Ordine dei Farmacisti di Salerno
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Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 21/12/2016 INDICE IN PRIMO PIANO Il capitolo non contiene articoli SANITÀ NAZIONALE 21/12/2016 Corriere della Sera - Nazionale «In un anno con il vaccino si può fermare la meningite» 7 21/12/2016 Corriere della Sera - Nazionale La strada che porta agli atenei italiani per chi studia (in romeno) a Enna 9 21/12/2016 Il Sole 24 Ore Per Menarini shopping negli Usa 11 21/12/2016 Il Sole 24 Ore Ica divide gli utili con i dipendenti 12 21/12/2016 La Repubblica - Nazionale Terapia anti cancro Menarini negli Usa compra Cell Search 13 21/12/2016 La Stampa - Nazionale Peluche, alberi e tucani: l'ospedale dei bambini è diventato una giungla 14 21/12/2016 La Stampa - Nazionale La "scatola anti-fumo" che ci curerà scatenando il sistema immunitario 15 21/12/2016 La Stampa - Nazionale "A tavola si può imparare ad affamare il cancro" 17 21/12/2016 Il Messaggero - Nazionale Un respiro cancella l'infelicità 18 21/12/2016 Il Messaggero - Nazionale Tanto pesce e pochi dolci contro la psoriasi 19 21/12/2016 Il Messaggero - Nazionale Test svela il rischio d'infarto in chi è sano 20 21/12/2016 Il Messaggero - Nazionale Così l'ictus si può prevenire 21 21/12/2016 Il Messaggero - Nazionale Vaccino anti-aterosclerosi fa barriera al colesterolo 23 21/12/2016 ItaliaOggi La contraffazione ha costi tremendi. Con internet il fenomeno è esploso distruggendo nel mondo 2,5 mln di posti di lavoro 24 21/12/2016 Avvenire - Nazionale L'obiezione è legittima 25 21/12/2016 Libero - Nazionale Il farmacista che cura con i romanzi noir 26 21/12/2016 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale «Scelta inammissibile, la ricetta non si discute» 28 21/12/2016 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale «Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione 29 21/12/2016 QN - Il Giorno - Nazionale «Scelta inammissibile, la ricetta non si discute» 30 21/12/2016 QN - Il Giorno - Nazionale «Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione 31 21/12/2016 QN - La Nazione - Nazionale «Scelta inammissibile, la ricetta non si discute» 32 21/12/2016 QN - La Nazione - Nazionale «Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione 33 21/12/2016 Il Mattino - Nazionale Farmaci gratis con false ricette rivenduti all'estero: quattro arresti 34 21/12/2016 Il Tempo - Nazionale Truffavano le farmacie con timbri medici falsi 35 21/12/2016 La Notizia Giornale Solito giro di amici all'Aifa Spunta la moglie di Bonaiuti 36 21/12/2016 La Verita' Assolta una farmacista mamma di 5 figli S'era rifiutata di vendere la pillola abortiva 37 21/12/2016 La Voce di Reggio Emilia "Adotta una scuola": finanziati 14 progetti in 12 istituti per 200 studenti 39 21/12/2016 Pubblicom Now Ogilvy Change tira le somme del 2016 41 VITA IN FARMACIA 21/12/2016 La Repubblica - Genova Sanità, Rossetti attacca Toti "I tagli già partiti a Chiavari prestazioni ridotte del 3%" 43 21/12/2016 La Repubblica - Palermo Le due facce degli ospedali la mappa di eccellenze e flop 44 21/12/2016 La Repubblica - Torino Il Piemonte è secondo in Italia nella classifica della prevenzione 48 21/12/2016 La Repubblica - Torino "Basta burocrazia le Asl pensino a curare le persone" 49 21/12/2016 La Stampa - Torino "Il mio piano per la Sanità Una cabina di regia coordinerà tutte le Asl" 51 21/12/2016 Il Messaggero - Roma «Salario accessorio, multe e vendita aziende minori» Tutte le falle del Bilancio 52 21/12/2016 Il Messaggero - Roma Ricettari rubati e certificati medici falsi: truffa da 400mila euro al sistema sanitario 53 21/12/2016 Il Messaggero - Metropolitana «Dalla giunta tanta approssimazione stupita da inesperienza e ingenuità» 54 21/12/2016 Il Messaggero - Umbria Scandalo coop «Voglio quelle dimissioni» 55 21/12/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ferrara Tresigallo, per l'Anteas una carrozzina in regalo 56 21/12/2016 QN - Il Resto del Carlino - Fermo Traffico di farmaci: tre infermieri devono risarcire 57 21/12/2016 QN - Il Giorno - Bergamo Brescia Il bilancio Ats fra riassetto e nuove indagini sulla salute 58 21/12/2016 QN - Il Giorno - Como Lecco Un vademecum per le analisi «Così migliora la raccolta dati» 59 21/12/2016 QN - La Nazione - Arezzo Asl, è arrivato il super-distretto Sì della Regione ma ora è bagarre 60 21/12/2016 QN - La Nazione - Lucca È Bortoli l'amministratore più pagato 61 21/12/2016 QN - La Nazione - La Spezia Tre "colpi" in pochi giorni Patteggia 62 21/12/2016 Il Secolo XIX - Imperia Autostoppista raggira i turisti, chiede un passaggio e "scrocca " soldi 63 21/12/2016 Il Secolo XIX - Levante Rapina con sparatoria, arrestati gli autori 64 PROFESSIONI Il capitolo non contiene articoli PERSONAGGI Il capitolo non contiene articoli SANITÀ NAZIONALE 28 articoli 21/12/2016 Pag. 25 diffusione:238671 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'intervista «In un anno con il vaccino si può fermare la meningite» Rappuoli, padre dell'antimeningococco: campagna sui minorenni Il rischio «Se non si interviene rapidamente i batteri potrebbero diffondersi» Margherita De Bac ROMA È il numero uno al mondo nella ricerca sul meningococco. Il vaccino contro il tipo C, il batterio capace di scatenare una delle forme più aggressive di infezione delle meningi cerebrali, l'ha scoperto lui, a Siena, negli stabilimenti ex Sclavo ora passati a GlaxoSmithKline . Rino Rappuoli, responsabile scientifico mondiale dell'azienda - senese senza contrada- la storia dell'ondata di contagi in Toscana e dei casi che hanno impaurito gli studenti milanesi avrebbe potuto scriverla prima. Siete sorpresi? «Era già tutto previsto, come leggere un libro di testo, che ci fossero dei vaccinati non rispondenti, ultimo in ordine di tempo il bambino ora ricoverato a Firenze. L'immunità completa non viene mai ottenuta, resta sempre un 5% di incertezza. L'unico modo per sconfiggere il germe è eliminarlo con una campagna a tappeto, dall'infanzia fino ai 18-20 anni. Così abbiamo fatto in Gran Bretagna nel 2000. E adesso è libera». Cosa significa? «Il batterio non circola più, non esiste. E parliamo di una situazione in cui si contavano 1.500 casi all'anno. Lo stesso succederebbe da noi in un anno, visto che la situazione è meno grave, se riuscissimo a proteggere almeno il 90% della popolazione a rischio in modo da raggiungere la cosiddetta immunità di gregge. Anche chi non ha fatto la profilassi starebbe al sicuro. In Toscana l'adesione all'offerta dell'antimeningococco è troppo lontana da questa percentuale». Il fenomeno toscano è preoccupante? «Bisogna insistere nel vaccinare soprattutto i bambini e i ragazzi tra 10 e 20 anni perché è tra loro che si trovano i portatori sani. Hanno il batterio, non si ammalano, ma lo trasmettono. Con la vaccinazione questo pericolo verrebbe annullato». Cosa prevede, come sarà l'andamento dell'infezione? «Questo è un ceppo più virulento degli altri, arrivato chissà come. Si sta riproponendo lo scenario visto in Nuova Zelanda e Stati Uniti. Se non si interviene rapidamente e con decisione i batteri si diffonderanno in tutta Italia. Guardiamo ad esempio ciò che è accaduto a Milano». Come mai i vaccini, anche contro influenza o morbillo, non funzionano al 100%? «Non lo sappiamo. Ipotizziamo che avvenga per fattori genetici individuali o ambientali, ad esempio per un uso improprio di antibiotici. Ma non c'è evidenza chiara. Comunque anche quando non c'è una protezione totale, aumentano le possibilità di prendere la malattia in forma lieve». Come è nato il vaccino senese? «Abbiamo cominciato a lavorarci negli anni Ottanta, nel 1991 il primo test sull'uomo. Il primo a registrarlo è stato il governo britannico, dove c'era una grande emergenza. Le difficoltà nel metterlo a punto? Superate grazie a una nuova tecnologia. E anche il vaccino contro il meningococco B, che entrerà dal prossimo anno nel calendario pediatrico nazionale, è stato ottenuto così». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi è Rino Rappuoli, nato a Siena 64 anni fa, è l'inventore del vaccino contro la meningite causata dal meningococco di tipo C Gli studi sul vaccino SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 7 21/12/2016 Pag. 25 diffusione:238671 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato per la Neisseria meningitidis di tipo C sono iniziati a fine anni 80 negli stabili-menti senesi della ex Sclavo, ora passata alla Glaxo- SmithKline di cui Rappuoli è attualmente direttore scientifico mondiale Nel '91 il vaccino è stato per la prima volta speri-mentato sull'uomo. Nel 2000 è iniziata la commercia-lizzazione La parola MENINGOCOCCO È una forma di batterio ed è noto perché causa la meningite. Venne scoperto da Giovanni Battista Ughetti nel 1880, poi isolato e coltivato in vitro da Anton Weichselbaum nel 1887. Infetta soltanto gli esseri umani e viene trasmesso per via inalatoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: All'opera Rino Rappuoli, classe '52, responsabile scientifico di GlaxoSmithKline SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 8 21/12/2016 Pag. 27 diffusione:238671 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La storia La strada che porta agli atenei italiani per chi studia (in romeno) a Enna L'università: privacy per chi cambia. Nodo test di ammissione al secondo anno di medicina Claudia Voltattorni Neanche cominciato il secondo anno e già se ne vogliono andare. E sì che ora arrivava il bello con la possibilità di fare esperienza in un ospedale vero e pure un po' di pratica sui cadaveri (cosa vietata in Italia). Ma per cinque ex matricole dell'università Dunarea Jos Galati con sede distaccata ad Enna l'avventura romena pare destinata a concludersi molto presto. Meglio tornare in Italia. Spostarsi di qualche centinaio di chilometri ma «rientrare» in patria e provare a diventare medici nella nostra lingua. Però saltando direttamente al secondo anno con la possibilità magari di avere anche qualche esame riconosciuto. Certo, sempre dopo aver superato il poco amato test di ammissione che ogni anno falcia migliaia di persone in tutta Italia, spegnendo il sogno di un futuro da medico. Una dei cinque ci è riuscita. Dopo un anno di studi alla facoltà di Medicina della Dunarea di Enna, le ha preferito l'Università degli Studi di Messina, statale, dove il 6 settembre scorso ha passato la prova di ammissione. Come lei, altri ex compagni della Dunarea hanno chiesto il trasferimento in un altro ateneo, sempre alla facoltà di medicina, tra Messina e Catanzaro (ma la Dunarea non conferma e invoca il rispetto della privacy dei ragazzi). Test come gli altri con in più il riconoscimento degli esami già sostenuti nell'università romena, e questo, racconta il quotidiano La Sicilia , non senza malumori da parte delle matricole italiane che parlano di «ingiustizia». Ma si prevede nuovo malumore anche da parte del ministero dell'Istruzione italiano che da un anno diffida l'ex senatore pd Vladimiro Crisafulli detto Mirello ad andare avanti con questa storia dell'università romena in Italia e del corso di laurea in Medicina. Lui, come raccontato sul Corriere da Gian Antonio Stella, attraverso la Fondazione Proserpina gestisce la Dunarea («io mi occupo della logistica»). «Continuiamo a ritenere quei corsi non validi» ripetono al Miur. Ma nel frattempo, il ministero ha dovuto pagare oltre 4 mila euro di spese legali dopo la bocciatura in primo grado e in appello del ricorso promosso contro la Dunarea: il tribunale di Caltanissetta ha respinto la richiesta di bloccare i corsi. Sul sito del Miur viene ribadito che «eventuali titoli rilasciati all'esito di tali corsi non avrebbero alcun valore né a fini accademici né ai fini professionali e non potrebbero essere riconosciuti né da altro Ateneo né da altra Autorità pubblica» e il «ministero sta valutando ogni possibile ulteriore azione al fine di ricondurre nel più breve tempo possibile questa spiacevole situazione nell'alveo della legalità e di fornire puntuali indicazioni alle università per confermare la non riconoscibilità del titolo di studio». Ma intanto alla fine del prossimo gennaio si inaugura il secondo anno accademico della Dunarea. Gli iscritti, tra Medicina e Professioni sanitarie sono arrivati a 80 e, dice Crisafulli, «provengono anche dal resto d'Italia, molti da Torino». Nel 2015 erano tutti siciliani, «ogni anno - sottolinea l'ex senatore pd -, 46 mila studenti lasciano la Sicilia, anche per andare all'estero, in Romania o Albania, è meglio dar loro una sede dell'università romena vicino casa, no?». A chi si iscrive alla Dunarea di Enna (9.400 euro l'anno per Medicina), viene chiesto di frequentare un corso di 3 mesi di romeno (2.200 euro il costo), propedeutico all'ammissione al corso di laurea. Questo perché tutte le lezioni sono in lingua romena. Ci sono poi il tirocinio in strutture ospedaliere e la pratica in Romania. Il titolo finale? «Riconosciuto automaticamente anche in Italia» garantisce Crisafulli. Ma i cinque «transfughi» hanno scelto la sicurezza di una laurea italiana. © RIPRODUZIONE RISERVATA 15° Posto La posizione della Kore, ultima nella classifica degli atenei privati del Sole 24Ore Foto: Gli studenti SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 9 21/12/2016 Pag. 27 diffusione:238671 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato In alto, aspi-ranti medici dell'università romena di Enna, sede distaccata dell'ateneo Dunarea Jos Galati (foto Angelo Cappa) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 10 21/12/2016 Pag. 15 diffusione:105722 tiratura:156556 Per Menarini shopping negli Usa Silvia Pieraccini Per Menarini shopping negli Usa pagina 19 pMenarini fa shopping in Usa e si prepara a chiudere l'anno con una crescita dei ricavi superiore al 6%a 3,5 miliardi di euro. Per il gruppo farmaceutico fiorentino che fa capo alla famiglia Aleotti, si tratta di un consolidamento della presenza industriale negli Stati Uniti, dove già possiede laboratori di ricerca a San Diego, in California. Ora Menarini acquisisce dall'americana Janssen Diagnostics il business CellSearch Ctc, unica tecnologia approvata dalla Fda (Food and drug administration) per rilevare le cellule tumorali circolanti nei pazienti oncologici. L'operazione - il cui valore non è stato reso noto, e che avviene attraverso Menarini Silicon Biosystems - comprende anche il passaggio dello stabilimento produttivoe del laboratorio per la diagnosi oncologica che si trovano vicinoa Filadelfia, in cui lavorano una trentina di persone. «Questa acquisizione è un traguardo importante per Menarini Silicon Biosystems- spieganoi fratelli Luciae Alberto Giovanni Aleotti, presidente e vicepresidente del gruppo Menarini- che conterà ora anche su uno stabilimento produttivo negli Usae si arricchirà del know how di scienziati statunitensi operanti ad altissimo livello nel settore della diagnostica oncologica». La tecnologia americana di CellSearch Ctc estrae dal sangue le cellule tumorali circolanti con una metodologia già approvata dalla Fda. Fino a oggi il processo si fermava qui ed era possibile solo "contare" tali cellule, ma non analizzarle. Ora interverrà la tecnologia italiana Deparray di cui dispone Menarini, che è in grado di isolare quelle cellule, già certificate come tumorali, una ad una, così da analizzarne il genomae le mutazioni senza contaminazioni e trovare il farmaco più adattoa ciascun paziente, una terapia "cucita addosso" per una medicina personalizzata e di precisione. L'abbinamento delle due tecnologie CellSearch e Daparray, secondo Menarini, con- sentirà di effettuare da un semplice prelievo di sangue la mappatura del genoma e delle mutazioni tumorali di ciascun paziente, oltre che una prognosi più rigorosae una valutazione del rischio di ricorrenza della malattia con una precisione senza precedenti. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FARMACEUTICA 21/12/2016 Pag. 17 diffusione:105722 tiratura:156556 Ica divide gli utili con i dipendenti GLI AIUTI Accordo con il Comune di Fiastra per la realizzazione di un edificio polifunzionale in legno che sarà farmacia e centro di prima assistenza Ilaria Vesentini CIVITANOVA MARCHE (MC) pCoesione è competizione. È lo slogan che ha animato il Maceratese questa estate in occasione del seminario Symbola sulla soft economy ed è il motto che sta guidando ora le strategie di restituzione al territorio della Ica di Civitanova Marche, leader mondiale nella produzione di vernici per legno, 115 milioni di fatturato, 51% export, 570 dipendenti. L'azienda ha appena donato 100mila euro al Comune di Fiastra, nell'entroterra, per aiutare la popolazione terremotata facendosi carico della costruzione di un centro polifunzionale di prima emergenza e aggregazione sociale; e per la prima volta quest'anno condivide l'utile di bilancio con i dipendenti, destinando a ognuno dei 350 lavoratori del quartier generale circa 600 euro attraverso un inedito progetto di welfare. Fondata nel 1971 dalla famiglia Paniccia, tuttora alla guida, Ica si era già fatta notare pochi mesi fa aggiudicandosi il riconoscimento Randstad come azienda top del Centro Italia nella gestione dei dipendenti, tra palestra, mensa, assistenza sanitaria. «Sono le risorse umane il primo asset della nostra competitività e questa iniziativa di welfare diventerà un progetto stabile di compartecipazione agli utili», sottolinea il presidente Sandro Paniccia, seconda generazione al timone di Ica, assieme a due fratellie sei nipoti.A testimoniare il connubio indissolubile tra aziende e famiglia di una multinazionale tascabile che sta investendo in tutto il mondo. «Con solide radici nella terra dove ci sono i migliori mobilieri al mondo e le migliori tecnologie per il legno», ricorda Paniccia. Già presente in Spagna, Germania e Cina, il gruppo maceratese ha acquisito a inizio anno in Polonia Italcolor Sp. z.o.o., leader di mercato nel settore vernici per legno e storico distributore locale dei prodotti a marchio Ica.E ha dato il vita pochi mesi fa a una joint venture in India con Pidilite (big quotato in Borsa) per la distribuzione dei propri prodotti in tutto il subcontinente indianoe per la costruzione di uno stabilimento che saràa regime nel 2018 con una potenzialità di 50 milioni di euro di fatturato. «Abbiamo un piano di investimenti 2016-2018 da 36,5 milio- ni di euro, tra crescita per linee esterne e R&S; 13 milioni li abbiamo già spesi quest'anno», precisa Paniccia. Che ha appena firmato con il sindaco di Fiastra, Claudio Castelletti, l'accordo per realizzare un edificio polifunzionale tutto in legno di 300 mq che servirà in questa prima fase di emergenza come farmacia e centro di prima assistenza, per poi diventare centro di aggregazione sociale. «Abbiamo voluto dare un segno concreto di aiuto e speranza - conclude il presidente - a uno di borghi più importanti per il rilancio turistico del Parco dei monti Sibillini». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Solidarietà. L'azienda di vernici di Civitanova Marche destina a ciascuno dei 350 lavoratori circa 600 euro in welfare 21/12/2016 Pag. 27 diffusione:239605 tiratura:340745 Terapia anti cancro Menarini negli Usa compra Cell Search FIRENZE. Menarini Silicon Biosystems compra CellSearch CTC dall'americana Janssen Diagnostics LLC. Passerà così al gruppo toscano l'unica strumentazione già approvata dalla Food and Drug Administration e con marchio CE per la rilevazione delle Cellule Tumorali Circolanti nei pazienti oncologici a partire da una biopsia liquida. Passerà a Menarini anche la gestione dello stabilimento produttivo e il Clia Lab di Huntingdon Valley, nei pressi di Philadelphia, laboratorio per la diagnostica oncologica. 16.000 DIPENDENTI E RICERCA La Menarini ha 16.300 dipendenti nel mondo, di cui un migliaio impegnati nella ricerca scientifica SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ACQUISIZIONI 21/12/2016 Pag. 17 diffusione:154324 tiratura:222715 Peluche, alberi e tucani: l'ospedale dei bambini è diventato una giungla Nuovo reparto a Firenze: meno stress per i piccoli FRANCO GIUBILEI FIRENZE Se la freddezza glaciale dei macchinari medici inquieta gli adulti, si può facilmente immaginare quanto possa angosciare un bambino. Ecco perché la radiodiagnostica dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze si è riempita di pappagalli, leopardi e tucani, con un effetto giungla studiato apposta per distrarre i piccoli pazienti dal motivo per cui si trovano lì. Inaugurati ieri, i nuovi arredi sono stati collaudati per un paio di giorni prima del taglio del nastro e la risposta è già buona: «Gli operatori ci hanno detto che il loro lavoro è facilitato grazie all'impatto positivo su bambini e genitori - spiega il direttore generale dell'ospedale, Alberto Zanobini -. Ci siamo ispirati all'esperienza del Sant Joan De Deus di Barcellona, il più importante della Spagna, con cui abbiamo una partnership e un gemellaggio, solo che loro per tema hanno scelto lo spazio». Per trasformare gli esami che normalmente vengono sopportati dai bambini in ambienti alieni pervasi dai rumori delle macchine, spesso in condizioni di assoluta immobilità, in qualcosa che somigli a un gioco o a un'avventura, i responsabili del Meyer hanno sparso peluche e fatto ricorso a piccoli trucchi: «Vicino alla nost ra risonanza abbiamo messo una risonanza magnetica giocattolo, dove i bimbi possono fare la risonanza magnetica all'orsacchiotto - aggiunge il dirigente -. Si tratta di un approccio che abbiamo usato anche in un'ottica più ampia: a settembre abbiamo inaugurato un parcheggio che ricorda un enorme zoo, con la zona elefanti, in modo che già parcheggiare la macchina diventi un gioco. Lo scopo è attutire l'ansia dell'ospedalizzazione». L'ospedale M eyer segue i bambini dalla terapia intensiva neonatale fino alla maggiore età, mediamente registra 9 mila ricoveri all'anno in 250 posti letto e un milione 700 mila accessi ambulatoriali. Fra le attività della radiodiagnostica, oltre alle problematiche legate all'oncologia pediatrica, ci sono quelle connesse con la neurochirurgia e con la cura dell'epilessia, per cui l'ospedale è centro di riferimento. L'opportunità di intervenire sulla riduzione dello stress dei piccoli pazienti, basata su una filosofia condivisa da un numero crescente di servizi sanitari, si è tradotta nell'ideazione di una scenografia che ricorda vagamente Il Libro della Giungla, pietra miliare dell'immaginario a cartoni animati della generazione degli anta. La direzione ha dunque deciso di coinvolgere il servizio di psicologia ospedaliera, che ha caldamente suggerito la soluzione della foresta esotica e dei suoi abitanti in alternativa a quella del mondo sommerso, con pesci e vegetazione sottomarina, giudicata più aperta e rilassante di quest'ultima: «Abbiamo pensato a un supporto per bambini e famiglie - conclude Zanobini -, per affrontare meglio la malattia». c 250 posti letto Quelli disponibili all'ospedale Meyer di Firenze che registra mediamente 9mila ricoveri e un milione e 700mila accessi ambulatori all'anno Foto: Il modello spagnolo Una delle sale della radiodiagnostica del Meyer a Firenze: per l'allestimento i dirigenti si sono ispirati a un ospedale di Barcellona SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La storia 21/12/2016 Pag. 36 diffusione:154324 tiratura:222715 La "scatola anti-fumo" che ci curerà scatenando il sistema immunitario Cambiano le strategie contro il tumore al polmone FABIO DI TODARO Èuna guer ra lenta, a t ratti sfib rant e, ma che non fa registrare passaggi a vuoto. La lotta al cancro è fatta di speranze e piccoli successi, che tra i «big killer» riguardano soprattutto il tumore del polmone. Tra le neoplasie più difficili da trattare, proprio quelle polmonari hanno fatto registrare i progressi più significativi. I numeri rimangono preoccupanti: oltre 41mila le diagnosi previste in tutto il 2016, 33mila i decessi stimati, appena il 14% la quota di pazienti vivi a cinque anni dalla diagnosi. Ma, sforzandosi di guardare in avanti almeno di cinque anni, il ventaglio di «armi» a disposizione è destinato ad aumentare. L'obiettivo «è sviluppare una scatola magica che preveda l'uso di biomarcatori, test diagnostici e farmaci attivi mirati»: lo sostiene Giorgio Scagliotti, responsabile della struttura di oncologia polmonare dell'azienda ospedaliera San Luigi di Orbassano. «Il cancro del polmone dovrà essere colpito in modo preciso e selettivo». Le speranze derivano dall'impiego dei farmaci immunoterapici in alternativa alla chemioterapia. Se finora si è scelto di «sparare» sulle cellule cancerose con l'obiettivo di distruggerle, ma in modo poco selettivo, l'obiettivo è scatenare il sistema immunitario esclusivamente contro le cellule malate. E se finora l'approccio si era rivelato incoraggiante solo nella seconda linea delle cure, vale a dire dopo il fallimento della chemioterapia, ora inizia ad apparire significativo fin dal momento della diagnosi. Anche nei grandi fumatori. I primi riscontri erano arrivati a ottobre, con il riconoscimento dell'eff i c a c i a d e l p e m b r o l i z u mab sui tum o r i c h e esprimono la proteina PDL1, presente nel 30% dei pazienti che s 'a m m a l a n o di tumore del polmone. Gli ultimi a seguito della pubblicazione di una ricerca sul «New England Journal of Medicine»: questa ha evidenziato come un altro farmaco in grado di stimolare l'attività del sistema immunitario possa ridurre del 70% il rischio di progressione della malattia rispetto alla chemioterapia. Tutto ciò nei pazienti positivi a una mutazione del gene Egfr. Osimertinib - questo il nome della molecola - è stato approvato dalle agenzie regolatorie statunitense (Fda) ed europea (Ema). Ora si attende il via libera dell' Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, affinché il nuovo farmaco, la cui assunzione è per via orale, possa essere messo a disposizione dei pazienti. «È una vera svolta per oltre la metà dei pazienti con un tumore al polmone non a piccole cellule, positivo alla mutazione dell'Egfr», dice Marina Garassino, responsabile dell'unità di oncologia toraco -polmonare d e l l ' I s t i t u t o Nazionale dei tumori di Mil a n o : « L a maggiore effic acia di osimertinib - aggiunge - cambia completamente le prospettive di vita di molti pazienti e perm e t t e l o r o una qualità di vita normale». Conferma Cesare Gridelli, direttore del dipartimento di oncoem atologia d e l l 'a z i e n d a o s p e d a l i e r a San Giuseppe M o s c a t i d i Avellino e presidente dell'Associazione Italiana di Oncologia Toracica: «Si tratta del primo t r a t t a m e n t o efficace per i pazienti con un tumore al polmone metastatico o localmente avanzato, che sviluppa la più comune causa di resistenza ai farmaci di prima linea: gli inibitori della tirosin chinasi». Nel tentativo di cronicizzare la malattia in futuro l'immunoterapia porrebbe ridurre il ricorso alla chirurgia o essere un valido supporto. Quella contro il tumore del polmone - per il quale, al momento, non esistono in Europa procedure di diagnosi precoce coperte dai Servizi sanitari - è una battaglia ad ampio spettro: se è stato considerato una neoplasia maschile, negli ultimi anni la sua incidenza è cresciuta tra le donne, arrivando al 30%. Un dato preoccupa: è di vent ato la prima causa di morte tra le donne europee e c'è chi teme che in pochi anni il sorpasso sul carcinoma della mammella avvenga anche in Italia. Alla base del trend la diffusione del fumo di sigaretta. Una situazione messa in luce a Vienna al congresso Iaslc, l'Associazione internazionale per lo studio del tumore ai polmoni: nelle donne questo tumo re presenta alcune specificità, come la maggiore ricorrenza degli adenocarcinomi. Un punto che non deve disto glie re l 'attenzione dalla prima raccomandazione degli esperti: se da domani non si accendesse più nemmeno una sigaretta, le nuove diagnosi di tumo re del SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PONCOLOGIA/1 tutto SCIENZE & salute 21/12/2016 Pag. 36 diffusione:154324 tiratura:222715 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato polmone c rollerebbero almeno dell'80%. Anche una sola «bionda» al giorno, d'altronde, accresce fino al 64% il rischio di ammalarsi: lo ri velano i ri ce rc atori del «National Cancer Institute» Usa, s gomb rando il campo dai dubbi in un lavoro su «Jama Medicine»: «Nessun livello di fumo è da considerare sicuro». Q uale migliore occasione per spegne re l'ultima sigaretta? Twitter @fabioditodaro c Giorgio Scagliotti Oncologo RUOLO: È RESPONSABILE DELL'ONCOLOGIA POLMONARE DELL'AZIENDA OSPEDALIERA SAN LUIGI DI ORBASSANO L'allarme Il tumore al polmone è diventato la prima causa di morte tra le donne europee e ora si teme che in pochi anni il sorpasso sul carcinoma della mammella avvenga anche in Italia 21/12/2016 Pag. 36 diffusione:154324 tiratura:222715 "A tavola si può imparare ad affamare il cancro" ANDREA TORNIELLI Ridurre la possibilità di ammalarsi di cancro: si può, anche cambiando le abitudini a tavola. A spiegarcelo è l'oncologa Maria Rosa Di Fazio nel libro «Mangiare bene per sconfiggere il male» (Mind Edizioni). È responsabile di Oncologia al Centro medico internazionale «SH Health Service» di San Marino, dove applica il metodo chemioterapico di Philippe Lagarde, luminare di fama mondiale. Il metodo usa gli stessi farmaci dei protocolli standard, ma con dosaggi ad hoc per ogni paziente e accompagnati da integratori naturali che abbattono la tossicità del 70%. E, ovviamente, include i regimi alimentari, sempre individuali, che hanno lo scopo di affamare le cellule tumorali. Che relazione esiste tra ciò che mangiamo e il cancro? «È stretta, è diretta e non può essere ignorata. Le cattive abitudini alimentari - insieme con inquinamento atmosferico, genetica, stress psicofisico e fumo - possono incidere nell'insorgere e nello svilupparsi dei tumori. E intanto sono troppi i cibi sempre più industriali e manipolati». Può fare qualche esempio? «Su tutto le bibite gassate. Una lattina contiene il 44% del fabbisogno di zucchero giornaliero. Poi noi aggiungiamo quello palese di biscotti, brioches, merendine e quello nascosto in forma di conservanti. Ma le cellule tumorali con lo zucchero ci banchettano: ne mangiano 20 volte di più rispetto alle cellule sane. Dobbiamo conoscere gli effetti nocivi di certi alimenti e imparare che non conta solo "cosa" mangiamo, ma "quando" nella giornata e "come"». Nel concreto? «Frutta, carboidrati e zuccheri vanno bene di mattina, quando il metabolismo funziona a pieno ritmo. Ma vanno evitati la sera, perché si accumulano nel fegato come grasso. Una pizza a cena, seguita dal carico da 90 di un dolce, può essere un raro strappo, mai la regola». Frutta solo al mattino? «Solo a colazione. Mai a fine pasto, perché crea putrescina, proteina che fa marcire quanto si è ingerito». E, allora, come la mettiamo con le famose cinque porzioni al giorno di frutta e di verdura? «Non sono sbagliate le porzioni, ma le proporzioni. Meglio una sola di frutta al mattino, di un unico tipo per volta e stagionale, e quattro porzioni di verdure: da consumare sia crude sia cotte». E il glutine? «Nelle farine viene gonfiato oltre natura per assecondare necessità produttive e di resa. Certo, la pasta non scuoce, ma tutto quel glutine diventa una colla che ci "asfalta" il sistema immunitario, racchiuso all'80% nell'intestino, rendendolo cieco e sordo. Così lasciamo la porta aperta a inquinanti, batteri, virus e alle cellule tumorali». Che cosa può dire delle uova? «Nove italiani su 10 sono convinti che vadano evitate, perché p ro d u r re b b e ro coleste rol o. È sbagliat o. La "fabbrica" del colesterolo è nei carboidrati, mentre le uova sono u n 'e c o n o m i c a fonte di proteine». Qual è, dunque, la dieta ideale per non ammalarsi? «Non amo la parola "dieta": sa di provvisorio. Preferisco "regime" alimentare. Mettiamo alla base della piramide alimentare verdure e legumi. Riduciamo il glutine, via le bibite, evitiamo i cibi pronti surgelati. E limitiamo sia le carni rosse sia latte e derivati: questi del tutto, se si è affetti da tumori ormono -sensibili come quelli al seno, utero e prostata». c Le giuste dosi Il suggerimento è una porzione al giorno di frutta (meglio se al mattino), seguita da quattro di verdure: prima di tutto crude e poi cotte, in forma di minestroni e anche di passate Maria Rosa Di Fazio Oncologa RUOLO: È RESPONSABILE DI ONCOLOGIA NEL CENTRO MEDICO INTERNAZIONALE «SH HEALTH SERVICE» DI SAN MARINO SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PONCOLOGIA/2 tutto SCIENZE & salute 21/12/2016 Pag. 27 diffusione:115344 tiratura:158020 Un respiro cancella l'infelicità Esercizi di inspirazione ed espirazione permettono, in ogni posto, di combattere vari disturbi: dal mal di schiena all'ansia Carla Massi Bisogna trovarlo il tempo, ogni giorno, per fermarsi e fare respiri profondi. Bisogna trovarlo perché, così, si riesce spesso da soli a fronteggiare malanni diversi. Del corpo e della mente. Dalla tosse alla crisi d'ansia. Potrebbe essere questo periodo lontano dal lavoro in cui si prova ad imparare come il respiro possa essere capace di prevenire alcune malattie e anche affrontarle per riportare stabilità all'umore. L'operazione dell'inspirare, trattenere e espirare sta diventando una pratica utilizzata anche da chi solitamente non dedito a pratiche di meditazione o esercizi yoga ad alti livelli. Come dimostra il manuale Fai un bel respiro firmato da Gabriella Cella fondatrice della scuola Yoga Ratna (Rizzoli). LA PAURA «Ogni volta che siamo stressati, presi dall'ansia, preoccupati, impauriti, oppure molto stanchi o affannati, tendiamo a irrigidirci e a stare sulla difensiva perdendo lucidità ed equilibrio, quando invece l'unica cosa che dovremmo fare per sentirci meglio è respirare - spiega - Respirare è un'azione che compiamo costantemente, senza prestarci attenzione, ma se impariamo a osservare il respiro, a osservare noi stessi, ne trarremo immensi benefici». Quaranta esercizi molto semplici che, nella maggior parte, posso essere eseguiti ovunque. Proprio perché il momento del respiro ha il vantaggio di poter trovare posto ovunque e in ogni ora della giornata. Ogni esercizio ha il suo identikit. Viene presentato, prima di tutto, attraverso i benefici che regala al corpo (abbassare la pressione, alleviare i dolori alla schiena come la fatica, aiutare a combattere il raffreddore come la sinusite) e alla mente (dona una sensazione di benessere, favorisce la concentrazione, fa ritrovare la calma). L'INSONNIA È di qualche settimana fa uno studio Usa proprio sulle tecniche di respirazione controllata che permettono di alleviare l'ansia e l'umore nero. La ricerca della Perelman School of Medicine dell'università della Pennsylvania, pubblicata su Journal of clinical psichiatry , ha coinvolto venticinque pazienti che manifestavano gran parte dei sintomi di ansioso-depresso. Come tristezza profonda, bassa autostima calo di interesse verso le relazioni, insonnia, tachicardia, riduzione dell'appetito. Un gruppo ha seguito una terapia comprensiva di esercizi yoga e respirazione mentre per l'altro nessuna attività. Solo i farmaci. Il primo gruppo ha mostrato un generale miglioramento delle condizioni di salute mentre il secondo è rimasto invariato. «La parte del nostro corpo che consuma più ossigeno è il cervello - aggiunge Gabriella Cella che, perciò, ha maggiore necessità di produrre energia. Questa ricarica viene attivata proprio attraverso la respirazione. Ricordiamo che si possono ritagliare dei momenti nel corso della giornata». Alla scrivania («Vedrete che riprenderete a lavorare più riposati e più lucidi»), oppure seduti in treno, durante lunghi tragitti in macchina quando si è bloccati nel traffico. «Ogni luogo, si ricordi è adatto alla pratica, se abbiamo necessità che il respiro ci venga in soccorso». Il momento giusto ALLA SCRIVANIA La respirazione per rilassarsi può essere praticata anche alla scrivania: permette di ritrovare forza e lucidità NEL TRAFFICO Quando si è bloccati in auto nel traffico potrebbe essere utile eseguire esercizi per allontanare l'ansia crescente IN CASA Un esercizio al mattino permette di far tornare energia a chi, per l'umore nero, non ce la fa ad uscire Foto: NEL MANUALE DI GABRIELLA CELLA MAESTRA YOGA 40 METODI PER RICARICARE IL CERVELLO SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA GUIDA 21/12/2016 Pag. 29 diffusione:115344 tiratura:158020 Tanto pesce e pochi dolci contro la psoriasi GLI ZUCCHERI POSSONO AGGRAVARE L'INFIAMMAZIONE DEI TESSUTI FAVORENDO LESIONI SULLA CUTE Le festività natalizie sono una minaccia per la linea, ma possono rivelarsi "pericolose" anche per chi soffre di problemi alla pelle, in particolare di psoriasi. Dagli esperti della Scuola della Psoriasi arrivano dei suggerimenti per un menù "salva pelle": sì a pesce, carni magre e noci, no a torrone e dolci elaborati.In questo periodo di abbuffate senza troppe remore su dolci e grassi, salvarsi letteralmente la pelle può diventare difficile. Il rischio di sovrappeso e soprattutto infiammano i tessuti, spianando la strada alla comparsa di nuove lesioni sulla cute. LA VIGILIA Per questo, in occasione della seconda riunione della Scuola della Psoriasi, organizzata dalla Dermatologia dell'università Federico II che si è svolta a Napoli, gli esperti hanno fatto il punto sui cibi che a oggi sono amici o nemici dei pazienti: per la cena della vigilia sì al pesce accompagnato da verdure invernali per contorno come carote e zucca gialla, per il pranzo di Natale via libera a carni magre come pollo e tacchino farciti di verdure come cavolo, bietole o spinaci e accompagnati da cereali integrali. LE FARCITURE Per dessert, ottima la frutta secca e qualche dolce della tradizione meno ricco di zuccheri, preferendo per esempio una piccola fetta di pandoro o panettone classici, senza farciture, a torrone e marron glacé. Attenzione ai dolci elaborati. «La dieta mediterranea è la migliore per i pazienti con psoriasi - spiega Nicola Balato professore di Dermatologia, università di Napoli Federico II, responsabile dell'ambulatorio della psoriasi - Tanto pesce azzurro, frutta, verdura e legumi sono i cardini di un'alimentazione sana, mentre la carne rossa e i salumi non andrebbero portati in tavola più di una volta al mese, quella bianca una volta alla settimana. Questa alimentazione è quella adeguata a mantenere bassi i livelli generali di infiammazione nella cute che è troppo elevata nelle persone con psoriasi». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PREVENZIONE 21/12/2016 Pag. 28 diffusione:115344 tiratura:158020 Test svela il rischio d'infarto in chi è sano Un test del sangue rapido e soprattutto economico per capire quali pazienti, apparentemente sani, sono in realtà ad alto rischio di attacco cardiaco. Secondo i medici, l'esame potrebbe essere più efficace del semplice controllo di pressione e colesterolo per stimare il rischio cardiovascolare in assenza di sintomi. Al momento il test è stato sperimentato solo sugli uomini, ma per il team di ricerca finanziato dalla British Heart Foundation dovrebbe funzionare anche nelle donne. Al centro dello studio il test della troponina, che esamina una proteina rilasciata quando il muscolo cardiaco è danneggiato. I medici già lo usano per la diagnosi di pazienti con un sospetto attacco cardiaco. Ma secondo i ricercatori delle Università di Edinburg e Glasgow, questo esame potrebbe essere utile per aiutare i pazienti ad evitare un infarto. LE STATINE Nella ricerca, Nicholas Mills e i suoi colleghi hanno scoperto che gli uomini con livelli più alti di troponina nel sangue sono più a rischio degli altri di subire un infarto o morire per una cardiopatia fino a 15 anni dopo. Ma mettendo alcuni di questi uomini ad alto rischio in trattamento preventivo (con statine), si è ridotto il rischio e anche i livelli di troponina. Lo studio è stato condotto su 3.300 uomini con colesterolo alto, ma senza una storia di cardiopatia. Gli scienziati ora puntano ad approfondirlo includendo anche le donne. Secondo David Newby, fra gli autori del lavoro pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology", «la troponina è come un barometro della salute del cuore. Se si alza è male e il tuo rischio di problemi cardiaci aumenta. Se scende va bene». LE ANALISI Inoltre, questo valore «sembra in grado di rivelare chi beneficia di più delle statine e apre a una nuova strada per analisi» mirate. Insomma, il test potrebbe aggiungersi alle misure attualmente impiegate per individuare precocemente il rischio cardiovascolare dei pazienti. «Il test della troponina aiuterà i medici a identificare i soggetti apparentemente sani che hanno una malattia cardiaca silente spiega Mills - In questo modo possiamo studiare trattamenti preventivi su misura per le persone che ne beneficeranno di più». Foto: VIENE ESAMINATA LA TROPONINA UNA PROTEINA RILASCIATA QUANDO IL MUSCOLO CARDIACO È DANNEGGIATO SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA SPERIMENTAZIONE 21/12/2016 Pag. 28 diffusione:115344 tiratura:158020 Così l'ictus si può prevenire Oltre 200mila persone l'anno colpite al cervello Più possibilità di limitare i danni intervenendo velocemente dai primi segni: ecco in che modo Valentina Arcovio E`un male subdolo che può presentarsi in molti modi diversi, più o meno riconoscibili: mancanza di forze, formicolio a un braccio o a una gamba, difficoltà a parlare e a vedere da un occhio, ecc. È l'ictus, la rottura o l'occlusione di un vaso sanguigno nel cervello, che rappresenta la seconda causa di morte nei paesi occidentali. Si stima che in Italia colpisca all'incirca 200mila persone all'anno, il 20% sono recidive. L'ATTACCO La buona notizia è che può essere prevenuto in 8 casi su 10. E può essere curato, purché tutto avvenga nei tempi e nelle modalità giuste. È su questo che si basa l'alleanza recentemente stipulata da Alice Italia Onlus e la Società Italiana di Medicina Generale (Simg). L'idea è quella lavorare insieme per sensibilizzare la popolazione sui percorsi da seguire per la prevenzione. Per avere, per esempio, più possibilità di superare l'attacco evitando le conseguenze, chiamando aiuto tempestivamente. Maggiore infatti è il tempo che trascorre dall'insorgenza dei sintomi, maggiore è il rischio che l'ictus provochi danni cerebrali e invalidità. I SEGNALI «L'ictus va riconosciuto appena compaiono i sintomi - sottolinea Paola Santalucia, vicepresidente dell'Associazione per la Lotta alla Trombosi e alla malattie cardiovascolari - e va curato in modo appropriato, senza perdere tempo: è un'emergenza medica, e i pazienti dovrebbero essere ricoverati e curati in unità opportunamente attrezzate chiamate Stroke unit». Eppure nel nostro paese le Stroke Unit, dove si esegue oltre che la trombolisi con farmaci, anche la trombectomia meccanica, sono meno di quanto sarebbe necessario. «La terapia trombolitica con farmaci - spiega Valeria Caso, neurologa presso l'Ospedale Misericordia di Perugia e presidente dell'European Stroke Organization - deve essere somministrata in fase precocissima, entro 4 ore e mezza al massimo dall'inizio dei sintomi e serve quando l'evento acuto ha interessato vasi piccoli o medi, mentre quando ad essere interessati sono vasi di grandi dimensioni la sua efficacia non supera il 40%». In questi casi si hanno 6 ore di tempo per andare in sala operatoria e sottoporsi a una trombectomia meccanica. «La tecnica - sottolinea Caso prevede l'inserimento di uno speciale stent retriever mediante accesso inguinale che, sotto guida radiografica, raggiunge l'arteria cerebrale occlusa e ne ristabilisce la pervietà, asportando i residui di materiale che lo aveva ostruito». GLI SPOSATI Oltre la medicina, è il mondo emotivo che circonda il paziente ad aiutare la ripresa. Come dimostra uno studio della Duke University di Durham, in Nord Carolina, pubblicato sulla rivista Journal of the American Heart Association: chi ha un matrimonio o una relazione stabile ha migliori prospettive di sopravvivenza. Gli studiosi hanno analizzato alcuni dati parte di uno studio sulla salute e lo status pensionistico in Usa che poggiava su 50 anni di interviste ai partecipanti, selezionando un campione tra coloro che avevano avuto un ictus dal 1992 al 2010. IL PARTNER Sono stati presi in esame 2351 adulti di 41 anni e oltre. I risultati hanno evidenziato che il rischio di decesso dopo un ictus risultava del 71 per cento maggiore per coloro che non erano stati mai sposati rispetto a chi aveva un matrimonio stabile. Per i pazienti che erano divorziati o vedovi, questo rischio risultava rispettivamente del 23% e del 25% maggiore, con un divario rispetto a chi aveva una relazione stabile che cresceva ancora per coloro che avevano sperimentato il divorzio o la perdita del partner più di una volta. Non vi erano, nel complesso, differenze sostanziali tra uomini e donne. L'alcol Basta con l'abuso di alcol: aumenta la probabilità di ictus. Le donne rischiano molto più degli uomini Il fumo Smettere con il fumo: il rischio di ictus cresce con il crescere del numero di sigarette fumate. Declina dopo la sospensione del fumo nell'arco di 2-4 anni L'attività fisica Seguire attività fisica regolare: apre più vasi sanguigni nel cuore, limitando i danni di "chiusura" di un'arteria SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA PATOLOGIA 21/12/2016 Pag. 28 diffusione:115344 tiratura:158020 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il menù Ridurre la quantità di sodio nella dieta. Il sodio si trova soprattutto nel sale ma anche nei cibi preconfezionati Foto: IL DIPINTO Uno studio ha analizzato questo autoritratto di El Greco evidenziato il suo viso colpito da un ictus Foto: UNO STUDIO USA DIMOSTRA CHE IL PAZIENTE CON UN RAPPORTO D'AMORE STABILE HA UNA RIPRESA MIGLIORE 21/12/2016 Pag. 28 diffusione:115344 tiratura:158020 Vaccino anti-aterosclerosi fa barriera al colesterolo R.M. Funziona, per ora sul modello animale, il vaccino contro l'aterosclerosi al quale stanno lavorando vari laboratori in Usa: «Nei topi si è registrata una diminuzione del 60-70% delle placche aterosclerotiche e l'obiettivo è iniziare la sperimentazione sull'uomo nell'arco di 2-3 anni». Ad affermarlo è stato l'esperto statunitense Jawahar Mehta, professore di Medicina al College of medicine-university of Arkansas for medical sciences in occasione della presentazione a Roma del congresso della Società italiana di cardiologia. IL LABORATORIO «Gli ultimi risultati - ha spiegato Mehta - dimostrano che il vaccino può ridurre la formazione delle placche aterosclerotiche e nei topi di laboratorio tale riduzione è stata pari al 6070%. Per la sperimentazione sull'uomo saranno necessari 2-3 anni». I ricercatori statunitensi hanno sviluppato delle molecole sintetiche con l'obiettivo di bloccare l'ingresso del colesterolo dal sangue alle pareti delle coronarie. IL COLESTEROLO L'aterosclerosi è una malattia infiammatoria cronica, progressiva, che colpisce le arterie. Tra le cause anche il colesterolo che, se presente nel sangue in quantità elevata e per un periodo di tempo prolungato, infiamma le arterie e riduce il passaggio di sangue e di ossigeno. «Abbiamo identificato- aggiunge l'esperto - un peptide promettente, che riduce significativamente la progressione dell'aterosclerosi e il rischio di ipertensione nei topi». Quindi, il vaccino prossimo venturo, potrebbe essere un'arma anche per affrontare la pressione alta. Patologia sempre più diffusa. In Italia colpisce 17 milioni di persone (33% uomini, 31% donne). Scatenando complicanze cardiovascolari quali l'ictus, infarto del miocardio e insufficienza renale cronica. I due terzi dei pazienti trattati, con terapia di prima linea, però, non raggiungono il corretto livello di pressione. Oggi, un nuovo approccio terapeutico potrebbe consentire di salvaguardare gli organi bersaglio del killer silenzioso: cuore, vasi e reni. Come emerge dallo studio Escape-It. LA TERAPIA Il lavoro, realizzato da ricercatori italiani con il supporto della società farmaceutica belga Therabel e pubblicato su "Cardiovascular Therapeutics", ha riguardato l'utilizzo del canrenone, in aggiunta agli "Ace-Inibitori" o sartani e idraclorotiazide (un diuretico). «L'aggiunta del canrenone spiegano i ricercatori - come terzo farmaco ha portato a normalizzare oltre il 70% dei pazienti». Foto: LA PROFILASSI La puntura dovrebbe essere prevista durante l'infanzia Foto: SUCCESSO NEI TOPI TRA DUE ANNI PROVE ANCHE SULL'UOMO UNA NUOVA TERAPIA PER VINCERE L'IPERTENSIONE SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA RICERCA 21/12/2016 Pag. 18 diffusione:39883 tiratura:75622 La contraffazione ha costi tremendi. Con internet il fenomeno è esploso distruggendo nel mondo 2,5 mln di posti di lavoro SIMONETTA SCARANE Il mercato della contraffazione nel sua globalità costa ogni anno 167 miliardi di euro ai paesi dell'Unione europea, secondo quanto è emerso dal Rapporto sull'impatto della contraffazione nei confronti dell'economia elaborato dal Centro di ricerche economiche Cebr, e commissionato da NetNames, gruppo anglosassone specializzato nella protezione dei marchi su internet. Il rapporto è stato pubblicato in esclusiva dal quotidiano francese Le Monde. Con internet la circolazione dei prodotti contraffatti aumenta al punto da distruggere 2,5 milioni di posti di lavoro l'anno. Di questi, 26.300 sono in Francia e 107.500 in Germania, secondo paese più colpito dal fenomeno dopo gli Stati Uniti, primi in classifi ca con un mercato di 225 milioni di dollari, pari a 216 mln di euro (1,3% del pil) e la perdita di 750 mila posti di lavoro l'anno. Il meno toccato è la Danimarca, con 222 milioni di dollari, pari a 213,6 mln di euro ( (0,1% del pil). In Francia, il mercato della contraffazione vale 7,3 miliardi di euro l'anno, secondo il Rapporto, circa lo 0,3% del pil. Per l'economia francese rappresenta fi no a 6 miliardi di euro di mancato guadagno globale l'anno. Inoltre, sono 62 i miliardi di dollari (58,2 miliardi di euro) quanto a mancate entrate fi scali e spesa sociale per l'insieme dei paesi del G20. La contraffazione è un'arma di distruzione di massa. Oltre alla responsabilità di un milione di decessi l'anno, la riproduzione illegale di prodotti brevettati e a marchio direttamente e indirettamente sulle economie. Il mercato mondiale della contraffazione, che è una delle risorse preferite dal terrorismo e della criminalità organizzata per la debolezza del rischio, nel 2014 valeva 1.700 miliardi di dollari (1.636,6 miliardi di euro), secondo le stime della camera di commercio internazionale (Icc), più del pil di certi paesi come l'Austria, il Belgio, e la Svezia. E si è fortemente sviluppato con internet. Nel 2001 era valutato 350 miliardi di dollari (336,9 mld di euro), secondo l'Icc, e nel 1982 era 5,5 miliardi (5,2 mld di euro). Su internet i prodotti contraffatti sono il 10% del commercio online. In questo contesto lo sviluppo dei social network ha giocato un ruolo di accelerazione. Il 37% dei francesi ha acquistato online un prodotto contraffatto senza saperlo. Alcuni settori sono presi di mira maggiormente dai contraffattori: farmaci, elettronica, alimentare il cui fatturato mondiale dei prodotti contraffatti è di 418 miliardi di dollari (402 mld di euro), che supera i proventi del mercato nero della prostituzione (186 miliardi di dollari, 179 mld di euro) e della marijuana (142 miliardi di dollari,136,6 mld di euro). Nel mondo il 37% dei farmaci venduti sono contraffatti. Nell'alimentare, sono taroccati prodotti per 49 miliardi di dollari (47,1 mld di euro). La Cina è la principale zona di produzione e di esportazione di prodotti contaffatti con l'80% di sequestri alle frontiere dell'Europa nel 2015, ma il dito è puntato anche contro Hong Kong, gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia. L'impatto sulla reputazione dei marchi e dei prodotti è diffi cile da quantifi care. Il fenomeno della contraffazione potrà crescere del 20% l'anno, in futuro, senza tenere conto del progresso tecnologico come la diffusione delle stampanti 3D che stanno diventando un vero problema per i grandi marchi. I privati possono riprodurre articoli in grande quantità senza nessun controllo. Solo quando costruiscono una vetrina su internet per venderli, allora possono venire intercettati. Senza considerare la moltiplicazione di nomi di dominio (fr.com; net, paris) con i quali i falsari possono giocare. In internet la crescita mondiale del mercato dei nomi di dominio è stata del 6,5% nel 2014 con più di 158,6 milioni di nomi depositati. © Riproduzione riservata Foto: Prodotti contraffatti vengono distrutti alla dogana Foto: Le pagine di Esteri sono a cura di Sabina Rodi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PAESE PIÙ COLPITO SONO GLI STATI UNITI, SEGUITI DALLA GERMANIA 21/12/2016 Pag. 12 diffusione:106834 tiratura:139701 L'obiezione è legittima PAOLO FERRARIO Non è punibile il farmacista che si rifiuta di vendere la "pillola del giorno dopo", esercitando l'obiezione di coscienza. Lo ha stabilito il Tribunale di Gorizia che, per la prima volta in Italia, ha assolto la farmacista E.M., imputata del reato di omissione o rifiuto di atti di ufficio, per aver negato a una donna il Norlevo. I fatti risalgono a giugno 2013, durante un turno notturno coperto da E.M., collaboratrice della farmacia comunale e, quindi, incaricata di pubblico servizio. Alla richiesta della donna del farmaco abortivo, dietro presentazione della ricetta medica, la farmacista rispondeva negativamente, invocando la clausola di coscienza prevista, tra l'altro, dal codice deontologico della categoria: «Il farmacista - si legge all'articolo 3 deve operare in piena autonomia e coscienza professionale, conformemente ai principi etici e tenendo sempre presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita». "Paletti" ora confermati anche dal Tribunale, che ha respinto la richiesta del pubblico ministero di una condanna a 4 mesi per la donna, aprendo così la strada a tutti i farmacisti obiettori. Soddisfatto l'avvocato Simone Pillon, legale della donna, che ora sollecita l'approvazione di «un'apposita legge» sull'obiezione di coscienza, «che prenda atto del pluralismo etico e della preminenza del diritto alla vita e alla libertà». Del «primato della coscienza sulla legge», parla il presidente del Movimento italiano per la vita, Gian Luigi Gigli, ricordando che il tema «diventerà sempre più pressante a causa degli sviluppi della ricerca biomedica e delle applicazioni tecnologiche in ambito sanitario». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pillola del giorno dopo 21/12/2016 Pag. 25 diffusione:39034 tiratura:101382 Il farmacista che cura con i romanzi noir Il bancone di famiglia, la scrittura all'alba, la passione per i fumetti, gli intrecci di Eco e Le Carré Storia di Leonardo Gori, l'uomo-medicina che, dopo i 40 anni, ha scoperto il fascino del thriller GIUSEPPE POLLICELLI FIRENZE Sono sette, dal 2000 a oggi, i romanzi di Leonardo Gori che han per protagonista il colonnello dei Carabinieri Bruno Arcieri, divenuto nel frattempo ex colonnello. Il più recente, Non è tempo di morire ( Ed. Tea, pp. 304, euro 14 ), è ambientato nell'ultimo scorcio del 1969 e si svolge tra Firenze, la città di Arcieri (e dello stesso Gori), e una Milano che è stata appena devastata dalla bomba esplosa in Piazza Fontana. Ormai in pensione, legato sentimentalmente alla compagna Marie (una francese di vent'anni più giovane di lui che, misteriosamente, non riesce a imparare una parola d'italiano) ma incapace di restare lontano da indagini e intrighi, il settantenne Arcieri decide stavolta di fare luce su una torbida vicenda familiare che affonda le sue radici negli anni della Seconda Guerra Mondiale ma si ripercuote, appunto, fino al 1969. Pur essendo tu un romanziere prolifico, la tua principale professione rimane quella di farmacista. Non hai mai pensato di abbandonarla per dedicarti completamente alla scrittura? «La farmacia è un'eredità familiare, difatti ci lavorano anche mio fratello e mio cognata; ci penserei dunque mille volte prima di lasciarla. Se poi consideriamo che vivere esclusivamente di scrittura creativa è un privilegio riservato a pochi, si comprende per quale motivo seguiterò a dedicare ai miei libri soltanto 2/3 ore al giorno». Quando scrivi, di preferenza? «Sempre al mattino presto». E in media quanto impieghi a completare un romanzo? «Di solito da un minimo di otto mesi a un massimo di dodici. Diciamo che un romanzo all' anno riesco a produrlo». Sei arrivato alla narrativa abbastanza tardi, a oltre 40 anni: fino alla fine degli anni Novanta ti eri distinto esclusivamente come studioso e storico del fumetto tra i più autorevoli in Italia. Come hai capito di possedere una vena da romanziere? «Il merito va sempre agli amati fumetti. Premesso che ho avvertito sin da ragazzino un bisogno insopprimibile di scrivere, la svolta è avvenuta nel 1997, quando insieme a Gianni Bono realizzai per l'editore Federico Motta un volume celebrativo dedicato al personaggio fumettistico di Dick Fulmine. I testi li curai in gran parte io e cercai di tratteggiare una breve storia d'Italia dalla fine degli anni Trenta (Dick Fulmine è nato nel 1938) agli anni Sessanta: mi resi conto, così, che avevo narrato diverse vicende e che farlo mi era piaciuto molto. Fu allora che decisi di provare a misurarmi con un racconto d'invenzione». E nasce Nero di maggio , che esce nel 2000, segna sia il debutto come giallista sia l'esordio del personaggio Bruno Arcieri. «Il cui nome è un omaggio ai fumetti. Brick Bradford, eroe di una celebre striscia americana di fantascienza, venne ribattezzato in Italia, alla sua prima apparizione nel 1934 sulle pagine della rivista Il Settebello, proprio Bruno Arceri (con una «i» in meno) . Erano agli anni dell'autarchia». Soprattutto nei tuoi primi romanzi non sono rari gli omaggi, più o meno nascosti, al mondo dei comics. Anche la tua scrittura è stata influenzata dal linguaggio fumettistico? «Sicuramente sì. Tra i miei primi riferimenti, per quanto riguarda la costruzione di una storia, c'è Romano Scarpa, grande autore disneyano. Inoltre, quando scrivo, penso ai vari momenti del romanzo come se fossero delle immagini da porre in sequenza, e mi sforzo di terminare ogni capitolo con una situazione sospesa che induca il lettore a proseguire nella lettura. Una lezione imparata dalle strisce sindacate statunitensi: sui quotidiani al ritmo di una al giorno». Perché hai scelto di muoverti nei territori del thriller? «È un genere che da lettore ho sempre amato, la decisione è venuta spontanea. Appartengo a una generazione che, tra gli anni 60 e i 70 ha dovuto sopportare la destrutturazione dell'intreccio e non mi è parso verso che, dopo l'uscita nel 1980 de Il nome della rosa di Eco, si sia tornati a raccontare storie narrativamente compiute, mettendosi alle spalle il rifiuto aprioristico e altezzoso dei generi». Al di fuori del fumetto quali sono i tuoi modelli? «Il maestro assoluto è John Le Carré: trame formidabili e romanzi di altissima qualità letteraria. Lo considero comunque un sottovalutato, malgrado l'enorme successo commerciale. Il Nobel l'avrei dato già da un pezzo a lui». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ultimo libro ambientato ai tempi di piazza Fontana 21/12/2016 Pag. 25 diffusione:39034 tiratura:101382 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Eccezion fatta per "Bloody Mary", un romanzo breve che hai scritto a quattro mani con il tuo collega Marco Vichi, non hai mai ambientato un tuo libro al giorno d'oggi. «Credo che per affrontare la contemporaneità occorra avere spalle assai larghe, perché ciò che ci è troppo vicino rischiamo di vederlo sfocato. E non mi considero ancora all'altezza di una simile prova. Tuttavia, non sopportando i falsi modesti, ci tengo a sottolineare l'avverbio "ancora"». PILLOLE IN GIALLO Sopra, l'ultimo romanzo di Leonardo Gori. Sotto, lo scrittore toscano «in borghese». In alto, dietro al bancone nella farmacia di famiglia a Firenze 21/12/2016 Pag. 17 diffusione:100036 tiratura:134560 «Scelta inammissibile, la ricetta non si discute» ROMA «LA FARMACIA deve essere a disposizione delle persone che si rivolgono a noi, è inammissibile contestare la ricetta». Annarosa Racca, presidente Federfarma, è decisa. Dottoressa Racca, come giudica l'assoluzione della farmacista che nega la contraccezione d'emergenza alla cliente? «Ritengo sbagliato che abbia contestato la prescrizione del medico. Di fronte alla richiesta della pillola del giorno dopo la farmacista doveva semplicemente consegnarla al più presto». E chi non ha la ricetta del medico? «Idem come sopra, la norma oltretutto è cambiata, per le maggiorenni dice che non c'è nemmeno più bisogno della ricetta medica. Il farmacista è deputato a dispensare il medicinale e per legge deve erogarlo, punto e basta. Qualora non l'avesse, deve procurarlo quanto prima». Una indicazione chiara, categorica. In base a quale principio viene assolta? «La farmacia è il primo presidio del sistema sanitario nazionale e come tale dobbiamo comportarci, non è prevista l'obiezione di coscienza». L'idea che una farmacista possa contestare una ricetta trasmette insicurezza... «Parliamo comunque di casi isolati. Risulta infatti, dalle ultime analisi dei dati, un grande incremento nella vendita di preparati contraccettivi di emergenza. È diminuito di pari passo il ricorso alle interruzioni volontarie di gravidanza, i dati diffusi dal ministro Beatrice Lorenzin mostrano che le farmacie italiane dispensano le specialità secondo la norma». Cambierà l'atteggiamento del farmacista nei confronti delle famiglie? «La farmacia sta al passo con i tempi, ma la nostra forza è la capillarità, essere pronti giorno e notte, con il consiglio al momento giusto come in questo periodo di influenza. Dal generico alle molecole innovative dispensato, fino ai servizi sanitari, la farmacia risponde al bisogno di salute dei cittadini e andremo avanti così. L'abbiamo dimostrato con l'adozione della ricetta elettronica (l'80 per cento è in forma telematica), con gli screening, la telemedicina». E non c'è il rischio di cercare i contraccettivi, come altri farmaci, su internet? «Il sistema sanitario italiano è tra i migliori al mondo e si fonda sul binomio medico e farmacista. Io dico: non fidiamoci di quel che leggiamo, a proposito dei falsi siti su internet, rivolgetevi ai professionisti in carne e ossa, che oltretutto sono aperti anche a Natale». Alessandro Malpelo SCHEDA Entro 72 ore Il levonorgestrel è [2][3]usato a scopo contraccettivo, come principio attivo della «pillola del giorno dopo», nelle diverse specialità: NorLevo, Lonel e Levonelle Entro 120 ore Ulipristal acetato, la pillola detta dei cinque giorni dopo, ha un'azione fino a 120 ore da un rapporto non protetto, considerato perciò a rischio di gravidanza indesiderata Abortivo RU-486 La pillola del giorno dopo non va confusa col farmaco per l'interruzione volontaria della gravidanza, noto come RU-486, diverso per principi, etica, tempi e meccanismi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA ANNAROSA RACCA, PRESIDENTE FEDERFARMA : LE PRESCRIZIONI DEL MEDICO VANNO ESEGUITE 21/12/2016 Pag. 17 diffusione:100036 tiratura:134560 ROMA FA DISCUTERE la decisione del Tribunale di Gorizia che ha assolto una farmacista di Monfalcone imputata di omissione di atti d'ufficio per aver rifiutato a una cliente, durante il turno di notte, la «pillola del giorno dopo», dichiarandosi obiettore di coscienza. La cliente oltretutto aveva la ricetta del medico, con l'indicazione di assumere la pillola in giornata. L'accusa aveva chiesto la condanna a 4 mesi con le attenuanti generiche e i benefici di legge. I giudici hanno optato invece per l'esclusione della punibilità della condotta. «Finalmente dopo tre anni di procedimenti penali - esultano i legali della farmacista - la nostra assistita ha visto riconosciute le sue sacrosante ragioni, l'articolo 3 del codice di deontologia prevede che il farmacista debba operare in piena autonomia e coscienza conformemente ai principi etici, tenendo sempre presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita». «VISTO? Rifiutare di vendere farmaci abortivi non è reato ma un diritto - commenta raggiante il presidente del Comitato promotore del Family Day, Massimo Gandolfini - dopo anni di silenzi e censure appare chiaro a tutti che la caccia ideologica agli obiettori non trova giustificazione». DI PARERE diametralmente opposto il presidente dei ginecologi italiani, che lancia un appello alle autorità sanitarie: «La contraccezione d'emergenza deve essere obbligatoria in tutte le farmacie - afferma Emilio Arisi, primario di ostetricia e ginecologia, presidente della Società Medica Italiana per la Contraccezione (Smic) - occorre dare la certezza alle donne italiane di poter trovare sempre dovunque un presidio farmacologico come la pillola dei 5 giorni dopo, senza costringere le pazienti a cercarla peregrinando da una farmacia all'altra. Per questo è pure necessario che sia aggiornato l'elenco dei medicinali da tenere in pronta consegna». LA CONTRACCEZIONE d'emergenza, secondo i medici, ha avuto un merito nel ridurre gli aborti, trend rilevato dalla relazione sulla legge 194 del ministro della Salute, e si considera connesso alla vendita senza ricetta della pillola. Indicativo l'incremento dei dati di vendita dell'Ulipristal acetato (pillola dei 5 giorni dopo) considerato il contraccettivo più efficace nel prevenire una gravidanza indesiderata. «La percentuale più alta di contrazione degli aborti rispetto all'anno precedente rileva Arisi - si è osservata nel secondo e terzo trimestre del 2015, proprio quando il farmaco ha avuto il via libera dell'Aifa alla vendita senza obbligo di prescrizione da parte del medico». I dati, a un anno dall'ammissione alla vendita senza ricetta, conclude Arisi, «confermano che questa soluzione può contribuire ad arrestare in maniera importante il fenomeno del ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza, particolarmente doloroso per le donne». red. int. Il primario Emilio Arisi: «Occorre dare certezze alle donne, ancora oggi sono costrette a passare da una farmacia all'altra» SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione 21/12/2016 Pag. 17 diffusione:39803 tiratura:63700 «Scelta inammissibile, la ricetta non si discute» ROMA «LA FARMACIA deve essere a disposizione delle persone che si rivolgono a noi, è inammissibile contestare la ricetta». Annarosa Racca, presidente Federfarma, è decisa. Dottoressa Racca, come giudica l'assoluzione della farmacista che nega la contraccezione d'emergenza alla cliente? «Ritengo sbagliato che abbia contestato la prescrizione del medico. Di fronte alla richiesta della pillola del giorno dopo la farmacista doveva semplicemente consegnarla al più presto». E chi non ha la ricetta del medico? «Idem come sopra, la norma oltretutto è cambiata, per le maggiorenni dice che non c'è nemmeno più bisogno della ricetta medica. Il farmacista è deputato a dispensare il medicinale e per legge deve erogarlo, punto e basta. Qualora non l'avesse, deve procurarlo quanto prima». Una indicazione chiara, categorica. In base a quale principio viene assolta? «La farmacia è il primo presidio del sistema sanitario nazionale e come tale dobbiamo comportarci, non è prevista l'obiezione di coscienza». L'idea che una farmacista possa contestare una ricetta trasmette insicurezza... «Parliamo comunque di casi isolati. Risulta infatti, dalle ultime analisi dei dati, un grande incremento nella vendita di preparati contraccettivi di emergenza. È diminuito di pari passo il ricorso alle interruzioni volontarie di gravidanza, i dati diffusi dal ministro Beatrice Lorenzin mostrano che le farmacie italiane dispensano le specialità secondo la norma». Cambierà l'atteggiamento del farmacista nei confronti delle famiglie? «La farmacia sta al passo con i tempi, ma la nostra forza è la capillarità, essere pronti giorno e notte, con il consiglio al momento giusto come in questo periodo di influenza. Dal generico alle molecole innovative dispensato, fino ai servizi sanitari, la farmacia risponde al bisogno di salute dei cittadini e andremo avanti così. L'abbiamo dimostrato con l'adozione della ricetta elettronica (l'80 per cento è in forma telematica), con gli screening, la telemedicina». E non c'è il rischio di cercare i contraccettivi, come altri farmaci, su internet? «Il sistema sanitario italiano è tra i migliori al mondo e si fonda sul binomio medico e farmacista. Io dico: non fidiamoci di quel che leggiamo, a proposito dei falsi siti su internet, rivolgetevi ai professionisti in carne e ossa, che oltretutto sono aperti anche a Natale». Alessandro Malpelo SCHEDA Entro 72 ore Il levonorgestrel è [2][3]usato a scopo contraccettivo, come principio attivo della «pillola del giorno dopo», nelle diverse specialità: NorLevo, Lonel e Levonelle Entro 120 ore Ulipristal acetato, la pillola detta dei cinque giorni dopo, ha un'azione fino a 120 ore da un rapporto non protetto, considerato perciò a rischio di gravidanza indesiderata Abortivo RU-486 La pillola del giorno dopo non va confusa col farmaco per l'interruzione volontaria della gravidanza, noto come RU-486, diverso per principi, etica, tempi e meccanismi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA ANNAROSA RACCA, PRESIDENTE FEDERFARMA : LE PRESCRIZIONI DEL MEDICO VANNO ESEGUITE 21/12/2016 Pag. 17 diffusione:39803 tiratura:63700 ROMA FA DISCUTERE la decisione del Tribunale di Gorizia che ha assolto una farmacista di Monfalcone imputata di omissione di atti d'ufficio per aver rifiutato a una cliente, durante il turno di notte, la «pillola del giorno dopo», dichiarandosi obiettore di coscienza. La cliente oltretutto aveva la ricetta del medico, con l'indicazione di assumere la pillola in giornata. L'accusa aveva chiesto la condanna a 4 mesi con le attenuanti generiche e i benefici di legge. I giudici hanno optato invece per l'esclusione della punibilità della condotta. «Finalmente dopo tre anni di procedimenti penali - esultano i legali della farmacista - la nostra assistita ha visto riconosciute le sue sacrosante ragioni, l'articolo 3 del codice di deontologia prevede che il farmacista debba operare in piena autonomia e coscienza conformemente ai principi etici, tenendo sempre presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita». «VISTO? Rifiutare di vendere farmaci abortivi non è reato ma un diritto - commenta raggiante il presidente del Comitato promotore del Family Day, Massimo Gandolfini - dopo anni di silenzi e censure appare chiaro a tutti che la caccia ideologica agli obiettori non trova giustificazione». DI PARERE diametralmente opposto il presidente dei ginecologi italiani, che lancia un appello alle autorità sanitarie: «La contraccezione d'emergenza deve essere obbligatoria in tutte le farmacie - afferma Emilio Arisi, primario di ostetricia e ginecologia, presidente della Società Medica Italiana per la Contraccezione (Smic) - occorre dare la certezza alle donne italiane di poter trovare sempre dovunque un presidio farmacologico come la pillola dei 5 giorni dopo, senza costringere le pazienti a cercarla peregrinando da una farmacia all'altra. Per questo è pure necessario che sia aggiornato l'elenco dei medicinali da tenere in pronta consegna». LA CONTRACCEZIONE d'emergenza, secondo i medici, ha avuto un merito nel ridurre gli aborti, trend rilevato dalla relazione sulla legge 194 del ministro della Salute, e si considera connesso alla vendita senza ricetta della pillola. Indicativo l'incremento dei dati di vendita dell'Ulipristal acetato (pillola dei 5 giorni dopo) considerato il contraccettivo più efficace nel prevenire una gravidanza indesiderata. «La percentuale più alta di contrazione degli aborti rispetto all'anno precedente rileva Arisi - si è osservata nel secondo e terzo trimestre del 2015, proprio quando il farmaco ha avuto il via libera dell'Aifa alla vendita senza obbligo di prescrizione da parte del medico». I dati, a un anno dall'ammissione alla vendita senza ricetta, conclude Arisi, «confermano che questa soluzione può contribuire ad arrestare in maniera importante il fenomeno del ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza, particolarmente doloroso per le donne». red. int. Il primario Emilio Arisi: «Occorre dare certezze alle donne, ancora oggi sono costrette a passare da una farmacia all'altra» SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione 21/12/2016 Pag. 17 diffusione:76979 tiratura:107166 «Scelta inammissibile, la ricetta non si discute» ROMA «LA FARMACIA deve essere a disposizione delle persone che si rivolgono a noi, è inammissibile contestare la ricetta». Annarosa Racca, presidente Federfarma, è decisa. Dottoressa Racca, come giudica l'assoluzione della farmacista che nega la contraccezione d'emergenza alla cliente? «Ritengo sbagliato che abbia contestato la prescrizione del medico. Di fronte alla richiesta della pillola del giorno dopo la farmacista doveva semplicemente consegnarla al più presto». E chi non ha la ricetta del medico? «Idem come sopra, la norma oltretutto è cambiata, per le maggiorenni dice che non c'è nemmeno più bisogno della ricetta medica. Il farmacista è deputato a dispensare il medicinale e per legge deve erogarlo, punto e basta. Qualora non l'avesse, deve procurarlo quanto prima». Una indicazione chiara, categorica. In base a quale principio viene assolta? «La farmacia è il primo presidio del sistema sanitario nazionale e come tale dobbiamo comportarci, non è prevista l'obiezione di coscienza». L'idea che una farmacista possa contestare una ricetta trasmette insicurezza... «Parliamo comunque di casi isolati. Risulta infatti, dalle ultime analisi dei dati, un grande incremento nella vendita di preparati contraccettivi di emergenza. È diminuito di pari passo il ricorso alle interruzioni volontarie di gravidanza, i dati diffusi dal ministro Beatrice Lorenzin mostrano che le farmacie italiane dispensano le specialità secondo la norma». Cambierà l'atteggiamento del farmacista nei confronti delle famiglie? «La farmacia sta al passo con i tempi, ma la nostra forza è la capillarità, essere pronti giorno e notte, con il consiglio al momento giusto come in questo periodo di influenza. Dal generico alle molecole innovative dispensato, fino ai servizi sanitari, la farmacia risponde al bisogno di salute dei cittadini e andremo avanti così. L'abbiamo dimostrato con l'adozione della ricetta elettronica (l'80 per cento è in forma telematica), con gli screening, la telemedicina». E non c'è il rischio di cercare i contraccettivi, come altri farmaci, su internet? «Il sistema sanitario italiano è tra i migliori al mondo e si fonda sul binomio medico e farmacista. Io dico: non fidiamoci di quel che leggiamo, a proposito dei falsi siti su internet, rivolgetevi ai professionisti in carne e ossa, che oltretutto sono aperti anche a Natale». Alessandro Malpelo SCHEDA Entro 72 ore Il levonorgestrel è [2][3]usato a scopo contraccettivo, come principio attivo della «pillola del giorno dopo», nelle diverse specialità: NorLevo, Lonel e Levonelle Entro 120 ore Ulipristal acetato, la pillola detta dei cinque giorni dopo, ha un'azione fino a 120 ore da un rapporto non protetto, considerato perciò a rischio di gravidanza indesiderata Abortivo RU-486 La pillola del giorno dopo non va confusa col farmaco per l'interruzione volontaria della gravidanza, noto come RU-486, diverso per principi, etica, tempi e meccanismi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA ANNAROSA RACCA, PRESIDENTE FEDERFARMA : LE PRESCRIZIONI DEL MEDICO VANNO ESEGUITE 21/12/2016 Pag. 17 diffusione:76979 tiratura:107166 ROMA FA DISCUTERE la decisione del Tribunale di Gorizia che ha assolto una farmacista di Monfalcone imputata di omissione di atti d'ufficio per aver rifiutato a una cliente, durante il turno di notte, la «pillola del giorno dopo», dichiarandosi obiettore di coscienza. La cliente oltretutto aveva la ricetta del medico, con l'indicazione di assumere la pillola in giornata. L'accusa aveva chiesto la condanna a 4 mesi con le attenuanti generiche e i benefici di legge. I giudici hanno optato invece per l'esclusione della punibilità della condotta. «Finalmente dopo tre anni di procedimenti penali - esultano i legali della farmacista - la nostra assistita ha visto riconosciute le sue sacrosante ragioni, l'articolo 3 del codice di deontologia prevede che il farmacista debba operare in piena autonomia e coscienza conformemente ai principi etici, tenendo sempre presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita». «VISTO? Rifiutare di vendere farmaci abortivi non è reato ma un diritto - commenta raggiante il presidente del Comitato promotore del Family Day, Massimo Gandolfini - dopo anni di silenzi e censure appare chiaro a tutti che la caccia ideologica agli obiettori non trova giustificazione». DI PARERE diametralmente opposto il presidente dei ginecologi italiani, che lancia un appello alle autorità sanitarie: «La contraccezione d'emergenza deve essere obbligatoria in tutte le farmacie - afferma Emilio Arisi, primario di ostetricia e ginecologia, presidente della Società Medica Italiana per la Contraccezione (Smic) - occorre dare la certezza alle donne italiane di poter trovare sempre dovunque un presidio farmacologico come la pillola dei 5 giorni dopo, senza costringere le pazienti a cercarla peregrinando da una farmacia all'altra. Per questo è pure necessario che sia aggiornato l'elenco dei medicinali da tenere in pronta consegna». LA CONTRACCEZIONE d'emergenza, secondo i medici, ha avuto un merito nel ridurre gli aborti, trend rilevato dalla relazione sulla legge 194 del ministro della Salute, e si considera connesso alla vendita senza ricetta della pillola. Indicativo l'incremento dei dati di vendita dell'Ulipristal acetato (pillola dei 5 giorni dopo) considerato il contraccettivo più efficace nel prevenire una gravidanza indesiderata. «La percentuale più alta di contrazione degli aborti rispetto all'anno precedente rileva Arisi - si è osservata nel secondo e terzo trimestre del 2015, proprio quando il farmaco ha avuto il via libera dell'Aifa alla vendita senza obbligo di prescrizione da parte del medico». I dati, a un anno dall'ammissione alla vendita senza ricetta, conclude Arisi, «confermano che questa soluzione può contribuire ad arrestare in maniera importante il fenomeno del ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza, particolarmente doloroso per le donne». red. int. Il primario Emilio Arisi: «Occorre dare certezze alle donne, ancora oggi sono costrette a passare da una farmacia all'altra» SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Niente pillola del giorno dopo» Farmacista assolta, sì all'obiezione 21/12/2016 Pag. 38 diffusione:40854 tiratura:59807 Farmaci gratis con false ricette rivenduti all'estero: quattro arresti L'affare I medicinali da smerciare molto cari ma gratuiti con il Ssn Mercato nero da 400mila euro Inchiesta del Nas di Roma Tutti residenti a Fuorigrotta ricettari rubati nel frusinate Nico Falco Lo Spiriva è un farmaco che si utilizza per le malattie croniche dell'apparato respiratorio. Costa circa 60 euro, ma, con ricetta e prescrizione, viene fornito gratis dal Servizio Sanitario Nazionale. Ruotava intorno a questo, e ad altri medicinali costosi, il mercato nero messo in piedi da quattro napoletani, tutti residenti nel quartiere di Fuorigrotta, che tramite documentazione falsa e opportuni contatti riuscivano a procurarsi i farmaci che poi rivendevano all'estero. L'organizzazione è stata smantellata dai carabinieri del Nas di Roma, supportati dai militari del Nas e del Comando Provinciale di Napoli, che ieri mattina hanno eseguito 4 arresti in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare, una in carcere e tre ai domiciliari, firmate dal gip Cinzia Parasporo nell'ambito di una inchiesta della Procura di Roma. Per gli arrestati i reati contestati dal pm Corrado Fasanelli sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, ricettazione, falso materiale ed ideologico. In carcere è finito Giovanni Di Napoli, mentre il provvedimento prevede i domiciliari per Emanuela Formosa, Rosaria Di Napoli e Claudio Guaglione. Il gruppo, hanno appurato gli investigatori, usava ricette intestate a medici e pazienti ignari e con falsi codici di esenzione totale per ottenere i farmaci. Per organizzare il commercio illegale gli arrestati si erano procurati dei ricettari, successivamente risultati rubati nel Frusinate a medici convenzionati. Era su quelli che venivano scritte le false prescrizioni mediche, rilasciate ad assistiti inesistenti. Il codice scelto era E04, ovvero quello di esenzione totale. Effettuavano spesso trasferte nella Capitale dove, con questo sistema, si facevano consegnare in varie farmacie centinaia di confezioni di Spiriva, Dobovet Gel, Aliflus e altri farmaci, tutti con un valore di mercato alto, che poi venivano rivendute sottobanco al di fuori dei confini nazionali, dove le regole e le agevolazioni del servizio sanitario sono diverse. Secondo il gip i componenti del gruppo si erano divisi i ruoli con uno schema preciso. Giovanni Di Napoli, perno dell'organizzazione e unico destinatario della custodia cautelare in carcere, aveva un ruolo di raccordo tra i vari coinvolti, sia a Napoli sia durante le trasferte, alle quali prendeva parte direttamente e acquistando anche in prima persona i farmaci da smerciare. Rosaria Di Napoli, invece, si sarebbe occupata della compilazione delle ricette mediche con dati falsi, usando nominativi dei pazienti, i loro codici fiscali, e gli identificativi dei medici prescrittori. Claudio Guaglione era "deputato alla spendita delle ricette" mentre Emanuela Formosa, infine, è accusata di aver collaborato con Giovanni Di Napoli, occupandosi materialmente dell'acquisto dei farmaci . L'inchiesta è partita dopo la segnalazione del titolare di una farmacia romana, dove un uomo aveva consegnato due ricette per uno dei farmaci mutuabili su cui i carabinieri stavano indagando; le successive intercettazioni hanno fatto luce sulle responsabilità degli indagati. L'ammontare della truffa è di poco inferiore ai 400mila euro. Foto: Sanità Case di cura nel caos SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La truffa 21/12/2016 Pag. 14 diffusione:11274 tiratura:24464 Truffavano le farmacie con timbri medici falsi Le medicine venivano rivendute al mercato nero Farmaci difficili da trovare La banda cercava quelli per patologie cardiorespiratorie Valeria Di Corrado Andrea Ossino «Non ti preoccupare, non succede nulla...sciolto proprio, così devi camminare». L'indagato veniva rassicurato dal «collega», mentre camminava nel cuore di Roma con una borsa piena di farmaci. Quello che i due non sapevano, è che i militari del Nas, coordinati dal capitano Dario Praturlon, erano già sulle loro tracce. Così ieri, come richiesto dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Corrado Fasanelli, i due, insieme ad altri due indagati, sono stati arrestati. Proprio come gli altri sodali, il cui arresto era avvenuto già diverse settimane fa. Si tratta di due uomini e due donne, tutti napoletani tra i 25 e i 64 anni. Sono accusati di aver creato un'associazione a delinquere «al fine di consumare più delitti di truffa ai danni del servizio ragionale del Lazio». Le quattro persone arrestate ieri, sono anche accusate di ricettazione e falso. Secondo l'accusa gli indagati «si recavano in più occasioni presso numerose farmacie - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere - e, tramite l'utilizzo di fase prescrizioni mediche compilate su ricettari provento di furto consumato ai danni di medici convenzionati con il Servizio Sanitario Regionale, si facevano consegnare farmaci a carico del predetto Servizio Sanitario». Inoltre avrebbero esibito «prescrizioni del Servizio Sanitario nazionale della regione Lazio falsamente rilasciate» da alcuni medici convenzionati «ad assistiti inesistenti e riportanti il codice esenzione E04, corrispondente ad esenzione completa e dunque a farmaco a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale». In pratica, dopo aver rubato i ricettari e i timbri solitamente utilizzati dai medici convenzionati, apponevano una firma falsa. Poi si recavano a Roma, dove bussavano alla porta di decine e decine di farmacie per farsi consegnare i medicinali. Quasi sempre cercavano farmaci prescritti a chi soffre di patologie cardiorespiratorie. Si tratta dunque di medicinali difficili da reperire e che, secondo l'accusa, erano destinati al mercato nero, anche fuori i confini nazionali. Ogni sodale aveva un compito ben determinato. Una donna «provvedeva alla raccolta di farmaci provento della truffa e alla loro rivendita», scrivono gli inquirenti specificando che l'indagata «custodiva i ricettari in bianco provento di furto e curava la redazione delle ricette spese dagli altri membri del sodalizio». Inoltre «conservava il denaro provento della rivendita di farmaci altresì destinato ai componenti dell'organizzazione». Altri si occupavano invece di andare materialmente nelle farmacie per prendere i medicinali pagati dai contribuenti. Questi ultimi venivano pagati a cottimo. Infatti un indagato, durante l'interrogatorio, «riferiva - recitano gli atti - che le ricette le erano state consegnate da un signore di Napoli a nome Giovanni, domiciliato nel suo quartiere che le aveva proposto di svolgere tale attività per una percentuale variabile tra il 6 e l'8%». Proprio questa ripartizioni dei compiti ha fatto nascere il sospetto che si tratti «di una struttura organizzata che trascende i reati accertati» ha scritto il gip Giulia Pasporo. «Strutturate erano anche le modalità delle trasferte romane - spiega l'accusa - concordate di volta in volta» dai sodali «che generalmente operavano in quartieri predeterminati per poi riunirsi». Grazie alle seg n a l a z i o n i dei farmacisti, sono scattate le indagini. E durante le perquisizioni successive, gli uomini del Nas hanno anche trovato alcuni fogli con annotati nomi e numeri: una sorta di libro mastro con scritto chi doveva andare dove, specificando date, indicazioni di medicinali e farmacie da colpire. Foto: Ricettari rubati La banda usava materiale trafugato ai medici SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quattro persone arrestate dai carabinieri del Nas 21/12/2016 Pag. 11 Agenzia del farmaco ancora senza presidente Lorenzin strizza l'occhio al suo sponsor Lobby al potere Come direttore al posto del discusso Pani è arrivato Melazzini ex assessore ciellino in Lombardia stefanO sansOnetti e mOnica taGliaPietra L a torta dell'Aifa fa sempre più gola. Del resto piaz zarsi ai vertici dell'Agenzia italiana del farmaco, l'ente che regola i prezzi dei medicinali immessi sul mercato, significa conquistare fette di potere non indifferenti. Il fatto è che dopo gli ultimi stravolgimenti, seguiti all'uscita dell'ex direttore Luca Pani, rimane ancora scoperta la casella di presidente. Ebbene, per cercare di superare una situazione di stallo che va avanti da diverso tempo, al Ministero della Salute stanno provando a tirare fuori il classico coniglio da cilindro. Secondo i rumors il nome più papabile è quello di daniela melchiorri , professoressa di farmacologia all'Università La Sapienza. Si tratta di un nome ben noto all'interno dell'Aifa. IL PERCORSO Dal curriculum, infatti, si apprende che la Melchiorri dal 2004 al 2012 è stata componente del Comitato tecnico-scientifico dell'Agenzia. In più an cora oggi, come espressione dell'ente italiano, siede nel Chmp, in pratica il Comitato dei medicinali prodotti per uso umano all'interno dell'Ema, l'Agenzia europea del farmaco. Sul suo nome, a quanto pare, ci sarebbe il pieno consenso dello stesso ministro della salute, Beatrice lorenzin . Poi, però, come al solito ci sono i maliziosi. I quali fanno notare che la Melchiorri è incidentalmente coniugata con Paolo Bonaiuti , senatore di Ap-Ncd, lo stesso partito della Lorenzin. Di più, perché sono in molti a ricordare come il medesimo Bonaiuti in passato sia stato uno dei principali sponsor dell'ascesa politica dell'attuale ministra. Per carità, erano i tempi della vecchia Forza Italia e da allora molta acqua è passata sotto i ponti. Ma in un modo o nell'altro questo legame, soprattutto quando si deve fare una nomina così importan te, ritorna automaticamente a galla. Di certo la copertura della casella di presidente dell'Aifa sta creando non pochi grattacapi. IL PRECEDENTE è appena il caso di ricordare che dopo l'uscita di Pani, schiacciato anche dalle polemiche per alcuni extra compensi percepiti oltre il tetto dei 240 mila euro previsto per i manager pubblici, lo scranno di direttore dell'Aifa è stato assegnato all'ex presidente mario melazzini, già assessore di estrazione ciellina nelle giunte regionali lombarde di roberto formigoni e roberto maroni , anche lui transitato dal Pdl a Ncd. Da allora la poltrona di presidente è "libera". Tempo fa alcune Regioni, Emilia Romagna in testa, con il placet della Lorenzin avevano provato a perorare l'ascesa del nefrologo Giuseppe remuzzi . La cui candidatura, però, è venuta meno per questioni anagrafiche e per il rischio di conflitti d'interessi. Remuzzi infatti ha coordinato l'atti vità di ricerca di alcune istituti finan ziati da case farmaceutiche. Motivo per cui la sua ascesa all'Aifa non sarebbe stata da manuale. Un dato è certo: la guerra di poltrone è aperta più che mai. Foto: Beatrice Lorenzin Foto: (Imagoeconomica) Foto: Paolo Bonaiuti SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Solito giro di amici all' Aifa Spunta la moglie di Bonaiuti 21/12/2016 Pag. 1 Assolta una farmacista mamma di 5 figli S'era rifiutata di vendere la pillola abortiva GIULIANO GUZZO a pagina 17 • Sarà perché molti non li considerano vittime, magari non includendoli tra gli esseri umani, sarà perché sono ritenuti un dettaglio rispetto alla grande ruota dei diritti civili, sarà perché a parlarne il prete rischia di non apparire includente, ma rigido, ideologico e divisivo, insomma, chissà com'è, chissà perché, arriva il Natale, ma di loro nessuno dice mai nulla. Della povertà dei 54.000 detenuti italiani si parla infatti a ogni piè sospinto, ma di quella dei 111.857 esseri umani embrionali (cifra aggiornata solo al 2014), imprigionati in un carcere di azoto liquido a 196 gradi sotto zero? E quei piccoli migranti che, appena nati, per contratto sono tradotti dal ventre che li ha nutriti a mani danarose che li hanno commissionati, non subiscono forse la povertà di non potere conoscere e crescere con il padre e la madre? Ci sono i poveri dell'antica piaga della guerra, ma in mezzo a noi c'è una carneficina silenziosa che dal 1978 al 2015 ha prodotto la soppressione di 5.722.539 esseri umani prima della nascita. Come chiamarla, se non guerra al concepito? GIUBILO GENERALE Le cifre fornite dal ministro Beatrice Lorenzin narrano di un giubilo generale perché quest'anno la mattanza, scesa sotto la cifra dei 90.000, è stata più contenuta. La riduzione, si legge nella relazione inviata al Parlamento, sarebbe in parte dovuta al fatto che dal maggio 2015 la pillola dei cinque giorni dopo può essere acquistata in farmacia senza ricetta. Che i giornaloni si siano bevuta una tale idiozia è indice del livello di asservimento catatonico dell'informazione. Il cambiamento di dispensazione del farmaco è avvenuto con procedura europea il 7 gennaio 2015 ed è stata recepita dai vari Paesi nei mesi successivi. Se la riduzione di aborti in Italia fosse avvenuta per la pillola, com'è che invece gli aborti sono aumentati in Inghilterra, Galles e Scozia, dove il farmaco è liberamente venduto? E com'è che in Francia, dove invece il numero di confezioni vendute è in diminuzione dal 2013, c'è stata una riduzione di 8.000 aborti? CRIPTOABORTI C'è poi un aspetto che dal punto di vista morale rende risibile presentare la riduzione degli aborti come un beneficio dei farmaci postcoitali. Questi preparati possono impedire all'embrione di annidarsi nell'utero materno, dunque rispetto all'embrione eventualmente formato la riduzione dell'aborto sarebbe realizzata mediante un incremento dei criptoaborti. Essere soppresso senza che nessuno lo sappia e nessun conteggio lo registri: non è forse il massimo della povertà? Questi temi drammatici hanno fatto da sfondo a processo, celebratosi a Gorizia, a carico di Elisa Mecozzi una farmacista di Trieste, portata al banco degli imputati per essersi rifiutata di dispensare a una donna la «pillola del giorno dopo» durante il turno di notte. Il farmaco era stato prescritto alla donna da un medico dopo che questa aveva avuto un rapporto non protetto con il compagno. Seppure dietro una grande compostezza, l'angoscia che da tre anni sconvolgeva la vita di questa farmacista, madre di cinque bambini, era perfettamente chiara. Aveva giurato di difendere la vita, ma quella notte le veniva detto che avrebbe dovuto mettere da parte quel giuramento e dispensare una sostanza capace d'interromperne una appena concepita. A difenderla sono stati l'avvocato Simone Pillon, fondatore e membro del comitato organizzatore dei Family day, bestia nera delle sigle omosessualiste e tra i protagonisti principali della mazzata a Matteo Renzi nel referendum costituzionale, e l'avvocato Marzio Calacione. Insieme alle spiegazioni etiche connesse all'assunzione e somministrazione del farmaco, i medici periti tecnici di parte - il ginecologo Bruno Mozzanega e l'internista Renzo Puccetti - hanno fornito alla corte informazioni sul meccanismo d'azione della pillola in questione così come rivelano i dati degli studi, al di là della versione ufficiale che di essi viene fornita nei riassunti e nelle conclusioni. GIUDICI ATTENTI I giudici erano molto attenti, prendevano appunti, dando la netta impressione d'essere desiderosi di capire come davvero stessero le cose. Quando il pubblico ministero ha formulato la richiesta di condanna, 2 anni di prigione, nell'aula è però piombato il silenzio, e si può solo immaginare come dev'essersi sentita la povera farmacista. La sua colpa SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SENTENZA INNOVATIVA 21/12/2016 Pag. 1 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato verso la donna che le si era presentata con la ricetta del Norlevo era di avere pronunciato in modo pacato e fermo il suo «non posso»: non voleva somministrare alcunché potenzialmente capace di sopprimere una vita umana nascente. Questo era ciò che la sua coscienza le comandava. Questo era ciò che il suo codice deontologico le imponeva. Questo era ciò che aveva più volte comunicato al titolare che quella notte l'aveva messa di turno, sola, in farmacia. Appena tre ore più tardi la pillola fu comunque acquistata nella farmacia del Comune di residenza della coppia. Quando al termine di una breve camera di consiglio i giudici hanno pronunciato la sentenza, «prosciolta», la farmacista ha abbracciato i suoi difensori. Per tre anni era stata lei, accusata di avere pensato al «più povero dei poveri», come chiamava il concepito Santa Teresa di Calcutta. TENUITÀ DEL FATTO I giudici avevano da preservare il principio che il farmacista ha l'obbligo di assicurare le medicine, ma nel farlo hanno voluto affermare che la condotta del farmacista che non consegna la «pillola del giorno dopo» non è colpevole e non deve ricevere alcuna sanzione, stante la particolare tenuità del fatto. Ora i farmacisti hanno così un precedente che indica come irrilevante sotto il profilo penale il rifiuto di questi prodotti, in attesa che finalmente una legge che disciplina l'obiezione di coscienza anche per il farmacista veda la luce. VITTORIA Elisa Mecozzi, farmacista di Trieste, fra gli avvocati Simone Pillon (a sinistra) e Marzio Calacione, che l'hanno difesa nel processo, celebrato a Gorizia, per essersi rifiutata di vendere il Norlevo (a destra), un farmaco abortivo. Pillon, fondatore del comitato del Family day, è stato uno dei protagonisti della campagna contro Matteo Renzi e per il No nel referendum costituzionale 21/12/2016 Pag. 8 La Voce di Reggio Emilia Sono ben dodici le Scuole secondarie di secondo grado della provincia di Reggio Emilia che hanno aderito al progetto "Adotta una Scuola", per un totale di quattordici progetti finanziati e il coinvolgimento di oltre 200 studenti. • Un risultato importante, andato ben oltre le aspettative, per un'iniziativa che offre l'opportunità agli studenti disabili che frequentano gli istituti secondari della provincia di Reggio Emilia di effettuare un'adeguata attività motoria, alternativa alle ore di Educazione fisica, senza oneri per le famiglie e per le scuole. La presentazione dei primi risultati questa mattina, a distanza di poco più di un mese dalla comunicazione del progetto avvenuta in Sala Tricolore alla presenza del sindaco Luca Vecchi e del presidente della Provincia Giammaria Manghi, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte i promotori e gli organizzatori Enrico Prandi, officer del Distretto 108 Tb, Nicola Simonelli, delegato provinciale del Comitato paralimpico, Ivano Prandi, consigliere Coni provinciale, Piero Augusto Nasuelli, vice governatore del Distretto 108 Tb. "Sono sette gli istituti situati nel Comune di Reggio Emilia (gli Istituti di istruzione superiore "Angelo Motti", "Galvani Iodi", "Blaise Pascal", "Antonio Zanelli", l'Istituto tecnico Scaruffi-Levi-Tricolore, l'Istituto professionale statale "Filippo Re" e il Liceo Artistico "Gaetano Chierici") e cinque situati nel territorio della provincia (Gli Istituti di istruzione superiore "Silvio D'Arzo" a Montecchio, "Cattaneo Dall'Aglio" a Castelnùovo Monti, "Piero Gobetti" a Scandiano, Convitto Nazionale "Rinaldo Corso" a Correggio) che hanno richiesto di usufruire dei servizi offerti dal progetto - ha spiegato Simonelli, delegato provinciale del Comitato paralimpico - per loro le attività motorie previste si svolgeranno da gennaio a maggio 2017 e comprendono diverse discipline: volley, judo, nuoto, atletica leggera, equitazione, tiro con l'arco e tennis da tavolo". L'iniziativa, che risponde al bisogno di realizzare percorsi speciali di educazione motoria finalizzati all'autonomia e al benessere degli studenti disabili per favorire un naturale processo di inclusione attraverso la valorizzazione delle differenze, rappresenta anche un'opportunità per valorizzare le sinergie tra scuola, extrascuola e realtà sportive e contribuire così alla costruzione di un sistema educativo sempre più integrato al servizio dei giovani, delle famiglie e delle istituzioni scolastiche. "Il progetto è frutto di un impegno corale - ha spiegato Enrico Prandi, officer del Distretto 108 Tb - nove Club Lions della nostra provincia (Canossa Val d'Enza, Castelnuovo Monti, Reggio Emilia Host Città del Tricolore, Reggio Emilia La Guglia-Matilde di Canossa, Reggio Emilia "Regium Lepidi e Cispadana", Correggio "Antonio Allegri", Fabbrico "Rocca Falcona", Sant'Ilario d'Enza, Scandiano) hanno lavorato concretamente alla sua realizzazione, resa possibile grazie alle competenze qualificate del Comitato italiano paralimpico che, dopo aver effettuato una scrupolosa analisi, ha assegnato gli istruttori adeguati in base ai bisogni di ogni istituto, e grazie al generoso contributo di Farmacie Comunali Riunite, Dorando Service e Olmedo Special Vehicles SpA-A.C. Reggiana". Anche il Coni provinciale, rappresentato dal consigliere Ivano Prandi, ha voluto testimoniare il proprio sostegno evidenziando "la necessità di far crescere nelle persone la sensibilità e l'attenzione ai temi dell'inclusione per abbattere non solo le barriere fisiche, ma anche quelle mentati". Piero Augusto Nasuelli, Vice Governatore del Distretto 108 Tb, nel ricordare che nel 2017 ricorre il centenario dei Lions dedicato ai temi del futuro (giovani, fame, ambiente e salute), ha auspicato che "il progetto così ben avviato nel territorio di Reggio Emilia possa non solo avere continuità negli anni a venire, ma sia preso ad esempio ed adottato anche da altre province . L'iniziativa rappresenta sicuramente un punto di eccellenza per il nostro territorio tanto da aver catturato l'interesse anche del mondo accademico. All'incontro, infatti, era presente anche Elena Piacentini, laureanda della facoltà di Scienze Motorie dell'Università degli studi di Bologna, che sta sviluppando la propria tesi di laurea sul progetto "Adotta una Scuola" e avrà come relatrice la professoressa in Scienze e tecniche motorie preventive e adattate Melissa Milani, nonché presidente regionale del Comitato paralimpico. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Adotta una scuola": finanziati 14 progetti in 12 istituti per 200 studenti 21/12/2016 Pag. 8 La Voce di Reggio Emilia SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Nella foto da sinistra Piero Augusto Nasuelli, vice governatore del Distretto 108 Tb, Enrico Prandi, officer del Distretto 108 Tb, Elena Piacentini, laureanda in Scienze Motorie all'Università degli studi di Bologna, Ivano Prandi, consigliere Coni provinciale, Nicola Simonelli, delegato provinciale del Comitato paralimpico 21/12/2016 Pag. 15 Ogilvy Change tira le somme del 2016 A poco più di un anno dal lancio ufficiale di Ogilvy Change, avvenuto nel novembre del 2015, si tirano le fila del lavoro compiuto dalla più recente practice del gruppo. Ogilvy Change è la behavioural science di Ogilvy & Mather Italia che si propone di integrare i più recenti studi di psicologia cognitiva, psicologia sociale e della behavioural economics con le competenze di comunicazione del gruppo al fine di creare progetti di comunicazione efficaci che vadano a modificare nel concreto il comportamento delle persone. Gli output del lavoro svolto da Ogilvy Change sono di varia natura: insight, concetti di comunicazione, esperimenti sociali, user experience e progettazione di portali web, ideazione di training per il trade, produzione di contenuti social e digital, activation e interventi sul punto vendita. L'approccio coi clienti si basa sull'integrazione di insight psicologici e comportamentali a supporto dei team creativi, con l'obiettivo di creare interventi che partano da una reale comprensione delle persone e delle loro dinamiche psicologiche. Tra i primi clienti entrati a far parte del portfolio di Ogilvy Change ci sono Alcon, leader mondiale nel settore della cura dell'occhio e dei prodotti di contattologia, per il quale Change e Geometry, Alcon hanno sviluppato il programma di formazione alla vendita "100% Customer Experience", Levissi ma, dove invece sono state utilizzate le conoscenze in psicologia sia come metodologia a sostegno della creatività sia come conte nuto di comunicazione vero e proprio. I nudge, infatti, sono diventati parte della strategia social 2016, trasformandosi in contenuti digital e social. Parallela mente alle attività legate ai clienti, Ogilvy Change ha dato vita ad un centro di ricerca che si chiama NudgeLab, con l'obiettivo ultimo di avere un impatto positivo sulle abitudini e i comportanti delle persone. Infine, Ogilvy Change ha creato a un osservatorio sul mondo farmaceutico per avere una visione a tutto tondo dell'esperienza in farmacia: dal rapporto farmacista/cliente alla relazione agente/farmacista, dai driver che muovono le scelte degli individui ai loro comportamento a scaffale. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 21/12/2016 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Agenzie VITA IN FARMACIA 18 articoli 21/12/2016 Pag. 5 Ed. Genova diffusione:239605 tiratura:340745 Sanità , Rossetti attacca Toti "I tagli già partiti a Chiavari prestazioni ridotte del 3%" I dem avevano già denunciato la diminuzione dei fondi di 135 milioni in tre anni "Per non inimicarsi nessuno, sparpagliano senza un progetto i denari disponibili" (michela bompani) «LA Asl4 taglia il 3%dei servizi, dal primo gennaio»: lo denuncia il consigliere regionale Pippo Rossetti, indicando il Bilancio 2017 della Regione Liguria, illustrato ieri al consiglio dal presidente Giovanni Toti. E dal Bilancio spunta un'altra novità: la distribuzione "a sorteggio" dei fondi europei, «per non inimicarsi nessuno, sparpagliano senza un progetto i denari del Fondo Regionale», accusa il consigliere Rossetti. A dimostrare il taglio di 135 milioni alla Sanità nei prossimi tre anni, 2017-2019, calcolato dal gruppo regionale Pd, Rossetti punta la mira sull'Asl chiavarese. A fine novembre, il direttore sanitario Francesco Orlandini ha convocato i soggetti accreditati per malati psichici, anziani e disabili. «Ha annunciato che, dal primo gennaio, dovrà tagliare del 3% il budget per gli enti accreditati - spiega Rossetti - e questo significa meno 3% di ricoveri, visite domiciliari, prestazioni ambulatoriali, di psicoterapia, fisioterapia». Qualche mese fa, proprio il Pd aveva denunciato un buco nel Bilancio della Sanità nel 2016. Qualche tempo dopo il commissario di Alisa, la nuova agenzia sanitaria regionale, Valter Locatelli, aveva inviato a tutti i vertici delle Asl una lettera in cui invitava a tagliare le spese proprio del 3%. Subito dopo, l'assessora regionale Sonia Viale aveva rispedito ogni illazione al mittente, ribadendo in ogni sede, dal consiglio regionale ai territori, che non sarebbe stato ridotto alcun servizio e, se ci fosse stato bisogno di fare qualche risparmio, si sarebbe agito su altre variabili, ma nessuna che intercettasse, diminuendole, le prestazioni ai cittadini. «Invece è iniziata una lenta e inesorabile riduzione delle prestazioni - attacca Pippo Rossetti - e nella Asl4 è stata ufficializzata la riduzione proprio di quel 3%. Questo mentre in aula arriva un Bilancio che taglia di 135 milioni in tre anni il capitolo Sanità, e la giunta ha annunciato che tra sessanta giorni ci presenterà il piano di ristrutturazione della spesa: attendiamo di leggerlo. Ma l'assessora Viale sa che le Asl stanno tagliando i servizi ai cittadini del 3%?». «Questo Bilancio non guarda al futuro - dice Raffaella Paita, capogruppo regionale Pd - Si taglia la Sanità mentre il governo Renzi ha aumentato il fondo regionale proprio per la Sanità, quelle che potevano essere finalmente risorse aggiuntive sono state utilizzate dalla giunta per coprire i buchi che questa amministrazione ha già creato, trovando al suo arrivo invece i conti in ordine». A questo si aggiunge la manovra dell'Asl2, già avviata a settembre: le strutture per disabili in riabilitazione avrebbero cominciato a non accogliere più pazienti. «Si chiama risparmio strisciante: se taglio 1000 pazienti a 100 euro al giorno per 1000 giornate, il risparmio è di un milione di euro», calcola Rossetti. E intanto nelle pieghe del Bilancio si scopre che i Fondi europei vengono assegnati dalla Regione a "estrazione": «Filse distribuisce i finanziamenti europei dei bandi ad estrazione - attacca Rossetti - Di fatto per un imprenditore partecipare a un bando Filse è come pescare un biglietto della lotteria. Perché stabilire criteri di selezione, nei bandi, produrrebbe scontento in chi rimane escluso, mentre questa giunta vuole soltanto costruire consenso, non preoccupandosi dello sviluppo della Liguria, su settori in cui sceglie di investire e scommette». Inoltre il Fondo strategico che compare nel nuovo Bilancio 2017, in realtà, «è composto di denari che già erano in cassa - dice Rossetti - non è che la somma dei soldi a disposizione della Regione». www.comune.genova.it www.partitodemocratico.it PER SAPERNE DI PIÙ Foto: Il presidente della Regione Giovanni Toti VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'accusa Il consigliere regionale del Pd contesta analizza la manovra presentata ieri in aula dal presidente della Regione Nel mirino anche l'assegnazione dei Fondi Ue: "Come una lotteria" 21/12/2016 Pag. 1 Ed. Palermo diffusione:239605 tiratura:340745 >Dossier dell'agenzia ministeriale: la sanità siciliana migliora ma è appesantita da tante zavorre Meno cesarei, interventi più tempestivi per infarti e fratture al femore. Male Corleone e Bronte GIUSI SPICA A SICILIA esce dal tunnel delle regioni "canaglia" della Sanità e aggancia il treno delle regioni virtuose, piazzandosi a pari merito con la Toscana. È la fotografia scattata nell'ultimo dossier dell'agenzia ministeriale Agenas che ogni anno valuta gli ospedali italiani. Interventi più tempestivi per infarto e fratture al femore, calo della mortalità per infarto, riduzione dei parti cesarei. Dai dati emerge l'immagine di un'Isola con una buona percentuale di strutture con alti livelli di qualità (tra il 15 e il 30 per cento del totale), ma anche ospedali che si collocano nella fascia bassa o molto bassa. Una Sicilia a due velocità che però - dice l'Agenas - ha imboccato la strada del cambiamento. SPICA ALLE PAGINE II E III SANITÀ siciliana in chiaroscuro. Il modello Lombardia è ancora lontano, ma la volata della sanità siciliana per agganciare il treno delle regioni più virtuose è cominciata. Perché, se è vero che si muore meno per infarto, si riducono i tempi per l'intervento al femore, calano i cesarei, è anche vero che la qualità delle cure rimane a macchia di leopardo, con strutture sopra la media nazionale e altre ancora indietro. È la Sicilia a due velocità fotografata dall'agenzia ministeriale Agenas che, attraverso il piano nazionale esiti, valuta gli ospedali italiani. A sorpresa quest'anno l'Isola si piazza in testa alle regioni del Sud e nelle prime sette posizioni in Italia, a pari merito con la Toscana e la provincia di Trento, per numero di strutture che presentano alti standard di qualità (tra il 15 e il 30 per cento). «Un risultato lusinghiero - dice l'assessore alla Salute, Baldo Gucciardi che però deve spingerci a migliorare. Il progetto Agenas è già uno strumento di valutazione dell'azione dei manager». Un buon biglietto da visita per la Sicilia che a Roma sta cercando di giocarsi la carta dello sblocco delle assunzioni. Ecco le "pagelle" dei promossi e dei bocciati. PIÙ ANGIOPLASTICHE In cinque anni il numero di pazienti con infarto trattati con angioplastica entro due giorni è aumentato dal 35 al 51 per cento, al di sopra della media nazionale ferma al 43 per cento. I più "veloci" nel mandare in sala operatoria gli infartuati sono il Policlinico di Messina (77,6 % dei pazienti trattati) e il San Vincenzo di Taormina (77,3). I più "lenti" l'Umberto I di Enna, con appena il 3,6 per cento, e l'ospedale Civico di Partinico (7,3%). Ridurre i tempi significa salvare più vite: sono 360 le morti evitate nel triennio 2013-2016. A Palermo si distinguono Villa Sofia (4,1 per cento di decessi) e Cervello (6,6), nel Trapanese l'ospedale di Castelvetrano (6,1). Nella blacklist il Papardo di Messina (17,6% di morti entro un mese) e l'Umberto I di Siracusa (16,2). INTERVENTI LAMPO Fino a cinque anni fa, se un anziano si fratturava il femore, aveva pochissime chance di essere operato entro due giorni. Oggi, invece, sono 59 su 100 gli over 65 che finiscono sotto i ferri entro 48 ore. Un risultato che pone la Sicilia al di sopra della media nazionale ferma al 54,4 per cento. Sul primo podio ci sono l'ospedale di Mussomeli, con l'86,5 dei pazienti operati nei tempi stabiliti, il Garibaldi di Catania (82,1) e l'ospedale Civile di Ragusa (80,7). Maglia nera per l'ospedale di Piazza Armerina, dove solo 4 anziani su 100 sono operati entro due giorni, ma anche all'Umberto I di Enna (19,3) e l'ospedale di Sant'Agata di Militello (29,6). MENO CESAREI, PRIVATI BOCCIATI L'uso del bisturi è ancora elevato, ma anche sul fronte dei cesarei su primipare la Sicilia migliora, passando dal 39 per cento di tre anni fa al 27,9 del 2015, poco al di sopra della media nazionale del 25,1. E ci sono ben 14 strutture con una percentuale inferiore. Fanno meglio gli ospedali di Caltagirone (14%), Canicattì (15,1) e Modica (15,1). Tra le grandi strutture si segnalano l'ospedale Cervello (22%) e il Civico di Palermo (22,8%). Eppure ci sono cliniche private dove più della metà delle donne al primo parto subisce un cesareo, come la Falcidia di Catania (54,5 %) e la Serena a Palermo (56,1%). Tra gli ospedali pubblici bocciati ci sono il Piemonte a Messina e l'Ingrassia a Palermo VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le due facce degli ospedali la mappa di eccellenze e flop 21/12/2016 Pag. 1 Ed. Palermo diffusione:239605 tiratura:340745 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato che sfondano quota 42%. La provincia più indietro è Trapani, con il 36,5 per cento, ma anche Messina, Palermo e Catania sfondano la media. MORIRE DI BRONCOPOLMONITE Di broncopolmonite si continua a morire troppo. Succede all'ospedale di Gela, dove 24 pazienti su 100 non ce la fanno, a Barcellona Pozzo di Gotto (24,6) e al Policlinico di Catania (21,9). Al di sotto nella media del 9,9 per cento di mortalità entro un mese l'ospedale Garibaldi di Catania (8,5%), e a Palermo il Cervello (8,3%) e il Civico (7,5%). I PUNTI INFARTI Si riducono le morti a 30 giorni per infarto, sono passate dall'11,2 per cento al 9,8. Tradotto: sono circa 360 i decessi evitati nel triennio 2013-2016 CESAREI Diminuisce il numero dei cesarei su primipare, passati dal 39 al 27,9 per cento (media italiana 25%). La provincia dove si ricorre di più al bisturi è Trapani FEMORE Aumenta dal 13 per cento al 59 per cento la quota di anziani con frattura del femore sottoposti a intervento chirurgico entro due giorni. Media italiana ferma al 54% Promosso/1 Cervello, il top a Palermo record di vite salvate al reparto di Cardiologia Cardiologia e parti, l'ospedale Cervello promosso con "debito". Tra i cinque grandi ospedali palermitani, è quello che si "difende" meglio. Nonostante le difficoltà dovute al blocco delle assunzioni in corsia e alla carenza di personale, l'ospedale Cervello di Palermo ottiene la promozione ma viene "rimandato" sul fronte della Chirurgia generale. È il quadro che emerge dai grafici elaborati dall'agenzia ministeriale Agenas, con il nuovo sistema Treemap del programma nazionale esiti per valutare le aziende sanitarie italiane. Il fiore all'occhiello rimane la Cardiologia, come ai tempi del professore Enrico Geraci. Lo dimostrano i dati sulla mortalità da infarto entro un mese: al Cervello muore il 6,6 per cento dei pazienti, a fronte di una media italiana del 9 per cento. Ma bisogna migliorare sul fronte della tempestività dell'angioplastica: la percentuale di pazienti trattati entro due giorni è del 42 per cento, un punto percentuale in meno della media italiana. L'altra disciplina d'eccellenza è la Ginecologia, giudicata dall'Agenas di alto livello. E non è un caso se proprio l'ospedale Cervello sia in città quello con il minor numero di parti cesarei su donne alla prima gravidanza: sono 21 su 100 i parti con il bisturi, a fronte di una media italiana del 25 per cento. Un successo importante se si considera che in tutta la provincia di Palermo i cesarei sfondano quota 31 per cento. L'unico "brutto voto" in pagella va alla Chirurgia generale, giudicata di livello "molto basso". Ed è solo una magra consolazione che l'attività chirurgica rappresenti appena il 2,3 per cento dell'attività complessiva. Non è un mistero, infatti, che dopo l'accorpamento con Villa Sofia l'ospedale di via Trabucco sia diventato un punto di riferimento soprattutto per le discipline di area medica. Risultati nella media sul fronte respiratorio: la mortalità a 30 giorni per broncopolmonite è dell'8,3 per cento a fronte di una media italiana del 9,9. g.sp Le donne alla prima gravidanza riescono a partorire in modo naturale più spesso che nel resto d'Italia Bocciato/1 Maglia nera a Corleone "Livelli molto bassi per tutte le patologie" Troppe morti e parti a rischio, l'ospedale di Corleone bocciato su tutti i fronti. Dalla Ginecologia alla Chirurgia generale alla Cardiologia. Secondo l'Agenas, l'agenzia ministeriale che ogni anno stila le valutazioni degli ospedali italiani attraverso il programma nazionale esiti, l'ospedale dei Bianchi di Corleone ha la maglia nera in provincia di Palermo, presentando livelli giudicati "molto bassi" in tutte le discipline presenti. Percentuali di mortalità due volte superiori alla media nazionale per lo scompenso cardiaco: nel 2015 sono morti 54 pazienti, ovvero il 20,9 per cento di quelli giunti in corsia. Troppo a fronte di una media nazionale dell'11 per cento. Pessimi sono anche i risultati della Chirurgia generale, dove i tempi di degenza per un intervento alla colecisti con tecniche mini invasive superano troppo spesso i tre giorni richiesti dallo standard e sono pochissimi i pazienti trattati. 21/12/2016 Pag. 1 Ed. Palermo diffusione:239605 tiratura:340745 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Anche sul versante gravidanza l'ospedale di Corleone presenta livelli molto bassi: troppi i cesarei su donne alla prima gravidanza, troppe le complicanze rispetto alla media italiana. Eppure l'assessorato alla Salute ha chiesto al ministero la deroga alla chiusura del punto nascita, è a rischio perché non supera la soglia dei 500 parti all'anno richiesta per mantenere elevati i livelli di sicurezza. Una richiesta motivata dal fatto che l'ospedale di Corleone sorge in una zona disagiata. La risposta arriverà entro la fine dell'anno, ma già si annuncia battaglia. Nell'ambito della chirurgia oncologica l'ospedale di Corleone ottiene un "non classificato": nel 2015 sono appena due gli interventi effettuati per cancro alla mammella. Una bocciatura a 360 gradi di cui la Regione non potrà non tenere conto nel ridisegnare la nuova mappa della rete ospedaliera, che nell'Isola porterà al taglio di almeno 150 reparti ritenuti al di sotto degli standard di sicurezza. g.sp. Per gli interventi oncologici ottiene un poco lusinghiero "non classificato" Punto nascita a rischio Promosso/2 Chirurgia senza bisturi il primato regionale del Garibaldi a Catania Tra le grandi strutture metropolitane è la migliore, quella che presenta gli standard di cura più alti in Sicilia. È il nuovo ospedale Garibaldi di Catania, guidato dal 2014 dal manager Giorgio Giulio Santonocito. Stando ai dati rilevati dall'agenzia ministeriale Agenas attraverso il nuovo sistema di valutazione "Treemap", che disegna la mappa delle eccellenze e delle debolezze per ogni struttura, l'ospedale catanese si colloca tra i promossi a pieni voti, o quasi. Uno dei cavalli di battaglia è la Chirurgia generale, trainata soprattutto dalle tecniche mini invasive in laparoscopia che consentono di operare senza il bisturi e di abbattere i tempi di degenza in corsia. L'intervento "principe" è quello alla colecisti, dove si raggiungono numeri altissimi e percentuali di successo di molto superiori alla media italiana. Un fiore all'occhiello è anche la Cardiologia: la mortalità per lo scompenso cardiaco è al 5,9 per cento, a fronte di una media nazionale dell'11 per cento. E livelli alti si raggiungono anche sul fronte della Chirurgia oncologica, specie per il cancro alla mammella, e della Ginecologia, soprattutto grazie al basso numero di cesarei (24 per cento a fronte di una media nazionale del 25). L'unica macchia in "pagella" è sul versante delle malattie respiratorie dove il livello rimane ancora basso: la mortalità entro un mese dei pazienti con broncopolmonite cronica riacutizzata sfonda il 14 per cento, al di sopra della media nazionale del 9,9 per cento. E un salto di qualità bisogna ancora fare sul fronte nella Neurochirurgia: la mortalità a 30 giorni dopo un intervento al cervello è del 2,6 per cento in linea con la media nazionale. Con questo biglietto da visita l'ospedale Garibaldi di Catania si presenta all'appuntamento con la riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana, che classificherà gli ospedali sulla base dei volumi di attività e dei risultati raggiunti. g.sp. Sotto la media nazionale il numero di decessi per scompenso cardiaco Si attestano al 5,9 per cento Bocciato/2 Il presidio di Bronte nella fascia inferiore ma si guarisce dall'ictus Giù i parti e gli interventi chirurgici, eccellenza per l'ictus: la pagella bifronte dell'ospedale di Bronte. Due in pagella su tutto (o quasi), ma 10 e lode nella cura dell'ictus. Si potrebbe riassumere così la valutazione fatta da Agenas attraverso il nuovo sistema di valutazione "Treemap" del programma nazionale esiti per l'ospedale di Bronte. Tra le piccole strutture che fanno capo all'Asp di Catania, è nella fascia più bassa. Eppure, per difendere questo piccolo ospedale arroccato tra i monti in provincia di Catania, sono scesi in campo i big della politica siciliana, e non solo. È successo un anno fa, quando dal ministero arrivò l'ultimatum per la chiusura del punto nascita destinato a morte perché al di sotto della soglia di 500 parti all'anno richiesta dal ministero. Allora scese in campo addirittura il sottosegretario Giuseppe Castiglione, che inviò alla ministra Beatrice Lorenzin (sua compagna di partito sotto l'insegna Ncd) un corposo dossier per salvare la Ginecologia. E la deroga, puntualmente, arrivò, seppur con qualche prescrizione. A non 21/12/2016 Pag. 1 Ed. Palermo diffusione:239605 tiratura:340745 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato arrivare, invece, sono stati i risultati. Secondo Agenas proprio gravidanza e parto sono state una delle "bestie nere" della struttura, almeno stando ai dati 2015 rilevati nell'ultimo rapporto appena pubblicato. Una bocciatura arriva anche per la Chirurgia generale: troppo bassi gli interventi per colecisti con tecniche mini invasive, troppo lunghi i tempi di degenza in corsia dopo l'operazione. Anche sul fronte dello scompenso cardiaco i risultati non sono incoraggianti. La mortalità a un mese è del 15 per cento, a fronte di una media nazionale dell'11 per cento. Ma se passiamo ad analizzare i dati dell'ictus, sembra di varcare la soglia di un altro ospedale. Su questo fronte infatti la struttura catanese raggiunge livelli di eccellenza superiori alla media italiana: la mortalità è di appena il 3 per cento, quattro volte di meno che nel resto d'Italia. Un risultato eccellente che solo in parte ripaga della bocciatura senza appello nelle altre discipline. g.sp. Giudicati troppo lunghi i tempi di degenza dei pazienti in corsia dopo le operazioni www.palermo.repubblica.it wwwagenas.it PER SAPERNE DI PIÙ 21/12/2016 Pag. 7 Ed. Torino diffusione:239605 tiratura:340745 Il Piemonte è secondo in Italia nella classifica della prevenzione (s.str.) LA Toscana è prima, il Piemonte sale al secondo posto. Questo il risultato della classifica - ancora da formalizzare della "griglia Lea" per l'anno 2015, un sistema di valutazione partito nel 2007 che prende in considerazione nove indicatori (con un punteggio da - 1 a 25 per ciascuno) sui risultati raggiunti dalle diverse regioni sui livelli essenziali di assistenza, dalle vaccinazioni alla prevezione alle cure domiciliari. Per il 2014 il Piemonte aveva raggiunto un punteggio di 200 su un massimo di 225, un traguardo mai raggiunto da nessuno. Nel 2015 un altro balzo in avanti che consente al Piemonte di arrivare a 205 punti. Nel 2012 il nostor punteggio totale era 186, quando la soglia di "adempienza" è fissata a 160. Le ragioni dell'ottima prestazione del Piemonte le spiega il neo direttore regionale della sanità Renato Botti: «La crescita del Piemonte è avvenuta in particolare sulle aree territoriali, sulla copertura vaccinale degli anziani over 65. Erano invece già alti i livelli raggiunti sui servizi dell'area ospedaliera. Inoltre è migliorata l'offerta dei servizi ai malati terminali e ci sono stati progressi nella veterinaria». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOPO LA TOSCANA 21/12/2016 Pag. 7 Ed. Torino diffusione:239605 tiratura:340745 "Basta burocrazia le Asl pensino a curare le persone" Le linee di Botti nuovo direttore regionale della sanità "L' 'azienda zero' si occuperà solo di amministrazione" "Gestire la cronicità deve essere l'obiettivo: bisogna migliorare l'assistenza domiciliare per curare i malati a casa loro" SARA STRIPPOLI «C'È un nuovo modello che si sta studiando negli ultimi tempi in sanità e si chiama "azienda Zero". Valuteremo se sarà possibile studiare di farla nascere anche in Piemonte». Renato Botti è il nuovo direttore regionale della sanità piemontese dopo il ruiolo di direttore generale della programmazione sanitaria del ministero dela Salute. Tocca a lui guidare la sanità piemontese proseguendo la riforma avviata nella prima fase da Fulvio Moirano. Botti, ci spiega cosa intede per "azienda Zero"? «E' di fatto un'agenzia che accorpa tutti i servizi amministrativi, dagli acquisti alla logistica, delle aziende. Che in questo modo possono concentrare tutte le loro energie sui servizi alla persona. Inutile che debbano occuparsi di buste paga. Esiste un modello simile in Liguria. Credo si possa immaginare di farlo anche in Piemonte». Oggi incontra tutti i direttori generali della sanità piemontese. Quale sarà il messaggio? «Sono uno che ama fare squadra. Credo che si debba fare il massimo sforzo per sfruttare tutte le competenze che ci sono. Direi che il mio è un messaggio di grande apertura». Quale sarà la sua prima sfida? «Sono convinto che a questo punto, dopo i risultati ottenuti, il vero problema della sanità di tutta Italia sia gestire la cronicità. Il paziente deve, per quanto possibile, curarsi a casa e per questo occorre potenziare l'assistenza domiciliare con l'uso delle tecnologie. C'è un piano nazionale per la cronicità approvato a settembre di quest'anno e avendo partecipato a quel programma posso dire che c'è molto di quello che si potrebbe fare in Piemonte. Un cambio di comportamenti è però necessario». Cosa l'ha spinta a venire in Piemonte? «Il rapporto che si è instaurato con il presidente Sergio Chiamparino e con l'assessore Antonio Saitta e la sfida per il rilancio della sanità piemontese che negli ultimi tempi ha dimostrato aspettimolto dinamici. Mii interessava poi il ruolo di coordinatore tecnico delle Regioni per la sanità. Ci sono anche ragioni personali: in questo modo mi avvicino alla famiglia che vive a Genova». La mobilità passiva è uno dei punti critici della nostra sanità. Con cifre che sono ulteriormente cresciute negli ultimi anni. Qual è la sua ricetta? «Sono un liberale, credo che i cittadini debbano poter scegliere dove andare a farsi curare. La mobilità passiva si contrasta soprattutto garantendo servizi di qualità che devono essere erogati in tempi accettabili». Prima di andare in ministero lei ha lavorato per la sanità lombarda e ha gestito centri privati. Quale ritiene sia il giusto equilibrio nel rapporto fra sanità pubblica e privata? «Sono stato responsabile della sanità lombarda, mi sono occupato di telemedicina nel privato, ho lavorato per il ministero. Aver avuto la possiiblità di vedere la sanità da diversi punti di vista è una risorsa. Credo che il miglior equlibrio sia una forte "governance " della sanità pubblica. Quando questa c'è sia il pubblico sia il privato possono rafforzarsi». Cosa ne pensa delle macroaziende? «Il modello della Toscana che ha un'unica azienda per tutta la regione non è un modello a cui vogliamo riferirci». I PUNTI IL GIUDIZIO "La sanità piemontese negli ultimi tempi ha dimostrato aspetti molto dinamici per nulla banali" IL PRIMO OBIETTIVO "Contrastare la cronicità. Bisogna rafforzare le cure domiciliari utilizzando le nuove tecnologie" IL NUOVO MODELLO "Uno dei nuovi modelli è far nascere un'"azienda Zero", che gestisca i servizi amministrativi da fornire alle aziende LA MOBILITÀ PASSIVA "I pazienti vanno dove vogliono. Si contrasta soprattutto con la qualità dei servizi che si offrono ai cittadini" VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il pianeta salute 21/12/2016 Pag. 7 Ed. Torino diffusione:239605 tiratura:340745 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: La vaccinazione degli anziani è aumentata negli ultimi anni in Piemonte VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 50 21/12/2016 Pag. 51 Ed. Torino diffusione:154324 tiratura:222715 "Il mio piano per la Sanità Una cabina di regia coordinerà tutte le Asl" ALESSANDRO MONDO In Liguria l'hanno chiamata «Alisa». In Veneto, con minore fantasia, «azienda zero». In Piemonte non c'è ancora nè il nome nè il progetto, siamo alle ipotesi, ma la costituzione di una «sovra-Asl» incaricata di dare una governance unica alle aziende sanitarie locali, salvaguardando i servizi, ha cominciato a prendere forma nelle parole di Renato Botti, neo-direttore dell'assessorato regionale alla Sanità succeduto al rutilante Fulvio Moirano. Super-manager Ieri, in Consiglio, il debutto di fronte ai giornalisti per annunciare con l'assessore Saitta che il Piemonte ha scalato la classifica nazionale dei Livelli essenziali di assistenza: secondo posto dopo la Toscana. L'occasione, anche, per accennare qualche punto di vista sulle politiche di una Sanità appena uscita dal piano di rientro del deficit e in piena trasformazione. Punti di vista con un peso specifico dato che Botti - dal 2014 responsabile della direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero ma forte dell'esperienza anche nel mondo della Sanità privata (è stato direttore generale del San Raffaele di Milano) - dirigerà con Saitta un settore cruciale. Gestione unica per le Asl Nulla da eccepire sull'accorpamento (già approvato) delle Asl Torino 1 e 2, ha premesso: «Un modello che si sta ripetendo in altre Regioni, anche se manca uno studio sulla dimensione ottimale». Cautela sulla replica di questo processo nel resto del Piemonte per evitare la nascita di strutture eccessivamente grandi e quindi difficilmente governabili: «Serve una grande riflessione. Il punto non è tanto l'aggregazione delle Asl ma quali funzioni possono essere centralizzate, dalla logistica ai servizi, dall'informatica alle attività amministrative, mantenendo i servizi sul territorio». Una governance unica, insomma, che altre regioni, non a caso citate da Botti, hanno demandato ad una struttura ad hoc: in grado di omogeneizzare alcuni processi, ottenendo economie di scala, e consentendo alle Asl di concentrarsi sull'erogazione dei servizi. «Ogni Asl operava come una repubblica a sé, senza un'effettiva azione che potesse dare medesime procedure, evitare sprechi, fornire omogenee risposte ai bisogni dei cittadini - ricorda Sonia Viale, assessore alla Sanità della Liguria, sul sito della Regione -. Con la creazione di Alisa diamo una governance unica a tutte le cinque Asl che saranno mantenute, perché è importante che il territorio ligure possa affrontare i problemi delle comunità con articolazioni più vicine ai cittadini, potenziando il rapporto ospedale-territorio nell'ottica dell'integrazione dei servizi sociosanitari». Un'impostazione che ricalca quella accennata da Botti. Mobilità passiva Il quale ha idee precise anche su altri fronti. A proposito della "mobilità passiva", l'esodo dei pazienti verso le strutture sanitarie di altre Regioni, «sono un liberale: la gente ha diritto di scegliere». Questa dinamica, più che con gli "accordi di confine" interregionali «si contiene migliorando i servizi e riducendo le liste di attesa». Un fronte sul quale l'assessorato è già al lavoro. Nessuna pregiudiziale verso la sanità privata accreditata - «in Lombardia l'apertura al privato è stata importante» - ma «nell'ottica di una forte governance pubblica: i due modelli possono coesistere, si cresce insieme». «Il che non significa budget incondizionati», ha precisato Saitta, con riferimento all'uscita della Sanità piemontese dal piano di rientro. Pazienti cronici «Massima attenzione alla gestione dei pazienti cronici», ha aggiunto Botti, annunciando una delle priorità del suo lavoro: dopo il riordino della rete ospedaliera, la fase-due «rimanda alla continuità di cura e alla presa in carico dei cittadini». Concetti che oggi ribadirà ai direttori generali delle Asl: di carne al fuoco ce n'è già parecchia. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Parla Renato Botti, nuovo direttore dell'assessorato 21/12/2016 Pag. 42 Ed. Roma diffusione:115344 tiratura:158020 «Salario accessorio, multe e vendita aziende minori» Tutte le falle del Bilancio La relazione dell'Oref boccia la manovra del Campidoglio: manca un programma di recupero delle contravvenzioni Lorenzo De Cicco Manca un programma «adeguato» per recuperare le multe arretrate e gli affitti dello sterminato patrimonio immobiliare del Comune; non c'è traccia del piano per dismettere le partecipate gravate da debiti milionari; i bonus dei 23mila dipendenti capitolini vengono distribuiti senza nessun controllo; le entrate straordinarie previste dal Comune per il prossimo anno sono sproporzionate (troppe o troppo poche, a seconda delle voci: per i condoni edilizi vengono "previsti" 15 milioni, quando ci sono pratiche bloccate da anni). Ecco perché l'Organo di revisione economico-finanziaria ha bocciato la manovra di bilancio varata dalla giunta Raggi, appena prima che approdasse in Consiglio comunale. «Non ci sono spazi sufficienti per rispettare l'equilibrio finanziario», scrivono i revisori presieduti da Federica Tiezzi, che in privato ammette: «Negli atti della giunta abbiamo notato tanta ingenuità e approssimazione, probabilmente dettata dall'inesperienza...». In sostanza, secondo l'Oref, il Campidoglio «non ha previsto i correttivi necessari e indispensabili» per mantenere i conti in ordine. La previsione di un bilancio in pareggio, si legge nel rapporto, «è stata raggiunta sulla base di una non corretta previsione degli ingenti e imminenti oneri derivanti dai debiti fuori bilancio», ma anche «dalle passività derivanti dalla gestione delle partecipate». Società che, come ha rilevato anche il Ministero dell'Economia, andrebbero in molti casi liquidate. LE MUNICIPALIZZATE I revisori hanno calcolato che dieci aziende comunali non hanno nemmeno presentato il bilancio, a partire da Farmacap, che gestisce le farmacie capitoline. Negli atti del Bilancio manca un piano dettagliato per arrivare alla «razionalizzazione e/o alienazione delle società che non svolgono attività con fini istituzionali per l'Ente». Il rischio di un disequilibrio nei conti capitolini deriva anche dalla gestione delle entrate. «Non si riscontra un adeguato e specifico programma di recupero delle entrate tributarie e patrimoniali», si legge nel parere. «Nel documento di programmazione esaminato non sono espresse le politiche da adottare circa il recupero delle entrate, più volte oggetto di raccomandazione dai revisori e che costituisce uno degli aspetti più drammatici e critici di Roma Capitale». POCHE CONTRAVVENZIONI Per quanto riguarda le «contravvenzioni al codice della strada», il collegio dei revisori rileva «criticità riguardo l'elevata riduzione degli incassi». Una «inadempienza già oggetto di raccomandazione». Per l'Oref, bisognerebbe adottare «in tempi rapidi procedimenti tesi al miglioramento delle performance di riscossione anche al fine di evitare il ricorso sistematico al contenzioso». Stesso discorso per gli affitti degli immobili di cui il Comune è proprietario. Serve «una revisione puntuale e complessiva dei canoni di locazione, per garantire un monitoraggio periodico della riscossione dei canoni correnti e pregressi». I revisori di Roma Capitale segnalano problemi anche nell'erogazione dei bonus ai dipendenti comunali. «Bisogna ripristinare un sistema dei controlli interni e di valutazione del raggiungimento degli obiettivi, più adeguato e coerente», solo così si può arrivare «a un monitoraggio continuo dei risultati per aumentare l'efficacia dell'azione amministrativa». Foto: I REVISORI SUI PREMI AI COMUNALI: «SERVONO UN SISTEMA DI CONTROLLI INTERNI E ATTENZIONE SUGLI OBIETTIVI RAGGIUNTI» VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL DOCUMENTO 21/12/2016 Pag. 50 Ed. Roma diffusione:115344 tiratura:158020 Ricettari rubati e certificati medici falsi: truffa da 400mila euro al sistema sanitario Mic. All. Ricettari rubati, certificati medici falsi. Medicinali costosi e destinati a pazienti affetti da patologie respiratorie e dermatologiche, sottratti alle farmacie italiane e rivenduti all'estero con l'inganno. Una truffa al Sistema sanitario nazionale del valore di circa 400mila euro, porta ai domiciliari e in carcere una banda di napoletani, tutti del quartiere Fuorigrotta. Smascherati dai carabinieri del Nas, diretti dal comandante Dario Praturlon, sono finiti in manette su richiesta del pm Corrado Fasanelli e su disposizione del gip Cinzia Parasporo. Giovanni Di Napoli, dominus del gruppo, è finito dietro le sbarre. Gli altri componenti della banda sono Emanuela Formosa, Rosaria Di Napoli e Claudio Guaglione. I REATI I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, ricettazione e falso materiale e ideologico. Nell'ordinanza si legge che Di Napoli aveva «un ruolo di raccordo tra i vari componenti dell'organizzazione». Guaglione avrebbe presentato al banco le ricette irregolari, mentre la Formosa avrebbe «materialmente effettuato gli acquisti dei farmaci». Rosaria Di Napoli, infine, avrebbe svolto «la funzione primaria della compilazione dei referti con dati fasulli». Utilizzando false prescrizioni annotate su ricettari rubati, il gruppo si è fatto consegnare centinaia di confezioni di Spiriva, Aliflus e Dobovet Gel, poi rivendute fuori dall'Italia. L'inchiesta è partita grazie alla segnalazione fatta dal titolare della farmacia "Antica del Corso" di Roma Foto: I MEDICINALI VENIVANO RIVENDUTI ALL'ESTERO LA BANDA DI QUATTRO NAPOLETANI SCOPERTA DOPO LA DENUNCIA DI UN FARMACISTA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato RICETTAZIONE 21/12/2016 Pag. 2 Ed. Metropolitana diffusione:115344 tiratura:158020 ROMA Si dice colpita dall'«ingenuità» dell'amministrazione M5S. Dai «termini inappropriati» impiegati nelle voci di bilancio, dal «candore» di chi ha redatto il documento, dall'inesperienza di fondo. «Quando con gli altri revisori ho visto il documento di bilancio, ho notato molta approssimazione», racconta Federica Tiezzi, presidente dell'Organo di revisione economico-finanziaria del Campidoglio (Oref). Inesperienza in cosa, presidente? «Per esempio nell'uso di certe terminologie in alcuni atti. Insomma, questo era un documento di programmazione, dove i dati devono essere molto precisi. Non si può approssimare. Non so se nella giunta conoscono la materia, di sicuro hanno dimostrato troppo candore, troppa ingenuità su certi aspetti. O forse si tratta di altro». Altro? Malizia? «Ma no, sarà stata sicuramente l'inesperienza, ne sono convinta...». Una cosa è certa: i conti non tornano. E voi avete acceso il semaforo rosso... «Sì, come revisori abbiamo dovuto constatare che c'è il rischio di non rispettare l'equilibrio di bilancio, perché i saldi di finanza pubblica sono strettissimi e i rischi per le passività potenziali sono enormi». In parole più semplici? «Si potrebbe dire che il Comune non ha abbastanza soldi in cassa da spendere. Non hanno i mezzi per poter coprire tutte le spese». Che tipo di criticità avete rilevato? «Una criticità enorme è quella dei debiti pregressi, valgono miliardi di euro. C'è poi una mole incredibile di contenziosi ancora da risolvere; ci sono le società partecipate che hanno perdite reiterate negli anni che non sono mai state risolte. Pensi che dieci di queste società non hanno neanche presentato il bilancio, come Farmacap che gestisce le farmacie comunali...». Si tratta di problemi sicuramente gravi, ma anche datati. Perché allora il bilancio è stato bocciato proprio quest'anno? «Sicuramente sono criticità che il Comune si trascina da molto tempo. Il problema è che, nonostante i rilievi che abbiamo fatto tante volte in passato, negli atti di programmazione che accompagnano il bilancio fatto da questa amministrazione, non si prevede nulla per risolvere la situazione. La programmazione è assolutamente carente, non chiara negli obiettivi, non definita in termini di efficacia e di efficienza». Quali sono i rischi maggiori per il Campidoglio? «I rischi di default ci sono già. E nella programmazione non c'è nulla per arrivare al risanamento. Nulla. Nella situazione in cui si trova Roma, non si può fare una politica di mantenimento. Per noi non era possibile avallarla. I rischi sono enormi e servono interventi di sostanza. Non si può fare finta di niente, continuando a portarsi dietro i problemi. Bisogna risolverli o almeno iniziare un percorso di risoluzione». Ora l'amministrazione dovrà ricominciare da capo l'iter del bilancio, anche se la scadenza per approvarlo, in teoria, sarebbe il 31 dicembre. Mancano meno di dieci giorni... «Di sicuro il Comune ora dovrà riscrivere la manovra. Non ce la faranno per la fine del mese, c'è una proroga. Avranno più tempo per rispettare i rilievi. Ma il Campidoglio dovrà predisporre una programmazione adeguata, più concreta in termini di idee e di risultati da raggiungere». Lorenzo De Cicco © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Dalla giunta tanta approssimazione stupita da inesperienza e ingenuità» 21/12/2016 Pag. 54 Ed. Umbria diffusione:115344 tiratura:158020 segue dalla prima pagina «Il Comune di Terni sintetizzano gli investigatori anziché puntare sul progetto dell'Asm spa società al 100% del Comune, preferiva coinvolgere la società Enerstreet» nella cui compagine societaria figura, tra le altre, la Hedra di Massimo Piacenti (al 60%). Secondo le accuse (tutte da dimostrare), «il Comune di Terni non dava sufficiente evidenza pubblica al servizio da affidare, tant'è che nessun'altra società presentava un'offerta al di fuori della Enerstreet», facendo convincere gli investigatori «che anche in questo caso possa esserci stata da parte del Comune una volontà di veicolare l'affidamento del servizio verso soggetti ben precisi». L'appalto, alla data dell'informativa (il 12 novembre) era ancora in fase di preparazione «e allo stato non è possibile sapere quando lo stesso verrà perfezionato», ma polizia e finanza portano all'attenzione della procura la telefonata tra l'assessore Stefano Bucari e un consigliere comunale che ragionano (è il 21 settembre) di farmacie, illuminazione e rifiuti. Insomma, tranne le farmacie, dell'attività dell'Asm, la società presieduta, dal 2011, da Carlo Ottone. Che probabilmente non ha apprezzato l'interesse per un'altra società nazionale. «No no voglio segnali chiari dice Bucari un segnale so' le dimissioni di Ottone! Con ignominia!! Voglio un segnale io (). Questo ha portato l'Asm a livelli... () tutta la città ce sta a piglia' a boccatoni per la monnezza che scoppia () che soluzioni ti devo da'... economica non ci lavora nessuno... politica, vivremo alla giornata... vivremo... quindi chi sarà spazzato via saremo noi... riscapperanno fori poi... diciamo no, i nuovi volti riciclati o meno... no... quindi noi saremo quelli che non c'hanno avuto colpe... che se le so' caricate e l'hanno pagate... punto... chiusa partita. Capito?». Italo Carmignani Michele Milleti VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Scandalo coop «Voglio quelle dimissioni» 21/12/2016 Pag. 15 Ed. Ferrara diffusione:100036 tiratura:134560 A POCHI giorni dal Natale arriva il regalo più bello sotto l'albero anche per l'Anteas di Tresigallo. Nei giorni scorsi, infatti, la farmacia Pasquali ha donato una carrozzina per disabili del valore di 1.300 euro e utile all'associazione per il trasporto in sicurezza. Si chiude così l'anno dell'Anteas in maniera ancor più positiva dopo i risultati sui trasporti che ancora una volta dimostrano come le realtàdel volontariato siano il fiore all'occhiello dell'intero territorio. «Due anni e mezzo fa abbiamo inaugurato la sede presso l'ex ospedale Boeri a Tresigallo ed eravamo in 10 persone oggi contiamo ben 38 volontari di cui 21 autisti - dice Angiolino Calderoni -. Lo scorso anno abbiamo effettuato 770 trasporti ad oggi ne contiamo già 1000, superando i 40.000 km». Anteas è una grande famiglia e all'evento erano presenti anche la presidente regionale Lidia Giombini e provinciale Marisa Baroni, oltre al sindaco Andrea Brancaleoni e vicesindaco Mirko Perelli. «Anteas muove le comunità - spiega Baroni -. I volontari fanno di questa associazione un vero lavoro, donano tempo e generosità a chi ne ha più bisogno. Ferrara è il gruppo più numeroso in regione e conta 847 soci, oltre 30 infermieri e 21 mezzi. Il nostro non è solo un trasporto verso le strutture socio sanitarie ma una vera assistenza e supporto». Anche a livello regionale ci sono dati importanti. «Offrono un dono del cuore i nostri volontari - commenta Giombini - Ci sono 23 Anteas in Emilia Romagna con più di 1000 associati, 34 mezzi di trasporto e a livello nazionale siamo più di 600 Anteas. Tante sono le attività svolte anche per il terremoto». Tanto orgoglio anche dal lato dell'amministrazione che non solo garantisce l'uso della sede ma di anno in anno offre un contributo economico all'associazione. Chiara Modonesi VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tresigallo, per l'Anteas una carrozzina in regalo 21/12/2016 Pag. 5 Ed. Fermo diffusione:100036 tiratura:134560 Traffico di farmaci : tre infermieri devono risarcire AVREBBERO creato un danno erariale, prelevando indebitamente quantità di farmaci dai reparti ospedalieri del «Murri» in cui lavoravano, per poi rivenderli sul mercato nero. Per questo motivo, la Corte dei Conti di Ancona ha condannato tre infermieri di Fermo a pagare un risarcimento allo Stato di 30.000 euro ciascuno. Assolti invece gli altri sei imputati, tra cui l'allora direttore generale dell'Asur di Zona, Gianni Genga, perché completamente estranei ai fatti. La vicenda era venuta a galla attraverso una complessa indagine dei carabinieri denominata operazione «Spia», con cui era stata sgominata una più vasta organizzazione dedita al commercio illecito di sostanze dopanti e farmaci tradizionali, che venivano trafugati dai depositi ospedalieri di Fermo. Il blitz era stato messo a segno all'alba del 23 febbraio del 2012 dai militari del Reparto antidoping dei Nas e della Compagnia di Fermo, ma era stato il frutto di una lunga indagine che aveva fatto scattare provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di alcuni infermieri del «Murri», un addetto alla farmacia ospedaliera, un magazziniere e diversi atleti, ciclisti, maratoneti e dirigenti di società sportive. Alla fine davanti al giudice del tribunale di Fermo, per rispondere penalmente, erano comparsi in 19. Sei di loro avevano patteggiato la pena, altri 11 erano stati processati con rito abbreviato. Mentre solo le due infermiere, che sono state assolte perché il fatto non sussiste, avevano optato per il rito ordinario. Durante il processo, infatti, era emerso che i farmaci trovati a casa delle imputate, erano in realtà tutti prescritti e regolarmente tenuti, per via delle proprie patologie o, in un caso specifico, di quelle del marito. Tutto il contrario dell'attività che svolgeva invece un gruppo di paramedici attivi nel prelevamento di farmaci, perlopiù dopanti, e nella loro rivendita sul mercato nero. Gli inquirenti avevano scoperto che la merce rubata finiva nelle mani di società sportive di atletica leggera, ciclismo, pallavolo e calcio. Tra i consumatori anche nomi famosi tra cui un maratoneta di fama mondiale e un ginnasta. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato OPERAZIONE 'SPIA' PER LA CORTE DEI CONTI HANNO PROCURATO UN DANNO ERARIALE 21/12/2016 Pag. 5 Ed. Bergamo Brescia diffusione:39803 tiratura:63700 Il bilancio Ats fra riassetto e nuove indagini sulla salute - BRESCIA - UN ANNO impegnativo di «lavori in corso». Questo è stato il 2016 per l'Agenzia di tutela della salute (Ats), da gennaio erede della vecchia Asl come dispone la legge regionale 23/15 che ha anche ha trasformato gli ospedali in Aziende sociosanitarie territoriali (Asst). Un riassetto nella forma e nella sostanza, con l'accorpamento dei 12 distretti nei 3 di Lonato, Brescia e Rovato e una razionalizzazione del personale (da 1561 dipendenti si è passati a 872 e a breve a 782). A tirare le somme, ieri, i vertici della ex Asl, nei prossimi mesi deputata a ruoli di regia e controllo di un nuovo modello di presa in carico dei pazienti cronici. «Una rivoluzione che migliorerà la vita del paziente stesso - garantisce il direttore Carmelo Scarcella - con tempi di attesa ridotti e taglio di esami inutili». Con un bacino di un milione 174.365 assistiti (il 20.5% con più di 65 anni) Ats conta su 739 medici di medicina generale, 128 pediatri, 204 medici di continuità e 303 farmacie. L'anno è iniziato con una previsione di bilancio di 1.627.687 euro poi assestati su 1.638.271. «La legge ci attribuisce funzioni di programmazione e indagine della domanda di salute ma anche di controllo della qualità delle prestazioni erogate», prosegue Scarcella. Se il 2016 ha visto il trasferimento delle competenze esecutive dei vaccini alle Asst, in capo all'agenzia rimarranno prevenzione medica e veterinaria, sicurezza sul lavoro, igiene degli alimenti, screening oncologici. A PROPOSITO di indagini, nel 2017 saranno pronti gli esiti di uno studio sulla correlazione tra Pcb e linfoma non hodking e tra Pcb e latte materno. Ats svilupperà inoltre un focus sulle comunità esposte a discariche. Finiranno sotto inchiesta l'area di Castenedolo, Calcinato e Montichiari e quella di Rovato, Passirano, Paderno, Travagliato e Ospitaletto. Tra i temi di intervento che hanno impegnato di più, la consumazione a scuola dei pasti preparati a casa, l'abitabilità degli immobili per i profughi (è in corso di valutazione quella della Serini, ndr), le aflatossine nel latte e il virus «lingua blu» diffuso tra gli ovicaprini. Beatrice Raspa Slittamento Dopo aver ricevuto risposte da Enac, il sindaco Fraccaro evidenzia la necessita di aggiornare il piano di rischio aeroportuale che non contempla quell'area Presa di posizione Nei giorni scorsi è stato ufficializzato lo slittamento dei primi arrivi proprio per i ritardi dei lavori. A regime dovrebbe contenere 130 richiedenti asilo VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ L'INCONTRO 21/12/2016 Pag. 7 Ed. Como Lecco diffusione:39803 tiratura:63700 Un vademecum per le analisi «Così migliora la raccolta dati» - SAN FERMO DELLA BATTAGLIA - NESSUNO si è ancora presentato con i campioni da analizzare raccolti nel vasetto dello yogurt, ma qualche tempo fa una signora si è presentata al laboratorio analisi dell'ospedale con una bottiglia, anziché con una provetta com'era indicato sulla richiesta di esami presentata dal suo medico. A questo punto al Sant'Anna hanno deciso che era meglio preparare un vademecum, consultabile online, con tutte le avvertenze da rispettare prima di sottoporsi a un esame. Un database consultabile dal sito www.asst-lariana.it con indicazioni utili redatte da medici ospedalieri, di medicina generale, pediatri e farmacisti. «L'obiettivo primario del laboratorio- sottolinea il primario Luca Frigerio - è quello di fornire ai clinici risultati attendibili e affidabili. Per raggiungere questo traguardo è necessario che il laboratorio analisi si preoccupi di estendere la garanzia di qualità dei propri servizi anche alla fase pre-analitica, ponendo particolare attenzione alla comunicazione dei test eseguiti, alle modalità di raccolta del materiale biologico e alla corretta preparazione del paziente. Sapere cosa misura la glicemia, ad esempio, dove fare un esame o come conferire i materiali biologici può essere fondamentale anche per raccogliere e conservare nel miglior modo possibile i campioni, così da consentire analisi più accurate e precise». Un progetto messo a punto dall'Unità operativa di Patologia clinica laboratorio analisi, articolata nelle due strutture dell'ospedale Sant'Anna di San Fermo della Battaglia e all'ospedale Sant'Antonio Abate di Cantù, un servizio che esegue 950 tipologie di analisi su materiali biologici di origine umana allo scopo di fornire informazioni utili per la formulazione di diagnosi, per la cura di malattie, per il monitoraggio di terapie farmacologiche e per la prevenzione. Una precauzione indispensabile per un laboratorio che effettua ogni anno oltre tre milioni e mezzo di esami. «Per realizzare questo vademecum - aggiungono Enrico Minotti, responsabile del Laboratorio analisi del presidio di Cantù, e la collega Silvia Bartesaghi - abbiamo attinto all'esempio di altri nosocomi lombardi, come l'ospedale Niguarda, cercando di sviluppare una formulazione organica e nello stesso tempo di semplice consultazione. Uno strumento a disposizione anche di medici di base e pediatri nel rapporto con i loro pazienti. Troppe volte ci capita di dover rinviare gli esami, con perdite di tempo e di risorse, perché il campione non è stato raccolto o conservato in modo adeguato. Speriamo d'ora in poi di poter evitare questi inconvenienti». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SAN FERMO DELLA BATTAGLIA LA STRATEGIA 21/12/2016 Pag. 10 Ed. Arezzo diffusione:76979 tiratura:107166 di FRANCESCA MANGANI VIA LIBERA della giunta regionale: il distretto sanitario che unirà Arezzo, Casentino e Valtiberina, diventa realtà. Un solo direttore di distretto, che a meno di clamorose sorprese sarà Antonella Valeri, di fresca nomina e con un curriculum robusto sul piano delle direzioni amministrative. E così prende corpo il progetto che era già stato annunciato all'atto della riforma sanitaria toscana. La riduzione delle zone distretto, quelle che hanno rapporti con i medici di medicina generale, con le Rsa, le case di riposo, gli ospedali di comunità, le farmacie. Insommail front-office sanitario con il territorio. Conseguenze? Da scoprire. Le sedi restano, la rete pure, i servizi per fortuna anche. Anzi, per il direttore di area vasta Enrico Desideri è un potenziamento. «Il distretto è un motore di organizzazione e garanzia delle cure: e questo sistema rafforza la struttura organizzativa e tecnica per sviluppare le funzioni sociosanitarie socio sanitarie sul territorio». Le zone hanno paura? «Sbagliano: creeremo delle subaree nelle quali i sindaci conteranno come ora e forse di più». Nell'attesa però la protesta c'è. Annunciata quella della Valtiberina e del Casentino, al quale dà voce Daniele Bernardini, presidente dei sindaci casentinesi. «Continuo a non capire l'utilità di questa manovra che penalizza le zone più periferiche e disagiate, i paesi di montagna e le aree più marginali, come il Casentino: incideremo sempre meno. Tuttavia rispetto alla possibilità di fondere la nostra vallata solo con la Valtiberina, la soluzione varata dalla giunta che include Arezzo, la trovo meno peggio». «Sotto l'albero della salute, schiaffo per l'Aretino: accorpati i non consenzienti e divise le zone omogenee» ha commentato il capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai. Manca solo l'ok del Consiglio infatti, poi l'Asl 8 di Arezzo passerà da 5 a 3 distretti sanitari. Per il momento restano indipendenti Valdarno e Valdichiana. «Il provvedimento prende sottogamba gli auspici di sindaci, cittadini e operatori - attacca Mugnai - questo ulteriore step di certo va ad indebolire i territori e a far perdere ad intere zone la propria autonomia rivendicata anche con forza in questi mesi. In provincia si vanno a marginalizzare zone già rese periferiche da anni di politiche sanitarie distratte». La Giunta ha varato la fusione dei tre distretti: la parola passa ora al Consiglio che si pronuncerà a gennaio. E' probabile che la Regione si prenda poi sei mesi di tempo per poi rendere effettivo il progetto dal luglio 2017. Vedremo con quali conseguenze non solo per il sistema amministrativo ma anche per i pazienti. Anche se al momento i vertici sanitari le escludono. SCHEDA Sportello unico: 24 e 31 e il 7 gennaio orario ridotto SI COMUNICA che nelle giornate precedenti le festività di Natale e Capodanno, nei giorni del 24 e del 31 dicembre, e il giorno successivo all'Epifania, il 7 gennaio , lo Sportello Unico sarà aperto con orario ridotto, dalle 10 alle 12 per garantire i servizi essenziali definiti per legge, ossia le denunce di morte. Le istituzioni europee spiegate ai ragazzi Guerrini oggi al liceo I FUNZIONARI che lavorano all'Ue tornano sui banchi di scuola per spiegare ai ragazzi il lavoro delle istituzioni europee e le opportunità di studio e lavoro. Del progetto fa parte anche l'università. Claudia Guerrini, funzionario della Commissione Ue, oggi incontra classi del Liceo «Redi» con Elisabetta Di Benedetto, che cura Europe Direct al campus universitario del Pionta. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Asl, è arrivato il super-distretto Sì della Regione ma ora è bagarre 21/12/2016 Pag. 2 Ed. Lucca diffusione:76979 tiratura:107166 È Bortoli l'amministratore più pagato IL COMPENSO più alto nell'ampio ventaglio delle società partecipate del Comune di Lucca, è quello che spetta a Andrea Zavanella, presidente di Ctt Nord, il consorzio di trasporti pubblici, di cui il Comune ha una quota di partecipazione minimale, pari al 4,66%. Zavanella nel primo semestre 2016 ha infatti maturato un compenso lordo pari a 21.150 euro. Al secondo posto c'è il suo vice, Alessandro Amato, con 13.950 euro, soldi sempre relativi al primo semestre dell'anno. Al terzo - ma primo «lucchese effettivo - compare Andrea Bortoli, amministratore unico di Lucca Holding Spa, partecipata "regina" del Comune di cui il Comune stesso possiede il 100% delle quote. Bortoli ha incassato nei primi sei mesi 2016 un assegno di 12mila euro. NOVEMILA euro è invece il compenso lordo semestrale che riscuote Ugo Fava in qualità di presidente di Gesam spa, la società di cui il Comune detiene quote pari al 59.69%. Stesso compenso anche per Matteo Romani, presidente dell'azienda per la raccolta e smaltimento dei rifiuti Sistema Ambiente di cui il Comune possiede quasi il 52% di quote azionarie, e anche per Andrea Bertoncini, amministratore unico di Lucca Holding Progetti speciali e risorse, dell'amministratore unico di Lucca Holding Servizi Luca Bilancioni, di Luca Cesaretti, amministratore unico di Metro srl (che gestisce i parcheggi a pagamento), di Simona Deghelli, consigliere di Ctt Nord, e di Alfredo Macerini, presidente di Gesam Energia spa. IN QUALITÀ di presidente di Geal, società dell'acqua, Giulio Sensi nel giugno scorso per i primi sei mesi dell'anno ha riscosso 7.500 euro, qualcosa di più rispetto a Francesco Caredio amministratore unico e presidente di Lucca Comics & Games (6mila euro), di Antonio Da Prato, presidente delle Farmacie comunali spa, e di Giovanni Iacopetti, presidente di Gesam gas e Luce spa, anche loro "fermi" a 6mila euro. Marcello Andreuccetti di Polo Energy spa ha incassato 5mila euro, esattamente quanto Laura Celli di Itinera. Quasi tutti i consiglieri delle partecipate hanno un compenso di 3mila euro, qualcosa meno quelli di Geal Marino Nieri, Giulia Marraccini, Michele Martinelli (2.500). Fa eccezione Chiara Cecchini in Farmacie Comunali che nel primo semestre ha riscosso 5mila euro lordi. L.S. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato COMUNE AL RESPONSABILE DI LUCCA HOLDING 12MILA EURO IN SEI MESI 21/12/2016 Pag. 11 Ed. La Spezia diffusione:76979 tiratura:107166 Tre "colpi" in pochi giorni Patteggia - BRUGNATO - TRE COLPI in pochi giorni, ai danni di una farmacia, un supermercato e una onlus di Brugnato, e un unica 'mano': quella di Fabio Argentieri, un uomo di 29 anni originario di Roma che, una volta individuato e denunciato, ieri ha chiuso i conti con la giustizia patteggiando la pena. Per lui, il giudice per l'udienza preliminare Marta Perazzo ha ratificato il patteggiamento: sei mesi di reclusione e quattrocento euro di multa, con la pena che è stata sospesa. I fatti risalgono all'agosto del 2014, con il 29enne che si era dapprima intrufolato nella farmacia brugnatese, rubando una scala di alluminio e una bottiglia di grappa; poi, non contento, ha fatto capolino anche all'interno del supermercato del paese, prelevando un iPhone e dieci ticket restaurant. Infine, il 29enne è penetrato all'interno della sede della onlus 'Demaestri', portandosi via saponette, tazzine, portachiavi e portapenne, due computer, un cellulare, un assegno, una chitarra, e una stampante. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BRUGNATO 21/12/2016 Pag. 33 Ed. Imperia diffusione:45799 tiratura:62858 Autostoppista raggira i turisti, chiede un passaggio e "scrocca " soldi La scusa classica: «Il bancomat non va, può farmi un prestito? » ALBENGA. «Accompagnatemi in farmacia: devo comprare le medicine a mio figlio». Ma è solo una scusa per spillare qualche soldo. Un vero e proprio raggiro, che normalmente si risolve con un danno di una cinquantina di euro per le vittime, che ultimamente sono preferibilmente i turisti che discendono la provinciale da Garessio. Alcuni di loro raccontano di avere incontrato nel tratto tra Erli e Zuccarello, una donna sulla quarantina in disperata cerca di aiuto. Nessuno nega un passaggio alla madre stravolta per la gravità delle condizioni del figlio, e pochi si insospettiscono quando lei chiede di fermarsi a un bancomat, perché nella fretta è uscita senza soldi. Peccato che il bancomat non funzioni, e ancora la donna si appella alla generosità dei turisti: un prestito di 50 euro per le medicine, che restituirà andando subito dopo a cercare un bancomat funzionante. A questo punto, però, la donna mette in atto la sua strategia di fuga. Ad esempio entrare da una porta della farmacia ed uscire dall'altra, o dileguarsi con un'altra scusa. Sabato sera, ad esempio, si sarebbe fatta accompagnare da una coppia di turisti piemontesi persino al pronto soccorso dove avrebbe dovuto trovare l'ambulanza con il figlio in condizioni gravissime. Ovviamente non c'erano né l'ambulanza, né il figlio, e la donna si è dileguata come sempre. L'episodio sarebbe stato segnalato alle forze dell'ordine, e a quanto pare non sarebbe per nulla isolato. Anzi, i racconti di automobilisti raggirati dall'insolita e truffaldina autostoppista sono molti, soprattutto nei periodi degli esodi turistici, e a quanto pare esisterebbero episodi vecchi anche di un paio d'anni, avvenuti non solo nell'entroterra ma anche ad Albenga, sempre con la scusa del figlio malato. Racconti che però non si sarebbero mai tramutati in formali denunce, forse perché per molti il tempo (sottratto alle vacanze) per le formalità vale più del tutto sommato modesto maltolto. L. REB. Foto: Un giovane autostoppista VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ALBENGA. CACCIA ALLA TRUFFATRICE 21/12/2016 Pag. 18 Ed. Levante diffusione:45799 tiratura:62858 Rapina con sparatoria, arrestati gli autori In manette due ragazzi sinti, rintracciati nelle scorse ore nella comunit à di San Damiano d'Asti PAURA A CHIAVARI I tre malviventi tentarono di legare la presidentessa dell'istituto Torriglia ROSSELLA GALEOTTI CHIAVARI . In manette i due malviventi che la sera del 5 agosto volevano rapinare la villetta di Luciano Lantermo, farmacista, e della moglie, Gabriella Bersellini, presidente dell'istituto Torriglia, in via Case Sparse, a Ri Alto. Sono due uomini di 31 e 37 anni, che i carabinieri del nucleo investigativo di Genova hanno rintracciato a San Damiano d'Asti, all'interno della comunità sinti, cui appartengono. I due, precedenti per reati analoghi, sono complici di un terzo uomo, arrestato subito dopo la tentata rapina e padre di uno di loro. Dovranno rispondere di tentata rapina aggravata in concorso. L'operazione dei militari è avvenuta in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Genova. Lantermo, molto conosciuto a Chiavari, titolare della farmacia Centrale, in via Prandina dove lavorano anche i figli Douglas e Dennis, e la moglie, erano in casa, quella sera di inizio agosto. Approfittando del momento in cui Gabriella Bersellini aveva aperto la portafinestra della cucina per fare entrare il cane, Golia, un meticcio anziano, adottato di recente dalla coppia, i malviventi erano entrati in azione: avevano cercato di immobilizzare la donna bloccandole i polsi con delle fascette di plastica e di fare altrettanto con il marito, per poi estorcere agli anziani coniugi i numeri della combinazione per aprire la cassaforte. Lantermo, però, aveva reagito: era riuscito ad afferrare la sua pistola, una Smith & Wesson 44 Magnum, regolarmente detenuta, e a fare fuoco. Tra lui e i rapinatori c'erano circa cinque metri di distanza. Il farmacista aveva colpito a un gomito uno dei malviventi che, insieme ai complici, si era dato alla fuga. Il colpo esploso da Lantermo aveva, però, provocato una ferita seria al braccio del rapinatore, costretto a ricorrere alle cure dei medici. L'uomo, 49 anni, italiano di origini sinti, era andato a farsi medicare all'ospedale Villa Scassi, dove era stato raggiunto e tratto in arresto dai carabinieri di Genova che erano sule tracce dei fuggitivi. Gli elementi raccolti durante l'arresto e i risultati di un accurato sopralluogo e dell'analisi dei sistemi di videosorveglianza presenti sull'ipotetico itinerario di fuga ricostruito dagli investigatori - da cui è emerso il passaggio sospetto di una macchina sia intorno all'orario della tentata rapina sia nel giorno precedente, con la targa di un altro veicolo da tempo radiato - hanno permesso di identificare i due complici. Gli investigatori hanno raccolto a loro carico gravi indizi di colpevolezza, tanto che il gip ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare. Il provvedimento restrittivo è stato emesso agli inizi di dicembre e ha richiesto un'ulteriore e articolata attività per rintracciare i due malviventi. Entrambi sono stati ritrovati nel Comune di San Damiano d'Asti dopo giorni di appostamenti e di osservazione, cui hanno contribuito i carabinieri del nucleo investigativo di Asti e della stazione locale. Un'attività particolarmente complessa per via delle caratteristiche della comunità sinti, cui i due arrestati appartengono. Gli arrestati, che non hanno opposto alcuna resistenza alla cattura, sono stati trasferiti nella casa circondariale di Asti, a disposizione dell'autorità giudiziaria. La ricostruzione intorno alle 22 di giovedì 4 agosto 2016 Gabriella Bersellini apre una porta finestra per richiamare il cane che stava abbaiando: vede degli uomini con passamontagna e rientra cercando di bloccare la porta, protetta da scuri, per dare tempo al marito, Luciano Lantermo, di intervenire Gli intrusi riescono a vincere la resistenza della donna e cercano di immobilizzarla Lantermo spara un colpo con la pistola regolarmente detenuta, ferendo al gomito uno dei malviventi, che si danno alla fuga Il ferito viene subito localizzato dai carabinieri all'ospedale Villa Scassi di Genova, dove si era presentato per farsi medicare la ferita da arma da fuoco. I due complici, appartenenti alla comunità Sinti, sono stati individuati e tratti in arresto a San Damiano d'Asti La villa in località case Sparse, a Ri Alto. A destra, Gabriella Bersellini I tre rapinatori in un frame del video reso pubblico dai carabinieri VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 21/12/2016 64 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TRE UOMINI PENETRARONO NELLA VILLA A RI ALTO DEL FARMACISTA LUCIANO LANTERMO E DELLA MOGLIE IL CASO