Ordine dei Farmacisti di Salerno

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Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 21/12/2016
INDICE
IN PRIMO PIANO
Il capitolo non contiene articoli
SANITÀ NAZIONALE
21/12/2016 Corriere della Sera - Nazionale
«In un anno con il vaccino si può fermare la meningite»
7
21/12/2016 Corriere della Sera - Nazionale
La strada che porta agli atenei italiani per chi studia (in romeno) a Enna
9
21/12/2016 Il Sole 24 Ore
Per Menarini shopping negli Usa
11
21/12/2016 Il Sole 24 Ore
Ica divide gli utili con i dipendenti
12
21/12/2016 La Repubblica - Nazionale
Terapia anti cancro Menarini negli Usa compra Cell Search
13
21/12/2016 La Stampa - Nazionale
Peluche, alberi e tucani: l'ospedale dei bambini è diventato una giungla
14
21/12/2016 La Stampa - Nazionale
La "scatola anti-fumo" che ci curerà scatenando il sistema immunitario
15
21/12/2016 La Stampa - Nazionale
"A tavola si può imparare ad affamare il cancro"
17
21/12/2016 Il Messaggero - Nazionale
Un respiro cancella l'infelicità
18
21/12/2016 Il Messaggero - Nazionale
Tanto pesce e pochi dolci contro la psoriasi
19
21/12/2016 Il Messaggero - Nazionale
Test svela il rischio d'infarto in chi è sano
20
21/12/2016 Il Messaggero - Nazionale
Così l'ictus si può prevenire
21
21/12/2016 Il Messaggero - Nazionale
Vaccino anti-aterosclerosi fa barriera al colesterolo
23
21/12/2016 ItaliaOggi
La contraffazione ha costi tremendi. Con internet il fenomeno è esploso
distruggendo nel mondo 2,5 mln di posti di lavoro
24
21/12/2016 Avvenire - Nazionale
L'obiezione è legittima
25
21/12/2016 Libero - Nazionale
Il farmacista che cura con i romanzi noir
26
21/12/2016 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale
«Scelta inammissibile, la ricetta non si discute»
28
21/12/2016 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale
«Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione
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21/12/2016 QN - Il Giorno - Nazionale
«Scelta inammissibile, la ricetta non si discute»
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21/12/2016 QN - Il Giorno - Nazionale
«Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione
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21/12/2016 QN - La Nazione - Nazionale
«Scelta inammissibile, la ricetta non si discute»
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21/12/2016 QN - La Nazione - Nazionale
«Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione
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21/12/2016 Il Mattino - Nazionale
Farmaci gratis con false ricette rivenduti all'estero: quattro arresti
34
21/12/2016 Il Tempo - Nazionale
Truffavano le farmacie con timbri medici falsi
35
21/12/2016 La Notizia Giornale
Solito giro di amici all'Aifa Spunta la moglie di Bonaiuti
36
21/12/2016 La Verita'
Assolta una farmacista mamma di 5 figli S'era rifiutata di vendere la pillola abortiva
37
21/12/2016 La Voce di Reggio Emilia
"Adotta una scuola": finanziati 14 progetti in 12 istituti per 200 studenti
39
21/12/2016 Pubblicom Now
Ogilvy Change tira le somme del 2016
41
VITA IN FARMACIA
21/12/2016 La Repubblica - Genova
Sanità, Rossetti attacca Toti "I tagli già partiti a Chiavari prestazioni ridotte del 3%"
43
21/12/2016 La Repubblica - Palermo
Le due facce degli ospedali la mappa di eccellenze e flop
44
21/12/2016 La Repubblica - Torino
Il Piemonte è secondo in Italia nella classifica della prevenzione
48
21/12/2016 La Repubblica - Torino
"Basta burocrazia le Asl pensino a curare le persone"
49
21/12/2016 La Stampa - Torino
"Il mio piano per la Sanità Una cabina di regia coordinerà tutte le Asl"
51
21/12/2016 Il Messaggero - Roma
«Salario accessorio, multe e vendita aziende minori» Tutte le falle del Bilancio
52
21/12/2016 Il Messaggero - Roma
Ricettari rubati e certificati medici falsi: truffa da 400mila euro al sistema sanitario
53
21/12/2016 Il Messaggero - Metropolitana
«Dalla giunta tanta approssimazione stupita da inesperienza e ingenuità»
54
21/12/2016 Il Messaggero - Umbria
Scandalo coop «Voglio quelle dimissioni»
55
21/12/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ferrara
Tresigallo, per l'Anteas una carrozzina in regalo
56
21/12/2016 QN - Il Resto del Carlino - Fermo
Traffico di farmaci: tre infermieri devono risarcire
57
21/12/2016 QN - Il Giorno - Bergamo Brescia
Il bilancio Ats fra riassetto e nuove indagini sulla salute
58
21/12/2016 QN - Il Giorno - Como Lecco
Un vademecum per le analisi «Così migliora la raccolta dati»
59
21/12/2016 QN - La Nazione - Arezzo
Asl, è arrivato il super-distretto Sì della Regione ma ora è bagarre
60
21/12/2016 QN - La Nazione - Lucca
È Bortoli l'amministratore più pagato
61
21/12/2016 QN - La Nazione - La Spezia
Tre "colpi" in pochi giorni Patteggia
62
21/12/2016 Il Secolo XIX - Imperia
Autostoppista raggira i turisti, chiede un passaggio e "scrocca " soldi
63
21/12/2016 Il Secolo XIX - Levante
Rapina con sparatoria, arrestati gli autori
64
PROFESSIONI
Il capitolo non contiene articoli
PERSONAGGI
Il capitolo non contiene articoli
SANITÀ NAZIONALE
28 articoli
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Pag. 25
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L'intervista
«In un anno con il vaccino si può fermare la meningite»
Rappuoli, padre dell'antimeningococco: campagna sui minorenni Il rischio «Se non si interviene
rapidamente i batteri potrebbero diffondersi»
Margherita De Bac
ROMA È il numero uno al mondo nella ricerca sul meningococco. Il vaccino contro il tipo C, il batterio
capace di scatenare una delle forme più aggressive di infezione delle meningi cerebrali, l'ha scoperto lui, a
Siena, negli stabilimenti ex Sclavo ora passati a GlaxoSmithKline .
Rino Rappuoli, responsabile scientifico mondiale dell'azienda - senese senza contrada- la storia dell'ondata
di contagi in Toscana e dei casi che hanno impaurito gli studenti milanesi avrebbe potuto scriverla prima.
Siete sorpresi?
«Era già tutto previsto, come leggere un libro di testo, che ci fossero dei vaccinati non rispondenti, ultimo in
ordine di tempo il bambino ora ricoverato a Firenze. L'immunità completa non viene mai ottenuta, resta
sempre un 5% di incertezza. L'unico modo per sconfiggere il germe è eliminarlo con una campagna a
tappeto, dall'infanzia fino ai 18-20 anni. Così abbiamo fatto in Gran Bretagna nel 2000. E adesso è libera».
Cosa significa?
«Il batterio non circola più, non esiste. E parliamo di una situazione in cui si contavano 1.500 casi all'anno.
Lo stesso succederebbe da noi in un anno, visto che la situazione è meno grave, se riuscissimo a
proteggere almeno il 90% della popolazione a rischio in modo da raggiungere la cosiddetta immunità di
gregge. Anche chi non ha fatto la profilassi starebbe al sicuro. In Toscana l'adesione all'offerta dell'antimeningococco è troppo lontana da questa percentuale».
Il fenomeno toscano è preoccupante?
«Bisogna insistere nel vaccinare soprattutto i bambini e i ragazzi tra 10 e 20 anni perché è tra loro che si
trovano i portatori sani. Hanno il batterio, non si ammalano, ma lo trasmettono. Con la vaccinazione questo
pericolo verrebbe annullato».
Cosa prevede, come sarà l'andamento dell'infezione?
«Questo è un ceppo più virulento degli altri, arrivato chissà come. Si sta riproponendo lo scenario visto in
Nuova Zelanda e Stati Uniti. Se non si interviene rapidamente e con decisione i batteri si diffonderanno in
tutta Italia. Guardiamo ad esempio ciò che è accaduto a Milano».
Come mai i vaccini, anche contro influenza o morbillo, non funzionano al 100%?
«Non lo sappiamo. Ipotizziamo che avvenga per fattori genetici individuali o ambientali, ad esempio per un
uso improprio di antibiotici. Ma non c'è evidenza chiara. Comunque anche quando non c'è una protezione
totale, aumentano le possibilità di prendere la malattia in forma lieve».
Come è nato il vaccino senese?
«Abbiamo cominciato a lavorarci negli anni Ottanta, nel 1991 il primo test sull'uomo. Il primo a registrarlo è
stato il governo britannico, dove c'era una grande emergenza. Le difficoltà nel metterlo a punto? Superate
grazie a una nuova tecnologia. E anche il vaccino contro il meningococco B, che entrerà dal prossimo anno
nel calendario pediatrico nazionale, è stato ottenuto così».
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Chi è
Rino Rappuoli, nato a Siena 64 anni fa, è l'inventore del vaccino contro la meningite causata dal
meningococco di tipo C Gli studi
sul vaccino
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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per la Neisseria meningitidis
di tipo C
sono iniziati a fine anni 80 negli stabili-menti senesi
della ex Sclavo, ora passata
alla Glaxo- SmithKline
di cui Rappuoli
è attualmente direttore scientifico mondiale Nel '91 il vaccino è stato per la prima volta speri-mentato
sull'uomo. Nel 2000 è iniziata la commercia-lizzazione
La parola
MENINGOCOCCO
È una forma di batterio ed è noto perché causa la meningite. Venne scoperto da Giovanni Battista Ughetti
nel 1880, poi isolato e coltivato in vitro da Anton Weichselbaum nel 1887. Infetta soltanto gli esseri umani e
viene trasmesso per via inalatoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: All'opera Rino Rappuoli, classe '52, responsabile scientifico di GlaxoSmithKline
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La storia
La strada che porta agli atenei italiani per chi studia (in romeno) a Enna
L'università: privacy per chi cambia. Nodo test di ammissione al secondo anno di medicina
Claudia Voltattorni
Neanche cominciato il secondo anno e già se ne vogliono andare. E sì che ora arrivava il bello con la
possibilità di fare esperienza in un ospedale vero e pure un po' di pratica sui cadaveri (cosa vietata in
Italia). Ma per cinque ex matricole dell'università Dunarea Jos Galati con sede distaccata ad Enna
l'avventura romena pare destinata a concludersi molto presto. Meglio tornare in Italia. Spostarsi di qualche
centinaio di chilometri ma «rientrare» in patria e provare a diventare medici nella nostra lingua. Però
saltando direttamente al secondo anno con la possibilità magari di avere anche qualche esame
riconosciuto. Certo, sempre dopo aver superato il poco amato test di ammissione che ogni anno falcia
migliaia di persone in tutta Italia, spegnendo il sogno di un futuro da medico.
Una dei cinque ci è riuscita. Dopo un anno di studi alla facoltà di Medicina della Dunarea di Enna, le ha
preferito l'Università degli Studi di Messina, statale, dove il 6 settembre scorso ha passato la prova di
ammissione. Come lei, altri ex compagni della Dunarea hanno chiesto il trasferimento in un altro ateneo,
sempre alla facoltà di medicina, tra Messina e Catanzaro (ma la Dunarea non conferma e invoca il rispetto
della privacy dei ragazzi). Test come gli altri con in più il riconoscimento degli esami già sostenuti
nell'università romena, e questo, racconta il quotidiano La Sicilia , non senza malumori da parte delle
matricole italiane che parlano di «ingiustizia».
Ma si prevede nuovo malumore anche da parte del ministero dell'Istruzione italiano che da un anno diffida
l'ex senatore pd Vladimiro Crisafulli detto Mirello ad andare avanti con questa storia dell'università romena
in Italia e del corso di laurea in Medicina. Lui, come raccontato sul Corriere da Gian Antonio Stella,
attraverso la Fondazione Proserpina gestisce la Dunarea («io mi occupo della logistica»). «Continuiamo a
ritenere quei corsi non validi» ripetono al Miur. Ma nel frattempo, il ministero ha dovuto pagare oltre 4 mila
euro di spese legali dopo la bocciatura in primo grado e in appello del ricorso promosso contro la Dunarea:
il tribunale di Caltanissetta ha respinto la richiesta di bloccare i corsi.
Sul sito del Miur viene ribadito che «eventuali titoli rilasciati all'esito di tali corsi non avrebbero alcun valore
né a fini accademici né ai fini professionali e non potrebbero essere riconosciuti né da altro Ateneo né da
altra Autorità pubblica» e il «ministero sta valutando ogni possibile ulteriore azione al fine di ricondurre nel
più breve tempo possibile questa spiacevole situazione nell'alveo della legalità e di fornire puntuali
indicazioni alle università per confermare la non riconoscibilità del titolo di studio».
Ma intanto alla fine del prossimo gennaio si inaugura il secondo anno accademico della Dunarea. Gli iscritti,
tra Medicina e Professioni sanitarie sono arrivati a 80 e, dice Crisafulli, «provengono anche dal resto
d'Italia, molti da Torino». Nel 2015 erano tutti siciliani, «ogni anno - sottolinea l'ex senatore pd -, 46 mila
studenti lasciano la Sicilia, anche per andare all'estero, in Romania o Albania, è meglio dar loro una sede
dell'università romena vicino casa, no?».
A chi si iscrive alla Dunarea di Enna (9.400 euro l'anno per Medicina), viene chiesto di frequentare un corso
di 3 mesi di romeno (2.200 euro il costo), propedeutico all'ammissione al corso di laurea. Questo perché
tutte le lezioni sono in lingua romena. Ci sono poi il tirocinio in strutture ospedaliere e la pratica in Romania.
Il titolo finale? «Riconosciuto automaticamente anche in Italia» garantisce Crisafulli. Ma i cinque
«transfughi» hanno scelto la sicurezza di una laurea italiana.
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15° Posto La posizione della Kore, ultima nella classifica degli atenei privati del Sole 24Ore
Foto: Gli studenti
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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21/12/2016
Pag. 27
diffusione:238671
tiratura:333841
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In alto, aspi-ranti medici dell'università romena di Enna, sede
distaccata dell'ateneo Dunarea
Jos Galati
(foto Angelo Cappa)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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21/12/2016
Pag. 15
diffusione:105722
tiratura:156556
Per Menarini shopping negli Usa
Silvia Pieraccini
Per Menarini shopping negli Usa pagina 19 pMenarini fa shopping in Usa e si prepara a chiudere l'anno
con una crescita dei ricavi superiore al 6%a 3,5 miliardi di euro. Per il gruppo farmaceutico fiorentino che fa
capo alla famiglia Aleotti, si tratta di un consolidamento della presenza industriale negli Stati Uniti, dove già
possiede laboratori di ricerca a San Diego, in California. Ora Menarini acquisisce dall'americana Janssen
Diagnostics il business CellSearch Ctc, unica tecnologia approvata dalla Fda (Food and drug
administration) per rilevare le cellule tumorali circolanti nei pazienti oncologici. L'operazione - il cui valore
non è stato reso noto, e che avviene attraverso Menarini Silicon Biosystems - comprende anche il
passaggio dello stabilimento produttivoe del laboratorio per la diagnosi oncologica che si trovano vicinoa
Filadelfia, in cui lavorano una trentina di persone. «Questa acquisizione è un traguardo importante per
Menarini Silicon Biosystems- spieganoi fratelli Luciae Alberto Giovanni Aleotti, presidente e vicepresidente
del gruppo Menarini- che conterà ora anche su uno stabilimento produttivo negli Usae si arricchirà del know
how di scienziati statunitensi operanti ad altissimo livello nel settore della diagnostica oncologica». La
tecnologia americana di CellSearch Ctc estrae dal sangue le cellule tumorali circolanti con una metodologia
già approvata dalla Fda. Fino a oggi il processo si fermava qui ed era possibile solo "contare" tali cellule,
ma non analizzarle. Ora interverrà la tecnologia italiana Deparray di cui dispone Menarini, che è in grado di
isolare quelle cellule, già certificate come tumorali, una ad una, così da analizzarne il genomae le mutazioni
senza contaminazioni e trovare il farmaco più adattoa ciascun paziente, una terapia "cucita addosso" per
una medicina personalizzata e di precisione. L'abbinamento delle due tecnologie CellSearch e Daparray,
secondo Menarini, con- sentirà di effettuare da un semplice prelievo di sangue la mappatura del genoma e
delle mutazioni tumorali di ciascun paziente, oltre che una prognosi più rigorosae una valutazione del
rischio di ricorrenza della malattia con una precisione senza precedenti.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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FARMACEUTICA
21/12/2016
Pag. 17
diffusione:105722
tiratura:156556
Ica divide gli utili con i dipendenti
GLI AIUTI Accordo con il Comune di Fiastra per la realizzazione di un edificio polifunzionale in legno che
sarà farmacia e centro di prima assistenza
Ilaria Vesentini
CIVITANOVA MARCHE (MC) pCoesione è competizione. È lo slogan che ha animato il Maceratese questa
estate in occasione del seminario Symbola sulla soft economy ed è il motto che sta guidando ora le
strategie di restituzione al territorio della Ica di Civitanova Marche, leader mondiale nella produzione di
vernici per legno, 115 milioni di fatturato, 51% export, 570 dipendenti. L'azienda ha appena donato 100mila
euro al Comune di Fiastra, nell'entroterra, per aiutare la popolazione terremotata facendosi carico della
costruzione di un centro polifunzionale di prima emergenza e aggregazione sociale; e per la prima volta
quest'anno condivide l'utile di bilancio con i dipendenti, destinando a ognuno dei 350 lavoratori del quartier
generale circa 600 euro attraverso un inedito progetto di welfare. Fondata nel 1971 dalla famiglia Paniccia,
tuttora alla guida, Ica si era già fatta notare pochi mesi fa aggiudicandosi il riconoscimento Randstad come
azienda top del Centro Italia nella gestione dei dipendenti, tra palestra, mensa, assistenza sanitaria. «Sono
le risorse umane il primo asset della nostra competitività e questa iniziativa di welfare diventerà un progetto
stabile di compartecipazione agli utili», sottolinea il presidente Sandro Paniccia, seconda generazione al
timone di Ica, assieme a due fratellie sei nipoti.A testimoniare il connubio indissolubile tra aziende e
famiglia di una multinazionale tascabile che sta investendo in tutto il mondo. «Con solide radici nella terra
dove ci sono i migliori mobilieri al mondo e le migliori tecnologie per il legno», ricorda Paniccia. Già
presente in Spagna, Germania e Cina, il gruppo maceratese ha acquisito a inizio anno in Polonia Italcolor
Sp. z.o.o., leader di mercato nel settore vernici per legno e storico distributore locale dei prodotti a marchio
Ica.E ha dato il vita pochi mesi fa a una joint venture in India con Pidilite (big quotato in Borsa) per la
distribuzione dei propri prodotti in tutto il subcontinente indianoe per la costruzione di uno stabilimento che
saràa regime nel 2018 con una potenzialità di 50 milioni di euro di fatturato. «Abbiamo un piano di
investimenti 2016-2018 da 36,5 milio- ni di euro, tra crescita per linee esterne e R&S; 13 milioni li abbiamo
già spesi quest'anno», precisa Paniccia. Che ha appena firmato con il sindaco di Fiastra, Claudio
Castelletti, l'accordo per realizzare un edificio polifunzionale tutto in legno di 300 mq che servirà in questa
prima fase di emergenza come farmacia e centro di prima assistenza, per poi diventare centro di
aggregazione sociale. «Abbiamo voluto dare un segno concreto di aiuto e speranza - conclude il presidente
- a uno di borghi più importanti per il rilancio turistico del Parco dei monti Sibillini».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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Solidarietà. L'azienda di vernici di Civitanova Marche destina a ciascuno dei 350 lavoratori circa 600 euro in
welfare
21/12/2016
Pag. 27
diffusione:239605
tiratura:340745
Terapia anti cancro Menarini negli Usa compra Cell Search
FIRENZE. Menarini Silicon Biosystems compra CellSearch CTC dall'americana Janssen Diagnostics LLC.
Passerà così al gruppo toscano l'unica strumentazione già approvata dalla Food and Drug Administration e
con marchio CE per la rilevazione delle Cellule Tumorali Circolanti nei pazienti oncologici a partire da una
biopsia liquida.
Passerà a Menarini anche la gestione dello stabilimento produttivo e il Clia Lab di Huntingdon Valley, nei
pressi di Philadelphia, laboratorio per la diagnostica oncologica.
16.000 DIPENDENTI E RICERCA La Menarini ha 16.300 dipendenti nel mondo, di cui un migliaio
impegnati nella ricerca scientifica
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
13
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ACQUISIZIONI
21/12/2016
Pag. 17
diffusione:154324
tiratura:222715
Peluche, alberi e tucani: l'ospedale dei bambini è diventato una giungla
Nuovo reparto a Firenze: meno stress per i piccoli
FRANCO GIUBILEI FIRENZE
Se la freddezza glaciale dei macchinari medici inquieta gli adulti, si può facilmente immaginare quanto
possa angosciare un bambino. Ecco perché la radiodiagnostica dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze si
è riempita di pappagalli, leopardi e tucani, con un effetto giungla studiato apposta per distrarre i piccoli
pazienti dal motivo per cui si trovano lì. Inaugurati ieri, i nuovi arredi sono stati collaudati per un paio di
giorni prima del taglio del nastro e la risposta è già buona: «Gli operatori ci hanno detto che il loro lavoro è
facilitato grazie all'impatto positivo su bambini e genitori - spiega il direttore generale dell'ospedale, Alberto
Zanobini -. Ci siamo ispirati all'esperienza del Sant Joan De Deus di Barcellona, il più importante della
Spagna, con cui abbiamo una partnership e un gemellaggio, solo che loro per tema hanno scelto lo
spazio». Per trasformare gli esami che normalmente vengono sopportati dai bambini in ambienti alieni
pervasi dai rumori delle macchine, spesso in condizioni di assoluta immobilità, in qualcosa che somigli a un
gioco o a un'avventura, i responsabili del Meyer hanno sparso peluche e fatto ricorso a piccoli trucchi:
«Vicino alla nost ra risonanza abbiamo messo una risonanza magnetica giocattolo, dove i bimbi possono
fare la risonanza magnetica all'orsacchiotto - aggiunge il dirigente -. Si tratta di un approccio che abbiamo
usato anche in un'ottica più ampia: a settembre abbiamo inaugurato un parcheggio che ricorda un enorme
zoo, con la zona elefanti, in modo che già parcheggiare la macchina diventi un gioco. Lo scopo è attutire
l'ansia dell'ospedalizzazione». L'ospedale M eyer segue i bambini dalla terapia intensiva neonatale fino alla
maggiore età, mediamente registra 9 mila ricoveri all'anno in 250 posti letto e un milione 700 mila accessi
ambulatoriali. Fra le attività della radiodiagnostica, oltre alle problematiche legate all'oncologia pediatrica, ci
sono quelle connesse con la neurochirurgia e con la cura dell'epilessia, per cui l'ospedale è centro di
riferimento. L'opportunità di intervenire sulla riduzione dello stress dei piccoli pazienti, basata su una
filosofia condivisa da un numero crescente di servizi sanitari, si è tradotta nell'ideazione di una scenografia
che ricorda vagamente Il Libro della Giungla, pietra miliare dell'immaginario a cartoni animati della
generazione degli anta. La direzione ha dunque deciso di coinvolgere il servizio di psicologia ospedaliera,
che ha caldamente suggerito la soluzione della foresta esotica e dei suoi abitanti in alternativa a quella del
mondo sommerso, con pesci e vegetazione sottomarina, giudicata più aperta e rilassante di quest'ultima:
«Abbiamo pensato a un supporto per bambini e famiglie - conclude Zanobini -, per affrontare meglio la
malattia». c
250 posti letto Quelli disponibili all'ospedale Meyer di Firenze che registra mediamente 9mila ricoveri e un
milione e 700mila accessi ambulatori all'anno
Foto: Il modello spagnolo Una delle sale della radiodiagnostica del Meyer a Firenze: per l'allestimento i
dirigenti si sono ispirati a un ospedale di Barcellona
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
14
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La storia
21/12/2016
Pag. 36
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tiratura:222715
La "scatola anti-fumo" che ci curerà scatenando il sistema immunitario
Cambiano le strategie contro il tumore al polmone
FABIO DI TODARO
Èuna guer ra lenta, a t ratti sfib rant e, ma che non fa registrare passaggi a vuoto. La lotta al cancro è fatta
di speranze e piccoli successi, che tra i «big killer» riguardano soprattutto il tumore del polmone. Tra le
neoplasie più difficili da trattare, proprio quelle polmonari hanno fatto registrare i progressi più significativi. I
numeri rimangono preoccupanti: oltre 41mila le diagnosi previste in tutto il 2016, 33mila i decessi stimati,
appena il 14% la quota di pazienti vivi a cinque anni dalla diagnosi. Ma, sforzandosi di guardare in avanti
almeno di cinque anni, il ventaglio di «armi» a disposizione è destinato ad aumentare. L'obiettivo «è
sviluppare una scatola magica che preveda l'uso di biomarcatori, test diagnostici e farmaci attivi mirati»: lo
sostiene Giorgio Scagliotti, responsabile della struttura di oncologia polmonare dell'azienda ospedaliera
San Luigi di Orbassano. «Il cancro del polmone dovrà essere colpito in modo preciso e selettivo». Le
speranze derivano dall'impiego dei farmaci immunoterapici in alternativa alla chemioterapia. Se finora si è
scelto di «sparare» sulle cellule cancerose con l'obiettivo di distruggerle, ma in modo poco selettivo,
l'obiettivo è scatenare il sistema immunitario esclusivamente contro le cellule malate. E se finora l'approccio
si era rivelato incoraggiante solo nella seconda linea delle cure, vale a dire dopo il fallimento della
chemioterapia, ora inizia ad apparire significativo fin dal momento della diagnosi. Anche nei grandi fumatori.
I primi riscontri erano arrivati a ottobre, con il riconoscimento dell'eff i c a c i a d e l p e m b r o l i z u mab
sui tum o r i c h e esprimono la proteina PDL1, presente nel 30% dei pazienti che s 'a m m a l a n o di
tumore del polmone. Gli ultimi a seguito della pubblicazione di una ricerca sul «New England Journal of
Medicine»: questa ha evidenziato come un altro farmaco in grado di stimolare l'attività del sistema
immunitario possa ridurre del 70% il rischio di progressione della malattia rispetto alla chemioterapia. Tutto
ciò nei pazienti positivi a una mutazione del gene Egfr. Osimertinib - questo il nome della molecola - è stato
approvato dalle agenzie regolatorie statunitense (Fda) ed europea (Ema). Ora si attende il via libera dell'
Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, affinché il nuovo farmaco, la cui assunzione è per via orale, possa
essere messo a disposizione dei pazienti. «È una vera svolta per oltre la metà dei pazienti con un tumore al
polmone non a piccole cellule, positivo alla mutazione dell'Egfr», dice Marina Garassino, responsabile
dell'unità di oncologia toraco -polmonare d e l l ' I s t i t u t o Nazionale dei tumori di Mil a n o : « L a
maggiore effic acia di osimertinib - aggiunge - cambia completamente le prospettive di vita di molti pazienti
e perm e t t e l o r o una qualità di vita normale». Conferma Cesare Gridelli, direttore del dipartimento di
oncoem atologia d e l l 'a z i e n d a o s p e d a l i e r a San Giuseppe M o s c a t i d i Avellino e presidente
dell'Associazione Italiana di Oncologia Toracica: «Si tratta del primo t r a t t a m e n t o efficace per i
pazienti con un tumore al polmone metastatico o localmente avanzato, che sviluppa la più comune causa di
resistenza ai farmaci di prima linea: gli inibitori della tirosin chinasi». Nel tentativo di cronicizzare la malattia
in futuro l'immunoterapia porrebbe ridurre il ricorso alla chirurgia o essere un valido supporto. Quella contro
il tumore del polmone - per il quale, al momento, non esistono in Europa procedure di diagnosi precoce
coperte dai Servizi sanitari - è una battaglia ad ampio spettro: se è stato considerato una neoplasia
maschile, negli ultimi anni la sua incidenza è cresciuta tra le donne, arrivando al 30%. Un dato preoccupa:
è di vent ato la prima causa di morte tra le donne europee e c'è chi teme che in pochi anni il sorpasso sul
carcinoma della mammella avvenga anche in Italia. Alla base del trend la diffusione del fumo di sigaretta.
Una situazione messa in luce a Vienna al congresso Iaslc, l'Associazione internazionale per lo studio del
tumore ai polmoni: nelle donne questo tumo re presenta alcune specificità, come la maggiore ricorrenza
degli adenocarcinomi. Un punto che non deve disto glie re l 'attenzione dalla prima raccomandazione degli
esperti: se da domani non si accendesse più nemmeno una sigaretta, le nuove diagnosi di tumo re del
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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PONCOLOGIA/1 tutto SCIENZE & salute
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polmone c rollerebbero almeno dell'80%. Anche una sola «bionda» al giorno, d'altronde, accresce fino al
64% il rischio di ammalarsi: lo ri velano i ri ce rc atori del «National Cancer Institute» Usa, s gomb rando il
campo dai dubbi in un lavoro su «Jama Medicine»: «Nessun livello di fumo è da considerare sicuro». Q
uale migliore occasione per spegne re l'ultima sigaretta? Twitter @fabioditodaro c
Giorgio Scagliotti Oncologo RUOLO: È RESPONSABILE DELL'ONCOLOGIA POLMONARE
DELL'AZIENDA OSPEDALIERA SAN LUIGI DI ORBASSANO L'allarme Il tumore al polmone è diventato la
prima causa di morte tra le donne europee e ora si teme che in pochi anni il sorpasso sul carcinoma della
mammella avvenga anche in Italia
21/12/2016
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"A tavola si può imparare ad affamare il cancro"
ANDREA TORNIELLI
Ridurre la possibilità di ammalarsi di cancro: si può, anche cambiando le abitudini a tavola. A spiegarcelo è
l'oncologa Maria Rosa Di Fazio nel libro «Mangiare bene per sconfiggere il male» (Mind Edizioni). È
responsabile di Oncologia al Centro medico internazionale «SH Health Service» di San Marino, dove
applica il metodo chemioterapico di Philippe Lagarde, luminare di fama mondiale. Il metodo usa gli stessi
farmaci dei protocolli standard, ma con dosaggi ad hoc per ogni paziente e accompagnati da integratori
naturali che abbattono la tossicità del 70%. E, ovviamente, include i regimi alimentari, sempre individuali,
che hanno lo scopo di affamare le cellule tumorali. Che relazione esiste tra ciò che mangiamo e il cancro?
«È stretta, è diretta e non può essere ignorata. Le cattive abitudini alimentari - insieme con inquinamento
atmosferico, genetica, stress psicofisico e fumo - possono incidere nell'insorgere e nello svilupparsi dei
tumori. E intanto sono troppi i cibi sempre più industriali e manipolati». Può fare qualche esempio? «Su
tutto le bibite gassate. Una lattina contiene il 44% del fabbisogno di zucchero giornaliero. Poi noi
aggiungiamo quello palese di biscotti, brioches, merendine e quello nascosto in forma di conservanti. Ma le
cellule tumorali con lo zucchero ci banchettano: ne mangiano 20 volte di più rispetto alle cellule sane.
Dobbiamo conoscere gli effetti nocivi di certi alimenti e imparare che non conta solo "cosa" mangiamo, ma
"quando" nella giornata e "come"». Nel concreto? «Frutta, carboidrati e zuccheri vanno bene di mattina,
quando il metabolismo funziona a pieno ritmo. Ma vanno evitati la sera, perché si accumulano nel fegato
come grasso. Una pizza a cena, seguita dal carico da 90 di un dolce, può essere un raro strappo, mai la
regola». Frutta solo al mattino? «Solo a colazione. Mai a fine pasto, perché crea putrescina, proteina che fa
marcire quanto si è ingerito». E, allora, come la mettiamo con le famose cinque porzioni al giorno di frutta e
di verdura? «Non sono sbagliate le porzioni, ma le proporzioni. Meglio una sola di frutta al mattino, di un
unico tipo per volta e stagionale, e quattro porzioni di verdure: da consumare sia crude sia cotte». E il
glutine? «Nelle farine viene gonfiato oltre natura per assecondare necessità produttive e di resa. Certo, la
pasta non scuoce, ma tutto quel glutine diventa una colla che ci "asfalta" il sistema immunitario, racchiuso
all'80% nell'intestino, rendendolo cieco e sordo. Così lasciamo la porta aperta a inquinanti, batteri, virus e
alle cellule tumorali». Che cosa può dire delle uova? «Nove italiani su 10 sono convinti che vadano evitate,
perché p ro d u r re b b e ro coleste rol o. È sbagliat o. La "fabbrica" del colesterolo è nei carboidrati, mentre
le uova sono u n 'e c o n o m i c a fonte di proteine». Qual è, dunque, la dieta ideale per non ammalarsi?
«Non amo la parola "dieta": sa di provvisorio. Preferisco "regime" alimentare. Mettiamo alla base della
piramide alimentare verdure e legumi. Riduciamo il glutine, via le bibite, evitiamo i cibi pronti surgelati. E
limitiamo sia le carni rosse sia latte e derivati: questi del tutto, se si è affetti da tumori ormono -sensibili
come quelli al seno, utero e prostata». c Le giuste dosi Il suggerimento è una porzione al giorno di frutta
(meglio se al mattino), seguita da quattro di verdure: prima di tutto crude e poi cotte, in forma di minestroni
e anche di passate
Maria Rosa Di Fazio Oncologa RUOLO: È RESPONSABILE DI ONCOLOGIA NEL CENTRO MEDICO
INTERNAZIONALE «SH HEALTH SERVICE» DI SAN MARINO
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PONCOLOGIA/2 tutto SCIENZE & salute
21/12/2016
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Un respiro cancella l'infelicità
Esercizi di inspirazione ed espirazione permettono, in ogni posto, di combattere vari disturbi: dal mal di
schiena all'ansia
Carla Massi
Bisogna trovarlo il tempo, ogni giorno, per fermarsi e fare respiri profondi. Bisogna trovarlo perché, così, si
riesce spesso da soli a fronteggiare malanni diversi. Del corpo e della mente. Dalla tosse alla crisi d'ansia.
Potrebbe essere questo periodo lontano dal lavoro in cui si prova ad imparare come il respiro possa essere
capace di prevenire alcune malattie e anche affrontarle per riportare stabilità all'umore. L'operazione
dell'inspirare, trattenere e espirare sta diventando una pratica utilizzata anche da chi solitamente non dedito
a pratiche di meditazione o esercizi yoga ad alti livelli. Come dimostra il manuale Fai un bel respiro firmato
da Gabriella Cella fondatrice della scuola Yoga Ratna (Rizzoli). LA PAURA «Ogni volta che siamo stressati,
presi dall'ansia, preoccupati, impauriti, oppure molto stanchi o affannati, tendiamo a irrigidirci e a stare sulla
difensiva perdendo lucidità ed equilibrio, quando invece l'unica cosa che dovremmo fare per sentirci meglio
è respirare - spiega - Respirare è un'azione che compiamo costantemente, senza prestarci attenzione, ma
se impariamo a osservare il respiro, a osservare noi stessi, ne trarremo immensi benefici». Quaranta
esercizi molto semplici che, nella maggior parte, posso essere eseguiti ovunque. Proprio perché il momento
del respiro ha il vantaggio di poter trovare posto ovunque e in ogni ora della giornata. Ogni esercizio ha il
suo identikit. Viene presentato, prima di tutto, attraverso i benefici che regala al corpo (abbassare la
pressione, alleviare i dolori alla schiena come la fatica, aiutare a combattere il raffreddore come la sinusite)
e alla mente (dona una sensazione di benessere, favorisce la concentrazione, fa ritrovare la calma).
L'INSONNIA È di qualche settimana fa uno studio Usa proprio sulle tecniche di respirazione controllata che
permettono di alleviare l'ansia e l'umore nero. La ricerca della Perelman School of Medicine dell'università
della Pennsylvania, pubblicata su Journal of clinical psichiatry , ha coinvolto venticinque pazienti che
manifestavano gran parte dei sintomi di ansioso-depresso. Come tristezza profonda, bassa autostima calo
di interesse verso le relazioni, insonnia, tachicardia, riduzione dell'appetito. Un gruppo ha seguito una
terapia comprensiva di esercizi yoga e respirazione mentre per l'altro nessuna attività. Solo i farmaci. Il
primo gruppo ha mostrato un generale miglioramento delle condizioni di salute mentre il secondo è rimasto
invariato. «La parte del nostro corpo che consuma più ossigeno è il cervello - aggiunge Gabriella Cella che,
perciò, ha maggiore necessità di produrre energia. Questa ricarica viene attivata proprio attraverso la
respirazione. Ricordiamo che si possono ritagliare dei momenti nel corso della giornata». Alla scrivania
(«Vedrete che riprenderete a lavorare più riposati e più lucidi»), oppure seduti in treno, durante lunghi
tragitti in macchina quando si è bloccati nel traffico. «Ogni luogo, si ricordi è adatto alla pratica, se abbiamo
necessità che il respiro ci venga in soccorso».
Il momento giusto ALLA SCRIVANIA La respirazione per rilassarsi può essere praticata anche alla
scrivania: permette di ritrovare forza e lucidità NEL TRAFFICO Quando si è bloccati in auto nel traffico
potrebbe essere utile eseguire esercizi per allontanare l'ansia crescente IN CASA Un esercizio al mattino
permette di far tornare energia a chi, per l'umore nero, non ce la fa ad uscire
Foto: NEL MANUALE DI GABRIELLA CELLA MAESTRA YOGA 40 METODI PER RICARICARE IL
CERVELLO
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LA GUIDA
21/12/2016
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Tanto pesce e pochi dolci contro la psoriasi
GLI ZUCCHERI POSSONO AGGRAVARE L'INFIAMMAZIONE DEI TESSUTI FAVORENDO LESIONI
SULLA CUTE
Le festività natalizie sono una minaccia per la linea, ma possono rivelarsi "pericolose" anche per chi soffre
di problemi alla pelle, in particolare di psoriasi. Dagli esperti della Scuola della Psoriasi arrivano dei
suggerimenti per un menù "salva pelle": sì a pesce, carni magre e noci, no a torrone e dolci elaborati.In
questo periodo di abbuffate senza troppe remore su dolci e grassi, salvarsi letteralmente la pelle può
diventare difficile. Il rischio di sovrappeso e soprattutto infiammano i tessuti, spianando la strada alla
comparsa di nuove lesioni sulla cute. LA VIGILIA Per questo, in occasione della seconda riunione della
Scuola della Psoriasi, organizzata dalla Dermatologia dell'università Federico II che si è svolta a Napoli, gli
esperti hanno fatto il punto sui cibi che a oggi sono amici o nemici dei pazienti: per la cena della vigilia sì al
pesce accompagnato da verdure invernali per contorno come carote e zucca gialla, per il pranzo di Natale
via libera a carni magre come pollo e tacchino farciti di verdure come cavolo, bietole o spinaci e
accompagnati da cereali integrali. LE FARCITURE Per dessert, ottima la frutta secca e qualche dolce della
tradizione meno ricco di zuccheri, preferendo per esempio una piccola fetta di pandoro o panettone classici,
senza farciture, a torrone e marron glacé. Attenzione ai dolci elaborati. «La dieta mediterranea è la migliore
per i pazienti con psoriasi - spiega Nicola Balato professore di Dermatologia, università di Napoli Federico
II, responsabile dell'ambulatorio della psoriasi - Tanto pesce azzurro, frutta, verdura e legumi sono i cardini
di un'alimentazione sana, mentre la carne rossa e i salumi non andrebbero portati in tavola più di una volta
al mese, quella bianca una volta alla settimana. Questa alimentazione è quella adeguata a mantenere
bassi i livelli generali di infiammazione nella cute che è troppo elevata nelle persone con psoriasi».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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PREVENZIONE
21/12/2016
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Test svela il rischio d'infarto in chi è sano
Un test del sangue rapido e soprattutto economico per capire quali pazienti, apparentemente sani, sono in
realtà ad alto rischio di attacco cardiaco. Secondo i medici, l'esame potrebbe essere più efficace del
semplice controllo di pressione e colesterolo per stimare il rischio cardiovascolare in assenza di sintomi. Al
momento il test è stato sperimentato solo sugli uomini, ma per il team di ricerca finanziato dalla British
Heart Foundation dovrebbe funzionare anche nelle donne. Al centro dello studio il test della troponina, che
esamina una proteina rilasciata quando il muscolo cardiaco è danneggiato. I medici già lo usano per la
diagnosi di pazienti con un sospetto attacco cardiaco. Ma secondo i ricercatori delle Università di Edinburg
e Glasgow, questo esame potrebbe essere utile per aiutare i pazienti ad evitare un infarto. LE STATINE
Nella ricerca, Nicholas Mills e i suoi colleghi hanno scoperto che gli uomini con livelli più alti di troponina nel
sangue sono più a rischio degli altri di subire un infarto o morire per una cardiopatia fino a 15 anni dopo. Ma
mettendo alcuni di questi uomini ad alto rischio in trattamento preventivo (con statine), si è ridotto il rischio
e anche i livelli di troponina. Lo studio è stato condotto su 3.300 uomini con colesterolo alto, ma senza una
storia di cardiopatia. Gli scienziati ora puntano ad approfondirlo includendo anche le donne. Secondo David
Newby, fra gli autori del lavoro pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology", «la troponina
è come un barometro della salute del cuore. Se si alza è male e il tuo rischio di problemi cardiaci aumenta.
Se scende va bene». LE ANALISI Inoltre, questo valore «sembra in grado di rivelare chi beneficia di più
delle statine e apre a una nuova strada per analisi» mirate. Insomma, il test potrebbe aggiungersi alle
misure attualmente impiegate per individuare precocemente il rischio cardiovascolare dei pazienti. «Il test
della troponina aiuterà i medici a identificare i soggetti apparentemente sani che hanno una malattia
cardiaca silente spiega Mills - In questo modo possiamo studiare trattamenti preventivi su misura per le
persone che ne beneficeranno di più».
Foto: VIENE ESAMINATA LA TROPONINA UNA PROTEINA RILASCIATA QUANDO IL MUSCOLO
CARDIACO È DANNEGGIATO
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LA SPERIMENTAZIONE
21/12/2016
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Così l'ictus si può prevenire
Oltre 200mila persone l'anno colpite al cervello Più possibilità di limitare i danni intervenendo velocemente
dai primi segni: ecco in che modo
Valentina Arcovio
E`un male subdolo che può presentarsi in molti modi diversi, più o meno riconoscibili: mancanza di forze,
formicolio a un braccio o a una gamba, difficoltà a parlare e a vedere da un occhio, ecc. È l'ictus, la rottura
o l'occlusione di un vaso sanguigno nel cervello, che rappresenta la seconda causa di morte nei paesi
occidentali. Si stima che in Italia colpisca all'incirca 200mila persone all'anno, il 20% sono recidive.
L'ATTACCO La buona notizia è che può essere prevenuto in 8 casi su 10. E può essere curato, purché
tutto avvenga nei tempi e nelle modalità giuste. È su questo che si basa l'alleanza recentemente stipulata
da Alice Italia Onlus e la Società Italiana di Medicina Generale (Simg). L'idea è quella lavorare insieme per
sensibilizzare la popolazione sui percorsi da seguire per la prevenzione. Per avere, per esempio, più
possibilità di superare l'attacco evitando le conseguenze, chiamando aiuto tempestivamente. Maggiore
infatti è il tempo che trascorre dall'insorgenza dei sintomi, maggiore è il rischio che l'ictus provochi danni
cerebrali e invalidità. I SEGNALI «L'ictus va riconosciuto appena compaiono i sintomi - sottolinea Paola
Santalucia, vicepresidente dell'Associazione per la Lotta alla Trombosi e alla malattie cardiovascolari - e va
curato in modo appropriato, senza perdere tempo: è un'emergenza medica, e i pazienti dovrebbero essere
ricoverati e curati in unità opportunamente attrezzate chiamate Stroke unit». Eppure nel nostro paese le
Stroke Unit, dove si esegue oltre che la trombolisi con farmaci, anche la trombectomia meccanica, sono
meno di quanto sarebbe necessario. «La terapia trombolitica con farmaci - spiega Valeria Caso, neurologa
presso l'Ospedale Misericordia di Perugia e presidente dell'European Stroke Organization - deve essere
somministrata in fase precocissima, entro 4 ore e mezza al massimo dall'inizio dei sintomi e serve quando
l'evento acuto ha interessato vasi piccoli o medi, mentre quando ad essere interessati sono vasi di grandi
dimensioni la sua efficacia non supera il 40%». In questi casi si hanno 6 ore di tempo per andare in sala
operatoria e sottoporsi a una trombectomia meccanica. «La tecnica - sottolinea Caso prevede l'inserimento
di uno speciale stent retriever mediante accesso inguinale che, sotto guida radiografica, raggiunge l'arteria
cerebrale occlusa e ne ristabilisce la pervietà, asportando i residui di materiale che lo aveva ostruito». GLI
SPOSATI Oltre la medicina, è il mondo emotivo che circonda il paziente ad aiutare la ripresa. Come
dimostra uno studio della Duke University di Durham, in Nord Carolina, pubblicato sulla rivista Journal of
the American Heart Association: chi ha un matrimonio o una relazione stabile ha migliori prospettive di
sopravvivenza. Gli studiosi hanno analizzato alcuni dati parte di uno studio sulla salute e lo status
pensionistico in Usa che poggiava su 50 anni di interviste ai partecipanti, selezionando un campione tra
coloro che avevano avuto un ictus dal 1992 al 2010. IL PARTNER Sono stati presi in esame 2351 adulti di
41 anni e oltre. I risultati hanno evidenziato che il rischio di decesso dopo un ictus risultava del 71 per cento
maggiore per coloro che non erano stati mai sposati rispetto a chi aveva un matrimonio stabile. Per i
pazienti che erano divorziati o vedovi, questo rischio risultava rispettivamente del 23% e del 25% maggiore,
con un divario rispetto a chi aveva una relazione stabile che cresceva ancora per coloro che avevano
sperimentato il divorzio o la perdita del partner più di una volta. Non vi erano, nel complesso, differenze
sostanziali tra uomini e donne.
L'alcol Basta con l'abuso di alcol: aumenta la probabilità di ictus. Le donne rischiano molto più degli uomini
Il fumo Smettere con il fumo: il rischio di ictus cresce con il crescere del numero di sigarette fumate.
Declina dopo la sospensione del fumo nell'arco di 2-4 anni
L'attività fisica Seguire attività fisica regolare: apre più vasi sanguigni nel cuore, limitando i danni di
"chiusura" di un'arteria
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LA PATOLOGIA
21/12/2016
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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Il menù Ridurre la quantità di sodio nella dieta. Il sodio si trova soprattutto nel sale ma anche nei cibi
preconfezionati
Foto: IL DIPINTO Uno studio ha analizzato questo autoritratto di El Greco evidenziato il suo viso colpito da
un ictus
Foto: UNO STUDIO USA DIMOSTRA CHE IL PAZIENTE CON UN RAPPORTO D'AMORE STABILE HA
UNA RIPRESA MIGLIORE
21/12/2016
Pag. 28
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Vaccino anti-aterosclerosi fa barriera al colesterolo
R.M.
Funziona, per ora sul modello animale, il vaccino contro l'aterosclerosi al quale stanno lavorando vari
laboratori in Usa: «Nei topi si è registrata una diminuzione del 60-70% delle placche aterosclerotiche e
l'obiettivo è iniziare la sperimentazione sull'uomo nell'arco di 2-3 anni». Ad affermarlo è stato l'esperto
statunitense Jawahar Mehta, professore di Medicina al College of medicine-university of Arkansas for
medical sciences in occasione della presentazione a Roma del congresso della Società italiana di
cardiologia. IL LABORATORIO «Gli ultimi risultati - ha spiegato Mehta - dimostrano che il vaccino può
ridurre la formazione delle placche aterosclerotiche e nei topi di laboratorio tale riduzione è stata pari al 6070%. Per la sperimentazione sull'uomo saranno necessari 2-3 anni». I ricercatori statunitensi hanno
sviluppato delle molecole sintetiche con l'obiettivo di bloccare l'ingresso del colesterolo dal sangue alle
pareti delle coronarie. IL COLESTEROLO L'aterosclerosi è una malattia infiammatoria cronica, progressiva,
che colpisce le arterie. Tra le cause anche il colesterolo che, se presente nel sangue in quantità elevata e
per un periodo di tempo prolungato, infiamma le arterie e riduce il passaggio di sangue e di ossigeno.
«Abbiamo identificato- aggiunge l'esperto - un peptide promettente, che riduce significativamente la
progressione dell'aterosclerosi e il rischio di ipertensione nei topi». Quindi, il vaccino prossimo venturo,
potrebbe essere un'arma anche per affrontare la pressione alta. Patologia sempre più diffusa. In Italia
colpisce 17 milioni di persone (33% uomini, 31% donne). Scatenando complicanze cardiovascolari quali
l'ictus, infarto del miocardio e insufficienza renale cronica. I due terzi dei pazienti trattati, con terapia di
prima linea, però, non raggiungono il corretto livello di pressione. Oggi, un nuovo approccio terapeutico
potrebbe consentire di salvaguardare gli organi bersaglio del killer silenzioso: cuore, vasi e reni. Come
emerge dallo studio Escape-It. LA TERAPIA Il lavoro, realizzato da ricercatori italiani con il supporto della
società farmaceutica belga Therabel e pubblicato su "Cardiovascular Therapeutics", ha riguardato l'utilizzo
del canrenone, in aggiunta agli "Ace-Inibitori" o sartani e idraclorotiazide (un diuretico). «L'aggiunta del
canrenone spiegano i ricercatori - come terzo farmaco ha portato a normalizzare oltre il 70% dei pazienti».
Foto: LA PROFILASSI La puntura dovrebbe essere prevista durante l'infanzia
Foto: SUCCESSO NEI TOPI TRA DUE ANNI PROVE ANCHE SULL'UOMO UNA NUOVA TERAPIA PER
VINCERE L'IPERTENSIONE
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LA RICERCA
21/12/2016
Pag. 18
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La contraffazione ha costi tremendi. Con internet il fenomeno è esploso
distruggendo nel mondo 2,5 mln di posti di lavoro
SIMONETTA SCARANE
Il mercato della contraffazione nel sua globalità costa ogni anno 167 miliardi di euro ai paesi dell'Unione
europea, secondo quanto è emerso dal Rapporto sull'impatto della contraffazione nei confronti
dell'economia elaborato dal Centro di ricerche economiche Cebr, e commissionato da NetNames, gruppo
anglosassone specializzato nella protezione dei marchi su internet. Il rapporto è stato pubblicato in
esclusiva dal quotidiano francese Le Monde. Con internet la circolazione dei prodotti contraffatti aumenta al
punto da distruggere 2,5 milioni di posti di lavoro l'anno. Di questi, 26.300 sono in Francia e 107.500 in
Germania, secondo paese più colpito dal fenomeno dopo gli Stati Uniti, primi in classifi ca con un mercato
di 225 milioni di dollari, pari a 216 mln di euro (1,3% del pil) e la perdita di 750 mila posti di lavoro l'anno. Il
meno toccato è la Danimarca, con 222 milioni di dollari, pari a 213,6 mln di euro ( (0,1% del pil). In Francia,
il mercato della contraffazione vale 7,3 miliardi di euro l'anno, secondo il Rapporto, circa lo 0,3% del pil. Per
l'economia francese rappresenta fi no a 6 miliardi di euro di mancato guadagno globale l'anno. Inoltre, sono
62 i miliardi di dollari (58,2 miliardi di euro) quanto a mancate entrate fi scali e spesa sociale per l'insieme
dei paesi del G20. La contraffazione è un'arma di distruzione di massa. Oltre alla responsabilità di un
milione di decessi l'anno, la riproduzione illegale di prodotti brevettati e a marchio direttamente e
indirettamente sulle economie. Il mercato mondiale della contraffazione, che è una delle risorse preferite
dal terrorismo e della criminalità organizzata per la debolezza del rischio, nel 2014 valeva 1.700 miliardi di
dollari (1.636,6 miliardi di euro), secondo le stime della camera di commercio internazionale (Icc), più del pil
di certi paesi come l'Austria, il Belgio, e la Svezia. E si è fortemente sviluppato con internet. Nel 2001 era
valutato 350 miliardi di dollari (336,9 mld di euro), secondo l'Icc, e nel 1982 era 5,5 miliardi (5,2 mld di
euro). Su internet i prodotti contraffatti sono il 10% del commercio online. In questo contesto lo sviluppo dei
social network ha giocato un ruolo di accelerazione. Il 37% dei francesi ha acquistato online un prodotto
contraffatto senza saperlo. Alcuni settori sono presi di mira maggiormente dai contraffattori: farmaci,
elettronica, alimentare il cui fatturato mondiale dei prodotti contraffatti è di 418 miliardi di dollari (402 mld di
euro), che supera i proventi del mercato nero della prostituzione (186 miliardi di dollari, 179 mld di euro) e
della marijuana (142 miliardi di dollari,136,6 mld di euro). Nel mondo il 37% dei farmaci venduti sono
contraffatti. Nell'alimentare, sono taroccati prodotti per 49 miliardi di dollari (47,1 mld di euro). La Cina è la
principale zona di produzione e di esportazione di prodotti contaffatti con l'80% di sequestri alle frontiere
dell'Europa nel 2015, ma il dito è puntato anche contro Hong Kong, gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia.
L'impatto sulla reputazione dei marchi e dei prodotti è diffi cile da quantifi care. Il fenomeno della
contraffazione potrà crescere del 20% l'anno, in futuro, senza tenere conto del progresso tecnologico come
la diffusione delle stampanti 3D che stanno diventando un vero problema per i grandi marchi. I privati
possono riprodurre articoli in grande quantità senza nessun controllo. Solo quando costruiscono una vetrina
su internet per venderli, allora possono venire intercettati. Senza considerare la moltiplicazione di nomi di
dominio (fr.com; net, paris) con i quali i falsari possono giocare. In internet la crescita mondiale del mercato
dei nomi di dominio è stata del 6,5% nel 2014 con più di 158,6 milioni di nomi depositati. © Riproduzione
riservata
Foto: Prodotti contraffatti vengono distrutti alla dogana
Foto: Le pagine di Esteri sono a cura di Sabina Rodi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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IL PAESE PIÙ COLPITO SONO GLI STATI UNITI, SEGUITI DALLA GERMANIA
21/12/2016
Pag. 12
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tiratura:139701
L'obiezione è legittima
PAOLO FERRARIO
Non è punibile il farmacista che si rifiuta di vendere la "pillola del giorno dopo", esercitando l'obiezione di
coscienza. Lo ha stabilito il Tribunale di Gorizia che, per la prima volta in Italia, ha assolto la farmacista
E.M., imputata del reato di omissione o rifiuto di atti di ufficio, per aver negato a una donna il Norlevo. I fatti
risalgono a giugno 2013, durante un turno notturno coperto da E.M., collaboratrice della farmacia comunale
e, quindi, incaricata di pubblico servizio. Alla richiesta della donna del farmaco abortivo, dietro
presentazione della ricetta medica, la farmacista rispondeva negativamente, invocando la clausola di
coscienza prevista, tra l'altro, dal codice deontologico della categoria: «Il farmacista - si legge all'articolo 3 deve operare in piena autonomia e coscienza professionale, conformemente ai principi etici e tenendo
sempre presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita». "Paletti" ora confermati anche dal Tribunale, che
ha respinto la richiesta del pubblico ministero di una condanna a 4 mesi per la donna, aprendo così la
strada a tutti i farmacisti obiettori. Soddisfatto l'avvocato Simone Pillon, legale della donna, che ora sollecita
l'approvazione di «un'apposita legge» sull'obiezione di coscienza, «che prenda atto del pluralismo etico e
della preminenza del diritto alla vita e alla libertà». Del «primato della coscienza sulla legge», parla il
presidente del Movimento italiano per la vita, Gian Luigi Gigli, ricordando che il tema «diventerà sempre più
pressante a causa degli sviluppi della ricerca biomedica e delle applicazioni tecnologiche in ambito
sanitario».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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Pillola del giorno dopo
21/12/2016
Pag. 25
diffusione:39034
tiratura:101382
Il farmacista che cura con i romanzi noir
Il bancone di famiglia, la scrittura all'alba, la passione per i fumetti, gli intrecci di Eco e Le Carré Storia di
Leonardo Gori, l'uomo-medicina che, dopo i 40 anni, ha scoperto il fascino del thriller
GIUSEPPE POLLICELLI FIRENZE
Sono sette, dal 2000 a oggi, i romanzi di Leonardo Gori che han per protagonista il colonnello dei
Carabinieri Bruno Arcieri, divenuto nel frattempo ex colonnello. Il più recente, Non è tempo di morire ( Ed.
Tea, pp. 304, euro 14 ), è ambientato nell'ultimo scorcio del 1969 e si svolge tra Firenze, la città di Arcieri (e
dello stesso Gori), e una Milano che è stata appena devastata dalla bomba esplosa in Piazza Fontana.
Ormai in pensione, legato sentimentalmente alla compagna Marie (una francese di vent'anni più giovane di
lui che, misteriosamente, non riesce a imparare una parola d'italiano) ma incapace di restare lontano da
indagini e intrighi, il settantenne Arcieri decide stavolta di fare luce su una torbida vicenda familiare che
affonda le sue radici negli anni della Seconda Guerra Mondiale ma si ripercuote, appunto, fino al 1969. Pur
essendo tu un romanziere prolifico, la tua principale professione rimane quella di farmacista. Non hai mai
pensato di abbandonarla per dedicarti completamente alla scrittura? «La farmacia è un'eredità familiare,
difatti ci lavorano anche mio fratello e mio cognata; ci penserei dunque mille volte prima di lasciarla. Se poi
consideriamo che vivere esclusivamente di scrittura creativa è un privilegio riservato a pochi, si comprende
per quale motivo seguiterò a dedicare ai miei libri soltanto 2/3 ore al giorno». Quando scrivi, di preferenza?
«Sempre al mattino presto». E in media quanto impieghi a completare un romanzo? «Di solito da un
minimo di otto mesi a un massimo di dodici. Diciamo che un romanzo all' anno riesco a produrlo». Sei
arrivato alla narrativa abbastanza tardi, a oltre 40 anni: fino alla fine degli anni Novanta ti eri distinto
esclusivamente come studioso e storico del fumetto tra i più autorevoli in Italia. Come hai capito di
possedere una vena da romanziere? «Il merito va sempre agli amati fumetti. Premesso che ho avvertito sin
da ragazzino un bisogno insopprimibile di scrivere, la svolta è avvenuta nel 1997, quando insieme a Gianni
Bono realizzai per l'editore Federico Motta un volume celebrativo dedicato al personaggio fumettistico di
Dick Fulmine. I testi li curai in gran parte io e cercai di tratteggiare una breve storia d'Italia dalla fine degli
anni Trenta (Dick Fulmine è nato nel 1938) agli anni Sessanta: mi resi conto, così, che avevo narrato
diverse vicende e che farlo mi era piaciuto molto. Fu allora che decisi di provare a misurarmi con un
racconto d'invenzione». E nasce Nero di maggio , che esce nel 2000, segna sia il debutto come giallista sia
l'esordio del personaggio Bruno Arcieri. «Il cui nome è un omaggio ai fumetti. Brick Bradford, eroe di una
celebre striscia americana di fantascienza, venne ribattezzato in Italia, alla sua prima apparizione nel 1934
sulle pagine della rivista Il Settebello, proprio Bruno Arceri (con una «i» in meno) . Erano agli anni
dell'autarchia». Soprattutto nei tuoi primi romanzi non sono rari gli omaggi, più o meno nascosti, al mondo
dei comics. Anche la tua scrittura è stata influenzata dal linguaggio fumettistico? «Sicuramente sì. Tra i miei
primi riferimenti, per quanto riguarda la costruzione di una storia, c'è Romano Scarpa, grande autore
disneyano. Inoltre, quando scrivo, penso ai vari momenti del romanzo come se fossero delle immagini da
porre in sequenza, e mi sforzo di terminare ogni capitolo con una situazione sospesa che induca il lettore a
proseguire nella lettura. Una lezione imparata dalle strisce sindacate statunitensi: sui quotidiani al ritmo di
una al giorno». Perché hai scelto di muoverti nei territori del thriller? «È un genere che da lettore ho sempre
amato, la decisione è venuta spontanea. Appartengo a una generazione che, tra gli anni 60 e i 70 ha
dovuto sopportare la destrutturazione dell'intreccio e non mi è parso verso che, dopo l'uscita nel 1980 de Il
nome della rosa di Eco, si sia tornati a raccontare storie narrativamente compiute, mettendosi alle spalle il
rifiuto aprioristico e altezzoso dei generi». Al di fuori del fumetto quali sono i tuoi modelli? «Il maestro
assoluto è John Le Carré: trame formidabili e romanzi di altissima qualità letteraria. Lo considero comunque
un sottovalutato, malgrado l'enorme successo commerciale. Il Nobel l'avrei dato già da un pezzo a lui».
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L'ultimo libro ambientato ai tempi di piazza Fontana
21/12/2016
Pag. 25
diffusione:39034
tiratura:101382
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Eccezion fatta per "Bloody Mary", un romanzo breve che hai scritto a quattro mani con il tuo collega Marco
Vichi, non hai mai ambientato un tuo libro al giorno d'oggi. «Credo che per affrontare la contemporaneità
occorra avere spalle assai larghe, perché ciò che ci è troppo vicino rischiamo di vederlo sfocato. E non mi
considero ancora all'altezza di una simile prova. Tuttavia, non sopportando i falsi modesti, ci tengo a
sottolineare l'avverbio "ancora"». PILLOLE IN GIALLO Sopra, l'ultimo romanzo di Leonardo Gori. Sotto, lo
scrittore toscano «in borghese». In alto, dietro al bancone nella farmacia di famiglia a Firenze
21/12/2016
Pag. 17
diffusione:100036
tiratura:134560
«Scelta inammissibile, la ricetta non si discute»
ROMA «LA FARMACIA deve essere a disposizione delle persone che si rivolgono a noi, è inammissibile
contestare la ricetta». Annarosa Racca, presidente Federfarma, è decisa. Dottoressa Racca, come giudica
l'assoluzione della farmacista che nega la contraccezione d'emergenza alla cliente? «Ritengo sbagliato che
abbia contestato la prescrizione del medico. Di fronte alla richiesta della pillola del giorno dopo la
farmacista doveva semplicemente consegnarla al più presto». E chi non ha la ricetta del medico? «Idem
come sopra, la norma oltretutto è cambiata, per le maggiorenni dice che non c'è nemmeno più bisogno
della ricetta medica. Il farmacista è deputato a dispensare il medicinale e per legge deve erogarlo, punto e
basta. Qualora non l'avesse, deve procurarlo quanto prima». Una indicazione chiara, categorica. In base a
quale principio viene assolta? «La farmacia è il primo presidio del sistema sanitario nazionale e come tale
dobbiamo comportarci, non è prevista l'obiezione di coscienza». L'idea che una farmacista possa
contestare una ricetta trasmette insicurezza... «Parliamo comunque di casi isolati. Risulta infatti, dalle
ultime analisi dei dati, un grande incremento nella vendita di preparati contraccettivi di emergenza. È
diminuito di pari passo il ricorso alle interruzioni volontarie di gravidanza, i dati diffusi dal ministro Beatrice
Lorenzin mostrano che le farmacie italiane dispensano le specialità secondo la norma». Cambierà
l'atteggiamento del farmacista nei confronti delle famiglie? «La farmacia sta al passo con i tempi, ma la
nostra forza è la capillarità, essere pronti giorno e notte, con il consiglio al momento giusto come in questo
periodo di influenza. Dal generico alle molecole innovative dispensato, fino ai servizi sanitari, la farmacia
risponde al bisogno di salute dei cittadini e andremo avanti così. L'abbiamo dimostrato con l'adozione della
ricetta elettronica (l'80 per cento è in forma telematica), con gli screening, la telemedicina». E non c'è il
rischio di cercare i contraccettivi, come altri farmaci, su internet? «Il sistema sanitario italiano è tra i migliori
al mondo e si fonda sul binomio medico e farmacista. Io dico: non fidiamoci di quel che leggiamo, a
proposito dei falsi siti su internet, rivolgetevi ai professionisti in carne e ossa, che oltretutto sono aperti
anche a Natale». Alessandro Malpelo SCHEDA
Entro 72 ore
Il levonorgestrel è [2][3]usato a scopo contraccettivo, come principio attivo della «pillola del giorno dopo»,
nelle diverse specialità: NorLevo, Lonel e Levonelle
Entro 120 ore
Ulipristal acetato, la pillola detta dei cinque giorni dopo, ha un'azione fino a 120 ore da un rapporto non
protetto, considerato perciò a rischio di gravidanza indesiderata
Abortivo RU-486
La pillola del giorno dopo non va confusa col farmaco per l'interruzione volontaria della gravidanza, noto
come RU-486, diverso per principi, etica, tempi e meccanismi
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L'INTERVISTA ANNAROSA RACCA, PRESIDENTE FEDERFARMA : LE PRESCRIZIONI DEL MEDICO
VANNO ESEGUITE
21/12/2016
Pag. 17
diffusione:100036
tiratura:134560
ROMA FA DISCUTERE la decisione del Tribunale di Gorizia che ha assolto una farmacista di Monfalcone
imputata di omissione di atti d'ufficio per aver rifiutato a una cliente, durante il turno di notte, la «pillola del
giorno dopo», dichiarandosi obiettore di coscienza. La cliente oltretutto aveva la ricetta del medico, con
l'indicazione di assumere la pillola in giornata. L'accusa aveva chiesto la condanna a 4 mesi con le
attenuanti generiche e i benefici di legge. I giudici hanno optato invece per l'esclusione della punibilità della
condotta. «Finalmente dopo tre anni di procedimenti penali - esultano i legali della farmacista - la nostra
assistita ha visto riconosciute le sue sacrosante ragioni, l'articolo 3 del codice di deontologia prevede che il
farmacista debba operare in piena autonomia e coscienza conformemente ai principi etici, tenendo sempre
presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita». «VISTO? Rifiutare di vendere farmaci abortivi non è reato
ma un diritto - commenta raggiante il presidente del Comitato promotore del Family Day, Massimo
Gandolfini - dopo anni di silenzi e censure appare chiaro a tutti che la caccia ideologica agli obiettori non
trova giustificazione». DI PARERE diametralmente opposto il presidente dei ginecologi italiani, che lancia
un appello alle autorità sanitarie: «La contraccezione d'emergenza deve essere obbligatoria in tutte le
farmacie - afferma Emilio Arisi, primario di ostetricia e ginecologia, presidente della Società Medica Italiana
per la Contraccezione (Smic) - occorre dare la certezza alle donne italiane di poter trovare sempre
dovunque un presidio farmacologico come la pillola dei 5 giorni dopo, senza costringere le pazienti a
cercarla peregrinando da una farmacia all'altra. Per questo è pure necessario che sia aggiornato l'elenco
dei medicinali da tenere in pronta consegna». LA CONTRACCEZIONE d'emergenza, secondo i medici, ha
avuto un merito nel ridurre gli aborti, trend rilevato dalla relazione sulla legge 194 del ministro della Salute,
e si considera connesso alla vendita senza ricetta della pillola. Indicativo l'incremento dei dati di vendita
dell'Ulipristal acetato (pillola dei 5 giorni dopo) considerato il contraccettivo più efficace nel prevenire una
gravidanza indesiderata. «La percentuale più alta di contrazione degli aborti rispetto all'anno precedente rileva Arisi - si è osservata nel secondo e terzo trimestre del 2015, proprio quando il farmaco ha avuto il via
libera dell'Aifa alla vendita senza obbligo di prescrizione da parte del medico». I dati, a un anno
dall'ammissione alla vendita senza ricetta, conclude Arisi, «confermano che questa soluzione può
contribuire ad arrestare in maniera importante il fenomeno del ricorso all'interruzione volontaria di
gravidanza, particolarmente doloroso per le donne». red. int.
Il primario Emilio Arisi: «Occorre dare certezze alle donne, ancora oggi sono costrette a passare da una
farmacia all'altra»
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«Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione
21/12/2016
Pag. 17
diffusione:39803
tiratura:63700
«Scelta inammissibile, la ricetta non si discute»
ROMA «LA FARMACIA deve essere a disposizione delle persone che si rivolgono a noi, è inammissibile
contestare la ricetta». Annarosa Racca, presidente Federfarma, è decisa. Dottoressa Racca, come giudica
l'assoluzione della farmacista che nega la contraccezione d'emergenza alla cliente? «Ritengo sbagliato che
abbia contestato la prescrizione del medico. Di fronte alla richiesta della pillola del giorno dopo la
farmacista doveva semplicemente consegnarla al più presto». E chi non ha la ricetta del medico? «Idem
come sopra, la norma oltretutto è cambiata, per le maggiorenni dice che non c'è nemmeno più bisogno
della ricetta medica. Il farmacista è deputato a dispensare il medicinale e per legge deve erogarlo, punto e
basta. Qualora non l'avesse, deve procurarlo quanto prima». Una indicazione chiara, categorica. In base a
quale principio viene assolta? «La farmacia è il primo presidio del sistema sanitario nazionale e come tale
dobbiamo comportarci, non è prevista l'obiezione di coscienza». L'idea che una farmacista possa
contestare una ricetta trasmette insicurezza... «Parliamo comunque di casi isolati. Risulta infatti, dalle
ultime analisi dei dati, un grande incremento nella vendita di preparati contraccettivi di emergenza. È
diminuito di pari passo il ricorso alle interruzioni volontarie di gravidanza, i dati diffusi dal ministro Beatrice
Lorenzin mostrano che le farmacie italiane dispensano le specialità secondo la norma». Cambierà
l'atteggiamento del farmacista nei confronti delle famiglie? «La farmacia sta al passo con i tempi, ma la
nostra forza è la capillarità, essere pronti giorno e notte, con il consiglio al momento giusto come in questo
periodo di influenza. Dal generico alle molecole innovative dispensato, fino ai servizi sanitari, la farmacia
risponde al bisogno di salute dei cittadini e andremo avanti così. L'abbiamo dimostrato con l'adozione della
ricetta elettronica (l'80 per cento è in forma telematica), con gli screening, la telemedicina». E non c'è il
rischio di cercare i contraccettivi, come altri farmaci, su internet? «Il sistema sanitario italiano è tra i migliori
al mondo e si fonda sul binomio medico e farmacista. Io dico: non fidiamoci di quel che leggiamo, a
proposito dei falsi siti su internet, rivolgetevi ai professionisti in carne e ossa, che oltretutto sono aperti
anche a Natale». Alessandro Malpelo SCHEDA
Entro 72 ore
Il levonorgestrel è [2][3]usato a scopo contraccettivo, come principio attivo della «pillola del giorno dopo»,
nelle diverse specialità: NorLevo, Lonel e Levonelle
Entro 120 ore
Ulipristal acetato, la pillola detta dei cinque giorni dopo, ha un'azione fino a 120 ore da un rapporto non
protetto, considerato perciò a rischio di gravidanza indesiderata
Abortivo RU-486
La pillola del giorno dopo non va confusa col farmaco per l'interruzione volontaria della gravidanza, noto
come RU-486, diverso per principi, etica, tempi e meccanismi
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L'INTERVISTA ANNAROSA RACCA, PRESIDENTE FEDERFARMA : LE PRESCRIZIONI DEL MEDICO
VANNO ESEGUITE
21/12/2016
Pag. 17
diffusione:39803
tiratura:63700
ROMA FA DISCUTERE la decisione del Tribunale di Gorizia che ha assolto una farmacista di Monfalcone
imputata di omissione di atti d'ufficio per aver rifiutato a una cliente, durante il turno di notte, la «pillola del
giorno dopo», dichiarandosi obiettore di coscienza. La cliente oltretutto aveva la ricetta del medico, con
l'indicazione di assumere la pillola in giornata. L'accusa aveva chiesto la condanna a 4 mesi con le
attenuanti generiche e i benefici di legge. I giudici hanno optato invece per l'esclusione della punibilità della
condotta. «Finalmente dopo tre anni di procedimenti penali - esultano i legali della farmacista - la nostra
assistita ha visto riconosciute le sue sacrosante ragioni, l'articolo 3 del codice di deontologia prevede che il
farmacista debba operare in piena autonomia e coscienza conformemente ai principi etici, tenendo sempre
presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita». «VISTO? Rifiutare di vendere farmaci abortivi non è reato
ma un diritto - commenta raggiante il presidente del Comitato promotore del Family Day, Massimo
Gandolfini - dopo anni di silenzi e censure appare chiaro a tutti che la caccia ideologica agli obiettori non
trova giustificazione». DI PARERE diametralmente opposto il presidente dei ginecologi italiani, che lancia
un appello alle autorità sanitarie: «La contraccezione d'emergenza deve essere obbligatoria in tutte le
farmacie - afferma Emilio Arisi, primario di ostetricia e ginecologia, presidente della Società Medica Italiana
per la Contraccezione (Smic) - occorre dare la certezza alle donne italiane di poter trovare sempre
dovunque un presidio farmacologico come la pillola dei 5 giorni dopo, senza costringere le pazienti a
cercarla peregrinando da una farmacia all'altra. Per questo è pure necessario che sia aggiornato l'elenco
dei medicinali da tenere in pronta consegna». LA CONTRACCEZIONE d'emergenza, secondo i medici, ha
avuto un merito nel ridurre gli aborti, trend rilevato dalla relazione sulla legge 194 del ministro della Salute,
e si considera connesso alla vendita senza ricetta della pillola. Indicativo l'incremento dei dati di vendita
dell'Ulipristal acetato (pillola dei 5 giorni dopo) considerato il contraccettivo più efficace nel prevenire una
gravidanza indesiderata. «La percentuale più alta di contrazione degli aborti rispetto all'anno precedente rileva Arisi - si è osservata nel secondo e terzo trimestre del 2015, proprio quando il farmaco ha avuto il via
libera dell'Aifa alla vendita senza obbligo di prescrizione da parte del medico». I dati, a un anno
dall'ammissione alla vendita senza ricetta, conclude Arisi, «confermano che questa soluzione può
contribuire ad arrestare in maniera importante il fenomeno del ricorso all'interruzione volontaria di
gravidanza, particolarmente doloroso per le donne». red. int.
Il primario Emilio Arisi: «Occorre dare certezze alle donne, ancora oggi sono costrette a passare da una
farmacia all'altra»
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
«Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione
21/12/2016
Pag. 17
diffusione:76979
tiratura:107166
«Scelta inammissibile, la ricetta non si discute»
ROMA «LA FARMACIA deve essere a disposizione delle persone che si rivolgono a noi, è inammissibile
contestare la ricetta». Annarosa Racca, presidente Federfarma, è decisa. Dottoressa Racca, come giudica
l'assoluzione della farmacista che nega la contraccezione d'emergenza alla cliente? «Ritengo sbagliato che
abbia contestato la prescrizione del medico. Di fronte alla richiesta della pillola del giorno dopo la
farmacista doveva semplicemente consegnarla al più presto». E chi non ha la ricetta del medico? «Idem
come sopra, la norma oltretutto è cambiata, per le maggiorenni dice che non c'è nemmeno più bisogno
della ricetta medica. Il farmacista è deputato a dispensare il medicinale e per legge deve erogarlo, punto e
basta. Qualora non l'avesse, deve procurarlo quanto prima». Una indicazione chiara, categorica. In base a
quale principio viene assolta? «La farmacia è il primo presidio del sistema sanitario nazionale e come tale
dobbiamo comportarci, non è prevista l'obiezione di coscienza». L'idea che una farmacista possa
contestare una ricetta trasmette insicurezza... «Parliamo comunque di casi isolati. Risulta infatti, dalle
ultime analisi dei dati, un grande incremento nella vendita di preparati contraccettivi di emergenza. È
diminuito di pari passo il ricorso alle interruzioni volontarie di gravidanza, i dati diffusi dal ministro Beatrice
Lorenzin mostrano che le farmacie italiane dispensano le specialità secondo la norma». Cambierà
l'atteggiamento del farmacista nei confronti delle famiglie? «La farmacia sta al passo con i tempi, ma la
nostra forza è la capillarità, essere pronti giorno e notte, con il consiglio al momento giusto come in questo
periodo di influenza. Dal generico alle molecole innovative dispensato, fino ai servizi sanitari, la farmacia
risponde al bisogno di salute dei cittadini e andremo avanti così. L'abbiamo dimostrato con l'adozione della
ricetta elettronica (l'80 per cento è in forma telematica), con gli screening, la telemedicina». E non c'è il
rischio di cercare i contraccettivi, come altri farmaci, su internet? «Il sistema sanitario italiano è tra i migliori
al mondo e si fonda sul binomio medico e farmacista. Io dico: non fidiamoci di quel che leggiamo, a
proposito dei falsi siti su internet, rivolgetevi ai professionisti in carne e ossa, che oltretutto sono aperti
anche a Natale». Alessandro Malpelo SCHEDA
Entro 72 ore
Il levonorgestrel è [2][3]usato a scopo contraccettivo, come principio attivo della «pillola del giorno dopo»,
nelle diverse specialità: NorLevo, Lonel e Levonelle
Entro 120 ore
Ulipristal acetato, la pillola detta dei cinque giorni dopo, ha un'azione fino a 120 ore da un rapporto non
protetto, considerato perciò a rischio di gravidanza indesiderata
Abortivo RU-486
La pillola del giorno dopo non va confusa col farmaco per l'interruzione volontaria della gravidanza, noto
come RU-486, diverso per principi, etica, tempi e meccanismi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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L'INTERVISTA ANNAROSA RACCA, PRESIDENTE FEDERFARMA : LE PRESCRIZIONI DEL MEDICO
VANNO ESEGUITE
21/12/2016
Pag. 17
diffusione:76979
tiratura:107166
ROMA FA DISCUTERE la decisione del Tribunale di Gorizia che ha assolto una farmacista di Monfalcone
imputata di omissione di atti d'ufficio per aver rifiutato a una cliente, durante il turno di notte, la «pillola del
giorno dopo», dichiarandosi obiettore di coscienza. La cliente oltretutto aveva la ricetta del medico, con
l'indicazione di assumere la pillola in giornata. L'accusa aveva chiesto la condanna a 4 mesi con le
attenuanti generiche e i benefici di legge. I giudici hanno optato invece per l'esclusione della punibilità della
condotta. «Finalmente dopo tre anni di procedimenti penali - esultano i legali della farmacista - la nostra
assistita ha visto riconosciute le sue sacrosante ragioni, l'articolo 3 del codice di deontologia prevede che il
farmacista debba operare in piena autonomia e coscienza conformemente ai principi etici, tenendo sempre
presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita». «VISTO? Rifiutare di vendere farmaci abortivi non è reato
ma un diritto - commenta raggiante il presidente del Comitato promotore del Family Day, Massimo
Gandolfini - dopo anni di silenzi e censure appare chiaro a tutti che la caccia ideologica agli obiettori non
trova giustificazione». DI PARERE diametralmente opposto il presidente dei ginecologi italiani, che lancia
un appello alle autorità sanitarie: «La contraccezione d'emergenza deve essere obbligatoria in tutte le
farmacie - afferma Emilio Arisi, primario di ostetricia e ginecologia, presidente della Società Medica Italiana
per la Contraccezione (Smic) - occorre dare la certezza alle donne italiane di poter trovare sempre
dovunque un presidio farmacologico come la pillola dei 5 giorni dopo, senza costringere le pazienti a
cercarla peregrinando da una farmacia all'altra. Per questo è pure necessario che sia aggiornato l'elenco
dei medicinali da tenere in pronta consegna». LA CONTRACCEZIONE d'emergenza, secondo i medici, ha
avuto un merito nel ridurre gli aborti, trend rilevato dalla relazione sulla legge 194 del ministro della Salute,
e si considera connesso alla vendita senza ricetta della pillola. Indicativo l'incremento dei dati di vendita
dell'Ulipristal acetato (pillola dei 5 giorni dopo) considerato il contraccettivo più efficace nel prevenire una
gravidanza indesiderata. «La percentuale più alta di contrazione degli aborti rispetto all'anno precedente rileva Arisi - si è osservata nel secondo e terzo trimestre del 2015, proprio quando il farmaco ha avuto il via
libera dell'Aifa alla vendita senza obbligo di prescrizione da parte del medico». I dati, a un anno
dall'ammissione alla vendita senza ricetta, conclude Arisi, «confermano che questa soluzione può
contribuire ad arrestare in maniera importante il fenomeno del ricorso all'interruzione volontaria di
gravidanza, particolarmente doloroso per le donne». red. int.
Il primario Emilio Arisi: «Occorre dare certezze alle donne, ancora oggi sono costrette a passare da una
farmacia all'altra»
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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«Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione
21/12/2016
Pag. 38
diffusione:40854
tiratura:59807
Farmaci gratis con false ricette rivenduti all'estero: quattro arresti
L'affare I medicinali da smerciare molto cari ma gratuiti con il Ssn Mercato nero da 400mila euro
Inchiesta del Nas di Roma Tutti residenti a Fuorigrotta ricettari rubati nel frusinate Nico Falco Lo Spiriva è
un farmaco che si utilizza per le malattie croniche dell'apparato respiratorio. Costa circa 60 euro, ma, con
ricetta e prescrizione, viene fornito gratis dal Servizio Sanitario Nazionale. Ruotava intorno a questo, e ad
altri medicinali costosi, il mercato nero messo in piedi da quattro napoletani, tutti residenti nel quartiere di
Fuorigrotta, che tramite documentazione falsa e opportuni contatti riuscivano a procurarsi i farmaci che poi
rivendevano all'estero. L'organizzazione è stata smantellata dai carabinieri del Nas di Roma, supportati dai
militari del Nas e del Comando Provinciale di Napoli, che ieri mattina hanno eseguito 4 arresti in
esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare, una in carcere e tre ai domiciliari, firmate dal gip
Cinzia Parasporo nell'ambito di una inchiesta della Procura di Roma. Per gli arrestati i reati contestati dal
pm Corrado Fasanelli sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni del
Servizio Sanitario Nazionale, ricettazione, falso materiale ed ideologico. In carcere è finito Giovanni Di
Napoli, mentre il provvedimento prevede i domiciliari per Emanuela Formosa, Rosaria Di Napoli e Claudio
Guaglione. Il gruppo, hanno appurato gli investigatori, usava ricette intestate a medici e pazienti ignari e
con falsi codici di esenzione totale per ottenere i farmaci. Per organizzare il commercio illegale gli arrestati
si erano procurati dei ricettari, successivamente risultati rubati nel Frusinate a medici convenzionati. Era su
quelli che venivano scritte le false prescrizioni mediche, rilasciate ad assistiti inesistenti. Il codice scelto era
E04, ovvero quello di esenzione totale. Effettuavano spesso trasferte nella Capitale dove, con questo
sistema, si facevano consegnare in varie farmacie centinaia di confezioni di Spiriva, Dobovet Gel, Aliflus e
altri farmaci, tutti con un valore di mercato alto, che poi venivano rivendute sottobanco al di fuori dei confini
nazionali, dove le regole e le agevolazioni del servizio sanitario sono diverse. Secondo il gip i componenti
del gruppo si erano divisi i ruoli con uno schema preciso. Giovanni Di Napoli, perno dell'organizzazione e
unico destinatario della custodia cautelare in carcere, aveva un ruolo di raccordo tra i vari coinvolti, sia a
Napoli sia durante le trasferte, alle quali prendeva parte direttamente e acquistando anche in prima persona
i farmaci da smerciare. Rosaria Di Napoli, invece, si sarebbe occupata della compilazione delle ricette
mediche con dati falsi, usando nominativi dei pazienti, i loro codici fiscali, e gli identificativi dei medici
prescrittori. Claudio Guaglione era "deputato alla spendita delle ricette" mentre Emanuela Formosa, infine,
è accusata di aver collaborato con Giovanni Di Napoli, occupandosi materialmente dell'acquisto dei farmaci
. L'inchiesta è partita dopo la segnalazione del titolare di una farmacia romana, dove un uomo aveva
consegnato due ricette per uno dei farmaci mutuabili su cui i carabinieri stavano indagando; le successive
intercettazioni hanno fatto luce sulle responsabilità degli indagati. L'ammontare della truffa è di poco
inferiore ai 400mila euro.
Foto: Sanità Case di cura nel caos
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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La truffa
21/12/2016
Pag. 14
diffusione:11274
tiratura:24464
Truffavano le farmacie con timbri medici falsi
Le medicine venivano rivendute al mercato nero Farmaci difficili da trovare La banda cercava quelli per
patologie cardiorespiratorie
Valeria Di Corrado Andrea Ossino
«Non ti preoccupare, non succede nulla...sciolto proprio, così devi camminare». L'indagato veniva
rassicurato dal «collega», mentre camminava nel cuore di Roma con una borsa piena di farmaci. Quello
che i due non sapevano, è che i militari del Nas, coordinati dal capitano Dario Praturlon, erano già sulle loro
tracce. Così ieri, come richiesto dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Corrado Fasanelli, i due,
insieme ad altri due indagati, sono stati arrestati. Proprio come gli altri sodali, il cui arresto era avvenuto già
diverse settimane fa. Si tratta di due uomini e due donne, tutti napoletani tra i 25 e i 64 anni. Sono accusati
di aver creato un'associazione a delinquere «al fine di consumare più delitti di truffa ai danni del servizio
ragionale del Lazio». Le quattro persone arrestate ieri, sono anche accusate di ricettazione e falso.
Secondo l'accusa gli indagati «si recavano in più occasioni presso numerose farmacie - si legge
nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere - e, tramite l'utilizzo di fase prescrizioni mediche compilate su
ricettari provento di furto consumato ai danni di medici convenzionati con il Servizio Sanitario Regionale, si
facevano consegnare farmaci a carico del predetto Servizio Sanitario». Inoltre avrebbero esibito
«prescrizioni del Servizio Sanitario nazionale della regione Lazio falsamente rilasciate» da alcuni medici
convenzionati «ad assistiti inesistenti e riportanti il codice esenzione E04, corrispondente ad esenzione
completa e dunque a farmaco a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale». In pratica, dopo aver rubato
i ricettari e i timbri solitamente utilizzati dai medici convenzionati, apponevano una firma falsa. Poi si
recavano a Roma, dove bussavano alla porta di decine e decine di farmacie per farsi consegnare i
medicinali. Quasi sempre cercavano farmaci prescritti a chi soffre di patologie cardiorespiratorie. Si tratta
dunque di medicinali difficili da reperire e che, secondo l'accusa, erano destinati al mercato nero, anche
fuori i confini nazionali. Ogni sodale aveva un compito ben determinato. Una donna «provvedeva alla
raccolta di farmaci provento della truffa e alla loro rivendita», scrivono gli inquirenti specificando che
l'indagata «custodiva i ricettari in bianco provento di furto e curava la redazione delle ricette spese dagli altri
membri del sodalizio». Inoltre «conservava il denaro provento della rivendita di farmaci altresì destinato ai
componenti dell'organizzazione». Altri si occupavano invece di andare materialmente nelle farmacie per
prendere i medicinali pagati dai contribuenti. Questi ultimi venivano pagati a cottimo. Infatti un indagato,
durante l'interrogatorio, «riferiva - recitano gli atti - che le ricette le erano state consegnate da un signore di
Napoli a nome Giovanni, domiciliato nel suo quartiere che le aveva proposto di svolgere tale attività per una
percentuale variabile tra il 6 e l'8%». Proprio questa ripartizioni dei compiti ha fatto nascere il sospetto che
si tratti «di una struttura organizzata che trascende i reati accertati» ha scritto il gip Giulia Pasporo.
«Strutturate erano anche le modalità delle trasferte romane - spiega l'accusa - concordate di volta in volta»
dai sodali «che generalmente operavano in quartieri predeterminati per poi riunirsi». Grazie alle seg n a l a
z i o n i dei farmacisti, sono scattate le indagini. E durante le perquisizioni successive, gli uomini del Nas
hanno anche trovato alcuni fogli con annotati nomi e numeri: una sorta di libro mastro con scritto chi doveva
andare dove, specificando date, indicazioni di medicinali e farmacie da colpire.
Foto: Ricettari rubati La banda usava materiale trafugato ai medici
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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Quattro persone arrestate dai carabinieri del Nas
21/12/2016
Pag. 11
Agenzia del farmaco ancora senza presidente Lorenzin strizza l'occhio al suo sponsor Lobby al potere
Come direttore al posto del discusso Pani è arrivato Melazzini ex assessore ciellino in Lombardia
stefanO sansOnetti e mOnica taGliaPietra
L a torta dell'Aifa fa sempre più gola. Del resto piaz zarsi ai vertici dell'Agenzia italiana del farmaco, l'ente
che regola i prezzi dei medicinali immessi sul mercato, significa conquistare fette di potere non indifferenti.
Il fatto è che dopo gli ultimi stravolgimenti, seguiti all'uscita dell'ex direttore Luca Pani, rimane ancora
scoperta la casella di presidente. Ebbene, per cercare di superare una situazione di stallo che va avanti da
diverso tempo, al Ministero della Salute stanno provando a tirare fuori il classico coniglio da cilindro.
Secondo i rumors il nome più papabile è quello di daniela melchiorri , professoressa di farmacologia
all'Università La Sapienza. Si tratta di un nome ben noto all'interno dell'Aifa. IL PERCORSO Dal curriculum,
infatti, si apprende che la Melchiorri dal 2004 al 2012 è stata componente del Comitato tecnico-scientifico
dell'Agenzia. In più an cora oggi, come espressione dell'ente italiano, siede nel Chmp, in pratica il Comitato
dei medicinali prodotti per uso umano all'interno dell'Ema, l'Agenzia europea del farmaco. Sul suo nome, a
quanto pare, ci sarebbe il pieno consenso dello stesso ministro della salute, Beatrice lorenzin . Poi, però,
come al solito ci sono i maliziosi. I quali fanno notare che la Melchiorri è incidentalmente coniugata con
Paolo Bonaiuti , senatore di Ap-Ncd, lo stesso partito della Lorenzin. Di più, perché sono in molti a ricordare
come il medesimo Bonaiuti in passato sia stato uno dei principali sponsor dell'ascesa politica dell'attuale
ministra. Per carità, erano i tempi della vecchia Forza Italia e da allora molta acqua è passata sotto i ponti.
Ma in un modo o nell'altro questo legame, soprattutto quando si deve fare una nomina così importan te,
ritorna automaticamente a galla. Di certo la copertura della casella di presidente dell'Aifa sta creando non
pochi grattacapi. IL PRECEDENTE è appena il caso di ricordare che dopo l'uscita di Pani, schiacciato
anche dalle polemiche per alcuni extra compensi percepiti oltre il tetto dei 240 mila euro previsto per i
manager pubblici, lo scranno di direttore dell'Aifa è stato assegnato all'ex presidente mario melazzini, già
assessore di estrazione ciellina nelle giunte regionali lombarde di roberto formigoni e roberto maroni ,
anche lui transitato dal Pdl a Ncd. Da allora la poltrona di presidente è "libera". Tempo fa alcune Regioni,
Emilia Romagna in testa, con il placet della Lorenzin avevano provato a perorare l'ascesa del nefrologo
Giuseppe remuzzi . La cui candidatura, però, è venuta meno per questioni anagrafiche e per il rischio di
conflitti d'interessi. Remuzzi infatti ha coordinato l'atti vità di ricerca di alcune istituti finan ziati da case
farmaceutiche. Motivo per cui la sua ascesa all'Aifa non sarebbe stata da manuale. Un dato è certo: la
guerra di poltrone è aperta più che mai.
Foto: Beatrice Lorenzin
Foto: (Imagoeconomica)
Foto: Paolo Bonaiuti
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Solito giro di amici all' Aifa Spunta la moglie di Bonaiuti
21/12/2016
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Assolta una farmacista mamma di 5 figli S'era rifiutata di vendere la
pillola abortiva
GIULIANO GUZZO
a pagina 17 • Sarà perché molti non li considerano vittime, magari non includendoli tra gli esseri umani,
sarà perché sono ritenuti un dettaglio rispetto alla grande ruota dei diritti civili, sarà perché a parlarne il
prete rischia di non apparire includente, ma rigido, ideologico e divisivo, insomma, chissà com'è, chissà
perché, arriva il Natale, ma di loro nessuno dice mai nulla. Della povertà dei 54.000 detenuti italiani si parla
infatti a ogni piè sospinto, ma di quella dei 111.857 esseri umani embrionali (cifra aggiornata solo al 2014),
imprigionati in un carcere di azoto liquido a 196 gradi sotto zero? E quei piccoli migranti che, appena nati,
per contratto sono tradotti dal ventre che li ha nutriti a mani danarose che li hanno commissionati, non
subiscono forse la povertà di non potere conoscere e crescere con il padre e la madre? Ci sono i poveri
dell'antica piaga della guerra, ma in mezzo a noi c'è una carneficina silenziosa che dal 1978 al 2015 ha
prodotto la soppressione di 5.722.539 esseri umani prima della nascita. Come chiamarla, se non guerra al
concepito? GIUBILO GENERALE Le cifre fornite dal ministro Beatrice Lorenzin narrano di un giubilo
generale perché quest'anno la mattanza, scesa sotto la cifra dei 90.000, è stata più contenuta. La
riduzione, si legge nella relazione inviata al Parlamento, sarebbe in parte dovuta al fatto che dal maggio
2015 la pillola dei cinque giorni dopo può essere acquistata in farmacia senza ricetta. Che i giornaloni si
siano bevuta una tale idiozia è indice del livello di asservimento catatonico dell'informazione. Il
cambiamento di dispensazione del farmaco è avvenuto con procedura europea il 7 gennaio 2015 ed è stata
recepita dai vari Paesi nei mesi successivi. Se la riduzione di aborti in Italia fosse avvenuta per la pillola,
com'è che invece gli aborti sono aumentati in Inghilterra, Galles e Scozia, dove il farmaco è liberamente
venduto? E com'è che in Francia, dove invece il numero di confezioni vendute è in diminuzione dal 2013,
c'è stata una riduzione di 8.000 aborti? CRIPTOABORTI C'è poi un aspetto che dal punto di vista morale
rende risibile presentare la riduzione degli aborti come un beneficio dei farmaci postcoitali. Questi preparati
possono impedire all'embrione di annidarsi nell'utero materno, dunque rispetto all'embrione eventualmente
formato la riduzione dell'aborto sarebbe realizzata mediante un incremento dei criptoaborti. Essere
soppresso senza che nessuno lo sappia e nessun conteggio lo registri: non è forse il massimo della
povertà? Questi temi drammatici hanno fatto da sfondo a processo, celebratosi a Gorizia, a carico di Elisa
Mecozzi una farmacista di Trieste, portata al banco degli imputati per essersi rifiutata di dispensare a una
donna la «pillola del giorno dopo» durante il turno di notte. Il farmaco era stato prescritto alla donna da un
medico dopo che questa aveva avuto un rapporto non protetto con il compagno. Seppure dietro una grande
compostezza, l'angoscia che da tre anni sconvolgeva la vita di questa farmacista, madre di cinque bambini,
era perfettamente chiara. Aveva giurato di difendere la vita, ma quella notte le veniva detto che avrebbe
dovuto mettere da parte quel giuramento e dispensare una sostanza capace d'interromperne una appena
concepita. A difenderla sono stati l'avvocato Simone Pillon, fondatore e membro del comitato organizzatore
dei Family day, bestia nera delle sigle omosessualiste e tra i protagonisti principali della mazzata a Matteo
Renzi nel referendum costituzionale, e l'avvocato Marzio Calacione. Insieme alle spiegazioni etiche
connesse all'assunzione e somministrazione del farmaco, i medici periti tecnici di parte - il ginecologo
Bruno Mozzanega e l'internista Renzo Puccetti - hanno fornito alla corte informazioni sul meccanismo
d'azione della pillola in questione così come rivelano i dati degli studi, al di là della versione ufficiale che di
essi viene fornita nei riassunti e nelle conclusioni. GIUDICI ATTENTI I giudici erano molto attenti,
prendevano appunti, dando la netta impressione d'essere desiderosi di capire come davvero stessero le
cose. Quando il pubblico ministero ha formulato la richiesta di condanna, 2 anni di prigione, nell'aula è però
piombato il silenzio, e si può solo immaginare come dev'essersi sentita la povera farmacista. La sua colpa
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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SENTENZA INNOVATIVA
21/12/2016
Pag. 1
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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verso la donna che le si era presentata con la ricetta del Norlevo era di avere pronunciato in modo pacato e
fermo il suo «non posso»: non voleva somministrare alcunché potenzialmente capace di sopprimere una
vita umana nascente. Questo era ciò che la sua coscienza le comandava. Questo era ciò che il suo codice
deontologico le imponeva. Questo era ciò che aveva più volte comunicato al titolare che quella notte
l'aveva messa di turno, sola, in farmacia. Appena tre ore più tardi la pillola fu comunque acquistata nella
farmacia del Comune di residenza della coppia. Quando al termine di una breve camera di consiglio i
giudici hanno pronunciato la sentenza, «prosciolta», la farmacista ha abbracciato i suoi difensori. Per tre
anni era stata lei, accusata di avere pensato al «più povero dei poveri», come chiamava il concepito Santa
Teresa di Calcutta. TENUITÀ DEL FATTO I giudici avevano da preservare il principio che il farmacista ha
l'obbligo di assicurare le medicine, ma nel farlo hanno voluto affermare che la condotta del farmacista che
non consegna la «pillola del giorno dopo» non è colpevole e non deve ricevere alcuna sanzione, stante la
particolare tenuità del fatto. Ora i farmacisti hanno così un precedente che indica come irrilevante sotto il
profilo penale il rifiuto di questi prodotti, in attesa che finalmente una legge che disciplina l'obiezione di
coscienza anche per il farmacista veda la luce.
VITTORIA Elisa Mecozzi, farmacista di Trieste, fra gli avvocati Simone Pillon (a sinistra) e Marzio
Calacione, che l'hanno difesa nel processo, celebrato a Gorizia, per essersi rifiutata di vendere il Norlevo (a
destra), un farmaco abortivo. Pillon, fondatore del comitato del Family day, è stato uno dei protagonisti della
campagna contro Matteo Renzi e per il No nel referendum costituzionale
21/12/2016
Pag. 8
La Voce di Reggio Emilia
Sono ben dodici le Scuole secondarie di secondo grado della provincia di Reggio Emilia che hanno aderito
al progetto "Adotta una Scuola", per un totale di quattordici progetti finanziati e il coinvolgimento di oltre 200
studenti. • Un risultato importante, andato ben oltre le aspettative, per un'iniziativa che offre l'opportunità
agli studenti disabili che frequentano gli istituti secondari della provincia di Reggio Emilia di effettuare
un'adeguata attività motoria, alternativa alle ore di Educazione fisica, senza oneri per le famiglie e per le
scuole. La presentazione dei primi risultati questa mattina, a distanza di poco più di un mese dalla
comunicazione del progetto avvenuta in Sala Tricolore alla presenza del sindaco Luca Vecchi e del
presidente della Provincia Giammaria Manghi, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte
i promotori e gli organizzatori Enrico Prandi, officer del Distretto 108 Tb, Nicola Simonelli, delegato
provinciale del Comitato paralimpico, Ivano Prandi, consigliere Coni provinciale, Piero Augusto Nasuelli,
vice governatore del Distretto 108 Tb. "Sono sette gli istituti situati nel Comune di Reggio Emilia (gli Istituti
di istruzione superiore "Angelo Motti", "Galvani Iodi", "Blaise Pascal", "Antonio Zanelli", l'Istituto tecnico
Scaruffi-Levi-Tricolore, l'Istituto professionale statale "Filippo Re" e il Liceo Artistico "Gaetano Chierici") e
cinque situati nel territorio della provincia (Gli Istituti di istruzione superiore "Silvio D'Arzo" a Montecchio,
"Cattaneo Dall'Aglio" a Castelnùovo Monti, "Piero Gobetti" a Scandiano, Convitto Nazionale "Rinaldo
Corso" a Correggio) che hanno richiesto di usufruire dei servizi offerti dal progetto - ha spiegato Simonelli,
delegato provinciale del Comitato paralimpico - per loro le attività motorie previste si svolgeranno da
gennaio a maggio 2017 e comprendono diverse discipline: volley, judo, nuoto, atletica leggera, equitazione,
tiro con l'arco e tennis da tavolo". L'iniziativa, che risponde al bisogno di realizzare percorsi speciali di
educazione motoria finalizzati all'autonomia e al benessere degli studenti disabili per favorire un naturale
processo di inclusione attraverso la valorizzazione delle differenze, rappresenta anche un'opportunità per
valorizzare le sinergie tra scuola, extrascuola e realtà sportive e contribuire così alla costruzione di un
sistema educativo sempre più integrato al servizio dei giovani, delle famiglie e delle istituzioni scolastiche.
"Il progetto è frutto di un impegno corale - ha spiegato Enrico Prandi, officer del Distretto 108 Tb - nove
Club Lions della nostra provincia (Canossa Val d'Enza, Castelnuovo Monti, Reggio Emilia Host Città del
Tricolore, Reggio Emilia La Guglia-Matilde di Canossa, Reggio Emilia "Regium Lepidi e Cispadana",
Correggio "Antonio Allegri", Fabbrico "Rocca Falcona", Sant'Ilario d'Enza, Scandiano) hanno lavorato
concretamente alla sua realizzazione, resa possibile grazie alle competenze qualificate del Comitato
italiano paralimpico che, dopo aver effettuato una scrupolosa analisi, ha assegnato gli istruttori adeguati in
base ai bisogni di ogni istituto, e grazie al generoso contributo di Farmacie Comunali Riunite, Dorando
Service e Olmedo Special Vehicles SpA-A.C. Reggiana". Anche il Coni provinciale, rappresentato dal
consigliere Ivano Prandi, ha voluto testimoniare il proprio sostegno evidenziando "la necessità di far
crescere nelle persone la sensibilità e l'attenzione ai temi dell'inclusione per abbattere non solo le barriere
fisiche, ma anche quelle mentati". Piero Augusto Nasuelli, Vice Governatore del Distretto 108 Tb, nel
ricordare che nel 2017 ricorre il centenario dei Lions dedicato ai temi del futuro (giovani, fame, ambiente e
salute), ha auspicato che "il progetto così ben avviato nel territorio di Reggio Emilia possa non solo avere
continuità negli anni a venire, ma sia preso ad esempio ed adottato anche da altre province . L'iniziativa
rappresenta sicuramente un punto di eccellenza per il nostro territorio tanto da aver catturato l'interesse
anche del mondo accademico. All'incontro, infatti, era presente anche Elena Piacentini, laureanda della
facoltà di Scienze Motorie dell'Università degli studi di Bologna, che sta sviluppando la propria tesi di laurea
sul progetto "Adotta una Scuola" e avrà come relatrice la professoressa in Scienze e tecniche motorie
preventive e adattate Melissa Milani, nonché presidente regionale del Comitato paralimpico.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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"Adotta una scuola": finanziati 14 progetti in 12 istituti per 200 studenti
21/12/2016
Pag. 8
La Voce di Reggio Emilia
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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Foto: Nella foto da sinistra Piero Augusto Nasuelli, vice governatore del Distretto 108 Tb, Enrico Prandi,
officer del Distretto 108 Tb, Elena Piacentini, laureanda in Scienze Motorie all'Università degli studi di
Bologna, Ivano Prandi, consigliere Coni provinciale, Nicola Simonelli, delegato provinciale del Comitato
paralimpico
21/12/2016
Pag. 15
Ogilvy Change tira le somme del 2016
A poco più di un anno dal lancio ufficiale di Ogilvy Change, avvenuto nel novembre del 2015, si tirano le fila
del lavoro compiuto dalla più recente practice del gruppo. Ogilvy Change è la behavioural science di Ogilvy
& Mather Italia che si propone di integrare i più recenti studi di psicologia cognitiva, psicologia sociale e
della behavioural economics con le competenze di comunicazione del gruppo al fine di creare progetti di
comunicazione efficaci che vadano a modificare nel concreto il comportamento delle persone. Gli output del
lavoro svolto da Ogilvy Change sono di varia natura: insight, concetti di comunicazione, esperimenti sociali,
user experience e progettazione di portali web, ideazione di training per il trade, produzione di contenuti
social e digital, activation e interventi sul punto vendita. L'approccio coi clienti si basa sull'integrazione di
insight psicologici e comportamentali a supporto dei team creativi, con l'obiettivo di creare interventi che
partano da una reale comprensione delle persone e delle loro dinamiche psicologiche. Tra i primi clienti
entrati a far parte del portfolio di Ogilvy Change ci sono Alcon, leader mondiale nel settore della cura
dell'occhio e dei prodotti di contattologia, per il quale Change e Geometry, Alcon hanno sviluppato il
programma di formazione alla vendita "100% Customer Experience", Levissi ma, dove invece sono state
utilizzate le conoscenze in psicologia sia come metodologia a sostegno della creatività sia come conte nuto
di comunicazione vero e proprio. I nudge, infatti, sono diventati parte della strategia social 2016,
trasformandosi in contenuti digital e social. Parallela mente alle attività legate ai clienti, Ogilvy Change ha
dato vita ad un centro di ricerca che si chiama NudgeLab, con l'obiettivo ultimo di avere un impatto positivo
sulle abitudini e i comportanti delle persone. Infine, Ogilvy Change ha creato a un osservatorio sul mondo
farmaceutico per avere una visione a tutto tondo dell'esperienza in farmacia: dal rapporto farmacista/cliente
alla relazione agente/farmacista, dai driver che muovono le scelte degli individui ai loro comportamento a
scaffale.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016
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Agenzie
VITA IN FARMACIA
18 articoli
21/12/2016
Pag. 5 Ed. Genova
diffusione:239605
tiratura:340745
Sanità , Rossetti attacca Toti "I tagli già partiti a Chiavari prestazioni
ridotte del 3%"
I dem avevano già denunciato la diminuzione dei fondi di 135 milioni in tre anni "Per non inimicarsi
nessuno, sparpagliano senza un progetto i denari disponibili"
(michela bompani)
«LA Asl4 taglia il 3%dei servizi, dal primo gennaio»: lo denuncia il consigliere regionale Pippo Rossetti,
indicando il Bilancio 2017 della Regione Liguria, illustrato ieri al consiglio dal presidente Giovanni Toti. E dal
Bilancio spunta un'altra novità: la distribuzione "a sorteggio" dei fondi europei, «per non inimicarsi nessuno,
sparpagliano senza un progetto i denari del Fondo Regionale», accusa il consigliere Rossetti. A dimostrare
il taglio di 135 milioni alla Sanità nei prossimi tre anni, 2017-2019, calcolato dal gruppo regionale Pd,
Rossetti punta la mira sull'Asl chiavarese. A fine novembre, il direttore sanitario Francesco Orlandini ha
convocato i soggetti accreditati per malati psichici, anziani e disabili. «Ha annunciato che, dal primo
gennaio, dovrà tagliare del 3% il budget per gli enti accreditati - spiega Rossetti - e questo significa meno
3% di ricoveri, visite domiciliari, prestazioni ambulatoriali, di psicoterapia, fisioterapia». Qualche mese fa,
proprio il Pd aveva denunciato un buco nel Bilancio della Sanità nel 2016. Qualche tempo dopo il
commissario di Alisa, la nuova agenzia sanitaria regionale, Valter Locatelli, aveva inviato a tutti i vertici
delle Asl una lettera in cui invitava a tagliare le spese proprio del 3%. Subito dopo, l'assessora regionale
Sonia Viale aveva rispedito ogni illazione al mittente, ribadendo in ogni sede, dal consiglio regionale ai
territori, che non sarebbe stato ridotto alcun servizio e, se ci fosse stato bisogno di fare qualche risparmio,
si sarebbe agito su altre variabili, ma nessuna che intercettasse, diminuendole, le prestazioni ai cittadini.
«Invece è iniziata una lenta e inesorabile riduzione delle prestazioni - attacca Pippo Rossetti - e nella Asl4 è
stata ufficializzata la riduzione proprio di quel 3%. Questo mentre in aula arriva un Bilancio che taglia di 135
milioni in tre anni il capitolo Sanità, e la giunta ha annunciato che tra sessanta giorni ci presenterà il piano
di ristrutturazione della spesa: attendiamo di leggerlo. Ma l'assessora Viale sa che le Asl stanno tagliando i
servizi ai cittadini del 3%?».
«Questo Bilancio non guarda al futuro - dice Raffaella Paita, capogruppo regionale Pd - Si taglia la Sanità
mentre il governo Renzi ha aumentato il fondo regionale proprio per la Sanità, quelle che potevano essere
finalmente risorse aggiuntive sono state utilizzate dalla giunta per coprire i buchi che questa
amministrazione ha già creato, trovando al suo arrivo invece i conti in ordine». A questo si aggiunge la
manovra dell'Asl2, già avviata a settembre: le strutture per disabili in riabilitazione avrebbero cominciato a
non accogliere più pazienti. «Si chiama risparmio strisciante: se taglio 1000 pazienti a 100 euro al giorno
per 1000 giornate, il risparmio è di un milione di euro», calcola Rossetti. E intanto nelle pieghe del Bilancio
si scopre che i Fondi europei vengono assegnati dalla Regione a "estrazione": «Filse distribuisce i
finanziamenti europei dei bandi ad estrazione - attacca Rossetti - Di fatto per un imprenditore partecipare a
un bando Filse è come pescare un biglietto della lotteria. Perché stabilire criteri di selezione, nei bandi,
produrrebbe scontento in chi rimane escluso, mentre questa giunta vuole soltanto costruire consenso, non
preoccupandosi dello sviluppo della Liguria, su settori in cui sceglie di investire e scommette». Inoltre il
Fondo strategico che compare nel nuovo Bilancio 2017, in realtà, «è composto di denari che già erano in
cassa - dice Rossetti - non è che la somma dei soldi a disposizione della Regione». www.comune.genova.it
www.partitodemocratico.it PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: Il presidente della Regione Giovanni Toti
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'accusa Il consigliere regionale del Pd contesta analizza la manovra presentata ieri in aula dal presidente
della Regione Nel mirino anche l'assegnazione dei Fondi Ue: "Come una lotteria"
21/12/2016
Pag. 1 Ed. Palermo
diffusione:239605
tiratura:340745
>Dossier dell'agenzia ministeriale: la sanità siciliana migliora ma è appesantita da tante zavorre Meno
cesarei, interventi più tempestivi per infarti e fratture al femore. Male Corleone e Bronte
GIUSI SPICA
A SICILIA esce dal tunnel delle regioni "canaglia" della Sanità e aggancia il treno delle regioni virtuose,
piazzandosi a pari merito con la Toscana. È la fotografia scattata nell'ultimo dossier dell'agenzia
ministeriale Agenas che ogni anno valuta gli ospedali italiani. Interventi più tempestivi per infarto e fratture
al femore, calo della mortalità per infarto, riduzione dei parti cesarei. Dai dati emerge l'immagine di un'Isola
con una buona percentuale di strutture con alti livelli di qualità (tra il 15 e il 30 per cento del totale), ma
anche ospedali che si collocano nella fascia bassa o molto bassa. Una Sicilia a due velocità che però - dice
l'Agenas - ha imboccato la strada del cambiamento.
SPICA ALLE PAGINE II E III SANITÀ siciliana in chiaroscuro. Il modello Lombardia è ancora lontano, ma
la volata della sanità siciliana per agganciare il treno delle regioni più virtuose è cominciata. Perché, se è
vero che si muore meno per infarto, si riducono i tempi per l'intervento al femore, calano i cesarei, è anche
vero che la qualità delle cure rimane a macchia di leopardo, con strutture sopra la media nazionale e altre
ancora indietro. È la Sicilia a due velocità fotografata dall'agenzia ministeriale Agenas che, attraverso il
piano nazionale esiti, valuta gli ospedali italiani.
A sorpresa quest'anno l'Isola si piazza in testa alle regioni del Sud e nelle prime sette posizioni in Italia, a
pari merito con la Toscana e la provincia di Trento, per numero di strutture che presentano alti standard di
qualità (tra il 15 e il 30 per cento). «Un risultato lusinghiero - dice l'assessore alla Salute, Baldo Gucciardi che però deve spingerci a migliorare. Il progetto Agenas è già uno strumento di valutazione dell'azione dei
manager». Un buon biglietto da visita per la Sicilia che a Roma sta cercando di giocarsi la carta dello
sblocco delle assunzioni. Ecco le "pagelle" dei promossi e dei bocciati. PIÙ ANGIOPLASTICHE In cinque
anni il numero di pazienti con infarto trattati con angioplastica entro due giorni è aumentato dal 35 al 51 per
cento, al di sopra della media nazionale ferma al 43 per cento. I più "veloci" nel mandare in sala operatoria
gli infartuati sono il Policlinico di Messina (77,6 % dei pazienti trattati) e il San Vincenzo di Taormina (77,3).
I più "lenti" l'Umberto I di Enna, con appena il 3,6 per cento, e l'ospedale Civico di Partinico (7,3%). Ridurre
i tempi significa salvare più vite: sono 360 le morti evitate nel triennio 2013-2016. A Palermo si distinguono
Villa Sofia (4,1 per cento di decessi) e Cervello (6,6), nel Trapanese l'ospedale di Castelvetrano (6,1). Nella
blacklist il Papardo di Messina (17,6% di morti entro un mese) e l'Umberto I di Siracusa (16,2).
INTERVENTI LAMPO Fino a cinque anni fa, se un anziano si fratturava il femore, aveva pochissime
chance di essere operato entro due giorni.
Oggi, invece, sono 59 su 100 gli over 65 che finiscono sotto i ferri entro 48 ore. Un risultato che pone la
Sicilia al di sopra della media nazionale ferma al 54,4 per cento. Sul primo podio ci sono l'ospedale di
Mussomeli, con l'86,5 dei pazienti operati nei tempi stabiliti, il Garibaldi di Catania (82,1) e l'ospedale Civile
di Ragusa (80,7). Maglia nera per l'ospedale di Piazza Armerina, dove solo 4 anziani su 100 sono operati
entro due giorni, ma anche all'Umberto I di Enna (19,3) e l'ospedale di Sant'Agata di Militello (29,6). MENO
CESAREI, PRIVATI BOCCIATI L'uso del bisturi è ancora elevato, ma anche sul fronte dei cesarei su
primipare la Sicilia migliora, passando dal 39 per cento di tre anni fa al 27,9 del 2015, poco al di sopra della
media nazionale del 25,1. E ci sono ben 14 strutture con una percentuale inferiore. Fanno meglio gli
ospedali di Caltagirone (14%), Canicattì (15,1) e Modica (15,1). Tra le grandi strutture si segnalano
l'ospedale Cervello (22%) e il Civico di Palermo (22,8%). Eppure ci sono cliniche private dove più della
metà delle donne al primo parto subisce un cesareo, come la Falcidia di Catania (54,5 %) e la Serena a
Palermo (56,1%). Tra gli ospedali pubblici bocciati ci sono il Piemonte a Messina e l'Ingrassia a Palermo
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Le due facce degli ospedali la mappa di eccellenze e flop
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che sfondano quota 42%. La provincia più indietro è Trapani, con il 36,5 per cento, ma anche Messina,
Palermo e Catania sfondano la media.
MORIRE DI BRONCOPOLMONITE Di broncopolmonite si continua a morire troppo. Succede all'ospedale
di Gela, dove 24 pazienti su 100 non ce la fanno, a Barcellona Pozzo di Gotto (24,6) e al Policlinico di
Catania (21,9). Al di sotto nella media del 9,9 per cento di mortalità entro un mese l'ospedale Garibaldi di
Catania (8,5%), e a Palermo il Cervello (8,3%) e il Civico (7,5%).
I PUNTI
INFARTI Si riducono le morti a 30 giorni per infarto, sono passate dall'11,2 per cento al 9,8. Tradotto: sono
circa 360 i decessi evitati nel triennio 2013-2016 CESAREI Diminuisce il numero dei cesarei su primipare,
passati dal 39 al 27,9 per cento (media italiana 25%). La provincia dove si ricorre di più al bisturi è Trapani
FEMORE Aumenta dal 13 per cento al 59 per cento la quota di anziani con frattura del femore sottoposti a
intervento chirurgico entro due giorni. Media italiana ferma al 54%
Promosso/1
Cervello, il top a Palermo record di vite salvate al reparto di Cardiologia
Cardiologia e parti, l'ospedale Cervello promosso con "debito". Tra i cinque grandi ospedali palermitani, è
quello che si "difende" meglio. Nonostante le difficoltà dovute al blocco delle assunzioni in corsia e alla
carenza di personale, l'ospedale Cervello di Palermo ottiene la promozione ma viene "rimandato" sul fronte
della Chirurgia generale. È il quadro che emerge dai grafici elaborati dall'agenzia ministeriale Agenas, con il
nuovo sistema Treemap del programma nazionale esiti per valutare le aziende sanitarie italiane.
Il fiore all'occhiello rimane la Cardiologia, come ai tempi del professore Enrico Geraci. Lo dimostrano i dati
sulla mortalità da infarto entro un mese: al Cervello muore il 6,6 per cento dei pazienti, a fronte di una
media italiana del 9 per cento. Ma bisogna migliorare sul fronte della tempestività dell'angioplastica: la
percentuale di pazienti trattati entro due giorni è del 42 per cento, un punto percentuale in meno della
media italiana. L'altra disciplina d'eccellenza è la Ginecologia, giudicata dall'Agenas di alto livello. E non è
un caso se proprio l'ospedale Cervello sia in città quello con il minor numero di parti cesarei su donne alla
prima gravidanza: sono 21 su 100 i parti con il bisturi, a fronte di una media italiana del 25 per cento. Un
successo importante se si considera che in tutta la provincia di Palermo i cesarei sfondano quota 31 per
cento.
L'unico "brutto voto" in pagella va alla Chirurgia generale, giudicata di livello "molto basso". Ed è solo una
magra consolazione che l'attività chirurgica rappresenti appena il 2,3 per cento dell'attività complessiva.
Non è un mistero, infatti, che dopo l'accorpamento con Villa Sofia l'ospedale di via Trabucco sia diventato
un punto di riferimento soprattutto per le discipline di area medica. Risultati nella media sul fronte
respiratorio: la mortalità a 30 giorni per broncopolmonite è dell'8,3 per cento a fronte di una media italiana
del 9,9.
g.sp Le donne alla prima gravidanza riescono a partorire in modo naturale più spesso che nel resto d'Italia
Bocciato/1
Maglia nera a Corleone "Livelli molto bassi per tutte le patologie" Troppe morti e parti a rischio,
l'ospedale di Corleone bocciato su tutti i fronti. Dalla Ginecologia alla Chirurgia generale alla Cardiologia.
Secondo l'Agenas, l'agenzia ministeriale che ogni anno stila le valutazioni degli ospedali italiani attraverso il
programma nazionale esiti, l'ospedale dei Bianchi di Corleone ha la maglia nera in provincia di Palermo,
presentando livelli giudicati "molto bassi" in tutte le discipline presenti. Percentuali di mortalità due volte
superiori alla media nazionale per lo scompenso cardiaco: nel 2015 sono morti 54 pazienti, ovvero il 20,9
per cento di quelli giunti in corsia.
Troppo a fronte di una media nazionale dell'11 per cento. Pessimi sono anche i risultati della Chirurgia
generale, dove i tempi di degenza per un intervento alla colecisti con tecniche mini invasive superano
troppo spesso i tre giorni richiesti dallo standard e sono pochissimi i pazienti trattati.
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Anche sul versante gravidanza l'ospedale di Corleone presenta livelli molto bassi: troppi i cesarei su donne
alla prima gravidanza, troppe le complicanze rispetto alla media italiana. Eppure l'assessorato alla Salute
ha chiesto al ministero la deroga alla chiusura del punto nascita, è a rischio perché non supera la soglia dei
500 parti all'anno richiesta per mantenere elevati i livelli di sicurezza. Una richiesta motivata dal fatto che
l'ospedale di Corleone sorge in una zona disagiata. La risposta arriverà entro la fine dell'anno, ma già si
annuncia battaglia.
Nell'ambito della chirurgia oncologica l'ospedale di Corleone ottiene un "non classificato": nel 2015 sono
appena due gli interventi effettuati per cancro alla mammella. Una bocciatura a 360 gradi di cui la Regione
non potrà non tenere conto nel ridisegnare la nuova mappa della rete ospedaliera, che nell'Isola porterà al
taglio di almeno 150 reparti ritenuti al di sotto degli standard di sicurezza. g.sp.
Per gli interventi oncologici ottiene un poco lusinghiero "non classificato" Punto nascita a rischio
Promosso/2
Chirurgia senza bisturi il primato regionale del Garibaldi a Catania
Tra le grandi strutture metropolitane è la migliore, quella che presenta gli standard di cura più alti in Sicilia.
È il nuovo ospedale Garibaldi di Catania, guidato dal 2014 dal manager Giorgio Giulio Santonocito.
Stando ai dati rilevati dall'agenzia ministeriale Agenas attraverso il nuovo sistema di valutazione
"Treemap", che disegna la mappa delle eccellenze e delle debolezze per ogni struttura, l'ospedale
catanese si colloca tra i promossi a pieni voti, o quasi.
Uno dei cavalli di battaglia è la Chirurgia generale, trainata soprattutto dalle tecniche mini invasive in
laparoscopia che consentono di operare senza il bisturi e di abbattere i tempi di degenza in corsia.
L'intervento "principe" è quello alla colecisti, dove si raggiungono numeri altissimi e percentuali di successo
di molto superiori alla media italiana.
Un fiore all'occhiello è anche la Cardiologia: la mortalità per lo scompenso cardiaco è al 5,9 per cento, a
fronte di una media nazionale dell'11 per cento. E livelli alti si raggiungono anche sul fronte della Chirurgia
oncologica, specie per il cancro alla mammella, e della Ginecologia, soprattutto grazie al basso numero di
cesarei (24 per cento a fronte di una media nazionale del 25).
L'unica macchia in "pagella" è sul versante delle malattie respiratorie dove il livello rimane ancora basso: la
mortalità entro un mese dei pazienti con broncopolmonite cronica riacutizzata sfonda il 14 per cento, al di
sopra della media nazionale del 9,9 per cento. E un salto di qualità bisogna ancora fare sul fronte nella
Neurochirurgia: la mortalità a 30 giorni dopo un intervento al cervello è del 2,6 per cento in linea con la
media nazionale. Con questo biglietto da visita l'ospedale Garibaldi di Catania si presenta all'appuntamento
con la riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana, che classificherà gli ospedali sulla base dei volumi
di attività e dei risultati raggiunti. g.sp.
Sotto la media nazionale il numero di decessi per scompenso cardiaco Si attestano al 5,9 per cento
Bocciato/2
Il presidio di Bronte nella fascia inferiore ma si guarisce dall'ictus Giù i parti e gli interventi chirurgici,
eccellenza per l'ictus: la pagella bifronte dell'ospedale di Bronte.
Due in pagella su tutto (o quasi), ma 10 e lode nella cura dell'ictus. Si potrebbe riassumere così la
valutazione fatta da Agenas attraverso il nuovo sistema di valutazione "Treemap" del programma nazionale
esiti per l'ospedale di Bronte. Tra le piccole strutture che fanno capo all'Asp di Catania, è nella fascia più
bassa. Eppure, per difendere questo piccolo ospedale arroccato tra i monti in provincia di Catania, sono
scesi in campo i big della politica siciliana, e non solo. È successo un anno fa, quando dal ministero arrivò
l'ultimatum per la chiusura del punto nascita destinato a morte perché al di sotto della soglia di 500 parti
all'anno richiesta dal ministero. Allora scese in campo addirittura il sottosegretario Giuseppe Castiglione,
che inviò alla ministra Beatrice Lorenzin (sua compagna di partito sotto l'insegna Ncd) un corposo dossier
per salvare la Ginecologia. E la deroga, puntualmente, arrivò, seppur con qualche prescrizione. A non
21/12/2016
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arrivare, invece, sono stati i risultati. Secondo Agenas proprio gravidanza e parto sono state una delle
"bestie nere" della struttura, almeno stando ai dati 2015 rilevati nell'ultimo rapporto appena pubblicato. Una
bocciatura arriva anche per la Chirurgia generale: troppo bassi gli interventi per colecisti con tecniche mini
invasive, troppo lunghi i tempi di degenza in corsia dopo l'operazione. Anche sul fronte dello scompenso
cardiaco i risultati non sono incoraggianti. La mortalità a un mese è del 15 per cento, a fronte di una media
nazionale dell'11 per cento.
Ma se passiamo ad analizzare i dati dell'ictus, sembra di varcare la soglia di un altro ospedale. Su questo
fronte infatti la struttura catanese raggiunge livelli di eccellenza superiori alla media italiana: la mortalità è di
appena il 3 per cento, quattro volte di meno che nel resto d'Italia. Un risultato eccellente che solo in parte
ripaga della bocciatura senza appello nelle altre discipline. g.sp.
Giudicati troppo lunghi i tempi di degenza dei pazienti in corsia dopo le operazioni
www.palermo.repubblica.it wwwagenas.it PER SAPERNE DI PIÙ
21/12/2016
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Il Piemonte è secondo in Italia nella classifica della prevenzione
(s.str.)
LA Toscana è prima, il Piemonte sale al secondo posto.
Questo il risultato della classifica - ancora da formalizzare della "griglia Lea" per l'anno 2015, un sistema di
valutazione partito nel 2007 che prende in considerazione nove indicatori (con un punteggio da - 1 a 25 per
ciascuno) sui risultati raggiunti dalle diverse regioni sui livelli essenziali di assistenza, dalle vaccinazioni alla
prevezione alle cure domiciliari. Per il 2014 il Piemonte aveva raggiunto un punteggio di 200 su un
massimo di 225, un traguardo mai raggiunto da nessuno. Nel 2015 un altro balzo in avanti che consente al
Piemonte di arrivare a 205 punti. Nel 2012 il nostor punteggio totale era 186, quando la soglia di
"adempienza" è fissata a 160. Le ragioni dell'ottima prestazione del Piemonte le spiega il neo direttore
regionale della sanità Renato Botti: «La crescita del Piemonte è avvenuta in particolare sulle aree
territoriali, sulla copertura vaccinale degli anziani over 65.
Erano invece già alti i livelli raggiunti sui servizi dell'area ospedaliera. Inoltre è migliorata l'offerta dei servizi
ai malati terminali e ci sono stati progressi nella veterinaria».
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DOPO LA TOSCANA
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Pag. 7 Ed. Torino
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"Basta burocrazia le Asl pensino a curare le persone"
Le linee di Botti nuovo direttore regionale della sanità "L' 'azienda zero' si occuperà solo di
amministrazione" "Gestire la cronicità deve essere l'obiettivo: bisogna migliorare l'assistenza domiciliare per
curare i malati a casa loro"
SARA STRIPPOLI
«C'È un nuovo modello che si sta studiando negli ultimi tempi in sanità e si chiama "azienda Zero".
Valuteremo se sarà possibile studiare di farla nascere anche in Piemonte». Renato Botti è il nuovo direttore
regionale della sanità piemontese dopo il ruiolo di direttore generale della programmazione sanitaria del
ministero dela Salute. Tocca a lui guidare la sanità piemontese proseguendo la riforma avviata nella prima
fase da Fulvio Moirano.
Botti, ci spiega cosa intede per "azienda Zero"? «E' di fatto un'agenzia che accorpa tutti i servizi
amministrativi, dagli acquisti alla logistica, delle aziende. Che in questo modo possono concentrare tutte le
loro energie sui servizi alla persona. Inutile che debbano occuparsi di buste paga. Esiste un modello simile
in Liguria. Credo si possa immaginare di farlo anche in Piemonte». Oggi incontra tutti i direttori generali
della sanità piemontese. Quale sarà il messaggio? «Sono uno che ama fare squadra. Credo che si debba
fare il massimo sforzo per sfruttare tutte le competenze che ci sono. Direi che il mio è un messaggio di
grande apertura».
Quale sarà la sua prima sfida? «Sono convinto che a questo punto, dopo i risultati ottenuti, il vero
problema della sanità di tutta Italia sia gestire la cronicità. Il paziente deve, per quanto possibile, curarsi a
casa e per questo occorre potenziare l'assistenza domiciliare con l'uso delle tecnologie. C'è un piano
nazionale per la cronicità approvato a settembre di quest'anno e avendo partecipato a quel programma
posso dire che c'è molto di quello che si potrebbe fare in Piemonte. Un cambio di comportamenti è però
necessario». Cosa l'ha spinta a venire in Piemonte? «Il rapporto che si è instaurato con il presidente Sergio
Chiamparino e con l'assessore Antonio Saitta e la sfida per il rilancio della sanità piemontese che negli
ultimi tempi ha dimostrato aspettimolto dinamici. Mii interessava poi il ruolo di coordinatore tecnico delle
Regioni per la sanità. Ci sono anche ragioni personali: in questo modo mi avvicino alla famiglia che vive a
Genova».
La mobilità passiva è uno dei punti critici della nostra sanità. Con cifre che sono ulteriormente cresciute
negli ultimi anni. Qual è la sua ricetta? «Sono un liberale, credo che i cittadini debbano poter scegliere dove
andare a farsi curare. La mobilità passiva si contrasta soprattutto garantendo servizi di qualità che devono
essere erogati in tempi accettabili».
Prima di andare in ministero lei ha lavorato per la sanità lombarda e ha gestito centri privati. Quale ritiene
sia il giusto equilibrio nel rapporto fra sanità pubblica e privata? «Sono stato responsabile della sanità
lombarda, mi sono occupato di telemedicina nel privato, ho lavorato per il ministero. Aver avuto la
possiiblità di vedere la sanità da diversi punti di vista è una risorsa. Credo che il miglior equlibrio sia una
forte "governance " della sanità pubblica. Quando questa c'è sia il pubblico sia il privato possono
rafforzarsi».
Cosa ne pensa delle macroaziende? «Il modello della Toscana che ha un'unica azienda per tutta la
regione non è un modello a cui vogliamo riferirci».
I PUNTI IL GIUDIZIO "La sanità piemontese negli ultimi tempi ha dimostrato aspetti molto dinamici per nulla
banali" IL PRIMO OBIETTIVO "Contrastare la cronicità. Bisogna rafforzare le cure domiciliari utilizzando le
nuove tecnologie" IL NUOVO MODELLO "Uno dei nuovi modelli è far nascere un'"azienda Zero", che
gestisca i servizi amministrativi da fornire alle aziende LA MOBILITÀ PASSIVA "I pazienti vanno dove
vogliono. Si contrasta soprattutto con la qualità dei servizi che si offrono ai cittadini"
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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Il pianeta salute
21/12/2016
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tiratura:340745
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Foto: La vaccinazione degli anziani è aumentata negli ultimi anni in Piemonte
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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21/12/2016
Pag. 51 Ed. Torino
diffusione:154324
tiratura:222715
"Il mio piano per la Sanità Una cabina di regia coordinerà tutte le Asl"
ALESSANDRO MONDO
In Liguria l'hanno chiamata «Alisa». In Veneto, con minore fantasia, «azienda zero». In Piemonte non c'è
ancora nè il nome nè il progetto, siamo alle ipotesi, ma la costituzione di una «sovra-Asl» incaricata di dare
una governance unica alle aziende sanitarie locali, salvaguardando i servizi, ha cominciato a prendere
forma nelle parole di Renato Botti, neo-direttore dell'assessorato regionale alla Sanità succeduto al rutilante
Fulvio Moirano. Super-manager
Ieri, in Consiglio, il debutto di fronte ai giornalisti per annunciare con l'assessore Saitta che il Piemonte ha
scalato la classifica nazionale dei Livelli essenziali di assistenza: secondo posto dopo la Toscana.
L'occasione, anche, per accennare qualche punto di vista sulle politiche di una Sanità appena uscita dal
piano di rientro del deficit e in piena trasformazione. Punti di vista con un peso specifico dato che Botti - dal
2014 responsabile della direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero ma forte
dell'esperienza anche nel mondo della Sanità privata (è stato direttore generale del San Raffaele di Milano)
- dirigerà con Saitta un settore cruciale. Gestione unica per le Asl
Nulla da eccepire sull'accorpamento (già approvato) delle Asl Torino 1 e 2, ha premesso: «Un modello che
si sta ripetendo in altre Regioni, anche se manca uno studio sulla dimensione ottimale». Cautela sulla
replica di questo processo nel resto del Piemonte per evitare la nascita di strutture eccessivamente grandi
e quindi difficilmente governabili: «Serve una grande riflessione. Il punto non è tanto l'aggregazione delle
Asl ma quali funzioni possono essere centralizzate, dalla logistica ai servizi, dall'informatica alle attività
amministrative, mantenendo i servizi sul territorio». Una governance unica, insomma, che altre regioni, non
a caso citate da Botti, hanno demandato ad una struttura ad hoc: in grado di omogeneizzare alcuni
processi, ottenendo economie di scala, e consentendo alle Asl di concentrarsi sull'erogazione dei servizi.
«Ogni Asl operava come una repubblica a sé, senza un'effettiva azione che potesse dare medesime
procedure, evitare sprechi, fornire omogenee risposte ai bisogni dei cittadini - ricorda Sonia Viale,
assessore alla Sanità della Liguria, sul sito della Regione -. Con la creazione di Alisa diamo una
governance unica a tutte le cinque Asl che saranno mantenute, perché è importante che il territorio ligure
possa affrontare i problemi delle comunità con articolazioni più vicine ai cittadini, potenziando il rapporto
ospedale-territorio nell'ottica dell'integrazione dei servizi sociosanitari». Un'impostazione che ricalca quella
accennata da Botti. Mobilità passiva
Il quale ha idee precise anche su altri fronti. A proposito della "mobilità passiva", l'esodo dei pazienti verso
le strutture sanitarie di altre Regioni, «sono un liberale: la gente ha diritto di scegliere». Questa dinamica,
più che con gli "accordi di confine" interregionali «si contiene migliorando i servizi e riducendo le liste di
attesa». Un fronte sul quale l'assessorato è già al lavoro.
Nessuna pregiudiziale verso la sanità privata accreditata - «in Lombardia l'apertura al privato è stata
importante» - ma «nell'ottica di una forte governance pubblica: i due modelli possono coesistere, si cresce
insieme». «Il che non significa budget incondizionati», ha precisato Saitta, con riferimento all'uscita della
Sanità piemontese dal piano di rientro. Pazienti cronici
«Massima attenzione alla gestione dei pazienti cronici», ha aggiunto Botti, annunciando una delle priorità
del suo lavoro: dopo il riordino della rete ospedaliera, la fase-due «rimanda alla continuità di cura e alla
presa in carico dei cittadini». Concetti che oggi ribadirà ai direttori generali delle Asl: di carne al fuoco ce n'è
già parecchia. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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Parla Renato Botti, nuovo direttore dell'assessorato
21/12/2016
Pag. 42 Ed. Roma
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tiratura:158020
«Salario accessorio, multe e vendita aziende minori» Tutte le falle del
Bilancio
La relazione dell'Oref boccia la manovra del Campidoglio: manca un programma di recupero delle
contravvenzioni
Lorenzo De Cicco
Manca un programma «adeguato» per recuperare le multe arretrate e gli affitti dello sterminato patrimonio
immobiliare del Comune; non c'è traccia del piano per dismettere le partecipate gravate da debiti milionari; i
bonus dei 23mila dipendenti capitolini vengono distribuiti senza nessun controllo; le entrate straordinarie
previste dal Comune per il prossimo anno sono sproporzionate (troppe o troppo poche, a seconda delle
voci: per i condoni edilizi vengono "previsti" 15 milioni, quando ci sono pratiche bloccate da anni). Ecco
perché l'Organo di revisione economico-finanziaria ha bocciato la manovra di bilancio varata dalla giunta
Raggi, appena prima che approdasse in Consiglio comunale. «Non ci sono spazi sufficienti per rispettare
l'equilibrio finanziario», scrivono i revisori presieduti da Federica Tiezzi, che in privato ammette: «Negli atti
della giunta abbiamo notato tanta ingenuità e approssimazione, probabilmente dettata dall'inesperienza...».
In sostanza, secondo l'Oref, il Campidoglio «non ha previsto i correttivi necessari e indispensabili» per
mantenere i conti in ordine. La previsione di un bilancio in pareggio, si legge nel rapporto, «è stata
raggiunta sulla base di una non corretta previsione degli ingenti e imminenti oneri derivanti dai debiti fuori
bilancio», ma anche «dalle passività derivanti dalla gestione delle partecipate». Società che, come ha
rilevato anche il Ministero dell'Economia, andrebbero in molti casi liquidate. LE MUNICIPALIZZATE I
revisori hanno calcolato che dieci aziende comunali non hanno nemmeno presentato il bilancio, a partire da
Farmacap, che gestisce le farmacie capitoline. Negli atti del Bilancio manca un piano dettagliato per
arrivare alla «razionalizzazione e/o alienazione delle società che non svolgono attività con fini istituzionali
per l'Ente». Il rischio di un disequilibrio nei conti capitolini deriva anche dalla gestione delle entrate. «Non si
riscontra un adeguato e specifico programma di recupero delle entrate tributarie e patrimoniali», si legge
nel parere. «Nel documento di programmazione esaminato non sono espresse le politiche da adottare circa
il recupero delle entrate, più volte oggetto di raccomandazione dai revisori e che costituisce uno degli
aspetti più drammatici e critici di Roma Capitale». POCHE CONTRAVVENZIONI Per quanto riguarda le
«contravvenzioni al codice della strada», il collegio dei revisori rileva «criticità riguardo l'elevata riduzione
degli incassi». Una «inadempienza già oggetto di raccomandazione». Per l'Oref, bisognerebbe adottare «in
tempi rapidi procedimenti tesi al miglioramento delle performance di riscossione anche al fine di evitare il
ricorso sistematico al contenzioso». Stesso discorso per gli affitti degli immobili di cui il Comune è
proprietario. Serve «una revisione puntuale e complessiva dei canoni di locazione, per garantire un
monitoraggio periodico della riscossione dei canoni correnti e pregressi». I revisori di Roma Capitale
segnalano problemi anche nell'erogazione dei bonus ai dipendenti comunali. «Bisogna ripristinare un
sistema dei controlli interni e di valutazione del raggiungimento degli obiettivi, più adeguato e coerente»,
solo così si può arrivare «a un monitoraggio continuo dei risultati per aumentare l'efficacia dell'azione
amministrativa».
Foto: I REVISORI SUI PREMI AI COMUNALI: «SERVONO UN SISTEMA DI CONTROLLI INTERNI E
ATTENZIONE SUGLI OBIETTIVI RAGGIUNTI»
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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IL DOCUMENTO
21/12/2016
Pag. 50 Ed. Roma
diffusione:115344
tiratura:158020
Ricettari rubati e certificati medici falsi: truffa da 400mila euro al sistema
sanitario
Mic. All.
Ricettari rubati, certificati medici falsi. Medicinali costosi e destinati a pazienti affetti da patologie
respiratorie e dermatologiche, sottratti alle farmacie italiane e rivenduti all'estero con l'inganno. Una truffa al
Sistema sanitario nazionale del valore di circa 400mila euro, porta ai domiciliari e in carcere una banda di
napoletani, tutti del quartiere Fuorigrotta. Smascherati dai carabinieri del Nas, diretti dal comandante Dario
Praturlon, sono finiti in manette su richiesta del pm Corrado Fasanelli e su disposizione del gip Cinzia
Parasporo. Giovanni Di Napoli, dominus del gruppo, è finito dietro le sbarre. Gli altri componenti della
banda sono Emanuela Formosa, Rosaria Di Napoli e Claudio Guaglione. I REATI I reati contestati sono
quelli di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, ricettazione e falso materiale e ideologico.
Nell'ordinanza si legge che Di Napoli aveva «un ruolo di raccordo tra i vari componenti
dell'organizzazione». Guaglione avrebbe presentato al banco le ricette irregolari, mentre la Formosa
avrebbe «materialmente effettuato gli acquisti dei farmaci». Rosaria Di Napoli, infine, avrebbe svolto «la
funzione primaria della compilazione dei referti con dati fasulli». Utilizzando false prescrizioni annotate su
ricettari rubati, il gruppo si è fatto consegnare centinaia di confezioni di Spiriva, Aliflus e Dobovet Gel, poi
rivendute fuori dall'Italia. L'inchiesta è partita grazie alla segnalazione fatta dal titolare della farmacia
"Antica del Corso" di Roma
Foto: I MEDICINALI VENIVANO RIVENDUTI ALL'ESTERO LA BANDA DI QUATTRO NAPOLETANI
SCOPERTA DOPO LA DENUNCIA DI UN FARMACISTA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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RICETTAZIONE
21/12/2016
Pag. 2 Ed. Metropolitana
diffusione:115344
tiratura:158020
ROMA Si dice colpita dall'«ingenuità» dell'amministrazione M5S. Dai «termini inappropriati» impiegati nelle
voci di bilancio, dal «candore» di chi ha redatto il documento, dall'inesperienza di fondo. «Quando con gli
altri revisori ho visto il documento di bilancio, ho notato molta approssimazione», racconta Federica Tiezzi,
presidente dell'Organo di revisione economico-finanziaria del Campidoglio (Oref).
Inesperienza in cosa, presidente?
«Per esempio nell'uso di certe terminologie in alcuni atti. Insomma, questo era un documento di
programmazione, dove i dati devono essere molto precisi. Non si può approssimare. Non so se nella giunta
conoscono la materia, di sicuro hanno dimostrato troppo candore, troppa ingenuità su certi aspetti. O forse
si tratta di altro».
Altro? Malizia?
«Ma no, sarà stata sicuramente l'inesperienza, ne sono convinta...».
Una cosa è certa: i conti non tornano. E voi avete acceso il semaforo rosso...
«Sì, come revisori abbiamo dovuto constatare che c'è il rischio di non rispettare l'equilibrio di bilancio,
perché i saldi di finanza pubblica sono strettissimi e i rischi per le passività potenziali sono enormi».
In parole più semplici?
«Si potrebbe dire che il Comune non ha abbastanza soldi in cassa da spendere. Non hanno i mezzi per
poter coprire tutte le spese».
Che tipo di criticità avete rilevato?
«Una criticità enorme è quella dei debiti pregressi, valgono miliardi di euro. C'è poi una mole incredibile di
contenziosi ancora da risolvere; ci sono le società partecipate che hanno perdite reiterate negli anni che
non sono mai state risolte. Pensi che dieci di queste società non hanno neanche presentato il bilancio,
come Farmacap che gestisce le farmacie comunali...».
Si tratta di problemi sicuramente gravi, ma anche datati. Perché allora il bilancio è stato bocciato proprio
quest'anno?
«Sicuramente sono criticità che il Comune si trascina da molto tempo. Il problema è che, nonostante i rilievi
che abbiamo fatto tante volte in passato, negli atti di programmazione che accompagnano il bilancio fatto
da questa amministrazione, non si prevede nulla per risolvere la situazione. La programmazione è
assolutamente carente, non chiara negli obiettivi, non definita in termini di efficacia e di efficienza».
Quali sono i rischi maggiori per il Campidoglio?
«I rischi di default ci sono già. E nella programmazione non c'è nulla per arrivare al risanamento. Nulla.
Nella situazione in cui si trova Roma, non si può fare una politica di mantenimento. Per noi non era
possibile avallarla. I rischi sono enormi e servono interventi di sostanza. Non si può fare finta di niente,
continuando a portarsi dietro i problemi. Bisogna risolverli o almeno iniziare un percorso di risoluzione».
Ora l'amministrazione dovrà ricominciare da capo l'iter del bilancio, anche se la scadenza per approvarlo, in
teoria, sarebbe il 31 dicembre. Mancano meno di dieci giorni...
«Di sicuro il Comune ora dovrà riscrivere la manovra. Non ce la faranno per la fine del mese, c'è una
proroga. Avranno più tempo per rispettare i rilievi. Ma il Campidoglio dovrà predisporre una
programmazione adeguata, più concreta in termini di idee e di risultati da raggiungere».
Lorenzo De Cicco
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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«Dalla giunta tanta approssimazione stupita da inesperienza e ingenuità»
21/12/2016
Pag. 54 Ed. Umbria
diffusione:115344
tiratura:158020
segue dalla prima pagina
«Il Comune di Terni sintetizzano gli investigatori anziché puntare sul progetto dell'Asm spa società al 100%
del Comune, preferiva coinvolgere la società Enerstreet» nella cui compagine societaria figura, tra le altre,
la Hedra di Massimo Piacenti (al 60%). Secondo le accuse (tutte da dimostrare), «il Comune di Terni non
dava sufficiente evidenza pubblica al servizio da affidare, tant'è che nessun'altra società presentava
un'offerta al di fuori della Enerstreet», facendo convincere gli investigatori «che anche in questo caso possa
esserci stata da parte del Comune una volontà di veicolare l'affidamento del servizio verso soggetti ben
precisi». L'appalto, alla data dell'informativa (il 12 novembre) era ancora in fase di preparazione «e allo
stato non è possibile sapere quando lo stesso verrà perfezionato», ma polizia e finanza portano
all'attenzione della procura la telefonata tra l'assessore Stefano Bucari e un consigliere comunale che
ragionano (è il 21 settembre) di farmacie, illuminazione e rifiuti. Insomma, tranne le farmacie, dell'attività
dell'Asm, la società presieduta, dal 2011, da Carlo Ottone. Che probabilmente non ha apprezzato
l'interesse per un'altra società nazionale. «No no voglio segnali chiari dice Bucari un segnale so' le
dimissioni di Ottone! Con ignominia!! Voglio un segnale io (). Questo ha portato l'Asm a livelli... () tutta la
città ce sta a piglia' a boccatoni per la monnezza che scoppia () che soluzioni ti devo da'... economica non
ci lavora nessuno... politica, vivremo alla giornata... vivremo... quindi chi sarà spazzato via saremo noi...
riscapperanno fori poi... diciamo no, i nuovi volti riciclati o meno... no... quindi noi saremo quelli che non
c'hanno avuto colpe... che se le so' caricate e l'hanno pagate... punto... chiusa partita. Capito?». Italo
Carmignani
Michele Milleti
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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Scandalo coop «Voglio quelle dimissioni»
21/12/2016
Pag. 15 Ed. Ferrara
diffusione:100036
tiratura:134560
A POCHI giorni dal Natale arriva il regalo più bello sotto l'albero anche per l'Anteas di Tresigallo. Nei giorni
scorsi, infatti, la farmacia Pasquali ha donato una carrozzina per disabili del valore di 1.300 euro e utile
all'associazione per il trasporto in sicurezza. Si chiude così l'anno dell'Anteas in maniera ancor più positiva
dopo i risultati sui trasporti che ancora una volta dimostrano come le realtàdel volontariato siano il fiore
all'occhiello dell'intero territorio. «Due anni e mezzo fa abbiamo inaugurato la sede presso l'ex ospedale
Boeri a Tresigallo ed eravamo in 10 persone oggi contiamo ben 38 volontari di cui 21 autisti - dice Angiolino
Calderoni -. Lo scorso anno abbiamo effettuato 770 trasporti ad oggi ne contiamo già 1000, superando i
40.000 km». Anteas è una grande famiglia e all'evento erano presenti anche la presidente regionale Lidia
Giombini e provinciale Marisa Baroni, oltre al sindaco Andrea Brancaleoni e vicesindaco Mirko Perelli.
«Anteas muove le comunità - spiega Baroni -. I volontari fanno di questa associazione un vero lavoro,
donano tempo e generosità a chi ne ha più bisogno. Ferrara è il gruppo più numeroso in regione e conta
847 soci, oltre 30 infermieri e 21 mezzi. Il nostro non è solo un trasporto verso le strutture socio sanitarie
ma una vera assistenza e supporto». Anche a livello regionale ci sono dati importanti. «Offrono un dono del
cuore i nostri volontari - commenta Giombini - Ci sono 23 Anteas in Emilia Romagna con più di 1000
associati, 34 mezzi di trasporto e a livello nazionale siamo più di 600 Anteas. Tante sono le attività svolte
anche per il terremoto». Tanto orgoglio anche dal lato dell'amministrazione che non solo garantisce l'uso
della sede ma di anno in anno offre un contributo economico all'associazione. Chiara Modonesi
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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Tresigallo, per l'Anteas una carrozzina in regalo
21/12/2016
Pag. 5 Ed. Fermo
diffusione:100036
tiratura:134560
Traffico di farmaci : tre infermieri devono risarcire
AVREBBERO creato un danno erariale, prelevando indebitamente quantità di farmaci dai reparti
ospedalieri del «Murri» in cui lavoravano, per poi rivenderli sul mercato nero. Per questo motivo, la Corte
dei Conti di Ancona ha condannato tre infermieri di Fermo a pagare un risarcimento allo Stato di 30.000
euro ciascuno. Assolti invece gli altri sei imputati, tra cui l'allora direttore generale dell'Asur di Zona, Gianni
Genga, perché completamente estranei ai fatti. La vicenda era venuta a galla attraverso una complessa
indagine dei carabinieri denominata operazione «Spia», con cui era stata sgominata una più vasta
organizzazione dedita al commercio illecito di sostanze dopanti e farmaci tradizionali, che venivano
trafugati dai depositi ospedalieri di Fermo. Il blitz era stato messo a segno all'alba del 23 febbraio del 2012
dai militari del Reparto antidoping dei Nas e della Compagnia di Fermo, ma era stato il frutto di una lunga
indagine che aveva fatto scattare provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di alcuni infermieri del
«Murri», un addetto alla farmacia ospedaliera, un magazziniere e diversi atleti, ciclisti, maratoneti e dirigenti
di società sportive. Alla fine davanti al giudice del tribunale di Fermo, per rispondere penalmente, erano
comparsi in 19. Sei di loro avevano patteggiato la pena, altri 11 erano stati processati con rito abbreviato.
Mentre solo le due infermiere, che sono state assolte perché il fatto non sussiste, avevano optato per il rito
ordinario. Durante il processo, infatti, era emerso che i farmaci trovati a casa delle imputate, erano in realtà
tutti prescritti e regolarmente tenuti, per via delle proprie patologie o, in un caso specifico, di quelle del
marito. Tutto il contrario dell'attività che svolgeva invece un gruppo di paramedici attivi nel prelevamento di
farmaci, perlopiù dopanti, e nella loro rivendita sul mercato nero. Gli inquirenti avevano scoperto che la
merce rubata finiva nelle mani di società sportive di atletica leggera, ciclismo, pallavolo e calcio. Tra i
consumatori anche nomi famosi tra cui un maratoneta di fama mondiale e un ginnasta.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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OPERAZIONE 'SPIA' PER LA CORTE DEI CONTI HANNO PROCURATO UN DANNO ERARIALE
21/12/2016
Pag. 5 Ed. Bergamo Brescia
diffusione:39803
tiratura:63700
Il bilancio Ats fra riassetto e nuove indagini sulla salute
- BRESCIA - UN ANNO impegnativo di «lavori in corso». Questo è stato il 2016 per l'Agenzia di tutela della
salute (Ats), da gennaio erede della vecchia Asl come dispone la legge regionale 23/15 che ha anche ha
trasformato gli ospedali in Aziende sociosanitarie territoriali (Asst). Un riassetto nella forma e nella
sostanza, con l'accorpamento dei 12 distretti nei 3 di Lonato, Brescia e Rovato e una razionalizzazione del
personale (da 1561 dipendenti si è passati a 872 e a breve a 782). A tirare le somme, ieri, i vertici della ex
Asl, nei prossimi mesi deputata a ruoli di regia e controllo di un nuovo modello di presa in carico dei
pazienti cronici. «Una rivoluzione che migliorerà la vita del paziente stesso - garantisce il direttore Carmelo
Scarcella - con tempi di attesa ridotti e taglio di esami inutili». Con un bacino di un milione 174.365 assistiti
(il 20.5% con più di 65 anni) Ats conta su 739 medici di medicina generale, 128 pediatri, 204 medici di
continuità e 303 farmacie. L'anno è iniziato con una previsione di bilancio di 1.627.687 euro poi assestati su
1.638.271. «La legge ci attribuisce funzioni di programmazione e indagine della domanda di salute ma
anche di controllo della qualità delle prestazioni erogate», prosegue Scarcella. Se il 2016 ha visto il
trasferimento delle competenze esecutive dei vaccini alle Asst, in capo all'agenzia rimarranno prevenzione
medica e veterinaria, sicurezza sul lavoro, igiene degli alimenti, screening oncologici. A PROPOSITO di
indagini, nel 2017 saranno pronti gli esiti di uno studio sulla correlazione tra Pcb e linfoma non hodking e tra
Pcb e latte materno. Ats svilupperà inoltre un focus sulle comunità esposte a discariche. Finiranno sotto
inchiesta l'area di Castenedolo, Calcinato e Montichiari e quella di Rovato, Passirano, Paderno, Travagliato
e Ospitaletto. Tra i temi di intervento che hanno impegnato di più, la consumazione a scuola dei pasti
preparati a casa, l'abitabilità degli immobili per i profughi (è in corso di valutazione quella della Serini, ndr),
le aflatossine nel latte e il virus «lingua blu» diffuso tra gli ovicaprini. Beatrice Raspa Slittamento
Dopo aver ricevuto risposte da Enac, il sindaco Fraccaro evidenzia la necessita di aggiornare il piano di
rischio aeroportuale che non contempla quell'area
Presa di posizione
Nei giorni scorsi è stato ufficializzato lo slittamento dei primi arrivi proprio per i ritardi dei lavori. A regime
dovrebbe contenere 130 richiedenti asilo
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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SANITÀ L'INCONTRO
21/12/2016
Pag. 7 Ed. Como Lecco
diffusione:39803
tiratura:63700
Un vademecum per le analisi «Così migliora la raccolta dati»
- SAN FERMO DELLA BATTAGLIA - NESSUNO si è ancora presentato con i campioni da analizzare
raccolti nel vasetto dello yogurt, ma qualche tempo fa una signora si è presentata al laboratorio analisi
dell'ospedale con una bottiglia, anziché con una provetta com'era indicato sulla richiesta di esami
presentata dal suo medico. A questo punto al Sant'Anna hanno deciso che era meglio preparare un
vademecum, consultabile online, con tutte le avvertenze da rispettare prima di sottoporsi a un esame. Un
database consultabile dal sito www.asst-lariana.it con indicazioni utili redatte da medici ospedalieri, di
medicina generale, pediatri e farmacisti. «L'obiettivo primario del laboratorio- sottolinea il primario Luca
Frigerio - è quello di fornire ai clinici risultati attendibili e affidabili. Per raggiungere questo traguardo è
necessario che il laboratorio analisi si preoccupi di estendere la garanzia di qualità dei propri servizi anche
alla fase pre-analitica, ponendo particolare attenzione alla comunicazione dei test eseguiti, alle modalità di
raccolta del materiale biologico e alla corretta preparazione del paziente. Sapere cosa misura la glicemia,
ad esempio, dove fare un esame o come conferire i materiali biologici può essere fondamentale anche per
raccogliere e conservare nel miglior modo possibile i campioni, così da consentire analisi più accurate e
precise». Un progetto messo a punto dall'Unità operativa di Patologia clinica laboratorio analisi, articolata
nelle due strutture dell'ospedale Sant'Anna di San Fermo della Battaglia e all'ospedale Sant'Antonio Abate
di Cantù, un servizio che esegue 950 tipologie di analisi su materiali biologici di origine umana allo scopo di
fornire informazioni utili per la formulazione di diagnosi, per la cura di malattie, per il monitoraggio di terapie
farmacologiche e per la prevenzione. Una precauzione indispensabile per un laboratorio che effettua ogni
anno oltre tre milioni e mezzo di esami. «Per realizzare questo vademecum - aggiungono Enrico Minotti,
responsabile del Laboratorio analisi del presidio di Cantù, e la collega Silvia Bartesaghi - abbiamo attinto
all'esempio di altri nosocomi lombardi, come l'ospedale Niguarda, cercando di sviluppare una formulazione
organica e nello stesso tempo di semplice consultazione. Uno strumento a disposizione anche di medici di
base e pediatri nel rapporto con i loro pazienti. Troppe volte ci capita di dover rinviare gli esami, con perdite
di tempo e di risorse, perché il campione non è stato raccolto o conservato in modo adeguato. Speriamo
d'ora in poi di poter evitare questi inconvenienti».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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SAN FERMO DELLA BATTAGLIA LA STRATEGIA
21/12/2016
Pag. 10 Ed. Arezzo
diffusione:76979
tiratura:107166
di FRANCESCA MANGANI VIA LIBERA della giunta regionale: il distretto sanitario che unirà Arezzo,
Casentino e Valtiberina, diventa realtà. Un solo direttore di distretto, che a meno di clamorose sorprese
sarà Antonella Valeri, di fresca nomina e con un curriculum robusto sul piano delle direzioni amministrative.
E così prende corpo il progetto che era già stato annunciato all'atto della riforma sanitaria toscana. La
riduzione delle zone distretto, quelle che hanno rapporti con i medici di medicina generale, con le Rsa, le
case di riposo, gli ospedali di comunità, le farmacie. Insommail front-office sanitario con il territorio.
Conseguenze? Da scoprire. Le sedi restano, la rete pure, i servizi per fortuna anche. Anzi, per il direttore di
area vasta Enrico Desideri è un potenziamento. «Il distretto è un motore di organizzazione e garanzia delle
cure: e questo sistema rafforza la struttura organizzativa e tecnica per sviluppare le funzioni sociosanitarie
socio sanitarie sul territorio». Le zone hanno paura? «Sbagliano: creeremo delle subaree nelle quali i
sindaci conteranno come ora e forse di più». Nell'attesa però la protesta c'è. Annunciata quella della
Valtiberina e del Casentino, al quale dà voce Daniele Bernardini, presidente dei sindaci casentinesi.
«Continuo a non capire l'utilità di questa manovra che penalizza le zone più periferiche e disagiate, i paesi
di montagna e le aree più marginali, come il Casentino: incideremo sempre meno. Tuttavia rispetto alla
possibilità di fondere la nostra vallata solo con la Valtiberina, la soluzione varata dalla giunta che include
Arezzo, la trovo meno peggio». «Sotto l'albero della salute, schiaffo per l'Aretino: accorpati i non
consenzienti e divise le zone omogenee» ha commentato il capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai.
Manca solo l'ok del Consiglio infatti, poi l'Asl 8 di Arezzo passerà da 5 a 3 distretti sanitari. Per il momento
restano indipendenti Valdarno e Valdichiana. «Il provvedimento prende sottogamba gli auspici di sindaci,
cittadini e operatori - attacca Mugnai - questo ulteriore step di certo va ad indebolire i territori e a far
perdere ad intere zone la propria autonomia rivendicata anche con forza in questi mesi. In provincia si
vanno a marginalizzare zone già rese periferiche da anni di politiche sanitarie distratte». La Giunta ha
varato la fusione dei tre distretti: la parola passa ora al Consiglio che si pronuncerà a gennaio. E' probabile
che la Regione si prenda poi sei mesi di tempo per poi rendere effettivo il progetto dal luglio 2017. Vedremo
con quali conseguenze non solo per il sistema amministrativo ma anche per i pazienti. Anche se al
momento i vertici sanitari le escludono. SCHEDA
Sportello unico: 24 e 31 e il 7 gennaio orario ridotto
SI COMUNICA che nelle giornate precedenti le festività di Natale e Capodanno, nei giorni del 24 e del 31
dicembre, e il giorno successivo all'Epifania, il 7 gennaio , lo Sportello Unico sarà aperto con orario ridotto,
dalle 10 alle 12 per garantire i servizi essenziali definiti per legge, ossia le denunce di morte.
Le istituzioni europee spiegate ai ragazzi Guerrini oggi al liceo
I FUNZIONARI che lavorano all'Ue tornano sui banchi di scuola per spiegare ai ragazzi il lavoro delle
istituzioni europee e le opportunità di studio e lavoro. Del progetto fa parte anche l'università. Claudia
Guerrini, funzionario della Commissione Ue, oggi incontra classi del Liceo «Redi» con Elisabetta Di
Benedetto, che cura Europe Direct al campus universitario del Pionta.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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Asl, è arrivato il super-distretto Sì della Regione ma ora è bagarre
21/12/2016
Pag. 2 Ed. Lucca
diffusione:76979
tiratura:107166
È Bortoli l'amministratore più pagato
IL COMPENSO più alto nell'ampio ventaglio delle società partecipate del Comune di Lucca, è quello che
spetta a Andrea Zavanella, presidente di Ctt Nord, il consorzio di trasporti pubblici, di cui il Comune ha una
quota di partecipazione minimale, pari al 4,66%. Zavanella nel primo semestre 2016 ha infatti maturato un
compenso lordo pari a 21.150 euro. Al secondo posto c'è il suo vice, Alessandro Amato, con 13.950 euro,
soldi sempre relativi al primo semestre dell'anno. Al terzo - ma primo «lucchese effettivo - compare Andrea
Bortoli, amministratore unico di Lucca Holding Spa, partecipata "regina" del Comune di cui il Comune
stesso possiede il 100% delle quote. Bortoli ha incassato nei primi sei mesi 2016 un assegno di 12mila
euro. NOVEMILA euro è invece il compenso lordo semestrale che riscuote Ugo Fava in qualità di
presidente di Gesam spa, la società di cui il Comune detiene quote pari al 59.69%. Stesso compenso
anche per Matteo Romani, presidente dell'azienda per la raccolta e smaltimento dei rifiuti Sistema
Ambiente di cui il Comune possiede quasi il 52% di quote azionarie, e anche per Andrea Bertoncini,
amministratore unico di Lucca Holding Progetti speciali e risorse, dell'amministratore unico di Lucca
Holding Servizi Luca Bilancioni, di Luca Cesaretti, amministratore unico di Metro srl (che gestisce i
parcheggi a pagamento), di Simona Deghelli, consigliere di Ctt Nord, e di Alfredo Macerini, presidente di
Gesam Energia spa. IN QUALITÀ di presidente di Geal, società dell'acqua, Giulio Sensi nel giugno scorso
per i primi sei mesi dell'anno ha riscosso 7.500 euro, qualcosa di più rispetto a Francesco Caredio
amministratore unico e presidente di Lucca Comics & Games (6mila euro), di Antonio Da Prato, presidente
delle Farmacie comunali spa, e di Giovanni Iacopetti, presidente di Gesam gas e Luce spa, anche loro
"fermi" a 6mila euro. Marcello Andreuccetti di Polo Energy spa ha incassato 5mila euro, esattamente
quanto Laura Celli di Itinera. Quasi tutti i consiglieri delle partecipate hanno un compenso di 3mila euro,
qualcosa meno quelli di Geal Marino Nieri, Giulia Marraccini, Michele Martinelli (2.500). Fa eccezione
Chiara Cecchini in Farmacie Comunali che nel primo semestre ha riscosso 5mila euro lordi. L.S.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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COMUNE AL RESPONSABILE DI LUCCA HOLDING 12MILA EURO IN SEI MESI
21/12/2016
Pag. 11 Ed. La Spezia
diffusione:76979
tiratura:107166
Tre "colpi" in pochi giorni Patteggia
- BRUGNATO - TRE COLPI in pochi giorni, ai danni di una farmacia, un supermercato e una onlus di
Brugnato, e un unica 'mano': quella di Fabio Argentieri, un uomo di 29 anni originario di Roma che, una
volta individuato e denunciato, ieri ha chiuso i conti con la giustizia patteggiando la pena. Per lui, il giudice
per l'udienza preliminare Marta Perazzo ha ratificato il patteggiamento: sei mesi di reclusione e
quattrocento euro di multa, con la pena che è stata sospesa. I fatti risalgono all'agosto del 2014, con il
29enne che si era dapprima intrufolato nella farmacia brugnatese, rubando una scala di alluminio e una
bottiglia di grappa; poi, non contento, ha fatto capolino anche all'interno del supermercato del paese,
prelevando un iPhone e dieci ticket restaurant. Infine, il 29enne è penetrato all'interno della sede della
onlus 'Demaestri', portandosi via saponette, tazzine, portachiavi e portapenne, due computer, un cellulare,
un assegno, una chitarra, e una stampante.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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BRUGNATO
21/12/2016
Pag. 33 Ed. Imperia
diffusione:45799
tiratura:62858
Autostoppista raggira i turisti, chiede un passaggio e "scrocca " soldi
La scusa classica: «Il bancomat non va, può farmi un prestito? »
ALBENGA. «Accompagnatemi in farmacia: devo comprare le medicine a mio figlio». Ma è solo una scusa
per spillare qualche soldo. Un vero e proprio raggiro, che normalmente si risolve con un danno di una
cinquantina di euro per le vittime, che ultimamente sono preferibilmente i turisti che discendono la
provinciale da Garessio. Alcuni di loro raccontano di avere incontrato nel tratto tra Erli e Zuccarello, una
donna sulla quarantina in disperata cerca di aiuto. Nessuno nega un passaggio alla madre stravolta per la
gravità delle condizioni del figlio, e pochi si insospettiscono quando lei chiede di fermarsi a un bancomat,
perché nella fretta è uscita senza soldi. Peccato che il bancomat non funzioni, e ancora la donna si appella
alla generosità dei turisti: un prestito di 50 euro per le medicine, che restituirà andando subito dopo a
cercare un bancomat funzionante. A questo punto, però, la donna mette in atto la sua strategia di fuga. Ad
esempio entrare da una porta della farmacia ed uscire dall'altra, o dileguarsi con un'altra scusa. Sabato
sera, ad esempio, si sarebbe fatta accompagnare da una coppia di turisti piemontesi persino al pronto
soccorso dove avrebbe dovuto trovare l'ambulanza con il figlio in condizioni gravissime. Ovviamente non
c'erano né l'ambulanza, né il figlio, e la donna si è dileguata come sempre. L'episodio sarebbe stato
segnalato alle forze dell'ordine, e a quanto pare non sarebbe per nulla isolato. Anzi, i racconti di
automobilisti raggirati dall'insolita e truffaldina autostoppista sono molti, soprattutto nei periodi degli esodi
turistici, e a quanto pare esisterebbero episodi vecchi anche di un paio d'anni, avvenuti non solo
nell'entroterra ma anche ad Albenga, sempre con la scusa del figlio malato. Racconti che però non si
sarebbero mai tramutati in formali denunce, forse perché per molti il tempo (sottratto alle vacanze) per le
formalità vale più del tutto sommato modesto maltolto. L. REB.
Foto: Un giovane autostoppista
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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ALBENGA. CACCIA ALLA TRUFFATRICE
21/12/2016
Pag. 18 Ed. Levante
diffusione:45799
tiratura:62858
Rapina con sparatoria, arrestati gli autori
In manette due ragazzi sinti, rintracciati nelle scorse ore nella comunit à di San Damiano d'Asti PAURA A
CHIAVARI I tre malviventi tentarono di legare la presidentessa dell'istituto Torriglia
ROSSELLA GALEOTTI
CHIAVARI . In manette i due malviventi che la sera del 5 agosto volevano rapinare la villetta di Luciano
Lantermo, farmacista, e della moglie, Gabriella Bersellini, presidente dell'istituto Torriglia, in via Case
Sparse, a Ri Alto. Sono due uomini di 31 e 37 anni, che i carabinieri del nucleo investigativo di Genova
hanno rintracciato a San Damiano d'Asti, all'interno della comunità sinti, cui appartengono. I due,
precedenti per reati analoghi, sono complici di un terzo uomo, arrestato subito dopo la tentata rapina e
padre di uno di loro. Dovranno rispondere di tentata rapina aggravata in concorso. L'operazione dei militari
è avvenuta in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Genova.
Lantermo, molto conosciuto a Chiavari, titolare della farmacia Centrale, in via Prandina dove lavorano
anche i figli Douglas e Dennis, e la moglie, erano in casa, quella sera di inizio agosto. Approfittando del
momento in cui Gabriella Bersellini aveva aperto la portafinestra della cucina per fare entrare il cane, Golia,
un meticcio anziano, adottato di recente dalla coppia, i malviventi erano entrati in azione: avevano cercato
di immobilizzare la donna bloccandole i polsi con delle fascette di plastica e di fare altrettanto con il marito,
per poi estorcere agli anziani coniugi i numeri della combinazione per aprire la cassaforte. Lantermo, però,
aveva reagito: era riuscito ad afferrare la sua pistola, una Smith & Wesson 44 Magnum, regolarmente
detenuta, e a fare fuoco. Tra lui e i rapinatori c'erano circa cinque metri di distanza. Il farmacista aveva
colpito a un gomito uno dei malviventi che, insieme ai complici, si era dato alla fuga. Il colpo esploso da
Lantermo aveva, però, provocato una ferita seria al braccio del rapinatore, costretto a ricorrere alle cure dei
medici. L'uomo, 49 anni, italiano di origini sinti, era andato a farsi medicare all'ospedale Villa Scassi, dove
era stato raggiunto e tratto in arresto dai carabinieri di Genova che erano sule tracce dei fuggitivi. Gli
elementi raccolti durante l'arresto e i risultati di un accurato sopralluogo e dell'analisi dei sistemi di
videosorveglianza presenti sull'ipotetico itinerario di fuga ricostruito dagli investigatori - da cui è emerso il
passaggio sospetto di una macchina sia intorno all'orario della tentata rapina sia nel giorno precedente, con
la targa di un altro veicolo da tempo radiato - hanno permesso di identificare i due complici. Gli investigatori
hanno raccolto a loro carico gravi indizi di colpevolezza, tanto che il gip ha firmato l'ordinanza di custodia
cautelare. Il provvedimento restrittivo è stato emesso agli inizi di dicembre e ha richiesto un'ulteriore e
articolata attività per rintracciare i due malviventi. Entrambi sono stati ritrovati nel Comune di San Damiano
d'Asti dopo giorni di appostamenti e di osservazione, cui hanno contribuito i carabinieri del nucleo
investigativo di Asti e della stazione locale. Un'attività particolarmente complessa per via delle
caratteristiche della comunità sinti, cui i due arrestati appartengono. Gli arrestati, che non hanno opposto
alcuna resistenza alla cattura, sono stati trasferiti nella casa circondariale di Asti, a disposizione dell'autorità
giudiziaria.
La ricostruzione intorno alle 22 di giovedì 4 agosto 2016 Gabriella Bersellini apre una porta finestra per
richiamare il cane che stava abbaiando: vede degli uomini con passamontagna e rientra cercando di
bloccare la porta, protetta da scuri, per dare tempo al marito, Luciano Lantermo, di intervenire Gli intrusi
riescono a vincere la resistenza della donna e cercano di immobilizzarla Lantermo spara un colpo con la
pistola regolarmente detenuta, ferendo al gomito uno dei malviventi, che si danno alla fuga Il ferito viene
subito localizzato dai carabinieri all'ospedale Villa Scassi di Genova, dove si era presentato per farsi
medicare la ferita da arma da fuoco. I due complici, appartenenti alla comunità Sinti, sono stati individuati e
tratti in arresto a San Damiano d'Asti La villa in località case Sparse, a Ri Alto. A destra, Gabriella Bersellini
I tre rapinatori in un frame del video reso pubblico dai carabinieri
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016
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TRE UOMINI PENETRARONO NELLA VILLA A RI ALTO DEL FARMACISTA LUCIANO LANTERMO E
DELLA MOGLIE IL CASO