Tata Matilda e il grande botto (2010)
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Tata Matilda e il grande botto (2010)
Tata Matilda e il grande botto (2010) Tata Matilda viaggia nel tempo dall'età vittoriana agli anni Quaranta. Un film di Susanna White con Ralph Fiennes, Maggie Gyllenhaal, Emma Thompson, Maggie Smith, Rhys Ifans, Asa Butterfield, Daniel Mays, Bill Bailey, Nonso Anozie, Sam Kelly. Genere Commedia durata 109 minuti. Produzione Gran Bretagna, Francia, USA 2010. La signora Green è sola con i tre figli e i loro due cuginetti viziati di città. Il marito è al fronte e il cognato vuol farle vendere la fattoria. Solo l'arrivo di Tata Matilda potrà toglierla dai guai. La bambinaia delle emergenze, che resta quando non la vuoi e se ne va quando vorresti che restasse, bussa con la sua oscura silhouette alla porta di Isabel Green, giovane madre di tre figli che lotta per mandare avanti la fattoria nonostante il marito in guerra, il cognato pronto a tutto per farle vendere la proprietà, un lavoro frustrante presso una negoziante con frequenti crisi di senilità, il guardiano del villaggio che minaccia la possibilità di un bombardamento e i due cuginetti di città, viziati e incipriati, venuti per scatenare una guerra tra piccoli, come se quella dei grandi non bastasse. Dopo i sette figli del vedovo signor Brown, Tata Matilda -altrimenti nota come Nanny McPheetorna a colpire il suolo col suo bastone magico per far apprendere ai tre Green e ai loro ospiti, Cyril e Celia Grey, le cinque nuove lezioni di cui hanno disperatamente bisogno. La nera bambinaia dell'esercito britannico sa dunque come mettere in ordine i colori fuori posto e abbellirsi a sua volta di riflesso grazie all'amore dei pupilli, non si sa se davvero o solo nel loro sguardo, ma d'altronde la scuola di magia cui s'ispira è quella di Mary Poppins, che alla piccola Jane che chiedeva: è un gioco, vero (mettere a posto la stanza)? Rispondeva: be', dipende dal punto di vista.Sceneggiato, co-prodotto e interpretato da Emma Thompson, a partire dalla serie di libri 'Nurse Matilda' di Christianna Brand, questo secondo capitolo è appassionante nella sua estrema semplicità, teneramente old-fashioned senza essere stucchevole. Il personaggio della protagonista, col suo corvo Edelweiss che da solo cita tutto un universo di riferimento, quello di Tutti insieme appassionatamente, ammantata dell'aura del sacrificio e della disciplina militare, richiama alla memoria sia quel Pomi d'ottone e manici di scopa che con il concept di Mary Poppins ha niente meno che il natale in comune, sia quelle nonne che hanno fatto la guerra, che hanno tenuto a balia o cresciuto figli non loro e di cui stiamo perdendo la memoria. Tata Matilda e il grande botto I percorsi didattici » Tata Matilda ripete spesso: “quando avrete bisogno di me ma non mi vorrete, io resterò. Quando mi vorrete ma non avrete più bisogno di me, dovrò andare via”. Secondo te che cosa significa? Pensaci bene: Matilda va nelle case in cui c'è bisogno di lei, ma se si fermasse per sempre nello stesso posto potrebbe aiutare tanti bambini? » Hai preso appunti sulle cinque lezioni di tata Matilda? No? Troppo buio al cinema per scrivere? Allora te le scrivo io. 1) Smettere di litigare. 2) Condividere con gentilezza. 3) Aiutarsi a vicenda. 4) Essere coraggiosi. 5) Avere fede. Sono lezioni fondamentali per vivere bene con se stessi e con gli altri. Ne applichi già qualcuna? In caso negativo nulla è perduto, basta iniziare. » Un proverbio norvegese dice: “Chi è amato è sempre bello”. Hai notato che, non appena i bambini iniziano ad amare Matilda, i lineamenti orribili della tata si ingentiliscono sempre di più? Significa che chi ama vede con gli occhi del cuore? O che sentirsi amati distende i lineamenti? O tutte e due le cose? » A questo proposito, hai mai letto o sentito la frase “Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi”? È tratta dal classico dei classici, il romanzo "Il Piccolo Principe" di Antoine De Saint-Exupéry. DEVI leggerlo. » Il film è ambientato nell'Inghilterra degli anni '40, coinvolta nella seconda Guerra Mondiale. Avrai visto che, mentre il signor Green è al fronte, la signora Green e i suoi bambini devono rimboccarsi le maniche e assumersi tutte le responsabilità e le fatiche che prima erano riservate al capofamiglia. Il ruolo delle donne e dei bambini durante le guerre è sempre stato fondamentale. Prova ad approfondire. » Clelia e Cyril, i cuginetti snob dei Green, sono costretti a rifugiarsi in campagna per scappare da Londra, bombardata dai tedeschi. Tra il 1940 e il '41 oltre 800mila bambini vennero evacuati dalla capitale britannica in cerca di luoghi più sicuri. Chiedi al tuo insegnante di Storia di raccontarti qualcosa al riguardo. » Di recente un altro famoso film ha mostrato dei fratellini in fuga da Londra durante il Blitz di Hitler. Anche loro si rifugiano in campagna, ma le loro vicende prendono una piega decisamente più fantasy. Hai già capito? Mi riferisco a Le cronache di Narnia. Il leone, la Strega e l'Armadio. Se ti piace il genere, gustati il dvd. » Matilda ti sta proprio simpatica? Allora guarda il dvd del primo film della serie, Tata Matilda. Se sei un tipo attento, scoprirai anche il legame che unisce i due film, all'apparenza scollegati. (Indizio: guarda bene il piccolo sonaglio d'argento che la vecchia signora Docherty stringe tra le mani nell'ultima scena…) » I film di tata Matilda sono ispirati all'omonima trilogia della scrittrice inglese Christianna Brand. Se ti va di leggere i libri considera che la trama è un po' diversa, ma ugualmente divertente. » C'è un'altra celebre tata cinematografica. È molto più bella e “perfettina” di Matilda, ma segue lo stesso principio: rimane con i bambini solo finché hanno reale bisogno di lei. Se il mix “tata e magia” ti affascina, guarda il dvd di Mary Poppins. » Hai notato quanto è stanca la signora Green? Lavora tanto e non ha mai un attimo per sé. Considera che la tua mamma è altrettanto stanca e oltretutto non può contare sulle magie di Matilda, perciò … Respect! Planet 51 (2009) Tante gag divertenti per la solita morale edificante. Un film di Jorge Blanco, Javier Abad, Marcos Martínez con Dwayne Johnson, Seann William Scott, Jessica Biel, Justin Long, Gary Oldman, John Cleese, Rupert Degas, Freddie Benedict, Alan Marriott, Mathew Horne. Genere Animazione durata 91 minuti. Produzione Spagna, Gran Bretagna 2009. Su un pianeta lontano simile all'America degli anni '50 sta per arrivare un alieno: un astronauta terrestre In un pianeta lontano dove regnano militari, piomba un giorno un astronauta americano. Gli abitanti del Pianeta 51, terrorizzati da film di fantascienza incentrati sulla figura dell'invasore malvagio e diffidenti dei diversi reagiscono con terrore e ostilità. Solo uno di loro, costretto ad entrare in contatto con l'ospite inatteso, lo scoprirà innocuo e anche un po' fanfarone.Produzione americana e competenze spagnole, 'Planet 51' è un curioso ibrido dalla testa a stelle e striscie e il corpo iberico. Se infatti la sceneggiatura viene da mamma Dreamworks la regia e tutte le maestranze vengono dalla Spagna che con questo film cerca di proporsi come nuovo polo d'eccellenza per l'animazione europea e discount per le case americane. Il risultato è un film che a scenari e umorismo americano alterna una fisicità europea e qualche gag diversa dal solito.Il risultato è ineccepibile dal punto di vista tecnico. Personaggi che si muovono con grazia e dovizia di particolari, sfondi complessi, ambienti sofisticati e illuminazione di prim'ordine. Un po' più da ridire ci sarebbe invece sulla storia che, come spesso capita in casa Dreamworks, mette davanti gag divertenti alla ricerca di una propria originalità e cita film su film in maniera spudorata e senza nessun senso se non, ancora, quello comico. Pensato, questo sì, per un pubblico infantile ma giammai per uno anche solo adolescenziale, 'Planet 51' oltre a citare saccheggia anche in giro (evidente la vicinanza del robottino Rover con il 'Wall-e' della Pixar), cerca l'effetto 'Ritorno al futuro' e dimentica di imprimere una visione personale delle cose in quella che di fatto è la solita parabola socialmente conciliante (il diverso che si rivela come gli altri). Eppure alla fine anche la morale della conquista dell'amore (per il protagonista), che avviene attraverso un percorso di purificazione dato dall'aver superato le paure verso l'alieno e averlo aiutato a ritornare a casa, riesce ad essere edificante. Guardando più a fondo il dipinto rimane quello di un mondo di uomini (anche se non è la Terra) che relega le donne ad oggetto del desiderio, motore immobile della storia, senza dargli mai vera personalità ma solo bronci e sorrisi. In linea con questo pensiero quando il più maschio dei maschi (il generale) sarà persuaso della bontà dell'alieno anche gli altri lo saranno. Planet 51 Genere: Tipologia: Animazione, Avventura, Commedia, Famiglia, Fantasy Amicizia, la Fantasia, Le diversità Percorsi didattici - La Fantascienza, Genere al top negli anni '50, incarna perfettamente le paure sociali legate al diverso, che al cinema e nei libri veniva rappresentato come un mostruoso alieno proveniente da un altro pianeta. Pensa alle sequenze iniziali del film: tutto a Glipforg sembra svolgersi in serena armonia, ma basta che un essere non uguale agli altri atterri su un curatissimo giardinetto, perché la gente tiri fuori il suo lato peggiore. Molti (chiari i riferimenti al Maccartismo) cominciano anche ad accusare ingiustamente i loro concittadini di essere a loro volta degli alieni. Prova a fare una ricerca su Maccartismo e Guerra Fredda. - Se il tema del conformismo borghese americano anni '50 ti ha interessato, guarda con i tuoi genitori Pleasantville di Gary Ross (1998), intelligente satira sociale in chiave fantasy. Ricordi il dialogo tra l'astronauta Chuck e l'extraterrestre Lem quando si incontrano per la prima volta? Cuck: "Hei, l'alieno qui non sono io, sei tu!”. Lem: “No, sei tu che sei sul mio pianeta!". Chi stabilisce chi è il “diverso”? E poi la parola “diverso” ha un vero significato? O forse è solo il tentativo di mascherare la paura di ciò che non si conosce? - L'idea che l'alieno sia in realtà un essere umano e non un extraterrestre (di solito si racconta il contrario) non è nuova: Isaac Asimov in “Questi giovani” (1952) e Frederic Brown in “Sentinella” (1954) avevano già prefigurato scenari simili. Se sei appassionato di Fantascienza, ti piacerà leggere questi due racconti superclassici. - Il look retrò di Glipforg è ispirato all'Architettura Googie, famosa in America negli anni '50 e '60. E' uno stile futurista, influenzato dall'Era Atomica e Spaziale. Nata in California, la Googie ridisegnò chiese, coffee-shop, bowling, motel e lavaggi d'auto. Prova ad approfondire, scoprirai particolari curiosi. - Ti piacciono i drive-in, le cameriere sui pattini, i bowling in stile Googie e le macchinone colorate? Allora guarda con i tuoi genitori “American Graffiti” di George Lucas (1973). Ti affascinerà per questi e per tanti altri motivi. - Chuck insegna a Lem le tre “mosse sicure”, come le definisce lui, per conquistare Neera, ma Lem combina un disastro. Secondo te per conquistare qualcuno bisogna seguire alla lettera una formula o essere se stessi? - La Nasa ha concesso di utilizzare il suo logo sulla tuta e sull'astronave di Chuck. Lo sapevi che 40 anni fa, il 20 luglio 1969, l'uomo mise piede sulla luna per la prima volta? La missione Apollo 11 della Nasa venne seguita in TV da 500 milioni di persone nel mondo. Prova ad approfondire. - Facciamo un gioco: io ora elenco tutte le citazioni di altri film che ho trovato in “Planet 51”, tu leggi e pensi se ne hai scovate altre, ok? “ET”, “Alien”, “Ritorno al futuro”, “Guerre Stellari”, “2001 Odissea nello spazio”, “Wall-E”, “L'invasione degli ultracorpi”, “Mars attacks!”, “Cocoon”, “Grease”, “Cantando sotto la pioggia”. Ora tocca a te! Toy Story 3 - La grande fuga (2010) Una trama più complessa per un terzo capitolo vitale, spassoso e mai così commovente. Un film di Lee Unkrich con Tom Hanks, Michael Keaton, Joan Cusack, Tim Allen, John Ratzenberger, Wallace Shawn, Don Rickles, Ned Beatty, Jodi Benson, Estelle Harris. Genere Animazione durata 103 minuti. Produzione USA 2010. Andy, il proprietario di Woody, di Buzz Lightyear e del resto dei giocattoli è cresciuto, e, in procinto di partire per il college, regala i suoi amici ad un asilo infantile. Andy è in partenza per il college, sta svuotando la sua stanza e la madre lo obbliga a scegliere che fare dei vecchi giocattoli. Loro, i giocattoli, già conoscono il proprio destino, da anni Andy non gioca più come lo vediamo fare nella fenomenale sequenza d'apertura (un gioiello di racconto caotico infantile), volubili come sono però rimangono offesi dal trattamento riservatogli e quando un malinteso li fa finire nello scatolone destinato all'asilo di Sunnyside prendono l'evento di buon grado. Solo Woody, testardo, irriducibile e affezionato, continua a credere che il loro posto sia con il padrone. Gli altri lo capiranno quando scopriranno come in realtà Sunnyside sia una prigione dalla quale è impossibile evadere, gestita con pugno di ferro da una congrega di giocattoli feriti dall'abbandono dei propri padroni.Ancora una volta un road movie, l'impianto che sottende quasi ogni film dello studio di John Lasseter, ovvero la riconquista del proprio spazio vitale e di un nuovo equilibrio attraverso un clamoroso quanto improbabile "ritorno", compiuto per amore di qualcuno. Un viaggio che come sempre è anche movimento interiore e la cui imponente distanza è metafora dei sentimenti che agiscono quegli esseri minuscoli inseriti in spazi immensi. Woody e compagni già erano tornati a casa per ben due volte attraversando distanze impensabili per un giocattolo, questa volta devono anche evadere da un asilo che di notte diventa un carcere (bellissimo come elementi che di giorno hanno un senso con l'illuminazione notturna sembrino parti di una galera).Potendosi permettere il lusso di non dover introdurre dei personaggi già noti il film si concentra sui nuovi comprimari, tutti dotati di personalità in linea con il genere carcerario (tranne Ken e Barbie straordinari outsider a modo loro), e affronta con più complessità la mitologia della serie, cioè quale sia il rapporto dei giocattoli con i propri padroni. Devono rimanergli accanto a tutti i costi? Possono ribellarsi? Hanno diritto a sentirsi feriti? La Pixar sembra sostenere di no, parteggiando a prescindere con i bambini e non con i protagonisti.Al terzo film la serie di 'Toy story' invece che afflosciarsi si dimostra ancora vitale, anche in virtù della maturità sempre maggiore dello studio di produzione, forse abbiamo visto film Pixar più solidi di questo ma dal punto di vista visivo si toccano nuove vette utilizzando le innovazioni raggiunte nelle opere precedenti come la ormai piena padronanza (tecnica ma anche espressiva) di diverse tipologie di filtri che scimmiottano gli obiettivi delle macchine da presa come si vede nelle scene di caos infantile all'asilo.Nonostante sia parlato 'Toy story 3' è un film che comunica quello che conta solo visivamente, capace di smuovere lo spettatore con un raggio di sole al tramonto che entra dalla finestra o con lo sguardo colmo di sentimenti complicati, oscillanti tra paura e solidarietà, di un personaggio digitale posto di fronte alla sua ineluttabile fine, mano nella mano con i propri compagni. Sembra straordinaria abilità recitativa ma è in realtà scrittura per immagini e musica, non si tratta dell'espressività di sintesi di cui sono capaci i computer Pixar ma del culmine narrativo raggiungibile di un arte audiovisuale che non abbisogna di parole. Portate i fazzoletti. TOY STORY 3 I percorsi didattici » Pensa alla prima scena del film: mentre Woody tenta di fermare un treno in corsa nel selvaggio West, irrompe una macchina da corsa guidata da tre alieni e Buzz atterra direttamente dallo spazio stellare. Poco dopo scopriamo che questa storia è frutto della fantasia di Andy, che sta passando del tempo con i suoi giocattoli. Anche se sei appassionata/o di realtà virtuale (videogiochi, computer in generale), almeno ogni tanto crea la TUA realtà, inventa storie e vivile insieme ai tuoi giocattoli, possibilmente all’aria aperta. Ti farà un gran bene. » Quando Andy diventa grande, i giocattoli capiscono che nulla sarà più come prima con lui. I cambiamenti sono inevitabili. È intelligente opporsi ai cambiamenti? Oppure è meglio capire che la vita va comunque avanti e che, chiusa una porta, può aprirsene un’altra? » Qual è la “nuova porta” che si apre per Woody, Buzz e compagnia? Secondo te hanno fatto bene a scegliere Bonnie come nuova padroncina o avrebbero fatto meglio a rimanere rinchiusi in soffitta? Un giocattolo ha un senso, e uno scopo, senza un bambino con cui giocare? » Lotso ha l’aspetto di un tenero orsacchiotto rosa, ma in realtà è un tiranno senza cuore. Ti è capitato di incontrare persone dall’aspetto soave ma dall’animo non altrettanto soave? È vero che a volte “l’apparenza inganna”? » Nel film scopriamo che Lotso è diventato cattivo dopo che la sua padroncina l’ha sostituito con un altro orsacchiotto. È giusto reagire così alle delusioni? Soprattutto, è giusto rendere infelici gli altri per l’infelicità che si prova personalmente? » Hai notato che Lotso non fa che ripetere ai giocattoli dell’asilo che non valgono niente e che nessuno li ama? Se quei giocattoli si sentissero amati, accetterebbero lo stesso le angherie di Lotso? » Woody è un vero leader: generoso, altruista, pronto a sacrificare se stesso per gli altri. La sua autorevolezza nasce dalla stima che gli altri provano per lui. I “sudditi” di Lotso, minacciati e impauriti di continuo, provano la stessa stima per il loro “dittatore”? » Perché Andy, dopo aver conosciuto Bonnie, rinuncia a Woody? Un vero amico è disposto a fare un passo indietro per il bene della persona a cui tiene? » Quando Andy incontra Bonnie, si ferma a giocare con lei. Anche se ormai è grande, per un po’ torna bambino e si diverte usando la sua fantasia. Se anche tu hai l’età di Andy (o sei ancora più grande), almeno ogni tanto ricordati del bambino che c’è in te: sarai una persona migliore. » Nei deliziosi titoli di coda (mi raccomando, non uscire dalla sala troppo presto!) vedrai più volte uno strano gattone peloso e dalla bocca enorme che gioca con Buzz. E’ Totoro, la creatura magica inventata dal celebre animatore e regista giapponese Hayao Miyazaki, che in Pixar adorano. Guarda il dvd di Il mio vicino Totoro, è un piccolo capolavoro.