Ed ecco il mio bonsai

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Ed ecco il mio bonsai
Acquariforum
Ed ecco il mio bonsai
Inviato da Paolo76
Non ho saputo resistere. Anch’io sono stato contagiato dalla moda del BONSAI !! A dire la verità, la creazione di
una simile tipologia di vasca, almeno personalmente, è stata resa necessaria dalla volontà di testare un nuovo fondo per
quello che sarà un più “tradizionale” acquario aperto da 60 litri.
La vasca prescelta per la creazione del mio primo “bonsai” è in vetro, con gli angoli della parte frontale
piegati in un unico pezzo, senza quindi siliconature, con una capacità di circa 12 litri lordi e misure pari a cm. 30x18x22.
Per la composizione del layout ho utilizzato delle piccole lastre di pietra di un insolito colore brunito, recuperate da una
vecchia vasca ormai in disuso.
La plafoniera in dotazione monta una lampada del tipo PL 11w con apposito vetro di protezione, collegata ad una presa
con timer per regolarne l’accensione (ciclo luminoso iniziale di 6 ore, dalle ore 17:00 alle 23:00).
E' stato inoltre installato un impianto regolabile per la somministrazione in vasca della Co2 (Askoll system con bombola
usa e getta). Per vasche di così ridotta capacità, questo tipo di impianto può essere sostituito da un più economico (però
meno efficace) impianto a fermentazione, questo però a discapito di una più efficace e corretta somministrazione del
prezioso gas(soprattutto in termini di controllo della quantità erogata).
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Per quanto riguarda il fondo (vero motivo per cui ho dato vita a questa vasca in oggetto) ho optato per la [B]KIRYUZUNA[/B]. La scelta di questa tipologia di fondo è infatti dettata dall’esigenza di testarne le caratteristiche e la
rispondenza delle piante d’acquario ad un suo utilizzo, anche se limitato solo ad alcune specie ed in uno spazio
ridotto come può essere questa vasca.
Dalle notizie reperite in merito alla KIRYU, questo è un terriccio che in ambito bonsaistico viene utilizzato
specificatamente per i pini. Dalle caratteristiche molto particolari, è in grado di far sviluppare in modo eccezionale le
micorizzie delle radici di questi alberi e quindi spero che i risultati siano apprezzabili anche per le piante
d’acquario, anche se va detto che sempre in ambito bonsaistico, la coltivazione in kyriu pura viene utilizzata solo
per piante sane e vigorose con rinvasi (nel nostro caso trapianti) senza eccessivi tagli delle radici.
Addirittura, l’uso di questo terriccio su piante non in ottima salute può portare alla morte il soggetto prescelto, ma
questo con piante "aeree", mentre la sua bontà in campo acquariofilo è tutta da dimostrare.
La stessa kiryu, come la più famosa Akadama, è un terriccio minerale, non è un argilla, bensì una zeolite e pertanto esula
un po’ dal discorso delle allofane. Chimicamente, la caratteristica principale è una capacità di scambio cationico
superiore alla stessa Akadama e questo permette uno sfruttamento delle sostanze nutritive particolarmente forte, a
favore della radice. Il ph della kiryu oscilla da 6.5 a 6.8, quindi non particolarmente acido.
Le caratteristiche peculiari di questo terriccio, (come per altro anche per l’akadama), sono di tipo fisico e non
chimico, pertanto caratteristiche pochissimo alterabili.
Ha una consistenza superiore alla pomice, cioè è molto compatta e non si disfatta facilmente in acqua, presentandosi tra
l’altro poco polverosa (non è stato eseguita alcuna operazione di setacciatura né tanto meno di lavaggio), con
una colorazione più variegata rispetto alla già citata “cugina” di colore più uniforme, presentando grani che
vanno dal marrone scuro al giallo
A completare la preparazione del fondo, ho optato per una fertilizzazione con “le7sfere” della JBL, mentre
per quanto riguarda il trattamento dell’acqua ho scelto prodotti che avevo già in casa, per altro già testati con buoni
risultati: Green Gain dell’ADA e Gan Conditioner della Dupla
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Come prima operazione ho provveduto a “polverizzare” un paio di sfere della JBL, stendendo il prodotto
sul fondo della vasca in modo uniforme
A questo punto ho inserito la kiryu (senza setacciare) prevedendo la classica stesura “a rampa”, quindi con
uno spessore minore sul fronte per poi aumentare sul fondo del layout. Inserite le pietre (la loro disposizione era stata
provata e riprovata!) ho provveduto a riempire un poco la vasca con dell’acqua di rubinetto (precedentemente
lasciata decantare per 24ore e comunque trattata con condizionatore) e successivamente ho inserito le piante a mia
disposizione.
Qui viene però la nota dolente: non avendo altro a mia disposizione se non quello prelevabile dalle altre vasche in mio
possesso, per ora mi sono dovuto accontentare, promettendomi però di intervenire a riguardo nel più breve tempo
possibile.
Tornando alle piante, ho inserito n. 3 stoloni di Blyxa Aubertii, n. 3 piccole talee di Eusteralis Stellata, una porzione di
Vesicularia dubyana ed infine della Cryptocoryne Wenditii verde.
Venuto il momento di riempire la vasca, ho curato particolare attenzione nell’eseguire tale operazione con calma;
utile allo scopo si è dimostrato il sifone per la pulizia del fondo orientato verso le pietre sullo sfondo, le quali hanno
permesso di smorzare il flusso dell’acqua, in modo che la vasca si riempia senza movimenti del fondo. Da notare,
che viste le caratteristiche della kiryu, l’acqua immessa non si è mai intorbidita, al massimo si è leggermente
“velata”.
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Per quanto concerne la movimentazione dell’acqua, ho utilizzato una piccola pompa con annessa spugna filtrante.
In uscita dalla pompa, ho montato un tubicino rigido forato, orientando il medesimo verso lo sfondo della vasca, sempre
per smorzare la corrente creata dalla pompa.
I valori dopo 24 ore:
ph 7 - gh 5 - kh 5 - No2 = non rilevabili
T 22°C
e dopo 48 ore:
ph 7 - gh 5 - kh 4 - No2 = non rilevabili
T 22°C
Ormai, a circa 72 ore dal riempimento della vasca, l’acqua è diventata perfettamente cristallina, i valori sembrano
stabilizzarsi e anche le stesse piante, (soprattutto la E.stellata) sembrano aver superato il trauma del trapianto (ma per
questo è certamente troppo presto per valutarne le conseguenze).
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Da quanto posso aver per ora riscontrato dall’utilizzo della kiryu, la stessa presenta la medesima caratteristica
propria della sua cugina akadama, cioè la tendenza ad assorbire notevolmente i sali facendo “precipitare”
il valore del Kh. A sua difesa, però, sembra che questo tipo di fondo si stabilizzi prima (per ora il kh non è sceso sotto un
valore pari a 4) e soprattutto in merito alla granulometria, si presenta decisamente più resistente e poco polverosa.
Ecco che il piccolo bonsai incomincia a prendere più forma, è giunto il momento di inserire nuove piantine in vasca,
apportando qualche modifica anche alla posizione di quelle piante già presenti
ho inserito: ROTALA WALLICHI-DIDIPLIS DIANDRA-POGOSTEMUN HELFERI-PROSERPINACA PALUSTRIS
In superficie (inserite casualmente) galleggiano un paio di foglioline di Lemna minor.
Per farci stare il tutto, ho necessariamente dovuto operare qualche piccolo spostamento, nel caso specifico della blyxa
(una piantina portata sul fronte, davanti alla pietra di sinistra) e della E.stellata (avevano già iniziato a crescere ed a
radicare sul fondo)
ecco qualche aggiornamento della vasca
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ho sosituito la Vescicularia con della Microsorum pteropus "philippine" prelevata dal 120 litri e ho aggiunto della
Glossostigma elantinoides per formare il famoso "pratino". Se reagisce bene al fondo, la metterò sicuramente anche nel
60lt in programma
Ecco delle foto di aggiornamento della vasca,con l'inserimento di nuovi ospiti, in totale ora sono:
- 2 otocinclus
- 3 neon neri
- 2 crenicara filamentosa
Aggiornamento valori
ph 7 - gh 4 - kh 3 - No2 non rilevabili - T 22°C
a questo punto credo che il kh sia ormai stabile (è sceso ancora ma in modo meno repentino) e visto che vorrei alzarlo
almeno a 4, oltre che ai cambi con l'acqua del 120 litri, proverò ad alternare questi ultimi con altri effettuati con acqua di
rubinetto trattata con condizionatore.
Ho inoltre, inserito n. 3 caridine e hanno subito iniziato il loro bel lavoro di pulizia, peccato che 2 di loro, vedendo il tavolo
in cucina un pò in disordine, abbiano deciso di dare una sistemata durante la notte (non hanno più trovato la strada del
ritorno!)
Ho inoltre inserito delle nuove piantine di Pogostemun Helferi, sempre per vedere come cresce con questo tipo di fondo.
Ho messo la stessa pianta nel nuovo lay-out del 60 litri, dove il fondo è in terra allofana (elos terra): sono curioso di
verificare dove cresce meglio (anche se, essendo vasche talmente diverse in fatto di luce e litri, potrebbe essere un
paragone poco attendibile).
Per quanto riguarda la concimazione e cambi acqua, da questa settimana voglio iniziare questo programma:
1) cambio non pìù giornaliero ma settimanale, sostituendo metà dell'acqua in vasca con acqua di rubinetto trattata (1/2 per aumentare leggermente il kh) e acqua prelevata dal 120lt (1/2).
2) concimazione di ADA green gain al cambio d’acqua –( domenica )- quantità 1 goccia
3) elos fase 1 e elos fase 2 (mercoledì) (una dose) alternati tra loro.
visto la piccolezza della vasca, non vorrei eccedere nella concimazione, partendo quindi con molta calma.
Un nuovo scatto in aggiornamento.
Ho inserito un bel pò di palustris, vediamo come cresce!!
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CONCLUSIONI:
Per quanto concerne il fondo utilizzato, si può certamente consigliare questa terra per la realizazione di vasche dedicate
alle piante senza incorrere in "brutte figure".
Come verificato nel bonsai sopra descritto (ma anche in altre vasche con capacità e caratteristiche "superiori") la Kiriu si è
dimostrata un valido substrato per la crescita di tutte le piante da me provate (anche quelle più impegnative come Elatine
Trianda, ect). L'unico aspetto lievemente negativo si è dimostrata la sua "leggerezza", rispetto alla cugina Akadama, una
volta immersa in acqua, non permettendo quindi un immediato "fissaggio" delle nuove essenze soprattutto in presenza di
pesci bentonici e/o caridine (in particolra se Japonica, in quanto di "grossa taglia"), i quali tendono con i loro movimenti
ed il rovistare alla ricerca di cibo, a sradicare le piante, almeno finchè queste ultime non hanno ben sviluppato l'apparato
radicale.
Foto e Articolo di Paolo76
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