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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE
DIPARTIMENTO DI SCIENZE MEDICHE E BIOLOGICHE
Corso di Studi in Infermieristica
Tesi di Laurea
IL FABBISOGNO EDUCATIVO ALL’IGIENE ORALE NEI PAZIENTI CHE ACCEDONO
ALL’AMBULATORIO E AL REPARTO
DI CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE
Relatore:
Laureanda:
Dott.ssa Giampiera Bulfone
Sara Pitassi
Correlatori:
Dott.ssa Valentina Bressan
Inf. Czeslawa Mroz
ANNO ACCADEMICO 2012 / 2013
2
Indice
INTRODUZIONE
5
1. Revisione della letteratura
6
1.1 Definizione della salute orale
6
1.2 L’importanza della prevenzione
7
1.3 I fattori che favoriscono il mantenimento della salute orale
11
1.3.1 L’alimentazione
11
1.3.2 La salivazione
12
1.3.3 L’igiene
14
1.3.4 I controlli regolari dall’odontoiatra
16
1.3.5 La fluorizzazione dell’acqua potabile
17
1.4 I fattori che compromettono la salute orale
18
1.4.1 Il fumo
19
1.4.2 I farmaci
20
1.4.3 I fattori economici
21
22
1.5 Per chi è importante la salute orale
2. Metodologia dello studio
24
2.1 Scopo dello strumento
24
2.2 Obiettivi
24
2.3 Materiali e metodi
24
2.3.1 Lo strumento
24
2.3.2 Disegno dello studio
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2.3.3 Rilevazione dei dati
25
2.3.4 Campione e contesto d’indagine
26
2.3.5 Analisi statistica
26
27
3. Risultati
3.1 Le caratteristiche del campione
27
3.2 La percezione del paziente rispetto alla salute e alla cura del cavo orale
29
3.3 Le abitudini all’igiene orale
29
3.4 I dispositivi utilizzati abitualmente per l’igiene orale
30
3.5 La richiesta di prestazioni odontoiatriche
30
3.6 I motivi che hanno portato il paziente a recarsi nel reparto
31
3.7 La qualità della vita legata alla salute orale
32
3
3.8 Le abitudini alimentari
33
3.9 Il fumo
33
3.10 Le differenze statisticamente significative rilevate dallo studio
33
4. Discussione
37
5. Implicazioni per la pratica
39
6. Conclusioni
41
Bibliografia
42
Allegati:
51
a) Questionario
51
b) Opuscolo informativo
55
4
INTRODUZIONE
L’incidenza delle patologie del cavo orale permane elevata in età adulta, nonostante gli
indubbi miglioramenti di carattere igienico sanitario attuali (Bollero et al. 2010).
In ogni campo della medicina la prevenzione esercita un ruolo molto importante per evitare
l’insorgenza di varie patologie ed inoltre rappresenta una misura fondamentale in termini di
efficacia con un favorevole rapporto costo-benefici (Bollero et al. 2010).
Secondo le linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle
patologie orali in età adulta (2010) l’igiene orale è uno dei cardini della medicina preventiva per
mantenere i denti e le strutture annesse in buone condizioni, nonché l’arma più efficace per la
prevenzione delle malattie dentarie e gengivali.
E’ importante promuovere e favorire programmi di prevenzione e cura delle patologie che più
spesso colpiscono il cavo orale come la carie, le malattie parodontali e le neoplasie. Tutto ciò è
utile per evitare situazioni come l’edentulismo o importanti modifiche alle strutture anatomiche
con invalidanti menomazioni psico-fisiche per il paziente e un impegno cospicuo di risorse
finanziarie, personali e collettive (Bollero et al. 2010).
La letteratura sulle norme igieniche generalmente adottate dalle persone adulte è ridotta; si
concentra prevalentemente sulla popolazione pediatrica o anziana, nel primo caso con finalità
preventive e nel secondo con scopi anche curativi. Non vi è alcuno studio che tratta la
popolazione adulta e le occasioni in cui potrebbe essere utile esercitare strategie educative per
eradicare abitudini errate.
L’accesso a strutture ambulatoriali per problemi al distretto maxillo-facciale potrebbe essere
un’importante occasione per saggiare le abitudini della popolazione e proporre un intervento
informativo ed educativo sulla cura del cavo orale.
A tale scopo si è cercato di evidenziare qual è il fabbisogno educativo della popolazione che
accede alle Unità Operative della Struttura Operativa Complessa (SOC) di Chirurgia MaxilloFacciale di un’Azienda Ospedaliera del nord est italiano.
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CAPITOLO 1 – Revisione della letteratura
1.1 Definizione della salute orale
La salute del cavo orale viene considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) come parte integrante, non solo dello stato di salute globale, ma anche della qualità della
vita degli individui (OMS, 2003).
Più in generale, essa può essere intesa come assenza di dolore a livello cranio-facciale, tumori
della laringe e del cavo orale, lesioni tissutali della bocca, malformazioni delle labbra e del
palato, ovvero come assenza di disordini ed alterazioni del distretto cranio-facciale (Petersen,
2003).
La cavità orale svolge un ruolo cruciale nella deglutizione, nella formazione delle espressioni
facciali, oltre a permettere il mantenimento dello stato nutrizionale e la salute sistemica
dell’individuo (Skorupka et al. 2012).
L’integrità del cavo orale è quindi una componente importante per la salute in generale e il
benessere della persona e non può essere associata solamente ai denti (Watt, 2005). Essa
consente alle persone di comunicare in modo efficace, di masticare varie tipologie di alimenti
senza difficoltà, ed è importante per la qualità complessiva della vita, per l’autostima e le
relazioni sociali (Ingle et al. 2010).
Non è corretto pensare alla salute orale come una singola parte della persona, essa infatti
coinvolge tutto l’organismo ed una sua alterazione può provocare dolore e sofferenza. Essa può
cambiare e condizionare la dieta delle persone, il modo di parlare e di vivere la vita nella società
e il loro benessere (Petersen, 2003). Basti pensare a quanto, ad esempio l’edentulismo, possa
incidere sulla salute del cavo orale e sulla qualità della vita dei soggetti, specie se questi sono
anziani (Mussacchio et al. 2007). Esso, oltre a ridurre la qualità della vita, altera l’immagine di
se stessi e la performance della masticazione (Brennan et al. 2008), per quanto la capacità
masticatoria non sia solo in funzione del numero dei denti presenti (Takata et al. 2006).
Anche il dolore, il disagio, le notti insonni, le limitazioni funzionali che portano a difficoltà
nell’alimentarsi per problemi dentali, sono tutti effetti comuni delle malattie orali (Watt, 2005).
Le conseguenze di una scarsa salute orale infatti influiscono sul sonno, specialmente in presenza
6
di dolore ed hanno un impatto sulla percezione di se stessi e sulla sicurezza di sé (Grinspun et al.
2008).
La salute del cavo orale è di estrema importanza anche dal punto di vista infermieristico e
dell’assistenza, nonostante siano ancora relativamente pochi gli studi che la correlano con la
salute generale delle persone (Reissmann et al. 2013).
1.2 L’importanza della prevenzione
Le malattie orali sono le più comuni fra quelle croniche e a causa della loro diffusione
hanno un forte impatto sulla sanità pubblica (Sheiham, 2005). Sono principalmente due quelle
che presentano nella popolazione una maggiore incidenza: la patologia cariosa e quella
parodontale (Bollero et al. 2010).
La prima, viene definita come una malattia infettiva a carattere cronico degenerativo, ad
eziologia multifattoriale, che interessa i tessuti duri dentali (smalto, dentina e cemento) tramite
un processo di demineralizzazione che si estende dalla superficie alla profondità del dente,
determinandone l’irreversibile distruzione delle suddette strutture (Cagetti et al. 2009;
Featherstone et al. 2003). Essa rappresenta ancora oggi una delle patologie più diffuse nella
popolazione (Selwitz et al. 2007). Nonostante i progressi scientifici nel campo della salute orale
e benché l’eziologia, la patogenesi e l’evoluzione sia conosciuta (Bollero et al. 2010), continua
ad essere un problema di salute in tutto il mondo e colpisce tutte le fasce d’età (Hurlbutt et al.
2010).
Secondo la National Health and Nutrition Examination Survey, in uno studio epidemiologico
condotto nel 2004 negli Stati Uniti, viene evidenziato che, nell’età adulta, in una fascia d’età
compresa tra i 20 e i 64 anni, ben oltre il 92% degli intervistati hanno avuto una carie nella loro
dentizione permanente (NIDCR, n.d.). Inoltre, questa patologia presenta un’incidenza ancora
molto elevata anche in Italia, tuttavia non esistono dati epidemiologici attuali per confermare
questa affermazione: i dati più recenti sono stati rilevati nel 1996 dal Centro di Collaborazione
per l’Epidemiologia e la Prevenzione Orale dell’OMS ed inoltre riguardano la popolazione
infantile (Cagetti et al. 2009). Questo aspetto suggerisce la necessità di mettere in atto, in tutta la
popolazione, indipendentemente dall’età, strategie per prevenirla (Bollero et al. 2010).
La malattia parodontale invece è una patologia cronica ad eziologia multifattoriale, caratterizzata
da infiammazione gengivale, formazione di tasche parodontali, mobilità dentaria, riassorbimento
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dell’osso alveolare e perdita, negli stadi più avanzati, degli elementi dentari, prendendo il nome
di parodontite. L’infiammazione cronica delle gengive determina un carico di patogeni batterici
(streptococcus mutans, oralis, sanguis e mitis), endotossine e citochine infiammatorie nel flusso
sanguigno. Elevate citochine, in particolare della proteina C reattiva, destabilizzano le placche
aterosclerotiche e contribuiscono ad uno stato protrombotico (Grinspun et al. 2008). Essa
rappresenta inoltre un problema di salute globale che colpisce la maggior parte della popolazione
adulta dopo i 35-40 anni di età. I valori di prevalenza di questa patologia nella popolazione
italiana sono molto alti, si parla infatti di un coinvolgimento di circa il 60% (Bollero et al. 2010).
Questa patologia inizia con una gengivite in gioventù che, se non curata, degenera fino ad
arrivare alla parodontite progressiva e distruttiva (Axelsson, 2002).
La gengivite è una patologia infiammatoria dei tessuti molli di sostegno dei denti. Si manifesta
con sanguinamento spontaneo e/o al sondaggio, ipertrofia gengivale, edema e assenza di tasca
parodontale. Riconosce un’eziologia multifattoriale soprattutto batterica, con l’interazione di tre
cofattori principali: suscettibilità dell’ospite, fattori ambientali e comportamentali. Se trattata,
tuttavia, è reversibile (Bollero et al. 2010) e la sua prevenzione consente un’efficace opera di
protezione nei confronti della parodontite (Garmyn et al. 1998).
La malattia parodontale è ritenuta responsabile di circa il 35% delle perdite dentali, mentre la
carie di più del 50% (Thorstensson & Johansson, 2009). Quest’ultima è anche la principale
responsabile delle estrazioni nei casi di bonifica totale di tutti gli elementi dentari (Lindhe et al.
2003).
La perdita dei denti, a sua volta, può essere indirettamente correlata ad una più alta mortalità per
un’alimentazione inadeguata (Genkinger et al. 2004).
Si ipotizza inoltre che carie e parodontite contribuiscano ad uno stato pro-infiammatorio che
accelera il processo aterosclerotico e porta a patologie coronariche (Meurman et al. 2004).
Alcuni ricercatori propongono che la scarsa salute orale è legata alla mortalità poiché i problemi
correlati alla salute orale e alle malattie cardiovascolari, spesso condividono una comunanza dei
fattori di rischio, come l'età, il basso livello socioeconomico e il fumo (Tuominen et al. 2003).
Altre possibili spiegazioni che supportano la relazione tra la scarsa salute orale e la mortalità
comprendono: la poca attenzione all'igiene orale, il minor utilizzo fra le persone malate o
disabili dei servizi per le cure dentistiche e gli effetti negativi legati ad alcune malattie come il
cancro o trattamenti come la chemioterapia sulla salute orale (Glassman & Subar, 2008).
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In alcune parti del mondo in via di sviluppo, i tumori del cavo orale sono una causa significativa
di morte prematura e di disabilità ed incidono pesantemente sulla popolazione in termini di
morbilità e mortalità (Petersen, 2003; Kim et al. 2013).
Se da un lato la relazione tra problemi della salute orale e le specifiche condizioni mediche sono
provate da studi clinici ed epidemiologici, dall’altro, le percezioni soggettive di salute e gli esiti
degli interventi assistenziali, stanno diventando sempre più importanti nell’ambito sanitario
(Sischo & Broder, 2011). Tanto più che in generale, le patologie del cavo orale, associate a
scarsa igiene, ad un’alimentazione non corretta e a stili di vita non salutari, influiscono
negativamente sulla qualità di vita dei soggetti, intervenendo negativamente anche su importanti
aspetti relazionali e legati all’autostima (Naito et al. 2006).
Va ricordato che la frequenza dei problemi della salute orale nella popolazione anziana è alta,
soprattutto nelle fasce con basso reddito e questo può essere la conseguenza diretta del fatto che
gli anziani frequentano poco le strutture sanitarie che gli consentono di avere una maggiore cura
del cavo orale. Inoltre, anche se lo spazzolamento dei denti risulta essere la più famosa pratica di
igiene orale in tutto il mondo, questa è meno frequente fra gli anziani rispetto alla popolazione
generale (Petersen et al. 2010).
Nelle donne, la menopausa accompagna una serie di cambiamenti fisici, alcuni dei quali
interessano la cavità orale (Carpenter & Glick, 2006), infatti le modifiche ormonali legate alla
menopausa, sono ad esempio responsabili delle sensazioni dolorose, delle alterazioni della
percezione del gusto e della salivazione (Skorupka et al. 2012).
Fra le cause implicate nell’insorgenza di patologie orali sono compresi anche gli aspetti
culturali, i valori e le pratiche di igiene orale individuali, tuttavia è ancora poca la letteratura a
sostegno di tale affermazione. Uno studio condotto da Butani et al. (2008) ha preso in
considerazione e ricercato gli aspetti culturali, i valori e le pratiche di igiene orale delle
popolazioni afro-americane, cinesi, filippine, spagnole e latino-americane, ma ha confermato la
scarsa presenza di informazioni disponibili in letteratura odontoiatrica, pubblicate per il loro
obiettivo di ricerca.
Nell’editoriale ‘The Lancet’ (2009) viene enfatizzata la priorità assoluta della prevenzione delle
patologie orali, la quale deve essere proposta da tutti i professionisti della salute, con particolare
forza dai medici, dagli infermieri e dalle figure sanitarie di supporto. L’importanza quindi di
promuovere la salute orale è ampiamente raccomandata dagli organismi nazionali e
internazionali. Prevenire le malattie orali è importante e realizzabile. Professionalmente, gli
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operatori sanitari possono fornire tutti i messaggi di prevenzione focalizzandosi sui fattori di
rischio per tali patologie e gli infermieri hanno un’importanza determinante nell’offrire
un’efficace cura orale e la promozione della stessa anche attraverso l’educazione al paziente
(Satku, 2004). Poiché diversi fattori di rischio per le malattie del cavo orale (batteri, dieta non
adeguata, fumo, abitudini di vita scorretti) sono comuni con altre malattie cronico degenerative,
molte delle misure di prevenzione nel campo della salute orale, possono considerarsi
potenzialmente utili anche in termini di promozione della salute globale dell’individuo (Bollero
et al. 2010).
In letteratura sono presenti numerosi articoli che si occupano della salute orale, tuttavia, la
maggior parte di essi si interessa soprattutto della popolazione anziana e di quella infantile.
Fra gli anziani sono presenti i più alti livelli di problematiche per quanto riguarda la salute orale.
In particolare i soggetti maggiormente a rischio sono coloro che presentano la concomitanza di
più patologie sistemiche e fanno uso di molti farmaci, sono economicamente svantaggiati e poco
attenti all’igiene orale. Altri aspetti che possono incidere ulteriormente su tali soggetti sono
l’elevato grado di dipendenza per le attività quotidiane, la presenza di decadimento cognitivo e
una ridotta manualità nell’effettuazione dell’igiene orale. Infine, fattori importanti sono anche i
problemi nutrizionali, di deglutizione, il fumo e precedenti esperienze di patologie al cavo orale.
Queste
condizioni,
che
favoriscono
l’edentulismo,
impattano
significativamente
sull’alimentazione, sulla presenza del dolore nel cavo orale, sul benessere generale e sulla
qualità della vita delle persone e sugli aspetti collegati alle interazioni sociali (Chalmers &
Pearson, 2005).
Per quanto riguarda invece la popolazione infantile, l’ottica preventiva ha portato a focalizzare
gli interventi nell’età evolutiva, poiché è stato scientificamente evidenziato come nei primi anni
di vita le azioni di promozione della salute orale consentano l’instaurarsi di abitudini personali
durature nel tempo (Nardone & Nicoletti, 2006). A tal proposito nelle scuole e negli studi
dentistici i bambini imparano l’esecuzione corretta dell’igiene orale e vengono informati sui
rischi ai quali possono incorrere mangiando certi tipi di alimenti e non praticando correttamente
l’igiene della propria bocca. Tuttavia, la popolazione adulta non ha giovato a suo tempo di
queste campagne di prevenzione delle patologie orali e in letteratura non emerge nulla per
quanto riguarda il paziente adulto che accede per la prima volta ai servizi ambulatoriali maxillofacciali.
10
1.3 I fattori che favoriscono il mantenimento della salute orale
Secondo Watt (2005) i comportamenti individuali come le pratiche di igiene orale e le
abitudini alimentari sono in gran parte influenzate da fattori familiari e socio ambientali, nonché
da misure politiche ed economiche. Le scienze sociali oggi riconoscono l'importanza dei fattori
psico-sociali, economici, politici, ambientali e gli stili di vita, conosciuti come i determinanti
sociali della salute e le strategie per la prevenzione orale devono pertanto essere rivolte a questi
ambiti.
1.3.1 L’alimentazione
Le abitudini alimentari influenzano lo stato di salute orale. Nella prevenzione della
patologia cariosa, in particolare, un’alimentazione bilanciata gioca un ruolo determinante (Ismail
et al. 2008).
L’assunzione di alimenti carioprotettivi come frutta, verdura e latticini è di fatto determinante
per il mantenimento dell’integrità degli elementi dentari. La masticazione della frutta e della
verdura rafforza il legamento parodontale ed incrementa la densità dell’osso alveolare,
condizione che rappresenta un importante fattore di prevenzione sulla salute orale (Moynihan &
Petersen, 2007).
In contrapposizione, cibi di scarsa consistenza, molli e ad elevata adesività aderiscono più
facilmente e più a lungo sui denti, facilitando la comparsa della carie; all’aumentare del tempo di
contatto tra residui alimentari e dente, aumenta la crescita dei microrganismi cariogeni
(Moynihan, 2005).
In molti Paesi in via di sviluppo i cambiamenti economici, sociali e politici hanno avuto un
effetto significativo sulle abitudini alimentari, con uno spostamento verso le diete più
occidentali. Come conseguenza di un incremento nel consumo di zuccheri, è aumentata
l’incidenza delle carie dentali (Watt, 2005). Nei Paesi europei nel corso del XIX secolo, infatti,
un’alimentazione ricca di glucidi ha favorito l’insorgenza delle carie, inoltre con
l'industrializzazione, il consumo di zucchero non ha coinvolto solo le persone ricche, ma tutta la
popolazione (Costa et al. 2012).
Il ruolo dei glucidi, in particolare dei monosaccaridi come glucosio e fruttosio e dei disaccaridi
come saccarosio e lattosio, nel determinismo della malattia cariosa è da tempo noto, dal
11
momento che essi rappresentano il nutriente maggiormente utilizzato dai microrganismi ad
attitudine cariogena (Seri et al. 1995). Va ricordato però che il rapporto esistente tra la quantità
di zucchero ingerito e la potenzialità cariogena non è proporzionalmente diretto, esso dipende da
altre variabili come la frequenza di assunzione, l’adesività dell’alimento e le abitudini di igiene
orale (D’Alessandro et al. 1996).
La fermentazione dei carboidrati assunti con la dieta da parte dei batteri cariogeni, comporta la
formazione di metaboliti acidi che determinano un rapido abbassamento del pH orale fino a
raggiungere il valore critico che porta alla demineralizzazione della componente inorganica dello
smalto e della dentina. In seguito alla produzione di enzimi proteolitici, si ha la disgregazione
della componente organica dei tessuti sopracitati (Bollero et al. 2010).
Per prevenire le carie, occorre cercare di concentrare l’assunzione dei carboidrati,
prevalentemente complessi, in un numero di volte limitato nell’arco della giornata. La frequenza
di assunzione di tali sostanze non dovrebbe superare i quattro apporti quotidiani (Cagetti et al.
2009). A ciò bisogna far seguire, a distanza di circa 20-25 minuti dalla fine del pasto,
un’accurata igiene orale (D’Alessandro et al. 2008).
Per mantenere neutro il livello del pH orale e inibire l’insorgenza e la progressione della carie, è
importante introdurre nella dieta proteine ricche di arginina, contenute nella maggior parte della
frutta secca (arachidi, mandorle , noci, anacardi, pistacchi), ma anche nei semi di girasole, di
zucca, nella noce di cocco, nei fagioli, nell’anguria e nel tonno. E’ consigliato eliminare dalla
dieta alcool e caffeina in quanto in grado di ridurre la salivazione (Hurlbutt et al. 2010).
E’ importante includere nella dieta delle fonti di vitamina C o acido ascorbico la cui carenza
induce sanguinamento a vaso integro e gravi danni parodontali con perdita di elementi dentari
sani; vitamina D o calciferolo, il cui apporto insufficiente con la dieta, determina un decorso più
rapido del processo carioso e la vitamina A o retinolo, collegata ad una maggiore suscettibilità
alle infezioni orali e alle gengiviti (D’Alessandro et al. 2008).
1.3.2 La salivazione
La saliva è una secrezione esocrina delle ghiandole salivari composta al 99% da acqua,
nella quale sono disciolti una varietà di elettroliti, immunoglobuline e altri fattori antimicrobici
importanti per la salute orale (De Almeida et al. 2008). In media, la produzione quotidiana di
tale secreto si aggira intorno ad un litro/un litro e mezzo (Humphrey & Williamson, 2001). Essa
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svolge un ruolo critico nel mantenimento della salute orale: interviene nella lubrificazione,
idratazione e protezione dei tessuti orali, mantiene l’integrità dei denti con un’attività
antibatterica. Insieme alla lingua, inoltre concorre alla percezione del sapore degli alimenti,
all’inizio della loro digestione e alla deglutizione (Hurlbutt et al. 2010). La sua consistenza
favorisce una pulizia meccanica dei residui alimentari presenti nella bocca, pertanto, una sua
riduzione, è in grado di cambiare lo stato di igiene orale (Nagler, 2004).
La saliva influisce direttamente, con la sua composizione biochimica, sulla crescita e sulla
sopravvivenza dei batteri cariogeni presenti nel biofilm della placca (Dodds et al. 2005). E’ in
grado di modulare la loro adesione sulle superfici dei tessuti orali, contribuendo al controllo
della colonizzazione batterica (De Almeida et al. 2008).
Inoltre, quando il pH della bocca diminuisce e si acidifica (sotto a 6,6), a causa della produzione
di acidi da parte dei batteri, gli stessi sono suscettibili alla proliferazione. Controllando il pH è
possibile alterare il biofilm della placca batterica, impedire la demineralizzazione dello smalto e
remineralizzare lesioni esistenti. La saliva svolge un ruolo importante nella prevenzione della
carie dentale grazie ai sistemi tampone che agiscono innalzando il valore del pH, riportandolo a
valori compresi tra 6,6 e 7,4, quando questo scende al di sotto della soglia di rischio per la
demineralizzazione (Hurlbutt et al. 2010).
Anche la presenza di fluoro nella saliva riveste un ruolo importante, è un elemento determinante
per la stabilità dei minerali dentari (De Almeida et al. 2008) in quanto si tratta di un agente
cariostatico e carioinibente che conferisce allo smalto dentale una struttura più resistente agli
acidi (Cagetti et al, 2001). Per valutare il rischio di sviluppare carie in un paziente, è necessario
analizzare la qualità, quantità e la funzionalità della saliva, consentendo al medico di consigliare
prodotti che permettono il mantenimento della salute orale e la remineralizzazione dei denti
(Hurlbutt et al. 2010).
La stimolazione della saliva dopo i pasti, rappresenta un buon metodo di prevenzione. Sette studi
clinici hanno valutato l’impatto della gomma da masticare sull’incidenza della carie (Stookey,
2008). Essi hanno dimostrato che masticare chewingum senza zucchero dopo i pasti, determina
una significativa diminuzione dell’incidenza di carie e che il beneficio è dovuto alla
stimolazione del flusso salivare, piuttosto che a qualsiasi ingrediente incluso nella gomma
(Stookey, 2008).
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1.3.3 L’igiene
Gli obiettivi primari dell’igiene orale riguardano la disgregazione del biofilm batterico
residente nella placca dentale e il massaggio gengivale ai fini della tonificazione dei tessuti
(Genovesi et al. 2010).
La placca dentale consiste in un biofilm composto da una comunità batterica complessa
(Schaudinn et al. 2009) e viene definita come il principale agente eziologico delle due tra le più
diffuse malattie dentali: la carie e la malattia parodontale (Parathitiyawa et al. 2009). I
microrganismi
batterici
presenti
nella
placca
dentale
favoriscono
il
processo
di
demineralizzazione che distrugge i tessuti duri dentari nella lesione cariosa (Cagetti et al. 2009).
La presenza di placca batterica mineralizzata, detta tartaro, specie se sottogengivale, impedisce
un’adeguata rimozione di quella maggiormente patogena. Il tartaro, rappresenta il fattore più
importante nella ritenzione della placca e, pertanto, facilita tutti i processi infiammatori che
comportano anche la produzione di tossine coinvolte nell’insorgenza della malattia parodontale
(Bollero et al. 2010). Per ridurre la sua formazione sui denti o sulla mucosa gengivale è
necessaria una regolare cura igienica orale (Grinspun et al. 2008).
Spazzolare i denti due volte al giorno è considerata una norma sociale in relazione diretta con il
controllo dell’alitosi e dell’accumulo della placca (Darby & Walsh, 2009). Generalmente si
raccomanda tale manovra al mattino dopo il risveglio e di nuovo, prima di andare a letto. La
frequenza della pulizia però dipende dall’imprevedibile percentuale di accumulo di biofilm
batterico nella placca a causa di fattori come il fumo, gli snack fuori pasto, le malattie
sistemiche, il sistema immunitario compromesso e in base allo stato di coscienza dell’individuo
(Darby & Walsh, 2009). E’ dimostrato che lo spazzolamento corretto dei denti effettuato una
volta al giorno, è in grado di rimuovere significativamente la placca batterica e di ridurre la
permanenza di zuccheri cariogeni nel cavo orale, prevenendo l’insorgenza della malattia
parodontale e della carie (Attin & Hornecker, 2005). C’è però unanime consenso sul fatto che la
maggior parte delle persone non è in grado di effettuare manovre ottimali di igiene orale; di
conseguenza è fortemente consigliato spazzolare i denti due volte al giorno per un miglior
controllo della placca batterica (Attin & Hornecker, 2005).
Esistono numerose tecniche di spazzolamento dei denti senza che un metodo sia chiaramente
superiore ad un altro (Asadoorian, 2006). Tuttavia è importante spazzolare sistematicamente e
completamente tutti i denti usando una tecnica appropriata per ogni paziente (Grinspun et al.
2008).
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La letteratura al momento disponibile non dà indicazioni univoche sulla metodica ottimale da
seguire per quanto riguarda lo spazzolamento manuale. Si ritiene importante precisare che la
tecnica di spazzolamento andrebbe individualizzata sulla base delle caratteristiche e delle abilità
del singolo paziente (Genovesi et al. 2010). Al momento, tuttavia, quella di Bass modificata ha
mostrato un’efficacia significativamente superiore rispetto ad altre (Battaglia, 2008). Nello
spazzolamento elettrico invece occorre attenersi alle indicazioni della casa produttrice del
dispositivo utilizzato (Aspiras et al. 2007).
Gli spazzolini da denti manuali sono gli strumenti più efficaci per la rimozione della placca e la
stimolazione gengivale, anche quando sono combinati con sola acqua (Pearson & Hutton, 2002).
La forma e la taglia dello spazzolino dovrebbe essere scelta in funzione delle specifiche esigenze
della persona per un’ottimale erogazione della cura orale (Darby & Walsh, 2009). Generalmente
quelli con setola sintetica morbida sono i più efficaci, anche nei pazienti edentuli che necessitano
di un dolce spazzolamento della mucosa orale e della lingua (Jones et al. 2004).
I soggetti anziani hanno una maggior difficoltà nel lavarsi i denti per ridotta abilità manuale, con
conseguente maggior accumulo di placca e rischio incrementato per carie e malattia parodontale
(Strohmenger, 2006).
In alternativa allo spazzolino tradizionale è possibile utilizzare quello elettrico, i cui vantaggi
sono stati dimostrati nel corso di recenti metanalisi (Gonsalves et al. 2008).
Per quanto riguarda la pasta dentifricia, l’uso di quella fluorata (1000 ppm) in età adulta, riduce
significativamente l’incidenza della carie e ne comporta una diminuzione della formazione di
nuove del 33,3% rispetto al placebo di controllo usato nello studio di Griffin et al. (2007).
L’obiettivo della fluoroprofilassi per via topica con l’utilizzo di dentifrici al fluoro è quello di
promuovere i processi di remineralizzazione dello smalto e di inibire la crescita batterica e la
produzione di acidi (Cagetti et al. 2001). In ogni caso, il dentifricio deve essere scelto sulla base
dei specifici bisogni del singolo paziente (Davies et al. 2003).
La rimozione della placca interprossimale è da tempo ritenuta importante per la prevenzione
della malattia parodontale e per la riduzione della prevalenza di carie. Il filo interdentale, gli
scovolini interprossimali, le punte di legno o di gomma, sono in grado di rimuovere circa l’80%
della placca interprossimale (Jackson et al. 2006). I risultati di un recente studio randomizzato
sembrano indicare come l’idropulsore o idrogetto dentale invece, possa essere efficace nella
rimozione della placca e del sanguinamento gengivale in soggetti con ortodonzia complessa
(Sharma et al. 2008).
15
Per quanto riguarda le abitudini di igiene orale legate anche allo spazzolamento dei denti, Mazza
et al. (2010), in uno studio finalizzato ad analizzare l’evoluzione delle abitudini di igiene orale
domiciliare in un campione di 100 pazienti in tre decadi successive, dal 1989 al 2009, ha
evidenziato che la quasi totalità degli intervistati, il 98%, affermava di lavare i denti
quotidianamente, mentre soltanto due su cento trascuravano completamente l’igiene orale. Il 5%
ha riferito di spazzolare i denti mediamente quattro volte al giorno, il 41% tre al giorno, il 43%
due volte, mentre solo il 9% una sola volta al giorno. Il 73% spazzolava i denti dopo i pasti, il
restante 27% ignorava l’importanza dello spazzolamento. L’abitudine ad effettuare manovre di
igiene orale la sera prima di andare a dormire è sembrata radicata in una cospicua parte del
campione, infatti il 78% ha dichiarato di effettuare la sera un’igiene più accurata al fine di
evitare il ristagno di residui alimentari per un tempo prolungato, senza differenza di percentuale
tra uomini e donne.
Per quanto riguarda la pulizia della lingua, una metanalisi identifica la maggiore efficacia
dell’uso di specifici puliscilingua per combattere l’alitosi rispetto all’uso del solo spazzolino
(Haas et al. 2007).
Nei soggetti adulti a rischio elevato di carie, sciacqui giornalieri con colluttorio fluorato (0,05%)
sono fortemente consigliati per ridurre il rischio di nuove carie (Cagetti et al. 2009). Le evidenze
ad oggi disponibili indicano che l’impiego di collutori a base di clorexidina riduce in modo
significativo l’accumulo della placca (Haps et al. 2008).
Nello studio di Mazza et al. (2010) il 98% dei pazienti ha affermato di usare spazzolino e
dentifricio. Il 65% ha dichiarato di usare solo questi due strumenti. Solo 25 soggetti utilizzavano
anche il collutorio. Il filo interdentale è risultato invece un presidio poco adoperato, il 10%, così
come per lo spazzolino interdentale, usato da 6 pazienti e solamente 3 sono ricorsi all’uso
dell’idropulsore.
1.3.4 I controlli regolari dall’odontoiatra
In uno studio Irlandese condotto da Guiney et al. (2011) sono stati identificati i predittori
di utilizzo dei servizi odontoiatrici comuni per entrambi i sessi, tra i quali il livello di istruzione,
il reddito, la posizione sociale, l’uso della macchina, lo stato di dentizione e la costanza
nell’igiene orale. Vengono inoltre considerati anche altri aspetti come la disuguaglianza sociale
fra le persone.
16
Nei soggetti che non riescono a controllare con l’igiene orale personale un processo
infiammatorio a carico dei tessuti gengivali e nei soggetti con patologie sistemiche favorenti
l’insorgenza di malattia parodontale, è indicata l’igiene orale professionale almeno due volte
l’anno. La terapia causale della patologia parodontale deve comprendere l’informazione,
l’istruzione e la motivazione del paziente ad una corretta igiene orale quotidiana domiciliare. Le
istruzioni relative all’igiene orale devono riguardare le metodiche per la rimozione meccanica
della placca batterica del cavo orale mediante l’uso di spazzolino e strumenti per la pulizia delle
superfici interprossimali. Visite specialistiche di controllo sono consigliate annualmente nei
soggetti adulti non a rischio e con cadenza da trimestrale a semestrale nei soggetti a rischio di
carie, malattia parodontale e nei portatori di protesi estese (Bollero et al. 2010).
Nel 2012 è stata condotta la prima indagine, sviluppata da Datanalysis, volta a comprendere
meglio l’approccio all’igiene orale di mille italiani di età compresa tra i 20 e i 69 anni,
equamente suddivisi sul territorio nazionale. Dai risultati è emerso che quasi il 60% dei cittadini
non si reca mai dall’igienista dentale e il 18% vi si reca una sola volta l’anno. Solo il 20%
effettua correttamente due sedute di igiene l’anno quale atto preventivo e profilattico
fondamentale per mantenere la bocca in buona salute (Boldi et al. 2012).
Dai dati raccolti nello studio di Mazza et al. (2010), si è rilevato che solo il 28% dei pazienti,
ugualmente distribuito tra maschi e femmine, va dall’odontoiatra per sottoporsi a controlli
periodici (solo il 3% nel 1989), mentre il 72% si reca per urgente necessità. Secondo tale studio
sempre più pazienti sono consapevoli dell’importanza di prevenire l’insorgenza di situazioni
patologiche attraverso controlli periodici individualizzati.
1.3.5 La fluorizzazione dell’acqua potabile
Il meccanismo d’azione del fluoro nella prevenzione della carie è duplice: da un lato
agisce sulla struttura dentaria legandosi agli strati più superficiali del tessuto, contribuendo a
rinforzarlo e dall’altro riduce l’accumulo della placca, inibendo la produzione degli acidi da
parte dei microrganismi patogeni, responsabili dei processi di demineralizzazione (Cagetti et al.
2001).
La fluorizzazione dell’acqua potabile è un intervento fortemente raccomandato per prevenire le
patologie del cavo orale; essa consiste nell’addizione di un composto di fluoro nell’acqua
potabile tale da ottenere una concentrazione pari a 0,7 a 1,2 ppm di fluoride (equivalente a
17
1mg/l). Il fluoro riduce l’incidenza della carie dentale e rallenta o inverte la progressione delle
lesioni cariose esistenti in fase iniziale. Anche se una meticolosa igiene orale e le pratiche
dietetiche appropriate contribuiscono alla prevenzione e al controllo delle carie, fra le soluzioni
più efficaci è stata inclusa anche la fluorizzazione dell’acqua (Truman et al. 2002).
Attualmente il 66% dei rifornimenti idrici statunitensi dispongono di acqua fluorurata. In Italia
questa metodica di fluorizzazione, nonostante sia riconosciuta e diffusa nel mondo, i suoi
benefici siano stati dimostrati e i costi siano limitati, non è attuata e le acque potabili, salvo rare
eccezioni, contengono fluoro in quantità insufficienti ad esercitare un’azione cariostatica. Anche
l’aggiunta di fluoro al sale da cucina o al latte non ha trovato valido riscontro nel nostro Paese,
mentre in altri, come la Svizzera, viene effettuata ormai da molti anni (Cagetti et al. 2001).
Apporti adeguati e sicuri di fluoro negli adulti vanno da 1,5 a 4mg/die.
Va ricordato inoltre che il fluoro si trova in natura in molti alimenti e bevande raggiungendo
concentrazioni importanti nel pesce, nei frutti di mare, nelle patate, nei cereali, nell’uva sultanina
e nelle spinaci, fra le bevande il the ne è particolarmente ricco (Rankin et al. 2012).
1.4 I fattori che compromettono la salute orale
Secondo il diagramma proposto da Keyes nel 1962 e tuttora ritenuto valido, affinchè si
sviluppi un processo carioso, sono necessari tre fattori di rischio fondamentali: la presenza di
una flora batterica cariogena, una dieta ricca di carboidrati fermentabili e le ridotte difese
dell’ospite. L’insorgenza delle carie è strettamente legata alla quantità e qualità della placca
batterica, alla presenza e alla frequenza dell’assunzione di zuccheri fermentabili, alla risposta
immunitaria locale e sistemica del soggetto, alle caratteristiche salivari, alla morfologia e alla
costituzione dei tessuti duri dentari (Bollero et al. 2010).
L’insorgenza di malattia parodontale è legata alla qualità e quantità della placca batterica, a
fattori genetici che regolano la risposta immunitaria, a fattori nocivi di cui il fumo è il principale,
alla presenza di alcune malattie sistemiche nonché alle terapie farmacologiche (Paulander et al.
2004).
Le principali cause che portano alla perdita dei denti in età adulta, oltre alla carie, alla malattia
parodontale comprendono anche la compresenza di patologie sistemiche con ripercussioni sul
18
cavo orale ed abitudini nocive quali il tabagismo e le disagiate condizioni socio economiche
(Bollero et al. 2010).
Secondo Boldi, presidente dell’associazione Igienisti Dentali Italiani, la disattenzione e la
superficialità, sommate alla fretta e alla sottovalutazione, restano i punti cardine da sconfiggere
per mantenere una buona salute orale (Boldi et al. 2012). Sempre secondo Boldi, sono ancora
troppi coloro che antepongono alla salute della loro bocca la parola ‘mai’, non recandosi
nemmeno una volta ad un controllo dall’odontoiatra o dall’igienista (Boldi et al. 2012).
1.4.1 Il fumo
Il fumo di tabacco, un’ alimentazione insufficiente rispetto al fabbisogno calorico, l'igiene
inadeguata, stress e traumi sono elementi legati allo sviluppo di diverse malattie croniche e orali
(Watt, 2005).
Uno dei fattori di rischio per lo sviluppo e la progressione della malattia parodontale è il fumo, il
cui effetto è dose correlato (Chiou et al. 2010; Heitz, 2005). Esistono infatti dati sufficienti per
quanto riguarda gli effetti a lungo termine degli aspetti collegati allo stile di vita come il fumo
sulla salute orale (Kibayashi et al. 2007).
L’uso delle sigarette è in grado di ridurre la produzione salivare e di aumentare la percentuale di
carica batterica incrementando l’acidità del cavo orale (Hurlbutt et al. 2010). Questo
meccanismo potrebbe essere correlato alla capacità della nicotina di inibire l’attaccamento e la
crescita dei fibroblasti dei legamenti peridentali, distruggendo il legamento stesso (Chiou et al.
2010).
Vi sono ulteriori prove che implicano la nicotina come responsabile di alterazioni funzionali
delle ghiandole salivari al punto da alterare la produzione della saliva (Maier et al. 1998).
Gli effetti dannosi del fumo si manifestano, inoltre, interferendo con reazioni vascolari,
immunologiche e indebolendo le funzioni di supporto dei tessuti parodontali con i conseguenti
sintomi clinici di formazione di tasche e perdita dei denti (Bergstrom, 2004). Esso può anche
causare recessione gengivale e riassorbimento osseo anche in assenza di malattia parodontale
(Haffajee & Socransky, 2001).
Da tali fattori si può affermare che dalla cessazione del fumo in tutte le età sono previsti notevoli
benefici per la salute orale (Warnakulasuriya et al. 2010).
19
Le stesse raccomandazioni sono riportate nelle “Linee guida nazionali per la promozione della
salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età adulta” (Bollero et al. 2010), dove
viene inoltre indicato come sia doveroso adottare ogni misura atta a disincentivare l’abitudine al
fumo.
Esso è senz’altro il fattore maggiormente correlato al rischio di edentulia, infatti la prevalenza
nei fumatori rispetto ai non fumatori è circa il doppio (Millar & Locker, 2007).
La sospensione del vizio del fumo deve essere di circa due decadi per riportare il rischio di
edentulia a livelli sovrapponibili a quelli dei soggetti non fumatori (Yanagisawa et al. 2009).
1.4.2 I farmaci
Le reazioni avverse dei farmaci elencate nelle monografie delle molecole, spesso
includono anche effetti collaterali al cavo orale. La più comune manifestazione collaterale si
verifica a carico della saliva, correlata ad una soggettiva sensazione di avere la bocca asciutta
(xerostomia) e l’alterazione del flusso salivare (iposalivazione) (Shinkai et al. 2006).
Gli altri effetti orali includono lesioni del tessuto molle, alterazioni del gusto, lasciando un
sapore amaro o metallico in bocca, sensazione di bruciore e aumento della carie per l’alto
contenuto di zucchero. Ulteriori effetti collaterali includono sintomi extrapiramidali come il
digrignamento dei denti e delle dentiere. I rischi aumentano con i trattamenti polifarmacologici
(Chalmers & Pearson, 2005).
Centinaia di farmaci comuni, in particolare gli anticolinergici tra cui antistaminici, antipsicotici,
antiipertensivi e gli antidepressivi, alcuni antidolorifici e i diuretici possono influenzare la salute
orale e causare gli effetti collaterali appena descritti (Skorupka et al. 2012). In aggiunta la
xerostomia può dare luogo al rapido decadimento dei denti e favorire la malattia parodontale
(Grinspun et al. 2008). La saliva rimanente diventa più viscosa favorendo l’adesione del cibo e
della placca ai denti, agli apparecchi ortodontici, alle dentiere e ai tessuti orali. Il pH della bocca
diviene più acido aumentando nel paziente il rischio di carie dentaria (Darby & Walsh, 2009).
Infine ulteriori trattamenti terapeutici e farmacologici che possono favorire la perdita di denti
comprendono l’irradiazione cervico-facciale, i corticosteroidi e gli immunosoppressori (Bollero
et al. 2010).
20
1.4.3 I fattori economici
La salute nelle persone con uno status socio economico più basso risulta peggiore di quella
fra gli omologhi con uno status socio economico più elevato (Watt, 2007).
Ad esempio nelle persone anziane, alcune barriere per una corretta igiene orale sono: basso
status socio-economico (reddito), malattie croniche e la paura del dolore (Skorupka et al. 2012).
Per fornire una migliore evidenza dell'associazione tra carie negli adulti e gli indicatori socioeconomici, Costa et al. (2012) hanno valutato la relazione tra queste due condizioni in una
revisione della letteratura. Da quest’ultima emerge che gli indicatori significativi associati ad
una maggiore presenza di carie dentale comprendono: l'educazione, il reddito e l’occupazione
del soggetto. Inoltre hanno evidenziato come un basso status socio-economico, un reddito
familiare mensile limitato e un basso livello di istruzione, siano associati a minori accessi ai
servizi odontoiatrici, una conoscenza insufficiente per quanto riguarda l'igiene orale, e, di
conseguenza, una maggiore frequenza e gravità delle carie dentali. Le condizioni socio
economiche ed ambientali quindi giocano un ruolo importante sullo sviluppo della patologia
cariosa, influenzando anche le abitudini correlate alla salute orale, quali l’igiene orale personale
e l’alimentazione (Bollero et al. 2010).
Secondo fonti ISTAT del 2005, nello stato di edentulismo emergono differenze significative
legate allo status sociale: solo il 2,6% delle persone con laurea o diploma risulta senza elementi
dentari contro il 29,4% di quelle con licenza elementare o senza alcun titolo (ISTAT, 2005).
La perdita dei denti è collegata alle caratteristiche socio demografiche e comportamentali. Le
donne, gli anziani e coloro che non godono di uno stato socio-economico adeguato, sono più
soggette alla caduta dei denti, completa o parziale (Randolph et al. 2001).
Le maggiori necessità assistenziali legate alla presenza di malattia orale si rilevano sia nei gruppi
di popolazioni povere e svantaggiate, nei Paesi in via di sviluppo che in quelli industrializzati
(Petersen et al. 2005). Questo fenomeno si lega al mancato sostegno finanziario pubblico, che
rende i servizi per la salute orale inaccessibili alle popolazioni a basso reddito (Petersen et al.
2010). A fronte di quanto appena affermato, è altamente raccomandato che i Paesi stabiliscano
programmi di salute orale per soddisfare le esigenze della popolazione, ponendo particolare
attenzione ai fattori di rischio modificabili. Inoltre, in accordo con Petersen et al. (2010),
rivolgendo uno sguardo anche alla popolazione anziana, sarebbe opportuno integrare la
promozione della salute orale nei programmi di prevenzione rivolti alla salute globale.
21
Per quanto riguarda nello specifico il contesto sanitario italiano, al momento le cure
odontoiatriche sono parzialmente escluse dai Livelli essenziali di assistenza (LEA) il che
significa che il Servizio Sanitario Nazionale eroga soltanto alcune prestazioni.
Secondo quanto stabilito dalla normativa nazionale (DPCM. del 29/11/01), hanno diritto a tutte
le cure odontoiatriche gratuite le seguenti categorie: soggetti in età evolutiva per programmi di
tutela alla salute odontoiatrica; determinate categorie di soggetti in condizioni di particolare
vulnerabilità.
Per questi ultimi è compito delle Regioni chiarire quali siano i criteri identificativi per l’accesso
alle prestazioni odontoiatriche comprensive dell'assistenza protesica (DPCM IVI, 29/11/01).
Per quanto riguarda le iniziative promosse per favorire la salute orale nella popolazione, dal
1981 ogni anno ad ottobre viene promosso il “Mese della Prevenzione Dentale”, realizzato
grazie alla disponibilità dei dentisti appartenenti all’Associazione Nazionale Dentisti Italiani con
il supporto di un produttore di presidi medici. Questa campagna preventiva permette a tutti i
cittadini di effettuare una visita di controllo annuale gratuita finalizzata a mantenere sana la
propria salute orale. Si tratta del primo ed unico programma di prevenzione orale nazionale,
attivo da 33 anni sull’intero territorio italiano. I cittadini effettuano una visita di controllo dopo
un contatto telefonico gratuito che gli permette di conoscere i recapiti dei dentisti volontari che
hanno aderito all’iniziativa. Altre iniziative sociali come il Programma Scuola: “Educare e
Prevenire” e “Cambia Spazzolino”, possono essere viste come un invito al benessere proprio di
tutta la famiglia, favorendo una migliore salute orale e sensibilizzando ad adottare abitudini
quotidiane per una prevenzione dentale corretta ed efficace (Prada & Callioni, 2013).
1.5 Per chi è importante la salute orale
Molte persone anziane hanno una varietà di malattie sistemiche che impattano sulla loro
salute orale (Scully & Ettinger, 2007).
La vecchiaia aggrava in genere problemi di salute specifici. La perdita dei denti è un sintomo
correlato all'età dentale, all’indebolimento del sistema immunitario e in numerosi casi correlato
agli effetti collaterali dei farmaci assunti. Pertanto, gli anziani, spesso affetti da patologie
cronico degenerative, costituiscono un gruppo ad alto rischio che richiede particolare attenzione
per quanto riguarda la salute del cavo orale (Skorupka et al. 2012).
22
Altri soggetti particolarmente a rischio sono i pazienti con artrite reumatoide, che possono
presentare, a causa della rigidità articolare, una limitata manualità che può compromettere la loro
capacità di mantenere un’adeguata igiene orale (Scully & Ettinger, 2007).
Nelle persone affette da ictus, invece, l’igiene orale tende a deteriorarsi dal lato paralizzato a
causa della negligenza, accompagnata spesso da una ridotta manualità che può interferire con lo
spazzolamento dei denti (Scully & Ettinger, 2007).
Infine le persone diabetiche con scarso controllo glicemico, hanno un aumentato rischio di
progressione della malattia parodontale (Heitz, 2005). Gli aumentati livelli di glucosio causano
infatti infiammazione del tessuto gengivale, fattore che precede la malattia (Grinspun et al.
2008).
Nelle donne in menopausa o post menopausa possono verificarsi cambiamenti nella cavità orale.
Studi recenti suggeriscono che la carenza di estrogeni può portare le donne in post menopausa ad
alto rischio di parodontite e perdita dei denti. Inoltre, i cambiamenti ormonali nelle più anziane
possono provocare disagio a livello orale come sensazioni di secchezza alla bocca, dolore e
bruciore nelle gengive e alterazioni della percezione del gusto degli alimenti (Skorupka et al.
2012).
Per quanto riguarda i pazienti critici, la valutazione del cavo orale, soprattutto per quelli intubati,
risulta difficile. La decontaminazione antisettica dei denti e delle gengive dei degenti nelle unità
di terapia intensiva determina un calo significativo della colonizzazione orofaringea da parte di
patogeni aerobici, in particolar modo nei soggetti ventilati meccanicamente e/o intubati. Le
conclusioni scientifiche sostengono che la colonizzazione della placca, possa avere un ruolo
significativo nell’insorgenza di infezioni nosocomiali respiratorie (Fourrier et al. 2005). Risulta
pertanto importante promuovere l’igiene orale in questi pazienti al fine di prevenire le polmoniti
associate a ventilazione meccanica (Sjogren et al. 2008).
Le cure oncologiche come la radioterapia e la chemioterapia hanno notevoli ripercussioni sul
cavo orale in quanto possono determinare mucositi, alterazioni del gusto, sensazione di bocca
asciutta, infezioni ed aumentare la possibilità di contrarre la carie e la malattia parodontale (La
Pietra, 2010). Le mucositi richiedono un’efficace igiene orale associata ad un approccio
multidisciplinare per la loro gestione (Peterson & Cariello, 2004).
23
CAPITOLO 2 - Metodologia dello studio
2.1 Scopo dello studio
Lo scopo del presente studio è l’analisi delle abitudini igieniche orali dei pazienti che
accedono all’area ambulatoriale, al Day Hospital e alle degenze della SOC della Chirurgia
Maxillo-Facciale di un’Azienda Ospedaliera del Nord-Est italiano. Si intende comprendere il
fabbisogno educativo-informativo al fine di fare in modo che l’accesso alla sezione di Chirurgia
Maxillo-Facciale divenga un momento utile per implementare l’autocura del paziente.
2.2 Obiettivi
L’obiettivo dello studio consiste nel determinare le abitudini igieniche relative al cavo
orale. In particolare modo si vuole comprendere quali fattori sono favorenti od ostacolanti una
buona igiene orale.
2.3 Materiali e metodi
2.3.1 Lo strumento
Per la realizzazione del presente studio è stato realizzato un questionario ad hoc (Allegato
1) attraverso una revisione sistematica della letteratura e i pareri di un panel di esperti in materia
di salute orale. Per la formulazione di alcuni item ci si è ispirati a due questionari testati su
popolazione adulta (Skorupka et al. 2012; Franchignoni et al. 2010). Il primo è stato realizzato
con lo scopo di valutare le abitudini all’igiene orale di soggetti anziani e permette di avere
informazioni sulla storia personale e la salute generale del paziente, la presenza di eventuali
comorbidità, lo stile di vita e l’igiene orale, oltre che la frequenza delle visite dall’odontoiatra
(Skorupka et al. 2012). Il secondo, denominato “Oral Health Impact Profile-14” (OHIP-14) è
uno strumento utilizzato in numerosi studi in diverse popolazioni di soggetti adulti (Awad et al.
2000) ed è finalizzato a valutare la qualità della vita del paziente in relazione alla salute orale,
indagando principalmente i suoi problemi psicologici e comportamentali.
24
Il questionario realizzato per lo studio è composto da tre sezioni per un totale di 24 item. Esso si
focalizza sull’analisi delle abitudini e sugli strumenti usati abitualmente per l’igiene orale a
domicilio, oltre che sulla frequenza e sulle motivazioni che portano il rispondente ad accedere ai
servizi per le cure odontoiatriche. Vengono inoltre indagate le abitudini alimentari ed alcuni
aspetti psicologici e comportamentali dei soggetti rispetto ad eventuali problemi di salute del
cavo orale; infine nell’ultima parte del questionario sono stati inseriti alcuni item per raccogliere
informazioni socio-anagrafiche dei rispondenti.
2.3.2 Disegno dello studio
L’indagine svolta è di tipo osservazionale, con un disegno di studio esplorativo
prospettico. Ha coinvolto diverse Unità Operative appartenenti al Dipartimento di Chirurgia
Specialistica, nello specifico alla SOC Maxillo-facciale di un’Azienda Ospedaliera del Nord-Est
italiano.
2.3.3 Rilevazione dei dati
La somministrazione dello strumento nella sua versione definitiva è stata preceduta da una
fase di verifica della comprensibilità delle domande, dei tempi di somministrazione ed eventuali
difficoltà nella compilazione su un campione di 20 soggetti con caratteristiche sovrapponibili a
quello d’indagine. Attraverso questa fase di pre-test è stato possibile verificare che lo strumento
non necessitava di alcuna modifica.
Il questionario è stato somministrato ai pazienti che accedevano alla piastra ambulatoriale, al
Day-Hospital e all’unità operativa di degenza della Chirurgia Maxillo-Facciale. Nelle prime due
unità operative sono stati reclutati i soggetti che per la prima volta accedevano al servizio. Per
quanto riguarda i pazienti afferenti al reparto di degenza, sono stati reclutati solo i soggetti
ricoverati d’urgenza che non avevano avuto precedenti contatti con i servizi della Chirurgia
Maxillo-Facciale sede d’indagine. A tutti i pazienti potenzialmente candidabili allo studio sono
state fornite informazioni sulle finalità dell’indagine, sulle modalità di trattamento dei dati ed è
stato fatto sottoscrivere il consenso al trattamento dei dati personali.
E’ stata inoltre garantita la gestione delle informazioni nel rispetto della normativa sulla privacy
e della confidenzialità. La partecipazione allo studio è stata volontaria, anonima e ogni
25
rispondente, qualora lo desiderasse, ha potuto ritirarsi in qualsiasi momento dall’indagine senza
la necessità di dare spiegazioni e senza alcuna conseguenza.
2.3.4 Campione e contesto d’indagine
Il campione utilizzato per lo studio è di convenienza. Sono stati inclusi tutti i pazienti con
età > 18 anni al loro primo accesso alle strutture interessate. I criteri di esclusione sono stati: la
presenza di un deficit cognitivo tale da non consentire un’appropriata compilazione del
questionario e la non comprensione della lingua italiana.
2.3.5 Analisi statistica
Per l’elaborazione dei dati è stato usato il sistema SPSS versione 18.0. Sono state
elaborate le frequenze; si sono valutate eventuali differenze statistiche attraverso il test del
Chi Quadrato. Per i dati raccolti è stato considerato un livello di significatività statistica di
p < 0.05.
26
CAPITOLO 3 – Risultati
3.1 Le caratteristiche del campione
Il numero totale dei pazienti coinvolti nello studio è di 150, di cui l’83,3% (125/150)
provenienti dall’ambulatorio, il 4% (6/150) dall’unità operativa e il 12,7% (19/150) dalla sezione
di Day Hospital (grafico n. 1).
Grafico n. 1: Strutture di provenienza dei pazienti.
L’età media del campione è di 47.4 (DS 18.9; 18-83).
27
In tabella n. 1 vengono riportati gli aspetti socio-anagrafici del campione.
Tab. n. 1: Aspetti socio-anagrafici del campione.
CARATTERISTICHE
GENERE
% (N)
SOCIO-ANAGRAFICHE
Maschi 41,3% (62/150)
Femmine 58,7% (88/150
Coniugati 42,7% 64/150)
20,7% (31/150)
22% (33/150)
Celibi/Nubili 40,7% (61/150)
13,3% (20/150)
27,3% (41/150)
2,7% (4/150)
4,7% (7/150)
4% (6/150)
3,3% (5/150)
0,7% (1/150)
1,3% (2/150)
Maschi 41,3% (62/150)
Femmine 58,7% (88/150
4,7 % (7/150)
12% (18/150)
Licenza media inferiore 25.3% (38/150)
10,7 % (16/150)
14,6% (22/150)
Licenza media superiore 42% (63/150)
18% (27/150)
24 % (36/150)
Laurea 16% (24/150)
8% (12/150)
8 % (12/150)
Maschi 41,3% (62/150)
Femmine 58,7% (88/150
Libero professionista 4 % (6/150)
0,7% (1/150)
3,3% (5/150)
Dipendente 36% (54/150)
14 % (21/150)
22 % (33/150)
Disoccupato 13.3% (20/150)
6,6 % (10/150)
6,7% (10/150)
Studente 8.7% (13/150)
4,7 % (7/150)
4 % (6/150)
15,3% (23/150)
22,7% (34/150)
Maschi 41,3% (62/150)
Femmine 58,7% (88/150
Italiana 94 % (141/150)
40,6% (61/150)
53,2% (80/150)
Brasiliana 0.7% (1/150)
/
0,7% (1/150)
Ruandese 0.7% (1/150)
/
0,7% (1/150)
Rumena 3.3% (5/150)
0,7% (1/150)
2,7% (4/150)
Etiope 0.7% (1/150)
/
0,7% (1/150)
Francese 0.7% (1/150)
/
0,7% (1/150)
Stato civile
Vedovi 7,3% (11/150)
Divorziati 7,3% (11/150)
Separati 2% (3/150)
Titolo di studio
Elementari 16.7% (25/150)
Professione
Pensionato 38% (57/150)
Nazionalità
28
Il 29,3% (44/150) dei pazienti è portatore di protesi dentarie e il 7,3% (11/150) dell’apparecchio
ortodontico.
3.2 La percezione del paziente rispetto alla salute e alla cura del cavo orale
Per il 50,7% (76/150) dei pazienti, la bocca e i denti/protesi sono un biglietto da visita ed è
molto importante che essi siano bianchi e curati; il 33,3% (50/150) riferisce di desiderare
occuparsi maggiormente dell’igiene e della cura della bocca tuttavia i dentisti sono molto
costosi. Il 16% (24/150) non sempre dà importanza all’igiene e cura dei denti/protesi, soprattutto
quando sono molto stanchi.
3.3 Le abitudini all’igiene orale
Il 96,7% dei pazienti (145/150) dichiara di praticare l’igiene orale; l’82,7% (124/150) ha
l’abitudine di eseguirla dopo i pasti e il 78% (117/150) riferisce di aver ricevuto indicazioni su
come va effettuata.
Nell’arco della giornata, la frequenza con la quale i pazienti si lavano i denti può essere riassunta
dal seguente grafico n. 2:
Grafico n. 2: La pratica giornaliera di igiene orale.
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
%
Mai
Una volta
Due volte
Tre volte
Più di tre volte
3,3
13,4
40,7
35,3
7,3
29
La maggioranza dei pazienti pratica l’igiene orale due volte al giorno, il 40,7% (61/150) e tre
volte al giorno il 35,3% (53/150).
3.4 I dispositivi utilizzati abitualmente per l’igiene orale domiciliare
I dispositivi utilizzati abitualmente dal campione per l’igiene orale domiciliare vengono
riassunti dalla tabella n. 2.
Tab. n. 2: Utilizzo in associazione dei vari dispositivi adottati quotidianamente per l’igiene orale domiciliare.
Dispositivi utilizzati per l’igiene orale domiciliare
% (N)
Nessun dispositivo
3,3% (5/150)
Spazzolino
5,3% (8/150)
Spazzolino + dentifricio
30 % (45/150)
Spazzolino + dentifricio + filo interdentale
25,4% (38/150)
Spazzolino + dentifricio + collutorio
13,4% (20/150)
Spazzolino + dentifricio + filo interdentale + collutorio
21,3% (32/150)
Spazzolino + dentifricio + filo interdentale + collutorio + idropulsore 1,3% (2/150)
3.5 La richiesta di prestazioni odontoiatriche
L’86% (129/150) del campione ha riferito che in caso di necessità si recherebbe
dall’odontoiatra usufruendo di un servizio privato, il 18,7% (28/150) in una struttura
sanitaria/ospedaliera pubblica, il 5,3% (8/150) in una struttura sanitaria/ospedaliera privata, il
2% (3/150) in una struttura sanitaria/ospedaliera privata convenzionata, infine il 5,3% (8/150)
all’estero (più risposte).
I motivi più frequenti che portano i pazienti a recarsi dall’odontoiatra prima di accedere alla
SOC sono tre: il 47,3% (71/150) per un controllo periodico, il 28,7% (43/150) per l’igiene
dentaria, il 24,7% (37/150) per dolore o necessità urgente.
Il 32,7% (49/150) ha dichiarato di aver avvertito nel corso della loro vita dei problemi al cavo
orale ma nonostante ciò ha preferito non recarsi dall’odontoiatra.
Il grafico n. 3 descrive la frequenza con la quale il campione si reca dall’odontoiatra.
30
Grafico n. 3: Frequenza con la quale il campione si reca dall’odontoiatra.
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
Mai
%
5,3
Una volta Due volte
l'anno
l'anno
31,4
Una volta
Una volta
ogni 2 Al bisogno
al mese
anni
28,7
12
21,3
1,3
L’82,7% (124/150) dei pazienti si è recato meno di anno fa dall’odontoiatra, l’8% (12/150) da 2
a 5 anni fa, il 4% (6/150) più di 5 anni fa, il 5,3% (8/150) non è mai stato.
Tra i motivi per i quali alcuni pazienti non sono mai andati dall’odontoiatra o non hanno
effettuato controlli per un periodo superiore a due anni, il 10,7% (16/150) ritiene di non averne
avuto bisogno, il 3,3% (5/150) di avere problemi economici, il 2% (3/150) di aver avuto impegni
di lavoro/personali, mentre l’1,3% (2/150) di avere paura o preoccupazione per il dolore.
3.6 I motivi che hanno portato il paziente a recarsi nel reparto
Esistono diverse motivazioni che spingono i pazienti a recarsi nella SOC della Chirurgia
Maxillo-facciale. Queste sono riassunte in tabella n. 3.
31
Tab n. 3: Le motivazioni che hanno spinto i pazienti a recarsi nella SOC della Chirurgia Maxillo-facciale.
MOTIVAZIONI
% (N)
Visita di controllo
Estrazioni dentarie
Dolore/ trattamento urgente
Ascesso
Problemi relativi a traumi/incidenti
Consulenza ortodontica e/o chirurgica
Consulenza implantologica e/o protesica
Lesioni orali
Bonifica dentaria
Disarticolazione della mandibola
Sostituzione della protesi
35,3% (53/150)
22,7% (34/150)
14,7% (22/150)
5,3% (8/150)
4% (6/150)
4% (6/150)
4% (6/150)
4% (6/150)
2,7% (4/150)
2% (3/150)
1,3 (2/150)
3.7 La qualità della vita legata alla salute orale
Per lo studio sono state poste al paziente sei domande relative alla qualità di vita legata al
cavo orale ripensando ai 12 mesi appena trascorsi (tabella n. 4):
Tab n. 4: La qualità della vita legata alla salute orale, percepita dai pazienti rispetto agli ultimi 12 mesi.
Incontrato difficoltà a
masticare il cibo
Incontrato difficoltà a
mordere il cibo
Provato mal di
denti/gengive infiammate/
irritazioni alla bocca
Provato disagio a causa
dei denti/protesi/bocca
Incontrato difficoltà a
pronunciare le parole a
causa di
denti/protesi/bocca
Ridotto le attività
lavorative/sociali per
problemi con
denti/protesi/bocca
MAI
RARAMENTE
OGNI
TANTO
SPESSO
MOLTO
SPESSO
SEMPRE
38%
(57/150)
53,3%
(80/150)
23,3%
(35/150)
14%
(21/150)
18%
(27/150)
10,7%
(16/150)
9,3%
(14/150)
10%
(15/150)
4%
(6/150)
2,7%
(4/150)
7,4%
(11/150)
9,3%
(14/150)
18%
(27/150)
34%
(51/150)
28,7%
(43/150)
10,6%
(16/150)
6%
(9/150)
2,7%
(4/150)
50,7%
(76/150)
16%
(24/150)
12%
(18/150)
12,6%
(19/150)
2,7%
(4/150)
6%
(9/150)
74,6%
(112/150)
8%
(12/150)
8%
(12/150)
4,7%
(7/150)
2%
(3/150)
2,7%
(4/150)
90,6%
(136/150)
4,7%
(7/150)
2,7%
(4/150)
1,3%
(2/150)
0,7%
(1/150)
0%
/
32
3.8 Abitudini alimentari
Le abitudini alimentari sono riassunte in tabella n. 5:
Tab. n. 5: Consumo settimanale di alcuni tipi di alimenti e bevande.
Frutta fresca
Dolci
Caramelle
Bibite
zuccherate
Marmellata/
miele
Gomme da
masticare
MAI
1 VOLTA A
SETTIMANA
2/3 VOLTE
ALLA
SETTIMANA
QUASI
OGNI
GIORNO
OGNI
GIORNO
3,3%
(5/150)
10%
(15/150)
48,7%
(73/150)
30,7%
(46/150)
34%
(51/150)
56,7%
(85/150)
5,3%
(8/150)
22,6%
(34/150)
24%
(36/150)
24%
(36/150)
25,5%
(38/150)
16%
(24/150)
14%
(21/150)
30,7%
(46/150)
14%
(21/150)
22%
(33/150)
12,7%
(19/150)
10,6%
(16/150)
26%
(39/150)
18,7%
(28/150)
6%
(9/150)
12%
(18/150)
10%
(15/150)
6%
(9/150)
26,7%
(40/150)
10,7%
(16/150)
3,3%
(5/150)
8%
(12/150)
15%
(23/150)
4,7%
(7/150)
PIU’
VOLTE
AL
GIORNO
24,7%
(37/150)
7,3%
(11/150)
4%
(6/150)
3,3%
(5/150)
2,8%
(4/150)
6%
(9/150)
3.9 Il fumo
Nel grafico n. 4 vi sono le percentuali di fumatori e non.
Grafico n. 4: Fumatori e non fumatori presenti nel campione.
Fumatori
23,3%
Non
fumatori
76,7%
Dei soggetti fumatori il 62,8% (22/25) sono di genere femminile e il 37,2% (13/35) sono di
genere maschile.
3.10 Le differenze statisticamente significative rilevate dallo studio
Ci sono differenze significative tra lo stato civile e l’abitudine di lavarsi i denti dopo i pasti
(p <0.05) (tabella n. 6).
33
Tab n. 6: Differenze significative tra lo stato civile e l’abitudine di lavarsi i denti dopo i pasti.
STATO CIVILE
Coniugato/a
Celibe/Nubile
Vedovo/a
Divorziato/a
Separato/a
SI LAVANO I DENTI DOPO I
PASTI
MASCHI
FEMMINE
74,2%
(23/31)
95%
(19/20)
50%
(2/4)
100%
(6/6)
100%
(1/1)
78,8%
(26/33)
85,4%
(35/41)
85,7%
(6/7)
80%
(4/5)
100%
(2/2)
Si rilevano differenze statisticamente significative (p <0.05) tra stato civile e abitudine al fumo
(tabella n. 7).
Tab n. 7: Differenze significative tra lo stato civile e l’abitudine di fumare tra i due generi.
FUMATORI
STATO CIVILE
MASCHI
FEMMINE
Coniugato/a
13% (4/31)
21,2% (7/33)
Celibe/Nubile
35% (7/20)
19,5% (8/41)
Vedovo/a
25% (1/4)
14,2% (1/7)
33,3% (2/6)
60% (3/5)
/(0/1)
100% (2/2)
Divorziato/a
Separato/a
Ulteriori differenze tra il genere e la frequenza giornaliera di igiene orale (p <0,05) in tabella n.
8 e tra il genere e l’ultimo accesso dall’odontoiatra (p <0,05) (tabella n. 9).
34
Tab n. 8: Differenze tra il genere e quante volte i pazienti si lavano i denti durante la giornata.
FREQUENZA GIORNALIERA DI IGIENE DENTALE
PIU’ DI
DUE
TRE
MAI
UNA VOLTA
TRE
VOLTE
VOLTE
VOLTE
3,4%
11,3%
35,2%
37,6%
12,5%
(3/88)
(10/88)
(31/88)
(33/88)
(11/88)
3,2%
16,2%
50%
30,6%
/
(2/62)
(10/62)
(31/62)
(19/62)
GENERE
Femminile
58.7% (88/150)
Maschile
41.3% (62/150)
Tab n. 9 : Differenze tra il genere e l’ultima volta che i pazienti si sono recati dall’odontoiatra.
GENERE
Femminile
58.7% (88/150)
Maschile
41.3% (62/150)
MENO DI
UN ANNO
FA
78,4%
(69/88)
54,8%
(34/62)
ULTIMA VISITA DALL’ODONTOIATRA
UN
DA 2 A
DA 3 A
PIU’ DI
ANNO
3 ANNI 5 ANNI 5 ANNI
FA
FA
FA
FA
10,2%
4,5%
2,2%
2,2%
(9/88)
(4/88)
(2/88)
(2/88)
19,3%
4,8%
4,8%
6,4%
(12/62)
(3/62)
(3/62)
(4/62)
MAI
STATO
2,2%
(2/88)
9,7
(6/62)
Si sono verificate delle differenze statisticamente significative anche tra il genere e le tre diverse
frasi proposte rispetto alla percezione che il paziente ha sulla salute del cavo orale (p <0,05),
(tabella n. 10).
Tab n. 10: Differenze tra le tre frasi proposte rispetto alla percezione che il paziente ha sulla salute del
cavo orale e il genere degli intervistati.
GENERE
PERCEZIONE DEL PAZIENTE
La bocca/denti/protesi sono un biglietto da visita ed è
importante che siano bianchi e curati
Non sempre do importanza ai denti/protesi, soprattutto quando
sono molto stanca/o. Se dovessero esserci dei problemi si
possono sempre risolvere
Mi piacerebbe occuparmi di più dell’igiene e della cura della
mia bocca e dei miei denti/protesi ma i dentisti sono molto
costosi
35
Femminile
58.7%
(88/150)
59%
(52/88)
Maschile
41.3%
(62/150)
45,2%
(28/62)
8%
(7/88)
24,2%
(15/62)
33%
(29/88)
30,6%
(19/62)
Sono emerse alcune differenze statisticamente significative anche rispetto alla nazionalità e
all’igiene orale (p < 0,05). Ulteriori differenze riguardano sempre la nazionalità con l’ultima
visita odontoiatrica (p >0,05) e con il consumo di carboidrati (p < 0,05).
36
CAPITOLO 4 – Discussione
Lo studio si è posto l’obiettivo di analizzare le abitudini igieniche del cavo orale dei
pazienti adulti che accedono all’area ambulatoriale, all’Unità Operativa e al Day Hospital della
SOC Maxillo-facciale.
La maggioranza dei pazienti coinvolti sono di nazionalità italiana, prevalentemente donne. La
gran parte del campione è stata reclutata durante l’accesso alla struttura ambulatoriale.
Sembra che vi sia, nel campione, la consapevolezza che l’igiene orale è un fattore determinante
per la sua salute. Solamente una piccola parte di soggetti trascura completamente l’igiene orale;
questo dato è comparabile con quelli di Mazza et al. (2010). Diverso invece è il comportamento
relativo all’igiene orale dopo i pasti; nel nostro studio la percentuale è leggermente superiore a
quella indicata da Mazza et al. (2010).
La maggior parte delle persone a cui sono stati somministrati i questionari dichiara di aver
ricevuto informazioni in varie occasioni rispetto alle pratiche igieniche e la cura del cavo orale.
In media i pazienti si lavano i denti rispettivamente due e tre volte die, rispettando quindi gli
standard suggeriti da Darby & Walsh (2009) ed Attin & Hornecker (2005). Questi dati sono
sovrapponibili a quelli di Mazza et al. (2010).
Le donne risultano essere maggiormente complianti degli uomini rispetto all’igiene orale e
dichiarano di frequentare l’odontoiatra più spesso.
I dispositivi maggiormente utilizzati per l’igiene orale sono lo spazzolino e il dentifricio. In
associazione con il filo interdentale questi strumenti vengono usati solo da poco meno della metà
del campione. Questo potrebbe significare che molti pazienti non hanno compreso l’importanza
dell’utilizzo del filo interdentale insieme allo spazzolino come dichiarato da Jackson et al.
(2006). Anche nello studio di Mazza et al. (2010) la maggioranza dei pazienti, il 98% (98/100),
ha affermato di utilizzare lo spazzolino e il dentifricio. Pur essendo elevato il numero di soggetti
che usa dentifricio e spazzolino combinati, tra i vari strumenti emerge l’uso del collutorio e
dell’idropulsore. Si evince pertanto l’interesse di alcuni pazienti verso strumenti più specifici di
igiene orale, dimostrando una maggiore attenzione e cura nel mantenimento di una corretta
igiene del cavo orale.
37
Secondo Bollero et al. (2010) le visite specialistiche sono consigliate annualmente nei soggetti
adulti non a rischio e con cadenza da trimestrale a semestrale nei soggetti a rischio di carie,
malattia parodontale e nei portatori di protesi estese; tuttavia nel nostro studio molti pazienti
dichiarano di non seguire tali indicazioni così come dichiarato da Mazza et al. (2010).
Anche i pazienti con problemi al cavo orale sembrano evitare di recarsi dall’odontoiatra. E’
probabile che la ragione di tali comportamenti sia dovuta in parte a problemi economici; infatti
quasi un terzo del campione vorrebbe prendersi maggiormente cura dell’igiene e della salute del
cavo orale ma i costi sono elevati.
Il dolore è uno dei motivi principali per cui il paziente accede alla SOC.
L’assunzione di frutta ricopre un ruolo carioprotettivo (Moynihan & Petersen, 2007) e sono
pochi i soggetti intervistati che la consumano regolarmente. Il consumo frequente di carboidrati
favorisce l’insorgenza della carie dentale; tra i rispondenti più di un terzo fa consumo regolare di
cibi dolci.
Stookey (2008), ha attribuito nel suo studio una significativa diminuzione dell’incidenza di carie
grazie al consumo frequente di chewing-gum; la maggioranza del campione però ha dichiarato di
non avere l’abitudine di masticarla.
Vi sono differenze tra nazionalità e cure igieniche; tuttavia dobbiamo dire che la maggioranza
del campione reclutato era di nazionalità italiana.
38
CAPITOLO 5 - Implicazioni per la pratica
Dallo studio effettuato e dall’analisi dei dati rilevati emerge la necessità che i pazienti
conoscano le strategie migliori da adottare per favorire la salute orale e prevenire di conseguenza
le più diffuse patologie che interessano il cavo orale.
Negli interventi educativi gli infermieri devono insistere maggiormente sull’importanza
dell’igiene orale quotidiana, la quale va effettuata almeno due volte al giorno con l’ausilio dello
spazzolino e del dentifricio; devono inoltre rafforzare l’importanza dell’uso costante e corretto
del filo interdentale per la rimozione della placca interprossimale, circostanza fondamentale per
la prevenzione delle carie e della patologia parodontale, nonché sostenere l’importanza dei
controlli regolari dall’odontoiatra, almeno una volta l’anno. L’obiettivo degli interventi proposti
è quello di aumentare la responsabilizzazione individuale del paziente.
Le strategie educative devono concentrarsi maggiormente nella fascia di popolazione con
un’istruzione scolastica medio-bassa; i pazienti che dichiarano di essere fumatori devono essere
informati sui rischi ai quali incorrono a causa di questa abitudine e sulla necessità di fare molta
attenzione alla cura del loro cavo orale.
Molte donne che hanno risposto al questionario hanno riferito che dopo la gravidanza hanno
subìto degli squilibri ormonali e importanti modifiche alla composizione salivare e di
conseguenza hanno avuto dei seri problemi alla salute orale. La prevenzione orale dovrebbe
focalizzarsi anche su questa categoria, in quanto saranno loro stesse, un domani, ad insegnare ai
loro figli la sua importanza.
Per quanto sia difficile eradicare delle abitudini scorrette instaurate nel tempo dalle varie
persone, l’accesso del paziente agli ambulatori è un momento che va valorizzato e sfruttato.
Questo potrebbe diventare un momento chiave per fornire informazioni.
Una strategia potrebbe essere adottare il questionario elaborato nella pratica clinica quotidiana
con la funzione di identificare le aree educative su cui l’infermiere dovrebbe puntare. Il
professionista, nei tempi di attesa del paziente, potrebbe distribuire materiale informativo in
funzione delle specifiche necessità.
Per questo, con la collaborazione del direttore della SOC e del personale sanitario che opera al
suo interno è prevista la realizzazione di un opuscolo informativo (bozza allegato 2.).
39
In quest’occasione l’infermiere potrebbe rispondere alle domande dei pazienti, oltre che servirsi
dell’occasione per disincentivare abitudini alimentari e di vita scorrette che questi mettono in
pratica e che sono considerate fattori ostacolanti ad una buona salute sia orale che generale.
Questo momento potrebbe diventare un’occasione educativa importante nella quale l’infermiere
stimola e incentiva l’autocura nel paziente (Doran, 2013).
Altre proposte potrebbero essere i sistemi audio/video. Dal momento che la tecnologia sta
diventando uno strumento sempre più utilizzato dalle persone e che attira la loro attenzione, si
potrebbe infatti disporre nelle sale di aspetto degli ambulatori di sistemi video che rendono
disponibili agli utenti la visione di materiale educativo. Questa strategia permetterebbe di inviare
informazioni sia ai pazienti sia a coloro che li accompagnano durante le visite, ampliando in tal
modo la diffusione delle suddette indicazioni.
Infine, un ulteriore suggerimento è la presenza di cartelloni appesi alle pareti delle sale d’aspetto
e degli ambulatori, compreso quello della degenza, riportanti messaggi semplici, con immagini
chiare e colori accattivanti che catturano l’interesse degli utenti, con contenuti riguardanti i
fattori che favoriscono la salute orale e quelli che la compromettono come il fumo e
l’alimentazione.
Tutti i messaggi educativi ed il materiale educativo dovrebbero esser in diverse lingue in modo
da poter raggiungere il più ampio gruppo di utenti possibile.
40
CAPITOLO 6 – Conclusioni
Sono diversi i limiti dello studio. Sono stati arruolati tutti i pazienti senza distinguere chi
era affetto da particolari patologie sistemiche ed inoltre non sono stati suddivisi i pazienti
protesizzati da quelli che non lo erano.
Il questionario, pur essendo semplice e breve nella sua compilazione, potrebbe essere modificato
comprendendo anche altre aree che sono coinvolte nella qualità di vita legata al cavo orale.
A distanza di un anno il campione coinvolto potrebbe essere sottoposto allo stesso questionario
per poter analizzare, a seguito delle modifiche proposte, delle possibili differenze rispetto alla
situazione iniziale.
In funzione di quanto è emerso nello studio, l’infermiere, ricopre un ruolo importante nella
prevenzione delle patologie orali. Professionalmente, gli operatori sanitari possono fornire tutti i
messaggi di prevenzione focalizzandosi sui fattori di rischio e sulla promozione della salute
(Satku, 2004). Poiché diversi fattori di rischio per le malattie del cavo orale sono comuni con
altre malattie cronico degenerative, molte delle misure di prevenzione nel campo della salute
orale, possono considerarsi potenzialmente utili anche in termini di promozione della salute
globale dell’individuo (Bollero et al. 2010).
L’auspicio è che il percorso di sensibilizzazione si rafforzi e che si inneschi il meccanismo di
una cultura della salute orale.
Inoltre è necessario elaborare politiche efficaci per facilitare l’utilizzo dei servizi sanitari non
solo per la cura ma soprattutto per la prevenzione.
41
Bibliografia
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Allegati
1) Questionario
Il fabbisogno educativo all’igiene orale nei pazienti che accedono all’ambulatorio e reparto di
Chirurgia Maxillo-Facciale AOUSMM
Pratica l’igiene orale?
SI
NO
Ha ricevuto indicazioni su come gestire l’igiene della bocca?
SI
NO
Si lava i denti dopo i pasti?
SI
NO
E’ un fumatore?
SI
NO
È portatore di protesi dentaria?
SI
NO
È portatore di apparecchio ortodontico?
SI
NO
Le è mai capitato di avere un problema e di non recarsi dal dentista? SI
NO
1.
Quante volte si lava i denti in una giornata?
Mai
2.
una volta
due volte
tre volte
più di tre volte
Quante volte va dal dentista?
una volta all’anno
Mai
due volte l’anno
una volta ogni due anni
Altro (specificare)____________________________
3.
Generalmente se deve farsi curare i denti a chi si rivolge? (sono possibili più
risposte)
□ Dentista privato
□ Struttura sanitaria/ospedaliera pubblica
□ Struttura sanitaria/ospedaliera privata
□ Struttura sanitaria/ospedaliera privata convenzionata
□ Va all’estero
51
4. Quando è stato l’ultima volta dal dentista?
□
□
□
□
□
□
Meno di un anno fa
(vada alla domanda 6)
Un anno fa
(vada alla domanda 6)
Da 2 a 3 anni fa
(vada alla domanda 5)
Da 3 a 5 anni fa
(vada alla domanda 5)
Più di 5 anni fa
(vada alla domanda 5)
Mai stato
(vada alla domanda 5)
5. Può indicare il motivo per cui non si sei recato dal dentista negli ultimi 2 anni? (sono
possibili più risposte)
□
□
□
□
□
Motivi economici
Paura/preoccupazione del dolore
Impegni personali e di lavoro
Non avevo problemi
Altro(specificare)______________________________________________________
6. Qual è stato il problema che l’ha portato a recarsi dal dentista? (sono possibili più
risposte)
□
□
□
□
□
□
Controllo
Dolore/trattamento urgente
Igiene dentaria
Sostituzione della protesi
Estrazione dentaria
Altro(specificare)_______________________________________________________
7. Cosa usa per l’igiene della sua bocca? (sono possibili più risposte)
□
□
□
□
□
□
Spazzolino/Spazzolino elettrico
Dentifricio
Collutorio
Filo interdentale
Nessuno dei precedenti dispositivi
Altro (specificare)________________________________________________________
52
8.
Quante volte negli ultimi 12 mesi ha: (metta gentilmente una crocetta
nell’affermazione che ritiene più adatta al suo caso)
9.
Quante volte alla settimana mangia e/o beve uno o più dei seguenti alimenti? (metta
gentilmente una crocetta nell’affermazione che ritiene più adatta al suo caso)
53
10.
Quale frase descrive meglio le sue convinzioni rispetto all’igiene orale? (è possibile
dare una sola risposta)
□ La bocca ed i denti/protesi sono un biglietto da visita ed è molto importante che siano bianchi e
curati
□ Non
sempre do importanza ai denti/protesi, soprattutto quando sono molto stanca/o. Se
dovessero esserci dei problemi si possono sempre risolvere
□ Mi piacerebbe occuparmi di più dell’igiene e della cura della mia bocca e dei miei denti/protesi
ma i dentisti sono molto costosi.
Sesso
□
□
Femmina
Maschio
Età (anni compiuti)_____________
Motivo dell’accesso all’ambulatorio/reparto__________________________________________
Stato civile:
□ Coniugata/o □ Nubile/Celibe
□ Vedova/o
□ Divorziata/o
□ Separata/o
Titolo di studio:
□ Elementari
□ Licenza media inferiore
□ Licenza media superiore
□Laurea
Professione:
□ Libero Professionista □ Dipendente
□ Disoccupato
□ Studente □ Pensionato
□ Altro (specificare)____________________________________________
Nazionalità:_________________
GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE
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2) Opuscolo informativo
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