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4mmmm _ GLI ORTI DEL PORTO Come tutti i concorsi anche questa avventura comincia con un sopralluogo. Ci incontriamo davanti agli orti.. il Fotografo, la Ballerina, il Forestale e l’Architetto. Dopo le presentazioni e le strette di mano (il Fotografo, la Ballerina e il Forestale non si erano mai incontrati prima) decidiamo di entrare e di fare un giro in questi orti che a prima vista sembrano inaccessibili. C’è una signora molto gentile che ci accoglie (la troveremo sempre lì durante tutti i sopralluoghi futuri..) e che ci racconta che negli ultimi mesi sono passati in molti a vedere gli orti.. “dicono che faranno qualcosa”.. “ma noi lo sappiamo”.. “la terra non è mica nostra”.. “possono fare quello che vogliono”. Non è la loro ma capiamo che la coltivano da 2 generazioni, sono arrivati nel dopoguerra e viene passata di padre in figlio. Percorriamo i sentieri accessibili, ci perdiamo in questo labirinto di verde dal quale di tanto in tanto spuntano gli ortolani. Chi timoroso, chi curioso di capire cosa mai faranno di questi orti che loro coltivano da tanti anni. Sono tutti gentili e non mancano di farci assaggiare i fichi maturi delle loro piante. Ci ritroviamo.. il Fotografo con una galleria di foto horror.. il Forestale con un cestino di fichi.. la Ballerina con una collezione di punture di insetto.. e l’architetto con la precisa sensazione che questi orti siano un posto bellissimo. La natura è la migliore delle architetture.. e nello scontro con il lavoro dell’uomo trova la sua più poetica e malinconica espressione.. architetture di recupero realizzate con fatica nel tentativo di domare la forza generatrice della vegetazione. Muretti a secco, piccole baracche, spaventapasseri inquietanti.. diventano parte integrante della natura degli orti. Ecco come nasce il progetto.. cercando di non progettare.. o meglio di progettare utilizzando lo stesso alfebeto naturale. Il sopralluogo successivo sarà dedicato al rilievo delle piante da conservare.. credo che le terremo tutte.. ci sono Fichi, Prugni, Susini Gialli, Nespoli, Tamerici, Melograni, Albicocchi, Gelsi, Peri, Cachi, un Melo, Ciliegi, Giuggioli, Ulivi, Bamboo, Viti e Pioppi.. tutto da conservare (unico escluso il Pioppo.. forse per l’allergia ai pollini di cui soffre il Forestale). Oltre alle piante vogliamo conservare anche la distribuzione principale del lotto.. come sarebbe bello avere una foto aerea di buona qualità per capire bene i percorsi e la disposizione delle piante.. la Ballerina dice di avere uno zio che possiede un ultraleggero, se glielo chiede forse potrebbe fare lui le foto.. sì sì.. il solito zio che spacca il mondo.. Tempo due giorni e la Ballerina invia in chat un’anteprima delle foto.. pazzesco! Lo zio esisteva davvero!! Deve essere un pazzo… Abbiamo le piante, abbiamo i percorsi.. ora dobbiamo ballare! Durante il terzo sopralluogo il Fotografo e la Ballerina si cimentano in una sessione di riprese fotografiche di una coreografia in ambiente naturale.. il risultato è meraviglioso. Infine tocca all’architetto.. ci vogliono gli alloggi per gli artisti, lo spazio della rappresentazione, i servizi, la cucina e lo spazio per la ristorazione. Come già detto i percorsi realizzati con una pedana in legno ricalcano la distribuzione attuale. Ai lati della pedana si alzano i muri verdi, creando un labirinto distributivo sul quale all’improvviso si aprono i cancelli di accesso agli orti. I muri verdi oltre ad essere quinta scenografica avranno anche funzione di recinzione per gli orti. Saranno realizzati con una gabbia metallica alta 3 metri sulla quale cresceranno i rampicanti. Abbiamo scelto le piante più tenaci e resistenti per ricoprire le gabbie: Lonicera sp; queste Caprifoliaceae sono il genere di arbusti rampicanti, (già conosciuti come ottimi arbusti da fiore). Un tempo ogni villa o casa agricola ne vantava più esemplari di diverse specie o varietà. Si tratta di rampicanti vigorosi, fioriferi, spesso profumati e molto rustici. Il portamento è avvolgente e tutte le Lonicera sono capaci di coprire vasti spazi autonomamente, ovvero senza l’aiuto di sostegni o legature. Passiflora sp; si caratterizza per il portamento vigoroso e sono dotate di tralci legnosi e ricchi di viticci con cui riescono a risalire ogni struttura: reti , tralicci, pergole e ringhiere. Parthenocissus sp; queste Vitaceae sono tra i rampicanti più vigorosi, essendo capaci di raggiungere anche i 15-20 mt di altezza. In ogni giardino dovrebbero essere presenti se non altro per i meravigliosi colori autunnali che assume il fogliame. Con le loro piccole ventose adesive riescono ad aderire alle cortecce degli alberi, tralicci, pergole, e tutto questo, senza danneggiare il supporto. Clematis sp; uno dei generi di piante rampicanti più vasto e conosciuto, comprendente sia specie sempreverdi sia a foglia caduca. Le nuove attività richieste dal bando di concorso dovranno essere completamente i integrate all’interno degli orti stessi. I nuovi spazi: Lo spazio della rappresentazione: un grande prato, delimitato dai muri verdi che si estende lungo il lato verso il canale. Gli alloggi per gli artisti: si insinuano all’interno del lotto. Diventano un rifugio ricoperto di verde. Usiamo la struttura di una comune serra agricola, avendo cura di controventarla in maniera più consistente. La posizioniamo sopra una pedana in legno galleggiante. La copriamo con un pacchetto costituito da materiale isolante naturale racchiuso tra due pannelli di pvc. Al di sopra della copertura in pvc disponiamo una griglia metallica per migliorare il fissaggio e per consentire ai rampicanti di ricoprire completamente la copertura. All’interno il modulo abitativo verrà allestito con un arredo spartano in legno a formare una parete attrezzata con armadio, letto, cassetti, feritoie verso l’esterno intervallate da scatole – libreria, tavolo di lavoro. Tra la copertura in pvc e la parete attrezzata verrà disposto l’impianto geotermico. I componenti dell'impianto sono: 1. Una serpentina di raffreddamento interrata. Di norma si tratta di tubature in polietilene che fungono da scambiatori di calore, sfruttando l’energia termica presente nel sottosuolo o nell’acqua. Le tubature possono essere interrate verticalmente nel terreno (sonde geotermiche verticali), oppure orizzontalmente a 1-2 metri di profondità (sonde o collettori orizzontali). 2. Uno scambiatore di calore interno. Di norma si tratta di elementi radianti o serpentine a circolazione lenta (vedi impianto a pavimento) i materiali possono essere alluminio, rame, polietilene, ecc.. 3. Una pompa di circolazione, una piccola pompa per far ricircolare il fluido di raffreddamento nei tubi tra i primi due elementi. Il modulo così composto: pedana + struttura serra + copertura a pacchetto + rampicanti verrà utilizzato per ospitare tutte le altre funzioni semplicemente modificando l’allestimento interno. Il modulo così composto: pedana + struttura serra + copertura a pacchetto + rampicanti verrà utilizzato per ospitare tutte le altre funzioni semplicemente modificando l’allestimento interno. La cucina: insieme agli spazi per la ristorazione diventa il cuore del progetto. Intorno ad essa crescerà la spirale dell’orto sinergico. Una sorta di laboratorio didattico per applicare le tecniche della coltura biodinamica dal quale gli ortolani potranno trarre ispirazione eventualmente per trasformare in orto biodinamico anche il proprio orto. L'agricoltura biodinamica è un metodo di coltivazione basato sulla visione spirituale antroposofica del mondo elaborata dal filosofo ed esoterista Rudolf Steiner e che comprende sistemi sostenibili per la produzione agricola, in particolare di cibo, che rispettino l'ecosistema terrestre includendo l'idea di "agricoltura biologica" e invitando a considerare come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso. Obiettivi dell’orto biodinamico sono: mantenere la terra fertile, mantenere in buona salute le piante; accrescere la qualità dei prodotti. Per far ciò ci vengono in aiuto: il calendario lunare; la bio-diversità; i preparati; Innanzitutto è necessario iniziare a pensare ad un orto che può, e in parte deve, accogliere ogni genere di fiori, frutti e ortaggi, ma completamente privo di prodotti chimici, dal seme al frutto. Per nutrire terra, radici e piantine usufruiremo quindi di fertilizzanti preparati in modo biodinamico. Detto ciò, è importante anche una fase di studio preliminare poiché, come accennato, l’orto biodinamico si basa sulla biodiversità. E’ dunque indispensabile conoscere le caratteristiche e le specifiche necessità delle piante. Per la buona riuscita dell’orto biodinamico dovremo infatti “associare” tra loro le piante, ovvero predisporre le piantagioni, in modo che possono aiutarsi tra loro a crescere. Questo perché ogni pianta emette secrezioni acide e gas, sia dalle radici, che da foglie e frutti. Queste secrezioni possono avere influenze positive o negative sulle piante che si trovano loro accanto e l’orto biodinamico sfrutta a suo vantaggio tale influenza. Ad esempio: le radici dei pomodori producono sostanze che aiutano il sedano a crescere forte e sano. Andranno dunque posizionati vicini, così come carote e cipolle, poiché le prime proteggono le seconde dalle mosche. Al contrario, mai posizionare vicine piante della stessa famiglia (come zucche, cetrioli e zucchine), poiché così facendo le esporremmo ad attacchi di ogni genere, in quanto prive di piante “amiche” che le proteggano (lotta antiparassitaria meccanica). Accanto ai giusti accostamenti, l’orto biodinamico da molta importanza anche alla presenza di alcune importanti piante, come le ortiche che, lungi dall’essere erbacce da estirpare, donano al terreno minerali e sostanze nutritive importanti, ma anche piante aromatiche e fiori, che fungono da “guardiani” dell’orto biodinamico, assolvendo funzione simile alla rosa posta all’inizio del filare di uva: questa è infatti la prima ad ammalarsi, avvisando il contadino se c’è qualcosa che non va. Per quanto riguarda invece i cosiddetti “preparati”, questi sono strumenti fondamentali, in quanto unici fertilizzanti utilizzabili nell’orto biodinamico (sono infatti aboliti fertilizzanti minerali sintetici e pesticidi chimici). Steiner ne individua 9 tipi, per i quali ha lasciato precise indicazioni da seguire in fase di preparazione. Tra gli elementi utilizzati per creare questi preparati si contano erbe e minerali adoperati anche in fitoterapia, come l’achillea, il tarassaco, l’equiseto e la valeriana; per quanto riguarda invece la realizzazione vera e proprie, le modalità non sono molto lontane da quelle usate per i preparati omeopatici. Vige infine l’osservanza del calendario lunare: nel suo giro intorno alla terra, la luna passa infatti per le 12 costellazioni zodiacali, ognuna delle quali ha caratteristiche che influenzano la Terra e, nel caso di un orto, stimolano le varie parti di uno specifico gruppo di piante. Per questo il calendario, o meglio lunario agricolo che segue il metodo biodinamico ne tiene conto. Infine, per non impoverire il terreno, da non trascurare è la necessità di applicare il principio della “rotazione delle colture“. Il ristorante: posto a ridosso della cucina potrà avvalersi dei prodotti della coltura biodinamica per organizzare eventi di cucina a tema. I servizi: i bagni comuni per gli alloggi vengono collocati in posizione periferica. L’info Point: viene posto in posizione centrale a breve distanza dall’ingresso al lotto, con un modulo servizi adiacente.