CFP BN I/2017 Giallo all`italiana: il giallo e il cinema in Italia (1910
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CFP BN I/2017 Giallo all`italiana: il giallo e il cinema in Italia (1910
CFP BN I/2017 Giallo all’italiana: il giallo e il cinema in Italia (1910-1972) a cura di Luca Mazzei e Paola Valentini Nel 1929 la casa editrice Mondadori inizia a pubblicare una collana destinata a diventare storica. Si tratta de "I libri Gialli", interamente dedicati alle crime story. In Italia i romanzi di delitto – storie cupe, con avventure romanzesche alla Dumas e sfondi cruenti alla Gran Guignol – esistono da tempo, addirittura dal 1872. Nei Gialli Mondadori tutto però è nuovo: la loro detection è cartesiana, rigorosa sul piano logico; nello stesso tempo dall'ermeneutica inesauribile (MorpurgoTagliabue 1986). I Gialli si rivolgono a un pubblico nuovo, una borghesia rinnovata, internazionale. Dal 1931, anche su sollecitazione di un apposito decreto del governo fascista, la collana accoglie i primi giallisti nostrani. Ecco allora che il crime italiano decolla, diventa “genere” e in Italia si accende un lungo e intenso dialogo intermediale (Quazzolo 2000, Valentini 2007,). Il “fenomeno giallo” investe il teatro, il cinema e la radio: da L’anello di Teodosio di L. Chiarelli 1929 a Giallo di M. Camerini 1934, da L’ombra dietro la porta di A. De Stefani 1934 a Il gran Cinema di G. Gherardi 1930, da Grattacieli di G. Giannini 1930 a L'anonima Roylott 1936 di G. Giannini e R. Matarazzo. Momentaneamente bloccata dal conflitto mondiale, l’onda gialla si riaffaccia anche nel dopoguerra, ibridandosi e lasciandosi influenzare dal noir, dal polar, dal procedural, perfino dal crudo realismo dell’Hard Boiled. Ecco allora sorgere il detective solitario del poliziesco all’italiana (da Sheridan al Maigret televisivo, da Lizzani a Germi, da Petri a Di Leo o Castellari), contaminato, ridefinito, parodiato ma ormai inequivocabilmente riconosciuto internazionalmente come brand. Nel 1972 infatti il fermento culturale muta e il giallo, ora nella forma del “Giallo all’italiana” oppure di quel filone particolare di thriller noto come “Italian Giallo”, acquista un’identità chiara e si fa formula, per quanto articolata nelle diverse manifestazioni che proprio il 1972, anno di estrema prolificità filmica, mette in luce nelle opere di Lucio Fulci o Riccardo Freda, di Dario Argento o Umberto Lenzi, di Aldo Lado o Emilio P. Miraglia. È proprio tuttavia la cultura del giallo precedente, cinematografica e non solo, di forza pari quasi, se vogliamo, alla ben più indagata commedia, e che nel 1972 matura in un’identità stabile a offrirsi come snodo e provocazione storiografica importante e oggetto di studio di questo volume. Molti sono gli studi che hanno affrontato il giallo italiano in ambito letterario (Benvenuti, Rizzoni 1979; Cremante 1989; Crovi 2002; Pistelli 2006; Milanesi 2009); vi sono anche delle ricognizioni di ambito cinematografico (Vermander, Jansen, Lanslots 2010); ricca è la bibliografia su figure specifiche, in particolare Mario Bava a Dario Argento (Pugliese, 1996; Carluccio, Manzoli, Menarini 2003; Lucas 2007; Zagarrio 2008; Jones, Kermode 2012; Pezzotta 2014); più recentemente, accanto alla tradizionale analisi tematica (Koven 2006) è stata finalmente dedicata una certa attenzione anche alle dinamiche produttive (Shipka 2011). Tuttavia la rilevanza dell’oggetto merita un’indagine ecosistemica, che approfondisca lo scenario intermediale, le professionalità impiegate, il riassetto produttivo che intorno al giallo si muove, lo svecchiamento tecnologico indotto o il nuovo tipo di pubblico generato, oltre che la fitta relazione intessuta dal genere con l’industria culturale circostante a partire da quello, estremamente proficuo, avuto con la televisione. Il numero I/2017 di Bianco e nero si propone in quest’ottica di aprire una riflessione a tutto tondo sul giallo in Italia, nel cinema e nel panorama mediale e culturale, dalla letteratura al teatro, dall’illustrazione letteraria al fumetto, dalla drammaturgia radiofonica agli sceneggiati televisivi, 1 settori con i quali da sempre il giallo intrattiene un dialogo intenso. In questo senso, il campo di studio del giallo in Italia sarà racchiuso dalle prime manifestazioni cinematografiche alla conquista del mondo televisivo con gialli magici e detection come Geminus (Luciano Emmer, 1969) o Il segno del comando (Daniele D’Anza, 1971). Essa potrà essere l’occasione per riflettere su personalità e professionisti, non solo registi ma anche sceneggiatori, musicisti o scenografi, su singoli film ma anche filoni o programmi televisivi, su tecniche espressive, ma anche tecnologie e discorsi critici che hanno avuto una relazione cogente con il giallo tra il 1910 e il 1972. Particolarmente benvenute saranno le proposte che intendano affrontare il tema del giallo privilegiando momenti storici e personalità fortemente sottostimate (cinema muto, anteguerra, ecc.) e con un taglio storico-culturale in grado di valorizzare l’interazione con l’intero panorama culturale e mediale. A titolo indicativo si segnalano alcune delle possibili linee di sviluppo: • • • • • • • • • • Nascita ed espansione della categoria critica e teorica del giallo, tra nazionalismi e vocazione internazionale Cinema muto italiano e rapporto con il mondo seriale del poliziesco europeo Giallo ed exploitation, produzioni e coproduzioni, ricerca e imitazione dell’industria cinematografica del Dopoguerra Il ruolo del suono e della musica: innovazioni tecnologiche e nuove collaborazioni creative musicista-regista Cinema e immagine: letteratura, paraletteratura, fumetto e illustrazione come bacino nella realizzazione e promozione visiva del film Programmi televisivi tra ricontestualizzazione nazionale del crime internazionale e giallo autoctono Detective e detection e cultura scientifica italiana Giallo e cultura dell’effimero: design, moda e architettura Giallo e censura, visibile e osceno Giallo e pubblico Bibliografia Stefano Benvenuti, Gianni Rizzoni, Il romanzo giallo: storia, autori e personaggi, Mondadori, Milano 1979 Bertusi 1997 Giulia Carluccio, Giacomo Manzoli, Roy Menarini (a cura di), L’eccesso della visione. Il cinema di Dario Argento, Lindau, Torino 2003 Renzo Cremante, Le figure del delitto: il libro poliziesco in Italia dalle origini a oggi, Grafis, Casalecchio 1989 Luca Crovi, Tutti i colori del giallo. Il giallo italiano da De Marchi a Scerbanenco a Camilleri, Marsilio, Venezia 2002 Claudio Gallo 1994 Alan Jones, Mark Kermode, Dario Argento: The Man, the Myths & the Magic, FAB Press, London 2012 Mikel J. Koven, La Dolce Morte: Vernacular Cinema and the Italian Giallo Film, Scarecrow, Toronto - London 2006 Tim Lucas, Mario Bava. All The Colors Of Dark, Cincinnati, Video Watchdog, 2007 Claudio Milanesi (a cura di), Il romanzo poliziesco. La storia, la memoria, Astraea 2010 Guido Morpurgo-Tagliabue, Metacritica del romanzo giallo, «Intersezioni», 1986, n. 2. Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro Cinema, Milano 2014 Maurizio Pistelli, Un secolo in giallo. Storia del poliziesco italiano (1860-1960), Donzelli, Roma 2006 2 Roberto Pugliese, Dario Argento, Il Castoro, Milano 1996 Paolo Quazzolo, Delitti in palcoscenico. La commedia poliziesca, Campanotto, Udine 2000 Danny Shipka, Perverse Titillation: the Exploitation Cinema of Italy, Spain and France, 19601980, McFarland, Jefferson – London 2011 Paola Valentini, Presenze sonore. Il passaggio al cinema sonoro in Italia tra cinema e radio, Le Lettere, Firenze 2007 Dieter Vermander, Monica Jansen, Inge Lanslots, Noir de noir: Un'indagine pluridisciplinare, Peter Lang, Paris 2010 Vito Zagarrio, Argento vivo: il cinema di Dario Argento tra genere e autorialità, Marsilio, Venezia 2008 Le proposte, contenenti un breve abstract (massimo 200 parole), cinque parole-chiave e una sintetica biografia del proponente, devono essere inviate entro il 30 settembre 2016 alle caselle di posta elettronica: [email protected]; [email protected]; [email protected]. Una volta approvata la proposta, il saggio dovrà essere inviato entro il 30 dicembre 2016. I saggi – di lunghezza compresa tra le 20.000 e le 30.000 battute – saranno sottoposti a procedura di double blind peer review. 3