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Intervista ANNA AMBROSINI, UNO SCIENZIATO “IN MISSIONE” PER TELETHON Si presenta la dott.ssa Ambrosini, responsabile dell’Area Programmi di Ricerca della Fondazione Telethon Nell’anno in cui Telethon in Italia taglia il traguardo del quarto di secolo Ancona (e, con essa, le Marche), grazie anche all’impegno fattivo della locale sezione della UILDM, ha l’onore di ospitare il 5 dicembre, per la prima volta, uno dei meeting ufficiali organizzati dalla Fondazione Telethon e dalla UILDM nazionale in concomitanza della consueta raccolta fondi dicembrina a favore della ricerca sulle malattie genetiche rare, in particolare quelle che rientrano nella sfera delle patologie neuromuscolari. In questi incontri, aperti al pubblico e alla stampa oltre che agli operatori del settore, si ha l’occasione di promuovere le attività di fundraising di Telethon in sinergia con la UILDM e di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla realtà delle malattie genetiche, non solo dando informazioni asettiche sulla loro esistenza e gli specifici aspetti che le caratterizzano o limitandosi retoricamente a descrivere come esse condizionino la vita di coloro che ne soffrono e delle rispettive famiglie, ma anche e soprattutto divulgando, per quanto possibile, i concreti passi avanti fatti dalla ricerca medico-scientifica targata Telethon nel loro trattamento. In tal senso, la dott.ssa Anna Ambrosini, responsabile dell’Area Programmi di Ricerca nell’ambito della Direzione Nazionale di Telethon, è probabilmente la migliore testimone del lavoro svolto su questo fronte da quasi quindici anni a questa parte, occupandosi in prima persona dei bandi di ricerca finanziati da Telethon, a cominciare da quelli inerenti le patologie di carattere neuromuscolare. Anzitutto, però, la dott.ssa Ambrosini è uno scienziato che ha vissuto per diversi anni l’esperienza di ricercatrice al bancone di un laboratorio, prima di ‘passare’ al ruolo di manager scientifica con la Fondazione Telethon. “E’ un modo diverso di fare ricerca” spiega la diretta 44 interessata. “Ora il mio compito è per certi versi ancor più operativo e consiste in particolare nel coordinare e correlare dati, segnalazioni ed esigenze che emergono dall’analisi diretta della realtà quotidiana dei pazienti affetti da malattie neuromuscolari con i progetti di ricerca ad essi più attinenti, che vengono vagliati tramite ‘peer review’, un sistema che permette di valutarne la piena validità scientifica di metodo e di merito. In qualche modo il mio è un lavoro di ‘mediazione’, che non a caso mi vede coinvolta non solo con Telethon, ma anche come membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione del Registro dei Pazienti con Malattie Neuromuscolari”. Perché ha scelto di entrare in Telethon? “Dopo quindici anni di ricerca scientifica nei laboratori universitari non provavo più auten- tica soddisfazione per ciò che facevo, perché non vedevo ricadute sostanziali del mio lavoro nell’ambito medico-scientifico che più mi appassionava, ovvero quello relativo alle patologie neurologiche. Quando invece, nel 2001, ho incontrato la realtà di Telethon ho ritrovato grandi motivazioni, riscoprendo il senso vero e l’utilità della ‘mission’ per cui avevo cominciato anni prima a svolgere l’attività di scienziato nel campo della ricerca medico-scientifica”. Quanto è importante davvero la ricerca e come incide, a livello collettivo e individuale, nella vita delle persone? “La ricerca è il futuro: aumenta le conoscenze e offre gli strumenti per migliorare concretamente la qualità della vita di chi è malato. La ricerca ‘pura’, quella cosiddetta ‘di base’, è fondamentale per implementare le terapie per il trattamento di tante patologie, contro le quali altrimenti saremmo completamente inermi. Può avere nell’immediato un impatto diretto sulla facilitazione della diagnosi di malattie poco conosciute o tanto rare quanto invalidanti, migliorando dunque la prospettiva e l’approccio dei pazienti nell’affrontare la patologia di cui soffrono. E la ricerca di base, come accennavo, è propedeutica alla ricerca clinica, ovvero alla sperimentazione per mezzo di ‘trial’ clinici di nuovi farmaci e trattamenti terapeutici che hanno l’obiettivo di poter curare – in certi casi offrendo persino una legittima speranza di guarigione – o quanto meno alleviare le sofferenze e i disagi quotidiani di chi è affetto da gravi malattie” Telethon è certamente una realtà significativa nel contesto italiano, tanto che si ha quasi l’impressione che nel nostro Paese la ricerca medico-scientifica sia quasi del tutto ascrivibile soltanto alla stessa Telethon, che gli italiani identificano perlopiù con la grande maratona televisiva di raccolta fondi che si svolge durante il periodo natalizio. Quest’idea è corroborata dal fatto che in Italia il finanziamento in favore della ricerca da parte delle istituzioni pubbliche e ancor più dai grandi investitori privati, siano essi singoli filantropi o grandi aziende (dell’ambito sanitario e farmaceutico, ma non solo), sembra essere ancora piuttosto deficitario. Quanto c’è di vero in questo e quanto invece si tratta di suggestione mediatica? “Non c’è dubbio che Telethon faccia tantissimo nell’ambito della ricerca contro le malattie genetiche rare e che questo campo d’azione, benché apparentemente ‘ di nicchia’, sia uno dei più rilevanti quando si parla di ricerca medico-scientifica. Va sottolineato, però, che la Fondazione Telethon, da sola, non potrebbe nulla e che i fondi che raccoglie vengono investiti per progetti di ricerca che vedono coinvolti, in perfetta sinergia, università, enti di ricerca, associazioni del terzo settore costituite da pazienti, famiglie e volontari e, non ultime, le aziende farmaceutiche. D’altronde i ricercatori di Telethon, che svolgono ricerca ‘di base’, non hanno la competenza specifica né le risorse materiali per occuparsi della ‘transizione’ dei loro studi dal bancone all’applicazione clinica, per la quale l’apporto delle ditte farmaceutiche è basilare. Ciò non toglie che Telethon, nel collaborare con tutti questi soggetti, non venga mai meno ai suoi valori e ai suoi principi improntati alla trasparenza, alla serietà e all’eticità nel trattamento e nella cura dei malati”. Lei cosa proporrebbe per incentivare il sostegno e lo sviluppo della ricerca scientifica in Italia? “Sicuramente bisogna rendere ancor più efficiente l’interazione fra le realtà che promuovono e fanno ricerca e gli enti ministeriali e l’AIFA (Agenzia Italiana per il Farmaco). Aiuterebbe anche una forte detassazione, molto maggiore di quella attuale e più legata alle deduzioni che alle detrazioni, a favore di chi investe direttamente sulla ricerca, ad esempio attraverso una Fondazione come Telethon”. 5 Telethon concentra molte delle sue risorse sulla ricerca riguardante le patologie neuromuscolari. Quali sono i risultati ottenuti fin qui su questo fronte e come e quanto hanno contribuito a cambiare la vita delle persone con questa tipologia di malattie? “Credo sia naturale che Telethon - che pure è impegnata in termini generali nella ricerca su un vasto ambito di malattie genetiche rare – focalizzi molto i suoi sforzi nella lotta alle malattie neuromuscolari, dato che essa è nata in Italia su iniziativa della UILDM, che per Telethon rimarrà sempre un partner speciale e ‘privilegiato’. Infatti, fin dal 2001, ogni anno viene aperto un bando clinico TelethonUILDM, finanziato coi fondi raccolti ogni anno dalla UILDM sul territorio. Vorrei enfatizzare che attraverso questi investimenti è nata in Italia una rete di centri clinici che collaborano su vari progetti multicentrici, della durata di due o tre anni, per i quali vengono stanziate annualmente le risorse necessarie che la UILDM finora è sempre riuscita a garantire con la sua attività di fundraising. E’ così che è stato possibile raggiungere risultati incoraggianti, come: assicurare la diagnosi a molte malattie neuromuscolari meno diffuse e conosciute, raccogliere preziose informazioni sull’andamento delle varie patologie, la cosiddetta storia naturale, intervenire con i mezzi attualmente a disposizione per rallentare il decorso o ridurre sintomi e complicanze, migliorando gli standard di cura. L’acquisizione delle conoscenze cliniche e la capacità di fare rete dei nostri neurologici neuromuscolari ha anche reso possibile l’avvio di una sperimentazione clinica tutta italiana derivata dai risultati della ricerca di base pure ampiamente finanziata da Telethon presso il laboratorio del dott. Puri di Roma, che ha identificato un approccio terapeutico basato sulla rigenerazione muscolare nelle persone affette da distrofia muscolare di 6 6 Duchenne. Questo è un bell’esempio di come gli investimenti di Telethon su più fronti, la ricerca di base da un lato e la clinica neuromuscolare dall’altro, siano stati sinergici, favorendo poi il passaggio del testimone alla azienda farmeceutica Italfarmaco per una sperimentazione clinica tutta italiana. Lo studio è ancora in corso, ma i risultati preliminari disponibili sembrano molto promettenti e si sta pensando ora alla fattibilità di un trial più ampio internazionale. Come convincerebbe una persona a contribuire alla ricerca di Telethon? “La ragione della testa e quella del cuore devono spingerci a sostenere Telethon. La testa ci fa capire che la ricerca non si improvvisa e va fatta con metodo, valutata e premiata dove c’è rigore ed eccellenza. Nondimeno il cuore di ognuno di noi può ‘sentire’ quanto sia vitale per tante persone mantenere accesa la speranza di avere delle risposte dalla ricerca. Una ricerca libera e indipendente, come quella che Telethon si impegna giorno dopo giorno a portare avanti”. Giovanni Marcelli NUMERI DI TELETHON Totale Finanziamenti alla Ricerca Numero progetti e attività Totale Fondi € 2570 451.196.289 Dettaglio Ricerca Esterna Numero progetti e attività Totale Fondi € 2281 274.302.457 1948 246 87 254.125.658 10.066.882 10.109.917 Suddivisione per Tipologia di Finanziamento Progetti e attività Borse di Studio Servizi alla Ricerca Numero progetti e attività per tipologia di Istituto UNIVERSITÀ ISTITUTI DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO (IRCCS) * 1773 694 CNR 219 ALTRI ISTITUTI DI RICERCA OSPEDALI ISTITUTI STRANIERI 439 118 163 * Sono conteggiati anche gli istituti che partecipano come centri satellite ai finanziamenti multicentrici Dettaglio Ricerca Interna Numero progetti e attività 289 Totale Fondi € TIGEM (Istituto Telethon di Genetica e Medicina) 116 61.821.699 HSR-TIGET (Istituto San Raffaele - Telethon per la terapia genica) 73.837.295 DTI ( Istituto Telethon Dulbecco) 85 71 TECNOTHON (Laboratorio di sviluppo ausili tecnologici) 17 8.112.145 176.893.832 Suddivisione per Istituti Telethon 33.122.693 Pubblicazioni scientifiche Totale Pubblicazioni Malattie Totale malattie finanziate 475 Totale Ricercatori finanziati (Responsabili di progetto) 1556 Ricercatori di cui: non facenti parte di Istituti di Telethon facenti parte di Istituti di Telethon %Maschi %Femmine 10222 1468 88 61 39 (dati aggiornati al 12/10/2015) 7