Distretto del Legno e Mobili - Confindustria Pesaro Urbino

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Distretto del Legno e Mobili - Confindustria Pesaro Urbino
Distretto del Legno e Mobili
di Pesaro - Fossombrone - Piandimeleto
Evoluzione storica
Le prime imprese mobiliere pesaresi sono nate nel dopoguerra, favorite da alcune
condizioni: l’imprenditorialità e Ia laboriosità dell’area, Ia disponibilità di manodopera e di
credito, una domanda in rapida crescita.
Seguendo il mercato, i produttori pesaresi
pesaresi sono aumentati in dimensioni e in numero,
investendo prevalentemente in capacità produttiva. Già da allora comincia a presentarsi il
percorso di sviluppo caratteristico dell’area pesarese a nascita per “fuoriuscita” - che
trasforma dipendenti aziendali
aziendal in neo-imprenditori,
imprenditori, creando numerose imprese di piccole
dimensioni.
La crescita, dimensionale e in numero, è continuata fino ai primi anni ‘70. in
corrispondenza della grande crisi internazionale. Di fronte aIl’incertezza del futuro gli
imprenditorii pesaresi hanno imboccato Ia via del terzismo e della flessibilità. I terzisti
portavano in quel momento diversi vantaggi ai produttori di mobili: erano poco costosi,
riducevano i rischi imprenditoriali variabilizzando del costi e liberavano della necessità
nece
di
costosi investimenti in impianti produttivi. GIi stessi produttori hanno spinto affinché
nascessero nuove imprese terziste, o perché ex-dipendenti
ex dipendenti diventassero imprenditoriimprenditori
terzisti.
Il polo pesarese ha ottenuto molti benefici da un sistema produttivo
produttivo così economico e
flessibile. I produttori, liberi da problemi produttivi e do vincoli di gamma di prodotto (era
sempre possibile trovare nella zona un terzista per ogni tipo di porte o di prodotto) hanno
concentrato i loro sforzi verso I bisogni del mercato e sono diventati particolarmente
bravi a rispondere velocemente alle variazioni di gusto del consumatori, con molti nuovi
prodotti ad un prezzo competitivo. II sistema produttivo basato sul terzismo ha reso
possibile un aumento generale della velocità
velocità commerciale del pesaresi, pur inibendo gli
investimenti, specie quelli produttivi.
Confindustria Pesaro Urbino
Palazzo Ciacchi
Via C. Cattaneo, 34 – 61121 Pesaro
Tel. 0721.3831 – Fax 0721.65022
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BREVE SCHEDA CON ALCUNI DATI ANNI ’90 – Fonti: dati Istat + brani estrapolati dalla ricerca Csil
1998
L’area sistema del settore mobile-arredamento
mobile arredamento della provincia di Pesaro e Urbino risultava così articolata: 1370 imprese
delle quali circa 500 sono unità produttive di tipo industriale, e più di 700 sono aziende artigiane. Gli occupati del
Distretto erano circa 11.000.
Più in dettaglio per quanto riguarda l’industria, il distretto era attualmente così suddiviso:
• 400 aziende industriali producono mobili finiti di ogni tipo, semilavorati e componenti;
• più di 30 aziende industriali producono macchinari per la lavorazione del legno;
• più di 30 aziende della seconda lavorazione del vetro producono componenti per l’industria dell’arredamento e
complementi in vetro;
• oltre 20 industrie producono accessori per la costruzione di mobili;
• oltre 20 sono specializzate
zzate nella produzione di arredo per uso commerciale.
Collaboravano e facevano parte del distretto anche oltre 700 aziende artigiane che, oltre a dedicarsi alla creazione di
prodotti finiti, svolgono una attività di servizio all’industria del mobile, producendo
producendo parti ed accessori di arredamento o
coprendo alcune fasi del ciclo produttivo.
Quanto alle tipologie di mobili per la casa prodotti a Pesaro era di particolare rilevanza lo sviluppo e la specializzazione
che ha avuto la produzione di mobili per cucina.
cucin Le aziende che producevano cucine erano circa l’8% del totale delle
imprese del
el sistema mobiliero, ma coprivano oltre il 25% del fatturato globale di tutto il comparto. Il 59% della
produzione pesarese era dedicata ai mobili per tutti gli altri ambienti della abitazione (camere da letto, sale da pranzo,
imbottiti, mobili per il bagno, mobili in vetro, mobili in giunco). Il 24% circa delle imprese (17% del fatturato) operava
opera
invece nel settore dei prefabbricati e componenti per mobili. Non trascurabile (ilil 9% delle imprese) infine la produzione
di mobili per ufficio e di arredamenti per uso commerciale (negozi, bar e comunità). I principali mercati di esportazione,
nell’anno 1997 sono stati per il 35% nell’Europa del Mercato Unico (fra cui prima la Germania),
German
per il 28% nei paesi
dell’est (prima la Russia), per il 21% nell’area del Medio Oriente (Arabia Saudita prima) e per l’8,5% negli Stati Uniti e
Canada.
Pesaro ha raggiunto una posizione di rilievo nell’ambito dell’industria italiana del mobile, grazie soprattutto agli sforzi
dei produttori di cucine, che sono riusciti a raggiungere una quota di produzione italiana di cucine pari al 17% e ad aver
una visibilità anche a livello europeo, con il 4,6%. Meno rilevante, anche se tutt’altro che trascurabile,
trascurab
soprattutto sul
piano nazionale e considerata l’elevata frammentazione che caratterizza il comparto, è il contributo di Pesaro alla
produzioni italiana di mobili per la casa, con una quota di poco inferiore al 6%, quasi interamente dovuta a camere da
letto e soggiorni.
Se si considera il giro di affari complessivo del settore del mobile, Pesaro si colloca in terza posizione rispetto agli altri
altr
maggiori distretti mobilieri pluriprodotto, dopo il distretto storico della Brianza e la più giovane industria mobiliera
dell’asse Treviso-Pordenone,
Pordenone, con una quota di produzione pari al 7,3% (7,9% inclusi i semilavorati e i componenti).
Sempre nell’ambito del suo ruolo nel settore italiano, Pesaro ha una minore quota di esportazioni (5%) ed una maggiore
quota del mercato interno (8%).
La minore propensione ad esportare delle imprese locali rispetto alla media nazionale (30% contro il 45% del volume
d’affari) è in gran parte da attribuirsi alla specializzazione in comparti, quali le cucine, le camere da letto ed i soggiorni,
s
che mostrano un minore grado di internazionalizzazione rispetto ad altri, quali gli imbottiti e le sedute.
Va tuttavia osservato che, nonostante le difficoltà di esportazione tipiche del comparto, i cucinieri pesaresi riescono ad
esportare una quota
ota di produzione (13,8%) superiore, anche se di un solo punto percentuale, a quella degli altri
cucinieri italiani, e non si discostano di molto neppure dalla performance dei cucinieri tedeschi (15,3%), segno che
l’industria mobiliera pesarese presenta indubbi
in
vantaggi competitivi.
Le imprese della provincia sono mediamente più grandi rispetto all’impresa italiana tipo del settore, ma più piccole dei
concorrenti trevigiani e pordenonesi. Caratteristica di Pesaro è inoltre una concentrazione dell’occupazione
dell’occupazion nelle
dimensioni piccole e medio-piccole
piccole di impresa, cui si contrappone un’incidenza delle realtà di grandi dimensioni
superiore che nel resto dell’Italia, fatta eccezione per Pordenone.
Il distretto di Pesaro trae uno dei suoi maggiori punti di forza da un ricorso al decentramento produttivo in media più
elevato che negli altri distretti italiani, come evidenziano un fatturato per addetto, duplicazioni escluse, quasi doppio
rispetto a quello nazionale e un rapporto tra addetti esterni, come terzisti, e addetti
addetti interni decisamente più elevato.
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Oggi ill distretto sta assistendo, insieme agli altri distretti mobilieri italiani, ad una serie di
cambiamenti del contesto competitivo: ingresso e affermazione sui mercati mondiali dei
produttori presenti nei paesi a basso costo del lavoro, che erodono quote sulle fasce
basse della gamma produttiva; maturità dei mercati dei paesi industrializzati, con la
necessità di rivitalizzare la domanda attraverso un diverso rapporto con la clientela
(personalizzazione, politiche
politiche di immagine e di marketing) e un innalzamento qualitativo e
di design dei prodotti; modificazioni della struttura distributiva, indotte sia dall'entrata di
nuovi soggetti che adottano nuove formule commerciali (negozi monomarca e grande
distribuzione organizzata),
anizzata), sia dalla necessità di presidiare maggiormente i mercati,
perseguendo nuove politiche di marketing e coinvolgendo il settore a valle, caratterizzato
in Italia da un’alta frammentazione.
Per adeguare i processi ai mutati ritmi del mercato, le aziende
aziende del distretto stanno
puntando soprattutto sulla flessibilità sia gestionale che produttiva.
Le principali azioni intraprese sono:
•
•
•
Razionalizzazione dei costi sia con il taglio di attività non strategiche che con la
selezione della propria rete di intermediazione
Perseguimento dell’efficienza gestionale con l’adozione di sistemi di produzione
just in time per limitare l e scorte di magazzino, introduzione di nuovi strumenti di
software gestionali, potenziamento dell’area logistica e esua integrazione
integrazion con il
sistema informativo aziendale;
Sviluppo di alleanze strategiche intersettoriali per la diffusione dei brand.
I tentativi di incrementare il valore del servizio e di spostare la competizione su variabili
“non price” consistono prevalentemente nelle seguenti azioni:
•
•
ampliamento della gamma, che permette da un lato di acquisire un maggiore
numero di clienti da fidelizzare, rispondendo a tutte le sue esigenze di prodotto,
dall’altro di fronteggiare andamenti settoriali negativi;
miglioramento del servizio pre e post-vendita.
post
In generale, tutte le imprese stanno rivedendo la gamma offerta, producendo arredi dai
prezzi più accessibili, benché funzionali e di design, rivolgendo l’attenzione non solo al
mercato residenziale ma anche al
a contract.
Le aziende di maggiori dimensioni cercano inoltre di presidiare più canali distributivi e di
incrementare le vendite all’estero, soprattutto nei nuovi mercati emergenti.
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Specializzazione produttiva
Le imprese del Distretto sono specializzate nella costruzione di mobili in legno (soggiorni e
camere da letto, ecc.). Il secondo comparto per importanza è quello delle cucine, da molti
autori considerato la specializzazione del distretto, in virtù della presenza di diverse
imprese leader sui mercati nazionali e internazionali. A sostegno e complemento delle
attività della filiera principale, si sono sviluppate negli anni alcune specializzazioni
produttive correlate quali il comparto meccanico, quello della lavorazione del vetro, così
come alcuni servizi
izi commerciali.
Caratteristiche del distretto
La provincia di Pesaro-Urbino
Urbino rappresenta il terzo polo italiano del mobile, dopo quello
della Brianza e di Treviso-Pordenone
Treviso Pordenone e, come essi, copre un’ampia gamma di produzioni
mobiliere (dai mobili per la casa all’arredamento per ufficio), pur presentando una forte
specializzazione sulle cucine; si caratterizza, però, per imprese di dimensioni medie più
piccole e per una minore propensione all’internazionalizzazione. L’organizzazione della
produzione prevede u’accentuata
u’accentuata scomposizione verticale del ciclo produttivo, che si
accompagna però ad una maggiore intensità dei legami tra imprese lungo la filiera: si
consolidano rapporti che configurano una gerarchia di fatto, imperniata sull’impresa
capofila che svolge le funzioni strategiche (progettazione, assemblaggio,
commercializzazione dei prodotti), si confronta con il mercato finale e coordina in modo
sequenziale la produzione dei diversi componenti del prodotto finito, instaurando legami
di fornitura, subfornitura
subfornitura e terzismo. Tale strategia è stata perseguita soprattutto dai
grandi cucinieri, che realizzano prodotti di qualità medio-alta,
medio alta, puntando sulla varietà di
gamma, sull’immagine, sul marchio, oltre che sul controllo della fase distributiva.
Sede del Distretto
Dal punto di vista territoriale, il Distretto è composto da 30 comuni
comuni appartenenti alla
provincia di Pesaro Urbino:
Belforte all’Isauro, Carpegna, Cartoceto, Colbordolo, Fano, Fermignano, Fossombrone,
Frontino, Isola del Piano, Lunano, Mercatino Conca, Lombaroccio, Montecalvo in Foglia,
Monteciccardo, Montefelcino Montegrimano, Montelabbate, Montemaggiore al
Metauro, Pesaro, Petriano, Piandimeleto, Saltara, San Costanzo, Sant’Angelo in Zizzola,
Sant’Ippolito, Sassofeltrio, Serrungarina, Tavolato, Tavullia,
Tavulli Urbino.
La Regione Marche ha riconosciuto 26 distretti industriali. Tra questi 3 sono specializzati
nel settore Legno – Mobili: si tratta dei distretti di Piandimeleto, Fossombrone e Pesaro.
Tali Distretti sono stati riconosciuti con la Delibera del Consiglio
Consiglio Regionale n. 259 del
29.07.1999.
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