Etologia - L`Archetipo

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Etologia - L`Archetipo
Etologia
La farfalla non è tale fin dall’inizio. Verso l’autunno, è matura per deporre un uovo. Ha bisogno di
umidità e di sale per crescere, quindi di terra e di acqua. L’uovo è ancora del tutto fisico.
L’uovo viene deposto in un luogo umido dove sia disciolto del sale. Altrimenti non si sviluppa. È sufficiente che arrivi la nebbia con la sua umidità permeata di sale. L’uovo non vede nulla, vive in un mondo
completamente buio.
Dall’uovo striscia fuori un bruco, la cui caratteristica diviene non solo fisica ma anche eterica. Alla nascita,
il bruco ha i suoi organi di senso. Ad un’estremità ha la testa, all’altra un pungiglione. Emerge alla luce,
vi si immerge per rimanervi. È un essere completamente diverso da quello che era nell’uovo. Va in giro
strisciando piano. Non può, a differenza dell’uovo, maturare verso la sua piena esistenza solo nella terra
e nell’acqua. Gli occorre, è vero, l’umidità, quindi l’acqua, ma anche l’aria. Il bruco riceve quindi un corpo
eterico, attraverso il quale respira. Vive in un corpo fisico-eterico, ma non può sottrarsi alla forza di gravità e
volare, perché ha ancora in sé molta materia terrestre. È tuttavia fortemente attratto dalla luce solare, come
l’insetto che si lancia nella fiamma di una candela.
Cosa fa allora? Compensa il suo desiderio di luce tessendo un filamento a imitazione di un raggio di
sole. Lo tende di giorno incontro a un raggio di luce solare, ogni nuovo giorno un segmento piú lungo.
Di notte lo riavvolge. Il baco tesse la seta verso la luce.
Quando si prende la seta dai bachi, si può dire che sia luce solare intessuta.
Con i raggi solari si chiude completamente alle forze terrestri, edificando un bozzolo intorno a sé.
Dentro il bozzolo, il bruco accoglie in sé forze astrali derivanti dalla luce imprigionata. Sono queste forze
astrali a creare la futura farfalla.
Il bruco continua a tessere filamenti dal proprio corpo, con i quali perfeziona attorno a sé un involucro.
Poi si attacca ad un albero sparendo a poco a poco al suo interno, dissolvendosi entro i suoi filamenti.
Si dissolve completamente nella luce, come fa un insetto alla fiamma di una candela. Con la differenza
che l’insetto brucia nel suo desiderio di luce, ma non ha la possibilità e il tempo per formarsi un bozzolo.
Bruciando nella fiamma viva, gli viene impedito di operare la metamorfosi in un nuovo animale, cosa
che può fare invece il bruco.
All’interno del bozzolo il bruco si trasforma in pupa. Qui è l’astrale che domina, attraverso la luce solare
che è stata tessuta. La sostanza terrestre si è astralizzata per mezzo dei raggi del sole.
La pupa rimane appesa all’albero per qualche tempo. Il giusto periodo per costruire al suo interno la
farfalla, il prodotto animale della luce solare tessuta.
Al momento giusto, la pupa pratica un foro nel bozzolo e vola via. È
diventata farfalla, e ora può volare libera nell’aria con i suoi mille colori.
Essa può volare nell’aria perché proviene per intero da forze astrali, contrariamente al bruco. Può inseguire la
luce e non sottostà alla legge di gravità, che ha eliminato con una profonda
trasformazione di sé. Essa è maturata
fino all’Io. Ciò che vediamo volare come farfalla rappresenta l’Io.
Noi umani abbiamo il nostro Io in noi, la farfalla invece lo ha fuori di sé. L’Io è in realtà luce, e la luce lo
colora. Si possono capire le farfalle solo considerandole creazioni della luce che le rende di infiniti colori.
La farfalla depone alla fine un uovo e il ciclo ricomincia.
Tutto ciò che si sviluppa in entità animali viene creato dalla luce. Anche l’essere umano è creato dalla
luce attraverso i processi che avvengono nella fecondazione dell’ovulo femminile, che ha il compito di
proteggere la luce nell’interiorità umana con un involucro. È davvero la luce che crea l’essere umano nel
corpo della madre e crea anche la possibilità che egli possa svilupparsi dalla luce.
Allo stesso modo si vede come la farfalla provenga dalla luce che era stata prima imprigionata.
Teofilo Diluvi
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L’Archetipo – Gennaio 2013