Rum, gRande classico da RivisitaRe Rum, gRande classico da
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Rum, gRande classico da RivisitaRe Rum, gRande classico da
Bar & dintorni Bar & dintorni NEL BICCHIERE Rum, grande classico da rivisitare e miscelazione) il cui risultato sono le tipologie di rum bianchi, scuri, speziati e anejo prodotti da aziende come Diageo, Bacardi e Havana Club a Cuba ed etichette storiche come Ron Santero e Ron Varadero. Pampero, una delle marche più usate nei locali, è invece venezeluano. Daniela Fabro Continua il nostro viaggio nell’universo beverage con la presentazione di un altro distillato della tradizione, tra i più diffusi nel mondo. che oggi molti locali presentano “rivisitato” C on il rum, un altro classico del bere miscelato, Linea Diretta continua il suo viaggio tra liquori e distillati, con un’intervista all’esperto Thierry Champougny, responsabile barman dei Jamaica Happy Pub, per avere consigli sulle sue modalità di servizio e impieghi eccellenti. “Dieci pirati sopra la cassa del morto e un barile di rum”. Così cantavano i pirati dei Caraibi nel romanzo di Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro, epopea ottocentesca dell’antieroe romantico sempre a caccia di avventure sulle navi battenti bandiera corsara, tra una bevuta e l’altra. 44 Europanews Linea Diretta gennaio 2011 E in effetti il rum si produce in quelle isole lontane e il suo consumo è arrivato fino all’epoca delle varie movide cittadine nei locali di tendenza passando attraverso una pluralità di mode e modi d’uso, a seconda delle diverse tipologie in cui si declina - una per tutte, l’anejo, un rum blended - e a seconda del livello di gradimento da parte dei consumatori dei tanti cocktail, alcuni dei quali come la Pina Colada o il Cuba Libre diventati dei classici, in cui è l’ingrediente alcolico principale. Questa bevanda “spiritosa” si ottiene dalla distillazione del succo o della melassa della canna da zucchero, notoriamente coltivata nei Paesi caldi come le isole caraibiche. Ma le sue origini risalgono a periodi molto più antichi della scoperta delle Americhe. La prima distillazione europea di rum ebbe luogo invece a Londra, con le canne da zucchero indiane, intorno al XV secolo; in seguito si iniziò a usare canna da zucchero proveniente dalle Americhe, dove il rum si otteneva da piantagioni caraibiche, ma solo a partire dal XVII secolo. Erano stati infatti gli schiavi a capire che le melasse, un sottoprodotto del processo di raffinazione dello zucchero, fermentavano in alcol. Più tardi, con la distillazione di questi sottoprodotti alcolici, si iniziò a concentrare l’alcol e a rimuoverne le impurità, producendo i primi veri rum. La tradizione narra che il primo rum come lo conosciamo oggi ebbe origine sull’Isola di Barbados, anche se la qualità di quel prodotto non era ancora ottima. I livelli soddisfacenti che conosciamo invece ora sono il frutto di un percorso di perfezionamento dei processi produttivi (fermentazione, che è spontanea e ha una durata di 36/48 ore, distillazione, invecchiamento Le caratteristiche del prodotto Il rum appena distillato è un liquido bianco trasparente, i cui aromi esistono ma non sono ancora facilmente distinguibili. Una volta terminato l’invecchiamento, i rum contenuti in botti diverse non hanno lo stesso aroma. Così come un rum prodotto in un anno può essere diverso da quello di un altro anno, anche a parità di invecchiamento. L’esigenza del produttore è di creare un’etichetta standard: l’addetto alla miscelazione, di cui ogni azienda ha una sua “ricetta” particolare, conosce perfettamente come creare il giusto rum, i vari ingredienti, le diverse annate, che ha a disposizione. Ma attenzione. Quando compriamo un rum con indicato un invecchiamento, per esempio, di 15 anni, questo non ha un significato preciso. I rum Añejo e gli invecchiati (Age-Dated) sono infatti rum di differenti annate o partite che vengono miscelati assieme per assicurare di anno in anno una continuità di gusto NEL BICCHIERE alle marche. Alcuni invecchiati riportano come annata quella del rum più giovane presente nella miscela (ad esempio un rum “10 years old” contiene una miscela di rum che sono stati invecchiati almeno per 10 anni). Solo un piccolo numero di rum delle Isole Francesi riportano l’annata precisa di produzione. Molti esperti del settore sono quindi dell’idea che per l’indicazione delle annate in etichetta le regole andrebbero standardizzate, a tutela dei consumatori. Tuttavia questo potrebbe forse nuocere agli interessi di molti Paesi produttori. Infatti la strada che ha fatto il rum in questi ultimi anni nel consumo mondiale di alcolici, è talmente lunga e muove tali interessi che, secondo una notizia de La Stampa dell’ottobre scorso, Porto Rico e le Isole Vergini si starebbero contendendo il diritto di ospitare distillerie Usa per la produzione di rum a suon di incentivi fiscali. La battaglia è cominciata quando il Governatore delle Isole Vergini ha offerto al maggior distillatore mondiale, Diageo, di impiantare una nuova distilleria per il rum speziato a Captain Morgan offrendo ben 2,7 miliardi di dollari di sconto d’imposte. Le varie tipologie Chiaro, scuro, ambrato, speziato: a ogni tipologia il suo impiego. Secondo Thierry Champougny, i rum bianchi (White Rum), sono generalmente leggeri di corpo - con qualche eccezione tra quelli delle Isole Francesi - e hanno un profilo aromatico molto sottile. Se vengono affinati Europanews Linea Diretta gennaio 2011 45 Bar & dintorni UN FASCINO SEMPRE ATTUALE Il consumo del rum fu ufficializzato dai comandanti delle navi militari di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra. I quali ne dettarono anche le prime “modalità di servizio”. Mentre infatti la razione iniziale di rum (una razione che prima ancora era costituita di brandy), per i marinai della Marina reale britannica era originariamente pura, o mescolata con succo di limone, la pratica di allungarlo con l’acqua iniziò intorno al 1740. Per contribuire a minimizzare gli effetti dell’alcool sui suoi marinai, l’ammiraglio Edward Vernon ordinò che la razione di rum venisse annacquata prima di essere distribuita, e tale mistura Europanews Linea Diretta gennaio 2011 CUBA LIBRE Ingredienti: 5.0 cl di rum bianco 10 cl di Cola Miscelare delicatamente e servire in un bicchiere tipo highball guarnito con una fetta di lime. Attualmente esistono anche le varianti del Cuba libre pestato, con l’aggiunta di mezzo lime tagliato in quattro parti e un cucchiaio di zucchero di canna; del Cuba libre cubano, con 3/4 once di rum ambrato e l’aggiunta dello sweet’n’sour e del Cuba libre al limone, con 30 ml rum, 20 ml succo di limone e 150 ml di cola. Ma nel pestato, l’aggiunta di zucchero cambia l’effervescenza della cola e la rende più dolce, motivo per cui non è un cocktail molto amato dai barman più esperti. MOJITO Ingredienti: 6 spicchi di lime 1 cucchiaio zucchero di canna 4 cl di rum bianco acqua gasata (o selz) foglie di menta Pestare il lime con lo zucchero di canna. Aggiungere il rum, quindi le foglie di 2 rametti di menta. Riempire il bicchiere di ghiaccio tritato, allungare con acqua gasata (o selz) e mescolare. Decorare con rametto di menta. Questa è la ricetta del Jamaica Happy Pub, ma la diatriba su quale sia quella originale non ha fine. Di solito il Mojito lo si serve con una cannuccia. Sebbene sia il più tipico “pestato”, alcuni barman sostengono che la menta non debba essere pestata ma solo leggermente premuta e poi amalgamata al succo di lime e allo zucchero, per far sì che non sprigioni note amare e diffonda invece gli oli essenziali che mantengono il drink limpido anziché renderlo opaco. PINA COLADA Ingredienti: 3/10 di rum chiaro 5/10 di succo d’ananas 2/10 di latte di cocco (o batida di cocco) Questo cocktail va preparato nel blender (frullatore) con ghiaccio a cubetti. Inserire gli ingredienti nel blender e frullare. Servire nel tumbler alto decorato con una ciliegia o uno spicchio di ananas. Il ghiaccio non si deve sciogliere completamente ma rimanere in parte in piccoli pezzi. Certe volte al posto del latte si usa la batida di cocco: il sapore non cambia, ma il tasso alcolico risulta maggiore. Tipico long drink da dopocena, è molto estivo, per il suo gusto dolce e rinfrescante. Per questo è servito soprattutto nelle località di mare. I CARAIBICI in fusti di rovere per dar loro un gusto morbido, sono poi filtrati per togliere qualsiasi colore. Vengono usati soprattutto nelle bevande miscelate, specie in quelle alla frutta. I rum ambrati (Golden / Amber Rum) sono generalmente di medio corpo. La maggior parte ha passato molti anni a invecchiare in barili di rovere, assumendo un gusto morbido e pastoso. I rum scuri (Dark Rum) sono tradizionalmente di corpo pieno, ricchi, molto caramellati. I migliori sono prodotti per la maggior parte con alambicchi discontinui e spesso invecchiati in fusti di rovere per lunghi periodi. I più ricchi di questi rum vengono consumati puri. I rum speziati (Spiced Rum) possono essere bianchi, ambrati o scuri. Vengono messi in infusione con spezie o aromi di frutta. I punch al rum (come il Planter’s Punch) sono miscele di rum e succhi di frutta, molto popolari nei Caraibi. 46 Bar & dintorni NEL BICCHIERE divenne nota come grog. Gli altri modi di berlo oggi, dal Cuba Libre al Mojito ai contemporanei chupito, fino ad arrivare all’ultimissimo Faby Kiss di Leonardo Leuci, barman del locale Friend’s di Roma, vincitore del concorso Disaronno Mixing Star (un mix di purea di lamponi freschi, succo di lime, rum Anejo e Disaronno), sono frutto del lavoro e dell’invenzione proprio dei barman, uno dei quali, Thierry NEL BICCHIERE Champougny, responsabile barman dei Jamaica Happy Pub, catena di locali che fa dei caraibici il suo punto di forza, ci spiega da queste pagine la sua particolare “visione del rum”. LA FILOSOFIA DEL RUM DI THIERRY CHAMPOUGNY Segreti e verità su questo distillato nell’esperienza di chi ne ha fatto l’ingrediente principale della sua lunga pratica quotidiana. Il responsabile per l’Europa della carta dei cocktail della catena in franchising Jamaica Happy Pub, nata in Italia nel 1997, dove sono attivi una ventina di locali e che, dopo il Lussemburgo, nel 2007, conta di diffondersi anche in altri Paesi del continente, Thierry Champougny, ha le idee molto chiare in materia. Non per niente si è formato alla Flair Bartenders’ Association, e vanta 15 anni di esperienza nel settore, tra cui molti nella gestione “dietro le quinte”. Tre aggettivi che secondo lei caratterizzano il rum. «Se vi venisse chiesto qual è il prodotto alcolico esotico per eccellenza, cosa rispondereste? Rum, senza dubbio. L’associazione del rum a paesaggi e ricordi tropicali ed esotici ha la sua origine sia dal suo luogo di produzione che dagli innumerevoli cocktail dei quali costituisce la base: quindi direi colori vivaci, sapori e vapori inebrianti». Quali sono le modalità della sua corretta degustazione? «Secco, mescolato o shakerato, con o senza ghiaccio, ci sono tanti modi di consumare e gustare il rum ... Nei nostri locali preferiamo valorizzare l’armonia che si crea unendo il sapore del rum con quello dei succhi e della frutta fresca esotica, inserendo tra le tante una modalità di consumo vivace, originale e che invita alla socializzazione». I cocktail della tradizione oggi vengono rivisitati. Come lo fate voi? «Il rum si consuma ancora in grande quantità nei cocktail storici e tradizionali: Mojito, Cuba Libre e Pina Colada. Nei locali Jamaica Happy Pub, fedeli alla tradizione e coscienti della valenza, anche storica, di questi cocktail, li serviamo in maniera tradizionale seguendo la ricetta classica e aggiungendo solo una piccola variazione sulla dolcezza del drink in base al gusto dei clienti». La vostra ricetta forte? «Il cocktail principe dei Jamaica Happy Pub è la Jammin Pot: drink a base di rum bianco e frutta fresca esotica servito in una pentola di creta di diverse dimensioni e che può essere consumato da due a sei persone contemporaneamente. Nella Jammin Pot abbiamo 15 frutti esotici differenti che aiutano ad aprire il palato per gustare pienamente il sapore del cocktail. Cosa non bisogna mai fare miscelando il rum? «Nella preparazione di un cocktail a base di rum, ci sono delle regole da applicare: mai mescolarlo con vino, brandy (cognac, armagnac), gin, whisky, vodka e acquaviti di frutta. Il rum si abbina invece perfettamente con: succo di frutta, sciroppi, latte, panna, uova e birra. Bisogna servire il cocktail alla giusta temperatura e utilizzare ingredienti di buona qualità. Il rum non va d’accordo con gli altri alcolici perché ha un gusto e un sapore assolutamente completo e gratificante da solo». Shot e chupito; minidosi dal forte tenore alcolico, così si beve il rum ad esempio con il succo di pera: altre ricette? «Dopo anni di chupiti a base esclusiva di rum e pera, il Jamaica Happy Pub ha introdotto, ormai da due anni, una gamma di chupiti aromatizzati a base di rum invecchiato serviti gelati (gli aromi vanno dalla cannella al cioccolato, al fico d’india all’aloe e molti altri). Non solo la novità dei vari aromi, ma anche le modalità di consumo si sono moltiplicate: si passa dai chupiti con arancia flambé (narançito) ai chupiti con basi cremose... un vero divertimento non solo per le papille gustative ma anche per gli occhi». Europanews Linea Diretta gennaio 2011 47