Aprile 2006 - Concreta srl
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Aprile 2006 - Concreta srl
CONCRETA MAGAZINE 1 M a p r i l e 2 0 0 6 PERIODICO TRIMESTRALE DI ARREDAMENTO E IMMAGINE - Anno XI - N. 1 - Aprile 2006 - “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% DCB Sondrio”. A G A Z I N E alberghi hotels ristoranti pizzerie rifugi residences ville res Valerio Gavazzi Pregiata finitura artigianale insieme ad alta tecnologia, design d’avanguardia in spazi perfettamente ottimizzati, qualità e funzionalità delle strutture, 16 anni di idee per la creazione di luoghi unici ed irripetibili. Questa è Concreta srl, un’azienda capace di progettare, realizzare e fornire “chiavi in mano” soluzioni d’arredo per alberghi e strutture commerciali di ogni genere. La professionalità e l’esperienza maturate consentono di offrire tutti i prodotti e i servizi legati all’arredamento avvalendosi delle tecnologie più avanzate e di un’equipe di lavoro altamente specializzata. Essere al tempo stesso progettisti e produttori consente di ottimizzare le caratteristiche del prodotto e rispondere me- glio alle esigenze della Clientela. Siamo qualificati per proporre un servizio “Chiavi in mano” dove viene richiesto un lavoro completo, un rapporto con un unico interlocutore, che garantisca costi definiti e tempi certi. Il concetto “Chiavi in mano” si basa infatti sul principio di sollevare il cliente da tutte le preoccupazioni gestionali ed avere un unico referente. Dalle esigenze del cliente alla realizzazione del prodotto, Concreta offre un servizio completo in grado di rispondere a desideri sempre nuovi. Il contatto con il cliente È in questa fase che i requisiti di un progetto vengono raccolti in linea con i desideri del cliente; la combinazione dei Vostri bisogni e la nostra esperienza è il primo passo verso il progetto. La progettazione degli arredi e degli impianti Curata da importanti architetti e designer, garantisce lo sviluppo di un progetto sempre unico, che sviluppa e arricchisce gli arredi Concreta. Primo passo è la proposta planimetrica di layout. Seguono poi bozzetti per le parti Concreta srl - Via Nazionale 14/a - Postalesio (SO) - Tel. ++39 0342 49 35 67 - Fax 0342 49 39 86 idenziali bar-pub nights pasticcerie gelaterie negozi uffici Umberto Paganoni più significative dell’arredo. Tutto l’arredo prende poi forma in un’immagine virtuale creata da designer con i più sofisticati strumenti di computer graphics. La realizzazione in falegnameria La lavorazione del legno e l’assemblaggio dell’arredamento nella nostra falegnameria (3000 mq.) unite a un gruppo di professionisti della lavorazione dell’acciaio, della verniciatura, del vetro, sono garanzia di un prodotto completo e inconfondibile. La falegnameria è senz’altro uno dei punti di forza dell’azienda. Sviluppa al proprio interno le diverse fasi della lavorazione del legno, dalla sezionatura alla laccatura e al premon- taggio prima della consegna. Il tutto sotto l’accurato controllo di architetti e progettisti che seguono ogni lavoro in ogni fase della produzione e del montaggio in cantiere. La consegna e il montaggio La consegna e il montaggio, effettuati con personale e mezzi nostri, assicurano i tempi concordati e un servizio di assistenza presente e puntuale nel tempo. Comunicazione e aggiornamento Concreta Magazine è un trimestrale di arredamento ed immagine, oltre a un versatile contenitore di storia, turismo e curiosità che viene redatto all’interno del nostro ufficio marketing. Viene spedito in 5000 copie ad operatori commerciali, professionisti e a coloro che lo richiedono. Corsi professionali per gelatieri, pasticceri, albergatori, barman, pizzaioli e cuochi, vengono proposti periodicamente nella nostra sala corsi, nella convinzione che l’aggiornamento, unito alla tecnologia, sia la chiave per qualunque successo imprenditoriale. www.concretasrl.com - [email protected] Sommario Aprile 2006 PERIODICO TRIMESTRALE DI ARREDAMENTO, IMMAGINE E CULTURA 3 IL CENTRO DI MEDICINA DELLO SPORT “MARIO MEVIO” DI SONDALO IN ALTA VALTELLINA- Silvio Mevio 4 LA GRANDE SCUOLA DELLO SCI CLUB LIVIGNO 9 DANIELA CUZZOLIN: UNO “STRAORDINARIO PERSONAGGIO” TELEVISIVO - Silvio Mevio 12 UN AIUTO “CONCRETO”... A FAVORE DELL’ASSOCIAZIONE IRLANDESE “BARRETSTOWN - SERIOUS FUN” - Silver 28 Direttore responsabile: Redazione: Anno XI - N° 1 - Aprile 2006 ROBERTA BERTOLATTI IL SERPENTINO, PIETRA ORNAMENTALE DELLA VALTELLINA: “LA SERPENTINO E GRANITI DI CHIURO” - Attilio Piazza 32 CONCRETA s.r.l. Via Nazionale 14 A Postalesio (SO) IL RITORNO A ITACA - Cecilia Paganoni 38 Tel. 0342/49.35.67 Fax 0342/49.39.86 ARTAUD: LA POETICA E IL DOLORE - Camillo Bertolini 56 LA NATURA E LA FRUTTA “BIOLOGICA” NELLE CONFETTURE VIS DI LOVERO - Laura D’Amelio 60 JEAN VIGO: LA POESIA SU CELLULOSA - Camillo Bertolini 64 IFI PRESENTA: IFI PLATINUM 67 IL GRUPPO DEI SEI E LA PITTURA A TORINO 1920-1940 - Donatella Micault 72 MARCO ANDREOLA VINCE IL PREMIO-CONCORSO “FOTOGRAFARE IL PARCO” - Silver 74 FINANZIAMENTI E AGEVOLAZIONI - a cura Studio Pedrlli D.ssa Michela Brunoli 77 “SCIARE PER LA VITA” HA FATTO CENTRO UN’ALTRA VOLTA - Attilio Piazza 78 CONTINUA L’ATTIVITA’ DI FORMAZIONE CON UN CORSO DEDICATO AL LIEVITO MADRE 81 SAPERE FLASH 86 INFO FLASH 87 Bonazzi grafica - Sondrio REFERENZE 88 CONCRETA RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE: PLOZZA pag. 10-11 GR TENDAGGI pag. 31 CREDITO VALT. pag. 37 VDM pag. 43 EDILBI pag. 55 ELP air system pag. 59 Arredamento www.concretasrl.com E-mail: [email protected] Aut. Trib. SO N° 258 del 5/12/95 2 EDITORIALE In copertina: Serata di beneficienza al Pragelato Village Foto: Andrea Basci ● Giorgio De Giorgi Daniela Cuzzolin ● Francesca Perani Emanuele Marietti ● Francoise Micault Grafica: Lineagrafica s.a.s. Stampa: PROGETTAZIONE ALL’ALTEZZA - Residence Cour Maison - Aosta 16 NOBILTÀ ALPINA - Albergo Bes - Claviere 44 CONNESSIONI DI STILE - Connaction - Livigno 68 ESSENZE EVANESCENTI - Profumeria Saroch - Livigno 82 Editoriale R Ripartiamo anche quest’anno con articoli di ampio respiro, nuovi arredamenti, novità, curiosità e personaggi di spicco, con la salda convinzione di continuare a fornire una serie di preziose informazioni per i nostri lettori. In questo viaggio vi accompagnerò alla scoperta di interessanti articoli iniziando da Giulio Rossi, specialista in Pneumologia e Medicina dello Sport, dirigente medico dal 1989 presso l’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna. Dal 2000 assume la dirigenza del Centro di Medicina dello Sport, intitolandolo alla memoria dello scomparso collega Mario Mevio; in questo blasonato centro medico–sportivo, segue la tutela dell’attività agonistica attraverso la valutazione funzionale delle squadre nazionali della F.I.S.I. Un’esclusiva intervista a Daniela Cuzzolin, torinese di nascita, laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’ateneo di Torino: uno “straordinario personaggio” televisivo che ha trovato nella Valtellina e nelle sue Montagne una terra ospitale, generosa e amica. E poi, Camillo Bertolini con Artaud, “la poetica e il dolore”; è il nome scelto dal PAC di Milano per la rassegna dedicata all’artista più radicale del secolo scorso. Tributo all’uomo con cui tutte le arti moderne si trovano costrette a confrontarsi. Per continuare poi con Jean Vigo: “la poesia su cellulosa”. Meteora del cinema degli albori. Tre film in quattro anni, storia dell’uomo reso popolare dalla sigla di “Fuori Orario”. Raccontato da Donatella Micault, Il Gruppo dei Sei e la pittura a Torino 1920-1940, in una manifestazione che vuole riproporre oggi una riflessione critica sull’intero periodo dei Sei di Torino, presentati da Lionello Venturi, per affrontare lo scenario di Torino nel Novecento. Proprio in questo contesto culturale di così ampio respiro si inserisce Cecilia Paganoni con l’ultima parte del viaggio in Italia del valtellinese Pier Angelo Lavizzari effettuato nei primi decenni del ‘700. Continuiamo poi con la presentazione del fotografo della Valfurva protagonista indiscusso nella prima edizione 2005 del concorso nazionale fotografico,“Il Parco Nazionale dello Stelvio”, che è stato premiato per lo “scatto” che immortala uno splendido esemplare di gallo forcello durante il periodo degli amori. E per restare in alta valle, a Santa Caterina Valfurva è andata in scena la quarta edizione della straordinaria manifestazione sportiva, a sfondo umanitario, organizzata dagli ex azzurri di sci alpino Deborah Compagnoni e Pietro Vitalini, “Sciare per la Vita”. Un’importante azienda Valtellinese ci invita ad ammirare l’affascinante mondo dei minerali e delle pietre naturali, quello che incontreremo in questo singolare articolo che Vi proponiamo guidati da Laura Lenatti Cabello, presidente della “Serpentino e Graniti” di Chiuro, un vero fiore all’occhiello che la colloca ai vertici nella produzione nazionale di “serpentino”. Passiamo poi al gusto del piacere e del mangiare sano … attraverso “alcune linee guida” per un’alimentazione sana, bilanciata ed al passo con i tempi,... insomma moderna, con la natura e la frutta “biologica” di Valtellina nelle confetture della Vis di Lovero, un’altra importante azienda Valtellinese. E tanto altro ancora… buona lettura Roberta Bertolatti 3 Txt. Silvio Mevio Foto Archivio Giulio Rossi Il Centro di Medicina “Mario Mevio” di Son 4 Una realtà medico-sportiva ricca di contenuti tecnico-scientifici al servizio dell’atleta professionista e dell’amatore Recentemente abbiamo incontrato il dottor Giulio Rossi, responsabile medico – sportivo del Centro di Medicina dello Sport “Mario Mevio” (presidio di Sondalo) dell’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna, dopo l’esperienza - straordinaria - dei Giochi Olimpici Invernali targati “Torino “2006” in veste di responsabile medico – sportivo della Nazionale di Short Track (ghiaccio pista corta). A lui abbiamo chiesto alcune impressioni sui recenti Giochi Olimpici Invernali e – cogliendo l’occasione – lo abbiamo intervistato, in esclusiva per il nostro magazine, per farci raccontare che cosa rappresenta, attualmente, il Centro di Medicina dello Sport di Sondalo “Mario Mevio” . - Dottor Giulio Rossi alcune sue impressioni sui recenti Giochi Olimpici Invernali targati Torino 2006 «Al di là delle sensazioni emotive personali, legate – soprattutto - alla consapevolezza di aver colto un’occasione imperdibile di partecipare ad una manifestazione sportiva di rilievo internazionale, organizzata in Italia, carica di risvolti sociali e politico - organizzativi derivanti dalla presentazione dell’immagine del proprio Paese - atLa nazionale italiana di Short Track con gli atleti e i tecnici dello Sport dalo in Alta Valtellina traverso lo sport - in un momento non facile per le tensioni sociali che segnano il nostro tempo. Credo – fermamente - che i Giochi Olimpici Invernali siano stati un momento di altissima esaltazione delle discipline - spesso considerate “minori” - legate per esempio al pattinaggio di velocità (pista corta e lunga) su ghiaccio in primo luogo, oltre che allo sci nordico e al biathlon; tutte queste magnifiche discipline sportive invernali – a mio avviso - hanno goduto di una meritata visibilità e seguito televisivo, preludio auspicabile per lo sviluppo e la crescita di questi sport “minori”. Penso che lo sforzo tecnico - organizzativo di tutto lo staff di “Torino 2006” sia stato coronato da unanime successo, completato dai molteplici e positivi risultati agonistici via - via succedutisi nelle diverse competizioni e … di tutto ciò ne sia uscita un’immagine del nostro Paese – a livello mondiale - certamente in linea con gli ideali che da sempre animano i giochi (siano essi invernali che estivi), oltre alla ricchezza degli “sprazzi di fantasia e di creatività” tipici di noi italiani». - Dottor Rossi - dopo l’esperienza di “Torino 2006” - ritorniamo in casa nostra, ovvero a Sondalo dove lei è responsabile medico – sportivo del Centro di Medicina dello Sport “Mario Mevio”; sappiamo che tale centro è un fiore all’occhiello per l’intera Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna; può raccontarci – in sintesi - l’importanza di tale struttura alla luce di una notevole riscoperta del “benessere psico - fisico”? «Da molti anni il nostro centro rappre- Team Tecnico Short Track Giulio Rossi con Primus Staffetta femminile - Bronzo Torino 2006 Team Short Track senta un punto di riferimento per le valutazioni medico – sportive funzionali - in laboratorio e sul campo - delle diverse rappresentative nazionali maggiori e giovanili, legate alle discipline sportive invernali; mi riferisco in particolare - allo sci di fondo, al biathlon, al pattinaggio di velocità (short track – pista corta) ed all’hockey su ghiaccio; logico, perciò, essere soddisfatti - risultati agonistici alla mano - ma non solo per quelli, del lavoro svolto in collaborazione con i tecnici ed i responsabili federali di settore; in particolare per il pattinaggio di velocità su pista corta o short track, ma anche per lo sci di fondo maschile e femminile ed il biathlon, tutti ambiti che vedono una forte rappresentanza valtellinese attuale, oltre che un vivaio di solida prospettiva. L’aggiornamento tecnologico del Centro di Medicina dello Sport “Mario Mevio” del presidio di Sondalo - appartenente all’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna - il primo in Italia a dotarsi di un ergometro a nastro trasportatore per fondisti in grado di permettere l’effettuazione di test in laboratorio - di fisiologia e di biomeccanica, assai simili al gesto tecnico - atletico specifico, ci ha consentito di essere partner affidabili nella preparazione atletica dei nostri campioni. Conseguenza logica il poter studiare - in laboratorio e spesso verificare con i tecnici sul campo - i progressi fisiologici del lavoro allenante, ci pone in una posizione di sicuro privilegio ed in particolare nella determinazione degli esatti carichi di allenamento. Non da ultimo, perché meno importante, l’aspetto riguardante la stretta collaborazione con un blasonato nutrizionista; infatti, da alcuni anni, si è posto l’accento sull’aspetto dell’alimentazione nell’atleta - in collaborazione con il dottor Alberto Zoia - che a lungo andare si è rivelata assai produttiva; con lui, infatti, abbiamo condiviso il progetto di applicare un “regime alimentare personalizzato” per ogni atleta, attraverso periodici controlli di vari parametri indicativi dell’efficienza biologica dell’organismo». 5 Uno spettacolare passaggio tecnico 6 - Dottor Giulio Rossi, alla luce di quanto è emerso in precedenza, il Centro di Medicina Sportiva “Mario Mevio” di Sondalo - da lei diretto con attenzione, dedizione e tanta professionalità - che cosa ha fornito (in termini di preparazione atletica, psico – fisica, alimentare, etc.) ai molti atleti che proprio durante i Giochi Olimpici Invernali di “Torino 2006” hanno conseguito importanti risultati agonistici? «Credo che il nostro “laboratorio” (il centro di medicina dello sport) abbia potuto offrire - a tutti gli atleti ed ai loro dirigenti federali - la certezza di una professionalità consolidata, di una pronta disponibilità nel risolvere problemi clinici contingenti e spesso impegnativi, grazie alla pronta collaborazione e ad una profonda sinergia con la struttura di ortopedia e di traumatologia del nostro presidio (Sondalo) appartenente all’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna; tutto ciò posto in relazione alla concretez- Pietro Piller Cotter - Fondo Michela Ponza - Biathlon Entrambi a Sondalo sull’ergometro a nastro durante una valutazione za operativa basata sulla dotazione tecnologica di alto livello abbinata a buone conoscenze di fisiologia applicata. Vorrei ricordare - a questo proposito – la soluzione di importanti problemi clinici in collaborazione con illustri professionisti (che lavorano presso il presidio di Sondalo) sia in campo internistico che in campo chirurgico … mi riferisco – in modo particolare - alla perfetta riuscita dell’intervento chirurgico condotto dall’equipe del dottor Roberto De Pamphilis ed il conseguente ottimale recupero funzionale in tempi record - in occasione di un grave infortunio occorso alla spalla sinistra - dell’atleta Nicola Rodigari, appartenente alla Nazionale di velocità ghiaccio pista corta (tra l’altro laureatosi recentemente campione europeo di short track 2006). Proprio la collaborazione con importanti istituti universitari, con i tecnici delle diverse rappresentative sportive, con figure professionali di alto profilo come i già ricordati dottor Alberto Zoia e dottor Roberto De Pamphilis credo rappresenti un possibile esempio di lavoro di equipe, così importante ai fini di una ottimale programmazione di lavoro». - Dottor Rossi alcune sue considerazioni sullo stato attuale e le relative prospettive riguardanti i programmi futuri del Centro di Medicina dello Sport “Mario Mevio” di Sondalo «Considerazioni sullo stato attuale e le relative prospettive che riguardano l’immediato futuro del nostro centro derivano – essenzialmente - da quanto ho affermato in precedenza. La realtà – della Medicina Sportiva di Sondalo - si inserisce in un contesto ambientale privilegiato per praticare, nel migliore dei modi, diverse attività sportive come le già ricordate discipline invernali (fondo, biathlon, short track, hockey su ghiaccio, etc.), l’atletica intesa sia come corsa in montagna, sia come atletica leggera, fino ad arrivare alla pratica della mountain bike e del ciclismo su strada; tutti sport che fanno rilevare – senza om- bra di dubbio alcuno - una schiera sempre più crescente di praticanti attivi. La presenza di connotati ambientali naturali - direi esclusivi - del comprensorio dell’intera Alta Valtellina (da Sondalo fino ad arrivare a Livigno, attraverso la Valdisotto, Bormio, la Valfurva, la Valdidentro e lo Stelvio con il suo ghiacciaio), oltre ad infrastrutture sportive d’avanguardia gestite - con passione e competenza - da parte di tecnici professionalmente preparati, unitamente alla risorsa del termalismo, alla ricchezza di “opportunità naturali” di allenamento (anche in quota) e di pratica sportiva amatoriale - agonistica, autorizzano a pensare allo sviluppo – in tempi brevi - di progetti ad ampio respiro che ben si inseriscono nell’offerta di sport che siamo in grado di sostenere e proporre nell’ambito dell’intera Alta Valtellina. Se a ciò aggiungiamo che il nostro Centro di Medicina dello Sport di Sondalo è parte integrante di una più vasta struttura ospedaliera - come quella di Valtellina e Valchiavenna - in grado di rispondere tra l’altro alle esigenze di natura traumatologica e riabilitativa dell’atleta, mi sembra importante sottolineare quanto in precedenza affermato: ovvero progettare in un futuro molto prossimo e che ci riguarda molto da vicino – la costituzione di un vero e proprio centro di preparazione sportiva di alto profi- Giorgio Di Centa - Fondo Oro - 50 Km TL “Torino 2006” Gabriella Paruzzi - Team fondo nazionale femminile lo con la necessaria ed ampia condivisione e coinvolgimento di tutti gli enti locali, fra cui citerei i comuni e le comunità montane e - perchè no - anche della Regione Lombardia visto il potenziale risvolto in ambito turistico che non è difficile ipotizzare e soprattutto il prestigio che ne deriverebbe; il presupposto di ogni iniziativa in tale direzione è il consolidamento delle collaborazioni scientifiche con gli istituti universitari e gli organi federali sportivi». - Dottor Giulio Rossi mi permetta un’ultima annotazione: sono esistite figure professionali alle quali ritiene di attribuire un’importanza particolare nell’avere lanciato, sviluppato e migliorato il vostro blasonato Centro di Medicina dello Sport di Sondalo? «Certamente - nella mia formazione professionale e nella fondazione, costituzione e sviluppo di un centro medico - sportivo competitivo come il nostro di Sondalo - il mio primo pensiero Cristian Zorzi - Fondo Gabriella Paruzzi - Fondo 7 Un momento di “Torino 2006” Il presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi con in primo piano a destra Nicola Rodigari ed in secondo piano a sinistra Carolina Kostner 8 corre all’illustre cattedratico e professore, il dottor Pier Costanzo Curti (che - assieme al dottor Baroni ed al dottor Scalfi - fu uno dei pilastri portanti del “villaggio sanatoriale”), primo maestro in tema di fisiologia cardio respiratoria, con il quale ho avuto il privilegio di condividere gli entusiasmi dei primi anni della mia esperienza sondalina. Invece chi ha saputo credere nella costituzione, nel lancio e nel migliorare - anno dopo anno - la nostra struttura medico - sportiva di alto profilo certamente fu il mio primo maestro, ovvero il dottor Sebastiano Gemma, reale e lungimirante “stratega”, capace di vedere molto lontano... Vorrei concludere – questo mio personalissimo pensiero - con il ricordo Giulio Rossi Quarantasette anni - Nato a Lecco - Specialista in Pneumologia e Medicina dello Sport - Dirigente medico dal 1989 presso l’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna. Nei primi anni lavorativi si dedica – soprattutto - allo studio della fisiopatologia cardio - respiratoria, con particolare riguardo all’insufficienza respiratoria ed alla ricerca di laboratorio; in seguito segue l’attività clinica pneumologica di diagnosi e cura (broncoscopista). Dal 2000 assume la dirigenza del Centro di Medicina dello Sport, intitolandolo alla memoria dello scomparso collega Mario Mevio; in questo blasonato centro medico – sportivo, da allora, segue la tutela dell’attività agonistica attraverso la valutazione funzionale delle squadre nazionali della F.I.S.I. – Federazione Italiana Sport Invernali - come lo sci nordico, lo sci alpino ed il biathlon e della F.I.S.G. – Federazione Italiana Sport Ghiaccio - come il pattinaggio di velocità. In questo ambito medico – sportivo segue l’attività di ricerca di laboratorio e sul campo rivolta – soprattutto - allo studio dell’allenamento in altitudine e della bio – meccanica, applicata allo sport, in collaborazione con il settore ricerche avanzate del C.N.R. (Consiglio Nazionale Ricerche) di Milano e con il L.A.P. (Laboratorio Alte Prestazioni) di S.Caterina Valfurva. Dal 2001 traumatologo dello sport; responsabile medico della rappresentativa nazionale di short track (ghiaccio pista corta); componente della Commissione Medico - Sportiva della F.I.S.G. (Federazione Italiana Sport Ghiaccio) e del Comitato Tecnico - Scientifico del C.O.N.I. - F.I.S.I. Partecipa, in questa veste ai Giochi Olimpici Invernali di Salt Lake City 2002 e ai recenti giochi targati Torino 2006. di colui al quale il centro di medicina sportiva di Sondalo è dedicato: mi riferisco al compianto dottor Mario Mevio, amico straordinario e purtroppo scomparso assai prematuramente, ma che allora fu in grado di tracciare una strada ed un cammino fatti di competenza, uniti a qualità umane comunicative non comuni che non autorizzano alcuna retorica. L’eredità con queste premesse - è certamente molto pesante, ma sono convinto che si possa contare su adeguate risorse e rinnovati entusiasmi. L’occasione mi è gradita per ringraziare tutta la redazione del magazine “Concreta” per lo spazio concessomi … e, ancora, complimenti per l’ottima e pregiata rivista». Giulio Rossi con Stefania Belmondo Docente universitario di fisiologia dell’esercizio presso l’ateneo di Palermo; a suo carico diverse le pubblicazioni di valenza nazionale ed internazionale su argomentazioni – in prevalenza - medico - sportive. Presidente del Comitato Organizzatore del XX° Congresso Nazionale Medico – Sportivo svoltosi a Bormio nel giugno 2004 sul tema: “Esercizio fisico e montagna” in collaborazione con la F.M.S.I. (Federazione Medico –Sportiva Italiana) e l’ANaSMeS di Chieti. Attualmente presiede l’Associazione Medico - Sportiva “Sondrio” - sezione provinciale della F.M.S.I. (Federazione Medico – Sportiva Italiana) ed è delegato regionale per la Lombardia. Ha compiuti molteplici studi fisiologici sullo sci – alpinismo; molteplici anche le valutazioni funzionali e di preparazione atletica nella pratica del ciclismo in generale - con particolare riferimento alla mountain bike ed alla strada - ottenendo 2 titoli italiani - consecutivi - nella categoria “Juniores” (mtb) con il forte biker Fabio Cappi in forza al team Bicimania di Lissone (Milano). Txt. Redazione Concreta La grande scuola dello Sci Club Livigno Lo Sci Club Livigno è presente da oltre 40 anni ed è la maggiore società sportiva operante in paese; lo scopo sociale è, nella prima fase, l’avviamento allo sci di bambini e ragazzi e, successivamente, l’attività agonistica sia nello sci alpino sia nello sci di fondo. Nella stagione 2005/2006 stanno frequentando i vari corsi oltre 500 bambini e ragazzi, dall’asilo alle scuole medie, e fanno parte della squadra agonistica quasi 100 atleti suddivisi tra sci alpino e sci nordico. Ottimi i risultati ottenuti finora da questi ragazzi nelle varie gare alle quali hanno partecipato; tutti sperano di poter emulare le gesta dei grandi atleti cresciuti nello Sci Club Livigno, ultimi in ordine di tempo Giorgio Rocca e Marianna Longa. Per informazioni www.sciclublivigno.com 9 10 11 Txt. Silvio Mevio Foto: Cuzzolin Giorgio De Giorgi Daniela Cuzzolin: uno “straordinario pe nella Valtellina e nelle sue Montagne - Dott.ssa Cuzzolin, ci può raccontare brevemente il suo esordio nel giornalismo? «Ho iniziato a lavorare a 12 anni - quasi per gioco - come spesso accade a buona parte dei ragazzi. Si faceva un giornalino la cui testata era tutto un programma: “E giornalisticamente parlando”; lo vendevamo davanti ad una parrocchia di Torino proprio nel quartiere dove abitavo; io correvo qua e là - per il capoluogo piemontese per recuperare i fatti più interessanti Il Grand Hotel Bagni Nuovi di Bormio 12 La Natività di Ulisse Sartini, attore-artista del Papa (Giovanni Paolo II - Benedetto XVI) donata dal comune di Bema alla sua parr.le di San Bartolomeo Martire … dove soprattutto - ha trovato l’amore in tutte le sue forme: il matrimonio con Flavio, il futuro erede maschio Arturo, le amicizie valtellinesi e valchiavennasche … la Valtellina e la Valchiavenna … terre veramente ospitali, sincere e laboriose … e/o divertenti che accadevano, ma soprattutto mi interessavano le problematiche dei bambini … e quanto succedeva nei cortili e nei giardinetti pubblici. La nostra testata veniva venduta - ad offerta libera - la domenica mattina proprio davanti alla parrocchia che ho citato in precedenza al termine della S. Messa, con l’autorizzazione del parroco Don Giovanni e … così ci finanziavamo per le fotocopie. Questo – in sintesi – è stato l’esordio; poi non posso dimenticare mio padre che lavorava al centro di produzione Rai di Torino e, quindi, per tutta la nostra famiglia era normale frequentare quell’ambiente … avere a cena giornalisti, attori, registi, etc. … era una cosa naturale. Così grazie a mio padre ho iniziato a frequentare la prima scuola di giornalismo aperta a Torino e nel 1988 ho avuto i primi contratti con la Rai di Torino; mio padre mi ha insegnato che prima di tutto viene la Rai e questo lavoro, perché è un servizio pubblico e si deve svolgere con onestà, professionalità e dedizione». - Dott.ssa Daniela Cuzzolin, “professionalità” – “dedizione” – “onestà”: tre termini questi molto profondi e di sicuro impatto; tali valori - secondo lei - si sono mantenuti inalterati nella sua professione? «La mia risposta è senza ombra di dubbio alcuno affermativa, ma consentitemi una distinzione; due sono i campi, ovvero quello del giornalismo televisivo e quello della carta stampata. Personalmente posso parlare del primo anche in considerazione del fatto che sono “giornalista televisivo” e dove ho iniziato a lavorare dal 1989 e per me i valori sopra ricordati non sono cambiati per nessun motivo; alla base esiste sempre la regola che mi rsonaggio” televisivo che ha trovato una terra ospitale, generosa, amica e... hanno “inculcato” alla scuola del giornalismo a Torino e cioè: “who – where – when – why - what”. La forza e la potenza della comunicazione – usata per promuovere il bene – risulta essere straordinariamente enorme … personalmente paragono il mio mestiere ad una potente macchina sportiva: chi la sa guidare e - soprattutto - gestire può raggiungere “velocità elevate”, raggiungendo la meta senza “incidenti di percorso” e senza uscire di strada … chi invece non è in grado di “guidarla” oppure ignora le “regole basilari” può schiantarsi … nel giornalismo ma anche nella vita». - Dott.ssa Cuzzolin, nella sua “sfolgorante” carriera giornalistica ha avuto molte soddisfazioni: dai premi letterari ai riconoscimenti vari, dagli incarichi prestigiosi come l’assessorato alla cultura ed ai servizi sociali del comune valtellinese di Bema fino a conduttrice di programmi televisivi di cartello; quali saranno – in futuro – i programmi della “Cuzzolin giornalista”? «Mai come in questi ultimi anni ed in ogni settore i più ritornano sui “loro passi” … mi spiego meglio: attualmente abbiamo un bisogno “estremo” di certezze … il mondo che ci circonda sta cambiando troppo velocemente … mai come oggi la comunicazione è fondamentale in tutti i campi ed in tutti i settori; quindi chi riveste il ruolo di giornalista deve svolgere tale professione con la massima scrupolosità, estrema cura e profonda onestà. Ormai sono quattro anni che frequento la Valtellina ed in modo particolare Sondrio – dove risiedo e dove ho trovato gente ospitale, sincera e molto disponibile - … ottima la qualità della vita dove esiste – veramente – una di- mensione più familiare rispetto a Milano (che tra l’altro mi ha dato moltissimo professionalmente parlando e sia umanamente), dove ho “vissuto” per più di una decina di anni (dal 1995 svolta professionale arrivo in Rai a Milano … allora avevo 30 anni); ma soprattutto della Valtellina amo in modo viscerale le montagne e la sua cucina (il pizzocchero soprattutto). Per quanto riguarda i programmi futuri – in terra valtellinese – molto semplicemente devo sottolineare che a giugno (2006) mi sposerò con Flavio (maresciallo dei Carabinieri a Sondrio) presso il palazzo Besta di Teglio e ad agosto diventerò mamma di un maschietto a cui darò il nome di Arturo … mi sembra di avere davanti una “buona programmazione” e delle straordinarie “scadenze”». - Dott.ssa Daniela Cuzzolin, abbiamo appreso che dal 2002 riveste la carica di assessore alla cultura ed ai servizi sociali di questo comune; alcune sue considerazioni ed impressioni «Bema è un piccolo paesino di montagna collocato sulle Prealpi Orobiche – in provincia di Sondrio – abitato da gente straordinaria, accogliente, disponibile e molto partecipe alla vita dell’intero paese; tutto ebbe inizio il giorno 24 dicembre 2002 - una data indimenticabile – subito dopo i gravi fatti alluvionali in Valtellina e nel Nord Italia. Questa zona praticamente rimase isolata dal “resto del mondo” proprio a causa dell’alluvione. Quindi, in qualità di giornalista Rai Regione dovendo dare notizie precise mi sono messa in azione ed ho agito esattamente come un “inviato speciale”. Sono arrivata sul luogo con un elicottero – SAR di Milano – Aeronautica Il salone dei balli del Grand Hotel Bagni Nuovi di Bormio 13 Daniela Cuzzolin in costume tipico di Bema Daniela e Flavio 14 Da sinistra: il procuratore G.F. Avella Rezio Donchi presidente “Accademia del Pizzocchero” e Luciano Regolo direttore “Novella 2000” Daniela con Gabriella Carlucci, Rezio Donchi ed alcuni soci Accademia del Pizzocchero Militare – ed ho passato la notte (quella di Natale) con la gente di Bema superando i tempi concessi al cronista che, normalmente, una volta evidenziato quanto necessario al servizio, ripartiva … ho partecipato alla S. Messa di Mezzanotte con il rosario in mano … un’esperienza indimenticabile!!! Tornata in sede Rai a Milano ho fatto il servizio per i tre Tg 1, Tg 2 e Tg3: in quel periodo sulle reti nazionali passavano, infatti, due servizi e cioè quello che riguardava il terremoto in Molise (San Giuliano) e l’alluvione in Valtellina. Successivamente a Capodanno mi sono fermata in quel di Bormio e qui ho incontrato il “primo cittadino” di Bema che mi ha chiesto di ricoprire l’incarico di assessore alla cultura ed ai servizi sociali dello stesso comune; senza alcuna esitazione e con immensa gioia ho accettato … pur essendo cosciente dell’ulteriore carico di lavoro cui andavo incontro e per il quale stavo impegnando anche i pochi giorni liberi; il 3 gennaio del 2003 entravo ufficialmente in comune come assessore; svolta decisiva questa - nella mia vita perché ho incontrato le “tanto adorate ed agognate montagne”, ma anche un affetto molto particolare sia da parte delle gente che vi abita, ma soprattutto dal mio futuro marito, ovvero Flavio. Dimenticavo che a Bema lo stesso anno ho attuato una serie di iniziative e di appuntamenti per rilanciare la zona tanto martoriata. Andiamo dalla creazione di simpatiche t – shirt con scritto davanti lo slogan “I Love Bema” all’organizzazione di una serie di eventi come il concorso fotografico con in giuria Bob Krieger (grande ritrattista), Graziella Vigo e Walter Bonatti e la prima edizione – 9 luglio 2005 – (questo anno sarà la seconda programmata per l’8 luglio 2006) di “Giustizia e Informazione” – convegno – dibattito e confronto sui temi di attualità al centro dei rapporti fra magistrati, giornali- sti, avvocati e polizia giudiziaria – con il coordinatore giuridico Gianfranco Avella – Procuratore della Repubblica di Sondrio; infine, l’istituzione di un servizio di “telecardiologia” per tutti gli abitanti in collegamento con l’Ospedale di Monza ed il prof. Flavio Acquistapace … ed ultimo, ma non meno importante, il Pellegrinaggio Pasquale con gli ammalati dell’Ordine di Malta - nell’aprile 2005 (Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo) che abbiamo ripensato di ripetere l’8 aprile 2006 in quel di Ponte in Valtellina». - Dott.ssa Cuzzolin: Bema il piccolo paesino orobico, la Valtellina e le sue bellissime Montagne tutti hanno giocato un ruolo fondamentale in questo periodo della sua vita così intensa … ci può raccontare quali sono i suoi “hobby” in terra valtellinese? «… Lord Byron - poeta romantico inglese che da protestante si convertì al Alcuni momenti della festa di primavera (marzo 2006) al Grand Hotel Bagni Nuovi di Bormio cattolicesimo - sottolineava che … “Le Montagne sono le Cattedrali di Dio”; ebbene personalmente ritengo che questa frase abbia veramente un significato profondo proprio perché chi si ferma anche solo un istante ad ammirarle, capisce subito che “Il Creatore” - di queste stupende e straordinarie opere d’arte – le ha “costruite” per trasmettere a noi tutti un senso di pace, di tranquillità e di sicurezza ... Da poco tempo (agosto 2005) sono diventata “socio onorario” dell’Accedemia del Pizzochero di Teglio, grazie all’incontro con il fotografo Giorgio De Giorgi – fotografo ufficiale della stessa accademia - che mi ha invitato ad una serata conviviale e dove ho incontrato Rezio Donchi, il presidente dell’accademia ed il Procuratore della Repubblica di Sondrio, Gianfranco Avella, grande estimatore del “Re Pizzochero”; anche qui colpo di fulmine ed amore a prima vista … per questa pietanza più unica che rara; subito è scattata la scintilla verso i pizzoccheri che sono diventati parte della mia alimentazione … e come la pizza, il melodramma e la moda fanno parte di quel biglietto da visita – tanto caro a me e sicuramente a tutti gli italiani – del vero “Made in Italy” … nel mondo intero. Coltivo sempre la mia passione per la poesia, così come gli appuntamenti di cartello che l’Accademia del Pizzocchero organizza non solamente in ambito provinciale, ma anche a livello regionale e nazionale; ad esempio ricordo quello del 9 febbraio 2006 - a Milano - presso l’esclusivo “Four Seasons” e la riuscitissima “Festa di Primavera” (26 marzo 2006), a Bormio, nello straordinario ed otto- centesco Grand Hotel Bagni Nuovi, in occasione dell’incontro con il direttore di Novella 2000, Luciano Regolo (insignito anch’esso di onorificenza come “socio onorario” dell’accademia). Un binomio “strategico” tra l’accademia e lo storico tempio dell’ospitalità insieme per promuovere, valorizzare e soprattutto far amare e conoscere le acque termali “sposate” con l’estimato piatto, oltre allo sport, alla salute, al tempo libero ed al divertimento … in un “caleidoscopico” paesaggio di montagna: validissima - in questo contesto – la frase “Mens Sana In Corpore Sano”, tanto cara ai latini e più che mai attuale ai giorni nostri». Grand Hotel Four Seasons - Milano Daniela con Don Antonio Mazzi Daniela Cuzzolin - torinese di nascita – laureata in Lingue e Letterature Straniere (anglo - americano) presso l’ateneo di Torino – inizia a lavorare al quotidiano “La Stampa” e “Stampa Sera” nel 1985 – tre anni dopo (1988) ottiene i primi contratti con la Rai in quel di Torino (Ambiente Italia –il Telegiornale Scientifico) – dal 1989 al 1990 i primi telegiornali in video – da Londra dove lavora con il celeberrimo giornalista Rai – Sandro Paternostro – nel 1994 diventa giornalista professionista e l’anno successivo (1995) viene assunta alla Rai in qualità di giornalista professionista (sede regionale Lombardia) e contemporaneamente diventa conduttrice ufficiale del Tg3 regionale Lombardia – attualmente è in forza alla redazione Rai Lombardia per quanto riguarda la cultura, lo spettacolo e la moda - ha effettuato la bellezza di un centinaio di servizi fuori sede in diverse città italiane all’estero – ha, inoltre, al suo attivo anche due “premi” di poesia: “Anna Kuliscioff” (1992) e “Cesare Pavese” (1997) – sempre in questo straordinario campo (la poesia) è stata ideatrice del “Premio Poesia in carcere” a San Vittore (Milano) nel 2001 e dello “Scambio disegni - poesie” tra i bimbi con la spina bifida presso l’Ospedale Niguarda di Milano ed i “Piccoli Poeti della Valtellina” – ha vinto il premio internazionale “L’Ala d’Oro del Successo” per il giornalismo televisivo – è “Dama” di merito dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, “Dama” dell’Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro di Savoia e Croce al Merito dell’Ordine di Malta. Altre “istantanee” del “Galà di primavera - marzo 2006” al Grand Hotel Bagni Nuovi di Bormio 15 RESIDENCE COUR MAISON Route Mont Blanc - Frazione Pallesieux 11010 Pré Saint Didier - Aosta - Italy PROPRIETA’: Alberghi Valdigne Spa PROGETTAZIONE : Uff.tecnico Concreta srl Arch.Francesco Venzi REALIZZAZIONE: Concreta srl FOTO: Emanuele Marietti Andrea Basci TESTI: Camillo Bertolini 17 18 r e s i d e n c e s Al Cour Maison abbiamo arredato: - 43 appartamenti - reception - sala ristorante - sala bar - miniclub - cucina ristorante r e s i d e n c e s La progettazione del Cour Maison propone soluzioni d’arredo che si innestano nella tradizione valdostana. Calore e luminosità dei colori convincono l’ospite a sentirsi “a casa propria”. 19 Se il design abitativo predilige negli ultimi anni spazi sempre più dominati dalla presenza del bianco o di colorazioni tenui, una tale tendenza non può considerarsi generalizzata. Resiste, vivo per lo più in ambientazioni montano-alpine o di riqualificazione rurale, uno stile di progettazione disinteressato dal troncare nettamente con le scenografie storiche, ma che intende rapportarsi con queste in maniera evolutiva. Si tratta di un pensiero architettonico e d’arredo che intende innestare soluzioni di confort e di modernità su modelli preesistenti. Gli elementi d’appartenenza insiti non solo nel panorama, ma pure nei sensi e nell’animo umano, vanno ripensati senza essere sovvertiti. In questo modo il risultato gode spesso di una grazia armonica, dovuta alla completa immersione dell’opera nel territorio e nei suoi spiriti popolari e culturali. In questi anni di rapida crescita, Concreta ha fatto tesoro della fusione am- r e s i d e n c e s 20 bientale e del richiamo continuo tra arredamento ed ambiente. Concetti che si sono via via trasformati in solide idee insite nel proprio marchio e la chiave del suo successo. Oltre ad altri grandi lavori ammirabili nell’intero arco alpino, l’azienda valtellinese ha avuto il piacere di poter trasformare i suoi principi nell’arredamento del residence Cour Maison di Courmayeur. Si tratta di un complesso residenziale formato da 43 appartamenti (monolocali, bilocali e trilocali) adiacenti al già esistente Grand Hotel Cour Maison, al quale risulta unito nella molteplicità di servizi offerti alla clientela. Dal divertimento informale offerto da bar e discoteca, sala giochi e miniclub per bambini, al benessere ritrovabile nella Beauty Farm e nel centro fitness. Quest’ultimo dotato delle più svariate tecniche della ricerca del relax: piscina, sauna, bagno turco, idromassaggio e palestra. Senza trascurare poi il piacere del gusto, stuzzicato e appagato attraverso i piatti tipici dell’arte culinaria valdosta- 21 22 r e s i d e n c e s na e della tradizione regionale italiana serviti nel ristorante la Baita accompagnati con i migliori vini locali e della penisola. L’idea del residence rappresenta certamente un’evoluzione del concetto di vacanza. L’appartamento ad uso privato consente infatti alla clientela una superiore vivibilità del nuovo spazio, oltre alla possibilità di poter personalizzare maggiormente l’abitazione rispetto alla stanza d’albergo, certo confortevole ma sicuramente estranea rispetto alla personalità dell’ospite. La progettazione degli appartamenti del Residence Cour Maison tende all’ulteriore approfondimento della sensazione dell’essere “a casa propria”. Del permettere il trasporto sul luogo di villeggiatura non solo della persona, ma del suo inimitabile e particolare stile di vita. Per questa ragione si è partiti dal donare sia agli spazi abitativi che ai luoghi di comunione un impatto decisamente caloroso e luminoso. Le pareti e i tessuti, sapientemente organizzati secondo tonalità di rosso, aran- cio e giallo, toccano subito al cuore di chi ne usufruisce, avvolgendolo in un istante nella loro calda atmosfera. Atmosfera che si genera attraverso l’in- tensa amicizia di forme e di colore con gli arredamenti. Realizzati in abete senza nodi tinto naturale, i mobili accolgono curiosi particolari di richia- mo alla manifattura alpina. Maniglie, piani e testate dei letti sono infatti intarsiati su legno antico, non artificialmente invecchiato ma recuperato dal- 23 24 25 26 r e s i d e n c e s la demolizione di alcune cascine. Piccoli elementi in evidenza che dimostrano particolare attenzione nella cura del dettaglio, e che certo giovano nel rendere l’ambientazione del Residence rispettosa sia della propria clientela che del territorio che la ospita. A questo proposito, occorre notare una pregevole caratteristica di progettazione. Ogni appartamento è infatti dotato di un personale balcone, quasi a sottolineare l’interesse di volere i vil- leggianti subito inseriti in uno splendido contesto ambientale. Adagiato sulle alture sopra il villaggio di Pallesieux, il Residence Cour Maison gode di un panorama senza eguali: il borgo antico di Courmayeur e gli impianti di risalita dello Chécrouit e di La Tuille (il residence dispone di un servizio di bus- navetta gratuito per le funivie e per il centro di Courmayeur). Sullo sfondo il massiccio del Monte Bianco, il monte più alto e suggestivo d’Europa. r e s i d e n c e s 27 28 Un aiuto “concreto”... a favore dell’associazione irlandese “Barretstown - Serious Fun” Txt. Silver La serata di beneficienza organizzata al “Pragelato Village - Resort & SPA” Recentemente (marzo 2006), dopo la vetrina internazionale dei Giochi Olimpici Invernali targati “Torino 2006”, presso l’esclusivo village - resort di Pragelato, è stato organizzato dagli stessi proprietari, un momento carico di significato; ci riferiamo in particolare alla serata di beneficenza “Barretstown” dove si sono date appuntamento 170 tra le più importanti personalità irlandesi per raccogliere fondi da devolvere proprio alla “Barretstown - Serious Fun”. Concreta , tra l’altro in qualità fornitore del “Pragelato Village Resort & SPA” – ha aderito con molto entusiasmo alla lodevole iniziativa. Associazione “Barretstown – Serious Fun” - “Barretstown” è stata fondata dal famosissimo attore cinematografico hollywoodiano - Paul Newman – nel 1994 dopo il grande successo del suo “hole in the wall” negli USA; Newman ha voluto, fermamente, creare il primo campo estivo europeo per bambini ed ha iniziato donando una cifra considerevole (2 milioni di dollari) ed acquisendo proprio il castello di Barretstown concesso – gentilmente – dal governo irlandese; ha sede nel “magico” castello di Wicklow Mountains – in Irlanda - “Barretstown” ha iniziato la sua straordinaria avventura aiutando – inizialmente - 124 bambini (il primo anno di fondazione, ovvero il 1994) fino agli attuali 10.000 i quali provengono da 23 paesi europei; la struttura è molto cresciuta offrendo un eccellente aiuto per tutti i bambini malati di cancro, attraverso una preparata, efficiente e professionale equipe medica, unitamente ad un programma terapeutico di riabilitazione unico nel suo genere; ogni bambino, oltre alla sua famiglia, può raggiungere “Barretstown” senza dovere pagare alcuna somma (incluse anche le tariffe aeree). - “Barretstown” organizza stimolanti attività di recupero per bambini affetti da patologie tumorali ed altre gravi ed invalidanti malattie, coinvolgendo direttamente anche le loro famiglie; tali iniziative hanno lo scopo di ricostruire – nell’individuo colpito e nei parenti che lo circondano – la fiducia prima di tutto in se stessi, poi la confidenza negli altri ed il coraggio di affrontare questa terribile situazione attraverso un sano, divertente e proficuo gioco fisico – psicologico. - “Barretstown” ha sviluppato un programma – unico nel suo genere e riconosciuto a livello internazionale – il quale ha avuto un profondo e determinante impatto nella vita dei bambini con gravi malattie e le loro famiglie. L’intero staff – oltre ai medici che operano nella struttura e che credono in questa “speciale terapia”- chiamano tale programma riabilitativo “ricreazione terapeutica” … ma i piccoli ospiti della struttura lo conoscono - solo ed esclusivamente - come vero e sano divertimento … nella maggiore parte dei casi i bambini – purtroppo – sono stati esclusi dalle ordinarie esperienze di vita della loro infanzia proprio a causa della crudeltà della malattia; il supporto psicologico di “Barretstown” offre a questi individui la possibilità di riscoprire la fiducia in se stessi, il coraggio di superare questo ostacolo – spesso insormontabile – l’indipendenza e soprattutto il profondo valore dell’amicizia … - “Barretstown” attualmente conta più di 83.000 bambini malati – provenienti da 34 nazioni e 31 paesi - i quali hanno avuto la possibilità di partecipare alle attività organizzate (interamente gratuite) dallo staff; risulta essere un’associazione senza scopo di lucro ed è supportata da benefiche donazioni; i campi denominati “hole 29 in the wall” rappresentano il sogno dell’attore Paul Newman (il fondatore dell’associazione) il quale ebbe la geniale idea di inziare nel lontano 1988 con il primo di tanti organizzati fino ad ora e che ha guidato – in modo magistrale – l’intera associazione fino ai giorni nostri … - “Hole in the wall” è, quindi, uno straordinario momento aggregativo (campo estivo per famiglia) per i bambini ammalati ed i loro famigliari … in un momento della loro vita veramente “crudele” (questi piccoli individui indifesi sono affetti da una serie di patologie molto gravi come il cancro, l’anemia falciforme, l’aids e tantissime altre malattie tumorali); in questa particolare occasione i “piccoli ospiti” del campus vivono - semplicemente - la loro gioia infantile, senza essere perseguitati dai loro bisogni medici - essenziali per la sopravvivenza – grazie ad una attenzione molto particolareggiata nei confronti della loro salute. 30 Per ulteriori informazioni www.barretstown.org Albergo Bès - Calviere 31 Cour Maison - Courmayeur TENDAGGI SU MISURA - TENDE D’ESTERNI - TESSUTI IN TREVIRA C.S - TENDAGGI E TESSUTI D’ARREDO Via Industriale, 159 - Berbenno di Valtellina (So) Tel. e Fax 0342 49 25 15 - www.grtendaggi.com Txt. Attilio Piazza Foto Archivio “Serpentino e Graniti” - Carlo Orlandi Il Serpentino, pietra ornamentale della nel rivestimento e nella pavimentazione dell 32 Il fascino naturale del mondo minerario: la bellezza della natura a servizio e beneficio dell’uomo E’ l’affascinante mondo dei minerali e delle pietre naturali – straordinario effetto dei fenomeni geologici caratterizzanti la storia della nostra superficie terrestre – quello che incontreremo in questo singolare articolo che Vi proponiamo. Un argomento interessante che ci guiderà alla scoperta dei molteplici e mirabili impieghi che la sagace maestria dell’uomo ha saputo fare della ricca varietà di materiali presenti in natura. Innovazione tecnologica e tradizione artigianale si sposano egregiamente in originali soluzioni architettoniche, nell’edilizia pubblica, privata e monumentale, nelle pavimentazioni, nell’arredo urbano e privato, fino all’arte funeraria. Abbiamo incontrato - a questo proposito - la sig.ra Laura Lenatti Cabello, presidente della “Serpentino e Graniti” di Chiuro, per affrontare - più da vicino - questo mondo naturale e di straordinaria bellezza, costellato da pietre naturali con particolare riferimento al “serpentino della Valtellina”. - Sig.ra Laura Lenatti Cabello, ci può raccontare la storia della vostra affermata azienda, ovvero la “Serpentino e Graniti” di Chiuro? «Molto sinteticamente diciamo che Prefetto di Sondrio - Sua Ecc. Dott. Sante Frantellizzi - Questore Dott. Antonio De Santis - Presidente Tribunale Dott. Francesco Cerracchio - Procuratore Capo Dott. Gianfranco Avella - Col. Carabinieri Dott. Capone - Col. Finanza Dott. Pavese; si notano inoltre anche alcune cariche istituzionali provinciali e a destra Laura Lenatti Cabello e figli. Foto Carlo Orlandi (www.fotoorlandi.com) Valtellina, protagonista indiscusso a Cancelleria di Berlino e di Bormio Terme tutto nasce oramai una quarantina di anni fa (a cavallo degli Anni Sessanta - Settanta), grazie al geniale intuito di mio marito Emilio Cabello, il quale attraverso un’esperienza notevole nel campo della lavorazione delle pietre – decise di ampliare l’azienda attraverso la costruzione di uno nuovo stabilimento (situato a Chiuro) dotato di macchinari ad alta tecnologia che hanno permesso di eseguire lavorazioni con notevole valore aggiunto; attualmente all’attività collaborano i nostri figli Pietro e Cesare che - con perizia e serietà - gestiscono l’elevato potenziale tecnologico dell’azienda». - Sappiamo che avete collaborato – attraverso la pavimentazione, il rivestimento oltre ad altri particolari lavori – nella costruzione della “Cancelleria di Berlino” e del complesso termale delle “Bormio Terme”; può - sig.ra Lenatti Cabello sottolineare quali sono stati gli aspetti che hanno portato a questo importante risultato. «Premetto che in gara per aggiudicarsi questo impegnativo, ma nel contempo molto importante, appalto - lavoro c’erano tutte le aziende (a livello mondiale) che estraggono e lavorano le “pietre”; il “serpentino della Valtellina” è stato scelto per le sue importanti caratteristiche tecniche che analizzeremo più da vicino in un secondo momento. La “pietra ornamentale della Valtellina” – prima di essere scelta - è stata analizzata molto attentamente dai progettisti – costruttori della stessa “Cancelleria di Berlino” attraverso una serie di prove mirate per avere la certezza della qualità del materiale scelto. Per quanto riguarda, invece, lo stabilimento termale di “Bormio Terme” recentemente ristrutturato ed ampliato, come azienda produttrice di “serpentino della Valtellina” abbiamo fornito il materiale per il rivestimento, la pavimentazione, le scale, la piscina, la sauna e le terrazze. Esteticamente il serpentino è una “pietra” veramente unica e ben si presta per questo genere di impiego; a questo proposito vorrei sottolineare che la bellezza e l’armonia del nostro territorio si ottengono proprio grazie all’impiego delle pietre e del legno; un esempio di questo riuscitissimo connubio lo troviamo nella vicina Svizzera (Saint Moritz - Suvretta) e - soprattutto - nelle zone a vocazione turistica dove il gusto estetico è più marcato e raffinato; va sottolineato, infatti, che in questi ambiti viene imposto proprio l’utilizzo “marcato” della pietra e del legno nella costruzione del tessuto urbano». Per la “Serpentino e Graniti” di Chiuro un vero fiore all’occhiello che la colloca ai vertici nella produzione nazionale di “serpentino” Ingresso azienda a Chiuro - Sig.ra Lenatti Cabello può descriverci – a grandi linee – che cosa è il “serpentino della Valtellina” e quali sono le sue più importanti caratteristiche? «E’ una pietra alpina con caratteristiche particolari per via delle sue origini Laura Lenatti Cabello Presidente della Serpentino e Graniti 33 come il Duomo di Monza e la Chiesa di S. Andrea a Vercelli dove il “serpentino” (utilizzato per la loro costruzione) risulta essere esposto da oltre 8/10 secoli a condizioni climatiche particolarmente avverse». 34 vulcaniche; è, infatti, un’alterazione profonda dell’olivina. Risulta essere importante per i progettisti perché presenta un vantaggio comune a ben pochi materiali e cioè quello di essere di colore chiaro allo stato grezzo, sabbiato e bocciardato per diventare verde scuro, se - successivamente – spazzolato, levigato e/o lucidato. Altre caratteristiche peculiari del “ser- pentino della Valtellina” sono: un insignificante assorbimento di acqua, un’ottima resistenza alla flessione anche dopo il gelo, un’elevata resistenza all’alterazione da agenti atmosferici, buone particolarità formali ed estetiche di venatura e di connotazione cromatica, ottima funzione ornamentale. Proprio a questo proposito si hanno esempi di monumenti classici italiani - Sig.ra Laura Lenatti Cabello dopo averci spiegato che cosa è il “serpentino della Valtellina”, ci può raccontare - in sintesi - quali sono i suoi campi di impiego. «La “Serpentino e Graniti” di Chiuro effettua attività di estrazione e di lavorazione di “serpentino” e non solamente; garantisce la continuità delle forniture grazie alla proprietà ed alla gestione diretta di numerose cave (serpentino “verde vittoria” a Lanzada; serpentino “verde vittoria” in località Cen a Lanzada; serpentino “verde giada” a Torre S. Maria e serpentino “tegolare” (ardesia della Valmalenco) a Chiesa Valmalenco. La nostra azienda si è specializzata – inoltre - nella segagione e nelle finiture grazie all’elevato potenziale tecnologico delle attrezzature d’avanguardia di cui essa dispone; è altresì specializzata, oltre che nei prodotti destinati al settore edilizio, nella realizzazione di rivestimenti in “serpentino” per stufe a legna – arte funeraria Pavimentazione Cancelleria di Berlino Interno pavimentazione Cancelleria di Berlino Cancelleria di Berlino – lapidi a spacco – piastre per cotture di alimenti in tutte le dimensioni e/o forme». - Un altro fiore all’occhiello della “Serpentino e Graniti” di Chiuro, oltre alla “Cancelleria di Berlino” e “Bormio Terme” in Alta Valtellina, è rappresentato dalle bellissime stufe a legna in “serpentino della Valtellina”; ci può ragguagliare – sig.ra Laura Lenatti Cabello – su queste stupende “opere d’arte”? «Rispondo con un’altra domanda: … perché sono così in tanti a desiderare una stufa a legna costruita attraverso l’impiego del “serpentino della Valtellina” per la propria abitazione; la risposta è assai semplice: sarà per via della romantica atmosfera di un fuoco crepitante che diffonde un piacevole tepore nelle fredde giornate invernali … sarà l’amore per le cose belle, durevoli nel tempo ed il piacere di possedere qualcosa di molto speciale; insomma le stufe a legna in “serpentino della Valtellina” prodotte dalla “Serpentino e Graniti” di Chiuro - su disegno del committente - soddisfano tutte le esigenze che sopra ho ricordato in un “unicum” di armonia; il pregio del materiale utilizzato abbellisce l’ambiente ed assicura una lunga durata del calore es- Particolare interno Bormio Terme Ingresso stabilimento termale “Bormio Terme” sendo una pietra altamente termoriflettente e per questo molto richiesta in Europa». - Sig.ra Lenatti Cabello, oltre agli impieghi sopra ricordati, sappiamo che il vostro pregiato materiale viene utilizzato anche per altri scopi; ci può raccontare qualcosa in merito. «Il materiale estratto viene - nella sua totalità - utilizzato interamente per abbellire il paesaggio che ci circonda e per mettere in sicurezza il nostro territorio (impedendo - spesso - la tracimazione dei fiumi). Se non vi fossero le pietre saremmo circondati da colate di cemento e ciò determinerebbe – senza ombra di dubbio alcuno – un grave ed irrepara- Particolare interno Bormio Terme 35 Alcuni momenti della lavorazione del “serpentino” 36 bile impatto ambientale negativo … e – sicuramente - non si otterrebbero i medesimi risultati “centenari e secolari” di durata che - come abbiamo già avuto modo di evidenziare - sono tuttora visibili. I progettisti valtellinesi - sempre con le pietre - nei fiumi della Valmalenco hanno creato (buche apposite) un habitat naturale e ideale per i pesci permettendo loro di risalire i corsi d’acqua e quindi nascondersi … e riprodursi. Altro impiego delle pietre è quello della costruzione dei molteplici muri (a secco) di sostegno in pietra a “vista” che costellano buona parte del versante retico della media a bassa Valtellina e che caratterizzano – soprat- Stufa a legna in serpentino tutto - i terrazzamenti vitati (vigne) da cui si ottengono i vini pregiati della Provincia di Sondrio, oltre agli impianti (frutteti) dove si possono ammirare le gustose e dietetiche mele della Valtellina. Aggiungo, infine, che gli “sfridi” (il materiale di risulta della lavorazione del “serpentino”) vengono impiegati nella costruzione di argini e briglie dei fiumi – torrenti e macinati vengono stivati in appositi silos per essere utilizzati – in un secondo momento – nel settore edilizio e nelle infrastrutture; invece i blocchi informi inutilizzati vengono adattati per creare piazzali artigianali ed industriali, muri di sostegno delle strade, zone verdi (come il parco di Vassalini a Chiesa in Valmalenco), selciature di mulattiere». La famiglia Cabello, unitamente a tutti i dipendenti della “Serpentino e Graniti” di Chiuro, ringraziano le più alte cariche Istituzionali Provinciali per la gradita visita al proprio stabilimento … un atto - questo - che dimostra una particolare sensibilità nei riguardi della Imprenditoria Valtellinese. Per ulteriori informazioni: www.serpentino.com 37 Txt. a cura di Cecilia Paganoni - Terza parte Il ritorno a Itaca Roma rimane nel cuore dell’autore che resta a lungo affascinato, così come Ulisse fu ammaliato dal canto delle sirene: “Poco più che trattenuto mi fussi in Roma non ero più in mia balia, mi incantava quella città e pareva che quel poeta mi andasse piegando e accomodando al giogo”. Ciascuno per far lo schiavo alla Fortuna In sembianze di fasce Porta le sue catene alla cuna. 38 Tanto doloroso fu il distacco dalla città eterna che come si suol dire “in Roma ci lasciò l’anima e il core”. Lungo la Costa Adriatica verso Loreto I ricordi indimenticabili dei giorni passati a Roma occupano per lungo tempo la mente e il cuore dell’autore durante il viaggio di rientro in patria. Il tragitto si svolse in luoghi che non hanno altro merito oltre a quello di avere passi di comunicazione; l’uso diffuso di bere vini cotti ricorda, è un uso barbaro, un’assurdità nemica sia dell’occhio sia dello stomaco. Lungo il percorso incontra borghi ameni: Terni, Narni, Spoleto e Tolentino. Macerata e Recanati godono di un vasto territorio collinare su cui giace anche Loreto noto per il suo Santuario, ove secondo la tradizione è conservata la S. Casa. “Qui ebbi il dubbio se la casa fosse veramente quella di Nazaret. Stetti attento su me stesso se me ne dava l’indirizzo quella tenerezza o quell’orrore che se ne adduce per prova”. Il sentire Oggi purtroppo si privilegiano le conoscenze, la razionalità a scapito del sentire, del percepire le sensazioni e le emozioni. “Per mia colpa scrive, non ebbi alcuna sensazione, essendo forse questa dote tipica delle grandi anime. Ebbi un forte dubbio in merito alla veridicità di quanto si affermava. Si dice che la S. Casa sia stata trasportata a Loreto nel 1294, qualcuno afferma che è ancora possibile intravedere il tracciato percorso sulle acque del mare. Dubbio e fede davanti a questa S. Casa si intrecciano saldamente; dubitare e accettare a fondo, questo è il dilemma che dividono l’uomo e il sacerdote. E l’uomo di grande sapienza non esita a scrivere, “...per mia colpa non ebbi alcuna sensazione...” Fa tuttavia riflettere, scrive, il gran numero di pellegrini che ancor oggi vi accorrono sull’onda della fede, e della speranza. A Loreto manifesta grande ammirazione per la bellezza dei vasi disegnati dal gran Raffaello e lì conservati. Ancona Situata a 15 miglia da Loreto ha un bel porto. Proseguendo lungo la costa si arriva a Senigallia borgo molto trafficato, forse troppo per i gusti del viandante, come al solito riporta un detto popolare che esprime, a suo parere le caratteristiche degli abitanti... Certo un uomo amante del sapere in una città dedita prevalentemente ai traffici commerciali, non poteva trovare quegli stimoli culturali che avevano invece riempito le sue giornate in altre città e il detto sopra citato ne è chiara espressione. Lungo il cammino incontra Fano, Pesaro e Rimini, cittadine per le quali manifesta la sua ammirazione. Cesena Dista 20 miglia da Rimini, lì incontra il Vescovo Guicciardi e suo nipote l’abate Francesco Saverio, suoi conterranei, rimane presso il vescovado per tre giorni, trattato con grande cortesia. Il Vescovado conta diciottomila anime, territorio definito ricco di squisitezze e di vini pregiati che cancellano “l’orrido ricordo dei vini cotti”. Da Cesena a Bologna Lasciata Cesena riprende il cammino utilizzando un calesse per una spesa di trenta paoli, a dieci miglia trova Forlì, città bella e allegra ove ammira la cupola della chiesa di S. Maria dipinta con grande impegno dal noto pittore Cignani; a venti miglia incontra Imola ove pernotta e la mattina seguente all’ora di pranzo giunge a Bologna distante venti miglia. Bologna bellezze paesaggistiche, aspetti culturali “Questa è la città che dopo Roma suscita l’interesse di curiosi e letterati. Il territorio è fertile e delizioso, maestra nelle fabbriche, vivace negli ingegni, di governo repubblicano benché in sostanza l’autorità sia nel legato pontificio, ai bolognesi resta una certa libertà e risalta nelle cariche distribuite fra quaranta famiglie delle più nobili, alle quali è attribuito il titolo di Quaranta che equivale a quello di Senatore. La città conta circa settantamila abitanti; vi soffia il vento di tramontana che ripulisce l’aria rendendo, a quanto dicono, leggiadro lo spirito dei bolognesi. Girando per le strade, si osservano numerose chiese e palazzi grandiosi caratterizzati da un indiscutibile stile”. Portici e Santuari “Si può girare gran parte della città camminando sotto i portici, un viaggiatore tedesco scrisse che erano stati costruiti per motivi climatici poiché era giunto in primavera e aveva trovato la pioggia, al ritorno in autunno trovò ancora giornate piovose per cui ritenne che il clima di Bologna fosse quasi sempre piovoso. E grazie a quelle strutture aveva potuto girare quasi tutta la città senza bagnarsi. Tra i numerosi portici uno si estende per ben tre miglia a ridosso d’una collina fino al celebre Santuario della Guardia ove è custodita una scrittura attribuita a S. Luca, che gli fu mostrata “per un favore particolare”; a questa reliquia i bolognesi si rivolgono in caso di necessità personale o di pubbliche emergenze. Altra magnificenza di cui il viaggiatore dice meraviglie è rappresentata dal Santuario ove si trovano le reliquie di S. Caterina. La Torre Garisenda con la sua imponenza, dice, suscita ammirazione, ora tuttavia ha un aspetto piuttosto fatiscente e necessita di restauri. L’Università “È di nobile struttura e particolarmen- te interessante è la Sala Anatomica, dodici anni fa era frequentata da quattordicimila scolari, ora se ne contano solo cinquecento. Ma l’Istituto delle Scienze era per me un palazzo incantato, il palazzo delle meraviglie per eccellenza, un labirinto ove mi sarebbe stato di notevole gradimento non trovare più l’uscita. E’ una fabbrica diversa da quella delle altre università, tutte le scienze, le fisiche e matematiche e tutte le arti nobili hanno una sala magnifica ed un apparato copioso, ce n’è perfino una dedicata al tornio per apprender l’arte di far ornati e figure. Mi informò sull’andamento dell’istituto il signor Quaranta Francesco Maria Segni, che pur in età avanzata era di spirito vivace e amante dei convivi. Dalla lettura della cronaca del viaggio nasce un rapporto di empatia con l’autore che ci affascina per il suo modo di rapportarsi agli altri, non resta spettatore della realtà che lo circonda ma diventa centro di aggregazione, entra in contatto con gli abitanti delle località che incontra, conosce abitudini, costumi, caratteristiche particolari,miti, leggende, saperi e sapori. Grazie alle lettere commendatizie del Vallisneri ebbe la possibilità di visitare tutte le sale dell’Istituto, gli fu possibile ammirare la celebre opera di Ferdinando Marsigli: la rappresentazione del Danubio le cui diramazioni rappresentate da figure intagliate riempivano ed ornavano una grande sala. Non perdeva tempo in futili chiacchiere il viaggiatore valtellinese, - come egli stesso scrive - nemmeno dopo il pranzo, mentre gli altri riposavano - discuteva di botanica col signor Giuseppe Monti dal quale ricevette in dono le sue opere. Per completare la conoscenza della città, non poteva di certo mancare la visita ai “ celebri filatoi di cui Bologna si vanta dell’invenzione e ne mantiene apparentemente il possesso con la figura dell’Artefice, che ne portò però altrove l’utilità .....” Continuando la lettura del viaggio si evidenzia sempre più la personalità del Lavizzari, egli era figlio dei secoli dei lumi, un enciclopedista, un divulgatore che si rivolge a tutte le classi sociali. Uomo di grande apertura mentale, sente come egli stesso afferma, l’esigenza di stabilire il contatto con i grandi del suo tempo, sia italiani sia europei. Nel suo racconto non mancano episodi insoliti, fatti inediti e momenti di umorismo....; si rivela anche un ascoltatore dotato di una memoria formidabile. Dalla lettura dei suoi manoscritti emerge chiaramente la necessità di superare il provincialismo spaziale, il bisogno di uscire da un mondo ristretto e chiuso tra alti monti. E’ sicuramente un anticipatore dei tempi un uomo scomodo che scrive di avvenimenti e situazioni come pochi avrebbero osato. Venezia città da mille e una notte Stupore e meraviglia esprime per Venezia città fiabesca che brilla di numerose luci che affascinano il viandante. “....fabbriche sontuosissime chiese ricchissime di addobbi, manifatture e merci sopra il credibile. Per chi tiene in borsa molto denaro può essere ancora molto più bella...” Bellezze artistiche e manifestazioni “Il convento domenicano dei SS. Giovanni e Paolo ha tale magnificenza in tutto che non vidi nulla di simile, S. Giorgio dei padri Benedettini ha esso ancora del sontuosissimo”. 39 40 Lo sposalizio del mare Lavizzari giunge a Venezia il 19 aprile e vi rimane per ventidue giorni, pertanto il 25 aprile ha la fortuna di poter assistere alla cerimonia dello sposalizio del mare e ai festeggiamenti che coronano la celebrazione “....imbandimento delle mura ducali apprestate ai senatori, la gran calca degli abitanti che rendono la città in proporzione del sito, la più popolata del mondo, le fabbriche pubbliche, l’arsenale, ove regna sovrano lo splendido Bucintoro del defunto duca di Mantova........ è davvero un luogo ammirabile.... La sontuosa imbarcazione dava l’impressione di voler lasciare l’ossatura in analogia con la morte del suo padrone...come un cane che si lascia morire sulla tomba del suo fedele amico. Il Bucintoro era un palazzo galleggiante dotato perfino di un teatro acquatico dove si svolgevano rappresentazioni musicali solitamente navigando lungo il corso del Mincio e del Po, purtroppo tanta bellezza venne distrutta dalla sregolatezza del Principe. L’ arsenale E’ considerato uno dei più belli d’Europa solo quello di Londra può contendergli tale primato. Innumerevoli sono le imbarcazioni, tanto che vi lavorano giornalmente quattro mila operai, in caso di guerra solo tre mila, per visitarlo bene occorre un giorno intero ed uno zecchino di buone mance. Gesuiti e Cappuccini non vi possono accedere senza aver ottenuto prima la licenza. Visita a Murano Celebre per la fabbrica del vetro è una piccola cittadella con vescovado che ha però il nome di un’altra isola. Straordinaria la descrizione che dà di questa cittadina famosa per i suoi ve- tri artistici di cui da lungo tempo andava fiera, l’eleganza e la fragilità del vetro la caratterizzano. “Ove si pecca innocentemente di fragilità ma virtuosamente”; poi l’invito a comperare quei vetri e quei cristalli unici per la loro bellezza e indispensabili per gli esperimenti di fisica, come egli ben sa. Infatti l’alchimista perspicace non poteva certamente trascurare questa occasione, ...che risvegliava i suoi interessi per gli esperimenti di chimica. Lì ebbe la possibilità di ammirare in prima persona quanto gli era stato descritto con le parole; a Murano visita il palazzo Cornara dotato di una galleria che pare sia lunga circa un miglio. alla raccolta di antiche medaglie, nelle quali spese circa duecentomila ducati, come egli stesso affermava. Ma l’occasione straordinaria fu la visita alla bellissima Faustina che mi invitò a ritornare ogni qual volta l’avessi ritenuto opportuno. La compagnia della Duchessa si rivelò straordinaria e indispensabile per conoscere Venezia, ella stessa si poteva definire la Venezia di Venezia, o meglio ancora era il simbolo per eccellenza di Venezia......” Gossip La visita a Venezia si rivelò gradevolissima, Lavizzari non era solo, ma in compagnia dell’Abate Padre Allegri e dell’esuberante Duchessa di Mantova, genovese di nascita appartenente alla nobile famiglia Grilla, sorella della Principessa Panfilia e della celebre Donna Clelia Borromeo, donna di grande talento e cultura. Riferisce di aver avuto modo di conoscere la Duchessa in quel di Massa e di essere a conoscenza delle sue discordie familiari, principalmente con il Duca suo marito. Ella si trovava a Venezia per partecipare alle celebrazioni di primavera; non era sola, al suo seguito aveva ben dodici persone, ma sulla sua gondola trovavano posto solo il marchese di Ferrara, Lavizzari e il Padre Allegri. Fascino veneziano Venezia città fantasmagorica e ammaliante coinvolge profondamente l’autore che rimane affascinato dinnanzi a tanta creatività. La città lagunare risveglia le emozioni dell’uomo che porta in sé l’imprinting della solida roccia della montagna sua terra natale. La razionalità tipica dell’uomo dei lumi vacilla di fronte a tanto splendore creativo, espressione di una perfetta alchimia tra ragione e sentimento. Viaggiare equivale ad apprendere continuamente, in primo luogo a confrontarsi con l’altro, a sentirsi fratelli, la meta dei viaggi sono sempre gli uomini sia che essa sia vicina o lontana. Ogni incontro è ricco di promesse ma anche di pericoli, la vita è una sfida continua, come scrive Madre Teresa di Calcutta, e come tale deve essere affrontata, anche se non sempre si è vincitori. Viaggiare significa anche fare i conti con la realtà e i suoi molteplici aspetti, con la storia del luogo e con altre storie che ad essa si intrecciano, effettuare analisi e confronti. Vivere, viaggiare, conoscere, scrivere....la narrativa più vera e attuale scrive, Claudio Magris è quella che racconta non attraverso la pura invenzione e finzione bensì attraverso la presa diretta dei fatti, delle cose. Incontri culturali “Alle 22 ci invitava a lasciare l’alloggio e ci guidava nei punti ove era possibile soddisfare al meglio la curiosità. Grazie alla Duchessa ebbi l’onore di incontrare Gian Domenico Tiepolo studioso che tra l’altro si era dedicato Alla volta di Padova Partito da Venezia di mattina, alle ventitre di sera giunse a Padova distante venticinque miglia; la navigazione si svolse lungo il corso del fiume Brenta, costellato di splendide ville. Prese alloggio nella casa del signor Carlo Casati orefice che gli fece da guida alla visita della città dove risplendevano: la gran sala del pubblico, l’orto dei semplici e del Morosino e tra le sculture degli uomini più insigni quella di Pietro d’Albano il famoso. Problemi di ordine pubblico In quel periodo l’Università era stata funestata da disordini tra guardie e studenti, purtroppo cinque di essi furono uccisi e tra le vittime ci fu anche il Sindaco dell’Università Numio originario della Rezia. A quanto dicono un tempo trionfavano le insolenze degli studenti ed ora che questi sembravano placarsi i soldati alzavano il tiro. La chiesa di S. Antonio da Padova merita di essere visitata specialmente perché vi sono conservate le reliquie del Santo situate in un’arca riposta in una cappella. Cultura Libreria e Stamperia La visita a una stamperia e a una ben fornita libreria del Seminario destinata all’istruzione degli ecclesiastici suscitò l’interesse dell’uomo di cultura che vi trovò grande appagamento. Il museo Vallisneri Il signor Vallisneri godeva di grande prestigio nella città patavina, studioso di vasta conoscenza, diede notevole lustro all’università ove non solo insegnò,ma richiamò insigni studiosi europei come il Padre Burgos ed altri dotti che avevano contribuito a dare fama all’Università. Padova era la città che poteva dare numerosi impulsi culturali tuttavia la presenza di un valtellinese che ritornava in patria accelerò il suo rientro “....ebbi ad affrettarmi e a recidere il mio piacere.....”. E con quattro ducati accordò un calesse per Verona distante quindici miglia. Ci sono luoghi epifanici, che parlano al viandante, altri sono chiusi, tacciono; Padova parla alla mente dell’autore - viaggiatore - con le sue infinite potenzialità culturali offrendogli una mi- riade di stimoli, del resto egli possiede la chiave per entrare in quel mondo, ne conosce il vocabolario, e gli strumenti basilari per decodificare quella cultura. Rimane incantato dall’università con le sue numerose sale di studio, luoghi che sente familiari, quasi come un luogo natale ricco del suo vissuto, dei suoi numerosi interessi; conoscere equivale talvolta a riconoscere. E questo rappresenta spesso una seduzione ammaliatrice come chiaramente dice la frase di congedo dalla città “.....ebbi ad affrettarmi e a recidere il mio piacere...” Riprende così la via del ritorno, verso i luoghi consueti, verso la sua Itaca. Ma sarà ancora la stessa Itaca oppure sarà cambiata? Vicenza La città merita una visita più approfondita, vi sono numerose fabbriche e tra gli abitanti regna un’atmosfera allegra. Architettura e territorio Di grande risalto è il teatro olimpico disegnato dal rinomato Palladio, per quanto riguarda gli altri palazzi disegnati dal grande architetto, venne a conoscenza che i vicentini non dimostravano grande apprezzamento “per tanta eleganza esteriore che non corrispondeva all’interno.” Territorio e tradizioni Il territorio è ricco di vigneti che danno ottimi vini onde il noto proverbio: Vin vicentino, Pan padovano e Donne veneziane: il detto diffuso anche oggi ricorda il buon vino vicentino, la bontà del pane padovano, lo spirito straordinario e l’eleganza delle donne veneziane completano il resto. In merito a quest’ultima affermazione l’autore malinconicamente scrive “..... altri ne diano conto, troppo è infelice la mia esperienza...” Verona “Superò questa città ogni mia aspettativa, sorge su un ampio territorio, l’Adige la fende e la ravviva e l’arricchisce con il suo traffico. Il luogo della fiera ha solo tre anni, è vasto e suddiviso in ben nove piazze. Sontuoso è anche il teatro, risulta evidente che ai veronesi non mancano idee grandiose, ma piuttosto il denaro per realizzarle.” L’arena (struttura) La famosa struttura, è una delle più grandi reliquie dell’antichità. Ha del sorprendente anche per chi fa ritorno da Roma “I suoi maggiori ornamenti le sono stati tolti e dell’ultimo giro esterno non restano in piedi che poche canne a farne fede, da un generale veneto sono state dissipate le auguste mura per utilizzarle in un palazzo; così poca cura c’era un tempo nei cittadini verso una fabbrica di tanto valore.... ora ne intendono meglio il pregio e ne hanno tutte le sollecitudini. Gli archi ossia volta esterna del primo piano ospitano settantadue botteghe. Si vedono gli Ordini antichi disposti in modo da potersi sedere, i condotti delle acque per le Naumachie, lo scolo delle orine, le prigioni...le caverne delle fiere. E’ capace nei suoi sedili di 44.000 persone......” Lago di Garda Lerici aspetti paesaggistici Alfine di godere anche la deliziosa riviera di Salò presi un calesse per due ducati e mi diressi alla volta di Lerici che sta a miglia quindici da Verona, sul lago di Garda distante da Salò diciotto miglia, tempestoso e temuto mi 41 facevano ridere i timori degli altri passeggeri quando incontrai un barcarolo antico, che dalla sua prima età era sempre stato sul lago ed era ancora vivo. Si pratica la pesca delicatissima del carpione così come abbondante è quella delle sardelle: di queste più volte ai suoi tempi - narrava il barcarolo - ne prendevano in una sola volta ben quattrocento. 42 Salò E’ collocato in una amena insenatura del lago, ha un aspetto cittadinesco, possiede molti conventi e monasteri, conta circa cinquemila abitanti. La sua riviera si stende per un lungo tratto, ma distintamente spicca per dieci miglia, al di sopra ha un immenso giardino di agrumi. I luoghi più belli sono Toscolano, Gargnano.... si stendono nel tratto più delizioso; il clima ben si presta alla coltivazione degli agrumi e gli abitanti trovano occupazione nella coltivazione, buona è la richiesta che proviene dalla Germania. La concorrenza di Trieste e di Fiume che hanno introdotto la coltivazione degli agrumi del napoletano dimezzano l’utile degli abitanti di Salò. La villeggiatura “Tra queste delizie, non si aspetti però di vedere altra grandezza di quella che si fa della naturale giacitura (esposizione al sole sulla spiaggia), il tutto per un utile e non per cavalleria........ non si trovano di quelle villeggiature pazze, che devono essere alimentate invece di alimentare il padrone a cui è vietato comperare al di qua del Mincio........” La descrizione delle vicende storiche relative ai territori della zona del Garda e dintorni sono precise e particolareggiate, noi non riteniamo opportuno entrare in merito di tali dissertazioni alquanto complesse, tuttavia non possiamo far a meno di rilevare il suo felice incontro con il podestà Signor Ercole de Terzi Lanza, uomo di governo sempre degno di impieghi maggiori per dominare e volere la giustizia.... mi accolse con la più benigna cordialità. Congiuntura più felice di questa incontrar non potevo per goder interamente della Riviera. Dopo molti giorni appena potei licenziarmi dagli amorosi ritegni di quel generoso cavaliere, con calesse mi feci portar in Brescia che sta a diciotto miglia. Ormai mi pareva ultimato il viaggio lusingandomi d’essere in patria..... Pochi giorni mi trattenni in quella città,per altro a me sì cara e deliziosa, poi in concerto con i miei di casa concordai di avere cavalli a Pisogne per il ventidue...., goduta la cordialità di Casa Nicolini in Edolo, il ventiquattro fui contento di riabbracciare i miei di casa. Fin dall’antichità viaggio e letteratura appaiono strettamente correlati e l’Odissea è il simbolo per eccellenza, viaggiare rappresenta un’analogia con la destrutturazione e la ricostruzione del mondo dell’io. Ulisse è il maestro per eccellenza di questo viaggio circolare, si parte da casa, si attraversa il mondo, e si ritorna di nuovo a quella casa momentaneamente abbandonata, una casa molto diversa perché ha acquistato significato proprio grazie alla partenza, scrive C. Magris. Molte cose cambiano durante il viag- gio: certezze, valori, sentimenti, aspettative. Altre realtà, altri valori, nuovi sentimenti si incontrano lungo la via. La strada è una buona maestra di vita anche se spesso presenta tratti sconnessi, insidie e pericoli. E Ulisse alla fine del viaggio ritorna alla sua Itaca, a quel punto di riferimento che non ha mai dimenticato, sarà però solo un traguardo momentaneo, altri viaggi infatti l’attendono, egli sa che ogni porto è solo un punto per nuove partenze, per nuovi traguardi. Considerazioni finali Benché vedendo non abbi che la porzione più nobile dell’Italia, è però questa il giardino del mondo. Poiché vede la Francia, chi veduto ha Parigi, così nella Spagna Madrid con l’Escurial, nell’Olanda Amstedam, nell’Inghilterra Londra; ma nell’Italia la moltitudine fa ad ogni tratto godere nuove Corti, sebbene non di Re che però nelle grandezze la san spacciar da monarca, e purtroppo lo dicono i sudditi gravati da gabelle. La Lombardia alta e bassa è la terra più pingue dell’Italia e si deve al dominio veneto quest’encomio, si vien trattati con la minor spesa e meglio d’ogni altra parte. Ma il ritorno in patria, alla sua casa in Alta Valle non poteva essere più dolce e carico di nostalgia come riportano i versi di questa sua poesia.(A) Tutt’a un bott scomparis via la tovaia, E se taca i cazzoli per i mur. Quattro violin, duu bas e tre zanforagni, Un ziffol, un zampogn, cont una piva, I fa un inviit caldissim Al solta foeura in mezz..... Il calore del focolare che riscalda la casa e il lume appeso alle pareti contribuisce a illuminare l’ambiente domestico, in senso reale e metaforico rendendolo accogliente. Quel lume avrà sicuramente consentito al nostro viaggiatore di osservare con nuovi occhi la sua Itaca. Nota: (A) La poesia è riportata in un manoscritto da Francesco Romegialli. Dalla natura e dalla tradizione nasce una sana dimensione del caldo STUFE IN MAIOLICA di Emanuele Del Molino ������ Postalesio (SO) - Via Nazionale, 18 tel. 0342 590077 - Fax 0342 590166 www.delmolino-stufe.com [email protected] 43 44 ALBERGO BÈS Via Nazionale 18 - 10050 CLAVIÈRE – TO PROPRIETÀ: Fam. Gianluca Marcucci PROGETTAZIONE: Ufficio Tecnico Concreta srl Arch.Corrado Selvetti Geom.Silvia Donini REALIZZAZIONE: Concreta srl FOTO: Andrea Basci TESTI: Camillo Bertolini Amante della storia e dell’arte, la famiglia Marcucci ha desiderato ricreare un ambiente che rievochi gli echi del passato. Il Bes Hotel come sinergia tra moderna struttura turistica e antica tradizione 45 46 a l b e r g h i La Val di Susa è stata storicamente un luogo strategico, teatro di aspre contese e battaglie. A dar testimonianza del passato, rimangono alcune suggestive roccaforti ed importanti, quanto impervie, abbazie. Fulcri di controllo dei confini, e imponenti strutture di resistenza contro l’invasore armato e le fedi della religione riformata. L’antico borgo medievale di Claviere, situato sul Passo del Monginevro, un tempo importante via di traffici commerciali a 1760 metri di altitudine, è oggi luogo di confine e nota meta del turismo invernale (alle sue spalle impera il comprensorio della “Via Lattea”). Pochi chilometri più a occidente, la città di Briancon appartiene già alla Francia. Proprio a Claviere, la famiglia Marcucci, stimata per le doti imprenditoriali e per la passione verso l’arte, ha affidato a Concreta la ristrutturazione dell’Hotel Bes. Progettisti e tecnici hanno così prima disegnato e poi arredato un ambiente d’elite, ispirato alle suggestioni paesaggistiche e storiche della a l b e r g h i valle. Nell’arredamento degli interni, la scelta dell’uso dei pregiati legni tipici del luogo conferisce una netta direzione di stile. Zona bar e ristorante sono dominati dall’abete anticato e dal cirmolo, legno resinoso dal profumo inconfondibile, utilizzato anche nel rivestimento delle pareti, ad evocare i sapori antichi dei vecchi chalet di montagna. Gli stessi materiali danno forma, nella zona ristorante, a contro-soffitti a cassettoni, e a mobili di servizio intarsiati e decorati nel richiamare i vecchi buffet. Dal soffitto pendono lampadari in cristallo, che dividono il compito dell’illuminazione con faretti a muro. Una seconda sala è arredata con finestre interne ricavate da vecchie baite in demolizione e grosse travi di recupero. Il pavimento in cotto, le grate in ferro battuto recanti il simbolo dorato dell’hotel e il rivestimento rosso di panche e sedie, conferiscono alla sala da pranzo un’atmosfera principesca simile all’immaginario fiabesco. Il bianco onirico dei sogni riposa nelle stanze, dove la tradizione dello splen- 47 48 49 50 a l b e r g h i dore francese vuole il letto avvolto nei drappeggi pizzati di un baldacchino. Colonnine di sostegno, testate e mobilio sono torniati e abbelliti con motivi ornamentali estratti dallo stile nobiliare settecentesco e rivisitati sul moderno. Meno debitrici verso il tempo risultano invece le stanze mansardate, dove il larice del soffitto come dei pavimenti e dei mobili crea un ambiente di calore e passione. La passione per lo stile antico del Bès Hotel non rinuncia, comunque, all’offrire alla clientela i migliori servizi dell’Hi-tech. Tutte le stanze sono dotate dei moderni schermi televisivi con TV-Sat e Pay-Tv e la possibilità di connessioni internet ad alta velocità. La sezione wellness rac- chiude tutto il desiderabile per la rigenerazione fisica: vasche idromassaggio, sauna, bagno turco, docce nebulizzanti, lampade Uva. Mani esperte massaggiano il corpo, mentre in sala relax, pareti e soffitti in fibra ottica, danno l’impressione di trovarsi sotto un cielo stellato. Da far invidia alle aristocrazie del passato. 51 52 53 a l b e r g h i a l b e r g h i 54 55 Txt. Camillo Bertolini Artaud: la poetica e il dolore 56 Disegno di Jason H. Whitley Uscendo dal numero 23 di rue de la Mairie di Ivry, abitazione dell’attrice francese Paule Thévenin, Antonin Artaud fu rimproverato dalla portiera dell’abitazione per l’alto tono di voce con cui continuava a declamare le sue poesie. Prima che questa avesse finito il suo sermone, l’artista la interruppe dicendo “Zitta! Altrimenti la trasformo in un serpente dalla testa piatta!”. E se ne andò. La donna, visibilmente scossa, corse subito nell’appartamento della Thévenin alla quale chiese quanto dovesse credere alle minacce fatte da quell’uomo dallo sguardo tanto penetrante e dalla voce così incisiva. Siamo nel 1948. Di lì a pochi mesi Artaud sarebbe deceduto nella pensione parigina nella quale era ospite da alcuni anni. - Non morirò mai a letto – ebbe il tempo di dichiarare. Infatti, venne ritrovato la mattina accanto al letto, seduto. Poeta, scrittore, attore, teatrante, pittore e traduttore, Antonin Artaud è forse un nome poco conosciuto. Tuttavia, forse nessun altro può vantare una così radicale influenza sulle arti contemporanee al pari di lui. Per questa ragione, Milano ha voluto rendere omaggio a una delle personalità più complesse e tormentate del ‘900 con una rassegna denominata Artaud: Volti / Labirinti. Volti / Labirinti. E’ il nome scelto dal PAC di Milano per la rassegna dedicata all’artista più radicale del secolo scorso. Tributo all’uomo con cui tutte le arti moderne si trovano costrette a confrontarsi Scena tratta dal film “My life with Antonin Artaud” - di Gerard Mordillat - 1993 Nato a Marsiglia nel 1896, intrattiene subito un difficile rapporto filiale, che più tardi lo porterà a scrivere di esser stato generato da – un utero con cui non avevo niente da spartire […]. E io so di essere nato in altra maniera. Attraverso le mie opere. Non da mia madre. Manifesta fin dall’infanzia meningite e altri problemi di origine nervosa che, oltre ad accompagnarlo per l’intera esistenza, avranno un influsso inscindibile con la sua personalità artistica. Sono agli inizi del secolo. Epoca di disastrosi sconvolgimenti politici, delle guerre che incendiano l’Europa, delle grandi scoperte e dello slancio intrapreso dall’arte nel tentativo di rinnovare le strutture sociali. E’ la Francia della III Repubblica, del colonialismo e dei tumulti politici. Ma anche la Francia della belle époque, di Parigi capitale della cultura, sirena di richiamo dell’arte mondiale. Anche di una vita spensierata che terminerà di lì a poco. Artaud si avvicina al movimento surrealista egemonizzato da André Breton, ma ne viene subito espulso con l’accusa di tendere troppo all’individualismo. Assieme a Roger Vitrac fonda il Thèatre Alfred Jarry. L’impresa sarà presto costretta a chiudere i battenti per l’accanimento della censura e per i cronici dissesti finanziari. E’ tuttavia un nodo cruciale nella formazione di Artaud. In questo periodo elaborerà una concezione radicale e scardinatrice non solo del teatro, ma dell’universo artistico e della vita in generale. La rigenerazione del mondo, e del caos in cui questo è gettato, può partire dal teatro. A patto che questo sia ripulito dalle incrostazioni che lo rendono un’arte separata e decadente. Occorre – secondo Artaud – riportarlo alla sua funzione originaria di rappresentazione sociale purificatrice. Il distacco tra attori e spettatori deve essere annullato. Lo spazio della scena abbandonare la sua centralità per circondare il pubblico e creare un continuo feed-back di sensazioni, di tensioni emotive, che dovranno culminare in una festa disordinata. La parola va ridimensionata e ridefini- ta in base ad un rapporto paritario con gli altri linguaggi: forme, luci, suoni ed urla. Artaud immagina lo spettacolo come un rebus che lo spettatore non ha il compito di decifrare. Deve lasciarsi investire e suggestionare in una sorta di terapia collettiva a cui affidare lo sfogo dei sentimenti repressi. Il modo per raggiungere un fine di così elevata intensità è individuato da Artaud nella crudeltà. Il teatro si fonda sul parricidio, ossia sull’uccisione dei modi di rappresentazione classica. L’attore deve avere la determinazione e la tensione proprie dell’assassino in azione. Le idee espresse dall’opera avranno una forza pari alla sensazio- ne della fame. Lo spettatore va violentato, scosso sino alle viscere corporali e della coscienza. L’artista marsigliese è attratto dalle danze e dagli spettacoli dei popoli primitivi, dove l’arte non riveste funzioni decorative, viste come pigre e passive, ma ha uno scopo mistico di coesione sociale. Nel 1936 Artaud s’imbarca da Anversa per Città del Messico. Dopo aver vissuto nella capitale tenendo alcune conferenze all’università, parte per le regioni interne dove viene ospitato dalla tribù indigena dei Tarahumaras. Alcuni mesi dopo è rimpatriato di forza. Espulso anche dal Belgio, si reca in Irlanda sulle tracce degli antichi po- Dal film “L’Ebreo errante” di Luitz Mozart - 1926 57 58 Disegno di Artaud Dal film “Lucrezia Borgia” di Abel Gance (1935) poli celti. Nella terra di S.Patrizio non ha maggior fortuna. Arrestato, viene espulso di nuovo e durante il viaggio di ritorno tenta di gettarsi in mare. Raggiunta la Francia, viene prelevato d’autorità e rinchiuso in ospedale psichiatrico. E’ un periodo di duro sconforto per l’artista. I dolori fisici si acuiscono, le crisi nervose sono in continuo agguato. Il Padiglione d’Arte Contemporanea espone frammenti di un’opera disorganica, dispersa tra differenti linguaggi e supporti. Manoscritti, lettere, disegni, dipinti. Su grandi schermi sono proiettati a ciclo continuo i film, di cui Artaud fu intenso interprete. L’Ebreo errante nell’opera omonima di Luitz Mozart (1926); Marat nel Napoleone di Abel Gance (1926); il Monaco Massieu in La passione di Giovanna d’Arco di Dreyer (1928); il Savonarola in Lucrezia Borgia, ancora di Abel Gance (1935). Tutti ruoli estremamente complessi, personaggi folli, eppure lucidissimi nella tensione dei propri estremi ideali. “L’amica Thévenin rivela come Artaud lavorasse senza sosta. In ogni momento, dovunque si trovasse, a tavola, in metropolitana, in compagnia di amici, lavorava per quanto fosse scomoda la sua posizione […]” Oltre a mostrarci le sue immagini e le sue opere, il Pac di Milano tenta un’operazione suggestiva: ricostruire quello che per Artaud fu il luogo dell’orrore. La stanza dell’elettroshock, al quale l’artista venne più volte sottoposto durante l’internamento, e che gli procurò incancellabili danni psichici e fisici (lesioni alla colonna vertebrale). Il letto a croce da cui pendono le cinghie di forza, la rozza apparecchiatura che regola il voltaggio, gli elettrodi applicati alle tempie, le fotografie di alcuni pazienti dal volto catatonico e dagli occhi stralunati, le urla nel sonoro di fondo. Tutto insieme crea un’atmosfera d’incubo e di disgusto che ci impongono di riflettere sulle tecniche di coercizione sociale. Le immense sofferenze inflittegli, l’acuirsi dei dolori nervosi e l’emergere di un tumore al colon, portano Artaud a un distacco verso il proprio corpo, ritenuto ormai una prigione in cui è costretto a vivere. Scrive l’opera – Van Gogh, il suicidato della società - dove assimila la sua esistenza a quella del pittore olandese. La società dei sani annienta gli individui che avverte pericolosi richiudendoli nei manicomi e minandone l’equilibrio mentale. I corvi che aleggiano sui campi di grano, ultimo e celebre quadro di Van Gogh prima del suicidio, sono metafora di questa realtà, avvertita come una maledizione. Una sorta di fattura globale che, comunque, non risparmia nessuno. Artaud ritratto da Sabine Vess Soluzioni innovative... ...per il tuo clima ideale Manutenzione impianti e pulizia canali Impianti sale fumatori L.3 16/01/03 59 Cappe da cucina Estrazione aria industriali Lame d’aria Riscaldamento a irraggiamento Condizionamento IMPIANTI TRATTAMENTO ARIA Via Singelle, 2 - 23020 Piateda (SO) - Tel. 0342 371022 - Fax 0342 371563 E-mail: [email protected] Txt. Laura D’Amelio Foto: Archivio Vis Il gusto del piacere e del mangiare sano … attraverso “alcune linee guida” per un’alimentazione sana, bilanciata ed al passo con i tempi … insomma moderna. Nel panorama valtellinese e valchiavennasco - per quanto riguarda l’ambiente (industria) conserviero - un posto di primo ordine è occupato dalla Vis di Lovero; per capire più da vicino che cosa la Vis propone alla sua clientela abbiamo avvicinato il vertice dell’azienda, ovvero papà Guido Visini e figlio Giorgio; attraverso una piacevole chiacchierata – rilasciata in esclusiva alla nostra testata – siamo riusciti a capire (e a carpire i segreti di tanto successo … ) quale filosofia di vita e di lavoro anima questa “coppia” che ha fatto della frutta - in generale - il proprio ed apprezzato “cavallo di battaglia”. - Signor Guido Visini ci può raccontare – molto sinteticamente – la storia della Vis Confetture? «Il marchio Vis nasce nel lontano 1983 dall’intuizione di tre fratelli (il sottoscritto, Andrea ed Annamaria); fin dall’inizio il marchio Vis si pone come obiettivo primario quello di seguire le linee guida di un’alimentazione sana, bilanciata ed al passo con i tempi, insomma moderna. Questa filosofia aziendale ha fatto nascere una produzione di alta qualità, naturale, genuina, poco zuccherata e sicura da un punto di vista organolettico che si rispecchia in prodotti validi ed affermati nel panorama conserviero. E’ un’azienda conserviera valtellinese dal ricco paniere: confetture extra – confetture extra da agricoltura biologica – miele italiano – frutti di bosco sciroppati – marroni in sciroppo – mostarde – grappe alla frutta – frutta in grappa – prugne al vecchio “Sassella” 60 L’azienda “Vis” a Lovero La natura e la frutta “b nelle – bisciola o panettone valtellinese (dolce tipico della Valtellina) – torte al grano saraceno; il “core business”, comunque, è stato e rimane tuttora anche per il futuro la produzione di confetture extra». - Dottor Giorgio Visini - alla luce di quanto evidenziato poco sopra – quali sono i parametri che utilizzate per produrre confetture di primissima qualità? «Per rispettare questi intenti la Vis ha posto alcuni “paletti” che considera di fondamentale importanza per la propria produzione e che la contraddistingue nel panorama nazionale ed internazionale; qui di seguito mi permetto di elencarne alcuni … 1. Abbondare nella frutta (attualmente buona parte delle aziende conserviere lo fa, ma negli anni Ottanta ciò fu una vera intuizione da parte dei fratelli Visini). 2. Limitare lo zucchero aggiunto. 3. Utilizzare solo ed esclusivamente frutta intera (IQF), non polpe e/o puree. 4. Controllare e selezionare – accuratamente - tutta la frutta impiegata per il processo di lavorazione e confezionamento sia presso ogni singolo fornitore che – ad ulteriore verifica – in azienda (sia attraverso procedimenti meccanizzati che manuali); questo punto importante permette – soprattutto – di non utilizzare conservanti, coloranti e/o aromi vari. 5. Produrre in piccoli lotti attraverso un procedimento tecnologicamente avanzato il quale permette di operare a basse temperature, alterando perciò il meno possibile le caratteristiche organolettiche originarie del prodotto Alcuni momenti della lavorazione primitivo fresco e le naturali proprietà della frutta. 6. Controllare in modo scrupoloso ogni fase del processo produttivo e del prodotto finito garantendo – al consumatore – un ottimo, sicuro ed apprezzato livello di qualità e sicurezza. 7. Non abbondare nella quantità e nel grado di alcool nella produzione di prodotti a base alcolica. Per quanto riguarda, invece, il packaging (la confezione dove è contenuta la confettura – il prodotto tanto per intenderci) Vis ha sempre perseguito scelte eleganti, piacevoli e raffinate … sempre con un occhio di riguardo a: 1. utilizzare confezioni rigorosamente in vetro sia per un discorso di trasparenza (il prodotto che il consumatore acquista è “visibile”), sia per un discorso di “ecologicità” (il vetro – senza ombra di dubbio alcuno – rappresenta il più riciclabile tra gli “imballaggi” utilizzabili per i prodotti conservieri); 2. fornire informazioni chiare, precise e puntuali; 3. richiamare la naturalità di una chiave di lettura del prodotto Vis come nuova – moderna e razionale». - Signor Guido Visini sappiamo che la vostra azienda – nell’arco di poco tempo – è riuscita ad ottenere degli standard produttivi (certificazione) molto importanti … può raccontarci qualcosa in merito? «Vis - in questi ultimi anni – ha posto l’accento, prestando molta attenzione, nell’ottenimento di riconoscimenti ufficiali per quanto riguarda l’aspetto qualitativo della sua produzione (processo produttivo e prodotto finito) raggiungendo così traguardi importanti nella certificazione: 1. nel 2000 la certificazione “biologico prodotto”; 2. nel 2001 l’autorizzazione ministeriale alla produzione di alimenti destinati ad un’alimentazione particolare ai sensi del Decreto Legislativo 111/92; 3. nel 2004 la certificazione del sistema di qualità secondo la norma europea ISO 9000:2000; 4. nel 2004 la certificazione di rintracciabilità di filiera secondo la norma europea UNI 10939:2001». Dottor Giorgio Visini alcune note (e numeri..) sulla Vis attuale. «Ad oggi Vis presenta una capacità produttiva di 23.000 vasi al giorno; un fatturato annuo di 6 milioni di euro; occupa circa una ventina di unità lavorative; l’azienda è distribuita su un’area pari ad 8.000 metri quadrati; tutto ciò iologica” di Valtellina confetture Vis di Lovero 61 Macchinari all’avanguardia nella lavorazione della frutta ottenuto attraverso una serie di tappe evolutive: 1. l’impianto iniziale è stato costruito nel 1983; 2. il primo ampliamento venne effettuato nel 1994; 3. il secondo ampliamento venne effettuato nel 2004. Il “brand”, ovvero il marchio Vis, è presente in Italia – Germania – Belgio – Inghilterra – Danimarca – Svizzera – Stati Uniti d’America e Giappone». 62 - Signor Guido Visini – dopo avere evidenziato nel dettaglio il “telaio” della vostra blasonata azienda conserviera – vogliamo analizzare più da vicino la vostra peculiare, ricercata e “di nicchia” produzione di confetture … «Sarò molto sintetico, con la speranza di essere il più esaustivo possibile; iniziamo dalla “frutta biologica” un nostro importante “cavallo di battaglia” come lei ha già evidenziato in precedenza nella parte introduttiva; poi proseguiremo con la frutta sciroppata, i due tipi di confetture extra a seconda della percentuale di frutta fresca impiegata, la frutta in grappa e la grappa alla frutta, per concludere - questa veloce carrellata - con il miele e le torte di grano saraceno, queste ultime fiore all’occhiello della nostra produzione». BioVis Confetture extra da agricoltura biologica – il 100% degli ingredienti utilizzati proviene da agricoltura biologica – le confetture extra “BioVis” sono controllate e certificate da “BioAgriCoop” - S.C.R.L. – e prodotte a partire da ingredienti non geneticamente modificati – 60% di frutta e 50% di zuccheri totali presentate nei gusti albicocca, pesca, fragola, (100% frutta italiana) e mirtilli. Frutta sciroppata Vis produce esclusivamente frutti di bosco sciroppati; la frutta selezionata viene messa in vasetto con l’aggiunta di sciroppo ed il risultato è un prodotto delicato, non molto zuccherato, gradevole come dessert e/o indicato per guarnire torte e gelati. I gusti proposti sono: lamponi, mirtilli, more e marroni canditi. Confettura extra 1 Prestigiosa gamma dove sono presenti solo i frutti di bosco e sottobosco. La percentuale di frutta utilizzata sale al 70%, mentre lo zucchero totale rimane al 45%; oltre ai gusti classici (fragola, lampone, mirtillo, frutti di bosco e mora) sono presenti vere ricercatezze quali la deliziosa crema di marroni, il ribes rosso ed il rabarbaro. Confetture stivate nel nuovo magazzino Confettura extra 2 Le confetture extra Vis si contraddi- stinguono per l’elevata percentuale di frutta (65%) e per il moderato contenuto di zucchero aggiunto. I limitati tempi di cottura a basse temperature mantengono inalterato il gusto della frutta. Le confetture extra sono proposte in ben 16 diversi gusti: albicocca, pesca, ciliegia, fragola, amarena, lampone, mirtillo, mora, frutti di bosco, ribes rosso, susina, sambuco, mela cotogna, uva, fichi e crema di marroni. Frutta in grappa e specialità Vis propone una gamma di vere ricercatezze gastronomiche preparate con sapienza e cura artigianale e dedicate - soprattutto – agli intenditori il raffinato packaging ne fa un prodotto di “nicchia” ed ideale per la regalistica oltre alla delicata frutta in grappa - presentata nei gusti di pesca, mora, mirtillo e marroni canditi - troviamo le prugne al nobile vino valtellinese Sassella e la mostarda di frutta preparata secondo un’antica ricetta lombarda. Grappa alla frutta Grappa ottenuta dall’infusione a freddo di finissima grappa di vinaccia e frutta, con aggiunta finale di zucchero per ammorbidire il gusto; diversi i gusti come pesca, lampone, fragolina di bosco, mirtillo e frutti di bosco. Miele Viene lavorato solo ed esclusivamente miele italiano di primissima qualità e prodotto dai più qualificati apicoltori; diverse le proposte a seconda del tipo di miele: millefiori – acacia – tiglio – castagno; pratiche e raffinate mono porzioni completano la gamma. Torte al grano saraceno Il grano saraceno risulta essere l’elemento caratterizzante di queste torte presentate in quattro gustosissime varianti: confettura extra di mirtillo e confettura extra di lampone – con crema di marroni e miele di acacia e nocciola – rappresentano dolci genuini, nutrienti e gustosi, confezionati in atmosfera protettiva e controllata per garantirne - nel tempo – la freschezza senza uso di conservanti … Bisciola della Valtellina – Tipico dolce valtellinese che viene prodotto – in modo artigianale – impiegando solo ingredienti naturali e genuini quali la farina, i fichi, l’uvetta, le noci, il burro, lo zucchero, i tuorli d’uovo, il miele ed il lievito naturale. Mono - porzione confettura extra Le mono - porzioni di confettura extra di frutta Vis contengono una maggiore quantità di frutta (55%) rispetto allo zucchero totale; i gusti proposti sono: fragola, albicocca, mirtilli, lamponi, frutti di bosco, pesca, ciliegia e crema di marroni. - Dottor Giorgio Visini un’ultima domanda che riguarda i progetti a media e lunga scadenza; che cosa ci può raccontare a riguardo? «L’azienda valtellinese Vis ha in programma – per i prossimi anni – alcune innovazioni riguardo alla produzione. In particolare la creazione di un prodotto “DIET”, ovvero la presentazione di una nuova linea di confetture dietetiche (a basso contenuto calorico) per la cui produzione Vis ha già ottenuto – da alcuni anni – la speciale autorizzazione ministeriale (Decreto Legislativo 111/92); a questo proposito sono stati già realizzati – testati e definiti gusti, ricette e packaging … rimangono ancora da sistemare gli ultimi dettagli; il lancio commerciale del prodotto è previsto durante la fiera internazionale dell’alimentazione “Cibus” (maggio 2006). Non da ultimo perchè meno importante l’ampliamento della linea dolciaria attraverso una progettazione che coinvolge - in partnership - altre realtà valtellinesi. Vis, infine, per quanto concerne le innovazioni di processo produttivo ha attuato – fin dal 2003 – un automazione del sistema gestionale delle informazioni provenienti dai magazzini e dai reparti produttivi; questo importante progetto rappresenta una peculiare razionalizzazione nella definizione /sistematizzazione sia dei processi aziendali, sia di quelli all’interno della “supply chain”. Questo passaggio ha permesso – così – da una parte di gestire e controllare meglio l’azienda e dall’altra di controllare tutti i fornitori (in particolare con una massiccia attività di monitoraggio sui produttori di frutta estesa fino al pieno campo); inoltre, di potere tracciare e rintracciare di conseguenza ogni singolo ingrediente utilizzato. In questo hanno giocato un ruolo di fondamentale importanza sia le competenze interne (implementate attraverso apposite attività di formazione) e sia gli strumenti informatici (completamente rinnovati e rivoluzionati nel cor- so di questi ultimi anni). Da rimarcare che - da un punto di vista impiantistico – esiste una grandissima e particolareggiata attenzione nell’ottenimento di una “linea produttiva” sempre più aggiornata, correttamente mantenuta e costantemente monitorata ed ammodernata attraverso l’impiego di soluzioni all’avanguardia che la tecnologia mette a disposizione». Per ulteriori informazioni www.visjam.com Guido Visini Nato a Tirano il 30 aprile 1944 – maturità tecnico – agraria conseguita a Lombriasco (Torino) – attualmente presidente consiglio amministrazione Vis S.r.L. dove svolge principalmente la funzione di direttore generale – attività pubblica – amministrativa nel corso di questi ultimi anni: è stato sindaco di Vervio – presidente della S.T.P.S. – assessore alla cultura amministrazione provinciale Sondrio – vicepresidente amministrazione provinciale Sondrio – presidente azienda promozione turistica provincia di Sondrio – attività lavorative precedenti: funzionario settore pubblico in comunità montana – impegni sociali: organizzazione Mato Grosso in giovane età – attualmente supporto logistico in alcune attività missionarie (Etiopia – Salomon Islands). Giorgio Visini Nato a Tirano il 1° gennaio 1973 – maturità classica – laurea in giurisprudenza – soggiorni studio all’estero ed in particolare in Germania e Stati Uniti America – in azienda dal 2000 si è occupato/ si occupa di: progettazione – realizzazione manutenzione dei sistemi di qualità – dei sistemi di rintracciabilità di filiera – implementazione – gestione dei sistemi informativi – automazioni – coordinamento di nuovi progetti soprattutto di nuova produzione – interfacciamento con soggetti istituzionali vedi autorità da un punto di vista igienico – sanitario ed amministrativo locale. 63 Txt. Camillo Bertolini Meteora del cinema degli albori. Tre film in quattro anni. La morte per tubercolosi. Storia dell’uomo reso popolare dalla sigla di “Fuori Orario” 64 Dalla sua s nascita, il cinema ha compiuto un lungo percorso di maturazione. Ha sviluppato personalità e generi differenti. Si è sonorizzato, colorato, smaliziato. Le inquadrature si sono fatte più complesse, arricchite di effetti speciali. Lo spazio e il tempo spezzati e ricomposti in nuovo ordine. Reazioni e sensazioni attaccano sempre più le viscere. Il consumo diviene oggi tascabile. Jean Vigo: Esistono però immagini sospese e senza tempo, sequenze di fotogrammi che ci appartengono indipendentemente dal quando e dal dove vennero impresse su pellicola. Jean Vigo, con il suo approccio libertario e poetico, ce ne ha regalate molte. Quattro anni di attività cinematografica tra il 1930 e il 1934, e solo “due film e mezzo” all’attivo. Un capolavoro: l’Atalante, alcune scene del quale rese note al pubblico moderno dalla sigla del programma televisivo Fuori Orario, in connubio musicale con la Because the night della maledetta Patty Smith. E poi la morte, appena ventinovenne. Tubercolosi, che proprio i set umidi e lacustri dell’Atalante avevano contribuito a rendere acuta e, infine incurabile. Quindi il mito, che lo rende una la poesia su cellulosa L’Atalante - Juliette affascinata dai trucchi del “saltimbanco” sorta di Jemes Dean sul fronte opposto della cinepresa. Jean Vigo deve la sua carriera al suocero, meritevole d’avergli regalato una cinepresa usata, e al fortuito incontro con Boris Kaufman, fratello del celebre regista Dziga Vertov. Trovandosi i due in una città che non amavano, Nizza, iniziano a girare le immagini che assemblate formeranno il documentario “A propos de Nice”. Influenzato dalle teorie cinematografiche dell’avanguardia russa, il risultato è un attacco sarcastico all’elitè d’oltralpe, tronfia nella sua politica coloniale e di riarmo, e incurante delle diseguaglianze sociali. Volti grotteschi, abiti da sogno su fisici grassocci, donne che cambian vestito ad ogni inquadratura fino a denudarsi completamente. Lustrascarpe e ballerine smodate. Divertenti sequenze, dove i turisti appena giunti in treno sono rastrellati dal croupier, o dove un corteo funebre viene velocizzato e fatto scorrer via perché non disturbi troppo. Le navi da guerra in manovra gettano sul futuro sinistri presagi. Dopo la commissione di un documentario sul campione di nuoto Jean Taris (dove apprende l’arte delle riprese subacquee che gli tornerà utile in futuro), Vigo si cimenta nella sua prima opera narrativa. E’ Zero de conduite, film sull’adolescenza rinchiusa nei collegi, negata da un mondo adulto militaresco e paranoide, soprattutto dimentico d’esser stato a sua volta bambino. La sceneggiatura, alla quale imprime una linea di spontaneismo intriso di comicità, risente di un coinvolgimento emotivo molto personale. Il padre di Jean Vigo, giornalista sotto lo pseudonimo di Miguel Almereyda, era stato incarcerato e ucciso dopo alcune critiche al governo francese, quando lui d’età andava per i dodici. Quattro ragazzi costantemente puniti dagli insegnanti del collegio, diretto da un nano altezzoso e barbuto, progettano la loro giocosa insurrezione contro il rigido regolamento interno. Culminerà tra la gioia di una lotta coi cuscini, dove i sorrisi e lo svolazzare delle piume sono dati al ralenti. E L’Atalante - Père Jules ammicca Juliette L’Atalante - La stanza di Père Jules dopo aver issato sul tetto della costruzione la bandiera nera della pirateria, lanceranno nel cortile che gli ortaggi dov’è in corso nientemeno la visita del pluridecorato prefetto. Considerato lo spirito nazionalistico che accecava l’Europa in quegli anni, Zero de conduite viene bollato dalla censura come film antifrancese, e la sua proiezione nelle sale vietata. L’Atalante è una storia d’amore. C’è chi dice la più bella mai impressa su pellicola. Luis Bunuel, tra i più influenti e longevi registi della cinematografia occidentale, azzarda affermando – il cinema può andare avanti quanto vuo- le, ma non supererà mai o forse non raggiungerà mai un film come l’Atalante -. Certo è che a guardarlo ora appassiona nuovamente, appassiona nella sua leggerezza, nel suo sguardo poetico e sentimentale. Juliette, una ragazza di paese, s’innamora del comandante di una chiatta a motore che trasporta merci lungo il fiume. Il film inizia con il matrimonio dei due, e con lei che lascia la famiglia per vivere sulla barca assieme allo sposo Jean, e agli altri marinai: un giovane mozzo, il vecchio lupo di mare père Jules, e i suoi chissà quanti gatti. Attracca e riparti. Scarica e di nuovo L’Atalante - Juliette nella visione subacquea di Jean 65 carica. La routine della vita sul fiume, apparsa all’inizio così romantica, diviene col tempo monotona. Juliette credeva di vedere Parigi, passeggiar per negozi e vetrine di moda. Ma Jean non ha tempo e queste cose, in fondo, sono utili solo a corrompere l’animo. Così lei si lascia affascinare dalle stranezze del vecchio marinaio e poi, più seriamente, dalla giovanile spensieratezza di un ambulante istrione. Seppur tentata non cede, ma una notte fugge via sola. Parigi la chiama, e per la partenza della barca sarà certamente di ritorno. Il realismo, sostenuto dalla bravura degli interpreti, si scioglie in istanti di fantastica creatività, che navigano attorno alla figura di père Jules. Quel vecchio dal ghigno sarcastico non è tutto a piombo. S’ubriaca ad ogni scalo, lotta da solo, infila la sigaretta nell’ombelico. La sua cabina è un magazzino d’oggetti provenienti da tutti i porti. Nonostante i richiami del capitano, non riesce a separarsi da niente. Di un amico morto, conserva ancora le mani in formaldeide. E c’è quel giradischi che suona usando un dito. Ma forse è solo fantasia. Jean si sveglia e Juliette non c’è. Testardo e orgoglioso fa partire l’Atalante con anticipo. Lei se n’è andata punto e basta. Appartiene al passato e non ci deve più pensare. Ci penserà invece eccome. Ci penserà tanto da non riuscire più a far altro. Ridotto dalla disperazione ad uno stato catatonico, si alzerà dal letto solo per tuffarsi in acqua ad occhi aperti, cercandola nel fondo del fiume. Perché si sa, dentro l’acqua si può vedere la persona amata. E lei è proprio là, gli tende le braccia in abiti da sposa. Juliette ritorna al molo e l’Atalante non c’è. Disperata ritorna a Parigi, dove prima erano sogni e vetrine, ora c’è una realtà fatta di volti lugubri e insicurezze. Ma nel finale père Jules la ritrova e la riporta da Jean. I due si scrutano per poi avvinghiarsi l’una all’altro nel bacio più bello. Il bacio dell’amore ritrovato. Dopo aver concluso il film, Vigo muore. Ma intanto alla produzione non piace. Lo smonta, lo rimonta più volte e cancella la colonna sonora di Jaubert. Per renderlo più appetibile al pubblico inserisce la canzone “La chaland qui passe”, versione francese di “Parlami d’amore Marilou”. Nelle sale è comunque un insuccesso. Ma nella storia resta, e lascia il segno. Il cinefilo notturno Enrico Ghezzi, nel presentarlo dichiara asincrono – Io lo trovo semplicemente: l’amore nel cinema, l’amore del cinema, il cinema dell’amore. Jean Vigo Juliette ritrovata da Père Jules Scena da “ Zero de conduite” L’attrice Dita Parlo sul set di “L’Atalante” 66 Ifi presenta Ifi Platinum Ifi Platinum: il nuovo concept di living bar. Trasparenza, visibilità, innovazione sono i principi ispiratori di IFI PLATINUM. Il progetto, insignito dal mistero delle attività produttive come “altamente innovativo”, nasce dal laboratorio ricerca sviluppo IFI in collaborazione con l’industrial designer Makio Hasuike. La collezione IFI PLATINUM risponde alle esigenze del mercato con una vasta gamma di nuovi prodotti per l’arredo bar: Vetrine Pasticceria, Snack e Gelateria, la ormai nota GELATERIA TONDA, nonché la serie delle celle per il retro-refrigerato sia in basso sia in alto e i nuovi accessori. Ai SIGEP di RIMINI, INDUSTRIEIFI in collaborazione con Rimini Fiera ha presentato la Gelateria e la Pasticceria del Futuro: La Cultura nel Food-il Food nella Cultura. Raffinata pasticceria servita ai tavoli, gelato in mostra nella Gelateria Tonda e musica classica eseguita dagli La vetrina rotante: Dal vivo nello Show-room Concreta allievi del Conservatorio di Pesaro; come scenografia, le foto del Teatro Rossini e della Biblioteca S. Giovanni di Pesaro. Un evento, una rappresentazione, ma anche un locale in cui gustare pasticcini e gelati, leggere, parlare ed ascoltare buona musica. Cibo e cultura hanno quindi fatto da sfondo per la presentazione della collezione di punta del gruppo pesarese: IFI PLATINUM, un insieme di prodotti di altissima qualità e design per l’arredo dei locali pubblici. L’evento, che è stato insignito da una nota rivista del settore come una delle 5 Migliori installazioni della Fiera (e la migliore tra i produttori di arredamento), è stato realizzato grazie al Conservatorio Statale di Musica G. Rossini di Pesaro. La Biblioteca S. Giovanni di Pesaro, il Teatro Rossini di Pesaro, Metalmobil e L&R di San Giovanni in Marignano (RN). 67 CONNACTION Va Rin 52 – 23030 LIVIGNO –SO PROPRIETÀ: Fam. Giacomelli PROGETTAZIONE: Arch. Giancarlo Tintori Ufficio Tecnico Concreta srl REALIZZAZIONE: Concreta Srl FOTO: Andrea Basci TESTO: Camillo Bertolini La filosofia aziendale di Concreta si specchia in un piccolo capolavoro. Il Connection abbigliamento di Livigno come modello di richiamo arredamentoambiente. 69 70 n e g o z i Il rustico in legno immerso nella neve riveste nell’immaginario comune il ruolo di luogo accogliente. Una tappa meritata e appagante dalla quale si possono scrutare le cime prima di proseguire. Esempio della storica architettura livignasca a travi incrociate, la struttura del Connection abbigliamento richiama l’eco del passato montano. Un balcone fiorato è metafora di come lo spirito degli abitanti abbia saputo trasformare un paesino sperduto in un luogo noto e apprezzato ovunque. Concreta ha voluto condensare negli interni di questo shop l’essenza del suo stile lavorativo giocato sull’armonia dei contrasti. Se i caldi pavimenti in rovere richiamano la rusticità degli esterni, il modernismo si esprime appieno nell’arredamento. Mobili a parete in legno laccato lucido disegnano un ambiente leggero e minimale. L’uniforme laccatura bianca ci riproietta all’esterno, sulle pareti innevate, in un gioco di riflessi e richiami. Ma l’idea moderna di confort ritorna immediata nel tenue pastello delle poltroncine condiviso dall’originale scaffaletto centrale. La filosofia espositiva mira all’esaltazione del prodotto. Vani retro-illuminati hanno il compito d’esaltare la singolarità e la personalità della singola calzatura. Faretti incastonati ai diversi livelli del controsoffitto a gradoni incorniciano in differenti tonalità di luce area-espositiva e zona-servizio. Concreta e i suoi progettisti riescono nell’intento di fondere in modo armonioso elementi distanti. Richiami ed echi tra natura e arredamento interno generano un’osmosi complessiva, supportata ed esaltata dall’abilità espositiva delle grandi marche d’abbigliamento. n e g o z i 71 72 Ile laGruppo dei Sei pittura a Torino 1920-1940 Txt. Donatella Micault Foto Francoise Micault Enrico Paulucci, Paesaggio,1930 Olio su tela, cm. 72x53 Questa manifestazione vuole riproporre oggi una riflessione critica sull’intero periodo dei Sei di Torino, presentati da Lionello Venturi, che ufficialmente va dal 1929 al ‘31. Questo sodalizio pare costituire a tutti gli effetti un nodo significativo. Per affrontare lo scenario di Torino nel Novecento, con Felice Casorati ed i Futuristi guidati da Fillia, alias Luigi Colombo, i “Sei” rappresentano un punto di riferimento indispensabile. La mostra è allestita presso la Casa per l’Arte “Giardinera”, antico edificio settecentesco, situato nel centro storico di Settimo Torinese, recentemente restaurato. La manifestazione propone un approccio inedito al gruppo dei Sei di Torino, e cioè Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci, nell’intento di far luce sui momenti antecedenti alla formazione e su quelli successivi allo scioglimento definitivo del gruppo. Attraverso un cospicuo insieme di circa centotrenta opere provenienti da collezioni private e pubbliche, alcune delle quali esposte di rado, si vuole documentare la loro attività pittorica in un clima particolarmente vivace. Affiancati da grandi intellettuali, tali Mario Soldati, Edoardo Persico, Lionel- Gigi Chessa, Veduta di Torino (Autunno), 1928 - Olio su tela cm. 59x70 lo Venturi, ed altri, i Sei sono stati alla fine degli anni Venti il primo movimento artistico in Italia, attivo a carattere europeo e internazionale, dopo il chiuso nazionalismo proprio al Novecento italiano, la cui pittura era centrata soprattutto sui valori espressivi del colore. La rassegna è suddivisa in quattro sezioni. Nella prima, chiamata “I processi formativi dei singoli artisti, 19201928”, vediamo fra l’altro opere interessanti di Jessie Boswell (Inghilterra, 1881- Moncrivello, Biella, 1956), di cui ammiriamo una veduta sul mare della Villa Bob a Rapallo (1927), oltre a un bell’ “Interno con figura femminile” (1928), di un intimità tranquilla, e di Gigi Chessa (Torino, 1898-1935), forse uno degli artisti più accattivanti, dei dipinti deliziosi e talvolta insoliti, tali “Ragazza nuda con pesce rosso” (1928) (vedi foto), oltre a una bella veduta autunnale di Torino (1928). Nella seconda sezione, “Affermazione del Gruppo dei Sei. Opere del 1929-1931”, troviamo ancora un dipinto importante di Jessie Boswell, la “Violinista” (1929), e dello stesso, una graziosa “Bambina allo specchio” (1929), di Gigi Chessa un sobrio ma bellissimo vaso bianco ornato di garofani dai colori scintillanti (1930), e di Carlo Levi (Torino, 1902Roma, 1975), una visione nostalgica della “Place du Tertre a Parigi” (1928), senza dimenticare, “Lo scialle verde” (1929), portato da una giovane dal viso malinconico, di Francesco Menzio. Nella terza sezione, “Sviluppi individuali dal 1932 al 1949”, si studiano opere classiche, ma anche di un modernismo più avanzato, tali “La cucitrice” (1949 ca.), di Francesco Menzio, dai movimenti particolari. Di Enrico Paulucci (Genova, 1901- Torino, 1999), ammiriamo “Autunno a Rapallo” (1940), visione serena, idilliaca, di un artista che arrivò quasi centenario, da contrapporre alla severa veduta invernale dagli alberi spogli del 1941. Infine, nella quarta sezione, “Affinità”, si approfondiscono le relazioni del gruppo con pittori a loro vicini nello stile e nello sguardo, tali il bel “Ritratto di Tamiri al caffè” (1935), di Giulio da Milano, di Massimo Quaglino la luminosa veduta Carlo Levi, La spiaggia,1927 Olio su tavola cm. 40x32,5 Francesco Menzio, Paesaggio, 19301931 - Olio su tela cm. 54x73 Il Gruppo dei Sei e la pittura a Torino 1920-1940. La Giardinera, Casa per l’Arte di Settimo Torinese, Via Italia 90 bis, Settimo Torinese, Torino. Catalogo Fondazione Torino Musei, euro 35. 73 Per informazioni tel.: 011 8028391. di “Piazza a San Gimignano” (1928), o di Luigi Spazzapan, le sontuose “Rose” rosse in un vaso, con sveglia (1932). Jessie Boswell, Interno con figura femminile,1928 - Olio su tela cm. 40x59,5 Jessie Boswell, Fiori, 1926 Olio su tela cm. 60x50 Nicola Galante, Testona, 1945 Olio su tela, cm. 30x35 Txt. Silver Foto Archivio Flash Photo - Bormio Il Parco Nazionale dello Stelvio, in collaborazione con la blasonata “Swarovski Optik”, ha premiato il fotografo dell’Alta Valtellina per lo “scatto” che immortala uno splendido esemplare di gallo forcello durante il periodo degli amori Il Parco Nazionale dello Stelvio – una delle aree protette più vaste a livello europeo – è stato istituito nel 1935; presenta una superficie pari a 134.620 ettari (un ettaro è pari a 10.000 metri quadrati); si estende su quattro province (Bolzano, Brescia, Trento e Sondrio); la sede principale è situata a Bormio, in via Roma 26 (www.stelviopark.it); il suo territorio è compreso tra i 650 m ed i 3905 m (Ortler) di altitudine. Marco Andreola ha al suo attivo diversi servizi fotografici esclusivi che ritraggono nomi importanti del panorama sportivo internazionale; dagli sciatori Giorgio Rocca e Deborah 74 La foto con cui Andreola ha vinto il concorso “Fotografare il Parco 2005” Marco Andreola vince “Fo Compagnoni ai ciclisti Marco Pantani e l’americano Andy Hampsten … e non solamente perché Andreola fotografa – con profonda passione – la natura con la enne maiuscola; vive la montagna – dove lui abitata fin dalla nascita – con un attaccamento molto viscerale e per un fotografo del suo calibro “vivere in montagna” significa lavorare ed attendere – con molta pazienza – quelle condizioni di luce “particolari” … sapendo individuare - sapientemente - le “dominanze cromatiche” più interessanti e spesso pensando che il giorno successivo … le “condizioni potranno essere migliori”. Alcune sue fotografie “sportive” sono state pubblicate su “Sportweek” (marzo 2000), il magazine - settimanale della Gazzetta dello Sport (vedi servizio fotografico – intervista a Deborah Compagnoni da parte del giornalista Pierangelo Molinaro) e sul noto magazine “Meridiani Montagne” (numero monografico – maggio 2003 - dedicato al Parco Nazionale dello Stelvio), diretto dal giornalista Marco Albino Ferrari. A questo proposito Marco Andreola ha fotografato l’ex ciclista professionista – l’americano Andy Hampsten – classe 1962 (il primo ed unico atleta U.S.A. a vincere il Giro d’Italia) – sulle strade dell’Alta Valtellina ed in particolare al passo del Gavia dove il fortissimo atleta trionfò in occasione del Giro d’Italia del 1988 (5 giugno). Il 12 settembre 2002 il fotografo dell’Alta Valtellina avendo appreso dai giornali locali che Andy Hampsten ritornava proprio sulle strade - che lo avevano visto professionista trionfatore al “giro” – per realizzare un servizio fotografico su “Meridiani Montagne” è salito fino in cima al passo del Gavia – con la fedelissima macchina foto- grafica – per immortalare (la seconda volta) il forte ex campione ciclistico americano. Marco Andreola, infatti, fu il fotografo che immortalò quel lontano 5 giugno 1988 allorché i “girini” scalarono il mitico passo in mezzo ad una bufera di neve e ghiaccio per raggiungere - successivamente - Bormio dove era posto il traguardo di tappa; in quella fotografia – diventata storica 75 Qui sopra alcuni scatti... di Marco Andreola il premio-concorso tografare il Parco” – Hampsten è ritratto in compagnia di Erik Breukink mentre “scollina” sul Gavia in mezzo ad una fitta nevicata. 76 Marco Andreola - nato a Valfurva il 12 giugno 1963; sposato con Olivia; due figli Gabriele e Francesco. – Appassionato di fotografia fin da bambino; da una ventina di anni professionista fotografo; specialista in fotografia naturalistica – sportiva – servizi fotografici matrimoniali – fotografia in studio; studio fotografico a Bormio (Flash Photo). Recentemente vincitore della prima edizione (2005) del premio – concorso fotografico nazionale “Fotografare il Parco” - organizzato dal Parco Nazionale dello Stelvio in collaborazione con Swarovski Optik a cui hanno partecipato i migliori fotografi “naturalistici” a livello nazionale. Il soggetto fotografato - con cui ha vinto il prestigioso riconoscimento - è un gallo forcello durante il periodo degli amori (maggio 2004 in Alta Valtellina - Valfurva) ripreso utilizzando: corpo macchina Nikon D2 H; obbiettivo Nikon 400 – 2.8 - con tempo di posa 60/4,5 Foto artistiche Pentagono Bormio Il fuoriclasse sciatore austriaco Hermann Mayer Damiano Cunego sulle rampe del Gavia Damiano Cunego assieme ai suoi gregari al giro d’Italia targato 2004 A cura Studio Pedrelli D.ssa Michela Brunoli Finanziamenti e agevolazioni per lo sviluppo turistico alberghiero e nuove imprese Sviluppo turistico alberghiero L.R. n. 36/88 Titolo IV Soggetti beneficiari Possono usufruire della presente agevolazione: Alberghi e motel con e senza ristorante, campeggi ed altri alloggi per brevi soggiorni, meublé o garnì, rifugi, villaggi turistici, residence e ostelli della gioventù aventi sede in Regione Lombardia. Contributo Contributo in conto abbattimento interesse su finanziamenti erogati da istituti di credito convenzionati ai sensi del Titolo IV L.R. 36/88; a. importo massimo agevolabile non superiore al 70% degli investimenti ammissibili, e comunque non oltre € 2.582.284,50; b. il contributo sarà tale da abbattere l’onere della rata non oltre la quota del 75% del tasso di interesse applicato sul finanziamento; c. il contributo sarà erogato in una unica soluzione ed in forma attualizzata per un periodo massimo di 6 anni Spese ammissibili a. Acquisto (nel limite del 5% per immobile già destinato ad uso ricettivo, nel limite del 10% per immobile con diversa destinazione precedente), costruzione, ricostruzione, ampliamento, completamento ed ammodernamento di immobili da destinarsi ad uso di albergo, motel, villaggi turistici; b. investimenti connessi alla costruzione, ricostruzione, ampliamento, adattamento ed ammodernamento di strutture ed infrastrutture complementari o sussidiarie all’attività turistica e ricettiva ivi compreso l’acquisto dell’immobile o dell’area quale parte integrante dell’investimento; c. acquisto di attrezzature per servizi centralizzati e di nuove tecnologie per la gestione delle tipologie strutturali di cui alle lettere a) e b). Scadenza La domanda viene presentata a sportello e fino ad esaurimento fondi Note => possono presentare domanda solo coloro che alla data della richiesta di contributo non hanno ancora iniziato i lavori Legge Regionale 1/99 Soggetti beneficiari Nuove imprese costituite in forma di società di persone e società di capitale costituite per i 2/3 da giovani in età dai 18 ai 35 anni compiuti o per i 2/3 da donne costituite da non oltre 18 mesi dalla data di presentazione della domanda ed aventi Sede in Regione Lombardia. Contributo Sotto forma di abbattimento del costo del tasso di interesse sul finanziamento. Il tasso a carico dei beneficiari sarà pari a: • 0,1% usufruibile sul 70% del finanziamento concesso • Euribor 6mesi+ 1,25% usufruibile sul rimanente 30% del finanziamento concesso. Spese ammissibili Sono ammesse a finanziamento le spese, sostenute da non oltre 12 mesi dalla data di presentazione della domanda, di seguito elencate: • Costi per adeguamenti tecnici ed impiantistici necessari all'attività • Acquisto di beni strumentali all'attività • Acquisto di beni strumentali usati purchè fatturati • Costi di avvio di attività in franchising. Tali costi non potranno superare il 50% dei costi totali dell’investimento programmato e ammesso • Costi di manutenzione straordinaria • Spese di pubblicità, promozione, progettazione e realizzazione di siti Internet • Acquisto dell'immobile sede dell'attività • Affitto dei locali sede dell'iniziativa per il primo anno di attività • Acquisto di automezzi strettamente necessari allo svolgimento dell'attività (sono esclusi i mezzi per l’esercizio di attività di autotrasporto merci) • Acquisto di attività preesistenti inclusi i costi relativi all’avviamento. Non è ammissibile il caso in cui l’acquisto sia perfezionato tra coniugi o tra parenti entro il secondo grado (tra genitori e figli, tra fratelli, tra nonni e nipoti). Il costo agevolabile dell’acquisto viene decurtato qualora il titolare o uno o più soci dell’impresa richiedente, siano anche soci, ovvero coniugi o parenti entro il secondo grado dell’impresa cedente. La decurtazione viene operata in proporzione alle quote detenute da tali soggetti nella stessa impresa richiedente • In conformità alla normativa comunitaria non è ammissibile l’acquisto di attività preesistente nel settore agricolo • Scorte non oltre il 20% dell'investimento ammissibile Al momento della presentazione della domanda l’impresa deve aver già sostenuto il 30% dell’investimento ammissibile Importo del finanziamento L’importo del finanziamento concedibile con il concorso del “Fondo Regionale” non potrà essere superiore all’80% dell’investimento complessivo ammissibile e comunque non inferiore a Euro 15.000 e non superiore a Euro 100.000. Scadenza: le domande verranno accettate fino ad esaurimento fondi. 77 78 “Sciare per la vita” ha fatto centro un’altra volta... Txt. di Attilio Piazza Foto Flash Photo - Bormio A Santa Caterina Valfurva è andata in scena la quarta edizione della straordinaria manifestazione sportiva – a sfondo umanitario – organizzata dagli ex azzurri di sci alpino Deborah Compagnoni e Pietro Vitalini La gara di sci - ideata da Pietro e Deborah per ricordare Barbara (sua cugina) - è stata un vero e proprio successo, con molti campioni dello sport presenti: da Jury Chechi ad Antonio Rossi - da Riccardo Patrese a Novella Calligaris; i fondi raccolti saranno devoluti all’Ospedale Pediatrico “Gaslini” di Genova; tra gli oggetti all’asta, la torcia olimpica portata da Deborah Compagnoni ai recenti Giochi Olimpici Invernali di “Torino 2006” e venduta a 16.150 euro La cronaca dell’evento sportivo che si è disputato sulle nevi di Santa Caterina Valfurva (marzo 2006) nel nuovo comprensorio sciistico della Valle dell’Alpe (Sunny Valley) La gara di sci (slalom gigante) a squadre – 4° Memorial “Barbara Compagnoni” – è stata il momento clou “agonistico” della manifestazione – vissuta con lo spirito giusto di partecipazione – da parte dei molti campioni presenti a questa importante occasione ludico – sportivo – agonistico - umanitaria, unitamente ai loro “atleti”; ognuno dei 20 team iscritti era composto da 15 elementi e capitanato da un prestigioso campione (olimpico e mondiale) dello sport nazionale. Dal ginnasta Jury Chechi al canoista Antonio Rossi; dagli sciatori Deborah Compagnoni e Pietro Vitalini (ideatori di questo evento a sfondo umanitario) agli altri “azzurri”, ovvero Paoletta Magoni, Daniela Zini, Danilo Sbardellotto, Tino Pietrogiovanna, Giorgio e Giuseppe Compagnoni, Renato Antonioli, oltre alle “nuove leve” come Luca Moretti, Irene Curtoni e Giovanni Bradanini; erano presenti, anche, il disabile Fabrizio Macchi e la plurimedagliata di In primo piano da sinistra: Pietro Vitalini, Deborah Compagnoni ed Antonio Rossi con il trofeo della gara di slalom gigante “Torino 2006 – Winter Paralimpic Games” - Daila Dameno, l’ex pilota di Formula Uno Riccardo Patrese, l’alpinista Marco Confortola, la campionessa di short track Katia Colturi ed il giornalista sportivo della Gazzetta dello Sport Pierangelo Molinaro. Tutti insieme al cancelletto di partenza della “Sunny Valley - Valle dell’Alpe” e tutti in sequenza al traguardo con il tempo preso sul terzultimo concorrente; il numeroso pubblico accorso ha apprezzato la formula spettacolare ed al “parterre” i fotografi, gli operatori televisivi ed i molti tifosi – simpatizzanti hanno “impressionato” numerose schede, pellicole e rullini fotografici; per la cronaca ha vinto il team capitanato dal canoista Antonio Rossi, mentre al secondo e terzo posto, rispettivamente, le squadre di Paoletta Magoni e Deborah Compagnoni. Il clima - non solamente meteorologico - è stato decisamente uno dei “più caldi” di tutte e quattro le edizioni; nell’area - piazzale della straordinaria e magnifica “Sunny Valley” (il nuovo e rinnovato comprensorio sciistico della Valle dell’Alpe con annesso rifugio), collocata in prossimità dell’arrivo della nuova cabinovia Santa Caterina Valfurva – Valle dell’Alpe - con musica ed animazione da parte di Radio Number One - sono stati serviti la bellezza di più di 500 pasti (a base di polenta, salsicce, formaggio, salumi e pesce offerto dal comune di Riccione), grazie ai volontari della Valfurva ed ai numerosi sponsor. Tutti i partecipanti hanno potuto vivere – da vicino – lo slogan di questa riuscitissima manifestazione, ovvero “Ho sciato un giorno con i Campioni” attraverso un momento post - gara che li ha visti protagonisti accanto al loro “capo squadra” sempre disponibile per foto ricordo e tanti autografi; madrina e star della giornata – neanche a dirlo – “Debby”, contesa, ricercata e … avvicinata dai suoi fan per una foto, un autografo ed un sorriso! Presenti anche il segretario generale del C.O.N.I. – Raffaele Pagnozzi – e la campionessa di nuoto, Novella Calligaris, i quali hanno consegnato un simpatico presente al team vincitore (quello capitanato da Antonio Rossi) del quarto “Memorial Barbara Compagnoni – Sciare per la Vita” – targato 2006 – oltre al prestigioso trofeo ligneo che rimarrà a Santa Caterina per la quinta edizione (2007). Un altro momento – carico di significato – è stato quello della consegna, da parte di Deborah Compagnoni, della fiaccola olimpica - portata in qualità di tedoforo nella fase finale della cerimonia di apertura (venerdì 10 febbraio 2006) dei Giochi Olimpici Invernali di “Torino 2006” ed autografata dai cinque tedofori prima dell’accensione del braciere – ai veronesi Mirko e Maurizio Zanini che se la sono aggiudicata all’asta on line su e – Bay (la più importante community di compravendita on line del mondo) per 16.150 euro. Il comitato organizzatore della sfida bianca (da Bormio 3000 a Bormio – slalom gigante – gennaio 2006) “White Challenge Bormio”, lo Sci Club Bormio (con la sua pregiata pubblicazione sulla storia del sodalizio) e l’istituto bancario “Banca Intesa” hanno poi voluto offrire - all’associazione di Deborah Compagni e Pietro Vitalini – “Sciare per la Vita - Onlus” un prezioso contributo frutto delle loro iniziative … e, sempre su e – Bay è stato messo all’asta anche il casco di Valentino Rossi ed il ricavato verrà devoluto alla sopra ricordata associazione. Lo scopo di questo “memorial” – giunto alla sua quarta edizione – è stato quello di raccogliere fondi da devolvere al progetto (associazione) “Un sogno per il Gaslini” – www.unsognoperilgaslini.com - ovvero la ristrutturazione dell’Abbazia di San Gerolamo di Quarto (Genova) - adiacente alla prestigiosa e famosa struttura pediatrica ospedaliera – da destinare alla costruzione di spazi riservati ai bimbi che hanno interrotto la scuola a causa di malattie, oltre a varie attività e soprattutto per l’incontro delle famiglie con i loro piccoli. Giulia Mancini - presidente di questo nobile progetto (associazione) - ha ringraziato pubblicamente i suoi grandi amici Deborah e Pietro, unitamente a tutti gli “altri” amici di “Sciare per la Vita - Onlus” per la loro grande parte- La “Sunny Valley” - Valle dell’Alpe cipazione, profonda sensibilità e immensa solidarietà … dimostrate in questa occasione (durante la premiazione finale Giulia Mancini ha consegnato al più giovane ed al meno giovane dei vincitori, due giubbotti autografati dagli olimpionici che hanno aderito a tale progetto); la somma che verrà devoluta per “Un Sogno per il Gaslini” si aggira sui 50.000 euro. Veramente uno straordinario risultato come sottolinea Deborah Compagnoni attraverso le sue parole: … il progetto – in questa occasione - si chiama “Un Sogno per il Gaslini” ed è rivolto all’ospedale pediatrico genovese, il più grande a livello nazionale; cerchiamo di raggiungere le cifra di 50.000 euro anche se si tratta di un contributo minimo rispetto agli sprechi evidenziati a livello sanitario nazionale e dal resto della nostra amministrazio- L’olimpionico di canottaggio Antonio Rossi 79 80 Debby e Beppe Bonseri assieme ad alcuni partecipanti Deborah Compagnoni ne pubblica; noi cercheremo – nel nostro piccolo – di fare il possibile … dovete capire che quando si superano certi importi diventa estremamente difficile sostenere l’aspetto organizzativo; comunque sono estremamente soddisfatta – unitamente a Pietro – per come sia andata e fin da ora invito nuovamente tutti alla prossima edizione targata 2007 … ancora un grazie di cuore a tutti quelli che hanno creduto e che – in futuro – vorranno rimanerci vicini in questa bellissima avventura … Un’ultima annotazione riguarda la consegna – avvenuta durante l’Olimpic Class (una gara organizzata per ricordare i cinquanta anni delle Olimpiadi Invernali di Cortina - 1956) ed in occasione del passaggio della fiaccola olimpica proprio in quel di Cortina – del prestigioso piumino Podium “Ciesse” ad Alberto Tomba, Gustavo Thoeni, Isolde Kostner e Piero Gros - da parte di Deborah Compagnoni – i Caterina Valfurva, alla Casa Editrice Stefanoni, al Consorzio Turistico Alta Valtellina ed al magazine Sciare; da ricordare – inoltre - il prezioso apporto di: Scuola Sci Santa Caterina Valfurva, Consorzio Tourisport Santa Caterina Valfurva, Levelgloves (guanti), Retiche Ski Tirano, Sci Club Bormio, White Challenge, Forba 04, Soccorso Alpino Valfurva, Invernizzi Formaggi, Elvio Mainardi, U.S.B. Bormio, Sunny Valley, Roby Trab Fotografo e Flash Photo Bormio. quali (tutti oro olimpico) sono diventati testimonial dell’associazione “Sciare per la Vita - Onlus”; la nota azienda “Ciesse” ha realizzato e prodotto questo esclusivo capo di abbigliamento (curato nello stile e nei contenuti tecnici da “Debby” e di cui essa è testimonial); parte del ricavato delle vendite andrà proprio a beneficio dell’associazione presieduta dall’olimpionica della Valfurva. Il comitato organizzatore del quarto “Memorial Barbara Compagnoni – Sciare per la Vita – Onlus” - attraverso le pagine del nostro magazine - vuole ringraziare di cuore per la generosa partecipazione tutti quelli che hanno aderito numerosi alla manifestazione; inoltre un grazie particolare va alla Regione Lombardia, alla Provincia di Sondrio (marchio Valtellina), al Comune della Valfurva, allo Sci Club Valfurva, alla F.I.S.I. (Federazione Italiana Sport Invernali), alla Bagni di Bormio Spa Resort, alla Sci Impianti Santa Associazione “Sciare per la Vita – Onlus” L’Associazione “Sciare per la Vita – Onlus” - è stata fondata il 14 ottobre 2002 - a Bormio - da Deborah Compagnoni che ne ricopre, da allora, la carica di presidente; nasce con l’obiettivo di creare un evento annuale per ricordare Barbara Compagnoni – cugina di Deborah – scomparsa prematuramente a causa della leucemia e per raccogliere fondi da destinare sia all’A. I.L (Associazione contro le leucemie, le mielosi ed i linfomi), sia ad altre associazioni non profit che operano nel settore medico – sanitario. Accanto alla raccolta fondi, l’associazione “Sciare per la Vita - Onlus” – organizza manifestazioni sportive, ricreative e culturali, Per ulteriori informazioni contattare “Sciare per la Vita” – www.sciareperlavita.it – p.zza Magliavaca – 23030 Santa Caterina Valfurva – Sondrio – tel. 0342/93.55.44 – fax. 0342/93.53.42 – www.santacaterina.it – [email protected] – ufficio stampa “Sciare per la Vita”: Marco Schiantarelli – 335/677.98.66 P.S. Un grazie particolare – da parte della redazione di Concreta – agli amici Filippo Compagnoni e Marco Schiantarelli per la splendida e disinteressata collaborazione. partecipa – con in propri iscritti – ad altre manifestazioni di varia natura, collabora con le autorità scolastiche ed altri enti al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla ricerca contro le gravi malattie tumorali. Dall’anno della sua fondazione (ottobre 2002) – “Sciare per la Vita - Onlus” ha raccolto fondi attraverso gare sciistiche, lotterie, aste benefiche con oggetti donati dai campioni dei diversi sport, libere donazioni per un totale di 162.000 euro; per l’anno 2006 l’associazione ha scelto di destinare i fondi raccolti al progetto “Un Sogno per il Gaslini” a favore dei bimbi (e dei loro genitori) dell’ospedale pediatrico più grande d’Italia – www.unsognoperilgaslini.com Continua l’attività di formazione con un corso dedicato al lievito madre Oltre venti panificatori provenienti dai vari centri della provincia si sono dati appuntamento nella nuovissima sala corsi della ditta Concreta di Postalesio per affinare la loro tecnica sull’utilizzo di questo antichissimo sistema di lievitazione. Docenti d’eccezione Cesare Marinoni e Luca Piantanida del Gruppo Giovani della Federazione Nazionale Panificatori, che, da anni, mettono la loro esperienza a disposizione dei colleghi organizzando specifici incontri di formazione in tutta Italia. “Questo corso - commenta il presidente dell’Associazione Remo Delle Coste - ha rappresentato per tutti noi professionisti della panificazione una interessante occasione di approfondimento; abbiamo potuto affinare la nostra tecnica sull’utilizzo del lievito madre, una competenza specifica che possiamo mettere subito in pratica nelle nostre attività ed essere così in grado di offrire ai clienti un prodotto unico, con caratteristiche peculiari che lo distinguono nettamente da quelle che sono le grandi produzioni industriali”. Il lievito madre è infatti un prodotto assolutamente naturale, ottenuto dallo spontaneo processo di fermentazione di sostanze naturali aggiunte alla farina, che permette di ottenere un per- fetto sviluppo della lievitazione nelle paste utilizzate per la panificazione e per la produzione di dolci. “E’ nostra intenzione – continua Delle Coste – proseguire su questa strada offrendo ai nostri soci nuove opportunità di approfondimento su specifiche tematiche legate alla nostra professione”. CORSI DI AGGIORNAMENTO IN PROGRAMMA NEL MESE DI MAGGIO: 8/9 maggio: CONCRETA & ASSOCIAZIONE CUOCHI di VALTELLINA e VALCHIAVENNA Novità per una fine pasticceria nella ristorazione - ricette e preparazione 11/12 maggio: CONCRETA & SONDRIO DISTRIBUZIONE srl – M° Marco Giovine e Cristian Bressa - Dolci al bicchiere, semifreddi, mousse, gelato - Ricette e preparazione 21 maggio: CONCRETA & ASSOCIAZIONE PANIFICATORI SONDRIO Produrre i biscotti – ricette e preparazione 23 –24 MAGGIO : CONCRETA & MITHO CORSO PIZZERIA presentano un CORSO D’AGGIORNAMENTO con titolo: PIZZA & DINTORNI PROGRAMMA della dimostrazione TeoricoPratica: ORE 9.00 – Inizio corso; ORE 13.00 pausa pranzo; ORE 18.00 – Fine corso. • Presentazione di prodotti base per Pizzeria (Impasti per Pizza tradizionale e maxi Pizza Si è svolto il 27 novembre dello scorso anno il corso promosso dall’Associazione Provinciale Panificatori dell’Unione dedicato all’utilizzo del lievito madre in panificazione ed in pasticceria da forno. in teglia e in pala, Impasti per celiaci, ecc.); • Prodotti complementari e alternativi alla pizza; • Nuove apparecchiature da laboratorio per l’ottimizzazione dei tempi: • Metodi di preparazione e cottura dei prodotti; • Considerazioni per una pizzeria veloce ma corretta dal punto di vista nutrizionale. Durante il CORSO verrà presentata un’ampia gamma di lavorazioni, sia tradizionali che innovative, possibili da realizzare con le normali attrezzature di base di un laboratorio di pizzeria. Saranno affrontati aspetti organizzativi per preparare prodotti alternativi alla pizza ma che incontrano le attuali esigenze della semprepiù esigente clientela. L’obiettivo è dimostrare come aumentare la redditività del laboratorio utilizzando al meglio le attrezzature a disposizione, cottura e presentazione, dimostrandone la semplicità e la flessibilità di utilizzo. Anche per questi Corsi è gradita la prenotazione in quanto il numero di iscrizioni è limitato a max 35. 81 82 PROFUMERIA SAROCH Via Pedrana 659 - 23030 Livigno – So PROPRIETÀ: CUBA SAS di Cusini PROGETTAZIONE: Ufficio Tecnico Concreta srl Geom. Silvia Donini REALIZZAZIONE: Concreta srl FOTO: Andrea Basci TESTI: Camillo Bertolini Il neo-dadà, proposto da Concreta per la profumeria Saroch di Livigno, riflette l’attenzione per le linee di funzionalità dello spazio. 83 84 n e g o z i La scenografia degli ambienti si riduce, fornendo spunti che lasciano aperto l’immaginario. Vetrine luminose come il suo sorriso. Venature calde come il suo cuore. Direzioni sicure imitano il passo di donna verso la definitiva emancipazione. La profumeria Saroch di Livigno invita ad entrare, accomodarsi e sbizzarrirsi. Curiosa, bella e un poco capricciosa. Le ampolle non racchiudono profumi ma imprigionano mondi. Atmosfere di florescenti nature, spiriti magici dolci e accattivanti, attendono impazienti di potersi liberare per conquistarla. Finalmente amarla. Profumeria come luogo mentale. Essenza come sincronia momentanea tra personalità interiore ed immagine evanescente. Pulsazione asincronica della percezione subconscia. Lo spazio reale ha il solo compito di accompagnare senza interferire. Concreta disegna realtà con gli occhi aperti sul sogno. Linee diritte, cornici minimali, stile essenziale inquadrato nelle tendenze neo-dadaiste del moderno design. Mobili a muro capaci di rendersi invisibili, di annullarsi nel sostenere prodotti ugualmente accessibili e in vista. Cassettiere e spazio-servizio in noce tanganica accompagnano la mente sognante dalle vette alpine a paesaggi esotici. Progettazione funzionale alla creazio- n e g o z i ne di un’anti-scenografia ricavata dalle attuali avanguardie dell’arte visiva, dove spunti si prestano all’elaborazione personale. Dove l’idea di seduzione, insita e inscindibile dal profumo, si incarna nel divano-labbra rosso fuoco che strizza l’occhio al maestro dell’inconscio. Dalì. Elementi di follia e di surrealismo necessari ad accendere una scintilla, un lampo trasversale alla costanza del razionale. Con lei ad immaginare, per un istante, la Parigi degli anni ’30. Magari seduta, all’aperto di una caffetterie, accanto a Nancy Cunard. Ricca e stravagante artista statunitense in grado di ammaliare gli uomini più affascinanti dell’epoca. Forse aiutata da essenze ogni volta diverse. 85 Txt. Redazione Concreta Il gelato di Angelo Grasso 86 Novità editoriale assoluta Ho pensato a un nuovo libro raccogliendo le confidenze di colleghi che, dopo aver presenziato a corsi o seminari di gelateria, mi raccontano la loro frustrazione nel constatare la difficoltà nel trasferire le informazioni recepite alla loro realtà lavorativa, spesso diversa da quella ipotizzata dai docenti. Numerose miscele monogusto da prepararsi in laboratori che prevedono un solo pastorizzatore e un solo mantecatore; oppure la preparazione di piccoli quantitativi in laboratori dalle esigenze produttive elevate e attrezzati per soddisfarle. Talvolta, ascoltandoli, ho anche la sensazione in realtà un po’ triste che qualcuno giochi a confondere le idee agli artigiani, forse per proteggere gelosamente i “segreti” di una professionalità che non è veramente intenzionato a divulgare. L’esigenza di un nuovo libro nasce dal desiderio di semplificare. E sottolineo semplificare, non certo svilire o svendere. Perché tutto, anche il concetto più tecnico e complicato, puòessere reso facile dalla scelta delle giuste parole per comunicarlo. Quando ancora andavo a scuola ricordo insegnanti che si nascondevano dietro paroloni incomprensibili, forse per ostentare un sapere che, se non altro per lavoro, avrebbero dovuto trasmettere. Anche il mio mestiere è insegnare, formare professionalmente, mettere le persone nella condizione di scegliere liberamente e senza condizionamenti, di imparare ciò che ancora non sanno e approfondire ciò che merita di essere approfondito. Il mio mestiere è comunicare e spero di riuscire a farlo al mio meglio in questo libro così come nei corsi. Infine, ho voluto condividere con i colleghi la mia personale idea di “buon gelato”. Ho sempre sostenuto - e sostengo - che non esista una sola qualità di gelato; un prodotto ottimo qui e adesso non è necessariamente valido altrove. Questo, però, non esclude che anche il sottoscritto abbia i suoi gusti e le sue preferenze e ciò che fa parte del ricettario di questo libro è ciò che ritengo valido e di qualità. Naturalmente, la mia qualità. Angelo Grasso Almanacco del Berebene 2006 La guida è giunta alla sedicesima edizione e mai come oggi trova conferma l’idea di partenza di questa pubblicazione, che è quella di pensare al vino da tutti i giorni, senza rinunciare alla qualità. D’altra parte oltre il 90% dei consumi riguarda bottiglie che non superano i cinque euro, ed allora guide come questa sono sempre più importanti per orientarsi nel vasto e difficile mondo del vino italiano. Per di più la maggiore considerazione da parte del pubblico verso prodotti autentici, realizzati con vitigni tradizionali, ha fatto sì che molti produttori abbiano lasciato invariati i listini dei prezzi, abbassandoli in alcuni casi. Il risultato è il ritorno, nell’Almanacco, di alcune denominazioni di cui da anni si erano perse le tracce, ma anche un aumento del 20% dei vini premiati con l’Oscar qualità prezzo ed una percentuale sempre maggiore di vini che non superano i 6 euro. Antonello Colonna Un anarchico ai fornelli. Da Labìco a New York Novità editoriale assoluta Con questo libro-intervista con Antonello Colonna, chef titolare dell’omonimo ristorante a Labìco (Roma), già noto come la Porta Rossa, che quest’anno abbiamo premiato con le “Tre forchette”, il Gambero Rosso inaugura una collana editoriale in cui grandi cuochi raccontano la cucina italiana, quello che accade dietro e intorno ai fornelli: in sala, ma anche nei palazzi del potere, della politica, della cultura... Vizi, tic e qualità di clienti più o meno importanti; gusti e idiosincrasie dei potenti. Un racconto che parte dai prodotti dei campi per tracciare un affresco della nostra storia di un Paese che a tavola passa molte ore e conclude molti affari. Lo chef è ritratto nella sua bizzarra genialità e in una dimensione umana che non sempre traspare nella quotidianità del lavoro frenetico e pulsante. Colonna racconta se stesso e il suo mondo, disegna un pezzo di storia a cavallo tra la Prima e la Seconda Repubblica. E racconta, insieme ai genitori, le sue “ricette segrete” in un percorso, dunque, da una parte molto “politico”, che ci ha portati a esplorare il mondo che sta ed è stato intorno al “principe di Labìco” e che con lui ha interagito da quel lontano agosto del 1985 quando apparve la Porta Rossa, dall’altra “tecnico”, infatti abbiamo cercato di capire come è nata e come si è sviluppata un’impresa di ristorazione che è diventata per molti aspetti una sorta di “modello”. Da qui lo sfogo di Antonello: «Ma io non sono solo uno chef, io sono un ristoratore!» Cofanetto Alcool: Birra, Grappa, Malt Whisky. La dispensa del Gambero Rosso è un’idea regalo che raccoglie tre volumi della serie Le Guide Pratiche e un utile omaggio. Non solo vino. Tre guide pratiche all’insegna del berebene, per sapere tutto sul mondo degli alcolici e dei distillati. La birra: la storia, la degustazione e le diverse tipologie, più 17 ricette a base di birra. La grappa: le origini, la distillazione e l’invecchiamento, dalla vinaccia alla grappa. 22 distillerie italiane e 40 grappe degustate. Malt Whisky: la storia e le tradizioni di uno dei più affascinanti distillati del mondo. Le zone dello Scotch e i 30 migliori Pure Malts. WWW.BORSALAVORO.IT Visita liberamente la Borsa nazionale del lavoro: la rete dei servizi on line per chi cerca ed offre lavoro. Un sistema sperimentale, aperto e gratuito, per inserire il tuo curriculum, candidarti ad offerte di lavoro, ricercare personale. Il sistema, in fase di progressivo completamento, prevede l’attivazione di nuovi nodi regionali, l’inserimento di altri servizi e l’ingresso delle Università come intermediari. Dal 30 dicembre 2005, la Borsa Continua Nazionale del Lavoro è collegata con il network europeo EURES. WWW.GAMBEROROSSO.IT 16 dicembre 1986: all’interno del quotidiano Il Manifesto fa la sua comparsa un supplemento di 8 pagine dedicato all’enogastronomia. Ha uno strano nome: Gambero Rosso - il mensile dei consumatori curiosi e golosi. Ideatore e direttore è Stefano Bonilli. Subito scoppia un “caso”: c’è chi grida allo scandalo perché la sinistra si occupa di futilità come cibo e vino. Ma i fatti di lì a poco smentiranno gli scettici. 1987: nasce la casa editrice Gambero Rosso che debutta con Vini d’Italia, (realizzata con Arcigola, oggi SlowFood): una guida alla migliore produzione nazionale . 1989: il Gambero Rosso cambia veste grafica, aumenta la foliazione. Nasce la Guida dei Ristoranti d’Italia. 1992: dopo 5 anni il Gambero Rosso si stacca da Il Manifesto e debutta in edicola, diventando un mensile di 116 pagine. Non cambiano i temi: cibo, vino, turismo enogastronomico, senza perdere di vista il leit motiv che lo contraddistingue, l’attenzione al rapporto qualità/prezzo. 1997: a luglio si inaugura www.gamberorosso.it uno dei primi siti italiani dedicati al cibo e al vino. Nel giro di pochi mesi il sito diventa il punto di riferimento dei navigatori curiosi e golosi. WWW.CHOCOCLUB.COM CHOCOCLUB associazione italiana amatori cioccolato Il portale del cioccolato “punto di riferimento” per gli oltre 12.000 associati a Chococlub e per tutti gli appassionati del “cibo degli Dei”: oltre 4.500 pagine su degustazioni, eventi, manifestazioni, curiosità, fiere, corsi, concorsi, aziende, pasticcerie, prodotti e ricette... tutto al cioccolato. CHOCOCLUB professional Il sito dedicato al professionista del cioccolato e della pasticceria. Corsi, concorsi, novità, fiere, interviste, nuovi prodotti, macchinari professionali, consigli, curiosità, interviste e tutto ciò che interessa il “professionista del dolce”. CHOCOTOUR missione cioccolato Il sito dedicato alla manifestazione itinerante dedicata al cioccolato. Degustazioni, lavorazioni professionali, giochi, concorsi e... chococamper. CHOCOSHOP e-commerce Il nuovo sito dedicato all’e-commerce del cioccolato di qualità: un progetto di Chococlub per permettere a tutti gli appassionati di rintracciare più facilmente il cioccolato più particolare ed introvabile! WWW.BUONIPOSTI.IT Nel Club dei Buoni Posti puoi trovare segnalazioni e recensioni di buone trattorie, ristoranti, alberghi ameni a prezzi convenienti, onesti vignaioli, chicche e rarita’ da tutte le regioni italiane. Se è la prima volta che visiti questo sito ti consigliamo di leggere le regole, in cui troverai informazioni e risposte alle domande più frequenti sul club, su come funziona e su come si può diventare socio. Se invece sei un utente registrato ci auguriamo che questa nuova veste del sito sia di tuo gradimento: se hai commenti, suggerimenti o critiche contattaci qui. 87 referenze referenze referenze referenze referenze referenze ALBERGHI – HOTEL – RESIDENCES ABETE BLU S. CATERINA (SO) ALBA SRL LIVIGNO (SO) ALPINA LIVIGNO (SO) AMERIKAN LIVIGNO (SO) APRICA APRICA (SO) APP. CUSINI LIVIGNO (SO) ACQUI TERME G.H. ACQUI TERME (AL) AURORA APRICA (SO) BAGNI NUOVI BORMIO (SO) BALTEA ALBERGHI COURMAYEUR (AO) BAZZONI TREMEZZO (CO) BAZZONI VINERIA TREMEZZO (CO) BELLEVUE S. BERNARDINO BELVEDERE GR. ALB. CADENABBIA BES CLAVIERE (TO) BRANZI BRANZI (BG) BRICALLI AGR. TALAMONA (SO) BUCANEVE VALMASINO (SO) CAMINETTO DIMARO (TN) C. SUSANNA GARNI LIVIGNO (SO) CASA DI RIPOSO SONDALO (SO) CASINO’ C. 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