Repubblica e Cantone del Ticino. Il Dipartimento delle istituzioni
Transcript
Repubblica e Cantone del Ticino. Il Dipartimento delle istituzioni
Repubblica e Cantone del Ticino. Il Dipartimento delle istituzioni. Risposta alle Interrogazioni dell'On. Donatello Poggi N. 71.95 dell'11 settembre 1995 e N. 157.95 del 28 dicembre 1995 sulle sette religiose. Interrogazioni sulle sette religiose. Onorevole deputato, con successivi atti parlamentari datati 11 settembre e 28 dicembre 1995 Lei si è rivolto al Governo chiedendo informazioni circa l'attività "di non precisate sette religiose" nel nostro Cantone. Più in particolare, prendendo lo spunto dai fatti svoltisi nei Cantoni di Friburgo e Vallese nell'autunno del 1994 e nell'autunno del 1995 - fatti che hanno coinvolto la setta dell'Ordine del Tempio Solare - lei ha chiesto al Consiglio di Stato se esso sia o meno a conoscenza dell'esistenza di tali sette nel nostro Cantone, se siano già state effettuate inchieste in tal senso, se siano in corso delle iniziative per combattere il fenomeno da lei definito "pericolosissimo e sommerso", quali siano le basi giuridiche e legali a disposizione per combattere le sette "pseudo-religiose", se vi siano persone od associazioni che si sono già rivolte al Governo cantonale per denunciare l'agire "spregiudicato e fanatico" di persone che si muovono dietro tali sette, quale sia la posizione del Consiglio di Stato a riguardo del fenomeno e da ultimo se circa la setta dell'Ordine del Tempio Solare il Governo disponga di indicazioni che riguardano il Cantone Ticino. Si è detto altresì preoccupato per le forme di abuso, di coercizione e di plagio che caratterizzano alcuni gruppi di fanatici che procedono ad un reclutamento che può porre in stato di grave dipendenza chi aderisce al loro disegno e spingere alla disperazione quelle famiglie che ne sono colpite. Anche se, come risulta dalle informazioni assunte presso la Magistratura e la Polizia cantonale, questo fenomeno non risulta avere, dal profilo quantitativo, raggiunto nel nostro Cantone livelli di guardia (1), il Dipartimento delle istituzioni, che condivide le Sue valutazioni circa le probabilità che negli anni futuri esso si amplifichi (1 bis) e che ravvisa nell'agire di alcuni responsabili di questi gruppi pseudo-religiosi manovre non solo inopportune bensì profondamente pericolose, ha voluto approfondire la tematica. Questa è d'altronde la ragione per la quale è con ampio ritardo che viene dato seguito ai Suoi atti parlamentari. Crediamo però che i quesiti da Lei presentati meritino più di una formale e succinta risposta e che anzi essi forniscano lo spunto per descrivere un quadro più generale della situazione, per immaginare quali possano essere gli scenari degli anni a venire, per ipotizzare i pericoli che incombono sulla nostra popolazione (ed in particolare sui giovani) e per cercare le risposte che la società civile deve poter fornire. In applicazione del principio contenuto nell'art. 58 cpv. 4 della Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato, la presente risposta è stata allestita - come detto - dal Dipartimento delle istituzioni. Quella delle sette è una realtà che a molti sfugge ma che non potremo continuare ad ignorare impunemente anche perché a lato dei casi più eclatanti vi è anche - -purtroppo - una quotidianità discreta ma non per questo meno pericolosa, che è la costrizione "soft" per il tramite di una fine opera di convincimento. L'ignoranza può condurre a non produrre quei sani anticorpi che ci permettono di evitare il plagio o d'altra parte ed all'estremo opposto alla generalizzazione in negativo con ragionamenti caratterizzati da altrettanto pericolosa intolleranza: ecco perché occorre combatterla (2). Senza la pretesa di fornire con ciò un'esposizione esaustiva, crediamo che la presente digressione sul tema oltre che a fornire precise risposte alle Sue domande possa nondimeno fornirLe un'utile panoramica generale sullo scottante tema da Lei evocato (3). 1. Attualità ed ampiezza dei fenomeno Il fenomeno delle sette è attuale ed importante anche se non nuovo. La nostra storia infatti ha sempre conosciuto gruppi di aggregazione di questo tipo ed alcuni di essi hanno dato anche nascita a comunità religiose che sono oggi perfettamente accettate. Assistiamo però in questi tempi ad un notevole aumento dei numero delle sette, dell'ampiezza e dell'intensità delle loro attività come pure si riscontra un rinnovato sviluppo dell'occultismo. Il fenomeno tende a crescere notevolmente anche perché i mezzi di informazione fungono da cassa dì risonanza e si sono aperti nuovi mercati, in particolare all'est. Tutto ciò può inoltre essere messo in relazione con l'approssimarsi della fine del secondo millennio che è da collegare, per alcuni, con un'apocalittica fine dei mondo da associarsi all'avvento dell'era dell'Acquario. Quest'ultima spiegazione sarebbe però semplicistica se sì volesse in essa riassumere l'intero fenomeno. I dati infatti lo stanno a dimostrare: da un lato, delle più di 173 sette identificate in Francia che animano 800 luoghi di culto e potrebbero contare su 160.000 membri e 100.000 simpatizzanti, solo 15 danno per scontato questo destino dell'umanità e soltanto alcune di esse si sentirebbero pronte al suicidio collettivo. D'altro canto secondo Massimo Introvigne, direttore dei Cesnur, Centro studi sulle nuove religioni, delle 20.000 sette esistenti al mondo solo l'1% può essere considerato pericoloso. Nella vicina Italia (è interessante per noi riferisci a questo Paese per l'evidente influenza che esercita sul nostro Cantone), nel 1994 è giunto il primo censimento del Ministero degli Interni: secondo il Viminale sarebbero attive sul territorio italiano 366 sette ufficiali. Le cifre non ufficiali sarebbero tuttavia ben più inquietanti: circa 800 tra sette, circoli e culti vari, concentrati in prevalenza tra Torino, Roma e le città del Veneto. Enorme il giro d'affari: ogni anno, tra candelabri, incenso, teschi e ingredienti per intrugli e pozioni, gli italiani spenderebbero circa l.000 miliardi. Secondo il Cesnur gli aderenti a vario titolo a sette e culti non tradizionali sarebbero addirittura circa un milione. Nel 1994 una studiosa dei fenomeno, l'antropologa Cecilia Gatto Trocchi, ha censito 64 periodici interamente dedicati all'occulto o alle nuove religioni. Roma sarebbero attive almeno 44 "anti parrocchie", centri di occultismo e magia nera. Si va dai culti microscopici con 10-15 adepti ai grandi movimenti religiosi con decine di migliaia di sostenitori. Ecco di seguito una mappa della religiosità non tradizionale in Italia, con il numero stimato o effettivo di aderenti: Testimoni di Geova 196.000 Assemblea di Dio 100.000 Chiesa dei Santi dell'ultimo giorno 16.000 Avventisti del Settimo giorno 5.000 Chiesa Neoapostolica 4.000 Soka Gakkai 2.000 Chiesa del Regno di Dio 2.000 Rajineesh 1.000 Sai Baba 1.000 Non siamo soli 1.000 Damahur 1.000 Vita Universale 1.000 Sukyo Makihari 1.000 Scientologia 1.000 Chiesa dell'Unificazione 600 Chiesa di Dio universale 400 Scienza cristiana 300 Chiesa Giurisdavidica 300 Ita Atmananda Babaji 300 Chiesa cattolica apostolica 300 Scuola scientifica Basilio 300 Chiesa cristiana millenarista 100 Bickertonisti 60 Per quanto attiene invece al nostro paese, non esistono statistiche ufficiali sul numero di sette presenti in Svizzera, e ciò anche perché sino ad oggi ci si è poco occupati di questo settore. Altra difficoltà nel quantificare esattamente la portata del fenomeno è data dal fatto che le sette cambiano sovente nome e struttura giuridica proprio per sfuggire a chi le vuole combattere. Il loro aumento pare comunque esponenziale. Alcune valutazioni di massima possono comunque essere tratteggiate, considerato anche che un approccio comparativo fra la Svizzera e gli altri stati europei dimostra che il nostro paese, per la sua centralità geografica e per l'intreccio di lingue e culture diverse presente sul suo territorio, offre un quadro relativamente rappresentativo della situazione dell'intero continente (5). I dati raccolti nell'ambito del censimento federale del 1990 rilevano, ad esempio, che a fianco di protestanti, cattolici romani, cattolici cristiani, ortodossi israeliti e musulmani, vi sono nel nostro paese oltre 58.000 appartenenti ad "altre comunità religiose cristiane", circa 30.000 ad altre "comunità religiose" e, oltre alle persone senza appartenenza dichiarata, più di 100.000 cittadini che non hanno fornito alcuna indicazione. Siccome è certamente possibile che persone dichiaratesi cattoliche o protestanti possano appartenere parallelamente ad altri gruppi religiosi, si deve ritenere che l'adesione formale e dichiarata a credo che non siano le "grandi religioni storiche" raggiunge il 2%, questa piccola frazione di popolazione essendo ripartita in almeno 200 o 300 gruppi religiosi diversi i più importanti dei quali di ispirazione cristiana. Secondo uno studio condotto nel Cantone di Ginevra da un gruppo di esperti dietro mandato del Dipartimento di giustizia e polizia e dei trasporti (6) vi sarebbero nell'area di quella città un'ottantina di gruppi a carattere religioso, spirituale o esoterico. In Svizzera romanda operano d'altra parte due associazioni attive nell'importante ambito della ricerca sui movimenti settari; esse hanno identificato una sessantina di gruppi a rischio e 13 particolarmente pericolosi. Fra i gruppi identificati figurano in posizione preminente Scientologia (7), i Testimoni di Geova, il Movimento Raeliano Svizzero (8) e ed i Moon (9). D'altro canto il fascino crescente dell'occultismo registrabile nell'Europa occidentale, indipendentemente da ipotetiche fini del mondo, è ad esempio dimostrato da un lato dal fatto che in Germania 700 nuovi movimenti settari sono nati a partire dagli anni 60 e che la letteratura esoterica rappresenta oggi il 15% del mercato del libro; dall'altro dalla constatazione che nel Badenwürtenberg il 30% dei giovani di meno di 18 anni ha già avuto contatto (più o meno intenso) con le scienze occulte. Forse la realtà è che l'esoterico è dentro di noi come lo dimostrano gli importanti spazi consacrati, anche sui nostri quotidiani, agli oroscopi ed agli annunci di medium e veggenti e, non da ultimo, il successo di un gioco di carte pseudo esoterico ("Magic") vera passione per migliaia di giovani. In fondo non vi sarebbe nulla di male se "schegge impazzite" non avessero dimostrato a che genere di tragici eccessi certi credo e certe forme di indottrinamento possono condurre. La vera e propria esplosione di culti e di sette che hanno caratterizzato questi ultimi 20 anni (accanto ai grandi culti conosciuti da giuristi e sociologi esistono una miriade di piccoli gruppi difficili da identificare e da analizzare) ha prodotto una serie di fatti eclatanti che vanno dall'assassinio dell'attrice Sharon Tate e di altre cinque persone a Los Angeles il 9 agosto 1969 ad opera della setta di Charles Manson al suicidio collettivo di Jim Jones e dei suoi seguaci, in Guyana, il 18 novembre 1978 (con ben 912 morti avvelenati dal cianuro), a quella di David Koresh a Waco, in Texas, con l'assalto dato dalle forze federali ai Davidiani ed un tragico bilancio di 84 morti tra le fiamme della loro sede, assediate da 51 giorni dalla Polizia, o ancora alla setta giapponese Aum (10) con il noto quanto perverso piano di assassinio collettivo attraverso l'utilizzazione di gas nervino nella metropolitana di Tokyo (attentato del 20 marzo 1995: 12 morti e 5.500 intossicati). Per anni tuttavia questi avvenimenti si sono svolti a migliaia di chilometri da noi. Si trattava quindi di una violenza che ci stupiva senza preoccuparci eccessivamente: era una violenza esterna ed estranea, che veniva da altrove e che altrove mieteva vittime. Poi si verificarono i massacri di Cheiry (FR) e di Salvan (VS), il 5 ottobre 1994, ai quali avrebbero fatto seguito sotto il segno della stessa setta, il Tempio Solare (11), quelli di Morin Heights e un anno dopo St. Pierre Cherennes nel Vercors. Il nostro stupore si può riassumere nelle parole di un giornalista della Radio Svizzera Romanda, Georges Pop, che apprendendo questi due massacri, così si espresse: "Mi sono sentito come un bambino che cerca di decifrare geroglifici. Non era possibile che un avvenimento di questo genere fosse capitato in luoghi così banali come le campagne friburghesi e vallesane: v'era qualcosa di irrazionale." E se si pensa che il Servizio identificazione e ricerche del nostro Cantone ha prestato assistenza all'istituto universitario di medicina legale di Losanna per i sopralluoghi nei Comuni di Cheiry e Salvan onde facilitare l'inchiesta a seguito del rinvenimento dei 53 cadaveri aderenti alla setta del Tempio Solare, ben si capisce come da quelle che parevano improbabili ipotesi di lavoro si sia passati ad una sconvolgente e cruda realtà anche all'interno dei confini della Confederazione e del Ticino. Triste risveglio per noi tutti quindi allorché ci si è resi conto che il pericolo costituito da certe sette non colpiva soltanto gli altri o i figli degli altri. Da qui la legittima inquietudine concretizzatasi negli ultimi anni in tutta una serie di atti parlamentari, non solo in Ticino bensì anche in altri Cantoni svizzeri (GE, VD, VS, FR, ZH). A seguito dei tragici fatti che anche nel nostro paese hanno coinvolto il tristemente famoso Ordine del Tempio Solare, i media hanno dato ampio risalto al fenomeno delle sette riportando anche episodi accaduti nel nostro Cantone; Cantone che invero non sembra essere totalmente scevro da fenomeni di proselitismo talvolta anche inquietanti. Tuttavia, malgrado l'acuirsi dello stato di allerta e di vigilanza per i fatti di cui si è accennato, in Ticino non è stata registrata l'esistenza di nuclei dell'Ordine del Tempio Solare o di sette per genere d'attività violenta o per ideologia di base ad esso imparentate; cosa questa che induce ad un cauto ottimismo tale da rendere ingiustificato un eccessivo allarmismo che potrebbe aprire il campo ad una altrettanto pericolosa - dal profilo della radicalizzazione del problema - caccia alle streghe. Del resto però, nell'ambito della sua attività preventiva, la Polizia cantonale ha raccolto informazioni ed elementi in relazione all'esistenza di alcune sette sul suolo ticinese. Un aspetto rassicurante è costituito dal fatto che in pratica tutte le inchieste condotte sulle base delle informazioni preliminari raccolte dagli organi di Polizia si sono sino ad oggi concluse con un decreto d'abbandono da parte del Ministero pubblico, ciò a riprova del fatto che nella stragrande maggioranza dei casi l'attività di questi gruppi si rivela perfettamente lecita e quindi compatibile con l'ordinamento giuridico svizzero. Con riferimento ad una Sua precisa domanda, per quanto attiene specificatamente la setta dell'Ordine del Tempio Solare, confermiamo perciò che ad oggi non è stato raccolto nessun indizio che indichi un coinvolgimento di persone residenti in Ticino. Neppure d'altro canto a seguito dei già ricordati tristemente famosi eventi che hanno lanciato alla ribalta questa setta vi sono state richieste o segnalazioni particolari relative al nostro Cantone. 2. Diverse tipologie di setta Dal profilo etimologico il termine setta individua un movimento che intende staccarsi da una corrente di pensiero predominante. Il termine ha una forte connotazione emotiva che sovente sfocia nel negativo quando il gruppo intende manifestare la sua diversità. Cercare però un denominatore comune alle varie espressioni di questa voglia di aggregazione non è cosa semplice ed il rischio di cadere in schematismi fallaci è elevato: le sette più pericolose d'altronde sono quelle che non conosciamo. Il panorama è assai vasto. Vi sono psicoculti come il moonismo, sette classiche e formalizzate come i Testimoni di Geova o gli Scientisti e poi strutture informali quali l'occultismo. Vi sono sette conversioniste, che mettono l'accento sulla salvezza dell'individuo e che cercano di coinvolgere il maggior numero di persone in questa via verso la salvezza (Pentecostali); sette rivoluzionarie il cui disegno è stabilire il regno di Dio sulla terra anche in modo violento (il Tempio del Popolo di Jim Jones e la Setta Aum); sette riformiste che vogliono cambiare il mondo ma in modo non violento come i Quaccheri; sette introversioniste, che predicano la serenità dei loro membri nella rottura con il mondo. Le sette hanno sempre accompagnato l'evoluzione della civiltà dell'uomo (con funzioni diverse: voglia di trasgressione oppure ricerca di spazi più autentici di libertà, oppure desiderio di ritornare alle sorgenti più genuine del messaggio religioso) è bene ricordare che per il nostro secolo il fenomeno dei nuovi movimenti religiosi è spiegabile - sociologicamente - soprattutto a partire da due fatti nuovi: - il fenomeno della secolarizzazione; - il fenomeno della società complessa. Secondo Bryan Wilson "secolarizzazione" non è tanto una riduzione quantitativa dell'interesse per il sacro, ma una modifica "qualitativa" di questo interesse da fatto pubblico (o con forte rilevanza pubblica) a fatto privato: una vera e propria privatizzazione del sacro, che produce il tipico fenomeno delle "auto-religioni", che ognuno può costruirsi con criteri di scelta molto soggettivi (si parla di religioni "à la carte"). La società complessa è costituita soprattutto dal pluralismo di sistemi informativinormativi, che colpiscono l'individuo con impulsi che si presentano a loro modo tutti come autorevoli, ma che trasmettono messaggi contraddittori (che però di fatto hanno sostituito l'autorevolezza classica dello Stato, delle Chiese maggioritarie, delle tradizioni o della cultura dominante). Massimo Introvigne, a partire da questo, propone le seguenti tipologie: a) movimenti spirituali che invitano alla "fuga", all'abbandono della realtà complessa: trattasi in gran parte di sette di estrazione orientale, dove già la dottrina di una realtà "illusoria" è profondamente radicata, che propongono cammini ascetici di continua purificazione; b) movimenti spirituali che "demonizzano" la società complessa, annunciando crisi imminenti e catastrofi apocalittiche: i "fedeli", in questo caso, sono una minoranza elitaria, che si salveranno come sull'antica arca di Noè; c) movimenti che cercano un "patteggiamento" con la società complessa, praticando largamente il sincretismo religioso (che è il tentativo di selezionare il meglio possibile da ogni tradizione religiosa dell'umanità, coagulando i fedeli attorno ai concetti di bontà, tolleranza, desiderio di pace universale); d) movimenti che propongono decisamente il "superamento" della società complessa, rivalutando il singolo individuo e le sue inesauribili potenzialità interiori: sono vere e proprie religioni di autosalvazione, dove il divino è l'umano debitamente risvegliato, amplificato e persino lanciato alla conquista dei nuovi mondi (questo è il substrato più caratteristico dell'utopia del New-Age). Il gruppo d'esperti ginevrino, autore di un rapporto al Dipartimento di Giustizia e Polizia e dei Trasporti del Cantone di Ginevra (12) , da parte sua considera inopportuno inserire in testi legislativi la definizione di setta, proprio a causa delle difficoltà riscontrate nel coprire correttamente il concetto. Se nell'accezione comunemente utilizzata per setta si intende un gruppo umano di stile autoritario nel quale un elemento personale predominante (il guru (13) ) esercita una forte influenza sui membri ed il cui operato è sospetto e nascosto, scorciatoie che vogliono immediatamente leggere nell'elemento finanziario la loro ragione di essere sono tanto pericolose quanto errate. Innanzitutto perché si conoscono sette che non fanno del denaro il loro idolo. In secondo luogo perché anche l'eventuale presenza di somme importanti di denaro non è caratterizzante perché non specifica delle sette. Basta in questo contesto riferirsi alla Chiesa cattolica o alla Chiesa protestante - entrambe possedenti capitali immobiliari considerevoli - per convincersi del fatto che l'elemento economico non è esso solo sufficiente a caratterizzare la setta: nessuno infatti accusa queste ultime di abusare della buona fede dei fedeli; e nessuno le accusa di commettere l'illecito allorché viene applicato ad esempio l'art.668 del diritto canonico, che prescrive l'abbandono dei beni per chi ha accesso al convento (beni che sono offerti al l'organizzazione religiosa), oppure allorché viene pronunciato il voto perpetuo di povertà o sancito il principio secondo il quale tutto quanto il religioso riceve per il tramite del suo lavoro deve essere acquisito all'istituto. Insomma: l'aderente ad una setta che dona parte del suo patrimonio (14) o anche tutti i suoi beni può sorprendere, ma non fa nulla di fondamentalmente nuovo (15). E nemmeno la presenza di un guru è necessaria. La setta non vi è necessariamente legata e, d'altro canto, l'esistenza di un guru non conduce necessariamente alla nascita di una setta. Nemmeno poi tutte le sette hanno carattere religioso. Ad esempio anche se Scientologia continua ad affermare che si tratta di un movimento religioso, questo requisito è stato negato tanto da tribunali esteri quanto da tribunali elvetici (16). Scientologia d'altronde non parla mai di Dio o di entità sovrannaturale ed in questo senso non può essere considerata religione. Un fenomeno quello delle sette quindi che, anche se non perfettamente descritto perché non circoscrivibile, può e deve essere comunque analizzato e le conseguenze che comporta affrontate. Ed in quest'ottica quanto deve preoccupare la società sono le sette con tendenze accaparranti, dove la presenza di un leader -che rappresenta spesso l'istanza divina - del credo assoluto che professa e della promessa di salvezza che garantisce a chi aderisce al movimento, conducono ad un approccio dualista e manicheo del mondo: o con me o contro di me. Con me addirittura sino all'estremo sacrificio contro i nostri nemici che sono sulla terra. Questo approccio psicologico della realtà conduce ad un rifiuto del dialogo e di ogni compromesso che devono essere invece la base di una convivenza sociale. Chi possiede la verità - o ritiene di possederla - non discute, si investe pienamente nella causa e, nell'interesse altrui, può fare una sola cosa: opera di proselitismo. E' contro questo pericolo che ci si deve premunire evitando però tanto processi alle intenzioni dove pregiudizio vale giudizio quanto generalizzazioni tanto rassicuranti quanto eccessive e fuorvianti. Condividiamo perciò la scelta operata nel rapporto del gruppo di esperti ginevrini già citato, secondo il quale meritevole di analisi nell'interesse della difesa della nostra popolazione non è tanto il fenomeno settario in generale quanto quello delle sette deviate ossia soltanto di quei gruppi che preconizzano scelte di vita in evidente pericoloso contrasto con le regole della pacifica convivenza umana. In definitiva perciò quanto conta non è tanto il fatto a sapere se un certo movimento è settario o meno quanto quello di valutare se il suo operato entri in conflitto con l'ordine pubblico e comporti atti illeciti da parte dei suoi aderenti o dei suoi capi. 2.1. Mappa riassuntiva dei principali gruppi (sette, culti e movimenti religiosi) attivi nel mondo Per completezza forniamo qui di seguito un elenco dei principali gruppi settari attivi a livello mondiale (17). Arancioni o seguaci di Osho La predicazione di Bhagwan Shree Rajneesh, il fondatore della setta che negli ultimi anni della sua vita si fece chiamare Osho, iniziò nel 1964 in India con l'organizzazione di alcuni campi di meditazione. Nel 1974 fondò una comunità a Puna, presso la quale si stabilirono molti occidentali. Ma il vero boom del gruppo si ebbe a partire dal 1981, quando Rajneesh si stabilì in Oregon, fondando una comune con più di 7000 persone. Nel giro di pochi anni nacque un impero: alberghi, case editrici, aziende agricole, fabbriche, centri universitari. Attualmente, a sei anni dalla morte del fondatore gli arancioni nel mondo sono circa 3 milioni. Sulla crescita del movimento non hanno influito in misura tangibile le mille polemiche sulle enormi ricchezze accumulate da Osho, che era arrivato a collezionare perfino 70 Rolls Royce. La dottrina messa a punto è un originale sincretismo tra varie religioni orientali ed occidentali: si possono identificare elementi dell'induismo, del tantrismo, del buddismo, della mistica Sufi, dell'alchimia tardo-medievale e dello zoroastrismo. I seguaci devono seguire tre precetti: vestire sempre colori caldi, dall'arancione al bordeaux, portare al collo una collana di perle di legno con il ritratto del santone e sottoporsi all'iniziazione per ricevere un nuovo nome. Il nocciolo del suo insegnamento è stato di negare ogni certezza. Non esiste nessun Dio né una vita dopo la morte. La strada per la salvezza è individuale e si può percorrere solo dubitando di tutto. Anche di Osho stesso: ma più il santone predicava: "non seguitemi, non abbiate fede in me, siate solo voi stessi", più gli adepti lo idolatravano come un semidio. Avventisti del settimo giorno Con circa cinque milioni di fedeli in tutto il mondo, gli avventisti del settimo giorno rappresentano il ramo principale dell'Avventismo, ossia di quei movimenti religiosi che credono in due avventi di Cristo, l'uno dei quali sarebbe imminente. La dottrina è riassunta nelle 36 tesi pubblicate nel 1957. Le prime 19 sono presentate come comuni a tutti i cristiani e si riferiscono alla Trinità, alla divinità di Gesù, al peccato originale e alla redenzione. Il secondo gruppo, di 12 tesi, comprende dottrine condivise con i protestanti, come il battesimo per immersione, il sabatismo, il pagamento della decima, la proibizione di alcoi e tabacco. Le ultime cinque tesi sono quelle che definiscono la specificità degli avventisti del settimo giorno. In base a un calcolo numerologico si afferma che il 22 ottobre del 1844 Cristo è asceso alla parte superiore del santuario celeste, e che da quel giorno è iniziato un "giudizio investigativo", la grande inchiesta in cielo sulla vita di tutti gli uomini della storia: un processo nel quale Cristo intercede per i peccatori pentiti davanti al Padre. Un'altra tesi importante segnala lo scontro fra il "suggello di Dio" e il "marchio della Bestia": il suggello è la santificazione del sabato e il marchio è la sua diabolica sostituzione con la domenica. La Bestia responsabile della modifica sarebbe la Chiesa di Roma. Bambini di Dio Recentemente questa setta di origine cristiana ha cambiato il nome in "Famiglia dell'amore". Venne fondata dal pastore evangelico David Berg in California nel 1969, ma ha ora la sua sede principale a Montreal, in Canada. Nel momento della sua massima espansione contava più di 250.000 adepti, che vivevano in comunità di circa 5.000 persone. La predicazione di Berg inizia nel 1965, dopo un'apparizione del profeta Geremia che gli preannuncia l'imminente fine del mondo, ottenendo un notevole successo nei movimenti underground californiani. Anche grazie ad un rifiuto totale del "sistema", che coinvolge lo Stato, la proprietà e soprattutto la famiglia, con la quale il fedele deve rompere ogni legame. Il punto centrale della dottrina consiste nel riconoscere Berg come profeta di Dio e la sua parola come rivelazione divina. Poco rimane del cristianesimo ortodosso: non esiste la Trinità, Gesù non è Dio ed ebbe rapporti sessuali con tutte le donne del suo seguito. Proprio l'etica sessuale del movimento è stato uno dei principali motivi di scandalo; attività questa fonte di innumerevoli procedimenti giudiziari. Dalla morale sessuale dei bambini di Dio è esclusa solo l'omosessualità maschile, mentre sono ammesse poligamia, lesbismo, incesto, rapporti tra e con i bambini. Tutto viene giustificato ed esaltato come manifestazione della diversità del gruppo e come anticipazione di un mondo nuovo. Molto controversa un'altra pratica del gruppo, enunciata da Berg nel 1974: il flirty fishing o "pesca amorosa": in pratica le giovani adepte venivano invitate a bruciare i loro reggiseni, indossare camicette trasparenti e usare le loro attrattive sessuali per fare nuovi proseliti. Chiesa dell'Unificazione Fondata in Corea dal reverendo Sun Myung Moon all'inizio degli anni '50, è una delle sette di origine cristiana più diffuse nel mondo. Non si conosce esattamente il numero dei fedeli, ma si calcola che conti tra uno e tre milioni di adepti. Nato nel 1920, il giovane Moon manifestò precoci interessi religiosi, e a 16 anni avrebbe avuto un'apparizione di Gesù Cristo. Dopo aver combattuto per l'indipendenza della Corea dal Giappone Moon si diede alla predicazione. Il suo gruppo iniziò ben presto a suscitare sospetti e nel 1955 venne arrestato e processato. L'assoluzione fu il punto di partenza di un notevole successo, e la setta si trasformò presto in un fenomeno nazionale e internazionale. Nel 1958 i primi missionari partirono per il Giappone, l'anno dopo per gli Stati Uniti. Il boom si ebbe negli anni 70 e 80: nel 1986 il predicatore coreano ha radunato in un'unica manifestazione a Washington ben 300.000 fedeli. Iniziano però anche violente polemiche. Destano sospetto soprattutto le immense ricchezze della Chiesa, ma anche le tecniche di proselitismo, viste come sistematico lavaggio del cervello. Ma la crescita della setta è inarrestabile: non la frena neppure la detenzione per 13 mesi in un carcere del Connecticut con l'accusa di evasione fiscale. La dottrina del reverendo Moon è espressa soprattutto nel "Principio Divino", un testo che vorrebbe essere una chiarificazione del contenuto della Bibbia. La storia dell'umanità è presentata secondo lo schema classico di creazione, peccato e redenzione, quest'ultima ribattezzata restaurazione. La crocifissione di Cristo non sarebbe però riuscita a compiere la restaurazione, cosicché, ed è questo l'aspetto principale della dottrina, si attende un Secondo Avvento. In base a speculazioni numerologiche e geografiche si ritiene che il Signore del secondo avvento dovrebbe nascere in Corea nel nostro secolo. I documenti ufficiali non sostengono che Moon è il nuovo Gesù, ma la maggioranza degli Unificazionisti ne è convinta. Nella liturgia della Chiesa occupano un ruolo centrale i matrimoni di gruppo celebrati dal reverendo Moon e da sua moglie, i "Veri genitori": dalla cerimonia nascono le nuove "Famiglie benedette", i cui figli nasceranno liberi dal peccato originale. Gruppo Raeliano E' stato fondato in Francia nel 1975 da Claude Vorilhon. Secondo il credo della setta il fondatore fu rapito da un disco volante uscito dal cratere di un vulcano, e portato su un misterioso pianeta, dove ebbe la "rivelazione". Tornato sulla terra, e ribattezzato Rael (il Messaggero), iniziò la sua predicazione. Si tratta di una religione atea, secondo la quale l'uomo non sarebbe stato creato da Dio, ma dagli extraterrestri. Una delle prove si troverebbe nella stessa Bibbia: la parola Elohim, normalmente tradotta con Dio, significherebbe in realtà "coloro che sono venuti dal Cielo", quindi gli extraterrestri. I rituali della setta consistono nel tentativo di mettersi in contatto telepatico con gli Eloihm. Dopo il ritorno sulla terra dei creatori, ai fedeli non sarà donata la vita eterna, ma la possibilità di vivere su pianeti sconosciuti e straordinari, dove gli extraterrestri fabbricheranno per loro compagni e compagne bellissimi e disponibili. Quello raeliano è probabilmente il culto ufologico più diffuso dell'Occidente. Molto più modeste le dimensioni della setta Non siamo soli, che ruota intorno alla figura di Eugenio, anche lui rapito da misteriosi extraterrestri e rimandato sulla terra a predicare la verità. Hare Krishna Movimento spirituale che ha le sue radici più profonde nella tradizione induista: Krishna non è nient'altro che l'ottava incarnazione di Vishnu, il quale - secondo il racconto della Bhagavad Gita avrebbe passato la sua spensierata giovinezza presso la foresta di Vrindavan (dove ancora oggi esiste il centro propulsore di questo movimento spirituale). Nel 1966 un maestro di nome Swami Prabhupada sbarca negli USA (attirato dalla sete di misticismo orientale manifestato dalla gioventù inquieta di quegli anni) e fonda a New York la società internazionale per la Coscienza di Krishna. Il cammino di perfezione proposto è piuttosto esigente: bisogna sapersi "estraniare" dai pericolosi veleni della società complessa, praticando la meditazione, il dominio di sé (niente alcool, tabacco, eccessi sessuali o droga), con alimentazione rigorosamente vegetariana, assumendo uno stile gioioso e giocoso di vita (ad imitazione del dio suonatore di flauto e danzatore seducente ed instancabile). New Age A differenza degli altri gruppi, quello della New Age non è un movimento unico con una leadership ben definita. Si tratta piuttosto di una galassia di filoni di ricerca, centri di meditazione, forme artistiche, percorsi personali. E' al tempo stesso la più pertinente esemplificazione della spiritualità del post moderno. I seguaci della New Age, sono detti anche Acquariani vogliono fondersi con la natura e il cosmo fino a scoprire in se stessi la scintilla della grande energia universale di Dio. Si tratta di un rapporto diretto, che esclude la mediazione di qualsiasi gerarchia ecclesiastica tradizionale. Il sincretismo New Age riunifica elementi del buddhismo, dell'induismo, del sufismo, della tradizione biblica e dello gnosticismo. Si tratta sostanzialmente di un modo nuovo di pensare che sintetizza valori spirituali, filosofici e scientifici per realizzare una nuova civiltà, quella dell'Era dell'Acquario. Uno dei principali centri New Age si trova ad Esalen, tra San Francisco e Los Angeles, dove all'inizio degli anni 80 nacque il "Movimento per lo sviluppo del potenziale umano". Sai Baba Movimento che si rifà alla tradizione indù, fondato dal santone indiano Sai Baba, chiamato l'uomo dei miracoli. Il centro del culto è la città natale di Puttaparti, nel sud dell'India, vicino a Bangalore. Sai Baba sostiene di essere la reincarnazione di un asceta di Shirdi, nato nel 1856 e morto nel 1918, e ancora oggi venerato in India come un santo. Sai Baba si auto attribuisce gli attributi di un Dio: onnipresente, onnipotente e onnisciente. I suoi fedeli testimoniano di averlo visto a centinaia di chilometri di distanza da dove si trovava fisicamente, di aver assistito a levitazioni, di averlo sentito parlare in lingue che non ha mai studiato. Il santone propone una nuova trinità composta dal primo Sai Baba di Shirdi, da se stesso e dalla sua incarnazione futura, chiamata Prema Sai Baba, che apparirà dopo la sua morte, la cui data dice di conoscere, ossia il 2022. Scientologia (18) E' un movimento assai controverso, contrastato e aggressivo verso chi gli si oppone. Venne fondato all'inizio degli anni cinquanta dallo scrittore di fantascienza americano Ron Hubbard, che presentò al mondo la Dianetica, una complessa dottrina di origine psicanalitica. Le violente polemiche del mondo accademico convinsero Hubbard a trasformare la propria teoria in una vera è propria chiesa, Scientologia (Scientology), potendo in questo modo godere dei benefici della libertà di culto, molto sentita negli Stati Uniti. Per Scientologia l'uomo è "sporco", infettato dagli engrammi negativi (cioè i ricordi inconsci di esperienze dolorose del passato), ed è quindi incapace di godere del proprio pieno potenziale. Con la tecnica della Dianetica questi ricordi vengono riportati alla luce e cancellati, cosicché la persona diventa "pulita": al termine del percorso di ricostruzione la persona avrà poteri telepatici, conserverà il ricordo di tutte le precedenti vite, potrà liberarsi da tutti i mali del corpo. La maggior parte delle polemiche contro il movimento riguardano le spese enormi che i discepoli devono sostenere: il percorso inizia con un test di personalità gratuito, ma da quel momento in poi si sviluppa per corsi e seminari successivi sempre più costosi. 3. Pericoli della generalizzazione Evidentemente non tutte le sette - intese come gruppo di persone avente una peculiare e propria visione del mondo contrapposta a quella della maggioranza - detengono quel grado di pericolosità denotato da alcuni nuovi movimenti religiosi fra cui l'Ordine del Tempio Solare che tanto ha tragicamente fatto parlare di sé negli ultimi anni. Non tutte le sette infatti sono caratterizzate da quel proselitismo sovente assai aggressivo che, unito a tecniche di reclutamento e di formazione talvolta al limite del plagio e della coazione così come all'intollerante centralità ed autorità del capo carismatico, possono dar vita a forme di violenza spesso tratte da pratiche dal carattere esoterico o comunque ritenute magiche o traumaturgiche. E' quindi chiaro che sino a che l'attività di tali gruppi è limitata a quello che può essere definito il normale e legittimo espletamento delle libertà individuali - di coscienza, di credenza ma, soprattutto, di culto - sancite dall'ordine giuridico, l'ente pubblico non è legittimato ad intervenire. D'altro canto - e con riferimento alla legislazione in vigore nel nostro paese - come diremo più in dettaglio nel prosieguo l'ordinamento giuridico svizzero garantisce la libertà d'associazione ed anzi attraverso la legislazione civile concede, certo a determinate condizioni, la personalità giuridica ai gruppi di persone riunitesi corporativamente anche a fini religiosi. Allorché tuttavia questi gruppi sia per i mezzi utilizzati per il perseguimento del fine sia per il fine stesso assumono comportamenti illeciti, non solo è facoltà bensì è precipuo dovere dell'autorità pubblica intervenire a salvaguardia della libertà e dell'incolumità dei cittadini e quindi, più in generale, a tutela dell'ordine pubblico. Non esiste nessun particolare e specifico strumento giuridico per combattere le sette da Lei definite "pseudoreligiose": in questo ambito gli ordinari mezzi giuridici ed istituzionali a disposizione sono infatti quelli previsti dalla vigente legislazione ed in primo luogo quindi la polizia e la legislazione penale nei limiti in cui, evidentemente, l'attività della setta abbia una rilevanza da questo profilo. Nell'ottica dell'attività puramente preventiva invece una grande prudenza si impone: da un lato poiché, come già accennato, la questione rileva essenzialmente dall'ambito delle libertà individuali e dall'altro poiché incisive soluzioni legislative o amministrative a complemento degli strumenti già a disposizione e tese, ad esempio, a dichiarare, come è stato il caso di recente nella vicina Repubblica federale tedesca (19), note sette contrarie all'ordinamento giuridico interno, dovrebbero essere prudentemente valutate sotto l'angolo dell'opportunità e della loro compatibilità all'ordinamento giuridico cantonale e federale, ivi quindi compresa la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Quindi anche e soprattutto in questo specifico settore la generalizzazione è cattiva consigliera. E' infatti evidente che non si può condannare ogni tipo di setta richiamando semplicemente gli esempi di alta criminalità che hanno, anche in questi ultimi mesi e anni, occupato le prime pagine della stampa. Il rischio di procedere ad una cieca quanto improvvida generalizzazione è presente: non vi è dubbio alcuno infatti - ed è anzi fatto assodato - che non tutto ciò che in un determinato momento storico devia dalla norma religiosa o dalle chiese ufficialmente riconosciute o storicamente istituzionalizzate è necessariamente criminale. Ricordiamo che nel XIX secolo l'Esercito della Salvezza era ritenuto un gruppo minaccioso e fu anche proibito in alcuni Cantoni svizzeri (20): è un esempio che illustra l'errore di apprezzamento che si può commettere giudicando in assenza di corretta valutazione globale e in presenza di pregiudizio un movimento religioso minoritario, un errore nel quale è importante non ricadere. E' necessario evitare l'isteria ed anche gli eccessi che hanno portato nel passato a ritenere adepti di un culto e distruttori i battisti, i massoni e, in determinati luoghi, anche i buddisti. Molte sette meritano considerazione perché danno un apporto positivo alla società ed anche agli individui offrendo loro ad esempio una possibilità di inserimento allorché si sentono esclusi. Neppure quindi ci si può cristallizzare in uno stereotipo negativo perché vi sono sette che permettono positivi sviluppi personali e culturali. Non possiamo dimenticare che il nostro paese registra purtroppo un suicidio ogni 6 ore: questo triste primato fornisce la dimensione del problema connesso alla solitudine e all'emarginazione al quale siamo confrontati e che può, a volte, trovare soluzioni anche nell'adesione a movimenti spirituali minoritari. Prudenza quindi si impone a nostro avviso anche quando a talune organizzazioni per il recupero dei tossicodipendenti si rimprovera di togliere i giovani dalla droga per renderli poi dipendenti da organizzazioni settarie (21). Il rischio di fare del terrorismo antisetta è anche alimentato dal voler immediatamente ascrivere messe nere o profanazioni di cimiteri a preoccupanti atti di criminalità settaria allorché talvolta anzi assai sovente - tali azioni null'altro sono se non il frutto di adolescenziale voglia di infrangere le norme o di semplice imbecillità umana, al riparo dalla quale, purtroppo, nessun popolo può ritenersi. Caricaturizzando tutto ciò che è esoterico poi non si fa altro che disprezzarlo per ignoranza e paura; affibbiando a priori una connotazione negativa al termine setta non si fa altro che rinunciare ad un giudizio critico. E' anche necessario evitare di lanciarsi in una caccia contro tutto ciò che è differente o può essere vissuto come concorrente a quanto già esiste ed evitare altresì di etichettare immediatamente come fenomeno distruttore tutto quanto nella nostra società non sembri immediatamente conforme alla norma - intesa come maggioritario stile comportamentale - in vigore. La superficialità che conduce a gettare il sospetto su un gruppo semplicemente perché minoritario oppure dissidente rispetto alla corrente di pensiero predominante può perfino condurre ad eccessi dannosi non solo per tutti coloro che appartengono al gruppo stesso ma anche per chi ha scelto di adottare questa strategia, per chi alza l'indice accusatore sulla scorta di soli pregiudizi. I culti distruttivi sono un numero limitato ed accanto a loro esistono gruppi assolutamente innocui che preconizzano o concretizzano semplicemente un ritorno al sacro. Attenzione quindi all'utilizzazione non critica e generalizzatrice del termine setta: occorre assumere una posizione mediana tra quella che tende a minimizzare gli effetti nefasti provocati dall'agire di taluni fra questi gruppi e l'estremo opposto, che tende a scorgere Satana ed il male ovunque. Ma un ulteriore pericolo incombe su chi intende valutare il fenomeno delle sette: la volontà di spiegare tutto e tutto subito può condurre a ritenere pericoloso e nefasto ciò che semplicemente non riusciamo a capire. La risposta classica consiste nell'accollare etichette che possono in qualche modo rassicurare ma risultano profondamente fallaci. Così, per interpretare le scelte di taluni, non si può mettere (anche se potrebbe far comodo) aprioristicamente l'accento sulla debilità psichica dei membri di una setta, considerandoli come degli squilibrati o comunque come dei deboli di carattere assolutamente incapaci di opporsi alla forza di convinzione altrui. I fatti hanno peraltro dimostrato che tanto nel caso dell'Ordine del Tempio Solare (omicidi-suicidi in Svizzera, Francia e Canada in tempi diversi ma secondo modalità analoghe) quanto in quello recentissimo della Heaven's Gate (Porta del Cielo) si trattava di persone perfettamente nella norma, ben inserite nella vita sociale e di livello intellettuale ragguardevole. Tra i morti del Tempio Solare vi furono una psicoterapeuta, un'ex segretaria alle Nazioni Unite, un infermiere, una professoressa di disegno in pensione, un ex campione di sci, la moglie del direttore d'orchestra Michel Tabarnique. Vi furono anche due poliziotti, un ispettore perito con la moglie e i due figli di 2 e 4 anni. Errato quindi il giudizio di quei giornalisti che avevano lapidariamente qualificato i seguaci dell'Ordine del Tempio Solare come "anime fragili, marginali, ingenui, gregge di dolci squilibrati". Quindi, contrariamente a quanto si potrebbe credere, coloro che subiscono il fascino delle sette non sono necessariamente persone appartenenti a fasce sociali o di livello intellettuale e culturale limitato. Gli adepti dell'Ordine del Tempio Solare erano in maggioranza di classe media o benestante, di età superiore alla cinquantina e cercavano risposte a conflitti sociali o familiari. Diremo quindi che determinante è piuttosto il fattore della solitudine affettiva ed un certo vuoto sul piano spirituale. Più in generale si può lamentare il fatto che oggi, troppo spesso, viene qualificato d'irrazionale qualsiasi atteggiamento che paia in contrasto con la ragione economica, quella che ricerca l'utilità. Certo per taluni i giochi di fantasia, la realtà virtuale, l'esoterismo ed il satanismo costituiscono la quotidianità. Ma la corporazione del male non esiste, esiste caso mai la corporazione dell'indifferenza nei confronti dei valori etici. Non c'è nessun complotto generale con ingredienti di messaggi subliminali per colpire le generazioni future. Semmai il vero motivo di preoccupazione è il crescente materialismo abbinato al disinteresse per il prossimo (22). Da qui un bisogno di aggregazione che si può sviluppare e consolidare proprio nel rifiuto delle regole del gioco in vigore. Dobbiamo quindi evitare di ritenere dannoso o peggio di tacciare di pericoloso ogni e qualsiasi atteggiamento che non risponda alla logica del mondo industrializzato. Se superiamo questo primo ostacolo saremo in grado di accettare il fatto che il concetto di felicità ed il senso della vita possano divergere da persona a persona e che l'obiettivo possa non essere identico per tutti. Vi è poi la tendenza di taluni a portare il ragionamento sino all'estremo: ecco allora che la coerenza con i principi può addirittura entrare in conflitto, perché lo supera, con l'istinto di conservazione. Errata è la tentazione di interpretare o di spiegare il religioso con il non religioso, di cercare necessariamente altre ragioni - se possibile meno nobili - rifiutando l'idea che un gruppo possa decidere di annientarsi per motivi religiosi. La ricerca, ad esempio, della purezza totale può condurre a queste soluzioni estreme di cui peraltro anche la storia della religione cristiana è intrisa essendo ricca di sacrifici di questo genere. Concordiamo con chi sostiene che vivere non può essere un fine in sé e con l'idea secondo cui se l'unica ragione d'essere che la società sa proporre è quella economica, il rischio è grande che si sfoci irrimediabilmente nella ricerca di altro. Spetta, come vedremo, alle scuole, alle università, ai politici ed alla società - non solo alle Chiese fornire altre ragioni per l'umana esistenza: così (e non con la demonizzazione) si potrà sfuggire al canto della sirena costituita dall'irrazionale che comporta, spesso, imprevedibili quanto gravi pericoli di deviazione. Carlo Silini: "non è la guerra alle sette che porrà fine a sciagure come quelle del Tempio Solare, ma la guerra al vuoto che il nostro mondo tecnologico si porta dentro come un germe mortale. (23). 4. Pericoli dì talune sette Che danno arreca a terzi colui che partecipa ad una seduta di occultismo, che ritiene buona cosa passare le sue serate a pregare Satana o che si consegna con beni, anima e corpo ad un idolo terreno che gli garantirà la salvezza eterna? A prima vista nessuno. Purtroppo le più recenti esperienze (oltre agli esami effettuati da giuristi, criminologi, psicologi e psichiatri) mostrano che alcuni movimenti non sono per nulla pacifici, inoffensivi ed al massimo astrusi bensì costituiscono un vero pericolo per chi ad essi si avvicina. Il satanismo dapprima. Gli episodi di satanismo si riassumono in celebrazioni di messe nere, profanazioni di oggetti sacri, parodie di riti religiosi con contorni che vanno dalla semplice sceneggiata ad abusi sessuali, da opinabili adorazioni a Satana ad iniziazioni al suo servizio con evidenti connotazioni criminali. Se si può dare prova di tolleranza limitandosi, magari, a qualificare come episodio di cattivo gusto i messaggi satanici nascosti o addirittura subliminali contenuti in celebri brani della musica rock (parole blasfeme, messaggi di morte, esortazioni all'uso della droga, all'autodistruzione, al suicidio, al razzismo, alla pornografia ed alla violenza) (24), altro atteggiamento si deve avere allorché il rito si trasforma in una specie di grande psicodramma che permette sì di liberarsi da tutte le inibizioni ma che può condurre - con una giustificazione pseudoculturale - a lasciar libero corso, ad esempio, a perversioni sessuali di ogni genere. Se le messe nere si limitano al classico rituale che si riassume in una cerimonia cristiana completamente stravolta, con la croce capovolta e l'altare magari sostituito da una persona di sesso femminile priva di indumenti, ciò pur essendo blasfemo ed esecrabile può ancora rientrare nel limite dell'accettabile in forza di quel rispetto della libertà del singolo alla quale tutti teniamo. Ma non deve esserci tentennamento alcuno nel perseguire e condannare atti di alta criminalità perpetrati nel quadro di queste sedute rituali. Ricordiamo il caso di Marco Dimitri, 34 anni, capo della "Setta dei Bambini di Satana", che si firmava con l'emblema satanista Bestia 666, e contro il quale la giustizia italiana ha proceduto all'inizio del 1996. L'accusa nei suoi confronti e nei confronti di tre altri sedicenti sacerdoti e di tre sedicenti sacerdotesse fu quello di riti sessuali violenti nei confronti di due ragazzi minorenni e di un bambino di due anni, costretto inoltre a giacere in una bara assieme ad un cadavere per avvicinarsi all'aldilà diabolico. Certo sono fatti che indignano e preoccupano, in special modo se si prende atto del fatto che su scala mondiale vi sarebbero 10/15000 satanisti e che negli Stati Uniti 15 sacrifici umani all'anno - quindi perlopiù assassini o omicidi - sarebbero realizzati nel quadro di cerimonie sataniche. Più in generale però, accantonando quindi la realtà diabolica, ciò che è fonte per noi di preoccupazione sono quei gruppi che esplicitamente o implicitamente coltivano un culto distruttore. Sotto questo termine possono essere iscritti quei fenomeni che conducono dal l'annientamento della personalità con conseguenze che vanno dalla spoliazione totale dei beni (il fine ultimo non è d'altronde sempre quello di estorcere beni agli aderenti ma a volte quello di godere "semplicemente" di un illimitato potere su di loro) sino alla lesione della propria integrità fisica, alla messa in pericolo della propria vita o di quella dei propri figli. L'immagine di chi entra a far parte di una di queste sette ci ripropone spesso il quadro di un'esistenza in modo sorprendentemente mutata, di una situazione di grave dipendenza, di pratiche intollerabili che nelle forme estreme raggiungono reati quali la violenza carnale o l'omicidio sacrificale, di una famiglia e di una cerchia di affetti rinnegati e distrutti. Questi movimenti distruttori sono caratterizzati, di regola, da alcuni degli elementi seguenti: - l'aspetto religioso funge in realtà da facciata e nasconde obiettivi di diverso genere; - vi è una dissonanza evidente tra la realtà e quanto viene illustrato all'interno di queste sette; - il concetto pseudoreligioso e totalitario prevede la soggiogazione totale degli adepti ai leaders per i quali si deve nutrire un vero e proprio culto; - l'offerta di aiuto si riassume in pseudoterapie che garantiscono guarigioni miracolose (Dianetics è una tecnologia che riporta alla luce la fonte di sensazioni ed emozioni indesiderate, incidenti, ferite e malattie psicosomatiche e che espone delle risoluzioni efficaci per tali condizioni - i principi di Dianetics per immagini -); - l'obiettivo economico spesso non è estraneo all'intero "concetto" anche se è possibile che non sia l'elemento scatenante; - le conseguenze possono essere di estrema gravità e condurre alla rovina psicologica e psichica gli aderenti. Il prezzo per la prospettiva di migliorare la propria felicità terrena è la totale dipendenza psichica e lo sfruttamento economico. Utile in questo contesto, nel tentativo di estrapolare gli elementi caratterizzanti le attività settarie pericolose, ci pare citare un rapporto sulle sette redatto da una Commissione parlamentare francese la quale ha definito "eccessi settari": - la destabilizzazione mentale; - il carattere esorbitante delle esigenze finanziarie; - la rottura con l'ambiente d'origine; - le lesioni all'integrità fisica; - l'arruolamento di bambini; - i discorsi antisociali; - gli attentati all'ordine pubblico; - i tentativi d'infiltrazione nei poteri pubblici; - la creazione di circuiti economici paralleli; - il numero e l'importanza delle cause giudiziarie pendenti. I pericoli di queste perverse religiosità parallele sono notevoli anche perché le idee, una volta impiantate, sono difficilmente estirpabili. Basta in quest'ottica ricordare la seconda (23 dicembre 1995, St. Pierre de Chérenne: 16 morti) e la terza ondata di omicidi-suicidi della Setta del Sole intervenuta allorché i leaders già erano morti. Il lavaggio del cervello ed il controllo mentale che robotizza le vittime si prolunga nel tempo e può condurre a vere e proprie catastrofi dell'animo: i membri si identificano a tal punto strettamente con la setta che essa diventa il loro unico punto di riferimento ed il viaggio verso Sirio (se ci riferiamo alla Setta del Tempio Solare) rimane l'aspirazione massima, anche se gli apostoli di questa idea già si sono avviati scegliendo la morte. Ci rendiamo conto, stupefatti, che anche da noi ed alla fine del XX secolo, l'elemento religioso in se salvifico può, se perversamente manipolato, uccidere. E quanto più preoccupa è il fatto che le sette nate attorno agli anni '60 e che continuano ad esistere oggi siano composte di membri non più giovanissimi che hanno però educato una seconda generazione, i figli nati e cresciuti all'interno di queste anomala realtà. I dati in ciò sono allarmanti: due milioni di cittadini della Repubblica federale tedesca fanno parte di una setta e si valuta che circa 200.000 bambini vengano oggi educati all'interno di queste opinabili - a volta insane - logiche mentali. E' chiaro che l'autoritarismo che caratterizza questi gruppi non fornisce infatti ai bambini la possibilità di imparare le regole della vita sociale e democratica. E allora una domanda sorge spontanea: cosa sarà di loro? 5. Metodi di arruolamento E' interessante tratteggiare, per sommi capi almeno, il metodo utilizzato da parecchie sette per accostare i potenziali aderenti. Si tratta di gruppi che propongono una diversa visione del mondo e si trasformano in specchietti per le allodole per tanti giovani che intendono magari esprimere così il loro malessere. I pericoli sono numerosi e subdoli perché difficili da caratterizzare o per lo meno da evidenziare immediatamente. Vi è innanzitutto una prima fase, quella di una conversazione che sembra piana e serena: "Hai problemi? Sei infelice? Noi ti diamo la soluzione.". Così Scientologia (25): "L'uomo medio è pieno di problemi. Egli si chiede: come posso guadagnare di più? Come posso assicurare la fedeltà di mia moglie? Come posso aiutare i miei bambini a crescere?". Questa prima fase fa spesso presa perché il seme cade su persone in cerca d'ascolto che rimangono sorprese ed interessate al tempo stesso da quello che il gruppo propone loro. Altro caso, ovvero quello dell'organizzazione del Tempio Solare: la gente cominciava ad assistere ad una conferenza tenuta da Luc Jouret, personalità di grande carisma. Questo primo passo era assolutamente libero. La seduzione che l'oratore esercitava sul pubblico portava poi, per il tramite di un certo processo di manipolazione (26), ad affiliare alcuni degli spettatori permettendo loro di entrare nella cerchia ristretta degli aderenti. Ogni nuovo membro era infatti designato da Joseph Di Mambro come la reincarnazione di un personaggio religioso celebre ed in questo modo valorizzato ed utilizzato per diffondere il messaggio di salvezza. Già a questo punto peraltro si intravede quella che costituisce la seconda fase consistente nel filtraggio, ossia nell'impegnarsi su quei soggetti che si mostrano particolarmente ricettivi, proprio perché stanno vivendo una crisi di orientazione. Ad essi il nuovo gruppo sembra poter garantire calore. In realtà si sfruttano la loro vulnerabilità e le carenze affettive. Nei primi tempi d'altronde all'interno della setta poco si parla dell' insegnamento: si tratta invece di dar spazio al neofita lasciandogli esprimere i suoi problemi e rispondendo alle sue sollecitazioni, fornendogli un'immagine di gente felice e perfettamente a proprio agio che intende aiutare chi è in difficoltà. Si usa la cosiddetta "bomba d'affettività": chi si sente solo viene abbracciato anche fisicamente (27) . I nuovi si vedono così spalancata l'autostrada della serenità e partono per un'esperienza comune grazie all'animatore che non smetterà di ricordare all'interessato che "ora anche tu sei dei nostri". Poco a poco però viene inserito, a dosi omeopatiche, il nuovo insegnamento. Poco è visibile: tutto sembra entusiasmo e naturalezza. Anche l'aspetto finanziario inizialmente è insignificante. Si chiedono versamenti quasi simbolici. Poi ecco i seminari, i gruppi di lavoro e le discussioni sempre più impegnativi tanto per la psiche quanto per il portafoglio del nuovo adepto. Gradatamente, grazie anche allo spirito di aggregazione che è proprio dell'essere umano, ci si avventura su di un scivoloso pendio che porterà al punto di rottura. Il novizio è infatti sempre più convinto della validità del gruppo e per sostenere il nuovo modo di vita e le idee dei suoi compagni entra in conflitto con la famiglia, con gli amici, con tutti coloro che, a parer suo, non sono in grado di capirlo. A volte la famiglia verrà minacciata da parte del gruppo affinché rinunci al tentativo di sottrarre il nuovo adepto alla setta. Il mutamento nella dieta alimentare (rottura con il mondo ordinario), la dottrina di tipo misterico (che può andare dalla parapsicologia all'esoterismo) ed altri tipi di intervento conducono poi il soggetto al rigetto dei precedenti valori. Anche l'uso dell'ipnosi e l'uso di mezzi chimici possono ampiamente agevolare la sottomissione totale della persona. Si rompono i ponti e paradossalmente l'unico aggancio gratificante che sembra restare è quello appunto della setta. In realtà l'isolamento progressivo ha reso il nuovo adepto succube, immune alle influenze esterne e pienamente dipendente da questa nuova realtà. (28) Nel gruppo si procede alla rimozione della privacy: si fa tutto in comune sostituendo un ego collettivo all'ego individuale e si invita l'individuo a scaricarsi del fardello delle proprie colpe aprendosi in confessioni liberatorie. Così Scientologia, seguendo i principi della dianetica, la famosa dottrina di Ron Hubbard, utilizzando anche uno speciale elettrometro, aiuta i suoi aderenti ad individuare aree di angoscia e di travaglio spirituale. Fornisce poi una consulenza pastorale in grado di garantire un costante miglioramento personale e di condurre, proprio attraverso 1'"auditing" il soggetto fino a livello di clear (chiaro, pulito, libero). Questa pratica - in auge anche in Ticino - è stata giudicata dalla società ticinese di psichiatria e di quella di psicologia, nel 1982, come un miscuglio di tecniche di riconosciuto valore ma che, se poste in atto da persone non specialiste (come è il caso per Scientologia), possono arrecare danni serissimi. Si impone poi un'attività prolungata ed estenuante tanto dal punto di vista fisico quanto da quello mentale (chiedendo ad esempio di imparare lunghe preghiere). L'ordine del giorno è particolarmente impegnativo: poco sonno, regole estremamente precise anche sul linguaggio da utilizzare, contributo alle spese comuni. Ecco in seguito apparire la dipendenza finanziaria: l'adepto non ha denaro proprio e deve chiedere al capo. A ciò corrisponde anche una deresponsabilizzazione (decisione adottata da altri) che dalle persone psicolabili è ben accetta perché le scarica dal fardello costituito, appunto, dall'assunzione di responsabilità; ora si chiederà un impegno finanziario sempre più importante o allora, se se ne volesse andare, di ripagare i vari corsi che ha seguito, l'insegnamento ricevuto. Ed il messaggio è chiaro: "o con noi, o contro di noi", tertium non datur. Il mantenimento in seno al gruppo è garantito anche dalla pressione costante. Per chi si sposta dai comportamenti dettati dalla setta immediatamente c'è un atteggiamento di rimprovero. Spesso e volentieri gli si chiede di procedere ad una confessione ed ad un autoesame psicologico del suo passato. La persona allora si crea grossi sensi di colpa che verranno poi utilizzati per incrementare la dipendenza psicologica: è la programmazione. L'identità è praticamente stata trasformata (29). Quindi eccoci al termine del processo: il novizio non è più tale ed è anzi pronto a trasformarsi lui stesso in apostolo missionario. Abbandonare il gruppo è ormai quasi impossibile. Resta soltanto la via di convincere anche altri che questa è la strada della salvezza. La soggiogazione è totale. Basti in quest'ottica ricordare che l'iter sopra tratteggiato ha condotto all'elaborazione della tecnica detta del flirty fishing (30) - all'utilizzazione cioè delle persone di sesso femminile come "esca" da parte del gruppo religioso - giustificata dai responsabili francesi di questa setta, che procedeva ad una fuorviante evangelizzazione, con il fatto che se Cristo ha offerto la sua vita per salvare l'umanità, persone di sesso femminile possono offrire il loro corpo per ricondurre sulla giusta via le pecorelle smarrite. Certo sono vicende che suscitano lo sconcerto. Secondo Michele Del Re (31), Professore di diritto all'Università di Camerino e Presidente e coordinatore del Centro studi culti emergenti dove vengono raccolti dati di ogni tipo su quei gruppi che si pongono finalità antisociali, la tecnica del soggiogamento all'interno dei culti distruttivi non propone tuttavia granché di nuovo. E' infatti la medesima nata nell'immediato dopoguerra nelle prigioni cinesi e che si sviluppò in Corea ed ancor meglio in Bulgaria, luoghi dove i prigionieri politici e non politici venivano utilizzati come cavie per il condizionamento mentale. Tale tecnica, che può invero rivestire forme diverse, si riassume sempre però in tre momenti base, e cioè: - l'isolamento della persona; - l'indottrinamento della persona; - il mantenimento della persona stessa in stato di dipendenza assoluta. Le conseguenze negative si possono riassumere nella perdita di contatti sociali, nella rottura di relazioni esistenti, nella trasformazione della personalità, nella dipendenza mentale, nella sottomissione materiale e addirittura in conseguenze a livello fisico provenienti da un'alimentazione non equilibrata, dalla privazione del sonno o dal rifiuto di trattamento medico. Un'altra tecnica indiretta che talune sette utilizzano per crearsi un mercato od incrementarlo consiste nel raccogliere consensi presso persone in vista, che costituiranno poi l'elemento di riferimento per assicurare l'onorabilità al gruppo religioso. Significativo in questo senso l'importante appoggio che nomi celebri statunitensi hanno di recente dato a Scientologia a seguito della proibizione di questo movimento pronunciata nella vicina Germania: mediante una lettera aperta dai toni assai duri indirizzata al celliere tedesco Helmut Kohl, una trentina di personalità del cinema, per la maggior parte americane (32), pubblicata il 9 gennaio 1997 sulle pagine dell'International Herald Tribune, invitavano la Germania a porre fine alla discriminazione di cui la Setta di Scientologia sarebbe vittima e azzardavano un parallelo tra le misure adottate nei confronti dei membri di questa setta e quelle che colpirono gli ebrei negli anni trenta. Peraltro, anche la nostra realtà cantonale non è scevra di questi esempi: nel corso del 1997 ogni membro del Governo ticinese ha infatti ricevuto gratuitamente dalla stessa setta lussuosi volumi illustranti il pensiero di L. Ron Hubbard, l'iniziatore di Scientologia; volumi che i Consiglieri di Stato hanno ritenuto opportuno rispedire al mittente. Queste quindi in sintesi le principali tecniche di plagio. - Il "love bombing": il "bombardamento d'amore" è forse la tecnica più usata, e quella che ha gli effetti più durevoli. Il neofita viene letteralmente circondato d'amore dagli aderenti alla setta, che lo mettono al centro del loro interesse, lo "coccolano", lo riempiono d'attenzione. In una seconda fase due o tre persone si dedicano esclusivamente a lui. Cercano di eliminare ogni suo dubbio, e rafforzano il suo desiderio di appartenenza al gruppo, coinvolgendolo in giochi e canti. - L'isolamento: la persona viene separata dalla sua famiglia, gli viene reso impossibile con ogni scusa (telefoni guasti, strade interrotte) il contatto con persone esterne. Si crea l'incapacità a verificare le informazioni che vengono fornite, rendendo accessibile un'unica realtà, quella del gruppo. - La ripetitività: con il pretesto di favorire la meditazione si induce il neofita a ripetere ossessivamente le stesse parole, cantare le stesse strofe o svolgere di continuo un'attività. In questo modo si induce artificialmente uno stato di alta suggestionabilità. - La privazione del sonno: tecnica spesso associata alla precedente e viene incoraggiata motivandola come necessaria per non interrompere lo stato di concentrazione raggiunto. In questo modo si indebolisce il fisico, rendendo ancora più vulnerabile l'individuo. Allo stesso scopo si usa una alimentazione inadeguata. 6. Perché lo Stato dovrebbe intervenire? Perché lo Stato dovrebbe interferire nella nascita e nella vita di gruppi ai quali gli adulti aderiscono, perlomeno apparentemente, senza costrizione? Si tratta evidentemente di una domanda chiave. L'art. 49 cpv. 1 della Costituzione federale (Cst. fed.) e l'art. 9 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che sanciscono la libertà di coscienza e di credenza, garantiscono ad ognuno il diritto di avere una propria visione del mondo nonché la scelta dei propri valori etici e morali, mentre l'art. 50 Cst. fed. il diritto di esercitare liberamente il culto di tali credo. Nella stessa direzione va d'altronde l'art. 8 cpv. 2 lett. b) della Costituzione cantonale ticinese. Certo queste garanzie costituiscono un elemento essenziale della nostra democrazia. Tuttavia esse non devono costituire un ostacolo all'intervento delle autorità amministrative o giudiziarie nell'ambito della prevenzione e della repressione delle devianze settarie. In effetti, tali garanzie fondamentali non autorizzano ogni e qualsiasi comportamento: innanzitutto esse proteggono unicamente le attività religiose e non le attività commerciali ad esse più o meno direttamente correlate; in secondo luogo le modalità di funzionamento e le pratiche religiose stesse devono, per essere coperte dalla Carta fondamentale, risultare compatibili all'ordine giuridico, quindi lecite. In particolare, non è ammissibile, richiamandosi pretestuosamente alla libertà di coscienza e di culto, commettere atti illeciti dal profilo civile o da quello penale. Inoltre, considerato come il diritto di credere o non credere e quindi di poter liberamente optare per l'appartenenza o la non appartenenza ad un gruppo religioso sia di ognuno, i gruppi religiosi non sono certamente autorizzati ad utilizzare mezzi coercitivi - siano essi di natura fisica o psichica - per costringere i loro membri all'aggregazione (33). Quindi se è vero che l'ordine giuridico difende la libertà di credo e di culto, il diritto inalienabile di pensiero e di parola, è altrettanto vero che lo Stato in alcuni casi dispone, malgrado il suo dovere di protezione della libertà religiosa, di un dovere di ingerenza. Se non spetta allo Stato ed ai suoi poteri giudicare il contenuto del credo - ed in questo senso la libertà religiosa non è soltanto la facoltà concessa di pensare ciò che si vuole bensì anche quella di praticare il proprio progetto realizzativo in seno alla società - e se, proprio poiché ogni credo è lecito fintanto che non si trasforma in atti pericolosi e nocivi, non è dato allo stesso di giudicare un gruppo per le idee che professa, lo Stato deve per contro ingerirsi in talune pratiche ed anzi proibire quelle che sono contrarie alla legge od anche al buon costume. Ma le difficoltà stanno da un lato nel riuscire a scoprire cosa effettivamente si celi dietro il paravento di facciata di ogni organizzazione e d'altro lato nello stabilire se ed in che misura le adesioni dei proseliti avvengano sulla scorta di una volontà libera e non invece a seguito di sottile costrizione psicologica che porta gradatamente a rinunciare al proprio libero arbitrio e ad incatenarsi ad idee o leaders in maniera oggettivamente autolesionista. Ma come trovare i criteri generali che permettano di stabilire dove ha limite la libertà religiosa e dove, di contro, si sfocia in pratiche pericolose? Certo la ricerca di tali criteri non è cosa agevole: tuttavia non si deve rinunciare ad informare e a rendere attenti i cittadini sui pericoli "di slittamento" che l'appartenenza all'una o all'altra setta possono comportare. Pericoli d'altronde non sempre evidenti ab initio; basti ricordare, ad esempio, che Jim Jones nel 1972 in uno dei ghetti più poveri di San Francisco aveva sviluppato un'attività sociale molto intensa dimostrandosi estremamente disponibile nei confronti di persone di razze emarginate ed avviando anche un programma di riabilitazione per i tossicomani. E' quindi a causa di uno scivolamento progressivo che si è giunti alla tragedia del Tempio del Popolo poiché all'inizio l'attività del gruppo religioso era manifestamente tesa alla realizzazione di nobili progetti. 7. Giustizia in difficoltà? Se il diritto penale è senz'altro in grado di combattere adeguatamente fenomeni delinquenziali classici che si possono sviluppare all'interno dell'agire di una setta - si pensi: - ai reati contro la vita e l'integrità della persona (ad esempio: omicidio, assassinio e omicidio colposo, artt. 111, 112 e 117 del Codice penale svizzero (CP); lesioni personali gravi e semplici, artt. 122 e 123 CP); - ai reati contro il patrimonio (ad esempio: appropriazione indebita, art. 138 CP; truffa, art. 146 CP); - ai reati contro la libertà personale (ad esempio: coazione, art. 181 CP; sequestro di persona e rapimento, art. 183 CP); - ai reati contro l'integrità sessuale (ad esempio: atti sessuali con persone dipendenti, art. 188 CP; coazione sessuale, art. 189 CP; violenza carnale, art. 190 CP) (34); e il diritto civile di contrastare, qualora vi fosse l'espressa volontà di agire da parte delle vittime, talune azioni aventi segnatamente tratto alla libertà personale nell'ambito individuale e contrattuale o alla sfera patrimoniale (35), la stessa cosa non può dirsi delle violenze psichiche cui talvolta sono soggetti coloro i quali si avvicinano a gruppi settari deviati. Così, se un semplice schiaffo può scatenare una querela e suscitare una sanzione ed un insulto, che ferisce l'onore, può comportare una condanna penale, l'indottrinamento e condizionamento psicologico - il cosiddetto "lavaggio del cervello" - troveranno molto difficilmente un giudice che li sanzioni. Questo anche perché il consenso della vittima rende guardingo chi è chiamato ad intervenire con il grave strumento che è il diritto penale ordinario. Un esempio: il 12 marzo 1996, il Tribunale correzionale di Cernier (Cantone di Neuchâtel) ha condannato in contumacia il discepolo di un guru indu a 4 mesi di carcere con il beneficio della sospensione condizionale della pena per essersi appropriato indebitamente, ai sensi dell'art. 138 CP, di fr. 40.000.-. La vittima, una donna di 60 anni, sosteneva di contro che la somma carpitale ammontava a più di fr. L.500.000.-. Infermiere in psichiatria il condannato reclutava aderenti durante i corsi di yoga che impartiva. La sua intenzione era quella di diffondere la filosofia del saggio indu Shaddhmanda Bharati. Interessante è constatare come sia stato il Procuratore pubblico stesso a ritenere che non fossero dati gli estremi per una condanna - che nel caso specifico sarebbe risultata senz'altro più pesante - per truffa (art. 146 CP) e sintomatico ritenere che fu egli stesso ad affermare, nel corso del dibattimento, "il mio ruolo non mi impone di difendere ingenui e illuminati". Ci si deve arrendere ad un'evidenza: i fenomeni pseudoreligiosi che scivolano poi verso atti di criminalità hanno raramente occupato la giustizia svizzera e ciò per le già accennate difficoltà pratiche riscontrabili tanto nella delimitazione del problema quanto nell'intervento stesso. Continua a costituire quindi un'eccezione l'espulsione dal nostro paese, alla fine degli anni '80, del capo del Centro della Luce Divina con sede a Winterthur. In questo caso - che costituisce invero un caso unico e isolato - l'autorità ritenne che l'opera di questo guru fosse particolarmente nefasta e che occorreva perciò procedere in maniera drastica. A ciò si aggiunga il fatto che, la responsabilità penale essendo individuale, sarà il singolo membro a dovere rispondere penalmente: il leader della setta evidenzierà allora come si tratti in fondo di una scelta personale che non può essere ricondotta a chi, a capo di un'organizzazione, vuole soltanto proporre un sistema di vita alternativo senza preconizzare nulla che metta a repentaglio l'integrità di terzi. Un'altra difficoltà è data dall'organizzazione settaria che si muove sovente sul piano internazionale, con la conseguenza che è assai arduo colpire con i correnti strumenti giuridici vincolati perlopiù al principio della territorialità. Le sette poi sono lungi dall'accettare supinamente appunti e critiche: sono sovente molto aggressive nel difendersi ed anzi contrattaccano con violenza. Le vittime e le famiglie delle vittime esitano spesso a lanciarsi in duelli giudiziari costosissimi (vista la disponibilità finanziaria dell'avversario) spesso destituiti di garanzie di successo. Rispondendo ad ogni attacco con un processo esse, pur non riuscendo solitamente ad ottenere ragione, centrano un altro bersaglio altrettanto importante: quello cioè costituito dall'attenzione che inevitabilmente i media consacrano alla tematica e dalla conseguente attenzione del pubblico: anche se perderà il processo, la setta in questione guadagnerà così una tribuna privilegiata per diffondere le sue idee. Ciò peraltro è quanto accaduto di recente, nel mese di dicembre 1997, nel Cantone di Friburgo ove un Tribunale civile attestando il fatto che gli scritti dei seguaci della setta dei raelliani possono "indiscutibilmente portare e dei comportamenti proibiti nei confronti dei minori" ha negato il diritto di risposta al gruppo nell'ambito di un articolo apparso nel mese di agosto dello stesso anno sul quotidiano "La liberté" (36). 8. Ordinamento giuridico svizzero Nello studio ginevrino (37) sono stati identificati quattro spazi d'azione: quello attinente al diritto di famiglia, quello al diritto amministrativo, quello al diritto fiscale e quello al diritto prettamente penale. Per prevenire e quindi combattere efficacemente i risultati incresciosi cui abbiamo sin qui fatto riferimento (criminali o semplicemente abusivi), occorre infatti innanzitutto verificare quali mezzi l'ordine giuridico pone a disposizione sul piano costituzionale, penale, civile e amministrativo. In questo contesto vi sono innanzitutto gli strumenti connessi alla preservazione dell'ordine pubblico, ossia alla difesa di beni giuridici che lo Stato deve necessariamente proteggere (fra altri: la salute, l'educazione, i minori, la morale): valori minimi fondamentali questi che costituiscono l'essenza stessa dello Stato. Vi sono poi le normative penali. Il diritto costituzionale invece protegge in linea di massima le sette il che non significa che questa protezione sia assoluta. (38) Perché i diritti costituzionali in questione - quelli cioè riferiti alla libertà religiosa possano essere limitati da misure legali o di polizia è infatti necessario ma sufficiente che la misura stessa sia prevista in una legge, sia giustificata da un interesse pubblico preponderante e sia rispettosa del principio della proporzionalità (39); in altri termini la libertà di religione e di culto non prevale che a certe condizioni su altri valori che lo Stato ritiene di fondamentale importanza per la collettività, ovvero sull'ordine pubblico (40). La giurisprudenza di alcuni decenni or sono del resto non è per nulla superata e mantiene la sua piena attualità in particolare con riferimento alla difesa dei principi costituzionali correlati al bene pubblico e alla nozione di bene di polizia giuridicamente protetto. Da notare che quest'ultima nozione presenta un grande interesse perché copre la salute, l'integrità fisica e psichica e la buona fede nella relazione contrattuale. Dal canto suo la recente giurisprudenza nel quadro della protezione contro se stessi permette di affermare che se non esistono vittime consenzienti è altrettanto vero che occorre garantire la validità del consenso. Lo Stato che protegge il consumatore dall'eccessivo indebitamento personale derivante dal credito al consumo dovrebbe, a maggior ragione, proteggere contro le conseguenze finanziarie dell'adesione ad una setta. Nell'attesa che ciò avvenga - magari con norme puntuali certo di ardua elaborazione - è senz'altro opportuno che le istituzioni intervengano nondimeno nell'ipotesi in cui la "vittima" è in grado di comprendere ciò che fa ma non è pienamente in grado di valutare le conseguenze di tale suo agire. Non dobbiamo inoltre dimenticare che nel preciso contesto pecuniario si tratterà anche di proteggere la famiglia qualora questa fosse posta nella condizione di patire, ad esempio a causa dell'indigenza provocata da smodate alienazioni, anch'essa dell'attività dell'aderente alla setta. Dal punto di vista del diritto civile si può in questo contesto certamente ipotizzare l'applicazione degli artt.307 segg. del Codice civile svizzero (41). Secondo Martin Stettler (42) il fatto che oggi si divenga maggiorenni già a 18 anni non ha fatto che aumentare i rischi che i giovani si facciano sfruttare tanto sul piano materiale (possibilità di sottoscrivere prestiti, di firmare dei contratti di vendita o dei corsi pagabili per acconti), quanto perché qualificandolo da adulto lo si spinge a credere di avere oramai trovato un equilibrio psichico e un'identità propria di questo stato mentre ancora la stessa è in pieno sviluppo. 9. Risposte? Possiamo fare di più con quanto è oggi a nostra disposizione per combattere i pericoli insiti nell'attività di alcune organizzazioni settarie? Oppure dobbiamo necessariamente legiferare puntualmente ed emanare nuove normative? Cosa si può proporre per una miglior prevenzione e un più importante aiuto alle famiglie? La Polizia Un efficace strumento di lotta è costituito dall'adeguata formazione dei funzionari e dei professionisti confrontati con i problemi delle devianze settarie. Negli Stati Uniti, ad esempio, è stata creata una vera e propria polizia dei culti, un gruppo specializzato che si occupa in particolare del satanismo. Alcuni esperti del settore auspicano che uno strumento analogo venga introdotto anche in Europa. Certo, ciò garantirebbe interventi più efficaci; tuttavia la difficoltà che, per evidenti motivi, incontrano i corpi di polizia nell'agire efficacemente ed in tempi celeri è stata crudelmente dimostrata in occasione della tragedia di Saint-Pierre-de-Chérennes, intervenuta un anno dopo il massacro di Cheiry e di Salvan, mentre le inchieste sull'Ordine del Tempio Solare erano in corso (notisi che a Ginevra la Polizia aveva indagato su una lista di 200 persone sospettate di essere aderenti dell'Ordine del Tempio Solare e che gran parte delle vittime francesi erano state interrogate dopo Cheiry e Salvan). Le accuse cui è stata oggetto tanto la polizia quanto la giustizia svizzera per non essere riuscite ad impedire il massacro nel Vercors, dove con ogni probabilità la maggior parte degli aderenti alla setta sono stati uccisi, offrono peraltro il fianco ad una domanda tanto precisa quanto di difficile soluzione: cosa si poteva fare, per evitare il porsi in essere della tragedia? Di difficile soluzione poiché se, come abbiamo più volte ricordato, la libertà religiosa non permette tutto, è comunque assai difficile, soprattutto dal profilo giuridico, impedire ad adulti di riunirsi, di esprimere liberamente le proprie opinioni o di vivere al di fuori delle norme dettate dalla società. La difficoltà è anche legata al fatto che la setta che si sente oggetto di inchiesta e quindi "braccata" può addirittura, sfociando in quegli atteggiamenti inconsulti che tutti noi conosciamo, affrettare i tempi per la partenza verso il mondo migliore con la conseguenza che il tentativo di prevenire la tragedia porta alla tragedia stessa. E' certo però che anche nell'attività informativa verso terzi la Polizia, proprio per le sue peculiari strutture di raccolta delle informazioni, può giocare un ruolo determinante nel l'informazione verso terzi dei pericoli imminenti e concreti (43). La legislazione e i tribunali Il 22 novembre 1996 un tribunale di Lione si è pronunciato nell'affare detto "di Scientologia". Questo atto costituisce probabilmente la reazione più recente di un'autorità penale di fronte alle derive settarie. Ora, in Svizzera vi sono principalmente due tendenze. Da un lato quella che considera il diritto penale attuale sufficiente per contrastare le devianze settarie (atteggiamento consigliato: legiferare con prudenza) (44). Il nostro CP reprimendo la grande maggioranza delle azioni delittuose tipiche di tali attività quali, ad esempio, l'assassinio, l'omicidio, l'omicidio su richiesta, l'istigazione e l'assistenza al suicidio, l'appropriazione indebita, la coazione, la truffa; non vi sarebbe quindi nessun vuoto giuridico a patto che i mezzi giuridici a disposizione vengano utilizzati correttamente. Dall'altro quella invece secondo cui le disposizioni del diritto vigente non hanno seguito l'evoluzione della società (atteggiamento: opera di legiferazione). Notisi che la seconda tendenza è osteggiata da quanti temono che nuove norme, in particolare di carattere amministrativo, per il controllo delle sette possano riassumersi poi nella sorveglianza di attività lecite, cosa questa di per sè assai grave ed in palese contrasto con altrettanto importanti garanzie costituzionali quali la libertà d'associazione. Interessante è anche notare come una commissione d'inchiesta creata dal Parlamento francese nel luglio del 1995 sia giunta ad una lapidaria conclusione: non sarebbe opportuno orientarsi verso una legislazione speciale destinata a lottare contro le sette pericolose. Secondo la commissione infatti la lotta deve essere condotta migliorando la conoscenza delle sette, l'informazione al pubblico, applicando più rigorosamente il diritto in vigore, migliorando su l'uno o l'altro dei punti la legislazione già esistente e garantendo agli adepti che hanno lasciato le sette un aiuto più efficace. Essa suggerisce anche la creazione di un osservatorio sulle sette che garantirebbe tra l'altro un notevole miglioramento nella raccolta di informazioni. In tale contesto - e per una migliore conoscenza e quindi informazione - i responsabili della polizia dovrebbero esercitare una maggior vigilanza ed i magistrati prestare maggior attenzione alle denuncie provenienti da vittime delle sette. Alle associazioni di difesa delle vittime poi dovrebbe essere garantita la possibilità di ottenere la capacità di costituirsi parte civile nei processi che toccano i loro membri. Lo Stato deve infine coprire il vuoto legislativo che si è creato prevedendo, tra i reati, la lesione dell'integrità psichica o psicologica. Secondo Michele Del Re (45) ciò che l'ordine giuridico potrebbe fare è proprio garantire la tutela dell'integrità psichica: poiché se non è pensabile intervenire sul credo - poiché non è lecito colpire la libertà di opinione - è però di contro possibile colpire e reprimere ogni forma che travalica il limite dell'usuale opera di convincimento. Non si tratta certo di promulgare norme che colpiscano colui che è messo in stato di sottomissione: è necessario intervenire prima che il danno sia fatto e punire chiunque utilizzi dei mezzi chimici, chirurgici o psicologici per sottoporre l'altro al proprio dominio. Si potrebbe allora immaginare la violenza psichica quale delitto penalmente perseguibile. Non si nutrano comunque illusioni. Non è cercando di impedire manu militari di aderire ad una setta o agendo con il pugno di ferro che si riuscirà a mettere fine a quegli abusi che possono contare su un processo di indottrinamento che ha maglie fittissime. Certo si potrebbe ipotizzare una norma che punisca gli atti tendenti alla destabilizzazione della persona, ovvero quei comportamenti che, presi a se stessi, non risultano punibili ma che, combinati fra di loro, lo divengono; ciò permetterebbe segnatamente di intervenire mentre il processo di destabilizzazione è in corso, quindi senza dover attendere che il danno si sia ormai realizzato. Degli approfondimenti in questo senso sono in corso a livello romando e ticinese e nei prossimi mesi ci si dovrebbe determinare su quella che pare la miglior strada da seguire. Tuttavia il grande ostacolo cui si sarebbe confrontati nell'applicazione di tali eventuali norme consiste nella difficoltà della prova (carenza di testimoni attendibili da un lato; affermazione difficilmente controvertibile dell'autore del presunto reato secondo cui la sedicente vittima era pienamente consenziente). Per quanto attiene invece al rapporto genitori-figli, in che misura all'autorità giudiziaria è dato di intervenire? Recenti decisioni giudiziarie adottate nel Cantone di Ginevra (46) hanno mostrato il grande imbarazzo in cui versa in questi casi la giustizia. Peraltro, le difficoltà insite nella decisione di sottrarre un bambino - "per il suo bene" - ai propri genitori nonché i relativi pericoli consistenti nella probabilità che il risultato ricercato con la misura stessa non venga raggiunto sono pienamente e concretamente illustrati dal disastroso programma, riportato dalla cronaca svizzera nel corso del 1997, di alcuni decenni orsono promosso da Pro Juventute a vantaggio dei bambini jenisch e nell'ambito del quale dei bambini nomadi furono sottratti ai loro genitori nomadi per essere inseriti in realtà sedentarie. Quand'anche quindi l'autorità riuscisse a rendersi conto che bambini vengono educati in un ambito famigliare fortemente intriso da dottrina settaria, tutt'altro che scontato è il fatto ch'essa possa intervenire efficacemente magari giungendo sino alla sottrazione dei figli ai genitori naturali. Come giustamente rilevato da Martin Stettler (47) la valutazione del pericolo corso da un bambino e la scelta delle soluzioni destinate a sopperire ad una carenza educativa lasciano uno spazio immenso all'imprevisto e all'incontrollabile. Inoltre la separazione è certamente un fatto traumatico per il figlio e ci si potrebbe legittimamente chiedere se sia meglio intervenire verso bambini che vivono in una famiglia armoniosa ma appartenente all'Ordine del Tempio Solare oppure più incisivamente nel caso di famiglie "classiche" dove però la regola è il maltrattamento, ovvero la violenza fisica o psicologica. Chiaro è però d'altro canto - e in questo caso l'intervento dell'autorità giudiziaria appare assodato che la vasta autonomia educativa di cui godono i genitori trova i suoi limiti nel momento in cui il figlio fosse sottoposto a condizionamenti educativi tali da pregiudicargli definitamente la possibilità di operare in seguito libere scelte. Rileviamo peraltro che oggi esistono tutti i mezzi necessari per sanzionare adeguatamente i comportamenti di genitori che hanno leso lo sviluppo fisico e psichico del bambino a causa della loro appartenenza ad una setta: tuttavia il problema si situa ad un altro livello, quello cioè riferito all'onere della prova e soprattutto all'efficace intervento preventivo. Dal profilo penale ricordiamo l'esistenza dell'art. 219 CP (48) che appunto sanziona la violazione del dovere di assistenza o di educazione. A livello prettamente cantonale è da ultimo senz'altro auspicabile l'applicazione puntuale della Legge sull'aiuto alle vittime nei confronti di coloro che sono stati oggetto di azioni delittuose in ambito settario. La scuola I "viaggi" verso Sirio dell'Ordine del Tempio Solare hanno comportato la morte di molti bambini. Le vittime privilegiate delle sette sono proprio i bambini educati nella loro più tenera età in un quadro che li porta a non apprendere ed a non esercitare il giusto spirito critico. D'altro canto, per un appartenente ad una setta la migliore dimostrazione della sua fede consiste nell'educare i propri figli in maniera esemplare in perfetta consonanza con i principi della setta stessa. Ora, coscienti della difficoltà che incontra un adepto adulto nel tentativo di lasciare una setta, ci si rende immediatamente conto del fatto che per talune persone, un tempo bambini educati in quell'universo, la scelta diviene impossibile. E quindi chiaro che il bambino è una delle figure più vulnerabili nell'universo sette ed è perciò che occorre sottolineare il ruolo primordiale della scuola come promotrice dei valori fondamentali dello Stato quali la tolleranza, la pluralità, la socializzazione: la riaffermazione e l'insegnamento di questi principi potrebbe ridurre in buona parte i rischi connessi alla frequentazione di sette la cui attività risulta particolarmente nefasta nella formazione della psiche di un giovane. Inoltre, li bambino coinvolto suo malgrado in attività settarie è confrontato con un duplice pericolo: da una parte egli subisce indirettamente le influenze nefaste legate alla dipendenza settaria dei genitori e d'altra parte, quando raggiunge l'adolescenza, può essere a sua volta posto in una situazione di dipendenza indotta anche dal fatto che la sua personalità in quel momento è in piena mutazione e ricerca d'identità. La scuola perciò deve concorrere a sviluppare in lui lo spirito critico, la capacità di analisi e di sintesi, il valore del dubbio filosofico. Lo Stato deve promuovere un'informazione oggettiva sulle sette mettendo in evidenza i pericoli connessi in particolare alle tecniche di arruolamento dei giovani, e potrebbe anche, come nel caso del Cantone di Friburgo, provvedere alla creazione di gruppi interdisciplinari di riferimento che garantiscano una consultazione permanente negli ambienti scolastici. Il gruppo d'esperti ginevrino ha sottolineato l'esistenza di una relazione fra l'accrescersi dell'influenza di gruppi religiosi spirituali o esoterici presso i giovani adulti o gli adolescenti e il deficit culturale che risulta dal carattere strettamente laico dell' insegnamento che non assicura nessuna istruzione in materia religiosa e che, per garantire pieno rispetto della laicità dell'insegnamento stesso in materie quali la storia o la filosofia, generalmente non fa riferimento alcuno ai valori della nostra società giudeo-cristiana; così i giovani non disporrebbero di nessun bagaglio culturale che possa permettere loro di sviluppare uno spirito critico verso le religioni e i diversi gruppi a carattere religioso. Anche se può sembrare paradossale, affermano gli esperti, la laicità della scuola, nella misura in cui esclude ogni insegnamento storico o filosofico che potrebbe avere dei legami con le religioni giudeo-cristiane, favorisce l'attrattività di gruppi a carattere religioso, spirituale o esoterico. La via seguita con sempre maggior frequenza negli scorsi decenni, consistente nella rinuncia alla formazione con lo scopo da un lato di evitare ogni genere di condizionamento e dall'altro di rispettare la libertà di scelta del bambino, deve secondo noi essere rimessa in discussione siccome, in definitiva, controproducente. Abbandonato a se stesso nel corso del suo iter scolastico e senza nessun punto di riferimento allorché si trova a contatto con realtà che non sempre la famiglia è in grado di controllare, il bambino non potrà infatti operare scelte veramente libere e, privo di un adeguato bagaglio culturale e spirituale, non potrà determinarsi con spirito critico. In definitiva quindi la politica di prevenzione verso il fenomeno settario dovrebbe perciò necessariamente prendere in considerazione l'aspetto connesso ad una formazione di base in materia religiosa dei nostri adolescenti. Segnaliamo peraltro che in questa direzione si è indirizzato il Gran Consiglio ginevrino il quale, il 10 ottobre 1996, ha accolto una mozione proponente l'introduzione di corsi di storia delle religioni nelle scuole del Cantone. Le Chiese Come già rilevato, in questi anni vanno moltiplicandosi e diffondendosi nuovi movimenti religiosi e sette; tale fenomeno verosimilmente caratterizzerà in misura sempre maggiore la vita delle nostre comunità. Il relativismo culturale si estende all'ambito religioso inducendo taluni a considerare tutte le religioni più o meno uguali. Il pericolo che, in questi casi, ci si rifugi in un teismo vago e generico e senza una precisa identità è sensibile così come è sensibile il pericolo che grandi spazi si aprano ad attività settarie deviate. Un'altra tendenza consiste nel "pescare" nel patrimonio delle grandi religioni del mondo ciò che appare più valido per dare così origine a forme di sincretismo e di universalismo religioso nelle quali, in realtà, è l'uomo la misura del vero e del bene, la divinità da adorare (49). In una realtà sociale complessa, in cui il debole rischia di sentirsi solo e abbandonato, è però facile subire la tentazione di rifugiarsi in gruppi che si presentano con una identità forte ed esclusivista, in cui il credo religioso e l'appartenenza comunitaria diventano strumenti di protezione dallo smarrimento psicologico e dalla insignificanza sociale. Anche per spiegare ciò, taluni affermano che in questi ultimi anni le Chiese si sono orientate eccessivamente verso il sociale a scapito dell'aspetto teologico che non è, contrariamente a quanto si potrebbe credere, mero esercizio teorico; la fioritura di sette e di culti nuovi sarebbe favorito dalla crisi in cui verserebbero le religioni della parola. Ad esempio, Gérard Ramseyer, Consigliere di Stato ginevrino e Capo del Dipartimento di giustizia, polizia e trasporti ha affermato che "non è facile ammettere che, in una certa misura, il successo di queste sette costituisce al tempo stesso la sconfitta delle nostre Chiese" (50). In questa nostra società multiculturale viviamo forse una fase di ritorno alla sacralizzazione della natura che non tocca solo le persone cosiddette "deboli" bensì noi tutti per il tramite di un'accresciuta sensibilità ecologica e di un anelito ad un'armonia naturale. Non spetta certo allo Stato indicare alle Chiese storiche la via da percorrere: innegabile però è il fatto che solo attraverso una concertazione, nelle singole competenze di intervento, fra l'uno e l'altre sarà possibile combattere efficacemente gli effetti nefasti di talune devianze settarie. La società L'accrescersi della ricerca del calore di una setta è senza dubbio anche funzione della disgregazione della famiglia in atto nella nostra società. Le sette utilizzano mezzi e tecniche psicologiche molto raffinate contro le quali il giurista si trova talvolta disarmato. Se da un lato è quindi opportuno intervenire con misure che permettano di intralciare il campo d'azione dei truffatori dell'anima - i nuovi messia che vendono menzogna opportuno è soprattutto incentivare l'informazione oggettiva e l'educazione che forgi lo spirito critico dell'individuo. La società deve in altri termini chiedersi in che modo agire e di che mezzi dotarsi per gestire un pluralismo religioso, in sé stesso senz'altro positivo, ma che spesso, per insane deviazioni, sfocia purtroppo a parossismi che portano alla perpetrazione di gravi crimini. Per fare ciò, la società non deve rinchiudersi in un atteggiamento difensivo verso le minoranze religiose poiché quest'atteggiamento trasformerebbe infatti gli aderenti a questi gruppi in vittime sacrificali confortate nel convincimento che ciò che viviamo incarna il regno del male. (51) Un'intelligente apertura, che non sia ingenuo angelismo, è senza dubbio la via che la società deve intraprendere. In questo senso del resto, la raccomandazione 1178 del Consiglio d'Europa suggerisce agli Stati membri di diffondere largamente nel pubblico un'informazione sulla natura e l'attività delle sette e propone inoltre la creazione di organismi indipendenti per raccogliere e diffondere questo genere di informazioni. Sappiamo che esistono gruppi detti "antisette", fra cui l'ADFI (Associazione per la difesa della famiglia e dell'individuo), sorti spontaneamente e sovente composti di persone che nel passato hanno fatto parte di minoranze religiose, che sono state vittime di devianze settarie o che hanno visto loro congiunti implicati in attività settarie e che per questi motivi hanno assunto verso questa problematica atteggiamenti assai critici; gruppi che talvolta propongono pratiche di "deprogrammazione" ritenute dagli esperti tanto pericolose quanto quelle di "programmazione" utilizzate dalle stesse sette poiché consistenti anch'esse in un intervento di violenza fisica e psichica che nulla ha a che vedere con un corretto trattamento psichiatrico o con un adeguato sostegno psicologico. Ora, se da un lato è certo opportuno che la società, direttamente o per il tramite dell'apparato statale, venga in aiuto di tali associazioni collaborando con esse al fine della già citata opera di informazione, dall'altro è chiaro che nel prestare il suo aiuto essa deve evitare di rendersi complice della propagazione di generalizzati pregiudizi - pur comprensibili - frutto di negative esperienze personali vissute. 10. Conclusione Chi aveva confinato la religione nell'universo del privato e l'accettava quale elemento pubblico solo a condizione che interferisse il meno possibile con la società civile o con lo Stato, non è più in grado di gestire la dimensione sociale del fenomeno spirituale. La stessa religione, allorché si fonda su principi e valori analoghi a quelli difesi dallo Stato, non solo non è nefasta, bensì costituisce anzi un positivo elemento di conformismo e di aggregazione. Nell'uomo d'altronde è insito un innato desiderio di sovrannaturale e di spiritualità: ecco perché l'elemento religioso, che la società moderna cercava, sbagliando, vieppiù di accantonare e che sta tornando alla ribalta con forza, non può essere ignorato per paura. E' innegabile peraltro che le sette trovino terreno fertile laddove, come nella nostra società, si sono progressivamente erosi i valori morali, si è disgregata la famiglia e si sono confuse le aspirazioni. Esiste in Svizzera una moltitudine di gruppi religiosi minoritari. L'attività della stragrande maggioranza di questi gruppi non costituisce pericolo alcuno né per gli aderenti né per lo Stato; ogni generalizzazione o confusione fra i pochi gruppi che, concretamente o potenzialmente, costituiscono un pericolo più o meno grande e i numerosi altri che di contro non ne presentano alcuno, deve essere assolutamente evitata. Il nostro Cantone non sfugge a questa realtà. Il Dipartimento è, oltre che vigile ed attivo nella sua osservazione, evidentemente propenso alla ricerca di una soluzione soddisfacente per tutte le parti in causa e quindi atta a proteggere il cittadino dalle sette il cui scopo o fine è da ritenere illegale o la cui attività, generale o riferita ad un singolo caso, costituisce un illecito penale. Pur essendo pienamente cosciente della reale potenzialità del pericolo costituito dal fenomeno, il Cantone è tuttavia limitato nel suo intervento dalla competenza in pratica esclusiva della Confederazione in materia di diritto civile - per l'aspetto associativo - e di garanzia delle libertà individuali - per l'aspetto legato al culto - che lascia uno spazio pressoché nullo per un intervento sul piano legislativo. Considerato come l'arma migliore di cui si possa disporre attualmente per contrastare i pericolosi fenomeni del proselitismo aggressivo e la pratica violenta di culti distruttivi consista, oltre che nella repressione penale e nella conseguente applicazione degli strumenti giuridici già a disposizione dello Stato, nella prevenzione - attuata tramite la cognizione del problema - e nell'informazione del cittadino - per il tramite dell'apparato scolastico, di organismi privati o pubblici -, grande attenzione viene rivolta dal Dipartimento alle operazioni congiunte che coinvolgono più Cantoni (52). Così lo scorso anno, il nostro Cantone ha aderito ad un'iniziativa di collaborazione intercantonale promossa dal Canton Ginevra e che ha coinvolto i Capi dei Dipartimenti di giustizia e polizia dei Cantoni Friburgo, Giura, Neuchâtel, Vallese e Vaud nell'ambito dell'attività del relativo Concordato romando. Quest'ultimo organismo ha preso conoscenza delle prime conclusioni del citato Audit sur les dérives sectaires (cfr. nota 6 a pag. 5) e ha deciso di adottare soluzioni concertate per combattere i pericoli delle sette, avendo quest'ultime, come si è visto, importanza regionale, intercantonale ed internazionale. Uno speciale gruppo di lavoro, con rappresentanti di questi Cantoni e del Ticino, è stato pertanto incaricato di fare il punto alla situazione per quanto riguarda l'eventuale istituzione di un centro di informazione e di documentazione che possa fungere da punto di riferimento per le persone che vengono coinvolte, direttamente o indirettamente, con gruppi settari. Gli accertamenti effettuati hanno portato a concludere circa la necessità di poter disporre di informazioni controllate, verificate e oggettive sulla natura, le credenze e le attività di gruppi o di associazioni a carattere religioso, spirituale o esoterico, così come sui pericoli settari. In sostanza si tratta di proteggere il cittadino, in modo particolare il giovane, mettendogli a disposizione un adeguato strumentario informativo affinché possa decidere con cognizione di causa del suo futuro. Si è così di recente deciso di procedere in questa direzione e creare a titolo sperimentale un Centro intercantonale d'informazione sulle credenze religiose sotto la forma di una fondazione di diritto privato. Anche il rapporto preparato a vantaggio della Commissione federale consultiva in materia di protezione dello Stato nel luglio di quest'anno propugna l'istituzione di simile osservatorio. Il Dipartimento non mancherà di tenere informato il Parlamento e l'opinione pubblica circa gli sviluppi futuri ed eventuali prossimi passi che si potranno intraprendere in questa delicata materia. Note (1) Ciò malgrado il fatto che Massimo Introvigne, direttore del Centro studi sulle nuove religioni (Cemur), in un'intervista al Corriere dei Ticino dell'11 novembre 1994 abbia affermato che nel Locarnese sarebbero attive due potenti sette sataniche e che occorreva vigilare anche nel Mendrisiotto. Le sette del Locamese si sarebbero riunite sul Monte Verità e sarebbero di matrice tedesca. Inoltre nel 1989 si diffuse nel nostro Cantone la voce secondo la quale a seguito di riti satanici nel corso dei quali giovani avrebbero evocato spiriti di defunti o il diavolo stesso nel corso di celebrazioni durante le quali ci si riferiva a cerchi o triangoli magici contrassegnati da vari simboli demoniaci, alcune persone si sarebbero collocate fra i binari della linea del San Gottardo convinti di riuscire a fermare treni in corsa con la sola forza del pensiero. Sempre notizie non confermate farebbero stato di appuntamenti tra giovani incappucciati nelle gole della Breggia ed a Cabbio per pratiche di magia bianca e magia nera certificati dal ritrovamento di iscrizioni o altri generi di segni pseudoesoterici in cunicoli di una cava abbandonata. (1 bis) Scientology è apparsa nel nostro Cantone dapprima a Locarno (1980), poi a Bellinzona e dal 1997 a Serocca d'Agno. Anche a Lugano si parlò dell'apertura di una sede che non si realizzò. Le persone che seguono questa setta sono circa un centinaio. (2) O, per dirla con Virgilio Levi: "E' bene sapere, non per fare tragedie ma per alzare la guardia e difendersi, per usare con più grinta l'antiveleno, che è poi l'educazione alla vita in positivo". (3) Alcuni degli elementi ripresi nella presente risposta sono frutto di studi o seminari cui hanno partecipato nostre autorità di polizia o il Direttore dei Dipartimento delle istituzioni, fra cui il Congresso tenutosi a Interlaken dal 6 all'8 marzo 1996 organizzato dal Gruppo svizzero di lavoro di criminologia dal titolo "Sette e occultismo - aspetti criminologici". Per non appesantire in eccesso il testo si è rinunciato a ricordare nel dettaglio a quale specialista è da attribuirsi la singola riflessione. Si rinvia perciò, per completezza e per approfondimento, agli atti del citato Congresso raccolti nel volume della collezione Criminologia n. 14 ed ad altra bibliografia consultata o di riferimento e di cui si allega il dettaglio. (4) Massimo Introvigne, Heaven's Gate/ Il paradiso non può attendere, Editrice Elle Di Ci, Torino 1997. (5) Massimo Introvigne,- Jean François Mayer, L'Europa delle nuove religioni, Editrice Elle Di Ci, Torino 1993. (6) Gerard Ramsayer, François Bellanger, Martin Stettler, Xavier Oberson, Maurice Harari, Audit sur les dérives sectaires, Rapport du groupe d'experts genevois au Département de Justice et Police et des Transports du Canton de Genève, Editions Suzanne Hurter, Ginevra 1997. (7) Scientologia potrebbe contare su 2.000-4.000 membri a tempo pieno in Svizzera e 3.000 a tempo parziale. Si tratta di una grande organizzazione che ha la sua sede principale a Clearwater in Florida. E' presente in 107 Paesi del mondo. In Germania può contare su circa 30.000 seguaci. Possiede tra l'altro degli internati, uno a Saint Hille, vicino a Londra. Lo scopo di Scientology è quello di "far uscire una civiltà barbara dal fango da cui crede di essere stata concepita e dar vita, sulla terra, ad una civiltà che si basi sulla comprensione umana anziché sulla violenza". Le radici filosofiche e religiose di Scientology fanno sì che essa si situi, a suo parere, "ad un livello molto superiore rispetto a quello delle religioni occidentali ed anche a quello delle grandi guide religiose dell'India"., cfr. anche n. 2. 1. Per più esaustive informazioni sul movimento, si consulti il recente rapporto pubblicato dal Dipartimento federale di giustizia e polizia all'indirizzo della Commissione consultiva in materia di polizia dello Stato. (8) Il movimento raeliano, fondato da un giornalista francese che afferma di aver incontrato un extraterrestre, desidera costituire un'ambasciata per accogliere gli extraterrestri al loro arrivo. Raccoglie fondi a questo scopo. La sede mondiale è a Ginevra. Da essa dipende anche un'associazione che ha quale scopo quello di consegnare le ossa frontali dei raeliani deceduti in una cassaforte bancaria a Ginevra; cfr. anche n. 2. 1. (9) Moon: è un movimento fondato nel 1954 dal coreano Sun Myung Moon che è riuscito a coniugare elementi biblici e programma politico anticomunista. I discepoli di Moon controllerebbero oggi il mercato mondiale del ginseng e possiedono innumerevoli ditte di import ed export, banche ed edifici di prestigio; cfr. anche n. 2. 1. (10) Si tratta della setta Aum Shinrikyo che vuole dire "sublime verità". Il suo leader carismatico, Shoko Asahara, ha predicato una dottrina che è un insieme di buddismo e di induismo. Questa setta, fondata nel 1987 ed alla quale apparterrebbero 10.000 membri, la maggior parte dei quali laureati in legge, medicina, ingegneria e chimica si è sviluppata in special modo in Giappone, Russia, Corea del Sud ed Australia. Le sue intenzioni erano inizialmente quelle di costruire ospedali astrali e navi spaziali per i suoi seguaci al fine di sfuggire alla terza guerra mondiale - tra Giappone ed America - che si sarebbe dovuta verificare nel 1997. Nel solo Giappone la setta Aum aveva un centinaio di sedi in 23 province diverse; cfr. anche n. 2. l. (11) Secondo Massimo Introvigne il Tempio Solare di Luc Jouret deriverebbe da uno scisma dell'Ordine rinnovato del tempio, fondato dal neo-nazista Julien Origas (1920-1981), un ordine di cui Jouret faceva parte e che aveva cercato senza successo di controllare. (12) Cfr. nota 6. (13) Il termine guru è inteso oggi pressoché esclusivamente in una accezione negativa: si tende ad identificarlo con un personaggio poco raccomandabile che cerca di circuire i suoi adepti con manipolazioni disoneste. Ebbene è buona cosa ricordare che il guru, nella cultura indiana, altro non è che un saggio, una persona alla quale si affidano i giovani per permettere loro di ricevere un insegnamento edificante in tutti i settori dell'esistenza. Inoltre anche Gesù Cristo e Maometto hanno dato all'inizio un impulso ad un gruppo in funzione di una rivelazione. E forse per questo vi è anche chi ha sostenuto - provocatoriamente - che le religioni altro non sono che sette che hanno ottenuto successo. (14) Gli aderenti al movimento raeliano sono chiamati a versare dal 3 al 7% del loro reddito netto al movimento stesso. Solo con donazioni importanti si riusciva ad entrare a far parte del cerchio dorato, il fior fiore dell'Ordine del Tempio Solare. Da quanto emerso dal processo di Lione, in tre anni e mezzo, Scientologia avrebbe raccolto 2 miliardi e mezzo di dollari. (15) L'Abbé Pierre, fondatore della Comunità di Emmaus, uno degli uomini più popolari di Francia, appena diciottenne donò tutto il suo consistente patrimonio famigliare alle associazioni caritatevoli ed entrò nell'ordine più povero, quello dei cappuccini dove si è fatto portavoce dei senzatetto e dei diseredati. (16) Il 22 marzo 1995 a Kassel il Tribunale del lavoro ha dichiarato che Scientologia non è una Chiesa bensì un'impresa commerciale. Non è sufficiente - hanno commentato i giudici - che i membri di un gruppo si ritengano comunità religiosa perché questa si realizzi. Scientologia non mira a scopi etici ma a interessi economici in particolare con la vendita di libri e l'organizzazione di seminari. I membri devono sopportare importanti costi e, durante il servizio esterno, devono reclutare nuovi adepti ottenendo per questo una provvigione. Secondo il procuratore che è intervenuto a Lione, Scientologia non solo non sarebbe una religione bensì sarebbe un'organizzazione settaria diffusa a livello mondiale con scopi commerciali e metodi pericolosi. La Camera di accusa del Canton San Gallo da parte sua ha respinto ad inizio febbraio 1997 la querela presentata da Scientologia contro un conferenziere che aveva criticato pubblicamente l'organizzazione. La Camera di accusa non ha considerato applicabile l'art. 261 bis del Codice penale che punisce l'incitazione pubblica alla discriminazione razziale, etnica o religiosa poiché Scientology non è una religione. Contro questa decisione è stato inoltrato ricorso al Tribunale federale che dovrà statuire in ultimo grado sulla questione con una decisione di principio molto attesa. (17) I dati ed i relativi commenti sono tratti da una rubrica curata da Don Fabio Guarise (Collegio salesiano ASTORI di Mogliano Veneto, Italia) pubblicata per il tramite di Internet (http:www.astori.it/religioni). (18) Per maggiori informazioni sul movimento, si consulti il recente rapporto pubblicato dal Dipartimento federale di giustizia e polizia all'indirizzo della Commissione consultiva in materia di protezione dello Stato. (19) Cfr. nota 16. (20) In un Rapporto del Consiglio federale all'Assemblea federale sulle petizioni concernenti l'Esercito della salvezza del 2 giugno 1890, l'esecutivo federale si espresse però negativamente in relazione alla domanda di alcuni Cantoni di proibire, su tutto il territorio elvetico, le attività del gruppo; attività peraltro già osteggiata in alcuni Cantoni della Confederazione (FF 1890 III 141, versione in lingua francese). (21) Così si dice ad esempio di "le Patriarche" e di Vita Nova o di Narconon che applica la tecnologia di Ron Hubbard, fondatore di Scientology. (22) Mario Biagi, su Azione del 4 gennaio 1996 ha scritto: "siamo stati tutti immersi, da quasi mezzo secolo, nella diffusa illusione che il progresso economico e tecnologico fosse l'adeguata soluzione di tutti i mali passati e, a mano a mano che progredivamo in questa fallace certezza, non ci si accorgeva che andavamo perdendo progressivamente ogni contatto con i valori che da sempre ci avevano aiutato a superare, bene o male, le difficoltà insite della vita quotidiana". (23) Carlo Silini, il 27 dicembre 1995, sul Corriere del Ticino: "le tragedie che abbiamo vissuto sono la sinistra dimostrazione che l'uomo è un animale religioso assetato di valori e quando non li trova se li inventa, magari distorti". (24) Talvolta i messaggi sono nascosti in maniera tale che soltanto ascoltando il brano alla rovescia si rivelano. (25) L. Ron Hubbard, Scientology 0-8, pag. 12, New Era, Copenhagen 1988. (26) Dianne Casoni, criminologa del Quebec, vede la relazione guru-seguace non tanto sotto l'angolo di una manipolazione, quanto di una complementarietà fra bisogni incoscienti dell'uno e dell'altro. Compara questa relazione a quella di tipo sadomasochista. Il bisogno di sottomettere dell'uno corrisponde al bisogno di essere sottomesso dell'altro. Al bisogno di rinunciare ai propri desideri e ad una volontà individuale, risponde il bisogno dell'altro di arrogarsi ogni genere di libertà e di permesso (Marco Borghi/Dianne Casoni/Michele del Re/Volker Dittmann/Susanne Jacobowitz/Günter Kaiser/Jürgen Keltsch/Helmut Langel/Jean-François Mayer/Jean Pierre Morin/Norbert Nedopil/Susanne Schaaf/Peter Schick/Christian Schwarzenegger/Robert Steiner/Urs Thurnherr, Sekten un Okkultismus - Kriminologishe Aspekte, Verlag Rügger, Zurigo 1996). (27) Analogamente agisce Moon nei confronti dei giovani turisti, adescati durante le vacanze. Gli stessi sono avvicinati da altri giovani, aperti e simpatici, che si dichiarano membri di una non meglio precisata società studentesca. Poi l'invito a cena, una serata o una riunione, il tutto senza mai menzionare l'organizzazione. Un "padrino" che si occuperà della persona a tempo pieno ed inizia, progressivamente, il lavaggio del cervello. L'apice è costituito dal "campus", settimana di seminari che costituisce il salto di qualità. (28) Per la psicoterapeuta Hazza Hyans le vittime delle sette soffrono di una "dissociazione interna", un processo difensivo destinato a mantenere la sopravvivenza fisica e mentale di chi non accetta la realtà nella quale è inserito. E' un meccanismo di negazione della realtà e di ritirata in un mondo più gratificante. (29) Damiana Nesti, psicologa del Servizio psicosociale cantonale ha affermato "Entri in una setta credendo di divenire perfetto e ne esci con il tuo "io biografico" distrutto." (30) cfr. anche supra, n. 2.1 con riferimento alla setta Bambini di Dio. (31) Marco Borghi/Dianne Casoni/Michele del Re/Volker Dittmann/Susanne Jacobowitz/Günter Kaiser/Jürgen Keltsch/Helmut Langel/Jean-François Mayer/Jean Pierre Morin/Norbert Nedopil/Susanne Schaaf/Peter Schick/Christian Schwarzenegger/Robert Steiner/Urs Thurnherr op. cit. (32) Si sono schierati quali "garanti" della serietà della setta personaggi quali Costa-Gavras (regista), Dustin Hoffmann (attore), Oliver Stone (regista). (33) In questo senso François Bellanger, op. cit., pag. 275. (34) A Lione, nel novembre del 1996, l'ex presidente della Chiesa di Scientología è stato condannato a tre anni di prigione e a 500.000 franchi francesi di multa per truffa ed omicidio colposo. (35) Per il catalogo esaustivo delle norme appartenenti all'ordine giuridico svizzero la cui applicazione potrebbe entrare in linea di conto in relazione ad attività settarie, cfr. la risposta 6 marzo 1989 del Consiglio federale all'interrogazione parlamentare Petitpierre del 14 dicembre 1988 (BU/AN, 1989 I 660 segg.). (36) Il fatto, se riferito alla contestazione giudiziaria relativa al diritto di risposta di per sé anodino, non ha mancato tuttavia di suscitare scalpore a livello mediatico; al punto che anche quotidiani ticinesi hanno riportato il fatto (ad esempio su La Regione Ticino, 13 dicembre 1997) (37) Gerard Ramsayer, François Bellanger, Martin Stettler, Xavier Oberson, Maurice Harari, op. cit. (38) Secondo il politologo Hans-Gerd Jaschke, autore di uno studio su quell'organizzazione commissionatagli dal Ministero degli Interni della Renania e Vestfalia, gli obiettivi che persegue Scientology non sono compatibili con la costituzione tedesca in quanto forma di nuovo estremismo politico. (39) In una recente sentenza, il Tribunale federale ha riconfermato la validità di tali presupposti anche nell'ambito delle libertà fondamentali connesse alle attività religiose e settarie giungendo anche ad esplicitare il fatto che "Du reste, les multiples événements dramatiques survenus dans notre pays et à l'étranger dans l'histoire récente ont démontré que les sectes à tendence apocalyptique représentent un réel danger qui doit être activement prévenu." (Sentenza del 2 settembre 1997 in re U. S. S. A. - C. R. c/ Département de justice et police e des transports du Canton de Genève). (40) JdT 1994 I 668, 707. (41) Si noti che il testo dell'art. 307 cpv. 1 CCS è del seguente tenore "Se il bene del figlio è minacciato e i genitori non vi rimediano o non sono in grado di rimediarvi, l'autorità tutoria ordina le misure opportune per la protezione". (42) Martin Stettler, op. cit., pagg. 91 segg. (43) Un esempio: il 12 luglio 1996 l'Ufficio federale di polizia ha pubblicato un comunicato tramite il quale rendeva attenti i giovani svizzeri intenzionati a passare qualche settimana di vacanza oppure a fare uno stage linguistico a San Francisco sul pericolo costituito dagli adescamenti di cui potevano essere vittime ad opera degli adepti della setta Moon. Ciò è avvenuto a seguito di una segnalazione del Consolato generale di San Francisco secondo il quale dopo una tregua di qualche anno l'organizzazione Moon è ridivenuta estremamente attiva con un aumento della propaganda e del numero di adepti attivi nel reclutamento di giovani turisti. (44) Chi è contrario al proliferare di una legislazione particolare sostiene fra l'altro che in Svizzera non è certo fattibile né tantomeno consigliabile porre un poliziotto dietro ogni cittadino che prenda in considerazione l'eventualità di darsi alla morte. (45) Marco Borghi/Dianne Casoni/Michele del Re/Volker Dittmann/Susanne Jacobowitz/Günter Kaiser/Jürgen Keltsch/Helmut Langel/Jean-François Mayer/Jean Pierre Morin/Norbert Nedopil/Susanne Schaaf/Peter Schick/Christian Schwarzenegger/Robert Steiner/Urs Thurnherr, op. cit., pagg. 109 segg. (46) Il caso si riferisce a un bambino di 8 anni e mezzo la cui la madre ha riconosciuto essere membro della Setta del Tempio Solare. Egli è stato provvisoriamente tolto alla madre stessa e affidato temporaneamente ai nonni: in un secondo tempo però l'autorità di tutela, avendo acquisito la convinzione che non correva rischi particolari, il bambino ha potuto fare ritorno presso la sua genitrice. (47) Gerard Ramsayer, François Bellanger, Martin Stettler, Xavier Oberson, Maurice Harari, op. cit. (48) Il tenore dell'art. 219 cpv. 1 CP è il seguente:" Chiunque viola o trascura il suo dovere d'assistenza o educazione verso un minorenne e in tal modo ne espone a pericolo lo sviluppo fisico o psichico, è punito con la detenzione." (49) Questi, ad esempio, i termini della riflessione di una Nota pastorale del Segretariato per l'ecumenismo e il dialogo della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) dal titolo "L'impegno pastorale della Chiesa di fronte ai movimenti religiosi e alle sette" elaborato nel 1993 d'intesa con la Commissione episcopale per la dottrina della fede e la catechesi della stessa Conferenza episcopale (nella premessa di Monsignor Sergio Goretti, Vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e Presidente del Segretariato per l'ecumenismo e il dialogo della CEI). (50) Gérard Ramsayer, op. cit., pag. 8. (51) Un esempio eloquente: nel corso del mese di febbraio del 1996, il Movimento raeliano svizzero ha chiesto l'istituzione di una commissione di etica e di censura in materia religiosa poiché si è detto vittima di un razzismo religioso ed ha richiesto la verifica della compatibilità delle singole religioni con la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. (52) Cfr. Nota 3.