IL PARCO” - Silver
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FINANZIAMENTI E AGEVOLAZIONI - a cura Studio Pedrlli D.ssa Michela Brunoli
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“SCIARE PER LA VITA” HA FATTO CENTRO UN’ALTRA VOLTA - Attilio Piazza
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CONTINUA L’ATTIVITA’ DI FORMAZIONE CON UN CORSO DEDICATO AL LIEVITO MADRE
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SAPERE FLASH
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INFO FLASH
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Bonazzi grafica - Sondrio
REFERENZE
88
CONCRETA RINGRAZIA
PER LA COLLABORAZIONE:
PLOZZA
pag. 10-11
GR TENDAGGI
pag. 31
CREDITO VALT.
pag. 37
VDM
pag. 43
EDILBI
pag. 55
ELP air system
pag. 59
Arredamento
www.concretasrl.com
E-mail: [email protected]
Aut. Trib. SO N° 258 del 5/12/95
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EDITORIALE
In copertina:
Serata di beneficienza al
Pragelato Village
Foto:
Andrea Basci ● Giorgio De Giorgi
Daniela Cuzzolin ● Francesca Perani
Emanuele Marietti ● Francoise Micault
Grafica:
Lineagrafica s.a.s.
Stampa:
PROGETTAZIONE ALL’ALTEZZA - Residence Cour Maison - Aosta
16
NOBILTÀ ALPINA - Albergo Bes - Claviere
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CONNESSIONI DI STILE - Connaction - Livigno
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ESSENZE EVANESCENTI - Profumeria Saroch - Livigno
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Editoriale
R
Ripartiamo anche quest’anno con articoli di ampio respiro,
nuovi arredamenti, novità, curiosità e personaggi di spicco,
con la salda convinzione di continuare a fornire una serie di
preziose informazioni per i nostri lettori.
In questo viaggio vi accompagnerò alla scoperta di interessanti articoli iniziando da Giulio Rossi, specialista in Pneumologia e Medicina dello Sport, dirigente medico dal 1989
presso l’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna.
Dal 2000 assume la dirigenza del Centro di Medicina dello Sport, intitolandolo alla memoria dello scomparso collega
Mario Mevio; in questo blasonato centro medico–sportivo, segue la tutela dell’attività agonistica attraverso la valutazione funzionale delle
squadre nazionali della F.I.S.I.
Un’esclusiva intervista a Daniela Cuzzolin, torinese di nascita, laureata in Lingue e Letterature
Straniere presso l’ateneo di Torino: uno “straordinario personaggio” televisivo che ha trovato
nella Valtellina e nelle sue Montagne una terra
ospitale, generosa e amica.
E poi, Camillo Bertolini con Artaud, “la poetica e
il dolore”; è il nome scelto dal PAC di Milano per
la rassegna dedicata all’artista più radicale del secolo scorso. Tributo all’uomo con cui tutte le arti moderne si trovano
costrette a confrontarsi. Per continuare poi con Jean Vigo:
“la poesia su cellulosa”. Meteora del cinema degli albori. Tre
film in quattro anni, storia dell’uomo reso popolare dalla sigla
di “Fuori Orario”.
Raccontato da Donatella Micault, Il Gruppo dei Sei e la pittura a Torino 1920-1940, in una manifestazione che vuole
riproporre oggi una riflessione critica sull’intero periodo dei
Sei di Torino, presentati da Lionello Venturi, per affrontare lo
scenario di Torino nel Novecento. Proprio in questo contesto
culturale di così ampio respiro si inserisce Cecilia Paganoni
con l’ultima parte del viaggio in Italia del valtellinese Pier
Angelo Lavizzari effettuato nei primi decenni del ‘700.
Continuiamo poi con la presentazione del fotografo della Valfurva protagonista indiscusso nella prima edizione 2005 del
concorso nazionale fotografico,“Il Parco Nazionale dello Stelvio”, che è stato premiato per lo “scatto” che immortala uno
splendido esemplare di gallo forcello durante il periodo degli
amori. E per restare in alta valle, a Santa Caterina Valfurva è
andata in scena la quarta edizione della straordinaria manifestazione sportiva, a sfondo umanitario, organizzata dagli ex azzurri di sci alpino
Deborah Compagnoni e Pietro Vitalini, “Sciare
per la Vita”.
Un’importante azienda Valtellinese ci invita ad
ammirare l’affascinante mondo dei minerali e
delle pietre naturali, quello che incontreremo
in questo singolare articolo che Vi proponiamo
guidati da Laura Lenatti Cabello, presidente
della “Serpentino e Graniti” di Chiuro, un vero
fiore all’occhiello che la colloca ai vertici nella
produzione nazionale di “serpentino”.
Passiamo poi al gusto del piacere e del mangiare sano …
attraverso “alcune linee guida” per un’alimentazione sana, bilanciata ed al passo con i tempi,... insomma moderna, con la
natura e la frutta “biologica” di Valtellina nelle confetture della
Vis di Lovero, un’altra importante azienda Valtellinese.
E tanto altro ancora… buona lettura
Roberta Bertolatti
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Txt. Silvio Mevio
Foto Archivio Giulio Rossi
Il Centro di Medicina
“Mario Mevio” di Son
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Una realtà
medico-sportiva
ricca di contenuti
tecnico-scientifici
al servizio
dell’atleta
professionista e
dell’amatore
Recentemente abbiamo incontrato il
dottor Giulio Rossi, responsabile medico – sportivo del Centro di Medicina
dello Sport “Mario Mevio” (presidio di
Sondalo) dell’Azienda Ospedaliera di
Valtellina e Valchiavenna, dopo l’esperienza - straordinaria - dei Giochi
Olimpici Invernali targati “Torino
“2006” in veste di responsabile medico – sportivo della Nazionale di Short
Track (ghiaccio pista corta). A lui abbiamo chiesto alcune impressioni sui
recenti Giochi Olimpici Invernali e –
cogliendo l’occasione – lo abbiamo intervistato, in esclusiva per il nostro
magazine, per farci raccontare che
cosa rappresenta, attualmente, il Centro di Medicina dello Sport di Sondalo
“Mario Mevio” .
- Dottor Giulio Rossi alcune sue impressioni sui recenti Giochi Olimpici Invernali targati Torino 2006
«Al di là delle sensazioni emotive personali, legate – soprattutto - alla consapevolezza di aver colto un’occasione imperdibile di partecipare ad una
manifestazione sportiva di rilievo internazionale, organizzata in Italia, carica di risvolti sociali e politico - organizzativi derivanti dalla presentazione
dell’immagine del proprio Paese - atLa nazionale
italiana di
Short Track
con gli atleti e
i tecnici
dello Sport
dalo in Alta Valtellina
traverso lo sport - in un momento non
facile per le tensioni sociali che segnano il nostro tempo. Credo – fermamente - che i Giochi Olimpici Invernali siano stati un momento di altissima
esaltazione delle discipline - spesso
considerate “minori” - legate per
esempio al pattinaggio di velocità (pista corta e lunga) su ghiaccio in primo
luogo, oltre che allo sci nordico e al
biathlon; tutte queste magnifiche discipline sportive invernali – a mio avviso
- hanno goduto di una meritata visibilità e seguito televisivo, preludio auspicabile per lo sviluppo e la crescita
di questi sport “minori”.
Penso che lo sforzo tecnico - organizzativo di tutto lo staff di “Torino 2006”
sia stato coronato da unanime successo, completato dai molteplici e positivi risultati agonistici via - via succedutisi nelle diverse competizioni e …
di tutto ciò ne sia uscita un’immagine
del nostro Paese – a livello mondiale
- certamente in linea con gli ideali che
da sempre animano i giochi (siano
essi invernali che estivi), oltre alla ricchezza degli “sprazzi di fantasia e di
creatività” tipici di noi italiani».
- Dottor Rossi - dopo l’esperienza
di “Torino 2006” - ritorniamo in
casa nostra, ovvero a Sondalo
dove lei è responsabile medico –
sportivo del Centro di Medicina
dello Sport “Mario Mevio”; sappiamo che tale centro è un fiore all’occhiello per l’intera Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna;
può raccontarci – in sintesi - l’importanza di tale struttura alla luce
di una notevole riscoperta del “benessere psico - fisico”?
«Da molti anni il nostro centro rappre-
Team Tecnico Short Track
Giulio Rossi con Primus
Staffetta femminile - Bronzo Torino 2006
Team Short Track
senta un punto di riferimento per le
valutazioni medico – sportive funzionali - in laboratorio e sul campo - delle diverse rappresentative nazionali
maggiori e giovanili, legate alle discipline sportive invernali; mi riferisco in particolare - allo sci di fondo, al
biathlon, al pattinaggio di velocità
(short track – pista corta) ed all’hockey su ghiaccio; logico, perciò, essere soddisfatti - risultati agonistici alla
mano - ma non solo per quelli, del lavoro svolto in collaborazione con i
tecnici ed i responsabili federali di
settore; in particolare per il pattinaggio di velocità su pista corta o short
track, ma anche per lo sci di fondo
maschile e femminile ed il biathlon,
tutti ambiti che vedono una forte rappresentanza valtellinese attuale, oltre
che un vivaio di solida prospettiva.
L’aggiornamento tecnologico del Centro di Medicina dello Sport “Mario
Mevio” del presidio di Sondalo - appartenente all’Azienda Ospedaliera di
Valtellina e Valchiavenna - il primo in
Italia a dotarsi di un ergometro a nastro trasportatore per fondisti in grado
di permettere l’effettuazione di test in laboratorio - di fisiologia e di
biomeccanica, assai simili al gesto
tecnico - atletico specifico, ci ha consentito di essere partner affidabili nella preparazione atletica dei nostri
campioni.
Conseguenza logica il poter studiare
- in laboratorio e spesso verificare
con i tecnici sul campo - i progressi
fisiologici del lavoro allenante, ci pone
in una posizione di sicuro privilegio
ed in particolare nella determinazione
degli esatti carichi di allenamento.
Non da ultimo, perché meno importante, l’aspetto riguardante la stretta
collaborazione con un blasonato nutrizionista; infatti, da alcuni anni, si è
posto l’accento sull’aspetto dell’alimentazione nell’atleta - in collaborazione con il dottor Alberto Zoia - che
a lungo andare si è rivelata assai produttiva; con lui, infatti, abbiamo condiviso il progetto di applicare un “regime alimentare personalizzato” per
ogni atleta, attraverso periodici controlli di vari parametri indicativi dell’efficienza biologica dell’organismo».
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Uno spettacolare passaggio tecnico
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- Dottor Giulio Rossi, alla luce di
quanto è emerso in precedenza, il
Centro di Medicina Sportiva “Mario
Mevio” di Sondalo - da lei diretto
con attenzione, dedizione e tanta
professionalità - che cosa ha fornito (in termini di preparazione atletica, psico – fisica, alimentare, etc.)
ai molti atleti che proprio durante i
Giochi Olimpici Invernali di “Torino
2006” hanno conseguito importanti risultati agonistici?
«Credo che il nostro “laboratorio” (il
centro di medicina dello sport) abbia
potuto offrire - a tutti gli atleti ed ai loro
dirigenti federali - la certezza di una
professionalità consolidata, di una
pronta disponibilità nel risolvere problemi clinici contingenti e spesso impegnativi, grazie alla pronta collaborazione e ad una profonda sinergia
con la struttura di ortopedia e di traumatologia del nostro presidio (Sondalo) appartenente all’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna; tutto
ciò posto in relazione alla concretez-
Pietro Piller Cotter - Fondo
Michela Ponza - Biathlon
Entrambi a Sondalo sull’ergometro a nastro durante una valutazione
za operativa basata sulla dotazione
tecnologica di alto livello abbinata a
buone conoscenze di fisiologia applicata.
Vorrei ricordare - a questo proposito
– la soluzione di importanti problemi
clinici in collaborazione con illustri professionisti (che lavorano presso il presidio di Sondalo) sia in campo internistico che in campo chirurgico … mi
riferisco – in modo particolare - alla
perfetta riuscita dell’intervento chirurgico condotto dall’equipe del dottor
Roberto De Pamphilis ed il conseguente ottimale recupero funzionale in
tempi record - in occasione di un grave infortunio occorso alla spalla sinistra - dell’atleta Nicola Rodigari, appartenente alla Nazionale di velocità
ghiaccio pista corta (tra l’altro laureatosi recentemente campione europeo
di short track 2006).
Proprio la collaborazione con importanti istituti universitari, con i tecnici
delle diverse rappresentative sportive,
con figure professionali di alto profilo
come i già ricordati dottor Alberto Zoia
e dottor Roberto De Pamphilis credo
rappresenti un possibile esempio di lavoro di equipe, così importante ai fini
di una ottimale programmazione di lavoro».
- Dottor Rossi alcune sue considerazioni sullo stato attuale e le relative prospettive riguardanti i programmi futuri del Centro di Medicina dello Sport “Mario Mevio” di
Sondalo
«Considerazioni sullo stato attuale e
le relative prospettive che riguardano
l’immediato futuro del nostro centro
derivano – essenzialmente - da quanto ho affermato in precedenza.
La realtà – della Medicina Sportiva di
Sondalo - si inserisce in un contesto
ambientale privilegiato per praticare,
nel migliore dei modi, diverse attività
sportive come le già ricordate discipline invernali (fondo, biathlon, short
track, hockey su ghiaccio, etc.), l’atletica intesa sia come corsa in montagna, sia come atletica leggera, fino ad
arrivare alla pratica della mountain
bike e del ciclismo su strada; tutti
sport che fanno rilevare – senza om-
bra di dubbio alcuno - una schiera
sempre più crescente di praticanti attivi.
La presenza di connotati ambientali
naturali - direi esclusivi - del comprensorio dell’intera Alta Valtellina (da Sondalo fino ad arrivare a Livigno, attraverso la Valdisotto, Bormio, la Valfurva, la Valdidentro e lo Stelvio con il
suo ghiacciaio), oltre ad infrastrutture
sportive d’avanguardia gestite - con
passione e competenza - da parte di
tecnici professionalmente preparati,
unitamente alla risorsa del termalismo, alla ricchezza di “opportunità naturali” di allenamento (anche in quota)
e di pratica sportiva amatoriale - agonistica, autorizzano a pensare allo sviluppo – in tempi brevi - di progetti ad
ampio respiro che ben si inseriscono
nell’offerta di sport che siamo in grado
di sostenere e proporre nell’ambito
dell’intera Alta Valtellina.
Se a ciò aggiungiamo che il nostro
Centro di Medicina dello Sport di Sondalo è parte integrante di una più vasta struttura ospedaliera - come quella di Valtellina e Valchiavenna - in grado di rispondere tra l’altro alle esigenze di natura traumatologica e
riabilitativa dell’atleta, mi sembra importante sottolineare quanto in precedenza affermato: ovvero progettare in un futuro molto prossimo e che ci
riguarda molto da vicino – la costituzione di un vero e proprio centro di
preparazione sportiva di alto profi-
Giorgio Di Centa - Fondo
Oro - 50 Km TL “Torino 2006”
Gabriella Paruzzi - Team fondo nazionale femminile
lo con la necessaria ed ampia condivisione e coinvolgimento di tutti gli enti
locali, fra cui citerei i comuni e le comunità montane e - perchè no - anche della Regione Lombardia visto il
potenziale risvolto in ambito turistico
che non è difficile ipotizzare e soprattutto il prestigio che ne deriverebbe; il
presupposto di ogni iniziativa in tale
direzione è il consolidamento delle
collaborazioni scientifiche con gli istituti universitari e gli organi federali
sportivi».
- Dottor Giulio Rossi mi permetta
un’ultima annotazione: sono esistite figure professionali alle quali ritiene di attribuire un’importanza
particolare nell’avere lanciato, sviluppato e migliorato il vostro blasonato Centro di Medicina dello
Sport di Sondalo?
«Certamente - nella mia formazione
professionale e nella fondazione, costituzione e sviluppo di un centro medico - sportivo competitivo come il nostro di Sondalo - il mio primo pensiero
Cristian Zorzi - Fondo
Gabriella Paruzzi - Fondo
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Un momento di “Torino 2006”
Il presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi con in primo piano a destra
Nicola Rodigari ed in secondo piano a
sinistra Carolina Kostner
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corre all’illustre cattedratico e professore, il dottor Pier Costanzo Curti
(che - assieme al dottor Baroni ed al
dottor Scalfi - fu uno dei pilastri portanti del “villaggio sanatoriale”), primo
maestro in tema di fisiologia cardio respiratoria, con il quale ho avuto il
privilegio di condividere gli entusiasmi
dei primi anni della mia esperienza
sondalina. Invece chi ha saputo credere nella costituzione, nel lancio e
nel migliorare - anno dopo anno - la
nostra struttura medico - sportiva di
alto profilo certamente fu il mio primo
maestro, ovvero il dottor Sebastiano
Gemma, reale e lungimirante “stratega”, capace di vedere molto lontano...
Vorrei concludere – questo mio personalissimo pensiero - con il ricordo
Giulio Rossi
Quarantasette anni - Nato a Lecco - Specialista in
Pneumologia e Medicina dello Sport - Dirigente medico
dal 1989 presso l’Azienda Ospedaliera di Valtellina e
Valchiavenna. Nei primi anni lavorativi si dedica – soprattutto - allo studio della fisiopatologia cardio - respiratoria, con particolare riguardo all’insufficienza respiratoria ed alla ricerca di laboratorio; in seguito segue
l’attività clinica pneumologica di diagnosi e cura (broncoscopista). Dal 2000 assume la dirigenza del Centro
di Medicina dello Sport, intitolandolo alla memoria dello
scomparso collega Mario Mevio; in questo blasonato
centro medico – sportivo, da allora, segue la tutela dell’attività agonistica attraverso la valutazione funzionale
delle squadre nazionali della F.I.S.I. – Federazione Italiana Sport Invernali - come lo sci nordico, lo sci alpino
ed il biathlon e della F.I.S.G. – Federazione Italiana
Sport Ghiaccio - come il pattinaggio di velocità. In questo ambito medico – sportivo segue l’attività di ricerca
di laboratorio e sul campo rivolta – soprattutto - allo studio dell’allenamento in altitudine e della bio – meccanica, applicata allo sport, in collaborazione con il settore
ricerche avanzate del C.N.R. (Consiglio Nazionale Ricerche) di Milano e con il L.A.P. (Laboratorio Alte Prestazioni) di S.Caterina Valfurva.
Dal 2001 traumatologo dello sport; responsabile medico della rappresentativa nazionale di short track (ghiaccio pista corta); componente della Commissione Medico - Sportiva della F.I.S.G. (Federazione Italiana Sport
Ghiaccio) e del Comitato Tecnico - Scientifico del
C.O.N.I. - F.I.S.I. Partecipa, in questa veste ai Giochi
Olimpici Invernali di Salt Lake City 2002 e ai recenti
giochi targati Torino 2006.
di colui al quale il centro di medicina
sportiva di Sondalo è dedicato: mi riferisco al compianto dottor Mario Mevio, amico straordinario e purtroppo
scomparso assai prematuramente,
ma che allora fu in grado di tracciare
una strada ed un cammino fatti di
competenza, uniti a qualità umane
comunicative non comuni che non autorizzano alcuna retorica. L’eredità con queste premesse - è certamente
molto pesante, ma sono convinto che
si possa contare su adeguate risorse
e rinnovati entusiasmi. L’occasione mi
è gradita per ringraziare tutta la redazione del magazine “Concreta” per lo
spazio concessomi … e, ancora,
complimenti per l’ottima e pregiata rivista».
Giulio Rossi con Stefania Belmondo
Docente universitario di fisiologia dell’esercizio presso
l’ateneo di Palermo; a suo carico diverse le pubblicazioni di valenza nazionale ed internazionale su argomentazioni – in prevalenza - medico - sportive.
Presidente del Comitato Organizzatore del XX° Congresso Nazionale Medico – Sportivo svoltosi a Bormio
nel giugno 2004 sul tema: “Esercizio fisico e montagna”
in collaborazione con la F.M.S.I. (Federazione Medico
–Sportiva Italiana) e l’ANaSMeS di Chieti.
Attualmente presiede l’Associazione Medico - Sportiva
“Sondrio” - sezione provinciale della F.M.S.I. (Federazione Medico – Sportiva Italiana) ed è delegato regionale per la Lombardia.
Ha compiuti molteplici studi fisiologici sullo sci – alpinismo; molteplici anche le valutazioni funzionali e di preparazione atletica nella pratica del ciclismo in generale
- con particolare riferimento alla mountain bike ed alla
strada - ottenendo 2 titoli italiani - consecutivi - nella
categoria “Juniores” (mtb) con il forte biker Fabio Cappi
in forza al team Bicimania di Lissone (Milano).
Txt. Redazione Concreta
La grande scuola dello
Sci Club Livigno
Lo Sci Club Livigno è presente da oltre
40 anni ed è la maggiore società sportiva operante in paese; lo scopo sociale
è, nella prima fase, l’avviamento allo sci
di bambini e ragazzi e, successivamente,
l’attività agonistica sia nello sci alpino sia nello sci di
fondo. Nella stagione 2005/2006 stanno frequentando i vari corsi oltre 500 bambini e ragazzi, dall’asilo alle scuole medie, e fanno parte della squadra
agonistica quasi 100 atleti suddivisi tra sci alpino e
sci nordico. Ottimi i risultati ottenuti finora da questi
ragazzi nelle varie gare alle quali hanno partecipato;
tutti sperano di poter emulare le gesta dei grandi
atleti cresciuti nello Sci Club Livigno, ultimi in ordine
di tempo Giorgio Rocca e Marianna Longa.
Per informazioni www.sciclublivigno.com
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Txt. Silvio Mevio
Foto: Cuzzolin
Giorgio De Giorgi
Daniela Cuzzolin: uno “straordinario pe
nella Valtellina e nelle sue Montagne
- Dott.ssa Cuzzolin, ci può raccontare brevemente il suo esordio nel
giornalismo?
«Ho iniziato a lavorare a 12 anni - quasi per gioco - come spesso accade a
buona parte dei ragazzi. Si faceva un
giornalino la cui testata era tutto un
programma: “E giornalisticamente
parlando”; lo vendevamo davanti ad
una parrocchia di Torino proprio nel
quartiere dove abitavo; io correvo qua
e là - per il capoluogo piemontese per recuperare i fatti più interessanti
Il Grand Hotel Bagni Nuovi di Bormio
12
La Natività di Ulisse Sartini, attore-artista
del Papa (Giovanni Paolo II - Benedetto
XVI) donata dal comune di Bema alla sua
parr.le di San Bartolomeo Martire
… dove soprattutto - ha
trovato l’amore in
tutte le sue forme:
il matrimonio con
Flavio, il futuro
erede maschio
Arturo, le amicizie
valtellinesi e
valchiavennasche
… la Valtellina e la
Valchiavenna …
terre veramente
ospitali, sincere e
laboriose …
e/o divertenti che accadevano, ma soprattutto mi interessavano le problematiche dei bambini … e quanto succedeva nei cortili e nei giardinetti pubblici. La nostra testata veniva venduta
- ad offerta libera - la domenica mattina proprio davanti alla parrocchia che
ho citato in precedenza al termine della S. Messa, con l’autorizzazione del
parroco Don Giovanni e … così ci finanziavamo per le fotocopie. Questo
– in sintesi – è stato l’esordio; poi non
posso dimenticare mio padre che lavorava al centro di produzione Rai di
Torino e, quindi, per tutta la nostra famiglia era normale frequentare quell’ambiente … avere a cena giornalisti,
attori, registi, etc. … era una cosa naturale. Così grazie a mio padre ho iniziato a frequentare la prima scuola di
giornalismo aperta a Torino e nel 1988
ho avuto i primi contratti con la Rai di
Torino; mio padre mi ha insegnato che
prima di tutto viene la Rai e questo lavoro, perché è un servizio pubblico e
si deve svolgere con onestà, professionalità e dedizione».
- Dott.ssa Daniela Cuzzolin, “professionalità” – “dedizione” – “onestà”: tre termini questi molto profondi e di sicuro impatto; tali valori
- secondo lei - si sono mantenuti
inalterati nella sua professione?
«La mia risposta è senza ombra di
dubbio alcuno affermativa, ma consentitemi una distinzione; due sono i
campi, ovvero quello del giornalismo
televisivo e quello della carta stampata. Personalmente posso parlare del
primo anche in considerazione del fatto che sono “giornalista televisivo” e
dove ho iniziato a lavorare dal 1989 e
per me i valori sopra ricordati non
sono cambiati per nessun motivo; alla
base esiste sempre la regola che mi
rsonaggio” televisivo che ha trovato
una terra ospitale, generosa, amica e...
hanno “inculcato” alla scuola del giornalismo a Torino e cioè: “who – where
– when – why - what”. La forza e la
potenza della comunicazione – usata
per promuovere il bene – risulta essere straordinariamente enorme … personalmente paragono il mio mestiere
ad una potente macchina sportiva: chi
la sa guidare e - soprattutto - gestire
può raggiungere “velocità elevate”,
raggiungendo la meta senza “incidenti di percorso” e senza uscire di strada
… chi invece non è in grado di “guidarla” oppure ignora le “regole basilari” può schiantarsi … nel giornalismo
ma anche nella vita».
- Dott.ssa Cuzzolin, nella sua “sfolgorante” carriera giornalistica ha
avuto molte soddisfazioni: dai premi letterari ai riconoscimenti vari,
dagli incarichi prestigiosi come
l’assessorato alla cultura ed ai servizi sociali del comune valtellinese
di Bema fino a conduttrice di programmi televisivi di cartello; quali
saranno – in futuro – i programmi
della “Cuzzolin giornalista”?
«Mai come in questi ultimi anni ed in
ogni settore i più ritornano sui “loro
passi” … mi spiego meglio: attualmente abbiamo un bisogno “estremo” di
certezze … il mondo che ci circonda
sta cambiando troppo velocemente …
mai come oggi la comunicazione è
fondamentale in tutti i campi ed in tutti i settori; quindi chi riveste il ruolo di
giornalista deve svolgere tale professione con la massima scrupolosità,
estrema cura e profonda onestà. Ormai sono quattro anni che frequento
la Valtellina ed in modo particolare
Sondrio – dove risiedo e dove ho trovato gente ospitale, sincera e molto
disponibile - … ottima la qualità della
vita dove esiste – veramente – una di-
mensione più familiare rispetto a Milano (che tra l’altro mi ha dato moltissimo professionalmente parlando e sia
umanamente), dove ho “vissuto” per
più di una decina di anni (dal 1995
svolta professionale arrivo in Rai a Milano … allora avevo 30 anni); ma soprattutto della Valtellina amo in modo
viscerale le montagne e la sua cucina
(il pizzocchero soprattutto). Per quanto riguarda i programmi futuri – in terra valtellinese – molto semplicemente
devo sottolineare che a giugno (2006)
mi sposerò con Flavio (maresciallo dei
Carabinieri a Sondrio) presso il palazzo Besta di Teglio e ad agosto diventerò mamma di un maschietto a cui
darò il nome di Arturo … mi sembra di
avere davanti una “buona programmazione” e delle straordinarie “scadenze”».
- Dott.ssa Daniela Cuzzolin, abbiamo appreso che dal 2002 riveste la
carica di assessore alla cultura ed
ai servizi sociali di questo comune;
alcune sue considerazioni ed impressioni
«Bema è un piccolo paesino di montagna collocato sulle Prealpi Orobiche
– in provincia di Sondrio – abitato da
gente straordinaria, accogliente, disponibile e molto partecipe alla vita
dell’intero paese; tutto ebbe inizio il
giorno 24 dicembre 2002 - una data
indimenticabile – subito dopo i gravi
fatti alluvionali in Valtellina e nel Nord
Italia. Questa zona praticamente rimase isolata dal “resto del mondo” proprio a causa dell’alluvione. Quindi, in
qualità di giornalista Rai Regione dovendo dare notizie precise mi sono
messa in azione ed ho agito esattamente come un “inviato speciale”.
Sono arrivata sul luogo con un elicottero – SAR di Milano – Aeronautica
Il salone dei balli del Grand Hotel Bagni
Nuovi di Bormio
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Daniela Cuzzolin in costume tipico di
Bema
Daniela e Flavio
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Da sinistra: il procuratore G.F. Avella Rezio Donchi presidente “Accademia del
Pizzocchero” e Luciano Regolo direttore
“Novella 2000”
Daniela con Gabriella Carlucci, Rezio Donchi ed alcuni soci Accademia del Pizzocchero
Militare – ed ho passato la notte (quella di Natale) con la gente di Bema superando i tempi concessi al cronista
che, normalmente, una volta evidenziato quanto necessario al servizio, ripartiva … ho partecipato alla S. Messa di Mezzanotte con il rosario in
mano … un’esperienza indimenticabile!!! Tornata in sede Rai a Milano ho
fatto il servizio per i tre Tg 1, Tg 2 e
Tg3: in quel periodo sulle reti nazionali passavano, infatti, due servizi e cioè
quello che riguardava il terremoto in
Molise (San Giuliano) e l’alluvione in
Valtellina. Successivamente a Capodanno mi sono fermata in quel di Bormio e qui ho incontrato il “primo cittadino” di Bema che mi ha chiesto di ricoprire l’incarico di assessore alla cultura ed ai servizi sociali dello stesso
comune; senza alcuna esitazione e
con immensa gioia ho accettato …
pur essendo cosciente dell’ulteriore
carico di lavoro cui andavo incontro e
per il quale stavo impegnando anche
i pochi giorni liberi; il 3 gennaio del
2003 entravo ufficialmente in comune
come assessore; svolta decisiva questa - nella mia vita perché ho incontrato le “tanto adorate ed agognate montagne”, ma anche un affetto
molto particolare sia da parte delle
gente che vi abita, ma soprattutto dal
mio futuro marito, ovvero Flavio. Dimenticavo che a Bema lo stesso anno
ho attuato una serie di iniziative e di
appuntamenti per rilanciare la zona
tanto martoriata. Andiamo dalla creazione di simpatiche t – shirt con scritto
davanti lo slogan “I Love Bema” all’organizzazione di una serie di eventi
come il concorso fotografico con in
giuria Bob Krieger (grande ritrattista),
Graziella Vigo e Walter Bonatti e la
prima edizione – 9 luglio 2005 – (questo anno sarà la seconda programmata per l’8 luglio 2006) di “Giustizia e
Informazione” – convegno – dibattito
e confronto sui temi di attualità al centro dei rapporti fra magistrati, giornali-
sti, avvocati e polizia giudiziaria – con
il coordinatore giuridico Gianfranco
Avella – Procuratore della Repubblica
di Sondrio; infine, l’istituzione di un
servizio di “telecardiologia” per tutti gli
abitanti in collegamento con l’Ospedale di Monza ed il prof. Flavio Acquistapace … ed ultimo, ma non meno importante, il Pellegrinaggio Pasquale con gli ammalati dell’Ordine di Malta
- nell’aprile 2005 (Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo) che abbiamo ripensato di ripetere l’8 aprile 2006 in
quel di Ponte in Valtellina».
- Dott.ssa Cuzzolin: Bema il piccolo paesino orobico, la Valtellina e le
sue bellissime Montagne tutti hanno giocato un ruolo fondamentale
in questo periodo della sua vita
così intensa … ci può raccontare
quali sono i suoi “hobby” in terra
valtellinese?
«… Lord Byron - poeta romantico inglese che da protestante si convertì al
Alcuni momenti della festa di primavera (marzo 2006) al Grand Hotel Bagni Nuovi di Bormio
cattolicesimo - sottolineava che … “Le
Montagne sono le Cattedrali di Dio”;
ebbene personalmente ritengo che
questa frase abbia veramente un significato profondo proprio perché chi
si ferma anche solo un istante ad ammirarle, capisce subito che “Il Creatore” - di queste stupende e straordinarie opere d’arte – le ha “costruite” per
trasmettere a noi tutti un senso di
pace, di tranquillità e di sicurezza ...
Da poco tempo (agosto 2005) sono
diventata “socio onorario” dell’Accedemia del Pizzochero di Teglio, grazie
all’incontro con il fotografo Giorgio De
Giorgi – fotografo ufficiale della stessa
accademia - che mi ha invitato ad una
serata conviviale e dove ho incontrato
Rezio Donchi, il presidente dell’accademia ed il Procuratore della Repubblica di Sondrio, Gianfranco Avella,
grande estimatore del “Re Pizzochero”; anche qui colpo di fulmine ed
amore a prima vista … per questa
pietanza più unica che rara; subito è
scattata la scintilla verso i pizzoccheri che sono diventati parte della mia
alimentazione … e come la pizza, il
melodramma e la moda fanno parte
di quel biglietto da visita – tanto caro
a me e sicuramente a tutti gli italiani
– del vero “Made in Italy” … nel mondo intero. Coltivo sempre la mia passione per la poesia, così come gli appuntamenti di cartello che l’Accademia del Pizzocchero organizza non
solamente in ambito provinciale, ma
anche a livello regionale e nazionale;
ad esempio ricordo quello del 9 febbraio 2006 - a Milano - presso l’esclusivo “Four Seasons” e la riuscitissima
“Festa di Primavera” (26 marzo 2006),
a Bormio, nello straordinario ed otto-
centesco Grand Hotel Bagni Nuovi,
in occasione dell’incontro con il direttore di Novella 2000, Luciano Regolo
(insignito anch’esso di onorificenza
come “socio onorario” dell’accademia). Un binomio “strategico” tra l’accademia e lo storico tempio dell’ospitalità insieme per promuovere, valorizzare e soprattutto far amare e conoscere le acque termali “sposate”
con l’estimato piatto, oltre allo sport,
alla salute, al tempo libero ed al divertimento … in un “caleidoscopico” paesaggio di montagna: validissima - in
questo contesto – la frase “Mens
Sana In Corpore Sano”, tanto cara ai
latini e più che mai attuale ai giorni
nostri».
Grand Hotel Four Seasons - Milano
Daniela con Don Antonio Mazzi
Daniela Cuzzolin - torinese di nascita – laureata in Lingue e Letterature
Straniere (anglo - americano) presso l’ateneo di Torino – inizia a lavorare al quotidiano “La Stampa” e “Stampa Sera” nel 1985 – tre anni dopo
(1988) ottiene i primi contratti con la Rai in quel di Torino (Ambiente Italia –il Telegiornale Scientifico) – dal 1989 al 1990 i primi telegiornali in
video – da Londra dove lavora con il celeberrimo giornalista Rai – Sandro Paternostro – nel 1994 diventa giornalista professionista e l’anno
successivo (1995) viene assunta alla Rai in qualità di giornalista professionista (sede regionale Lombardia) e contemporaneamente diventa conduttrice ufficiale del Tg3 regionale Lombardia – attualmente è in forza
alla redazione Rai Lombardia per quanto riguarda la cultura, lo spettacolo e la moda - ha effettuato la bellezza di un centinaio di servizi fuori
sede in diverse città italiane all’estero – ha, inoltre, al suo attivo anche
due “premi” di poesia: “Anna Kuliscioff” (1992) e “Cesare Pavese” (1997)
– sempre in questo straordinario campo (la poesia) è stata ideatrice del
“Premio Poesia in carcere” a San Vittore (Milano) nel 2001 e dello
“Scambio disegni - poesie” tra i bimbi con la spina bifida presso l’Ospedale Niguarda di Milano ed i “Piccoli Poeti della Valtellina” – ha vinto il
premio internazionale “L’Ala d’Oro del Successo” per il giornalismo televisivo – è “Dama” di merito dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio,
“Dama” dell’Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro di Savoia e Croce al Merito dell’Ordine di Malta.
Altre “istantanee” del “Galà di primavera - marzo 2006” al Grand Hotel Bagni Nuovi di Bormio
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RESIDENCE COUR MAISON
Route Mont Blanc - Frazione Pallesieux
11010 Pré Saint Didier - Aosta - Italy
PROPRIETA’:
Alberghi Valdigne Spa
PROGETTAZIONE :
Uff.tecnico Concreta srl
Arch.Francesco Venzi
REALIZZAZIONE: Concreta srl
FOTO: Emanuele Marietti
Andrea Basci
TESTI: Camillo Bertolini
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18
r e s i d e n c e s
Al Cour Maison
abbiamo arredato:
- 43 appartamenti
- reception
- sala ristorante
- sala bar
- miniclub
- cucina ristorante
r e s i d e n c e s
La progettazione
del Cour Maison
propone soluzioni
d’arredo che
si innestano
nella tradizione
valdostana.
Calore e luminosità dei colori convincono l’ospite
a sentirsi
“a casa propria”.
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Se il design abitativo predilige negli ultimi anni spazi sempre più dominati
dalla presenza del bianco o di colorazioni tenui, una tale tendenza non può
considerarsi generalizzata.
Resiste, vivo per lo più in ambientazioni montano-alpine o di riqualificazione rurale, uno stile di progettazione
disinteressato dal troncare nettamente con le scenografie storiche, ma che
intende rapportarsi con queste in maniera evolutiva.
Si tratta di un pensiero architettonico
e d’arredo che intende innestare soluzioni di confort e di modernità su modelli preesistenti.
Gli elementi d’appartenenza insiti non
solo nel panorama, ma pure nei sensi
e nell’animo umano, vanno ripensati
senza essere sovvertiti.
In questo modo il risultato gode spesso di una grazia armonica, dovuta alla
completa immersione dell’opera nel
territorio e nei suoi spiriti popolari e
culturali.
In questi anni di rapida crescita, Concreta ha fatto tesoro della fusione am-
r e s i d e n c e s
20
bientale e del richiamo continuo tra
arredamento ed ambiente. Concetti
che si sono via via trasformati in solide idee insite nel proprio marchio e la
chiave del suo successo. Oltre ad altri
grandi lavori ammirabili nell’intero arco
alpino, l’azienda valtellinese ha avuto
il piacere di poter trasformare i suoi
principi nell’arredamento del residence Cour Maison di Courmayeur.
Si tratta di un complesso residenziale
formato da 43 appartamenti (monolocali, bilocali e trilocali) adiacenti al già
esistente Grand Hotel Cour Maison, al
quale risulta unito nella molteplicità di
servizi offerti alla clientela.
Dal divertimento informale offerto da
bar e discoteca, sala giochi e miniclub
per bambini, al benessere ritrovabile
nella Beauty Farm e nel centro fitness.
Quest’ultimo dotato delle più svariate
tecniche della ricerca del relax: piscina, sauna, bagno turco, idromassaggio e palestra.
Senza trascurare poi il piacere del gusto, stuzzicato e appagato attraverso
i piatti tipici dell’arte culinaria valdosta-
21
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r e s i d e n c e s
na e della tradizione regionale italiana
serviti nel ristorante la Baita accompagnati con i migliori vini locali e della
penisola.
L’idea del residence rappresenta certamente un’evoluzione del concetto di
vacanza. L’appartamento ad uso privato consente infatti alla clientela una
superiore vivibilità del nuovo spazio,
oltre alla possibilità di poter personalizzare maggiormente l’abitazione rispetto alla stanza d’albergo, certo confortevole ma sicuramente estranea rispetto alla personalità dell’ospite. La
progettazione degli appartamenti del
Residence Cour Maison tende all’ulteriore approfondimento della sensazione dell’essere “a casa propria”.
Del permettere il trasporto sul luogo di
villeggiatura non solo della persona,
ma del suo inimitabile e particolare stile di vita. Per questa ragione si è partiti dal donare sia agli spazi abitativi
che ai luoghi di comunione un impatto
decisamente caloroso e luminoso. Le
pareti e i tessuti, sapientemente organizzati secondo tonalità di rosso, aran-
cio e giallo, toccano subito al cuore di
chi ne usufruisce, avvolgendolo in un
istante nella loro calda atmosfera. Atmosfera che si genera attraverso l’in-
tensa amicizia di forme e di colore
con gli arredamenti. Realizzati in abete senza nodi tinto naturale, i mobili
accolgono curiosi particolari di richia-
mo alla manifattura alpina. Maniglie,
piani e testate dei letti sono infatti intarsiati su legno antico, non artificialmente invecchiato ma recuperato dal-
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24
25
26
r e s i d e n c e s
la demolizione di alcune cascine. Piccoli elementi in evidenza che dimostrano particolare attenzione nella
cura del dettaglio, e che certo giovano
nel rendere l’ambientazione del Residence rispettosa sia della propria
clientela che del territorio che la ospita. A questo proposito, occorre notare
una pregevole caratteristica di progettazione. Ogni appartamento è infatti
dotato di un personale balcone, quasi
a sottolineare l’interesse di volere i vil-
leggianti subito inseriti in uno splendido contesto ambientale. Adagiato sulle alture sopra il villaggio di Pallesieux,
il Residence Cour Maison gode di un
panorama senza eguali: il borgo antico di Courmayeur e gli impianti di risalita dello Chécrouit e di La Tuille (il residence dispone di un servizio di bus-
navetta gratuito per le funivie e per il
centro di Courmayeur). Sullo sfondo il
massiccio del Monte Bianco, il monte
più alto e suggestivo d’Europa.
r e s i d e n c e s
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Un
aiuto
“concreto”...
a
favore
dell’associazione irlandese “Barretstown - Serious Fun”
Txt. Silver
La serata di beneficienza organizzata al “Pragelato
Village - Resort &
SPA”
Recentemente (marzo 2006), dopo la
vetrina internazionale dei Giochi Olimpici Invernali targati “Torino 2006”,
presso l’esclusivo village - resort di
Pragelato, è stato organizzato dagli
stessi proprietari, un momento carico
di significato; ci riferiamo in particolare alla serata di beneficenza “Barretstown” dove si sono date appuntamento 170 tra le più importanti personalità irlandesi per raccogliere fondi
da devolvere proprio alla “Barretstown - Serious Fun”. Concreta , tra
l’altro in qualità fornitore del “Pragelato Village Resort & SPA” – ha aderito con molto entusiasmo alla lodevole iniziativa.
Associazione “Barretstown – Serious Fun”
- “Barretstown” è stata fondata dal
famosissimo attore cinematografico
hollywoodiano - Paul Newman – nel
1994 dopo il grande successo del suo
“hole in the wall” negli USA; Newman
ha voluto, fermamente, creare il primo
campo estivo europeo per bambini ed
ha iniziato donando una cifra considerevole (2 milioni di dollari) ed acquisendo proprio il castello di Barretstown concesso – gentilmente – dal
governo irlandese; ha sede nel “magico” castello di Wicklow Mountains – in
Irlanda - “Barretstown” ha iniziato la sua
straordinaria avventura aiutando – inizialmente - 124 bambini (il primo anno
di fondazione, ovvero il 1994) fino agli
attuali 10.000 i quali provengono da
23 paesi europei; la struttura è molto
cresciuta offrendo un eccellente aiuto
per tutti i bambini malati di cancro, attraverso una preparata, efficiente e
professionale equipe medica, unitamente ad un programma terapeutico
di riabilitazione unico nel suo genere;
ogni bambino, oltre alla sua famiglia,
può raggiungere “Barretstown” senza
dovere pagare alcuna somma (incluse
anche le tariffe aeree).
- “Barretstown” organizza stimolanti
attività di recupero per bambini affetti
da patologie tumorali ed altre gravi ed
invalidanti malattie, coinvolgendo direttamente anche le loro famiglie; tali
iniziative hanno lo scopo di ricostruire
– nell’individuo colpito e nei parenti
che lo circondano – la fiducia prima di
tutto in se stessi, poi la confidenza negli altri ed il coraggio di affrontare questa terribile situazione attraverso un
sano, divertente e proficuo gioco fisico – psicologico.
- “Barretstown” ha sviluppato un programma – unico nel suo genere e riconosciuto a livello internazionale – il
quale ha avuto un profondo e determinante impatto nella vita dei bambini
con gravi malattie e le loro famiglie.
L’intero staff – oltre ai medici che operano nella struttura e che credono in
questa “speciale terapia”- chiamano
tale programma riabilitativo “ricreazione terapeutica” … ma i piccoli ospiti
della struttura lo conoscono - solo ed
esclusivamente - come vero e sano
divertimento … nella maggiore parte
dei casi i bambini – purtroppo – sono
stati esclusi dalle ordinarie esperienze
di vita della loro infanzia proprio a
causa della crudeltà della malattia; il
supporto psicologico di “Barretstown” offre a questi individui la possibilità di riscoprire la fiducia in se
stessi, il coraggio di superare questo
ostacolo – spesso insormontabile –
l’indipendenza e soprattutto il profondo valore dell’amicizia …
- “Barretstown” attualmente conta
più di 83.000 bambini malati – provenienti da 34 nazioni e 31 paesi - i quali hanno avuto la possibilità di partecipare alle attività organizzate (interamente gratuite) dallo staff; risulta essere un’associazione senza scopo di
lucro ed è supportata da benefiche
donazioni; i campi denominati “hole
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in the wall” rappresentano il sogno
dell’attore Paul Newman (il fondatore
dell’associazione) il quale ebbe la geniale idea di inziare nel lontano 1988
con il primo di tanti organizzati fino ad
ora e che ha guidato – in modo magistrale – l’intera associazione fino ai
giorni nostri …
- “Hole in the wall” è, quindi, uno
straordinario momento aggregativo
(campo estivo per famiglia) per i bambini ammalati ed i loro famigliari … in
un momento della loro vita veramente
“crudele” (questi piccoli individui indifesi sono affetti da una serie di patologie molto gravi come il cancro, l’anemia falciforme, l’aids e tantissime altre
malattie tumorali); in questa particolare occasione i “piccoli ospiti” del campus vivono - semplicemente - la loro
gioia infantile, senza essere perseguitati dai loro bisogni medici - essenziali per la sopravvivenza – grazie ad una
attenzione molto particolareggiata nei
confronti della loro salute.
30
Per ulteriori informazioni
www.barretstown.org
Albergo Bès - Calviere
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Cour Maison - Courmayeur
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Txt. Attilio Piazza
Foto Archivio “Serpentino e Graniti” - Carlo Orlandi
Il Serpentino, pietra ornamentale della
nel rivestimento e nella pavimentazione dell
32
Il fascino
naturale del
mondo minerario:
la bellezza della
natura a servizio
e beneficio
dell’uomo
E’ l’affascinante mondo dei minerali e
delle pietre naturali – straordinario effetto dei fenomeni geologici caratterizzanti la storia della nostra superficie
terrestre – quello che incontreremo in
questo singolare articolo che Vi proponiamo. Un argomento interessante
che ci guiderà alla scoperta dei molteplici e mirabili impieghi che la sagace
maestria dell’uomo ha saputo fare della ricca varietà di materiali presenti in
natura. Innovazione tecnologica e tradizione artigianale si sposano egregiamente in originali soluzioni architettoniche, nell’edilizia pubblica, privata
e monumentale, nelle pavimentazioni,
nell’arredo urbano e privato, fino all’arte funeraria. Abbiamo incontrato - a
questo proposito - la sig.ra Laura Lenatti Cabello, presidente della “Serpentino e Graniti” di Chiuro, per affrontare - più da vicino - questo mondo naturale e di straordinaria bellezza,
costellato da pietre naturali con particolare riferimento al “serpentino della Valtellina”.
- Sig.ra Laura Lenatti Cabello, ci
può raccontare la storia della vostra affermata azienda, ovvero la
“Serpentino e Graniti” di Chiuro?
«Molto sinteticamente diciamo che
Prefetto di Sondrio - Sua Ecc. Dott. Sante Frantellizzi - Questore Dott. Antonio De Santis - Presidente Tribunale Dott. Francesco
Cerracchio - Procuratore Capo Dott. Gianfranco Avella - Col. Carabinieri Dott. Capone - Col. Finanza Dott. Pavese; si notano inoltre
anche alcune cariche istituzionali provinciali e a destra Laura Lenatti Cabello e figli. Foto Carlo Orlandi (www.fotoorlandi.com)
Valtellina, protagonista indiscusso
a Cancelleria di Berlino e di Bormio Terme
tutto nasce oramai una quarantina di
anni fa (a cavallo degli Anni Sessanta
- Settanta), grazie al geniale intuito di
mio marito Emilio Cabello, il quale attraverso un’esperienza notevole nel
campo della lavorazione delle pietre
– decise di ampliare l’azienda attraverso la costruzione di uno nuovo stabilimento (situato a Chiuro) dotato di
macchinari ad alta tecnologia che
hanno permesso di eseguire lavorazioni con notevole valore aggiunto; attualmente all’attività collaborano i nostri figli Pietro e Cesare che - con perizia e serietà - gestiscono l’elevato
potenziale tecnologico dell’azienda».
- Sappiamo che avete collaborato
– attraverso la pavimentazione, il
rivestimento oltre ad altri particolari lavori – nella costruzione della
“Cancelleria di Berlino” e del complesso termale delle “Bormio Terme”; può - sig.ra Lenatti Cabello sottolineare quali sono stati gli
aspetti che hanno portato a questo
importante risultato.
«Premetto che in gara per aggiudicarsi questo impegnativo, ma nel contempo molto importante, appalto - lavoro
c’erano tutte le aziende (a livello mondiale) che estraggono e lavorano le
“pietre”; il “serpentino della Valtellina” è stato scelto per le sue importanti caratteristiche tecniche che analizzeremo più da vicino in un secondo
momento. La “pietra ornamentale
della Valtellina” – prima di essere
scelta - è stata analizzata molto attentamente dai progettisti – costruttori
della stessa “Cancelleria di Berlino”
attraverso una serie di prove mirate
per avere la certezza della qualità del
materiale scelto. Per quanto riguarda,
invece, lo stabilimento termale di
“Bormio Terme” recentemente ristrutturato ed ampliato, come azienda
produttrice di “serpentino della Valtellina” abbiamo fornito il materiale
per il rivestimento, la pavimentazione,
le scale, la piscina, la sauna e le terrazze. Esteticamente il serpentino è
una “pietra” veramente unica e ben si
presta per questo genere di impiego;
a questo proposito vorrei sottolineare
che la bellezza e l’armonia del nostro
territorio si ottengono proprio grazie
all’impiego delle pietre e del legno; un
esempio di questo riuscitissimo connubio lo troviamo nella vicina Svizzera
(Saint Moritz - Suvretta) e - soprattutto - nelle zone a vocazione turistica
dove il gusto estetico è più marcato e
raffinato; va sottolineato, infatti, che in
questi ambiti viene imposto proprio
l’utilizzo “marcato” della pietra e del legno nella costruzione del tessuto urbano».
Per la “Serpentino
e Graniti”
di Chiuro
un vero fiore
all’occhiello
che la colloca
ai vertici
nella produzione
nazionale
di “serpentino”
Ingresso azienda a Chiuro
- Sig.ra Lenatti Cabello può descriverci – a grandi linee – che cosa è
il “serpentino della Valtellina” e
quali sono le sue più importanti caratteristiche?
«E’ una pietra alpina con caratteristiche particolari per via delle sue origini
Laura Lenatti Cabello
Presidente della Serpentino e Graniti
33
come il Duomo di Monza e la Chiesa
di S. Andrea a Vercelli dove il “serpentino” (utilizzato per la loro costruzione) risulta essere esposto da oltre
8/10 secoli a condizioni climatiche
particolarmente avverse».
34
vulcaniche; è, infatti, un’alterazione
profonda dell’olivina. Risulta essere
importante per i progettisti perché presenta un vantaggio comune a ben pochi materiali e cioè quello di essere di
colore chiaro allo stato grezzo, sabbiato e bocciardato per diventare verde scuro, se - successivamente –
spazzolato, levigato e/o lucidato.
Altre caratteristiche peculiari del “ser-
pentino della Valtellina” sono: un insignificante assorbimento di acqua,
un’ottima resistenza alla flessione anche dopo il gelo, un’elevata resistenza
all’alterazione da agenti atmosferici,
buone particolarità formali ed estetiche di venatura e di connotazione cromatica, ottima funzione ornamentale.
Proprio a questo proposito si hanno
esempi di monumenti classici italiani
- Sig.ra Laura Lenatti Cabello dopo
averci spiegato che cosa è il “serpentino della Valtellina”, ci può raccontare - in sintesi - quali sono i
suoi campi di impiego.
«La “Serpentino e Graniti” di Chiuro
effettua attività di estrazione e di lavorazione di “serpentino” e non solamente; garantisce la continuità delle
forniture grazie alla proprietà ed alla
gestione diretta di numerose cave
(serpentino “verde vittoria” a Lanzada; serpentino “verde vittoria” in
località Cen a Lanzada; serpentino
“verde giada” a Torre S. Maria e
serpentino “tegolare” (ardesia della Valmalenco) a Chiesa Valmalenco.
La nostra azienda si è specializzata
– inoltre - nella segagione e nelle finiture grazie all’elevato potenziale tecnologico delle attrezzature d’avanguardia di cui essa dispone; è altresì
specializzata, oltre che nei prodotti
destinati al settore edilizio, nella realizzazione di rivestimenti in “serpentino” per stufe a legna – arte funeraria
Pavimentazione Cancelleria di Berlino
Interno pavimentazione Cancelleria di Berlino
Cancelleria di Berlino
– lapidi a spacco – piastre per cotture
di alimenti in tutte le dimensioni e/o
forme».
- Un altro fiore all’occhiello della
“Serpentino e Graniti” di Chiuro,
oltre alla “Cancelleria di Berlino” e
“Bormio Terme” in Alta Valtellina,
è rappresentato dalle bellissime
stufe a legna in “serpentino della
Valtellina”; ci può ragguagliare –
sig.ra Laura Lenatti Cabello – su
queste stupende “opere d’arte”?
«Rispondo con un’altra domanda: …
perché sono così in tanti a desiderare
una stufa a legna costruita attraverso
l’impiego del “serpentino della Valtellina” per la propria abitazione; la
risposta è assai semplice: sarà per
via della romantica atmosfera di un
fuoco crepitante che diffonde un piacevole tepore nelle fredde giornate invernali … sarà l’amore per le cose
belle, durevoli nel tempo ed il piacere
di possedere qualcosa di molto speciale; insomma le stufe a legna in
“serpentino della Valtellina” prodotte dalla “Serpentino e Graniti”
di Chiuro - su disegno del committente - soddisfano tutte le esigenze
che sopra ho ricordato in un “unicum”
di armonia; il pregio del materiale utilizzato abbellisce l’ambiente ed assicura una lunga durata del calore es-
Particolare interno Bormio Terme
Ingresso stabilimento termale “Bormio Terme”
sendo una pietra altamente termoriflettente e per questo molto richiesta
in Europa».
- Sig.ra Lenatti Cabello, oltre agli
impieghi sopra ricordati, sappiamo
che il vostro pregiato materiale viene utilizzato anche per altri scopi;
ci può raccontare qualcosa in merito.
«Il materiale estratto viene - nella sua
totalità - utilizzato interamente per abbellire il paesaggio che ci circonda e
per mettere in sicurezza il nostro territorio (impedendo - spesso - la tracimazione dei fiumi).
Se non vi fossero le pietre saremmo
circondati da colate di cemento e ciò
determinerebbe – senza ombra di
dubbio alcuno – un grave ed irrepara-
Particolare interno Bormio Terme
35
Alcuni momenti della lavorazione del
“serpentino”
36
bile impatto ambientale negativo … e
– sicuramente - non si otterrebbero i
medesimi risultati “centenari e secolari” di durata che - come abbiamo già
avuto modo di evidenziare - sono tuttora visibili.
I progettisti valtellinesi - sempre con le
pietre - nei fiumi della Valmalenco hanno creato (buche apposite) un habitat
naturale e ideale per i pesci permettendo loro di risalire i corsi d’acqua e
quindi nascondersi … e riprodursi.
Altro impiego delle pietre è quello della costruzione dei molteplici muri (a
secco) di sostegno in pietra a “vista”
che costellano buona parte del versante retico della media a bassa Valtellina e che caratterizzano – soprat-
Stufa a legna in serpentino
tutto - i terrazzamenti vitati (vigne)
da cui si ottengono i vini pregiati
della Provincia di Sondrio, oltre agli
impianti (frutteti) dove si possono
ammirare le gustose e dietetiche
mele della Valtellina.
Aggiungo, infine, che gli “sfridi” (il materiale di risulta della lavorazione del
“serpentino”) vengono impiegati nella
costruzione di argini e briglie dei fiumi
– torrenti e macinati vengono stivati in
appositi silos per essere utilizzati – in
un secondo momento – nel settore
edilizio e nelle infrastrutture; invece i
blocchi informi inutilizzati vengono
adattati per creare piazzali artigianali
ed industriali, muri di sostegno delle
strade, zone verdi (come il parco di
Vassalini a Chiesa in Valmalenco),
selciature di mulattiere».
La famiglia Cabello, unitamente a tutti i dipendenti della “Serpentino e Graniti” di Chiuro,
ringraziano le più alte cariche
Istituzionali Provinciali per la
gradita visita al proprio stabilimento … un atto - questo - che
dimostra una particolare sensibilità nei riguardi della Imprenditoria Valtellinese.
Per ulteriori informazioni:
www.serpentino.com
37
Txt. a cura di Cecilia Paganoni - Terza parte
Il ritorno a Itaca
Roma rimane nel cuore dell’autore che resta a lungo affascinato, così come Ulisse fu ammaliato dal canto delle sirene:
“Poco più che trattenuto mi fussi in Roma non ero più in mia
balia, mi incantava quella città
e pareva che quel poeta mi andasse piegando e accomodando al giogo”.
Ciascuno per far lo schiavo
alla Fortuna
In sembianze di fasce
Porta le sue catene alla cuna.
38
Tanto doloroso fu il distacco
dalla città eterna che come si
suol dire “in Roma ci lasciò
l’anima e il core”.
Lungo la Costa Adriatica verso
Loreto
I ricordi indimenticabili dei giorni passati a Roma occupano per lungo tempo la mente e il cuore dell’autore durante il viaggio di rientro in patria.
Il tragitto si svolse in luoghi che non
hanno altro merito oltre a quello di
avere passi di comunicazione; l’uso
diffuso di bere vini cotti ricorda, è un
uso barbaro, un’assurdità nemica sia
dell’occhio sia dello stomaco.
Lungo il percorso incontra borghi
ameni: Terni, Narni, Spoleto e Tolentino.
Macerata e Recanati godono di un vasto territorio collinare su cui giace anche Loreto noto per il suo Santuario,
ove secondo la tradizione è conservata la S. Casa.
“Qui ebbi il dubbio se la casa fosse
veramente quella di Nazaret. Stetti attento su me stesso se me ne dava l’indirizzo quella tenerezza o quell’orrore
che se ne adduce per prova”.
Il sentire
Oggi purtroppo si privilegiano le conoscenze, la razionalità a scapito del
sentire, del percepire le sensazioni e
le emozioni.
“Per mia colpa scrive, non ebbi alcuna
sensazione, essendo forse questa
dote tipica delle grandi anime. Ebbi un
forte dubbio in merito alla veridicità di
quanto si affermava.
Si dice che la S. Casa sia stata trasportata a Loreto nel 1294, qualcuno
afferma che è ancora possibile intravedere il tracciato percorso sulle acque del mare.
Dubbio e fede davanti a questa S.
Casa si intrecciano saldamente; dubitare e accettare a fondo, questo è il
dilemma che dividono l’uomo e il sacerdote.
E l’uomo di grande sapienza non esita a scrivere, “...per mia colpa non
ebbi alcuna sensazione...”
Fa tuttavia riflettere, scrive, il gran numero di pellegrini che ancor oggi vi
accorrono sull’onda della fede, e della
speranza.
A Loreto manifesta grande ammirazione per la bellezza dei vasi disegnati
dal gran Raffaello e lì conservati.
Ancona
Situata a 15 miglia da Loreto ha un bel
porto.
Proseguendo lungo la costa si arriva
a Senigallia borgo molto trafficato, forse troppo per i gusti del viandante,
come al solito riporta un detto popolare che esprime, a suo parere le caratteristiche degli abitanti...
Certo un uomo amante del sapere in
una città dedita prevalentemente ai
traffici commerciali, non poteva trovare quegli stimoli culturali che avevano
invece riempito le sue giornate in altre
città e il detto sopra citato ne è chiara
espressione.
Lungo il cammino incontra Fano, Pesaro e Rimini, cittadine per le quali
manifesta la sua ammirazione.
Cesena
Dista 20 miglia da Rimini, lì incontra il
Vescovo Guicciardi e suo nipote l’abate Francesco Saverio, suoi conterranei, rimane presso il vescovado per
tre giorni, trattato con grande cortesia.
Il Vescovado conta diciottomila anime, territorio definito ricco di squisitezze e di vini pregiati che cancellano
“l’orrido ricordo dei vini cotti”.
Da Cesena a Bologna
Lasciata Cesena riprende il cammino
utilizzando un calesse per una spesa
di trenta paoli, a dieci miglia trova Forlì, città bella e allegra ove ammira la
cupola della chiesa di S. Maria dipinta
con grande impegno dal noto pittore
Cignani; a venti miglia incontra Imola
ove pernotta e la mattina seguente all’ora di pranzo giunge a Bologna distante venti miglia.
Bologna bellezze paesaggistiche,
aspetti culturali
“Questa è la città che dopo Roma suscita l’interesse di curiosi e letterati.
Il territorio è fertile e delizioso, maestra nelle fabbriche, vivace negli ingegni, di governo repubblicano benché
in sostanza l’autorità sia nel legato
pontificio, ai bolognesi resta una certa
libertà e risalta nelle cariche distribuite
fra quaranta famiglie delle più nobili,
alle quali è attribuito il titolo di Quaranta che equivale a quello di Senatore.
La città conta circa settantamila abitanti; vi soffia il vento di tramontana
che ripulisce l’aria rendendo, a quanto
dicono, leggiadro lo spirito dei bolognesi.
Girando per le strade, si osservano
numerose chiese e palazzi grandiosi
caratterizzati da un indiscutibile stile”.
Portici e Santuari
“Si può girare gran parte della città
camminando sotto i portici, un viaggiatore tedesco scrisse che erano stati costruiti per motivi climatici poiché
era giunto in primavera e aveva trovato la pioggia, al ritorno in autunno trovò ancora giornate piovose per cui ritenne che il clima di Bologna fosse
quasi sempre piovoso. E grazie a
quelle strutture aveva potuto girare
quasi tutta la città senza bagnarsi.
Tra i numerosi portici uno si estende
per ben tre miglia a ridosso d’una collina fino al celebre Santuario della
Guardia ove è custodita una scrittura
attribuita a S. Luca, che gli fu mostrata “per un favore particolare”; a questa
reliquia i bolognesi si rivolgono in caso
di necessità personale o di pubbliche
emergenze.
Altra magnificenza di cui il viaggiatore
dice meraviglie è rappresentata dal
Santuario ove si trovano le reliquie di
S. Caterina.
La Torre Garisenda con la sua imponenza, dice, suscita ammirazione, ora
tuttavia ha un aspetto piuttosto fatiscente e necessita di restauri.
L’Università
“È di nobile struttura e particolarmen-
te interessante è la Sala Anatomica,
dodici anni fa era frequentata da quattordicimila scolari, ora se ne contano
solo cinquecento.
Ma l’Istituto delle Scienze era per me
un palazzo incantato, il palazzo delle
meraviglie per eccellenza, un labirinto
ove mi sarebbe stato di notevole gradimento non trovare più l’uscita.
E’ una fabbrica diversa da quella delle
altre università, tutte le scienze, le fisiche e matematiche e tutte le arti nobili hanno una sala magnifica ed un
apparato copioso, ce n’è perfino una
dedicata al tornio per apprender l’arte
di far ornati e figure. Mi informò sull’andamento dell’istituto il signor Quaranta Francesco Maria Segni, che pur
in età avanzata era di spirito vivace e
amante dei convivi.
Dalla lettura della cronaca del viaggio
nasce un rapporto di empatia con l’autore che ci affascina per il suo modo
di rapportarsi agli altri, non resta spettatore della realtà che lo circonda ma
diventa centro di aggregazione, entra
in contatto con gli abitanti delle località che incontra, conosce abitudini, costumi, caratteristiche particolari,miti,
leggende, saperi e sapori.
Grazie alle lettere commendatizie del
Vallisneri ebbe la possibilità di visitare
tutte le sale dell’Istituto, gli fu possibile ammirare la celebre opera di Ferdinando Marsigli: la rappresentazione
del Danubio le cui diramazioni rappresentate da figure intagliate riempivano
ed ornavano una grande sala.
Non perdeva tempo in futili chiacchiere il viaggiatore valtellinese, - come
egli stesso scrive - nemmeno dopo il
pranzo, mentre gli altri riposavano - discuteva di botanica col signor Giuseppe Monti dal quale ricevette in dono le
sue opere.
Per completare la conoscenza della
città, non poteva di certo mancare la
visita ai “ celebri filatoi di cui Bologna
si vanta dell’invenzione e ne mantiene
apparentemente il possesso con la figura dell’Artefice, che ne portò però
altrove l’utilità .....”
Continuando la lettura del viaggio si
evidenzia sempre più la personalità
del Lavizzari, egli era figlio dei secoli
dei lumi, un enciclopedista, un divulgatore che si rivolge a tutte le classi
sociali.
Uomo di grande apertura mentale,
sente come egli stesso afferma, l’esigenza di stabilire il contatto con i grandi del suo tempo, sia italiani sia europei.
Nel suo racconto non mancano episodi insoliti, fatti inediti e momenti di
umorismo....; si rivela anche un ascoltatore dotato di una memoria formidabile.
Dalla lettura dei suoi manoscritti emerge chiaramente la necessità di superare il provincialismo spaziale, il bisogno di uscire da un mondo ristretto e
chiuso tra alti monti.
E’ sicuramente un anticipatore dei
tempi un uomo scomodo che scrive di
avvenimenti e situazioni come pochi
avrebbero osato.
Venezia città da mille e una notte
Stupore e meraviglia esprime per Venezia città fiabesca che brilla di numerose luci che affascinano il viandante.
“....fabbriche sontuosissime chiese ricchissime di addobbi, manifatture e
merci sopra il credibile.
Per chi tiene in borsa molto denaro
può essere ancora molto più bella...”
Bellezze artistiche
e manifestazioni
“Il convento domenicano dei SS. Giovanni e Paolo ha tale magnificenza in
tutto che non vidi nulla di simile, S.
Giorgio dei padri Benedettini ha esso
ancora del sontuosissimo”.
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Lo sposalizio del mare
Lavizzari giunge a Venezia il 19 aprile
e vi rimane per ventidue giorni, pertanto il 25 aprile ha la fortuna di poter
assistere alla cerimonia dello sposalizio del mare e ai festeggiamenti che
coronano la celebrazione “....imbandimento delle mura ducali apprestate ai
senatori, la gran calca degli abitanti
che rendono la città in proporzione del
sito, la più popolata del mondo, le fabbriche pubbliche, l’arsenale, ove regna
sovrano lo splendido Bucintoro del defunto duca di Mantova........ è davvero
un luogo ammirabile....
La sontuosa imbarcazione dava l’impressione di voler lasciare l’ossatura in
analogia con la morte del suo padrone...come un cane che si lascia morire
sulla tomba del suo fedele amico.
Il Bucintoro era un palazzo galleggiante dotato perfino di un teatro acquatico dove si svolgevano rappresentazioni musicali solitamente navigando lungo il corso del Mincio e del Po, purtroppo tanta bellezza venne distrutta
dalla sregolatezza del Principe.
L’ arsenale
E’ considerato uno dei più belli d’Europa solo quello di Londra può contendergli tale primato.
Innumerevoli sono le imbarcazioni,
tanto che vi lavorano giornalmente
quattro mila operai, in caso di guerra
solo tre mila, per visitarlo bene occorre un giorno intero ed uno zecchino di
buone mance.
Gesuiti e Cappuccini non vi possono
accedere senza aver ottenuto prima la
licenza.
Visita a Murano
Celebre per la fabbrica del vetro è una
piccola cittadella con vescovado che
ha però il nome di un’altra isola.
Straordinaria la descrizione che dà di
questa cittadina famosa per i suoi ve-
tri artistici di cui da lungo tempo andava fiera, l’eleganza e la fragilità del vetro la caratterizzano.
“Ove si pecca innocentemente di fragilità ma virtuosamente”; poi l’invito a
comperare quei vetri e quei cristalli
unici per la loro bellezza e indispensabili per gli esperimenti di fisica, come
egli ben sa. Infatti l’alchimista perspicace non poteva certamente trascurare questa occasione, ...che risvegliava
i suoi interessi per gli esperimenti di
chimica.
Lì ebbe la possibilità di ammirare in
prima persona quanto gli era stato descritto con le parole; a Murano visita il
palazzo Cornara dotato di una galleria
che pare sia lunga circa un miglio.
alla raccolta di antiche medaglie, nelle
quali spese circa duecentomila ducati,
come egli stesso affermava. Ma l’occasione straordinaria fu la visita alla
bellissima Faustina che mi invitò a ritornare ogni qual volta l’avessi ritenuto opportuno.
La compagnia della Duchessa si rivelò straordinaria e indispensabile per
conoscere Venezia, ella stessa si poteva definire la Venezia di Venezia, o
meglio ancora era il simbolo per eccellenza di Venezia......”
Gossip
La visita a Venezia si rivelò gradevolissima, Lavizzari non era solo, ma in
compagnia dell’Abate Padre Allegri e
dell’esuberante Duchessa di Mantova,
genovese di nascita appartenente alla
nobile famiglia Grilla, sorella della
Principessa Panfilia e della celebre
Donna Clelia Borromeo, donna di
grande talento e cultura.
Riferisce di aver avuto modo di conoscere la Duchessa in quel di Massa e
di essere a conoscenza delle sue discordie familiari, principalmente con il
Duca suo marito. Ella si trovava a Venezia per partecipare alle celebrazioni
di primavera; non era sola, al suo seguito aveva ben dodici persone, ma
sulla sua gondola trovavano posto
solo il marchese di Ferrara, Lavizzari
e il Padre Allegri.
Fascino veneziano
Venezia città fantasmagorica e ammaliante coinvolge profondamente l’autore
che rimane affascinato dinnanzi a tanta creatività. La città lagunare risveglia
le emozioni dell’uomo che porta in sé
l’imprinting della solida roccia della
montagna sua terra natale. La razionalità tipica dell’uomo dei lumi vacilla di
fronte a tanto splendore creativo,
espressione di una perfetta alchimia
tra ragione e sentimento.
Viaggiare equivale ad apprendere
continuamente, in primo luogo a confrontarsi con l’altro, a sentirsi fratelli, la
meta dei viaggi sono sempre gli uomini sia che essa sia vicina o lontana.
Ogni incontro è ricco di promesse ma
anche di pericoli, la vita è una sfida
continua, come scrive Madre Teresa
di Calcutta, e come tale deve essere
affrontata, anche se non sempre si è
vincitori.
Viaggiare significa anche fare i conti
con la realtà e i suoi molteplici aspetti,
con la storia del luogo e con altre storie che ad essa si intrecciano, effettuare analisi e confronti.
Vivere, viaggiare, conoscere, scrivere....la narrativa più vera e attuale scrive, Claudio Magris è quella che racconta non attraverso la pura invenzione e finzione bensì attraverso la presa
diretta dei fatti, delle cose.
Incontri culturali
“Alle 22 ci invitava a lasciare l’alloggio
e ci guidava nei punti ove era possibile soddisfare al meglio la curiosità.
Grazie alla Duchessa ebbi l’onore di
incontrare Gian Domenico Tiepolo
studioso che tra l’altro si era dedicato
Alla volta di Padova
Partito da Venezia di mattina, alle ventitre di sera giunse a Padova distante
venticinque miglia; la navigazione si
svolse lungo il corso del fiume Brenta,
costellato di splendide ville.
Prese alloggio nella casa del signor
Carlo Casati orefice che gli fece da
guida alla visita della città dove risplendevano: la gran sala del pubblico, l’orto dei semplici e del Morosino
e tra le sculture degli uomini più insigni quella di Pietro d’Albano il famoso.
Problemi di ordine pubblico
In quel periodo l’Università era stata
funestata da disordini tra guardie e
studenti, purtroppo cinque di essi furono uccisi e tra le vittime ci fu anche
il Sindaco dell’Università Numio originario della Rezia. A quanto dicono
un tempo trionfavano le insolenze degli studenti ed ora che questi sembravano placarsi i soldati alzavano il
tiro.
La chiesa di S. Antonio da Padova
merita di essere visitata specialmente perché vi sono conservate le reliquie del Santo situate in un’arca riposta in una cappella.
Cultura
Libreria e Stamperia
La visita a una stamperia e a una ben
fornita libreria del Seminario destinata
all’istruzione degli ecclesiastici suscitò
l’interesse dell’uomo di cultura che vi
trovò grande appagamento.
Il museo Vallisneri
Il signor Vallisneri godeva di grande
prestigio nella città patavina, studioso
di vasta conoscenza, diede notevole
lustro all’università ove non solo
insegnò,ma richiamò insigni studiosi
europei come il Padre Burgos ed altri
dotti che avevano contribuito a dare
fama all’Università.
Padova era la città che poteva dare
numerosi impulsi culturali tuttavia la
presenza di un valtellinese che ritornava in patria accelerò il suo rientro
“....ebbi ad affrettarmi e a recidere il
mio piacere.....”.
E con quattro ducati accordò un calesse per Verona distante quindici miglia.
Ci sono luoghi epifanici, che parlano
al viandante, altri sono chiusi, tacciono; Padova parla alla mente dell’autore - viaggiatore - con le sue infinite potenzialità culturali offrendogli una mi-
riade di stimoli, del resto egli possiede
la chiave per entrare in quel mondo,
ne conosce il vocabolario, e gli strumenti basilari per decodificare quella
cultura. Rimane incantato dall’università con le sue numerose sale di studio, luoghi che sente familiari, quasi
come un luogo natale ricco del suo
vissuto, dei suoi numerosi interessi;
conoscere equivale talvolta a riconoscere.
E questo rappresenta spesso una seduzione ammaliatrice come chiaramente dice la frase di congedo dalla
città “.....ebbi ad affrettarmi e a recidere il mio piacere...”
Riprende così la via del ritorno, verso
i luoghi consueti, verso la sua Itaca.
Ma sarà ancora la stessa Itaca oppure sarà cambiata?
Vicenza
La città merita una visita più approfondita, vi sono numerose fabbriche e tra
gli abitanti regna un’atmosfera allegra.
Architettura e territorio
Di grande risalto è il teatro olimpico
disegnato dal rinomato Palladio, per
quanto riguarda gli altri palazzi disegnati dal grande architetto, venne a
conoscenza che i vicentini non dimostravano grande apprezzamento “per
tanta eleganza esteriore che non corrispondeva all’interno.”
Territorio e tradizioni
Il territorio è ricco di vigneti che danno
ottimi vini onde il noto proverbio:
Vin vicentino, Pan padovano e Donne
veneziane: il detto diffuso anche oggi
ricorda il buon vino vicentino, la bontà
del pane padovano, lo spirito straordinario e l’eleganza delle donne veneziane completano il resto.
In merito a quest’ultima affermazione
l’autore malinconicamente scrive “.....
altri ne diano conto, troppo è infelice
la mia esperienza...”
Verona
“Superò questa città ogni mia aspettativa, sorge su un ampio territorio,
l’Adige la fende e la ravviva e l’arricchisce con il suo traffico.
Il luogo della fiera ha solo tre anni, è
vasto e suddiviso in ben nove piazze.
Sontuoso è anche il teatro, risulta evidente che ai veronesi non mancano
idee grandiose, ma piuttosto il denaro
per realizzarle.”
L’arena (struttura)
La famosa struttura, è una delle più
grandi reliquie dell’antichità.
Ha del sorprendente anche per chi fa
ritorno da Roma “I suoi maggiori ornamenti le sono stati tolti e dell’ultimo
giro esterno non restano in piedi che
poche canne a farne fede, da un generale veneto sono state dissipate le
auguste mura per utilizzarle in un palazzo; così poca cura c’era un tempo
nei cittadini verso una fabbrica di tanto valore.... ora ne intendono meglio il
pregio e ne hanno tutte le sollecitudini. Gli archi ossia volta esterna del primo piano ospitano settantadue botteghe. Si vedono gli Ordini antichi disposti in modo da potersi sedere, i condotti delle acque per le Naumachie, lo
scolo delle orine, le prigioni...le caverne delle fiere.
E’ capace nei suoi sedili di 44.000
persone......”
Lago di Garda Lerici aspetti paesaggistici
Alfine di godere anche la deliziosa riviera di Salò presi un calesse per due
ducati e mi diressi alla volta di Lerici
che sta a miglia quindici da Verona,
sul lago di Garda distante da Salò diciotto miglia, tempestoso e temuto mi
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facevano ridere i timori degli altri passeggeri quando incontrai un barcarolo
antico, che dalla sua prima età era
sempre stato sul lago ed era ancora
vivo.
Si pratica la pesca delicatissima del
carpione così come abbondante è
quella delle sardelle: di queste più volte ai suoi tempi - narrava il barcarolo
- ne prendevano in una sola volta ben
quattrocento.
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Salò
E’ collocato in una amena insenatura
del lago, ha un aspetto cittadinesco,
possiede molti conventi e monasteri,
conta circa cinquemila abitanti.
La sua riviera si stende per un lungo
tratto, ma distintamente spicca per
dieci miglia, al di sopra ha un immenso giardino di agrumi.
I luoghi più belli sono Toscolano, Gargnano.... si stendono nel tratto più delizioso; il clima ben si presta alla coltivazione degli agrumi e gli abitanti trovano occupazione nella coltivazione,
buona è la richiesta che proviene dalla Germania.
La concorrenza di Trieste e di Fiume
che hanno introdotto la coltivazione
degli agrumi del napoletano dimezzano l’utile degli abitanti di Salò.
La villeggiatura
“Tra queste delizie, non si aspetti però
di vedere altra grandezza di quella
che si fa della naturale giacitura (esposizione al sole sulla spiaggia), il tutto
per un utile e non per cavalleria........
non si trovano di quelle villeggiature
pazze, che devono essere alimentate
invece di alimentare il padrone a cui è
vietato comperare al di qua del Mincio........”
La descrizione delle vicende storiche
relative ai territori della zona del Garda
e dintorni sono precise e particolareggiate, noi non riteniamo opportuno entrare in merito di tali dissertazioni alquanto complesse, tuttavia non possiamo far a meno di rilevare il suo felice
incontro con il podestà Signor Ercole
de Terzi Lanza, uomo di governo sempre degno di impieghi maggiori per dominare e volere la giustizia.... mi accolse con la più benigna cordialità.
Congiuntura più felice di questa incontrar non potevo per goder interamente
della Riviera.
Dopo molti giorni appena potei licenziarmi dagli amorosi ritegni di quel generoso cavaliere, con calesse mi feci
portar in Brescia che sta a diciotto miglia.
Ormai mi pareva ultimato il viaggio lusingandomi d’essere in patria.....
Pochi giorni mi trattenni in quella
città,per altro a me sì cara e deliziosa,
poi in concerto con i miei di casa concordai di avere cavalli a Pisogne per il
ventidue...., goduta la cordialità di Casa
Nicolini in Edolo, il ventiquattro fui contento di riabbracciare i miei di casa.
Fin dall’antichità viaggio e letteratura
appaiono strettamente correlati e
l’Odissea è il simbolo per eccellenza,
viaggiare rappresenta un’analogia con
la destrutturazione e la ricostruzione
del mondo dell’io.
Ulisse è il maestro per eccellenza di
questo viaggio circolare, si parte da
casa, si attraversa il mondo, e si ritorna
di nuovo a quella casa momentaneamente abbandonata, una casa molto
diversa perché ha acquistato significato proprio grazie alla partenza, scrive
C. Magris.
Molte cose cambiano durante il viag-
gio: certezze, valori, sentimenti, aspettative.
Altre realtà, altri valori, nuovi sentimenti si incontrano lungo la via.
La strada è una buona maestra di vita
anche se spesso presenta tratti sconnessi, insidie e pericoli. E Ulisse alla
fine del viaggio ritorna alla sua Itaca,
a quel punto di riferimento che non ha
mai dimenticato, sarà però solo un
traguardo momentaneo, altri viaggi
infatti l’attendono, egli sa che ogni
porto è solo un punto per nuove partenze, per nuovi traguardi.
Considerazioni finali
Benché vedendo non abbi che la porzione più nobile dell’Italia, è però questa il giardino del mondo.
Poiché vede la Francia, chi veduto ha
Parigi, così nella Spagna Madrid con
l’Escurial, nell’Olanda Amstedam,
nell’Inghilterra Londra; ma nell’Italia
la moltitudine fa ad ogni tratto godere
nuove Corti, sebbene non di Re che
però nelle grandezze la san spacciar
da monarca, e purtroppo lo dicono i
sudditi gravati da gabelle.
La Lombardia alta e bassa è la terra
più pingue dell’Italia e si deve al dominio veneto quest’encomio, si vien
trattati con la minor spesa e meglio
d’ogni altra parte.
Ma il ritorno in patria, alla sua casa in
Alta Valle non poteva essere più dolce e carico di nostalgia come riportano i versi di questa sua poesia.(A)
Tutt’a un bott scomparis via la tovaia,
E se taca i cazzoli per i mur.
Quattro violin, duu bas e tre zanforagni,
Un ziffol, un zampogn, cont una piva,
I fa un inviit caldissim
Al solta foeura in mezz.....
Il calore del focolare che riscalda la
casa e il lume appeso alle pareti contribuisce a illuminare l’ambiente domestico, in senso reale e metaforico rendendolo accogliente.
Quel lume avrà sicuramente consentito al nostro viaggiatore di osservare
con nuovi occhi la sua Itaca.
Nota:
(A)
La poesia è riportata in un manoscritto da
Francesco Romegialli.
Dalla natura e dalla tradizione nasce
una sana dimensione del caldo
STUFE IN MAIOLICA
di Emanuele Del Molino
������
Postalesio (SO) - Via Nazionale, 18
tel. 0342 590077 - Fax 0342 590166
www.delmolino-stufe.com
[email protected]
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ALBERGO BÈS
Via Nazionale 18 - 10050 CLAVIÈRE – TO
PROPRIETÀ: Fam. Gianluca Marcucci
PROGETTAZIONE:
Ufficio Tecnico Concreta srl
Arch.Corrado Selvetti
Geom.Silvia Donini
REALIZZAZIONE: Concreta srl
FOTO: Andrea Basci
TESTI: Camillo Bertolini
Amante della
storia e dell’arte,
la famiglia Marcucci
ha desiderato
ricreare un
ambiente che
rievochi
gli echi del passato.
Il Bes Hotel come
sinergia tra
moderna struttura
turistica e antica
tradizione
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a l b e r g h i
La Val di Susa è stata storicamente un
luogo strategico, teatro di aspre contese e battaglie. A dar testimonianza del
passato, rimangono alcune suggestive
roccaforti ed importanti, quanto impervie, abbazie. Fulcri di controllo dei confini, e imponenti strutture di resistenza
contro l’invasore armato e le fedi della
religione riformata.
L’antico borgo medievale di Claviere,
situato sul Passo del Monginevro, un
tempo importante via di traffici commerciali a 1760 metri di altitudine, è
oggi luogo di confine e nota meta del
turismo invernale (alle sue spalle impera il comprensorio della “Via Lattea”). Pochi chilometri più a occidente,
la città di Briancon appartiene già alla
Francia.
Proprio a Claviere, la famiglia Marcucci, stimata per le doti imprenditoriali e
per la passione verso l’arte, ha affidato a Concreta la ristrutturazione dell’Hotel Bes. Progettisti e tecnici hanno
così prima disegnato e poi arredato un
ambiente d’elite, ispirato alle suggestioni paesaggistiche e storiche della
a l b e r g h i
valle. Nell’arredamento degli interni, la
scelta dell’uso dei pregiati legni tipici
del luogo conferisce una netta direzione di stile. Zona bar e ristorante sono
dominati dall’abete anticato e dal cirmolo, legno resinoso dal profumo inconfondibile, utilizzato anche nel rivestimento delle pareti, ad evocare i sapori antichi dei vecchi chalet di montagna. Gli stessi materiali danno forma,
nella zona ristorante, a contro-soffitti a
cassettoni, e a mobili di servizio intarsiati e decorati nel richiamare i vecchi
buffet. Dal soffitto pendono lampadari
in cristallo, che dividono il compito dell’illuminazione con faretti a muro. Una
seconda sala è arredata con finestre
interne ricavate da vecchie baite in demolizione e grosse travi di recupero. Il
pavimento in cotto, le grate in ferro
battuto recanti il simbolo dorato dell’hotel e il rivestimento rosso di panche
e sedie, conferiscono alla sala da
pranzo un’atmosfera principesca simile all’immaginario fiabesco.
Il bianco onirico dei sogni riposa nelle
stanze, dove la tradizione dello splen-
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a l b e r g h i
dore francese vuole il letto avvolto nei
drappeggi pizzati di un baldacchino.
Colonnine di sostegno, testate e mobilio sono torniati e abbelliti con motivi
ornamentali estratti dallo stile nobiliare
settecentesco e rivisitati sul moderno.
Meno debitrici verso il tempo risultano
invece le stanze mansardate, dove il
larice del soffitto come dei pavimenti e
dei mobili crea un ambiente di calore
e passione. La passione per lo stile
antico del Bès Hotel non rinuncia, comunque, all’offrire alla clientela i migliori servizi dell’Hi-tech. Tutte le stanze sono dotate dei moderni schermi
televisivi con TV-Sat e Pay-Tv e la
possibilità di connessioni internet ad
alta velocità. La sezione wellness rac-
chiude tutto il desiderabile per la rigenerazione fisica: vasche idromassaggio, sauna, bagno turco, docce nebulizzanti, lampade Uva. Mani esperte
massaggiano il corpo, mentre in sala
relax, pareti e soffitti in fibra ottica,
danno l’impressione di trovarsi sotto
un cielo stellato. Da far invidia alle aristocrazie del passato.
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Txt. Camillo Bertolini
Artaud:
la poetica e il dolore
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Disegno di Jason H. Whitley
Uscendo dal numero 23 di rue de la
Mairie di Ivry, abitazione dell’attrice
francese Paule Thévenin, Antonin Artaud fu rimproverato dalla portiera dell’abitazione per l’alto tono di voce con
cui continuava a declamare le sue
poesie. Prima che questa avesse finito il suo sermone, l’artista la interruppe dicendo “Zitta! Altrimenti la trasformo in un serpente dalla testa piatta!”.
E se ne andò. La donna, visibilmente
scossa, corse subito nell’appartamento della Thévenin alla quale chiese
quanto dovesse credere alle minacce
fatte da quell’uomo dallo sguardo tanto penetrante e dalla voce così incisiva. Siamo nel 1948. Di lì a pochi mesi
Artaud sarebbe deceduto nella pensione parigina nella quale era ospite
da alcuni anni. - Non morirò mai a letto – ebbe il tempo di dichiarare. Infatti,
venne ritrovato la mattina accanto al
letto, seduto.
Poeta, scrittore, attore, teatrante, pittore e traduttore, Antonin Artaud è forse un nome poco conosciuto. Tuttavia,
forse nessun altro può vantare una
così radicale influenza sulle arti contemporanee al pari di lui. Per questa
ragione, Milano ha voluto rendere
omaggio a una delle personalità più
complesse e tormentate del ‘900 con
una rassegna denominata Artaud:
Volti / Labirinti.
Volti / Labirinti.
E’ il nome scelto
dal PAC di Milano
per la rassegna
dedicata all’artista
più radicale
del secolo scorso.
Tributo all’uomo
con cui tutte le arti
moderne si trovano costrette a
confrontarsi
Scena tratta dal film “My life with Antonin Artaud” - di Gerard Mordillat - 1993
Nato a Marsiglia nel 1896, intrattiene
subito un difficile rapporto filiale, che
più tardi lo porterà a scrivere di esser
stato generato da – un utero con cui
non avevo niente da spartire […]. E io
so di essere nato in altra maniera. Attraverso le mie opere. Non da mia madre. Manifesta fin dall’infanzia meningite e altri problemi di origine nervosa
che, oltre ad accompagnarlo per l’intera esistenza, avranno un influsso inscindibile con la sua personalità artistica.
Sono agli inizi del secolo. Epoca di disastrosi sconvolgimenti politici, delle
guerre che incendiano l’Europa, delle
grandi scoperte e dello slancio intrapreso dall’arte nel tentativo di rinnovare le strutture sociali. E’ la Francia della III Repubblica, del colonialismo e
dei tumulti politici. Ma anche la Francia della belle époque, di Parigi capitale della cultura, sirena di richiamo
dell’arte mondiale. Anche di una vita
spensierata che terminerà di lì a poco.
Artaud si avvicina al movimento surrealista egemonizzato da André Breton, ma ne viene subito espulso con
l’accusa di tendere troppo all’individualismo. Assieme a Roger Vitrac fonda il Thèatre Alfred Jarry. L’impresa
sarà presto costretta a chiudere i battenti per l’accanimento della censura
e per i cronici dissesti finanziari. E’ tuttavia un nodo cruciale nella formazione di Artaud. In questo periodo elaborerà una concezione radicale e scardinatrice non solo del teatro, ma dell’universo artistico e della vita in
generale.
La rigenerazione del mondo, e del
caos in cui questo è gettato, può partire dal teatro. A patto che questo sia
ripulito dalle incrostazioni che lo rendono un’arte separata e decadente.
Occorre – secondo Artaud – riportarlo alla sua funzione originaria di rappresentazione sociale purificatrice. Il
distacco tra attori e spettatori deve essere annullato. Lo spazio della scena
abbandonare la sua centralità per circondare il pubblico e creare un continuo feed-back di sensazioni, di tensioni emotive, che dovranno culminare in
una festa disordinata.
La parola va ridimensionata e ridefini-
ta in base ad un rapporto paritario con
gli altri linguaggi: forme, luci, suoni ed
urla. Artaud immagina lo spettacolo
come un rebus che lo spettatore non
ha il compito di decifrare. Deve lasciarsi investire e suggestionare in
una sorta di terapia collettiva a cui affidare lo sfogo dei sentimenti repressi.
Il modo per raggiungere un fine di così
elevata intensità è individuato da Artaud nella crudeltà. Il teatro si fonda
sul parricidio, ossia sull’uccisione dei
modi di rappresentazione classica.
L’attore deve avere la determinazione
e la tensione proprie dell’assassino in
azione. Le idee espresse dall’opera
avranno una forza pari alla sensazio-
ne della fame. Lo spettatore va violentato, scosso sino alle viscere corporali e della coscienza.
L’artista marsigliese è attratto dalle
danze e dagli spettacoli dei popoli primitivi, dove l’arte non riveste funzioni
decorative, viste come pigre e passive, ma ha uno scopo mistico di coesione sociale.
Nel 1936 Artaud s’imbarca da Anversa per Città del Messico. Dopo aver
vissuto nella capitale tenendo alcune
conferenze all’università, parte per le
regioni interne dove viene ospitato
dalla tribù indigena dei Tarahumaras.
Alcuni mesi dopo è rimpatriato di forza. Espulso anche dal Belgio, si reca
in Irlanda sulle tracce degli antichi po-
Dal film “L’Ebreo errante”
di Luitz Mozart - 1926
57
58
Disegno di Artaud
Dal film “Lucrezia Borgia” di Abel Gance (1935)
poli celti. Nella terra di S.Patrizio non
ha maggior fortuna. Arrestato, viene
espulso di nuovo e durante il viaggio
di ritorno tenta di gettarsi in mare.
Raggiunta la Francia, viene prelevato
d’autorità e rinchiuso in ospedale psichiatrico. E’ un periodo di duro sconforto per l’artista. I dolori fisici si acuiscono, le crisi nervose sono in continuo agguato. Il Padiglione d’Arte Contemporanea espone frammenti di
un’opera disorganica, dispersa tra differenti linguaggi e supporti. Manoscritti, lettere, disegni, dipinti. Su grandi
schermi sono proiettati a ciclo continuo i film, di cui Artaud fu intenso interprete. L’Ebreo errante nell’opera
omonima di Luitz Mozart (1926); Marat nel Napoleone di Abel Gance
(1926); il Monaco Massieu in La passione di Giovanna d’Arco di Dreyer
(1928); il Savonarola in Lucrezia Borgia, ancora di Abel Gance (1935). Tutti ruoli estremamente complessi, personaggi folli, eppure lucidissimi nella
tensione dei propri estremi ideali.
“L’amica Thévenin rivela come Artaud
lavorasse senza sosta. In ogni momento, dovunque si trovasse, a tavola,
in metropolitana, in compagnia di amici, lavorava per quanto fosse scomoda la sua posizione […]”
Oltre a mostrarci le sue immagini e le
sue opere, il Pac di Milano tenta
un’operazione suggestiva: ricostruire
quello che per Artaud fu il luogo dell’orrore. La stanza dell’elettroshock, al
quale l’artista venne più volte sottoposto durante l’internamento, e che gli
procurò incancellabili danni psichici e
fisici (lesioni alla colonna vertebrale).
Il letto a croce da cui pendono le cinghie di forza, la rozza apparecchiatura
che regola il voltaggio, gli elettrodi applicati alle tempie, le fotografie di alcuni pazienti dal volto catatonico e dagli
occhi stralunati, le urla nel sonoro di
fondo. Tutto insieme crea un’atmosfera d’incubo e di disgusto che ci impongono di riflettere sulle tecniche di
coercizione sociale. Le immense sofferenze inflittegli, l’acuirsi dei dolori
nervosi e l’emergere di un tumore al
colon, portano Artaud a un distacco
verso il proprio corpo, ritenuto ormai
una prigione in cui è costretto a vivere. Scrive l’opera – Van Gogh, il suicidato della società - dove assimila la
sua esistenza a quella del pittore
olandese. La società dei sani annienta gli individui che avverte pericolosi
richiudendoli nei manicomi e minandone l’equilibrio mentale. I corvi che
aleggiano sui campi di grano, ultimo e
celebre quadro di Van Gogh prima del
suicidio, sono metafora di questa realtà, avvertita come una maledizione.
Una sorta di fattura globale che, comunque, non risparmia nessuno.
Artaud ritratto da Sabine Vess
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Foto: Archivio Vis
Il gusto del
piacere e del
mangiare sano …
attraverso “alcune
linee guida” per
un’alimentazione
sana, bilanciata
ed al passo con i
tempi … insomma
moderna.
Nel panorama valtellinese e valchiavennasco - per quanto riguarda l’ambiente (industria) conserviero - un posto di primo ordine è occupato dalla
Vis di Lovero; per capire più da vicino
che cosa la Vis propone alla sua clientela abbiamo avvicinato il vertice dell’azienda, ovvero papà Guido Visini e
figlio Giorgio; attraverso una piacevole chiacchierata – rilasciata in esclusiva alla nostra testata – siamo riusciti
a capire (e a carpire i segreti di tanto
successo … ) quale filosofia di vita e
di lavoro anima questa “coppia” che
ha fatto della frutta - in generale - il
proprio ed apprezzato “cavallo di battaglia”.
- Signor Guido Visini ci può raccontare – molto sinteticamente – la
storia della Vis Confetture?
«Il marchio Vis nasce nel lontano
1983 dall’intuizione di tre fratelli (il sottoscritto, Andrea ed Annamaria); fin
dall’inizio il marchio Vis si pone come
obiettivo primario quello di seguire le
linee guida di un’alimentazione sana,
bilanciata ed al passo con i tempi, insomma moderna. Questa filosofia
aziendale ha fatto nascere una produzione di alta qualità, naturale, genuina, poco zuccherata e sicura da un
punto di vista organolettico che si rispecchia in prodotti validi ed affermati
nel panorama conserviero. E’
un’azienda conserviera valtellinese
dal ricco paniere: confetture extra –
confetture extra da agricoltura biologica – miele italiano – frutti di bosco sciroppati – marroni in sciroppo – mostarde – grappe alla frutta – frutta in
grappa – prugne al vecchio “Sassella”
60
L’azienda “Vis” a Lovero
La natura e la frutta “b
nelle
– bisciola o panettone valtellinese
(dolce tipico della Valtellina) – torte al
grano saraceno; il “core business”, comunque, è stato e rimane tuttora anche per il futuro la produzione di confetture extra».
- Dottor Giorgio Visini - alla luce di
quanto evidenziato poco sopra –
quali sono i parametri che utilizzate per produrre confetture di primissima qualità?
«Per rispettare questi intenti la Vis ha
posto alcuni “paletti” che considera di
fondamentale importanza per la propria produzione e che la contraddistingue nel panorama nazionale ed internazionale; qui di seguito mi permetto
di elencarne alcuni …
1. Abbondare nella frutta (attualmente
buona parte delle aziende conserviere
lo fa, ma negli anni Ottanta ciò fu una
vera intuizione da parte dei fratelli Visini).
2. Limitare lo zucchero aggiunto.
3. Utilizzare solo ed esclusivamente
frutta intera (IQF), non polpe e/o puree.
4. Controllare e selezionare – accuratamente - tutta la frutta impiegata per
il processo di lavorazione e confezionamento sia presso ogni singolo fornitore che – ad ulteriore verifica – in
azienda (sia attraverso procedimenti
meccanizzati che manuali); questo
punto importante permette – soprattutto – di non utilizzare conservanti,
coloranti e/o aromi vari.
5. Produrre in piccoli lotti attraverso
un procedimento tecnologicamente
avanzato il quale permette di operare
a basse temperature, alterando perciò
il meno possibile le caratteristiche organolettiche originarie del prodotto
Alcuni momenti della lavorazione
primitivo fresco e le naturali proprietà
della frutta.
6. Controllare in modo scrupoloso
ogni fase del processo produttivo e
del prodotto finito garantendo – al
consumatore – un ottimo, sicuro ed
apprezzato livello di qualità e sicurezza.
7. Non abbondare nella quantità e nel
grado di alcool nella produzione di
prodotti a base alcolica.
Per quanto riguarda, invece, il packaging (la confezione dove è contenuta
la confettura – il prodotto tanto per intenderci) Vis ha sempre perseguito
scelte eleganti, piacevoli e raffinate …
sempre con un occhio di riguardo a:
1. utilizzare confezioni rigorosamente
in vetro sia per un discorso di trasparenza (il prodotto che il consumatore
acquista è “visibile”), sia per un discorso di “ecologicità” (il vetro – senza
ombra di dubbio alcuno – rappresenta
il più riciclabile tra gli “imballaggi” utilizzabili per i prodotti conservieri);
2. fornire informazioni chiare, precise
e puntuali;
3. richiamare la naturalità di una chiave di lettura del prodotto Vis come
nuova – moderna e razionale».
- Signor Guido Visini sappiamo che
la vostra azienda – nell’arco di
poco tempo – è riuscita ad ottenere
degli standard produttivi (certificazione) molto importanti … può raccontarci qualcosa in merito?
«Vis - in questi ultimi anni – ha posto
l’accento, prestando molta attenzione,
nell’ottenimento di riconoscimenti ufficiali per quanto riguarda l’aspetto qualitativo della sua produzione (processo
produttivo e prodotto finito) raggiungendo così traguardi importanti nella
certificazione:
1. nel 2000 la certificazione “biologico
prodotto”;
2. nel 2001 l’autorizzazione ministeriale alla produzione di alimenti destinati
ad un’alimentazione particolare ai sensi del Decreto Legislativo 111/92;
3. nel 2004 la certificazione del sistema di qualità secondo la norma europea ISO 9000:2000;
4. nel 2004 la certificazione di rintracciabilità di filiera secondo la norma europea UNI 10939:2001».
Dottor Giorgio Visini alcune note (e
numeri..) sulla Vis attuale.
«Ad oggi Vis presenta una capacità
produttiva di 23.000 vasi al giorno; un
fatturato annuo di 6 milioni di euro; occupa circa una ventina di unità lavorative; l’azienda è distribuita su un’area
pari ad 8.000 metri quadrati; tutto ciò
iologica” di Valtellina
confetture Vis di Lovero
61
Macchinari all’avanguardia nella lavorazione della frutta
ottenuto attraverso una serie di tappe
evolutive:
1. l’impianto iniziale è stato costruito
nel 1983;
2. il primo ampliamento venne effettuato nel 1994;
3. il secondo ampliamento venne effettuato nel 2004.
Il “brand”, ovvero il marchio Vis, è presente in Italia – Germania – Belgio –
Inghilterra – Danimarca – Svizzera –
Stati Uniti d’America e Giappone».
62
- Signor Guido Visini – dopo avere
evidenziato nel dettaglio il “telaio”
della vostra blasonata azienda conserviera – vogliamo analizzare più
da vicino la vostra peculiare, ricercata e “di nicchia” produzione di
confetture …
«Sarò molto sintetico, con la speranza
di essere il più esaustivo possibile; iniziamo dalla “frutta biologica” un nostro
importante “cavallo di battaglia” come
lei ha già evidenziato in precedenza
nella parte introduttiva; poi proseguiremo con la frutta sciroppata, i due tipi
di confetture extra a seconda della
percentuale di frutta fresca impiegata,
la frutta in grappa e la grappa alla frutta, per concludere - questa veloce
carrellata - con il miele e le torte di
grano saraceno, queste ultime fiore
all’occhiello della nostra produzione».
BioVis
Confetture extra da agricoltura biologica – il 100% degli ingredienti utilizzati proviene da agricoltura biologica
– le confetture extra “BioVis” sono
controllate e certificate da “BioAgriCoop” - S.C.R.L. – e prodotte a partire
da ingredienti non geneticamente modificati – 60% di frutta e 50% di zuccheri totali presentate nei gusti albicocca, pesca, fragola, (100% frutta
italiana) e mirtilli.
Frutta sciroppata
Vis produce esclusivamente frutti di
bosco sciroppati; la frutta selezionata
viene messa in vasetto con l’aggiunta
di sciroppo ed il risultato è un prodotto
delicato, non molto zuccherato, gradevole come dessert e/o indicato per
guarnire torte e gelati. I gusti proposti
sono: lamponi, mirtilli, more e marroni
canditi.
Confettura extra 1
Prestigiosa gamma dove sono presenti solo i frutti di bosco e sottobosco. La percentuale di frutta utilizzata
sale al 70%, mentre lo zucchero totale
rimane al 45%; oltre ai gusti classici
(fragola, lampone, mirtillo, frutti di bosco e mora) sono presenti vere ricercatezze quali la deliziosa crema di
marroni, il ribes rosso ed il rabarbaro.
Confetture stivate nel nuovo magazzino
Confettura extra 2
Le confetture extra Vis si contraddi-
stinguono per l’elevata percentuale di
frutta (65%) e per il moderato contenuto di zucchero aggiunto. I limitati
tempi di cottura a basse temperature
mantengono inalterato il gusto della
frutta. Le confetture extra sono proposte in ben 16 diversi gusti: albicocca, pesca, ciliegia, fragola, amarena,
lampone, mirtillo, mora, frutti di bosco, ribes rosso, susina, sambuco,
mela cotogna, uva, fichi e crema di
marroni.
Frutta in grappa e specialità
Vis propone una gamma di vere ricercatezze gastronomiche preparate con
sapienza e cura artigianale e dedicate
- soprattutto – agli intenditori il raffinato packaging ne fa un prodotto di “nicchia” ed ideale per la regalistica oltre
alla delicata frutta in grappa - presentata nei gusti di pesca, mora, mirtillo e
marroni canditi - troviamo le prugne al
nobile vino valtellinese Sassella e la
mostarda di frutta preparata secondo
un’antica ricetta lombarda.
Grappa alla frutta
Grappa ottenuta dall’infusione a freddo di finissima grappa di vinaccia e
frutta, con aggiunta finale di zucchero
per ammorbidire il gusto; diversi i gusti
come pesca, lampone, fragolina di bosco, mirtillo e frutti di bosco.
Miele
Viene lavorato solo ed esclusivamente miele italiano di primissima qualità
e prodotto dai più qualificati apicoltori;
diverse le proposte a seconda del tipo
di miele: millefiori – acacia – tiglio –
castagno; pratiche e raffinate mono porzioni completano la gamma.
Torte al grano saraceno
Il grano saraceno risulta essere l’elemento caratterizzante di queste torte
presentate in quattro gustosissime varianti: confettura extra di mirtillo e confettura extra di lampone – con crema
di marroni e miele di acacia e nocciola – rappresentano dolci genuini, nutrienti e gustosi, confezionati in atmosfera protettiva e controllata per garantirne - nel tempo – la freschezza
senza uso di conservanti …
Bisciola della Valtellina – Tipico dolce valtellinese che viene prodotto – in
modo artigianale – impiegando solo
ingredienti naturali e genuini quali la
farina, i fichi, l’uvetta, le noci, il burro,
lo zucchero, i tuorli d’uovo, il miele ed
il lievito naturale.
Mono - porzione confettura extra
Le mono - porzioni di confettura extra
di frutta Vis contengono una maggiore
quantità di frutta (55%) rispetto allo
zucchero totale; i gusti proposti sono:
fragola, albicocca, mirtilli, lamponi,
frutti di bosco, pesca, ciliegia e crema
di marroni.
- Dottor Giorgio Visini un’ultima domanda che riguarda i progetti a
media e lunga scadenza; che cosa
ci può raccontare a riguardo?
«L’azienda valtellinese Vis ha in programma – per i prossimi anni – alcune
innovazioni riguardo alla produzione.
In particolare la creazione di un prodotto “DIET”, ovvero la presentazione
di una nuova linea di confetture dietetiche (a basso contenuto calorico) per
la cui produzione Vis ha già ottenuto
– da alcuni anni – la speciale autorizzazione ministeriale (Decreto Legislativo 111/92); a questo proposito sono
stati già realizzati – testati e definiti
gusti, ricette e packaging … rimangono ancora da sistemare gli ultimi dettagli; il lancio commerciale del prodotto è previsto durante la fiera internazionale dell’alimentazione “Cibus”
(maggio 2006). Non da ultimo perchè
meno importante l’ampliamento della
linea dolciaria attraverso una progettazione che coinvolge - in partnership
- altre realtà valtellinesi.
Vis, infine, per quanto concerne le innovazioni di processo produttivo ha
attuato – fin dal 2003 – un automazione del sistema gestionale delle informazioni provenienti dai magazzini e
dai reparti produttivi; questo importante progetto rappresenta una peculiare
razionalizzazione nella definizione /sistematizzazione sia dei processi
aziendali, sia di quelli all’interno della
“supply chain”.
Questo passaggio ha permesso – così
– da una parte di gestire e controllare
meglio l’azienda e dall’altra di controllare tutti i fornitori (in particolare con
una massiccia attività di monitoraggio
sui produttori di frutta estesa fino al
pieno campo); inoltre, di potere tracciare e rintracciare di conseguenza
ogni singolo ingrediente utilizzato. In
questo hanno giocato un ruolo di fondamentale importanza sia le competenze interne (implementate attraverso apposite attività di formazione) e
sia gli strumenti informatici (completamente rinnovati e rivoluzionati nel cor-
so di questi ultimi anni). Da rimarcare
che - da un punto di vista impiantistico
– esiste una grandissima e particolareggiata attenzione nell’ottenimento di
una “linea produttiva” sempre più aggiornata, correttamente mantenuta e
costantemente monitorata ed ammodernata attraverso l’impiego di soluzioni all’avanguardia che la tecnologia
mette a disposizione».
Per ulteriori informazioni
www.visjam.com
Guido Visini
Nato a Tirano il 30 aprile 1944 – maturità tecnico
– agraria conseguita a Lombriasco (Torino) – attualmente presidente consiglio amministrazione Vis
S.r.L. dove svolge principalmente la funzione di direttore generale – attività pubblica – amministrativa
nel corso di questi ultimi anni: è stato sindaco di
Vervio – presidente della S.T.P.S. – assessore alla
cultura amministrazione provinciale Sondrio – vicepresidente amministrazione provinciale Sondrio –
presidente azienda promozione turistica provincia di Sondrio – attività
lavorative precedenti: funzionario settore pubblico in comunità montana
– impegni sociali: organizzazione Mato Grosso in giovane età – attualmente supporto logistico in alcune attività missionarie (Etiopia – Salomon
Islands).
Giorgio Visini
Nato a Tirano il 1° gennaio 1973 – maturità classica
– laurea in giurisprudenza – soggiorni studio all’estero ed in particolare in Germania e Stati Uniti
America – in azienda dal 2000 si è occupato/ si occupa di: progettazione – realizzazione manutenzione dei sistemi di qualità – dei sistemi di rintracciabilità di filiera – implementazione – gestione dei sistemi informativi – automazioni – coordinamento di
nuovi progetti soprattutto di nuova produzione – interfacciamento con soggetti istituzionali vedi autorità da un punto di vista
igienico – sanitario ed amministrativo locale.
63
Txt. Camillo Bertolini
Meteora del cinema degli albori.
Tre film in quattro
anni. La morte per
tubercolosi.
Storia dell’uomo
reso popolare
dalla sigla di
“Fuori Orario”
64
Dalla sua
s
nascita, il cinema
ha compiuto
un lungo percorso di maturazione. Ha
sviluppato personalità e generi differenti.
Si è sonorizzato, colorato,
smaliziato. Le
inquadrature
si sono fatte
più complesse, arricchite di effetti speciali. Lo spazio e il tempo spezzati e
ricomposti in nuovo ordine. Reazioni
e sensazioni attaccano sempre più le
viscere. Il consumo diviene oggi tascabile.
Jean Vigo:
Esistono però immagini sospese e
senza tempo, sequenze di fotogrammi
che ci appartengono indipendentemente dal quando e dal dove vennero
impresse su pellicola. Jean Vigo, con
il suo approccio libertario e poetico,
ce ne ha regalate molte. Quattro anni
di attività cinematografica tra il 1930
e il 1934, e solo “due film e mezzo”
all’attivo. Un capolavoro: l’Atalante, alcune scene del quale rese note al
pubblico moderno dalla sigla del programma televisivo Fuori Orario, in
connubio musicale con la Because
the night della maledetta Patty Smith.
E poi la morte, appena ventinovenne.
Tubercolosi, che proprio i set umidi e
lacustri dell’Atalante avevano contribuito a rendere acuta e, infine incurabile. Quindi il mito, che lo rende una
la poesia su cellulosa
L’Atalante - Juliette affascinata dai trucchi del “saltimbanco”
sorta di Jemes Dean sul fronte opposto della cinepresa.
Jean Vigo deve la sua carriera al suocero, meritevole d’avergli regalato una
cinepresa usata, e al fortuito incontro
con Boris Kaufman, fratello del celebre regista Dziga Vertov. Trovandosi
i due in una città che non amavano,
Nizza, iniziano a girare le immagini
che assemblate formeranno il documentario “A propos de Nice”. Influenzato dalle teorie cinematografiche dell’avanguardia russa, il risultato è un
attacco sarcastico all’elitè d’oltralpe,
tronfia nella sua politica coloniale e di
riarmo, e incurante delle diseguaglianze sociali. Volti grotteschi, abiti da sogno su fisici grassocci, donne che
cambian vestito ad ogni inquadratura
fino a denudarsi completamente. Lustrascarpe e ballerine smodate. Divertenti sequenze, dove i turisti appena
giunti in treno sono rastrellati dal croupier, o dove un corteo funebre viene
velocizzato e fatto scorrer via perché
non disturbi troppo. Le navi da guerra
in manovra gettano sul futuro sinistri
presagi.
Dopo la commissione di un documentario sul campione di nuoto Jean Taris
(dove apprende l’arte delle riprese subacquee che gli tornerà utile in futuro), Vigo si cimenta nella sua prima
opera narrativa.
E’ Zero de conduite, film sull’adolescenza rinchiusa nei collegi, negata
da un mondo adulto militaresco e paranoide, soprattutto dimentico d’esser
stato a sua volta bambino. La sceneggiatura, alla quale imprime una linea
di spontaneismo intriso di comicità, risente di un coinvolgimento emotivo
molto personale. Il padre di Jean Vigo,
giornalista sotto lo pseudonimo di Miguel Almereyda, era stato incarcerato
e ucciso dopo alcune critiche al governo francese, quando lui d’età andava
per i dodici.
Quattro ragazzi costantemente puniti
dagli insegnanti del collegio, diretto da
un nano altezzoso e barbuto, progettano la loro giocosa insurrezione contro il rigido regolamento interno. Culminerà tra la gioia di una lotta coi cuscini, dove i sorrisi e lo svolazzare
delle piume sono dati al ralenti. E
L’Atalante - Père Jules ammicca Juliette
L’Atalante - La stanza di Père Jules
dopo aver issato sul tetto della costruzione la bandiera nera della pirateria,
lanceranno nel cortile che gli ortaggi
dov’è in corso nientemeno la visita del
pluridecorato prefetto.
Considerato lo spirito nazionalistico
che accecava l’Europa in quegli anni,
Zero de conduite viene bollato dalla
censura come film antifrancese, e la
sua proiezione nelle sale vietata.
L’Atalante è una storia d’amore. C’è
chi dice la più bella mai impressa su
pellicola. Luis Bunuel, tra i più influenti e longevi registi della cinematografia
occidentale, azzarda affermando – il
cinema può andare avanti quanto vuo-
le, ma non supererà mai o forse non
raggiungerà mai un film come l’Atalante -. Certo è che a guardarlo ora appassiona nuovamente, appassiona
nella sua leggerezza, nel suo sguardo
poetico e sentimentale.
Juliette, una ragazza di paese, s’innamora del comandante di una chiatta a
motore che trasporta merci lungo il fiume. Il film inizia con il matrimonio dei
due, e con lei che lascia la famiglia per
vivere sulla barca assieme allo sposo
Jean, e agli altri marinai: un giovane
mozzo, il vecchio lupo di mare père
Jules, e i suoi chissà quanti gatti.
Attracca e riparti. Scarica e di nuovo
L’Atalante - Juliette nella visione subacquea di Jean
65
carica. La routine della vita sul fiume,
apparsa all’inizio così romantica, diviene col tempo monotona. Juliette
credeva di vedere Parigi, passeggiar
per negozi e vetrine di moda. Ma
Jean non ha tempo e queste cose, in
fondo, sono utili solo a corrompere
l’animo. Così lei si lascia affascinare
dalle stranezze del vecchio marinaio
e poi, più seriamente, dalla giovanile
spensieratezza di un ambulante istrione. Seppur tentata non cede, ma una
notte fugge via sola. Parigi la chiama,
e per la partenza della barca sarà
certamente di ritorno.
Il realismo, sostenuto dalla bravura
degli interpreti, si scioglie in istanti di
fantastica creatività, che navigano attorno alla figura di père Jules. Quel
vecchio dal ghigno sarcastico non è
tutto a piombo. S’ubriaca ad ogni scalo, lotta da solo, infila la sigaretta nell’ombelico. La sua cabina è un magazzino d’oggetti provenienti da tutti i
porti. Nonostante i richiami del capitano, non riesce a separarsi da niente. Di un amico morto, conserva ancora le mani in formaldeide. E c’è quel
giradischi che suona usando un dito.
Ma forse è solo fantasia.
Jean si sveglia e Juliette non c’è. Testardo e orgoglioso fa partire l’Atalante con anticipo. Lei se n’è andata punto e basta. Appartiene al passato e
non ci deve più pensare. Ci penserà
invece eccome. Ci penserà tanto da
non riuscire più a far altro. Ridotto
dalla disperazione ad uno stato catatonico, si alzerà dal letto solo per tuffarsi in acqua ad occhi aperti, cercandola nel fondo del fiume. Perché si
sa, dentro l’acqua si può vedere la
persona amata. E lei è proprio là, gli
tende le braccia in abiti da sposa.
Juliette ritorna al molo e l’Atalante non
c’è. Disperata ritorna a Parigi, dove
prima erano sogni e vetrine, ora c’è
una realtà fatta di volti lugubri e insicurezze. Ma nel finale père Jules la
ritrova e la riporta da Jean. I due si
scrutano per poi avvinghiarsi l’una all’altro nel bacio più bello. Il bacio dell’amore ritrovato.
Dopo aver concluso il film, Vigo muore. Ma intanto alla produzione non
piace. Lo smonta, lo rimonta più volte
e cancella la colonna sonora di Jaubert. Per renderlo più appetibile al
pubblico inserisce la canzone “La
chaland qui passe”, versione francese di “Parlami d’amore Marilou”. Nelle sale è comunque un insuccesso.
Ma nella storia resta, e lascia il segno. Il cinefilo notturno Enrico Ghezzi, nel presentarlo dichiara asincrono
– Io lo trovo semplicemente: l’amore
nel cinema, l’amore del cinema, il cinema dell’amore.
Jean Vigo
Juliette ritrovata da Père Jules
Scena da “ Zero de conduite”
L’attrice Dita Parlo sul set di “L’Atalante”
66
Ifi presenta
Ifi Platinum
Ifi Platinum:
il nuovo concept
di living bar.
Trasparenza, visibilità, innovazione
sono i principi ispiratori di IFI PLATINUM.
Il progetto, insignito dal mistero delle
attività produttive come “altamente innovativo”, nasce dal laboratorio ricerca sviluppo IFI in collaborazione con
l’industrial designer Makio Hasuike.
La collezione IFI PLATINUM risponde
alle esigenze del mercato con una vasta gamma di nuovi prodotti per l’arredo bar: Vetrine Pasticceria, Snack e
Gelateria, la ormai nota GELATERIA
TONDA, nonché la serie delle celle
per il retro-refrigerato sia in basso sia
in alto e i nuovi accessori.
Ai SIGEP di RIMINI, INDUSTRIEIFI
in collaborazione con Rimini Fiera ha
presentato la Gelateria e la Pasticceria del Futuro: La Cultura nel Food-il
Food nella Cultura.
Raffinata pasticceria servita ai tavoli,
gelato in mostra nella Gelateria Tonda e musica classica eseguita dagli
La vetrina rotante: Dal vivo nello Show-room Concreta
allievi del Conservatorio di Pesaro;
come scenografia, le foto del Teatro
Rossini e della Biblioteca S. Giovanni
di Pesaro.
Un evento, una rappresentazione,
ma anche un locale in cui gustare
pasticcini e gelati, leggere, parlare ed
ascoltare buona musica.
Cibo e cultura hanno quindi fatto da
sfondo per la presentazione della collezione di punta del gruppo pesarese:
IFI PLATINUM, un insieme di prodotti
di altissima qualità e design per l’arredo dei locali pubblici.
L’evento, che è stato insignito da una
nota rivista del settore come una delle 5 Migliori installazioni della Fiera
(e la migliore tra i produttori di arredamento), è stato realizzato grazie al
Conservatorio Statale di Musica G.
Rossini di Pesaro. La Biblioteca S.
Giovanni di Pesaro, il Teatro Rossini
di Pesaro, Metalmobil e L&R di San
Giovanni in Marignano (RN).
67
CONNACTION
Va Rin 52 – 23030 LIVIGNO –SO
PROPRIETÀ: Fam. Giacomelli
PROGETTAZIONE: Arch. Giancarlo Tintori
Ufficio Tecnico Concreta srl
REALIZZAZIONE: Concreta Srl
FOTO: Andrea Basci
TESTO: Camillo Bertolini
La filosofia aziendale
di Concreta si specchia
in un piccolo capolavoro.
Il Connection abbigliamento
di Livigno come modello
di richiamo arredamentoambiente.
69
70
n e g o z i
Il rustico in legno immerso nella neve
riveste nell’immaginario comune il ruolo di luogo accogliente. Una tappa meritata e appagante dalla quale si possono scrutare le cime prima di proseguire.
Esempio della storica architettura livignasca a travi incrociate, la struttura
del Connection abbigliamento richiama l’eco del passato montano.
Un balcone fiorato è metafora di come
lo spirito degli abitanti abbia saputo
trasformare un paesino sperduto in un
luogo noto e apprezzato ovunque.
Concreta ha voluto condensare negli
interni di questo shop l’essenza del
suo stile lavorativo giocato sull’armonia dei contrasti.
Se i caldi pavimenti in rovere richiamano la rusticità degli esterni, il modernismo si esprime appieno nell’arredamento. Mobili a parete in legno laccato lucido disegnano un ambiente
leggero e minimale.
L’uniforme laccatura bianca ci riproietta all’esterno, sulle pareti innevate, in
un gioco di riflessi e richiami.
Ma l’idea moderna di confort ritorna
immediata nel tenue pastello delle poltroncine condiviso dall’originale scaffaletto centrale.
La filosofia espositiva mira all’esaltazione del prodotto. Vani retro-illuminati hanno il compito d’esaltare la singolarità e la personalità della singola calzatura.
Faretti incastonati ai diversi livelli del
controsoffitto a gradoni incorniciano in
differenti tonalità di luce area-espositiva e zona-servizio.
Concreta e i suoi progettisti riescono
nell’intento di fondere in modo armonioso elementi distanti.
Richiami ed echi tra natura e arredamento interno generano un’osmosi
complessiva, supportata ed esaltata
dall’abilità espositiva delle grandi marche d’abbigliamento.
n e g o z i
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72
Ile laGruppo
dei
Sei
pittura a Torino 1920-1940
Txt. Donatella Micault
Foto Francoise Micault
Enrico Paulucci, Paesaggio,1930
Olio su tela, cm. 72x53
Questa manifestazione vuole riproporre oggi una riflessione critica sull’intero
periodo dei Sei di Torino, presentati da
Lionello Venturi, che ufficialmente va
dal 1929 al ‘31.
Questo sodalizio pare costituire a tutti
gli effetti un nodo significativo. Per affrontare lo scenario di Torino nel Novecento, con Felice Casorati ed i Futuristi
guidati da Fillia, alias Luigi Colombo, i
“Sei” rappresentano un punto di riferimento indispensabile. La mostra è allestita presso la Casa per l’Arte “Giardinera”, antico edificio settecentesco,
situato nel centro storico di Settimo Torinese, recentemente restaurato. La
manifestazione propone un approccio
inedito al gruppo dei Sei di Torino, e
cioè Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco
Menzio, Enrico Paulucci, nell’intento di
far luce sui momenti antecedenti alla
formazione e su quelli successivi allo
scioglimento definitivo del gruppo. Attraverso un cospicuo insieme di circa
centotrenta opere provenienti da collezioni private e pubbliche, alcune delle
quali esposte di rado, si vuole documentare la loro attività pittorica in un
clima particolarmente vivace.
Affiancati da grandi intellettuali, tali
Mario Soldati, Edoardo Persico, Lionel-
Gigi Chessa, Veduta di Torino (Autunno), 1928 - Olio su tela cm. 59x70
lo Venturi, ed altri, i Sei sono stati alla
fine degli anni Venti il primo movimento artistico in Italia, attivo a carattere
europeo e internazionale, dopo il chiuso nazionalismo proprio al Novecento
italiano, la cui pittura era centrata soprattutto sui valori espressivi del colore. La rassegna è suddivisa in quattro
sezioni. Nella prima, chiamata “I processi formativi dei singoli artisti, 19201928”, vediamo fra l’altro opere interessanti di Jessie Boswell (Inghilterra,
1881- Moncrivello, Biella, 1956), di cui
ammiriamo una veduta sul mare della
Villa Bob a Rapallo (1927), oltre a un
bell’ “Interno con figura femminile”
(1928), di un intimità tranquilla, e di
Gigi Chessa (Torino, 1898-1935), forse
uno degli artisti più accattivanti, dei dipinti deliziosi e talvolta insoliti, tali “Ragazza nuda con pesce rosso” (1928)
(vedi foto), oltre a una bella veduta autunnale di Torino (1928). Nella seconda sezione, “Affermazione del Gruppo
dei Sei. Opere del 1929-1931”, troviamo ancora un dipinto importante di
Jessie Boswell, la “Violinista” (1929), e
dello stesso, una graziosa “Bambina
allo specchio” (1929), di Gigi Chessa
un sobrio ma bellissimo vaso bianco
ornato di garofani dai colori scintillanti
(1930), e di Carlo Levi (Torino, 1902Roma, 1975), una visione nostalgica
della “Place du Tertre a Parigi” (1928),
senza dimenticare, “Lo scialle verde”
(1929), portato da una giovane dal viso
malinconico, di Francesco Menzio.
Nella terza sezione, “Sviluppi individuali dal 1932 al 1949”, si studiano
opere classiche, ma anche di un modernismo più avanzato, tali “La cucitrice” (1949 ca.), di Francesco Menzio,
dai movimenti particolari. Di Enrico
Paulucci (Genova, 1901- Torino, 1999),
ammiriamo “Autunno a Rapallo” (1940),
visione serena, idilliaca, di un artista
che arrivò quasi centenario, da contrapporre alla severa veduta invernale
dagli alberi spogli del 1941. Infine, nella quarta sezione, “Affinità”, si approfondiscono le relazioni del gruppo con
pittori a loro vicini nello stile e nello
sguardo, tali il bel “Ritratto di Tamiri al
caffè” (1935), di Giulio da Milano, di
Massimo Quaglino la luminosa veduta
Carlo Levi, La spiaggia,1927
Olio su tavola cm. 40x32,5
Francesco Menzio, Paesaggio, 19301931 - Olio su tela cm. 54x73
Il Gruppo dei Sei e la pittura a Torino
1920-1940.
La Giardinera, Casa per l’Arte di Settimo Torinese, Via Italia 90 bis, Settimo
Torinese, Torino.
Catalogo Fondazione Torino Musei,
euro 35.
73
Per informazioni tel.: 011 8028391.
di “Piazza a San Gimignano” (1928), o
di Luigi Spazzapan, le sontuose “Rose”
rosse in un vaso, con sveglia (1932).
Jessie Boswell, Interno con figura femminile,1928 - Olio su tela cm. 40x59,5
Jessie Boswell, Fiori, 1926
Olio su tela cm. 60x50
Nicola Galante, Testona, 1945
Olio su tela, cm. 30x35
Txt. Silver
Foto Archivio Flash Photo - Bormio
Il Parco Nazionale
dello Stelvio, in
collaborazione
con la blasonata
“Swarovski Optik”,
ha premiato il
fotografo dell’Alta
Valtellina
per lo “scatto”
che immortala
uno splendido
esemplare
di gallo forcello
durante il
periodo
degli amori
Il Parco Nazionale dello Stelvio –
una delle aree protette più vaste a livello europeo – è stato istituito nel
1935; presenta una superficie pari a
134.620 ettari (un ettaro è pari a
10.000 metri quadrati); si estende su
quattro province (Bolzano, Brescia,
Trento e Sondrio); la sede principale
è situata a Bormio, in via Roma 26
(www.stelviopark.it); il suo territorio è
compreso tra i 650 m ed i 3905 m
(Ortler) di altitudine.
Marco Andreola ha al suo attivo diversi servizi fotografici esclusivi che
ritraggono nomi importanti del panorama sportivo internazionale; dagli
sciatori Giorgio Rocca e Deborah
74
La foto con cui Andreola ha vinto il concorso “Fotografare il Parco 2005”
Marco Andreola vince
“Fo
Compagnoni ai ciclisti Marco Pantani
e l’americano Andy Hampsten … e
non solamente perché Andreola fotografa – con profonda passione – la
natura con la enne maiuscola; vive la
montagna – dove lui abitata fin dalla
nascita – con un attaccamento molto
viscerale e per un fotografo del suo
calibro “vivere in montagna” significa
lavorare ed attendere – con molta pazienza – quelle condizioni di luce “particolari” … sapendo individuare - sapientemente - le “dominanze cromatiche” più interessanti e spesso pensando che il giorno successivo … le
“condizioni potranno essere migliori”.
Alcune sue fotografie “sportive” sono
state pubblicate su “Sportweek” (marzo 2000), il magazine - settimanale
della Gazzetta dello Sport (vedi servizio fotografico – intervista a Deborah
Compagnoni da parte del giornalista
Pierangelo Molinaro) e sul noto magazine “Meridiani Montagne” (numero
monografico – maggio 2003 - dedicato al Parco Nazionale dello Stelvio),
diretto dal giornalista Marco Albino
Ferrari. A questo proposito Marco Andreola ha fotografato l’ex ciclista professionista – l’americano Andy Hampsten – classe 1962 (il primo ed unico
atleta U.S.A. a vincere il Giro d’Italia)
– sulle strade dell’Alta Valtellina ed in
particolare al passo del Gavia dove il
fortissimo atleta trionfò in occasione
del Giro d’Italia del 1988 (5 giugno).
Il 12 settembre 2002 il fotografo dell’Alta Valtellina avendo appreso dai
giornali locali che Andy Hampsten ritornava proprio sulle strade - che lo
avevano visto professionista trionfatore al “giro” – per realizzare un servizio
fotografico su “Meridiani Montagne” è
salito fino in cima al passo del Gavia
– con la fedelissima macchina foto-
grafica – per immortalare (la seconda
volta) il forte ex campione ciclistico
americano. Marco Andreola, infatti, fu
il fotografo che immortalò quel lontano 5 giugno 1988 allorché i “girini”
scalarono il mitico passo in mezzo ad
una bufera di neve e ghiaccio per raggiungere - successivamente - Bormio
dove era posto il traguardo di tappa;
in quella fotografia – diventata storica
75
Qui sopra alcuni scatti... di Marco Andreola
il premio-concorso
tografare il Parco”
– Hampsten è ritratto in compagnia di
Erik Breukink mentre “scollina” sul
Gavia in mezzo ad una fitta nevicata.
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Marco Andreola - nato a Valfurva il 12 giugno 1963; sposato con Olivia; due figli Gabriele
e Francesco. – Appassionato di
fotografia fin da bambino; da
una ventina di anni professionista fotografo; specialista in fotografia naturalistica – sportiva
– servizi fotografici matrimoniali – fotografia in studio; studio
fotografico a Bormio (Flash
Photo). Recentemente vincitore
della prima edizione (2005) del
premio – concorso fotografico
nazionale “Fotografare il Parco” - organizzato dal Parco
Nazionale dello Stelvio in collaborazione con Swarovski Optik
a cui hanno partecipato i migliori fotografi “naturalistici” a
livello nazionale. Il soggetto
fotografato - con cui ha vinto il
prestigioso riconoscimento - è
un gallo forcello durante il periodo degli amori (maggio 2004
in Alta Valtellina - Valfurva) ripreso utilizzando: corpo macchina Nikon D2 H; obbiettivo
Nikon 400 – 2.8 - con tempo
di posa 60/4,5
Foto artistiche Pentagono Bormio
Il fuoriclasse sciatore austriaco Hermann Mayer
Damiano Cunego sulle rampe del Gavia
Damiano Cunego assieme ai suoi gregari al giro d’Italia targato 2004
A cura Studio Pedrelli D.ssa Michela Brunoli
Finanziamenti e agevolazioni per lo
sviluppo turistico alberghiero e nuove imprese
Sviluppo turistico alberghiero L.R. n. 36/88 Titolo IV
Soggetti beneficiari
Possono usufruire della presente agevolazione:
Alberghi e motel con e senza ristorante, campeggi ed altri
alloggi per brevi soggiorni, meublé o garnì, rifugi, villaggi
turistici, residence e ostelli della gioventù aventi sede in
Regione Lombardia.
Contributo
Contributo in conto abbattimento interesse su finanziamenti erogati
da istituti di credito convenzionati ai sensi del Titolo IV L.R. 36/88;
a. importo massimo agevolabile non superiore al 70% degli investimenti ammissibili, e comunque non oltre € 2.582.284,50;
b. il contributo sarà tale da abbattere l’onere della rata non oltre la
quota del 75% del tasso di interesse applicato sul finanziamento;
c. il contributo sarà erogato in una unica soluzione ed in forma attualizzata per un periodo massimo di 6 anni
Spese ammissibili
a. Acquisto (nel limite del 5% per immobile già destinato ad uso ricettivo, nel limite del 10% per immobile con diversa destinazione
precedente), costruzione, ricostruzione, ampliamento, completamento ed ammodernamento di immobili da destinarsi ad uso di
albergo, motel, villaggi turistici;
b. investimenti connessi alla costruzione, ricostruzione, ampliamento, adattamento ed ammodernamento di strutture ed infrastrutture complementari o sussidiarie all’attività turistica e ricettiva ivi
compreso l’acquisto dell’immobile o dell’area quale parte integrante dell’investimento;
c. acquisto di attrezzature per servizi centralizzati e di nuove tecnologie per la gestione delle tipologie strutturali di cui alle lettere a)
e b).
Scadenza
La domanda viene presentata a sportello e fino ad esaurimento fondi
Note => possono presentare domanda solo coloro che alla data della richiesta di contributo non hanno ancora iniziato i lavori
Legge Regionale 1/99
Soggetti beneficiari
Nuove imprese costituite in forma di società di persone e società
di capitale costituite per i 2/3 da giovani in età dai 18 ai 35 anni
compiuti o per i 2/3 da donne costituite da non oltre 18 mesi dalla
data di presentazione della domanda ed aventi Sede in Regione
Lombardia.
Contributo
Sotto forma di abbattimento del costo del tasso di interesse sul
finanziamento. Il tasso a carico dei beneficiari sarà pari a:
• 0,1% usufruibile sul 70% del finanziamento concesso
• Euribor 6mesi+ 1,25% usufruibile sul rimanente 30% del finanziamento concesso.
Spese ammissibili
Sono ammesse a finanziamento le spese, sostenute da non oltre
12 mesi dalla data di presentazione della domanda, di seguito elencate:
• Costi per adeguamenti tecnici ed impiantistici necessari all'attività
• Acquisto di beni strumentali all'attività
• Acquisto di beni strumentali usati purchè fatturati
• Costi di avvio di attività in franchising. Tali costi non potranno
superare il 50% dei costi totali dell’investimento programmato e
ammesso
• Costi di manutenzione straordinaria
• Spese di pubblicità, promozione, progettazione e realizzazione
di siti Internet
• Acquisto dell'immobile sede dell'attività
• Affitto dei locali sede dell'iniziativa per il primo anno di attività
• Acquisto di automezzi strettamente necessari allo svolgimento
dell'attività (sono esclusi i mezzi per l’esercizio di attività di autotrasporto merci)
• Acquisto di attività preesistenti inclusi i costi relativi all’avviamento. Non è ammissibile il caso in cui l’acquisto sia perfezionato tra
coniugi o tra parenti entro il secondo grado (tra genitori e figli, tra
fratelli, tra nonni e nipoti). Il costo agevolabile dell’acquisto viene
decurtato qualora il titolare o uno o più soci dell’impresa richiedente, siano anche soci, ovvero coniugi o parenti entro il secondo grado dell’impresa cedente. La decurtazione viene operata
in proporzione alle quote detenute da tali soggetti nella stessa
impresa richiedente
• In conformità alla normativa comunitaria non è ammissibile l’acquisto di attività preesistente nel settore agricolo
• Scorte non oltre il 20% dell'investimento ammissibile
Al momento della presentazione della domanda l’impresa deve aver
già sostenuto il 30% dell’investimento ammissibile
Importo del finanziamento
L’importo del finanziamento concedibile con il concorso del “Fondo
Regionale” non potrà essere superiore all’80% dell’investimento
complessivo ammissibile e comunque non inferiore a Euro 15.000
e non superiore a Euro 100.000.
Scadenza: le domande verranno accettate fino ad esaurimento fondi.
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“Sciare
per
la
vita”
ha fatto centro un’altra volta...
Txt. di Attilio Piazza
Foto Flash Photo - Bormio
A Santa Caterina
Valfurva è andata
in scena la quarta edizione della
straordinaria manifestazione sportiva – a sfondo
umanitario – organizzata dagli ex
azzurri
di sci alpino Deborah Compagnoni e
Pietro Vitalini
La gara di sci - ideata da Pietro e Deborah per ricordare Barbara (sua cugina) - è stata un vero e proprio successo, con molti campioni dello sport
presenti: da Jury Chechi ad Antonio
Rossi - da Riccardo Patrese a Novella
Calligaris; i fondi raccolti saranno devoluti all’Ospedale Pediatrico “Gaslini”
di Genova; tra gli oggetti all’asta, la
torcia olimpica portata da Deborah
Compagnoni ai recenti Giochi Olimpici Invernali di “Torino 2006” e venduta
a 16.150 euro
La cronaca dell’evento sportivo
che si è disputato sulle nevi di Santa Caterina Valfurva (marzo 2006)
nel nuovo comprensorio sciistico
della Valle dell’Alpe (Sunny Valley)
La gara di sci (slalom gigante) a squadre – 4° Memorial “Barbara Compagnoni” – è stata il momento clou “agonistico” della manifestazione – vissuta
con lo spirito giusto di partecipazione
– da parte dei molti campioni presenti
a questa importante occasione ludico
– sportivo – agonistico - umanitaria,
unitamente ai loro “atleti”; ognuno dei
20 team iscritti era composto da 15
elementi e capitanato da un prestigioso campione (olimpico e mondiale)
dello sport nazionale.
Dal ginnasta Jury Chechi al canoista
Antonio Rossi; dagli sciatori Deborah
Compagnoni e Pietro Vitalini (ideatori
di questo evento a sfondo umanitario)
agli altri “azzurri”, ovvero Paoletta Magoni, Daniela Zini, Danilo Sbardellotto,
Tino Pietrogiovanna, Giorgio e Giuseppe Compagnoni, Renato Antonioli,
oltre alle “nuove leve” come Luca Moretti, Irene Curtoni e Giovanni Bradanini; erano presenti, anche, il disabile
Fabrizio Macchi e la plurimedagliata di
In primo piano da sinistra: Pietro Vitalini, Deborah Compagnoni ed Antonio Rossi con il
trofeo della gara di slalom gigante
“Torino 2006 – Winter Paralimpic Games” - Daila Dameno, l’ex pilota di
Formula Uno Riccardo Patrese, l’alpinista Marco Confortola, la campionessa di short track Katia Colturi ed il
giornalista sportivo della Gazzetta dello Sport Pierangelo Molinaro.
Tutti insieme al cancelletto di partenza
della “Sunny Valley - Valle dell’Alpe” e
tutti in sequenza al traguardo con il
tempo preso sul terzultimo concorrente; il numeroso pubblico accorso ha
apprezzato la formula spettacolare ed
al “parterre” i fotografi, gli operatori televisivi ed i molti tifosi – simpatizzanti
hanno “impressionato” numerose
schede, pellicole e rullini fotografici;
per la cronaca ha vinto il team capitanato dal canoista Antonio Rossi, mentre al secondo e terzo posto, rispettivamente, le squadre di Paoletta Magoni e Deborah Compagnoni.
Il clima - non solamente meteorologico - è stato decisamente uno dei “più
caldi” di tutte e quattro le edizioni; nell’area - piazzale della straordinaria e
magnifica “Sunny Valley” (il nuovo e
rinnovato comprensorio sciistico della
Valle dell’Alpe con annesso rifugio),
collocata in prossimità dell’arrivo della
nuova cabinovia Santa Caterina Valfurva – Valle dell’Alpe - con musica ed
animazione da parte di Radio Number
One - sono stati serviti la bellezza di
più di 500 pasti (a base di polenta,
salsicce, formaggio, salumi e pesce
offerto dal comune di Riccione), grazie ai volontari della Valfurva ed ai numerosi sponsor.
Tutti i partecipanti hanno potuto vivere
– da vicino – lo slogan di questa riuscitissima manifestazione, ovvero “Ho
sciato un giorno con i Campioni” attraverso un momento post - gara che li
ha visti protagonisti accanto al loro
“capo squadra” sempre disponibile per
foto ricordo e tanti autografi; madrina
e star della giornata – neanche a dirlo
– “Debby”, contesa, ricercata e … avvicinata dai suoi fan per una foto, un
autografo ed un sorriso!
Presenti anche il segretario generale
del C.O.N.I. – Raffaele Pagnozzi – e
la campionessa di nuoto, Novella Calligaris, i quali hanno consegnato un
simpatico presente al team vincitore
(quello capitanato da Antonio Rossi)
del quarto “Memorial Barbara Compagnoni – Sciare per la Vita” – targato
2006 – oltre al prestigioso trofeo ligneo che rimarrà a Santa Caterina per
la quinta edizione (2007).
Un altro momento – carico di significato – è stato quello della consegna,
da parte di Deborah Compagnoni, della fiaccola olimpica - portata in qualità
di tedoforo nella fase finale della cerimonia di apertura (venerdì 10 febbraio
2006) dei Giochi Olimpici Invernali di
“Torino 2006” ed autografata dai cinque tedofori prima dell’accensione del
braciere – ai veronesi Mirko e Maurizio Zanini che se la sono aggiudicata
all’asta on line su e – Bay (la più importante community di compravendita
on line del mondo) per 16.150 euro.
Il comitato organizzatore della sfida
bianca (da Bormio 3000 a Bormio –
slalom gigante – gennaio 2006) “White Challenge Bormio”, lo Sci Club Bormio (con la sua pregiata pubblicazione
sulla storia del sodalizio) e l’istituto
bancario “Banca Intesa” hanno poi voluto offrire - all’associazione di Deborah Compagni e Pietro Vitalini – “Sciare per la Vita - Onlus” un prezioso
contributo frutto delle loro iniziative …
e, sempre su e – Bay è stato messo
all’asta anche il casco di Valentino
Rossi ed il ricavato verrà devoluto alla
sopra ricordata associazione.
Lo scopo di questo “memorial” – giunto alla sua quarta edizione – è stato
quello di raccogliere fondi da devolvere al progetto (associazione) “Un sogno per il Gaslini” – www.unsognoperilgaslini.com - ovvero la ristrutturazione dell’Abbazia di San Gerolamo di
Quarto (Genova) - adiacente alla prestigiosa e famosa struttura pediatrica
ospedaliera – da destinare alla costruzione di spazi riservati ai bimbi che
hanno interrotto la scuola a causa di
malattie, oltre a varie attività e soprattutto per l’incontro delle famiglie con i
loro piccoli.
Giulia Mancini - presidente di questo
nobile progetto (associazione) - ha
ringraziato pubblicamente i suoi grandi amici Deborah e Pietro, unitamente
a tutti gli “altri” amici di “Sciare per la
Vita - Onlus” per la loro grande parte-
La “Sunny Valley” - Valle dell’Alpe
cipazione, profonda sensibilità e immensa solidarietà … dimostrate in
questa occasione (durante la premiazione finale Giulia Mancini ha consegnato al più giovane ed al meno giovane dei vincitori, due giubbotti autografati dagli olimpionici che hanno
aderito a tale progetto); la somma che
verrà devoluta per “Un Sogno per il
Gaslini” si aggira sui 50.000 euro.
Veramente uno straordinario risultato
come sottolinea Deborah Compagnoni attraverso le sue parole: … il progetto – in questa occasione - si chiama “Un Sogno per il Gaslini” ed è rivolto all’ospedale pediatrico genovese, il più grande a livello nazionale;
cerchiamo di raggiungere le cifra di
50.000 euro anche se si tratta di un
contributo minimo rispetto agli sprechi
evidenziati a livello sanitario nazionale
e dal resto della nostra amministrazio-
L’olimpionico di canottaggio Antonio Rossi
79
80
Debby e Beppe Bonseri assieme ad alcuni partecipanti
Deborah Compagnoni
ne pubblica; noi cercheremo – nel nostro piccolo – di fare il possibile … dovete capire che quando si superano
certi importi diventa estremamente
difficile sostenere l’aspetto organizzativo; comunque sono estremamente
soddisfatta – unitamente a Pietro –
per come sia andata e fin da ora invito
nuovamente tutti alla prossima edizione targata 2007 … ancora un grazie
di cuore a tutti quelli che hanno creduto e che – in futuro – vorranno rimanerci vicini in questa bellissima avventura …
Un’ultima annotazione riguarda la consegna – avvenuta durante l’Olimpic
Class (una gara organizzata per ricordare i cinquanta anni delle Olimpiadi
Invernali di Cortina - 1956) ed in occasione del passaggio della fiaccola
olimpica proprio in quel di Cortina –
del prestigioso piumino Podium “Ciesse” ad Alberto Tomba, Gustavo
Thoeni, Isolde Kostner e Piero Gros
- da parte di Deborah Compagnoni – i
Caterina Valfurva, alla Casa Editrice
Stefanoni, al Consorzio Turistico Alta
Valtellina ed al magazine Sciare; da
ricordare – inoltre - il prezioso apporto
di: Scuola Sci Santa Caterina Valfurva, Consorzio Tourisport Santa Caterina Valfurva, Levelgloves (guanti),
Retiche Ski Tirano, Sci Club Bormio,
White Challenge, Forba 04, Soccorso
Alpino Valfurva, Invernizzi Formaggi,
Elvio Mainardi, U.S.B. Bormio, Sunny
Valley, Roby Trab Fotografo e Flash
Photo Bormio.
quali (tutti oro olimpico) sono diventati testimonial dell’associazione “Sciare
per la Vita - Onlus”; la nota azienda
“Ciesse” ha realizzato e prodotto questo esclusivo capo di abbigliamento
(curato nello stile e nei contenuti tecnici da “Debby” e di cui essa è testimonial); parte del ricavato delle vendite andrà proprio a beneficio dell’associazione presieduta dall’olimpionica
della Valfurva.
Il comitato organizzatore del quarto
“Memorial Barbara Compagnoni –
Sciare per la Vita – Onlus” - attraverso
le pagine del nostro magazine - vuole
ringraziare di cuore per la generosa
partecipazione tutti quelli che hanno
aderito numerosi alla manifestazione;
inoltre un grazie particolare va alla
Regione Lombardia, alla Provincia di
Sondrio (marchio Valtellina), al Comune della Valfurva, allo Sci Club Valfurva, alla F.I.S.I. (Federazione Italiana
Sport Invernali), alla Bagni di Bormio
Spa Resort, alla Sci Impianti Santa
Associazione “Sciare per la Vita – Onlus”
L’Associazione “Sciare per la Vita – Onlus” - è stata
fondata il 14 ottobre 2002 - a Bormio - da Deborah
Compagnoni che ne ricopre, da allora, la carica di presidente; nasce con l’obiettivo di creare un evento annuale per ricordare Barbara Compagnoni – cugina di
Deborah – scomparsa prematuramente a causa della
leucemia e per raccogliere fondi da destinare sia all’A.
I.L (Associazione contro le leucemie, le mielosi ed i linfomi), sia ad altre associazioni non profit che operano
nel settore medico – sanitario. Accanto alla raccolta
fondi, l’associazione “Sciare per la Vita - Onlus” – organizza manifestazioni sportive, ricreative e culturali,
Per ulteriori informazioni contattare “Sciare per
la Vita” – www.sciareperlavita.it – p.zza Magliavaca – 23030 Santa Caterina Valfurva –
Sondrio – tel. 0342/93.55.44 – fax.
0342/93.53.42 – www.santacaterina.it –
[email protected] – ufficio stampa “Sciare
per la Vita”: Marco Schiantarelli –
335/677.98.66
P.S. Un grazie particolare – da parte della redazione di Concreta – agli amici Filippo Compagnoni e Marco Schiantarelli per la splendida
e disinteressata collaborazione.
partecipa – con in propri iscritti – ad altre manifestazioni di varia natura, collabora con le autorità scolastiche
ed altri enti al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica
sulla ricerca contro le gravi malattie tumorali.
Dall’anno della sua fondazione (ottobre 2002) – “Sciare
per la Vita - Onlus” ha raccolto fondi attraverso gare
sciistiche, lotterie, aste benefiche con oggetti donati dai
campioni dei diversi sport, libere donazioni per un totale di 162.000 euro; per l’anno 2006 l’associazione ha
scelto di destinare i fondi raccolti al progetto “Un Sogno
per il Gaslini” a favore dei bimbi (e dei loro genitori) dell’ospedale pediatrico più grande d’Italia – www.unsognoperilgaslini.com
Continua l’attività di formazione
con un corso dedicato al lievito madre
Oltre venti panificatori provenienti dai
vari centri della provincia si sono dati
appuntamento nella nuovissima sala
corsi della ditta Concreta di Postalesio
per affinare la loro tecnica sull’utilizzo
di questo antichissimo sistema di lievitazione.
Docenti d’eccezione Cesare Marinoni
e Luca Piantanida del Gruppo Giovani
della Federazione Nazionale Panificatori, che, da anni, mettono la loro
esperienza a disposizione dei colleghi
organizzando specifici incontri di formazione in tutta Italia.
“Questo corso - commenta il presidente dell’Associazione Remo Delle Coste - ha rappresentato per tutti noi professionisti della panificazione una interessante occasione di approfondimento; abbiamo potuto affinare la
nostra tecnica sull’utilizzo del lievito
madre, una competenza specifica che
possiamo mettere subito in pratica
nelle nostre attività ed essere così in
grado di offrire ai clienti un prodotto
unico, con caratteristiche peculiari che
lo distinguono nettamente da quelle
che sono le grandi produzioni industriali”.
Il lievito madre è infatti un prodotto assolutamente naturale, ottenuto dallo
spontaneo processo di fermentazione
di sostanze naturali aggiunte alla farina, che permette di ottenere un per-
fetto sviluppo della lievitazione nelle
paste utilizzate per la panificazione e
per la produzione di dolci.
“E’ nostra intenzione – continua Delle
Coste – proseguire su questa strada
offrendo ai nostri soci nuove opportunità di approfondimento su specifiche
tematiche legate alla nostra professione”.
CORSI DI AGGIORNAMENTO IN PROGRAMMA NEL MESE DI MAGGIO:
8/9 maggio: CONCRETA & ASSOCIAZIONE
CUOCHI di VALTELLINA e VALCHIAVENNA
Novità per una fine pasticceria nella ristorazione - ricette e preparazione
11/12 maggio: CONCRETA & SONDRIO DISTRIBUZIONE srl – M° Marco Giovine e Cristian Bressa - Dolci al bicchiere, semifreddi,
mousse, gelato - Ricette e preparazione
21 maggio: CONCRETA & ASSOCIAZIONE
PANIFICATORI SONDRIO
Produrre i biscotti – ricette e preparazione
23 –24 MAGGIO :
CONCRETA & MITHO CORSO PIZZERIA
presentano un CORSO D’AGGIORNAMENTO con titolo: PIZZA & DINTORNI
PROGRAMMA della dimostrazione TeoricoPratica:
ORE 9.00 – Inizio corso; ORE 13.00 pausa
pranzo; ORE 18.00 – Fine corso.
• Presentazione di prodotti base per Pizzeria
(Impasti per Pizza tradizionale e maxi Pizza
Si è svolto il 27 novembre dello scorso
anno il corso promosso dall’Associazione Provinciale Panificatori dell’Unione
dedicato all’utilizzo
del lievito madre in
panificazione ed in
pasticceria da forno.
in teglia e in pala, Impasti per celiaci, ecc.);
• Prodotti complementari e alternativi alla pizza;
• Nuove apparecchiature da laboratorio per
l’ottimizzazione dei tempi:
• Metodi di preparazione e cottura dei prodotti;
• Considerazioni per una pizzeria veloce ma
corretta dal punto di vista nutrizionale.
Durante il CORSO verrà presentata un’ampia
gamma di lavorazioni, sia tradizionali che innovative, possibili da realizzare con le normali
attrezzature di base di un laboratorio di pizzeria. Saranno affrontati aspetti organizzativi per
preparare prodotti alternativi alla pizza ma che
incontrano le attuali esigenze della semprepiù
esigente clientela. L’obiettivo è dimostrare
come aumentare la redditività del laboratorio
utilizzando al meglio le attrezzature a disposizione, cottura e presentazione, dimostrandone la semplicità e la flessibilità di utilizzo.
Anche per questi Corsi è gradita la prenotazione in quanto il numero di iscrizioni è limitato a max 35.
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PROFUMERIA SAROCH
Via Pedrana 659 - 23030 Livigno – So
PROPRIETÀ: CUBA SAS di Cusini
PROGETTAZIONE:
Ufficio Tecnico Concreta srl
Geom. Silvia Donini
REALIZZAZIONE: Concreta srl
FOTO: Andrea Basci
TESTI: Camillo Bertolini
Il neo-dadà,
proposto da
Concreta per la
profumeria Saroch
di Livigno, riflette
l’attenzione per le
linee di funzionalità
dello spazio.
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n e g o z i
La scenografia
degli ambienti
si riduce,
fornendo
spunti che
lasciano aperto
l’immaginario.
Vetrine luminose come il suo sorriso.
Venature calde come il suo cuore.
Direzioni sicure imitano il passo di
donna verso la definitiva emancipazione.
La profumeria Saroch di Livigno invita
ad entrare, accomodarsi e sbizzarrirsi. Curiosa, bella e un poco capricciosa.
Le ampolle non racchiudono profumi
ma imprigionano mondi. Atmosfere di
florescenti nature, spiriti magici dolci
e accattivanti, attendono impazienti di
potersi liberare per conquistarla. Finalmente amarla.
Profumeria come luogo mentale. Essenza come sincronia momentanea
tra personalità interiore ed immagine
evanescente.
Pulsazione asincronica della percezione subconscia.
Lo spazio reale ha il solo compito di
accompagnare senza interferire.
Concreta disegna realtà con gli occhi
aperti sul sogno.
Linee diritte, cornici minimali, stile essenziale inquadrato nelle tendenze
neo-dadaiste del moderno design.
Mobili a muro capaci di rendersi invisibili, di annullarsi nel sostenere prodotti ugualmente accessibili e in vista.
Cassettiere e spazio-servizio in noce
tanganica accompagnano la mente
sognante dalle vette alpine a paesaggi esotici.
Progettazione funzionale alla creazio-
n e g o z i
ne di un’anti-scenografia ricavata dalle attuali avanguardie dell’arte visiva,
dove spunti si prestano all’elaborazione personale.
Dove l’idea di seduzione, insita e inscindibile dal profumo, si incarna nel
divano-labbra rosso fuoco che strizza
l’occhio al maestro dell’inconscio.
Dalì. Elementi di follia e di surrealismo necessari ad accendere una
scintilla, un lampo trasversale alla costanza del razionale.
Con lei ad immaginare, per un istante,
la Parigi degli anni ’30.
Magari seduta, all’aperto di una caffetterie, accanto a Nancy Cunard.
Ricca e stravagante artista statunitense in grado di ammaliare gli uomini più
affascinanti dell’epoca.
Forse aiutata da essenze ogni volta
diverse.
85
Txt. Redazione Concreta
Il gelato di Angelo Grasso
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Novità editoriale assoluta
Ho pensato a un nuovo libro raccogliendo le confidenze di colleghi che,
dopo aver presenziato a corsi o seminari di gelateria, mi raccontano la loro
frustrazione nel constatare la difficoltà
nel trasferire le informazioni recepite alla
loro realtà lavorativa, spesso diversa da quella ipotizzata dai docenti. Numerose miscele monogusto da prepararsi
in laboratori che prevedono un solo pastorizzatore e un solo
mantecatore; oppure la preparazione di piccoli quantitativi in
laboratori dalle esigenze produttive elevate e attrezzati per soddisfarle. Talvolta, ascoltandoli, ho anche la sensazione in realtà un po’ triste che qualcuno giochi a confondere le idee agli
artigiani, forse per proteggere gelosamente i “segreti” di una
professionalità che non è veramente intenzionato a divulgare.
L’esigenza di un nuovo libro nasce dal desiderio di semplificare.
E sottolineo semplificare, non certo svilire o svendere. Perché
tutto, anche il concetto più tecnico e complicato, puòessere
reso facile dalla scelta delle giuste parole per comunicarlo.
Quando ancora andavo a scuola ricordo insegnanti che si nascondevano dietro paroloni incomprensibili, forse per ostentare
un sapere che, se non altro per lavoro, avrebbero dovuto trasmettere. Anche il mio mestiere è insegnare, formare professionalmente, mettere le persone nella condizione di scegliere
liberamente e senza condizionamenti, di imparare ciò che ancora non sanno e approfondire ciò che merita di essere approfondito. Il mio mestiere è comunicare e spero di riuscire a farlo
al mio meglio in questo libro così come nei corsi. Infine, ho voluto condividere con i colleghi la mia personale idea di “buon
gelato”. Ho sempre sostenuto - e sostengo - che non esista una
sola qualità di gelato; un prodotto ottimo qui e adesso non è
necessariamente valido altrove. Questo, però, non esclude che
anche il sottoscritto abbia i suoi gusti e le sue preferenze e ciò
che fa parte del ricettario di questo libro è ciò che ritengo valido
e di qualità. Naturalmente, la mia qualità.
Angelo Grasso
Almanacco
del Berebene 2006
La guida è giunta alla sedicesima
edizione e mai come oggi trova
conferma l’idea di partenza di questa pubblicazione, che è quella di
pensare al vino da tutti i giorni,
senza rinunciare alla qualità.
D’altra parte oltre il 90% dei consumi riguarda bottiglie che non
superano i cinque euro, ed allora guide come questa sono
sempre più importanti per orientarsi nel vasto e difficile
mondo del vino italiano.
Per di più la maggiore considerazione da parte del pubblico verso prodotti autentici, realizzati con vitigni tradizionali, ha fatto sì che molti produttori abbiano lasciato invariati
i listini dei prezzi, abbassandoli in alcuni casi. Il risultato è il
ritorno, nell’Almanacco, di alcune denominazioni di cui da anni
si erano perse le tracce, ma anche un aumento del 20% dei
vini premiati con l’Oscar qualità prezzo ed una percentuale
sempre maggiore di vini che non superano i 6 euro.
Antonello Colonna
Un anarchico ai fornelli.
Da Labìco a New York
Novità editoriale assoluta
Con questo libro-intervista con Antonello Colonna, chef titolare dell’omonimo ristorante a Labìco
(Roma), già noto come la Porta
Rossa, che quest’anno abbiamo premiato con le “Tre
forchette”, il Gambero Rosso inaugura una collana editoriale
in cui grandi cuochi raccontano la cucina italiana, quello che
accade dietro e intorno ai fornelli: in sala, ma anche nei palazzi
del potere, della politica, della cultura... Vizi, tic e qualità di clienti più o meno importanti; gusti e idiosincrasie dei potenti. Un
racconto che parte dai prodotti dei campi per tracciare un affresco della nostra storia di un Paese che a tavola passa
molte ore e conclude molti affari.
Lo chef è ritratto nella sua bizzarra genialità e in una dimensione umana che non sempre traspare nella quotidianità del lavoro frenetico e pulsante. Colonna racconta se stesso e il suo
mondo, disegna un pezzo di storia a cavallo tra la Prima e la
Seconda Repubblica. E racconta, insieme ai genitori, le sue
“ricette segrete” in un percorso, dunque, da una parte molto
“politico”, che ci ha portati a esplorare il mondo che sta ed è
stato intorno al “principe di Labìco” e che con lui ha interagito
da quel lontano agosto del 1985 quando apparve la Porta
Rossa, dall’altra “tecnico”, infatti abbiamo cercato di capire
come è nata e come si è sviluppata un’impresa di ristorazione
che è diventata per molti aspetti una sorta di “modello”. Da qui
lo sfogo di Antonello: «Ma io non sono solo uno chef, io sono
un ristoratore!»
Cofanetto Alcool: Birra,
Grappa, Malt Whisky.
La dispensa del Gambero Rosso è
un’idea regalo che raccoglie tre volumi della serie Le Guide Pratiche
e un utile omaggio.
Non solo vino. Tre guide pratiche
all’insegna del berebene, per sapere tutto sul mondo degli alcolici e dei distillati. La birra: la storia,
la degustazione e le diverse tipologie, più 17 ricette a base di
birra. La grappa: le origini, la distillazione e l’invecchiamento,
dalla vinaccia alla grappa. 22 distillerie italiane e 40 grappe
degustate. Malt Whisky: la storia e le tradizioni di uno dei più
affascinanti distillati del mondo. Le zone dello Scotch e i 30 migliori Pure Malts.
WWW.BORSALAVORO.IT
Visita liberamente la
Borsa nazionale del
lavoro: la rete dei
servizi on line per
chi cerca ed offre lavoro. Un sistema sperimentale,
aperto e gratuito, per inserire il tuo curriculum, candidarti ad offerte di lavoro, ricercare personale.
Il sistema, in fase di progressivo completamento,
prevede l’attivazione di nuovi nodi regionali, l’inserimento di altri servizi e l’ingresso delle Università
come intermediari.
Dal 30 dicembre 2005, la Borsa Continua Nazionale del Lavoro è collegata con il network europeo EURES.
WWW.GAMBEROROSSO.IT
16 dicembre 1986: all’interno
del quotidiano Il Manifesto fa
la sua comparsa un supplemento di 8 pagine dedicato all’enogastronomia. Ha uno strano nome: Gambero Rosso - il
mensile dei consumatori curiosi e golosi. Ideatore e direttore
è Stefano Bonilli. Subito scoppia un “caso”: c’è chi
grida allo scandalo perché la sinistra si occupa di
futilità come cibo e vino. Ma i fatti di lì a poco smentiranno gli scettici.
1987: nasce la casa editrice Gambero Rosso che
debutta con Vini d’Italia, (realizzata con Arcigola,
oggi SlowFood): una guida alla migliore produzione
nazionale . 1989: il Gambero Rosso cambia veste
grafica, aumenta la foliazione. Nasce la Guida dei
Ristoranti d’Italia. 1992: dopo 5 anni il Gambero
Rosso si stacca da Il Manifesto e debutta in edicola,
diventando un mensile di 116 pagine. Non cambiano
i temi: cibo, vino, turismo enogastronomico, senza
perdere di vista il leit motiv che lo contraddistingue,
l’attenzione al rapporto qualità/prezzo. 1997: a luglio
si inaugura www.gamberorosso.it uno dei primi siti
italiani dedicati al cibo e al vino.
Nel giro di pochi mesi il sito diventa il punto di riferimento dei navigatori curiosi e golosi.
WWW.CHOCOCLUB.COM
CHOCOCLUB
associazione italiana amatori cioccolato
Il portale del cioccolato “punto
di riferimento” per gli oltre
12.000 associati a Chococlub
e per tutti gli appassionati del
“cibo degli Dei”: oltre 4.500 pagine su degustazioni, eventi, manifestazioni, curiosità, fiere, corsi, concorsi, aziende, pasticcerie, prodotti e ricette... tutto al cioccolato.
CHOCOCLUB professional
Il sito dedicato al professionista del cioccolato e della pasticceria.
Corsi, concorsi, novità, fiere, interviste, nuovi prodotti, macchinari professionali, consigli, curiosità, interviste e tutto ciò che interessa il “professionista del
dolce”.
CHOCOTOUR missione cioccolato
Il sito dedicato alla manifestazione itinerante dedicata al cioccolato.
Degustazioni, lavorazioni professionali, giochi, concorsi e... chococamper.
CHOCOSHOP e-commerce
Il nuovo sito dedicato all’e-commerce del cioccolato
di qualità: un progetto di Chococlub per permettere
a tutti gli appassionati di rintracciare più facilmente
il cioccolato più particolare ed introvabile!
WWW.BUONIPOSTI.IT
Nel Club dei Buoni Posti puoi trovare segnalazioni e
recensioni di buone trattorie, ristoranti, alberghi ameni a prezzi convenienti, onesti vignaioli, chicche e
rarita’ da tutte le regioni italiane. Se è la prima volta
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