Bab Zuweila - EtnomondiWeb

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Bab Zuweila - EtnomondiWeb
Febbraio 2007
Anno 11 N. 20- Febbraio 2007- MONDI LONTANI ED. 3 €
Giornale autoprodotto senza scopo di lucro
Tutte le foto hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle
persone, Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti.
Redazione:
M. Dello Russo e Willy Salveghi
SOMMARIO
EDITORIALE P. 3
NEWS FROM… EL ALAM P. 4
HIROSHI KUMAR
E IL SUO VIAGGIO IN ASIA (SECONDA PARTE) P. 5
ANIME GIAPPONESI: KYASHAN E HURRICANE POLIMAR P. 13
BAB ZUWEILA: SENEGAL P. 15
BAB ZUWEILA: SOMALIA P. 17
RADIO KHAN EL KALILI P. 18
CHI SONO GLI IMAN E GLI SHAAM? P. 19
LO SCHERMO ETNICO: L’ETNICO IN TV E DVD P. 20
VOCI DAL NILO “i libri più consigliati” P. 21
IL FASCINO DEL MISTERO: L’ESERCITO DI TERRA COTTA P. 22
TRACCE SULLA SABBIA
“Frammenti di cinematografia lontana” P. 23
RISTORANTI ETNICI P. 24
METROPOLI MULTIETNICA P. 25
DAL SOL LEVANTE: IL SUMO: P. 26
ETNOSITI P. 27
In copertina: “Carta di riso” di Willy
http://freeweb.supereva.com/etnomondi/
Etnomondi@ yahoo. It
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EDITORIALE
Ecco finalmente il numero 20 di Etnomondi. Un numero pieno di sorprese. Se con il
numero scorso abbiamo sperimentato e guardato avanti, con questo numero
torneremo allo stile dei primissimi numeri di questo giornale, quando si chiamava
ancora “Mondi lontani”. Abbiamo più o meno lo stesso spirito di allora. I nomi delle
rubriche però porteranno i nomi recenti, non gli stessi di 10 anni fa. “Radio Khan El
Khalili” non può più chiamarsi “Musica Habibi”, come il giornale stesso continua a
portare il nome recente “Etnomondi”. Non tutto può essere uguale, poiché i tempi
sono cambiati.
Questo numero è da leggere all’incontrario, da destra a sinistra, all’orientale – solo la
versione cartacea e non il pdf qui presente- , come è stato per l’articolo
“Conosciamo meglio l’Islam” in arabo e italiano nel numero 6. Troverete in regalo
gli incensi indiani dall’aroma (Ambra) come nel numero 4. Leggerete la seconda ed
ultima parte del romanzo “Hiroshi Kumar e il suo viaggio in Asia” e tornano in
questo numero dopo un po’ di assenza “Il fascino del mistero” e “Dal Sol Levante”.
Doppio appuntamento con “Bab Zuweila” e due protagonisti per “Anime
giapponesi”.
Col prossimo numero, dopo aver guardato al futuro con il n. 19 e un po’ al passato
con il n.20, torneremo al presente. BUONA LETTURA!
M. Dello Russo
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News from…El Alam
-Il record di velocità nella scrittura di sms è di un sedicenne di Singapore, Ang Chuang Yang. Il nuovo
campione mondiale ha vinto una gara della Singapore Telecommunications: 160 caratteri in 41,52 secondi!).
-Ancora a proposito di sushi, il Ministro dell’Agricoltura giapponese Toshikatsu Matsuoka ha dichiarato
guerra ai falsi ristoranti giapponesi all’estero, per smascherare i locali che non offrono cibi nostrani e per
preservare l’autenticità del sushi. Vuole inoltre premiare con un marchio i ristoranti davvero fedeli alla
tradizione culinaria del Sol Levante.
-Aste folli: un francese ha tentato di vendere su Ebay un’autentica ciocca di capelli del Faraone Ramsete II,
sottratta anni fa dalla mummia, ma è stato costretto a restituirla al Museo Egizio. Una collezionista di Hong
Kong, da Christie’s a Londra, si è invece assicurata per 14,7 milioni di euro una coppetta cinese in porcellana
del ‘700, epoca Quianlong!!!
-Le banche italiane si adeguano all’ “invasione” degli stranieri: molte filiali hanno sportelli con impiegati
non italiani proprio per rendere più agevole il lavoro con questi ultimi; altre hanno al loro interno dei “totem”
elettronici, colonnine multilingue per dare informazioni al cliente extracomunitario.
-Uganda: nella popolazione dei Dodoth si usa ornare la testa con piume di struzzo e portare una sorta di
tappo infisso sotto il mento, questo per avere un’apparenza più fiera.
-E’morto a 91 anni l’ex dittatore cileno Augusto Pinochet, uno dei personaggi più influenti e controversi
della recente storia sudamericana. Condannato a morte l’ex leader irakeno Saddam Hussein, è stato
impiccato il 30 Dicembre 2006, giorno della festa dei musulmani Eid Adha. Contrastanti le reazioni in patria
per entrambi.
-Pak Doo Ik è stato il famoso calciatore della Corea del Nord che segnò la rete decisiva contro l’Italia ai
Mondiali di calcio del 1966. Presi in giro da noi con speculazioni e leggende metropolitane, i nordcoreani
non erano poi così male come giocatori, non erano dei dilettanti stile comiche, e Pak Doo Ik in realtà non
faceva il dentista, come si diceva.Venne promosso da caporal maggiore a sergente e divenne un eroe
nazionale, ma preferì terminare lì la sua carriera calcistica e militare.
-Sapevate che i boscimani sono i più antichi abitanti dell’Africa Australe? Finalmente hanno recentemente
vinto il ricorso presso l’Alta Corte e possono ritornare alle loro terre ancestrali nel deserto del Kalahari da
cui erano stati cacciati dal governo, in modo giudicato “illegale e incostituzionale”.
-Quest’anno nell’isola del Borneo sono state scoperte ben 52 nuove specie animali. Il Borneo è una delle
regioni più ricche del mondo per biodiversità.
-Macao, ex colonia spagnola, è tornata sotto la giurisdizione della Repubblica Cinese due anni dopo Hong
Kong. Macao è un piccolo territorio sulla costa meridionale cinese, ed è famosa per le case da gioco e per
essere il crocevia del commercio verso l’Asia.
-L’Internacional di Porto Alegre ha vinto a Yokohama (Giappone) la Coppa Intercontinentale, il titolo
mondiale per club di calcio, battendo il Barcellona. Come era successo nel 1983 con il Gremio (l’altra
squadra di Porto Alegre che aveva vinto lo stesso titolo), oltre mezzo milione di persone in festa hanno
accolto il ritorno della squadra brasiliana…circa un terzo della popolazione cittadina!
-Inventata in Giappone una tutina per neonati stile “pattina raccoglipolvere”: quando i piccoli giocano e
strisciano per casa… fanno anche le pulizie!
-Stravaganze natalizie: nella città di Osaka è stata messa in vendita una torta di Natale al "gusto"di diamanti,
un unico esemplare dal valore complessivo di ben 100 milioni di yen (645.000 euro)...
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di Mamdouh
seconda parte
Riassunto: Hiroshi Kumar è figlio di un indiano sposato con una giapponese e vive ad Osaka, in
Giappone. Perde l’amore e il lavoro così decide di fare un viaggio con la sua moto dal Giappone
fino l’India. È un ragazzo determinato che non si spaventa di fronte agli imprevisti della vita, così
affronta il lungo viaggio, attraversando la Corea del sud e del nord fino ad arrivare in Cina.
Ed ecco la Cina, Hiroshi passa per Tunghua e si ferma a Pechino, capitale della Cina
di 14 milioni di abitanti, la più popolosa della Cina dopo Shangai. Decide di visitare
il famoso Tempio del cielo, unico al mondo per struttura e significato, oggi è un
parco, dove passeggiano o vanno in bicicletta persone di tutte le età, con molti pini e
cipressi secolari. È stato costruito assieme alla città imperiale (1406- 1420).
È lì che Hiroshi fa la sua prima conoscenza durante il viaggio. Fa amicizia con un
cinese, un ragazzo di 25 anni di nome Sha:
- Mi chiamo Sha, come il cantante Sha Baoliang, lo conosci?
- No, sono giapponese, di Osaka.
- E cosa ci fai qui?
- Sono diretto con la mia moto fino a New Delhi.
- Cosa?! Ma tu sei pazzo, devo conoscerti assolutamente.
- Ascolta Sha, perché il Tempio del cielo si chiama così?
- Perché doveva essere il luogo di contatto rituale tra il cielo e la terra.
- Interessante.
- Il cielo era considerato tondo dagli antichi cinesi e la terra quadrata.
- Ma dai.
- Sul serio. Oltre una porta si raggiunge la Volta Celeste Imperiale.
I due conversano un po’ in inglese e in giapponese, Sha ha studiato anche la lingua
giapponese che conosce abbastanza bene. Sale sulla moto con Hiroshi e si dirigono
verso Wangfujing Nankou (Road), dove vive Sha. Wangfujing è un quartiere
dell’area urbana di Pechino. I cittadini urbani di Pechino parlano il dialetto pechinese,
quello che si usa spesso fra la gente. Hiroshi si ferma una notte a casa del nuovo
amico, Sha cerca di convincerlo a fermarsi di più ma Hiroshi non vuole procurare
alcun fastidio, è educato e preferisce anche non perdere troppo tempo, il viaggio è
lungo.
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Sotto il Tempio del Cielo (Pechino). La bicicletta si usa molto in Cina.
Sotto la mappa della Cina, una bimba cinese e Wangfujing Nankou dove vive Sha
È contento di questa nuova amicizia nata in poche ore, strano per Hiroshi che
difficilmente da confidenza agli estranei, Sha gli è simpatico e si promettono di
rivedersi:
- Tieni Hiroshi, questo è un diario dove potrai scrivere le tue esperienze durante il
viaggio, l’ho ricevuto da mia sorella ma non ho mai tempo di scrivere.
Lo ringrazia e parte diretto verso il nord della Cina: “Questo paese è davvero
immenso” dice prima di salutare Sha. Ciò significa che può esistere anche
un’amicizia fra un cinese e un giapponese. Le sue tappe sono: Taiyuan, Wuwei,
Golmo, Ulugh Muztag, Muz Yag, sopra si trova il Turkestan.
A Taiyuan si può visitare il Jinci Temple, a circa 25 km dalla città, risale al 1000 a.C.
È un complesso di più templi ai piedi della montagna Xuanwenshan. Taiyuan
significa “Grande pianura”, è sorta nel III secolo d.C.
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Hiroshi è malato, ha l’influenza ed ha bisogno di riposo, è costretto a fermarsi in una
pensione per una settimana e comincia a scrivere sul diario. Si sente con Sha al
telefono un paio di volte e dopo la guarigione riparte per Wuwei.
L’aspetto di Hiroshi è tra un indiano e un giapponese
Wuwei è a 280 km da Langzhou, è ricca di storia e tradizioni e la popolazione ci vive
da 5000 anni, oggi sono 1,93 milioni gli abitanti. La parola “Wu wei” staccata
significa tutt’altro: è un’importante precetto del Taoismo.
Sotto il Jinci Temple (Taiyuan) e Wuwei centro
Golmo, o Golmud copre un’area totale di 124,500 km, include un’area urbana di 72
km.
Ulugh Muztag o Ulugh Muztagh è una delle montagne più lontane e inaccessibili nel
mondo, vicino al Tibet, Hiroshi è molto cauto nell’attraversarla. Nonostante questo
cade dalla moto e si ferisce alla gamba, viene subito ricoverato, niente di grave per
fortuna, altra settimana fermo su un letto di un albergo. Riparte diretto per Muz Yag.
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Non ha fatto in tempo a vedere la Grande Muraglia, sarà un’altra volta. La Grande
Muraglia attuale è stata costruita ai tempi della dinastia dei Ming (1368- 1644) ed
inizia ad ovest dal Passo di Jiayuguan , nella provincia del Gansu e raggiunge ad est il
fiume Yalujiang nella provincia del Liaoning. Attraversa nove province con una
lunghezza di 7300 km. La Muraglia – una delle sette meraviglie del mondo, costruita
per difendersi dagli attacchi delle minoranze etniche- attraversa i monti, deserti,
praterie e paludi, ed è per questo motivo che Hiroshi non ha potuto fare quel percorso
con la moto.
Sotto Golmud e Ulugh Muztagh
La Grande Muraglia
Dopo Muz Yag attraversa il Kashmir, terra affascinante e fragile. È un rischio
visitarla per via degli attentati e il fantasma della guerra è sempre vicino. Il turismo
straniero è quasi scomparso. L’acqua è il fulcro della Valle del Kashmir, abbondanza
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di sorgenti, fiumi e laghi. Nella Valle del Kashmir la popolazione è il 90%
musulmana sunnita, il 4% indù.
Hiroshi si ferma a Lahore in Pakistan. Il Pakistan confina con l’India, l’Iran,
l’Afghanistan e la Cina, la capitale è Islamabad, 610.000 abitanti. Il clima è arido e
secco.
Il meraviglioso Kashmir
Hiroshi conosce Yousuf che spiega:
- Lahore è la capitale del Punjab (5 mila abitanti), situata lungo la riva del fiume
Ravi. Da un po’ di tempo è diventata una città industriale e commerciale. È anche la
“City of gardens”, cioè la “Città dei giardini”.
- Bello. Vorrei vedere anche una moschea
- Va bene, ti porto alla moschea di Wazir Khan, molto bella.
Dopo il Pakistan e salutato il gentile Yousuf, il nostro Hiroshi parte finalmente per
l’India, ultima tappa di un lungo e faticoso viaggio che gli ha fatto scoprire molte
cose interessanti che non sapeva. Un viaggio che gli ha cambiato il modo di vedere la
vita. Fisicamente è molto dimagrito e provato –era già snello prima di partire-.
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Sotto Lahore (Pakistan) e la moschea di Wazir Khan
Papà Dhananjay ha già avvisato i parenti indiani dell’arrivo del giovane Hiroshi,
finalmente in India, a New Delhi, per la prima volta. 15 sono le città che il giovane ha
girato e 7 i paesi, davvero un lungo viaggio. Conosce i parenti, molti gentili e
simpatici, Hiroshi lo scrive anche nel suo diario – che un giorno sarà pubblicatoregalato da Sha, ed ha anche un segna libro in pakistano avuto da Yousuf , che usa
per il diario.
Le difficoltà non sono finite, Hiroshi non conosce nemmeno una parola in indiano a
parte il saluto “Namastè” più qualcun’altra, così usa l’inglese, ma la lingua inglese
parlata in India è un po’ diversa da quella che ha imparato all’università. Gli indiani
hanno un accento un po’ strano, difficile per lui comprendere, poi si abitua. Troverà
l’amore e vorrà trasferirsi lì.
New Delhi (17.037.900 abitanti) è la capitale dell’India ed è la terza città più grande
del paese, il secondo paese più popolato nel mondo. È ricca di giardini, viali alberati,
bellissimi parchi e molte gallerie d’arte.
Sotto l’India e New Delhi
Nella Old Delhi ci sono molti bazar a Lahore Gate –da non confondere con Lahore in
Pakistan-.
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Hiroshi visita il Mausoleo Humayun, con un sontuoso giardino. L’edificio è alto 40
metri, ricorda il Taj Mahal ad Agra, vicino New Delhi, anche questo costruito da
musulmani (580 x 300 metri).
Arriva una telefonata da parte del padre di Hiroshi che gli dice di rientrare in
Giappone –questa volta niente moto, ma con l’aereo-, c’è un nuovo lavoro per lui
molto importante. Così Hiroshi saluta la sua fidanzata indiana – si chiama Vidishapromettendole che sarebbe tornato presto a New Delhi per sposarla e portarla con se
in Giappone.
Farà il contrario del padre, che ha sposato una giapponese, Hiroshi che è giapponese
sposerà un’indiana, una donna della terra d’origine di padre Dhananjay. Il ragazzo
che è partito dal Giappone per raggiungere l’India non è lo stesso di adesso: un
ragazzo più maturo e profondo che ha imparato ad apprezzare le cose semplici e belle
della vita.
Sotto Lahore Gate
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Il Mausoleo Humayun
Il Taj Mahal ad Agra
New Delhi
FINE
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ANIME GIAPPNESI
KYASHAN E HURRICANE POLIMAR
Kyashan e Polimar sono i due androidi creati a metà anni 70, il primo è una produzione ed opera
della Tatsunoko, il secondo ideato e prodotto da Tatsuo Yoshi. Due anime originali, non i soliti
robot pilotati da persone esperte.
Kyashan (Shinzo ningen kyashan) è del 1973, Polimar (Hurricane Polymer)è del 1974. Hurricane
Polimar è un supereroe stile americano, tipo Marvel.
Cominciamo con Kyashan, ecco la Trama:
Lo scienziato Azuma –padre di Tetsuya (Kyashan)- costruisce 4 androidi umanoidi, fra questi
Briking, che impazzisce dopo un forte fulmine. Briking si ribelle e costringe Azuma a costruire
robot guerrieri ed assassini, fortunatamente prima di questo Azuma cede alle pressioni del figlio,
che diventa Kyashan, super androide che lotta per l’umanità. La madre diventa il cigno robot
preferito di Briking, ed informerà Kyashan sulle mosse del nemico. Il cane robot Flender
affiancherà Kyashan. Flender è il suo vecchio cane ucciso dai robot, diventato cane robot dai diversi
poteri, come trasformarsi in veicoli –come Polimar-. Altra aiutante di Kyashan è la fidanzata Luna.
Briking verrà sconfitto ma non si saprà se Kyashan potrà mai tornare Tetsuya. Nella serie di
Kyashan, a differenza di altri cartoni giapponesi, mancano personaggi comici, smancerie amorose,
si combatte nel mondo reale e la trama prende spunto dalla vita reale: case e città in perfetto stile
anni 30-40.
Inoltre, in questa storia il Giappone non è il paese protagonista, Kyashan si sposta ovunque e non
salva la terra. È si un eroe, ma più reale.
Hanno recentemente girato un film con attori umani dedicati all’Anime di Kyashan, ma siamo
convinti che non sarà all’altezza dell’originale.
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Ecco la trama di Polimar:
Polimar può trasformare il suo corpo in diverse armi: come un sottomarino, un jet o
un carro armato, grazie al casco tecnologico. Chi è in realtà Polimar? È Takeshi
Onikawara, figlio del direttore dell’Interpol. Takeshi non vuole lavorare con il padre e
preferisce indagare a modo suo, così va via di casa con il cane San Bernardo Barone.
È solo grazie al casco polimet regalato dallo scienziato Oregasteru prima della sua
morte che Takeshi diventa Polimar. Si fa assumere come assistente dall’investigatore
privato Jo Kurama ed interviene come Polimar al momento giusto, lottando contro i
nemici. Taru sarà la giovane assistente di Polimar.
A differenza di Kyashan, nella serie di Polimar si ride molto per la presenza di goffi
personaggi.
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Bab Zuweila
Senegal
Il Senegal si affaccia sull’Oceano Atlantico ad ovest, è uno Stato dell’Africa
Occidentale. Terra di pescatori e commercianti. Circa mille anni prima dell’era
cristiana, comparvero metalli nella vallata del Senegal (epoca protostorica). A partire
dal VII secolo si registrò la formazione dei primi regni, in particolare il Jolof.
L’Islam arrivò nell’XI secolo e 90% della popolazione è musulmana, in particolare
Sufi. Molti furono i colonizzatori, soprattutto francesi che fondarono nel 1659 la città
di Sain-Louis, che diventò la prima capitale del paese, dal 1902 è Dakar. Nel 1959 il
Sudan francese (attuale Mali) e il Senegal si fusero e formarono la Federazione del
Mali, che raggiunse l’indipendenza nel 1960. In quel anno il Senegal e Sudan
diventarono indipendenti a tutti gli effetti.
I fiumi più importanti sono il Senegal, il Gambia e il Casamance. Il clima è caldo e
tropicale, minacciato dalla desertificazione. Il Dakar è una città di 550 km quadrati
che costituisce una penisola.
Il Senegal è un paese povero, con un’economia più sviluppata rispetto agli altri paesi
lì vicino, grazie anche alla pesca, le piantagioni di cotone e di canna da zucchero. È
un paese molto agricolo.
La popolazione è molto espansiva di carattere. Il 90 o 94% sono musulmani, il 5 %
cristiani ed il resto animisti.
Il sufismo è molto presente in quel paese, i musulmani seguono il muridismo
“Muridiya” insegnato dallo Sheikh Ahmadou Bamba, (1854/ 1927).
Il Senegal è anche il paese dei Baobab, gli alberi con molte proprietà curative.
L’albero è alto fino a 20, 25 cm e cresce spontaneamente in Africa, Madagascar e
Australia. Il nome deriva dall’arabo “bu-hibab” che significa “frutto dai molteplici
semi”, secondo alcune fonti dal senegalese “albero di mille anni”, riferito alla
longevità della pianta.
.
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Sotto a desta l’albero Baobab
Sotto lo Sheikh Ahmadou Bamba e una moschea
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Bab Zuweila
Somalia
La storia della Somalia è più triste di quella del Senegal. In questo paese non c’è
molto turismo per via delle guerre. La Somalia è uno Stato dell’Africa Orientale
situata nel corno d’Africa ed è uno dei paesi più poveri nel mondo. Confina con
l’Etiopia e il Kenya e si affaccia sull’Oceano indiano. Come stato indipendente
nacque nel 1960, dall’unificazione di Somalia italiana e Somaliland.
Fra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80 iniziarono a formarsi organizzazioni
di guerriglia ostile al regime di Siad Barre che entrò al potere nel 1969 per un colpo
di stato. Iniziò così la guerra civile. Nel 1991 Barre fu estromesso e Somaliland
annunciò la propria secessione, che portò nuovi scontri. Nel 2004 è stato nominato
presidente Abdullah Yusuf.
In Somalia non esistono né strade, né ferrovie e il 50% di somali preferisce
mantenere lo stile di vita nomade e il dromedario è il principale mezzo di trasporto.
Tra i somali vivono gruppi etnici minori come i bantu, gli arabi, gli indiani, i
pakistani e gli europei. I musulmani sono il 99%.
Dopo la fuga di Barre, la Somalia vive in una situazione di anarchia. La Somalia è
divisa in 18 regioni dette Gobolka, o Gobollada al plurale.
L'economia si basa soprattutto sull'allevamento nomade e sulla produzione agricola.
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
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RADIODERVISH – “Amara terra mia” (Radio Fandango) Ci eravamo già occupati (N.11) di questo particolare duo
italo-arabo formato da Michele Lobaccaro e Nabil Salameh, che torna con uno spettacolo teatrale da cui poi è stato
tratto questo cd audio e dvd video comprendente un corto di Franco Battiato. I due partono dal noto brano di Modugno
del ’71 che dà il titolo all’album, per parlare di migrazioni, un tema attuale. Un ritorno al passato con migrazioni non
solo fisiche, ma anche mentali e culturali. Progetto interessante, ben 20 i brani, arabeggianti ma anche tradizionali del
nostro meridione.
AFRICANDO – “KETUKUBA” (Discograph) Il mescolarsi di generi e ritmi continua a mietere
successi e sperimentazioni, in questo caso con tradizione latina,africana, francese e portoricana
trapiantata in U.S.A. Gli Africando esistono da ben 15 anni e i loro suoni sono quelli della salsa
cubana. Un magico viaggio tra l’Africa e Cuba, , molto più maturo dei 6 album precedenti.
SERGENT GARCIA – “UN POQUITO QUEMA’O” (Labels) Ritmi patchanka, come si usa
definirli: sudamericani e meticci, un misto di reggae, salsa muffin, ritmi africani e un po' di rock.
L’album di questo gruppo franco-spagnolo è del 1999, e il leader, Sergent Garcia, dice: "La mia musica rispecchia il
mio modo di essere, io sono un po’ pazzo ecco perché il mio disco s'intitola Un poquito quema’o, che tradotto significa
un po’ “bruciato”.
DEAD CAN DANCE – “MEMENTO – THE VERY BEST OF DEAD CAN DANCE” (Rhino) Nato in Australia
nei primi anni ’80, questo duo della nota casa indipendente 4AD dal genere difficilmente classificabile, è dapprima stato
inserito nel filone di gothic rock medievaleggiante e rinascimentale, per poi evolversi con diversi album
nell'esplorazione della musica etnica, in particolare persiana e aborigena australiana, con una vera e propria orchestra, in
tempi in cui ancora non si parlava di world music e contaminazioni. 15 i pezzi di questa raccolta da ascoltare ad occhi
chiusi, per conoscerli meglio. Il gruppo, di grande successo e ormai sciolto dopo una decina di album in studio, si è
riunito l’anno scorso per un tour.
MARCO ANTONIO SOLIS – “TROZOS DE MI ALMA 2” (Fonovisa) Solis è un noto cantante messicano la cui
musica è molto influente nel suo paese. Nato a Michoacán, ha piazzato diversi singoli ai primi posti in classifica anche
negli Stati Uniti dove è molto seguito dalla comunità latina. 10 i brani di quest’album - tutti in spagnolo - ispirati dalla
passione e dall’amore.
BUJU BANTON – “TOO BAD” (Gargamel Music)
Coinvolgenti i
ritmi di questo giamaicano, definito l’erede di Bob
Marley e il
moderno musicista reggae-dancehall per eccellenza.
Questo tipo di
musica (la dancehall) è veloce e conosciuta ora anche come Bashment o Ragga, e nei primi anni ‘90 è stato coniato
anche il termine Raggamuffin. Lo stile è caratterizzato da un DJ che canta o rappa (toasting) sopra riddim ruvidi e
ballabili. http://www.bujubanton.net
SEPULTURA – “ROOTS” (Roadrunner) Nel 1996 uscì questo disco, considerato fondamentale nella storia del metal:
i Sepultura (cioè "tomba" in portoghese) sono un gruppo thrash metal brasiliano, formatosi nel 1984 a Belo Horizonte.
Un album come sempre aggressivo, thrash death metal, ma stavolta importante per la sperimentazione di innovativi
elementi estrapolati dalla musica degli indigeni brasiliani, un esempio nei pezzi “Roots, bloody roots”e “Ratamahatta”,
dove c'è l'importante collaborazione con David Silveria, batterista dei Korn e il duetto tra Max e il connazionale
Carlinos Brown: il loro primo brano cantato in portoghese. Zeppa di ospiti è "Lookaway" in cui interviene anche Mike
Patton (all’epoca voce dei Faith No More). http://sepultura.uol.com.br/v6/
LILA DOWNS – “LA CANTINA/ENTRE COPA Y COPA” (Narada/Virgin) Una cantante in bilico tra tradizione
messicana e suoni moderni. Un disco suggestivo e coinvolgente ad alti livelli, in cui partecipa Flaco Jimenez.
MICHEL CAMILO – “RHAPSODY IN BLUE” (Telarc) Camilo è un affermato pianista di Santo Domingo che nel
2000 ha vinto un Grammy nella sezione Best Latin Jazz Album. In “Rhapsody in blue” esegue brani di Gershwin.
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Chi sono gli Iman e gli Shaam?
Abbiamo dedicato un articolo intero agli artisti di nashìd (vedi Etnomondi n. 19). Gli Iman (foto
sopra a sinistra) vengono dal Sudafrica, sono quattro e cantano in inglese. Hanno pubblicato un
primo album dal titolo “Just remember” che contiene 9 nashìd. Il gruppo è composto da Wahied
Kannemeyer, Faizel Abrahams e i fratelli Rifaat e Nizaam Moses. Sono influenzati della musica dei
gruppi occidentali, come la musica tradizionale spagnola, il flamenco e da artisti come Jessie Cook,
Gypsy Kings e Paco de Lucia.
Non solo, sono influenzati anche dai gruppi orientali, come gli artisti di nashìd malesi, indonesiani:
i Raihan, Rabbani e Nowseeheart.
Queste influenze li ha portati a fare nashìd senza strumenti musicali, solo voci (acapella).
Gli Iman conoscono anche la recitazione del Corano, il dhikr (ricordo di Allah). Il loro nome
l’hanno scelto perché sono musulmani credenti e praticanti, per loro la fede nell’Islam è tutto,
“Iman” significa “Credenza” senza alcun dubbio.
“Iman esprime la nostra musica, i nostri nashìd –avendo fede in Allah, proclamando la nostra fedeè questo il nostro messaggio”. Si sono formati nel 2003, ed esibiti anche con gruppi come i Raihan.
www.wahied.com
Gli Shaam –quattro come gli Iman- si sono formati nel 1997 ed interpretano canti islamici
tradizionali, ispirati al Profeta Muhammad. Il gruppo è composto da Haroon Bashir, Mahmood
Norris, Yasin Alam e Imran Bashir, tutti di Birmingham, in Inghilterra. Hanno preso il nome dal
paese che li ha ispirati: la Siria, in arabo “Shaam”. A Damasco, in Siria, hanno studiato e sono
entrati in contatto con gruppi di nashìd che suonavano il duff, come gli Shaam, strumento
tradizionale di percussione (vedi foto sopra a destra). Sono molto popolari in Inghilterra, si sono
esibiti nelle isole britanniche suonando anche ai matrimoni, feste ed eventi. Amati anche da un
pubblico non solo musulmano. La loro forza è fare nashìd per gente di tutte le età, non cantano solo
in arabo, anche in urdu e inglese, poichè la maggior parte di fans non conosce la lingua araba. Si
sono esibiti anche in USA, Siria e Pakistan e non è esagerato dire che centinaia o migliaia hanno
assistito ai loro concerti, conquistando persino il Principe Carlo d’Inghilterra, loro ammiratore.
Molto curate sono anche le copertine dei loro album, davvero artistiche. Presto uscirà il nuovo
album “Celebrate life”. www.shaamgroup.com
Discografia:
Mercy like the rain
Spring has come
SHAAM in Concert
Mawlid at Abbey Road
SHAAM The early years (raccolta)
20
L’ETNICO IN TV E IN DVD
 DVD Harlock Saga “L’Anello dei Nibelunghi” Questo Dvd – in 6 Atti- è davvero un
capolavoro, straordinario: effetti speciali, avvincente, poetico. Ispirato alle opere di Wagnercon tanto di musica, è una trasfigurazione dell’opera wagneriana “L’Anello dei
Nibelunghi”-, ambientato nello spazio. È distribuito dalla Dynamic Italia. Vedi Etnomondi
n. 19 “Anime giapponesi” è dedicato a Capitan Harlock.
 Hurricane Polymar “Holy Blood” Mitico Polymar, supereroe androide (vedi “Anime
giapponesi” di questo numero). Il Dvd è fatto bene, quasi fedele al Polymar televisivo, più
moderno però: momenti divertenti si alternano all’azione e alla violenza, inoltre i personaggi
televisivi non erano così sexy. Due sono gli episodi nel Dvd. Distribuito dalla Yamato
Video.
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"Turisti per cibo, il grand tour del buon mangiare"di Martino
Ragusa, Patrizio Roversi e Syusy Blady, Il Sole 24 Ore Edagricole,
pagg.448, € 15,90. Un bel tomo! Piacevole mix di informazioni
culinarie, turistiche e culturali italiane, ma anche dal mondo dai
simpatici “viaggiatori per caso” di Rai 3.
“Alle radici della civiltà cinese” di Claude Larre, Jaca Book, pagg.
224, € 21. I miti e le leggende dei primordi, le credenze con il culto
al cielo e agli spiriti, la formazione dell'impero con i suoi re
leggendari. Include una introduzione alla lingua ideogrammatica e
un originale studio sui primi testi, i classici, che hanno fatto da
fondamento alla civiltà cinese.
“Blu China” di Bamboo Hirst, Piemme, pagg. 379, € 15,90. La
storia d’amore tra un italiano e una cinese negli anni Trenta e la nascita della loro figlia alla ricerca del padre.
Di madre cinese e padre italiano, Bamboo Hirst ha vissuto in Cina, sua terra natale, fino all'età di quattordici
anni; oggi vive a Milano.
“Martha Quest” di Doris Lessing, Feltrinelli, pagg.294, € 8. L’autrice, notissima, è nata a Kermanshah
(Iran) nel 1919 da genitori inglesi. Si è poi trasferita in Africa, a 5 anni, nella Rhodesia del Sud (l'attuale
Zimbabwe) dove ha vissuto fino ai trent'anni. E' poi emigrata in Inghilterra. La storia è quella di
un’adolescente sudafricana degli anni ’30 che si trasferisce in città, tra politica e conflitti razziali. Della
stessa autrice ed edizioni, altri libri che parlano di Africa tra questioni razziali e mantenimento delle
tradizioni: “Sorriso africano” (pagg. 448, € 8), e “Racconti africani” (pagg.176, € 7).
“L'altra India. La tradizione razionalista e scettica alle radice della cultura
indiana” di Amartya Sen, Mondadori, pagg. 387, € 9,80. Un saggio dedicato
all’India, la più grande democrazia al mondo, un paese dalle fortissime
disparità sociali che può diventare una delle nuove superpotenze del pianeta.
“Gengis Khan – Il principe dei nomadi” di Vito Bianchi, Laterza, pagg.304,
€ 19. La storia del condottiero mongolo, un nomade che seppe aggregare le
tribù sparpagliate per le lande asiatiche, e tradurne in formidabile forza d'urto
abitudini e abilità secolari.
“Desiderio di deserto” di Alain Laurent, Feltrinelli, pagg. 128, € 6,50. Il
Sahara, il deserto dei deserti, ha un incredibile potere di attrazione anche in
questo affascinante racconto di viaggi.
“La libertà illimitata” di Pema Chödrön, Oscar Mondadori, pagg. 120, € 9,80.
Il libro è una guida pratica che spiega il “tonglen” (letteralmente: "dare e ricevere"), una pratica meditativa
del buddismo tibetano per coltivare l'amore e la compassione
“Oceano nero” di Adonis, Guanda, pagg.187, € 14. Di Adonis, il più grande poeta vivente in lingua araba,
avevamo parlato nel lontano N.7. Il libro è attuale perché è una raccolta di saggi di riflessioni sul “vero”
Islam, quello del dialogo e del ponte con l’Occidente e con le radici comuni.
22
L’ESERCITO DI TERRACOTTA
L'esercito dei guerrieri di terracotta è formato da oltre 7.000 statue di terracotta, estremamente
realistiche e curate nei particolari, vestite con armature in pietra ed armi, poste di guardia alla tomba
del primo imperatore cinese Qin Shi Huangdi. Rappresentano una fedele replica dall'armata che
aveva unificato la Cina .Qin Shi Huang fu il primo imperatore della Cina unificata e costruì la prima
Grande Muraglia, di cui abbiamo parlato sul N. 13; egli ordinò un mausoleo gigante per se stesso
alle porte della città di Xian, custodito da circa 8.000 statue a grandezza naturale di soldati e cavalli
in terracotta. Le statue rappresentano una minima parte del complesso archeologico che occupa
un'area di 56000 metri quadrati. Si dice che la costruzione del mausoleo fu un vero e proprio affare
di stato, in cui lavorarono oltre 700.000 prigionieri nel corso di 10 anni di lavoro. Test del dna
hanno dimostrato che il primo imperatore della Cina aveva impiegato manodopera straniera per
costruire il suo mausoleo, probabilmente prigionieri, anche europei, indiani, pakistani, curdi del
Turkmenistan e persiani dell'Iran Questo rappresenta un prova dei contatti verificati tra l'Asia
centrale e quella orientale più di 2.200 anni fa.
L’esercito fu scoperto il 29 marzo del 1974, quando i contadini di un piccolo villaggio dello
Shaanxi stavano scavando dei pozzi per lottare contro la siccità. Nel corso dei lavori dissotterrarono
molti frammenti di ciò che oggi è conosciuto in tutto il mondo come l'Esercito dei Guerrieri di
Terracotta. Le ricerche archeologiche portarono alla luce, nel corso degli anni, delle fosse
contenenti uomini di terracotta armati, carri, cavalli, statue di servitori, mandarini, concubine e
oggetti di vita quotidiana come vasi ed utensili. Tuttavia, nelle fosse, sono state trovate poche armi:
i soldati una volta reggevano lance nello loro mani. Durante una sommossa, ribelli che poi
s’insediarono sul trono imperiale (la dinastia Han) irruppero nella tomba e le rubarono; quelle
rimaste furono bruciate
La camera funeraria dell’Imperatore non è ancora stata portata totalmente alla luce e sarebbe così
profonda da attraversare 3 livelli di falde acquifere, con pareti in bronzo e circondata da fiumi di
cinabro, cioè solfato di mercurio che, per la filosofia taoista, sarebbe un attivatore energetico per
l'immortalità, vera fissazione dell'Imperatore, che aveva organizzato numerose spedizioni per terra e
mare, alla ricerca del famoso elisir.
La tecnica usata per realizzare queste statue, conosciute come "l'ottava meraviglia del mondo",
un'opera d'arte di incredibile valore, consisteva nel compattare cerchi di argilla in modo da creare
un tubo (il torace) e completate con l'aggiunta di gambe e braccia La struttura, poi, veniva ricoperta
di blocchetti di argilla per creare le uniformi e decorata successivamente.
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VAGONE FUMATORI
(Vagon fumador), drammatico, Argentina, 2002, di Veronica Chen, durata: 91’. Con:
Cecilia Bengolea, Leonardo Brezicki. Inedito in Italia. In giro per Buenos Aires, di giorno e di notte, accompagnati dai
ritmi di nuovi gruppi musicali, percorsi interiori di solitudine di alcuni giovani, tra silenzi, corteggiamenti, mancanza di
prospettiva, fuggevoli amori, precarietà dei valori.
SHUTTER
(Shutter), horror, Tailandia, 2004, di B. Pisanthanakun e P.Wongpoom, durata: 97’. Con: Ananda
Everingham, Natthaweeranuch Thongmee, Achita Sikamana. Distribuzione: Key Films. Torniamo dopo un po’ di
tempo al cinema a vedere un film della recente, sterminata e un po’ satura filmografia horror orientale. Una giovane
coppia è perseguitata dallo spettro senza pace di una ragazza che credono di avere investito di notte. Interessante horror
dalla Tailandia basato sulle fotografie (shutter significa otturatore)che, a volte, riuscirebbero a catturare le immagini dei
morti. Un po’ lento in alcuni punti, ma lo spavento e la sorpresa finale sono assicurati!
IL MIO NOME E’ SHANGAI JOE
(Il mio nome è Shangai Joe), azione, Italia, 1973, di Mario
Caiano, durata: 90’. Con: Chen Lee, Piero Lulli. Distribuzione: Jumbo. Piccolo cult italiano che mescola esotismo, arti
marziali e western. Un eroe cinese è sempre in lotta per la giustizia e la dignità, e riesce sempre ad avere la meglio sui
prepotenti. Violento e un po’ ingenuo, ma da rivedere a distanza di tanti anni.
I 3 DELL’ OPERAZIONE DRAGO
(Enter the dragon), azione, Hong Kong/U.S.A., 1973, di Robert
Clouse, durata: 98’. Con: Bruce Lee, John Saxon, Jim Kelly. Distribuzione:Dear. Non ha perso il suo fascino questo
classico di Bruce Lee di cui non avevamo ancora parlato. Nel film, oltre a lui, s’incontrano maestri e campioni di varie
arti marziali. Dietro il paravento di una scuola di discipline marziali, un signore del crimine si rifugia in un’isola
fortificata coi suoi loschi traffici. Toccherà al giovane Lee andarlo a stanare…
L’ ARCO
(Hwal), drammatico, Corea Del Sud/Giappone, 2005, di Kim Ki-Duk, durata: 90’.
Con: Yeo-reum Han, Si-jeok Seo. Distribuzione: Mikado. Una metafora dell’amore per un film
particolare, poetico e delicato, come ci ha abituati il noto regista coreano. Trovate la sua
filmografia in queste pagine. Interamente girato su un peschereccio di pochi metri dove vive una
ragazzina destinata a sposare un uomo anziano che si è preso cura di lei. L’amore di un
passeggero la salverà?
LONTANO (Loin), drammatico, Francia/Spagna, 2000, di André Techiné, durata: 120’.Con:
Stéphane Rideau, Lubna Azabal, Mohamed Hamaidi. Distribuzione: Mikado. Uscito da noi qualche anno dopo, un
interessante film ambientato in Marocco con tre storie, tre giorni e tre personaggi che s’incrociano. Sofferenze e
speranze, viaggi e traffici, amore sognato e amore finito, lutti e nascite. Insieme formano un triangolo. Si incontrano a
Tangeri, a soli 20 km di distanza dall'Europa, il più vicino dei luoghi lontani, il più lontano dei luoghi vicini.
MARIA FULL OF GRACE
(Maria, llena eres de Gracia), drammatico, U.S.A./Colombia, 2004, di Joshua
Marston, durata: 101’. Con: Catalina Sandino Moreno, Yenny Paola Vega. Distribuzione: Istituto Luce. Maria è una
giovane colombiana incinta che decide di cambiare vita e accetta di trasportare droga negli Stati Uniti, pratica
tristemente nota e pericolosa. Le sue speranze e ingenuità si scontreranno con la realtà. Un film crudo e disarmante ma
necessario. I dialoghi sono all’osso ma le immagini sono molto realistiche.
CARAMELLA ALLA MENTA
(Bakha satang), drammatico, Corea Del Sud, 2000, di Lee Chang-dong,
durata: 129’. Con: Sol Kyung-koo, Moon So-ri, Kim Yeo-jin. Inedito in Italia. Un uomo sull’orlo del suicidio ripercorre
la sua vita e vent'anni di storia della Corea attraverso il racconto a ritroso delle sue fallimentari esperienze di vita.
Interessante ma da noi visto solo nei festival, purtroppo… http://www.peppermintcandy.co.kr/
24
GERONIMO!
(Geronimo), western, U.S.A.,1962, di Arnold Laven, durata: 101’. Con: Adam West, Denver Pyle.
Distribuzione: Dear. Parliamo da questo numero anche di qualche western orientato dalla parte dei pellerossa.
Geronimo fu un fiero capo indiano, uno dei pochi a guadagnarsi la stima popolare bianca. Si adattò a vivere rinchiuso
nella riserva S. Carlos. Ma per poco: ben presto per i maltrattamenti fu costretto a ribellarsi. Fuggito con un manipolo di
seguaci sparse il terrore nell'Arizona. Dopo molti anni di scorrerie decise di arrendersi ottenendo una onorevole pace dal
governo di Washington.

KIM KI-DUK FILMOGRAFIA
-Crocodile (Ag-o) (1996)
-Wild Animals (Yasaeng dongmul bohoguyeog) (1996)
-Birdcage Inn (Paran daemun) (1998)
-Real Fiction (Shilje sanghwang) (2000)
-L'isola (Seom) (2000)
-Indirizzo sconosciuto (Suchwiin bulmyeong) (2001)
-Bad Guy (Nabbeun namja) (2001)
-The Coast Guard (Hae anseon) (2002)
-Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera
(Bom yeoreum gaeul gyeoul geurigo bom) (2003)
-La samaritana (Samaria) (2004)
-Ferro 3 - La casa vuota (Bin-jip) (2004)
-L'arco (Hwal) (2005)
-Time (Id.) (2006)
LETTERE
DAL
SAHARA
(Lettere dal
Sahara), drammatico, Italia, 2006, di Vittorio De Seta,
durata: 123’. Con: Djibril Kebe, Paola Ajmone Rondo.
Distribuzione: Istituto Luce. La consapevolezza di dover
rinunciare alla propria cultura ed usanze alla base di
questo film di maniera, non completamente riuscito, che
descrive fatti di attualità che accadono ogni giorno.
L’odissea in Italia di un giovane immigrato clandestino
senegalese. Per intristirsi…
PO DI SANGUI
(Po di sangui), drammatico,
Guinea Bissau, 1996, di Flora Gomes, durata: 90’. Con:
Ramiro Naka, Edna Evora.. Distribuzione: Films Sans
Frontières. Inedito da noi, da una nazione sconosciuta
cinematograficamente, questo film si era visto a Cannes ’96. Il titolo – metaforico – in creolo significa “legno rosso” o
“legno di sangue”) e parla di tradizioni ancestrali e legami tra uomini e alberi e dell’esodo
del popolo di questo stato.
C
r
RISTORANTI ETNICI
o
c
 ORIGAMI Per palati fini ecco il più grande ristorante giapponese di Milano
(in zona Monumentale, Via
o
G.Rosales,4) diviso in tre ambienti, illuminati da ben tredici vetrine,dun lungo bar dove si possono
gustare cocktail a base di sakè, un'ala elegante con ottanta posti e un sushi
i bar kaiten per novanta coperti.
l
 NU Propone cucina asiatica: giapponese, cinese, thailandese vietnamita
e asiatica. Inoltre, vende
e
oggettistica tradizionale. A Milano in Via Feltre, 70, zona P.zza Udine.
(
 BAZAR Facciamo un salto addirittura a Rotterdam. Se vi trovate in questa città olandese, provate questo
A araba da diversi paesi. Occhio
locale stile suq in Witte De Withstraat, 16.Decorazioni orientali e cucina
g
che è un locale non adatto per cene romantiche, è sempre affollato!
 EL CARAJO (Via F.Filzi,30, zona St.Centrale, Milano) è un ristoranteoperuviano rinomato, l’ideale per
mangiare buoni piatti di questa cucina sudamericana. Organizza eventi e)serate. http://www.elcarajo.it/
( (nuovo?) locale peruviano se
 EL CORTIJO (Via Crespi, 11, Milano) Non sappiamo molto di questo
non che si trova in zona Pasteur e che propone menù fissi in offerta speciale.
1
9
 MULATA Ristorante…quadruplo e discoteca cubana in una grande area
9 a Bari, si balla, si canta, serate
e feste a tema. Vi suona anche il gruppo musicale omonimo. La cucina,
6 ottima, propone tutti i piatti
cubani ma anche internazionali e italiani In centro, Strada La Grava, 12. )http://www.mulata.it/
 Per gli appassionati della moda del sushi aperitivo e agli antipasti pre-cena, chiudiamo la rubrica
W abbordabili, in Via Sciesa,5);
indicandovi i locali adatti a Milano: SUSHI BAR (nuovo locale con prezzi
i
POPOROYA in Via Eustachi,17, originale giapponese (chiude alle 21,30);
il piccolissimo BENTO
l
HOUSE, che si trova invece in Via Bergamo,3; SUSHI HIRO (V.le Legioni Romane, 55); PARCO (in
d Magenta,14); MARU (V.le
P.zza Cavour, 7, in Via Spallanzani ang. Regina Giovanna e in C.so
Sabotino, 19); NOBU (Via Pisoni, 1) con buffet alla giapponese, locale piuttosto snob.
A
n
i
m
a
l
25
METROPOLI MULTIETNICA
Siamo stati al Krishna Indian Bazar di Via P.Castaldi,35, non molto grande ma pieno di
abbigliamento e accessori da donna, alimentari, e, soprattutto, diversi film indiani in dvd a prezzi
molto economici. La metropolitana milanese offre ancora sorprese; dopo il negozietto cingalese di
De Angeli del numero 18 (a proposito, avevamo dimenticato di specificare la nazione!), ecco
Alpaca Perù, con gestione italiana, sito a MM Rovereto: abbigliamento in cotone ecologico e
alpaca e alcuni oggetti di artigianato peruviano. Il Fiore del Tao è un centro internazionale di
ricerca yogica e taoista, organizza corsi e scuole di formazione. Si trova in Via F.Casati, 8.
www.fioretao.com.
Nell’estrema periferia milanese (Via Parea, 7, zona San Donato Milanese) abbiamo notato diversi
kebab e phone center dove non ci saremmo aspettati, e Sphinx, un negozietto di alimentari e di
specialità egiziane.Volete tagliarvi i capelli in qualche nuovo stile? Mimo Parrucchiere dalla
Corea, vi aspetta in Via R.Pilo 9. Ci siamo imbattuti poi in Parrucchiere Uomo Donna Bambino
(sarà questo il nome?) all’entrata campeggiano lucine e scritte cinesi, la clientela è anche
occidentale: incredibili le capigliature dei due ragazzi al lavoro all’interno del negozio, usciti forse
da qualche improbabile manga scopiazzato ai giapponesi !!! in Via Tadino angolo Via Vitruvio. Il
Bar Ethiopia, sempre in Via Tadino, al 6 è un minuscolo bar stile vecchi bar-latterie, frequentato
da africani. Latin Way Music è un negozio per gli appassionati di musica sudamericana che vende
anche per corrispondenza. Cd,dvd,basi musicali ecc., Via Vincenzo Vela, 8. www.latinwaymusic.it
Una precisazione: Vietnamonamour, unico ristorante vietnamita di Milano (vedi N.17) è anche un
albergo e bed & breakfast con serra: un angolo di tranquillità per chi ama le atmosfere orientali: una
tipica riproduzione di una casa di Hanoi rivisitata con stile moderno e influssi francesi. Sempre più
bizzarri i nomi delle discoteche: La Contrada della Luna Gobba propone ingresso gratuito e
consumazione facoltativa. Eventi e musica latinoamericana con animazione. Si trova presso
Dalmine (A4 Mi-Ve usc. Dalmine, Via Friuli, 29). Chiude al lunedì e mercoledì sera. Celestino’ s
Dancing propone al giovedì serate di musica latina. A Drezzo (CO) Via dei Mulini, 88). Per il
vostro fine settimana latinoamericano potete andare al Kristal Dancing al venerdì (Tradate – VAVia del Crocefisso, 46) e al Club I Monelli della Salsa (un nome, un programma) al sabato
(Mozzate – CO – Via Tarantelli, 12). www.imonellidellasalsa.it
Iguana Club musica latina a Parma (Strada Parma Pilastro) un paio di giorni la settimana.
Charanga è un’altra disco-latina a Noviglio (SP 30 km 4 MI-GE usc Binasco). Nella stessa zona il
Latin Celebrity al venerdì e al sabato, anche qui corsi di ballo. Sulla S.S. dei Giovi a Binasco (MI).
www.discocelebrity.com Continental al mercoledì fiesta latina, ingresso libero e corsi di balli
caraibici. Torniamo a Milano con il Limelight ex cinema, ex City Square ecc, noto locale in Via
Castelbarco zona Università Bocconi, da tenere d’occhio perché organizza serate di salsa. Al Dar
El Yacout locale marocchino in Via Cadore, 23, al giovedì è stata istituita la serata “Lipstick”
dedicata alle donne, mentre alla domenica troviamo con piacere gli amici brasiliani al Balança di
Via Binda, 19 con festa brasiliana e cibo a buffet in abbondanza, yummm! A Bari consigliamo il
Mulata, mega-locale con discoteca cubana e 4 ristoranti (vedi “Ristoranti Etnici” su questo stesso
numero). Cercate una palestra con corsi per la difesa personale e varie discipline marziali e sport da
combattimento? A.S.D. Yamato in Via Bengasi,2.
Giornali etnici: il quotidiano La Repubblica allega Metropoli, un supplemento dedicato all’Italia
multietnica, molto utile per gli stranieri con le sue informazioni e il mini-corso d’italiano
all’interno. Meno male che non l’hanno chiamato Metropoli Multietnica, come questa nostra
rubrica…c’e’ mancato poco! Forum Corea è un mensile distribuito gratuitamente ai coreani a
Milano. Abbiamo trovato all’ingresso della metropolitana America Hoy, un periodico settimanale
gratuito in spagnolo per latinoamericani. Esiste da circa un anno e ha anche un sito:
http://www.americahoy.eu/
26
IL SUMO
Il sumo, poco conosciuto da
noi, è una disciplina
sportiva
di
grande
importanza in Giappone,
dove è lo sport nazionale,
ma anche una forma d’arte
rituale. Il suo significato
letterale è “strattonarsi
vicendevolmente” o anche
“lotta di forza”.
Forse nacque anticamente in
uno degli stati più vicini al
Giappone, probabilmente in
Cina o in Corea, anche se
non è molto chiara la sua
origine. Si dice che il sumo
risalirebbe all'VIII secolo
nascendo
dal
ju-jitsu,
diventandone presto una
disciplina a parte. Ebbe poi
connotati militaristici e
anche religiosi, infatti un
tempo il sumo faceva parte
del rituale scintoista.
Ma come si svolge un
incontro
di
questa
disciplina? Dopo una lunga
cerimonia di presentazione,
due corpulenti lottatori
(rikishi) coperti da un
perizoma (il mawashi) e con
una grossa cintura, si
affrontano corpo a corpo in
un ring detto dohyo, che
altro non è che una zona
quadrata con sopra un
cerchio fatto principalmente
di paglia. Lo scopo non è
quello
di
colpire
l’avversario, ma è quello di
afferrarlo per poi atterrarlo
o spingerlo fuori dalla zona
di
combattimento,
estromettendolo
completamente
o
solo
facendolo toccare al di fuori
del ring con una parte del
corpo, piante dei piedi
escluse. Spesso l’incontro è
molto breve ma non esiste
pareggio e si prosegue ad
oltranza in questo sport
apparentemente
molto
semplice e minimalista ma
affascinante e ricco di riti,
tradizioni, e regole non
scritte ma ben precise.
I futuri atleti si preparano in
scuole apposite, le heya. In
Giappone
si
svolgono
diversi tornei della durata di
15 giorni ciascuno.
Una curiosità è che prima di
ogni incontro, i rikishi
raccolgono da un apposito
contenitore una manciata di
sale e la lanciano sul dohyo
come gesto propiziatorio
contro eventuali infortuni o
incidenti durante l’incontro.
Anticamente lo si faceva
per scacciare gli spiriti
malvagi. I capelli del rikishi
in genere sono lunghi e
raccolti e questo non ha
connotati femminili, anzi, è
un simbolo di virilità (come
accadeva per i samurai), e
servono anche da protezione
per i colpi.
Per secoli il sumo è stato
considerato
uno
sport
esclusivamente maschile,
anche se saltuariamente si
assistevano ad incontri
femminili, ma le cose
stanno
cambiando
in
Giappone e nel resto del
mondo
grazie
allo
shinsumo,
il
sumo
femminile. Gare di sumo
vengono poi organizzate
non solo tra persone, ma
tra…robot anche in Italia! I
lottatori
hanno
una
graduatoria
generale
(banzuke) secondo princìpi
di capacità e di forza e non
in categorie di peso. Nel
Sumo esiste una rigida
gerarchia all'interno della
quale si può progredire per
anzianità o meriti sportivi
oppure retrocedere per
demeriti sportivi. Lo YokoZuna (grande campione) è il
gradino più alto.
In Italia c’è oggi più
interesse nei riguardi del
sumo, trasmesso dai canali
sportivi a pagamento e via
satellite, esistono scuole e
abbiamo anche un sito per
gli appassionati di sumo:
http://www.sumo.it/
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http://asiatica.altervista.org/
Un portale dedicato all’Estremo Oriente e Sud Est Asiatico. C’è veramente di tutto, interessante la
parte dedicata alle feste locali con la spiegazione della loro origine.
http://www.reggaezion.com/
Sito per gli estimatori italiani della musica reggae ma anche del movimento rasta giamaicano.
http://www.nigrizia.it/
Il sito dell'Africa e del mondo nero
http://www.stranieriinitalia.it/
Si parla di stranieri e di lavoro, c’è anche un prontuario per orientarsi sul mondo dell’immigrazione
e un’edicola on line per i giornali stranieri, peccato che il tutto sia in abbonamento!
http://www.salsapower.com/cities/italy/milano.htm
www.salsa.it
www.salsamajor.com
Siti dedicati ai balli della salsa e al mondo che ruota loro intorno.
http://www.romaesotica.com
Sito davvero interessante che un gruppo di amici ha aperto per andare a recensire ristoranti etnici
romani con le cucine di tutto il mondo. Un po’ quello che facciamo noi (in piccolo) con “Ristoranti
etnici”!
Sami Yusuf e Zain Bhikha