Progetto Haiti

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Progetto Haiti
(Allegato 2)
SCHEDA PER PROGETTI DEI CORPI CIVILI
DI PACE DA REALIZZARSI ALL’ESTERO
ENTE
1)
Ente proponente/capofila il/ del progetto:
FONDAZIONE AVSI
2)
Codice di accreditamento:
3)
Albo e classe di iscrizione:
4)
Intervento in coprogettazione
X Si
o no
5)
Enti in coprogettazione:
NZ00197
Regione Emilia Romagna
Università degli Studi di Bari NZ04759
Confederazione nazionale delle misericordie d’Italia NZ00042
6)
Tipologia intervento
o Progetto annuale singolo
o Progetto inserito in un programma biennale
Anno 1
Anno 2
X Progetto inserito in un programma triennale
X Anno 1
Anno 2
Anno 3
CARATTERISTICHE PROGETTO
7)
Titolo del progetto:
Gestione dei conflitti sociali nell’emergenza post-terremoto in Haiti
8)
Area di intervento e campo di azione del progetto con relativa codifica
2) Emergenza ambientale
f) Sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenza ambientali, nella
prevenzione e gestione dei conflitti generati da tali emergenza
1
3
9)
Esperienze dell’ente proponente il progetto/capofila del progetto e degli altri enti coprogettanti nel campo
di azione prescelto e nell’area geografica in cui si realizza il progetto (voce obbl.)
Pur non essendo specializzata in emergenze umanitarie e nella pacificazione, la Fondazione AVSI
interviene direttamente in numerose situazioni di crisi cronicizzate, di conflitto e post-conflitto, sempre
in rapporto con realtà locali presenti sul territorio, utilizzando personale espatriato e locale.
Gli interventi di AVSI sono finalizzati ad arginare le conseguenze di queste emergenze ambientali e
umanitarie nelle popolazioni più vulnerabili , agendo sugli aspetti sanitari, nutrizionali, infrastrutturali,
educativi, di generazione del reddito famigliare e promuovere la pace e la riconciliazione attraverso lo
sviluppo
Si riporta di seguito un elenco con alcune informazioni generali dei più importanti progetti realizzati
negli ultimi anni in diversi paesi tra cui Haiti e il Libano.
AVSI è presente in Haiti dove fin dal 1999 con fondi pubblici e privati ha realizzato i seguenti interventi
pluriannuali come illustrati nel curriculum progetti in allegato:
n. 23 nel settore educazione
n. 26 nel settore protezione
n. 18 nel settore nutrizione
n. 11 nel settore agricoltura
interventi per la promozione dei diritti umani e la risoluzione pacifica dei conflitti, reinserimento sociale
e riduzione violenza comunitaria
di promozione della parità di genere, di assistenza tecnica a istituzioni e organizzazioni locali e di
sviluppo comunitario partecipativo
di supporto alle vittime del terremoto e di ricostruzione
I coproponenti (Università degli studi di Bari e Misericordie d’Italia) hanno una pluriennale esperienza
nel settore della selezione, della formazione e del monitoraggio dei progetti di servizio civile in Italia e
all’estero ed hanno procedure codifica in quanto enti di prima classe. Il loro ruolo si concentra nelle
fasi iniziali di promozione, nella formazione e nel monitoraggio del progetto sperimentale corpi civili di
pace.
Si allega elenco dei principali progetti AVSI nel settore emergenza umanitaria e riduzione dei conflitti
e promozione del dialogo attraverso lo sviluppo in vari paesi ed ambiti di intervento.
PAESE
DRC
DONATORE
FAO
TITOLO
DEL PROGETTO
Distributions des
intrants agricoles
d'urgence e
accompagnement
technique des
ménages déplacés
et familles d'accueil
dans les zones
RRMP au Sud Kivu
2
VALORE
TOTALE DEL
PROGETTO
DATA INIZIO
DATA FINE
PRINCIPALE TIPO
DI ATTIVITA’
74.543 €
28/01/2013
30/06/2013
EMERGENCY-POST
CONFLICTNUTRITIONPEACE BUILDING
DRC
FAO
DRC
UNICEF
DRC
UNICEF
DRC
UNDP-POOLED
FUND
DRC
UNDP-POOLED
FUND
DRC
UE-ECHO
DRC
UE-ECHO
DRC
UE-ECHO
DRC
UNICEF
Distributions des kits
agricoles d'urgence
e accompagnement
technique des
ménages déplacés,
de rétournés et de
familes hôtes dans
les villages autour
de Kibua, en
territoire de
Walikale, au Nord
Kivu
Réponse rapide aux
muvements de
population au Sud
Kivu -Phase 1
Emergency
Protection Response
for Children in IDP
camps and return
areas in the Petit
Nrd, North Kivu
Rèponse d'urgence
pour la protection
des enfants
déplacés et
retournés au Nord
Kivu -RDC
Réponse d’urgence
intégrée pour
l’éducation et la
protection des
enfants déplacés et
autochtones à
Walikale Nord Kivu
RDC
Appui d'urgence en
securité alimentaire
et santé publlique
pour les populations
affectées du Nord et
Sud Kivu
Appui alimentaire
d'urgence en
réponse aux
mouvements des
populations dans le
Kivu
Continuation d'appui
alimentaire
d'urgence en
réponse aux
mouvements des
populations dans le
Kivu
Réponse rapide aux
mouvements de
population au Sud
Kivu et d’autres
zones(Phase 3)
3
7.391 €
01/04/2012
30/06/2012
EMERGENCY-POST
CONFLICTNUTRITIONPEACE BUILDING
2.643.907
USD (cash)
1.396.123
USD (in
kind)
49.970 USD
01/02/2010
31/01/2011
EMERGENCY-POST
CONFLICT PEACE
BUILDING
01/03/2010
31/03/2010
EMERGENCYSOCIALMIGRATIONS
380.760
USD
01/06/2010
30/11/2010
EMERGENCY-POST
CONFLICT PEACE
BUILDING
249.744
USD
01/01/2010
31/07/2010
EMERGENCYEDUCATIONSOCIAL
1.158.332,6
9€
06/05/2011
05/05/2012
EMERGENCYNUTRITIONHEALTHCARE
899.800,45
€
01/10/2011
30/04/2012
EMERGENCYHEALTHCARE
1.200.000 €
01/06/2012
28/02/2013
EMERGENCYFOOD SECURITYMIGRATIONS
4.444.382
USD
01/02/2012
31/01/2013
EMERGENCY
DRC
UNDP-POOLED
FUND
Réponse d'urgence
integrée pour
garantir un accès
égalitaire à une
éducation de qualité
aux enfants et
adolescents à risque
des territoires de
Walikale et Masisi,
Nord Kivu, RDC
Relance d'urgence
en Sécurité
Alimentaire des
ménages
vulnérables dans la
zone de kibua,
territoire de
walikale, nord kivu,
RDC
Réponse d'urgence
intégréè pour
garantir la
protection et l'accès
égalitaire à une
éducation de qualité
aux enfants et
adolescents à risque
Réponse rapide aux
mouvements de
Population dans le
Sud Kivu et zones
limitrophes
545.000
USD
01/08/2012
28/02/2013
EMERGENCYEDUCATIONCHILDREN
DRC
FAO
98.335,14
USD
01/09/2012
28/02/2013
EMERGENCYNUTRITION
DRC
UNDP-POOLED
FUND
960.024,89
USD
01/02/2012
01/09/2013
EMERGENCYEDUCATIONCHILDREN
DRC
UNICEF
5.396.119,0
0 USD
01/02/2013
30/04/2014
EMERGENCY-POST
CONFLICTEDUCATION
DRC
UNICEF
Réponse Rapide aux
Mouvements de
Population dans le
Sud Kivu et zones
limitrophes
2.702.352
USD
01/05/2014
01/05/2014
EMERGENCYEDUCATION
DRC
UNICEF
Réponse Rapide aux
Mouvements des
Populations dans le
Sud Kivu et Katanga
3.241.439
USD
01/05/2015
31/12/2015
EMERGENCYMIGRATIONS
DRC
UNICEF
227.000
USD
01/09/2015
31/12/2015
CHILD
PROTECTION
DRC
UNICEF
Appui aux Structures
Communautaires de
Protection de
l’Enfance au Nord
Kivu
Alternative Responses
for Communities in
Crisis (ARCCIII)
1.618.377
USD
28/12/2015
27/12/2016
HEALTHCARESANITATION,
HYGIENE
PROMOTION,
BASIC DRINKING,
WATER SUPPLYFOOD/NON FOOD
ITEMS
DISTRIBUTIONMATERIAL RELIEF
4
Kenya
AGIRE
Kenya
UE
Kenya
American
Embassy in
Nairobi
Kenya
Risposta
all'Emergenza
Educativa nei campi
profughi di Dadaab,
tramite la costruzione
di centri educativi e
seminari educativi
(Appello emergenza
siccità Africa
Orientale)
Support to Education
for Refugees in
Dadaab (SERD)
AVSI partner Save
The Children
01/09/2011
01/06/2012
EMERGENCYEDUCATIONREFUGEES
3.525.000 €
10/12/2012
09/12/2015
EMERGENCYEDUCATION
Purchase of furniture
for the three libraries
in Dadaab Refugee
Area
30.645,000
USD
08/04/2013
15/06/2013
EMERGENCYINFRASTRUCTURE
S
UNICEF
To improve the quality
of education in
Dadaab refugees’
primary schools
through teacher
curriculum adaption
and strategic childcentred approaches
capacity interventions
for progression
towards possible
repatriation.
298.103
USD
20/11/2013
23/04/2014
EMERGENCYEDUCATIONREFUGEESVOCATIONAL
TRAINING
Kenya
UNICEF
Dadaab Education
Emergency Response
Programme
978.189,03
USD
24/08/2011
31/12/2012
EMERGENCYEDUCATIONREFUGEES
Sierra
Leone
MAEEMERGENZA
COOPERAZIO
NE ITALIANA
Intervento a sostegno
delle famiglie in
quarantena e dei
minori colpiti
dall'epidemia del virus
ebola nel distretto di
Bombali e Freetown,
Sierra Leone
108.625 €
14/01/2015
13/07/2015
EMERGENCYSANITATION
Sierra
Leone
CEI
(Conferenza
Episcopale
Italiana)
Sostegno al reintegro
dei minori colpiti
dall'Epidemia di Ebola
in Sierra Leone
58.160 €
01/03/2015
28/02/2016
EMERGENCYSANITATION
Myanmar
eni Myanmar
Farm Recovery in the
Magway Region,
Myanmar:
Rebuilding
Smallholder Families
50.000 USD
01/10/2015
28/02/2015
FOOD/NON FOOD
ITEMS
DISTRIBUTIONMATERIAL RELIEF
ASSISTANCE AND
SERVICES
5
Ecuador
CEI
(Conferenza
Episcopale
Italiana)
Emergencia
educativa: nuevas
oportunidades para
los niños, jóvenes y
familias desprotegidas
del Ecuador AVSI
partner Fundavion
Sembrar
Terremoto in Haiti Intervento di prima
emergenza
150.330 €
01/04/2012
31/03/2014
EMERGENCYEDUCATION
Haiti
CEI
(Conferenza
Episcopale
Italiana)
285.500 €
15/01/2010
15/07/2010
EMERGENCY
Haiti
MINUSTAH
(Mission des
Nations Unies
pour la
stabilisation
en Haïti)
Plis espas pou fanm
nan Matissan- Phase
II
199.948 USD
01/12/2012
30/10/2013
EMERGENCY
Haiti
MINUSTAH
(Mission des
Nations Unies
pour la
stabilisation
en Haïti)
Plis espas pou fanm
nan Site Soley- Phase
II
198.327 USD
01/12/2012
30/10/2013
EMERGENCY
Haiti
IOM
(Internation.
Organization
for Migration)
Rain protection for
Cite Soleil
40.389 USD
01/05/2012
31/07/2012
EMERGENCY
Jordan
MAEEmergenza
Cooperazione
Italiana
Miglioramento delle
condizioni di vita degli
individui più
vulnerabili nel campo
profughi palestinesi di
Jeresh
397.115 €
01/03/2012
31/10/2012
EMERGENCYSOCIALREFUGEES
Jordan
MAEEmergenza
Cooperazione
Italiana
Rafforzamento delle
strutture di protezione
a sostegno dei minori
siriani e delle loro
famiglie rifugiate nella
zona di Aqaba
120.000 €
12/12/2013
12/06/2014
EMERGENCYREFUGEES
Lebanon
MAEEmergenza
Cooperazione
Italiana
Acqua sorgente di
convivenza: Azioni di
supporto alla
governance della
Cooperativa di
Dardara ROSS 6
186.774 €
01/01/2013
15/09/2013
EMERGENCYWATERAGRICULTURE
6
Lebanon
UNICEF
Supporting the
enrolment and
retention of
vulnerable children in
public schools in
Lebanon
Emergency
intervention in
support of syrian
conflict affected
popoulation during
winter in Jordan and
Lebanon
2.588.075
USD
10/11/2015
31/07/2016
EDUCATION IN
EMERGENCY
Lebanon,
Jordan
UE-ECHO
1.170.000 €
01/12/2012
31/05/2013
UE-ECHO
Regional Emergency
Intervention in
support of vulnerable
syrian conflict affected
population
950.000 €
15/11/2013
14/07/2014
Lebanon,
Jordan
UE-ECHO
Emergency
intervention in
support of vulnerable
Syrian conflict
affected population in
Lebanon and Jordan
500.000 €
16/07/2014
15/12/2014
Syria
Caritas
Italiana
UN LUOGO DA CUI
RIPARTIRE
Intervento di
emergenza in favore
delle popolazioni
sfollate in Sahnaya
602.399 €
01/01/2016
30/12/2016
REFUGEESFOOD/NON FOOD
ITEMS
DISTRIBUTION RECONSTRUCTIO
N RELIEF AND
REHABILITATIONPROTECTION AND
SUPPORT
SERVICES
REFUGEESFOOD/NON FOOD
ITEMS
DISTRIBUTION RECONSTRUCTIO
N RELIEF AND
REHABILITATIONPROTECTION AND
SUPPORT
SERVICES
REFUGEESFOOD/NON FOOD
ITEMS
DISTRIBUTION RECONSTRUCTIO
N RELIEF AND
REHABILITATIONPROTECTION AND
SUPPORT
SERVICES
REFUGEESFOOD/NON FOOD
ITEMS
DISTRIBUTION RECONSTRUCTIO
N RELIEF AND
REHABILITATIONPROTECTION AND
SUPPORT
SERVICES
Lebanon,
Jordan
10) Eventuali partners esteri operanti nell’area territoriale e nei campi di intervento nei quali si manifesta il
conflitto:
JILAP commissione giustizia e pace (Port au Prince e Nord)
Organizzazione a carattere nazionale promossa dalla Conferenza episcopale della Chiesa cattolica
per la riconciliazione, la giustizia e la pace in Haiti con sede in Rue Piquant 56 - Angle Rue Lamarre
- Boîte postale 1572- Port-au-Prince
Aderisce alla OMCT Organizzazione mondiale contro la tortura e per il rispetto dei diritti umani
Ogni anno promuove un’iniziativa nazionale di sensibilizzazione al rispetto e alla convivenza durante
la seconda domenica di quaresima, e durante tutto l’anno organizza seminari, incontri svolge attività
di monitoraggio e diffusione dei dati, tenendo rapporti con organizzazioni Comunitarie di base in tutto
il territorio di Haiti
7
JILAP ha un forte e capillare radicamento popolare non solo nelle aree urbane ma anche in quelle
rurali del paese caraibico e svolge costante azione di monitoraggio dei conflitti.
Almeno 164 persone sono state uccise in episodi di violenza tra gennaio e febbraio di del 2015 ad
Haiti: il computo realizzato dalla Commissione Nazionale Jistis ak Lape (JILAP, in creolo, Giustizia e
Pace in italiano) viene pubblicato dalla stampa a Port au Prince, in un periodo in cui il paese sta
subendo una escalation di violenza che ha costretto la polizia ad applicare un nuovo piano di
sicurezza pubblica. La Commissione ha rilevato che 138 delle 164 persone uccise sono morte in
seguito a ferite di arma da fuoco, e ha segnalato che, solo nel mese di febbraio 2015, 70 persone
sono state uccise nella capitale e in altre parti del paese, con una media di tre casi al giorno.
Un'ondata senza precedenti di aggressioni e crimini è stata registrata all'inizio del mese di marzo: più
di una dozzina di persone sono state uccise, soprattutto nella capitale, dove molte organizzazioni
hanno chiesto un intervento deciso alle autorità.
Fonte 53° rapporto periodico sulla situazione di conflitto in Haiti JILAP
AVSI Haiti
Dal 2005 AVSI HAITI è registrata come organizzazione locale non profit presso il Governo di Haiti
AVSI Haiti opera dal 1999 a seguito della sollecitazione del Nunzio Apostolico per supportare la
Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica di Notre Dame d’Haiti a Les Cayes. Da allora, è rimasta
presente con numerosi progetti in ambito socio-educativo, diritti umani, sicurezza alimentare,
formazione. I poli territoriali sono il sud, agricolo, e la capitale.
Nella piana di Torbek presso Les Cayes, AVSI interviene con progetti di sicurezza alimentare,
sviluppo rurale, acqua e ambiente. Di particolare rilievo l’intervento di nel parco Pic Macaya con
contributo della UE ambiente e il programma Aquaplus con Rotary e EXPO2015.
Nella capitale, AVSI si concentra in due comunità povere, Cité Soleil e Martissant, dove dopo il
terremoto del gennaio 2010 ha riabilitato o costruito 17 strutture tra centri nutrizionali e scuole che
servono diverse migliaia di bambini e loro famiglie. Ma soprattutto AVSI sta lavorando con le persone
per “ricostruire l’umano”: mamme, bambini, giovani perchè riscoprano la propria dignità.
Nell’emergenza post terremoto ha aiutato 45.000 persone grazie al contributo di migliaia di
donatori in Italia e nel mondo. Il progetto sostegno a distanza coinvolge oltre 1.000 bambini e
permette loro di andare a scuola, nutrirsi e avere luoghi in cui poter giocare e imparare.
Inoltre dal 2013 AVSI Haiti ha aperto anche una base a Cap Haitien con un progetto di sviluppo
agricolo a favore di 9 mila contadini in collaborazione con il Ministero dell'Agricoltura haitiano
Ha un accordo con DINEPA, l’autorità preposta alla gestione dell’acqua, e con il Ministero della
Salute per le attività nutrizionali. Collabora con Unicef, PAM, MAE, UE, BID, Minustah, Banca
Mondiale.
Ulteriori informazioni sul Mini-sito dedicato alle attività di AVSI Haiti: http://haiti.avsi.org
11) Descrizione del contesto di crisi su cui si intende intervenire con riferimento al contesto territoriale
sociopolitico, economico e culturale del paese o dell’area geografica dove si realizza il progetto
rappresentato mediante indicatori apprezzabili sotto il profilo quali-quantitativo, con riferimento al campo
di azione individuato alla precedente voce 8
Haiti, il paese più povero e più densamente popolato dell’America centrale, presenta delle dinamiche
sociali estremamente difficili e conflittuali storicamente dipendenti dalle disparità economiche che
riflettono, da un lato, la composizione sociale della popolazione e l’eredità politica dei governi (o
dittature) fino al 1994 e, dall’altro, l’assenza di politiche statali efficaci di protezione e sostegno alle
categorie più deboli della società.
L'insicurezza alimentare è persistente ad Haiti e oggi su 10 milioni di abitanti quasi il 30 per cento
della popolazione ne è affetta; di queste 165.000 persone sono in grave insicurezza alimentare e
860.000 richiedono un’assistenza alimentare immediata per non cadere in un ulteriore stato
d’indebolimento. Attualmente, il 5% dei bambini soffre di malnutrizione acuta e quasi la metà delle
donne di età compresa tra 15 e 49 anni e il 65% dei bambini sotto i cinque anni sono anemici.
L’aspettativa di vita media non supera 63,18. Ad Haiti, il 59% della popolazione vive in condizioni di
povertà e il 25% in condizioni d’estrema povertà. I tre quarti degli haitiani vive con meno di 2$ al
8
giorno e la metà della popolazione guadagna meno di $1 al giorno. Il 70% non ha lavoro, il 45% della
ricchezza è nelle mani dell’1% della popolazione Molte persone non hanno accesso immediato a
energia elettrica, acqua, servizi igienico-sanitari, e l'assistenza sanitaria.
Haiti è al 168 posto su 187, Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite (HDI)
(fonte WFT- World food Programme). Il terremoto catastrofico di magnitudo 7,0 Mw con epicentro
localizzato a circa 25 chilometri in direzione ovest-sud-ovest della città di Port-au-Prince e a una
profondità di 13 km ha registrato una lunga serie di repliche nelle prime ore successive al sisma delle
16.53, ben 14 delle quali di magnitudo compresa tra 5,0 e 5,9 Mw, ed è stato il terremoto con il più
alto numero di morti negli ultimi 450 anni con 900.000 edifici distrutti colpendo direttamente il 40%
della popolazione del paese.
Circa 1,5 milioni i bambini colpiti nelle zone coinvolte dal disastro, numerosi quelli sopravvissuti ai
propri genitori, mentre sono 1,3 milioni i senza tetto, di cui 302.000 sono bambini. La seguente
epidemia di colera ha causato 8.793 vittime e 450.000 contagi (fonte Unicef)
Il paese sta attraversando un periodo di profonda crisi politica. Dal 2012, quando sono decaduti un
terzo dei senatori, non si realizzano le elezioni politiche e da oltre un anno è in corso un forte
scontro tra il presidente Martelly e i partiti di opposizione sulla nuova legge elettorale. È stato firmato
un accordo tra il presidente e 22 partiti (la maggior parte dei quali non esprimono parlamentari) per
cercare di sbloccare la situazione. L’accordo prevede l‘impossibilità per il presidente di governare per
decreto e la formazione di un governo di coalizione che dovrebbe portare il paese alle elezioni
politiche (ma non presidenziali) entro la fine del 2015. Nel frattempo verrebbe costituito un Consiglio
Elettorale Provvisorio di nove “saggi” indicati dalle chiese cattolica, protestante e dai membri della
religione popolare del woodoo, dalla società civile, dai sindacati, dalla stampa e dall’università.
Il 25 ottobre 2015 si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali, mentre il secondo turno avrà
luogo il 24 gennaio 2016 e l’insediamento del Presidente avverrà forse nella prima metà di Febbraio
2016.
In generale, le condizioni di sicurezza permangono precarie anche a causa dell’elevato e diffuso
livello di criminalità. Il fenomeno delle bande giovanili armate è sempre presente, come anche l’uso di
sostanze stupefacenti da parte dei loro membri. Si registrano anche sequestri di persona.
Haiti è il paese meno sviluppato dell'emisfero settentrionale e uno dei più poveri al mondo. Gli
indicatori economici e sociali mostrano come Haiti, a partire dagli anni '80, abbia accumulato divario
rispetto ad altri paesi in via di sviluppo con livelli di reddito molto bassi.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale nel 2012 il PIL nominale consisteva in 7,9 miliardi di
dollari USA, mentre il PIL a parità di potere d'acquisto ammontava a 12,8 miliardi di dollari. Il PIL pro
capite nominale si aggirava a 759 dollari, mentre quello a parità di potere d'acquisto a 1.229 dollari.
Haiti occupa la 153ª posizione su 177 paesi classificati in base all'Indice di sviluppo umano. Circa
l'80% della popolazione vive in una condizione di povertà degradante, il 54% vive con meno di un
dollaro al giorno, posizionando così il paese al penultimo posto nel mondo nella relativa classifica.
I disoccupati di Haiti rappresentano oltre il 60% della popolazione e sul paese grava un pesante
debito.
Quasi il 70% degli haitiani è impiegato nel settore agricolo, che rappresenta quasi un terzo del PIL
nonostante sia per lo più una forma di agricoltura di sussistenza praticata su piccola scala. L'industria
riveste un ruolo assolutamente marginale mentre i servizi, il turismo in particolare copre il restante
40% circa dell'economia del paese. Haiti ha conosciuto nello scorso decennio una piccola crescita dei
posti di lavoro, mentre, attualmente, si assiste ad un aumento dell'economia sommersa.
Durante le amministrazioni Aristide (secondo periodo) e Alexandre-Latortue, le difficoltà riscontrate
nel raggiungere accordi con i finanziatori internazionali hanno negato ad Haiti gli aiuti di cui il paese
aveva fortemente bisogno. Un altro ostacolo allo sviluppo economico è rappresentato dalla dilagante
violenza che, negli ultimi vent'anni, ha tormentato la vita politica e sociale di Haiti. Sebbene vi fosse
una situazione di relativa stabilità sotto i governi del Fanmi Lavalas, ciò non è bastato per convincere
gli investitori stranieri ad impiegare il loro capitale nel paese.
Di conseguenza, Haiti negli ultimi 20 anni ha conosciuto periodi di ristrettezze economiche, di
consistenti deficit della bilancia commerciale e cicli caratterizzati da elevati livelli di inflazione. Gli studi
hanno inoltre dimostrato che il flusso di riserve dall'estero, almeno per gli ultimi cinque anni, è
rappresentato soprattutto dalle rimesse della consistente comunità haitiana espatriata e dalle tasse
sulle telefonate dall'estero.
9
Dopo una recessione culminata nel 2004 si è verificata una lenta ripresa interrottasi però nel 2008 a
seguito dei pesanti scontri di piazza, limitando così la crescita all'1,3%.
Nel 2009 la crescita era invece prevista di circa il 2%.
Dalla sesta rassegna valutativa, pubblicata sul sito del Fondo Monetario Internazionale il 4 febbraio
2010, si ha una visione generale dell’anno fiscale 2009 (conclusosi il 30 settembre 2009), nonché del
primo trimestre 2010. Nonostante la grave crisi economica che ha colpito tutto il mondo, la crescita
economica di Haiti è stata positiva (2,9 per cento), mentre l’inflazione è scesa a settembre a −4,7 per
cento, riflettendo la diminuzione dei prezzi dei prodotti alimentari locali e internazionali. Il disavanzo di
bilancio è rimasto contenuto (4,4 per cento del PIL). Nel settore finanziario, crediti e depositi sono
fortemente aumentati, garantendo alle banche forti guadagni. Questa performance positiva
dell’economia haitiana è continuata anche nel primo trimestre dell’anno fiscale 2010 (ottobredicembre 2009). Le proiezioni, in effetti, indicavano per il 2010 una previsione di crescita positiva del
3,6 per cento e un’inflazione annuale dell’8 per cento. Il sisma del 12 gennaio 2010 ha messo in
pesante crisi tutto questo buon andamento complessivo, con danni gravissimi anche alle infrastrutture
della capitale Port-au-Prince.
Il sisma che ha devastato il paese ha enormemente amplificato la vulnerabilità delle fasce più deboli,
minando in profondità la loro capacità di resilienza e di miglioramento: migliaia di persone, che a
seguito del sisma hanno perso tutto o anche solo il poco che avevano, hanno cercato un’alternativa
trasferendosi nella capitale, Port au Prince, e nei centri urbani maggiori tra cui Cap Haitien
(Departement du Nord). Questo ha generato un processo di inurbamento rapido e incontrollato che
oltre a enormi problematiche legate alle condizioni di vita e igienico sanitarie, ha impattato
sull’efficacia dei programmi di ricostruzione post sisma, e ha portato al collasso la capacità di
assorbimento delle strutture sociali, per non parlare dei servizi statali. Si stima che la ricostruzione
durerà almeno 30 anni.
Il conflitto sociale nel post terremoto si esprime dunque con tassi di disoccupazione altissimi
microcriminalità elevata, potere delle bande armate, mancanza di occasioni di sviluppo e formazione
per i giovani, sfruttamento del lavoro minorile, indebolimento della solidarietà sociale e diffusione di
comportamenti violenti (Indice di sviluppo umano Haiti 0,456 al 161° posto). Nelle condizioni attuali di
progressivo indebolimento del tessuto sociale, di impoverimento e di disgregazione famigliare, i
bambini e ragazzi sono le prime vittime di abusi fisici e psicologici, di emarginazione e di abbandono.
A 6 anni di distanza dal sisma circa 200.000 bambini, circa 12% dei bambini in età scolare (6-12 anni)
non va a scuola, inoltre Il tasso di abbandono scolastico è ancora elevato, e la qualità dell'istruzione
resta molto bassa con un tasso di analfabetismo del 49%
Prima del terremoto gli orfani e i bambini abbandonati ad Haiti erano 380mila, si stima che siano ben
440mila i minori orfani sull’isola (quasi il 5% della popolazione) che crescendo sono ormai diventati
giovani.
Mappa del conflitto
Il terremoto di Haiti è un potente fattore generatore di conflitto che si va ad aggiungere ad altri
numerosi aspetti critici del difficile contesto di Haiti
Dimensione
----------------------Tipologia di
violenza prodotta
CULTURALE
CULTURALE
SOCIALE
POLITICA
ECONOMICA
Scarso livello di
scolarizzazione
dei bambini a
causa
delle
scuole distrutte
dal sisma e della
carenza
del
sistema
Difficoltà
di
accesso
a
opportunità
culturali per i
giovani residenti
nei
quartieri
vulnerabili
e
nelle aree rurali
Instabilità politica
e
delicata
situazione
di
passaggio dei
poteri
tra
l’oligarchia
dominante
Carenza
di
opportunità
di
formazione e di
lavoro, diffusione
del
lavoro
informale e del
lavoro minorile
10
scolastico
Carenza
di
vitalità sociale e
culturale delle
Organizzazioni
Comunitarie di
Base. Influenza
delle credenze
religiose popolari
(woodoo)
DIRETTA/ARMATA La prospettiva
della criminalità
come illusoria
soluzione riduce
le opportunità di
sviluppo
culturale dei più
giovani
SOCIALE
Elevato numero
di bambini e
giovani orfani a
causa
del
terremoto
e
aumento
dei
relativi conflitti
sociali e dello
sfruttamento
Persone
appartenenti ai
livelli sociali più
bassi sono più
esposte
a
fenomeni
di
violenza
Azioni
di
propaganda per
discriminare
gruppi politici dei
diversi
gruppi
sociali
Carenza
di
opportunità
di
lavoro e di
sviluppo sociale
nelle aree più
vulnerabili
Sviluppo
incontrollato di
bande armate e
microcriminalità
anche legate a
gruppi
politici
che fomentano
disordini
Microcriminalità
e presenza di
bande armate e
organizzati per la
promozione di
particolari
interessi
economici
I seguenti indicatori sintetici intendono rappresentare in modo chiaro la realtà del conflitto e del
contesto territoriale e sono quindi definiti per ciascuna delle due sedi di progetto
Per obiettivo specifico 1 (sede Port au Prince)
Indicatori qualitativi: giovani vulnerabili della fascia di età 15/25 con scarse opportunità lavorative e
prospettive per il futuro in condizioni di progressivo indebolimento del tessuto sociale, di
impoverimento e di disgregazione famigliare anche a causa dei conflitti prodotti dal terremoto da cui il
paese non si è ancora rialzato. Per molti di questi giovani il conflitto in atto rischia di causare derive
violente e l’ingresso in bande armate, di trafficanti di droga e nella microcriminalità.
Indicatori quantitativi: 800 giovani vulnerabili raggiunti dalle attività in collaborazione con le OCB
(organizzazioni comunitarie di base) nei quartieri Cité Soleil e Martissant a Port au Prince, dove
vivono decine di migliaia di giovani nelle condizioni descritte.
Per Obiettivo specifico 2 (sede Cap Haitien Haiti Nord)
Indicatori qualitativi orfani del terremoto e bambini fascia di età 7-18 anni con basse opportunità di
scolarizzazione e a rischio di sfruttamento per lavoro minorile.
Indicatori quantitativi: 5.000 bambini in età scolare a rischio di sfruttamento, residenti in area rurale
nel Department du Nord afferenti a 37 diverse scuole.
12) Obiettivi del progetto (voce obblig.):
OBIETTIVO GENERALE
Affrontare la gestione dei conflitti e delle gravi conseguenze sociali del terribile terremoto di Haiti e
coinvolgere i bambini e i giovani più vulnerabili in iniziative a forte valenza educativa per rinforzare la
solidarietà e la cultura della pace e della non violenza nelle comunità più provate.
Il programma, articolato su 2 sedi territoriali di intervento, vuole proporre delle alternative ai giovani,
ai bambini e alle loro famiglie, provenienti dagli strati più deboli delle comunità che maggiormente
hanno risentito del contraccolpo del terremoto, nei quartieri a più alto rischio della capitale Port Au
Prince e nelle zone più disagiate del dipartimento del Nord e del Nord Est.
Obiettivo specifico 1 (Port au Prince)
Supportare le attività di accompagnamento psicosociale e di rilancio economico dei giovani residenti
11
nei quartieri vulnerabili di Port au Prince a Cité Soleil e Martissant particolarmente colpiti dal
terremoto con un approccio comunitario.
Obiettivo specifico 2 (Département du Nord et du Nord Est)
Accompagnare il recupero e la prevenzione di situazioni di sfruttamento del lavoro minorile nei
dipartimenti de Nord del Nord Est (Cap Haitienne, Lemonade), con particolare attenzione agli orfani
del terremoto, con un approccio inclusivo di famiglie e comunità
Indicatori obiettivo specifico 1
 Numero di giovani che partecipano alle attività psicosociali e artistiche: 100
 Numero di AGR (azioni generative di reddito) per i giovani vulnerabili attivate: 50
 Numero di eventi artistici cui hanno partecipato i giovani del progetto: 3
 Numero di OCB (organizzazioni comunitarie di base) accompagnate nel processo di
rafforzamento: 16
 Numero di giovani che hanno partecipato alle attività delle OCB: 800
Indicatori obiettivo specifico 2
 Numero bambini a rischio di sfruttamento scolarizzati : 5.000
 Numero di scuole supportate: 37
 Numero centri monitoraggio diritti umani attivati : 4
 Numero AGR per le famiglie attivate: 2400
13) Descrizione puntuale delle attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari,
nonché delle altre risorse umane impegnate nella realizzazione del progetto dal punto di vista qualitativo e
quantitativo:
13.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
13.1.0. attività iniziali: orientamento/selezione/ formazione generale e specifica/visti
Le attività iniziali saranno svolte durante i primi 3 mesi di servizio civile, durante i quali ai volontari viene fornito un
primo orientamento presso l’ente, circa le mansioni effettive da svolgere. Già nella fase di selezione ogni volontario
sarà abbinato ad una specifica sede all’estero.
La sede di riferimento per la selezione sarà la sede dell’ente di Milano per la realizzazione di colloqui e degli incontri
di orientamento dei volontari, Presentazione organigramma, ed altro personale volontario e dipendente ai volontari
Nei primi mesi si svolgerà la formazione generale e la formazione specifica anche presso la sede dell’ente di Cesena
e l’Università di Bari in forma residenziale, dove il volontario potrà venire a conoscenza degli scopi degli enti coinvolti,
del metodo di lavoro, delle priorità e degli obiettivi generali, compresa una conoscenza approfondita delle procedure
di sicurezza e la gestione degli aspetti organizzativi come gli orari e i permessi.
Nella fase d’inserimento del volontario si imposta la formazione specifica per ciascun paese d’intervento con incontri
con il referenti di ciascun paese in Italia e con le modalità descritte ai punti 38-43 , la formazione specifcia sarà
completata nel paese ospitante.
Si prevede di completare l’inserimento dei volontari in ciascun paese all’estero entro i primi 3 mesi. I volontari
selezionati in base alle attitudini, alle esperienze e competenze pregresse emerse durante il processo di selezione
(punto 28) e nella fase di orientamento sarà inviato in uno dei paesi ed affiancato da un OLP e da altri volontari
espatriati e personale locale. Il responsabile di progetto concorderà con ciascun volontario le date e le modalità del
viaggio.
In questa fase saranno avviate le procedure di richiesta di visto /permesso di soggiorno previste per durata di
permanenze superiori ai 3 mesi. Sulla base delle indicazioni dell’ente che conosce le disposizioni normative di
ciascun paese i civilisti raccoglieranno la documentazione necessaria e presenteranno le richieste di visto, di cui tutti
gli eventuali costi rimangono a carico dell’ente che rimborserà i civilisti.
13.1.1. Arrivo nel paese, ambientamento, ricognizione della situazione e programmazione
Gli operatori locali di progetto faranno il punto sulla situazione individuale delle persone accolte nelle strutture
12
dell’Ente nei vari paesi, verificando il percorso individuale, i progressi e i bisogni di ciascuno.
In questa azione si prevede la sistemazione del volontario in alloggi in possesso dei necessari requisiti di sicurezza
precedentemente individuate a cura dei responsabili per la sicurezza dell’ente e il loro inserimento graduale nello
staff locale. Si preferirà l’uso di alloggi in comune vicino alle sedi di progetto in modo che i volontari almeno in coppia
possano condividere l’esperienza e ottimizzare gli aspetti logistici.
Sarà completata la formazione specifica e saranno date le principali disposizioni operative: postazione di lavoro,
conoscenza delle altre risorse umane coinvolte, introduzione alla diversa cultura, visite sul campo e incontro con i
principali partner e soggetti locali, con particolare attenzione alle norme di sicurezza e prevenzione dei rischi.
Questa fase della durata di 1 mese circa si conclude con la programmazione delle attività comuni e specifiche nei vari
paesi. Si predisporrà un calendario degli interventi specifici anche in relazione all’ambito degli interventi nonché la
tempistica per il monitoraggio periodico delle attività come previsto al punto 29.
13.1.2. Miglioramento delle condizioni dei giovani vulnerabili a Port Au Prince
Nelle condizioni attuali di progressivo indebolimento del tessuto sociale, di impoverimento e di disgregazione
famigliare anche a causa del terremoto, i bambini e ragazzi sono le prime vittime di abusi fisici e psicologici, di
emarginazione e di abbandono.
È in questo clima di disagio che si vuole inserire il programma sperimentale dei Corpi Civili di Pace (CCP). A Port au
Prince il progetto è volto al sostegno dei giovani presenti nella zona. Nella capitale è, inoltre, presente un programma
che AVSI implementa dal 2011 attraverso fondi della MINUSTAH (Missione delle Nazioni Unite ad Haiti) e della
American Red Cross /a partire dal 2015) che prevede formazioni professionali, avviamento di attività generatrici di
reddito, accompagnamento psicosociale e il rafforzamento delle organizzazioni di base comunitarie come attori di
riferimento chiave per l’accompagnamento dei giovani.
I giovani volontari che verranno impiegati tramite il progetto dei CCP presteranno servizio nell’ambito di specifiche
attività implementate dall’ente AVSI come risorse umane aggiuntive a quelle già dispiegate in loco (espatriate e
locali).
La fascia di età 15/25 anni è riconosciuta essere quella più vulnerabile per l’assenza di opportunità lavorative e
prospettive per il futuro. Il programma di AVSI a Port au Prince, cui si associa anche una forte componenete di
genere con progetti miranti a mitigare le specifiche vulenrabilità delle giovani donne, riflette la necessità di prevedere
spazi educativi, formativi, ricreativi e di discussione per i giovani ricorrendo principalmente alle risorse disponibili a
livello locale: organizzazioni comunitarie di base, tradizione di produzione artigianale locale, promozione di spazi
comunitari.
La totalità dell’intervento di AVSI è messo in opera attraverso staff locale appartenente alle comunità dove le attività
sono operate. Parte dell’intervento ha luogo nei centri educativi di AVSI nei quartieri di Cité Soleil e Martissant e parte
presso le strutture comunitarie delle organizzazioni locali con cui AVSI opera, negli stessi quartieri. Questo garantisce
continuità ai diversi progetti del programma di supporto nel tempo e vicinanza reale con i beneficiari.
Una serie di attività specifiche (che si svolgeranno tra il mese 3 e il mese 12), rispondenti ai bisogni dei destinatari nei
vari contesti, sono previste per garantire istruzione, educazione, accompagnamento psicosociale e miglioramento
delle condizioni di vita. Tali attività si ripartiscono in attività dirette, i cui beneficairi primi sono i giovani in condizione di
vulnerabilità, e attività indirette destinate al rafforzamento delle organizzazioni locali che lavorano a sostegno dei
giovani vulnerabili.
Attività dirette con i giovani:
o Identificazione dei criteri di vulnerabilità: bambini e giovani in condizione di vita di strada, giovani associati
alle bande armate, ragazze madri, povertà estrema etc...
o Identificazione dei giovani vulnerabili con particolare attenzione alle ragazze e giovani donne (15-25 anni)
o preparazione di dossier che illustrino la specificità dei casi dei singoli beneficiari e la strategia di supporto
psicosociale da attuare con riferimento alle attività prinicipali
o gestione dei casi di protezione più urgenti (case managment di violenze sessuali, abbandoni di minore etc..)
attraverso referenza a servizi medici, giudiziario-legali sociali specializzati
o organizzazione delle attività di supporto e accompagnamento psicosociale: gruppi di discussione e di parola,
colloqui con psicologi, visite domiciliari, attività ricreative
o organizzazione di attività artistiche o atelier di creazione manuale
o formazione in competenze di base di vita (life skills)
13
o
o
o
o
o
gestione archivio e dati statistici dei beneficiari
pagamento costi per la formazione professionale dei giovani
acquisto e distribuzione dei kit per l’avviamento delle attività generatrici di reddito (AGR)
monitoraggio e valutazione delle AGR
monitoraggio e valutazione dei cambiamenti nella sfera psicosociale dei beneficiari
Attività indirette per i giovani con le organizzazioni comunitarie di base (OCB):
o accompagnamento delle OCB nella raccolta della documentazione dei casi di giovani in vulnerabilità
particolare
o affiancamento dello staff sociale delle OCB per rafforzare l’impatto dell’azione psicosociale di
accompagnamento dei giovani
o accompagnamento delle OCB nella preparazione di attività aggregative per i giovani
o messa in opera comune di attivtà di sensibilizzazione e informazione su tematiche importanti: diritti delle
donne, dei bambini, igiene, improtanza dell’educazione etc...
o rafforzamento delle capacità gestionali e amministrative delle OCB e loro accopagnamento nella
presentazione di proposte di progetti comunitari presso donatori locali
o coordinazione delle OCB per gli eventi di sensibilizzazione su larga scala
o Sviluppo di contatti con partner e altri soggetti locali
13.1.3. Prevenzione sfruttamento dei minori nel department du Nord:
Nel dipartimento del Nord, le attività dei volontari dei corpi civili di pace troveranno utili sinergie nel quadro di un
programma pluriannuale cofinanziato da Catholic Relief Service (CRS) che si focalizza sulla prevenzione e risposta
alle situazioni di sfruttamento dei minori, principalmente nelle piantagioni di caffé, attraverso la scolarizzazione, il
sostegno diretto alle scuole, le attività generatrici di reddito per le famiglie, la creazione e il rafforzamento delle
organizzazioni di base della comunità per il monitoraggio dei diritti umani. La problematica dello sfruttamento del
lavoro dei minori, particolarmente preoccupante nel paese, viene affrontata dal progetto attraverso un’azione che si
indirizza alle tre maggiori componenti del tema: l’accesso alla scuola, la vulnerabilità economica delle famiglie, la
capacità della società civile.
Lo staff di progetto, anche in questo caso appartenente alle comunità di intervento, organizza valutazioni costanti sul
terreno per identificare i casi di minori (fascia di età 7-18 anni) a rischio di sfruttamento, o già in situazione di
sfruttamento. L’identificazione avviene tramite il supporto dei leader comunitari e della rete delle organizzazioni di
base già attive sul territorio a anche su segnalazioni dirette delle famiglie o delle scuole.
La prima formula di risposta è quella di reinserire i bambini nel circuito scolastico o, quando impossibile, indirizzarli
verso corsi di formazione professionale. Parallelamente sono effettuate delle valutazioni sulla situazione familiari dei
bambini, tanto umane quanto economiche. In risposta al bisogno economico delle famiglie dei bambini sono proposte
delle attività generatrici di reddito ai genitori, e la famiglia è accompagnata nell’utilizzo coscienzioso e razionale dei
ricavati.
Le attività specifiche (che si svolgeranno tra il mese 3 e il mese 12), rispondenti ai bisogni dei bambini si ripartiscono
in attività dirette, i cui beneficiari diretti sono i minori, le loro famiglie e le scuole, e attività indirette destinate al
rafforzamento delle organizzazioni locali (OCB) affinché possano implicarsi direttamente nel monitoraggio dei diritti
umani, specificatamente dei bambini.
Attività dirette con i bambini e le famiglie:
o Identificazione costante dei minori su base dei criteri di vulnerabilità e di rischio di sfruttamento
o Documentazione dei singoli casi dei bambini a fronte di violazioni gravi dei loro diritti
o Referenza dei casi di violazione grave ai servizi competenti
o Preparazione di schede anagrafiche e informative di tutti i bambini integrati nel progetto
o Selezione delle scuole da associare al progetto secondo criteri definiti: qualità, ubicazione, costo
o Iscrizione dei bambini presso le scuole selezionate e pagamento delle rette scolastiche
o Acquisto e distribuzione di kit scolastici e uniformi ai bambini
o Supporto alle scuole per piccoli interventi di riabilitazione e per l’acquisto di materiale didattico
o Formazione degli insegnanti nelle scuole sui diritti dei bambini e la solidarietà
o Analisi della situazione economica delle famiglie dei bambini selezionati
o Stesura dei piani di attività geenratrici di reddito con le famiglie
14
o Distribuzione dei kit per le AGR
Attività indirette con le OCB:
o Formazione dei membri delle OCB su tematiche attinenti i diritti dei bambini, l’aproccio psicosociale,
l’organizzazione di attività di accompagnamento dei minori
o Formazione delle OCB sui diritti umani e il loro monitoraggio
o Creazione di contatti tra le OCB e le istituzioni statali (e non) per rafforzare la loro capacità di fare rete
o Creazione di un consensum comunitario sul tema dei diritti umani e della loro tutela
o Identificazione di spazi idonei all’installamento di centri di monitoraggio dei diritti umani
o Selezione delle OCB per la creazione dei centri di monitoraggio dei diritti umani
o Coordinamento delle OCB selezionate nella gestione dei centri
o Attivare il sistema di referenza dei casi di violazione trai vari attori di protezione
Diagramma di Gantt
Obiettivi/ATTIVITA'
Attività trasversali
Selezione e avvio
Formazione generale
Coordinamento
Formazione specifica
9.1.1. Arrivo nel paese,
ambientamento, ricognizione della
situazione e programmazione
9.1.2.
Miglioramento
delle
condizioni dei giovani vulnerabili a
Port Au Prince
1
4
5
MESI
6
7
►
►
►
►
▓
▓
▓
●
●
►
►
2
3
█
█
▓
►
►
▓
▓
9
10
11
12
►
►
►
►
►
●
Attività dirette con i giovani
Attività indirette con le OCB
9.1.3. Prevenzione sfruttamento
dei minori nel department du
Nord:
8
►
Attività dirette con i giovani
Attività indirette con le OCB
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
►
verifica e monitoraggio
Azioni di monitoraggio
●
█ attività a tempo pieno
▓ attività part time
● singolo evento
► attività continuativa
15
●
●
●
13.2 Risorse umane necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle
professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
Le risorse umane considerate necessarie per l’espletamento delle attività previste sono complessivamente 36
persone di cui 10 dipendenti dell’ente in Italia e 26 all’estero
Risorse umane per Attività in Italia
N. 10 formatori specifici dipendenti dell’ente per le sedi di Cesena e Milano in possesso di professionalità ed
esperienze specifiche (cfr curriculum allegati)
N. 1 responsabile gestione progetti di servizio civile e corpi civili di pace Pierpaolo Bravin
N. 1 Responsabile del monitoraggio Franco Argelli
N. 1 Segretario Generale dr Giampaolo Silvestri che interviene anche come formatore specifico
N. 1 dipendente dell’ente con funzioni amministrative di gestione del personale nella sede di Milano che affiancherà il
responsabile dell’ente per le necessarie pratiche (vaccini, visti, comunicazioni ambasciate, voli aerei..)
Risorse umane per attività in HAITI
1 espatriato italiano Fiammetta Cappellini rappresentante di AVSI Haiti, responsabile della sicurezza e formatore
specifico nel paese, OLP per la sede di Port Au Prince
1 Biguiner Simeon responsabile programma di protezione e educazione, OLP per la sede di Cap Haitien
2 programme manager che gestiscono le attività nelle 2 sedi di progetto
4 coordinatori di terreno locali che gestiscono le attività sul terreno nelle 2 sedi
14 assistenti sociali/educatori a supporto delle specifiche attività di progetto nelle 2 sedi
4 autisti/guardiani nelle 2 sedi dei volontari dei corpi civili di pace
13.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto.
Il ruolo dei volontari sarà quello di portare a termine i compiti assegnati dagli OLP, collaborare e affiancare il
personale locale dell’ente nelle mansioni descritte per raggiungere tutti i beneficiari dei progetti e migliorare la loro
condizione in maniera efficace ed efficiente rispondendo ai bisogni considerati.
Attività iniziali: orientamento/selezione/avvio/formazione in Italia
Il ruolo dei volontari nell’esecuzione delle attività iniziali sarà il seguente:
o Partecipazione a colloqui di orientamento con i responsabili dell’ente al fine di individuare le caratteristiche
personali e le aspettative
o incontri comuni di orientamento dei volontari (diritti e doveri del volontario, lettura e firma del contratto)
o Partecipazione attiva alla formazione generale
o Partecipazione attiva alla formazione specifica in Italia
o Incontro con il personale dell’ente: formatori, dipendenti e volontari
o Preparazione alla partenza per l’estero (documenti, visti, vaccinazioni. ..)
o Ciascun volontario è invitato a presentarsi presso la propria ASL con servizio di vaccinazioni internazionali
per ricevere tutte le informazioni necessarie ed aggiornate sulle malattie presenti del Paese di destinazione
e provvedere alle stesse
Attività nel paese ospitante
Le attività dei volontari nel paese ospitante saranno realizzate in affiancamento con l’OLP e dei collaboratori dell’ente
e dei partner nello svolgimento delle attività descritte
9.1.1. Arrivo nel paese, ambientamento, ricognizione della situazione e programmazione
All’arrivo nel paese il volontario svolge le seguenti attività:
o Prima conoscenza del personale locale e dei collaboratori dell’ente e dei partner nel paese
o Sistemazione nell’alloggio reperito e verifica di tutti gli aspetti logistici
o Presa di contatto con l’ambiente e delle norme di sicurezza e prevenzione
o Partecipazione alle riunioni di programmazione e presa di contatto con la sede locale dell’ente
o Assegnazione postazione di lavoro
o Partecipazione alla formazione specifica nel paese ospitante, esercitazioni di sicurezza e visite sul campo
16
9.1.2.Miglioramento delle condizioni dei giovani vulnerabili a Port Au Prince
Attività presso la sede locale dell’ente AVSI a Port au Prince con visite 3 o 4 volte la settimana dei centri educativi dei
quartieri di Cité Soleil e Martissant (quando le condizioni di sicurezza siano garantite) per effettuare
l’accompagnamento dello staff locale e le attività dirette con i giovani.
Attività dei volontari a Port au Prince
o Affiancamento degli operatori sociali nelle attività educative e psicosociali con i beneficiari
o Supporto alla gestione dei dossier dei beneficiari e aggionramento del database
o Preparazione delle attività psicosociali con ruolo di supporto ai coordinatori di terreno: scelta temi dei gruppi
di discussione e di parola
o Accompagnamento della messa in opera di attività artistiche a sostegno degli ateliers di creazione
o Accompagnamento alla pianificazione e messa in opera di eventi di sensibilizzazione e formazione
o Analisi con i coordinatori e i programme manager delle proposte di attività generatrici di reddito
o Analisi con i coordinatori e il program manager delle attività proposte dagli OCB ad integrazione nei progetti
Avsi
o Preparazione di strumenti di lavoro per il sostegno degli OCB e dello staff di progetto (report, pianificazioni,
schede di progetto, questionari per valutazioni finali)
o Partecipazione attiva nelle valutazioni delle attività, dopo ogni attività, mensilmente e trimestralmente
o Supporto alla stesura di rapporti di attività per i donors
9.1.3. Prevenzione sfruttamento dei minori nel department du Nord
Attività presso la sede locale dell’ente AVSI a Cap Haitien, con visite settimanali delle comunità di intervento, quando
le condizioni di sicurezza siano garantite, per effettuare le attività congiunte con lo staff locale di progetto e le
organizzazioni partner e le scuole.
Attività dei volontari nel Dipartimento del Nord
o Supporto alla stesura di relazioni sui casi di violazioni più gravi
o Supporto alla preparazione delle schede di progetto dei beneficiari/bambini
o Visite nelle scuole per la selezione degli istituti più idonei e/o per il monitoraggio del loro funzionamento
o Monitoraggio congiunto con lo staff sociale dei bambini iscritti nelle scuole identificate dal progetto
o Supporto all’organizzazione e distribuzione dei kit scolastici per i bambini
o Verifica congiunta con lo staff sociale di progetto degli obiettivi di formazione degli insegnanti
o Proposta di strategie di rafforzamento delle formazioni insegnanti effetuate
o Analisi con i coordinatori e il program manager delle proposte di attività generatrici di reddito (AGR)
o Supporto alla distribuzione dei kit delle AGR
o Supporto al coordinamento e alla supervisione delle formazioni destinate alle organizzazioni di base (OCB)
o Partecipazione attiva nelle valutazioni delle attività, dopo ogni attività, mensilmente e trimestralmente
o Supporto alla stesura di rapporti di attività per i donors
9.1.4. Attività specifiche di ciascun volontario
In aggiunta alle attività descritte per ciascuna sede di progetto i volontari avranno anche una specifica mansione che
svilupperanno durante l’intera durata del progetto sotto la guida dell’ OLP e del responsabile della sicurezza.
Port au prince
Volontario selezionato 1 aggiornamento del piano di attività socio-educativo
Volontario selezionato 2 raccolta documentazione delle attività ricreative sviluppate nei centri educativi di AVSI per i
bambini e i giovani
Department du nord
Volontario selezionato 3 Sviluppare un manuale di buone pratiche per il funzionamento dei centri di monitoraggio dei
diritti umani
Volontario selezionato 4 Aggiornamento delle linee guida per i programmi di avviamento e monitoraggio di attività
generatrici di reddito
17
14) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
4
4
15) Modalità di fruizione del vitto e alloggio:
Per tutti i volontari impiegati nel progetto di servizio civile è garantita la fornitura dei servizi di vitto e alloggio
direttamente dall’ente presso gli alloggi dei volontari espatriati e/o le sedi dell’ente nel paese dotate di
foresteria e/o alloggi appositamente presi in affitto nelle immediate vicinanze della sede logistica e in
quartieri considerati sicuri.
16) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
40
17) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6):
5
18) Mesi di permanenza all’estero ed eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
Si prevede che i volontari dei corpi civili di pace permangano all’estero per un periodo minino di 7
mesi e massimo di 10 mesi.
Ai volontari in servizio si richiede:
o elevato spirito di adattabilità,
o flessibilità oraria,
o flessibilità e interesse alle mansioni,
o disponibilità a trasferte in Italia durante la prima fase per attività di formazione generale e
specifica,
o disponibilità ad impegni sporadici durante i fine settimana,
o impegno di riservatezza sulle informazioni sensibili acquisite,
o disponibilità a farsi accompagnare sempre da personale locale dipendente dell’ente e dei
partner durante le visite sul terreno per motivi di servizio
o disponibilità a partecipare a incontri di sensibilizzazione e di testimonianza al termine della
permanenza all’estero.
o il rispetto delle norme del codice etico di AVSI
o obbligo all’osservanza delle norme e procedure di sicurezza dell’ente
o attenersi scrupolosamente alle misure cautelative indicate alla voce “sicurezza”della scheda
paese del sito www.viaggiaresicuri.it e registrazione dei dati relativi al viaggio sul sito
www.dovesiamonelmondo.it
CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE
19) Particolari condizioni di rischio connesse alla realizzazione del progetto in relazione alla tipologia del
conflitto, alle modalità con le quali si manifesta, ovvero alla tensione generata dal conflitto latente alla luce
della situazione politica e sociale esistente nell’area di intervento prescelta :
In generale, le condizioni di sicurezza in Haiti permangono precarie anche a causa dell’elevato e
diffuso livello di criminalità. Il fenomeno delle bande giovanili armate è sempre presente, come anche
l’uso di sostanze stupefacenti da parte dei loro membri. Si registrano anche sequestri di persona. Vi
sono, inoltre, problemi di collegamenti stradali, aggravati dal terremoto del 12 gennaio 2010, sono
assolutamente da evitare gli spostamenti notturni. Si raccomanda di evitare gli spostamenti nei
18
quartieri popolari “bidonville” e nelle zone periferiche fuori dai principali centri abitati. L’ulteriore
degrado dell’ordine pubblico consiglia cautela e prudenza anche nella Capitale soprattutto nel centro,
nella zona di “PetionVille”, e nell’area attigua alla zona portuale.
Le particolari condizioni di rischio sono legate alla situazione di violenza microcriminalità e
insicurezza nelle aree degradate dove si esprimono i conflitti sociali, economici e politici che non sono
ancora risolti dopo il grave terremoto in Haiti.
In tutti i casi di relazione diretta o di visite ai minori e ai giovani, alle OCB e ai partner fuori dalle sedi
di progetto i volontari saranno sempre accompagnati da personale locale dell’ente che ben conosce il
contesto e i possibili rischi e chiaramente dovranno attenersi a tutte le procedure di sicurezza in loco
e al codice etico di AVSI.
In tutti i loro spostamenti con automezzi dell’ente i volontari avranno obbligatoriamente a disposizione
un autista locale.
20) Piano della sicurezza redatto in conformità alle linee guida di cui all’allegato 8 al presente Prontuario e
Protocollo di sicurezza (all 8bis) allegato al predetto Piano adottati dall’ente per garantire i livelli minimi di
sicurezza e tutela del volontari a fronte della natura dei conflitti e dei rischi evidenziati alle precedenti voci
11) e 19):
Al fine di garantire livelli minimi di sicurezza e di tutela dei volontari a fronte dei rischi evidenziati l’ente
adotta alcuni protocolli e accorgimenti di carattere generale e di carattere specifico in relazione alla
tipologia di rischio indicata al precedente box 19
Prima della partenza:
Registrazione dei dati relativi alla permanenza nel paese estero prima della partenza sul sito
www.dovesiamonelmondo.it promosso dall’Unità di crisi del Ministero Affari Esteri Italiano.
Coordinamento del viaggio di espatrio. Il viaggio di espatrio è preventivamente concordato fra la
struttura di gestione e la sede di destinazione: viene comunicata alla sede locale il giorno e l’ora di
arrivo del volontario nel paese di destinazione. Eventualmente avvalendosi di collaboratori locali gli
operatori dell'Associazione nel paese di destinazione si occuperanno dell’accoglienza dei volontari sin
dall’arrivo presso l’aeroporto di destinazione.
Comunicazione alla Rappresentanza Diplomatica nel paese di destinazione dei riferimenti dei
volontari, oltre alla data di arrivo, i nominativi, i dati anagrafici, l’indirizzo e riferimenti dell’associazione
in loco. Il rapporto di comunicazione con l’Ambasciata verrà mantenuto durante tutto il periodo di
permanenza all’estero dei volontari.
Informazioni igienico-sanitarie: Prima della partenza i volontari verranno informati delle norme di
sicurezza igienico-sanitarie di base da adottare nel paese di destinazione
Prima della partenza nel paese vengono eseguite le necessarie vaccinazioni e sul posto si richiede il
rispetto delle norme igienico-sanitarie e le normali precauzioni alimentari.
In ogni paese sono predisposte specifiche misure di sicurezza che si aggiungono alle comuni norme
di profilassi sanitaria tra cui vaccinazione febbre gialla e antimalaria, norme di prevenzione della
trasmissione di malattie infettive come AIDS, norme igieniche e di alimentazione (cottura dei cibi,
attenzione all’acqua,..).
Informazioni di base sulla presenza all’estero: nel corso delle prime settimane di formazione, verrà
descritto ai ai volontari il complesso delle attività dell’ente in loco, le sedi di attuazione, gli operatori
dell’associazione, collaboratori etc.
Ai volontari sanno inoltre forniti alcuni elementi generali rispetto a:
- prassi generali di carattere interculturale;
- norme di comportamento legate a situazioni di ordine pubblico.
L’ente ha provveduto a codificare apposite norme di sicurezza che valgono per gli oltre 110 espatriati
AVSI in diversi paesi che saranno presentate durante la formazione specifica ai volontari in servizio
civile. I volontari in servizio civile dovranno fare riferimento alle norme AMPE 16/2007 del 24/04/2007
19
relative alle procedure di sicurezza degli volontari e dipendenti AVSI espatriati riportate in allegato.
La norma e i suoi allegati (linee guide sicurezza e riferimenti per emergenze) sono documenti
articolati e completi preparati sulla base dell’esperienza pluriennale di AVSI e della collaborazione con
OOII in vari paesi a rischio e comprendono anche specifiche norme di comportamento sanitario.
I Volontari in Servizio Civile riceveranno una formazione specifica su queste norme che dovranno
obbligatoriamente rispettare durante la loro permanenza all’estero.
Indice delle norme il cui testo integrale si riporta in allegato
1. Introduzione
2. Livelli di responsabilità
3. Livelli di rischio
4. Scheda Sicurezza Paese (Country Security Profile)
5. Procedure operative
5.1. Sedi operative e residenze
5.1.1. Location
5.1.2. Estintori
5.1.3. Protezione degli stabili
5.1.4. Residenze
5.1.5. Guardiani
5.2. Comunicazioni
5.2.1. Comunicare in viaggio
5.2.2. Protezione degli equipaggiamenti
5.2.3. Contatti e numeri utili
5.3. Gestione e trasporto valori
5.4. Viaggi e visibilità
5.4.1. Condotta di guida
5.4.2. Visibilità
5.5. Invio rapporti di sicurezza
5.6. Protezione di archivi e documenti
5.6.1. Computer back-up
5.6.2. Documenti e password
5.7. Comportamenti personali
5.8. Salute del personale
5.8.1. Norme sulla salute del personale
5.8.2. Ospiti, studenti e stagisti
5.9.
Sicurezza del personale femminile
5.10. Formazione e orientamento
Allegato 1 – Contatti
Allegato 2 – Linee Guida Sicurezza
Ad integrazione ed esemplificazione delle norme AMPE l’inserimento dei giovani volontari dei corpi di
pace nei paese coinvolti dal presente progetto è affidato ai responsabili per la sicurezza in loco, per
garantire che vengano rispettate le norme minime di sicurezza al fine di evitare spiacevoli situazioni, e
il piano di sicurezza del Paese.
Gli accorgimenti generici adottati per garantire i livelli minimi di sicurezza vengono considerati dal
punto di vista sociale e relazione, sanitario ed alimentare, di ordine pubblico e politico.
Per ciascun paese è predisposto e in uso un piano di sicurezza sui rischi specifici in Haiti (vedi
allegato) le cui norme specificano, tra le altre cose: la gestione dei documenti personali e del
passaporto; gli itinerari di evacuazione e i punti di riunione in caso di emergenza, le precauzioni in
caso di catastrofe naturale (terremoto) o politica (es. colpo di stato, scontri armati) , la dotazione
(acqua, carburante, mezzi di comunicazione) che deve essere disponibile in ogni sede e abitazione.
Contesto Sociale/Relazionale
In ogni paese l’inserimento dei giovani volontari nel contesto sociale è affidato agli operatori locali di
progetto ed ai loro collaboratori locali. Questo inserimento prevede l’accompagnamento dei giovani
20
alla scoperta del Paese e del progetto in cui saranno inseriti in modo graduale per prevenire eventuali
rischi e conseguenti disagi. Inoltre l’approccio relazionale con bambini od altre persone coinvolte in
qualità di assistiti va concordato con gli operatori presenti stabilmente nel progetto ed è scoraggiata
l’iniziativa individuale soprattutto nel periodo di inserimento.
Viene favorita la conoscenza basilare della lingua locale (dialetto creolo) ed un atteggiamento di
disponibilità all’ascolto ed al rispetto delle tradizioni culturali e degli usi sociali locali
Sanitario e alimentare: Prima della partenza i volontari verranno informati sulle indicazioni generali
dell’OMS e del ministero della Salute rispetto al paese di destinazione e orientati riguardo alle
procedure da seguire, suggerendo la consultazione dei centri di Medicina del Viaggiatore delle ASL di
riferimento sul territorio nazionale.
Considerata la possibilità di entrare in contatto con contesti caratterizzati da un basso livello di igiene
si consiglia di effettuare vaccinazioni contro l'epatite A e B, il tetano, il colera e il tifo.
Per i paesi che presentano aree in cui la malaria è endemica, è necessario effettuare la profilassi
antimalarica, da iniziare durante le settimane prima della partenza e da continuare per tutto il periodo
di permanenza. Dal momento che nessun trattamento garantisce al 100% l’eliminazione del rischio,
per ogni episodio febbrile è necessario sottoporsi ad esame del sangue per verificare se si tratta di
malaria. E’ inoltre fondamentale prestare attenzione alle punture di insetti, proteggendosi dalle
zanzare anche attraverso l'uso di antirepellenti e utilizzando la zanzariera nelle ore notturne.
Da tenere presente che tutti i volontari risiederanno in ambito urbano dove minore è il rischio malarico
rispetto a zone rurali e dove sono disponibili zanzariere e altre misure di profilassi.
Ordine pubblico e politico
La parte maggiore del tempo i volontari saranno impiegati presso le sedi dell’ente che sono state
scelte in funzione delle caratteristiche di sicurezza che possono garantire agli operatori ed ai volontari
anche con la presenza di guardiani e di personale locale con la funzione di autista. Qualora si
dovessero presentare tensioni tra fazioni opposte i volontari sono tenuti a mantenere un
atteggiamento neutrale tra le parti e a evitare luoghi in cui si prevedono assembramenti e
dimostrazioni.
Se dovessero insorgere gravi problemi di ordine pubblico nel paese, caratterizzati da episodi di
violenza, si farà riferimento alle indicazioni della Rappresentanza Diplomatica in loco, con la quale il
contatto diverrà più assiduo (proporzionalmente a quanto la specifica situazione lo richieda) e con la
quale si rivaluterà continuamente la situazione, definendo eventuali misure urgenti di evacuazione e/o
rimpatrio.
Accorgimenti specifici
Sono previste periodiche riunioni, almeno a cadenza mensile, tra l’OLP e i volontari e gli altri
collaboratori dell’ente sull’aggiornamento della situazione e eventuali segnalazioni di incremento del
rischio nel contesto specifico.
I volontari in servizio civile devono dovranno rispettare alcune accorgimenti e norme minime di
sicurezza al fine di evitare spiacevoli situazioni. Vengono elencate di seguito le regole principali che
devono essere osservate dai volontari sotto il controllo degli OLP per la sicurezza degli spostamenti
per cause di servizio e il rispetto di orari regolari:
 Gli spostamenti devono essere sempre predisposti e comunicati in anticipo, i dettagli da
comunicare includono il programma dei movimenti, lo scopo, il personale/team coinvolto e la
persona o le persone responsabili;
 Mai viaggiare senza permesso;
 Qualora possibile, evitare di viaggiare vicino a veicoli dell’esercito e del governo locale
(politici ed autorità);
 Viaggiare sempre in coppia (almeno), a piedi o su un veicolo;
 In caso di insurrezione attiva o emergenza umanitaria, gli spostamenti sono consentiti solo
se assolutamente necessari (missioni life saving);
 Familiarizzate con il terreno e con le condizioni di sicurezza nella vostra città (studio di
mappe, informazioni locali);
21



Considerate la possibilità di usare le guide locali sopratutto se viaggiate in aree rurali o non
conosciute. Consultate la popolazione locale sulla situazione dell’area (sicurezza, condizione
delle strade…), ma non fidatevi solo delle informazioni raccolte sul campo;
Non resistete se fermati da gruppi armati o criminali. Siate cooperativi e non offendete;
Evitate spostamenti notturni;
Rischi per la sicurezza personale: Il personale in loco informerà i giovani sui pericolo dovuti alla
microcriminalità, in particolare segnalando orari, eventuali zone di maggior rischio, comportamenti ed
atteggiamenti da evitare. Saranno inoltre fornite informazioni sulle cautele da adottare se si dovesse
entrare in contatto con situazioni caratterizzate da illegalità o abusi (ad es. corruzione) che devono
essere tempestivamente comunicate al proprio responsabile locale.
Inoltre dai referenti locali saranno forniti i numeri di emergenza, sia delle forze dell’ordine locali che
della rappresentanza consolare Italiana, a cui rivolgersi in caso di necessità e sarà indicata ai
volontari la procedura da seguire nel caso siano vittime di episodi di questo tipo.
Per prevenire i rischi legati alle precarie condizioni stradali si eviteranno gli spostamenti dopo il
tramonto, in particolare fuori dalla cintura urbana.
Rischi sanitari: Il responsabile locale per la sicurezza fornirà ai volontari le istruzioni necessarie sulle
norme igienico/sanitarie da adottare e sugli accorgimenti da avere al fine di evitare intossicazioni
alimentari o di contrarre malattie. I collaboratori in loco faciliteranno l’accesso ai presidi sanitarie per
gli accertamenti in caso di sospetta malaria.
Saranno segnalati il personale medico di fiducia, i presidi sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità
e le farmacie a cui fare riferimento, indicando anche i numeri telefonici per le emergenze sanitarie.
Ospedali e strutture sanitarie più vicine alle sedi di realizzazione del progetto.
Port au Prince: Clinique Lambert, 75 Rue Lambert, Petion Ville Port au Prince
Nord: clinica Dash, Rue 17 k, centre ville Cap Haitien
21) Particolari condizioni di disagio per i volontari connesse alla realizzazione del progetto:
Sono previste alcune condizioni di disagio:
- Energia elettrica, possono verificarsi problemi di erogazione dell’energia elettrica per periodi
limitati, tutte le sedi del progetto sono dotate di generatori autonomi di elettricità e anche alcune
delle abitazioni dei volontari.
- Salute: i volontari possono vivere il disagio di ritrovarsi in territori in cui il contesto sanitario non
è eccessivamente qualificato e le condizioni igieniche non sono sempre ottimali, in particolare a
contatto con contesti di disagio.
- Comunicazioni: le comunicazioni con l’Italia possono risultare difficili, per periodi limitati, in
seguito a problemi di funzionalità delle linee telefoniche, spesso a causa di fattori climatici. A
causa dell’interruzione della corrente elettrica possono verificarsi problemi di funzionalità delle
linee telefoniche e della relativa connessione ad Internet comunque garantita in tutte le sedi di
progetto.
- Privacy: nella quasi totalità delle strutture esistenti, si condividono gli spazi comuni (sala da
pranzo, bagno ecc.) con altre persone (altri volontari, personale dell’Associazione, ecc), è
spesso difficile riuscire a raggiungere condizioni di perfetta tranquillità.
- Abitudini alimentari diverse I volontari difficilmente riescono a reperire alimenti italiani di
qualità a prezzi accessibili in questi paesi In particolare si richiede sobrietà per quanto riguarda
l’uso di alcool.
- Contesto: possono vivere il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con
presenza di microcriminalità e violenza. Questo può comportare la necessità di rispettare orari
per il rientro la sera e di evitare certe zone della città o del paese particolarmente pericolosi.
Inoltre condizioni climatiche particolarmente avverse possono, in certe situazioni, ostacolare e
ridurre temporaneamente le attività previste dal progetto.
22
-
Norme di sicurezza e misure di prudenza: evitare di ostentare oggetti di valore, gioielli,
denaro, ecc.; portare con sé solo una fotocopia del passaporto e la quantità di denaro
necessaria per la giornata; viaggiare in autovettura accertandosi che le portiere non si possano
aprire dall'esterno e tenendo i finestrini chiusi; evitare i mezzi pubblici , evitare di circolare di
notte nelle aree degradate.
23
22) Sede/i di attuazione del progetto di appoggio in Italia ed Operatori Locali di Progetto:
N.
1
Sede di
attuazione del
progetto
AVSI
Milano
Comune
Milano
Indirizzo
Via Legnone 4
Cod.
ident.
sede
62937
24
N.
vol.
per
sede
Cognome e nome
2
Cappellini Fiammetta
2
Biguener Siméon
Nominativi degli Operatori Locali di Progetto
Data di nascita
C.F.
22.07.1973
CPPFMT73L62L400R
26.04.1979
BGNSE79D26Z510E
23) Sede/i di attuazione del progetto all’estero ed ente partner: per sedi/estero
N.
1
2
Ente che ha presentato il
progetto
Paese estero
AVSI
HAITI
AVSI
HAITI
Cod.
ident.
sede
Città
Port au prince
127181
Department du Nord 127182
3
4
25
N. vol.
per
sede
2
2
Ente partner paese estero
Responsabile della sicurezza
JILAP commissione
giustizia e pace
JILAP commissione
giustizia e pace
Fiammetta Cappellini
Fiammetta Cappellini
24) Modalità di collegamento e comunicazione con la sede italiana dell’ente proponente il progetto assicurata ai
volontari:
Per ciascuna delle sedi del progetto è prevista e garantita la possibilità per i giovani volontari di
comunicare con le sedi italiane dell’ente attraverso le consuete vie di comunicazione.
Il collegamento con l’Italia viene garantito attraverso i contatti telefonici, fax ed e-mail e skype
disponibili in ciascuna sede di progetto
I riferimenti in Italia dell’ente sono
Responsabile servizio civile sede AVSI Cesena Pierpaolo Bravin
Tel 0547-360811 Fax 0547-611290 [email protected]; cell + 393357270911 skype: avsi.benny
Responsabile gestione personale e gestione amministrativa sede AVSI Milano Nada Perovic
Tel 02/6749881 fax 02/67490056 [email protected]
Ogni mese l’OLP comunica le ore di presenza dei volontari e a cadenza settimanale si mette in
contatto con il responsabile di progetto in Italia anche per email. I volontari potranno usufruire delle
postazioni di comunicazione presenti in ciascuna sede di progetto.
Periodiche missioni di monitoraggio vengono eseguite da personale dell’ente nei vari paesi, in
occasione delle quali saranno incontrati anche i volontari dei Corpi civili di pace.
Specifiche modalità di collegamento sono inoltre previste inoltre nelle procedure di sicurezza e in
particolare nell’allegato 1 contatti di riferimento per ciascun paese/area geografica che vengono
costantemente aggiornati.
Ciascun volontario dei corpi civili di pace sarà inoltre dotato di una carta SIM e di un telefono su reti
locali in modo che possano contattare in caso di necessità l’OLP e il responsabile della sicurezza
residente nel paese.
25) Modalità e tempi di eventuali rientri in Italia dei volontari durante il periodo di permanenza all’estero:
Il progetto prevede un rientro intermedio necessario al volontario per il buon andamento del servizio,
ai fini di una valutazione dell’andamento del progetto e della crescita personale del volontario.
Tale rientro, da effettuarsi anche in caso di particolari necessità del volontario o della sua famiglia od
all’effettuarsi in caso di particolari condizioni di rischio nel paese, sarà concordato all’occorrenza tra
l’OLP della sede di realizzazione e il responsabile in Italia del servizio civile.
La modalità ed i tempi del rientro sono concordati tra il volontario, l’OLP e responsabile del servizio
civile e saranno comunicati anche all’autorità consolare e/o diplomatica dell’Italia nel paese.
Il rientro temporaneo in Italia non dovrà essere superiore alla durata di 1 mese
26) Eventuale assicurazione integrativa a copertura dei rischi indicati alla precedente voce 19):
Non prevista, in quanto i volontari dei Corpi civili di Pace non potranno guidare autoveicoli di proprietà
dell’ente che saranno messi a disposizione per le esigenze di progetto con un autista locale .
27) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del progetto in Italia e/o nel paese estero:
Per la promozione e sensibilizzazione del progetto l’ente svolge varie attività continuative durante
tutto l’anno ed azioni specifiche in occasione del bando di reclutamento dei volontari, coinvolgendo
diversi uffici dell’ente (Comunicazione, risorse umane e servizio civile) e degli enti partner
Questa azione avviene attraverso diverse modalità in collaborazione con i proponenti, tra cui:
- pubblicazione sul sito internet dell’ente (www.avsi.org), del progetto approvato e delle modalità di
26
reclutamento per tutta la durata del bando,
- comunicazione specifica tramite email ai sostenitori dell’ente e ai giovani candidati per posizioni di
volontariato/stage (l’ente riceve circa 300 candidature all’anno da parte di giovani interessati a
collaborare a vario titolo)
- comunicati stampa su organi di stampa locali e nazionali, radio e tv
- pubblicazione sulla newsletter dell’ente inviata a 25.000 contatti email a cura dell’ufficio
comunicazione
- coinvolgimento attivo dei partner di progetto alle attività di sensibilizzazione promozione mirata a
specifici ambiti di aggregazione giovanile (università, associazioni, etc..)
- comunicazione ad istituti scolastici, enti di formazione e altri enti (es. Informagiovani)
- comunicazione agli uffici di tirocinio/stage di diverse Università con le quali l’ente intrattiene regolari
rapporti ed ha stipulato convenzioni
- comunicazioni ad organismi di coordinamento ai quali l’ente aderisce (es. AVSI Network, Centro
Servizi per il Volontariato, coordinamento ONG dell’Emilia Romagna...)
- organizzazione di incontri specifici per la presentazione e l’orientamento al servizio civile rivolti a
giovani . Durante gli incontri di orientamento ai candidati vengono fornite tutte le informazioni
fondamentali relative ai progetti dei Corpi civili di pace e alle modalità di selezione. Inoltre vengono
approfonditi aspetti cruciali e strategici per un’efficace pre-selezione delle candidature, ovvero:
approccio/scelta di un progetto e aspettative/interessi legati al progetto
L’Ente partecipa anche alle attività di promozione e sensibilizzazione realizzate in maniera congiunta
con il vari partner con l’università di Bari e altri enti.
L’impegno da parte diretto dell’ente può essere quantificato come segue:
Ufficio Comunicazione Newsletter, sito web, invio e-mail , comunicati stampa 8 ore
Ufficio risorse umane: ricerca database disponibilità e sensibilizzazione giovani, comunicazione ad
Università, collaborazione con altri enti e partner 8 ore
Ufficio servizio civile Incontri di Promozione e sensibilizzazione con giovani interessati 6 ore
Il totale delle ore dedicate alle attività di sensibilizzazione e promozione da parte dell’ente sarà di 25
ore
28) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
Il Sistema di selezione utilizzato, sarà quello che l'Università di Bari partner di progetto ed ente di prima classe del
servizio civile utilizza da anni per i suoi progetti di Servizio civile all'Estero in Perù opportunamente modificato con le
specifiche dei corpi civili di pace.
Elementi obbligatori del sistema di reclutamento e selezione autonomo:
Il sistema tiene conto delle procedure normative previste dalla legge 64/2001 di istituzione del servizio civile, le circolari, i
decreti attuativi, i regolamenti, le direttive ed i protocolli dell’ufficio nazionale per il servizio civile e le standardizza con
l’obiettivo di un valutazione uniforme dei candidati in rapporto ai progetti ed ai territori in cui essi si svolgono e con
l’obiettivo di garantire un’elevata qualità delle risorse umane da impiegare nei progetti.
Il sistema è stato realizzato per raggiungere i seguenti obiettivi:
 promozione del servizio civile a livello nazionale ed internazionale;
 supporto alle singole realtà partner partecipanti al progetto nella realizzazione della propria campagna
promozionale;
 gestire le procedure selettive mettendosi al servizio dei giovani beneficiari facendo loro percepire il significato di
tale procedura all’interno del percorso previsto dal servizio civile.
Il sistema di reclutamento prevede differenti fasi di realizzazione;

Fase promozionale: permette di definire le informazioni procedurali a livello nazionale, i compiti organizzativi e
gli strumenti utilizzati per gli aspetti di comunicazione.
27
Per un sistema di reclutamento ottimale a distanza saranno utilizzati tutti gli strumenti disponibili dell’ente per garantire la
maggiore diffusione dell’iniziativa.
Verranno diffusi comunicati stampa ai maggiori quotidiani, riviste, siti web ed ai centri informagiovani su tutto il territorio
nazionale.
Saranno organizzati per gli operatori coinvolti nel servizio civile incontri di orientamento e sarà creato ad hoc un servizio
di newsletter attraverso il quale verranno informati gli enti partner su tutti gli aggiornamenti relativi al servizio civile.
Verrà allestita una sezione specifica sul sito dell’Università degli Studi di Bari e di AVSI creando allo stesso tempo un
blog un forum interattivi per veicolare le informazioni riguardanti i bandi fra i potenziali candidati.

Fase di orientamento: nel corso della pubblicazione del bando i giovani candidati verranno supportati nella
scelta del progetto più idoneo alle loro caratteristiche attraverso una consulenza via mail e telefonica dal
personale preposto dell’Università degli Studi di Bari e di AVSI
Verrà messa a disposizione una linea telefonica dedicata al servizio che garantirà informazioni ai candidati e verrà
fornito un indirizzo mail specifico per tutte le richieste di consulenza e faq.

Fase di selezione:
I candidati come previsto dall’Ufficio Nazionale per il servizio civile dovranno attenersi alle indicazioni fornite dall’ente in
ordine ai tempi ai luoghi ed alle modalità delle procedure selettive.
La convocazione dei candidati relativa ai tempi ed ai luoghi della selezione verrà effettuata attraverso la pubblicazione
delle informazioni sul sito dell’ente AVSI
AVSI provvederà ad elaborare e trasmettere le graduatorie secondo quanto previsto dalla normativa vigente del servizio
civile.
Saranno costituite commissioni di selezione composte da 5 membri così composte: il Presidente ovvero esperto della
disciplina sulla cooperazione allo sviluppo e/o volontariato internazionale, da 1 selettore accreditato, da 2 esperti di
lingua, e un addetto alla segreteria di selezione.
Le graduatorie finali saranno pubblicate sul sito di AVSI

Metodologia e tecniche utilizzate:
Il seguente sistema di valutazione è finalizzato ad individuare procedure criteri e modalità che garantiscono
processi selettivi efficaci, obiettivi e trasparenti dei volontari che andranno in servizio.
Il sistema di valutazione mira a realizzare un’elevata coerenza tra quanto richiesto dalla sede in termini di
competenze e quanto posseduto dal candidato partecipante alla selezione.
Il punteggio massimo che un candidato può ottenere è 110 punti così ripartiti:
 Scheda di valutazione ovvero del colloquio 60 pt (si farà riferimento alla scheda ministeriale
ovvero Allegato 4, senza nessuna modifica)
 Scheda per i Titoli di studio, esperienze aggiuntive non valutate in precedenza ed altre
conoscenze 50 pt (allegato a fine pagina)
 Per i progetti all’estero propedeutica la prova in lingua di Lingua Inglese obbligatoria e seconda
lingua obbligatoria scelta ovvero la Lingua Francese. Il punteggio max sarà di 20 punti per ciascuna
lingua. Per poter accedere al colloquio i candidati dovranno ottenere un punteggio di 16/20 per
l'inglese (B2) e almeno 12/20 per la seconda lingua francese. Si ricorda che i punteggio delle lingue
sono soltanto di accesso al colloquio, e non si cumuleranno con i titoli e con il colloquio.

Strumenti utilizzati :
Prova di lingua per i progetti all’estero.
Nello specifico progetto per i Corpi Civili di Pace la lingua obbligatoria richiesta è Inglese con livello B2.
Seconda lingua scelta sarà il Francese.
Per i progetti all’estero sarà necessario dar prova di idoneità linguistica,
28
(nella lingua e/o nelle lingue richieste dal progetto all’estero) chi non risulta idoneo alla prova linguistica non parteciperà
alla prova del colloquio orale.
Per il colloquio di lingua il selettore sarà un esperto o un docente di lingua che analizzerà le seguenti capacità
linguistiche.
La prova della Lingua Inglese comporterà un colloquio orale di circa 1 ora per verificare il livello minimo di idoneità B2.
Attraverso la lettura di un testo, la comprensione di un testo, Conversazione e Scrittura sotto dettatura.
Item
Lettura di un testo
Comprensione di un testo
Conversazione
Scrittura
Pt
0-5
dove 0 è scarso, 1 è mediocre,
discreto, 4 buono, 5 ottimo
0-5
dove 0 è scarso, 1 è mediocre,
discreto, 4 buono, 5 ottimo
0-5
dove 0 è scarso, 1 è mediocre,
discreto, 4 buono, 5 ottimo
0-5
dove 0 è scarso, 1 è mediocre,
discreto, 4 buono, 5 ottimo
2 appena sufficiente, 3
2 appena sufficiente, 3
2 appena sufficiente, 3
2 appena sufficiente, 3
Il punteggio massimo della valutazione per la Lingua Inglese è di 20 punti, si risulta idonei se si ottiene almeno
16 punti. (ovvero il B2)
La seconda lingua straniera scelta sarà lo spagnolo, e seguirà le stesse procedure della lingua inglese.
si risulta idonei se si ottiene almeno 12 punti. (ovvero il B1)

Variabili che si intendono misurare e relativi indicatori per la scheda dei titoli.
Verranno misurate le variabili attinenti al curriculum vitae (valutazioni dei titoli, certificazioni linguistiche ed informatiche,
competenze acquisite ed esperienze aggiuntive) . Per i titoli di studio verrà valutato il titolo più elevato. Per esperienze
aggiuntive si intendono le esperienze non valutate precedentemente, es. tirocini o stage.
Verranno inoltre valutate (come allegato 3 del bando) le precedenti esperienze.
E’ possibile sommare la durata di più esperienze fino al raggiungimento del periodo massimo valutabile.
I coefficienti utilizzati per le precedenti esperienze si riferiscono al mese o frazione mese superiore o uguale a 15 giorni
Il punteggio totale è di 50 punti.
Titoli valutabili per i candidati
(i titoli devono essere prodotti preferibilmente in fotocopia o autocertificati)
Range
Pregressa esperienza lavorativa e/o volontaria presso l’Università di Bari, AVSI Max 6 punti
e/o altri Enti nel settore d’impiego simile a quello a cui si riferisce il progetto
N.B. allegare certificazione dell’Ente che attesti data di inizio e fine (1 pt per ogni mese o frazione
dell’esperienza e attività realizzate o autocertificare specificando le suddette superiore a 15 giorni)
informazioni;nella valutazione dei titoli non viene presa in considerazione
l’esperienza part-time e/o studente senior svolte presso l’Università che, nel
caso fossero possedute, verranno valutate in sede di colloquio.
Esperienza di studio all’estero (Erasmus, viaggi studio, progetti seguiti ecc.)
N.B. allegare certificazione che attesti data di inizio e fine dell’esperienza o
autocertificare specificando le suddette informazioni.
29
Max 6 punti
(0,25 pt per ogni mese o frazione
superiore a 15 giorni)
Titoli di studio
Max 12 punti
- Diploma di Scuola Secondaria di secondo grado
5 pt
- Laurea I livello
8 pt
- Laurea magistrale, laurea magistrale a ciclo unico, laurea specialistica, 10 pt
Laurea specialistica a ciclo unico
- Ulteriore Laurea triennale o magistrale o magistrale a ciclo unico o 12 pt
specialistica o specialistica a ciclo unico
(i suddetti titoli non sono cumulabili, si valuta il titolo più alto)
Altri titoli
Max 20 punti
- Dottorato di Ricerca
6 pt
- Scuola di Specializzazione
4 pt
- Master Universitari di I o II livello
1 pt per titolo max 2 pt
- Corsi di Perfezionamento, Corsi di Alta Formazione Universitari 0,50 pt per titolo max 2 pt
nell'ambito della Cooperazione Internazionale
- Altri titoli professionali certificati attinenti al progetto rilasciati da Enti di 0,50 pt per titolo max 6 pt
Formazione e/o No Profit Enti Pubblici o Privati per il conseguimento di
attestati di partecipazione a corsi di Primo Soccorso, BLS, Antincendio,
Sicurezza sul Lavoro, Protezione Civile e dei rischi, Project
Management, Business Plan, Cooperazione Internazionale,
Progettazione Sociale e Culturale, Volontariato.
Competenze linguistiche:
Max 3 pt
Certificazione di competenza linguistica almeno di livello B1 del "Quadro
Comune Europeo di riferimento per le lingue", adottato nel 1996 dal Consiglio
d'Europa.
B1
B2
0,30 pt
0,50 pt
30
C1
C2
0,70 pt
1 pt
Se il candidato è di madrelingua si assegna 1 punto per lingua conosciuta
(le suddette certificazioni, se riferite ad una stessa lingua, non sono cumulabili)
Competenze informatiche certificate (Ecdl, o altri corsi frequentati)
Max 3 pt
1 punto per certificato conseguito
Punteggio max titoli
50 pt

Indicazioni delle soglie minime di accesso previste dal sistema:
Per poter accedere al colloquio di servizio civile, bisognerà superare le prove linguistiche.
Il colloquio orale della durata di circa 30 minuti verterà sulla scheda allegato 4 dell'Unsc. Con il punteggio massimo
conseguibile di 60 punti, e per poter essere idonei ottenere almeno 36 punti.
29) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività di progetto:
Definizioni di Monitoraggio e Valutazione
Il monitoraggio è un processo continuo che accompagna il progetto dall'inizio della sua realizzazione
e fino alla chiusura dell'ultima attività. Viene svolto dallo staff del progetto stesso unitamente ad altri
stakeholder e dovrebbe servire a migliorare il management progettuale. Consta della misurazione di
svariati parametri per verificare se ciò che si sta facendo corrisponde a ciò che si era programmato di
fare e se si sta procedendo correttamente verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Il monitoraggio non nasce con l'intento di giudicare, ma di rendere disponibili le informazioni più
importanti per chi vuole prendere decisioni.
Nel nostro progetto la Funzione di chi si occupa di monitoraggio sarà quello di usare la raccolta
metodologica di dati per determinare se le risorse materiali e finanziarie sono sufficienti, se le persone
incaricate della gestione hanno qualifiche idonee sia tecniche che personali, se le attività rispondono
alla pianificazione fatta e se quanto pianificato è stato fatto e ha permesso di raggiungere gli obiettivi
fissati.
La domanda a cui il monitoraggio vuole dare una risposta è "Se stiamo facendo le cose come
previsto?"
L'obiettivo specifico del monitoraggio è : performance del management migliorate
L'obiettivo generale è: efficacia ed efficienza del progetto migliorate.
La valutazione è un insieme di verifiche che si svolgono a un momento dato ( a differenza del
monitoraggio che è invece un processo continuo), viene messa in atto da personale esterno, quasi
sempre richiesta e commissionata. A seconda del momento in cui viene richiesta giudicherà
sull'ammissibilità del progetto ad essere finanziato ex ante; sulla capacità del progetto di convertire le
attività in risultati (in itinere), sul successo nel trasformare i risultati nell'obiettivo specifico (finale),
sulla capacità del progetto di essere sostenibile e di contribuire al raggiungimento degli obiettivi
generali e creare sviluppo (ex post).
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La valutazione permette a tutti gli attori chiave di imparare dall'esperienza a gestire progetti presenti e
futuri e permette agli esecutorie gestori del progetto di provare la loro affidabilità vis a vis degli
accountability.
La domanda a cui la valutazione vuole dare una risposta è: Se stiamo facendo le cose giuste?
L'obiettivo specifico della valutazione è: migliorato il processo decisionale dei donors
L'obiettivo generale è : migliorata l'efficacia dell'aiuto allo sviluppo.
Attività di Monitoraggio e Valutazione in un progetto
Un progetto può essere considerato come una “serie di attività volte a produrre obiettivi chiaramente
definiti in un periodo di tempo stabilito relativamente a un determinato budget”, oppure, come un
modo per definire e gestire risorse finanziarie e processi di cambiamento. Un progetto deve contenere
obiettivi definiti in scala gerarchica (input, attività, risultati, finalità e obiettivo generale), un insieme di
presupposti specifici e un sistema di verifica e valutazione dei risultati ottenuti, cioè un sistema di
monitoraggio. Un sistema di monitoraggio ad hoc per la valutazioni dei progetti contribuisce a
facilitare il processo di gestione, legittima e rafforza la credibilità del progetto, motiva i partecipanti, è
in grado di trasferire e riprodurre i benefici ottenuti. Per poter fare questo deve soddisfare una serie di
condizioni:
 deve essere delineato nella fase iniziale del progetto;

deve essere strutturato intorno a un gruppo di indicatori controllabili in maniera oggettiva;

deve essere organizzato in considerazione dei momenti critici del progetto in modo da
garantirne il controllo;

deve assicurare la partecipazione di tutti gli attori coinvolti.
Strumenti di monitoraggio
Data la quantità e complessità degli elementi coinvolti, è necessario stabilire strumenti appropriati atti
a garantire le condizioni necessarie affinché il processo di monitoraggio si applichi alle azioni da
intraprendere, ai risultati attesi e al rispetto del budget (controllo dei costi).
Strumenti di documentazione, risultati e output
Classificate e registrate il contenuto, la rilevanza e l’ubicazione di tutta la documentazione e la
corrispondenza relativa alla partnership mediante un unico sistema di gestione della documentazione
comune a tutti i partner. Nelle procedure di reporting, al fine di assicurare il controllo di qualità, è
necessaria la massima trasparenza nell’evidenziare e comunicare i contributi forniti da ognuno dei
partner nel raggiungimento di risultati tangibili. Un elenco di tutti gli strumenti e gli output relativi al
progetto deve essere disponibile, aggiornato e accessibile a tutti i partner. Si è soliti, nel caso in cui il
progetto preveda l’attivazione di un sito web, creare un’area riservata ove si caricano tutti gli strumenti
di progetto che divengono accessibili al solo partenariato.
Sistema interno di monitoraggio
Sviluppare e aggiornare costantemente un sistema web-based di comunicazione interna serve a
tenere informati tutti i partner dei progressi fatti. Tale sistema deve operare sulla base di una
responsabilità condivisa e non dell’apporto esclusivo “dall’alto al basso” del Lead Partner.
Il Monitoraggio e la Valutazione nei Progetti del Servizio Civile
Dalla combinazione delle disposizioni dell’art. 6, comma 6, del decreto legislativo 5 aprile 2002, n. 77
e successive modificazioni ed integrazioni, della Circolare 17 giugno 2009 recante “Norme
sull’accreditamento degli enti di servizio civile nazionale” e del “prontuario contenente le
caratteristiche e le modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale
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da realizzare in Italia e all’estero, nonché i criteri per la selezione e la valutazione degli stessi”,
approvato con il D.M. 3 agosto 2006, risulta che il monitoraggio dei progetti di servizio civile nazionale
deve essere incentrato sulla verifica dell’attuazione degli stessi, pertanto qualsiasi metodologia si
adotti, questa non può che partire dalla struttura dei progetti di servizio civile nazionale ed in
particolare dalla scheda dell’elaborato progettuale allegata al citato “Prontuario”.
I progetti dei corpi civili di pace al pari come quelli di servizio civile nazionale sono ripartiti in tre
dimensioni:
1) Caratteristiche del progetto, che comprendono gli obiettivi e le attività rivolte verso l’esterno.
2) Caratteristiche organizzative, che comprendono le risorse necessarie alla realizzazione del
progetto.
3) Caratteristiche delle conoscenze acquisibili, che comprendono tutti i tipi di vantaggi derivanti
ai giovani dalla partecipazione alla realizzazione dei progetti
Il monitoraggio di questo tipo di progetto per risultare esaustivo deve considerare come proprio
oggetto sia la dimensione descritta al precedente punto 1 sia quella descritta al precedente punto 3.
La dimensione di cui al punto 2 rappresenta, invece, la cartina di tornasole delle altre due sia in
termini di efficienza, che in termini di efficacia. Essa rappresenta quindi l’elemento decisivo in
relazione alla fattibilità ed al successo del progetto. Inoltre, per capire il perché di un insuccesso e
dove si collocano i punti critici che lo hanno determinato non basta analizzare la dimensione
organizzativa secondo la dicotomia esiste/non esiste quella determinata risorsa, ma necessita andare
ad analizzare la congruità delle risorse investite rispetto agli obiettivi fissati sia sotto l’aspetto
quantitativo, che qualitativo. Solo l’accurata analisi di questi fattori è capace di evidenziare gli errori di
progettazione, di attività o di stima quali-quantitativi dei fattori coinvolti nel progetto. Rispetto a quanto
innanzi argomentato ne deriva che il monitoraggio dei progetti di servizio civile nazionale ha come
oggetto la realizzazione degli stessi così come sono stati approvati dall’Ufficio nazionale per il servizio
civile. A tal fine necessita verificare:
1) L’andamento delle attività previste dal progetto nel corso della sua realizzazione.
2) L’effettivo svolgimento della formazione generale specifica e la fruizione da parte dei
volontari degli altri benefit previsti dai singoli progetti, visti nella dimensione della crescita
culturale e sociale dei volontari, nonché nell’ottica della spendibilità all’esterno dei benfit e
delle conoscenze acquisite; numero dei fruitori finali. È possibile riferire la stessa situazione
anche per eventuali progetti all’estero.
Vorremmo distinguere infine tre dimensioni inerenti al monitoraggio che rappresentano altrettanti
passi che si snodano contemporaneamente e congiuntamente, e che non si possono pensare in
maniera disgiunta o alternativa quando si fa un lavoro.
Le tre dimensioni attraverso cui intendiamo esplicare il monitoraggio di progetto:
a) il monitoraggio di efficienza basato sulle attività e sulle risorse messe in campo
b) il monitoraggio di efficacia basato sugli obiettivi
c) il monitoraggio di contesto basato sulle ipotesi e sugli elementi di rischio che esse nascondono.
Il monitoraggio di efficienza è volto a determinare se gli output del progetto sono stati prodotti ed
erogati in accordo con le attività pianificate e con le caratteristiche previste.
Questa tipologia di monitoraggio ci dice se le azioni sono state fatte come previsto, originando gli
output previsti (con le caratteristiche tecniche) e se hanno implicato l'uso delle risorse previste, ma
non potrà dire nulla sull'utilità delle stesse.
Questo monitoraggio che faremo contribuisce alla qualità della gestione e si integra perfettamente nel
work plan della pianificazione.
Per ogni attività sarà opportuno pensare a tre diversi stati informativi che si espliciteranno nella tabella
di monitoraggio di efficienza.
1) Milestones, ovvero realizzazioni intermedie che siano strumentali alla realizzazione complessiva
dell'attività prevista nel cronoprogramma, circostanziate con la previsione temporale in cui si vorrebbe
che avessero luogo.
2) Indicatore esecutivo di attività o indicatore di realizzazione o indicatore di efficienza. Si tratta dei
prodotti misurati contenuti nell'attività.
33
In pratica quello che i nostri esperti del monitoraggio faranno sarà un rapporto periodico di
monitoraggio di efficienza.
Si verificheranno se:
a) ci sono stati degli scostamenti rilevanti (si utilizzeranno le principali tecniche statistiche menzionate
successivamente)
b) ci sono state cause di tali scostamenti
c) le azioni correttive che potrebbero migliorare l'aderenza del progetto alle sue previsioni iniziali.
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Decimo
mese
Undicesimo
mese
Dodicesimo
mese
Settimo
mese
Ottavo
mese
Nono mese
Quarto
mese
Quinto
mese
Sesro mese
Secondo
mese
Terzo mese
Indcatore
Esecutivo
Indicatore
Finanziari
o
B
Milestone
s
Indicatore
Finanziari
o
Indcatore
Esecutivo
A
Milestone
s
Azioni
Primo mese
Utilizzeremo
a)L'indice sul periodo che descrive che percentuale di realizzato e di speso si è realmente portato a
termine. Se si è stati bravi a fare le previsioni e a scrivere il progetto, tali valori saranno entrambi
uguali a 100.
b) L'indice sul totale del progetto, che descrive quanta parte dell'attività in questione è stata già
realizzata dall'inizio del progetto a oggi sul totale che sarebbe da realizzare entro fine progetto.
L'applicazione degli indici agli indicatori di tempo (milestones) ha un senso solo sul periodo e con una
scala di valutazione basata su 5 indicatori.
SAT = Substancially above target
AT= Above target
OT= On target
BT= Below target
SBT= Substancially below target.
Il monitoraggio di efficienza toccherà i 4 elementi:
a) rispetto della tempistica pianificata attraverso il rispetto delle milestones
b) rispetto della realizzazione quali-quantitativa di output fisici o immateriali prodotti dal progetto con
le relative caratteristiche tecniche esplicitate
c) rispetto delle spese previste e costi unitari pianificati
d) qualità delle risorse umane impiegate nella gestione del progetto.
Il monitoraggio di efficacia
Questo tipo di monitoraggio serve per misurare se il progetto sta dando i suoi frutti, se esso ha un
senso in quanto creatore di benefici e se il management sta realizzando le attività con lo sguardo in
avanti, abbracciando cioè il progetto nella sua interezza e nella sua funzione di miglioramento di un
contesto predeterminato e per i destinatari stabiliti.
Questo tipo di monitoraggio dovrebbe aiutare il management del progetto a capire se e in che misura
le attività ed i prodotti del progetto stiano compiendo la loro fruizione di creazione di benefici.
Gli indicatori per il monitoraggio servono per determinare se i cambiamenti stanno o non stanno
avendo luogo.
Indicatori di questo genere implicano quasi sempre fonti interne di verifica, in altre parole la verifica
sarà il progetto stesso a doverla fare tramite indagini ad hoc pianificate all'interno delle stesse attività.
Il monitoraggio di contesto
Il monitoraggio di contesto è quella importante funzione che, facendo leva sull'ipotesi, permette al
progetto di porre una barriera di campanelli di allarme al verificarsi di rischi concreti al fallimento. Tale
tipo di monitoraggio va a toccare la sostenibilità del progetto durante la sua esecuzione.
Gli Indicatori
Gli indicatori sono strumenti di misurazione che forniscono dati utili per la gestione del progetto
nonché per il monitoraggio e la valutazione dell’efficienza delle attività svolte. In tal modo permettono
di migliorare il processo decisionale, promuovere una maggiore efficienza e produrre risultati più
rilevanti. Gli indicatori devono essere in relazione diretta con gli obiettivi principali del progetto e
fornire un quadro adeguato di ciò che il progetto si propone di ottenere. Tuttavia, poiché tali indicatori
possono fornire solamente “un’istantanea” parziale dello stato di avanzamento dei lavori, la prima
decisione da prendere riguarda “che cosa” misurare, cioè stabilire quali sono le parti del progetto più
importanti e degne di interesse. La difficoltà nella selezione degli indicatori è quella di trovare
quantità/elementi misurabili che possano rispecchiare gli effetti più significativi, combinando ciò che è
sostanzialmente rilevante, quale riflesso dei risultati attesi, con ciò che è invece realistico in termini di
raccolta e gestione dei dati. Alcuni dei problemi chiave relativi ai processi di monitoraggio e
valutazione possono essere eliminati fin dall’inizio definendo un ampio insieme di indicatori appropriati
che misurino in modo chiaro il fine delle attività e gli obiettivi del progetto:
- Indicatori di output: misurano ciò che le attività di progetto producono;
- Indicatori di risultato: misurano gli effetti immediati sui beneficiari scelti;
- Indicatori di impatto: misurano i contributi a lungo termine rispetto all’obiettivo generale.
Processo di valutazione
Valutare significa esaminare in maniera esaustiva, critica e oggettiva l’adeguatezza degli obiettivi e la
qualità delle azioni compiute in relazione ai risultati ottenuti, agli effetti provocati e ai bisogni che si
prefiggono di soddisfare. Valutare non significa utilizzare esclusivamente una tecnica, ma sviluppare
un processo le cui fasi devono essere programmate durante tutto l’arco di vita del progetto stesso, in
relazione alle diverse aree di interesse:
- Ex-Ante – pianificazione logica (progettazione e individuazione delle risorse inclusa un’analisi costibenefici) - Interim/durante – rilevanza ed efficacia delle azioni di implementazione (gestione del
progetto, valutazione degli obiettivi, controllo dei fattori esterni)
- Ex-Post – efficacia e impatto dei risultati (obiettivi raggiunti, valore aggiunto).
Il processo di valutazione deve tener conto sia degli approcci più strettamente misurabili (aspetto
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finanziario, risultati, valore) che di quelli formativi (sviluppo di competenze specifiche, miglioramento
delle performance).
Come implementare il processo di valutazione
Il processo di valutazione implica un certo equilibrio tra tempo e risorse, lavoro di ricerca e analisi,
gestione del team di lavoro e costruzione di relazioni con gli attori interessati.
Perché tale processo si svolga in modo efficiente: - definite il contesto del progetto (attori e
beneficiari; attività, tipo di valutazione richiesta);
stabilite di comune accordo alcuni chiari termini di riferimento relativi al processo di valutazione; sviluppate una proposta di piano di lavoro per la valutazione (approccio generale, quadro logico e
analitico, metodologia e tecniche, programma di lavoro relativo a quali informazioni raccogliere e in
che modo); - pianificate e inserite a budget le risorse necessarie per questo processo
(personale/giorni lavorativi, tipo di personale richiesto, competenze necessarie); - effettuate la
valutazione (implementate il metodo e il programma di lavoro, coltivate le relazioni con gli attori
coinvolti, gestite il team di lavoro, risolvete le questioni impreviste); - definite un programma di
presentazione dei risultati (pianificate la frequenza di riunioni e i momenti più opportuni); - definite la
natura e lo stile dei rapporti di valutazione.
Una buona pianificazione progettuale parte da un iniziale processo di monitoraggio e valutazione. - È
necessario capire e concordare sull’importanza del processo di valutazione, così come è bene
comprendere qual è l’atteggiamento dei diversi partner in relazione a tale processo. - Nel cercare di
stabilire se alcuni interventi specifici possono fare la differenza, tenete conto di aspetti quali eventuali
opinioni di “esperti” e punti di vista degli attori coinvolti. Nel valutare i possibili effetti potrebbe essere
utile una misurazione “prima e dopo” (serie temporali) o “con e senza” (ubicazione e contesti). Interventi “soft” producono effetti meno ovvi e sono più difficili da valutare.
- Team di valutazione esterni devono riflettere con precisione le attività della partnership.
LA VALUTAZIONE DI EFFICACIA DEL PROGETTO
 è determinata attraverso una valutazione di prodotto;
 valuta i risultati ottenuti (il progetto con suoi meccanismi, procedure, processi attivati, mezzi,
strumenti, risorse, ecc.) in relazione agli obiettivi globali del progetto stesso;
 esprime la qualità / il valore del progetto; in quanto valutazione qualitativa focalizza il “come”,
la sua funzione è quella di determinare la validità di un’azione, di un intervento formativo;
apre perciò alla convalidazione di un intervento e permette la formulazione di un giudizio
anche sul grado di trasferibilità;
 descrive gli effetti del progetto su persone, e i risultati su organizzazione ed istituzioni; è
leggibile ed identificabile quindi nei mutamenti, nelle trasformazioni. Si confronta con le
seguenti domande-tipo (1. Ad esperienza formativa conclusa in che cosa e come sono
cambiati i beneficiari dell’intervento? 2. Quanto di tale cambiamento è riconducibile al
progetto? 3. Quali effetti sull’organizzazione sono conseguenti alla partecipazione al
progetto? ...);
 è leggibile grazie ad indicatori (segnali per descrivere caratteristiche, proprietà del progetto,
dell’intervento…); ricorre ad un protocollo-guida che definisce i caratteri della valutazione
qualitativa ed è elaborato grazie agli indicatori;
gli indicatori vengono pensati ed espressi già in fase progettuale (è v. prognostica) per ‰
 esprimere previsioni sul decorso, sull’esito; ‰
 tenere sotto controllo l'evoluzione del progetto, osservare gli effetti,
 comprendere il senso di determinati risultati, ‰
 estrapolare e generalizzare gli elementi di trasferibilità ‰
 spiegare l'emergere di difficoltà ‰
 interiorizzare il progetto ed acquisirne la padronanza;
deve rispettare le seguenti condizioni di attuabilità: ‰
 la esplicitazione degli obiettivi fondamentali; ‰
 la disponibilità di dati, su utenti e su organizzazione, relativi al “prima” dell’intervento
formativo; ciò rende possibile un confronto fra il prima e il dopo rispetto all’intervento per
quanto riguarda gli utenti e il sistema ‰
 la congruenza tra obiettivi e strumenti di valutazione (interviste finalizzate, questionari,
osservazioni partecipate, analisi di documenti, griglie di analisi, …);
36



si configura, di preferenza, come una valutazione esterna, ma non esclude un rapporto
dialettico e collaborativo con la valutazione interna;
viene condotta secondo scansioni temporali intermedie e/o finali, ripetute nel tempo;
coinvolge tutti i responsabili dell'intervento..
Tecniche statistiche che verranno utilizzate per le attività di monitoraggio.
Tecniche statistiche adottate per l’elaborazione dei dati rilevati anche al fine di misurare gli
scostamenti delle attività rilevate da quelle previste dal progetto:
Le tecniche statistiche innanzi elencate non saranno utilizzate tutte per tutti i progetti ma si
sceglieranno le tecniche di trattamento ritenute più opportune in grado cioè di evidenziare con
maggiore chiarezza i risultati delle rilevazioni, le loro implicazioni, tenendo conto della natura dei dati
rilevati.
1. Distribuzione di frequenze
In statistica, in particolare nella statistica descrittiva, la distribuzione è una rappresentazione del modo
in cui le diverse modalità di un carattere si distribuiscono nelle unità statistiche che compongono il
collettivo oggetto di studio.
Le distribuzioni possono essere semplici se si rileva un solo carattere, multiple se si rilevano più
caratteri sullo stesso collettivo.
In una distribuzione di frequenze viene presentato il numero di unità sulle quali viene rilevata ciascuna
modalità del carattere. In una rilevazione del titolo di studio, ad esempio, la distribuzione di frequenze
è un insieme di k coppie, dove k è il numero delle modalità del carattere (potrebbe essere 4:
"analfabeta e alfabeta", "scuola dell'obbligo", "diploma di scuola superiore", "laurea o superiore"); in
ciascuna coppia il primo elemento indica la modalità ed il secondo indica il numero ni di unità su cui
quella modalità è stata osservata (la frequenza con cui viene osservata).
Se il carattere è quantitativo continuo, o presenta comunque numerose modalità, queste vengono
raggruppate in classi. Ad esempio, se si rileva la statura le diverse stature possibili vengono
raggruppate in intervalli ("meno di 150", "da 150 a 160" ecc.), se si rileva il numero dei dipendenti di
un insieme di aziende si usano classi del tipo "fino a 5 addetti", "da 6 a 20", "da 21 a 50" ecc.
Nella tabella che rappresenta una distribuzione di frequenza semplice, la prima colonna contiene le
modalità o le loro classi, la seconda contiene i numeri delle unità che presentano le diverse modalità.
La somma della seconda colonna è uguale al numero totale n delle unità. Da una distribuzione di
frequenze si possono derivare distribuzioni di frequenze relative e percentuali. Nel primo caso, le
frequenze ni, dette assolute, vengono sostituite dai rapporti fi=ni/n; nel secondo tali rapporti vengono
moltiplicati per 100.
Infine, se il carattere è qualitativo ordinato o quantitativo, le sue diverse modalità vengono esposte in
ordine crescente e si possono calcolare le frequenze cumulate assolute, relative o percentuali; le
frequenze assolute cumulate si calcolano come segue:
Le altre si calcolano in modo analogo.
2. Tabelle di contingenza
Le tabelle di contingenza sono un particolare tipo di tabelle a doppia entrata (cioè tabelle con etichette
di riga e di colonna), utilizzate in statistica per rappresentare e analizzare le relazioni tra due o più
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variabili. In esse si riportano le frequenze congiunte delle variabili.
Il caso più semplice è quello delle tabelle tetracoriche, in cui ciascuna delle due variabili assume solo
due possibili valori, ad esempio:
Colore degli occhi\Colore dei Capelli Biondi NonBiondi Totale
Chiari
21
19
40
NonChiari
9
51
60
Totale
30
70
100
Dove, tra le 100 persone esaminate, 30 presentano capelli biondi, 40 occhi chiari e soltanto 21 hanno
capelli biondi e occhi chiari. Da questi dati è possibile ricavare i dati restanti della tabella. Utilizzando
le tabelle di contingenza e operando specifici calcoli su di esse, si può arrivare a determinare la
dipendenza o indipendenza tra le due variabili considerate, in base al valore assunto dall’indice di
contingenza quadratico X2 .
Le due variabili considerate sono di tipo quantitativo discreto o qualitativo. Indicando tali variabili con
X e Y e rispettivamente con xi (i = 1,2,…,h) e yj (j=1,2,…,k) le modalità rilevate per le due variabili, ad
ogni coppia (xi,yj ) si fa corrispondere nella tabella la sua frequenza associata ni,j , cioè il numero di
elementi, tra gli n della popolazione, che possiedono contemporaneamente la modalità di xi di X e yj
di Y.
X\Y
y1
y2
... yj
... yk
Totale
x1
n1,1
n1,2
... n1,j
... n1,k
n1,.
x2
n2,1
n2,2
... n2,j
... n2,k
n2,.
...
...
...
... ...
... ...
...
xi
ni,1
ni,2
... ni,j
... ni,k
ni,.
...
...
...
... ...
... ...
...
xh
nh,1
nh,2
... nh,j
... nh,k
nh,.
Totale
n.,1
n.,2
... n.,j
... n.,k
n
dove

(i = 1,2,…,h) rappresenta le frequenze marginali assolute di X

(j = 1,2,…,k) rappresenta le frequenze marginali assolute di Y
Ovviamente, sommando tutte le frequenze assolute presenti nella tabella, troveremo la numerosità n
della popolazione:
Dalle frequenze assolute ni,j si ottengono le frequenze relative fi,j calcolando:
38
X\Y
y1
y2
...
yj
...
yk
Totale
x1
f1,1
f1,2
...
f1,j
...
f1,k
f1,.
x2
f2,1
f2,2
...
f2,j
...
f2,k
f2,.
...
...
...
...
...
...
...
...
xi
fi,1
fi,2
...
fi,j
...
fi,k
fi,.
...
...
...
...
...
...
...
...
xh
fh,1
fh,2
...
fh,j
...
fh,k
fh,.
Totale
f.,1
f.,2
...
f.,j
...
f.,k
1
3. Scarto quadratico medio
La deviazione standard (in inglese: standard deviation) o scarto tipo o scarto quadratico medio è un
indice di dispersione (vale a dire una misura di variabilità di una popolazione o di una variabile
casuale) derivato direttamente dalla varianza, ha la stessa unità di misura dei valori osservati (mentre
la varianza ha come unità di misura il quadrato dell'unità di misura dei valori di riferimento). La
deviazione standard misura la dispersione dei dati intorno al valore atteso. In statistica la precisione si
può esprimere come deviazione standard.
Un data set con una media di 50 (in blu) e una deviazione standard (σ) di 20.
Il termine "standard deviation" è stato introdotto in statistica da Pearson[2] assieme alla lettera greca
σ che lo rappresenta. Il termine italiano "deviazione standard" ne è la traduzione più utilizzata nel
linguaggio comune; il termine dell'Ente Nazionale Italiano di Unificazione è tuttavia "scarto" tipo,
definito come la radice quadrata positiva della varianza per lo meno fin dal 1984[3]
Se non indicato diversamente, è semplicemente la radice quadrata della varianza, la quale viene
coerentemente rappresentata con il quadrato di sigma (σ²).
dove
è la media aritmetica.
39
Formalmente lo scarto tipo di una variabile casuale può essere calcolato a partire dalla funzione
generatrice dei momenti (radice quadrata della differenza tra il momento secondo ed il momento
primo elevato al quadrato).
A partire dallo scarto tipo si definisce anche il coefficiente di variazione[4] o la deviazione standard
relativa come il rapporto tra lo scarto tipo σx e la media aritmetica dei valori:
Questo nuovo parametro (spesso usato in forma percentuale, cioè come = %RSD = σ% = 100σr)
consente di effettuare confronti tra dispersioni di dati di tipo diverso, indipendentemente dalle loro
quantità assolute.
Esistono argomenti teorici, soprattutto nell'ambito della teoria della stima ovvero nell'ambito della
statistica inferenziale (dove è noto solo un campione della popolazione), per rimpiazzare il fattore 1 / n
con 1 / (n − 1) nella definizione, ottenendo come nuova definizione:
Sostanzialmente, poiché non è nota la media dell'intera popolazione, ma solo una sua stima (la media
del campione), bisogna utilizzare n - 1 per ottenere uno stimatore corretto.
Questa correzione al denominatore fa sì che la nuova definizione sia un po' più grande della
precedente, correggendo così la tendenza della precedente a sottostimare le incertezze soprattutto
nel caso in cui si lavori con pochi dati (n piccolo).
Osserviamo il caso limite di n = 1, cioè quando effettuiamo una sola misura: la prima definizione dà il
risultato, sensato nell'ambito della statistica descrittiva ma non molto ragionevole nell'ambito della
inferenziale, σ = 0, mentre la nuova dà un risultato non definito del tipo 0 / 0, rispecchiando così la
totale ignoranza inerente all'incertezza su una singola misura. In questo senso, si dice che la statistica
non dice nulla sul singolo caso.
Peraltro la differenza tra le due definizioni è quasi sempre numericamente insignificante: già nel caso
di dieci misure la differenza tra σ = 0.316 e σ = 0.301 è insignificante per la maggior parte degli scopi
4. Rette di regressione lineare
La regressione formalizza e risolve il problema di una relazione funzionale tra variabili misurate sulla
base di dati campionari estratti da un'ipotetica popolazione infinita. Originariamente Galton utilizzava il
termine come sinonimo di correlazione, tuttavia oggi in statistica l'analisi della regressione è associata
alla risoluzione del modello lineare. Per la loro versatilità, le tecniche della regressione lineare trovano
impiego nel campo delle scienze applicate: chimica, biologia, fisica, ingegneria, medicina, nonché
nelle scienze sociali: economia, psicologia, sociologia.
Più formalmente, in statistica la regressione lineare rappresenta un metodo di stima del valore atteso
condizionato di una variabile dipendente, o endogena, , dati i valori di altre variabili indipendenti, o
esogene,
:
. L'uso dei termini endogeno/esogeno è
talvolta criticato, in quanto implicherebbe una nozione di causalità che l'esistenza di una regressione
non prevede; in determinati contesti, provocherebbe inoltre confusione, essendo ad esempio il
concetto di esogeneità in econometria formalmente definito tramite l'ipotesi di ortogonalità alla base
delle proprietà statistiche della regressione lineare col metodo dei minimi quadrati ordinari.
40
5. Media moda e mediana
I principali indicatori della statistica descrittiva sono:



media: è la somma di tutte le N osservazioni divisa per N. Per es., per i valori [1, 2, 4, 4, 5, 7,
9, 11], la media è 43/8
moda: è il numero di osservazioni che compare con maggior frequenza. Per es., per i valori
[1, 2, 4, 4, 5, 7, 9, 11], la moda è 4. In alcune distribuzioni, la moda può mancare, oppure
essere presente per più di un valore; in questo caso, si hanno distribuzioni bimodali (due
mode), trimodali (tre mode), plurimoldali
mediana: è il numero che compare al centro dei valori osservati, se questi sono dispari; se
sono pari, è la media fra i due valori centrali. Per es., per i valori [1, 2, 4, 4, 5, 7, 9, 11], la
mediana è (4 + 5)/2
6. Path Analysis
In statistica, l'analisi percorso è utilizzato per descrivere le dipendenze dirette fra una serie di variabili.
In quanto tale, modelli equivalenti a qualsiasi forma di analisi di regressione multipla, analisi fattoriale,
l'analisi di correlazione canonica, analisi discriminante, come pure le famiglie più generale dei modelli
per l'analisi multivariata della varianza e analisi di covarianza (MANOVA, ANOVA, ANCOVA).Oltre ad
essere pensato come una forma di regressione multipla incentrata sul nesso di causalità, l'analisi
percorso può essere considerato come un caso speciale di modellazione di equazioni strutturali
(SEM) - quello in cui solo singoli indicatori sono impiegati per ciascuna delle variabili nel modello
causale . In altre parole, il percorso è l'analisi SEM con un modello strutturale, ma nessun modello di
misurazione. Altri termini utilizzati per riferirsi al percorso di analisi comprendono la modellazione di
causalità, l'analisi delle strutture di covarianza, e di modelli a variabili latenti.
Verranno trattati anche le seguenti tecniche di:
semplici e cumulate con relative rappresentazioni grafiche, tassi di incremento/decremento, ,
indici di base 100, indici costruiti in relazione alle attività del progetto, range, scostamenti
semplici, media mobile, indici di correlazione multipla e parziale.
Tempistica e numero delle rilevazioni:
1) Monitoraggio, obiettivi ed attività:
Responsabile del servizio civile nazionale dell’ente (per i soli obiettivi), Responsabile Sicurezza e
OLP: 3 interviste con cadenza quadrimestrale. Volontari: somministrazione di 3 questionari con
cadenza quadrimestrale. I questionari e le interviste saranno calibrati sui singoli progetti e
conterranno le rilevazioni sia degli obiettivi, che delle attività.
2) Monitoraggio della formazione generale e specifica ed altri benefit:
Formatori: 2 interviste di cui una al sesto mese e una al decimo mese. Volontari: somministrazione di
tre questionari di cui uno al termine della formazione generale, una al termine della formazione
specifica e l’ultimo al dodicesimo mese.
3) Rilevazione del livello di soddisfazione dei volontari:
Un questionario al dodicesimo mese.
4) Rilevazione del livello di soddisfazione dei fruitori finali:
Una intervista al termine del progetto con i partner di progetto, i responsabili sicurezza e gli OLP
30) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:
Le risorse finanziarie aggiuntive sono stimate complessivamente in 29.650 euro di seguito calcolate
per le diverse voci di spesa.
41
Spese vive Formazione generale e specifica in Italia: 18.650 euro
Spese ed altri oneri per formazione generale e specifica descritte ai punti seguenti
Vitto ed alloggio durante la formazione generale e specifica in Italia :
30 eur/giorno x 40 giorni: 1.200 euro x 4 volontari: 4.800 euro
spese di trasporto in Italia tra le sedi di formazione 500 euro x 4 volontari : 2.000 euro
libri, materiale didattico e di consumo, manutenzioni attrezzature 200 euro x 4 volontari: 800 euro
I costi dei docenti sono stimabili mediamente in 50 €/ ora di formazione x 221 ore complessive:
11.050 €
Risorse tecniche e strumentali nelle sedi all’estero: 4.000 euro
Costi di manutenzione, consumi e materiali per il funzionamento delle risorse tecniche e strumentali
descritte al punto 31) a disposizione di ciascun volontario presso la sede del paese ospitante
Costo medio 100 euro al mese x 10 mesi x 4 volontari: 4.000 euro
Trasporti nei paesi di accoglienza: 4.000 euro
Costo trasporti dei volontari all’interno dei paesi per attività legate al progetto di servizio civile
n. 100 euro/mese in media (compreso uso auto con autista) x 10 mesi x 4 volontari = 4.000 euro
Attività di promozione del servizio civile : 3.000 euro
Costi per le attività descritte al punto 27: 3.000 euro
31) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
Durante il periodo di avviamento e formazione dei volontari in Italia le risorse tecniche e strumentali
saranno messe a disposizione presso la sede di Milano e di Cesena e l’Università di Bari per la fase
di formazione e avvio del progetto.
Aula attrezzata per lezioni e videoconferenze con almeno 25 posti
- Personal Computer

Videoproiettore

Lavagna a fogli mobili

Televisore e lettore CD/DVD

Sedie e tavoli

Altri supporti multimediali per la formazione (CD, DVD, presentazioni, etc..)

Connessione a Internet

Applicativi software per lo svolgimento della formazione (database e programmi di ufficio word
excel, browser, posta elettronica)
Documentazione relativa a
 Schede e materiali informativi sui paesi di accoglienza
 Schede e materiali informativi sui progetti dell’ente nei paesi di accoglienza
 Cancelleria e materiale didattico
 Codice etico
 Norme per la sicurezza
 Elenco dei riferimenti in loco ed in Italia
Durante il periodo di permanenza dei volontari all’estero le risorse tecniche e strumentali necessarie
per le attività verranno messe a disposizione presso ciascuna sede di progetto.
Per ogni sede di progetto si prevede di mettere a disposizione dei volontari un ufficio attrezzato con
 N. 1 scrivania
 N. 2 sedie
 N. 1 telefono fisso
 N. 2 telefoni portatili (schede SIM)
42






N. 1 fax
N. 2 computer con collegamento internet
N. 1 stampante
N. 1 fotocopiatrice
N. 1 archivio
Materiale di cancelleria (fogli, penne, matite, gomme, puntatrici, evidenziatori…)
Gli uffici sono situati all’interno di strutture e spazi utilizzati come sedi di AVSI nei vari paesi e
completamente attrezzate per l’attività di gestione di progetti di cooperazione internazionale che vi si
svolge abitualmente, con la presenza di espatriati e personale locale
I volontari non saranno autorizzati a guidare automezzi durante il servizio ; per spostamenti legati al
progetti l’ente metterà a disposizione i propri automezzi condotti da personale locale (autisti) addetti al
trasferimento dei volontari per lo svolgimento delle attività. Gli autoveicolo beneficiano di una costante
manutenzione.
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
32) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai
fini del curriculum vitae:
Attraverso la partecipazione al progetto si vuole favorire nei giovani che saranno selezionati
l’acquisizione di competenze e significative esperienze, tra cui:
1 Competenze e metodologie a livello professionale nella gestione di progetti internazionali di
riduzione dei conflitti e cooperazione allo sviluppo
2 Valorizzazione di interessi, capacità e conoscenze dei giovani per l’aiuto all’infanzia ed alla
gioventù in difficoltà in diversi contesti culturali
3 Esercitazione al lavoro di gruppo ed all’impiego professionale delle lingue straniere
Risultati attesi: crescita personale del volontario che arriverà, alla fine del percorso di
servizio civile ad avere una conoscenza approfondita del funzionamento della
progetti di cooperazione allo sviluppo, oltre che a formarsi una propria
esperienza personale nel settore dei corpi civili di pace. La crescita del
volontario sarà dunque a tutto tondo, sia sul piano della professionalità (a livello
di competenze acquisite), che sul piano personale.
Indicatori:
 4 volontari hanno svolto significative esperienze per la loro crescita personale
 4 volontari hanno acquisto competenze e metodologie a livello internazionale,
per la gestione dei conflitti e delle relazioni con persone e organizzazioni
appartenenti ad altri contesti culturali
Conseguentemente a quanto descritto, i giovani volontari avranno l’opportunità di acquisire
esperienze e competenze e sviluppare specifiche professionalità nelle varie sedi di progetto e di
maturare una capacità di vivere la propria cittadinanza in termini attivi e solidali con una crescita della
consapevolezza del conflitto e delle sue cause.
Di seguito vengono descritte le tipologie di competenze e professionalità specifiche del progetto che
saranno certificate e riconosciute autonomamente dall’ente e riconosciute come titolo di merito per
l’accesso a posizioni di lavoro presso l’ente:
o Sviluppo della capacità di problem solving in situazioni difficili
o Comprensione delle dinamiche organizzative in un contesto lavorativo del Terzo Settore a
livello internazionale
43
o
o
o
o
o
o
Conoscenza delle procedure (macro) tecnico/amministrative dell’Ente per la presentazione di
progetti, rendiconti, procedure amministrative.
Capacità di collaborare e integrarsi con figure professionali e professionisti coinvolti nella
realizzazione del progetto.
Capacità di lavorare in team per produrre risultati collettivi
Capacità di lavoro in un paese estero
Capacità di relazionarsi con istituzioni ed enti di diversi paesi
Attenzione all’accoglienza ed al rispetto dei diritti della persona umana
Il progetto consentirà inoltre l'acquisizione delle seguenti competenze trasversali rinvenibili nel “Primo
prontuario delle competenze riconoscibili nell’esperienza del servizio civile” della Regione Emilia
Romagna :
 collaborare con i professionisti coinvolti nel progetto
 lavorare in team
 sviluppare capacità linguistiche ed informatiche
 adottare stili di vita improntati alla cortesia e al rispetto etico
 integrarsi con altre figure e ruoli professionali
 adeguarsi al contesto:linguaggio ed atteggiamenti, rispetto delle regole ed orari
 fronteggiare situazioni di emergenza ed imprevisti
 controllare la propria emotività
Le suddette competenze verranno certificate da AVSI mediante il rilascio della “Dichiarazione delle
competenze, a valere come credito formativo” e riconosciute dalla Regione Emilia Romagna in
attuazione dell’articolo 10, primo comma, della L.R. 20 del 2003.
Tale certificazione sarà riconosciuta da AVSI come titolo di valutazione positiva per l’accesso
a posizioni di lavoro presso l’ente.
Le competenze acquisibili dai volontari verranno certificate e riconosciute anche da enti terzi.
In particolare:
AVSI USA (accordo in allegato) verificherà e certificherà le seguenti competenze relative a:
- capacità di operare in contesti di crisi umanitaria e di conflitto,
- capacità di collaborare in team con staff espatriato e personale locale,
- capacità di operare sulle dinamiche di conflitto a diversi livelli sociali promuovendo il dialogo e
la costruzione della pace
Al termine del progetto rilasciando un attestato in lingua inglese (reference letter) utile per l’accesso a
posizioni di lavoro in contesto internazionale. Infatti la maggioranza delle ONG e delle OO.II.
internazionali richiede a titolo preferenziale nella ricerca di risorse umane da inserire all’interno del
proprio organico l’esperienza professionale ed umana maturata all’interno di contesti internazionali.
Anche altre organizzazioni e associazioni italiane sono disponibili a certificare e riconoscere al
termine dell’esperienza specifiche competenze al termine dell’esperienza, tra cui (per maggiori
dettagli si rimanda agli accordi in allegato):
- ANMIL Onlus, con sede a Roma in Via Adolfo Ravà 6;
- European Disaster Manager (EDIMA), con sede a Roma in Via Riccardo Grazioli Lante 76;
- l’Istituto Nazionale Superiore Formazione Operativa di Protezione Civile (INSFO), con sede a
Roma in Via Riccardo Grazioli Lante 76;
- Raggruppamento Operativo Emergenze colonna mobile nazionale di Protezione Civile
O.N.L.U.S. (ROE), con sede in Loc. Acquaforte n. 1;
Saranno quindi certificati l’accrescimento delle abilità professionali, di una sperimentazione delle
proprie attitudini, della creazione o rafforzamento di specifiche competenze:
Capacità e competenze Professionali e/o tecniche
- acquisizione di competenze nell’affrontare un colloquio di lavoro;
- assimilazione dei contenuti oggetto della formazione ricevuta in particolare nel mercato del lavoro e
44
sulla contrattualistica;
- assimilazione di competenze spendibili in ambito lavorativo;
- acquisizione di competenze nell’affrontare un conflitto;
- assimilazione dei contenuti oggetto della formazione ricevuta in particolare nella cooperazione
internazionale e allo sviluppo
- la sicurezza sul posto di lavoro: regole e modalità di comportamento (generali e specifiche)
Capacità e competenze organizzative
- capacità di programmare ed attuare corsi di formazione sul volontariato e il terzo settore;
- capacità di gestione dei processi comunicativi interni ed esterni;
- capacità di amministrazione di progetti socio-culturale;
- capacità di trovare risposte concrete ai numerosi problemi posti dal difficile contesto sociale.
- capacità di gestione dei conflitti
- capacità di amministrazione di progetti socio-ambientali;
- conoscenze utili per un’efficace attività di pianificazione;
Capacità e competenze relazionali
- capacità di lavorare in team e per progetti;
- capacità relazionali in ambiente pubblico;
- capacità relazionali con soggetti a rischio;
- collaborazione con altri enti di volontariato.
L’obiettivo della Certificazione delle competenze è quello di aiutare i giovani a:
– Comprendere l’importanza e la funzione del Bilancio delle competenze;
– Saper valorizzare le proprie esperienze personali e professionali;
– Saper valorizzare ciò che si conosce e si sa fare;
– Comprendere dove poter trasferire le proprie competenze e abilità;
– Saper utilizzare meglio le proprie potenzialità;
– Saper scrivere un Curriculum vitae efficace.
Grazie ad esso i giovani dei corpi civili di pace hanno l’opportunità di definire le proprie aspirazioni
partendo dal riconoscimento delle capacità e del bagaglio di competenze acquisito
Formazione generale dei volontari
33) Sede di realizzazione:
Le sedi di realizzazione della formazione generale potranno essere dislocate in diversi luoghi:
sede AVSI Milano Via Legnone 4
sede AVSI Cesena Via Padre Vicinio da Sarsina 216
Sede Università degli studi di Bari Piazza Umberto I e nelle sue sedi didattiche
Potranno anche essere eventualmente utilizzati spazi messi a disposizione da altri soggetti e partner di progetto
Per ciascuna sede si prevede una formazione di tipo residenziale e quindi saranno messe a disposizione alloggi per i
volontari selezionati e servizi di mensa.
34) Modalità di attuazione:
45
La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori degli enti proponenti
TOTALE ORE 125
TUTTE LE ORE SARANNO EROGATE ENTRO IL 180 GIORNO DALL’INIZIO DEL PROGETTO
35) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Tecniche
Le norme che saranno applicate e seguite nell’attività di formazione derivano dall’esperienza maturata
dagli enti, dalla loro condivisione tra gli enti partner per poter impostare una strategia e un metodo
efficaci alla luce degli obiettivi formativi e delle finalità dei corpi civili di pace.
Dalla prima esperienza di servizio civile dell’ente AVSI nel 2003 ad oggi l’evoluzione e la
rielaborazione della formazione è stata continua al fine di meglio rispondere da un lato, agli obiettivi
del servizio civile indicati nella legge 64/01, dall’altro alle esigenze dei giovani che fanno la scelta di
impegnarsi per un anno in attività di utilità sociale.
Inoltre l’ente AVSI è impegnato annualmente nella formazione di espatriati junior e senior che
vengono inviati come cooperanti, volontari e tirocinanti nei paesi in via di sviluppo (al 31/12/2015 sono
112 gli espatriati sotto contratto con AVSI)
Obiettivo primario del ciclo formativo proposto è dunque quello di poter fornire conoscenze,
competenze e strumenti che i volontari dei corpi civili di pace possano sfruttare per aumentare la
qualità e la consapevolezza nello svolgimento del proprio compito. Inoltre si vuole dare l’opportunità di
aprire spazi di riflessione sul senso della volontarietà e dell’impegno lavorativo all’interno della società
e della comunità in cui il volontario/cittadino è inserito.
Oltre alla trasmissione di contenuti e valori importanti, gli obiettivi principali trasversali a tutti gli
argomenti della formazione generale che abbiamo individuato sono in sintesi i seguenti:
o
favorire un buon clima di gruppo;
o
creare condizioni favorevoli al confronto e allo scambio;
o
fornire degli spazi di discussione su tematiche attuali, su temi sociali che coinvolgono tutti al
fine di sviluppare interesse e accrescere nei giovani la partecipazione attiva alla vita della
società.
o
Approfondire il tema del conflitto, delle sue conseguenze e delle modalità di risoluzione
pacifica
Queste tecniche implicano la disponibilità dei formatori ad un coinvolgimento e una partecipazione
attiva con il gruppo in formazione
Ove possibile si favorirà la creazione un gruppo classe unico con i volontari selezionati per i diversi
progetti dei corpi civili di pace proposti dagli enti AVSI e Università degli studi di Bari. Il gruppo classe
per motivi logistici non dovrà essere superiore a 15 volontari per garantire una formazione attenta alle
esigenze e alla sensibilità di ciascun giovane selezionato.
Metodologie:.
La metodologia didattica adottata nella formazione sarà di tipo misto, con prevalenza di lezioni frontali
e tecniche di partecipazione attiva attraverso l’utilizzo di: seminari, testimonianze, brainstorming,
discussione aperte, verifiche periodiche, test e momenti di autovalutazione, simulazioni, esercitazioni,
problem solving, letture e approfondimenti del materiale didattico fornito
Una metodologia utilizzata sarà anche la formazione a distanza per utilizzare corsi della Columbia
University (prof Jeffrey Sachs). Il gruppo in formazione guidato da un tutor seguirà in plenaria i corsi
in lingua inglese in aula multimediale e in collegamento Internet. Al termine di questi corsi potranno
essere inviate domande di chiarimento e di approfondimento. La formazione a distanza non sarà
superiore al 15% delle ore di formazione.
Particolare importanza inoltre viene riconosciuta al lavoro di gruppo, attraverso il quale si favorisce la
socializzazione e si offre a ciascun partecipante maggiori possibilità di espressione.
L’elaborazione dei moduli formativi è stata guidata dalla consapevolezza che le tematiche trattate
nella formazione generale dei corpi civili di pace, quali la relazione tra identità e diversità, il concetto
di gruppo e delle sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva o la gestione dei conflitti, sono
46
argomenti di cui tutti hanno pre-conoscenze, convincimenti e opinioni, è quindi importante che i
momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, alla messa in
gioco dei partecipanti al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie
opinioni esplicitandole innanzitutto a se stessi.
Un tale clima di lavoro va costruito poco per volta, esso infatti presuppone fiducia e soprattutto
sicurezza di trovarsi in un ambiente nel quale il giudizio sia nei limiti del possibile sospeso.
Il formatore è dunque chiamato a svolgere il delicato compito di moderatore e facilitatore del dialogo
maturo tra individui. Egli pertanto è il primo che nel trattare le varie argomentazioni deve riuscire a
mantenere un atteggiamento imparziale e aperto in grado di accogliere le opinioni di tutti.
La formazione prevede l’impiego anche di diversi materiali e sussidi didattici che saranno messi a
disposizione gratuitamente; tra cui il Manuale “Trasformazione non violenta dei conflitti” a cura di Ruth
Mischnick PhD prodotto del progetto Socrates finanziato dalla Commissione Europea “Development
of a curriculum for Training of Trainers in nonviolent conflicyt trasformation”.
Altri materiali didattici sono documenti e pubblicazioni di EPLO European Peacebuilding Liaison
Office
Il progetto viene concepito come progetto educativo e formativo per arricchire di consapevolezza e
valori le future scelte professionali e di vita dei giovani coinvolti.
La formazione intende preparare tecnicamente e specificatamente i giovani a realizzare le attività
previste ma, più ampiamente, educare i giovani alla cittadinanza attiva, alla comprensione del
rapporto tra problematiche internazionali e quelle locali e alla mediazione dei conflitti.
La formazione intende creare occasioni di confronto sui temi affrontati, fornisce gli strumenti e le
competenze di base per inserirsi in attività progettuali di informazione – sensibilizzazione in Italia.
La valenza formativa non risiede esclusivamente nella presenza di una ben strutturata fase formativa
prima della partenza ma nell’intreccio di volta in volta ricalibrato tra orientamento, formazione,
momenti di verifica e valutazione, colloqui personali e confronti di gruppo. Questi momenti infatti non
sono separati da compartimenti stagni ma rappresentano fasi diverse di un unico percorso e, come
tali, si influenzano reciprocamente.
36) Contenuti della formazione:
MODULO I - La tutela della pace e il diritto alla pace nella CostituzioneItaliana
Contenuti: La pace nella Costituzione italiana come diritto inalienabile
1.1 Articolo 11 Cost.: il ripudio della guerra
1.2 L’elemento morale e giuridico
1.3 Principi di solidarietà e giustizia tra i popoli per la risoluzione delle controversie
1.4 L’extrema ratio del ricorso alla guerra: difesa della libertà e dei diritti degli altri popoli
Obiettivi: trasmettere informazioni relativi al diritto alla pace nella legislazione nazionale
Formatori: Senatore Alfredo Mantica , Prof Paolo Ponzio
Ore: 4
MODULO II - Il Servizio Civile Nazionale e la Difesa non armata e non violenta della Patria elementi
teorici, esperienze, metodologia con riferimento specifico ai CCP
Contenuti: Servizio Civile Nazionale e CCP per la difesa nonviolenta
2.1 Valori e identità del Scn
2.1.1 L’identità del gruppo in formazione e patto formativo
2.1.2 Dall’obiezione di coscienza al SCN
2.1.3 Il dovere di difesa della Patria – difesa civile non armata e nonviolenza
2.1.4 Normativa vigente e la Carta di impegno etico.
2.2 La cittadinanza attiva
2.2.1 la formazione civica
2.2.2 le forme di cittadinanza
2.2.3 la protezione civile
2.2.4 la rappresentanza dei volontari nel servizio civile
47
2.3 Il giovane volontario nel sistema del servizio civile
2.3.1 presentazione dell’Ente
2.3.2 il lavoro per progetti
2.3.3 l’organizzazione del servizio civile e le sue figure
2.3.4 disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale
2.3.5 comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti.
2.4 CCP e la difesa civile, non armata e nonviolenta in situazioni di conflitto e di emergenze
ambientali.
2.4.1 Le associazioni del Tavolo Interventi Civili di Pace
2.4.2 Obiettivi
2.4.3 Attività
2.4.4 Paesi interessati e modalità di intervento
2.4.5
Progetti CCP Italia: interventi su conflitti generati da emergenze ambientali
Obiettivi: far comprendere il ruolo storico e la valenza del Servizio Civile e dei CCP per difesa nonviolenta e
strumento per lo sviluppo della cittadinanza attiva
Formatori: Paolo Ponzio, Michele Selicati, Pierpaolo Bravin
Ore: 30
MODULO III - Le Organizzazioni sovranazionali di carattere politico - economico (ONU; OCSE;
UNASUD; UE; UA; ASEAN; ecc…) e militare (OSA; NATO; ANZUS; SEATO; ecc…): organizzazione e
compiti e modalità di intervento neiconflitti
Contenuti: Ruolo delle organizzazioni sovranazionali di natura politico-economica e militare
3.1 Dagli accordi tra singoli stati alla nascita di Organizzazioni sovranazionali
3.2 L’autolimitazione della sovranità statale
3.3 La rappresentanza degli interessi dei popoli degli Stati membri
3.4 Differenza tra Organizzazioni sovranazionali e Organizzazioni Internazionali
3.5 Organizzazioni sovranazionali di carattere politico – economico:
3.5.1
Organizzazione
3.5.2
Obiettivi
3.5.3
Evoluzione del sistema di intervento e sfide dell’attualità internazionale
3.6 Organizzazioni sovranazionali militari: obiettivi e modalità d’intervento
3.6.1 Organizzazione
3.6.2 Obiettivi
3.6.3 Evoluzione del sistema di intervento e sfide dell’attualità internazionale
3.7 Connessione tra economia, promozione della pace e del buon vicinato
3.6 Successi e fallimenti delle organizzazioni sovranazionali
Obiettivi: far comprendere il ruolo storico e la valenza del Servizio Civile e dei CCP per difesa nonviolenta e
strumento per lo sviluppo della cittadinanza attiva
Formatori: Senatore Alfredo Mantica, Lorna Beretta
Ore: 4
MODULO IV - Dialogo con attori istituzionali locali, nazionali einternazionali
Contenuti: La comunicazione e il linguaggio comune come strumento imprescindibile per lo sviluppo
4.1 Principali attori istituzionali con cui confrontarsi
4.2 La comprensibilità del linguaggio delle istituzioni
4.3 Importanza del dialogo costante
4.4 Attività di advocacy,
4.5 Comunicazione pubblica e nuove tecnologie
4.6 Conseguenze della mancanza di dialogo
4.7 Gli ostacoli al dialogo con le istituzioni
Obiettivi: guidare i volontari nell’individuazione degli attori con i quali è necessario rapportarsi, con particolare
riferimento al linguaggio da utilizzare e alle nuove tecnologie
Formatori: Senatore Alfredo Mantica, Lorna Beretta
Ore: 4
MODULO V - Diritto Internazionale dei Diritti umani e Diritto Umanitario con particolare riferimento a
contesti di conflitto
Contenuti: DIU, DU e loro relazione nelle situazioni di conflitto
5.1 Jus in bello e Jus ad bellum
5.2 Diritto Internazionale Umanitario o diritto nei conflitti armati (DIU)
5.2.1 Principi fondamentali del DIU
48
5.2.2 Convenzioni di Ginevra del 1949
5.2.3I e II Protocollo addizionale del 1977
5.2.4 Applicazione del DIU: misure preventive e sanzionatorie
5.2.5 La Croce Rossa Internazionale
5.2.6 Conflitti armati internazionali
5.2.7 Il ricorso alla forza
5.2.8 Conflitti armati interni
5.3 Diritto Umanitario
5.3.1 Principi fondamentali del DU
5.3.2 Evoluzione storica del DU
5.3.3 Interrelazione tra DIU e DU
Obiettivi: Far comprendere le differenze e le interazioni tra Diritto Internazionale Umanitario e Diritto
Umanitario, nonché i rispettivi ambiti di applicazione
Formatori: Prof Paolo Ponzio
Ore: 4
MODULO VI - Teoria e pratica della non violenza in zone di conflitto
Contenuti: la nonviolenza come strumento di risoluzione dei conflitti
6.1 Definizioni di violenza, conflitto e non violenza
6.2 Triangolo della violenza: violenza diretta, strutturale e culturale
6.3 Triangolo del conflitto:
6.3.1 comportamenti, contraddizioni e atteggiamenti
6.3.2 Dialogo nonviolento, reattività, empatia
6.4 Principi della nonviolenza e scuole di pensiero
6.5 Funzioni delle azioni nonviolente
6.6 Le fasi della strategia nonviolenta
6.7 Le parti terze
6.8 Aspetti che ostacolano o aiutano la nonviolenza
Obiettivi: Far comprendere ai volontari il significato della nonviolenza e la valenza di metodi nonviolenti per la
risoluzione dei conflitti. Evidenziare gli aspetti che facilitano e ostacolano in ritorno alla pace e il ruolo dei
soggetti terzi.
Formatori: corso online a distanza Columbia University “On care for Our Common Home” tutor
Pierpaolo Bravin
Manuale didattico “Trasformazione non violenta dei conflitti”
Ore: 6
MODULO VII - La mediazione interculturale in contesti di conflitto: metodi e tecniche
Contenuti: il ruolo mediazione interculturale nel conflitto
7.1 Il Mediatore Culturale e l’esigenza della mediazione
7.1.1 I tratti distintivi della figura del Mediatore
7.1.2 Compiti del Mediatore Culturale
7.1.3 Collaboratori del Mediatore Culturale
7.1.3 Mediazione come attività di advocacy
7.1.4 Mediazione come empowerment e aiuto alla persona
7.1.5 Mediazione come processo reciproco di decodifica della comunicazione
7.1.6 Lavorare in ambienti ostili
7.1.7 Il conflitto in chiave interculturale
7.2 Approcci, tecniche e metodologie di gestione dei conflitti
7.2.1 Metodo integrato di Gordon
7.2.2 Mediazione
7.2.3 Cooperative Learning
7.3 L’adattamento e la comprensione interculturale
7.3.1 L’identità umana
7.3.2 Il rispetto dell’altro
7.3.3 La tolleranza dell’ambiguità
7.3.4 L’astensione dai giudizi in attesa di spiegazioni
7.3.5 La costanza nello sforzo di conoscere e capire gli altri
Obiettivi: facilitare la conoscenza da parte dei volontari del ruolo del Mediatore culturale, con riferimento al
ruolo che ricopre nei diversi contesti, le metodologie operative e i principi alla base della comprensione
interculturale per evitare l’insorgere di conflitti o spegnerli quando si accendono.
Formatori: Manuale didattico progetto interregionale area umanitaria profilo del mediatore culturale e
dell’operatore di pace Tutor Pierpaolo Bravin
49
Ore: 4
MODULO VIII - Il ruolo della Cooperazione allo sviluppo nella prevenzione e risoluzione dei conflitti,
nonché nella gestione delle fasi post-conflitto
Contenuti: Cooperazione allo Sviluppo nella prevenzione e risoluzione dei conflitti
8.1 Le organizzazioni internazionali
8.2 L’unione Europea
8.3 La cooperazione italiana allo sviluppo: linee guida e indirizzi programmatici dell’azione istituzionale
8.4 La cooperazione non governativa e il volontariato
8.5 Imprenditori, università ed enti locali: nuove strategie di intervento
8.6 La cooperazione decentrata
8.7 I settori della cooperazione internazionale
Obiettivi: far conoscere ai volontari le principali organizzazioni internazionali, gli attori istituzionali e il ruolo del
volontariato, con particolare riferimento al loro ruolo integrato per obiettivi comuni
Formatori: Senatore Alfredo Mantica , Giampaolo Silvestri, Dania Tondini, Chiara Savelli, Andrea
Mandelli
Ore: 10
MODULO IX - Il conflitto e definizione delle tipologie diconflitto
Contenuti: In conflitto e le sue possibili evoluzioni
9.1 Definizioni di conflitto
9.2 Tipi di conflitto
9.2.1 Conflitto interpersonale
9.2.2 Conflitto intrapersonale
9.2.3 Conflitto sociale
9.2.4 Conflitto fisiologico
9.2.5 Conflitto universale
9.2.6 Conflitto democratico
9.3 Elementi del conflitto
9.3.1 Gli attori
9.3.2 Le emozioni e i sentimenti
9.3.4 I sentimenti
9.3.5 I pensieri
9.3.6 Le mappe mentali
9.3.7 Gli atteggiamenti e comportamenti
9.3.8 Le cause
9.4 Gestione del conflitto
9.4.1 Disposizione positiva al conflitto
9.4.2 Il conflitto come opportunità
9.4.3 Riconoscere lo status di conflitto
9.4.4 Individuare cause, motivazioni e natura del conflitto
9.4.5 Strategie di gestione del conflitto
9.5 Fasi del conflitto
9.5.1 Fase della relazione
9.5.2 Fase della mediazione
9.5.3 Fase della violenza
9.7 Esiti del conflitto
Obiettivi: far comprendere in modo approfondito ai volontari le caratteristiche, tipologie e cause di conflitto.
Renderli capaci di individuare gli atteggiamenti da tenere in situazioni di criticità nel rapportarsi con
singoli/gruppi, affinché il conflitto non venga alimentato e si torni quanto prima a una situazione di equilibrio.
Formatori: Manuale didattico “Trasformazione non violenta dei conflitti” Tutor Pierpaolo Bravin
Ore: 4
MODULO X - Prevenzione del conflitto: metodi, esperienze e tecniche
Contenuti: Pratiche per la prevenzione del conflitto
10.1 Il conflitto e le sue cause
10.1.1 Interazione tra le cause di conflitto: cause di sfondo e di primo piano
10.1.2 Metodologia di analisi
10.1.3 Non riconoscimento delle differenti cornici culturali
10.1.4 Atteggiamenti di etnocentrismo
10.1.5 Paura del diverso
10.1.6 Stereotipi
50
10.1.7 Pregiudizi
10.1.8 Aspetti non verbali della comunicazione
10.2 Educazione per la prevenzione del conflitto
10.2.1 Educare al dialogo
10.2.2 Educare alla solidarietà
10.2.3 Educare alla cittadinanza
10.2.4 Educare alla tolleranza
10.3 Esperienze di prevenzione del conflitto: casi pratici
10.3.1 Esperienze positive e Tecniche utilizzate
10.3.2 Esperienze negative e Tecniche utilizzate
10.3.3 La definizione della tecnica in base al contesto e agli attori in gioco
Obiettivi: dare ai volontari gli strumenti operativi di base per evitare l’insorgere di conflittualità con i
singoli/gruppi, partendo dai concetti teorici per arrivare alle modalità di azione
Formatori: Manuale didattico “Trasformazione non violenta dei conflitti” Tutor Pierpaolo Bravin
Ore: 4
MODULO XI - Strumenti di elaborazione e trasformazione non violenta del conflitto: metodi, esperienze
e tecniche di peacebuilding, peacekeeping e peacemaking.
Contenuti:
11.1 Analisi del conflitto
11.1.1 Strumenti di analisi
11.2 La Nonviolenza
11.2.1 Spiritualità della nonviolenza
11.2.2 Le tecniche della nonviolenza
11.3 Possibili risposte al macroconflitto
11.3.1 Analisi dei tre aspetti centrali nella definizione del contesto di evoluzione dei conflitti
politici internazionali: il sistema internazionale, le relazioni inter-statuali, le relazioni tra gli
attori;
11.4 Definizione terminologiche e descrizione degli strumenti formali ed informali nella gestione dei
Conflitti
11.4.1 Definizione dei concetti di negoziazione e mediazione
11.4.2 La negoziazione internazionale; i principali metodi di negoziazione e le più
importanti tecniche di mediazione;
11.4.3 L’evoluzione nell’arte della costruzione della pace: dalla risoluzione dei conflitti alla
trasformazione dei conflitti; tecniche eterodosse nel negoziato; l’arte della nonviolenza; gli
attori non tradizionali nella negoziazione internazionale;
11.4.4 Il ruolo della comunicazione nei processi di formazione dei conflitti e nella
costruzione della pace;
11.4.5 Tipologie particolari di conflitti: i long lastingconflicts;
11.4.6 Un esempio di intervento sociale per la Trasformazione dei conflitti: l’Educazione
prenatale nella costruzione della pace.
11.5 Conoscenze teoriche: funzioni di peacekeeping, di peacemaking, di peacebuilding.
11.6 Sistema internazionale e conflitti. Analisi delle principali crisi.
11.7 Introduzione alle Organizzazioni Internazionali e principali strumenti di gestione pacifica delle
controversie
11.8 Teorie dei conflitti e Peacebuilding
11.9 Diritto internazionale umanitario e diritti dell’uomo: i principali strumenti di tutela internazionale
della persona umana
11.10 Il Peacekeeping militare
11.11 Il ruolo delle ONG nel processo di pace: come la cooperazione allo sviluppo e l’assistenza
umanitaria incidono sui conflitti (sarà ripreso nel Modulo XXI)
11.12 Diplomazia popolare e interposizione
11.13 Analisi di casi applicativi e di studio.
Obiettivi: Fornire al volontario le conoscenze in ordine all’arte negoziale, alla mediazione e prevenzione dei
conflitti, e alle tecniche di costruzione della pace, anche al fine di poter interagire con Organizzazioni
internazionali e Ong impegnate in tali compiti.
Formatori: Manuale didattico “Trasformazione non violenta dei conflitti” Tutor Pierpaolo Bravin
Ore: 4
MODULO XII - PeaceSupportOperation: modelli e pratiche di interposizione, le reti locali a
supporto della pacificazione.
Contenuti:
51
12.1 La Nato e le PSO;
12.2 Le PSO e la difesa italiana;
12.3 Gli specialisti funzionali.
12.4 La sicurezza
12.5 Il profilo degli operatori civili
12.6 Il dibattito civili-militari
12.6.1 La collaborazione civile/militare nelle operazioni di peacekeeping vista dai
civili.
12.6.2 La cooperazione civile militare nelle operazioni di peacekeeping vista dai
militari.
12.7 Il peacekeeping italiano: prospettive ed evoluzione
12.8 La formazione per civili nelle operazioni a supporto della pace.
12.8.1 La formazione attuata dai civili
12.8.2 La formazione dei Corpi civili di pace per le emergenze internazionali
12.8.3 I corsi di laurea universitari
12.8.4 Le esperienze delle associazioni e delle organizzazioni non governative della
società civile
12.9 La formazione per militari nelle operazioni a supporto della pace
12.9.1 La formazione attuata dai militari
12.9.2 Corsi COCIM
12.9.3 Corsi CIMIC
12.9.4 Percorsi formativi frutto della collaborazione tra Forze Armate e Università
Obiettivi: Il modulo si propone di avviare un monitoraggio sulle attività del PeaceSupportOperation,
secondo molteplici punti di vista relativi sia alla formazione civile che alla formazione militare.
Formatori: Senatore Alfredo Mantica , Lorna Beretta, Manuale didattico “Trasformazione non violenta
dei conflitti” Tutor Pierpaolo Bravin
Ore: 4
MODULO XIII - Gestione e promozione dei processi di perdono e riconciliazione
Contenuti:
13.1 La dinamica del processo di riconciliazione
13.2 Gli aspetti più importanti del processo di riconciliazione
13.2.1 La centralità delle vittime
13.2.2 Elementi positivi di cultura profonda
13.2.3 Riconciliazione, verità e giustizia ristorativa
13.2.4 Il modello Lederach
13.2.5 Guarigione dal trauma
13.2.5 Il perdono
13.2.7 Nonviolenza e riconciliazione
13.2.8 Esercitazione: Confronto sugli entry point della riconciliazione
13.3 Tentativi concreti di riconciliazione
13.3.1 Il Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY)
13.3.2 La Commissione per la Verità e la Riconciliazione (TRC) in Sudafrica
13.3.3 Il rito del “MatoOput” in Nord Uganda
Obiettivi: Lo scopo è di valutare l’efficacia della riconciliazione come strumento di risoluzione del conflitto,
evidenziando gli effetti della riconciliazione sul processo di risoluzione del conflitto, a partire dall’adozione di
strumenti di gestione del conflitto che ne favoriscono il successo. In quest’ottica, la capacità di mediazione degli
interventi civili e nonviolenti effettuata da attori esterni al conflitto viene esaminata e confrontata con gli esiti
prodotti dagli interventi militari per determinarne l’efficacia nel promuovere l’avvicinamento tra le parti.
Formatori: Lorna Beretta, Manuale didattico “Trasformazione non violenta dei conflitti” Tutor Pierpaolo
Bravin
Ore: 4
MODULO XIV - Approccio di genere in situazioni diconflitto.
Contenuti:
14.1 Tipologie di approccio al conflitto
14.2 Possibili risposte al conflitto: violenza, passività, contro-violenza, nonviolenza
14.3 Il sistema di intervento nelle aree di conflitto
14.4 Quadro normativo di riferimento: la guerra vista da Ginevra e vista da New York
14.5 Lavorare nel conflitto/lavorare sul conflitto: azione umanitaria e intervento di pace
14.6 Nascita ed evoluzione del peacekeeping civile e militare
52
14.7 Indossare la “lente” di genere
14.7.1 Concetti e terminologia
14.7.2 Evoluzione dell’approccio
14.7.2 Pace, Diritti umani e violenza di genere
14.8 Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza
14.8.1 UNSCR 1325 e le “3 P” : Protezione, Partecipazione e Prospettiva di genere
14.8.2 Le successive risoluzioni WPS (1820/2008 e seguenti)
14.6.3 Organismi internazionali, politiche e stato di attuazione
14.7 Genere, Pace e Sicurezza: uno sguardo all’Italia
14.7.1 Il NAP italiano e il confronto con altri NAP
14.7.2 Dall’advocacy alla revision
Obiettivi:Il modulo ha la finalità di far conoscere le norme e le politiche di genere applicabili all’azione
umanitaria e di pace nelle aree di conflitto e di trasmettere competenze ed abilità pratiche per la loro concreta
applicazione sul campo, contribuendo alla loro implementazione a livello nazionale e internazionale. In
particolare si cerca di diffondere una professionalità nell'ambito della cooperazione e dell'educazione allo
sviluppo; fornire uno strumento per cogliere al meglio i risvolti di tipo economico - antropologico - politico e
progettuali legati agli interventi nei PVS.
Formatori: Lorna Beretta
Corso online a distanza Columbia University “Planetary boundaries & Human Opportunities” tutor
Pierpaolo Bravin
Ore: 6
MODULO XV - Processi di disarmo post – conflitto e reintegro sociale di ex-combattenti
Contenuti:
15.1 Peacebuilding e riabilitazione
15.2 Le dimensioni fondamentali della riabilitazione
15.3 La dimensione militare o di sicurezza
15.4 La dimensione politico-istituzionale
15.5 La dimensione economico-finanziaria
15.6 La dimensione socio-assistenziale
15.7 La dimensione socio-culturale
15.8 Caratteristiche dell’intervento internazionale
15.8.1 Gli aspetti istituzionali
15.8.2 Gli aspetti socio-culturali
15.10 Il sistema delle Nazioni Unite e la riabilitazione post-conflitto
15.10.1 La PBC – Commissione delle Nazioni Unite per il peacebuilding
Obiettivi: contribuire a far acquisire conoscenze, che permettano di fare analisi critiche dei fatti passati e di
formulare ipotesi attendibili sui possibili sviluppi dei processi di proliferazione nucleare, chimica e biologica,
sistemi d’arma, strategie, attività negoziali e trattative per il disarmo.
Formatori: Andrea Mandelli , Chiara Savelli
Ore: 2
MODULO XVI - Procedure di sicurezza e gestione del rischio
Contenuti:
16.1 Il tema della sicurezza
16.2 La sicurezza degli operatori delle ong e delle altre organizzazioni della società civile impegnate
nella cooperazione e solidarietà internazionale.
16.2.1 Codici e procedure di sicurezza
16.2.2 Protezione e la salvaguardia del personale
16.3 Principi per una collaborazione in materia di sicurezza tra le Ong / Organizzazioni della società
civile e l’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale
16.3.1 Confronto tra Ong e Unità di Crisi
16.4 La cultura dell’emergenza e della gestione del rischio
16.5 Necessità di evacuazione del personale
Obiettivi: Scopo del suddetto modulo è quello di informare i volontari riguardo l’importanza di procedure di
sicurezza e di gestione del rischio efficaci, argomento di fondamentale importanza nel momento attuale, a causa
della crescente complessità dei contesti in cui si opera e i maggiori rischi per la sicurezza delle operatrici e degli
operatori umanitari, richiede una più generalizzata presa di coscienza di tali rischi e una migliore conoscenza
delle misure che occorre adottare, come molte Ong da tempo stanno facendo.
Formatori: Luca Giacomini, Andrea Mandelli, Pierpaolo Bravin
Ore: 4
53
MODULO XVII - Codici di condotta personale e di gruppo nei confronti delle parti e delle
popolazioni civili nonché dei soggettivulnerabili.
17.1 Il Codice di condotta nel Diritto Internazionale Umanitario
17.1.1 La responsabilità
17.1.2 La trasparenza
17.1.3 L’efficacia
17.1.4 L’impatto
17.2 L’Imperativo umanitario come priorità assoluta
17.3 L’aiuto umanitario fornito in funzione dei bisogni singoli, delle famiglie e delle comunità.
17.4 L’intervento umanitario nel rispetto delle capacità della popolazione locale.
17.4.1 L’efficacia dei soccorsi e il partenariato dei soggetti locali.
17.4.2 L’intervento internazionale nel rispetto delle vulnerabilità future e dei bisogni
essenziali
Obiettivi: Il modulo illustra i principi etico-comportamentali su cui si fondano gli interventi in ambito
internazionale, finalizzati al corretto espletamento delle attività ma che devono allo stesso tempo mirare
a limitare le vulnerabilità future e soddisfare i bisogni essenziali della popolazione civile locale.
Formatori: Giampaolo Silvestri, Chiara Savelli Andrea Mandelli
corso online a distanza Columbia University “The Age of sustainable Development” tutor Pierpaolo
Bravin
Materiale didattico: codice etico AVSI
Ore: 6
MODULO XVIII -Gestione delle emozioni, abilità relazionali e comunicative, dinamiche digruppo.
Contenuti:
18.1 La gestione delle obiezioni
18.2 L’organizzazione di un discorso efficace
18.3 Utilizzo di visualizzazioni, PNL, EFT, PSYCH-K
18.4 Come mantenere interesse ed attenzione
18.5 Comunicazione verbale e non verbale
18.6 Essere convincente, il tuo carisma
Obiettivi: L’allievo viene guidato passo passo per gestire efficacemente un discorso dalla progettazione, alla
stesura, all’esposizione, dalla gestione dei tempi a quella delle emozioni, dalla gestione delle obiezioni alla
creazione del clima di gruppo.
Formatori: Maria Laura Conte
Ore: 2
MODULO XIX - Comunicazione, socializzazione dell’esperienza e dell'intervento.
Contenuti:
19.1 la comunicazione dell’intervento umanitario
19.2 la comunicazione multimediale
19.3 l’immagine dell’altro: uno sguardo riflessivo sulla comunicazione umanitaria
19.4 I sistemi di comunicazione e la condivisione dell’esperienza
19.5 Il gap esistente tra la realtà e la rappresentazione suggerita dai media
Obiettivo: Lo scopo è fornire ai volontari un supporto formativo che contribuisca ad incrementare la loro
capacità di comunicare le attività promosse e i risultati raggiunti nel settore internazionale.
Formatori: Maria Laura Conte
Ore: 2
MODULO XX - Tecniche di gestione del gruppo, di gestione dello stress e delle situazioni di difficoltà,
nonché metodi decisionali.
Contenuti:
20.1 Gruppi Di Lavoro: Fasi Di Vita Del Gruppo
20.2 Nozione Di Conflitto
20.3 Tipi Di Conflitto: Individuale, Intragruppo, Intergruppo
20.4 Conflitto Organizzativo
20.5 Tecniche Di Gestione e Risoluzione dei Conflitti
20.5.1 Esercitazione Pratica: Conflitto Intra-personale; Conflitto Costruttivo; Conflitto
Distruttivo
L’arte del Rimprovero
20.5.2 Tecniche Di Gestione E Di Risoluzione Dei Conflitti – Esercitazione Pratica: Il
Gruppo Come Consulente
20.6 Metodi Decisionali
54
20.6.1 Tecniche Di Gestione E Di Risoluzione Dei Conflitti – Esercitazione Pratica:
Conflitto Intra-gruppo
20.7 La Negoziazione
20.7.1 Tecniche Di Gestione E Di Risoluzione Dei Conflitti – Esercitazione Pratica:
Conflitto Inter-gruppo
Obiettivi: Conoscere le tipologie di conflitti, gli ostacoli alla collaborazione, modalità di gestione dei conflitti,
trasformare gli avversari in collaboratori, le chiavi che aprono le porte.
Formatori: Pierpaolo Bravin, Paolo Ponzio
Ore: 16
37) Durata:
Durata complessiva formazione generale 125 ore, così suddivise
28 ore nella sede AVSI Milano,
36 ore nella sede AVSI Cesena,
46 ore nella sede Università di Bari
15 ore di corsi on line della Columbia University con tutor
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
38) Sede di realizzazione:
Le sedi di realizzazione della formazione generale potranno essere dislocate in diversi luoghi:
sede AVSI Milano Via Legnone 4
sede AVSI Cesena Via Padre Vicinio da Sarsina 216
Sede Università degli studi di Bari Piazza Umberto I e nelle sue sedi didattiche
Potranno anche essere eventualmente utilizzati spazi messi a disposizione da altri soggetti e partner
di progetto
Per ciascuna sede si prevede una formazione di tipo residenziale e quindi saranno messe a
disposizione alloggi per i volontari selezionati e servizi di mensa.
È prevista anche l’eventuale partecipazione dei volontari a seminari ed incontri di formazione che
AVSI organizza periodicamente rivolti ai propri volontari e collaboratori, anche con modalità di
connessione a distanza (webinar, skype, videoconferenze)
39) Modalità di attuazione:
La formazione specifica per un totale di 96 ore avrà luogo in Italia presso la sedi dell’ente AVSI e
dell’Università di Bari e nelle sedi dell’ente nei paesi ospitanti dopo la partenza
Il 70% delle ore saranno svolte entro 90 giorni dall’avvio del progetto, mentre il restante 30% saranno
svolte entro 270 giorni allo scopo di svolgere alcuni argomenti e le esercitazioni pratiche nel paese
ospitante
Saranno utilizzate lezioni frontali, lavori di gruppo, seminari, test e verifiche, formazione a distanza,
letture e distribuzione di materiale didattico, esercitazioni e visite sul campo nel paese ospitante
La formazione sarà erogata con modalità residenziale nelle seguenti sedi
12 ore presso la sede di Milano
8 ore presso la sede di Cesena
55
4 ore di formazione a distanza
8 ore presso Università degli studi di Bari
50 ore nel paese di accoglienza tra cui 12 di lezione frontale e 38 di esercitazioni e visite guidate
Queste modalità ci sembrano adeguate per inserire gradualmente i volontari nelle complesse e difficili
realtà dei paesi accoglienti, e acquisire competenze e conoscenze sui seguenti argomenti:
- opportunità di un percorso formativo all’interno del settore non profit, incentrato
sull’educazione alla pace e sulla partecipazione diretta alle fasi di preparazione i progetti dei
corpi civili di pace;
- maggiore conoscenza della storia, cultura e situazione sociale dei paesi ospitanti
- maggiore conoscenza dell’ente e delle sue modalità di lavoro
- modalità di comunicazione e di sensibilizzazione alle problematiche dello sviluppo e del
conflitto con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili
- Sicurezza personale in contesti difficili
- Progettazione e rendicontazione interventi di cooperazione internazionale,
- conoscenze operative per la gestione delle iniziative.
- Attività di comunicazione, sensibilizzazione ed educazione alla pace e promozione del dialogo
40) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
Mantica Alfredo Luigi
Savelli Chiara
Argelli Franco
Bravin Pierpaolo
Perovic Nada
Silvestri Giampaolo
Capitanio Giorgio
Beretta Lorna Maria
Mandelli Andrea
Fiammetta Cappellini
Marco Perini
Paolo Ponzio
Michele Selicati
Lucia Maria Stella Vurro
nato a Rimini (RN) il 17/07/1943
nata a Forlimpopoli (FC) il 05/10/1971
nato a Faenza (RA) il 09/09/1965
nato a Cesena (FC) il 01/10/1964
nata a Kotor (Yugoslavia) il 12/05/1978
nato a Lerici (SP) il 04/02/1970
nato a Gorgonzola (MI) il 21/05/1968
nata a Varese (VA) il 03/04/1955
nato a Monza (MB) il 25/07/1969
nata a Treviglio (BG) il 22/07/1973
nato a Biella (BI) il 19/04/1968
nato a Bari (BA) il 18/10/1966
nato a Monopoli (BA) il 11/05/1976
nata a Melfi (BA) il 01/08/1969
41) Competenze del/i formatore/i di formazione specifica
Vengono specificate le competenze specifiche dei formatori in riferimento agli attività previste dal
progetto argomenti della formazione specifica prevista nel progetto, tutti i curriculum sono in allegato.
Tutti i formatori sono laureati in possesso di pluriennale esperienza a livello professionale nel settore
del progetto.
Alfredo Luigi Mantica
Competenze:
Relazioni Internazionali, Geopolitica, Cooperazione Internazionale,
Titoli:
Laurea in Economia e Commercio
Esperienze:
Dal 1987 al 2013 Senatore della Repubblica Italiana, membro delle
Commissioni bilancio, finanze ed esteri.
Dal 2001 al 2006 Sottosegretario agli Esteri con delega Cooperazione allo
Sviluppo Africa, Medio Oriente
Dal 2008 al 2011 Sottosegretario agli Esteri con delega Europa, Crisi
56
Africane, Cooperazione allo Sviluppo , in tale veste ha seguito gli accordi di
pace in Somalia, Sudan, Mozambico e Nagorno Karabah
Chiara Savelli
Competenze:
Titoli:
Esperienze:
Argelli Franco
Competenze:
Titoli:
Esperienze:
Bravin Pierpaolo
Competenze:
Titoli:
Esperienze:
Perovic Nada
Competenze:
Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti, attività di
comunicazione ed educazione multiculturale, cittadinanza attiva
Laurea in Scienze Politiche, indirizzo internazionale
Iscritta all’ordine dei giornalisti dal 1994
Dal 2001 Docente a Corsi di formazione dell’ente per volontari espatriati e
volontari servizio civile
Dal 2004 partecipazione ad incontri e gruppi di lavoro internazionali di
ONG, partecipazione a missioni di valutazione e monitoraggio in paesi
africani, gestione e progettazione interventi di cooperazione internazionale
Dal 1992 collaborazione giornalistica con periodici di Forlì e Cesena
Dal 2000 al 2004 consiglio regionale Emilia Romagna
Accreditato come responsabile del monitoraggio e formatore progetti
servizio civile
Progettazione e monitoraggio, Sostegno a distanza , protezione civile,
Laurea in Scienze Agrarie indirizzo economico, corsi di specializzazione
europei sulla progettazione internazionale, lavoro per progetti, già obiettore
di coscienza
Dal 1997 Responsabile sede di Cesena;
Dal 1994 esperto progettazione, gestione e monitoraggio interventi di
cooperazione allo sviluppo,
Dal 2004 responsabile qualità area progetti (certificazione ISO 9000) , tutor
tirocini
Dal 1993 docente ai corsi di formazione dell’ente per volontari internazionali
e volontari in servizio civile
OLP accreditato dal 2004
Accreditato come responsabile del monitoraggio e formatore progetti
servizio civile
responsabile servizio civile, progettazione e monitoraggio, normativa sul
servizio civile educazione alla pace, forme cittadinanza attiva, storia ed
evoluzione del servizio civile, identità del gruppo, referente per la sicurezza
sul lavoro, presentazione Libano dove ha svolto 2 missioni di fattibilità
Master in educazione cooperativa , Laurea Scienze agrarie indirizzo
economico, già obiettore di coscienza. Accreditato come responsabile
nazionale e formatore parte generale progetti servizio civile
dal 2001 Docente universitario in Management delle ONG, Facoltà di
economia università di Bologna corso delle organizzazioni Non profit
dal 2005 formatore accreditato volontari 67 in SCV, responsabile servizio
civile e dei 13 progetti conclusi o in corso
dal 1997 progettista interventi di cooperazione internazionale, associazioni
di volontariato, fund raising pubblico e privato
dal 1996 tutor tirocini e stage volontari e docente ai corsi dell’ente per
volontari espatriati
Coordinatrice area progetti e responsabile del personale: coordinamento
del processo di presentazione di progetti di cooperazione internazionale;
organizzazione, gestione e sviluppo delle risorse umane, attività di
57
Titoli:
Esperienze:
Silvestri Giampaolo
Competenze:
Titoli:
Esperienze:
Giorgio Capitanio
Competenze:
Titoli:
Esperienze:
Lorna Maria Beretta
Competenze:
Titoli:
Esperienze:
Andrea Mandelli
Competenze:
selezione e programmazione della formazione del personale, cittadinanza
attiva, educazione multiculturale, disciplina rapporto enti/civilisti, aspetti di
sicurezza del personale espatriato nei paesi
Laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali
2004: Assistente al manager regionale dei Balcani;
2006-2011 Assistente al Responsabile Adozioni Internazionali in AVSI
2011-2013 Impiegata nel settore progettuale presso AVSI
2013-oggi Coordinatrice area progetti e responsabile del personale presso
AVSI.
Promozione della pace attraverso interventi di sviluppo, gestione delle
organizzazioni, responsabile sicurezza sul luogo di lavoro in qualità di
legale rappresentante, presentazione ente, il dovere di difesa della patria,
presentazione ente e dei paesi di intervento dove ha svolto numerose
missioni (Haiti e Libano)
Laurea in Economia Università Bocconi , già obiettore di coscienza Membro
Consiglio nazionale cooperazione allo sviluppo (L125/2014)
1995-1996 Assistente settore amministrativo;
1996-2000: Responsabile dell’Est Europa ente
2001-2013: Responsabile dell’Africa e del Medio Oriente, responsabile area
progetti ente;
2013-oggi: Segretario Generale presso AVSI.
Cooperazione Internazionale, progettazione e direzione lavori edili,
sicurezza sul posto di lavoro
Laurea in Architettura con indirizzo Tecnologico e Restauro
1994-1996: consulente presso la Provincia di Milano, settore Edilizia
Scolastica
1997-1999: Stage presso l’Università Cattolica di Minas Gerais (Brasile) per
progetti di Cooperazione Internazionale volti alla riduzione della povertà
urbana.
1999-2000: Coordinazione tecnica per CDM-Cooperação para o
Desenvolvimento e Morada del progetto di Cooperazione Internazionale
“Alvorada” (Belo Horizonte, Brasile).
2000-2002: Cooperante per AVSI presso Ipatinça, Brasile.
2004-2005: Coordinamento dei progetti AVSI in corso a Belo Horizonte,
Brasile.
2008-oggi: Desk Officier AVSI per i paesi Brasile, Argentina, Paraguay,
Mozambico e Angola.
Responsabile Knowledge Center in AVSI, Project Manager per AVSI in
Kenya, esperienza nella formazione presso Università del Sacro Cuore
(Milano). Presentazione storia e aspetti sociali ed economici dei paesi,
esperienze e gestione dei progetti
Laurea vecchio ordinamento in Ingegneria Civile, Dottorato di Ricerca in
Humanities (California Institute of Integral Studies, CA (USA).
1992-2004: responsabile Risorse Umane presso Telemedia International
(TMI);
2011-2013: Operations Manager presso AVSI a Nairobi, Kenya;
2014-oggi: responsabile del Knowledge Center presso AVSI Milano.
Responsabilità Sociale d’Impresa, Sustainable Projects, Gestione del Ciclo
58
Titoli:
Esperienze:
Fiammetta Cappellini
Competenze:
Titoli:
Esperienze:
Marco Perini
Competenze:
Titoli:
Esperienze:
Paolo Ponzio
Competenze:
Titoli:
Esperienze:
Michele Selicati
Competenze:
Titoli:
Esperienze:
del Progetto, Monitoraggio e Valutazione.
Laurea in Economia, metodi quantitativi
2002-2008: Consulente tecnico per AVSI a Kampala, Uganda
2009-2014: Senior Program Manager per AVSI presso AVSI Milano
2015-oggi: Responsabile del Project Design per AVSI presso AVSI Milano
gestione interventi sociali, interventi di emrgenza e post emergenza,
gestione di volontari in servizio civile, personale espatriato e staff locale e
della loro sicurezza, conoscenza approfondita del contesto sociale,
economico e politico di Haiti
Laurea in Lettere e filosofia, laurea in pedagogia
1995-2005: Caporedattore area umanistica edizioni ATLAS
2005-2009: Esperto socio-educativo AVSI
2009-oggi: Responsabile AVSI interventi in Haiti
Interventi in contesti di crisi, gestione di volontari in servizio civile,
personale espatriato e staff locale e della loro sicurezza, esperienza
pluriennale in contesti di crisi e di conflitto, conoscenza approfondita del
contesto sociale, economico e politico del Libano
Biennio Istituto tecnico industriale, iscritto albo giornalisti
2002-2007: responsabile AVSI interventi in Rwanda
2015-oggi: responsabile AVSI interventi in Libano
Direttore dipartimento studi umanistici Università di Bari Formatore
generale servizio civile , direttore scientifico attività di terzo settore, esperto
comunicazione e politiche per l’integrazione dei diversamente abili
Laurea in filosofia, Master e dottorato di ricerca
2012- oggi: Professore Ordinario storia della filosofia Università di Bari
2006-oggi: responsabile questioni le diverse abilità Università di Bari
2008-oggi: responsabile servizio civile Università di Bari
2010-2013 responsabile questioni comunicazione Università di Bari
Progettazione e gestione interventi servizio civile, esperto formazione dei
formatori
Alta Formazione Scuola Superiore della Presidenza del Consiglio, Master
social program manager , Laurea in filosofia
2008- oggi: consulente Università Bari servizio civile
2007-oggi: Regione Lazio formatore senior
2011-oggi ASL Roma 8 consulente e formatore progetti servizio civile
Lucia Maria Stella Vurro
Competenze:
Responsabile servizio di prevenzione e protezione Università di Bari
Titoli:
Master di secondo livello sostenibilità processi produttivi e tutela della
salute Laurea in Scienze Biologiche
Esperienze:
2003-2010: Biologo nutrizionista
2010-oggi: Università degli studi di Bari
59
42) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Tecniche
Le norme che saranno applicate e seguite nell’attività di formazione derivano dall’esperienza maturata
dagli enti, dalla loro condivisione tra gli enti partner per poter impostare una strategia e un metodo
efficaci alla luce degli obiettivi formativi e delle finalità dei corpi civili di pace.
Dalla prima esperienza di servizio civile dell’ente AVSI nel 2003 ad oggi l’evoluzione e la
rielaborazione della formazione è stata continua al fine di meglio rispondere da un lato, agli obiettivi
del servizio civile indicati nella legge 64/01, dall’altro alle esigenze dei giovani che fanno la scelta di
impegnarsi per un anno in attività di utilità sociale.
Inoltre l’ente AVSI è impegnato annualmente nella formazione di espatriati junior e senior che
vengono inviati come cooperanti, volontari e tirocinanti nei paesi in via di sviluppo (al 31/12/2015 sono
112 gli espatriati sotto contratto con AVSI)
Obiettivo primario del ciclo formativo specifico proposto è dunque quello di poter fornire conoscenze,
competenze e strumenti che i volontari dei corpi civili di pace possano sfruttare per aumentare la
qualità e la consapevolezza nello svolgimento del proprio compito. Inoltre si vuole dare l’opportunità di
aprire spazi di riflessione sul senso della volontarietà e dell’impegno lavorativo all’interno della società
e della comunità in cui il volontario/cittadino è inserito.
Oltre alla trasmissione di contenuti e valori importanti, gli obiettivi principali trasversali a tutti gli
argomenti della formazione generale che abbiamo individuato sono in sintesi i seguenti:
o
favorire un buon clima di gruppo;
o
creare condizioni favorevoli al confronto e allo scambio;
o
fornire degli spazi di discussione su tematiche attuali, su temi sociali che coinvolgono tutti al
fine di sviluppare interesse e accrescere nei giovani la partecipazione attiva alla vita della
società.
o
Approfondire il tema del conflitto, delle sue conseguenze e delle modalità di risoluzione
pacifica nei paesi ospitanti
o
Approfondire la conoscenza dell’ente e delle metodologie
Queste tecniche implicano la disponibilità dei formatori ad un coinvolgimento e una partecipazione
attiva con il gruppo in formazione
Ove possibile si favorirà la creazione un gruppo classe unico con i volontari selezionati per i diversi
progetti dei corpi civili di pace proposti dagli enti AVSI e Università degli studi di Bari. Il gruppo classe
per motivi logistici non dovrà essere superiore a 15 volontari per garantire una formazione attenta alle
esigenze e alla sensibilità di ciascun giovane selezionato.
Metodologie:.
La metodologia didattica adottata nella formazione sarà di tipo misto, con prevalenza di lezioni frontali
e tecniche di partecipazione attiva attraverso l’utilizzo di: seminari, testimonianze, brainstorming,
discussione aperte, verifiche periodiche, test e momenti di autovalutazione, simulazioni, esercitazioni,
problem solving, letture e approfondimenti del materiale didattico fornito
La formazione a distanza non sarà superiore al 15% delle ore di formazione.
Particolare importanza inoltre viene riconosciuta al lavoro di gruppo, attraverso il quale si favorisce la
socializzazione e si offre a ciascun partecipante maggiori possibilità di espressione.
L’elaborazione dei moduli formativi è stata guidata dalla consapevolezza che le tematiche trattate
nella formazione generale dei corpi civili di pace, quali la relazione tra identità e diversità, il concetto
di gruppo e delle sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva o la gestione dei conflitti, sono
argomenti di cui tutti hanno pre-conoscenze, convincimenti e opinioni, è quindi importante che i
momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, alla messa in
gioco dei partecipanti al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie
opinioni esplicitandole innanzitutto a se stessi.
Un tale clima di lavoro va costruito poco per volta, esso infatti presuppone fiducia e soprattutto
sicurezza di trovarsi in un ambiente nel quale il giudizio sia nei limiti del possibile sospeso.
Il formatore è dunque chiamato a svolgere il delicato compito di moderatore e facilitatore del dialogo
maturo tra individui. Egli pertanto è il primo che nel trattare le varie argomentazioni deve riuscire a
mantenere un atteggiamento imparziale e aperto in grado di accogliere le opinioni di tutti.
60
La formazione prevede l’impiego anche di diversi materiali e sussidi didattici che saranno messi a
disposizione dall’ente AVSI frutto della quarantennale esperienza di intervento nel settore della
cooperazione allo sviluppo.
Sara approfondita in particolare la seguente metodologia di intervento di AVSI nei paesi ospitanti
Per AVSI la sfida dello sviluppo sostenibile si gioca sulla capacità di offrire alla persona un
aggancio per accedere ai servizi che devono adattarsi ai bisogni reali.
Poiché questo aggancio dipende inesorabilmente dall’iniziativa personale, risulta essere il vero
punto debole per le persone più fragili e che vivono nell’informalità e nella solitudine.
Per AVSI questo aggancio si chiama “ultimo miglio” ed è fondamentale per colmare il
vuoto tra la persona e l’infrastruttura.
Risulta quindi fondamentale rafforzare le organizzazioni della società civile attraverso progetti mirati e
attenti alla persona in modo che, educata, diventi protagonista del proprio sviluppo.
Centralità della persona
La persona è vista come un essere unico nelle sue relazioni fondamentali, famiglia e società,
irripetibile e irriducibile a qualsiasi categoria sociologica o a un limite che contingentemente vive
(povertà, malattia, handicap, guerra).
Partire dal positivo
Ogni persona, ogni comunità, per quanto carente, rappresenta una ricchezza. Ciò significa valorizzare
ciò che le persone hanno costruito e aiutarle a prendere coscienza del proprio valore e della propria
dignità.
Fare con
Partire dal rapporto con le persone a cui il progetto è rivolto e costruire insieme sulla base dei passi
che maturano con loro e tra loro.
Sviluppo dei corpi intermedi e sussidiarietà
Fare progetti di sviluppo significa favorire la capacità associativa, riconoscere e valorizzare il
costituirsi dei corpi intermedi e di un tessuto sociale ricco di partecipazione e corresponsabilità.
Partnership
Creazione di partnership tra tutte le entità presenti sul territorio per favorire sinergie e ottimizzare l’uso
delle già scarse risorse a disposizione.
La formazione specifica viene quindi concepita come progetto educativo e formativo per arricchire di
consapevolezza e valori le future scelte professionali e di vita dei giovani coinvolti.
La formazione intende preparare tecnicamente e specificatamente i giovani a realizzare le attività
previste ma, più ampiamente, educare i giovani alla cittadinanza attiva, alla comprensione del
rapporto tra problematiche internazionali e quelle locali e alla mediazione dei conflitti.
La formazione intende creare occasioni di confronto sui temi affrontati, fornisce gli strumenti e le
competenze di base per inserirsi in attività progettuali di informazione – sensibilizzazione in Italia.
La valenza formativa non risiede esclusivamente nella presenza di una ben strutturata fase formativa
prima della partenza ma nell’intreccio di volta in volta ricalibrato tra orientamento, formazione,
momenti di verifica e valutazione, colloqui personali e confronti di gruppo. Questi momenti infatti non
sono separati da compartimenti stagni ma rappresentano fasi diverse di un unico percorso e, come
tali, si influenzano reciprocamente.
43) Contenuti della formazione:
MODULO I – Storia, cultura ed aspetti sociali ed economici del paese
Contenuti:
1.1 Presentazione in Italia su aspetti della storia, cultura ed aspetti sociali ed economici
del paese
1.2 Presentazione in Italia della storia e delle attività dell’ente nel paese ospitante (Haiti,
Libano, Perù) con approfondimento delle tematiche culturali, sociali ed economiche
affrontate
1.3 Presentazione nel paese ospitante su aspetti della storia, cultura ed aspetti sociali
61
ed economici
1.4 Visite accompagnate nel paese ospitante al contesto locale, alle attività dell’ente e
dei partner locali con approfondimento delle tematiche culturali, sociali ed economiche
Obiettivi: Conoscere i principali aspetti della vita del paese ospitante e favorire l’integrazione dei
volontari nella vita sociale e culturale con luna maggiore consapevolezza delle consuetudini e dei
costumi locali. Aumentare la consapevolezza dei volontari delle specifiche attività richieste
Formatori: Formatori in Italia Giorgio Capitanio, Pierpaolo Bravin, Giampaolo Silvestri, Alfredo
Mantica, Lorna Beretta, Andrea Mandelli, Chiara Savelli
Formatori in loco Haiti Fiammetta Cappellini; Libano Marco Perini; Perù Daniela Altini
Ore: 40 (8 in Italia e 32 nel paese ospitante di cui 4 di lezione frontale e 28 di visite
accompagnate)
MODULO II – PRESENTAZIONE DELL’ENTE, LAVORO PER PROGETTI
Contenuti:
2.1 Introduzione e presentazione dell’ente AVSI
2.2 Introduzione e presentazione dell’ente Università di Bari
2.3 Metodologia di intervento e norme di comportamento etico
2.4 Il quadro logico di progetto
2.4.1 Fondamenti teorici
2.4.2 Esercitazione pratica
2.5 Knowledge center: imparare dalle esperienze
2.5.1 presentazione risultati di iniziative AVSI di sostegno alla popolazione civile
che fronteggia emergenze ambientali (es. eruzione Vulcano Nyragongo in Congo,
Terremoto in Haiti, Tsunami in estremo oriente, virus Ebola in Sierra Leone,
deforestazione e sfruttamento foreste amazzoniche in Perù e Brasile, siccità in
Sud Sudan)
2.5.2 presentazione risultati di iniziative AVSI di sostegno ai profughi, sfollati e
migranti, di reinserimento sociale degli ex combattenti, facilitazione dei rapporti
tra le comunità residenti e i profughi, sfollati e migranti nel medesimo territorio
(es. Guerra in medio oriente iniziative di accoglienza dei profughi e di sviluppo
rapporti con le comunità residenti in Libano, Giordania, Iraq e Siria, promozione
della pace e della convivenza Palestina, reinserimento bambini soldato in Sierra
Leone, guerra del Sud Sudan, guerra civile in Rwanda, guerra civile in Uganda)
2.5.3 Presentazione risultati progetti di servizio civile all’estero ente Università di
Bari
2.5.4 Presentazione risultati progetti di servizio civile all’estero ente AVSI
Obiettivi: Approfondire la conoscenza e la metodologia di intervento degli enti, imparare da
esperienze significative realizzate o in corso in diversi paesi esteri in ambiti coerenti con le finalità
del presente intervento e dei Corpi civili di pace. Formare i volontari alle specifiche attività richieste
dal progetto
Formatori: Giampaolo Silvestri, Nada Perovic, Andrea Mandelli, Chiara Savelli, Giorgio
Capitanio, Pierpaolo Bravin, Lorna Beretta, Alfredo Mantica , Michele Selicati, Paolo Ponzio
Ore: 16
MODULO III – La sicurezza nei luoghi di lavoro di cui al D.Lgs 9 aprile 2008, n 81 e successive
modificazioni e integrazioni
Contenuti:
3.1 Presentazione principali norme D.Lgs 81/2008
3.2 Informazione generali sull’organizzazione della sicurezza sul posto di lavoro (art 36)
3.3 Formazione sufficiente e adeguata in materia di sicurezza e di salute sul posto di
lavoro (art 37)
Obiettivi: conoscere le principali norme sulla sicurezza ai sensi d.Lgs. 81/08 nuovo testo unico sulla
sicurezza sul lavoro (art 36 e 37), con particolare riguardo ai concetti di rischio e organizzazione della
prevenzione sul posto di lavoro
62
Formatori: Lucia Maria Stella Vurro , Pierpaolo Bravin, Giorgio Capitanio, Nada Perovic
Ore: 8
MODULO IV – Informativa sui maggiori pericoli presenti nell’area di intervento e sul protocollo
di sicurezza di cui all’allegato 3
Contenuti:
4.1 Consapevolezza dei principali fattori di rischio nel paese ospitante
4.2 Presentazione del protocollo di sicurezza
34.3 Conoscenza delle informazioni messe a disposizione dal MAECI (es
viaggiaresicuri.it)
Obiettivi: Maggiore consapevolezza delle norme di comportamento in riferimento ai fattori di
rischio del paese ospitante prima della partenza
Formatori: Responsabili di sicurezza in Italia Pierpaolo Bravin e Giorgio Capitanio, Nada
Perovic, Alfredo Mantica, Paolo Ponzio
Ore: 8 (lezione frontale e verifica delle conoscenze della classe con test)
MODULO V – Informazione e sensibilizzazione in materia di sicurezza effettuata a cura del
MAECI e/o della rappresentanza diplomatica e consolare italiana presente nel
paese ospitante ai sensi del 2° comma dell’art 7 del D.M. 7/05/2015 , al quale deve
obbligatoriamente partecipare il “responsabile della sicurezza” indicato nel
progetto
Contenuti:
5.1 Adeguata informazione prima della partenza per l’estero organizzata dal MAECI
5.2 Consapevolezza dei principali fattori di rischio nel paese ospitante e delle fonti
informative
5.3 Conoscenza dei referenti della rappresentanza diplomatica o consolare
Obiettivi: assolvere alle disposizioni in materia di sicurezza previste dall’art 7 del D.M. 7/05/2015
Formatori: Personale MAECI, Responsabili sicurezza ente nei paesi (Haiti Fiammetta
Cappellini; Libano Marco Perini; Perù Daniela Altini) e personale rappresentanza diplomatica o
consolare italiana
Ore: 8 di cui almeno 4 nel paese
MODULO VI – Illustrazione del Piano di sicurezza ed esercitazioni connesse all’attuazione del
piano
Contenuti:
6.1 Presentazione in Italia norme sicurezza AVSI AMPE 16
6.2 Presentazione delle norme specifiche del protocollo di sicurezza nel paese ospitante
6.3 Esercitazioni di sicurezza nel paese ospitante
Obiettivi: Conoscenza precisa e applicazione delle norme di comportamento in caso di condizioni di
emergenza, Protocollo di sicurezza.
Formatori: formatori sicurezza in Italia Pierpaolo Bravin, Giorgio Capitanio, Nada Perovic
Responsabili sicurezza ente nei paesi (Haiti Fiammetta Cappellini; Libano Marco Perini; Perù
Daniela Altini)
Ore: 16 ( di cui 4 in Italia e 12 nel paese di cui 4 di lezione frontale e 8 di esercitazione)
44) Durata:
Durata complessiva formazione specifica 96 ore, così suddivise
12 ore nella sede AVSI Milano,
22 ore nella sede AVSI Cesena,
8 ore nella sede Università di Bari
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4 ore di esercitazione online con il sito www.viaggiaresicuri.it
58 ore nel paese ospitante di cui 38 di esercitazioni e visite accompagnate
Altri elementi della formazione
45) Modalità di monitoraggio del percorso di formazione (generale e specifica) predisposto:
L’ente svolge regolari attività di monitoraggio dei progetti di servizio civile, di valutazione
dell’apprendimento e della maturazione dei volontari con strumenti di analisi per individuare gli
eventuali scostamenti da quanto previsto in progetto, di valutarne l’impatto sul risultato finale e di
suggerire gli eventuali accorgimenti. Ogni nuovo percorso di formazione è quindi l’esito del
monitoraggio delle precedenti esperienze
Il monitoraggio della formazione generale:
- durante il periodo di lezione i formatori compilano una scheda di autovalutazione che
prevede: temi trattati, partecipazione della classe, eventuali problematiche riscontrate
- All’inizio e al termine del percorso formativo, verranno somministrati ai giovani i questionari di
valutazione dell’esperienza e di verifica delle conoscenze apprese
Il monitoraggio della formazione si articola in:
Obiettivi: Monitorare lo svolgimento della formazione generale e specifica, dal punto di vista
qualitativo e quantitativo.
Nel dettaglio, attraverso la fase di monitoraggio della formazione, l'Ente avrà a disposizione un quadro
complessivo dell’andamento della Formazione volto a evidenziare i seguenti livelli quantitativi:
 Numero di ore effettivamente svolte di formazione generale
 Numero di ore effettivamente svolte di formazione specifica
 Verifica Effettiva presenza dei volontari alla formazione generale
 Verifica Effettiva presenza dei volontari alla formazione specifica
e Livelli qualitativi
 Conoscenze Statiche:
- Aspetti Motivazionali relativi alla partecipazione agli incontri formativi;
- Obiettivi e Contenuti.
 Conoscenze Dinamiche:
- Analisi della dinamica delle fasi formative;
- Metodi e Strumenti;
 Capacità Cognitive:
- Acquisizione di capacità legate/necessarie al progetto di Servizio Civile;
- Strategie e tecniche;
- Relazione con il proprio contesto di impiego;
 Capacità comportamentali:
- Acquisizione da parte dei Volontari di capacità Comportamentali;
- Acquisizione da parte dei Volontari di capacità di Autovalutazione
Le figure coinvolte nel monitoraggio saranno:
Responsabile del monitoraggio accreditato è Franco Argelli nato il 09/09/1965 a Faenza (RA),
dipendente a tempo indeterminato dell’ente.
Responsabile del servizio civile dell’ente
Esperienze come Operatore locale di progetto e formatore
I formatori
I volontari in formazione
Strumenti
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





Registri di presenza
colloqui con i volontari in servizio civile,
riunione tra i formatori dell’ente,
tenuta del registro delle presenze,
somministrazione di questionari di valutazione ,
riunione conclusiva con i volontari anche a distanza per rilevare il grado delle conoscenze
della formazione generale e specifica.
Tempistiche
Il monitoraggio viene eseguito con le seguenti tempistiche:
Al termine dei primi 3 mesi, e comunque al termine della formazione generale prima della partenza
dei volontari per l’estero.
al termine della formazione specifica svolta in Italia prima della partenza dei volontari per l’estero.
al termine della formazione specifica svolta all’estero e comunque entro 270 giorni dall’avvio del
progetto
Alla conclusione del progetto l’ente verifica la disponibilità dei civilisti a proseguire le loro esperienze
all’estero se reciprocamente soddisfacenti con altre modalità.
Data 12/02/2016
Il rappresentante legale dell’ente
Giampaolo Silvestri
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