Presentazione standard di PowerPoint

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Presentazione standard di PowerPoint
Gruppi di Volontariato Vincenziano – AIC Italia
Venerdì 22 novembre 2013
Scuola presidenti e vice presidenti regionali
La carità con Te o senza di Te
Padre Enzo Viscardi
NOTE BIOGRAFICHE
• Il padre ha studiato e lavorato in varie realtà
extraeuropee
• Ora nell’Università Cattolica è a disposizione di
studenti e docenti
• Come psicologo si occupa di Tossicodipendenti
e bambini che hanno subito abusi o vengono
da situazioni di disagio, si occupa anche di
disabilità
La carità con Te o senza di Te
• Titolo provocativo: la carità è qualcosa che
possiamo fare senza l’aiuto del Signore
• Ora in Sardegna può intervenire solo
personale specializzato, la protezione civile e i
vigili del fuoco e delle acque
• Ora le Volontarie vincenziane si preparano ad
accorrere lì molto prontamente, in aiuto alle
famiglie.
Quello che si sta facendo in Sardegna
che cosa è?
• Solidarietà, carità, aiuto?
• Occorre sapere e definire ciò che stiamo
facendo.
• Che cosa è un intervento di aiuto?
• Lidia: quello che ci fa superare un momento di
disagio o difficoltà o bisogno, aiuto è quello
della protezione civile e quello del volontario,
ma quello del volontario va verso il povero
vedendo in lui un fratello
Risposte
• Silvana: quando c’è bisogno occorre un intervento
mirato e rapido, solo dopo si può far elaborare
alle persone il lutto o il bisogno e individuare le
strategie.
• Gli eventi catastrofici vogliono un aiuto da parte
delle istituzioni.
• Forse è meglio ricorrere alla parola PROSSIMITA’,
nel primo momento il samaritano provvede alle
cure materiali e poi nel secondo momento si
prende cura, è il momento dell’i care
Risposte
• Quando qualcuno interviene in aiuto è
CARITA’ virtù teologale, possiamo scegliere le
parole con cui esprimere
• La scelta delle parole, dice il relatore, non è
neutra
• Caterina: per quanto riguarda noi sappiamo
che anche l’ateo può compiere un gesto di
solidarietà, noi aggiungiamo la FRATERNITA’
che instaura un rapporto di reciprocità
Che cosa c’è prima, chiede il relatore
• L’aiuto è il momento conclusivo di un processo
che inizia con un sentimento, con un modo di
essere, con un processo, l’aiuto è l’atto
• E’ vero che la carità si esercita ma anche ha dei
contenuti
• Perché ci vado? Solo per un moto di giustizia? Di
compassione? Voglio aiutare? Il perché è ancora
prima di tutto questo per me
• Emerge dunque un aspetto motivazionale, ma è
anche vero che dopo essere andato, uno può
interrogarsi
Quali sono le motivazioni?
• Possono esserci diverse motivazioni, motivazioni
soggettive che forse non corrispondono alla
volontà di Dio, non è che San Vincenzo neghi la
capacità di cogliere il bisogno
• Occorre analizzare la richiesta di aiuto, espressa o
inespressa. Io non parto dando aiuto. La carità va
pensata, la carità deve essere fatta bene con una
serie di criteri che rispondono alla volontà di Dio
Carità vs Giustizia
• Ci è lecito intervenire sempre a tamponare con la
carità dove manca la giustizia?
• La carità non sostituisce la giustizia, ma può
essere una risposta ai bisogni , anche se provocati
da mancanza di giustizia.
• Papa Francesco parla certo di carità ma mette in
discussione i rapporti di giustizia nel mondo, nella
nostra società.
• Giustizia e carità sono cammini diversi, sono due
ordini diversi di valori secondo un intervento
CARITA’
• Non sono io che decido se è vera carità o no,
ma è nell’affidarmi a Dio
• Sarà Dio a vagliare le mie azioni.
• Possiamo poi accorgerci che facciamo
interventi non adeguati, magari credendo che
fosse l’intervento migliore
• Occorre DISCERNIMENTO SULLA CARITA’
Che cosa è dunque la CARITA’
• Stile, metodo, azioni, come si verifica.
• Non c’è un metodo comune, ma occorrerebbe
costruirlo per arrivare a definire e a dare
sostanza al nostro agire vincenziano.
• Stiamo mettendo insieme le nostre
considerazioni
• Se l’azione viene fatta con AMORE risponde al
criterio di carità qualunque sia l’azione, se poi
è chiamato in diverso modo (Anna Berardi)
In sostanza?
• Spesso ci rendiamo conto che per quanta carità
mettiamo, quanto amore, abbiamo bisogno di
DISCERNERE
• La carità viene declinata in modi diversi secondo
l’esperienza di ciascuno, quello che ha ricevuto
(ognuno di noi è stato oggetto di carità) e quello
che ha dato e come ha dato
• La carità con Te o senza Te, non è un vero quesito,
perché non può essere altro che con Te, nella
traduzione dalla teoria alla pratica entriamo in
diverse sfumature e connotazioni
Carità con Te o senza di Te
• Carità non è solo andare incontro agli altri, ma
anche venire poi a ricaricarci
• Per poter poi rivolgerci di nuovo all’azione
• Qualcuno si domanda se il con te non possa
essere anche con il povero, con cui
condividere le scelte, aiutare mettendo al
centro il povere, sapendo quello che il
bisognoso vuole, quale è il suo progetto di vita
Carità
• Vincenzo dice di vedere nei poveri l’immagine di Dio
• Quindi ogni volta che facciamo la carità nei poveri
vediamo il volto di Cristo?
• La santità, dice papa Francesco, è per tutti, ogni volta
che siete riusciti a vedere il volto di Cristo nel povero vi
siete avvicinati alla santità
• Ma scopriamo che non sempre riusciamo a vedere
questo, il povero non è gentile, pulito, simpatico,
benevolo, riconoscente.
• Così ci scontriamo con la realtà: doversi sforzare per
vedere il volto di Cristo
Volto di Cristo nel povero
• E’ difficile ma certo è una sofferenza per il
povero essere e sentirsi diverso
• E’ faticoso vedere questo volto di Cristo, siamo
spinti ad aiutare l’altro perché vedo un essere
come me, vedo la sua anima, l’essenza
dell’uomo. Amo il povero perché è come me e
vedo in lui me
Carità
• Non si può fare carità se non si è stati oggetto di
carità.
• Il povero percepisce subito se la carità viene da
una posizione superiore o dalla condivisione di
una stessa situazione di sofferenza (non
l’indigenza, ma una sofferenza diversa)
• Noi cogliamo qualcosa di Dio attraverso Cristo il
nostro Amen definitivo, perché noi potessimo
capirlo ha dovuto farsi come noi.
Carità (cfr. enciclica Lumen Fidei 15-30)
• Dio avendoci fatto a sua immagine e somiglianza
ci ha reso capaci in qualche misura di amare
come Lui ci ha amato
• Con il dono di suo Figlio, ha dato la prova della
sua affidabilità e ha fatto il dono grande e
definitivo
• Con l’impegno del matrimonio, ci impegniamo ad
amare lo sposo nonostante tutto, nonostante
quello che fa di male contro
• La Chiesa è sposa di Cristo in questo senso, Dio la
ama nonostante gli errori e le colpe
E’ giusto chiedere la carità?
• E’ un interscambio continuo, abbiamo bisogno
di relazionarci con gli altri
• Non è necessario che sia un povero veramente
povero in senso materiale, ma anche
bisognoso di comprensione
• Non in tutte le esperienze si passa attraverso
la richiesta di aiuto
• Quando ho chiesto la carità per me, è stata
una richiesta di amore, un sentirsi amato
Carità per noi
• La carità come esperienza nostra e su di noi
• La perdita di una persona cara ci fa chiedere
carità, come amore (anche se la persona amata
continua a vivere in noi), quando riceviamo carità
poi diamo carità.
• Il rapporto con chi ha bisogno se anch’io ho
bisogno d’amore è paritario, il povero deve poter
riconoscere in me la persona di Gesù come io
vorrei vederla in lui. Comunione fraterna perché
chi agisce è Cristo perché fa fare a noi
l’esperienza di sé, esperienza di profondissima
spiritualità, diamo consistenza alla persona di
Cristo, momento eucaristico.
Quando non si è ricevuta Carità?
• Quando non si è ricevuta carità, non si è
ricevuto amore, comunque dico di aver
bisogno di amare. Non ho ricevuto amore, ma
sento il bisogno di amare per poterne fare
esperienza, per sentire un qualcosa di che
cosa è l’amore
• Bisogno di amore è richiesta di amore, quindi
richiesta di carità, che si manifesta dando
amore
Assenza d’amore e carità
• Se la motivazione che mi spinge è il mio bisogno
d’amore non è un intervento svalutato ma è solo
una motivazione e una azione dello spirito che
spinge la persona che non ha sperimentato
amore ad amare per sentirsi amata.
• Così dopo comprenderà i gesti di amore che pure
ha intorno, molto probabilmente. Chi non riceve
amore per molto tempo non impara a
riconoscerlo.
Le azioni di solidarietà dei non credenti
• Il desiderio del bene è qualcosa che il Signore
ha messo nel cuore di tutti
• La solidarietà nasce dalla condivisione di una
stessa condizione umana, è uno stile di
attenzione continua ai bisogni di un altro.
• La solidarietà colma il mio bisogno di
partecipare e di sentirmi buono
• Il Cristiano deve sentirsi sempre in debito,
soprattutto rispetto all’amore
L’amore e la carità
• L’amore è dinamismo continuo ed andare sempre
oltre, avere ancora bisogno dell’altro
• Non può esserci la Carità senza l’amore, cioè la
Carità senza un rapporto di Fede e un incontro
personale con Cristo.
• Ho bisogno di alimentare il rapporto diretto con
Dio attraverso la preghiera, la relazione con Dio
• Se sperimento questo rapporto, poi saprò
riconoscere Gesù nell’altro, quando lo avrò visto
nella mia vita, quando avrò donato tempo a Dio
nella mia vita.
E’ una questione falsa: carità senza di Te?
• E’ possibile l’intervento di aiuto senza di te
• E’ possibile la solidarietà che richiede la
condivisione del nostro essere uomini, la
solidarietà è impegno -> nuovo umanesimo
• Sant’Ireneo dice che l’uomo è la gloria del Dio
vivente, per il Cristiano l’uomo è la massima
espressione della gloria di Dio, la cosa più bella
che Dio ha creato (l’uomo responsabile della
conservazione del Creato come anche del
prendersi cura delle persone)
Che cosa distingue la carità dal resto?
• La Carità è descritta negli attributi fondanti da
San Paolo nel suo Inno alla carità
• La Carità in quanto virtù teologale diventa uno
stile di vita, il modo in cui mi approccio agli altri, è
lo stile con cui io vivo i rapporti più intimi
• La Carità è uno stile, quindi in famiglia si deve
vivere, perché così i bambini e i giovani
sentiranno il valore di questo stile di approccio
• I giovani oggi stentano a condividere, ad
intendere la condivisione come stile di vita, dove
quello che hai dato ti verrà restituito
FEDE, CARITA’, SPERANZA
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La Carità ha un primato
Vivere in uno stile di carità anticipa i tempi futuri
Occorre tenere lo sguardo anche sulla speranza
Quando si vede il bisogno, spesso si dà ma non
cogliamo le ragioni di quel bisogno, quindi non
accogliamo la persona ma guardiamo il bisogno
• Il bambino che sta male per la malaria non sente il
bisogno della medicina ma di essere preso in
braccio, di sentirsi amato
• L’efficienza nella carità non è un valore, la persona
può andarsene con il bisogno soddisfatto, ma senza
aver ricevuto vero ascolto della sua sofferenza
Lo stile della carità
• La carità deve accogliere la persona, che ha
bisogno di sentirsi accolta
• Ognuno risponde al bisogno di essere
caritatevole, con i mezzi che ha.
• Mettendoci in gioco, andando a sporcarci le mani,
il come viene dal nostro stile di essere caritatevoli
• Nei gruppi però si confonde la beneficienza con la
carità, per questo spesso la formazione è rifiutata
Lo stile della carità
• All’interno dei gruppi deve essere definito il
nostro stile, con modi e azioni
• Occorre dare coesione al gruppo, non importa se
perdiamo una volontaria che non abbia
intenzione di seguire uno stile autentico di carità
• Dio ha deciso di aver bisogno dell’uomo, ma può
fare a meno dell’uomo
• Oggi è importante agire in rete e darsi delle
regole, dei metodi di intervento, salvando tutte le
caratteristiche personali e locali
Lo stile della carità nei gruppi
• E’ necessario evitare l’arroganza del benefattore
che sa di che cosa ha bisogno l’altro e come
rispondere ai bisogni.
• Un elemento importante è la stima dell’altro,
altrimenti il gruppo non è adeguatamente coeso
• Nessuno si deve sentire superiore all’altro
• Mantenere la verità mi rende libero, anche nei
rapporti con gli altri, per cui ogni mio gesto è
conseguente
Rapporto con gli altri
• Approccio sincero, mantenere intatta la libertà di
giudizio e di valutazione dei bisogni
• Un approccio sincero e sereno mi permette di
agire con libertà e verità
• Lo stile di approccio è intatto, parte dalla vita di
preghiera, dal rapporto con Dio, dalla Fede, dalla
Speranza e si costruisce giorno dopo giorno
• Siamo protagonisti della nostra vita di fede
• La fede di Dio nell’uomo è sempre e comunque
superiore a quella dell’uomo nell’uomo
La Speranza
• Ai giovani si sta trasmettendo una visione
negativa del futuro
• I giovani sentono in anticipo e falsamente
l’incombere del futuro
• Il clima che i giovani sentono è pesante, ma ci
sono stati altri periodi pesanti in cui però c’era
speranza, pensiamo ai tempi del dopoguerra
• Il miglioramento della società non è percepito
dai giovani perché non viene loro trasmesso
Lumen fidei
• (21) possiamo capire la novità alla quale la fede ci porta, il
credente è trasformato dalla fede e dall’amore di Dio e
nella trasformazione il credente dilata la sua esistenza oltre
il sé, San Paolo dice che non vive più lui ma lascia vivere il
Signore in lui, il Signore mi lascia vivere con il mio stile e le
mie qualità. Il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori.
• L’io del credente fa spazio a Cristo e la nostra esistenza si
apre grazie all’amore e Cristo può abitare in me
• Qui si colloca l’azione dello Spirito Santo perché non potrei
aprirmi a Cristo senza il suo intervento
• Il Cristiano può avere gli occhi di Gesù, la sua
partecipazione filiale, perché sono reso partecipe della sua
vita -> essere Gesù nel guardare l’altro, accogliere l’altro
con l’atteggiamento di Gesù.