Progetto Haiti
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Progetto Haiti
(Allegato 2) SCHEDA PER PROGETTI DEI CORPI CIVILI DI PACE DA REALIZZARSI ALL’ESTERO ENTE 1) Ente proponente/capofila il/ del progetto: FONDAZIONE AVSI 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: 4) Intervento in coprogettazione X Si o no 5) Enti in coprogettazione: NZ00197 Regione Emilia Romagna Università degli Studi di Bari NZ04759 Confederazione nazionale delle misericordie d’Italia NZ00042 6) Tipologia intervento o Progetto annuale singolo o Progetto inserito in un programma biennale Anno 1 Anno 2 X Progetto inserito in un programma triennale X Anno 1 Anno 2 Anno 3 CARATTERISTICHE PROGETTO 7) Titolo del progetto: Gestione dei conflitti sociali nell’emergenza post-terremoto in Haiti 8) Area di intervento e campo di azione del progetto con relativa codifica 2) Emergenza ambientale f) Sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenza ambientali, nella prevenzione e gestione dei conflitti generati da tali emergenza 1 3 9) Esperienze dell’ente proponente il progetto/capofila del progetto e degli altri enti coprogettanti nel campo di azione prescelto e nell’area geografica in cui si realizza il progetto (voce obbl.) Pur non essendo specializzata in emergenze umanitarie e nella pacificazione, la Fondazione AVSI interviene direttamente in numerose situazioni di crisi cronicizzate, di conflitto e post-conflitto, sempre in rapporto con realtà locali presenti sul territorio, utilizzando personale espatriato e locale. Gli interventi di AVSI sono finalizzati ad arginare le conseguenze di queste emergenze ambientali e umanitarie nelle popolazioni più vulnerabili , agendo sugli aspetti sanitari, nutrizionali, infrastrutturali, educativi, di generazione del reddito famigliare e promuovere la pace e la riconciliazione attraverso lo sviluppo Si riporta di seguito un elenco con alcune informazioni generali dei più importanti progetti realizzati negli ultimi anni in diversi paesi tra cui Haiti e il Libano. AVSI è presente in Haiti dove fin dal 1999 con fondi pubblici e privati ha realizzato i seguenti interventi pluriannuali come illustrati nel curriculum progetti in allegato: n. 23 nel settore educazione n. 26 nel settore protezione n. 18 nel settore nutrizione n. 11 nel settore agricoltura interventi per la promozione dei diritti umani e la risoluzione pacifica dei conflitti, reinserimento sociale e riduzione violenza comunitaria di promozione della parità di genere, di assistenza tecnica a istituzioni e organizzazioni locali e di sviluppo comunitario partecipativo di supporto alle vittime del terremoto e di ricostruzione I coproponenti (Università degli studi di Bari e Misericordie d’Italia) hanno una pluriennale esperienza nel settore della selezione, della formazione e del monitoraggio dei progetti di servizio civile in Italia e all’estero ed hanno procedure codifica in quanto enti di prima classe. Il loro ruolo si concentra nelle fasi iniziali di promozione, nella formazione e nel monitoraggio del progetto sperimentale corpi civili di pace. Si allega elenco dei principali progetti AVSI nel settore emergenza umanitaria e riduzione dei conflitti e promozione del dialogo attraverso lo sviluppo in vari paesi ed ambiti di intervento. PAESE DRC DONATORE FAO TITOLO DEL PROGETTO Distributions des intrants agricoles d'urgence e accompagnement technique des ménages déplacés et familles d'accueil dans les zones RRMP au Sud Kivu 2 VALORE TOTALE DEL PROGETTO DATA INIZIO DATA FINE PRINCIPALE TIPO DI ATTIVITA’ 74.543 € 28/01/2013 30/06/2013 EMERGENCY-POST CONFLICTNUTRITIONPEACE BUILDING DRC FAO DRC UNICEF DRC UNICEF DRC UNDP-POOLED FUND DRC UNDP-POOLED FUND DRC UE-ECHO DRC UE-ECHO DRC UE-ECHO DRC UNICEF Distributions des kits agricoles d'urgence e accompagnement technique des ménages déplacés, de rétournés et de familes hôtes dans les villages autour de Kibua, en territoire de Walikale, au Nord Kivu Réponse rapide aux muvements de population au Sud Kivu -Phase 1 Emergency Protection Response for Children in IDP camps and return areas in the Petit Nrd, North Kivu Rèponse d'urgence pour la protection des enfants déplacés et retournés au Nord Kivu -RDC Réponse d’urgence intégrée pour l’éducation et la protection des enfants déplacés et autochtones à Walikale Nord Kivu RDC Appui d'urgence en securité alimentaire et santé publlique pour les populations affectées du Nord et Sud Kivu Appui alimentaire d'urgence en réponse aux mouvements des populations dans le Kivu Continuation d'appui alimentaire d'urgence en réponse aux mouvements des populations dans le Kivu Réponse rapide aux mouvements de population au Sud Kivu et d’autres zones(Phase 3) 3 7.391 € 01/04/2012 30/06/2012 EMERGENCY-POST CONFLICTNUTRITIONPEACE BUILDING 2.643.907 USD (cash) 1.396.123 USD (in kind) 49.970 USD 01/02/2010 31/01/2011 EMERGENCY-POST CONFLICT PEACE BUILDING 01/03/2010 31/03/2010 EMERGENCYSOCIALMIGRATIONS 380.760 USD 01/06/2010 30/11/2010 EMERGENCY-POST CONFLICT PEACE BUILDING 249.744 USD 01/01/2010 31/07/2010 EMERGENCYEDUCATIONSOCIAL 1.158.332,6 9€ 06/05/2011 05/05/2012 EMERGENCYNUTRITIONHEALTHCARE 899.800,45 € 01/10/2011 30/04/2012 EMERGENCYHEALTHCARE 1.200.000 € 01/06/2012 28/02/2013 EMERGENCYFOOD SECURITYMIGRATIONS 4.444.382 USD 01/02/2012 31/01/2013 EMERGENCY DRC UNDP-POOLED FUND Réponse d'urgence integrée pour garantir un accès égalitaire à une éducation de qualité aux enfants et adolescents à risque des territoires de Walikale et Masisi, Nord Kivu, RDC Relance d'urgence en Sécurité Alimentaire des ménages vulnérables dans la zone de kibua, territoire de walikale, nord kivu, RDC Réponse d'urgence intégréè pour garantir la protection et l'accès égalitaire à une éducation de qualité aux enfants et adolescents à risque Réponse rapide aux mouvements de Population dans le Sud Kivu et zones limitrophes 545.000 USD 01/08/2012 28/02/2013 EMERGENCYEDUCATIONCHILDREN DRC FAO 98.335,14 USD 01/09/2012 28/02/2013 EMERGENCYNUTRITION DRC UNDP-POOLED FUND 960.024,89 USD 01/02/2012 01/09/2013 EMERGENCYEDUCATIONCHILDREN DRC UNICEF 5.396.119,0 0 USD 01/02/2013 30/04/2014 EMERGENCY-POST CONFLICTEDUCATION DRC UNICEF Réponse Rapide aux Mouvements de Population dans le Sud Kivu et zones limitrophes 2.702.352 USD 01/05/2014 01/05/2014 EMERGENCYEDUCATION DRC UNICEF Réponse Rapide aux Mouvements des Populations dans le Sud Kivu et Katanga 3.241.439 USD 01/05/2015 31/12/2015 EMERGENCYMIGRATIONS DRC UNICEF 227.000 USD 01/09/2015 31/12/2015 CHILD PROTECTION DRC UNICEF Appui aux Structures Communautaires de Protection de l’Enfance au Nord Kivu Alternative Responses for Communities in Crisis (ARCCIII) 1.618.377 USD 28/12/2015 27/12/2016 HEALTHCARESANITATION, HYGIENE PROMOTION, BASIC DRINKING, WATER SUPPLYFOOD/NON FOOD ITEMS DISTRIBUTIONMATERIAL RELIEF 4 Kenya AGIRE Kenya UE Kenya American Embassy in Nairobi Kenya Risposta all'Emergenza Educativa nei campi profughi di Dadaab, tramite la costruzione di centri educativi e seminari educativi (Appello emergenza siccità Africa Orientale) Support to Education for Refugees in Dadaab (SERD) AVSI partner Save The Children 01/09/2011 01/06/2012 EMERGENCYEDUCATIONREFUGEES 3.525.000 € 10/12/2012 09/12/2015 EMERGENCYEDUCATION Purchase of furniture for the three libraries in Dadaab Refugee Area 30.645,000 USD 08/04/2013 15/06/2013 EMERGENCYINFRASTRUCTURE S UNICEF To improve the quality of education in Dadaab refugees’ primary schools through teacher curriculum adaption and strategic childcentred approaches capacity interventions for progression towards possible repatriation. 298.103 USD 20/11/2013 23/04/2014 EMERGENCYEDUCATIONREFUGEESVOCATIONAL TRAINING Kenya UNICEF Dadaab Education Emergency Response Programme 978.189,03 USD 24/08/2011 31/12/2012 EMERGENCYEDUCATIONREFUGEES Sierra Leone MAEEMERGENZA COOPERAZIO NE ITALIANA Intervento a sostegno delle famiglie in quarantena e dei minori colpiti dall'epidemia del virus ebola nel distretto di Bombali e Freetown, Sierra Leone 108.625 € 14/01/2015 13/07/2015 EMERGENCYSANITATION Sierra Leone CEI (Conferenza Episcopale Italiana) Sostegno al reintegro dei minori colpiti dall'Epidemia di Ebola in Sierra Leone 58.160 € 01/03/2015 28/02/2016 EMERGENCYSANITATION Myanmar eni Myanmar Farm Recovery in the Magway Region, Myanmar: Rebuilding Smallholder Families 50.000 USD 01/10/2015 28/02/2015 FOOD/NON FOOD ITEMS DISTRIBUTIONMATERIAL RELIEF ASSISTANCE AND SERVICES 5 Ecuador CEI (Conferenza Episcopale Italiana) Emergencia educativa: nuevas oportunidades para los niños, jóvenes y familias desprotegidas del Ecuador AVSI partner Fundavion Sembrar Terremoto in Haiti Intervento di prima emergenza 150.330 € 01/04/2012 31/03/2014 EMERGENCYEDUCATION Haiti CEI (Conferenza Episcopale Italiana) 285.500 € 15/01/2010 15/07/2010 EMERGENCY Haiti MINUSTAH (Mission des Nations Unies pour la stabilisation en Haïti) Plis espas pou fanm nan Matissan- Phase II 199.948 USD 01/12/2012 30/10/2013 EMERGENCY Haiti MINUSTAH (Mission des Nations Unies pour la stabilisation en Haïti) Plis espas pou fanm nan Site Soley- Phase II 198.327 USD 01/12/2012 30/10/2013 EMERGENCY Haiti IOM (Internation. Organization for Migration) Rain protection for Cite Soleil 40.389 USD 01/05/2012 31/07/2012 EMERGENCY Jordan MAEEmergenza Cooperazione Italiana Miglioramento delle condizioni di vita degli individui più vulnerabili nel campo profughi palestinesi di Jeresh 397.115 € 01/03/2012 31/10/2012 EMERGENCYSOCIALREFUGEES Jordan MAEEmergenza Cooperazione Italiana Rafforzamento delle strutture di protezione a sostegno dei minori siriani e delle loro famiglie rifugiate nella zona di Aqaba 120.000 € 12/12/2013 12/06/2014 EMERGENCYREFUGEES Lebanon MAEEmergenza Cooperazione Italiana Acqua sorgente di convivenza: Azioni di supporto alla governance della Cooperativa di Dardara ROSS 6 186.774 € 01/01/2013 15/09/2013 EMERGENCYWATERAGRICULTURE 6 Lebanon UNICEF Supporting the enrolment and retention of vulnerable children in public schools in Lebanon Emergency intervention in support of syrian conflict affected popoulation during winter in Jordan and Lebanon 2.588.075 USD 10/11/2015 31/07/2016 EDUCATION IN EMERGENCY Lebanon, Jordan UE-ECHO 1.170.000 € 01/12/2012 31/05/2013 UE-ECHO Regional Emergency Intervention in support of vulnerable syrian conflict affected population 950.000 € 15/11/2013 14/07/2014 Lebanon, Jordan UE-ECHO Emergency intervention in support of vulnerable Syrian conflict affected population in Lebanon and Jordan 500.000 € 16/07/2014 15/12/2014 Syria Caritas Italiana UN LUOGO DA CUI RIPARTIRE Intervento di emergenza in favore delle popolazioni sfollate in Sahnaya 602.399 € 01/01/2016 30/12/2016 REFUGEESFOOD/NON FOOD ITEMS DISTRIBUTION RECONSTRUCTIO N RELIEF AND REHABILITATIONPROTECTION AND SUPPORT SERVICES REFUGEESFOOD/NON FOOD ITEMS DISTRIBUTION RECONSTRUCTIO N RELIEF AND REHABILITATIONPROTECTION AND SUPPORT SERVICES REFUGEESFOOD/NON FOOD ITEMS DISTRIBUTION RECONSTRUCTIO N RELIEF AND REHABILITATIONPROTECTION AND SUPPORT SERVICES REFUGEESFOOD/NON FOOD ITEMS DISTRIBUTION RECONSTRUCTIO N RELIEF AND REHABILITATIONPROTECTION AND SUPPORT SERVICES Lebanon, Jordan 10) Eventuali partners esteri operanti nell’area territoriale e nei campi di intervento nei quali si manifesta il conflitto: JILAP commissione giustizia e pace (Port au Prince e Nord) Organizzazione a carattere nazionale promossa dalla Conferenza episcopale della Chiesa cattolica per la riconciliazione, la giustizia e la pace in Haiti con sede in Rue Piquant 56 - Angle Rue Lamarre - Boîte postale 1572- Port-au-Prince Aderisce alla OMCT Organizzazione mondiale contro la tortura e per il rispetto dei diritti umani Ogni anno promuove un’iniziativa nazionale di sensibilizzazione al rispetto e alla convivenza durante la seconda domenica di quaresima, e durante tutto l’anno organizza seminari, incontri svolge attività di monitoraggio e diffusione dei dati, tenendo rapporti con organizzazioni Comunitarie di base in tutto il territorio di Haiti 7 JILAP ha un forte e capillare radicamento popolare non solo nelle aree urbane ma anche in quelle rurali del paese caraibico e svolge costante azione di monitoraggio dei conflitti. Almeno 164 persone sono state uccise in episodi di violenza tra gennaio e febbraio di del 2015 ad Haiti: il computo realizzato dalla Commissione Nazionale Jistis ak Lape (JILAP, in creolo, Giustizia e Pace in italiano) viene pubblicato dalla stampa a Port au Prince, in un periodo in cui il paese sta subendo una escalation di violenza che ha costretto la polizia ad applicare un nuovo piano di sicurezza pubblica. La Commissione ha rilevato che 138 delle 164 persone uccise sono morte in seguito a ferite di arma da fuoco, e ha segnalato che, solo nel mese di febbraio 2015, 70 persone sono state uccise nella capitale e in altre parti del paese, con una media di tre casi al giorno. Un'ondata senza precedenti di aggressioni e crimini è stata registrata all'inizio del mese di marzo: più di una dozzina di persone sono state uccise, soprattutto nella capitale, dove molte organizzazioni hanno chiesto un intervento deciso alle autorità. Fonte 53° rapporto periodico sulla situazione di conflitto in Haiti JILAP AVSI Haiti Dal 2005 AVSI HAITI è registrata come organizzazione locale non profit presso il Governo di Haiti AVSI Haiti opera dal 1999 a seguito della sollecitazione del Nunzio Apostolico per supportare la Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica di Notre Dame d’Haiti a Les Cayes. Da allora, è rimasta presente con numerosi progetti in ambito socio-educativo, diritti umani, sicurezza alimentare, formazione. I poli territoriali sono il sud, agricolo, e la capitale. Nella piana di Torbek presso Les Cayes, AVSI interviene con progetti di sicurezza alimentare, sviluppo rurale, acqua e ambiente. Di particolare rilievo l’intervento di nel parco Pic Macaya con contributo della UE ambiente e il programma Aquaplus con Rotary e EXPO2015. Nella capitale, AVSI si concentra in due comunità povere, Cité Soleil e Martissant, dove dopo il terremoto del gennaio 2010 ha riabilitato o costruito 17 strutture tra centri nutrizionali e scuole che servono diverse migliaia di bambini e loro famiglie. Ma soprattutto AVSI sta lavorando con le persone per “ricostruire l’umano”: mamme, bambini, giovani perchè riscoprano la propria dignità. Nell’emergenza post terremoto ha aiutato 45.000 persone grazie al contributo di migliaia di donatori in Italia e nel mondo. Il progetto sostegno a distanza coinvolge oltre 1.000 bambini e permette loro di andare a scuola, nutrirsi e avere luoghi in cui poter giocare e imparare. Inoltre dal 2013 AVSI Haiti ha aperto anche una base a Cap Haitien con un progetto di sviluppo agricolo a favore di 9 mila contadini in collaborazione con il Ministero dell'Agricoltura haitiano Ha un accordo con DINEPA, l’autorità preposta alla gestione dell’acqua, e con il Ministero della Salute per le attività nutrizionali. Collabora con Unicef, PAM, MAE, UE, BID, Minustah, Banca Mondiale. Ulteriori informazioni sul Mini-sito dedicato alle attività di AVSI Haiti: http://haiti.avsi.org 11) Descrizione del contesto di crisi su cui si intende intervenire con riferimento al contesto territoriale sociopolitico, economico e culturale del paese o dell’area geografica dove si realizza il progetto rappresentato mediante indicatori apprezzabili sotto il profilo quali-quantitativo, con riferimento al campo di azione individuato alla precedente voce 8 Haiti, il paese più povero e più densamente popolato dell’America centrale, presenta delle dinamiche sociali estremamente difficili e conflittuali storicamente dipendenti dalle disparità economiche che riflettono, da un lato, la composizione sociale della popolazione e l’eredità politica dei governi (o dittature) fino al 1994 e, dall’altro, l’assenza di politiche statali efficaci di protezione e sostegno alle categorie più deboli della società. L'insicurezza alimentare è persistente ad Haiti e oggi su 10 milioni di abitanti quasi il 30 per cento della popolazione ne è affetta; di queste 165.000 persone sono in grave insicurezza alimentare e 860.000 richiedono un’assistenza alimentare immediata per non cadere in un ulteriore stato d’indebolimento. Attualmente, il 5% dei bambini soffre di malnutrizione acuta e quasi la metà delle donne di età compresa tra 15 e 49 anni e il 65% dei bambini sotto i cinque anni sono anemici. L’aspettativa di vita media non supera 63,18. Ad Haiti, il 59% della popolazione vive in condizioni di povertà e il 25% in condizioni d’estrema povertà. I tre quarti degli haitiani vive con meno di 2$ al 8 giorno e la metà della popolazione guadagna meno di $1 al giorno. Il 70% non ha lavoro, il 45% della ricchezza è nelle mani dell’1% della popolazione Molte persone non hanno accesso immediato a energia elettrica, acqua, servizi igienico-sanitari, e l'assistenza sanitaria. Haiti è al 168 posto su 187, Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite (HDI) (fonte WFT- World food Programme). Il terremoto catastrofico di magnitudo 7,0 Mw con epicentro localizzato a circa 25 chilometri in direzione ovest-sud-ovest della città di Port-au-Prince e a una profondità di 13 km ha registrato una lunga serie di repliche nelle prime ore successive al sisma delle 16.53, ben 14 delle quali di magnitudo compresa tra 5,0 e 5,9 Mw, ed è stato il terremoto con il più alto numero di morti negli ultimi 450 anni con 900.000 edifici distrutti colpendo direttamente il 40% della popolazione del paese. Circa 1,5 milioni i bambini colpiti nelle zone coinvolte dal disastro, numerosi quelli sopravvissuti ai propri genitori, mentre sono 1,3 milioni i senza tetto, di cui 302.000 sono bambini. La seguente epidemia di colera ha causato 8.793 vittime e 450.000 contagi (fonte Unicef) Il paese sta attraversando un periodo di profonda crisi politica. Dal 2012, quando sono decaduti un terzo dei senatori, non si realizzano le elezioni politiche e da oltre un anno è in corso un forte scontro tra il presidente Martelly e i partiti di opposizione sulla nuova legge elettorale. È stato firmato un accordo tra il presidente e 22 partiti (la maggior parte dei quali non esprimono parlamentari) per cercare di sbloccare la situazione. L’accordo prevede l‘impossibilità per il presidente di governare per decreto e la formazione di un governo di coalizione che dovrebbe portare il paese alle elezioni politiche (ma non presidenziali) entro la fine del 2015. Nel frattempo verrebbe costituito un Consiglio Elettorale Provvisorio di nove “saggi” indicati dalle chiese cattolica, protestante e dai membri della religione popolare del woodoo, dalla società civile, dai sindacati, dalla stampa e dall’università. Il 25 ottobre 2015 si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali, mentre il secondo turno avrà luogo il 24 gennaio 2016 e l’insediamento del Presidente avverrà forse nella prima metà di Febbraio 2016. In generale, le condizioni di sicurezza permangono precarie anche a causa dell’elevato e diffuso livello di criminalità. Il fenomeno delle bande giovanili armate è sempre presente, come anche l’uso di sostanze stupefacenti da parte dei loro membri. Si registrano anche sequestri di persona. Haiti è il paese meno sviluppato dell'emisfero settentrionale e uno dei più poveri al mondo. Gli indicatori economici e sociali mostrano come Haiti, a partire dagli anni '80, abbia accumulato divario rispetto ad altri paesi in via di sviluppo con livelli di reddito molto bassi. Secondo il Fondo Monetario Internazionale nel 2012 il PIL nominale consisteva in 7,9 miliardi di dollari USA, mentre il PIL a parità di potere d'acquisto ammontava a 12,8 miliardi di dollari. Il PIL pro capite nominale si aggirava a 759 dollari, mentre quello a parità di potere d'acquisto a 1.229 dollari. Haiti occupa la 153ª posizione su 177 paesi classificati in base all'Indice di sviluppo umano. Circa l'80% della popolazione vive in una condizione di povertà degradante, il 54% vive con meno di un dollaro al giorno, posizionando così il paese al penultimo posto nel mondo nella relativa classifica. I disoccupati di Haiti rappresentano oltre il 60% della popolazione e sul paese grava un pesante debito. Quasi il 70% degli haitiani è impiegato nel settore agricolo, che rappresenta quasi un terzo del PIL nonostante sia per lo più una forma di agricoltura di sussistenza praticata su piccola scala. L'industria riveste un ruolo assolutamente marginale mentre i servizi, il turismo in particolare copre il restante 40% circa dell'economia del paese. Haiti ha conosciuto nello scorso decennio una piccola crescita dei posti di lavoro, mentre, attualmente, si assiste ad un aumento dell'economia sommersa. Durante le amministrazioni Aristide (secondo periodo) e Alexandre-Latortue, le difficoltà riscontrate nel raggiungere accordi con i finanziatori internazionali hanno negato ad Haiti gli aiuti di cui il paese aveva fortemente bisogno. Un altro ostacolo allo sviluppo economico è rappresentato dalla dilagante violenza che, negli ultimi vent'anni, ha tormentato la vita politica e sociale di Haiti. Sebbene vi fosse una situazione di relativa stabilità sotto i governi del Fanmi Lavalas, ciò non è bastato per convincere gli investitori stranieri ad impiegare il loro capitale nel paese. Di conseguenza, Haiti negli ultimi 20 anni ha conosciuto periodi di ristrettezze economiche, di consistenti deficit della bilancia commerciale e cicli caratterizzati da elevati livelli di inflazione. Gli studi hanno inoltre dimostrato che il flusso di riserve dall'estero, almeno per gli ultimi cinque anni, è rappresentato soprattutto dalle rimesse della consistente comunità haitiana espatriata e dalle tasse sulle telefonate dall'estero. 9 Dopo una recessione culminata nel 2004 si è verificata una lenta ripresa interrottasi però nel 2008 a seguito dei pesanti scontri di piazza, limitando così la crescita all'1,3%. Nel 2009 la crescita era invece prevista di circa il 2%. Dalla sesta rassegna valutativa, pubblicata sul sito del Fondo Monetario Internazionale il 4 febbraio 2010, si ha una visione generale dell’anno fiscale 2009 (conclusosi il 30 settembre 2009), nonché del primo trimestre 2010. Nonostante la grave crisi economica che ha colpito tutto il mondo, la crescita economica di Haiti è stata positiva (2,9 per cento), mentre l’inflazione è scesa a settembre a −4,7 per cento, riflettendo la diminuzione dei prezzi dei prodotti alimentari locali e internazionali. Il disavanzo di bilancio è rimasto contenuto (4,4 per cento del PIL). Nel settore finanziario, crediti e depositi sono fortemente aumentati, garantendo alle banche forti guadagni. Questa performance positiva dell’economia haitiana è continuata anche nel primo trimestre dell’anno fiscale 2010 (ottobredicembre 2009). Le proiezioni, in effetti, indicavano per il 2010 una previsione di crescita positiva del 3,6 per cento e un’inflazione annuale dell’8 per cento. Il sisma del 12 gennaio 2010 ha messo in pesante crisi tutto questo buon andamento complessivo, con danni gravissimi anche alle infrastrutture della capitale Port-au-Prince. Il sisma che ha devastato il paese ha enormemente amplificato la vulnerabilità delle fasce più deboli, minando in profondità la loro capacità di resilienza e di miglioramento: migliaia di persone, che a seguito del sisma hanno perso tutto o anche solo il poco che avevano, hanno cercato un’alternativa trasferendosi nella capitale, Port au Prince, e nei centri urbani maggiori tra cui Cap Haitien (Departement du Nord). Questo ha generato un processo di inurbamento rapido e incontrollato che oltre a enormi problematiche legate alle condizioni di vita e igienico sanitarie, ha impattato sull’efficacia dei programmi di ricostruzione post sisma, e ha portato al collasso la capacità di assorbimento delle strutture sociali, per non parlare dei servizi statali. Si stima che la ricostruzione durerà almeno 30 anni. Il conflitto sociale nel post terremoto si esprime dunque con tassi di disoccupazione altissimi microcriminalità elevata, potere delle bande armate, mancanza di occasioni di sviluppo e formazione per i giovani, sfruttamento del lavoro minorile, indebolimento della solidarietà sociale e diffusione di comportamenti violenti (Indice di sviluppo umano Haiti 0,456 al 161° posto). Nelle condizioni attuali di progressivo indebolimento del tessuto sociale, di impoverimento e di disgregazione famigliare, i bambini e ragazzi sono le prime vittime di abusi fisici e psicologici, di emarginazione e di abbandono. A 6 anni di distanza dal sisma circa 200.000 bambini, circa 12% dei bambini in età scolare (6-12 anni) non va a scuola, inoltre Il tasso di abbandono scolastico è ancora elevato, e la qualità dell'istruzione resta molto bassa con un tasso di analfabetismo del 49% Prima del terremoto gli orfani e i bambini abbandonati ad Haiti erano 380mila, si stima che siano ben 440mila i minori orfani sull’isola (quasi il 5% della popolazione) che crescendo sono ormai diventati giovani. Mappa del conflitto Il terremoto di Haiti è un potente fattore generatore di conflitto che si va ad aggiungere ad altri numerosi aspetti critici del difficile contesto di Haiti Dimensione ----------------------Tipologia di violenza prodotta CULTURALE CULTURALE SOCIALE POLITICA ECONOMICA Scarso livello di scolarizzazione dei bambini a causa delle scuole distrutte dal sisma e della carenza del sistema Difficoltà di accesso a opportunità culturali per i giovani residenti nei quartieri vulnerabili e nelle aree rurali Instabilità politica e delicata situazione di passaggio dei poteri tra l’oligarchia dominante Carenza di opportunità di formazione e di lavoro, diffusione del lavoro informale e del lavoro minorile 10 scolastico Carenza di vitalità sociale e culturale delle Organizzazioni Comunitarie di Base. Influenza delle credenze religiose popolari (woodoo) DIRETTA/ARMATA La prospettiva della criminalità come illusoria soluzione riduce le opportunità di sviluppo culturale dei più giovani SOCIALE Elevato numero di bambini e giovani orfani a causa del terremoto e aumento dei relativi conflitti sociali e dello sfruttamento Persone appartenenti ai livelli sociali più bassi sono più esposte a fenomeni di violenza Azioni di propaganda per discriminare gruppi politici dei diversi gruppi sociali Carenza di opportunità di lavoro e di sviluppo sociale nelle aree più vulnerabili Sviluppo incontrollato di bande armate e microcriminalità anche legate a gruppi politici che fomentano disordini Microcriminalità e presenza di bande armate e organizzati per la promozione di particolari interessi economici I seguenti indicatori sintetici intendono rappresentare in modo chiaro la realtà del conflitto e del contesto territoriale e sono quindi definiti per ciascuna delle due sedi di progetto Per obiettivo specifico 1 (sede Port au Prince) Indicatori qualitativi: giovani vulnerabili della fascia di età 15/25 con scarse opportunità lavorative e prospettive per il futuro in condizioni di progressivo indebolimento del tessuto sociale, di impoverimento e di disgregazione famigliare anche a causa dei conflitti prodotti dal terremoto da cui il paese non si è ancora rialzato. Per molti di questi giovani il conflitto in atto rischia di causare derive violente e l’ingresso in bande armate, di trafficanti di droga e nella microcriminalità. Indicatori quantitativi: 800 giovani vulnerabili raggiunti dalle attività in collaborazione con le OCB (organizzazioni comunitarie di base) nei quartieri Cité Soleil e Martissant a Port au Prince, dove vivono decine di migliaia di giovani nelle condizioni descritte. Per Obiettivo specifico 2 (sede Cap Haitien Haiti Nord) Indicatori qualitativi orfani del terremoto e bambini fascia di età 7-18 anni con basse opportunità di scolarizzazione e a rischio di sfruttamento per lavoro minorile. Indicatori quantitativi: 5.000 bambini in età scolare a rischio di sfruttamento, residenti in area rurale nel Department du Nord afferenti a 37 diverse scuole. 12) Obiettivi del progetto (voce obblig.): OBIETTIVO GENERALE Affrontare la gestione dei conflitti e delle gravi conseguenze sociali del terribile terremoto di Haiti e coinvolgere i bambini e i giovani più vulnerabili in iniziative a forte valenza educativa per rinforzare la solidarietà e la cultura della pace e della non violenza nelle comunità più provate. Il programma, articolato su 2 sedi territoriali di intervento, vuole proporre delle alternative ai giovani, ai bambini e alle loro famiglie, provenienti dagli strati più deboli delle comunità che maggiormente hanno risentito del contraccolpo del terremoto, nei quartieri a più alto rischio della capitale Port Au Prince e nelle zone più disagiate del dipartimento del Nord e del Nord Est. Obiettivo specifico 1 (Port au Prince) Supportare le attività di accompagnamento psicosociale e di rilancio economico dei giovani residenti 11 nei quartieri vulnerabili di Port au Prince a Cité Soleil e Martissant particolarmente colpiti dal terremoto con un approccio comunitario. Obiettivo specifico 2 (Département du Nord et du Nord Est) Accompagnare il recupero e la prevenzione di situazioni di sfruttamento del lavoro minorile nei dipartimenti de Nord del Nord Est (Cap Haitienne, Lemonade), con particolare attenzione agli orfani del terremoto, con un approccio inclusivo di famiglie e comunità Indicatori obiettivo specifico 1 Numero di giovani che partecipano alle attività psicosociali e artistiche: 100 Numero di AGR (azioni generative di reddito) per i giovani vulnerabili attivate: 50 Numero di eventi artistici cui hanno partecipato i giovani del progetto: 3 Numero di OCB (organizzazioni comunitarie di base) accompagnate nel processo di rafforzamento: 16 Numero di giovani che hanno partecipato alle attività delle OCB: 800 Indicatori obiettivo specifico 2 Numero bambini a rischio di sfruttamento scolarizzati : 5.000 Numero di scuole supportate: 37 Numero centri monitoraggio diritti umani attivati : 4 Numero AGR per le famiglie attivate: 2400 13) Descrizione puntuale delle attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari, nonché delle altre risorse umane impegnate nella realizzazione del progetto dal punto di vista qualitativo e quantitativo: 13.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi 13.1.0. attività iniziali: orientamento/selezione/ formazione generale e specifica/visti Le attività iniziali saranno svolte durante i primi 3 mesi di servizio civile, durante i quali ai volontari viene fornito un primo orientamento presso l’ente, circa le mansioni effettive da svolgere. Già nella fase di selezione ogni volontario sarà abbinato ad una specifica sede all’estero. La sede di riferimento per la selezione sarà la sede dell’ente di Milano per la realizzazione di colloqui e degli incontri di orientamento dei volontari, Presentazione organigramma, ed altro personale volontario e dipendente ai volontari Nei primi mesi si svolgerà la formazione generale e la formazione specifica anche presso la sede dell’ente di Cesena e l’Università di Bari in forma residenziale, dove il volontario potrà venire a conoscenza degli scopi degli enti coinvolti, del metodo di lavoro, delle priorità e degli obiettivi generali, compresa una conoscenza approfondita delle procedure di sicurezza e la gestione degli aspetti organizzativi come gli orari e i permessi. Nella fase d’inserimento del volontario si imposta la formazione specifica per ciascun paese d’intervento con incontri con il referenti di ciascun paese in Italia e con le modalità descritte ai punti 38-43 , la formazione specifcia sarà completata nel paese ospitante. Si prevede di completare l’inserimento dei volontari in ciascun paese all’estero entro i primi 3 mesi. I volontari selezionati in base alle attitudini, alle esperienze e competenze pregresse emerse durante il processo di selezione (punto 28) e nella fase di orientamento sarà inviato in uno dei paesi ed affiancato da un OLP e da altri volontari espatriati e personale locale. Il responsabile di progetto concorderà con ciascun volontario le date e le modalità del viaggio. In questa fase saranno avviate le procedure di richiesta di visto /permesso di soggiorno previste per durata di permanenze superiori ai 3 mesi. Sulla base delle indicazioni dell’ente che conosce le disposizioni normative di ciascun paese i civilisti raccoglieranno la documentazione necessaria e presenteranno le richieste di visto, di cui tutti gli eventuali costi rimangono a carico dell’ente che rimborserà i civilisti. 13.1.1. Arrivo nel paese, ambientamento, ricognizione della situazione e programmazione Gli operatori locali di progetto faranno il punto sulla situazione individuale delle persone accolte nelle strutture 12 dell’Ente nei vari paesi, verificando il percorso individuale, i progressi e i bisogni di ciascuno. In questa azione si prevede la sistemazione del volontario in alloggi in possesso dei necessari requisiti di sicurezza precedentemente individuate a cura dei responsabili per la sicurezza dell’ente e il loro inserimento graduale nello staff locale. Si preferirà l’uso di alloggi in comune vicino alle sedi di progetto in modo che i volontari almeno in coppia possano condividere l’esperienza e ottimizzare gli aspetti logistici. Sarà completata la formazione specifica e saranno date le principali disposizioni operative: postazione di lavoro, conoscenza delle altre risorse umane coinvolte, introduzione alla diversa cultura, visite sul campo e incontro con i principali partner e soggetti locali, con particolare attenzione alle norme di sicurezza e prevenzione dei rischi. Questa fase della durata di 1 mese circa si conclude con la programmazione delle attività comuni e specifiche nei vari paesi. Si predisporrà un calendario degli interventi specifici anche in relazione all’ambito degli interventi nonché la tempistica per il monitoraggio periodico delle attività come previsto al punto 29. 13.1.2. Miglioramento delle condizioni dei giovani vulnerabili a Port Au Prince Nelle condizioni attuali di progressivo indebolimento del tessuto sociale, di impoverimento e di disgregazione famigliare anche a causa del terremoto, i bambini e ragazzi sono le prime vittime di abusi fisici e psicologici, di emarginazione e di abbandono. È in questo clima di disagio che si vuole inserire il programma sperimentale dei Corpi Civili di Pace (CCP). A Port au Prince il progetto è volto al sostegno dei giovani presenti nella zona. Nella capitale è, inoltre, presente un programma che AVSI implementa dal 2011 attraverso fondi della MINUSTAH (Missione delle Nazioni Unite ad Haiti) e della American Red Cross /a partire dal 2015) che prevede formazioni professionali, avviamento di attività generatrici di reddito, accompagnamento psicosociale e il rafforzamento delle organizzazioni di base comunitarie come attori di riferimento chiave per l’accompagnamento dei giovani. I giovani volontari che verranno impiegati tramite il progetto dei CCP presteranno servizio nell’ambito di specifiche attività implementate dall’ente AVSI come risorse umane aggiuntive a quelle già dispiegate in loco (espatriate e locali). La fascia di età 15/25 anni è riconosciuta essere quella più vulnerabile per l’assenza di opportunità lavorative e prospettive per il futuro. Il programma di AVSI a Port au Prince, cui si associa anche una forte componenete di genere con progetti miranti a mitigare le specifiche vulenrabilità delle giovani donne, riflette la necessità di prevedere spazi educativi, formativi, ricreativi e di discussione per i giovani ricorrendo principalmente alle risorse disponibili a livello locale: organizzazioni comunitarie di base, tradizione di produzione artigianale locale, promozione di spazi comunitari. La totalità dell’intervento di AVSI è messo in opera attraverso staff locale appartenente alle comunità dove le attività sono operate. Parte dell’intervento ha luogo nei centri educativi di AVSI nei quartieri di Cité Soleil e Martissant e parte presso le strutture comunitarie delle organizzazioni locali con cui AVSI opera, negli stessi quartieri. Questo garantisce continuità ai diversi progetti del programma di supporto nel tempo e vicinanza reale con i beneficiari. Una serie di attività specifiche (che si svolgeranno tra il mese 3 e il mese 12), rispondenti ai bisogni dei destinatari nei vari contesti, sono previste per garantire istruzione, educazione, accompagnamento psicosociale e miglioramento delle condizioni di vita. Tali attività si ripartiscono in attività dirette, i cui beneficairi primi sono i giovani in condizione di vulnerabilità, e attività indirette destinate al rafforzamento delle organizzazioni locali che lavorano a sostegno dei giovani vulnerabili. Attività dirette con i giovani: o Identificazione dei criteri di vulnerabilità: bambini e giovani in condizione di vita di strada, giovani associati alle bande armate, ragazze madri, povertà estrema etc... o Identificazione dei giovani vulnerabili con particolare attenzione alle ragazze e giovani donne (15-25 anni) o preparazione di dossier che illustrino la specificità dei casi dei singoli beneficiari e la strategia di supporto psicosociale da attuare con riferimento alle attività prinicipali o gestione dei casi di protezione più urgenti (case managment di violenze sessuali, abbandoni di minore etc..) attraverso referenza a servizi medici, giudiziario-legali sociali specializzati o organizzazione delle attività di supporto e accompagnamento psicosociale: gruppi di discussione e di parola, colloqui con psicologi, visite domiciliari, attività ricreative o organizzazione di attività artistiche o atelier di creazione manuale o formazione in competenze di base di vita (life skills) 13 o o o o o gestione archivio e dati statistici dei beneficiari pagamento costi per la formazione professionale dei giovani acquisto e distribuzione dei kit per l’avviamento delle attività generatrici di reddito (AGR) monitoraggio e valutazione delle AGR monitoraggio e valutazione dei cambiamenti nella sfera psicosociale dei beneficiari Attività indirette per i giovani con le organizzazioni comunitarie di base (OCB): o accompagnamento delle OCB nella raccolta della documentazione dei casi di giovani in vulnerabilità particolare o affiancamento dello staff sociale delle OCB per rafforzare l’impatto dell’azione psicosociale di accompagnamento dei giovani o accompagnamento delle OCB nella preparazione di attività aggregative per i giovani o messa in opera comune di attivtà di sensibilizzazione e informazione su tematiche importanti: diritti delle donne, dei bambini, igiene, improtanza dell’educazione etc... o rafforzamento delle capacità gestionali e amministrative delle OCB e loro accopagnamento nella presentazione di proposte di progetti comunitari presso donatori locali o coordinazione delle OCB per gli eventi di sensibilizzazione su larga scala o Sviluppo di contatti con partner e altri soggetti locali 13.1.3. Prevenzione sfruttamento dei minori nel department du Nord: Nel dipartimento del Nord, le attività dei volontari dei corpi civili di pace troveranno utili sinergie nel quadro di un programma pluriannuale cofinanziato da Catholic Relief Service (CRS) che si focalizza sulla prevenzione e risposta alle situazioni di sfruttamento dei minori, principalmente nelle piantagioni di caffé, attraverso la scolarizzazione, il sostegno diretto alle scuole, le attività generatrici di reddito per le famiglie, la creazione e il rafforzamento delle organizzazioni di base della comunità per il monitoraggio dei diritti umani. La problematica dello sfruttamento del lavoro dei minori, particolarmente preoccupante nel paese, viene affrontata dal progetto attraverso un’azione che si indirizza alle tre maggiori componenti del tema: l’accesso alla scuola, la vulnerabilità economica delle famiglie, la capacità della società civile. Lo staff di progetto, anche in questo caso appartenente alle comunità di intervento, organizza valutazioni costanti sul terreno per identificare i casi di minori (fascia di età 7-18 anni) a rischio di sfruttamento, o già in situazione di sfruttamento. L’identificazione avviene tramite il supporto dei leader comunitari e della rete delle organizzazioni di base già attive sul territorio a anche su segnalazioni dirette delle famiglie o delle scuole. La prima formula di risposta è quella di reinserire i bambini nel circuito scolastico o, quando impossibile, indirizzarli verso corsi di formazione professionale. Parallelamente sono effettuate delle valutazioni sulla situazione familiari dei bambini, tanto umane quanto economiche. In risposta al bisogno economico delle famiglie dei bambini sono proposte delle attività generatrici di reddito ai genitori, e la famiglia è accompagnata nell’utilizzo coscienzioso e razionale dei ricavati. Le attività specifiche (che si svolgeranno tra il mese 3 e il mese 12), rispondenti ai bisogni dei bambini si ripartiscono in attività dirette, i cui beneficiari diretti sono i minori, le loro famiglie e le scuole, e attività indirette destinate al rafforzamento delle organizzazioni locali (OCB) affinché possano implicarsi direttamente nel monitoraggio dei diritti umani, specificatamente dei bambini. Attività dirette con i bambini e le famiglie: o Identificazione costante dei minori su base dei criteri di vulnerabilità e di rischio di sfruttamento o Documentazione dei singoli casi dei bambini a fronte di violazioni gravi dei loro diritti o Referenza dei casi di violazione grave ai servizi competenti o Preparazione di schede anagrafiche e informative di tutti i bambini integrati nel progetto o Selezione delle scuole da associare al progetto secondo criteri definiti: qualità, ubicazione, costo o Iscrizione dei bambini presso le scuole selezionate e pagamento delle rette scolastiche o Acquisto e distribuzione di kit scolastici e uniformi ai bambini o Supporto alle scuole per piccoli interventi di riabilitazione e per l’acquisto di materiale didattico o Formazione degli insegnanti nelle scuole sui diritti dei bambini e la solidarietà o Analisi della situazione economica delle famiglie dei bambini selezionati o Stesura dei piani di attività geenratrici di reddito con le famiglie 14 o Distribuzione dei kit per le AGR Attività indirette con le OCB: o Formazione dei membri delle OCB su tematiche attinenti i diritti dei bambini, l’aproccio psicosociale, l’organizzazione di attività di accompagnamento dei minori o Formazione delle OCB sui diritti umani e il loro monitoraggio o Creazione di contatti tra le OCB e le istituzioni statali (e non) per rafforzare la loro capacità di fare rete o Creazione di un consensum comunitario sul tema dei diritti umani e della loro tutela o Identificazione di spazi idonei all’installamento di centri di monitoraggio dei diritti umani o Selezione delle OCB per la creazione dei centri di monitoraggio dei diritti umani o Coordinamento delle OCB selezionate nella gestione dei centri o Attivare il sistema di referenza dei casi di violazione trai vari attori di protezione Diagramma di Gantt Obiettivi/ATTIVITA' Attività trasversali Selezione e avvio Formazione generale Coordinamento Formazione specifica 9.1.1. Arrivo nel paese, ambientamento, ricognizione della situazione e programmazione 9.1.2. Miglioramento delle condizioni dei giovani vulnerabili a Port Au Prince 1 4 5 MESI 6 7 ► ► ► ► ▓ ▓ ▓ ● ● ► ► 2 3 █ █ ▓ ► ► ▓ ▓ 9 10 11 12 ► ► ► ► ► ● Attività dirette con i giovani Attività indirette con le OCB 9.1.3. Prevenzione sfruttamento dei minori nel department du Nord: 8 ► Attività dirette con i giovani Attività indirette con le OCB ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► verifica e monitoraggio Azioni di monitoraggio ● █ attività a tempo pieno ▓ attività part time ● singolo evento ► attività continuativa 15 ● ● ● 13.2 Risorse umane necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività Le risorse umane considerate necessarie per l’espletamento delle attività previste sono complessivamente 36 persone di cui 10 dipendenti dell’ente in Italia e 26 all’estero Risorse umane per Attività in Italia N. 10 formatori specifici dipendenti dell’ente per le sedi di Cesena e Milano in possesso di professionalità ed esperienze specifiche (cfr curriculum allegati) N. 1 responsabile gestione progetti di servizio civile e corpi civili di pace Pierpaolo Bravin N. 1 Responsabile del monitoraggio Franco Argelli N. 1 Segretario Generale dr Giampaolo Silvestri che interviene anche come formatore specifico N. 1 dipendente dell’ente con funzioni amministrative di gestione del personale nella sede di Milano che affiancherà il responsabile dell’ente per le necessarie pratiche (vaccini, visti, comunicazioni ambasciate, voli aerei..) Risorse umane per attività in HAITI 1 espatriato italiano Fiammetta Cappellini rappresentante di AVSI Haiti, responsabile della sicurezza e formatore specifico nel paese, OLP per la sede di Port Au Prince 1 Biguiner Simeon responsabile programma di protezione e educazione, OLP per la sede di Cap Haitien 2 programme manager che gestiscono le attività nelle 2 sedi di progetto 4 coordinatori di terreno locali che gestiscono le attività sul terreno nelle 2 sedi 14 assistenti sociali/educatori a supporto delle specifiche attività di progetto nelle 2 sedi 4 autisti/guardiani nelle 2 sedi dei volontari dei corpi civili di pace 13.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto. Il ruolo dei volontari sarà quello di portare a termine i compiti assegnati dagli OLP, collaborare e affiancare il personale locale dell’ente nelle mansioni descritte per raggiungere tutti i beneficiari dei progetti e migliorare la loro condizione in maniera efficace ed efficiente rispondendo ai bisogni considerati. Attività iniziali: orientamento/selezione/avvio/formazione in Italia Il ruolo dei volontari nell’esecuzione delle attività iniziali sarà il seguente: o Partecipazione a colloqui di orientamento con i responsabili dell’ente al fine di individuare le caratteristiche personali e le aspettative o incontri comuni di orientamento dei volontari (diritti e doveri del volontario, lettura e firma del contratto) o Partecipazione attiva alla formazione generale o Partecipazione attiva alla formazione specifica in Italia o Incontro con il personale dell’ente: formatori, dipendenti e volontari o Preparazione alla partenza per l’estero (documenti, visti, vaccinazioni. ..) o Ciascun volontario è invitato a presentarsi presso la propria ASL con servizio di vaccinazioni internazionali per ricevere tutte le informazioni necessarie ed aggiornate sulle malattie presenti del Paese di destinazione e provvedere alle stesse Attività nel paese ospitante Le attività dei volontari nel paese ospitante saranno realizzate in affiancamento con l’OLP e dei collaboratori dell’ente e dei partner nello svolgimento delle attività descritte 9.1.1. Arrivo nel paese, ambientamento, ricognizione della situazione e programmazione All’arrivo nel paese il volontario svolge le seguenti attività: o Prima conoscenza del personale locale e dei collaboratori dell’ente e dei partner nel paese o Sistemazione nell’alloggio reperito e verifica di tutti gli aspetti logistici o Presa di contatto con l’ambiente e delle norme di sicurezza e prevenzione o Partecipazione alle riunioni di programmazione e presa di contatto con la sede locale dell’ente o Assegnazione postazione di lavoro o Partecipazione alla formazione specifica nel paese ospitante, esercitazioni di sicurezza e visite sul campo 16 9.1.2.Miglioramento delle condizioni dei giovani vulnerabili a Port Au Prince Attività presso la sede locale dell’ente AVSI a Port au Prince con visite 3 o 4 volte la settimana dei centri educativi dei quartieri di Cité Soleil e Martissant (quando le condizioni di sicurezza siano garantite) per effettuare l’accompagnamento dello staff locale e le attività dirette con i giovani. Attività dei volontari a Port au Prince o Affiancamento degli operatori sociali nelle attività educative e psicosociali con i beneficiari o Supporto alla gestione dei dossier dei beneficiari e aggionramento del database o Preparazione delle attività psicosociali con ruolo di supporto ai coordinatori di terreno: scelta temi dei gruppi di discussione e di parola o Accompagnamento della messa in opera di attività artistiche a sostegno degli ateliers di creazione o Accompagnamento alla pianificazione e messa in opera di eventi di sensibilizzazione e formazione o Analisi con i coordinatori e i programme manager delle proposte di attività generatrici di reddito o Analisi con i coordinatori e il program manager delle attività proposte dagli OCB ad integrazione nei progetti Avsi o Preparazione di strumenti di lavoro per il sostegno degli OCB e dello staff di progetto (report, pianificazioni, schede di progetto, questionari per valutazioni finali) o Partecipazione attiva nelle valutazioni delle attività, dopo ogni attività, mensilmente e trimestralmente o Supporto alla stesura di rapporti di attività per i donors 9.1.3. Prevenzione sfruttamento dei minori nel department du Nord Attività presso la sede locale dell’ente AVSI a Cap Haitien, con visite settimanali delle comunità di intervento, quando le condizioni di sicurezza siano garantite, per effettuare le attività congiunte con lo staff locale di progetto e le organizzazioni partner e le scuole. Attività dei volontari nel Dipartimento del Nord o Supporto alla stesura di relazioni sui casi di violazioni più gravi o Supporto alla preparazione delle schede di progetto dei beneficiari/bambini o Visite nelle scuole per la selezione degli istituti più idonei e/o per il monitoraggio del loro funzionamento o Monitoraggio congiunto con lo staff sociale dei bambini iscritti nelle scuole identificate dal progetto o Supporto all’organizzazione e distribuzione dei kit scolastici per i bambini o Verifica congiunta con lo staff sociale di progetto degli obiettivi di formazione degli insegnanti o Proposta di strategie di rafforzamento delle formazioni insegnanti effetuate o Analisi con i coordinatori e il program manager delle proposte di attività generatrici di reddito (AGR) o Supporto alla distribuzione dei kit delle AGR o Supporto al coordinamento e alla supervisione delle formazioni destinate alle organizzazioni di base (OCB) o Partecipazione attiva nelle valutazioni delle attività, dopo ogni attività, mensilmente e trimestralmente o Supporto alla stesura di rapporti di attività per i donors 9.1.4. Attività specifiche di ciascun volontario In aggiunta alle attività descritte per ciascuna sede di progetto i volontari avranno anche una specifica mansione che svilupperanno durante l’intera durata del progetto sotto la guida dell’ OLP e del responsabile della sicurezza. Port au prince Volontario selezionato 1 aggiornamento del piano di attività socio-educativo Volontario selezionato 2 raccolta documentazione delle attività ricreative sviluppate nei centri educativi di AVSI per i bambini e i giovani Department du nord Volontario selezionato 3 Sviluppare un manuale di buone pratiche per il funzionamento dei centri di monitoraggio dei diritti umani Volontario selezionato 4 Aggiornamento delle linee guida per i programmi di avviamento e monitoraggio di attività generatrici di reddito 17 14) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 4 4 15) Modalità di fruizione del vitto e alloggio: Per tutti i volontari impiegati nel progetto di servizio civile è garantita la fornitura dei servizi di vitto e alloggio direttamente dall’ente presso gli alloggi dei volontari espatriati e/o le sedi dell’ente nel paese dotate di foresteria e/o alloggi appositamente presi in affitto nelle immediate vicinanze della sede logistica e in quartieri considerati sicuri. 16) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 40 17) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6): 5 18) Mesi di permanenza all’estero ed eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Si prevede che i volontari dei corpi civili di pace permangano all’estero per un periodo minino di 7 mesi e massimo di 10 mesi. Ai volontari in servizio si richiede: o elevato spirito di adattabilità, o flessibilità oraria, o flessibilità e interesse alle mansioni, o disponibilità a trasferte in Italia durante la prima fase per attività di formazione generale e specifica, o disponibilità ad impegni sporadici durante i fine settimana, o impegno di riservatezza sulle informazioni sensibili acquisite, o disponibilità a farsi accompagnare sempre da personale locale dipendente dell’ente e dei partner durante le visite sul terreno per motivi di servizio o disponibilità a partecipare a incontri di sensibilizzazione e di testimonianza al termine della permanenza all’estero. o il rispetto delle norme del codice etico di AVSI o obbligo all’osservanza delle norme e procedure di sicurezza dell’ente o attenersi scrupolosamente alle misure cautelative indicate alla voce “sicurezza”della scheda paese del sito www.viaggiaresicuri.it e registrazione dei dati relativi al viaggio sul sito www.dovesiamonelmondo.it CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 19) Particolari condizioni di rischio connesse alla realizzazione del progetto in relazione alla tipologia del conflitto, alle modalità con le quali si manifesta, ovvero alla tensione generata dal conflitto latente alla luce della situazione politica e sociale esistente nell’area di intervento prescelta : In generale, le condizioni di sicurezza in Haiti permangono precarie anche a causa dell’elevato e diffuso livello di criminalità. Il fenomeno delle bande giovanili armate è sempre presente, come anche l’uso di sostanze stupefacenti da parte dei loro membri. Si registrano anche sequestri di persona. Vi sono, inoltre, problemi di collegamenti stradali, aggravati dal terremoto del 12 gennaio 2010, sono assolutamente da evitare gli spostamenti notturni. Si raccomanda di evitare gli spostamenti nei 18 quartieri popolari “bidonville” e nelle zone periferiche fuori dai principali centri abitati. L’ulteriore degrado dell’ordine pubblico consiglia cautela e prudenza anche nella Capitale soprattutto nel centro, nella zona di “PetionVille”, e nell’area attigua alla zona portuale. Le particolari condizioni di rischio sono legate alla situazione di violenza microcriminalità e insicurezza nelle aree degradate dove si esprimono i conflitti sociali, economici e politici che non sono ancora risolti dopo il grave terremoto in Haiti. In tutti i casi di relazione diretta o di visite ai minori e ai giovani, alle OCB e ai partner fuori dalle sedi di progetto i volontari saranno sempre accompagnati da personale locale dell’ente che ben conosce il contesto e i possibili rischi e chiaramente dovranno attenersi a tutte le procedure di sicurezza in loco e al codice etico di AVSI. In tutti i loro spostamenti con automezzi dell’ente i volontari avranno obbligatoriamente a disposizione un autista locale. 20) Piano della sicurezza redatto in conformità alle linee guida di cui all’allegato 8 al presente Prontuario e Protocollo di sicurezza (all 8bis) allegato al predetto Piano adottati dall’ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela del volontari a fronte della natura dei conflitti e dei rischi evidenziati alle precedenti voci 11) e 19): Al fine di garantire livelli minimi di sicurezza e di tutela dei volontari a fronte dei rischi evidenziati l’ente adotta alcuni protocolli e accorgimenti di carattere generale e di carattere specifico in relazione alla tipologia di rischio indicata al precedente box 19 Prima della partenza: Registrazione dei dati relativi alla permanenza nel paese estero prima della partenza sul sito www.dovesiamonelmondo.it promosso dall’Unità di crisi del Ministero Affari Esteri Italiano. Coordinamento del viaggio di espatrio. Il viaggio di espatrio è preventivamente concordato fra la struttura di gestione e la sede di destinazione: viene comunicata alla sede locale il giorno e l’ora di arrivo del volontario nel paese di destinazione. Eventualmente avvalendosi di collaboratori locali gli operatori dell'Associazione nel paese di destinazione si occuperanno dell’accoglienza dei volontari sin dall’arrivo presso l’aeroporto di destinazione. Comunicazione alla Rappresentanza Diplomatica nel paese di destinazione dei riferimenti dei volontari, oltre alla data di arrivo, i nominativi, i dati anagrafici, l’indirizzo e riferimenti dell’associazione in loco. Il rapporto di comunicazione con l’Ambasciata verrà mantenuto durante tutto il periodo di permanenza all’estero dei volontari. Informazioni igienico-sanitarie: Prima della partenza i volontari verranno informati delle norme di sicurezza igienico-sanitarie di base da adottare nel paese di destinazione Prima della partenza nel paese vengono eseguite le necessarie vaccinazioni e sul posto si richiede il rispetto delle norme igienico-sanitarie e le normali precauzioni alimentari. In ogni paese sono predisposte specifiche misure di sicurezza che si aggiungono alle comuni norme di profilassi sanitaria tra cui vaccinazione febbre gialla e antimalaria, norme di prevenzione della trasmissione di malattie infettive come AIDS, norme igieniche e di alimentazione (cottura dei cibi, attenzione all’acqua,..). Informazioni di base sulla presenza all’estero: nel corso delle prime settimane di formazione, verrà descritto ai ai volontari il complesso delle attività dell’ente in loco, le sedi di attuazione, gli operatori dell’associazione, collaboratori etc. Ai volontari sanno inoltre forniti alcuni elementi generali rispetto a: - prassi generali di carattere interculturale; - norme di comportamento legate a situazioni di ordine pubblico. L’ente ha provveduto a codificare apposite norme di sicurezza che valgono per gli oltre 110 espatriati AVSI in diversi paesi che saranno presentate durante la formazione specifica ai volontari in servizio civile. I volontari in servizio civile dovranno fare riferimento alle norme AMPE 16/2007 del 24/04/2007 19 relative alle procedure di sicurezza degli volontari e dipendenti AVSI espatriati riportate in allegato. La norma e i suoi allegati (linee guide sicurezza e riferimenti per emergenze) sono documenti articolati e completi preparati sulla base dell’esperienza pluriennale di AVSI e della collaborazione con OOII in vari paesi a rischio e comprendono anche specifiche norme di comportamento sanitario. I Volontari in Servizio Civile riceveranno una formazione specifica su queste norme che dovranno obbligatoriamente rispettare durante la loro permanenza all’estero. Indice delle norme il cui testo integrale si riporta in allegato 1. Introduzione 2. Livelli di responsabilità 3. Livelli di rischio 4. Scheda Sicurezza Paese (Country Security Profile) 5. Procedure operative 5.1. Sedi operative e residenze 5.1.1. Location 5.1.2. Estintori 5.1.3. Protezione degli stabili 5.1.4. Residenze 5.1.5. Guardiani 5.2. Comunicazioni 5.2.1. Comunicare in viaggio 5.2.2. Protezione degli equipaggiamenti 5.2.3. Contatti e numeri utili 5.3. Gestione e trasporto valori 5.4. Viaggi e visibilità 5.4.1. Condotta di guida 5.4.2. Visibilità 5.5. Invio rapporti di sicurezza 5.6. Protezione di archivi e documenti 5.6.1. Computer back-up 5.6.2. Documenti e password 5.7. Comportamenti personali 5.8. Salute del personale 5.8.1. Norme sulla salute del personale 5.8.2. Ospiti, studenti e stagisti 5.9. Sicurezza del personale femminile 5.10. Formazione e orientamento Allegato 1 – Contatti Allegato 2 – Linee Guida Sicurezza Ad integrazione ed esemplificazione delle norme AMPE l’inserimento dei giovani volontari dei corpi di pace nei paese coinvolti dal presente progetto è affidato ai responsabili per la sicurezza in loco, per garantire che vengano rispettate le norme minime di sicurezza al fine di evitare spiacevoli situazioni, e il piano di sicurezza del Paese. Gli accorgimenti generici adottati per garantire i livelli minimi di sicurezza vengono considerati dal punto di vista sociale e relazione, sanitario ed alimentare, di ordine pubblico e politico. Per ciascun paese è predisposto e in uso un piano di sicurezza sui rischi specifici in Haiti (vedi allegato) le cui norme specificano, tra le altre cose: la gestione dei documenti personali e del passaporto; gli itinerari di evacuazione e i punti di riunione in caso di emergenza, le precauzioni in caso di catastrofe naturale (terremoto) o politica (es. colpo di stato, scontri armati) , la dotazione (acqua, carburante, mezzi di comunicazione) che deve essere disponibile in ogni sede e abitazione. Contesto Sociale/Relazionale In ogni paese l’inserimento dei giovani volontari nel contesto sociale è affidato agli operatori locali di progetto ed ai loro collaboratori locali. Questo inserimento prevede l’accompagnamento dei giovani 20 alla scoperta del Paese e del progetto in cui saranno inseriti in modo graduale per prevenire eventuali rischi e conseguenti disagi. Inoltre l’approccio relazionale con bambini od altre persone coinvolte in qualità di assistiti va concordato con gli operatori presenti stabilmente nel progetto ed è scoraggiata l’iniziativa individuale soprattutto nel periodo di inserimento. Viene favorita la conoscenza basilare della lingua locale (dialetto creolo) ed un atteggiamento di disponibilità all’ascolto ed al rispetto delle tradizioni culturali e degli usi sociali locali Sanitario e alimentare: Prima della partenza i volontari verranno informati sulle indicazioni generali dell’OMS e del ministero della Salute rispetto al paese di destinazione e orientati riguardo alle procedure da seguire, suggerendo la consultazione dei centri di Medicina del Viaggiatore delle ASL di riferimento sul territorio nazionale. Considerata la possibilità di entrare in contatto con contesti caratterizzati da un basso livello di igiene si consiglia di effettuare vaccinazioni contro l'epatite A e B, il tetano, il colera e il tifo. Per i paesi che presentano aree in cui la malaria è endemica, è necessario effettuare la profilassi antimalarica, da iniziare durante le settimane prima della partenza e da continuare per tutto il periodo di permanenza. Dal momento che nessun trattamento garantisce al 100% l’eliminazione del rischio, per ogni episodio febbrile è necessario sottoporsi ad esame del sangue per verificare se si tratta di malaria. E’ inoltre fondamentale prestare attenzione alle punture di insetti, proteggendosi dalle zanzare anche attraverso l'uso di antirepellenti e utilizzando la zanzariera nelle ore notturne. Da tenere presente che tutti i volontari risiederanno in ambito urbano dove minore è il rischio malarico rispetto a zone rurali e dove sono disponibili zanzariere e altre misure di profilassi. Ordine pubblico e politico La parte maggiore del tempo i volontari saranno impiegati presso le sedi dell’ente che sono state scelte in funzione delle caratteristiche di sicurezza che possono garantire agli operatori ed ai volontari anche con la presenza di guardiani e di personale locale con la funzione di autista. Qualora si dovessero presentare tensioni tra fazioni opposte i volontari sono tenuti a mantenere un atteggiamento neutrale tra le parti e a evitare luoghi in cui si prevedono assembramenti e dimostrazioni. Se dovessero insorgere gravi problemi di ordine pubblico nel paese, caratterizzati da episodi di violenza, si farà riferimento alle indicazioni della Rappresentanza Diplomatica in loco, con la quale il contatto diverrà più assiduo (proporzionalmente a quanto la specifica situazione lo richieda) e con la quale si rivaluterà continuamente la situazione, definendo eventuali misure urgenti di evacuazione e/o rimpatrio. Accorgimenti specifici Sono previste periodiche riunioni, almeno a cadenza mensile, tra l’OLP e i volontari e gli altri collaboratori dell’ente sull’aggiornamento della situazione e eventuali segnalazioni di incremento del rischio nel contesto specifico. I volontari in servizio civile devono dovranno rispettare alcune accorgimenti e norme minime di sicurezza al fine di evitare spiacevoli situazioni. Vengono elencate di seguito le regole principali che devono essere osservate dai volontari sotto il controllo degli OLP per la sicurezza degli spostamenti per cause di servizio e il rispetto di orari regolari: Gli spostamenti devono essere sempre predisposti e comunicati in anticipo, i dettagli da comunicare includono il programma dei movimenti, lo scopo, il personale/team coinvolto e la persona o le persone responsabili; Mai viaggiare senza permesso; Qualora possibile, evitare di viaggiare vicino a veicoli dell’esercito e del governo locale (politici ed autorità); Viaggiare sempre in coppia (almeno), a piedi o su un veicolo; In caso di insurrezione attiva o emergenza umanitaria, gli spostamenti sono consentiti solo se assolutamente necessari (missioni life saving); Familiarizzate con il terreno e con le condizioni di sicurezza nella vostra città (studio di mappe, informazioni locali); 21 Considerate la possibilità di usare le guide locali sopratutto se viaggiate in aree rurali o non conosciute. Consultate la popolazione locale sulla situazione dell’area (sicurezza, condizione delle strade…), ma non fidatevi solo delle informazioni raccolte sul campo; Non resistete se fermati da gruppi armati o criminali. Siate cooperativi e non offendete; Evitate spostamenti notturni; Rischi per la sicurezza personale: Il personale in loco informerà i giovani sui pericolo dovuti alla microcriminalità, in particolare segnalando orari, eventuali zone di maggior rischio, comportamenti ed atteggiamenti da evitare. Saranno inoltre fornite informazioni sulle cautele da adottare se si dovesse entrare in contatto con situazioni caratterizzate da illegalità o abusi (ad es. corruzione) che devono essere tempestivamente comunicate al proprio responsabile locale. Inoltre dai referenti locali saranno forniti i numeri di emergenza, sia delle forze dell’ordine locali che della rappresentanza consolare Italiana, a cui rivolgersi in caso di necessità e sarà indicata ai volontari la procedura da seguire nel caso siano vittime di episodi di questo tipo. Per prevenire i rischi legati alle precarie condizioni stradali si eviteranno gli spostamenti dopo il tramonto, in particolare fuori dalla cintura urbana. Rischi sanitari: Il responsabile locale per la sicurezza fornirà ai volontari le istruzioni necessarie sulle norme igienico/sanitarie da adottare e sugli accorgimenti da avere al fine di evitare intossicazioni alimentari o di contrarre malattie. I collaboratori in loco faciliteranno l’accesso ai presidi sanitarie per gli accertamenti in caso di sospetta malaria. Saranno segnalati il personale medico di fiducia, i presidi sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità e le farmacie a cui fare riferimento, indicando anche i numeri telefonici per le emergenze sanitarie. Ospedali e strutture sanitarie più vicine alle sedi di realizzazione del progetto. Port au Prince: Clinique Lambert, 75 Rue Lambert, Petion Ville Port au Prince Nord: clinica Dash, Rue 17 k, centre ville Cap Haitien 21) Particolari condizioni di disagio per i volontari connesse alla realizzazione del progetto: Sono previste alcune condizioni di disagio: - Energia elettrica, possono verificarsi problemi di erogazione dell’energia elettrica per periodi limitati, tutte le sedi del progetto sono dotate di generatori autonomi di elettricità e anche alcune delle abitazioni dei volontari. - Salute: i volontari possono vivere il disagio di ritrovarsi in territori in cui il contesto sanitario non è eccessivamente qualificato e le condizioni igieniche non sono sempre ottimali, in particolare a contatto con contesti di disagio. - Comunicazioni: le comunicazioni con l’Italia possono risultare difficili, per periodi limitati, in seguito a problemi di funzionalità delle linee telefoniche, spesso a causa di fattori climatici. A causa dell’interruzione della corrente elettrica possono verificarsi problemi di funzionalità delle linee telefoniche e della relativa connessione ad Internet comunque garantita in tutte le sedi di progetto. - Privacy: nella quasi totalità delle strutture esistenti, si condividono gli spazi comuni (sala da pranzo, bagno ecc.) con altre persone (altri volontari, personale dell’Associazione, ecc), è spesso difficile riuscire a raggiungere condizioni di perfetta tranquillità. - Abitudini alimentari diverse I volontari difficilmente riescono a reperire alimenti italiani di qualità a prezzi accessibili in questi paesi In particolare si richiede sobrietà per quanto riguarda l’uso di alcool. - Contesto: possono vivere il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con presenza di microcriminalità e violenza. Questo può comportare la necessità di rispettare orari per il rientro la sera e di evitare certe zone della città o del paese particolarmente pericolosi. Inoltre condizioni climatiche particolarmente avverse possono, in certe situazioni, ostacolare e ridurre temporaneamente le attività previste dal progetto. 22 - Norme di sicurezza e misure di prudenza: evitare di ostentare oggetti di valore, gioielli, denaro, ecc.; portare con sé solo una fotocopia del passaporto e la quantità di denaro necessaria per la giornata; viaggiare in autovettura accertandosi che le portiere non si possano aprire dall'esterno e tenendo i finestrini chiusi; evitare i mezzi pubblici , evitare di circolare di notte nelle aree degradate. 23 22) Sede/i di attuazione del progetto di appoggio in Italia ed Operatori Locali di Progetto: N. 1 Sede di attuazione del progetto AVSI Milano Comune Milano Indirizzo Via Legnone 4 Cod. ident. sede 62937 24 N. vol. per sede Cognome e nome 2 Cappellini Fiammetta 2 Biguener Siméon Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Data di nascita C.F. 22.07.1973 CPPFMT73L62L400R 26.04.1979 BGNSE79D26Z510E 23) Sede/i di attuazione del progetto all’estero ed ente partner: per sedi/estero N. 1 2 Ente che ha presentato il progetto Paese estero AVSI HAITI AVSI HAITI Cod. ident. sede Città Port au prince 127181 Department du Nord 127182 3 4 25 N. vol. per sede 2 2 Ente partner paese estero Responsabile della sicurezza JILAP commissione giustizia e pace JILAP commissione giustizia e pace Fiammetta Cappellini Fiammetta Cappellini 24) Modalità di collegamento e comunicazione con la sede italiana dell’ente proponente il progetto assicurata ai volontari: Per ciascuna delle sedi del progetto è prevista e garantita la possibilità per i giovani volontari di comunicare con le sedi italiane dell’ente attraverso le consuete vie di comunicazione. Il collegamento con l’Italia viene garantito attraverso i contatti telefonici, fax ed e-mail e skype disponibili in ciascuna sede di progetto I riferimenti in Italia dell’ente sono Responsabile servizio civile sede AVSI Cesena Pierpaolo Bravin Tel 0547-360811 Fax 0547-611290 [email protected]; cell + 393357270911 skype: avsi.benny Responsabile gestione personale e gestione amministrativa sede AVSI Milano Nada Perovic Tel 02/6749881 fax 02/67490056 [email protected] Ogni mese l’OLP comunica le ore di presenza dei volontari e a cadenza settimanale si mette in contatto con il responsabile di progetto in Italia anche per email. I volontari potranno usufruire delle postazioni di comunicazione presenti in ciascuna sede di progetto. Periodiche missioni di monitoraggio vengono eseguite da personale dell’ente nei vari paesi, in occasione delle quali saranno incontrati anche i volontari dei Corpi civili di pace. Specifiche modalità di collegamento sono inoltre previste inoltre nelle procedure di sicurezza e in particolare nell’allegato 1 contatti di riferimento per ciascun paese/area geografica che vengono costantemente aggiornati. Ciascun volontario dei corpi civili di pace sarà inoltre dotato di una carta SIM e di un telefono su reti locali in modo che possano contattare in caso di necessità l’OLP e il responsabile della sicurezza residente nel paese. 25) Modalità e tempi di eventuali rientri in Italia dei volontari durante il periodo di permanenza all’estero: Il progetto prevede un rientro intermedio necessario al volontario per il buon andamento del servizio, ai fini di una valutazione dell’andamento del progetto e della crescita personale del volontario. Tale rientro, da effettuarsi anche in caso di particolari necessità del volontario o della sua famiglia od all’effettuarsi in caso di particolari condizioni di rischio nel paese, sarà concordato all’occorrenza tra l’OLP della sede di realizzazione e il responsabile in Italia del servizio civile. La modalità ed i tempi del rientro sono concordati tra il volontario, l’OLP e responsabile del servizio civile e saranno comunicati anche all’autorità consolare e/o diplomatica dell’Italia nel paese. Il rientro temporaneo in Italia non dovrà essere superiore alla durata di 1 mese 26) Eventuale assicurazione integrativa a copertura dei rischi indicati alla precedente voce 19): Non prevista, in quanto i volontari dei Corpi civili di Pace non potranno guidare autoveicoli di proprietà dell’ente che saranno messi a disposizione per le esigenze di progetto con un autista locale . 27) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del progetto in Italia e/o nel paese estero: Per la promozione e sensibilizzazione del progetto l’ente svolge varie attività continuative durante tutto l’anno ed azioni specifiche in occasione del bando di reclutamento dei volontari, coinvolgendo diversi uffici dell’ente (Comunicazione, risorse umane e servizio civile) e degli enti partner Questa azione avviene attraverso diverse modalità in collaborazione con i proponenti, tra cui: - pubblicazione sul sito internet dell’ente (www.avsi.org), del progetto approvato e delle modalità di 26 reclutamento per tutta la durata del bando, - comunicazione specifica tramite email ai sostenitori dell’ente e ai giovani candidati per posizioni di volontariato/stage (l’ente riceve circa 300 candidature all’anno da parte di giovani interessati a collaborare a vario titolo) - comunicati stampa su organi di stampa locali e nazionali, radio e tv - pubblicazione sulla newsletter dell’ente inviata a 25.000 contatti email a cura dell’ufficio comunicazione - coinvolgimento attivo dei partner di progetto alle attività di sensibilizzazione promozione mirata a specifici ambiti di aggregazione giovanile (università, associazioni, etc..) - comunicazione ad istituti scolastici, enti di formazione e altri enti (es. Informagiovani) - comunicazione agli uffici di tirocinio/stage di diverse Università con le quali l’ente intrattiene regolari rapporti ed ha stipulato convenzioni - comunicazioni ad organismi di coordinamento ai quali l’ente aderisce (es. AVSI Network, Centro Servizi per il Volontariato, coordinamento ONG dell’Emilia Romagna...) - organizzazione di incontri specifici per la presentazione e l’orientamento al servizio civile rivolti a giovani . Durante gli incontri di orientamento ai candidati vengono fornite tutte le informazioni fondamentali relative ai progetti dei Corpi civili di pace e alle modalità di selezione. Inoltre vengono approfonditi aspetti cruciali e strategici per un’efficace pre-selezione delle candidature, ovvero: approccio/scelta di un progetto e aspettative/interessi legati al progetto L’Ente partecipa anche alle attività di promozione e sensibilizzazione realizzate in maniera congiunta con il vari partner con l’università di Bari e altri enti. L’impegno da parte diretto dell’ente può essere quantificato come segue: Ufficio Comunicazione Newsletter, sito web, invio e-mail , comunicati stampa 8 ore Ufficio risorse umane: ricerca database disponibilità e sensibilizzazione giovani, comunicazione ad Università, collaborazione con altri enti e partner 8 ore Ufficio servizio civile Incontri di Promozione e sensibilizzazione con giovani interessati 6 ore Il totale delle ore dedicate alle attività di sensibilizzazione e promozione da parte dell’ente sarà di 25 ore 28) Criteri e modalità di selezione dei volontari: Il Sistema di selezione utilizzato, sarà quello che l'Università di Bari partner di progetto ed ente di prima classe del servizio civile utilizza da anni per i suoi progetti di Servizio civile all'Estero in Perù opportunamente modificato con le specifiche dei corpi civili di pace. Elementi obbligatori del sistema di reclutamento e selezione autonomo: Il sistema tiene conto delle procedure normative previste dalla legge 64/2001 di istituzione del servizio civile, le circolari, i decreti attuativi, i regolamenti, le direttive ed i protocolli dell’ufficio nazionale per il servizio civile e le standardizza con l’obiettivo di un valutazione uniforme dei candidati in rapporto ai progetti ed ai territori in cui essi si svolgono e con l’obiettivo di garantire un’elevata qualità delle risorse umane da impiegare nei progetti. Il sistema è stato realizzato per raggiungere i seguenti obiettivi: promozione del servizio civile a livello nazionale ed internazionale; supporto alle singole realtà partner partecipanti al progetto nella realizzazione della propria campagna promozionale; gestire le procedure selettive mettendosi al servizio dei giovani beneficiari facendo loro percepire il significato di tale procedura all’interno del percorso previsto dal servizio civile. Il sistema di reclutamento prevede differenti fasi di realizzazione; Fase promozionale: permette di definire le informazioni procedurali a livello nazionale, i compiti organizzativi e gli strumenti utilizzati per gli aspetti di comunicazione. 27 Per un sistema di reclutamento ottimale a distanza saranno utilizzati tutti gli strumenti disponibili dell’ente per garantire la maggiore diffusione dell’iniziativa. Verranno diffusi comunicati stampa ai maggiori quotidiani, riviste, siti web ed ai centri informagiovani su tutto il territorio nazionale. Saranno organizzati per gli operatori coinvolti nel servizio civile incontri di orientamento e sarà creato ad hoc un servizio di newsletter attraverso il quale verranno informati gli enti partner su tutti gli aggiornamenti relativi al servizio civile. Verrà allestita una sezione specifica sul sito dell’Università degli Studi di Bari e di AVSI creando allo stesso tempo un blog un forum interattivi per veicolare le informazioni riguardanti i bandi fra i potenziali candidati. Fase di orientamento: nel corso della pubblicazione del bando i giovani candidati verranno supportati nella scelta del progetto più idoneo alle loro caratteristiche attraverso una consulenza via mail e telefonica dal personale preposto dell’Università degli Studi di Bari e di AVSI Verrà messa a disposizione una linea telefonica dedicata al servizio che garantirà informazioni ai candidati e verrà fornito un indirizzo mail specifico per tutte le richieste di consulenza e faq. Fase di selezione: I candidati come previsto dall’Ufficio Nazionale per il servizio civile dovranno attenersi alle indicazioni fornite dall’ente in ordine ai tempi ai luoghi ed alle modalità delle procedure selettive. La convocazione dei candidati relativa ai tempi ed ai luoghi della selezione verrà effettuata attraverso la pubblicazione delle informazioni sul sito dell’ente AVSI AVSI provvederà ad elaborare e trasmettere le graduatorie secondo quanto previsto dalla normativa vigente del servizio civile. Saranno costituite commissioni di selezione composte da 5 membri così composte: il Presidente ovvero esperto della disciplina sulla cooperazione allo sviluppo e/o volontariato internazionale, da 1 selettore accreditato, da 2 esperti di lingua, e un addetto alla segreteria di selezione. Le graduatorie finali saranno pubblicate sul sito di AVSI Metodologia e tecniche utilizzate: Il seguente sistema di valutazione è finalizzato ad individuare procedure criteri e modalità che garantiscono processi selettivi efficaci, obiettivi e trasparenti dei volontari che andranno in servizio. Il sistema di valutazione mira a realizzare un’elevata coerenza tra quanto richiesto dalla sede in termini di competenze e quanto posseduto dal candidato partecipante alla selezione. Il punteggio massimo che un candidato può ottenere è 110 punti così ripartiti: Scheda di valutazione ovvero del colloquio 60 pt (si farà riferimento alla scheda ministeriale ovvero Allegato 4, senza nessuna modifica) Scheda per i Titoli di studio, esperienze aggiuntive non valutate in precedenza ed altre conoscenze 50 pt (allegato a fine pagina) Per i progetti all’estero propedeutica la prova in lingua di Lingua Inglese obbligatoria e seconda lingua obbligatoria scelta ovvero la Lingua Francese. Il punteggio max sarà di 20 punti per ciascuna lingua. Per poter accedere al colloquio i candidati dovranno ottenere un punteggio di 16/20 per l'inglese (B2) e almeno 12/20 per la seconda lingua francese. Si ricorda che i punteggio delle lingue sono soltanto di accesso al colloquio, e non si cumuleranno con i titoli e con il colloquio. Strumenti utilizzati : Prova di lingua per i progetti all’estero. Nello specifico progetto per i Corpi Civili di Pace la lingua obbligatoria richiesta è Inglese con livello B2. Seconda lingua scelta sarà il Francese. Per i progetti all’estero sarà necessario dar prova di idoneità linguistica, 28 (nella lingua e/o nelle lingue richieste dal progetto all’estero) chi non risulta idoneo alla prova linguistica non parteciperà alla prova del colloquio orale. Per il colloquio di lingua il selettore sarà un esperto o un docente di lingua che analizzerà le seguenti capacità linguistiche. La prova della Lingua Inglese comporterà un colloquio orale di circa 1 ora per verificare il livello minimo di idoneità B2. Attraverso la lettura di un testo, la comprensione di un testo, Conversazione e Scrittura sotto dettatura. Item Lettura di un testo Comprensione di un testo Conversazione Scrittura Pt 0-5 dove 0 è scarso, 1 è mediocre, discreto, 4 buono, 5 ottimo 0-5 dove 0 è scarso, 1 è mediocre, discreto, 4 buono, 5 ottimo 0-5 dove 0 è scarso, 1 è mediocre, discreto, 4 buono, 5 ottimo 0-5 dove 0 è scarso, 1 è mediocre, discreto, 4 buono, 5 ottimo 2 appena sufficiente, 3 2 appena sufficiente, 3 2 appena sufficiente, 3 2 appena sufficiente, 3 Il punteggio massimo della valutazione per la Lingua Inglese è di 20 punti, si risulta idonei se si ottiene almeno 16 punti. (ovvero il B2) La seconda lingua straniera scelta sarà lo spagnolo, e seguirà le stesse procedure della lingua inglese. si risulta idonei se si ottiene almeno 12 punti. (ovvero il B1) Variabili che si intendono misurare e relativi indicatori per la scheda dei titoli. Verranno misurate le variabili attinenti al curriculum vitae (valutazioni dei titoli, certificazioni linguistiche ed informatiche, competenze acquisite ed esperienze aggiuntive) . Per i titoli di studio verrà valutato il titolo più elevato. Per esperienze aggiuntive si intendono le esperienze non valutate precedentemente, es. tirocini o stage. Verranno inoltre valutate (come allegato 3 del bando) le precedenti esperienze. E’ possibile sommare la durata di più esperienze fino al raggiungimento del periodo massimo valutabile. I coefficienti utilizzati per le precedenti esperienze si riferiscono al mese o frazione mese superiore o uguale a 15 giorni Il punteggio totale è di 50 punti. Titoli valutabili per i candidati (i titoli devono essere prodotti preferibilmente in fotocopia o autocertificati) Range Pregressa esperienza lavorativa e/o volontaria presso l’Università di Bari, AVSI Max 6 punti e/o altri Enti nel settore d’impiego simile a quello a cui si riferisce il progetto N.B. allegare certificazione dell’Ente che attesti data di inizio e fine (1 pt per ogni mese o frazione dell’esperienza e attività realizzate o autocertificare specificando le suddette superiore a 15 giorni) informazioni;nella valutazione dei titoli non viene presa in considerazione l’esperienza part-time e/o studente senior svolte presso l’Università che, nel caso fossero possedute, verranno valutate in sede di colloquio. Esperienza di studio all’estero (Erasmus, viaggi studio, progetti seguiti ecc.) N.B. allegare certificazione che attesti data di inizio e fine dell’esperienza o autocertificare specificando le suddette informazioni. 29 Max 6 punti (0,25 pt per ogni mese o frazione superiore a 15 giorni) Titoli di studio Max 12 punti - Diploma di Scuola Secondaria di secondo grado 5 pt - Laurea I livello 8 pt - Laurea magistrale, laurea magistrale a ciclo unico, laurea specialistica, 10 pt Laurea specialistica a ciclo unico - Ulteriore Laurea triennale o magistrale o magistrale a ciclo unico o 12 pt specialistica o specialistica a ciclo unico (i suddetti titoli non sono cumulabili, si valuta il titolo più alto) Altri titoli Max 20 punti - Dottorato di Ricerca 6 pt - Scuola di Specializzazione 4 pt - Master Universitari di I o II livello 1 pt per titolo max 2 pt - Corsi di Perfezionamento, Corsi di Alta Formazione Universitari 0,50 pt per titolo max 2 pt nell'ambito della Cooperazione Internazionale - Altri titoli professionali certificati attinenti al progetto rilasciati da Enti di 0,50 pt per titolo max 6 pt Formazione e/o No Profit Enti Pubblici o Privati per il conseguimento di attestati di partecipazione a corsi di Primo Soccorso, BLS, Antincendio, Sicurezza sul Lavoro, Protezione Civile e dei rischi, Project Management, Business Plan, Cooperazione Internazionale, Progettazione Sociale e Culturale, Volontariato. Competenze linguistiche: Max 3 pt Certificazione di competenza linguistica almeno di livello B1 del "Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue", adottato nel 1996 dal Consiglio d'Europa. B1 B2 0,30 pt 0,50 pt 30 C1 C2 0,70 pt 1 pt Se il candidato è di madrelingua si assegna 1 punto per lingua conosciuta (le suddette certificazioni, se riferite ad una stessa lingua, non sono cumulabili) Competenze informatiche certificate (Ecdl, o altri corsi frequentati) Max 3 pt 1 punto per certificato conseguito Punteggio max titoli 50 pt Indicazioni delle soglie minime di accesso previste dal sistema: Per poter accedere al colloquio di servizio civile, bisognerà superare le prove linguistiche. Il colloquio orale della durata di circa 30 minuti verterà sulla scheda allegato 4 dell'Unsc. Con il punteggio massimo conseguibile di 60 punti, e per poter essere idonei ottenere almeno 36 punti. 29) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività di progetto: Definizioni di Monitoraggio e Valutazione Il monitoraggio è un processo continuo che accompagna il progetto dall'inizio della sua realizzazione e fino alla chiusura dell'ultima attività. Viene svolto dallo staff del progetto stesso unitamente ad altri stakeholder e dovrebbe servire a migliorare il management progettuale. Consta della misurazione di svariati parametri per verificare se ciò che si sta facendo corrisponde a ciò che si era programmato di fare e se si sta procedendo correttamente verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Il monitoraggio non nasce con l'intento di giudicare, ma di rendere disponibili le informazioni più importanti per chi vuole prendere decisioni. Nel nostro progetto la Funzione di chi si occupa di monitoraggio sarà quello di usare la raccolta metodologica di dati per determinare se le risorse materiali e finanziarie sono sufficienti, se le persone incaricate della gestione hanno qualifiche idonee sia tecniche che personali, se le attività rispondono alla pianificazione fatta e se quanto pianificato è stato fatto e ha permesso di raggiungere gli obiettivi fissati. La domanda a cui il monitoraggio vuole dare una risposta è "Se stiamo facendo le cose come previsto?" L'obiettivo specifico del monitoraggio è : performance del management migliorate L'obiettivo generale è: efficacia ed efficienza del progetto migliorate. La valutazione è un insieme di verifiche che si svolgono a un momento dato ( a differenza del monitoraggio che è invece un processo continuo), viene messa in atto da personale esterno, quasi sempre richiesta e commissionata. A seconda del momento in cui viene richiesta giudicherà sull'ammissibilità del progetto ad essere finanziato ex ante; sulla capacità del progetto di convertire le attività in risultati (in itinere), sul successo nel trasformare i risultati nell'obiettivo specifico (finale), sulla capacità del progetto di essere sostenibile e di contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali e creare sviluppo (ex post). 31 La valutazione permette a tutti gli attori chiave di imparare dall'esperienza a gestire progetti presenti e futuri e permette agli esecutorie gestori del progetto di provare la loro affidabilità vis a vis degli accountability. La domanda a cui la valutazione vuole dare una risposta è: Se stiamo facendo le cose giuste? L'obiettivo specifico della valutazione è: migliorato il processo decisionale dei donors L'obiettivo generale è : migliorata l'efficacia dell'aiuto allo sviluppo. Attività di Monitoraggio e Valutazione in un progetto Un progetto può essere considerato come una “serie di attività volte a produrre obiettivi chiaramente definiti in un periodo di tempo stabilito relativamente a un determinato budget”, oppure, come un modo per definire e gestire risorse finanziarie e processi di cambiamento. Un progetto deve contenere obiettivi definiti in scala gerarchica (input, attività, risultati, finalità e obiettivo generale), un insieme di presupposti specifici e un sistema di verifica e valutazione dei risultati ottenuti, cioè un sistema di monitoraggio. Un sistema di monitoraggio ad hoc per la valutazioni dei progetti contribuisce a facilitare il processo di gestione, legittima e rafforza la credibilità del progetto, motiva i partecipanti, è in grado di trasferire e riprodurre i benefici ottenuti. Per poter fare questo deve soddisfare una serie di condizioni: deve essere delineato nella fase iniziale del progetto; deve essere strutturato intorno a un gruppo di indicatori controllabili in maniera oggettiva; deve essere organizzato in considerazione dei momenti critici del progetto in modo da garantirne il controllo; deve assicurare la partecipazione di tutti gli attori coinvolti. Strumenti di monitoraggio Data la quantità e complessità degli elementi coinvolti, è necessario stabilire strumenti appropriati atti a garantire le condizioni necessarie affinché il processo di monitoraggio si applichi alle azioni da intraprendere, ai risultati attesi e al rispetto del budget (controllo dei costi). Strumenti di documentazione, risultati e output Classificate e registrate il contenuto, la rilevanza e l’ubicazione di tutta la documentazione e la corrispondenza relativa alla partnership mediante un unico sistema di gestione della documentazione comune a tutti i partner. Nelle procedure di reporting, al fine di assicurare il controllo di qualità, è necessaria la massima trasparenza nell’evidenziare e comunicare i contributi forniti da ognuno dei partner nel raggiungimento di risultati tangibili. Un elenco di tutti gli strumenti e gli output relativi al progetto deve essere disponibile, aggiornato e accessibile a tutti i partner. Si è soliti, nel caso in cui il progetto preveda l’attivazione di un sito web, creare un’area riservata ove si caricano tutti gli strumenti di progetto che divengono accessibili al solo partenariato. Sistema interno di monitoraggio Sviluppare e aggiornare costantemente un sistema web-based di comunicazione interna serve a tenere informati tutti i partner dei progressi fatti. Tale sistema deve operare sulla base di una responsabilità condivisa e non dell’apporto esclusivo “dall’alto al basso” del Lead Partner. Il Monitoraggio e la Valutazione nei Progetti del Servizio Civile Dalla combinazione delle disposizioni dell’art. 6, comma 6, del decreto legislativo 5 aprile 2002, n. 77 e successive modificazioni ed integrazioni, della Circolare 17 giugno 2009 recante “Norme sull’accreditamento degli enti di servizio civile nazionale” e del “prontuario contenente le caratteristiche e le modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale 32 da realizzare in Italia e all’estero, nonché i criteri per la selezione e la valutazione degli stessi”, approvato con il D.M. 3 agosto 2006, risulta che il monitoraggio dei progetti di servizio civile nazionale deve essere incentrato sulla verifica dell’attuazione degli stessi, pertanto qualsiasi metodologia si adotti, questa non può che partire dalla struttura dei progetti di servizio civile nazionale ed in particolare dalla scheda dell’elaborato progettuale allegata al citato “Prontuario”. I progetti dei corpi civili di pace al pari come quelli di servizio civile nazionale sono ripartiti in tre dimensioni: 1) Caratteristiche del progetto, che comprendono gli obiettivi e le attività rivolte verso l’esterno. 2) Caratteristiche organizzative, che comprendono le risorse necessarie alla realizzazione del progetto. 3) Caratteristiche delle conoscenze acquisibili, che comprendono tutti i tipi di vantaggi derivanti ai giovani dalla partecipazione alla realizzazione dei progetti Il monitoraggio di questo tipo di progetto per risultare esaustivo deve considerare come proprio oggetto sia la dimensione descritta al precedente punto 1 sia quella descritta al precedente punto 3. La dimensione di cui al punto 2 rappresenta, invece, la cartina di tornasole delle altre due sia in termini di efficienza, che in termini di efficacia. Essa rappresenta quindi l’elemento decisivo in relazione alla fattibilità ed al successo del progetto. Inoltre, per capire il perché di un insuccesso e dove si collocano i punti critici che lo hanno determinato non basta analizzare la dimensione organizzativa secondo la dicotomia esiste/non esiste quella determinata risorsa, ma necessita andare ad analizzare la congruità delle risorse investite rispetto agli obiettivi fissati sia sotto l’aspetto quantitativo, che qualitativo. Solo l’accurata analisi di questi fattori è capace di evidenziare gli errori di progettazione, di attività o di stima quali-quantitativi dei fattori coinvolti nel progetto. Rispetto a quanto innanzi argomentato ne deriva che il monitoraggio dei progetti di servizio civile nazionale ha come oggetto la realizzazione degli stessi così come sono stati approvati dall’Ufficio nazionale per il servizio civile. A tal fine necessita verificare: 1) L’andamento delle attività previste dal progetto nel corso della sua realizzazione. 2) L’effettivo svolgimento della formazione generale specifica e la fruizione da parte dei volontari degli altri benefit previsti dai singoli progetti, visti nella dimensione della crescita culturale e sociale dei volontari, nonché nell’ottica della spendibilità all’esterno dei benfit e delle conoscenze acquisite; numero dei fruitori finali. È possibile riferire la stessa situazione anche per eventuali progetti all’estero. Vorremmo distinguere infine tre dimensioni inerenti al monitoraggio che rappresentano altrettanti passi che si snodano contemporaneamente e congiuntamente, e che non si possono pensare in maniera disgiunta o alternativa quando si fa un lavoro. Le tre dimensioni attraverso cui intendiamo esplicare il monitoraggio di progetto: a) il monitoraggio di efficienza basato sulle attività e sulle risorse messe in campo b) il monitoraggio di efficacia basato sugli obiettivi c) il monitoraggio di contesto basato sulle ipotesi e sugli elementi di rischio che esse nascondono. Il monitoraggio di efficienza è volto a determinare se gli output del progetto sono stati prodotti ed erogati in accordo con le attività pianificate e con le caratteristiche previste. Questa tipologia di monitoraggio ci dice se le azioni sono state fatte come previsto, originando gli output previsti (con le caratteristiche tecniche) e se hanno implicato l'uso delle risorse previste, ma non potrà dire nulla sull'utilità delle stesse. Questo monitoraggio che faremo contribuisce alla qualità della gestione e si integra perfettamente nel work plan della pianificazione. Per ogni attività sarà opportuno pensare a tre diversi stati informativi che si espliciteranno nella tabella di monitoraggio di efficienza. 1) Milestones, ovvero realizzazioni intermedie che siano strumentali alla realizzazione complessiva dell'attività prevista nel cronoprogramma, circostanziate con la previsione temporale in cui si vorrebbe che avessero luogo. 2) Indicatore esecutivo di attività o indicatore di realizzazione o indicatore di efficienza. Si tratta dei prodotti misurati contenuti nell'attività. 33 In pratica quello che i nostri esperti del monitoraggio faranno sarà un rapporto periodico di monitoraggio di efficienza. Si verificheranno se: a) ci sono stati degli scostamenti rilevanti (si utilizzeranno le principali tecniche statistiche menzionate successivamente) b) ci sono state cause di tali scostamenti c) le azioni correttive che potrebbero migliorare l'aderenza del progetto alle sue previsioni iniziali. 34 Decimo mese Undicesimo mese Dodicesimo mese Settimo mese Ottavo mese Nono mese Quarto mese Quinto mese Sesro mese Secondo mese Terzo mese Indcatore Esecutivo Indicatore Finanziari o B Milestone s Indicatore Finanziari o Indcatore Esecutivo A Milestone s Azioni Primo mese Utilizzeremo a)L'indice sul periodo che descrive che percentuale di realizzato e di speso si è realmente portato a termine. Se si è stati bravi a fare le previsioni e a scrivere il progetto, tali valori saranno entrambi uguali a 100. b) L'indice sul totale del progetto, che descrive quanta parte dell'attività in questione è stata già realizzata dall'inizio del progetto a oggi sul totale che sarebbe da realizzare entro fine progetto. L'applicazione degli indici agli indicatori di tempo (milestones) ha un senso solo sul periodo e con una scala di valutazione basata su 5 indicatori. SAT = Substancially above target AT= Above target OT= On target BT= Below target SBT= Substancially below target. Il monitoraggio di efficienza toccherà i 4 elementi: a) rispetto della tempistica pianificata attraverso il rispetto delle milestones b) rispetto della realizzazione quali-quantitativa di output fisici o immateriali prodotti dal progetto con le relative caratteristiche tecniche esplicitate c) rispetto delle spese previste e costi unitari pianificati d) qualità delle risorse umane impiegate nella gestione del progetto. Il monitoraggio di efficacia Questo tipo di monitoraggio serve per misurare se il progetto sta dando i suoi frutti, se esso ha un senso in quanto creatore di benefici e se il management sta realizzando le attività con lo sguardo in avanti, abbracciando cioè il progetto nella sua interezza e nella sua funzione di miglioramento di un contesto predeterminato e per i destinatari stabiliti. Questo tipo di monitoraggio dovrebbe aiutare il management del progetto a capire se e in che misura le attività ed i prodotti del progetto stiano compiendo la loro fruizione di creazione di benefici. Gli indicatori per il monitoraggio servono per determinare se i cambiamenti stanno o non stanno avendo luogo. Indicatori di questo genere implicano quasi sempre fonti interne di verifica, in altre parole la verifica sarà il progetto stesso a doverla fare tramite indagini ad hoc pianificate all'interno delle stesse attività. Il monitoraggio di contesto Il monitoraggio di contesto è quella importante funzione che, facendo leva sull'ipotesi, permette al progetto di porre una barriera di campanelli di allarme al verificarsi di rischi concreti al fallimento. Tale tipo di monitoraggio va a toccare la sostenibilità del progetto durante la sua esecuzione. Gli Indicatori Gli indicatori sono strumenti di misurazione che forniscono dati utili per la gestione del progetto nonché per il monitoraggio e la valutazione dell’efficienza delle attività svolte. In tal modo permettono di migliorare il processo decisionale, promuovere una maggiore efficienza e produrre risultati più rilevanti. Gli indicatori devono essere in relazione diretta con gli obiettivi principali del progetto e fornire un quadro adeguato di ciò che il progetto si propone di ottenere. Tuttavia, poiché tali indicatori possono fornire solamente “un’istantanea” parziale dello stato di avanzamento dei lavori, la prima decisione da prendere riguarda “che cosa” misurare, cioè stabilire quali sono le parti del progetto più importanti e degne di interesse. La difficoltà nella selezione degli indicatori è quella di trovare quantità/elementi misurabili che possano rispecchiare gli effetti più significativi, combinando ciò che è sostanzialmente rilevante, quale riflesso dei risultati attesi, con ciò che è invece realistico in termini di raccolta e gestione dei dati. Alcuni dei problemi chiave relativi ai processi di monitoraggio e valutazione possono essere eliminati fin dall’inizio definendo un ampio insieme di indicatori appropriati che misurino in modo chiaro il fine delle attività e gli obiettivi del progetto: - Indicatori di output: misurano ciò che le attività di progetto producono; - Indicatori di risultato: misurano gli effetti immediati sui beneficiari scelti; - Indicatori di impatto: misurano i contributi a lungo termine rispetto all’obiettivo generale. Processo di valutazione Valutare significa esaminare in maniera esaustiva, critica e oggettiva l’adeguatezza degli obiettivi e la qualità delle azioni compiute in relazione ai risultati ottenuti, agli effetti provocati e ai bisogni che si prefiggono di soddisfare. Valutare non significa utilizzare esclusivamente una tecnica, ma sviluppare un processo le cui fasi devono essere programmate durante tutto l’arco di vita del progetto stesso, in relazione alle diverse aree di interesse: - Ex-Ante – pianificazione logica (progettazione e individuazione delle risorse inclusa un’analisi costibenefici) - Interim/durante – rilevanza ed efficacia delle azioni di implementazione (gestione del progetto, valutazione degli obiettivi, controllo dei fattori esterni) - Ex-Post – efficacia e impatto dei risultati (obiettivi raggiunti, valore aggiunto). Il processo di valutazione deve tener conto sia degli approcci più strettamente misurabili (aspetto 35 finanziario, risultati, valore) che di quelli formativi (sviluppo di competenze specifiche, miglioramento delle performance). Come implementare il processo di valutazione Il processo di valutazione implica un certo equilibrio tra tempo e risorse, lavoro di ricerca e analisi, gestione del team di lavoro e costruzione di relazioni con gli attori interessati. Perché tale processo si svolga in modo efficiente: - definite il contesto del progetto (attori e beneficiari; attività, tipo di valutazione richiesta); stabilite di comune accordo alcuni chiari termini di riferimento relativi al processo di valutazione; sviluppate una proposta di piano di lavoro per la valutazione (approccio generale, quadro logico e analitico, metodologia e tecniche, programma di lavoro relativo a quali informazioni raccogliere e in che modo); - pianificate e inserite a budget le risorse necessarie per questo processo (personale/giorni lavorativi, tipo di personale richiesto, competenze necessarie); - effettuate la valutazione (implementate il metodo e il programma di lavoro, coltivate le relazioni con gli attori coinvolti, gestite il team di lavoro, risolvete le questioni impreviste); - definite un programma di presentazione dei risultati (pianificate la frequenza di riunioni e i momenti più opportuni); - definite la natura e lo stile dei rapporti di valutazione. Una buona pianificazione progettuale parte da un iniziale processo di monitoraggio e valutazione. - È necessario capire e concordare sull’importanza del processo di valutazione, così come è bene comprendere qual è l’atteggiamento dei diversi partner in relazione a tale processo. - Nel cercare di stabilire se alcuni interventi specifici possono fare la differenza, tenete conto di aspetti quali eventuali opinioni di “esperti” e punti di vista degli attori coinvolti. Nel valutare i possibili effetti potrebbe essere utile una misurazione “prima e dopo” (serie temporali) o “con e senza” (ubicazione e contesti). Interventi “soft” producono effetti meno ovvi e sono più difficili da valutare. - Team di valutazione esterni devono riflettere con precisione le attività della partnership. LA VALUTAZIONE DI EFFICACIA DEL PROGETTO è determinata attraverso una valutazione di prodotto; valuta i risultati ottenuti (il progetto con suoi meccanismi, procedure, processi attivati, mezzi, strumenti, risorse, ecc.) in relazione agli obiettivi globali del progetto stesso; esprime la qualità / il valore del progetto; in quanto valutazione qualitativa focalizza il “come”, la sua funzione è quella di determinare la validità di un’azione, di un intervento formativo; apre perciò alla convalidazione di un intervento e permette la formulazione di un giudizio anche sul grado di trasferibilità; descrive gli effetti del progetto su persone, e i risultati su organizzazione ed istituzioni; è leggibile ed identificabile quindi nei mutamenti, nelle trasformazioni. Si confronta con le seguenti domande-tipo (1. Ad esperienza formativa conclusa in che cosa e come sono cambiati i beneficiari dell’intervento? 2. Quanto di tale cambiamento è riconducibile al progetto? 3. Quali effetti sull’organizzazione sono conseguenti alla partecipazione al progetto? ...); è leggibile grazie ad indicatori (segnali per descrivere caratteristiche, proprietà del progetto, dell’intervento…); ricorre ad un protocollo-guida che definisce i caratteri della valutazione qualitativa ed è elaborato grazie agli indicatori; gli indicatori vengono pensati ed espressi già in fase progettuale (è v. prognostica) per ‰ esprimere previsioni sul decorso, sull’esito; ‰ tenere sotto controllo l'evoluzione del progetto, osservare gli effetti, comprendere il senso di determinati risultati, ‰ estrapolare e generalizzare gli elementi di trasferibilità ‰ spiegare l'emergere di difficoltà ‰ interiorizzare il progetto ed acquisirne la padronanza; deve rispettare le seguenti condizioni di attuabilità: ‰ la esplicitazione degli obiettivi fondamentali; ‰ la disponibilità di dati, su utenti e su organizzazione, relativi al “prima” dell’intervento formativo; ciò rende possibile un confronto fra il prima e il dopo rispetto all’intervento per quanto riguarda gli utenti e il sistema ‰ la congruenza tra obiettivi e strumenti di valutazione (interviste finalizzate, questionari, osservazioni partecipate, analisi di documenti, griglie di analisi, …); 36 si configura, di preferenza, come una valutazione esterna, ma non esclude un rapporto dialettico e collaborativo con la valutazione interna; viene condotta secondo scansioni temporali intermedie e/o finali, ripetute nel tempo; coinvolge tutti i responsabili dell'intervento.. Tecniche statistiche che verranno utilizzate per le attività di monitoraggio. Tecniche statistiche adottate per l’elaborazione dei dati rilevati anche al fine di misurare gli scostamenti delle attività rilevate da quelle previste dal progetto: Le tecniche statistiche innanzi elencate non saranno utilizzate tutte per tutti i progetti ma si sceglieranno le tecniche di trattamento ritenute più opportune in grado cioè di evidenziare con maggiore chiarezza i risultati delle rilevazioni, le loro implicazioni, tenendo conto della natura dei dati rilevati. 1. Distribuzione di frequenze In statistica, in particolare nella statistica descrittiva, la distribuzione è una rappresentazione del modo in cui le diverse modalità di un carattere si distribuiscono nelle unità statistiche che compongono il collettivo oggetto di studio. Le distribuzioni possono essere semplici se si rileva un solo carattere, multiple se si rilevano più caratteri sullo stesso collettivo. In una distribuzione di frequenze viene presentato il numero di unità sulle quali viene rilevata ciascuna modalità del carattere. In una rilevazione del titolo di studio, ad esempio, la distribuzione di frequenze è un insieme di k coppie, dove k è il numero delle modalità del carattere (potrebbe essere 4: "analfabeta e alfabeta", "scuola dell'obbligo", "diploma di scuola superiore", "laurea o superiore"); in ciascuna coppia il primo elemento indica la modalità ed il secondo indica il numero ni di unità su cui quella modalità è stata osservata (la frequenza con cui viene osservata). Se il carattere è quantitativo continuo, o presenta comunque numerose modalità, queste vengono raggruppate in classi. Ad esempio, se si rileva la statura le diverse stature possibili vengono raggruppate in intervalli ("meno di 150", "da 150 a 160" ecc.), se si rileva il numero dei dipendenti di un insieme di aziende si usano classi del tipo "fino a 5 addetti", "da 6 a 20", "da 21 a 50" ecc. Nella tabella che rappresenta una distribuzione di frequenza semplice, la prima colonna contiene le modalità o le loro classi, la seconda contiene i numeri delle unità che presentano le diverse modalità. La somma della seconda colonna è uguale al numero totale n delle unità. Da una distribuzione di frequenze si possono derivare distribuzioni di frequenze relative e percentuali. Nel primo caso, le frequenze ni, dette assolute, vengono sostituite dai rapporti fi=ni/n; nel secondo tali rapporti vengono moltiplicati per 100. Infine, se il carattere è qualitativo ordinato o quantitativo, le sue diverse modalità vengono esposte in ordine crescente e si possono calcolare le frequenze cumulate assolute, relative o percentuali; le frequenze assolute cumulate si calcolano come segue: Le altre si calcolano in modo analogo. 2. Tabelle di contingenza Le tabelle di contingenza sono un particolare tipo di tabelle a doppia entrata (cioè tabelle con etichette di riga e di colonna), utilizzate in statistica per rappresentare e analizzare le relazioni tra due o più 37 variabili. In esse si riportano le frequenze congiunte delle variabili. Il caso più semplice è quello delle tabelle tetracoriche, in cui ciascuna delle due variabili assume solo due possibili valori, ad esempio: Colore degli occhi\Colore dei Capelli Biondi NonBiondi Totale Chiari 21 19 40 NonChiari 9 51 60 Totale 30 70 100 Dove, tra le 100 persone esaminate, 30 presentano capelli biondi, 40 occhi chiari e soltanto 21 hanno capelli biondi e occhi chiari. Da questi dati è possibile ricavare i dati restanti della tabella. Utilizzando le tabelle di contingenza e operando specifici calcoli su di esse, si può arrivare a determinare la dipendenza o indipendenza tra le due variabili considerate, in base al valore assunto dall’indice di contingenza quadratico X2 . Le due variabili considerate sono di tipo quantitativo discreto o qualitativo. Indicando tali variabili con X e Y e rispettivamente con xi (i = 1,2,…,h) e yj (j=1,2,…,k) le modalità rilevate per le due variabili, ad ogni coppia (xi,yj ) si fa corrispondere nella tabella la sua frequenza associata ni,j , cioè il numero di elementi, tra gli n della popolazione, che possiedono contemporaneamente la modalità di xi di X e yj di Y. X\Y y1 y2 ... yj ... yk Totale x1 n1,1 n1,2 ... n1,j ... n1,k n1,. x2 n2,1 n2,2 ... n2,j ... n2,k n2,. ... ... ... ... ... ... ... ... xi ni,1 ni,2 ... ni,j ... ni,k ni,. ... ... ... ... ... ... ... ... xh nh,1 nh,2 ... nh,j ... nh,k nh,. Totale n.,1 n.,2 ... n.,j ... n.,k n dove (i = 1,2,…,h) rappresenta le frequenze marginali assolute di X (j = 1,2,…,k) rappresenta le frequenze marginali assolute di Y Ovviamente, sommando tutte le frequenze assolute presenti nella tabella, troveremo la numerosità n della popolazione: Dalle frequenze assolute ni,j si ottengono le frequenze relative fi,j calcolando: 38 X\Y y1 y2 ... yj ... yk Totale x1 f1,1 f1,2 ... f1,j ... f1,k f1,. x2 f2,1 f2,2 ... f2,j ... f2,k f2,. ... ... ... ... ... ... ... ... xi fi,1 fi,2 ... fi,j ... fi,k fi,. ... ... ... ... ... ... ... ... xh fh,1 fh,2 ... fh,j ... fh,k fh,. Totale f.,1 f.,2 ... f.,j ... f.,k 1 3. Scarto quadratico medio La deviazione standard (in inglese: standard deviation) o scarto tipo o scarto quadratico medio è un indice di dispersione (vale a dire una misura di variabilità di una popolazione o di una variabile casuale) derivato direttamente dalla varianza, ha la stessa unità di misura dei valori osservati (mentre la varianza ha come unità di misura il quadrato dell'unità di misura dei valori di riferimento). La deviazione standard misura la dispersione dei dati intorno al valore atteso. In statistica la precisione si può esprimere come deviazione standard. Un data set con una media di 50 (in blu) e una deviazione standard (σ) di 20. Il termine "standard deviation" è stato introdotto in statistica da Pearson[2] assieme alla lettera greca σ che lo rappresenta. Il termine italiano "deviazione standard" ne è la traduzione più utilizzata nel linguaggio comune; il termine dell'Ente Nazionale Italiano di Unificazione è tuttavia "scarto" tipo, definito come la radice quadrata positiva della varianza per lo meno fin dal 1984[3] Se non indicato diversamente, è semplicemente la radice quadrata della varianza, la quale viene coerentemente rappresentata con il quadrato di sigma (σ²). dove è la media aritmetica. 39 Formalmente lo scarto tipo di una variabile casuale può essere calcolato a partire dalla funzione generatrice dei momenti (radice quadrata della differenza tra il momento secondo ed il momento primo elevato al quadrato). A partire dallo scarto tipo si definisce anche il coefficiente di variazione[4] o la deviazione standard relativa come il rapporto tra lo scarto tipo σx e la media aritmetica dei valori: Questo nuovo parametro (spesso usato in forma percentuale, cioè come = %RSD = σ% = 100σr) consente di effettuare confronti tra dispersioni di dati di tipo diverso, indipendentemente dalle loro quantità assolute. Esistono argomenti teorici, soprattutto nell'ambito della teoria della stima ovvero nell'ambito della statistica inferenziale (dove è noto solo un campione della popolazione), per rimpiazzare il fattore 1 / n con 1 / (n − 1) nella definizione, ottenendo come nuova definizione: Sostanzialmente, poiché non è nota la media dell'intera popolazione, ma solo una sua stima (la media del campione), bisogna utilizzare n - 1 per ottenere uno stimatore corretto. Questa correzione al denominatore fa sì che la nuova definizione sia un po' più grande della precedente, correggendo così la tendenza della precedente a sottostimare le incertezze soprattutto nel caso in cui si lavori con pochi dati (n piccolo). Osserviamo il caso limite di n = 1, cioè quando effettuiamo una sola misura: la prima definizione dà il risultato, sensato nell'ambito della statistica descrittiva ma non molto ragionevole nell'ambito della inferenziale, σ = 0, mentre la nuova dà un risultato non definito del tipo 0 / 0, rispecchiando così la totale ignoranza inerente all'incertezza su una singola misura. In questo senso, si dice che la statistica non dice nulla sul singolo caso. Peraltro la differenza tra le due definizioni è quasi sempre numericamente insignificante: già nel caso di dieci misure la differenza tra σ = 0.316 e σ = 0.301 è insignificante per la maggior parte degli scopi 4. Rette di regressione lineare La regressione formalizza e risolve il problema di una relazione funzionale tra variabili misurate sulla base di dati campionari estratti da un'ipotetica popolazione infinita. Originariamente Galton utilizzava il termine come sinonimo di correlazione, tuttavia oggi in statistica l'analisi della regressione è associata alla risoluzione del modello lineare. Per la loro versatilità, le tecniche della regressione lineare trovano impiego nel campo delle scienze applicate: chimica, biologia, fisica, ingegneria, medicina, nonché nelle scienze sociali: economia, psicologia, sociologia. Più formalmente, in statistica la regressione lineare rappresenta un metodo di stima del valore atteso condizionato di una variabile dipendente, o endogena, , dati i valori di altre variabili indipendenti, o esogene, : . L'uso dei termini endogeno/esogeno è talvolta criticato, in quanto implicherebbe una nozione di causalità che l'esistenza di una regressione non prevede; in determinati contesti, provocherebbe inoltre confusione, essendo ad esempio il concetto di esogeneità in econometria formalmente definito tramite l'ipotesi di ortogonalità alla base delle proprietà statistiche della regressione lineare col metodo dei minimi quadrati ordinari. 40 5. Media moda e mediana I principali indicatori della statistica descrittiva sono: media: è la somma di tutte le N osservazioni divisa per N. Per es., per i valori [1, 2, 4, 4, 5, 7, 9, 11], la media è 43/8 moda: è il numero di osservazioni che compare con maggior frequenza. Per es., per i valori [1, 2, 4, 4, 5, 7, 9, 11], la moda è 4. In alcune distribuzioni, la moda può mancare, oppure essere presente per più di un valore; in questo caso, si hanno distribuzioni bimodali (due mode), trimodali (tre mode), plurimoldali mediana: è il numero che compare al centro dei valori osservati, se questi sono dispari; se sono pari, è la media fra i due valori centrali. Per es., per i valori [1, 2, 4, 4, 5, 7, 9, 11], la mediana è (4 + 5)/2 6. Path Analysis In statistica, l'analisi percorso è utilizzato per descrivere le dipendenze dirette fra una serie di variabili. In quanto tale, modelli equivalenti a qualsiasi forma di analisi di regressione multipla, analisi fattoriale, l'analisi di correlazione canonica, analisi discriminante, come pure le famiglie più generale dei modelli per l'analisi multivariata della varianza e analisi di covarianza (MANOVA, ANOVA, ANCOVA).Oltre ad essere pensato come una forma di regressione multipla incentrata sul nesso di causalità, l'analisi percorso può essere considerato come un caso speciale di modellazione di equazioni strutturali (SEM) - quello in cui solo singoli indicatori sono impiegati per ciascuna delle variabili nel modello causale . In altre parole, il percorso è l'analisi SEM con un modello strutturale, ma nessun modello di misurazione. Altri termini utilizzati per riferirsi al percorso di analisi comprendono la modellazione di causalità, l'analisi delle strutture di covarianza, e di modelli a variabili latenti. Verranno trattati anche le seguenti tecniche di: semplici e cumulate con relative rappresentazioni grafiche, tassi di incremento/decremento, , indici di base 100, indici costruiti in relazione alle attività del progetto, range, scostamenti semplici, media mobile, indici di correlazione multipla e parziale. Tempistica e numero delle rilevazioni: 1) Monitoraggio, obiettivi ed attività: Responsabile del servizio civile nazionale dell’ente (per i soli obiettivi), Responsabile Sicurezza e OLP: 3 interviste con cadenza quadrimestrale. Volontari: somministrazione di 3 questionari con cadenza quadrimestrale. I questionari e le interviste saranno calibrati sui singoli progetti e conterranno le rilevazioni sia degli obiettivi, che delle attività. 2) Monitoraggio della formazione generale e specifica ed altri benefit: Formatori: 2 interviste di cui una al sesto mese e una al decimo mese. Volontari: somministrazione di tre questionari di cui uno al termine della formazione generale, una al termine della formazione specifica e l’ultimo al dodicesimo mese. 3) Rilevazione del livello di soddisfazione dei volontari: Un questionario al dodicesimo mese. 4) Rilevazione del livello di soddisfazione dei fruitori finali: Una intervista al termine del progetto con i partner di progetto, i responsabili sicurezza e gli OLP 30) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Le risorse finanziarie aggiuntive sono stimate complessivamente in 29.650 euro di seguito calcolate per le diverse voci di spesa. 41 Spese vive Formazione generale e specifica in Italia: 18.650 euro Spese ed altri oneri per formazione generale e specifica descritte ai punti seguenti Vitto ed alloggio durante la formazione generale e specifica in Italia : 30 eur/giorno x 40 giorni: 1.200 euro x 4 volontari: 4.800 euro spese di trasporto in Italia tra le sedi di formazione 500 euro x 4 volontari : 2.000 euro libri, materiale didattico e di consumo, manutenzioni attrezzature 200 euro x 4 volontari: 800 euro I costi dei docenti sono stimabili mediamente in 50 €/ ora di formazione x 221 ore complessive: 11.050 € Risorse tecniche e strumentali nelle sedi all’estero: 4.000 euro Costi di manutenzione, consumi e materiali per il funzionamento delle risorse tecniche e strumentali descritte al punto 31) a disposizione di ciascun volontario presso la sede del paese ospitante Costo medio 100 euro al mese x 10 mesi x 4 volontari: 4.000 euro Trasporti nei paesi di accoglienza: 4.000 euro Costo trasporti dei volontari all’interno dei paesi per attività legate al progetto di servizio civile n. 100 euro/mese in media (compreso uso auto con autista) x 10 mesi x 4 volontari = 4.000 euro Attività di promozione del servizio civile : 3.000 euro Costi per le attività descritte al punto 27: 3.000 euro 31) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: Durante il periodo di avviamento e formazione dei volontari in Italia le risorse tecniche e strumentali saranno messe a disposizione presso la sede di Milano e di Cesena e l’Università di Bari per la fase di formazione e avvio del progetto. Aula attrezzata per lezioni e videoconferenze con almeno 25 posti - Personal Computer Videoproiettore Lavagna a fogli mobili Televisore e lettore CD/DVD Sedie e tavoli Altri supporti multimediali per la formazione (CD, DVD, presentazioni, etc..) Connessione a Internet Applicativi software per lo svolgimento della formazione (database e programmi di ufficio word excel, browser, posta elettronica) Documentazione relativa a Schede e materiali informativi sui paesi di accoglienza Schede e materiali informativi sui progetti dell’ente nei paesi di accoglienza Cancelleria e materiale didattico Codice etico Norme per la sicurezza Elenco dei riferimenti in loco ed in Italia Durante il periodo di permanenza dei volontari all’estero le risorse tecniche e strumentali necessarie per le attività verranno messe a disposizione presso ciascuna sede di progetto. Per ogni sede di progetto si prevede di mettere a disposizione dei volontari un ufficio attrezzato con N. 1 scrivania N. 2 sedie N. 1 telefono fisso N. 2 telefoni portatili (schede SIM) 42 N. 1 fax N. 2 computer con collegamento internet N. 1 stampante N. 1 fotocopiatrice N. 1 archivio Materiale di cancelleria (fogli, penne, matite, gomme, puntatrici, evidenziatori…) Gli uffici sono situati all’interno di strutture e spazi utilizzati come sedi di AVSI nei vari paesi e completamente attrezzate per l’attività di gestione di progetti di cooperazione internazionale che vi si svolge abitualmente, con la presenza di espatriati e personale locale I volontari non saranno autorizzati a guidare automezzi durante il servizio ; per spostamenti legati al progetti l’ente metterà a disposizione i propri automezzi condotti da personale locale (autisti) addetti al trasferimento dei volontari per lo svolgimento delle attività. Gli autoveicolo beneficiano di una costante manutenzione. CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 32) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Attraverso la partecipazione al progetto si vuole favorire nei giovani che saranno selezionati l’acquisizione di competenze e significative esperienze, tra cui: 1 Competenze e metodologie a livello professionale nella gestione di progetti internazionali di riduzione dei conflitti e cooperazione allo sviluppo 2 Valorizzazione di interessi, capacità e conoscenze dei giovani per l’aiuto all’infanzia ed alla gioventù in difficoltà in diversi contesti culturali 3 Esercitazione al lavoro di gruppo ed all’impiego professionale delle lingue straniere Risultati attesi: crescita personale del volontario che arriverà, alla fine del percorso di servizio civile ad avere una conoscenza approfondita del funzionamento della progetti di cooperazione allo sviluppo, oltre che a formarsi una propria esperienza personale nel settore dei corpi civili di pace. La crescita del volontario sarà dunque a tutto tondo, sia sul piano della professionalità (a livello di competenze acquisite), che sul piano personale. Indicatori: 4 volontari hanno svolto significative esperienze per la loro crescita personale 4 volontari hanno acquisto competenze e metodologie a livello internazionale, per la gestione dei conflitti e delle relazioni con persone e organizzazioni appartenenti ad altri contesti culturali Conseguentemente a quanto descritto, i giovani volontari avranno l’opportunità di acquisire esperienze e competenze e sviluppare specifiche professionalità nelle varie sedi di progetto e di maturare una capacità di vivere la propria cittadinanza in termini attivi e solidali con una crescita della consapevolezza del conflitto e delle sue cause. Di seguito vengono descritte le tipologie di competenze e professionalità specifiche del progetto che saranno certificate e riconosciute autonomamente dall’ente e riconosciute come titolo di merito per l’accesso a posizioni di lavoro presso l’ente: o Sviluppo della capacità di problem solving in situazioni difficili o Comprensione delle dinamiche organizzative in un contesto lavorativo del Terzo Settore a livello internazionale 43 o o o o o o Conoscenza delle procedure (macro) tecnico/amministrative dell’Ente per la presentazione di progetti, rendiconti, procedure amministrative. Capacità di collaborare e integrarsi con figure professionali e professionisti coinvolti nella realizzazione del progetto. Capacità di lavorare in team per produrre risultati collettivi Capacità di lavoro in un paese estero Capacità di relazionarsi con istituzioni ed enti di diversi paesi Attenzione all’accoglienza ed al rispetto dei diritti della persona umana Il progetto consentirà inoltre l'acquisizione delle seguenti competenze trasversali rinvenibili nel “Primo prontuario delle competenze riconoscibili nell’esperienza del servizio civile” della Regione Emilia Romagna : collaborare con i professionisti coinvolti nel progetto lavorare in team sviluppare capacità linguistiche ed informatiche adottare stili di vita improntati alla cortesia e al rispetto etico integrarsi con altre figure e ruoli professionali adeguarsi al contesto:linguaggio ed atteggiamenti, rispetto delle regole ed orari fronteggiare situazioni di emergenza ed imprevisti controllare la propria emotività Le suddette competenze verranno certificate da AVSI mediante il rilascio della “Dichiarazione delle competenze, a valere come credito formativo” e riconosciute dalla Regione Emilia Romagna in attuazione dell’articolo 10, primo comma, della L.R. 20 del 2003. Tale certificazione sarà riconosciuta da AVSI come titolo di valutazione positiva per l’accesso a posizioni di lavoro presso l’ente. Le competenze acquisibili dai volontari verranno certificate e riconosciute anche da enti terzi. In particolare: AVSI USA (accordo in allegato) verificherà e certificherà le seguenti competenze relative a: - capacità di operare in contesti di crisi umanitaria e di conflitto, - capacità di collaborare in team con staff espatriato e personale locale, - capacità di operare sulle dinamiche di conflitto a diversi livelli sociali promuovendo il dialogo e la costruzione della pace Al termine del progetto rilasciando un attestato in lingua inglese (reference letter) utile per l’accesso a posizioni di lavoro in contesto internazionale. Infatti la maggioranza delle ONG e delle OO.II. internazionali richiede a titolo preferenziale nella ricerca di risorse umane da inserire all’interno del proprio organico l’esperienza professionale ed umana maturata all’interno di contesti internazionali. Anche altre organizzazioni e associazioni italiane sono disponibili a certificare e riconoscere al termine dell’esperienza specifiche competenze al termine dell’esperienza, tra cui (per maggiori dettagli si rimanda agli accordi in allegato): - ANMIL Onlus, con sede a Roma in Via Adolfo Ravà 6; - European Disaster Manager (EDIMA), con sede a Roma in Via Riccardo Grazioli Lante 76; - l’Istituto Nazionale Superiore Formazione Operativa di Protezione Civile (INSFO), con sede a Roma in Via Riccardo Grazioli Lante 76; - Raggruppamento Operativo Emergenze colonna mobile nazionale di Protezione Civile O.N.L.U.S. (ROE), con sede in Loc. Acquaforte n. 1; Saranno quindi certificati l’accrescimento delle abilità professionali, di una sperimentazione delle proprie attitudini, della creazione o rafforzamento di specifiche competenze: Capacità e competenze Professionali e/o tecniche - acquisizione di competenze nell’affrontare un colloquio di lavoro; - assimilazione dei contenuti oggetto della formazione ricevuta in particolare nel mercato del lavoro e 44 sulla contrattualistica; - assimilazione di competenze spendibili in ambito lavorativo; - acquisizione di competenze nell’affrontare un conflitto; - assimilazione dei contenuti oggetto della formazione ricevuta in particolare nella cooperazione internazionale e allo sviluppo - la sicurezza sul posto di lavoro: regole e modalità di comportamento (generali e specifiche) Capacità e competenze organizzative - capacità di programmare ed attuare corsi di formazione sul volontariato e il terzo settore; - capacità di gestione dei processi comunicativi interni ed esterni; - capacità di amministrazione di progetti socio-culturale; - capacità di trovare risposte concrete ai numerosi problemi posti dal difficile contesto sociale. - capacità di gestione dei conflitti - capacità di amministrazione di progetti socio-ambientali; - conoscenze utili per un’efficace attività di pianificazione; Capacità e competenze relazionali - capacità di lavorare in team e per progetti; - capacità relazionali in ambiente pubblico; - capacità relazionali con soggetti a rischio; - collaborazione con altri enti di volontariato. L’obiettivo della Certificazione delle competenze è quello di aiutare i giovani a: – Comprendere l’importanza e la funzione del Bilancio delle competenze; – Saper valorizzare le proprie esperienze personali e professionali; – Saper valorizzare ciò che si conosce e si sa fare; – Comprendere dove poter trasferire le proprie competenze e abilità; – Saper utilizzare meglio le proprie potenzialità; – Saper scrivere un Curriculum vitae efficace. Grazie ad esso i giovani dei corpi civili di pace hanno l’opportunità di definire le proprie aspirazioni partendo dal riconoscimento delle capacità e del bagaglio di competenze acquisito Formazione generale dei volontari 33) Sede di realizzazione: Le sedi di realizzazione della formazione generale potranno essere dislocate in diversi luoghi: sede AVSI Milano Via Legnone 4 sede AVSI Cesena Via Padre Vicinio da Sarsina 216 Sede Università degli studi di Bari Piazza Umberto I e nelle sue sedi didattiche Potranno anche essere eventualmente utilizzati spazi messi a disposizione da altri soggetti e partner di progetto Per ciascuna sede si prevede una formazione di tipo residenziale e quindi saranno messe a disposizione alloggi per i volontari selezionati e servizi di mensa. 34) Modalità di attuazione: 45 La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori degli enti proponenti TOTALE ORE 125 TUTTE LE ORE SARANNO EROGATE ENTRO IL 180 GIORNO DALL’INIZIO DEL PROGETTO 35) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Tecniche Le norme che saranno applicate e seguite nell’attività di formazione derivano dall’esperienza maturata dagli enti, dalla loro condivisione tra gli enti partner per poter impostare una strategia e un metodo efficaci alla luce degli obiettivi formativi e delle finalità dei corpi civili di pace. Dalla prima esperienza di servizio civile dell’ente AVSI nel 2003 ad oggi l’evoluzione e la rielaborazione della formazione è stata continua al fine di meglio rispondere da un lato, agli obiettivi del servizio civile indicati nella legge 64/01, dall’altro alle esigenze dei giovani che fanno la scelta di impegnarsi per un anno in attività di utilità sociale. Inoltre l’ente AVSI è impegnato annualmente nella formazione di espatriati junior e senior che vengono inviati come cooperanti, volontari e tirocinanti nei paesi in via di sviluppo (al 31/12/2015 sono 112 gli espatriati sotto contratto con AVSI) Obiettivo primario del ciclo formativo proposto è dunque quello di poter fornire conoscenze, competenze e strumenti che i volontari dei corpi civili di pace possano sfruttare per aumentare la qualità e la consapevolezza nello svolgimento del proprio compito. Inoltre si vuole dare l’opportunità di aprire spazi di riflessione sul senso della volontarietà e dell’impegno lavorativo all’interno della società e della comunità in cui il volontario/cittadino è inserito. Oltre alla trasmissione di contenuti e valori importanti, gli obiettivi principali trasversali a tutti gli argomenti della formazione generale che abbiamo individuato sono in sintesi i seguenti: o favorire un buon clima di gruppo; o creare condizioni favorevoli al confronto e allo scambio; o fornire degli spazi di discussione su tematiche attuali, su temi sociali che coinvolgono tutti al fine di sviluppare interesse e accrescere nei giovani la partecipazione attiva alla vita della società. o Approfondire il tema del conflitto, delle sue conseguenze e delle modalità di risoluzione pacifica Queste tecniche implicano la disponibilità dei formatori ad un coinvolgimento e una partecipazione attiva con il gruppo in formazione Ove possibile si favorirà la creazione un gruppo classe unico con i volontari selezionati per i diversi progetti dei corpi civili di pace proposti dagli enti AVSI e Università degli studi di Bari. Il gruppo classe per motivi logistici non dovrà essere superiore a 15 volontari per garantire una formazione attenta alle esigenze e alla sensibilità di ciascun giovane selezionato. Metodologie:. La metodologia didattica adottata nella formazione sarà di tipo misto, con prevalenza di lezioni frontali e tecniche di partecipazione attiva attraverso l’utilizzo di: seminari, testimonianze, brainstorming, discussione aperte, verifiche periodiche, test e momenti di autovalutazione, simulazioni, esercitazioni, problem solving, letture e approfondimenti del materiale didattico fornito Una metodologia utilizzata sarà anche la formazione a distanza per utilizzare corsi della Columbia University (prof Jeffrey Sachs). Il gruppo in formazione guidato da un tutor seguirà in plenaria i corsi in lingua inglese in aula multimediale e in collegamento Internet. Al termine di questi corsi potranno essere inviate domande di chiarimento e di approfondimento. La formazione a distanza non sarà superiore al 15% delle ore di formazione. Particolare importanza inoltre viene riconosciuta al lavoro di gruppo, attraverso il quale si favorisce la socializzazione e si offre a ciascun partecipante maggiori possibilità di espressione. L’elaborazione dei moduli formativi è stata guidata dalla consapevolezza che le tematiche trattate nella formazione generale dei corpi civili di pace, quali la relazione tra identità e diversità, il concetto di gruppo e delle sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva o la gestione dei conflitti, sono 46 argomenti di cui tutti hanno pre-conoscenze, convincimenti e opinioni, è quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, alla messa in gioco dei partecipanti al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni esplicitandole innanzitutto a se stessi. Un tale clima di lavoro va costruito poco per volta, esso infatti presuppone fiducia e soprattutto sicurezza di trovarsi in un ambiente nel quale il giudizio sia nei limiti del possibile sospeso. Il formatore è dunque chiamato a svolgere il delicato compito di moderatore e facilitatore del dialogo maturo tra individui. Egli pertanto è il primo che nel trattare le varie argomentazioni deve riuscire a mantenere un atteggiamento imparziale e aperto in grado di accogliere le opinioni di tutti. La formazione prevede l’impiego anche di diversi materiali e sussidi didattici che saranno messi a disposizione gratuitamente; tra cui il Manuale “Trasformazione non violenta dei conflitti” a cura di Ruth Mischnick PhD prodotto del progetto Socrates finanziato dalla Commissione Europea “Development of a curriculum for Training of Trainers in nonviolent conflicyt trasformation”. Altri materiali didattici sono documenti e pubblicazioni di EPLO European Peacebuilding Liaison Office Il progetto viene concepito come progetto educativo e formativo per arricchire di consapevolezza e valori le future scelte professionali e di vita dei giovani coinvolti. La formazione intende preparare tecnicamente e specificatamente i giovani a realizzare le attività previste ma, più ampiamente, educare i giovani alla cittadinanza attiva, alla comprensione del rapporto tra problematiche internazionali e quelle locali e alla mediazione dei conflitti. La formazione intende creare occasioni di confronto sui temi affrontati, fornisce gli strumenti e le competenze di base per inserirsi in attività progettuali di informazione – sensibilizzazione in Italia. La valenza formativa non risiede esclusivamente nella presenza di una ben strutturata fase formativa prima della partenza ma nell’intreccio di volta in volta ricalibrato tra orientamento, formazione, momenti di verifica e valutazione, colloqui personali e confronti di gruppo. Questi momenti infatti non sono separati da compartimenti stagni ma rappresentano fasi diverse di un unico percorso e, come tali, si influenzano reciprocamente. 36) Contenuti della formazione: MODULO I - La tutela della pace e il diritto alla pace nella CostituzioneItaliana Contenuti: La pace nella Costituzione italiana come diritto inalienabile 1.1 Articolo 11 Cost.: il ripudio della guerra 1.2 L’elemento morale e giuridico 1.3 Principi di solidarietà e giustizia tra i popoli per la risoluzione delle controversie 1.4 L’extrema ratio del ricorso alla guerra: difesa della libertà e dei diritti degli altri popoli Obiettivi: trasmettere informazioni relativi al diritto alla pace nella legislazione nazionale Formatori: Senatore Alfredo Mantica , Prof Paolo Ponzio Ore: 4 MODULO II - Il Servizio Civile Nazionale e la Difesa non armata e non violenta della Patria elementi teorici, esperienze, metodologia con riferimento specifico ai CCP Contenuti: Servizio Civile Nazionale e CCP per la difesa nonviolenta 2.1 Valori e identità del Scn 2.1.1 L’identità del gruppo in formazione e patto formativo 2.1.2 Dall’obiezione di coscienza al SCN 2.1.3 Il dovere di difesa della Patria – difesa civile non armata e nonviolenza 2.1.4 Normativa vigente e la Carta di impegno etico. 2.2 La cittadinanza attiva 2.2.1 la formazione civica 2.2.2 le forme di cittadinanza 2.2.3 la protezione civile 2.2.4 la rappresentanza dei volontari nel servizio civile 47 2.3 Il giovane volontario nel sistema del servizio civile 2.3.1 presentazione dell’Ente 2.3.2 il lavoro per progetti 2.3.3 l’organizzazione del servizio civile e le sue figure 2.3.4 disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale 2.3.5 comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti. 2.4 CCP e la difesa civile, non armata e nonviolenta in situazioni di conflitto e di emergenze ambientali. 2.4.1 Le associazioni del Tavolo Interventi Civili di Pace 2.4.2 Obiettivi 2.4.3 Attività 2.4.4 Paesi interessati e modalità di intervento 2.4.5 Progetti CCP Italia: interventi su conflitti generati da emergenze ambientali Obiettivi: far comprendere il ruolo storico e la valenza del Servizio Civile e dei CCP per difesa nonviolenta e strumento per lo sviluppo della cittadinanza attiva Formatori: Paolo Ponzio, Michele Selicati, Pierpaolo Bravin Ore: 30 MODULO III - Le Organizzazioni sovranazionali di carattere politico - economico (ONU; OCSE; UNASUD; UE; UA; ASEAN; ecc…) e militare (OSA; NATO; ANZUS; SEATO; ecc…): organizzazione e compiti e modalità di intervento neiconflitti Contenuti: Ruolo delle organizzazioni sovranazionali di natura politico-economica e militare 3.1 Dagli accordi tra singoli stati alla nascita di Organizzazioni sovranazionali 3.2 L’autolimitazione della sovranità statale 3.3 La rappresentanza degli interessi dei popoli degli Stati membri 3.4 Differenza tra Organizzazioni sovranazionali e Organizzazioni Internazionali 3.5 Organizzazioni sovranazionali di carattere politico – economico: 3.5.1 Organizzazione 3.5.2 Obiettivi 3.5.3 Evoluzione del sistema di intervento e sfide dell’attualità internazionale 3.6 Organizzazioni sovranazionali militari: obiettivi e modalità d’intervento 3.6.1 Organizzazione 3.6.2 Obiettivi 3.6.3 Evoluzione del sistema di intervento e sfide dell’attualità internazionale 3.7 Connessione tra economia, promozione della pace e del buon vicinato 3.6 Successi e fallimenti delle organizzazioni sovranazionali Obiettivi: far comprendere il ruolo storico e la valenza del Servizio Civile e dei CCP per difesa nonviolenta e strumento per lo sviluppo della cittadinanza attiva Formatori: Senatore Alfredo Mantica, Lorna Beretta Ore: 4 MODULO IV - Dialogo con attori istituzionali locali, nazionali einternazionali Contenuti: La comunicazione e il linguaggio comune come strumento imprescindibile per lo sviluppo 4.1 Principali attori istituzionali con cui confrontarsi 4.2 La comprensibilità del linguaggio delle istituzioni 4.3 Importanza del dialogo costante 4.4 Attività di advocacy, 4.5 Comunicazione pubblica e nuove tecnologie 4.6 Conseguenze della mancanza di dialogo 4.7 Gli ostacoli al dialogo con le istituzioni Obiettivi: guidare i volontari nell’individuazione degli attori con i quali è necessario rapportarsi, con particolare riferimento al linguaggio da utilizzare e alle nuove tecnologie Formatori: Senatore Alfredo Mantica, Lorna Beretta Ore: 4 MODULO V - Diritto Internazionale dei Diritti umani e Diritto Umanitario con particolare riferimento a contesti di conflitto Contenuti: DIU, DU e loro relazione nelle situazioni di conflitto 5.1 Jus in bello e Jus ad bellum 5.2 Diritto Internazionale Umanitario o diritto nei conflitti armati (DIU) 5.2.1 Principi fondamentali del DIU 48 5.2.2 Convenzioni di Ginevra del 1949 5.2.3I e II Protocollo addizionale del 1977 5.2.4 Applicazione del DIU: misure preventive e sanzionatorie 5.2.5 La Croce Rossa Internazionale 5.2.6 Conflitti armati internazionali 5.2.7 Il ricorso alla forza 5.2.8 Conflitti armati interni 5.3 Diritto Umanitario 5.3.1 Principi fondamentali del DU 5.3.2 Evoluzione storica del DU 5.3.3 Interrelazione tra DIU e DU Obiettivi: Far comprendere le differenze e le interazioni tra Diritto Internazionale Umanitario e Diritto Umanitario, nonché i rispettivi ambiti di applicazione Formatori: Prof Paolo Ponzio Ore: 4 MODULO VI - Teoria e pratica della non violenza in zone di conflitto Contenuti: la nonviolenza come strumento di risoluzione dei conflitti 6.1 Definizioni di violenza, conflitto e non violenza 6.2 Triangolo della violenza: violenza diretta, strutturale e culturale 6.3 Triangolo del conflitto: 6.3.1 comportamenti, contraddizioni e atteggiamenti 6.3.2 Dialogo nonviolento, reattività, empatia 6.4 Principi della nonviolenza e scuole di pensiero 6.5 Funzioni delle azioni nonviolente 6.6 Le fasi della strategia nonviolenta 6.7 Le parti terze 6.8 Aspetti che ostacolano o aiutano la nonviolenza Obiettivi: Far comprendere ai volontari il significato della nonviolenza e la valenza di metodi nonviolenti per la risoluzione dei conflitti. Evidenziare gli aspetti che facilitano e ostacolano in ritorno alla pace e il ruolo dei soggetti terzi. Formatori: corso online a distanza Columbia University “On care for Our Common Home” tutor Pierpaolo Bravin Manuale didattico “Trasformazione non violenta dei conflitti” Ore: 6 MODULO VII - La mediazione interculturale in contesti di conflitto: metodi e tecniche Contenuti: il ruolo mediazione interculturale nel conflitto 7.1 Il Mediatore Culturale e l’esigenza della mediazione 7.1.1 I tratti distintivi della figura del Mediatore 7.1.2 Compiti del Mediatore Culturale 7.1.3 Collaboratori del Mediatore Culturale 7.1.3 Mediazione come attività di advocacy 7.1.4 Mediazione come empowerment e aiuto alla persona 7.1.5 Mediazione come processo reciproco di decodifica della comunicazione 7.1.6 Lavorare in ambienti ostili 7.1.7 Il conflitto in chiave interculturale 7.2 Approcci, tecniche e metodologie di gestione dei conflitti 7.2.1 Metodo integrato di Gordon 7.2.2 Mediazione 7.2.3 Cooperative Learning 7.3 L’adattamento e la comprensione interculturale 7.3.1 L’identità umana 7.3.2 Il rispetto dell’altro 7.3.3 La tolleranza dell’ambiguità 7.3.4 L’astensione dai giudizi in attesa di spiegazioni 7.3.5 La costanza nello sforzo di conoscere e capire gli altri Obiettivi: facilitare la conoscenza da parte dei volontari del ruolo del Mediatore culturale, con riferimento al ruolo che ricopre nei diversi contesti, le metodologie operative e i principi alla base della comprensione interculturale per evitare l’insorgere di conflitti o spegnerli quando si accendono. Formatori: Manuale didattico progetto interregionale area umanitaria profilo del mediatore culturale e dell’operatore di pace Tutor Pierpaolo Bravin 49 Ore: 4 MODULO VIII - Il ruolo della Cooperazione allo sviluppo nella prevenzione e risoluzione dei conflitti, nonché nella gestione delle fasi post-conflitto Contenuti: Cooperazione allo Sviluppo nella prevenzione e risoluzione dei conflitti 8.1 Le organizzazioni internazionali 8.2 L’unione Europea 8.3 La cooperazione italiana allo sviluppo: linee guida e indirizzi programmatici dell’azione istituzionale 8.4 La cooperazione non governativa e il volontariato 8.5 Imprenditori, università ed enti locali: nuove strategie di intervento 8.6 La cooperazione decentrata 8.7 I settori della cooperazione internazionale Obiettivi: far conoscere ai volontari le principali organizzazioni internazionali, gli attori istituzionali e il ruolo del volontariato, con particolare riferimento al loro ruolo integrato per obiettivi comuni Formatori: Senatore Alfredo Mantica , Giampaolo Silvestri, Dania Tondini, Chiara Savelli, Andrea Mandelli Ore: 10 MODULO IX - Il conflitto e definizione delle tipologie diconflitto Contenuti: In conflitto e le sue possibili evoluzioni 9.1 Definizioni di conflitto 9.2 Tipi di conflitto 9.2.1 Conflitto interpersonale 9.2.2 Conflitto intrapersonale 9.2.3 Conflitto sociale 9.2.4 Conflitto fisiologico 9.2.5 Conflitto universale 9.2.6 Conflitto democratico 9.3 Elementi del conflitto 9.3.1 Gli attori 9.3.2 Le emozioni e i sentimenti 9.3.4 I sentimenti 9.3.5 I pensieri 9.3.6 Le mappe mentali 9.3.7 Gli atteggiamenti e comportamenti 9.3.8 Le cause 9.4 Gestione del conflitto 9.4.1 Disposizione positiva al conflitto 9.4.2 Il conflitto come opportunità 9.4.3 Riconoscere lo status di conflitto 9.4.4 Individuare cause, motivazioni e natura del conflitto 9.4.5 Strategie di gestione del conflitto 9.5 Fasi del conflitto 9.5.1 Fase della relazione 9.5.2 Fase della mediazione 9.5.3 Fase della violenza 9.7 Esiti del conflitto Obiettivi: far comprendere in modo approfondito ai volontari le caratteristiche, tipologie e cause di conflitto. Renderli capaci di individuare gli atteggiamenti da tenere in situazioni di criticità nel rapportarsi con singoli/gruppi, affinché il conflitto non venga alimentato e si torni quanto prima a una situazione di equilibrio. Formatori: Manuale didattico “Trasformazione non violenta dei conflitti” Tutor Pierpaolo Bravin Ore: 4 MODULO X - Prevenzione del conflitto: metodi, esperienze e tecniche Contenuti: Pratiche per la prevenzione del conflitto 10.1 Il conflitto e le sue cause 10.1.1 Interazione tra le cause di conflitto: cause di sfondo e di primo piano 10.1.2 Metodologia di analisi 10.1.3 Non riconoscimento delle differenti cornici culturali 10.1.4 Atteggiamenti di etnocentrismo 10.1.5 Paura del diverso 10.1.6 Stereotipi 50 10.1.7 Pregiudizi 10.1.8 Aspetti non verbali della comunicazione 10.2 Educazione per la prevenzione del conflitto 10.2.1 Educare al dialogo 10.2.2 Educare alla solidarietà 10.2.3 Educare alla cittadinanza 10.2.4 Educare alla tolleranza 10.3 Esperienze di prevenzione del conflitto: casi pratici 10.3.1 Esperienze positive e Tecniche utilizzate 10.3.2 Esperienze negative e Tecniche utilizzate 10.3.3 La definizione della tecnica in base al contesto e agli attori in gioco Obiettivi: dare ai volontari gli strumenti operativi di base per evitare l’insorgere di conflittualità con i singoli/gruppi, partendo dai concetti teorici per arrivare alle modalità di azione Formatori: Manuale didattico “Trasformazione non violenta dei conflitti” Tutor Pierpaolo Bravin Ore: 4 MODULO XI - Strumenti di elaborazione e trasformazione non violenta del conflitto: metodi, esperienze e tecniche di peacebuilding, peacekeeping e peacemaking. Contenuti: 11.1 Analisi del conflitto 11.1.1 Strumenti di analisi 11.2 La Nonviolenza 11.2.1 Spiritualità della nonviolenza 11.2.2 Le tecniche della nonviolenza 11.3 Possibili risposte al macroconflitto 11.3.1 Analisi dei tre aspetti centrali nella definizione del contesto di evoluzione dei conflitti politici internazionali: il sistema internazionale, le relazioni inter-statuali, le relazioni tra gli attori; 11.4 Definizione terminologiche e descrizione degli strumenti formali ed informali nella gestione dei Conflitti 11.4.1 Definizione dei concetti di negoziazione e mediazione 11.4.2 La negoziazione internazionale; i principali metodi di negoziazione e le più importanti tecniche di mediazione; 11.4.3 L’evoluzione nell’arte della costruzione della pace: dalla risoluzione dei conflitti alla trasformazione dei conflitti; tecniche eterodosse nel negoziato; l’arte della nonviolenza; gli attori non tradizionali nella negoziazione internazionale; 11.4.4 Il ruolo della comunicazione nei processi di formazione dei conflitti e nella costruzione della pace; 11.4.5 Tipologie particolari di conflitti: i long lastingconflicts; 11.4.6 Un esempio di intervento sociale per la Trasformazione dei conflitti: l’Educazione prenatale nella costruzione della pace. 11.5 Conoscenze teoriche: funzioni di peacekeeping, di peacemaking, di peacebuilding. 11.6 Sistema internazionale e conflitti. Analisi delle principali crisi. 11.7 Introduzione alle Organizzazioni Internazionali e principali strumenti di gestione pacifica delle controversie 11.8 Teorie dei conflitti e Peacebuilding 11.9 Diritto internazionale umanitario e diritti dell’uomo: i principali strumenti di tutela internazionale della persona umana 11.10 Il Peacekeeping militare 11.11 Il ruolo delle ONG nel processo di pace: come la cooperazione allo sviluppo e l’assistenza umanitaria incidono sui conflitti (sarà ripreso nel Modulo XXI) 11.12 Diplomazia popolare e interposizione 11.13 Analisi di casi applicativi e di studio. Obiettivi: Fornire al volontario le conoscenze in ordine all’arte negoziale, alla mediazione e prevenzione dei conflitti, e alle tecniche di costruzione della pace, anche al fine di poter interagire con Organizzazioni internazionali e Ong impegnate in tali compiti. Formatori: Manuale didattico “Trasformazione non violenta dei conflitti” Tutor Pierpaolo Bravin Ore: 4 MODULO XII - PeaceSupportOperation: modelli e pratiche di interposizione, le reti locali a supporto della pacificazione. Contenuti: 51 12.1 La Nato e le PSO; 12.2 Le PSO e la difesa italiana; 12.3 Gli specialisti funzionali. 12.4 La sicurezza 12.5 Il profilo degli operatori civili 12.6 Il dibattito civili-militari 12.6.1 La collaborazione civile/militare nelle operazioni di peacekeeping vista dai civili. 12.6.2 La cooperazione civile militare nelle operazioni di peacekeeping vista dai militari. 12.7 Il peacekeeping italiano: prospettive ed evoluzione 12.8 La formazione per civili nelle operazioni a supporto della pace. 12.8.1 La formazione attuata dai civili 12.8.2 La formazione dei Corpi civili di pace per le emergenze internazionali 12.8.3 I corsi di laurea universitari 12.8.4 Le esperienze delle associazioni e delle organizzazioni non governative della società civile 12.9 La formazione per militari nelle operazioni a supporto della pace 12.9.1 La formazione attuata dai militari 12.9.2 Corsi COCIM 12.9.3 Corsi CIMIC 12.9.4 Percorsi formativi frutto della collaborazione tra Forze Armate e Università Obiettivi: Il modulo si propone di avviare un monitoraggio sulle attività del PeaceSupportOperation, secondo molteplici punti di vista relativi sia alla formazione civile che alla formazione militare. Formatori: Senatore Alfredo Mantica , Lorna Beretta, Manuale didattico “Trasformazione non violenta dei conflitti” Tutor Pierpaolo Bravin Ore: 4 MODULO XIII - Gestione e promozione dei processi di perdono e riconciliazione Contenuti: 13.1 La dinamica del processo di riconciliazione 13.2 Gli aspetti più importanti del processo di riconciliazione 13.2.1 La centralità delle vittime 13.2.2 Elementi positivi di cultura profonda 13.2.3 Riconciliazione, verità e giustizia ristorativa 13.2.4 Il modello Lederach 13.2.5 Guarigione dal trauma 13.2.5 Il perdono 13.2.7 Nonviolenza e riconciliazione 13.2.8 Esercitazione: Confronto sugli entry point della riconciliazione 13.3 Tentativi concreti di riconciliazione 13.3.1 Il Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY) 13.3.2 La Commissione per la Verità e la Riconciliazione (TRC) in Sudafrica 13.3.3 Il rito del “MatoOput” in Nord Uganda Obiettivi: Lo scopo è di valutare l’efficacia della riconciliazione come strumento di risoluzione del conflitto, evidenziando gli effetti della riconciliazione sul processo di risoluzione del conflitto, a partire dall’adozione di strumenti di gestione del conflitto che ne favoriscono il successo. In quest’ottica, la capacità di mediazione degli interventi civili e nonviolenti effettuata da attori esterni al conflitto viene esaminata e confrontata con gli esiti prodotti dagli interventi militari per determinarne l’efficacia nel promuovere l’avvicinamento tra le parti. Formatori: Lorna Beretta, Manuale didattico “Trasformazione non violenta dei conflitti” Tutor Pierpaolo Bravin Ore: 4 MODULO XIV - Approccio di genere in situazioni diconflitto. Contenuti: 14.1 Tipologie di approccio al conflitto 14.2 Possibili risposte al conflitto: violenza, passività, contro-violenza, nonviolenza 14.3 Il sistema di intervento nelle aree di conflitto 14.4 Quadro normativo di riferimento: la guerra vista da Ginevra e vista da New York 14.5 Lavorare nel conflitto/lavorare sul conflitto: azione umanitaria e intervento di pace 14.6 Nascita ed evoluzione del peacekeeping civile e militare 52 14.7 Indossare la “lente” di genere 14.7.1 Concetti e terminologia 14.7.2 Evoluzione dell’approccio 14.7.2 Pace, Diritti umani e violenza di genere 14.8 Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza 14.8.1 UNSCR 1325 e le “3 P” : Protezione, Partecipazione e Prospettiva di genere 14.8.2 Le successive risoluzioni WPS (1820/2008 e seguenti) 14.6.3 Organismi internazionali, politiche e stato di attuazione 14.7 Genere, Pace e Sicurezza: uno sguardo all’Italia 14.7.1 Il NAP italiano e il confronto con altri NAP 14.7.2 Dall’advocacy alla revision Obiettivi:Il modulo ha la finalità di far conoscere le norme e le politiche di genere applicabili all’azione umanitaria e di pace nelle aree di conflitto e di trasmettere competenze ed abilità pratiche per la loro concreta applicazione sul campo, contribuendo alla loro implementazione a livello nazionale e internazionale. In particolare si cerca di diffondere una professionalità nell'ambito della cooperazione e dell'educazione allo sviluppo; fornire uno strumento per cogliere al meglio i risvolti di tipo economico - antropologico - politico e progettuali legati agli interventi nei PVS. Formatori: Lorna Beretta Corso online a distanza Columbia University “Planetary boundaries & Human Opportunities” tutor Pierpaolo Bravin Ore: 6 MODULO XV - Processi di disarmo post – conflitto e reintegro sociale di ex-combattenti Contenuti: 15.1 Peacebuilding e riabilitazione 15.2 Le dimensioni fondamentali della riabilitazione 15.3 La dimensione militare o di sicurezza 15.4 La dimensione politico-istituzionale 15.5 La dimensione economico-finanziaria 15.6 La dimensione socio-assistenziale 15.7 La dimensione socio-culturale 15.8 Caratteristiche dell’intervento internazionale 15.8.1 Gli aspetti istituzionali 15.8.2 Gli aspetti socio-culturali 15.10 Il sistema delle Nazioni Unite e la riabilitazione post-conflitto 15.10.1 La PBC – Commissione delle Nazioni Unite per il peacebuilding Obiettivi: contribuire a far acquisire conoscenze, che permettano di fare analisi critiche dei fatti passati e di formulare ipotesi attendibili sui possibili sviluppi dei processi di proliferazione nucleare, chimica e biologica, sistemi d’arma, strategie, attività negoziali e trattative per il disarmo. Formatori: Andrea Mandelli , Chiara Savelli Ore: 2 MODULO XVI - Procedure di sicurezza e gestione del rischio Contenuti: 16.1 Il tema della sicurezza 16.2 La sicurezza degli operatori delle ong e delle altre organizzazioni della società civile impegnate nella cooperazione e solidarietà internazionale. 16.2.1 Codici e procedure di sicurezza 16.2.2 Protezione e la salvaguardia del personale 16.3 Principi per una collaborazione in materia di sicurezza tra le Ong / Organizzazioni della società civile e l’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale 16.3.1 Confronto tra Ong e Unità di Crisi 16.4 La cultura dell’emergenza e della gestione del rischio 16.5 Necessità di evacuazione del personale Obiettivi: Scopo del suddetto modulo è quello di informare i volontari riguardo l’importanza di procedure di sicurezza e di gestione del rischio efficaci, argomento di fondamentale importanza nel momento attuale, a causa della crescente complessità dei contesti in cui si opera e i maggiori rischi per la sicurezza delle operatrici e degli operatori umanitari, richiede una più generalizzata presa di coscienza di tali rischi e una migliore conoscenza delle misure che occorre adottare, come molte Ong da tempo stanno facendo. Formatori: Luca Giacomini, Andrea Mandelli, Pierpaolo Bravin Ore: 4 53 MODULO XVII - Codici di condotta personale e di gruppo nei confronti delle parti e delle popolazioni civili nonché dei soggettivulnerabili. 17.1 Il Codice di condotta nel Diritto Internazionale Umanitario 17.1.1 La responsabilità 17.1.2 La trasparenza 17.1.3 L’efficacia 17.1.4 L’impatto 17.2 L’Imperativo umanitario come priorità assoluta 17.3 L’aiuto umanitario fornito in funzione dei bisogni singoli, delle famiglie e delle comunità. 17.4 L’intervento umanitario nel rispetto delle capacità della popolazione locale. 17.4.1 L’efficacia dei soccorsi e il partenariato dei soggetti locali. 17.4.2 L’intervento internazionale nel rispetto delle vulnerabilità future e dei bisogni essenziali Obiettivi: Il modulo illustra i principi etico-comportamentali su cui si fondano gli interventi in ambito internazionale, finalizzati al corretto espletamento delle attività ma che devono allo stesso tempo mirare a limitare le vulnerabilità future e soddisfare i bisogni essenziali della popolazione civile locale. Formatori: Giampaolo Silvestri, Chiara Savelli Andrea Mandelli corso online a distanza Columbia University “The Age of sustainable Development” tutor Pierpaolo Bravin Materiale didattico: codice etico AVSI Ore: 6 MODULO XVIII -Gestione delle emozioni, abilità relazionali e comunicative, dinamiche digruppo. Contenuti: 18.1 La gestione delle obiezioni 18.2 L’organizzazione di un discorso efficace 18.3 Utilizzo di visualizzazioni, PNL, EFT, PSYCH-K 18.4 Come mantenere interesse ed attenzione 18.5 Comunicazione verbale e non verbale 18.6 Essere convincente, il tuo carisma Obiettivi: L’allievo viene guidato passo passo per gestire efficacemente un discorso dalla progettazione, alla stesura, all’esposizione, dalla gestione dei tempi a quella delle emozioni, dalla gestione delle obiezioni alla creazione del clima di gruppo. Formatori: Maria Laura Conte Ore: 2 MODULO XIX - Comunicazione, socializzazione dell’esperienza e dell'intervento. Contenuti: 19.1 la comunicazione dell’intervento umanitario 19.2 la comunicazione multimediale 19.3 l’immagine dell’altro: uno sguardo riflessivo sulla comunicazione umanitaria 19.4 I sistemi di comunicazione e la condivisione dell’esperienza 19.5 Il gap esistente tra la realtà e la rappresentazione suggerita dai media Obiettivo: Lo scopo è fornire ai volontari un supporto formativo che contribuisca ad incrementare la loro capacità di comunicare le attività promosse e i risultati raggiunti nel settore internazionale. Formatori: Maria Laura Conte Ore: 2 MODULO XX - Tecniche di gestione del gruppo, di gestione dello stress e delle situazioni di difficoltà, nonché metodi decisionali. Contenuti: 20.1 Gruppi Di Lavoro: Fasi Di Vita Del Gruppo 20.2 Nozione Di Conflitto 20.3 Tipi Di Conflitto: Individuale, Intragruppo, Intergruppo 20.4 Conflitto Organizzativo 20.5 Tecniche Di Gestione e Risoluzione dei Conflitti 20.5.1 Esercitazione Pratica: Conflitto Intra-personale; Conflitto Costruttivo; Conflitto Distruttivo L’arte del Rimprovero 20.5.2 Tecniche Di Gestione E Di Risoluzione Dei Conflitti – Esercitazione Pratica: Il Gruppo Come Consulente 20.6 Metodi Decisionali 54 20.6.1 Tecniche Di Gestione E Di Risoluzione Dei Conflitti – Esercitazione Pratica: Conflitto Intra-gruppo 20.7 La Negoziazione 20.7.1 Tecniche Di Gestione E Di Risoluzione Dei Conflitti – Esercitazione Pratica: Conflitto Inter-gruppo Obiettivi: Conoscere le tipologie di conflitti, gli ostacoli alla collaborazione, modalità di gestione dei conflitti, trasformare gli avversari in collaboratori, le chiavi che aprono le porte. Formatori: Pierpaolo Bravin, Paolo Ponzio Ore: 16 37) Durata: Durata complessiva formazione generale 125 ore, così suddivise 28 ore nella sede AVSI Milano, 36 ore nella sede AVSI Cesena, 46 ore nella sede Università di Bari 15 ore di corsi on line della Columbia University con tutor Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 38) Sede di realizzazione: Le sedi di realizzazione della formazione generale potranno essere dislocate in diversi luoghi: sede AVSI Milano Via Legnone 4 sede AVSI Cesena Via Padre Vicinio da Sarsina 216 Sede Università degli studi di Bari Piazza Umberto I e nelle sue sedi didattiche Potranno anche essere eventualmente utilizzati spazi messi a disposizione da altri soggetti e partner di progetto Per ciascuna sede si prevede una formazione di tipo residenziale e quindi saranno messe a disposizione alloggi per i volontari selezionati e servizi di mensa. È prevista anche l’eventuale partecipazione dei volontari a seminari ed incontri di formazione che AVSI organizza periodicamente rivolti ai propri volontari e collaboratori, anche con modalità di connessione a distanza (webinar, skype, videoconferenze) 39) Modalità di attuazione: La formazione specifica per un totale di 96 ore avrà luogo in Italia presso la sedi dell’ente AVSI e dell’Università di Bari e nelle sedi dell’ente nei paesi ospitanti dopo la partenza Il 70% delle ore saranno svolte entro 90 giorni dall’avvio del progetto, mentre il restante 30% saranno svolte entro 270 giorni allo scopo di svolgere alcuni argomenti e le esercitazioni pratiche nel paese ospitante Saranno utilizzate lezioni frontali, lavori di gruppo, seminari, test e verifiche, formazione a distanza, letture e distribuzione di materiale didattico, esercitazioni e visite sul campo nel paese ospitante La formazione sarà erogata con modalità residenziale nelle seguenti sedi 12 ore presso la sede di Milano 8 ore presso la sede di Cesena 55 4 ore di formazione a distanza 8 ore presso Università degli studi di Bari 50 ore nel paese di accoglienza tra cui 12 di lezione frontale e 38 di esercitazioni e visite guidate Queste modalità ci sembrano adeguate per inserire gradualmente i volontari nelle complesse e difficili realtà dei paesi accoglienti, e acquisire competenze e conoscenze sui seguenti argomenti: - opportunità di un percorso formativo all’interno del settore non profit, incentrato sull’educazione alla pace e sulla partecipazione diretta alle fasi di preparazione i progetti dei corpi civili di pace; - maggiore conoscenza della storia, cultura e situazione sociale dei paesi ospitanti - maggiore conoscenza dell’ente e delle sue modalità di lavoro - modalità di comunicazione e di sensibilizzazione alle problematiche dello sviluppo e del conflitto con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili - Sicurezza personale in contesti difficili - Progettazione e rendicontazione interventi di cooperazione internazionale, - conoscenze operative per la gestione delle iniziative. - Attività di comunicazione, sensibilizzazione ed educazione alla pace e promozione del dialogo 40) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: Mantica Alfredo Luigi Savelli Chiara Argelli Franco Bravin Pierpaolo Perovic Nada Silvestri Giampaolo Capitanio Giorgio Beretta Lorna Maria Mandelli Andrea Fiammetta Cappellini Marco Perini Paolo Ponzio Michele Selicati Lucia Maria Stella Vurro nato a Rimini (RN) il 17/07/1943 nata a Forlimpopoli (FC) il 05/10/1971 nato a Faenza (RA) il 09/09/1965 nato a Cesena (FC) il 01/10/1964 nata a Kotor (Yugoslavia) il 12/05/1978 nato a Lerici (SP) il 04/02/1970 nato a Gorgonzola (MI) il 21/05/1968 nata a Varese (VA) il 03/04/1955 nato a Monza (MB) il 25/07/1969 nata a Treviglio (BG) il 22/07/1973 nato a Biella (BI) il 19/04/1968 nato a Bari (BA) il 18/10/1966 nato a Monopoli (BA) il 11/05/1976 nata a Melfi (BA) il 01/08/1969 41) Competenze del/i formatore/i di formazione specifica Vengono specificate le competenze specifiche dei formatori in riferimento agli attività previste dal progetto argomenti della formazione specifica prevista nel progetto, tutti i curriculum sono in allegato. Tutti i formatori sono laureati in possesso di pluriennale esperienza a livello professionale nel settore del progetto. Alfredo Luigi Mantica Competenze: Relazioni Internazionali, Geopolitica, Cooperazione Internazionale, Titoli: Laurea in Economia e Commercio Esperienze: Dal 1987 al 2013 Senatore della Repubblica Italiana, membro delle Commissioni bilancio, finanze ed esteri. Dal 2001 al 2006 Sottosegretario agli Esteri con delega Cooperazione allo Sviluppo Africa, Medio Oriente Dal 2008 al 2011 Sottosegretario agli Esteri con delega Europa, Crisi 56 Africane, Cooperazione allo Sviluppo , in tale veste ha seguito gli accordi di pace in Somalia, Sudan, Mozambico e Nagorno Karabah Chiara Savelli Competenze: Titoli: Esperienze: Argelli Franco Competenze: Titoli: Esperienze: Bravin Pierpaolo Competenze: Titoli: Esperienze: Perovic Nada Competenze: Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti, attività di comunicazione ed educazione multiculturale, cittadinanza attiva Laurea in Scienze Politiche, indirizzo internazionale Iscritta all’ordine dei giornalisti dal 1994 Dal 2001 Docente a Corsi di formazione dell’ente per volontari espatriati e volontari servizio civile Dal 2004 partecipazione ad incontri e gruppi di lavoro internazionali di ONG, partecipazione a missioni di valutazione e monitoraggio in paesi africani, gestione e progettazione interventi di cooperazione internazionale Dal 1992 collaborazione giornalistica con periodici di Forlì e Cesena Dal 2000 al 2004 consiglio regionale Emilia Romagna Accreditato come responsabile del monitoraggio e formatore progetti servizio civile Progettazione e monitoraggio, Sostegno a distanza , protezione civile, Laurea in Scienze Agrarie indirizzo economico, corsi di specializzazione europei sulla progettazione internazionale, lavoro per progetti, già obiettore di coscienza Dal 1997 Responsabile sede di Cesena; Dal 1994 esperto progettazione, gestione e monitoraggio interventi di cooperazione allo sviluppo, Dal 2004 responsabile qualità area progetti (certificazione ISO 9000) , tutor tirocini Dal 1993 docente ai corsi di formazione dell’ente per volontari internazionali e volontari in servizio civile OLP accreditato dal 2004 Accreditato come responsabile del monitoraggio e formatore progetti servizio civile responsabile servizio civile, progettazione e monitoraggio, normativa sul servizio civile educazione alla pace, forme cittadinanza attiva, storia ed evoluzione del servizio civile, identità del gruppo, referente per la sicurezza sul lavoro, presentazione Libano dove ha svolto 2 missioni di fattibilità Master in educazione cooperativa , Laurea Scienze agrarie indirizzo economico, già obiettore di coscienza. Accreditato come responsabile nazionale e formatore parte generale progetti servizio civile dal 2001 Docente universitario in Management delle ONG, Facoltà di economia università di Bologna corso delle organizzazioni Non profit dal 2005 formatore accreditato volontari 67 in SCV, responsabile servizio civile e dei 13 progetti conclusi o in corso dal 1997 progettista interventi di cooperazione internazionale, associazioni di volontariato, fund raising pubblico e privato dal 1996 tutor tirocini e stage volontari e docente ai corsi dell’ente per volontari espatriati Coordinatrice area progetti e responsabile del personale: coordinamento del processo di presentazione di progetti di cooperazione internazionale; organizzazione, gestione e sviluppo delle risorse umane, attività di 57 Titoli: Esperienze: Silvestri Giampaolo Competenze: Titoli: Esperienze: Giorgio Capitanio Competenze: Titoli: Esperienze: Lorna Maria Beretta Competenze: Titoli: Esperienze: Andrea Mandelli Competenze: selezione e programmazione della formazione del personale, cittadinanza attiva, educazione multiculturale, disciplina rapporto enti/civilisti, aspetti di sicurezza del personale espatriato nei paesi Laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali 2004: Assistente al manager regionale dei Balcani; 2006-2011 Assistente al Responsabile Adozioni Internazionali in AVSI 2011-2013 Impiegata nel settore progettuale presso AVSI 2013-oggi Coordinatrice area progetti e responsabile del personale presso AVSI. Promozione della pace attraverso interventi di sviluppo, gestione delle organizzazioni, responsabile sicurezza sul luogo di lavoro in qualità di legale rappresentante, presentazione ente, il dovere di difesa della patria, presentazione ente e dei paesi di intervento dove ha svolto numerose missioni (Haiti e Libano) Laurea in Economia Università Bocconi , già obiettore di coscienza Membro Consiglio nazionale cooperazione allo sviluppo (L125/2014) 1995-1996 Assistente settore amministrativo; 1996-2000: Responsabile dell’Est Europa ente 2001-2013: Responsabile dell’Africa e del Medio Oriente, responsabile area progetti ente; 2013-oggi: Segretario Generale presso AVSI. Cooperazione Internazionale, progettazione e direzione lavori edili, sicurezza sul posto di lavoro Laurea in Architettura con indirizzo Tecnologico e Restauro 1994-1996: consulente presso la Provincia di Milano, settore Edilizia Scolastica 1997-1999: Stage presso l’Università Cattolica di Minas Gerais (Brasile) per progetti di Cooperazione Internazionale volti alla riduzione della povertà urbana. 1999-2000: Coordinazione tecnica per CDM-Cooperação para o Desenvolvimento e Morada del progetto di Cooperazione Internazionale “Alvorada” (Belo Horizonte, Brasile). 2000-2002: Cooperante per AVSI presso Ipatinça, Brasile. 2004-2005: Coordinamento dei progetti AVSI in corso a Belo Horizonte, Brasile. 2008-oggi: Desk Officier AVSI per i paesi Brasile, Argentina, Paraguay, Mozambico e Angola. Responsabile Knowledge Center in AVSI, Project Manager per AVSI in Kenya, esperienza nella formazione presso Università del Sacro Cuore (Milano). Presentazione storia e aspetti sociali ed economici dei paesi, esperienze e gestione dei progetti Laurea vecchio ordinamento in Ingegneria Civile, Dottorato di Ricerca in Humanities (California Institute of Integral Studies, CA (USA). 1992-2004: responsabile Risorse Umane presso Telemedia International (TMI); 2011-2013: Operations Manager presso AVSI a Nairobi, Kenya; 2014-oggi: responsabile del Knowledge Center presso AVSI Milano. Responsabilità Sociale d’Impresa, Sustainable Projects, Gestione del Ciclo 58 Titoli: Esperienze: Fiammetta Cappellini Competenze: Titoli: Esperienze: Marco Perini Competenze: Titoli: Esperienze: Paolo Ponzio Competenze: Titoli: Esperienze: Michele Selicati Competenze: Titoli: Esperienze: del Progetto, Monitoraggio e Valutazione. Laurea in Economia, metodi quantitativi 2002-2008: Consulente tecnico per AVSI a Kampala, Uganda 2009-2014: Senior Program Manager per AVSI presso AVSI Milano 2015-oggi: Responsabile del Project Design per AVSI presso AVSI Milano gestione interventi sociali, interventi di emrgenza e post emergenza, gestione di volontari in servizio civile, personale espatriato e staff locale e della loro sicurezza, conoscenza approfondita del contesto sociale, economico e politico di Haiti Laurea in Lettere e filosofia, laurea in pedagogia 1995-2005: Caporedattore area umanistica edizioni ATLAS 2005-2009: Esperto socio-educativo AVSI 2009-oggi: Responsabile AVSI interventi in Haiti Interventi in contesti di crisi, gestione di volontari in servizio civile, personale espatriato e staff locale e della loro sicurezza, esperienza pluriennale in contesti di crisi e di conflitto, conoscenza approfondita del contesto sociale, economico e politico del Libano Biennio Istituto tecnico industriale, iscritto albo giornalisti 2002-2007: responsabile AVSI interventi in Rwanda 2015-oggi: responsabile AVSI interventi in Libano Direttore dipartimento studi umanistici Università di Bari Formatore generale servizio civile , direttore scientifico attività di terzo settore, esperto comunicazione e politiche per l’integrazione dei diversamente abili Laurea in filosofia, Master e dottorato di ricerca 2012- oggi: Professore Ordinario storia della filosofia Università di Bari 2006-oggi: responsabile questioni le diverse abilità Università di Bari 2008-oggi: responsabile servizio civile Università di Bari 2010-2013 responsabile questioni comunicazione Università di Bari Progettazione e gestione interventi servizio civile, esperto formazione dei formatori Alta Formazione Scuola Superiore della Presidenza del Consiglio, Master social program manager , Laurea in filosofia 2008- oggi: consulente Università Bari servizio civile 2007-oggi: Regione Lazio formatore senior 2011-oggi ASL Roma 8 consulente e formatore progetti servizio civile Lucia Maria Stella Vurro Competenze: Responsabile servizio di prevenzione e protezione Università di Bari Titoli: Master di secondo livello sostenibilità processi produttivi e tutela della salute Laurea in Scienze Biologiche Esperienze: 2003-2010: Biologo nutrizionista 2010-oggi: Università degli studi di Bari 59 42) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Tecniche Le norme che saranno applicate e seguite nell’attività di formazione derivano dall’esperienza maturata dagli enti, dalla loro condivisione tra gli enti partner per poter impostare una strategia e un metodo efficaci alla luce degli obiettivi formativi e delle finalità dei corpi civili di pace. Dalla prima esperienza di servizio civile dell’ente AVSI nel 2003 ad oggi l’evoluzione e la rielaborazione della formazione è stata continua al fine di meglio rispondere da un lato, agli obiettivi del servizio civile indicati nella legge 64/01, dall’altro alle esigenze dei giovani che fanno la scelta di impegnarsi per un anno in attività di utilità sociale. Inoltre l’ente AVSI è impegnato annualmente nella formazione di espatriati junior e senior che vengono inviati come cooperanti, volontari e tirocinanti nei paesi in via di sviluppo (al 31/12/2015 sono 112 gli espatriati sotto contratto con AVSI) Obiettivo primario del ciclo formativo specifico proposto è dunque quello di poter fornire conoscenze, competenze e strumenti che i volontari dei corpi civili di pace possano sfruttare per aumentare la qualità e la consapevolezza nello svolgimento del proprio compito. Inoltre si vuole dare l’opportunità di aprire spazi di riflessione sul senso della volontarietà e dell’impegno lavorativo all’interno della società e della comunità in cui il volontario/cittadino è inserito. Oltre alla trasmissione di contenuti e valori importanti, gli obiettivi principali trasversali a tutti gli argomenti della formazione generale che abbiamo individuato sono in sintesi i seguenti: o favorire un buon clima di gruppo; o creare condizioni favorevoli al confronto e allo scambio; o fornire degli spazi di discussione su tematiche attuali, su temi sociali che coinvolgono tutti al fine di sviluppare interesse e accrescere nei giovani la partecipazione attiva alla vita della società. o Approfondire il tema del conflitto, delle sue conseguenze e delle modalità di risoluzione pacifica nei paesi ospitanti o Approfondire la conoscenza dell’ente e delle metodologie Queste tecniche implicano la disponibilità dei formatori ad un coinvolgimento e una partecipazione attiva con il gruppo in formazione Ove possibile si favorirà la creazione un gruppo classe unico con i volontari selezionati per i diversi progetti dei corpi civili di pace proposti dagli enti AVSI e Università degli studi di Bari. Il gruppo classe per motivi logistici non dovrà essere superiore a 15 volontari per garantire una formazione attenta alle esigenze e alla sensibilità di ciascun giovane selezionato. Metodologie:. La metodologia didattica adottata nella formazione sarà di tipo misto, con prevalenza di lezioni frontali e tecniche di partecipazione attiva attraverso l’utilizzo di: seminari, testimonianze, brainstorming, discussione aperte, verifiche periodiche, test e momenti di autovalutazione, simulazioni, esercitazioni, problem solving, letture e approfondimenti del materiale didattico fornito La formazione a distanza non sarà superiore al 15% delle ore di formazione. Particolare importanza inoltre viene riconosciuta al lavoro di gruppo, attraverso il quale si favorisce la socializzazione e si offre a ciascun partecipante maggiori possibilità di espressione. L’elaborazione dei moduli formativi è stata guidata dalla consapevolezza che le tematiche trattate nella formazione generale dei corpi civili di pace, quali la relazione tra identità e diversità, il concetto di gruppo e delle sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva o la gestione dei conflitti, sono argomenti di cui tutti hanno pre-conoscenze, convincimenti e opinioni, è quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, alla messa in gioco dei partecipanti al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni esplicitandole innanzitutto a se stessi. Un tale clima di lavoro va costruito poco per volta, esso infatti presuppone fiducia e soprattutto sicurezza di trovarsi in un ambiente nel quale il giudizio sia nei limiti del possibile sospeso. Il formatore è dunque chiamato a svolgere il delicato compito di moderatore e facilitatore del dialogo maturo tra individui. Egli pertanto è il primo che nel trattare le varie argomentazioni deve riuscire a mantenere un atteggiamento imparziale e aperto in grado di accogliere le opinioni di tutti. 60 La formazione prevede l’impiego anche di diversi materiali e sussidi didattici che saranno messi a disposizione dall’ente AVSI frutto della quarantennale esperienza di intervento nel settore della cooperazione allo sviluppo. Sara approfondita in particolare la seguente metodologia di intervento di AVSI nei paesi ospitanti Per AVSI la sfida dello sviluppo sostenibile si gioca sulla capacità di offrire alla persona un aggancio per accedere ai servizi che devono adattarsi ai bisogni reali. Poiché questo aggancio dipende inesorabilmente dall’iniziativa personale, risulta essere il vero punto debole per le persone più fragili e che vivono nell’informalità e nella solitudine. Per AVSI questo aggancio si chiama “ultimo miglio” ed è fondamentale per colmare il vuoto tra la persona e l’infrastruttura. Risulta quindi fondamentale rafforzare le organizzazioni della società civile attraverso progetti mirati e attenti alla persona in modo che, educata, diventi protagonista del proprio sviluppo. Centralità della persona La persona è vista come un essere unico nelle sue relazioni fondamentali, famiglia e società, irripetibile e irriducibile a qualsiasi categoria sociologica o a un limite che contingentemente vive (povertà, malattia, handicap, guerra). Partire dal positivo Ogni persona, ogni comunità, per quanto carente, rappresenta una ricchezza. Ciò significa valorizzare ciò che le persone hanno costruito e aiutarle a prendere coscienza del proprio valore e della propria dignità. Fare con Partire dal rapporto con le persone a cui il progetto è rivolto e costruire insieme sulla base dei passi che maturano con loro e tra loro. Sviluppo dei corpi intermedi e sussidiarietà Fare progetti di sviluppo significa favorire la capacità associativa, riconoscere e valorizzare il costituirsi dei corpi intermedi e di un tessuto sociale ricco di partecipazione e corresponsabilità. Partnership Creazione di partnership tra tutte le entità presenti sul territorio per favorire sinergie e ottimizzare l’uso delle già scarse risorse a disposizione. La formazione specifica viene quindi concepita come progetto educativo e formativo per arricchire di consapevolezza e valori le future scelte professionali e di vita dei giovani coinvolti. La formazione intende preparare tecnicamente e specificatamente i giovani a realizzare le attività previste ma, più ampiamente, educare i giovani alla cittadinanza attiva, alla comprensione del rapporto tra problematiche internazionali e quelle locali e alla mediazione dei conflitti. La formazione intende creare occasioni di confronto sui temi affrontati, fornisce gli strumenti e le competenze di base per inserirsi in attività progettuali di informazione – sensibilizzazione in Italia. La valenza formativa non risiede esclusivamente nella presenza di una ben strutturata fase formativa prima della partenza ma nell’intreccio di volta in volta ricalibrato tra orientamento, formazione, momenti di verifica e valutazione, colloqui personali e confronti di gruppo. Questi momenti infatti non sono separati da compartimenti stagni ma rappresentano fasi diverse di un unico percorso e, come tali, si influenzano reciprocamente. 43) Contenuti della formazione: MODULO I – Storia, cultura ed aspetti sociali ed economici del paese Contenuti: 1.1 Presentazione in Italia su aspetti della storia, cultura ed aspetti sociali ed economici del paese 1.2 Presentazione in Italia della storia e delle attività dell’ente nel paese ospitante (Haiti, Libano, Perù) con approfondimento delle tematiche culturali, sociali ed economiche affrontate 1.3 Presentazione nel paese ospitante su aspetti della storia, cultura ed aspetti sociali 61 ed economici 1.4 Visite accompagnate nel paese ospitante al contesto locale, alle attività dell’ente e dei partner locali con approfondimento delle tematiche culturali, sociali ed economiche Obiettivi: Conoscere i principali aspetti della vita del paese ospitante e favorire l’integrazione dei volontari nella vita sociale e culturale con luna maggiore consapevolezza delle consuetudini e dei costumi locali. Aumentare la consapevolezza dei volontari delle specifiche attività richieste Formatori: Formatori in Italia Giorgio Capitanio, Pierpaolo Bravin, Giampaolo Silvestri, Alfredo Mantica, Lorna Beretta, Andrea Mandelli, Chiara Savelli Formatori in loco Haiti Fiammetta Cappellini; Libano Marco Perini; Perù Daniela Altini Ore: 40 (8 in Italia e 32 nel paese ospitante di cui 4 di lezione frontale e 28 di visite accompagnate) MODULO II – PRESENTAZIONE DELL’ENTE, LAVORO PER PROGETTI Contenuti: 2.1 Introduzione e presentazione dell’ente AVSI 2.2 Introduzione e presentazione dell’ente Università di Bari 2.3 Metodologia di intervento e norme di comportamento etico 2.4 Il quadro logico di progetto 2.4.1 Fondamenti teorici 2.4.2 Esercitazione pratica 2.5 Knowledge center: imparare dalle esperienze 2.5.1 presentazione risultati di iniziative AVSI di sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenze ambientali (es. eruzione Vulcano Nyragongo in Congo, Terremoto in Haiti, Tsunami in estremo oriente, virus Ebola in Sierra Leone, deforestazione e sfruttamento foreste amazzoniche in Perù e Brasile, siccità in Sud Sudan) 2.5.2 presentazione risultati di iniziative AVSI di sostegno ai profughi, sfollati e migranti, di reinserimento sociale degli ex combattenti, facilitazione dei rapporti tra le comunità residenti e i profughi, sfollati e migranti nel medesimo territorio (es. Guerra in medio oriente iniziative di accoglienza dei profughi e di sviluppo rapporti con le comunità residenti in Libano, Giordania, Iraq e Siria, promozione della pace e della convivenza Palestina, reinserimento bambini soldato in Sierra Leone, guerra del Sud Sudan, guerra civile in Rwanda, guerra civile in Uganda) 2.5.3 Presentazione risultati progetti di servizio civile all’estero ente Università di Bari 2.5.4 Presentazione risultati progetti di servizio civile all’estero ente AVSI Obiettivi: Approfondire la conoscenza e la metodologia di intervento degli enti, imparare da esperienze significative realizzate o in corso in diversi paesi esteri in ambiti coerenti con le finalità del presente intervento e dei Corpi civili di pace. Formare i volontari alle specifiche attività richieste dal progetto Formatori: Giampaolo Silvestri, Nada Perovic, Andrea Mandelli, Chiara Savelli, Giorgio Capitanio, Pierpaolo Bravin, Lorna Beretta, Alfredo Mantica , Michele Selicati, Paolo Ponzio Ore: 16 MODULO III – La sicurezza nei luoghi di lavoro di cui al D.Lgs 9 aprile 2008, n 81 e successive modificazioni e integrazioni Contenuti: 3.1 Presentazione principali norme D.Lgs 81/2008 3.2 Informazione generali sull’organizzazione della sicurezza sul posto di lavoro (art 36) 3.3 Formazione sufficiente e adeguata in materia di sicurezza e di salute sul posto di lavoro (art 37) Obiettivi: conoscere le principali norme sulla sicurezza ai sensi d.Lgs. 81/08 nuovo testo unico sulla sicurezza sul lavoro (art 36 e 37), con particolare riguardo ai concetti di rischio e organizzazione della prevenzione sul posto di lavoro 62 Formatori: Lucia Maria Stella Vurro , Pierpaolo Bravin, Giorgio Capitanio, Nada Perovic Ore: 8 MODULO IV – Informativa sui maggiori pericoli presenti nell’area di intervento e sul protocollo di sicurezza di cui all’allegato 3 Contenuti: 4.1 Consapevolezza dei principali fattori di rischio nel paese ospitante 4.2 Presentazione del protocollo di sicurezza 34.3 Conoscenza delle informazioni messe a disposizione dal MAECI (es viaggiaresicuri.it) Obiettivi: Maggiore consapevolezza delle norme di comportamento in riferimento ai fattori di rischio del paese ospitante prima della partenza Formatori: Responsabili di sicurezza in Italia Pierpaolo Bravin e Giorgio Capitanio, Nada Perovic, Alfredo Mantica, Paolo Ponzio Ore: 8 (lezione frontale e verifica delle conoscenze della classe con test) MODULO V – Informazione e sensibilizzazione in materia di sicurezza effettuata a cura del MAECI e/o della rappresentanza diplomatica e consolare italiana presente nel paese ospitante ai sensi del 2° comma dell’art 7 del D.M. 7/05/2015 , al quale deve obbligatoriamente partecipare il “responsabile della sicurezza” indicato nel progetto Contenuti: 5.1 Adeguata informazione prima della partenza per l’estero organizzata dal MAECI 5.2 Consapevolezza dei principali fattori di rischio nel paese ospitante e delle fonti informative 5.3 Conoscenza dei referenti della rappresentanza diplomatica o consolare Obiettivi: assolvere alle disposizioni in materia di sicurezza previste dall’art 7 del D.M. 7/05/2015 Formatori: Personale MAECI, Responsabili sicurezza ente nei paesi (Haiti Fiammetta Cappellini; Libano Marco Perini; Perù Daniela Altini) e personale rappresentanza diplomatica o consolare italiana Ore: 8 di cui almeno 4 nel paese MODULO VI – Illustrazione del Piano di sicurezza ed esercitazioni connesse all’attuazione del piano Contenuti: 6.1 Presentazione in Italia norme sicurezza AVSI AMPE 16 6.2 Presentazione delle norme specifiche del protocollo di sicurezza nel paese ospitante 6.3 Esercitazioni di sicurezza nel paese ospitante Obiettivi: Conoscenza precisa e applicazione delle norme di comportamento in caso di condizioni di emergenza, Protocollo di sicurezza. Formatori: formatori sicurezza in Italia Pierpaolo Bravin, Giorgio Capitanio, Nada Perovic Responsabili sicurezza ente nei paesi (Haiti Fiammetta Cappellini; Libano Marco Perini; Perù Daniela Altini) Ore: 16 ( di cui 4 in Italia e 12 nel paese di cui 4 di lezione frontale e 8 di esercitazione) 44) Durata: Durata complessiva formazione specifica 96 ore, così suddivise 12 ore nella sede AVSI Milano, 22 ore nella sede AVSI Cesena, 8 ore nella sede Università di Bari 63 4 ore di esercitazione online con il sito www.viaggiaresicuri.it 58 ore nel paese ospitante di cui 38 di esercitazioni e visite accompagnate Altri elementi della formazione 45) Modalità di monitoraggio del percorso di formazione (generale e specifica) predisposto: L’ente svolge regolari attività di monitoraggio dei progetti di servizio civile, di valutazione dell’apprendimento e della maturazione dei volontari con strumenti di analisi per individuare gli eventuali scostamenti da quanto previsto in progetto, di valutarne l’impatto sul risultato finale e di suggerire gli eventuali accorgimenti. Ogni nuovo percorso di formazione è quindi l’esito del monitoraggio delle precedenti esperienze Il monitoraggio della formazione generale: - durante il periodo di lezione i formatori compilano una scheda di autovalutazione che prevede: temi trattati, partecipazione della classe, eventuali problematiche riscontrate - All’inizio e al termine del percorso formativo, verranno somministrati ai giovani i questionari di valutazione dell’esperienza e di verifica delle conoscenze apprese Il monitoraggio della formazione si articola in: Obiettivi: Monitorare lo svolgimento della formazione generale e specifica, dal punto di vista qualitativo e quantitativo. Nel dettaglio, attraverso la fase di monitoraggio della formazione, l'Ente avrà a disposizione un quadro complessivo dell’andamento della Formazione volto a evidenziare i seguenti livelli quantitativi: Numero di ore effettivamente svolte di formazione generale Numero di ore effettivamente svolte di formazione specifica Verifica Effettiva presenza dei volontari alla formazione generale Verifica Effettiva presenza dei volontari alla formazione specifica e Livelli qualitativi Conoscenze Statiche: - Aspetti Motivazionali relativi alla partecipazione agli incontri formativi; - Obiettivi e Contenuti. Conoscenze Dinamiche: - Analisi della dinamica delle fasi formative; - Metodi e Strumenti; Capacità Cognitive: - Acquisizione di capacità legate/necessarie al progetto di Servizio Civile; - Strategie e tecniche; - Relazione con il proprio contesto di impiego; Capacità comportamentali: - Acquisizione da parte dei Volontari di capacità Comportamentali; - Acquisizione da parte dei Volontari di capacità di Autovalutazione Le figure coinvolte nel monitoraggio saranno: Responsabile del monitoraggio accreditato è Franco Argelli nato il 09/09/1965 a Faenza (RA), dipendente a tempo indeterminato dell’ente. Responsabile del servizio civile dell’ente Esperienze come Operatore locale di progetto e formatore I formatori I volontari in formazione Strumenti 64 Registri di presenza colloqui con i volontari in servizio civile, riunione tra i formatori dell’ente, tenuta del registro delle presenze, somministrazione di questionari di valutazione , riunione conclusiva con i volontari anche a distanza per rilevare il grado delle conoscenze della formazione generale e specifica. Tempistiche Il monitoraggio viene eseguito con le seguenti tempistiche: Al termine dei primi 3 mesi, e comunque al termine della formazione generale prima della partenza dei volontari per l’estero. al termine della formazione specifica svolta in Italia prima della partenza dei volontari per l’estero. al termine della formazione specifica svolta all’estero e comunque entro 270 giorni dall’avvio del progetto Alla conclusione del progetto l’ente verifica la disponibilità dei civilisti a proseguire le loro esperienze all’estero se reciprocamente soddisfacenti con altre modalità. Data 12/02/2016 Il rappresentante legale dell’ente Giampaolo Silvestri 65