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066-corsi di cast 23-11-2006 17:00 Pagina 66 I C O R S I D I C A S T DESSERT DA RISTORAZIONE INSIEME AL MAESTRO LEONARDO DI CARLO La classe è nell’ultima portata LEONARDO DI CARLO. UN V O LT O C O N O S C I U T O N E L PA N O R A M A D E L L A PA S T I C C E R I A I N T E R N A Z I O N A L E , C H E È RIUSCITO A TRASFERIRE LE SUE COMPETENZE ANCHE NEL CAMPO DEL DESSERT DA RISTORAZIONE creare chissà quale bizzarria per stupire il proprio cliente e così facendo va fuori strada, proponendo piatti incomprensibili. Ma, a volte, la soluzione è molto più vicina a quello che sembra. Prendiamo per esempio uno dei dessert che ho preparato per il corso: “Sacher L”. Si tratta semplicemente di un classico pan di Spagna Sacher con la sua confettura, tagliato a parallelepipedo e presentato in verticale, sul quale il cliente deve versare una glassa al cioccolato calda. Ecco come una semplice decostruzione di un classico, unita a un piccolo gioco che coinvol- a soluzione ideale per i ristoratori che hanno deciso di dotare il proprio dessert di una marcia in più, è quella di frequentare un corso con Leonardo Di Carlo. L’ultimo è stato organizzato a CastAlimenti, una delle maggiori scuole di formazione professionale italiane e ha visto la partecipazione di ben 18 iscritti, provenienti da tutta Italia, titolari o dipendenti di ristoranti di gran leva o di altrettanto ricercate trattorie. Estrema precisione, rigore, professionalità e fantasia. Questi gli ingredienti del successo di ogni corso L 2. Carotina e olive di Leonardo Di Carlo, per gli amici Leo, che in aula pretende, giustamente, la massima attenzione da parte di tutti i partecipanti e risponde con altrettanta premura a ogni curiosità o richiesta d’informazione proveniente dalla platea. Ha condotto con simpatia e maestria la lezione di due giorni, nella quale ha trasferito il meglio delle sue abilità tecniche e un concentrato delle sue migliori ricette, ripescate da concorsi o dimostrazioni del passato, oppure messe a punto ad hoc per il corso. Ben nove i dessert che Leonardo ha preparato insieme ai suoi corsisti, piatti spettacolari, composti da numerosi elementi sopraffini abbinati e presentati con gusto, oppure dessert apparentemente elaborati e sofisticati, ma in realtà semplici, scomposti e ricostruiti tramite un gioco e con un pizzico di fantasia. «Spesso – racconta Leonardo Di Carlo – un ristoratore pensa di dover 1. Sacher L 66 DOLCESALATO 3. Armonia Italiana 066-corsi di cast 23-11-2006 17:01 Pagina 67 di Elisabetta Cugini - foto di Massimo Fanti Descrizione dessert: 1. Pan di Spagna Sacher, confettura di albicocche e pesche, marmellata semiamara d’arancia, glassa al cioccolato calda. 2. Tortino di carote caldo, sorbetto fresco al basilico, carote fritte, salsa al caramello e olive semi candite. 3. Morbidezza di castagne, cremoso gianduia arancio, gelato al praliné all’ancienne, radicchio di Treviso al miele e vaniglia e frollino di Nonna Maria all’oliva, gelatina al gianduia e croccantino al gruè. 5. Sicily 6. Coppa Fiesta Latina Descrizione dessert: 4. Biscotto al pinolo arrostito con nettare di pinolo e zucchero di canna, crema di banane e pepe rosa, crema fondente guanaja e croccantino all’arancio. 5. Ricetta sotto 6. Frutta macerata in succo di agrumi, menta e miele, granita al moscato e gelato al the earl grey per un dessert al piatto? Innanzitutto deve colpire l’occhio e attivare la sensazione di acquolina in bocca. Ma è altrettanto importante la presentazione che ne fa il cameriere il quale, nel caso di un dessert elaborato, deve essere in grado di suggerire l’ordine di degustazione. Sono importanti, inoltre, la tempe- ratura di servizio e la presenza di almeno tre contrasti a livello di sapori e consistenze. Nella ricettazione un dessert dovrebbe essere leggero, equilibrato e non eccessivamente elaborato . Contando che un menù dall’antipasto al dolce valga 100, qual è il valore che in percentuale attribuisce al dessert? SICILY 4. Pinolo ge il cliente, diventa un’idea geniale e fa apparire nuova una cosa che in realtà non la è. Sembra una stupidaggine, ma anche il fatto di rivisitare un dolce conosciuto e personalizzarne il nome, magari come ho fatto io con l’iniziale del mio nome, è una mossa vincente, perché lascia intatto il valore della tradizione e impreziosisce il know-how dell’azienda». In base alla sua esperienza come dovrebbe essere composta una carta dei dessert? Pochi ma buoni. Come minimo i dessert dovrebbero essere quattro e massimo otto. E dovrebbero spaziare tra i sapori e le consistenze, senza trascurare la frutta di stagione e la presenza del cioccolato, facendo attenzione a non esagerare a livello di pesantezza. Quali sono i requisiti indispensabili Pane genovese al limone verde, gelato alla mandorla, cialda fritta, composta di pomodorini pachino e pistacchi di Bronte al Marsala (foto ricetta in questa pagina in alto a sinistra) PANE GENOVESE AL LIMONE VERDE Pasta di mandorle 50% 320 g - Uova intere 300 g - Buccia di limone verde grattugiata fine 9 g Farina forte 60 g - Lievito in polvere 4 g - Burro liquido chiarificato 80 g Mettete la pasta di mandorle in microonde a 40°C, ponete in planetaria, aggiungete a filo le uova e la buccia di limone, montate fino a raffreddamento. Incorporate a mano delicatamente la farina setacciata con il lievito e infine il burro liquido. Mettete il composto in stampi mignon ovali di silicone e cuocete in forno a 170°C per 12-14 minuti. GELATO DI MANDORLA THAITI Acqua 1000 g - Latte in polvere magro 165 g - Destrosio 390 g - Neutro per gelati 12 g - Bacca di vaniglia Thaiti 1 n - Zucchero semolato 90 g - Zucchero invertito 92 g - Polvere di mandorle cruda fine 290 g Mescolate i primi tre ingredienti. A 40°C unite il resto tranne la polvere di mandorle, che verrà aggiunta a 70°C. Cuocete fino a 80°C, raffreddate velocemente e lasciate maturare in frigo per 24 ore. Emulsionate con un mixer a immersione. Per 5 minuti, mantecate e conservate a -18°C. CIALDA FRITTA Zucchero a velo 60 g - Farina 60 g - Amido di mais 100 g - Albumi 120 g - Sale fino 1 g Preparate una pastella con tutti gli ingredienti elencati, versatela a filo in olio bollente a 175°C in modo che si formino delle cialde croccanti. Scolate e asciugate con carta assorbente. COMPOSTA DI POMODORINI PACHINO Zucchero semolato 175 g - Pistacchi di Bronte interi 300 g - Marsala secco 70 g Cuocete a secco lo zucchero, unite i pistacchi e caramellate il tutto. Versate il composto su una teglia con carta da forno. Raffinate molto sottile, mettete in planetaria e mescolate con la foglia per alcuni minuti, infine unite il Marsala. Conservate in frigo in un contenitore ermetico. DOLCESALATO 67 066-corsi di cast 23-11-2006 17:01 Pagina 68 I C O R S I D I C A S T Descrizione dessert: 7. Pere al miele profumate all’anice stellato, crema vellutata al caramello, biscotto morbido al cacao, leggerezza al gruè tonka e cremoso al pralianto. 8. Millefoglie moderno al limone e chantilly pralinato e arachidi con mou al fior di sale 9. Mini bicchiere con sorbetto al cocco, zuppetta di frutta e verdure, gelatina ai fiori di sambuco e arancio. Gelato allo zafferano su biscotto tiepido all’olio evo. Uovo ripieno di crema al cioccolato bianco, gelatina di cioccolato fondente, pesche e albicocche 7. La trasparenza dell’anno Alberi di Natale in cioccolato bianco e fondente 8. Millestrati 68 DOLCESALATO I partecipanti del corso sui dessert da ristorazione Direi un 60 per cento. Certo è importante anche il ruolo dell’antipasto che introduce, ma quello del dolce, che chiude, deve lasciare senza fiato. Il dessert può avere una funzione riparatrice o disfattista: un’ottima conclusione può annullare qualche piccolo difetto percepito durante il pasto, me se l’ultima portata è mediocre, l’intero vissuto scivola verso il basso. Quali sono le domande più frequenti durante un corso? Riguardano due aspetti. Uno, la conoscenza della materia prima, da quella più comune a quella professionale utilizzata nel campo della pasticceria artigianale, connessa alle tecni9. Phoenix che di lavorazione della stessa. Secondo, l’aspetto praticoorganizzativo della realizzazione di un dessert. Ciò che più interessa, al di là della ricetta, è come si può conservare, stoccare e rigenerare qualsiasi elemento che andrà a comporre il dessert. Come si conserva e come si rigenera il prodotto, qual è il metodo più proficuo per la mise en place, il tutto in vista dello snellimento del servizio. In sostanza, ai ristoratori interessa sapere come è possi- bile introdurre in carta un dessert raffinato, spettacolare e squisito, conciliando lo sforzo produttivo e organizzativo con tanti altri fattori che variano da caso a caso, come il prezzo di vendita del piatto, l’armonia con il contesto del locale e dell’offerta, il timore che il dessert non venga “capito” dai propri clienti. In merito a quest’ultimo punto sono convinto della necessità di “educare” il cliente, accompagnandolo in un percorso alla scoperta del dessert d’alto livello, tra le vie della qualità e i sentieri del gusto. La parola chiave per l’organizzazione del laboratorio? Tecnologia. Grazie all’evoluzione nel campo dei forni, delle impastatrici, dei sistemi di cottura, abbattimento della temperatura e conservazione, oggi è possibile fare qualsiasi cosa con meno manodopera e in meno tempo. Certo, tutto questo richiede un investimento, che è l’altra faccia della medaglia della tecnologia, ma che non è da intendere come un costo. Si tratta infatti di uno sforzo economico che però ha un ritorno, in termini monetari e soprattutto di soddisfazione. n