Il fantasma della qualità Troppi politicanti nelle giurie

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Il fantasma della qualità Troppi politicanti nelle giurie
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SETTIMANALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
02.9.2003
Il brutto dell’architettura: dibattito su Il Sole 24ORE
Il fantasma della qualità
«Non capisco come mai un Paese così bello come l’Italia faccia oggi dell’architettura così brutta». Più o meno così si interrogava Jean Nouvel un paio d’anni fa a New York. Una valutazione un po’ brutale, ma tutt’altro che isolata: negli ultimi tempi gli appelli sullo stato critico dell’architettura nel nostro Paese si sono moltiplicati. Quali le cause? Le ipotesi correntemente avanzate dagli addetti ai lavori sono molteplici: dalla mancanza di cultura della committenza privata alla crisi della formazione universitaria, dal ruolo dei geometri
all’arretratezza delle grandi imprese di costruzione. Ciascuna potrebbe essere dibattuta in dettaglio, e riscuoterebbe probabilmente approvazioni da parte di alcuni e critiche da parte di altri. Su un aspetto, però,
si registra un consenso quasi unanime: l’attuale situazione di crisi è in parte legata al quadro normativo sui
lavori pubblici, la cosiddetta legge Merloni. Una legge che, si dice, non prevede alcun incentivo per la qualità dell’architettura. È fatto noto, e non varrebbe la pena di riprendere l’argomento se una nuova iniziativa,
passata sotto silenzio da quotidiani e riviste, non stesse per modificare radicalmente la situazione, segnando probabilmente il destino architettonico del nostro Paese per i prossimi decenni. In applicazione della riforma federalista della Costituzione italiana, le competenze sulla regolamentazione dei lavori pubblici stanno
passando alle regioni. Le quali hanno predisposto una bozza di Testo unico per gli appalti, approvata nei mesi scorsi. L’intero quadro normativo a cui dovranno sottostare i progettisti, insomma, sta per cambiare. Dal
punto di vista della qualità, probabilmente in peggio. Per valutare la portata dei cambiamenti in corso è necessario partire proprio dalla normativa oggi in vigore.
Carlo Ratti, Domenica 31 Agosto e su Casabella n. 714 - SEGUE
Troppi politicanti nelle giurie dei concorsi
Sono circa 15 anni che provo a lavorare in Italia e ancora non sono riuscito a realizzare praticamente nulla.
(…) L’Italia, tra i Paesi nei quali ho lavorato, è in assoluto quello dov’è più difficile lavorare. Il problema è squisitamente politico: fare architettura non è come fare una tazza o un paio di scarpe. Non è design: richiede
il sostegno della politica. Ma in Italia dove la politica interviene, interferisce. Sono stato consulente di Mitterrand per i grandi progetti francesi, il 90 per cento dei quali è andato in porto, mentre in Italia vale l’inverso, il 90 per cento dei progetti naufraga. L’architettura dovrebbe essere al di sopra delle dispute di parte. In Italia, invece, ne diviene strumento. (…). Le giurie dei concorsi sono composte per metà da politici e
per metà da architetti affiliati ai partiti, impedendo qualunque decisione di merito. Se a questo si aggiunge il problema della storia, che grava sulle spalle degli architetti e delle persone, si arriva alla situazione di
stallo attuale. Con un ulteriore effetto: la carenza in Italia di buoni architetti, dovuta alla difficoltà di esercitare la professione. Gli architetti di qualità, che pure ci sono, finiscono col lavorare prevalentemente all’estero. L’Italia rischia di sperperare il patrimonio eccezionale delle sue città compatte, che in maniera esemplare integrano in uno spazio accessibile a piedi le diverse funzioni dell’abitare, del lavoro, del commercio,
del tempo libero, disgregando il tessuto urbano e svuotando i centri storici. Se mi permetto di essere così
critico è perché mi piacerebbe riuscire a lavorare qui.
Richard Rogers, Domenica 31 Agosto
Pregiudizi di periferia
(...) La retorica del "delitto in periferia" ha addirittura messo in secondo piano alcuni caratteri precipui del
luogo della tragedia, come la fortissima omogeneità socio-culturale che caratterizza i suoi abitanti. Casermoni rimasti sotto il controllo delle solide reti parentali nate con l’immigrazione degli anni 60 e 70. Strade
e ballatoi restati impermeabili agli altri stili di vita che hanno invece contaminato nell’ultimo decennio molte zone dell’edilizia economica milanese (...). A essere "periferici" sono infatti oggi soprattutto i luoghi dell’omologazione, quelli dove ci si conosce e ci si assomiglia, dove si vive in una sorta d’incestuosa "cattività",
culturale o etnica. Quando invece divengono luoghi misti e polivalenti, le grandi macchine dell’abitare cambiano natura. Restano spazi difficili, dove però il conflitto tra stili di vita diversi, il controllo reciproco, pur
generando traumi e rischi, aiutano a volte a creare delle relazioni comunitarie; reti di vicinato, magari contrapposte, che agiscono però da antidoto alla follia solitaria. Invece che predicarne la demolizione (come sembrano suggerire alcuni urbanisti "pentiti"), bisognerebbe abolire le norme che vietano in questi blocchi rigidi la commistione di attività e incentivarvi la coabitazione di popolazioni diverse. Trasformare questi "dinosauri di cemento" in laboratori di convivenza. Ma tutto questo richiederebbe un grande coraggio e una
conoscenza diretta, precisa dei luoghi. Richiederebbe soprattutto di usare la cronaca come indizio per capire la verità locale; non come una sua comoda spiegazione.
Stefano Boeri, Domenica 31 Agosto
Fisco
Professionisti: è
l'«intuitus personae»
a fondare l'attività
Un altro punto a favore
dei professionisti nella
partita con il Fisco per la
non applicabilità dell'Irap.
A segnarlo, stavolta, sono
i giudici della Commissione tributaria regionale
del Piemonte che hanno
"seguito" il pronunciamento dei colleghi dell'Emilia Romagna. Questi
ultimi, infatti, con la sentenza n.11.35.03 avevano stabilito il fondamentale principio secondo cui
per l'esercizio delle professioni "protette" assume rilevanza essenziale
l'apporto personale del
professionista, senza
quindi che possa conferirsi rilevanza decisiva all'aspetto organizzativo
dell'attività esercitata.
Medesima strada hanno
imboccato i giudici piemontesi che, con la sentenza n. 5/12/03 depositata il 20 maggio scorso
hanno confermato l'indirizzo interpretativo richiamato. Alla luce della situazione che sembra delinearsi a livello giurisprudenziale, e in attesa
che della questione venga investita la Corte di
cassazione, è possibile
che i professionisti decidano di non applicare
l'imposta regionale e affrontare l'Amministrazione finanziaria nel contenzioso che dovesse sorgere a seguito dell'accertamento. In tale situazione,
infatti, oltre al tributo, dovrebbero essere applicati
gli interessi ma non le
sanzioni attesa l'innegabile incertezza interpretativa ed applicativa.
su Il Sole 24 ORE del 30 Agosto
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SETTIMANALE
DEL CONSIGLIO NAZIONALE
DEGLI ARCHITETTI
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI
E CONSERVATORI
L'architettura
subita
dalla gente
Il quartiere Sant'Elia è sorto nel
secondo dopoguerra in prossimità dello stadio, nella periferia di
Cagliari. (...)
Nel 1999 l'Amministrazione comunale della città ha lanciato un
progetto per il recupero edilizio
della zona - tanto architettonicamente degradata quanto paesaggisticamente magnifica con la sua
vista sul mare.
La particolarità è che nella progettazione dell'intervento, coordinata dall'architetto Andrea De
Eccher, si è voluta coinvolgere la
popolazione del quartiere, secondo il modello della "progettazione partecipata". (...)
La frenetica attività edilizia dei
cinquant'anni che ci separano da
quello spartiacque storico che fu
il secondo conflitto mondiale, ha
lasciato ambienti costruiti a volte
semplicemente opprimenti.
Di qui la necessità di richiamare una partecipazione consapevole dei cittadini alla definizione
dei loro luoghi di vita.
La partecipazione della persona
alla progettazione degli spazi entro passa il suo tempo, in fondo,
non è che una espressione di democrazia.
"È diritto di tutti i cittadini non
solo godere di un ambiente, urbano o rurale, di qualità, ma anche
partecipare, nella misura del possibile, alla sua definizione" ha detto Raffaele Sirica, presidente del
massimo organismo di rappresentanza degli architetti, il Consiglio nazionale degli architetti. (...)
Il tema della "democrazia urbana"
pian piano sembra affacciarsi alla luce dell'attualità.
Leonardo Servadio su Avvenire del 27 Agosto
Il Sole 24ORE di Domenica 31 Agosto e Casabella n. 714
Il fantasma della qualità
La legge 109/94, nella sua versione iniziale, venne proposta circa dieci anni fa dall’allora ministro dei
Lavori pubblici Francesco Merloni. A seguito degli scandali di Tangentopoli, l’Italia era in una situazione di emergenza. Bisognava porre fine a una stagione in cui gli incarichi di progettazione e realizzazione delle opere pubbliche venivano assegnati con logiche di lottizzazione, in base all’appartenenza
a partiti politici. La legge, approvata in articulo mortis dal governo Amato, poche ore prima dello scioglimento delle Camere da parte dell’allora Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro, nacque dunque con
intenti moralizzatori, cercando di eliminare quegli elementi di arbitrarietà che erano stati alla base
della precedente degenerazione del sistema. Da questo punto di vista non si possono negare effetti
positivi: «La Banca centrale europea - ricorda Francesco Merloni - ha stimato che, dopo l’entrata in
vigore della legge (e la fine di Tangentopoli) il costo medio degli appalti pubblici sia diminuito del
25%». Perché allora la legge viene correntemente considerata così nefasta per l’architettura? Proprio
come reazione a Tangentopoli, essa ha cercato di ricondurre a parametri oggettivi tutti gli aspetti della
realizzazione di una grande opera pubblica, inclusa la sua progettazione. Il risultato è che una prestazione intellettuale dall’alto valore creativo come quella di un architetto viene trattata quasi alla stregua di una fornitura di calcestruzzo. La procedura principale oggi seguita dalle amministrazioni pubbliche in Italia per individuare un professionista è, infatti, la cosiddetta "gara per l’affidamento di servizi di progettazione" (o gara su curriculum): uno strumento che si basa sull’offerta economicamente
più vantaggiosa e sulla rigida applicazione di parametri burocratici, come fatturato, numero di computer a disposizione e opere analoghe precedentemente realizzate. Questo criterio si potrebbe riassumere così: hai già progettato novantanove palazzetti dello sport, belli o brutti che siano? Allora puoi
progettare anche il prossimo. Tutto ciò - come riconosce lo stesso Merloni - ha avuto effetti perversi
sull’architettura del nostro Paese. Tra questi anche quello di tagliare fuori i giovani progettisti, coloro
che potrebbero contribuire al rinnovamento della professione nel nostro Paese. Di solito tendono a
imporsi le grandi società di ingegneria, a volte proprio le stesse che si sono costruite un curriculum
imbattibile nei discussi anni di Tangentopoli. La legge Merloni prevede anche metodi alternativi per
l’individuazione di un progettista, come il concorso di progettazione: ma questi strumenti non sono incentivati e risultano oggi minoritari. È dunque ora di verificare quali strumenti siano effettivamente in
grado di incentivare l’architettura di qualità (su questo punto si è espresso ripetutamente il Consiglio
Nazionale Architetti negli scorsi anni): concorsi aperti, concorsi con preselezione su curriculum, concorsi di idee, concorsi con giurie pubbliche o popolari, gare che valutino non solo la quantità di opere
realizzate da un progettista ma anche il loro valore (per esempio in base al numero di pubblicazioni
su riviste internazionali, come certificato da indici quali Api e Avery, o il piazzamento nei concorsi di
idee, come avviene in Olanda al fine di promuovere l’ascesa dei giovani). Ci si potrebbe ispirare a diversi modelli europei, come quelli di Francia e Inghilterra, che dimostrano che una buona normativa
da sola può contribuire a risollevare le sorti architettoniche di un Paese. D’altronde l’incentivazione
dei concorsi di progettazione è al centro della recente proposta del ministro Urbani di «Legge-quadro
sulla qualità architettonica». Una legge che, a parte alcuni aspetti controversi di cui si è dibattuto nelle
scorse settimane (dagli incentivi alle demolizioni ai “bollini” di qualità), sembra andare nella direzione
giusta. Ma anche questa legge potrebbe rivelarsi pressoché inutile qualora andasse in porto l’attuale
bozza di Testo unico regionale per gli appalti. La bozza, infatti, continua a considerare la prestazione
creativa di un architetto al pari di una qualsiasi altra fornitura di beni o servizi. Nel testo la parola “architettura” compare solo cinque volte in sessantasette pagine: quattro volte nell’accezione “architettura della legge” o “architettura dell’articolato”. Soltanto in un paio di casi si parla sfuggevolmente di
“qualità” o “pregio architettonico”.
Racconta Massimo Gallione, Vice-Presidente del Consiglio Nazionale Architetti: «Abbiamo presentato
diversi emendamenti. Molti di essi sono stati accolti, anche se non in misura sufficiente per cambiare
l’impostazione complessiva del testo. Quest’ultimo, infatti, non è ancora particolarmente orientato
verso la necessità dei cittadini di godere di architetture e spazi pubblici di qualità. In questo sensonon
possiamo dirci soddisfatti». La bozza, insomma, non incentiva la qualità della progettazione. Da questo punto di vista ricalca l’attuale legge Merloni, forse peggiorandola.Bisogna poi aggiungere un’altra
considerazione. Se oggi abbiamo un’insoddisfacente legge nazionale, domani ne avremo probabilmente venti: una per ogni regione, declinata a partire dalla bozza di Testo unico oggi approvata. È difficile prevedere quali saranno gli effetti di una tale situazione, visto che non è ancora chiara l’entità
delle varianti che verranno apportate. (...)
Le nuove leggi regionali, insomma, lungi dal porre rimedio alla grave crisi del nostro Paese, rischiano
di acuirla. Anche se è in fase di elaborazione, con grandi fanfare, una legge nazionale sull’architettura, non si capisce ancora quali potrebbero essere le eventuali ricadute sulle competenze locali. È il
momento di discuterne, di avanzare proposte, prima che le normative regionali, ora in dirittura d’arrivo, diventino operative. Con la consapevolezza che da questa battaglia dipenderanno i destini dell’architettura nazionale per i prossimi decenni. È vero, come sostiene Mario Fazio, che «non si può progettare bene per decreto». Una legge non basta, ci vuole anche una forte volontà; ma se passano leggi come quelle proposte, probabilmente sarà difficile progettare bene - con tutta la miglior volontà.
CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
SEGRETARIO: LUIGI MARZIANO MIRIZZI
PRESIDENTE: RAFFAELE SIRICA
TESORIERE: GIUSEPPE ANTONIO ZIZZI
VICE PRESIDENTE: MASSIMO GALLIONE
CONSIGLIERI: RENATA BIZZOTTO,
VICE PRESIDENTE: LEOPOLDO EMILIO FREYRIE
LUIGI COTZIA, GIORGIO MARCHETTI,
VICE PRESIDENTE: GIANFRANCO PIZZOLATO
PIERLUIGI MISSIO, NEVIO PARMEGGIANI
DIRETTORE RESPONSABILE
RAFFAELE SIRICA
DIRETTORE EDITORIALE
MASSIMO GALLIONE
COORDINAMENTO EDITORIALE
GIORGIO SCIANCA
DIREZIONE E REDAZIONE
CNAPPC, VIA SANTA MARIA DELL’ANIMA, 10
00186 ROMA
TEL. [06] 6889901 R.A.
FAX [06] 6879520
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Di questo numero sono state inviate copie ai 30.000 possessori di casella
di posta elettronica ARCHIWORLD NETWORK @archiworld.it - @awn.it
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VI Congresso
8.9.2003
Bari, 30 ottobre - 1 novembre 2003
Architetti,
pianificatori,
paesaggisti
e conservatori
Urban Center Italia
Mostra multimediale
dei progetti vincitori
dei Concorsi d'Italia
dal 1998 ad oggi.
12 schermi in retroproiezione, formato widescreen (2,35);
30 plastici originali;
8 ore di proiezione
di filmati di architettura
e paesaggio.
Dal 30 ottobre al 1° novembre
2003 gli architetti italiani celebreranno il loro VI Congresso nazionale a Bari. Il congresso di Bari fa seguito al V Congresso di Torino/99 in cui gli architetti lanciarono un manifesto che poneva
al centro del dibattito politico e
sociale le questioni inerenti:
TV Free Channel
Trasmissione di 8 ore su
piattaforma Hotbird degli
avvenimenti della 1a
giornata del Congresso.
• l'architettura [congiuntamente
alla tutela e alla valorizzazione
del paesaggio urbano e rurale]
come “diritto” della collettività e
dei cittadini
Osservatorio Concorsi
Si propone di documentare la produzione
in materia di concorsi
di Enti Territoriali,
soggetti pubblici e privati operanti nel settore
dell'urbanistica, dei
lavori pubblici e privati,
attraverso un centro di
documentazione on-line
tenuto a cura degli Ordini e del CNAPPC.
• la rilevanza economica e sociale delle trasformazioni urbane e
territoriali ed in queste dell'architettura
• la competizione professionale
attuata principalmente per mezzo del concorso di progettazione
come strumento efficace per elevare la qualità delle costruzioni e
favorire l'emergere di nuovi talenti professionali
Progetto GAUDI
Club dei Leader
• la riforma della formazione uni-
versitaria, il tirocinio e l'aggiornamento permanente dei professionisti ed il diritto dei cittadini ad
una adeguata formazione in materia di ambiente, architettura e
paesaggio
• la centralità dei saperi professionali e quindi delle professioni
intellettuali [riservate e/o riconosciute] nella civiltà postindustriale e, conseguentemente, il
primario interesse economico e
sociale della nazione per la riforma delle professioni, delle modalità del loro esercizio e delle
relative strutture di rappresentanza.
SETTIMANALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
Progetto grafico di Piergiorgio Maoloni
GAUDI è un progetto
pluriennale europeo
(2001 al 2004) finanziato
nell’ambito del programma Cultura 2000.
Il secondo incontro
del Club dei Leader,
dopo Londra 2002,
durante il semestre
di Presidenza italiana
dell’Unione Europea,
coinvolgerà 10 leader
europei.
Il tema è l’applicazione
effettiva, nell’azione
delle amministrazioni
e degli enti coinvolti,
della Risoluzione per
la qualità architettonica
nell’ambiente urbano
e rurale.
37
Bari / Fiera del Levante
uplink satellitare
SETTIMANALE
DEL CONSIGLIO NAZIONALE
DEGLI ARCHITETTI
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI
E CONSERVATORI
Coerentemente con tali obiettivi
gli architetti a Torino indicarono
espressamente il loro sostegno
ad alcuni fondamentali progetti
legislativi per:
• legge quadro per le professioni
• legge quadro per l'architettura
• legge quadro per il governo del
territorio
• legge per lo snellimento delle
procedure edilizie
• legge per la sicurezza e la trasparenza degli edifici
• legge di riforma degli studi universitari di architettura
• legge di riforma dell'esame di
stato e l'istituzione del tirocinio
obbligatorio
Dichiararono inoltre il loro favore
per:
• accordi con le Regioni e gli Enti
locali per un diffuso ricorso ai
concorsi di progettazione e per
una più adeguata definizione dei
criteri per l'assegnazione degli incarichi di progettazione;
• lo stanziamento di adeguate risorse per interventi di riqualificazione urbana e territoriale.
cabine traduzioni
TV
Sala 1000
padiglione 7
TV
TV
press corner
sala stampa
l’ARCHITETTO
l’Anews
stand espositori
Reception
padiglione 9
sala GAUDI
Club dei Leader
Archiworld
Network
Il Congresso di Bari è anche il primo che vede l'inclusione nei settori e nelle sezioni dell'Albo professionale, dei pianificatori, paesaggisti, conservatori, architetti e
dei pianificatori iunior.
Il Documento Programmatico:
• L'azione del CNAPPC e degli Ordini;
• Modifica del Titolo V° parte seconda della Costituzione;
• Professionalismo - Terza logica;
• La competizione professionale;
• Trasmitting Architecture: la forza della rete;
• Forum delle professioni;
approvato il 10.07.03 dal Comitato di Coordinamento del Congresso e il 16.07.03 dal Consiglio
Nazionale, è consultabile sul sito
www.congresso.archiworld.it
regia televisiva mobile
sponsor
internet
plastici
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Milano
Il calcolo
è l’arte
Quali calcoli geometrici e matematici stanno alla base del finto
Coro che Bramante disegnò alla
fine del Quattrocento nella Chiesa di S. Maria in S. Satiro? E che
cosa ha in comune il disegno di
un tombino con il pavimento di
marmo del Duomo? Proprio di
influenza degli studi matematici
sull’arte, l’architettura e la morfologia urbana milanese nel corso
della storia, tratta la mostra "Matemilano", allestita al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnicologia in occasione del cinquantenario del museo e in contemporanea con il convegno nazionale dell’Unione Matematici
Italiani.
Curata dai professori della Facoltà di Matematica di Milano
Maria Dedò, Simonetta Di Sieno,
Italo Tamanini e Cristina Turrini,
la mostra si divide in quattro aree
tematiche differenti (Massimi e
minimi, Visualizzazione, Topologia e Simmetria) che non si limita a fornire indicazioni puramente teoriche. Parlando di "Visualizzazione" ecco il modellino
in scala del "finto Coro del Bramante", lo studio prospettico della Sacra conversazione di Piero
della Francesca e "la camera di
Ames", esperimento dello psicologo statunitense Adelbert Ames
Jr. sulla percezione visiva delle
distanze e delle dimensioni.
La sezione dedicata alla "Topologia" tratta di nodi e connessioni urbane ed entra direttamente nella storia di Milano, con
una mappa settecentesca dei Navigli, da percorrere senza mai
tornare al punto di origine, e diverse curiosità matematiche sugli anelli borromei, simbolo della celebre famiglia lombarda, raffigurati in stemmi, statue e portali cittadini.
su La Repubblica di Sabato 13 Settembre
SETTIMANALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
18.9.2003
Convegni
Mostre
IL CORRIERE DELLA SERA
LUNEDÌ 15.9.03
Milano riscopre il tesoro di Portaluppi
Secondo il De re aedificatoria di Leon Battista Alberti, l’architetto doveva essere, oltre che bravo costruttore, anche uomo di mondo, atleta, versatile e ferrato in numerose discipline. Piero Portaluppi, architetto milanese, è stato un
po’ tutto questo e anche qualcosa di più: oltre che progettista di importanti edifici, si è espresso come vignettista, fotografo, cineamatore, designer, viaggiatore
curioso e attento, enigmista e collezionista di orologi solari. «Questa è la prima mostra sul Portaluppi - conferma Luca Molinari, architetto, responsabile
del settore Architettura della Triennale -. Un personaggio importante del ’900
milanese ma censurato nel dopoguerra dalla cultura militante». Suo il progetto
per la sede del Linificio e Canapificio nazionale, la sede della Società Metallurgica italiana e il palazzo dell’Ina. Fu Preside della Facoltà di architettura e
Presidente dell’Ordine degli architetti.
Milano, Triennale, 18 settembre - 4 gennaio
LA REPUBBLICA
DOMENICA 14.9.03
Pietro Bottoni a Capri
Inaugurata la mostra Architettura e paesaggio. Pietro Bottoni a Capri 19581969. Di Bottoni architetto ed urbanista, esponente di spicco del razionalismo,
così racconta Cesare De Seta: « (…) Bottoni, da architetto di talento, aveva perfettamente assimilato il modo di costruire dei capomastri nell´isola. Infatti le
sue case sono in tutto e per tutto assimilabili alle tipiche tipologie residenziali delle case capresi. Un piano terreno, un primo piano collegato da una scala esterna, i tetti a botte, i pergolati retti da colonne o fusti cilindrici, qualche
terrazzo. Né più e né meno di quanto aveva propagandato con la mostra su
L´architettura rurale alla V Triennale Pagano: ritornare agli etimi dell´architettura senza architetti. Bottoni molti anni dopo quella lezione l´aveva assimilata così bene e fatta propria che faceva case assolutamente razionaliste senza che nulla lo lasciasse trasparire. Per questo non mi ero mai avveduto della sua case e credo che il fatto che ancora oggi bisogna andarsele a cercare
con il numero civico sotto gli occhi sia il miglior complimento che gli si possa fare. Purtroppo la casa in suolo "demaniale" che si era costruito Piero Bottoni oggi è una rovina, dove vandali hanno distrutto ogni cosa, divelto gli apparecchi igienici e persino le mattonelle che erano al muro, sono rimasti pochi brandelli e il bel pavimento a lastroni e quel panorama da capogiro». La
mostra è articolata in ventinove pannelli, presenta il restauro della grotta di Fra'
Felice sulla via Krupp (1958-59), i progetti di casa Cerrotta (1958-59), di casa Ruocco (1959-60), di casa Ferraro (1960 circa), di una casetta con piscina (1961), villa La Quercia (1967-69), l'albergo di villa Scalinatella (1961-63),
villa Alfa (1965) e lo studio di piano regolatore per Capri (1969).
Capri, Palazzo dei congressi, 13-23 settembre
IL MESSAGGERO
DOMENICA 14.9.03
Ascoli e l’architettura di Pilotti
Un architetto che ha costruito e immaginato una nuova Ascoli finalmente trova la sua celebrazione in una mostra.È quella su Vincenzo Pilotti con oltre duecento disegni originali
dell’urbanista ascolano,vissuto tra il 1872 e il 1956. Pilotti,oltre a progettare sistemazioni
innovative dell’architettura ascolana,ha anche realizzato di fatto edifici come l’Olimpia,il
palazzo del Governo,quello dell’Ina,l’Istituto Tecnico per Geometri,le fontane di Porta Maggiore,solo per fare alcuni esempi.
Ascoli, Cartiera Pontificia ,13 settembre - 23 novembre
Spazi collettivi
La Provincia di Milano e
la Soprintendenza per i
Beni Architettonici sono
stati i promotori a Milano
del Convegno Nazionale
«Forma In-Forma», all'interno del quale si è articolato il dibattito sul tema
degli spazi collettivi scolastici, culturali e museali. Le architetture che
ospitano i luoghi espositivi e quelli preposti all'istruzione sono lo scenario in cui si muove il dibattito. L'obiettivo è analizzare le strutture architettoniche in relazione alle nuove esigenze innescate dalla rivoluzione
tecnologica ed espresse
dalle dinamiche sociali.
Costruire col bambù
A Vergiate (VA), nel seminario Strutture in bambù:
tecniche di giunzione
vengono sviluppati i temi
della coltivazione, conservazione, prefabbricazione e modularizzazione di questo materiale.
Tra i docenti, l'architetto
colombiano Jaime Botero, uno dei massimi
esperti di questo materiale, interessato allo
sviluppo di tecnologie
da costruzione sostenibili per far fronte alle
urgenze abitative per i
senzatetto. Il progetto di
Vergiate per la costruzione del primo edificio in
bambù in Europa è nato
dalla collaborazione tra
il comune varesino ed
Emissionizero, l'associazione non profit milanese
da anni impegnata a
sviluppare una sensibilizzazione verso i problemi dell'ambiente e della
sua tutela.
www.emissionizero.net
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SETTIMANALE
DEL CONSIGLIO NAZIONALE
DEGLI ARCHITETTI
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI
E CONSERVATORI
Studio e matite
La scrivania di Mario Botta è candida, con rotoli, disegni, libri, block
notes, righelli, matite. «Il mio oggetto favorito, annuncia brandendone una rosso fuoco, è la matita,
mi consente di cogliere gli aspetti un concetto, uso il disegno come
strumento di conoscenza, mi piace il carattere sottile del tracciare
un disegno, lo schizzo non è mai
compiuto, ha parecchie potenzialità. Non correggo sullo schermo
del computer, ho bisogno del piano orizzontale, con il quale si ha un
rapporto di riflessione». Osserva il
computer con diffidenza: «Sono
così un vecchio architetto con difficoltà a leggere computer e disegni virtuali, tipico della mia generazione. I disegni del plotter mi
paiono caricature, hanno certa
grossolanità, se ingranditi rivelano approssimazione che diventa
caricatura; forse è l'insegnamento di Carlo Scarpa che aveva un'ipersensibilità del disegno».
«Lo studio è grande, sottolinea
Botta, perché il nostro lavoro, malgrado l'elettronica, richiede parecchio spazio, siamo artigiani che
producono parecchi disegni, progetti, modellini, (...) non bastano i
dischetti dei computer, ho bisogno
di vedere i progetti per modificarli via via, così i tavoli non bastano mai». Si siede un attimo e
racconta come nasce una sua opera: «Non esiste in pratica una prima idea, bensì il luogo, il sito porta già in sè la soluzione, in seguito bisogna eliminare qualcosa.
L'architettura è la trasformazione
del dato geografico, si muta la situazione di natura in cultura. Il
progetto è legato alla terra madre, al suolo, all'idea di gravità e alla luce, due aspetti questi oggi bistrattati a favore della “leggerezza”, parola malintesa da ciò che
scrisse Calvino».
F. Minervino su La Stampa di Sabato 13 Settembre
Recuperare il passato
Così l'antico orto diventa opera d'arte
Recuperare, attraverso la rilettura del passato e delle sue tracce, i fili della progettualità.
Scegliendo un percorso che abbia il sapore del corto circuito tra passato e presente, tra spiritualità certosina ed arte contemporanea. Così Achille Bonito Oliva ha presentato Ortus Artis,
un progetto legato all'architettura del paesaggio e ospitato alla Certosa di Padula (SA).
Cinque architetti paesaggisti hanno reinterpretato l'hortus conclusus di altrettante celle, rielaborando la vegetazione e l'ordine degli elementi preesistenti, per dimostrare come sia possibile
ricostruire un paesaggio e renderlo attuale senza che perda i suoi legami profondi con la spiritualità del passato da cui nasce. Il progetto selezionato è stato quello realizzato dagli studenti
della facoltà di architettura della “Sapienza” di Roma, coordinati da Flavio Trinca. Compost
è un progetto di giardino legato alla manualità della terra. Sarà realizzato l'anno prossimo
nella cella 18 della Certosa.
Progettare il futuro
In Giappone la città sotterranea ideale
La città disegnata si avvita in profondità, da qualche parte sottoterra, nei pressi di Nagasaki. Nei progetti della Taisei Kensetsu, grande impresa giapponese, lo spazio sotterraneo assomiglia al bulbo di
una pianta, o a una tana scavata da una talpa. Si chiama Alice City e come il personaggio di Lewis
Carroll si specchia in un abisso, che introduce in un mondo sorprendente. Quello di Alice è il progetto
più ambizioso degli architetti che puntano le loro matite sotto la superficie della terra. Non sono pochi: case, quartieri, centri sotterranei e autosufficienti esistono già o sono in cantiere in America e in
Europa, in Asia e in Australia. Alice City , ancora allo stato di progetto, è divisa su tre livelli: la superficie, una città giardino; l'infra-spazio, dove sono le strutture che la fanno funzionare come un'organismo vivente; i piani per il business, in profondità.«Alice è stata progettata per ovviare ai problemi delle città sovraffollate. L'accento è stato messo sulla compatibilità dello spazio urbano con l'ambiente,
Alice City è la più ecologica delle città possibili» dicono gli ingegneri della Taisei Corporation.
Ricostruzione?
Pillole
A Ground Zero lasciamo
spazio anche al vuoto
BIOARCHITETTURA
DI GEORG REINBERG
Nel buco scavato dal disastroso crollo delle Twin Towers oggi si aspetta di innestare la slanciata struttura progettata da Daniel Libeskind: una
torre di 541m di altezza con sei giardini pensili e la parte alta semitrasparente. A vederlo, il modellino dà un'idea di leggerezza. Ma il grattacielo previsto è pur sempre alto oltre mezzo chilometro. La sua funzione, oltre a essere quella di sostituire gli spazi commerciali delle Twin
Towers, è anche quella di memoriale. Agli occhi del mondo, più che l'importanza commerciale, conta questo secondo aspetto. E al proposito osserviamo: viviamo nel frastuono. Quando c'è da commemorare qualcuno o qualcosa, spesso si usa raccogliersi in silenzio. Il possibile corrispettivo di questo atteggiamento, in architettura, non sono i grattacieli, per leggiadri che siano. Anche uno spazio vuoto può essere una
grande opera architettonica, un monumento di silenzio e di raccoglimento entro il susseguirsi di cuspidi svettanti. Queste esprimono lo sforzo di superarsi e di superare gli altri, la tensione alla preminenza, la competitività continua. Lo spazio vuoto, quello per esempio di una piazza,
dice invece della tranquillità, della riconciliazione, della socialità. Come memoriale potranno sempre rimanere le radici strappate e bruciate
delle torri abbattute, l'elenco infinito dei nomi delle vittime. Lasciare
uno spazio vuoto, pur con tutto il rispetto per il magnifico progetto di
Libeskind, potrebbe dare un segnale diverso. Non di chi guarda al
mondo per imporsi, ma di chi desidera l'incontro e la pacificazione. E
la rinuncia all'uso commerciale di quello spazio lo sacralizzerebbe più
di quanto possano mai fare strutture rampanti. Forse è utopia. Ma un'utopia pacifica.
Georg Wolfgang Reinberg insegna in Austria a
Krems e al Politecnico di
Graz. Ha realizzato una
sessantina di edifici
sostenibili, curando
in particolare gli aspetti
ecologici ed energetici.
La società modenese
ProMo gli dedica la
mostra, «Georg W. Reinberg, architettura
e risorse: integrare
i sistemi, mostra dei
progetti di bioarchitettura», fino al 30 settembre,
nella quale sono selezionati edifici che riassumono il suo metodo di
progettazione, attento
ai materiali, al sito e alla
tutela dell'ambiente e
della salute degli utenti.
La mostra è parte della
«Vetrina per uno sviluppo
sostenibile», che si tiene
fino al 10 ottobre, sui
temi dell'abitare, tessile
e mobilità.
Leonardo Servadio su Avvenire - Agorà di Sabato 13 Settembre
su ItaliaOggi del 17 Settembre
CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
SEGRETARIO: LUIGI MARZIANO MIRIZZI
PRESIDENTE: RAFFAELE SIRICA
TESORIERE: GIUSEPPE ANTONIO ZIZZI
VICE PRESIDENTE: MASSIMO GALLIONE
CONSIGLIERI: RENATA BIZZOTTO,
VICE PRESIDENTE: LEOPOLDO EMILIO FREYRIE
LUIGI COTZIA, GIORGIO MARCHETTI,
VICE PRESIDENTE: GIANFRANCO PIZZOLATO
PIERLUIGI MISSIO, NEVIO PARMEGGIANI
DIRETTORE RESPONSABILE
RAFFAELE SIRICA
DIRETTORE EDITORIALE
MASSIMO GALLIONE
COORDINAMENTO EDITORIALE
GIORGIO SCIANCA
DIREZIONE E REDAZIONE
CNAPPC, VIA SANTA MARIA DELL’ANIMA, 10
00186 ROMA
TEL. [06] 6889901 R.A.
FAX [06] 6879520
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Di questo numero sono state inviate copie ai 30.000 possessori di casella
di posta elettronica ARCHIWORLD NETWORK @archiworld.it - @awn.it
39
SETTIMANALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
25.9.2003
Main Sponsor
Eventi
Programma Bari 30.10 - 1.11
Il network GAUDI
e il Club dei Leader
Dai 100 degli anni ’90 ai 1000 concorsi di oggi
Mille nuove architetture - Cambia l’Italia
di LUIGI CENTOLA
Dal 30 ottobre al 1 novembre si
terrà a Bari il VI Congresso Nazionale degli Architetti Italiani. Il Concorso di Architettura ne costituirà
il filo conduttore: «Dai 100 Concorsi degli anni '90 ai 1000 di oggi
- Mille nuove Architetture, Cambia
l'Italia» è lo slogan che individua alcuni punti dello stimolante dibattito in programma. Oltre 1000 architetti delegati degli Ordini e un
gran numero di Ministri, Personalità e Amministratori parteciperanno all'evento. È prevista una diretta televisiva via satellite delle
fasi salienti del Congresso e di tutte le attività collaterali con ampia
diffusione su televisioni e stampa
nazionale e internazionale. Tre padiglioni della Fiera del Levante ospiteranno: un foyer con aree per registrazione, meeting, ristoro e relax; una sala convegni con 1500
posti; uno spazio espositivo multimediale (Urbancenteritalia) di oltre 1000 mq. con proiezioni di concorsi, premi, realizzazioni e una
selezione di plastici. Il CNAPPC contestualmente alla mostra presenterà uno strumento innovativo dedicato a professionisti, amministrazioni e cittadini: l'Osservatorio Concorsi, database online in costante aggiornamento, suddiviso
in quattro sezioni: Vetrina progetti - Dati/analisi statistiche - Legislazione regionale - Pubblicistica.
L'Osservatorio, a cura degli Ordini
e del CNAPPC, si propone di documentare la produzione in materia
di concorsi di Enti Territoriali, soggetti pubblici e privati operanti nel
settore dell'urbanistica, dei lavori
pubblici e privati a partire dal 1998.
Il Consiglio Nazionale, gli Ordini
provinciali e l'Istituto di Cultura
Architettonica sono da tempo fortemente impegnati nella promozione del concorso di idee e di progettazione quale efficace strumenSEGUE
to per innalzare la qualità
Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori
Consigli degli Ordini degli Architetti, Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori d’Italia
VI CONGRESSO
NAZIONALE
ARCHITETTI
sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
con il patrocinio di:
Senato della Repubblica - Camera dei Deputati
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ministero degli Affari Esteri - Ministero per gli Affari Regionali
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Ministero della Giustizia - Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Ministero delle Politiche Comunitarie
I CONGRESSO
NAZIONALE
ARCHITETTI
PIANIFICATORI
PAESAGGISTI
CONSERVATORI
Regione Puglia
Provincia di Bari
Comune di Bari
organizzazione:
Consiglio Nazionale degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
con: Ordine degli Architetti, Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bari
Con la collaborazione di:
DARC - Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee
RFI - Rete Ferroviaria Italiana
GIOVEDÌ 30 OTTOBRE Auditorium
100 degli anni ’90 ai 1000 concorsi
di oggi - Mille nuove architetture»
ore 9.30-10.30 Apertura dei lavori
Saluto delle Autorità
Coordina: Vincenzo SINISI Presidente
Ordine di Bari
ore 15.00-17.00
Concorsi di progettazione: dalla città
storica alle periferie urbane Talk
show condotto da Fabrizio MANGONI
BARI
FIERA
DEL
LEVANTE
30/31.10
01.11.03
ore 10.30-11.00
Presentazione del congresso
Raffaele SIRICA Presidente CNAPPC
ore 17.00-19.00
ore 11.00-12.30 Interventi
Le professioni intellettuali: tra riforma
e federalismo Tavola rotonda moderata da Antonio M. LEOZAPPA Avvocato
L'architettura tra cultura e mercato
Conduce: Mauro MAZZA Direttore TG2
ore 9.30-19.00
ore 13.00-13.30
Inaugurazione Urbancenteritalia e
Osservatorio concorsi. Mostra «Dai
Diretta televisiva. Sul satellite HOTBIRD il canale Archiworld trasmette la
giornata di apertura del congresso
SEGUE
le informazioni
relative al congresso
e alla logistica sono
disponibili sui siti:
www.archiworld.it
www.ba.archiworld.it
SETTIMANALE
DEL CONSIGLIO NAZIONALE
DEGLI ARCHITETTI
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI
E CONSERVATORI
delle opere pubbliche e private e
far emergere nuovi talenti. In Italia
si assiste ad un progressivo aumento dei concorsi, se appena un
decennio fa non si superava i 20/30
all'anno, nel 2002 sono stati più di
250. Assisteremo presto ad una
nuova e più matura fase di competizione che, grazie anche al supporto delle tecnologie digitali porterà non solo al consolidamento
del trend positivo circa il numero
dei bandi, ma soprattutto garantirà
una percentuale di realizzazioni
per influire concretamente sulla
qualità della vita nelle città e sul recupero propositivo del paesaggio.
I grandi progetti così come i piccoli interventi in luoghi decentrati
hanno la potenzialità di rendere
più vivibile ed accogliente il nostro
habitat ma sono necessari strumenti e strategie di programmazione e gestione sempre più maturi
da attuarsi attraverso processi diffusi di partecipazione e democrazia urbana.
Il 30.10 il network GAUDI (Governo, Architettura, Urbanistica,
Democrazia e Interazione) presenterà i temi del 2° Club dei Leader e
le attività di preparazione alla Prima Festa Europea dell'Architettura
2004, mentre il 31 si approfondiranno argomenti e contenuti con
videoproiezioni e traduzioni simultanee. Il tema del Club dei Leader: A new urban democracy- Architecture between competition
and co-operation sarà sviluppato
grazie agli interventi di alcuni tra i
sindaci e gli amministratori più attivi nei recenti interventi di trasformazione urbana. Alti dirigenti
dei Ministeri delle Infrastrutture,
dei Beni Culturali e dell'Ambiente
apporteranno un ulteriore, determinante contributo al dibattito. Architetti di chiara fama ed alcuni
promettenti giovani illustreranno
progetti realizzati e in via di sviluppo esemplificativi della complessa e diversificata situazione europea.
ore 19.30 - 21.30 Cocktail a inviti
Il decennale di MARAZZI TECNICA
ore 9.30 - 18.00 Auditorium
Congresso delegati. Apertura lavori.
Discussione temi congressuali. Dibattito sulle tematiche esposte e discussione finalizzata alla predisposizione di
un documento finale
ore 9.30 - 17.00 Sala Gaudi
Progetto Gaudi - Club dei Leader
Seminario diretto da Fabrizio MANGONI e Luigi CENTOLA
ore 9.30 - 13.00 Sala Forum
Formazione e Tirocinio
Tavola rotonda moderata da Renata
BIZZOTTO
Il disegno di legge quadro sulla qualità architettonica Seminario coordinato da Massimo GALLIONE e Nevio
PARMEGGIANI
ore 16.00 - 18.00 UrbanCenterItalia
ore 9.30 - 17.00 Sala AWN
UIA Unione Internazionale Architetti
Tavola rotonda moderata da Giancarlo
IUS
La stampa degli Ordini e delle Federazioni Incontro coordinato da Giorgio
SCIANCA
SABATO 1 NOVEMBRE
Censis. Tavola rotonda condotta da
Alessandra COMAZZI
ore 11.00 - 13.00 UrbanCenterItalia
ore 9.30-13.30 Auditorium
Congresso delegati. Proseguimento
del dibattito. Approvazione del documento finale e chiusura lavori
ore 16.00-18.00 UrbanCenterItalia
ore 10.00 UrbanCenterItalia
ore 9.30-13.30 Sala Forum
Premiazione riconoscimento giornalistico Transmitting Architecture
Comitato di pilotaggio del Forum
europeo per le politiche architettoniche
Transmitting Architecture. Tavola rotonda moderata da Leopoldo FREYRIE
ore 11.00-13.00 UrbanCenterItalia
Gli italiani e l’architettura - L’architettura come elemento di valore
dello sviluppo. Indagini Abacus e
ore 9.30-17.00 Sala Gaudi
AWN Archiworld Network. Seminario
coordinato da Giorgio MARCHETTI
a cura di
Comitato di coordinamento
CNAPPC: Raffaele SIRICA, Massimo GALLIONE, Luigi M. MIRIZZI,
Leopoldo E. FREYRIE, Gianfranco
PIZZOLATO, Giuseppe A. ZIZZI, Renata BIZZOTTO, Luigi COTZIA, Giorgio MARCHETTI, Pierluigi MISSIO,
Nevio PARMEGGIANI
Ufficio di Segreteria e Coordinamento dell’Assemblea dei Presidenti degli Ordini degli APPC d’Italia: Simone COLA, Giuliano COLOMBINI, Dario LA FAUCI
Delegati Regionali e/o Rappresentanti delle Federazioni e Consulte Regionali degli Ordini degli
APPC d’Italia: Antonio MICHETTI
(Abruzzo), Michele GRAZIADEI
(Basilicata), Antonio Raffaele RIVERSO (Calabria), Alfonso PANTULIANO (Campania), Stefano ZIRONI (Emilia Romagna), Giorgio CACCIAGUERRA (Friuli Venezia Giulia),
Daniele CARIO (Lazio), Domenico
PODESTÀ (Liguria), Stefano CASTIGLIONI (Lombardia), Silvano
IOMMI (Marche), Nicola D’Addio
(Molise), Sergio CAVALLO (Piemonte), Maurizio MARINAZZO (Puglia), Gabriele MANCA (Sardegna),
Vito CORTE (Sicilia), Riccardo
BARTOLONI (Toscana), Massimo
PILOTTO (Trentino Alto Adige), Luciano MARCHETTI (Umbria), Franco ACCORDI (Valle d’Aosta), Marzio BOTTAZZI (Veneto),
Comitato di Presidenza: Raffaele SIRICA, Vincenzo SINISI, Simone COLA, Giuliano COLOMBINI,
Dario LA FAUCI
l’ARCHITETTO Settembre - Ottobre 2003 n° 170
DAI 100 DEGLI ANNI ’90
AI 1000 CONCORSI DI OGGI
MILLE NUOVE ARCHITETTURE
CAMBIA L’ITALIA
SPED. IN ABB.POST. 45% ART.2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 ROMA
39
VENERDÌ 31 OTTOBRE
Documento programmatico
del VI Congresso
Regolamento del VI Congresso
DAI
AI
DEGLI ANNI ’90
RICERCA ABACUS
Gli italiani e l’architettura
Seconda parte
CONCORSI DI OGGI
MILLE NUOVE ARCHITETTURE
CAMBIA L’ITALIA
PERIODICO DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
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TESORIERE: GIUSEPPE ANTONIO ZIZZI
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VICE PRESIDENTE: LEOPOLDO EMILIO FREYRIE
LUIGI COTZIA, GIORGIO MARCHETTI,
VICE PRESIDENTE: GIANFRANCO PIZZOLATO
PIERLUIGI MISSIO, NEVIO PARMEGGIANI
3.‘03
DIRETTORE RESPONSABILE
RAFFAELE SIRICA
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MASSIMO GALLIONE
COORDINAMENTO EDITORIALE
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Barbara Loera
N° 170
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40
Professioni
Riforma: record
di annunci,
poi la scomparsa
di WALTER PASSERINI
È la riforma mancata che detiene
il record nazionale degli annunci mai realizzati.
I primi progetti risalgono a 35
anni fa. Poi, quasi tutti gli anni, ne
sono stati scritti a decine, sino a
superare oggi la quota delle centinaia. Qualche giorno fa, la riforma sembrava cosa fatta.
Poi, improvvisamente, tutto è
tornato in alto mare. Con un paradosso: che oggi sono le professioni "liberali", riunite nel Cup, il
Comitato unitario delle professioni, accusate di essere corporative e contrarie alla riforma,
che hanno deciso di passare all’attacco e di raccogliere 50 mila
firme per presentare in Parlamento una proposta di legge di
iniziativa popolare, sollecitando
la riforma.
Un tormentone, un’anomalia
tutta italiana, quella della mancata regolazione delle professioni, con tanti vinti (il mercato, gli
utenti e gli stessi professionisti)
e nessun vincitore.
(...)
Ma perché è così difficile introdurre in Italia qualche elemento di innovazione in un
mondo che tra vecchie e nuove
professioni coinvolge oltre 5 milioni di persone?
Nonostante i proclami, esiste
uno schieramento "trasversale"
che, di fatto, blocca ogni cambiamento.
Da un lato vi sono i rappresentanti delle professioni liberali,
riuniti in 28 ordini e collegi, per
un totale di 1,7 milioni di iscritti,
che arrivano a 3,3 milioni compresi i dipendenti.
Dall’altro, vi sono le professioni emergenti,
SEGUE
SETTIMANALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
29.9.2003
Lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri
Roma, 26 settembre 2003
On.le Silvio BERLUSCONI
Presidente del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
ROMA
Signor Presidente,
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che mi onoro di rappresentare, ritiene
opportuno e doveroso, anche a nome degli Ordini territoriali,
esprimerLe la piena condivisione delle riserve e gravi perplessità che il Vice Presidente del Consiglio On.Gianfranco Fini e il
Ministro dei Beni Culturali On.Giuliano Urbani hanno manifestato in ordine all’ennesima iniziativa sul condono edilizio nel
nostro Paese.
Prescindendo dalle ragioni economiche, sarebbe opportuno che le misure dirette a trasformare il territorio fossero assunte
solo nell’ambito di una prospettiva di più ampio respiro.
Sicuramente un primo, importante passo in questa direzione
è rappresentato dal disegno di legge sulla qualità architettonica, predisposto dal Ministro Giuliano Urbani anche con il contributo di questo Consiglio Nazionale, di cui si auspica la celere approvazione in Parlamento.
Contestualmente a questa iniziativa, potrebbe essere rilanciata la proposta da Ella originariamente formulata di "abbellire le città italiane", rappresentando, questa, una sfida che può
e deve essere vinta per rilanciare il nostro Paese.
Così come espresso nella lettera indirizzataLe nel gennaio
2003, con la quale si apprezzava tale proposta, Le rinnovo la disponibilità dei cento Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori italiani, all’attuazione di un programma
di sviluppo e valorizzazione del nostro straordinario territorio
e paesaggio portandolo nelle singole città, anche sensibilizzando
i professionisti e coinvolgendo amministrazioni, operatori e cittadini.
Nel ringraziarLa per la cortese attenzione, Signor Presidente,
voglia gradire i sensi della mia stima e considerazione.
Raffaele Sirica
Presidente del Consiglio Nazionale
degli Architetti, Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori
Sarebbe opportuno
che le misure
dirette
a trasformare
il territorio
fossero assunte
solo nell’ambito
di una prospettiva
di più ampio respiro
Un primo passo
in questa direzione
è rappresentato
dal disegno di legge
sulla qualità
architettonica,
predisposto
dal Ministro
Giuliano Urbani
anche
con il contributo
di questo
Consiglio Nazionale,
di cui si auspica
la celere
approvazione
in Parlamento
«Abbellire
le città italiane»
Una sfida
che può e deve
essere vinta
per rilanciare
il nostro Paese
40
SETTIMANALE
DEL CONSIGLIO NAZIONALE
DEGLI ARCHITETTI
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI
E CONSERVATORI
quelle della "net economy", della consulenza, dei servizi alle imprese, i "knowledge workers",
riuniti in associazioni, he formano una galassia di oltre 2,2 milioni di professionisti alla ricerca
di un riconoscimento, in parte
rappresentati dal Colap.
(...)
La sindrome che avvolge vecchie e nuove professioni è quella di non essere ancora riuscite a
entrare nelle stanze della concertazione tra parti sociali e Governo, dove si attuano gli «scambi politici» e si definiscono progetti, norme e affari.
E pensare che sia il Centro-sinistra, con il Governo Prodi nel
’98, sia il Centro-destra, che ha
patrocinato i «Professional day»,
ci hanno ripetutamente provato
e si dichiarano tuttora paladini
della riforma.
Oltre al testo unificato al Senato vi è la "bozza Vietti", che tenta una mediazione forte basata
su "sistema duale" e "zone riservate" per vecchie e nuove professioni. Alla Camera vi sono due
progetti di area Centro-sinistra
sulle nuove professioni, su cui vi
è persino un disegno di legge del
Cnel.
Mentre all’orizzonte si aggira il
fantasma della «legislazione concorrente». Nella revisione del titolo V della Costituzione, andranno definiti i confini del rapporto Stato-regioni anche in materia di libere professioni. L’esempio della Calabria, che ha approvato una disciplina regionale
specifica sulle professioni, potrebbe essere seguito da altri.
(...)
Mentre il Governo stenta a trovare il bandolo, le regioni potrebbero assumere l’iniziativa,
complicando il "risiko" di una
riforma, tanto annunciata quanto mai nata e urgente.
su Il Corriere della Sera di Sabato 27 Settembre
Il Corriere della Sera di Giovedi 23 Gennaio
Silvio Berlusconi: Abusivismo: abbellire, non abbattere
Silvio Berlusconi continua a ribadire i suoi desideri e le sue velleità di rendere ancora più bello
il Bel Paese. «Basta con l'abbattimento dei piccoli abusi edilizi, dice il premier,
meglio impegnare i cittadini in positivo, nella realizzazione di un parco-giochi o di un giardino».
«Il fatto è che bisogna cercare di essere creativi e migliorativi per andare oltre l'abbattimento
dell'immobile abusivo». Non parla di decreti o di disegni di legge già pronti nel cassetto
il presidente del Consiglio. Il suo progetto di condono in "positivo" potrebbe passare
attraverso una delega ai singoli comuni, affidato alla valutazione di assessori,
funzionari, vigili urbani. Il modello ideale è quello di una sorta di "patto con i cittadini":
se abbellite, anche l'abuso può diventare regolare.
«Vogliamo promuovere la riqualificazione dei centri urbani, in oltre cento città
che io spero di visitare. Ma vogliamo occuparci anche dei comuni piccoli, quelli con meno
di cinquemila abitanti: aumentare il verde, promuovere il bene per la natura».
Il Corriere della Sera di Mercoledì 24 Settembre
Gianfranco Fini: Condono edilizio solo se rispetterà l'ambiente
Il vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, ieri ha voluto rimarcare che sulla sanatoria edilizia
ci sarà ancora da lavorare. «Il governo -ha detto Fini- sta ancora mettendo a punto la cornice
del provvedimento. Il condono, comunque, servirà a razionalizzare l'assetto urbanistico, non
a stravolgerlo». E un condono edilizio «irrispettoso dell'ambiente sarebbe sciagurato» ha aggiunto
Fini che ieri, mentre il ministro dell'Economia Giulio Tremonti spiegava la manovra alle Regioni,
si è trattenuto a lungo con il suo ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli. Il quale, senza far nulla
per nascondere il proprio nervosismo (secondo alcune voci avrebbe addirittura minacciato
le dimissioni), rivelava poco dopo che sulla «sanatoria edilizia l'accordo ancora non c'è».
Si cercano alternative. L'Economia ha bisogno di risorse e vuole allargare il più possibile la sanatoria (da 2 miliardi le esigenze di gettito sarebbero salite a 3-4), il ministro delle Infrastrutture
Pietro Lunardi è disponibile a lavorare sulle aree demaniali, ma Matteoli e Fini non danno
l'impressione di cedere.
Il Sole 24ORE di Mercoledì 17 Settembre
Giuliano Urbani: No alla sanatoria, vendiamo i beni demaniali
Un ministro dei Beni culturali che dà l’avallo al condono edilizio suona sempre come una nota stonata. Ma un ministro che si è fatto promotore di un disegno di legge sulla qualità architettonica è quasi
obbligato a dire "no" agli scempi paesaggistici. Il ministro: «Sono in assoluto disaccordo. L’alternativa: approfittare del futuro Codice dei Beni culturali, dove abbiamo messo a punto una disciplina
delle alienazioni. Abbiamo diviso i beni demaniali in tre grandi categorie. Quella dei beni che non
hanno alcuna rilevanza artistica: sono immobili che il Demanio può vendere già domani mattina.
Naturalmente, i Beni culturali interverranno nell’identificazione di questo tipo di beni. (...) Come si
vede, il condono, alla fine, non è indispensabile. Attenzione, stiamo parlando di quello tombale.
Per i piccoli abusi, invece, è diverso e in quei casi il condono è anche ragionevole e non necessariamente produce un piccolo gettito. Piccolo o grande, il condono è sempre uno schiaffo alla legge.
Ma alcune volte i reati minimi sono stati commessi anche perché la legge era carente, la sua
interpretazione macchinosa. Ma non suggerirò mai a Tremonti di fare il condono dei piccoli abusi».
ItaliaOggi di Sabato 20 Settembre
A.N.C.E.: Tutelare l’ambiente
I costruttori dell'Ance fanno sapere di essere contrari al condono edilizio ma se verrà deciso dal governo per i piccoli abusi allora, dicono, le risorse dovranno essere indirizzate in via prevalente a interventi di recupero ambientale. L'associazione è convinta che servano controlli più severi e regole più
certe ma non nuove leggi: «Sanare comportamenti illeciti significa penalizzare gli imprenditori che
agiscono nella legalità, vanificare ogni sforzo per un corretto uso del territorio e dell'ambiente e contribuire a rendere ancora più incerte le regole che disciplinano le scelte imprenditoriali». Inoltre, per
l'Ance, il condono incentiva il lavoro nero, il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza dei lavoratori e l'evasione contributiva. «Di fronte alla reazione di alcune amministrazioni viene da domandarsi
quali siano le giustificazioni al mancato esercizio dell'attività di vigilanza nei confronti di attività edificatorie abusive che per loro natura sono facilmente identificabili», continua la nota «non servono nuove leggi. I comuni, le soprintendenze, gli enti parco e tutte le istituzioni coinvolte sono già dotati di
strumenti di intervento più che sufficienti e che è loro dovere utilizzare nel combattere l'abusivismo».
CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
SEGRETARIO: LUIGI MARZIANO MIRIZZI
PRESIDENTE: RAFFAELE SIRICA
TESORIERE: GIUSEPPE ANTONIO ZIZZI
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LUIGI COTZIA, GIORGIO MARCHETTI,
VICE PRESIDENTE: GIANFRANCO PIZZOLATO
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COORDINAMENTO EDITORIALE
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00186 ROMA
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