il tailleur giallo

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IL TAILLEUR GIALLO Il tailleur ‐ Che ne dici ci vediamo domani?‐ Sì, che bello! Andiamo a fare shopping? ‐ Allora a domani, davanti alla Rinascente. ‐Ok. Come al solito Claudia è in ritardo ma eccola che arriva, magrissima, piccola, capelli castani lunghi e ondulati, occhi grandi, sorridenti. Sì, gli occhi sono il suo punto di forza, è una donna solare. Si muove velocemente, ma non è mai affrettata, quello che fa o dice è frutto della ragione.‐ Scusami, il mio capo oggi non voleva più lasciarmi andare. Andiamo in via della Spiga a fare un giretto?‐ dice mentre mi abbraccia. ‐ Ma sì, è un po’ che non ci vado. ‐ Vorrei comprare un vestito speciale per il mio appuntamento con Luca, ‐ Anch’io dovrei acquistare qualcosa per il matrimonio della cugina di Elio. Ci fermiamo davanti alla vetrina di Moschino. ‐ Guardalo è magnifico!‐ Esclamiamo simultaneamente. L’oggetto di tanta ammirazione è un tailleur. È bellissimo, ma chissà quanto costa. Però potremmo vedere come ci sta almeno. Entriamo. La commessa ci guarda con aria altezzosa: – Desiderano? Si vede benissimo che non ha nessuna voglia di perdere il suo tempo con due come noi, ma poco importa, oggi dovrà servirci perché quel tailleur lo proveremo tutte e due. ‐ Come mi sta? ‐ È delizioso addosso a te! Adesso tocca a me provarlo. ‐ Allora? ‐ Dimostri dieci anni di meno. Persino la commessa ci guarda compiaciuta‐ Ci sta proprio bene! Cosa ne dici lo acquistiamo?‐ chiede Claudia. ‐ Mi piacerebbe averlo, ma costa troppo. ‐ Sai che ti dico? Compriamolo insieme, lo indosseremo quando ne avremo bisogno. ‐ Ma sì, facciamo questa pazzia. La commessa ci guarda allibita, non aveva mai visto una cosa del genere. ‐ Che bello, il nostro tailleur! Esclamiamo all’unisono, soddisfatte. ‐ Sarò la prima a indossarlo questa sera per il mio appuntamento. ‐ Spero che ti porti fortuna! ‐Esclamo contenta per lei e per la serata che la aspetta. Claudia Torno a casa e penso alla mia amica, chissà come andrà la sua serata? Poi il telefono squilla. È Claudia: ‐ Ciao, devo chiederti un favore! Potremmo venire a dormire da te questa sera? Ho dimenticato i documenti e non possiamo andare in nessun albergo. ‐Ma si certo. Sistemo velocemente la casa, e li aspetto. ‐Eccovi qui! Tu sei Luca? L’uomo che ha fatto innamorare la mia amica! ‐Ciao, sono contento di conoscerti, Claudia mi parla spesso di te. ‐ Dai, accomodatevi, posso offrirvi qualcosa? Guardo la mia amica: è splendida con il tailleur giallo, sembra fatto apposta per lei. La mattina dopo mi sveglio presto e chiudo la porta per non farmi sentire, cerco di prepararmi il caffè, ma sono imbranata, mi siedo e guardo la caffettiera aspettando che il suo dolce profumo si diffonda nell’aria svegliandomi ed arriva Luca: ‐ Cosa fai? ‐ Si informa, e io: ‐ Aspetto che salga il caffè. Lui sorride, lo guardo in modo interrogativo, ‐ Così ‐ mi dice: ‐ sarà difficile se non accendi il gas, non credi? ‐Ma che stupida! –Dai non ti preoccupare, ci penso io!‐ E comincia a darsi da fare. – Però, è simpatico quest’uomo, e la mia iniziale diffidenza nei suoi confronti sparisce, ci ritroviamo lì sconosciuti, ma con qualcosa in comune: l’affetto per Claudia. Lui mi racconta del grande dolore per la perdita della mamma, della solitudine che prova. È figlio unico e adesso gli è rimasto solo il papà e la nonna. Leggo il dolore nei suoi occhi e lo abbraccio, poi ci scuotiamo e cambiamo discorso, parliamo di lei del suo sorriso coinvolgente, della sua leggerezza, della sensibilità che mostra sempre in ogni occasione … ed eccola che arriva, come fosse stata evocata dai nostri discorsi. Sembra una ragazzina: maglietta arancione, pantaloni a zampa, zeppe e fascia tra i capelli ‐Allora ragazzi, vi siete conosciuti? La osservo: è luminosa! Poi fanno colazione e vanno via lasciandosi dietro una scia di felicità Il giorno dopo la chiamo: ‐Allora com’è andata? ‐Mi piace tanto quest’uomo! Pieno di attenzioni, tenero, dolce. Mi ha portata in un ristorante molto romantico, abbiamo cenato a lume di candela, occhi negli occhi. Mi sembra che lui mi capisca veramente, è come se lo conoscessi da sempre, ‐Ho capito, te ne sei innamorata! ‐Sì, credo proprio di sì! Il tailleur giallo ha funzionato! Anna E adesso tocca a me, indossarlo quel tailleur. Lo sistemo per bene in valigia, non voglio che si sciupi, lo indosserò al matrimonio del cugino di Elio. Un’occasione importante: conoscerò i suoi parenti e ci tengo ad essere perfetta, all’altezza della situazione e quest’abito mi fa sentire sicura. Mi aspettano dieci ore di treno in cambio di due giorni insieme. Il treno è affollato, ma riesco a trovare un posto. A Brindisi scendo e aspetto con impazienza Elio. Finalmente arriva: la panda bianca degli anni 80 è tenuta bene, lui è maniacale nel curarla; si ferma, con calma scende dalla macchina, mi dà due baci sulla guancia e mi chiede: ‐ Tutto bene? ‐ Si grazie e tu? Sembriamo due estranei. ‐ Attenta a chiudere piano, la portiera potrebbe risentirne!‐ Mi avverte. Non rispondo e con la massima cura lascio che scivoli verso di me, ma quella non si chiude, sono la solita pasticciona, io non ho il tocco leggero che lui si aspetta da me. – Andiamo in un albergo proprio qui vicino! Mi comunica poi, ed io che pensavo mi avrebbe portata a casa sua! Effettivamente l’albergo è proprio dietro la stazione in una delle tante viette che immettono al viale centrale e dall’esterno sembra carino. Una volta in camera disfo la valigia, poche cose oltre il tailleur. Lo guardo si è un po’ stropicciato, chiedo ad Elio se è possibile portarlo in tintoria, lui mi risponde che lo faremo più tardi, tanto servirà per domani. Vado in bagno, ho bisogno di fare una doccia e l’unico modo per togliermi da dosso la stanchezza della notte passata in treno. Arriva anche Elio, la doccia è stretta e ci stiamo a malapena, facciamo l’amore e ci ritroviamo come sempre. ‐Stasera ti porto in un ristorante molto carino! ‐Bene, sarà stato il viaggio, il pranzo saltato, l’amore, ma ho una fame! Il giorno dopo è il gran giorno: aspetto da tempo di conoscere i suoi parenti, per comprenderlo meglio; nonostante sia più di un anno che stiamo insieme so così poco di lui, della sua vita al di fuori del nostro rapporto, siamo stati sempre io e lui, e questa mi sembra un’ottima occasione per vedere come interagisce con gli altri. Arriviamo in chiesa in ritardo, ci sediamo in una panca in fondo sperando che nessuno ci noti, ma sua cugina si avvina: ‐Ciao tu sei Anna? Sono felice di conoscerti. Ma quanto sei carina. Il giallo ti dona! ‐ Anche io sono contenta di conoscerti Elio mi ha detto che sei la sua cugina preferita! ‐È vero, da piccoli eravamo inseparabili, adesso non ci vediamo più, io vivo a Roma e non vengo più tanto spesso qui. Sarà una mia fantasia, ma ho notato un leggero imbarazzo che non capisco. ‐Ha ragione Sara, questo tailleur ti dona, dimostri dieci anni di meno!‐ Elio interrompe le mie riflessioni. Gli sorrido dolcemente, è la prima volta che mi fa un complimento che non sia anche un rimprovero velato. La giornata procede tra parenti, ristorante, sorrisi e inviti puntualmente rifiutati da lui. Torniamo a casa tardissimo, siamo stanchi e ci addormentiamo abbracciati. E alla mattina dopo, presto, alla stazione: ‐Allora ciao, ci vediamo al massimo giovedì, l’aspettativa è finita, quindi, anch’io devo ritornare a scuola. Commenta Elio ‐Si certo! – Ci baciamo sulle guance, salgo su, sento il fischio, il treno parte portandosi via l’immagine di Elio che sventola il braccio in segno di saluto. Chissà! avrà funzionato il tailleur per me?