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L’UNITA’ NAVALE DELL’ISTITUTO TECNICO NAUTICO STATALE “UGO TIBERIO” STORIA E CRONACA di Angelo De Gregorio INTRODUZIONE Molti, e ripetutamente, in questi due anni, hanno chiesto, chi con genuino interesse, chi con scetticismo. chi con ironia. chi per ignoranza delle cose di mare e delle procedure e chi per assoluta inconsapevolezza degli oneri tecnici ed economici che la cosa comportava, “Ma allora ‘sta motovedetta ?” Ogni volta dovevo spiegare e fare il punto e spesso mi accorgevo che le risposte venivano interpretate come scuse. Nel momento in cui siamo praticamente e finalmente giunti alla fase operativa, con l’avvenuta immatricolazione dell’unità, ritengo doveroso ed opportuno ripercorrere tutti i momenti che hanno permesso all’Istituto Nautico di Termoli di dotarsi di una unità navale, la “famosa” Mv CP 2058. E, perché no, togliermi qualche sassolino dalle scarpe ! Quanto segue è rivolto non solo agli studenti, che potranno in tal modo anche apprendere notizie che attengono alle cose di mare, ed a quanti appartengono alla famiglia del Nautico, ma pure a tutti coloro che frequentano il nostro sito e che potranno capire qualcosa in più della nostra scuola. LE MOTOVEDETTE COSTIERE CLASSE 2000 Nel 1970 il Corpo delle Capitanerie di Porto, considerato che le “motovedette costiere” erano ormai numericamente insufficienti a coprire le esigenze dei servizi in continuo aumento, avviò un corposo programma di potenziamento con l’intento di dotare la quasi totalità dei Comandi di nuove unità con spiccate caratteristiche nautiche quali tenuta al mare, discreta velocità e robustezza. La scelta, determinata anche dall’ottimo rapporto costo/efficacia, cadde sulle unità “Keith Nelson” del tipo “Nelson Launch” da 40 piedi costruite in Gran Bretagna dalla ditta Vosper Thornicroft Group Ltd. di Portsmouth che alla fine del 1969 aveva assorbito la Keith Nelson e Co. Ltd. di Bembridge, la quale costruiva le imbarcazioni “Keith Nelson” sui disegni della consociata T.T. Boat Designers ltd. detentrice dei progetti. “Classe 2000” fu la sigla distintiva assegnata alle nuove unità. L’impiego delle suddette unità come “motovedette costiere” confermò la validità della scelta, nonché la loro perfetta rispondenza nell’espletamento dei compiti d’istituto, salvataggi compresi. All’atto dell’acquisto, infatti, era previsto che il loro impiego fosse limitato ad un utilizzo sino a “mare forza 3-4”. Con l’impiego, le unità dimostrarono, invece, caratteristiche nettamente superiori alle aspettative e pertanto i corrispondenti limiti di utilizzo furono aumentati sino a “mare forza 5”. Nel frattempo si era costituita, nel 1972, la Soc.Keith Nelson Italia che forniva motovedette della serie Nelson da costruirsi presso il cantiere navale Bianchi e Cecchi di Cogoleto (GE), su stampo originale Keith Nelson e sotto il controllo della Vosper ltd. inglese. Sempre nel 1972, anche il cantiere navale Motomar di Lavagna (GE) era in condizioni di poter costruire motovedette Nelson, su scafo importato direttamente dall’Inghilterra e prodotto dalla “Halmatic Limited” Havant Hamshire – England. I risultati pienamente soddisfacenti dimostrati dalle 5 unità immesse in servizio, nonché la possibilità di poterle acquistare direttamente in Italia, furono determinanti per il Corpo, tanto da indurlo a prendere in considerazione l’ipotesi di procedere a nuovi acquisti, incrementando sensibilmente il numero di unità relative a questa nuova classe 2000. Considerata l’esiguità dei normali fondi di bilancio, dal 1971 al 1976 furono previsti finanziamenti speciali dall’allora Ministero della Marina Mercantile, per effettuare acquisti di mezzi nautici e relative dotazioni, da utilizzarsi per il concorso nelle operazioni di soccorso in mare ad aeromobili, in prossimità di aeroporti costieri, come previsto dall’art.727 del Codice della Navigazione. Quindi, per poter effettuare una scelta tra le due società italiane proponenti il medesimo scafo, venne nominata un’apposita commissione che, basandosi sulle differenti sovrastrutture, sulla diversa predisposizione degli spazi interni nonché, sulle attrezzature imbarcate, determinò le imbarcazioni costruite dalla Motomar, essere più idonee ai soli servizi delle Capitanerie, mentre quelle costruite dalla Keith Nelson (Italia), si prestavano meglio quali mezzi specifici, per il concorso al soccorso marittimo di primo intervento dedicato agli aeroporti costieri, in caso di sinistri aeronautici in mare. Queste ultime infatti, del tipo “Rescue Service”, avevano un’unica cabina a prora ed un portellone poppiero per la fuoriuscita di 2/3 zattere autogonfiabili da 60/65 posti. L’acquisizione delle unità classe 2000 da parte del Corpo delle Capitanerie di Porto proseguì negli anni ed anche se la loro costruzione venne effettuata da vari cantieri italiani le caratteristiche dello scafo rimasero sempre quelle collaudatissime delle prime Nelson, in quanto lo scafo venne sempre acquistato dall’Halmatic Ltd. Dalla fine degli anni 70, altri cantieri entreranno in concorrenza per costruire unità tipo Nelson sempre con scafo “Halmatic” da 40 piedi; queste unità, a differenza delle precedenti, saranno dotate di controplancia. CP2067 Fonte:www.altomareblu.com LA MV CP 2058 La Motovedetta CP 2058 fu costruita dai Cantieri Balsamo di Brindisi nel 1979 ed assegnata all’allora Ufficio Circondariale Marittimo di Termoli, poi Capitaneria di Porto, ove ha prestato servizio fino alla sua dismissione e successiva cessione al nostro Istituto. La sua vita operativa, pur in una realtà decentrata quale è quella di un porto prevalentemente peschereccio e di una regione la cui economia del mare non è paragonabile con quella di altre parti d’Italia, è stata caratterizzata da numerosi interventi a favore della salvaguardia della vita umana in mare. La Mv CP 2058 ha svolto missioni di sorveglianza balneare estiva, vigilanza pesca, soccorso in mare, sia per ricerca e soccorso di imbarcazioni da diporto e surfisti in difficoltà sia per prelevare marinai o passeggeri vittime di infortuni o infartuati su navi in navigazione in Adriatico richiedenti l’assistenza della Capitaneria di Porto di Termoli oppure trasportando dalle Isole Tremiti subacquei embolizzati o donne in procinto di partorire; non ultimo il controllo dei campi di estrazione idrocarburi al largo della costa molisana. Un’attività, quindi, che ha coperto tutti i settori di impiego delle motovedette. Alcune immagini della Mv CP 2058 in attività nelle acque di Compamare Termoli Caratteristiche tecniche della Mv CP 2058 Tipo: “Rescue Service”, con scafo Halmatic da 40’. Cantiere costruttore: Balsamo di Brindisi. Data di costruzione: 1979. Materiale scafo: Vetroresina rinforzata. Sovrastrutture: dotata di controplancia. Materiale sovrastrutture: lega leggera. Lunghezza f.t. mt.: 12,56. Larghezza max mt.: 3,58. Immersione mt.: 1,06. Dislocamento tonn.: 12,47. Motorizzazione: n.2 AIFO – 828M – 8 cilindri a V, da 345 HP ciascuno. Eliche: due, in lega di bronzo. Velocità max: 23 nodi a 2300 g/min. Autonomia a velocità max: circa 300 mg. Velocità di crociera: 15 nodi a 1800 g/min. Autonomia a velocità di crociera: circa 400 mg. Ancora: n.1, Danforth. Apparecchiature: Radar, Ecoscandaglio, VHF/FM, Radiogoniometro, C.B., Loran-C. Predisposizione poppiera per la rapida messa in mare di 2/3 zattere da 60 o 65 posti. Con gli anni 2000 il Corpo delle Capitanerie di Porto cominciò a considerare la possibilità di costruire nuove unità Classe 2000 tipo “Nelson Launch”, di dimensioni leggermente superiori e caratteristiche migliorate, per sostituire quelle unità oramai non più rispondenti alle necessità del servizio. Di quelle in migliori condizioni si previde la cessione a Paesi amici (Albania, Iraq) nell’ambito di accordi internazionali di cooperazione, mentre quelle non più idonee erano già state dismesse dal servizio. In particolare la Mv CP 2058, tra le meno usurate, era destinata ad essere ceduta all’Iraq. E qui cambia la storia, “per colpa” di chi scrive ! LA CESSIONE AL NAUTICO Alcuni anni fa, nel corso di un viaggio a Genova, avevo avuto modo di accertare che il Nautico “San Giorgio” aveva in dotazione una motovedetta, di altro tipo, già appartenente alle Capitanerie. Una tra le tante mie “fissazioni” era quella di ridare alla nostra scuola un mezzo nautico che consentisse un minimo di esperienze in mare, possibilità perduta a metà degli anni settanta allorquando un grande fortunale che interessò Termoli fece affondare, rendendolo inutilizzabile, il cabinato che era il mezzo navale della scuola. All’epoca mezzi e personale tecnico erano di competenza ed alle dipendenze della Provincia. Naturalmente non vi erano più le possibilità economiche per rimpiazzare quel mezzo e la cosa peggiorò quando quelle competenze passarono dall’Ente Provincia direttamente al Ministero della Pubblica Istruzione. Riavere un mezzo nautico non era nemmeno ipotizzabile ! Tutti i giorni, e lo viviamo anche oggi, assistiamo ai continui tagli ai fondi per la Scuola ! Figuriamoci proporre l’ acquisto di una piccola unità ! E la gestione … ? Ma … A fine 2006 seppi che la Mv CP 2058 doveva essere dismessa. Dopo aver valutato la cosa con altri insegnanti, pur consapevoli dell’oneroso impegno in cui andavamo a “ficcarci”, proposi di richiederne al Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto la cessione al Nautico di Termoli, come consentito dalla legge. In ciò trovai l’appoggio dell’allora Preside Prof.ssa Cristina Acciaro. Avanzammo quindi regolare e motivata istanza. Dopo un iter durato alcuni mesi … L’ANNUNCIO Grazie al parere favorevole dell’allora Comandante della Capitaneria di Porto Capitano di Fregata (CP) Luca Sancilio, all’appoggio del Capitano di Vascello (CP) Franco Persenda, anche egli in passato Comandante a Termoli e poi responsabile dell’Ufficio Operativo presso il Comando Generale, ai buoni uffici del Capitano di Vascello (CP) Giuseppe Meli, brillante figlio dell’Istituto Nautico di Termoli e poi Comandante in 2^ sempre a Termoli, ed al decisivo avallo del Contrammiraglio (CP) Felicio Angrisano, Capo Reparto Affari Giuridici del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, per ben due lunghi periodi Comandante prima dell’Ufficio Circondariale Marittimo e poi della Capitaneria di Porto di Termoli, l’esito fu quello sperato ! E così il 27 aprile 2007, con una cerimonia presso la sede, quella vera, del Nautico, fu ufficializzato il decreto dell’assegnazione della Mv CP 2058 all’Istituto Tecnico Nautico “Ugo Tiberio” di Termoli. Alcuni momenti della cerimonia nella Sala Nautica dell’Istituto da sn a ds:il CF (CP) L. Sancilio, il CV (CP) G. Meli, il Contrammiraglio (CP) F. Angrisano, il DS Prof.ssa C. Acciaro, il Dirigente USP Prof. S. Mastrocola la Prof.ssa C. Acciaro consegna la targa ricordo al Contrammiraglio F. Angrisano LA CONSEGNA Nelle prassi burocratiche un conto sono gli annunci un altro però gli atti ufficiali. Dopo la firma del decreto di assegnazione, l’ulteriore passaggio è stato quello della cancellazione della Mv CP 2058 dal quadro del Naviglio dello Stato. Con tale atto, da emanarsi di concerto tra il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, il Ministero dei Trasporti ed il Ministero dell’Economia, l’unità cessava lo status militare e quello di bene dello Stato. Ciò è avvenuto nell’agosto 2007. Così, il giorno 10 di quello stesso mese, si svolgeva la cerimonia dell’ultima ammaina bandiera della Marina Militare dalla Mv CP 2058 e la consegna materiale all’Istituto Tecnico Nautico che però non ne diveniva ancora automaticamente proprietario. L’ultimo ammaina bandiera sulla Mv CP 2058 Lo stesso giorno la Mv veniva ormeggiata alla banchina dei Cantieri Navali Termoli grazie alla disponibilità dei suoi titolari i quali avevano anche assicurato, gratuitamente, il successivo alaggio e l’allocazione per i successivi lavori che avremmo dovuto svolgere in proprio. IL PASSAGGIO DI PROPRIETA’ Solo dopo che il decreto di cancellazione dell’unità dal Naviglio dello Stato fu registrato alla Corte dei Conti si è potuto procedere all’atto finale del passaggio di proprietà. Questo veniva firmato il 7 novembre 2007 dal nuovo Preside Prof. Carlo Di Michele, dal nuovo Comandante del Compartimento Marittimo di Termoli Capitano di Fregata (CP) Antonio Sartorato, e dal Maresciallo 1cl. Np Giovanni Gioffredi, nella sua qualità di consegnatario dei beni della Capitaneria di Porto. Da questo momento il Nautico diventava proprietario della ex Mv CP 2058. Ma questo era solo un altro passo. Infatti quello successivo era l’immatricolazione per la quale però era necessario prima effettuare lavori di carenaggio, di controllo, verifica e adeguamento di attrezzature, impianti, apparati e motori al fine di poter essere certificata da R.I.Na. (Registro Navale Italiano). I LAVORI Ogni imbarcazione, dalla barca a remi alla grande nave, periodicamente deve essere sottoposta a lavori di manutenzione ordinaria e, quando occorre, straordinaria. La Mv CP 2058, essendo destinata alla radiazione, già dal dicembre 2006 non veniva più impiegata operativamente; ciò aveva anche significato che venisse “trascurata” non avendo senso economico intervenire. La Sezione Mezzi Nautici della Capitaneria ci consegnava una corposa lista di interventi da effettuare per riportare l’unità alla piena efficienza. Essi riguardavano sia quelli di manutenzione periodica ordinaria sia quelli straordinari dovuti all’anzianità dell’imbarcazione e dei vari apparati. Senza fare la lista, che risulterebbe forse noiosa, ma tanto per comprendere il gravoso impegno, si andava dal normale carenaggio (pulizia dell’opera viva dalle incrostazioni, stesura del sottofondo ed antivegetativa), sostituzione zinchi, pulizia di eliche e timoni, pitturazione dell’opera morta, picchettaggio e pitturazione delle sovrastrutture, smontaggio e revisione degli iniettori e filtri olio, pompe, sostituzione pacco batterie e degli alternatori … Lunga era anche la lista della spesa sia per le necessità dette, ma anche perché, nel frattempo, i soliti ignoti avevano asportato da bordo la bussola della timoneria, entrambe le ruote del timone (cosa che oltretutto danneggiava gli alberetti di trasmissione), l’ancora, un apparato radio, le manichette antincendio ed altro. Bisognava inoltre rifare entrambe le poltroncine della plancia di comando e reintegrare tutta la dotazione marinaresca di cavi e cime di ormeggio. Se vi sembra poco … Ma … voluta la bicicletta bisognava pedalare ! Si iniziava il giro per le elemosine. Soldi la scuola ne aveva pochi. Bisognava raschiare il fondo del barile. In questa sede non è il caso di farsi belli né quello di raccontare i vari modi colti per reperire fondi. Solo a titolo di esempio, e sempre per i famosi sassolini nelle scarpe, diciamo che molte spese più o meno minute sono state effettuate di tasca propria, che il primer e l’antivegetativa per la carena ci sono state regalate dai Cantieri Navali (si badi bene, si parla di centinaia di euro), che la pittura per le sovrastrutture ci è stata donata da altri amici del porto, che i soldi incassati per l’edizione del calendario 2008 sono stati donati alla scuola, ecc. Per non parlare del lavoro … Per fortuna ci sono anche gli amici! Così a marzo 2008 cominciammo i primi lavori. Inutile dire che il tutto veniva fatto nei ritagli di tempo, di pomeriggio e quando il tempo (meteorologico) lo permetteva essendo l’unità all’aperto. Le immagini che seguono sono solo una piccola parte della documentazione fotografica raccolta; mancano quelle iniziali, perché non ritrovate tra il caos dei miei vari archivi fotografici, con la Mv appena messa a secco e significative delle condizioni di partenza; in ogni caso ritengo siano sufficienti per avere un’idea di tutti gli interventi visibili effettuati. LE DIFFICOLTA’ A quelle economiche si è già brevemente accennato. Una lunga pausa fu dovuta anche ai problemi di salute di chi scrive: per tutta l’estate del 2008, il periodo migliore per lavorare, e parte dell’autunno dovemmo interrompere. Per evitare che la Mv fosse abbandonata alle inclemenze del tempo e ad ulteriori atti vandalici, sempre grazie agli amici dei Cantieri Navali, fu allocata in uno dei capannoni. Terminati i lavori di carenaggio, teoricamente si poteva metterla a mare. Ma dove ? Alla richiesta di un posto di ormeggio alla banchina di riva, la Capitaneria rispose negativamente per mancanza di spazi. Nello stesso tempo occorreva sottoporre l’unità alla visita del R.I.Na. che doveva rilasciare le certificazioni di idoneità per la successiva immatricolazione. Ma richiedere le visite non aveva senso visto che non sapevamo dove metterla anche perché a quella allo scafo doveva seguire quella ai motori ed agli impianti che necessariamente doveva svolgersi in moto ed a mare. Bisogna anche considerare che la Mv, essendo prima una unità militare, non aveva documentazione R.I.Na.; ad esempio gli originali dei certificati di origine e potenza dei motori erano depositati al Ministero, e non presso la Capitaneria, e valevano per tutti quelli installati su tutte le motovedette della Classe 2000. Grazie alla solerzia del TV (CP) Francesco Esposito si riuscì a rintracciarli anche tramite l’Iveco, azienda costruttrice. Una volta però avutane copia si accertò che i motori dovevano essere depotenziati ai fini dell’immatricolazione come unità da diporto rispetto alla potenza originale. Ciò si ottiene agendo sulle pompe di alimentazione, ma l’intervento poteva essere fatto solo dalla concessionaria Iveco di Rimini, la Cerdiesel, l’unica abilitata. Le pompe, che già erano state manutenzionate, dovettero essere nuovamente smontate ed inviate presso tale ditta. Tutto ciò comportò un esborso di circa 1500 euro, richiedendo tra procedure e tempi occorrenti quasi due mesi. A saperlo prima ! L’episodio è significativo per capire come a volte vi siano inghippi che fanno dilatare i tempi anche oltre quanto prevedibile e la propria volontà. A questo punto, luglio 2009, si richiese la prima visita R.I.Na. allo scafo che naturalmente diede esito positivo. Montato poi il nuovo gruppo batterie e ripulita la Mv dopo mesi di forzato abbandono, si poteva vararla, ma dove ormeggiarla ? La soluzione fu trovata presso la Marinucci Yachting la quale ci è venuta incontro a condizioni vantaggiose considerando che il vecchio approdo si era liberato dopo la costruzione del nuovo porto turistico. Si poteva così organizzare il varo. IL VARO Dopo aver preso accordi con i Cantieri Navali, dopo aver liberato la strada nel capannone con l’aiuto di alcuni studenti e dopo alcuni rinvii legati alla disponibilità del carro ponte, il 6 novembre 2009, grazie all’apporto del sig. Fabio Arienti e di alcuni suoi collaboratori, si poteva procedere. In una giornata dapprima solo nuvolosa e poi caratterizzata da una pioggia sempre più insistente e fitta, le operazioni iniziavano alle ore 11 per terminare con l’unità ormeggiata alle ore 17. Quel giovedì nessuno si ricordò di noi! Dalle 8 del mattino fummo abbandonati in porto senza neanche un panino …!Ma questo fa parte sempre della famosa bicicletta … Qualche immagine delle operazioni di varo Velocità di trasferimento … 1 m al sec., arrotondata per eccesso ! Si predispongono le fasce per il sollevamento L’ultimo tocco …, e ritocco, non poteva che essere dell’artista … il prof. Di Candia ! Alle ore 15 20 la ex Mv CP 2058 ritorna nel suo elemento naturale Si predispone l’ormeggio, prima provvisorio, presso l’approdo della Marinucci Yachting L’IMMATRICOLAZIONE ED IL BATTESIMO Assicurato l’ormeggio, si poteva richiedere la successiva visita del R.I.Na. per la prova motori e apparati di bordo. Ciò avveniva il 25 novembre 2009 e nei giorni successivi si potevano consegnare in Capitaneria gli ultimi certificati unitamente a quelli del nuovo apparato radio VHF per poter ottenere anche la relativa licenza di esercizio. Il 02 dicembre 2009 l’unità navale del Nautico veniva ufficialmente immatricolata al n. TM 082D e veniva rilasciata la Licenza di abilitazione alla Navigazione. Si concludeva così un percorso che mi auguro possa continuare con l’impiego il più possibile intenso a favore degli allievi della nostra scuola compatibilmente con le risorse economiche che certamente non basteranno mai. Si poteva quindi organizzare la cerimonia ufficiale di immatricolazione e battesimo per il 21 dicembre 2009. In una giornata fredda, ma solare, la ex Mv CP2058 tornava ad issare la Bandiera Italiana, questa volta della Marina Mercantile. Il saluto agli intervenuti veniva dato dal Preside Prof. Teodoro Musacchio, che aveva l’onore di ufficializzare questo momento e di sottolineare l’importanza che il mezzo navale potrà avere nella formazione pratica degli allievi nonché l’applicazione diretta durante l’iter scolastico delle nozioni teoriche acquisite nelle varie discipline professionalizzanti. Il Preside, con estrema sensibilità, cedeva quindi la parola a chi scrive. Successivamente il Comandante in 2^ della Capitaneria di Porto, Capitano di Corvetta (CP) Nicola Albino, oltre a portare il saluto dell’Autorità Marittima, sottolineava il legame esistente tra il Corpo e l’Istituto Nautico di Termoli, rafforzato ulteriormente dalla cessione della ormai ex MV CP2058. Quindi era la volta del nostro Don Marino per la rituale e beneaugurante benedizione dell’unità. Alla prof.ssa Virginia Notarpasquale, invece, il ruolo di madrina per bagnare l’unità con il tradizionale spumante. Di seguito riporto il discorso da me tenuto nell’occasione. Non è un atto di ulteriore presunzione da parte mia, ma solo l’accoglimento della richiesta del Preside che mi ha invitato a pubblicarlo. “ Ringrazio il Preside per avermi concesso la parola. In fondo sono io “il colpevole” di tutto ciò. Io ho la colpa di aver messo in moto il meccanismo che ha portato, tempo fa, il Corpo delle Capitanerie di Porto a donare al Nautico di Termoli la ex Mv CP 2058. Ed in ciò ho incontrato l’appoggio dell’amico Ammiraglio Felicio Angrisano, che proprio sabato ho incontrato in altra circostanza, e dei Comandanti Meli, Persenda e Sancilio. Tutti ci hanno tenuto a che la 2058, prima Mv dell’allora Circomare Termoli, restasse nella nostra città. Non voglio rubarvi molto tempo, considerato soprattutto il freddo pungente. Ma sento il dovere ed il bisogno di dire certe cose, che ho voluto scrivere soprattutto per non farmi prendere la mano e per evitare fraintendimenti. Oggi per noi, per la famiglia del Nautico, per gli amici del Nautico che hanno voluto esserci, è un giorno di festa e nessuno più di me, orgoglioso e per molti presuntuoso figlio del Nautico di Termoli, ne può gioire e nel contempo sentirne il peso. Non pochi erano gli scettici che pensavano che questo momento non sarebbe arrivato e che avessimo sbagliato ad avventurarci a ridare al Nautico, dopo oltre 30 anni, una unità navale. Non senza fondamento, considerato soprattutto i costi di manutenzione e gestione e soprattutto le pressoché nulle risorse assegnate alle scuole. Ma noi ci abbiamo creduto nella convinzione che quello in cui si crede va fatto e che i problemi vanno affrontati man mano che si presentano. LE BATTAGLIE VANNO PRIMA COMBATTUTE, POI EVENTUALMENTE CI SI ARRENDE ! CERTO, IN BATTAGLIA SI PUO’ ANCHE MORIRE, MA A QUEL PUNTO IL PROBLEMA E’ RISOLTO ALLA RADICE ! Noi abbiamo voluto questa unità navale perché siamo convinti che nulla come il contatto diretto con l’elemento mare può stimolare e favorire la crescita professionale, culturale ma soprattutto umana dei nostri allievi; possiamo anche avere i laboratori ed i simulatori più moderni, ma questi non potranno mai sostituire un ponte che rolla o beccheggia, una caviglia di ruota del timone in mano, un’onda che ti bagna, la misura dell’altezza di un astro con il sestante, l’andare all’ormeggio o una manovra in mare. Questo è ciò che vogliamo per i nostri ragazzi ! Ed anche quelli che dopo nella vita faranno tutt’altro che l’Ufficiale della Marina Mercantile certamente conserveranno l’orgoglio, come generazioni di studenti che li hanno preceduti nei quasi cinquant’anni di vita del Nautico di Termoli, di appartenere ad una piccola grande famiglia. Sono, e siamo, più che consapevoli di cosa comporta gestire una unità navale. Ce la faremo, non ce la faremo ? Non lo so ! Certo tenteremo. Plauto, duemila anni fa, scriveva “ CHI NON VUOLE AVERE UN ATTIMO DI REQUIE, SI PROCURI UNA NAVE O UNA DONNA, PERCHE’ AL MONDO NON VI SONO ALTRE DUE FONTI DI MAGGIORI PREOCCUPAZIONI”. Se per le donne le cose sono certamente cambiate, restano invece immutate per le navi, anche le più piccole. Solo chi non ha mai avuto a che fare con le navi non può immaginare cosa ci sia dietro al vedere oggi ormeggiata la nostra unità, che io vedo, con gli occhi di un innamorato, bellissima. Numerose sono state le difficoltà affrontate : tecniche, burocratiche, economiche … non ne farò l’elenco. Esse sono state affrontate e risolte solo con i nostri mezzi, anche elemosinando, e con l’aiuto degli amici del Nautico che oggi è doveroso ringraziare pubblicamente : dapprima, naturalmente, il Corpo Delle Capitanerie di Porto e la Capitaneria di Porto di Termoli il cui personale, con lo spirito di servizio e disponibilità che contraddistingue il Corpo, ci ha aiutato e ci sta ancora aiutando a risolvere tutti gli adempimenti burocratici; i Cantieri Navali di Termoli, soprattutto nelle persone di Enzo e Fabio Arienti, che per lungo tempo non solo ci hanno ospitati ma anche supportato tecnicamente e operativamente, dimostrando ancora una volta che essi non vogliono solo essere una realtà economica della nostra città e del territorio ma anche attiva parte sociale e culturale; l’amico Giovanni de Mattia, Direttore di Macchina del Rimorchiatore Fortitudo, che nel tempo libero ha messo mano ai motori e non solo; gli amici Marco Regine, sempre del Fortitudo, e Francesco Iannolo, del Rimorchiatore Esino che hanno lavorato non solo di pennello; gli studenti Sciarretta, Perino, Pasquarelli, Giorgetta, Ferretti, Turdò, Cannarsa, Cesari, Recchi che ogni tanto, sacrificando gli amati studi, pure hanno dato il loro contributo; l’assistente tecnico ed amico Clemente Tavaniello, che ancora oggi sta curando le macchine e gli impianti tecnici di bordo; l’assistente tecnico, amico ed anche egli figlio del Nautico, Gianni Cannarsa che ancora oggi sta sacrificando con passione pomeriggi e domeniche dietro ad inconvenienti più o meno grandi affinché anche la cosa più piccola sia in ordine; l’amico segretario del Nautico Nicola Cieri, con il quale abbiamo raschiato il fondo del barile per riuscire a far fronte alle spese che aumentavano giorno per giorno; l’amico prof. Paolo Di Candia che non ha fatto mancare il suo tocco tecnico ed artistico ed il cui apporto ci è ancora indispensabile; la Marinucci Yachting, ed in particolare Daniele Marinucci, anche egli, come i suoi fratelli, figlio del Nautico, che con sensibilità ci ha dato la propria disponibilità all’ormeggio dei nostri mezzi nautici a condizioni inaspettate e che oggi ci consente questa cerimonia. Infine voglio ringraziare professoresse e collaboratrici del Nautico che hanno voluto addolcire, e salare, questa giornata, ennesima testimonianza che quella del Nautico è una vera famiglia. Altri speriamo di dover ringraziare in futuro e mi riferisco alle Istituzioni che hanno dimenticato che a Termoli c’è una scuola di alta valenza formativa che si chiama Istituto Tecnico Nautico. Infatti l’avventura è appena cominciata ed avremo ancora bisogno di aiuto. E l’avventura comincia, e la cosa non è voluta, oggi, solstizio di inverno, quando comincia una nuova stagione. Che ciò sia di buon auspicio ! Da sempre, in tutte le culture del mondo, la gente di mare affida la protezione della propria imbarcazione e la propria vita al proprio Dio; noi l’affidiamo al Nostro, ricordando, con un antico detto, che chi non va per mare Dio non sa pregare. “ Per ora ci fermiamo qui. La speranza è di continuare a scrivere ancora altre pagine della storia della nostra unità navale e dell’Istituto Tecnico Nautico Statale “Ugo Tiberio” di Termoli, che sempre tale rimarrà nel cuore dei suoi alunni anche se con la riforma cambierà nome. EX MARE VITA IN MARE SCIENTIA Angelo De Gregorio