Who May Benefit from Probiotics

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Who May Benefit from Probiotics
Profilo del prodotto:
Supplemento alimentare proenergetico co n vitamine, minerali ed estratti vegetali.
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Un
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Se
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on
nd
N
Na
ap
po
ollii
Indice
1.
Alimenti funzionali e nutraceutici.
4
2.
GINSETINA energia full time®: profilo del prodotto.
5
3.
I principi ad attività adattogena
6
4.
Il Ginseng
7
4.1
L’uso del Ginseng: una tradizione antica
8
4.2
Il Ginseng rosso coreano
9
4.3
I principi attivi del Ginseng rosso coreano
9
4.4
Le proprietà del Ginseng rosso coreano
10
4.5
Il Ginseng rosso coreano: le indicazioni
10
4.6
L’Eleuterococcus senticosus o ginseng siberiano
11
5.
Royal gelly
13
5.1
Coenzima 10 HDA
15
6.
Eupot: formulazione innovativa a rilascio controllato
15
7.
Il complesso vitaminico di GINSETINA energia full time®.
17
7.1
Vitamina B1
17
7.2
Vitamina B2
18
7.3
Vitamina B5
19
7.4
Vitamina B6
20
7.5
Vitamina B9
21
7.6
Vitamina B12
22
7.7
Vitamina PP
23
8.
GINSETINA energia full time®: i principi attivi proenergetici
24
8.1
Creatina
24
8.2
Carnitina
26
8.3
Carnosina
28
8.4
Arginina
28
8.5
Coenzima Q10
30
8.6
Policosanoli
32
8.7
Fruttosio
32
9.
Zinco, magnesio e potassio, composti inorganici essenziali per il metabolismo
cellulare
32
9.1
Zinco
32
9.2
Magnesio
33
9.3
Potassio
34
10.
Domande e risposte su GINSETINA energia full time®: una sintesi.
34
10.1
Quali sono le caratteristiche di GINSETINA energia full time®, un nutraceutico
di nuova generazione?
35
3
10.2
Quale è il meccanismo d’azione di GINSETINA energia full time®?
36
10.3
Quando utilizzare GINSETINA energia full time®?
37
11.
Letteratura citata
37
4
1.Alimenti funzionali e nutraceutici.
Nell'ultima decade del XX secolo cominciarono a svilupparsi nuovi concetti sulla nutrizione, vista in relazione ai mutamenti che si
venivano avendo negli stili di vita e
all’esigenza, sempre più avvertita, di elevare
la qualità di vita dell’individuo. Ai nostri
giorni le sinergie tra le conoscenze di medicina, microbiologia, biologia molecolare e
biotecnologia e quelle sulla nutrizione, hanno permesso, alle industrie farmaceutiche,
degli healthy food e più in generale alimentari, lo sviluppo di nuove generazioni di prodotti con funzioni addizionali a quelle dell'alimento originale.
Dal concetto di "alimento sano", definito
come alimento libero di rischio per la salute,
che conserva la sua capacità nutrizionale, la
sua attrattiva sensoriale, la sua purezza e la
sua freschezza, si è passati ad un altro concetto, più attuale, di "alimento funzionale".
Con questo termine si definisce un prodotto,
un alimento modificato, un ingrediente alimentare, un integratore alimentare, che
possa offrire benefici alla salute superiori a
quelli offerti da alimenti tradizionali. L'effetto
positivo di un alimento funzionale può essere tanto nel mantenimento dello stato di salute, come nella riduzione del rischio di eventuali patologie.6
Ai nostri giorni lo sviluppo di alimenti funzionali costituisce un'opportunità reale per
contribuire a migliorare la qualità della dieta,
selezionando nutrienti che possono contribuire positivamente alla salute ed al benessere
dell'individuo.
E’ importante sottolineare che si possono
avere alimenti funzionali costruiti su esigenze nutrizionali e metaboliche proprie
dell’intera popolazione, o su problematiche
nutrizionali caratteristiche di gruppi particolari della popolazione, definiti sulla base di
caratteristiche genetiche, sesso, età o altri
fattori.7
Qualunque definizione si dia di alimento
funzionale, con il termine si deve sempre intendere quello di un alimento che abbia già
impatto positivo sulla salute dell'individuo,
sia prevenendo sia curando lo stato di malattia, oltre che fare riferimento al valore nutritivo che lo caratterizza.
Di recente è stato coniato, per indicare
questa classe di alimenti funzionali, il termine nutraceutico.
2. GINSETINA energia full time®: profilo del prodotto
GINSETINA energia full time®, un prodotto innovativo sul mercato per la sua formula
bilanciata e la natura dei suoi principi attivi,
risponde ai più moderni concetti in materia
nutrizionale.
GINSETINA energia full time® è un integratore alimentare di ultima generazione,
che si configura come un nutraceutico a base di vitamine, minerali ed estratti vegetali
ad azione adattogena.
Integrando l’alimentazione ordinaria, fornisce una fonte energetica facilmente utilizzabile e micronutrienti essenziali. GINSETINA
energia full time® attiva, con i suoi principi
attivi naturali a rilascio differenziato, risposte organiche che migliorano con meccanismi naturali le performances del fisico, garantendo effetti prolungati nel tempo.
GINSETINA energia full time® è confezionata in flaconcini, contenenti una fase liquida, chiusi con un tappo dosatore, in cui sono
presenti le componenti liofilizzate.
La fase liquida contiene acqua distillata,
sorbitolo, fruttosio, ginseng estratto fluido,
eleuterococco estratto fluido, aspartato di
magnesio, aspartato di potassio, carnicina
base, creatina, carnosina, arginina aspartato, zinco solfato eptaidrato e conservanti.
Il tappo dosatore contiene Eupot®, complesso naturale a rilascio controllato a base
di estratto di Panax ginseng e royal gelly,
policosanoli e un complesso multivitaminico
formato dalle Vitamine B1, B2, B5, B6, B9,
B12 e PP.
Al momento dell’uso lo sfondamento del
tappo determina il rilascio dei solidi nella soluzione.
La posologia consigliata è di 1 flaconcino/die, da assumere subito dopo il pasto,
quando l’acidità gastrica è minore.
5
composto
fruttosio
sorbitolo
ex eleuterococco
ex ginseng
ginseng pallets
pappa reale liof.
potassio aspartato
magnesio aspartato
creatina
carnitina base
carnosina
arginina aspartato
zinco solfato
vitamina PP
vitamina B5
vitamina B2
vitamina B6
vitamina B1
vitamina B12
coenzima Q10
ac. folico
potassio sorbato
M-POB
P-POB
•
mg
3000
1000
300
900
350
350
200
200
150
100
100
100
50
18,00
6,00
1,60
2,00
1,40
1,00
15,00
0,20
10,00
7,5
2,5
un’aspecificità della relazione struttura/azione, essendo l’azione adattogena
presente sia in composti naturali che sintetici;
• l’aspecificità per organi e tessuti, perché
l’azione di un buon adattogeno è di tipo
pancellulare.
Tra gli adattogeni naturali di maggiore interesse il Ginseng1-18 riveste un ruolo di elezione per la sua efficacia e l’assenza di ogni
tipo di effetto collaterale.
4. Il Ginseng
Pianta erbacea perenne da nome botanico
Panax ginseng, C.A. Meyer, in ricordo del
botanico russo Carl Anton Meyer che mise in
catalogo il Ginseng nel 1843, appartiene alla
famiglia delle Araliacee (Figura 1). Questa
pianta è nota anche con i nomi di Radice di
vita, Radice del cielo, Pianta-uomo e Uomoradice.
Il ginseng ha una struttura a gambo semplice, non ramificato, che nell'età adulta
Tabella 1 – Composizione di GINSETINA
energia full time® per categoria di
componenti.
3. I principi ad attività adattogena
GINSETINA energia full time® contiene
principi attivi ad attività adattogena, come il
Ginseng. La vita moderna sottopone continuamente a stimoli e stress il nostro organismo, che sviluppa risposte funzionali e/o
morfologiche che hanno come obiettivo una
minimizzazione degli effetti indesiderati associati agli stimoli che vengono dall’esterno.
I principi naturali con attività adattogena
migliorano
la
capacità
di
risposta
dell’organismo agli stimoli a cui si è sottoposti.
Elementi caratterizzanti dei composti ad
attività adattogena sono:
• una completa innocuità;
• un’azione normalizzanta rispetto a specifici parametri fisiologici;
• un’elevata aspecificità nei riguardi dei
fattori di stress, con incremento delle capacità adattative equivalenti nei confronti
di noxe di tipo chimico, fisico e biologico;
raggiunge i 30-80 cm di altezza. La pianta è
caratterizzata da una grossa radice a struttura cilindrica, tuberosa, molto carnosa e
rugosa, di colore bianco giallastro a spaccatura bianca, composta di una radice principale centrale di grande taglia, spesso ramificata in due-cinque radici laterali che le conferiscono un aspetto antropomorfico caratteristico.
La radice, in piante di dieci anni, può raggiungere più di un metro di lunghezza ed
anche 10 cm di diametro. Le foglie sono le-
6
gate al fusto da un gambo lungo 3-5 cm ed
hanno una forma oblunga ovoidale.
I fiori hanno una struttura ad ombrello ed
i frutti sono costituiti da piccole bacche di
colore rosso carminio che contengono 2-3
semi.
Allo stato spontaneo, cresce in certe regioni dell'est asiatico (Cina, Nepal, Giappone e
Corea) esclusivamente sui versanti meridionali delle montagne umide, sul bordo di burroni e nel mezzo di fitte foreste.
Figura 1 - Struttura del Panax ginseng.
Per i suoi importanti impieghi il ginseng è
coltivato nell’estremo oriente dell’Asia, dove
si produce solo in 3 regioni situate tra il 30°
e il 48° parallelo: la Corea (33.7°- 43.1°), la
Cina (Mangiu, 43°- 47°) e la Russia (sul litorale dell’ estremo oriente 40°- 48°).
Particolarmente pregiato è il Ginseng rosso
coreano, abbondantemente coltivato in questo paese, dove esistono condizioni ottimali
per lo sviluppo della pianta, che rappresenta
un vero "oro verde" per le importanti risorse
economiche generate dalle coltivazioni.
4.1 L’uso del Ginseng: una tradizione
antica
La popolarità che il Ginseng ha avuto presso i cinesi e gli orientali, fin dai tempi antichi, nasce dalla profonda convinzione di quei
popoli che la forma e l'efficienza siano il
massimo bene e che, quindi, vadano preservati e migliorati con costanza, avendo come
obiettivo una migliore qualità della vita.
Il nome cinese del Ginseng è Ren Shen. La
parola Ren significa uomo e si riferisce a
quella parte della pianta, la radice, la cui
forma assomiglia molto a quella di un uomo
in miniatura (Figura 2).
Dato che è proprio la radice a racchiudere
le proprietà specifiche, gli antichi cinesi furono indotti a credere che il Ginseng agisse
sull'uomo nella sua totalità. Una felice intuizione che è stata in seguito confermata oltre
che dalla pratica, da numerosi studi e ricerche.
L'uso del Ginseng come medicina risale ad
oltre 2000 anni fa. Indicazioni in tal senso
sono state trovate nel libro cinese Gubciujang del periodo Seonhanwongea (48 avanti
aC) e nel libro Sanghanron del Jansungkeag,
durante la dinastia cinese Huhan (196 aC).
Figura 2 - Struttura antropomorfa di radici di Ginseng
4.2 Il Ginseng rosso coreano
In origine il Ginseng era una pianta spontanea che cresceva nelle zone montagnose,
ma già nel 1° secolo dC furono sviluppate
tecniche per la sua coltivazione.
Con il passare dei secoli i metodi di coltura
si sono costantemente affinati, ma rimaneva
sempre la difficoltà di conservare i principi
attivi contenuti nella radice.
Il problema è stato risolto quando, grazie
all'ingegno dei Coreani, è stato messo a
punto un esclusivo metodo di vaporizzazione
e di essiccazione capace di conservare inalterati per lungo tempo i preziosi ginsenosidi,
principi attivi del Ginseng.
Oggi per fare il Ginseng rosso coreano si
scelgono solo le radici che sono state nel
terreno almeno 6 anni, il tempo necessario
perché si sviluppi la massima concentrazione
di ginsenosidi.
Le radici sono, quindi, sottoposte a quell'esclusivo processo di vaporizzazione ed essiccazione, che conferisce al Ginseng rosso coreano la sua unicità. Tutto il processo avviene sotto i severi controlli del Korea T & Ginseng Corporation, il Monopolio di Stato che
la Corea del Sud ha istituito per proteggere
e garantire questa sua grande ricchezza.
Questa Autority segue le fasi di produzione
fin dalla raccolta, controllando la qualità del
7
prodotto finito ed il suo contenuto costante
di principi attivi.
4.3 I principi attivi del Ginseng rosso
coreano
La radice di Ginseng contiene soprattutto
ginsenosidi Ro - Ra - Rb1 - Rb2 - Rb3 - Rc Rd - Re - Rf - Rg1 - Rg2 - Rg3 - Rh1 - Rh2,
tutti perfettamente conosciuti sul piano chimico e farmacologico19-38.
I ginsenosidi del Panax ginseng in funzione
delle loro caratteristiche strutturali sono divisi nel gruppo dell’oleano e del dammarano.
Questi ultimi sono a loro volta subclassificati in derivati del protopandiolo ad
attività stimolante e del protopanatriolo, ad
attività sedativa.
Negli estratti di Ginseng sono anche presenti: a) una grande quantità di amminoacidi essenziali, in particolare arginina; b) numerosi elementi minerali essenziali per
l’organismo umano, come calcio, cobalto,
rame, ferro, magnesio, manganese, fosforo,
potassio, silice, vanadio, zinco; c) numerose
vitamine, come B1, B2, B3, B5, B6, B8, B9,
B12, PP, H, C, E; d) enzimi, come amilasi,
invertasi e fenolasi; e) altri principi attivi,
come colina, estrogeni, fitosteroli, adenina,
guanina, timina, uracile ed i corrispondenti
nucleosidi; f) un prezioso olio essenziale.
4.4 Le proprietà del Ginseng rosso coreano
La radice di Ginseng rosso coreano possiede molte importanti proprietà 39-78:
• stimola il sistema nervoso centrale,
• potenzia l'attività cerebrale e la memoria,
• ha una azione antistress ed adattogena,
che migliora la capacità di adattamento
dell’organismo a condizioni di stress legate
a fattori causali di differente natura: climatici, microbici, psichici, ecc,
• ha un effetto antianemico,
• regola la pressione arteriosa,
• stimola la secrezione di ACTH, che regola
la secrezione dei corticosteroidi surrenali,
con eccezione dell'aldosterone, e quella di
tipo estrogenica,
• stimola la spermatogenesi,
• è un ipocolesterolemizzante;
• è un ipoglicemizzante.
4.5 Il Ginseng rosso coreano: le indicazioni
I preparati a base di estratti di radici di
Ginseng sono caratterizzati da una assoluta
innocuità, non generando nessuna assuefa-
zione, e dalla mancanza di incompatibilità
con altre terapie.
Gli estratti di Ginseng non provocano effetti secondari, il Ginseng può essere utilizzato
in cure regolari, anche di lunga durata.
Indicazioni di elezione per l’uso del ginseng sono:
• tutti i casi in cui bisogna ottenere un migliore rendimento fisico, in particolare in
attività sportive ed intellettuali, come la
preparazione di esami,
• quando occorre rinforzare la resistenza
dell’organismo in previsione di fenomeni
epidemici, in particolare quelli di tipo influenzale,
• condizioni di astenia legate a superaffaticamento fisico ed intellettuale;
• nella convalescenza, in particolare, medica
o post-chirurgica,
• nel caso di disturbi cardiovascolari non
severi, come anemia semplice, arteriosclerosi, ipertensione arteriosa funzionale moderata,
• in situazioni di alterazione della sfera neuro-psichica come ansietà, depressione,
sensazione di malessere, effetti psicosomatici e alterazioni della memoria,
• nella menopausa, in particolare per controllare il fenomeno delle vampate di calore,
• in situazioni di astenia sessuale,
• in generale in situazioni di senescenza organica.
4.6 L’Eleuterococcus senticosus o Ginseng siberiano
L’Eleuterococcus senticosus, noto anche
come Ginseng siberiano, non è dal punto di
vista botanico un vero ginseng (Figura 3).
Anche se appartiene alla stessa famiglia delle araliacee, è un genere diverso dal Panax
ginseng e dal Ginseng quinquefolius.
I principi attivi del Ginseng siberiano sono
detti eleuterosidi ed hanno come agliconi alcoli aromatici, mentre i ginsenoside del Ginseng coreano (Ginseng panax) hanno come
agliconi dei terpenoidi.
Nonostante le differenze strutturali gli effetti biologici degli eleuterosidi sono abbastanza simili a quelli dei ginsenosidi ed in
certi aspetti si sinergizzano16-18; 79-116. Pertanto l’associazione di queste due classi di
composti potenzia in genere l’effetto biologico.
L’Eleuterococcus senticosus, detto dai cinesi “ci wu jia”, è un arbusto che cresce
prevalentemente in Russia, in particolare ai
margini delle foreste, ma anche nel nord-est
8
della Cina e nella penisola di Hokkaido nel
nord del Giappone.
Figura 3 - Foglie ed infiorescenze
dell’Eleuterococcus senticoccus, un arbusto che cresce nel nordest asiatico.
Per le sue analogie con il ginseng questa
pianta è anche nota come eleutero-ginseng
o eleutera. Altri nomi non scientifici includono “arbusto di diavolo”, shigoka o “pianta
che non si può toccare”, presumibilmente a
causa delle sue spine.
L'uso medicinale di estratti di Eleuterococcus senticosus è già descritto in un antichissimo manuale delle erbe del 100 a.C.
Nell’antica medicina cinese gli estratti di Eleuterococcus erano utilizzati per curare le
insufficienze renali e patologie della milza.
Più recentemente, in particolare in Cina, sono stati dimostrati gli effetti benefici degli
estratti di questa pianta nel trattare reumatismi, bronchiti e patologie cardiache.
L’uso più generale degli estratti di Eleuterococcus è però come tonico generale, da
utilizzare in sostituzione del ginseng coreano
o meglio in associazione.
Nella medicina cinese tradizionale l’uso di
tonici a base di Eleuterococcus è utilizzato in
una vasta gamma di disturbi, come
l’emicrania, turbe della memoria senili, patologie gastriche, le alterazioni fisiologiche legate alla menopausa ed anche i problemi
dell’impotenza. La maggior parte della ricerca sugli estratti di questa pianta sono stati
condotti in Russia, dove l’uso come sostituto
del ginseng è molto comune.
Come per il Panax ginseng, gli estratti di
l’Eleuterococcus sono considerati avere un
effetto adattogeno. Una serie di ricerche
condotte nella seconda metà del XX secolo
sugli estratti di questa pianta, hanno portato
all’appro-vazione ufficiale, da parte del Ministero Sovietico della Salute, di questi estratti e dei principi attivi in essi contenuti
come medicinale per la salute umana.
Questi lavori scientifici dei russi dimostrano che l’indicazione terapeutica fondamentale è come prodotto adattogeno, che consente all’individuo di resistere meglio in condizioni di stress di differente natura, anche estremi, come nel caso di atleti, cosmonauti e
subacquei
La radice dell’E. senticosus contiene numerosi glucoside, come il glucoside del βsitosterolo, l’eleu-teroside B1, un glucoside
della curarina, e gli eleuterosidi C, D, E, F, e
G. I, costituenti non glucosidici includono l’lsesamen e il siringaresinolo.
Altri composti presenti nella radice di Eleutherococcus che possono essere coinvolti
nelle numerose attività biologiche degli estratti di questa pianta includono saponine,
flavonoidi, e polisaccharidi.
Almeno trenta-cinque composti sono stati
identificati nella radice, mentre i costituenti
delle foglie sono significativamente differenti, e le foglie non sono usate in genere per
applicazioni mediche.
5. Royal gelly
La pappa reale nota anche con il termine
inglese royal gelly117-162 è considerata il prodotto più pregiato dell’alveare. Conosciuta
solo dal XVII sec., la pappa (o gelatina) reale costituisce il nutrimento di tutte le larve
dell'alveare per i primi tre giorni di vita e nutrimento esclusivo dell'ape regina nel corso
di tutta la sua esistenza (Figura 4).
È la secrezione delle ghiandole ipofaringee
e mascellari delle api operaie. Simile ad una
crema biancastra, madreperlacea, di consistenza gelatinosa e dal sapore debolmente
zuccherino, acido e pungente, la pappa reale
è secreta da specifiche ghiandole funzionanti
in api operaie di età compresa tra i 5 e i 14
giorni.
9
Composizione della pappa reale (%)
Proti- Lipidi
di
6,4
20
Glucidi Minerali
10
0,8
Altro
2,8
- elementi minerali, oligoelementi ed antibiotici naturali.
In Tabella 2 è riportata la composizione media della pappa reale.
Tabella 2 - Composizione percentuale
media della pappa reale.
Figura 4 - Ape operaia in una cella
dell’alveare dove viene immagazzinata
la pappa reale.
La pappa reale, distribuita dalle api operaie
a tutte le giovani larve fino a due giorni
d’età, si trova in massima quantità nelle celle reali.
Il suo elevato contenuto in acqua e in sostanze biologicamente attive rende la pappa
reale un prodotto facilmente alterabile. Per
la sua conservazione è mantenuta a temperature tra 0 e 4°C lontano da sorgenti luminose.
Apprezzabile è la differenza compositiva
che si riscontra tra la pappa reale per api
operaie e la pappa reale destinata alla regina.
Il prodotto reperibile in commercio è rappresentato unicamente da quest'ultima.
Tra i principali costituenti della pappa reale
troviamo:
- acqua, per circa il 66%;
- zuccheri semplici e complessi, per il 10%;
- sostanze azotate per il 20%, di cui la gran
parte sotto forma di aminoacidi indispensabili all'organismo umano;
- lipidi 6%;
- vitamine, tra cui tutte quelle del gruppo B;
La pappa reale è il principale nutrimento
dell’ape regina durante la sua esistenza.
Grazie alla pappa reale, una larva invece di
diventare ape operaia in 21 giorni con una
vita di 40 giorni, diventa ape regina in 16
giorni, con una vita anche di cinque anni.
La pappa reale ha importanti effetti stimolanti per lo stato generale dell’organismo (ideale per sportivi, bambini, anziani, convalescenti), facilita il metabolismo cellulare,
rafforza le difese, aumenta la resistenza agli
sforzi e facilita il riacquisto del peso corporeo.
La pappa reale è forse il più "delicato" tonico-ricostituente fra i tonici naturali; è adatta, infatti, per bambini gracili, di salute
cagionevole e con disturbi dell'appetito, anche se molto piccoli; per anziani, soggetti
fortemente debilitati, donne in gravidanza e
allattamento, ma anche per gli sportivi e gli
studenti.
È capace di aumentare la vitalità dell'organismo e lo stato di benessere psicofisico, è
un ottimo ricostituente negli esaurimenti
nervosi, facilita l'apprendimento, aiuta la
memoria, regolarizza l'appetito e il tono
dell'umore.
L'attività tonica della pappa reale è legata
soprattutto alla presenza dei cosiddetti
"componenti minori" e dei micronutrienti,
quali le vitamine del gruppo B, particolarmente l'acido pantotenico e la taurina, aminoacido che sembrerebbe migliorare l'utilizzazione delle proteine e dei lipidi alimentari.
La pappa reale è dotata anche di attività antibatterica verso diversi microorganismi; inoltre ha mostrato di esercitare un'attività
immunomodulante e di favorire la produzione di anticorpi, nonchè di svolgere azione
antinfiammatoria; in particolare favorirebbe
la guarigione di ferite a lenta cicatrizzazione
e l'ulcera duodenale.
La pappa reale è considerata adattogena,
aumentando
la
risposta
adattiva
dell’organismo alle difficoltà d’origine interna
ed esterna. Per queste sue proprietà la pappa reale è particolarmente indicata contro lo
stress fisico e mentale, la depressione,
l’astenia e l’inappetenza.
10
5.1 Coenzima 10 HDA
Il Coenzima 10 HDA, il cui nome chimico è
acido (E)-10-idrossidec-2-enoico, è l’acido
grasso più abbondante nella pappa reale.
Per la particolare instabilità di questa molecola, la sua concentrazione nella pappa reale è utilizzata come indicatore di freschezza
del prodotto.
Tra le molteplici azioni biologiche documentate per il Coenzima 10 HDA, una delle
più interessanti, in particolare sotto il profilo
energetico, è la capacità di questa molecola
di attivare processi di fosforilazione di matrici proteiche.
In questa funzione il Coenzima 10 HDA è
più efficace dell’AMP ciclico, una molecola
chiave nei processi metabolici dell'organismo.
L’acido (E)-10-idrossidec-2-enoi-co riveste
anche un ruolo importante nelle difese
dell’organismo, stimolando la fagocitosi ed
esercitando un’azione immunomodulante ed
anticancro grazie alla produzione di interleuchina-1 e TNF (Tumor Necrosis Factor).
6.Eupot®:formulazione innovativa a rilascio controllato
Un componenente fortemente innovativo
di GINSETINA energia full time® è rappresentato da Eupot®, un complesso bienergetico costituito da microgranuli multistratificati contenenti una formulazione a base di Coenzima 10 HDA componente presente nella
pappa reale e estratto secco di Panax ginseng, titolato al 40% in ginsenosidi (Rg1, Rc
e Rb2), una concentrazione estremamente
elevata se si considera che la media dei prodotti attualmente sul mercato non supera il
6%.
Eupot® è un complesso proenergetico a rilascio controllato, brevettato da Dietetic
Pharma, formato sclusivamente da principi
attivi di origine naturale.
In Figura 5 è riportato il processo produttivo di Eupot®.
Il meccanismo di rilascio controllato, che
evitando funzioni picco nei principi attivi
somministrati per via orale, garantisce un
graduale e continuo rilascio, si basa su un
processo di rivestimento che consente un rilascio graduale dei principi attivi in 8-10 ore.
Preparazione di una miscela di pappa
reale liofilizzata ed estratto secco di
Panax ginseng
Deposizione su sugar sferes con talco,
gomma lacca ed alcol etilico
Rivestimento con un film di talco e
gommalacca che determina il rilascio
controllato dei principi attivi
Figura 5 - Processo produttivo del complesso a rilascio graduale Eupot®.
Un tale comportamento è di grande importanza per l’efficacia metabolica di GINSETINA energia full time®, perché garantisce
una continua biodisponibilità dei principi attivi presenti nel prodotto.
Le formulazioni bifasiche convenzionali sono invece caratterizzate da un picco di attività a 30-60 minuti.
7.GINSETINA energia full time®: il
complesso vitaminico
Le vitamine ricadono in due gruppi: liposolubili (quindi solubili nei grassi) ed idrosolubili (solubili nell'acqua).
Le vitamine sono costituenti essenziali degli alimenti di natura organica e sono indispensabili all'organismo 163-187.
Le vitamine non forniscono energia, ma
partecipano ai processi di produzione dell'energia.
La dieta odierna è povera in vitamine, perché la cottura, la conservazione e la raffinazione ne riducono il contenuto nei cibi. Ad
esempio un bicchiere di latte esposto per
due ore alla luce del sole perde il 90% della
vitamina B2, mele e pere conservate per
lungo tempo perdono gran parte del contenuto vitaminico.
Il complesso vitaminico di GINSETINA energia full time® è stato costruito sul piano
qualitativo e quantitativo secondo un preciso
razionale biochimico.
L’obiettivo è quello di fornire un apporto
immediato di vitamine ad un organismo che,
per differenti ragioni, presenta disturbi
dell’ap-parato gastro-intestinale che compromettono la capacità di produzione endo-
11
gena di vitamine ad opera della microflora
intestinale.
Il dosaggio utilizzato è tale da garantire il
100% del RDA con l’apporto di un singolo
flaconcino per die.
Nella tabella 3 è riportata la formulazione
del complesso vitaminico di GINSETINA energia full time®.
•
•
•
•
•
•
•
Vitamina
Vitamina
Vitamina
Vitamina
Vitamina
Vitamina
Vitamina
B1
1,4 mg
B2
1,6 mg
B5
6,0 mg
B6
2,0 mg
B9
200,0 mcg
B12 (0,1%)
1,0 mcg
PP
18,0 mg
Tabella 3 – Formulazione del complesso
vitaminico di GINSETINA energia full
time®, quantità per singolo flaconcino.
Di seguito sinteticamente si riportano le
proprietà biologiche delle varie componenti
del complesso vitaminico di GINSETINA energia full time®.
7.1 Vitamina B1
Nota anche come Tiamina (Figura 6), è assorbita rapidamente dall’intestino e dalle altre vie parenterali. La vitamina B1 è essenziale per la produzione di energia, per il metabolismo dei carboidrati e dei grassi, per la
crescita. La sua funzione fondamentale è
quella della decarbossilazione dei chetoacidi.
zione cardiaca, insufficienza cardiaca acuta e
cronica.
La severa carenza di B1 può provocare la
sindrome di Korsakoff, caratterizzata da confusione mentale, perdita della memoria, amnesia.
Altra malattia dovuta a carenza di B1 è la
sindrome di Werniche, caratterizzata da apatia, delirio, confusione mentale.
Si consiglia una dose giornaliera di vitamina B1 di 0,5 mgr ogni 1000 calorie.
7.2 Vitamina B2
Nota anche come Riboflavina o lattoflavina
(Figura 7), è rapidamente assorbita e fosforilata dalla mucosa intestinale.
L'eccesso di vitamina B2 viene escreto attraverso le urine, cui da una colorazione
giallastra.
La riboflavina è convertita in FAD (flavindinucleotide) e in FMN (flavinmono-nucleotide)
a livello intestinale ed epatico.
E’ prodotta anche dai batteri intestinali,
per cui gli antibiotici possono provocarne carenza.
CH2CHOH CHOH CHOH CH2OH
CH3
N
N
CH3
N
CO
CO
NH
Figura 7 – Struttura della riboflavina
Figura 6 – Struttura della tiamina.
La sua carenza determina psicosi, depressione, irritabilità e diminuizione della memoria.
Una grave patologia da forte carenza di B1
è il beriberi. Questa malattia è, ancora oggi,
molto diffusa in Estremo Oriente, tra i popoli
che si nutrono prevalentemente di riso brillato.
Questo particolare trattamento del riso, infatti, allontana la cuticola, in cui è contenuta
tutta la vitamina B1. Il beriberi si manifesta
con disturbi a carico del sistema nervoso
centrale e periferico, dell'apparato digerente,
e di quello cardiovascolare. Le lesioni a carico del sistema nervoso includono polinevrite,
astenia, crampi e atrofia dei muscoli del polpaccio.
La carenza marcata di B1 provoca dilata-
La riboflavina è un trasportatore di idrogeno indispensabile per la produzione di energia, per la normale crescita e per un efficiente sistema immunitario.
La vitamina B2 è importante per l'ossidazione degli aminoacidi, per la sintesi degli
acidi grassi, per la glicolisi, per la produzione
di anticorpi e per la formazione della forma
attiva della vitamina B6.
I sintomi di carenza sono cheilosi (fissurazione degli angoli labiali), stomatite, glossite, edema labiale, astenia, eccessiva sensibilità alla luce, formazione di cataratta.
Le fonti più ricche di vitamina B2 includono
fegato, rene e cuore.
Questa vitamina è facilmente distrutta dalla luce ed i cibi conservati perdono rapidamente il loro contenuto di B2.
I supplementi di vitamina B2 sono usati
per la terapia e la prevenzione di carenza di
12
riboflavina. Le indicazioni terapeutiche includono: anemia, sindrome del tunnel carpale,
emicrania.
Il suo fabbisogno è di 0,5 mgr ogni 1000
calorie.
7.3 Vitamina B5
Noto anche come Acido pantotenico (Figura 8) prende parte alla formazione del coenzima A (CoA), molecola che svolge un ruolo
chiave nel metabolismo lipidico.
È presente in molti alimenti, aumenta la
resistenza allo stress, entra nella sintesi degli anticorpi e nel metabolismo di grassi,
proteine e zuccheri.
L'acido pantotenico è necessario per il rilascio dell'energia dagli alimenti, per il metabolismo del colesterolo e dei grassi, per un
efficiente sistema immunitario e nervoso.
Il più importante derivato del coenzima A è
l'acetilcoenzima A, che costituisce il prodotto
iniziale di molte biosintesi di importanza vitale.
Le ghiandole surrenali necessitano di acido
pantotenico per la sintesi del cortisone, inoltre questa vitamina è indispensabile per la
sintesi degli ormoni steroidei e del colesterolo.
Figura 8 – Struttura dell’acido pantotenico
Le fonti di acido pantotenico sono il lievito
di birra, il fegato, le uova, il germe di grano,
il latte, la carne, le farine integrali.
Grandi quantità della vitamina sono perdute con i processi di conservazione e con la
cottura.
Oggi nell'uomo è considerata una vitamina
antistress, il suo fabbisogno giornaliero è
stimato a 5 mg.
7.4 Vitamina B6
Nota anche come Piridossina (Figura 9) è
necessaria per il rilascio di energia dai cibi,
per il metabolismo proteico, per la conversione del triptofano in niacina.
Questa vitamina è il precursore del piridossalfosfato
e
della
piridossamina-5fosfato, coenzimi coinvolti in oltre 100 reazioni enzimatiche connesse con la sintesi
proteica, la conversione degli aminoacidi in
carboidrati, la trasformazione dei grassi. Esempi di tali reazioni sono: la transaminazione degli aminoacidi, la decarbossilazione
degli aminoacidi, la deaminazione degli aminoacidi, la sintesi dell'acido gamma butirrico,
il metabolismo del triptofano e la transulforazione.
Figura 9 – Struttura della piridossina.
La carenza di B6 determina astenia, nervosismo, ritenzione di liquidi, vomito e
l’aumento dei livelli di omocisteina, uno dei
principali fattori di rischio cardiovascolare.
Gli alcolizzati e i soggetti con diete ristrette
sono a rischio di carenza di B6.
La vitamina B6 è distrutta dall'esposizione
alla luce ed è termolabile.
Il fabbisogno giornaliero di vitamina B6 è
in media di 2 mg al giorno, ma può variare
in funzione della quantità di proteine della
dieta.
7.5 Vitamina B9
Noto anche come Acido folico (Figura 10),
l'acido folico svolge un ruolo chiave nel metabolismo degli aminoacidi, nella sintesi proteica (soprattutto nella produzione di DNA e
RNA) e nella riparazione dei cromosomi, pertanto è fondamentale per la normale moltiplicazione delle cellule e per la crescita dei
tessuti.
Figura 10 – Struttura dell’acido folico
L'acido folico regola la suddivisione delle
cellule ed il trasferimento dei caratteri genetici da una cellula ad un' altra.
Per questo suo ruolo la carenza di acido folico è associata a displasia. Molte donne presentano una displasia nelle cellule cervicali,
che regredisce con l'uso di folati. Anche mol-
13
te donne in terapia con contracettivi orali
sviluppano carenza di acido folico.
Durante la gravidanza per l'enorme moltiplicazione cellulare, aumenta il fabbisogno di
acido folico, pertanto la sua carenza può
portare gravi malformazioni al feto, specie
nel sistema nervoso, tipo anencefalia o spina
bifida o palatoschisi.
Nel 1992 negli USA una legge ha deciso
l'uso di acido folico nelle donne in gravidanza alla dose di 400 mcg al giorno, per la
prevenzione delle anomalie neuronali, oggi
viene consigliata una dose di 800 mcg al
giorno in gravidanza e durante l'allattamento.
Una carenza di acido folico è frequente negli alcolisti e nei dispeptici.
Nell'adulto la carenza di folati si collega
con l'aumento dell'omocisteina, sostanza altamente tossica, che determina un aumento
fino a 2–3 volte del rischio di cardiopatia ischemica.
Bassi livelli di acido folico aumentano il rischio di malattie cardiache e di cancro.
Quando l'introduzione di folato è bassa, il livello di acido folico nel sangue si abbassa, il
livello di omocisteina, aumenta e si modificano le modalità ed i tempi di riproduzione
dei globuli rossi e dei globuli bianchi.
L'uso prolungato di aspirina, metotrexate,
sulfasalazina possono interferire con l'assorbimento del folato, determinando condizioni
di carenza.
Le migliori fonti di acido folico sono il fegato, il lievito di birra, e le foglie verde scuro,
come quelle degli spinaci.
La cottura, il calore la conservazione a
temperatura ambiente per lungo tempo distruggono l'acido folico presente negli alimenti.
Il fabbisogno giornaliero di folati è stimato
a 300 mcg.
7.6 Vitamina B12
Nota anche come cobalammina (Figura
11), è una vitamina presente in tracce negli
alimenti di origine animale.
La vitamina B 12 è necessaria per ottenere
energia dai cibi, per il metabolismo degli aminoacidi, per la crescita e lo sviluppo
dell’organismo.
Le cellule in rapida moltiplicazione sono
quelle a più alto fabbisogno di B12, in quanto questa vitamina è necessaria per la biosintesi del DNA.
La vitamina B12 è coinvolta nella sintesi
della mielina una sostanza che avvolge i
nervi.
La vitamina B12 interviene anche nella
trasformazione dell'omocisteina in metionina.
Figura 11 – Struttura della cobalaminna.
Senza vitamina B12 il trasporto del gruppo
metilico dei folati non avviene.
La deficienza di B12 provoca anemia perniciosa, con sintomi di astenia, dispnea, cefalea, irritabilità, nelle forme più severe può
anche provocare perdita della memoria, demenza, confusione mentale.
Stati di carenza di B12 sono più frequenti
tra gli anziani; i pazienti a rischio di carenza
di B12 sono i colitici, i diabetici di tipo 1, i
distiroidei.
Le migliori fonti di vitamina B 12 sono il
fegato, i muscoli, il pesce, le uova, il latte.
Il fabbisogno giornaliero di vitamina B12 è
da 100 a 500 mcg al giorno.
7.7 Vitamina PP
Nota anche come Niacina o amide
dell’acido nicotinico (Figura 12) è un miolitico a prevalente attività sulle pareti vasali,
regola la peristalsi gastro-intestinale e ha
funzione di coenzima. La niacina è prodotta
nell’organismo dalla microflora intestinale.
Figura 12 – Struttura della niacina.
14
La niacina è il principale trasportatore di
idrogeno nell'organismo, pertanto è fondamentale per la produzione di energia, per
una normale crescita, per la produzione di
ormoni, per la protezione del materiale genetico.
La sua somministrazione migliora il metabolismo del colesterolo dei grassi e degli
zuccheri.
La niacina è indispensabile per la sintesi di
due enzimi: il NAD (nicotinamide adenina
dinucleotide) e il NADP (nicotinamide adenina dinucleotide fosfato).
La niacina, coinvolta nel funzionamento di
oltre 200 enzimi, è necessaria alla sintesi di
ormoni, quali la tiroxina, l'insulina, il cortisone.
L'aminoacido triptofano è trasformato in
niacina in presenza di vitamina B2, vitamina
B6, ferro; più del 50 % della niacina è ottenuta tramite questa via. In media occorrono
60 mg di triptofano per ottenere 1 mg di
niacina. I contraccettivi orali bloccano la
conversione del triptofano in niacina.
La niacina è usata nelle dislipidemie; riduce, infatti, il colesterolo totale, le LDL, i trigliceridi e la lipoproteina A, aumentando invece le HDL.
La niacina e l’acido nicotinico, che da essa
deriva, riducono il rischio cardiovascolare e
sono molto efficaci nella prevenzione del
diabete di tipo 1, in quanto proteggono le
cellule β-pancreatiche.
La carenza di vitamina PP provoca la pellagra,
malattia caratterizzata dalla triade:
dermatite, diarrea, demenza.
La niacina è stabile al calore ed alla luce.
Le migliori fonti di niacina sono pollo, pesce,
lievito di birra, crusca, farine integrali, datteri, fichi, prugne.
Il fabbisogno di questa vitamina, essenziale al metabolismo energetico, cresce con
l'attività fisica. La dose giornaliera raccomandata è di 5 mg per ogni 1000 calorie.
8.GINSETINA energia full time®: i principi attivi proenergetici
GINSETINA energia full time® contiene
una serie di importanti principi attivi riportati
nella tabella 4 coinvolti nel metabolismo energetico dell’organismo. Questi principi attivi operano in maniera sinergica, garantendo il potenziamento del metabolismo energetico nei casi di sopraffaticamento e più in
generale quando la domanda energetica
dell’organismo cresce.
•
•
•
•
•
•
•
Creatina
Carnitina
Carnosina
Arginina aspartato
Coenzima Q10
Policosanoli
Fruttosio
100 mg
140 mg
100 mg
100 mg
20 mg
28 mg
1500 mg
Tabella 4 – Formulazione del complesso
energetico di GINSETINA energia full
time®, quantità per singolo flaconcino.
L’associazione dei principi attivi di GINSETINA energia full time® è stata costruita
sulla base delle più moderne conoscenze
della biochimica cellulare, individuando i metaboliti che svolgono funzioni chiave di tipo
regolatorio nella produzione di bioenergia
nell’orga-nismo.
8.1 Creatina: un accumulatore di energia metabolica
Le cellule, in particolare quelle del miocardio e del muscolo scheletrico, immagazzinano riserve di "fosfato ad alta energia" in
forma di fosfocreatina, un composto con energia libera di idrolisi simile a quella
dell’ATP, che viene prodotto in seguito al
trasferimento del fosfato dall'ATP alla creatina, in una reazione reversibile catalizzata
dall’enzima creatina cinasi188-194.
La creatina (Figura 13) viene sintetizzata
attraverso il trasferimento del gruppo guanidinico dall’arginina ad una molecola di glicina, con produzione di ornitina e di acido
guanidinacetico e la successiva metilazione
di
quest'ultimo
ad
opera
della
S-adenosilmetionina (SAM).
La quantità di creatina presente dipende
dall'entità della massa muscolare;una certa
quantità di creatina va incontro ad un ricambio giornaliero. Circa l’1-2% della fosfocreatina preesistente ciclizza non enzimaticamente a creatinina, che è escreta nelle urine, mentre una pari quantità di creatina è
neosintetizzata per sostituire quella perduta.
La
creatina
può
avere
origine
nell’organsmo dalla citrullina.
Infatti l'arginina generata dalla citrullina
nel rene può essere metabolizzata fino a
creatina. Il primo enzima di questa via è la
glicina transamidinasi (GTA), che catalizza la
formazione di guanidina cetato da arginina e
glicina. Il GTA si trova principalmente nella
corteccia renale, nel pancreas e nel fegato.
15
degli acidi grassi con formazione di energia
metabolica195-203.
La complessità di questo schema biosintetico e la specificità tissutale dei siti di biosintesi possono facilmente generare situazioni
di carenza di carnitina, che può compromettere la serie di eventi metabolici di cui questa molecola è responsabile, in particolare
per quanto attiene al metabolismo energetico basato sull’impiego degli acidi grassi.
Figura 13 – Biosintesi della creatina.
Una successiva reazione di mutilazione,
che richiede SAM, forma la creatina. Questa
reazione rappresenta l'utilizzazione quantitativamente più importante della SAM nell'organismo; infatti quotidianamente vengono
sintetizzati 1-2 g di creatina.
La creatina circola quindi fino ad altri tessuti, in particolare quello muscolare, dove
serve da riserva di legami ad alta energia
quando viene fosforilata a fosfocreatina.
La fosfocreatina è trasformata non enzimaticamente in creatinina, che è rilasciata nel
torrente circolatorio e quindi eliminata attraverso la filtrazione renale.
L'escrezione della creatinina (creatininuria) è un parametro utilizzato come indice
della massa muscolare e di funzionalità renale.
8.2 La carnitina: una molecola chiave
nel metabolismo energetico dei grassi
La carnitina (4-trimetilammino-3
-idrossibutirrato) deriva da residui di lisina di
varie proteine, che vengono N-metilati ad
opera della S-adenosil metionina (SAM),
formando i corrispondenti residui trimetilati.
La trimetillisina è liberata quando le proteine
sono degradate, essa viene idrossilata e
quindi idrolizzata, con liberazione di glicina e
γ-butirrobetaina aldeide.
Quest’ultima è successivamente ossidata a
γ-butirrobetaina e quindi idrossilata a carnitina. Entrambe le reazioni di idrossilazione
richiedono la partecipazione di vitamina C
come cofattore.
Il rene e, in misura più ridotta, il fegato
(Figura 14) sono gli unici organi in grado di
realizzare la sequenza completa delle reazioni e quindi di rifornire gli altri tessuti, in
particolare quello muscolare ed il miocardio,
della carnitina necessaria per l’ossidazione
Figura 14 - Rene e fegato forniscono la
carnitina agli altri tessuti.
Gli acidi grassi, che giungono alla superficie dei tessuti, sono assorbiti dalle cellule e
possono essere utilizzati per produrre energia mediante il processo di β-ossida-zione.
Questo avviene principalmente nei mitocondri e porta alla formazione di intermedi ad
alta energia, come NADH, FADH2 ed ATP. La
prima tappa dell'ossidazione di un acido
grasso è l'attivazione di questo ad acil-CoA;
questa reazione avviene nel reticolo endoplasmatico o nella membrana mitocondriale
esterna.
Mentre la maggior parte degli acil-CoA si
forma all’esterno dei mitocondri, la loro ossidazione è intra-mitocondriale.
Poiché la membrana interna dei mitocondri
è impermeabile al Coenzima A (CoA) ed ai
suoi derivati, il problema del passaggio degli
acil-CoA attraverso la membrana mitocondriale interna rappresenta il fattore che controlla l’intero processo energetico.
La carnitina svolge un ruolo chiave in questo processo perché, legandosi ai gruppi acilici, funge da vettore di questi attraverso la
membrana mitocondriale. Come si vede nella Figura 15, sui due lati della membrana
16
mitocondriale interna sono presenti enzimi
che trasferiscono il gruppo acilico dal CoA
alla carnitina e viceversa.
Sotto l’aspetto della resa energetica, la
β-ossidazione degli acidi grassi, resa possibile
dalla presenza di quantità adeguate di carnitina,
produce una rilevante quantità di energia sotto
forma di molecole di ATP.
Figura 15 - Meccanismo di trasferimento degli acidi grassi dal citosol attraverso la membrana mitocondriale interna
per l’ossi-dazione e la produzione di energia metabolica.
In Figura 16 è riportata in dettaglio la reazione catalizzata dall’enzima carnitina palmitoil trasferasi.
Figura 16 – Reazione di attivazione dei
residui acilici come derivati della carnitina, permeabili alla membrana mitocondriale.
Nel caso, ad esempio, di una catena carboniosa di acido palmitico (16 atomi di carbonio)
la
β-ossida-zione
carnitinodipendente porta alla formazione di 129 molecole di ATP.
8.3 Carnosina
La carnosina o β-alanilistidina è un dipeptide formato da una molecola di alanina ed
una di istidina (Figura 17).
La carnosina ha importanti funzioni nel
metaboilismo cellulare204-221.
Ha una potente azione antiossidante, che
protegge le strutture biologiche dal danno
radicalico, è coinvolta nel metabolismo energetico, sotto forma di carnosina fosfato
svolge un ruolo importante nella contrazione
muscolare, è coinvolta nel metabolismo del
glicogeno e partecipa al patway glicolitico ed
ai processi ossidativi a livello muscolare.
Figura 17 – Struttura della carnosina.
8.4 Arginina
L’arginina (Figura 18) è un amminoacido
che svolge non solo un ruolo strutturale nelle proteine, ma anche funzioni strategiche di
collegamento tra differenti distretti metabolici dell’organismo.
Nell’epitelio
intestinale
esiste
un’importante via per la trasformazione della
glutammina in citrullina (Figura 19). Uno
degli enzimi necessari per questa trasformazione
(la
glutammato
reduttasi
ATP-dipendente) è espresso solo negli enterociti.
Nel rene, la citrullina prodotta nell'intestino
è metabolizzata ad arginina, che può essere
trasformata in creatina oppure riversata nel
sangue. Il fegato utilizza l'arginina in circolo
per produrre ornitina, che aumenta la capacità del ciclo dell'urea in periodi di aumentata assunzione di proteine.
17
gato per la carenza dell'ornitina stessa, l'intermedio del ciclo dell'urea che viene riutilizzato. E’ quindi necessario un rifornimento di
ornitina, che dipende completamente dal livello ematico di arginina. Così la sintesi epatica dell'urea dipende da quella intestinale di
citrullina e da quella renale di arginina.
L'arginina è anche utilizzata da molte cellule per la produzione dell'ossido di azoto,
un attivatore della guanilato ciclasi, che produce cGMP, un importante secondo messaggero.
Figura 18 - Struttura dell’arginina
Sebbene possa essere non immediatamente ovvia, questa via ha grande importanza
per l'attività del ciclo dell'urea nel fegato. Il
fegato contiene un sistema enzimatico che
converte irreversibilmente l'ornitina in glutammato:
ornitina
deide
glutammica
glutammato
semial-
Figura 19 - Intestino e rene partecipano
entrambi alla sintesi dell’arginina a partire dalla glutammica.
La deplezione di ornitina conseguente queste reazioni mibisce la sintesi di urea nel fe-
8.5 Coenzima Q10
Il coenzima Q, detto anche ubichinone,
non è un nucleotide nè una proteina, ma un
trasportatore di elettroni lipofilo200,222,223.
Come i nucleotidi piridinici e in una certa misura il citocromo c, il coenzima Q funziona
come un trasportatore di elettroni "mobile",
che opera tra le varie deidrogenasi flaviniche
(per esempio, la NADH deidrogenasi, la succinato deidrogenasi, l'acil-CoA deidrogenasi)
e il citocromo b della catena di trasporto degli elettroni. La porzione chinonica della molecola del coenzima Q (Figura 20) è alternativamente ridotta e ossidata per l'aggiunta e
la rimozione di 2 equivalenti riducenti, per
esempio, 2 protoni (H+) e 2 elettroni (e), rispettivamente (Figura 21).
Il numero (n) di unità isopreniche della catena laterale del coenzima Q varia tra 6 e 10
a seconda della specie.
La catena laterale rende il coenzima Q liposolubile e facilita l'accessibilità di questo
trasportatore di elettroni alla porzione lipofila della membrana mitocondriale interna,
dove sono localizzate le componenti enzimatiche della catena di trasporto degli elettroni.
18
citocromo b (Fe2+) + citocromo c1 (Fe3+)
citocromo b (Fe3+) +
citocromo c1 (Fe2+)
Figura 20 – Struttura del coenzima Q
nella forma ossidata e ridotta.
I costituenti la catena mitocondriale di trasporto degli elettroni sono localizzati nella
membrana interna con uno specifico ordine.
Le varie proteine deputate al trasferimento
degli elettroni e gli altri componenti della catena mitocondriale di trasporto degli elettroni sono disposti in modo sequenziale nella
membrana mitocondriale interna.
Figura 21 – Catena mitocondriale di trasporto degli elettroni.
Attraverso tale catena, gli equivalenti riducenti provenienti dai substrati del Ciclo di
Krebs, della sequenza della ß-ossidazione
degli acidi grassi e, indirettamente, dalla glicolisi sono trasportati sequenzialmente fino
all'ossigeno molecolare.
In Figura 21 si può osservare il ruolo
chiave che il coenzima Q riveste. Gli elettroni, o gli equivalenti riducenti, entrano nella
catena respiratoria come NADH o coenzima
Q, ad opera delle deidrogenasi primarie
NADH e FAD-dipen-denti e sono trasportati
all'ossigeno attraverso la catena dei citocromi.
Questo sistema di trasporto degli elettroni
è organizzato in modo che il componente ridotto di una coppia redox venga ossidato dal
componente ossidato dalla coppia successiva, ad esempio:
NADH + H+ + FMN
oppure
FMNH2 + NAD+
Si noti che le reazioni di trasporto degli elettroni dal NADH fino al coenzima Q trasferiscono due elettroni, mentre le reazioni dal
coenzima Q all'ossigeno, che coinvolgono i
vari citocromi, trasferiscono un solo elettrone.
Il trasporto degli elettroni dalla coppia
NADH/NAD+ (E,' = -0,32 V) alla molecola di
ossigeno (E,' = +0,82 V) si accompagna ad
una diminuzione del potenziale di ossido-riduzione di 1,14 V. Questa caduta del
potenziale avviene in tappe discrete, mentre
gli equivalenti riducenti o gli elettroni passano tra i vari componenti della catena.
Tra ognuno dei tre siti di accoppiamento o
di fosforilazione esiste una diminuzione di
potenziale di almeno 0,3 V, più che sufficiente per la formazione di un legame fosforico
ad alta energia come avviene nella sintesi di
ATP.
8.6 Policosanoli
Si tratta di composti proenergetici di origine naturale estratti dalla canna da zucchero224-228. La miscela naturale di policosanoli
contiene octocosanolo, tetracosanolo ed esacosanolo.
Questi principi attivi migliorano la biodisponibilità del glicogeno nei muscoli, contribuiscono ad abbassare il tasso di colesterolo
nel sangue ed hanno un’azione protettiva nei
riguardi di patologie dell’apparato cardiovascolare.
8.7 Fruttosio
Si tratta di una fonte energetica rapidamente
biodisponibile
che
permette
all’apparato
muscolare
di
disporre
dell’apporto energetico necessario al suo
funzionamento.
9. Zinco, magnesio e potassio, composti
inorganici essenziali per il metabolismo
cellulare
In particolare la dieta dei paesi più evoluti
spesso determina situazioni di carenza di
composti minerali e micronutrienti, perché è
basata su un uso esteso di cibi trattati, che
nei processi industriali di preparazione perdono componenti essenziali per il metabolismo cellulare.
Per sopperire a queste situazioni di carenza è necessario integrare in maniera siste-
19
matica e mirata l’apporto di queste componenti.
Alcuni ioni metallici, che rivestono ruoli
chiave
nei
processi
metabolici
dell’organismo, come zinco, magnesio e potassio, devono pertanto essere assunti in
maniera da mantenere livelli funzionalmente
corretti, perché differenti fattori causali possono determinare una loro riduzione
nell’organismo (Figura 22).
9.1
Zinco
L’assorbimento nella mucosa intestinale
dello zinco è proporzionale ai livelli cellulari
di metallotioneina, una proteina che lega lo
zinco funzionando da serbatoio cellulare di
questo elemento.
Situazioni di carenza di zinco, in particolare nei bambini, possono determinare una
diminuzione della crescita e carenze nella
funzionalità sessuale. Nell’adulto la carenza
da zinco determina una ridotta efficienza dei
processi di cicatrizzazione e una alterazione
del gusto. Infatti la gustina, un polipeptide
presente nella saliva e coinvolto nel processo del gusto, richiede per il suo funzionamento la presenza di adeguati livelli di ioni
zinco. Situazioni di grave carenza di zinco si
associano a patologie cirrotiche, come quelle
sviluppate dagli alcolisti, e gravi patologie
renali. Lo zinco, per il suo ruolo nei processi
di cicatrizzazione trova anche applicazione
terapeutica nel trattamento delle ulcere gastriche.
Magnesio
Il magnesio è necessario per l’attività di
numerosi enzimi e per la trasmissione neuromuscolare. Carenze di magnesio si osservano negli alcolisti, quando si fa un uso
massivo di diuretici e nei casi di acidosi metabolica. La sintomatologia associata ad una
carenza di magnesio è caratterizzata da debolezza muscolare, tremore e aritmia cardiaca. Un adeguato apporto di magnesio per
via dietarica previene la formazione di calcoli
renali di ossalato di calcio.
Figura 22 - Fattori che possono influenzare lo stato nutrizionale individuale.
Rappresentazione schematica di tre importanti fattori di rischio per lo stato
nutrizionale. Una persona che si trova
nella zona esterna dei tre cerchi ha un
livello di rischio da deficit nutrizionale
molto basso, mentre una persona che si
trovi all’interno dei cerchi o nelle aree
di loro sovrapposizione ha una situazione di rischio che nei casi più severi si
potrà manifestare con patologie da carenza.
Il ruolo funzionale dello zinco nel metabolismo è importante. Sono stati fino ad ora
scoperti più di 300 enzimi che richiedono la
presenza di zinco per le loro funzione catalitica.
Dipende dalla presenza di adeguati concentrazioni di ioni zinco la funzione regolatrice di numerose proteine e l’attività di enzimi
chiave come la RNA e la DNA polimerasi.
Potassio
I livelli cellulari di potassio svolgono un
ruolo chiave in numerosi processi biologici
come la trasmissione degli impulsi nervosi o
processi di trasporto transmembrana. La
presenza di un gradiente di concentrazione
di ioni potassio ed ioni sodio sulle due facce
della membrana cellulare, essenziale per la
funzionalità cellulare, è garantita da un processo di trasporto ATP dipendente detta
pompo sodio-potassio, che consente di mantenere una differente concentrazione di questi due ioni (Figura 23).
20
Figura 23 - Uso dell’energia metabolica
(ATP) nei sistemi di trasporto mediato
attivo.
L’energia
chimica
liberata
dall’idrolisi di ATP in ADP e fosfati inorganico è utilizzata per dirigere il trasporto attivo di varie sostanze, compreso gli ioni potassio e sodio. Lo stesso
gradiente trasmembrana del potassio e
del sodio possono funzionare per dirigere processi di trasporto.
10. Domande e risposte su GINSETINA
energia full time®: una sintesi.
Di seguito, in maniera esauriente e semplice, si danno risposte ad una serie di problematiche connesse con le proprietà e
l’impiego come integratore alimentare di
GINSETINA energia full time®, un nutraceutico innovativo e competitivo sul mercato
per razionale scientifico e standard qualitativi.
10.1 Quali sono le caratteristiche di
GINSETINA energia full time®, nutraceutico di nuova generazione?
Nel suo complesso GINSETINA energia full
time® è innovativo rispetto agli altri nutraceutici presenti sul mercato per le seguenti
caratteristiche:
• una scelta dei principi attivi costruiti su un
rigoroso razionale biochimico, che individua i punti critici del metabolismo energetico dell’organismo e ne potenzia l’azione;
• la sinergia d’azione dei principi attivi presenti, che contribuiscono a realizzare una
condizione
di
rapido
benessere
dell’organimo sottoposto a condizioni di
stress originate da fattori sia endogeni che
esogeni;
• l’associazione di principi attivi adattogeni
con molecole chiavi del metabolismo energetico, in particolare quello muscolare;
• la scelta di principi attivi che svolgono una
funzione chiave nella produzione di bioenergia, derivante dall’utilizzazione di differenti fonti nutrizionali, come acidi grassi,
carboidrati e proteine, rendendo possibile
una risposta immediata dell’organismo alla
necessità di energia biologica;
• un meccanismo di rilascio programmato di
principi attivi essenziali, che prolunga
l’azione del prodotto dopo la sua assunzione, ottimizzandone l’efficacia sotto il profilo metabolico;
• una stabilità non comune del prodotto alla
conservazione, che ne garantisce l’efficacia
nel tempo e la conservabilità a temperatura ambiente;
• la presenza di un complesso multivitaminico ottimizzato rispetto alle esigenze nutrizionali di soggetti sottoposti a condizioni di
stress;
• la totale assenza di sostanze allergizzanti;
• una assoluta sicurezza d’uso del prodotto,
legata agli elevati standard qualitativi delle
materie prime impiegate;
• conclamati effetti clinici delle associazioni
proposte, documentati da una accreditata
letteratura internazionale.
10.2 Quale è il meccanismo d’azione di
GINSETINA energia full time®?
Il meccanismo d’azione di GINSETINA energia full time® è di tipo multifattoriale,
essendo dovuto ad una corretta sinergia tra
le sue tre classi di componenti funzionali:
principi attivi di tipo adattogeno, molecole
coinvolte nel metabolismo energetico e
complesso vitaminico.
Di seguito si analizzano per queste classi
gli effetti alla base del meccanismo d’azione
di questo nutraceutico.
a) I composti ad attività adattogena di
GINSETINA energia full time® esercitano un effetto benefico sull’organismo
perchè:
• sono basati su estratti vegetali con una
documentata validità terapeutica riportata nella letteratura internazionale e dimostrata da antiche tradizioni di utilizzazione;
• l’impiego di principi attivi differenti come
gli estratti di Ginseng ed eleuterocco, che
si potenziano in materia sinergica.
b) I principi attivi coinvolti nel metabolismo energetico di GINSETINA energia
full time® esercitano un effetto benefico sull’organismo perchè:
• sono stati individuati sulla base delle più
aggiornate conoscenze in campo biochi-
21
mico;
migliorano la capacità dell’organismo di
produrre energia, intervenendo in maniera mirata sui punti critici del metabolismo;
• hanno un’azione sinergica che ne potenzia l’attività biologica, attivando la capacità dell’organismo di produrre energia
da differenti fonti nutrizionali;
• potenziano la capacità dell’organismo di
produrre energia, ottimizzando le interazioni tra i vari comparti metabolic;
• esplicano specifiche azioni protettive come attività antiossidante, radical scavenger ed antinfiammatoria;
c) Il complesso vitaminico di GINSETINA energia full time® esercita un effetto benefico sull’organismo perchè:
• fornisce un immediato apporto vitaminico, in situazioni di crescente domanda
energetica dell’organismo, anche legata
a condizioni di stress;
• presenta un ampio spettro di principi vitaminici, opportunamente dosati, in modo da garantire la necessaria integrazione, evitando situazioni di ipervitaminosi.
•
10.3 Quando utilizzare GINSETINA energia full time®?
L’impiego di GINSETINA energia full time®
non è legato solo alla presenza di situazioni
di metabolismo alterato o patologiche, ma è
importante anche come integratore alimentare per garantire all’organismo in maniera
costante condizioni di benessere, che gli stili
della vita moderna spesso tendono a fare
degenerare.
Particolarmente
indicato
quando
l’organismo e sottoposto a condizioni di
stress o a super lavoro o quando semplicemente si vuole mantenere efficiente il fisico
con un supplemento di principi attivi essenziali e micronutrienti.
La dose consigliata ad integrazione
dell’alimentazione è di un flaconcino/die, da
assumere prima del pasto.
11. Letteratura citata
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