L`assedio dell`Alcazar, regia di Augusto Genina, Italia, 1940.

Transcript

L`assedio dell`Alcazar, regia di Augusto Genina, Italia, 1940.
L’assedio dell’Alcazar, regia di Augusto Genina, Italia, 1940. Sceneggiatura di Augusto Genina e Alessandro de Stefani, produzione Bassoli Film. Con Fosco Giachetti, Mirelle Balin, Maria Denis, Rafael Calvo, Guido Notari. Guido Notari in “L’assedio dell’Alcazar” Nel 1936, dopo che il generale Franco si era ribellato al legittimo governo della Repubblica spagnola (alzamiento), la fortezza di Toledo si ribella per iniziativa del colonnello Moscardò (Rafael Calvo). Assediata e bombardata dai repubblicani, resisterà più di due mesi prima di essere liberata dalle milizie franchiste. Sontuosa produzione girata a Cinecittà e, in esterni, in Spagna, cast internazionale. La versione spagnola è intitolata Sin novedad en el Alcazar, che a noi fa venire in mente “All’ovest nulla di nuovo” di Erich M. Remarque ma in realtà è la ripetizione della parola d’ordine della rivolta, “sin novedad”. Non è stata un’affermazione della cinematografia italiana: la Spagna voleva dimenticare le ferite ancora aperte ed era impegnata piuttosto in un duello tra la cinematografia tedesca e quella americana (ben descritto nel libro di Julio Montero y María Antonia Paz “La larga sombra de Hitler. El cine nazi en España” (Madrid, Catedra, 2009). Il film, come sceneggiatura, unisce due formati: la rivolta degli ufficiali “buoni” contro le degenerazioni del potere (essere infedeli per restare fedeli al potere originario) e l’assedio. Diversamente dall’oasi di Giarabub, qui i nostri arrivano, liberano l’Alcazar e presto si prenderanno tutta la Spagna. Anche in questo film Notari è uno degli ufficiali della guarnigione di Toledo, che partecipa alla ribellione. Il film è stato oggetto recentemente di un restauro che ha evidenziato sia alcune differenze tra le versioni italiana, tedesca e spagnola, sia gli sforzi della produzione Bassoli di assicurare al film, che fu assai costoso, una vita distributiva nel dopoguerra attraverso tagli mirati. Un’operazione effettuata sul successivo film di Genina, Bengasi (1942). Notari ha lavorato in questo film e in Bengasi (dove il suo ruolo è più importante) ed è stato la voce recitante di “Cielo sulla palude” di Genina (1949) dedicato a Maria Goretti e punta di diamante di un tentativo di neorealismo cristiano (o meglio andreottiano). In “L’ultima voce. Guido Notari” è mostrato un brano di un cinegiornale Luce (C0014, 15 aprile 1940) sulla lavorazione del film a Cinecittà. La voce è quella di Notari, che spesso si trovava (e con un certo gusto) a commentare fatti di cui era partecipe o protagonista, talvolta citando il suo stesso nome fra i presenti.