Aktion T4 - Il memoriale della libertà

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Aktion T4 - Il memoriale della libertà
Aktion T.4
Radici profonde del male assoluto
Lo scrittore inglese Ken Follet ha scritto recentemente un’opera monumentale che racconta la storia
mondiale del ventesimo secolo dal 1910 al 1990 in tre volumi di circa mille pagine ciascuno: La caduta dei
Giganti, L’inverno del mondo, il terzo volume in uscita tra 3-4 mesi per le edizioni di Mondadori. Unica
manchevolezza, per puro spirito patriottico, l’assenza dell’Italia e degli italiani tra i protagonisti, se si
esclude la nonna materna di un protagonista importante, Billy, che agisce nel Galles inglese, come minatore
prima, come deputato a Westminster dopo. Gli avvenimenti collettivi come guerre, rivoluzioni, guerre civili,
crisi economiche si intrecciano con la vita dei singoli personaggi che sono condizionati dagli eventi più
grandi di loro, ma a loro volta li condizionano in uno scenario grandioso di puntuali ricostruzioni storiche ed
ambientali, di spionaggio internazionale avvincente, di vita, di sesso, di morte, di atrocità ed efferatezze
che ci mostrano gli abissi di orrore cui può giungere l’animo umano quando è imbevuto di falsi ideali nutriti
con la menzogna e l’odio o, più semplicemente, quando fa prevalere lo spirito di dominio e di
sopraffazione.
Leggendo il secondo volume mi sono imbattuto nei capitoli che trattano l’ascesa al potere ed il
consolidamento del regime nazista. Due ragazze berlinesi, non ancora ventenni ed amiche, Carla e Frieda,
apprendono che due bambini, di sei anni il primo (figlio della domestica di Carla), di quindici anni il secondo
(fratello di Frieda), ricoverati in istituti neurologici per gravi disabilità croniche, saranno trasferiti ad
Akelberg per un trattamento più efficace ed aggiornato. Pochi giorni dopo un telegramma alle famiglie
comunica che i bambini sono deceduti per appendicite acuta. La circostanza che il figlio della domestica di
Carla era già stato operato di appendicectomia fa nascere forti sospetti nelle famiglie dei bambini, e Carla e
Frieda vanno ad Akelberg per capire cosa è successo ai due bambini. Con l’aiuto di una infermiera scoprono
la verità. In quella “clinica” venivano uccisi con farmaci (morfina e scopolamina), e poi bruciati, tutti i
disabili là trasferiti da varie parti della Germania, decine al giorno. Lo Stato uccideva i suoi figli più deboli e
più bisognevoli di aiuto e di cure. Ho cercato sulle carte più dettagliate della Germania la città di Akelberg.
Non c’è. E’ un nome di fantasia dello scrittore. Ho fatto una ricerca online ed ho scoperto tutta la verità.
Non esiste Akelberg, ma esistevano i centri di sterminio dei disabili: Bemburg, Brandenburg, Grafeneck,
Hadamar, Sonnenstein, Hartheim. Solo Hartheim, un castello magnifico ed insospettabile immerso nel
verde, annientò diciottomila vittime innocenti. E’ confermata la circostanza del bambino già
appendicectomizzato e dichiarato morto per appendicite.
La campagna di sterminio ebbe inizio con il crisma della legalità nel Settembre 1939 con il decreto
Eutanasia, firmato Adolf Hitler, che così recita:
“Al gerarca del Reich Bouhler ed al dottor Brandt è data la responsabilità di ampliare la competenza di
alcuni medici, indicati per nome, cosicché ai pazienti che, sulla base di un umano giudizio, sono considerati
incurabili, sia accordata una morte di pietà dopo una diagnosi accurata.”
Poche, fredde, scarne parole per il delitto più assurdo e nefando di cui possa macchiarsi la stirpe umana.
Il dittatore nazista, nel tentativo puerile di giustificare l’Eutanasia obbligata di Stato, dichiarò che un iscritto
al partito, padre di un bambino disabile, gli aveva inviato una supplica, per essere liberato di un grave peso
morale ed economico rappresentato dal figlio portatore di handicap.
Il programma Eutanasia di cittadini tedeschi disabili di tutte le età fu portato avanti fino all’Agosto 1941 e
poi bruscamente interrotto, almeno ufficialmente.
Molti cittadini avevano notato che i pulmans, carichi di vittime predestinate, entravano nei centri di
sterminio e mai tornavano indietro con carichi di gente. Dove finivano tutte quelle persone? Un
interrogativo davvero inquietante che apriva gli occhi verso la verità orrenda. Anche molte famiglie
coinvolte avevano ritirato i familiari ricoverati negli istituti neuro-psichiatrici di Stato.
La sola protesta alla luce del sole venne dal coraggioso vescovo di Munster August von Galen che accusò
pubblicamente il governo per l’uccisione di innocenti cittadini tedeschi colpevoli di essere dei disabili, senza
che le sue parole trovassero una qualsiasi eco di sostegno da parte della Chiesa Cattolica di Roma, o di altre
Confessioni religiose. Ma nella più totale segretezza continuarono in Germania ed in Austria le folli pratiche
di genocidio eugenetico di bambini, giovani, vecchi. Alla fine della guerra si contarono 370 mila vittime
tedesche della campagna di igiene razziale.
Aktion T.4 era la sigla della campagna di pulizia razziale che Hitler aveva voluto. T.4 non era altro che
l’acronimo dell’indirizzo dove si trovava il centro di comando e strategico di tutta la sanguinaria operazione:
Tiergarten strasse numero 4. A Berlino c’è ancora una targa metallica commemorativa sul luogo dove era il
palazzo che ospitava la “Fondazione caritatevole per trattamento curativo ed istituzionale” guidata da
Philipp Bouhler e dal medico personale di Hitler Karl Brandt.
Nel libro Mein Kampf del 1924 Hitler scriveva testualmente: “coloro che sono insani di mente e di corpo
meritano di non poter perpetuare la loro disgrazia nel corpo dei figli. Lo Stato deve realizzare qui lo sforzo
più gigantesco”. Dopo la presa del potere da parte del partito nazional-socialista, nel Luglio 1933 fu
emanata, a tutela dell’igiene razziale, la legge sulla sterilizzazione obbligatoria per bambini e adulti affetti
da malattie ritenute ereditarie: 1) schizofrenia, 2) epilessia, 3) sindrome di Down, 4) alcolismo cronico ed
altre devianze sociali. Tra il 1933 ed il 1939 furono sterilizzate 360 mila persone. Per amore di verità
bisogna ricordare che anche in altri Paesi in quel periodo c’erano larghe correnti di pensiero a sostegno
dell’eugenetica e dell’igiene razziale. Ad esempio Svezia e Stati Uniti approvarono anche qualche legge per
la sterilizzazione, in un secondo tempo abbandonata. In Svezia furono effettuate circa 6000 sterilizzazioni. A
volte Il male è più vicino di quanto si possa credere!
Nel 1939 in una conferenza sull’igiene razziale Adolf Hitler, alla presenza del ministro della Sanità Leonardo
Conti (origine italiana?) diede un esempio “della vita non degna della vita” per le persone “che hanno
bisogno a letto di segatura e di sabbia perché si sporcano perpetuamente o mettono in bocca gli
escrementi”. Il dottor Pfannmuller, luminare della medicina tedesca, dichiarò: “E’ insopportabile che il fiore
della nostra gioventù deve morire al fronte per consentire ai deboli di mente ed ai soggetti asociali di avere
una esistenza sicura nei centri di assistenza”.
Tutte le tecnologie utilizzate per l’assassinio di massa di inermi e disabili cittadini tedeschi, dai farmaci
letali, al gas, ai forni crematori furono trasferite ed applicate nei grandi lager, Auschwitz, Birkenau, Dachau,
Mauthausen, Treblinka, ed altri ancora, per l’uccisione degli ebrei rastrellati ed imprigionati in tutta Europa
(sei milioni) nel più grande genocidio della storia dell’Umanità.
Il programma Aktion T.4 è figlio di un progetto per una razza tedesca pura, sana, bella, intelligente,
depurata “delle scorie umane di figli disabili nel corpo e nella mente”. A maggiore ragione gli ebrei
considerati dal nazismo il peggiore elemento inquinante del genere umano, parassiti, strozzini, sanguisughe
della società, erano irrimediabilmente condannati all’annientamento totale se la Germania avesse vinto la
seconda guerra mondiale. Se il regime nazista non ebbe incertezze nel programma di sterminio dei suoi figli
disabili, possiamo immaginare con quanta determinazione affrontava la totale eliminazione degli ebrei nel
continente europeo. Per fortuna, secondo i laici, per intervento della Provvidenza, secondo i credenti, le
cose andarono diversamente. Il nazi-fascismo fu sconfitto. La luce vinse sulle tenebre.
Ancora oggi, all’inizio del ventunesimo secolo, si aggirano nel mondo epigoni, in formato assai ridotto, di
Hitler e Stalin che affliggono i loro sudditi con dittature sanguinarie in Africa, in Asia, in Medio Oriente e,
fino alla fine del secolo scorso, forse, anche in Europa. C’è anche chi nega la verità storica della Shoà. E’
evidente che l’umanità non è ancora vaccinata contro le minacce alla dignità della persona umana, alla
libertà della persona umana, ai diritti fondamentali e civili della persona umana, valori sostanziati da un
denominatore comune che ci pone tutti su uno stesso piano di parità: siamo tutti figli di Dio!
Ai giovani il compito di non abbassare mai il vessillo della libertà e della dignità della persona umana,
perché sono i due pilastri fondanti di una società libera, progredita e giusta.